Europe direct sviluppobasilicata newsletter novembre 2013

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N.3 novembre 2013

Team di Redazione Patrizia Orofino Responsabile del Centro Europe Direct Sviluppo Basilicata - Matera Annamaria Verrastro Manuela Lapenta Vito Pinto Collaborazione Lucio Bernardini Responsabile Antenna della Regione Basilicata a Bruxelles Segreteria Fabio Gruosso Coordinamento editoriale Annamaria Verrastro Progetto grafico Pino Oliva - Matera formato web finito mese di ottobre 2013

Per informazioni info.edic@sviluppobasilicata.it t +39 0971 50661 www.europedirectsviluppobasilicata.it Iniziativa realizzata nell’ambito della Convenzione Quadro di Partenariato n. 48 COMM/ROM/ ED/2013-2017 tra l’Unione Europea rappresentata dalla Commissione Europea DG Comunicazione Rappresentanza in Italia e Sviluppo Basilicata SpA

NEWSLETTER DI INFORMAZIONE PERIODICA SULL’UNIONE EUROPEA a cura di Europe Direct Sviluppo Basilicata

INDICE Novità dall’Europa Informazioni per i cittadini Opportunità per gli studenti Iniziative Ue per le imprese Iniziative Ue in Basilicata


PROMUOVI E CONDIVIDI SU

NOTA EDITORIALE La newsletter sull’Unione Europea realizzata dal Centro Europe Direct Sviluppo Basilicata è finalizzata alla trasmissione di notizie, aggiornamenti, approfondimenti su strategie, politiche, iniziative dell’Unione Europea che coinvolgono la vita dei cittadini europei e quindi anche della nostra comunità regionale di Basilicata. Un contributo alla costruzione di maggiore consapevolezza sul cosa significhi oggi essere cittadino europeo e quali sono le opportunità che ne derivano. La struttura della newsletter prevede 5 sezioni: - Novità dall’Europa - Informazioni per i cittadini - Opportunità per gli studenti - Iniziative Ue per le imprese - Iniziative Ue in Basilicata. La newsletter ha cadenza periodica e giunge direttamente nelle caselle di posta elettronica i cui indirizzi sono acquisiti mediante iscrizione sul nostro sito www.europedirectsviluppobasilicata.it e o in occasione di contatti avuti nel nostro Centro e/o acquisiti presso banche dati pubbliche ed istituzionali.

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Conosci #FUTURIUM? La vicepresidente della Commissione Neelie Kroes, responsabile per l’Agenda digitale, ha lanciato un invito a votare online 11 “visioni” del mondo tra 20-40 anni. La Commissione sta cercando infatti “visioni” sul modo in cui vivremo, studieremo, ci divertiremo e lavoreremo nell’Europa del 2050, per meglio indirizzare le politiche a lunga scadenza e pianificare la ricerca. Futurium è un progetto di prospettiva gestito dalla DG CONNECT e basato su un approccio “open source”. Esso sviluppa visioni di società, tecnologie, attitudini e tendenze per il periodo 2040-2050 e le utilizza ad esempio come idee in vista di future scelte politiche o priorità per finanziamenti UE alla ricerca e all’innovazione. Si tratta di una piattaforma online elaborata per captare le tendenze emergenti e fare sì che i cittadini interessati possano contribuire alla creazione degli scenari futuri a cui sono interessati. Questo approccio basato sul meccanismo del crowdsourcing offre utili indicazioni riguardo a: > visioni: dove vogliono andare le persone, quanto desiderabili e probabili sono le visioni pubblicate sulla piattaforma; > definizione delle politiche: cosa dovrebbe essere fatto concretamente per realizzare gli scenari futuri tracciati; i possibili impatti e la plausibilità delle idee strategiche;

> dati scientifici: dati scientifici e di altro tipo a sostegno delle visioni e della definizione delle politiche. Partecipa anche tu e Vota qui per la tua visione del futuro FONTE RAPPRESENTANZA DELL’UE IN ITALIA

#CROWDFUNDING

Aperta consultazione #UE. Partecipa! La Commissione Europea ha lanciato una consultazione invitando cittadini e organizzazioni a condividere le proprie opinioni sul crowdfunding: i suoi potenziali vantaggi/svantaggi e rischi e per progettare la migliore policy di sfruttamento di questa opportunità. Quale sarebbe il valore aggiunto del potenziale d’azione dell’UE? L’obiettivo di questa consultazione pubblica è quello di esplorare come l’UE potrebbe promuovere il crowdfunding in Europa. Il piano d’azione 2020 Imprenditorialità mira ad aumentare il livello di occupazione attraverso il rafforzamento dell’imprenditorialità in Europa. Esso ha invitato gli Stati membri alla “necessità di una valutazione circa la modifica dell’attuale legislazione finanziaria nazionale con l’obiettivo di facilitare nuove forme alternative di finanziamento per le nuove imprese e le PMI in generale (MEMO/13/393 - Migliorare l’accesso ai finanzia3


menti per le piccole e medie imprese : la chiave per la ripresa economica). Le risposte al Libro verde ”Finanziamenti a lungo termine dell’economia europea” (cfr. IP/13/274) confermano che il crowdfunding accanto a molte altre iniziative - può svolgere un ruolo nella promozione dell’accesso al credito per una crescita sostenibile e inclusiva. Il Consiglio europeo di giugno 2013 nelle conclusioni sul ITC ha sottolineato la necessità di sviluppare fonti alternative di finanziamento, in stretta collaborazione con gli Stati membri. Il workshop sul crowdfunding del 3 Giugno 2013 scorso, organizzato dalla Commissione europea a Bruxelles ha confermato la necessità ed opportunità della valutazione. Chi dovrebbe rispondere? Chiunque abbia un parere sul crowdfunding è invitato a compilare il sondaggio entro il 31 dicembre 2013. Tutti gli interessati sono invitati a rispondere. Secondo Michel Barnier, commissario per il mercato unico, “il crowdfunding, questo nuovo modo di raccolta di fondi collettivi, partecipativo ed interattivo, è in piena espansione. Permetterebbe a giovani imprese di colmare il deficit di finanziamento e di stimolare l’imprenditorialità. Data la sua crescita e la diversità delle normative fiscali, sociali e di monitoraggio, è lecito chiedersi se un quadro unico europeo non sarebbe necessario per sostenere i creatori di piattaforme di finanziamento partecipativo e per ridurre i rischi affrontati da coloro che utilizzano queste piattaforme per finanziare i loro progetti. Questa è la domanda che mi pongo oggi”. Ora che il Crowdfunding non è solo una moda, ma una fonte sostenibile di finanziamento per nuovi progetti europei, sono necessarie misure di salvaguardia, in particolare per garantire la fiducia dei cittadini. L’obiettivo finale di questa consultazione è raccogliere informazioni sulle esigenze del mercato e di identificare le aree in cui l’azione dell’UE 4

possa essere un valore aggiunto per favorire la crescita di questo nuovo strumento. La consultazione riguarda tutte le forme di crowdfunding. Come fare per inviare il proprio contributo? Clicca qui troverai alcune icone in lingua italiana: scegli a seconda se stai rispondendo alla consultazione in quanto cittadino o per conto di una organizzazione o per conto di un ente pubblico. Fino a quando è aperta la consultazione? La consultazione è aperta dal 03.10.2013 fino al 31.12.2013. FONTE: Commissione Europea

IN QUESTO NUMERO IL DIRITTO DI INIZIATIVA DEI CITTADINI EUROPEI INFORMAZIONI SU COME ESERCITARE QUESTO DIRITTO E LANCIARE UN’INIZIATIVA Diritto di iniziativa dei cittadini europei Il diritto d’iniziativa dei cittadini europei consente ad un milione di cittadini europei di prendere direttamente parte all’elaborazione delle politiche dell’UE, invitando la Commissione europea a presentare una proposta legislativa. Cos’è un’iniziativa dei cittadini europei? Un’iniziativa dei cittadini costituisce un invito rivolto alla Commissione europea perché pro-


ponga un atto legislativo su questioni per le quali l’UE ha la competenza di legiferare. Un’iniziativa deve essere sostenuta da almeno un milione di cittadini europei, di almeno 7 dei 28 Stati membri dell’UE. Per ciascuno dei 7 paesi è inoltre richiesto un numero minimo di firme. Le norme e le procedure che disciplinano questo nuovo strumento figurano in un regolamento dell’UE adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea nel febbraio 2011. Cosa si può proporre con un’iniziativa dei cittadini? Un’iniziativa dei cittadini può essere promossa in qualsiasi settore nel quale la Commissione può proporre un atto legislativo, come ambiente, agricoltura, trasporti o salute pubblica. Per maggiori informazioni clicca qui Chi può farsi promotore di un’iniziativa dei cittadini e come? Per lanciare un’iniziativa dei cittadini occorre costituire un “comitato dei cittadini” composto da almeno 7 cittadini dell’UE residenti in almeno 7 Stati membri diversi. I membri del comitato devono aver raggiunto l’età alla quale i cittadini acquisiscono il diritto di voto* per le elezioni al Parlamento europeo (18 anni in ogni paese, salvo l’Austria, dove ne bastano 16). Le iniziative dei cittadini non possono essere gestite da organizzazioni, le quali possono, tuttavia, promuoverle o sostenerle, purché lo facciano in piena trasparenza. Prima di iniziare la raccolta delle dichiarazioni di sostegno da parte dei cittadini, gli organizzatori sono tenuti a registrare l’iniziativa proposta su questo sito. Dopo la conferma della registrazione, gli organizzatori hanno a disposizione 1 anno per raccogliere le dichiarazioni di sostegno. * Non è necessario che i cittadini siano iscritti nelle liste elettorali, basta che abbiano raggiunto l’età richiesta. Per maggiori informazioni, cliccare qui.

Chi può sostenere un’iniziativa dei cittadini e come? Tutti i cittadini dell’UE (cittadini di uno Stato membro) che hanno raggiunto l’età alla quale si acquisisce il diritto di voto* per le elezioni al Parlamento europeo (18 anni in ogni paese, salvo l’Austria, dove ne bastano 16). Per sostenere un’iniziativa, i cittadini devono compilare un apposito modulo di dichiarazione di sostegno messo a disposizione dagli organizzatori, su carta oppure online. Non è possibile dichiarare il proprio sostegno a un’iniziativa su questo sito. * Non è necessario che i cittadini siano iscritti nelle liste elettorali, basta che abbiano raggiunto l’età richiesta. Per maggiori informazioni, cliccare qui. Cosa succede quando un’iniziativa dei cittadini raccoglie un milione di firme? La Commissione ne esamina attentamente il contenuto ed entro 3 mesi dalla data in cui l’ha ricevuta: i rappresentanti della Commissione incontrano gli organizzatori per consentire loro di esporre in dettaglio le tematiche sollevate dall’iniziativa gli organizzatori hanno la possibilità di presentare la loro iniziativa in un’audizione pubblica presso il Parlamento europeo la Commissione adotta una risposta formale in cui illustra le eventuali azioni che intende proporre a seguito dell’iniziativa dei cittadini e le sue motivazioni per agire o meno in tale senso. La risposta, che prende la forma di una comunicazione, è adottata dal Collegio dei commissari e pubblicata in tutte le lingue dell’UE. La Commissione non ha l’obbligo di proporre un atto legislativo a seguito di un’iniziativa. Se la Commissione decide di presentare una proposta, ha inizio la normale procedura legislativa: la proposta viene sottoposta al legislatore (in genere il Parlamento europeo e il Consiglio, oppure in alcuni casi soltanto il Consiglio) e, se 5


adottata, avrà forza di legge. Per maggiori informazioni, clicca qui. Scarica la guida all’iniziativa dei cittadini europei Trova un’iniziativa aperta alla firma qui Lancia una tua idea può trasformarsi in un’iniziativa dei cittadini, qui. Domande e risposte più frequenti, clicca qui. Fonte: http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public/ basic-facts

IN QUESTO NUMERO, LA SCHEDA DI APPROFON-

DIMENTO SUL PIANO D’AZIONE OPENING UP EDUCATION Che cosa si intende per “Opening up Education” (aprire i sistemi d’istruzione)? Aprire i sistemi d’istruzione significa portare la rivoluzione digitale nei sistemi di istruzione. Le tecnologie digitali consentono a tutti di studiare in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, con qualsiasi dispositivo e senza supporto esterno. Quali sono i principali obiettivi di questa iniziativa? •Creare opportunità per le organizzazioni, i docenti e i discenti di adottare approcci innovativi all’insegnamento e all’apprendimento grazie alle tecnologie e ai contenuti digitali. La Commissione fornirà il proprio sostegno alle organiz6

zazioni per ripensare le loro strategie, promuovere riforme volte a migliorare la formazione degli insegnanti, istituire “comunità di pratica” tra i docenti ed incoraggiare programmi di studio innovativi. •Incentivare l’impiego di risorse educative aperte (OER) garantendo che il materiale didattico realizzato grazie a fondi pubblici, come Erasmus+, il nuovo programma dell’UE per l’Istruzione, sia accessibile a tutti. Il nuovo portale “Open Education Europa”, lanciato oggi, ospiterà OER di elevata qualità prodotte in Europa, in lingua originale. Le OER sono contenuti di apprendimento, generalmente in forma digitale e gratuiti per gli utenti, che possono essere utilizzati e condivisi. •Aumentare la trasparenza in materia di diritti d’autore per gli utenti di risorse educative. •Le scuole sono spesso carenti di infrastrutture TIC e connettività. “Opening up Education” aiuterà le scuole e le classi ad ottenere l’accesso alla banda larga e sosterrà le infrastrutture TIC per l’istruzione e la formazione. Incoraggerà inoltre il mercato a produrre nuovi contenuti interattivi e strumenti di apprendimento promuovendo lo sviluppo di quadri e norme aperti per l’interoperabilità e la portabilità dei contenuti, delle applicazioni e servizi didattici digitali. •Rafforzare la cooperazione con le organizzazioni internazionali e le parti interessate per meglio comprendere l’impatto della tecnologia sull’istruzione ed esplorare nuove modalità di insegnamento e di apprendimento. Quali azioni concrete vengono descritte nel dettaglio? Nella presente comunicazione figurano 24 azioni che miglioreranno sensibilmente il ricorso alle tecnologie digitali nell’ambito dell’istruzione e incentiveranno le competenze digitali (per l’elenco completo consultare l’allegato). Come verranno finanziate/attuate queste 24 azioni? Le azioni beneficeranno di finanziamenti dell’UE


da Erasmus+, Orizzonte 2020, il nuovo programma quadro di ricerca e innovazione, e dai Fondi strutturali e di investimento. Ad esempio, a partire dal 2014 Erasmus+ offrirà finanziamenti agli erogatori di istruzione al fine di garantire che il loro modello imprenditoriale venga adattato ai cambiamenti tecnologici, di incentivare la valutazione delle competenze digitali e di sostenere la formazione dei docenti mediante corsi online aperti. Tutti i materiali didattici che beneficiano del sostegno di Erasmus+ saranno gratuiti e disponibili al pubblico grazie a licenze aperte. L’attuazione verrà sostenuta anche mediante il Metodo di coordinamento aperto nei settori dell’istruzione e della formazione 2020.

Perché l’azione della Commissione è necessaria ora? Perché utilizziamo le tecnologie digitali in ogni aspetto della nostra vita, ma numerose scuole e università non tengono il passo di questa rivoluzione. Ad esempio, da uno studio emerge che: •il 63% dei bambini di 9 anni frequenta istituti scolastici che non dispongono di apparecchiature digitali adeguate, banda larga veloce ed elevata connettività; •il 50-80% degli studenti nei paesi dell’UE non utilizza mai libri di testo digitali, software di esercizi, sistemi broadcast/podcast, simulazioni o giochi didattici; •il 70% degli insegnanti desidererebbe una for-

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mazione che migliori le proprie competenze TIC. Nell’UE manca una massa critica di contenuti didattici e applicazioni di buona qualità per materie specifiche e in più lingue. Questa frammentazione degli approcci e dei mercati potrebbe aprire un nuovo divario digitale tra coloro che hanno accesso ad un’istruzione innovativa, basata sulla tecnologia, e coloro che non ce l’hanno. Che cosa ha fatto finora la Commissione per fronteggiare questo problema? Finora sono stati elaborati diversi progetti e sviluppate buone pratiche, anche grazie al sostegno dei finanziamenti UE per la ricerca e l’innovazione. Molte iniziative sono state coronate da successo, ad esempio ITEC: designing the future classroom o Open Discovery Space. Le potenzialità di integrazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) nel settore dell’istruzione e della formazione, tuttavia, non sono ancora state sfruttate appieno. Il piano d’azione “Opening up Education” affronta tali questioni aiutando le amministrazioni nazionali, gli istituti di istruzione, gli insegnanti, gli alunni e le parti interessate a coordinare meglio le iniziative e a scoprire nuove metodologie di lavoro e apprendimento. Quali saranno gli effetti del piano d’azione “Opening up Education”? •Ambienti di apprendimento aperti migliori e in numero maggiore, vale a dire il ricorso diffuso alle TIC in classe. •Risparmi e risultati scolastici migliori grazie ad un maggiore impiego di risorse educative aperte (OER) quali libri di testo, video, testi e software liberamente utilizzabili e adattabili ad esigenze di apprendimento specifiche. Da quando le OER sono disponibili a costo zero, è stato possibile rendere l’istruzione e la formazione meno costose per le amministrazioni, le istituzioni e gli utenti. •Modifiche organizzative in scuole, università e 8

istituti di formazione a sostegno dell’integrazione di nuove tecnologie e OER di elevata qualità. •Migliori infrastrutture TIC e connettività nelle scuole. •Maggiore domanda di nuovi contenuti interattivi e strumenti di apprendimento, contribuendo così alla costituzione in Europa di nuove imprese per soddisfare tali esigenze educative. Quando potremo vedere gli effetti di queste azioni? Le 24 azioni verranno attuate in tempi diversi. Il portale Open Education Europa entra in funzione oggi, la portata di alcuni progetti già in corso verrà ampliata ed altri progetti verranno lanciati all’inizio del 2015, ad esempio EPALE, la piattaforma elettronica per l’apprendimento degli adulti in Europa. Che cosa ci sarà sul sito web “Open Education Europa”? “Open Education Europa” è uno sportello unico per le risorse educative aperte in Europa, un luogo dove è possibile trovare materiale nella propria lingua, che insegnanti e studenti possono utilizzare e condividere a titolo gratuito. In che modo “Opening up Education” è correlato alle raccomandazioni specifiche per paese, formulate ogni anno dalla Commissione e indirizzate agli Stati membri? Una volta all’anno la Commissione esamina la performance socioeconomica di ciascuno Stato membro dell’UE e rivolge ai singoli paesi raccomandazioni specifiche per orientare le politiche nazionali nell’anno successivo. “Opening up Education” costituisce parte integrante della risposta della Commissione a questo obiettivo dell’UE. Tutti gli Stati membri hanno ricevuto raccomandazioni in materia di istruzione nel quadro delle raccomandazioni specifiche per paese del Semestre europeo 2013: Le ultime raccomandazioni specifiche per paese – Moving Europe Beyond the Crisis (condurre l’Europa oltre la crisi), pubbli-


cate nel maggio 2013, sottolineano la necessità per tutti gli Stati membri di investire di più nell’istruzione e nella trasmissione ai giovani delle competenze che necessitano per gestire l’economia del XXI secolo nonché di promuovere l’innovazione e la competitività. STUDENTI: che cosa comporterà per gli studenti il piano d’azione “Opening up Education”? Più competenze digitali di cui necessitano per trovare un buon posto di lavoro al termine degli studi, in particolare per gli studenti che non dispongono a casa di una buona connessione a Internet e di accesso alle tecnologie informatiche. INSEGNANTI: che cosa comporterà per gli insegnanti? Una formazione digitale potenziata e maggiori competenze digitali, necessarie per sentirsi sicuri durante le lezioni. “Opening up Education” sosterrà la formazione dei docenti mediante corsi online aperti, in linea con il progetto Grande coalizione per l’occupazione nel settore digitale, nonché istituendo nuove piattaforme europee per le comunità di pratiche degli insegnanti in tutta l’UE (o potenziando quelle già esistenti) come eTwinning ed EPALE - la piattaforma elettronica per l’apprendimento degli adulti in Europa. AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE: che cosa comporterà per le autorità nazionali? Molte autorità nazionali hanno effettuato investimenti considerevoli nelle TIC per l’istruzione e la formazione, ma a tali investimenti solo di rado corrispondono i risultati attesi. “Opening up Education” rappresenta un’opportunità per gli Stati di collaborare e imparare dalle reciproche esperienze, evitando sovrapposizioni e riducendo i costi. INDUSTRIA: che cosa comporterà per le aziende operanti nel settore dell’istru-

zione e delle tecnologie digitali? Oltre agli istituti di istruzione, l’istruzione è sostenuta dalle aziende che forniscono i libri di testo, gli strumenti e le applicazioni di apprendimento elettronico per lo studio della matematica e delle lingue straniere, giochi ed altro materiale didattico. Un ricorso maggiore alla tecnologia nel settore dell’istruzione apre una nuova serie di opportunità per l’industria e il coordinamento a livello europeo consentirà di accelerare la crescita di tali mercati. Quali saranno le ripercussioni sulle case editrici tradizionali di materiale didattico? La Commissione europea riconosce le difficoltà causate dalle tecnologie digitali ai modelli imprenditoriali passati, ma evidenzia la necessità per le casi editrici di lavorare a stretto contatto con le autorità, le istituzioni e le aziende operanti nel settore delle TIC al fine di cogliere le nuove opportunità che scaturiscono da tali nuove modalità di apprendimento. Le case editrici sono preoccupate che le risorse educative aperte non rispettino le rigorose procedure di controllo della qualità che hanno caratterizzato il mercato della carta stampata. La Commissione continua a promuovere l’uso di materiali di elevata qualità e mantiene una posizione di neutralità in merito a modelli imprenditoriali specifici. Che cosa comporterà in termini di diritti di proprietà intellettuale? Dagli studi effettuati si evince che oltre il 50% degli insegnanti non condivide il materiale didattico utilizzato perché teme le eventuali conseguenze giuridiche. Ciò ostacola il ricorso a pratiche di insegnamento e apprendimento personalizzate e improntate alla collaborazione. Le risorse educative aperte sono generalmente messe a disposizione in virtù di licenze che ne consentono il libero uso, il riutilizzo e la condivisione. Mentre da un lato queste licenze aperte non mettono in discussione l’attuale quadro dei 9


diritti di proprietà intellettuale, esse possono ancora rappresentare una sfida per i modelli imprenditoriali tradizionali seguiti dalle case editrici o dalle università. “Opening up Education” agevolerà gli esperimenti volti a testare l’impatto sui modelli imprenditoriali e favorirà lo scambio di pratiche ottimali. Il piano d’azione propone altresì lo sviluppo di soluzioni tecniche in grado di fornire informazioni trasparenti sui diritti d’autore e licenze aperte agli utenti delle risorse educative digitali. Ad esempio l’iniziativa lanciata dal settore industriale Linked Content Coalition, che mira a semplificare l’individuazione dei titolari di diritti d’autore, agevolando l’utilizzo conforme alla legge dei materiali coperti da diritti d’autore. AZIONI INTRAPRESE NEL QUADRO DEL PIANO D’AZIONE “OPENING UP EDUCATION” Ambienti di apprendimento aperti: opportunità di innovazione per le organizzazioni, i docenti e i discenti Sostenere gli istituti di istruzione nello sviluppo di nuovi modelli imprenditoriali ed educativi e lanciare esperimenti su vasta scala in materia di ricerca e politiche, atti a testare approcci pedagogici innovativi, l’elaborazione dei programmi di studio e la valutazione delle competenze; Azione intrapresa da Commissione, tramite i programmi Erasmus + e Orizzonte 2020 Sostenere lo sviluppo professionale dei docenti mediante corsi online aperti, nel quadro degli impegni assunti con la Grande coalizione per l’occupazione nel settore digitale, nonché istituendo nuove piattaforme europee per le comunità di pratiche degli insegnanti e potenziando quelle già esistenti (ad es. eTwinning, EPALE), allo scopo di definire pratiche di insegnamento collaborative inter pares in tutta l’UE; Azione intrapresa da Commissione, tramite i programmi Erasmus + e Orizzonte 2020 10

Analizzare e sperimentare, in collaborazione con le parti interessate e gli Stati membri, quadri delle competenze digitali e strumenti di autovalutazione per discenti, docenti e organizzazioni; Azione intrapresa da Commissione, tramite i programmi Erasmus + e Orizzonte 2020 Esaminare in che modo sia possibile adeguare alle esigenze dei discenti strumenti consolidati ed emergenti di convalida e riconoscimento delle competenze, come gli “open badges”. Provvedere affinché gli strumenti per la trasparenza e il riconoscimento dell’istruzione formale siano adeguati alle nuove forme di apprendimento, compresa la convalida delle competenze acquisite online, in linea con gli strumenti nazionali nel quadro della raccomandazione del Consiglio sulla convalida dell’apprendimento non formale e informale; Azione intrapresa da Commissione, tramite i programmi Erasmus + e Orizzonte 2020 – Stati membri e istituti di istruzione Coordinare ed agevolare lo scambio di esperienze e risultati conseguiti nei programmi nazionali tra Stati membri e fornire orientamenti strategici mirati a gruppi di Stati membri per aiutarli ad individuare iniziative efficaci per far fronte alle sfide, alla luce delle raccomandazioni specifiche per paese nell’ambito del semestre europeo/Europa 2020; Azione intrapresa da Commissione, tramite i programmi Erasmus + e Orizzonte 2020 Sostenere ambienti di insegnamento ed apprendimento innovativi, anche mediante il ricorso ai fondi strutturali e di investimento dell’UE; Azione intrapresa da Stati membri e istituti di istruzione Aiutare gli insegnanti ad acquisire un elevato livello di competenze digitali e adottare pratiche didattiche innovative mediante: formazione flessibile, sistemi di incentivi, revisione dei


piani di studio per la formazione iniziale degli insegnanti e nuovi meccanismi di valutazione professionale; Azione intrapresa da Stati membri e istituti di istruzione Potenziare le competenze digitali negli istituti di istruzione e formazione, anche tra i gruppi svantaggiati, e riesaminare le valutazioni dei discenti, al fine di garantire che tutte le competenze acquisite in contesti di apprendimento digitale possano essere riconosciute. Azione intrapresa da Stati membri e istituti di istruzione Risorse educative aperte: opportunità di sfruttare la conoscenza aperta per migliorare la qualità e l’accesso Garantire che tutti i materiali didattici finanziati da Erasmus+ siano disponibili al pubblico grazie a licenze aperte e promuovere pratiche analoghe nell’ambito dei programmi UE; Azione intrapresa da Commissione Utilizzare i nuovi programmi Erasmus+ e Orizzonte 2020 per incoraggiare le partnership tra creatori di contenuti didattici (ad es. docenti, editori, aziende del settore delle TIC), per incrementare l’offerta di OER e di altri materiali didattici digitali di qualità in diverse lingue e per sviluppare nuovi modelli di attività e soluzioni tecniche in grado di fornire informazioni trasparenti sui diritti d’autore e sulle licenze aperte agli utenti di risorse didattiche digitali; Azione intrapresa da Commissione Lanciare il portale Open Education Europa (istruzione aperta in Europa) collegandolo alle basi di dati per OER esistenti in diverse lingue e riunendo discenti, docenti e ricercatori per migliorare l’attrattiva e la visibilità delle OER di qualità prodotte nell’UE; Azione intrapresa da Commissione Favorire le politiche di accesso aperto ai mate-

riali didattici finanziati con risorse pubbliche; Azione intrapresa da Stati membri e istituti di istruzione Incoraggiare gli istituti di istruzione e formazione ufficiali ad includere contenuti digitali, comprese le OER, tra i materiali didattici raccomandati per i discenti a tutti i livelli di istruzione e promuovere la produzione, anche grazie ad appalti pubblici, di materiali didattici di elevata qualità i cui diritti d’autore apparterrebbero alle autorità pubbliche. Azione intrapresa da Stati membri e istituti di istruzione Connettività e innovazione: partenariati per le infrastrutture, nuovi prodotti e servizi e interoperabilità Promuovere l’elaborazione di quadri e norme aperti in materia di interoperabilità e portabilità di contenuti didattici digitali, applicazioni e servizi, comprese le OER, esplorando le possibilità di cooperazione con organizzazioni e programmi europei di normazione e sviluppare componenti per un mercato delle tecnologie didattiche efficiente, compreso il coordinamento di specifiche comuni per gli appalti pubblici relativi a soluzioni innovative, al fine di contribuire all’introduzione di dispositivi, software e contenuti a costi abbordabili; Azione intrapresa da Commissione, tramite i programmi Erasmus + e Orizzonte 2020 Promuovere ricerca e innovazione in materia di tecnologie di apprendimento adattivo, l’analisi dell’apprendimento e i giochi didattici digitali, creando collegamenti con imprenditori innovativi; Azione intrapresa da Commissione, tramite i programmi Erasmus + e Orizzonte 2020 Entro il 2020 connettere tutte le scuole alla banda larga, compresa idealmente la connettività nelle singole classi, aggiornarne le dotazioni TIC e sviluppare basi di dati accessibili, aperte e na11


zionali per l’apprendimento digitale utilizzando i Fondi strutturali e di investimento. Azione intrapresa da Stati membri e istituti di istruzione Uno sforzo concertato per cogliere le opportunità della rivoluzione digitale Lanciare una piattaforma aperta a tutte le parti interessate (docenti, discenti, famiglie, comunità digitali, partner economici e sociali, ecc.) volta a registrare e a valutare il livello digitale degli istituti di istruzione; Azione intrapresa da Commissione, tramite i programmi Erasmus + e Orizzonte 2020 Istituire un hub europeo di istituti di istruzione innovativi a livello digitale che metta in risalto e orienti le pratiche didattiche e organizzative innovative basate sulle TIC; Azione intrapresa da Commissione, tramite i programmi Erasmus + e Orizzonte 2020 Incoraggiare reti di insegnanti, comunità digitali ed esperti di TIC volontari ad avviare iniziative (quali corsi di codifica o programmi di reinserimento scolastico) e ad istituire premi destinati ai docenti per il buon uso didattico delle TIC in tutti i settori dell’istruzione. Premio per l’eccellenza digitale. Azione intrapresa da Stati membri e istituti di istruzione Sostegno della Commissione europea al miglioramento delle conoscenze e a politiche più incisive basate su dati comprovati Presentare un’ampia gamma di scenari di previsione relativi all’istruzione in Europa nel 2030, di concerto con i soggetti interessati, quali la European Round Table of Industrialists (ERT) (tavola rotonda europea degli industriali), la European Association of Distance Teaching Universities (EADTU) (associazione europea delle Università di formazione a distanza), la European University Association (EUA) (associazione delle uni12

versità europee) e laEuropean Schoolnet sulla scorta del lavoro svolto dal CCR-IPTS e in linea con il progetto in corso FUTURIUM. Per quanto riguarda l’istruzione superiore, la Commissione continuerà inoltre a lavorare con il gruppo di alto livello per la modernizzazione dell’istruzione superiore per formulare raccomandazioni sulle nuove modalità di apprendimento; Azione intrapresa da Commissione Sviluppare strumenti di misura e indicatori per seguire in modo più preciso l’integrazione delle TIC negli istituti di istruzione e formazione e sostenere indagini quantitative a livello europeo; Azione intrapresa da Commissione Avviare una valutazione d’impatto specifica sugli effetti economici e sociali di un’iniziativa dell’UE volta a stimolare il libero accesso ai materiali didattici prodotti con risorse pubbliche; Azione intrapresa da Commissione Esaminare con i titolari dei diritti, gli istituti d’insegnamento e altri soggetti interessati del settore dell’istruzione modalità per comprendere e valutare le attuali pratiche e le esigenze connesse alla condivisione dei materiali didattici (quali le risorse didattiche aperte), inclusi quelli derivanti da sistemi di licenze e diritti d’autore, al multilinguismo, alla garanzia di qualità ecc., sia in contesti nazionali che transfrontalieri. Azione intrapresa da Commissione Per ulteriori informazioni Cfr. anche IP/13/859 Fonte http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO13-813_it.htm


IN QUESTO NUMERO IL PROGRAMMA “REFIT ADATTO ALLA CRESCITA”. I PASSI DELLA COMMISSIONE PER LE IMPRESE UE: MENO BUROCRAZIA E PIÙ SEMPLIFICAZIONE #EUFIT4GROWTH, #EU4CITIZENS, #EU4BUSINESS REFIT traduce l’impegno della Commissione a realizzare un quadro normativo semplice, chiaro, stabile e prevedibile per le imprese, i lavoratori e i cittadini, che andrà a vantaggio sia dei cittadini che delle imprese, purché anche le altre istituzioni e gli Stati membri mostrino un uguale livello di ambizione. Se una regolamentazione a livello dell’UE è necessaria in molti settori, essa viene spesso accusata di soffocare le imprese, soprattutto le più piccole, o di interferire troppo con la vita quotidiana dei cittadini. Il 74% dei cittadini europei crede che l’Unione generi troppa burocrazia. Per rispondere a queste preoccupazioni, gli anni scorsi la Commissione ha messo in atto uno sforzo coordinato per snellire la legislazione e per ridurre gli oneri normative. Nel discorso sullo stato dell’Unione 2013, tenuto l’11 settembre, il Presidente Barroso ha sottolineato l’importanza della regolamentazione intelligente e ha dichiarato che l’Unione europea ha bisogno di essere “grande per le grandi cose e piccola per le piccole cose”. Oggi la Commissione compie un altro importante passo per garantire che la legislazione europea sia proporzionata al suo scopo. In una comunicazione la Commissione – dopo aver passato al vaglio tutto il corpus legislativo dell’UE - espo-

ne in modo concreto, settore per settore, quali sono gli ambiti in cui interverrà ulteriormente per semplificare o per ritirare leggi europee, per alleggerire gli oneri gravanti sulle imprese e per facilitare l’attuazione delle normative. Sempre oggi, la Commissione ha inoltre annunciato l’intenzione di pubblicare un quadro di valutazione per seguire i progressi a livello europeo e nazionale a tale riguardo. Questo lavoro è al centro del programma di controllo dell’adeguatezza e dell’efficacia della regolamentazione (Regulatory Fitness and Performance Programme - REFIT). Il Presidente Barroso ha dichiarato: “L’Europa contribuisce a trovare soluzioni alle grosse sfide che collettivamente stiamo affrontando. Per essere efficaci, però, dobbiamo essere sicuri di concentrarci sulle priorità giuste e di avere una giusta quantità di normative. Non tutto ciò che è buono lo è anche su scala europea: dobbiamo quindi riflettere due volte sul se, il quando e il dove intervenire a livello dell’UE”. Il Presidente ha aggiunto: “Con REFIT, la Commissione ha intrapreso la più vasta operazione mai compiuta finora per rendere la legislazione dell’UE più snella e più semplice. La nostra ferma applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità non metterà in discussione gli importanti benefici, per i cittadini e per le imprese, della regolamentazione dell’UE, in particolare le norme che costituiscono il fondamento del mercato unico. L’odierno pacchetto REFIT fornisce una prospettiva pragmatica sul futuro della regolamentazione in Europa, proprio pochi mesi prima delle elezioni europee del maggio 2014”. Nell’odierno documento “REFIT – Adeguatezza ed efficacia della regolamentazione: comunicazione sui risultati ottenuti e sulle prossime azioni”, la Commissione: 1. fornisce una panoramica di quanto realizzato recentemente per mantenere le leggi dell’UE adeguate alle loro finalità, semplificandole e riducendone i costi. Negli ultimi dieci anni la Commissione ha avviato importanti riforme fra cui figurano proposte per la riduzione dei costi 13


di sviluppo della banda larga, la direttiva quadro in materia di acque, l’iniziativa del codice Schengen in materia di visti, la direttiva sui diritti dei consumatori, la direttiva sui servizi, il regolamento sul brevetto unitario e il codice doganale dell’Unione. Dal 2005, la Commissione ha approvato 660 iniziative di semplificazione, codificazione o rifusione. Più di 5.590 atti giuridici sono stati abrogati. La consultazione delle piccole e medie imprese sui dieci atti legislativi più gravosi dell’UE ha permesso di integrare le priorità delle imprese nel programma della Commissione relativo all’adeguatezza della regolamentazione. Per le piccole e medie imprese sono stati ad esempio introdotti miglioramenti concreti: i requisiti dell’apparecchio di controllo (tachigrafo) per il trasporto su strada sono in via di semplificazione, e gli oneri che le PMI devono sostenere nell’ambito del REACH sono stati ridotti del 35- 95%; una dichiarazione IVA standard sarà proposta ancora in ottobre. Fra il 2007 e il 2012 è stato ottenuta una diminuzione del 26% degli oneri amministrativi per le imprese, equivalente a un risparmio di 32,3 milioni di euro all’anno; oltre a ciò, misure per altri 5 miliardi aspettano di essere adottate dal colegislatore. La Commissione stessa ha superato l’obiettivo prefissato presentando proposte con un potenziale di riduzione degli oneri vicino ai 41 miliardi di euro (33%). Sfortunatamente una parte di tale potenziale, stimata a più di 3 miliardi di euro, è andata persa nel corso dell’iter legislativo poiché le proposte della Commissione sono state modificate. La promozione della fatturazione elettronica nel settore IVA così come le esenzioni o i regimi speciali per le PMI negli ambiti della contabilità, dei rifiuti elettronici e delle statistiche del commercio intra-UE sono fra i principali risultati del programma. E, soprattutto, è cambiato sensibilmente il modo in cui viene elaborata la regolamentazione: la Commissione ricorre sistematicamente alle valutazioni d’impatto, alle consultazioni delle parti interessate (comprese le parti sociali) e alle valutazioni expost, e le rafforzerà ulteriormente; 14

2. presenta importanti iniziative legislative per la semplificazione e la riduzione degli oneri in corso d’esame presso il colegislatore, ad esempio nei seguenti settori: salute degli animali, sicurezza dei prodotti di consumo, vigilanza del mercato, appalti pubblici, base imponibile consolidata comune per le società, sperimentazioni cliniche dei farmaci e viaggi “tutto compreso”; 3. elenca settori che necessitano di ulteriori azioni per il periodo 2013-14 ai fini della semplificazione della legislazione UE esistente attraverso modifiche e consolidamento (ad es informazione e consultazione dei lavoratori, statistiche delle imprese, diritto societario, introduzione di una dichiarazione IVA standard, misure zootecniche e normativa commerciale) e attraverso il followup delle raccomandazioni in materia di valutazione: un importante risultato del lavoro di vaglio della normativa è stata l’individuazione di settori che devono essere oggetto di una valutazione destinata a mettere in evidenza le misure per alleggerire gli oneri normativi, in modo da realizzare gli obiettivi UE al minor costo possibile e da trarre il maggior vantaggio possibile dalla regolamentazione europea. Da qui alla fine del 2014, la Commissione realizzerà o avvierà 47 valutazioni, “check-up” o altre relazioni allo scopo di ridurre gli oneri normativi. Uno sforzo particolare è compiuto nei settori dell’ambiente, impresa e industria e occupazione, con nuovi “check-up” nei seguenti settori: prodotti chimici non contemplati dal REACH, NATURA 2000, omologazione dei veicoli a motore, rifiuti, legislazione alimentare generale. Valutazioni incentrate sull’adeguatezza della regolamentazione sono state in particolare programmate per quanto riguarda la salute e sicurezza sul lavoro, la direttiva sui lavoratori temporanei, la determinazione e gestione del rumore ambientale, i mezzi di ricorso negli appalti pubblici e il regime delle accise. La Commissione sta anche cominciando a pianificare la valutazione della coerenza del nuovo insieme di normative UE nel settore dei servizi finanziari; 4. individua i settori in cui intende ritirare pro-


poste in corso e abrogare leggi UE esistenti. In linea generale si possono distinguere i seguenti casi: 1) settori in cui la Commissione continua a lavorare valutando i problemi, ma in cui ha deciso di non presentare proposte, ad esempio la legislazione che riguarda la protezione e la medicina del lavoro per gli acconciatori, attualmente soggetta a valutazione, i disturbi muscoloscheletrici, gli schermi e il fumo di tabacco nell’ambiente; 2) la legislazione che non è più necessaria dati gli sviluppi, e per cui la Commissione intende proporre l’abrogazione. Sono previste dieci proposte di abrogazione di leggi, ad esempio per quanto riguarda i veicoli per il trasporto su strada puliti ed efficienti sul piano energetico, l’approvvigionamento di petrolio greggio e prodotti petroliferi, la classificazione, imballaggio ed etichettatura dei preparati pericolosi e le statistiche dell’acciaio; proposte che si sono arenate nella procedura di codecisione e per cui vi sono poche realistiche possibilità di avanzamento. La Commissione prenderà in considerazione l’idea di ritirare proposte rientranti in questa categoria, fra cui la direttiva “Suolo”, una direttiva che prevede una semplificazione degli obblighi IVA, una proposta sullo statuto di società privata europea, il regolamento sulle statistiche dell’acciaio e l’installazione a posteriori di specchi sui veicoli commerciali pesanti; La Commissione sta prendendo in considerazione l’idea di presentare una nuova proposta. 5. delinea nuove azioni orizzontali per adeguare il diritto dell’UE alle finalità per cui viene elaborato. La Commissione intende ad esempio recensire gli obblighi amministrativi derivanti dalla legislazione UE e dalla sua attuazione a livello nazionale e riesaminarli periodicamente per vedere se è possibile ridurli. Sarà promosso un migliore scambio di prassi fra Stati membri per rendere più snella possibile l’attuazione a livello nazionale della legislazione UE. La Commissione intraprenderà inoltre apposite azioni per facilitare l’esecuzione dei nuovi obblighi, in particolare in settori di specifico interesse per le PMI, e recensirà tutte le iniziative legislati-

ve REFIT, inclusi ritiri, abrogazioni e consolidamenti, nel suo programma di lavoro annuale. Le imprese, comprese le PMI, e tutte le altre parti interessate potranno suggerire ambiti in cui vedono possibilità di realizzare dei “check-up”; 6. annuncia la pubblicazione annuale di un quadro di valutazione REFIT per seguire i progressi a livello europeo e nazionale e per facilitare il dialogo sull’adeguatezza della regolamentazione con i cittadini, gli Stati membri, le imprese e la società civile in generale. Prossime tappe Per realizzare con successo l’impegno verso una regolamentazione intelligente, il Parlamento europeo e il Consiglio devono far prova dello stesso livello di ambizione, in modo che le misure proposte per semplificare e ridurre gli oneri normativi possano essere adottate rapidamente; a questo scopo, la Commissione metterà in atto ogni sforzo con le altre istituzioni. Continuerà anche a cooperare strettamente con gli Stati membri e le parti interessate per raccogliere pareri e suggerimenti sull’adeguatezza della regolamentazione che possano essere trattati nell’ambito del programma REFIT, e per migliorarne l’efficacia. Contesto L’11 settembre, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, il Presidente Barroso ha dichiarato: “Sono un fermo sostenitore della sussidiarietà. La sussidiarietà non è un concetto tecnico ma un principio democratico fondamentale. Per rinsaldare l’unione tra i cittadini europei occorre che le decisioni siano adottate nel modo più trasparente e più vicino alla gente. Non tutto va deciso a livello europeo. L’Europa deve intervenire solo quando può apportare valore aggiunto. Se non può, non si deve immischiare. L’Unione europea deve essere grande per le grandi cose e piccola per le piccole cose – un aspetto che può esserci sfuggito in passato. L’UE deve avere la capacità di fissare priorità positive e negative. Come ogni governo, deve avere particolare cura della 15


qualità e della quantità delle norme che emana, secondo la massima di Montesquieu: “les lois inutiles affaiblissent les lois nécessaires”. [le leggi inutili indeboliscono quelle necessarie]. Esistono però settori particolarmente importanti in cui l’Europa deve essere più integrata e più unita. Settori in cui solo un’Europa forte può ottenere risultati.” La regolamentazione a livello UE apporta un valore aggiunto in settori come la concorrenza, il commercio e il mercato interno, per instaurare condizioni uniformi che creino opportunità per le imprese e i consumatori. Protegge inoltre la salute, la sicurezza e i diritti dei cittadini. La legislazione dell’UE crea un quadro comune, sostituendo o armonizzando ventotto legislazioni nazionali differenti, e consente agli Stati membri dell’Unione europea di lavorare insieme per risolvere i problemi transfrontalieri. La regolamentazione intelligente è un processo continuo, non un’operazione una tantum. Garantire che la legislazione dell’UE sia adatta alle sue finalità è essenziale se si vuole rimettere l’Europa sulla strada della crescita e dell’occupazione. Per questo motivo la Commissione ha avviato nel dicembre 2012 il programma di controllo dell’adeguatezza e dell’efficacia della regolamentazione (Regulatory Fitness and Performance Programme - REFIT). REFIT traduce l’impegno della Commissione a realizzare un quadro normativo semplice, chiaro, stabile e prevedibile per le imprese, i lavoratori e i cittadini, che andrà a vantaggio sia dei cittadini che delle imprese, purché anche le altre istituzioni e gli Stati membri mostrino un uguale livello di ambizione. Ulteriori informazioni Per maggiori esempi e informazioni: MEMO/13/833 Twitter: #EUfit4growth, #EU4citizens, #EU4business Sulla regolamentazione intelligente in generale: http://ec.europa.eu/smart-regulation/index_ it.htm 16

Fonte http://europa.eu/rapid/press-release_IP-13891_it.htm

IN QUESTO NUMERO: IL FONDO DI GARANZIA REGIONALE PER INVESTIMENTI E PER CAPITALE CIRCOLANTE PO FESR 2007-2013 NUOVO REGOLAMENTO E IL PROGETTO COMUNITARIO FACTOR 20 FONDO DI GARANZIA REGIONALE PER INVESTIMENTI E PER CAPITALE CIRCOLANTE PO FESR 2007-2013 - NUOVO REGOLAMENTO OPERATI-

VO DAL 1° OTTOBRE 2013 E’ stata pubblicata sul B.U.R. Basilicata n. 32 del 1 settembre 2013 la D.G.R n. 965 del 6 agosto 2013 con la quale sono stati approvati: il nuovo regolamento di attuazione del fondo di garanzia PO FESR Basilicata 2007-2013 e gli schemi di accordi integrativi alle convenzioni regolanti i rapporti tra le banche intermediari/Confidi ed il soggetto gestore. Con l’approvazione del Nuovo Regolamento, operativo dal 1° ottobre 2013, il Fondo di Garanzia PO FESR Basilicata, inizialmente rivolto


esclusivamente alle operazioni finanziarie connesse agli investimenti, amplia la sua operatività estendendola anche alle operazioni finanziarie connesse al capitale circolante delle imprese. Il fondo ha una dotazione di 32 milioni di euro destinato per almeno il 50% ad operazioni sul capitale circolante. Sono ammissibili quasi tutti i settori economici di cui alla classificazione Ateco 2007, ad esclusione del settore Agricoltura, Commercio e dei settori cosiddetti “sensibili” indicati nel Regolamento (CE) 1998/2006 (De Minimis) e nel Regolamento (CE) 800/2008 (Esenzione). Nel seguito la scheda sintetica PREMESSA Il Fondo di Garanzia PO FESR Basilicata 2007 -2013 dal 1 ottobre 2013 può garantire e controgarantire operazioni finanziarie sia a fronte di investimenti sia per operazioni sul capitale circolante. La scheda che si propone nel seguito si compone pertanto di una parte comune ad entrambe le tipologie di operazioni (Criteri Generali) e di due sezioni specifiche: una dedicata alle operazioni a fronte di investimenti ed una dedicata alle operazioni sul capitale circolante. SCHEDA CRITERI GENERALI Destinatari PMI aventi i requisiti dimensionali previsti dal Decreto del Ministero delle Attività Produttive del 18/04/2005 che ha recepito la raccomandazione della Commissione Europea del 6 maggio 2003 (2003/361/CE) che siano finanziariamente ed economicamente sane e con sede operativa in Basilicata Settori ammissibili Sono ammessi i principali settori economici riportati nel codice ATECO 2007. Non sono ammissibili le attività economiche appartenenti al settore Agricoltura, Commercio e quelle appartenenti ai cosiddetti “settori sensi-

bili” indicati nel Regolamento (CE) 1998/2006 (De Minimis) e nel Regolamento (CE) 800/2008 (Esenzione). L’elenco dettagliato dei settori ammissibili e non ammissibili è riportato nell’Allegato “1” al Regolamento. Natura e misura della garanzia È prevista la concessione di Garanzia Diretta a prima richiesta e la concessione di Controgaranzia “a prima richiesta” e “sussidiaria”. La garanzia diretta copre fino all’80% dell’importo di ciascuna operazione. La controgaranzia copre fino al 90% dell’importo garantito per ciascuna operazione. Costo della garanzia / controgaranzia La concessione della Garanzia e della Controgaranzia è gratuita Dotazione finanziaria La dotazione finanziaria del fondo è pari ad € 32 milioni rivenienti dalla Linea di Intervento III.4.1.A del PO FESR 2007- 2013; le risorse destinate per il 50% al circolante e per il 50% alle operazioni per investimenti. Presentazione della domanda La domanda di accesso al Fondo va compilata via WEB mediante l’accesso al sito http://bandi.sviluppobasilicata.it e previa registrazione sullo stesso. Dopo essere stata compilata la domanda va stampata, datata, sottoscritta e deve essere inoltrata via PEC all’indirizzo: fondogaranziafesr@pec.sviluppobasilicata.it. Ammissione delle Domande la procedura di valutazione è a sportello, ovvero le domande verranno istruite ed ammesse alle agevolazioni sulla base dell’ordine cronologico di arrivo delle PEC. La valutazione delle stesse avverrà sulla base dei criteri indicati nella parte V del Regolamento (per quanto riguarda la sezione “investimenti”) 17


e la parte X per quanto riguarda il circolante. SEZIONE INVESTIMENTI Importo massimo delle operazioni La Garanzia può essere concessa su finanziamenti di importo pari o superiore a 100.000,00 euro; La Controgaranzia può essere concessa a finanziamenti senza alcun limite minimo di importo. L’importo massimo garantito/controgarantito per ciascun destinatario non può comunque superare i 2.500.000,00 euro. Operazioni ammissibili Finanziamenti (compresi i prestiti partecipativi e leasing strumentale) di durata non inferiore a 18 mesi e non superiore a 10 anni finalizzati alla realizzazione di investimenti. Sono ammissibili alla Garanzia ed alla Controgaranzia solo le operazioni finanziarie che alla data di presentazione della richiesta di accesso al Fondo (domanda presentata dall’impresa), non siano state ancora perfezionate. Sono ammissibili investimenti materiali ed immateriali avviati dopo la presentazione della richiesta di accesso al Fondo (domanda presentata dall’impresa), coerenti con i criteri previsti dalla Linea III.4.1.A., da realizzarsi in unità locali aventi sedi in Basilicata e diretti a: - Creazione di una nuova unità locale - Ampliamento o ammodernamento di una unità locale esistente - Diversificazione della produzione di una unità locale, anche mediante prodotti nuovi aggiuntivi - Cambiamento fondamentale del processo produttivo complessivo di una unità locale esistente. Regime agevolativo e calcolo della agevolazione Il Fondo opera in Regime di “Esenzione” ai sensi del Regolamento CE 800/2008. Per il calcolo dell’agevolazione connessa alla garanzia sarà 18

applicato il nuovo “Metodo Nazionale per calcolare l’elemento di aiuto nelle garanzie a favore delle PMI” (N 182/2010) notificato dal Ministero dello Sviluppo Economico ed approvato dalla Commissione Europea con decisione n. 4505 del 6 luglio 2010. Procedura di invio della domanda La procedura di presentazione delle richieste prevede due fasi. 1^Fase: Verifica ammissibilità dell’investimento e possesso dei requisiti dell’impresa. La verifica sarà effettuata dal Gestore sulla base di apposita richiesta presentata dall’impresa. - La richiesta di ammissibilità deve presentata dall’impresa compilando l’Allegato 1. - La richiesta va compilata via WEB sul sito http://bandi.sviluppobasilicata.it e dopo essere stata datata, firmata, e scansionata deve essere inviata via PEC a: fondogaranziafesr@pec.sviluppobasilicata.it. Entro 15 giorni dall’invio della PEC deve essere inviato il relativo cartaceo, con allegata la seguente documentazione: • Preventivi / computi metrici relativi all’investimento; • Titolo disponibilità dell’immobile; • Altra eventuale documentazione a supporto della cantierabilità dell’investimento. Entro trenta giorni dalla ricezione e/o completamento della documentazione il Gestore comunica l’ammissibilità dell’investimento. 2^Fase A seguito della comunicazione da parte del Gestore dell’ammissibilità dell’investimento, l’impresa individua la banca che concederà il finanziamento a copertura dell’investimento ammesso. A fronte di tale finanziamento il Soggetto Finanziatore potrà presentare la richiesta di Garanzia Diretta del Fondo. - La richiesta di Garanzia diretta deve essere presentata dal Soggetto Finanziatore compilan-


do l’Allegato 2 (nelle medesime modalità di cui alla fase 1). - La richiesta datata, firmata, e scansionata va inviata via PEC al seguente indirizzo: fondogaranziafesr@pec.sviluppobasilicata.it In questa fase non è previsto l’invio del cartaceo da parte della Banca. Entro trenta giorni dalla ricezione e/o completamento della documentazione richiesta, il Gestore comunica la concessione / diniego della Garanzia Diretta. Le medesime modalità vengono utilizzate anche in caso di richieste della Controgaranzia da parte dei Confidi, ovvero: - Presentazione della richiesta di ammissibilità da parte dell’impresa mediante l’inoltro via PEC dell’Allegato 3; - Presentazione della richiesta di Controgaranzia da parte del Garante mediante l’inoltro via PEC dell’Allegato 4, a seguito della comunicazione di ammissibilità dell’investimento. Entro trenta giorni dalla ricezione e/o completamento della documentazione richiesta, il Gestore comunica la concessione / diniego della Controgaranzia Anche in questo caso non è previsto l’invio del cartaceo da parte del Confidi. Possono presentare le richieste solo le banche ed i confidi che abbiano sottoscritto apposita convenzione ed accordo integrativo con il Gestore. SEZIONE CIRCOLANTE Importo massimo delle operazioni La Garanzia può essere concessa su finanziamenti di importo pari o superiore a 100.000,00 euro; La Controgaranzia può essere concessa a finanziamenti senza alcun limite minimo di importo. L’importo massimo delle operazioni ammissibili alla garanzia/controgaranzia, per ciascun destinatario, è determinato nel seguente modo: - Microimprese: fino a € 250.000,00;

- Piccole Imprese: fino a € 400.000,00; - Medie Imprese: fino a € 500.000,00. L’importo massimo delle operazioni ammissibili può essere aumentato del 50% rispetto ai valori indicati a condizione che l’importo complessivo dell’operazione sia comunque non superiore al 30% del fatturato/valore della produzione dell’impresa, in riferimento all’ultimo bilancio approvato. Operazioni ammissibili Sono ammissibili alla Garanzia e alla Controgaranzia solo le operazioni che alla data di presentazione della domanda non siano state ancora perfezionate, finalizzate a: - Consolidamento della debitoria a breve in debiti a M/L Termine; - Rifinanziamento di debiti a M/L Termine; - Acquisto scorte; - Capitalizzazione di società di capitali; - Reintegro liquidità a fronte di investimenti realizzati nei tre anni precedenti la presentazione della richiesta di ammissione al Fondo; - Altre operazioni finanziarie direttamente finalizzate all’attività d’impresa. Regime agevolativo e calcolo della agevolazione Il Fondo opererà in “De Minimis”, ai sensi del Regolamento CE 1998/2006. Per il calcolo dell’agevolazione connessa alla garanzia sarà applicato il nuovo “Metodo Nazionale per calcolare l’elemento di aiuto nelle garanzie a favore delle PMI” (N 182/2010) notificato dal Ministero dello Sviluppo Economico ed approvato dalla Commissione Europea con decisione n. 4505 del 6 luglio 2010. Procedura di invio della domanda Garanzia diretta: - La richiesta di Garanzia Diretta del Fondo deve essere presentata direttamente dalla banca. - La richiesta va compilata via WEB sul sito http://bandi.sviluppobasilicata.it e dopo essere stata datata, firmata, e scansionata deve essere 19


inviata via PEC a: fondogaranziafesr@pec.sviluppobasilicata.it. - Alla richiesta vanno allegati i seguenti documenti: • Allegato 7: Modulo di richiesta da compilare a cura della banca con allegate le dichiarazioni dell’impresa (Allegato 8); • Ulteriore eventuale documentazione in relazione alla specifica richiesta. Controgaranzia La richiesta di controgaranzia del Fondo deve essere presentata dal Confidi. La richiesta va compilata via WEB sul sito http:// bandi.sviluppobasilicata.it e dopo essere stata datata, firmata, e scansionata deve essere inviata via PEC a: fondogaranziafesr@pec.sviluppobasilicata.it. Alla richiesta vanno allegato i seguenti documenti: • Allegato 10: Modulo di richiesta da compilare a cura del Confidi con allegate le dichiarazioni dell’impresa (Allegato 11); • Ulteriore eventuale documentazione in relazione alla specifica richiesta. Le richieste di Garanzia e Controgaranzia sono istruite e deliberate dal Gestore in ordine cronologico di ricezione della PEC entro 60 giorni dalla ricezione della PEC o dal completamento della documentazione a seguito di richiesta di integrazioni. In questa fase non è previsto l’invio del cartaceo. Possono presentare le richieste solo le banche ed i confidi che abbiano sottoscritto apposita convenzione ed accordo integrativo con il Gestore. Tutte le informazioni, tra cui il vademecum e i modelli per la presentazione delle domande, sono presenti sul sito di Sviluppo Basilicata www. sviluppobasilicata.it a questo link.

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FACTOR20 Forwarding demonstrative ACTion On a Regional and local scale to reach Ue targets within the Plan “20/20/20” (programma Life+)

Factor20 è un progetto promosso dalla Regione Lombardia, coordinatrice delle attività, con la partecipazione della Regione Siciliana, della Regione Basilicata, di Finlombarda (ex Cestec, Agenzia tecnica impegnata nei settori dell’energia e della competitività, detenuta al 100% da Regione Lombardia) e di Sviluppo Basilicata. Le emissioni di gas ad effetto serra sono il tema centrale del progetto. Il tema è letto nella attuale prospettiva post-Kyoto, ossia in stretta coerenza con l’approccio europeo compreso nella politica “20/20/20”. La parte preponderante delle emissioni di gas serra ha origine “energetica” (nei diversi ambiti, ossia edifici, attività produttive, trasporti, …). La forte correlazione tra le politiche per la riduzione dei consumi, le misure di concreta diffusione delle fonti energetiche rinnovabili e le emissioni di gas serra, deve quindi necessariamente essere considerata come punto di partenza anche nella definizione di approcci e strumenti che garantiscano l’efficacia e la misurabilità delle politiche. Nel caso italiano, l’impegno previsto dalla pacchetto clima della Commissione Europea, prevede una riduzione del 13% rispetto alle emissioni di gas serra del 2005. Il progetto Factor20 si è proposto pertanto di sviluppare un modello innovativo, di valenza europea, per la contabilizzazione degli sforzi di


avvicinamento agli obiettivi della politica europea “20/20/20”. Il progetto promuove concrete azioni a livello locale, coinvolgendo gli Enti territoriali. Il progetto Factor20, ha ottenuto il co-finanziamento dalla Commissione Europea e del Ministero per l’Ambiente. Obiettivi •favorire l’armonizzazione delle banche dati regionali inerenti il sistema energetico (domanda – offerta – infrastrutture) ed i suoi impatti ambientali globali (emissioni di gas serra); •applicare un approccio di burden sharing nella definizione delle quote di riduzione delle emissioni di gas serra a livello locale per i settori non soggetti ad Emission Trading (regionale/locale), sia per il 2012 (protocollo di Kyoto), sia per il 2020 (Direttiva “20-20-20”), adottando un approccio integrato che accomuni i diversi livelli di pianificazione energetico-ambientale; •applicare l’approccio del burden sharing secondo una logica integrata alle “quote regionali” anche per gli altri obiettivi della Direttiva: fonti rinnovabili e risparmio energetico; •verificare la funzionalità di un modello di valutazione strategica/contabilizzazione delle politiche locali per la sostenibilità energetica (in termini di efficacia nella riduzione delle emissioni di gas serra, con prioritaria attenzione alle politiche per il concreto incremento di produzione energetica da fonti energetiche rinnovabili e la riduzione dei consumi energetici); •promuovere l’adozione di Piani d’Azione Locale Factor20, garantendone la misurabilità ed il monitoraggio in continuo; •diffondere tra gli stakeholder locali (dimensione regionale e locale) la consapevolezza dell’importanza del fattore CO2 come criterio strategico e prioritario per la definizione delle politiche e delle azioni per la sostenibilità energetica; •contabilizzare, attraverso un metodo scientificamente valido e conforme ai metodi utilizzati per l’ETS, il contributo complessivo dei settori non ETS agli obiettivi di riduzione della CO2 e

degli obiettivi energetici integrati sia a livello regionale che nazionale. Target In stretta sinergia con il Ministero dell’Ambiente, co-finanziatore del progetto, e con le Agenzie tecniche deputate a livello nazionale, viene operata una definizione dei target di riferimento per i diversi contesti territoriali coinvolti (burden sharing). Partnership Partner Istituzionali •Beneficiario: Regione Lombardia •Beneficiari associati: Regione Sicilia, Regione Basilicata Partner tecnici •FINLOMBARDA (ex CESTEC) (Azionista Unico Regione Lombardia) •Sviluppo Basilicata (Azionista Unico Regione Basilicata) Stakeholder •Ministero Sviluppo Economico •Gestore dei Servizi Elettrici •ENEA •Comuni •Province Durata progetto 48 mesi a partire dal 1 gennaio 2010 Attività L’attuazione del progetto ha comportato la definizione di un set di strumenti di supporto alla pianificazione delle politiche regionali e nazionali per la riduzione dei gas ad effetto serra, la riduzione dei consumi energetici e la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili. Il progetto mira a promuovere un approccio integrato per la pianificazione ed il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità energetica stabiliti dall’Unione Europea al 2020, coinvolgendo i diversi livelli territoriali attraverso l’implementazione di azioni locali per la lotta ai cambiamenti climatici. 21


Le azioni locali promosse da Sviluppo Basilicata racchiudono un fitto programma di iniziative, dal 15 novembre al 20 dicembre 2013 negli Incubatori di Impresa Val d’Agri (Grumento Nova/ Viggiano - PZ) e Metapontum (Bernalda - MT). Nell’Incubatore Val d’Agri, in particolare, sarà possibile partecipare a seminari e workshop sulla bioedilizia e sull’efficientamento energetico tramite l’uso delle risorse locali, attraverso la presentazione di esperienze innovative e best practice. Seguiranno un cantiere didattico, durante il quale verrà realizzato un piccolo modulo abitabile in legno, e un workshop sulle innovative stampanti 3D e sulla loro applicazioni in campo edile, a cura di Officine Arduino, Le iniziative in programma nell’Incubatore Metapontum, invece, avranno come oggetto le agrienergie, la produzione di energia dagli scarti dei processi produttivi in agricoltura e l’efficientamento energetico delle aziende agricole, temi che verranno affrontati nel corso di seminari tecnici e tramite l’allestimento di una mostralaboratorio tematica permanente all’interno del Centro di Ricerca Metapontum Agrobios. Queste le date dei prossimi eventi: CANTIERI DIDATTICI (a cura di Marco Terranova/ Studio Deda) 16/17 dicembre 2013 h. 09.15 - COSTRUIRE A (quasi) KM 0 SEMINARIO 2 dicembre 2013 h. 09.30 - Il ruolo della P.A. e degli enti locali nella riduzione delle emissioni di CO2. Strategie e incentivi WORKSHOP DI STAMPA 3D (a cura di Officine Arduino) 18/19 dicembre 2013 h. 09.30- Print your house, green your future! SEMINARIO “La sfida della sostenibilità energetica per le imprese agricole” Lunedì 9 dicembre 2013

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TOUR FORMATIVO per gli imprenditori agricoli che avranno la possibilità di visitare 2 aziende virtuose nel campo della produzione di energia da fonti rinnovabili (mini-eolico e biogas) Martedì 10 dicembre 2013 (questa non è una iniziativa “aperta” ma un tour su prenotazione per imprenditori agricoli) WORKSHOP conclusivo e inaugurazione di una sala didattica permanente sui temi energia e sostenibilità all’Interno del Centro di Ricerca Metapontum Agrobios Venerdì 20 dicembre 2013 Tipologia/programma LIFE+ programma comunitario per la promozione di azioni nel campo della conservazione della natura e dell’ambiente e azioni informative Fonti finanziarie Commissione Europea € 1.206.300,00 Contributo Ministero Ambiente € 50.000,00 Per approfondimenti e informazioni www.sviluppobasilicata.it t. +39 0971 50661


MATERA I SASSI, PRIMO SITO DEL SUD PATRIMONIO UNESCO. INCANTEVOLE LUOGO D’ARTE DA VISITARE E AMMIRARE

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come punto locale di contatto offriamo informazioni per conoscere meglio le attività dell’Unione Europea, le sue priorità politiche, il suo funzionamento, la legislazione, i programmi, le opportunità di finanziamento.

rappresentanza della Commissione Europea in Italia. La rete Europe Direct comprende inoltre, oltre i suddetti Centri di informazione, 400 Centri di documentazione presso le Università e i Centri di ricerca europei e 400 relatori esperti (Team Europe) in grado di guidare interventi, workshop o dibattiti in occasione di fiere e conferenze. L’obiettivo essenziale della rete è di promuovere la cittadinanza partecipativa sia mediante i vari strumenti di comunicazione, sia interagendo con gli Enti, i moltiplicatori e i media a livello locale e regionale, stimolando il dibattito soprattutto mediante conferenze ed eventi e canalizzando verso l’Ue i feedback dei cittadini.

A CHI CI RIVOLGIAMO

INFO

da gennaio 2013 siamo un Centro pubblico locale di informazione e comunicazione europea con sede a Matera presso Sviluppo Basilicata SpA, società in house alla regione Basilicata selezionata dalla Commissione Europea per ospitare il centro.

COSA OFFRIAMO

ci rivolgiamo a cittadini, operatori economici e sociali, imprese, organismi per la ricerca e il volontariato, enti pubblici, organismi privati. In breve il centro è a disposizione del largo pubblico.

IL NETWORK EUROPE DIRECT

Europe Direct Sviluppo Basilicata fa parte di una rete di ca 500 Centri di Informazione sull’Ue presenti in ogni paese dell’Europa, gestita dalla Commissione Europea. In Italia sono attive ca 50 strutture coordinate dalla

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Per contattare il Servizio centrale di informazioni Europe Direct in qualsiasi lingua dell’UE n. verde unico: 0080067891011 Per contattare la Rappresentanza dell’Unione Europea in Italia: Via IV Novembre 14 – 00187 Roma – t. +39 06 699991


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