HUB STYLE VOL.3_2023

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N.03-2023 • ISSUE #39 contemporary active premium STYLE Periodico bimestraleRegistrazione al Trib di Milano n° 178 del 9 giugno 2017Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003conv. in Legge 46/2004 Art. 1 Comma 1LOM /MI /2804. In caso di mancato recapito inviare al l’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa. sneakers Ritorno al futuro Trend&news Parola d’ordine: inclusività
story Un lusso responsabile brand Ara Lumiere Baracuta Canada Goose Crocs Ecoalf Golden Goose Loro Piana Vilebrequin Greenwashing e marketing etico Una vita pre-loved Essere “responsabile” diventa un must per crescere Inchiesta esclusiva: 100 multibrand topic hubstylemag
cover

A Father And Son Tale

BELLI, BEN FATTI, RESPONSABILI

Il termine design solitamente richiama un preciso settore, nel quale il nostro Paese eccelle ed è noto in tutto il mondo. Parliamo in particolare del segmento casa-arredamento, al quale è dedicato il celebre Salone del Mobile di Milano, nato nel 1961 e diventata negli anni la più importante fiera a livello mondiale in questo ambito. Come confermano i risultati dello scorso anno: 2.175 brand espositori, oltre 262mila presenze in sei giorni da 173 Paesi, 3.500 giornalisti accreditati.

In attesa di verificare se, come è probabile, tali numeri verranno ulteriormente superati quest’anno in occasione della 61esima edizione (in programma dal 18 al 23 aprile), è bene ricordare che il design italiano ha molteplici altre forme di espressione. Che spesso dialogano e si contaminano vicendevolmente. Se andiamo infatti all’etimologia del termine inglese, design letteralmente significa “progetto” o “disegno” e si riferisce al processo di progettazione di un qualsiasi oggetto: un mobile, una barca, una lampada, una macchina. Ma anche accessori, calzature e abbigliamento. Non a caso si parla espressamente anche di fashion design.

Se c’è un momento dell’anno nel quale i diversi mondi dialogano tra loro è proprio la Design Week milanese. L’appuntamento all’interno dei padiglioni di Rho Fiera ma anche, anzi soprattutto, il tanto atteso Fuorisalone: una miriade di installazioni, eventi e presentazioni. Che sempre più spesso vedono protagonisti i più importanti brand di moda.

Anno dopo anno, con un’attenzione e sensibilità fortunatamente in crescita da parte di operatori e pubblico finale, aumenta anche il focus sui temi della responsabilità nei confronti delle persone e dell’ambiente. Numerose saranno le iniziative dedicate. Ecco perché, unendo i puntini che abbiamo appena tratteggiato, il numero di aprile di HUB Style è, per la sua quasi totalità, dedicato proprio alla sostenibilità Anche se, a costo di risultare ripetitivi, oggi è più corretto parlare di responsabilità. Che deve essere onesta, reale, continua e trasparente. Il rischio, altrimenti, è quello di cadere nel greenwashing. Deprecabile fenomeno che analizziamo nelle prossime pagine. Insieme a tanti altri spunti connessi a questo tema così vario e in continua evoluzione.

Anche la comunicazione, in particolare i media che parlano stabilmente di questi argomenti, hanno una parte di responsabilità e dovrebbero dimostrarsi coerenti e virtuosi. È doveroso ricordare che HUB Style è il primo giornale del settore moda italiano (e non solo) ad aver ottenuto la certificazione B Corp, dopo un impegno concreto di vari anni. Lo avevamo annunciato proprio all’interno del nostro Sustainability Issue, uscito a settembre 2022. Siamo quindi ben lieti di ricordarlo oggi, con questo numero speciale che, come di consueto, sarà distribuito, oltre ai nostri classici canali, anche durante la Design Week, con operazioni speciali. Ricordando così a tutti i creativi, e in generale agli operatori della moda, che oggi non basta più solamente ideare e realizzare prodotti belli e ben fatti (cose che a noi italiani, peraltro, vengono particolarmente bene). Ma anche, nel senso più ampio del termine, più responsabili.

BENEDETTO SIRONI

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Anno 07 - N.03 / 2023 Periodico bimestrale - Registrazione al Trib di Milano n° 178 del 9 giugno 2017 - Iscrizione al ROC n. 16155 del 23 Novembre 2007

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— 4 — EDITORIALE

18-20

32-33 CANADA GOOSE: IL VALORE DELLA COMMUNITY

28-29

58-62 SNEAKER SECTION

SOMMARIO
VILEBREQUIN: UN LUSSO RESPONSABILE DESIGN SPECIAL 8 Tra arte e moda NEWS 10-14 Collabo, capsule & retail GREENTIPS 16-17 Greenwashing e marketing etico COVER STORY 18-20 Vilebrequin : un lusso responsabile NEW TALENTS 22 L’(est)etica della moda RETAIL STORY 24 Evolvere la tradizione FROM FASHION 26 Il metaverso è davvero sostenibile? FOCUS VINTAGE 28-29 Una vita pre-loved SHOWROOM 30 Casile & Casile : un’idea inedita di showroom ZOOM 32-33 Canada Goose : il valore della community ANALYTIC 34-35 Essere “responsabile” diventa un must per crescere FASHION HUB 36-37 Ri-edizione, ma senza nostalgia STEWARDSHIP 38-39 Fil rouge etico INSIDER 40 Il sentiment del consumatore INCHIESTA ESCLUSIVA 42-49 100 punti di vista GLOBAL WARMING 50 Serve un cambio di rotta BRAND PROFILE 51 Moaconcept : My Own Action SHOWCASE 52-57 La moda è responsabile SNEAKER TREND 58 Ritorno al futuro SNEAKER NEWS 59 SNEAKER SHOWCASE 60-61 INSIDE THE STORE 62 Parola d’ordine: inclusività
UNA VITA PRE-LOVED
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DENIM MEETS SARTORIAL incotexbluedivision.com

TRA ARTE E MODA

Torna Milano Moda Design, una serie di eventi all’interno della kermesse della Design Week di Milano, dal 17 al 23 aprile

di Valeria Oneto

Un connubio tra due mondi diversi ma vicini. Mostre, installazioni, incontri con i designer, aperture straordinarie e presentazioni di nuovi prodotti ridisegnano i quartieri di Milano, da Brera a 5 vie, da Tortona a via Durini, fino a Isola, Alcova, Porta Venezia e DropCity. Milano Moda Design è un’iniziativa di comunicazione dall’eco internazionale, il cui obiettivo primario è quello di valorizzare e promuovere i brand di moda che si muovono nell’ambito dell’home design, coordinandone le iniziative.

“Milano si conferma ancora una volta centro della creatività e della progettualità. Capace di richiamare un pubblico internazionale per assistere alle manifestazioni della città, che sintetizzano i più alti valori del made in Italy”, commenta Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana.

30 i brand presenti, con 56 appuntamenti, nel calendario di Milano Moda Design 2023, tra cui 15 presentazioni di home collection e 41 eventi, anche di carattere culturale. Numerosi gli appuntamenti aperti al pubblico cittadino e ai turisti. Da Armani che apre per la prima volta le porte di Palazzo Orsini, a Etro che presenta la prima collezione casa disegnata da Marco De Vincenzo. Fendi Casa lancia le sue novità e Furla presenta la prima home collection a Milano Verticale. C’è poi Loro Piana Interiors, con il progetto Apacheta di Cristián Mohaded. Louis Vuitton avrà due differenti progetti: 11 nuovi Objets Nomades e il Cabinet of Curiosities by Marc Newson, rivisitazione del suo iconico baule. Aliita presenta la collezione di gioielli Amanita, mentre Marni ha due nuove partnership: con Serax e con Londonart Timberland festeggia in Triennale il 50° anniversario dell’Original Timberland Boot. Freitag presenta un'installazione all'interno di Dropcity. Tanti ancora i brand presenti: da Versace Home a Bottega Veneta con Gaetano Pesce, da Antonio Marras a Liu Jo Living, con la capsule Coquille by Simone Cagnazzo. Dolce&Gabbana Casa lancia GEN D, progetto di residenze d’artista che coinvolge 10 artisti internazionali. Fabiana Filippi ospita “Il giardino Segreto” di Matteo Nasini, Prada presenta Prada Frames, simposio multidisciplinare tra design e ambiente, curato da Formafantasma. La Pelota accoglierà l’installazione di Charlotte Macaux-Perelman e Alexis Fabry, direttori artistici di Hermès Maison Missoni presenta “Living inside out”, mentre Brioni x Mita celebra il de-

sign tessile italiano. La Benetton Home viene lanciata nel pop-up store in Gae Aulenti. Diesel Living collabora con Moroso, Jimmy Choo invece con Venini, con un evento esclusivo, Tod’s presenta il progetto The Art Of Craftmanship by Tim Walker. Da JVstore di Jannelli&Volpi verrà esposta EnriquezLand, di Alessandro Enriquez Harmont & Blaine svela la nuova collabo creativa con Linea Daria. Stone Island presenta Series 07, una speciale tecnologia termocromatica. Elena Salmistraro firma una textile collection per Lanerossi, Valextra presenterà The Rhythm of Valextra, Installation by Isabel+Helen. Avant Toi inaugura la mostra “Rainbow. Colori e meraviglie fra miti, arti e scienza”, al Mudec. Levi’s festeggia il 150° anniversario dell’iconico jeans con l'installazione The Greatest Story Ever Worn by Ian Berry. Vibram apre le porte del suo hub creativo Connection Lab. Woolrich presenta la capsule “One of these Days x Woolrich”, con una mostra d’arte di Matt McCormick. Matteo Cibic reinterpreta Xacus attraverso Mystery/Mastery, Colmar lancia con Kees Dekker Colmar Again e Falconeri collabora con Lago, reinterpretando la libreria Air. Lo store di YC WHYCI ospita 90x100ferro e Fornace Brioni. Il Bisonte presenta una capsule realizzata con l'artista Shawn Henderson. Infine in Brera lo store di YC WHYCI ospita 90x100ferro e Fornace Brioni, mentre Montblanc presenzia con l'installazione “The Library Spirit”.

La mostra “Rainbow. Colori e meraviglie fra miti, arti e scienza”, di Avant Toi al Mudec

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DESIGN SPECIAL
Colmar Again, con il designer Kees Dekkers che trasforma il difetto in arte
Boutique YC MILANO Via Fiori Chiari, 24 T. +39 02 36594905 PORTOFINO Calata Marconi, 16 T. +39 01 85269501 YCMILANO.IT

CANADA GOOSE

AMA I POLAR BEARS

Canada Goose ha avviato una nuova collaborazione per mantenere il mondo freddo e le persone al caldo. La partnership è avvenuta con l’artista Paola Pivi e l’organizzazione Polar Bears Internetional (PBI). La scelta di questi due compagni è avvenuta in nome dell’ambiente, più precisamente per gli orsi polari durante il loro periodo della tana. L’azienda collabora da oltre 15 anni con il gruppo ambientalista per la salvaguardia di questi enormi mammiferi bianchi.

DSQUARED2 SMURFS: LA NOSTALGIA DELLA CULTURA POP

Disegnati per la prima volta negli Anni ‘50, i Puffi sono quelle simpatiche creature umanoidi che vivono in una comunità di case a forma di fungo nella foresta. Così, per celebrare questi personaggi, Dsquared2 ha loro dedicato un’intera collezione. La proposta mostra la loro personalità giocosa mescolata con gli stili e i tessuti tipici del marchio: Handy Smurf, Brainy Smurf, Vanity Smurf, Papa Smurf e Smurfette sono disegnati con la foglia d’acero rossa, un nuovo elemento di stile del brand.

ADIDAS BY STELLA

MCCARTNEY: PLANET SPORT

È LA CAPSULE UNISEX E GREEN

L’ultima collezione unisex per la stagione SS 23 di adidas by Stella McCartney è realizzata con materiali riciclati e 100% cotone organico. Il suo nome è Planet Sport e, dalle felpe, ai pantaloni, alle t-shirt, tutti i capi propongono linee morbide in tenui colori pastello, colorati con tinture naturali. La proposta comprende anche la scarpa Sportswear Run Trainer, creata con materiali naturali e riciclabili: la suola è per il 47% in BIO EVA ricavata dalla canna da zucchero.

NELLA TAVOLA

DI FLOWER BURGER

CON BARROW

Barrow, il marchio italiano di streetwear nato nel 2020, è sempre pronto ad allargare i suoi orizzonti. La scelta è ricaduta su una realtà molto simile nell’immagine, ma molto differente nel prodotto: Flower Burger. Le due aziende sono entrambe caratterizzate da colori sgargianti, animo anti-convenzionale e creatività e questo ha portato alla creazione di una nuova e unica limited edition, ossia il Barrow Burger. Per celebrare l’iniziativa, il brand di moda ha anche rilasciato una capsule collection di magliette e felpe, in vendita sul suo e-commerce.

IL SECOND-HAND A PORTATA DI MANO CON DEESUP

Nato per i professionisti del design, Deesup è il primo marketplace italiano di arredo di design secondhand, per contribuire a un modello di consumo circolare. “L’usato come nuova filosofia”, per questo la realtà ha presentato il suo “Trade Program” per semplificare il lavoro di chi si occupa di progettazione d’interni. Infatti, tra i servizi vengono proposte ai membri aderenti anteprime e condizioni speciali dal catalogo della piattaforma (arredi di alta gamma, tra cui pezzi iconici contemporanei e vintage), per dar vita a progetti esclusivi per i propri clienti.

BARACUTA FOUR CLIMES:

DAL GIAPPONE AGLI USA, FINO AL REGNO UNITO

Disegnata dal designer giapponese Daiki Suzuki, la collezione SS 23 “Baracuta Four Climes” è un mix delle culture del Regno Unito, degli Stati Uniti e del Giappone. La proposta, che si compone di sette pezzi (quattro giacche, due parka e un paio di pantaloni), infatti presenta influenze giapponesi, americane e britanniche, ben visibili nelle silhouette dei capi, nella vestibilità e nei materiali utilizzati. Questi ultimi risultano uno degli aspetti più importanti della capsule.

— 10 —
NEWS, COLLABO & CAPSULE

EVIDENCE OF A JOURNEY

FRAU E QUID PORTANO IN VALIGIA

IL MADE IN ITALY

Per la primavera 2023, Frau decide di esplorare nuovi confini, fino a raggiungere una nuova realtà: Quid. Le due aziende, insieme, hanno dato vita a un prodotto inedito, dedicato ai viaggiatori e che vede la realizzazione di un sacchetto porta scarpe da mettere in valigia. La collaborazione nasce in seguito alla visita del calzaturificio alla sede produttiva del marchio etico e inclusivo. Il tour ha reso possibile la scoperta di vari aspetti comuni tra i due marchi.

BRENDON È LA GIACCA RESPONSABILE DI SCHNEIDERS SALZBURG

Abile nel mescolare tradizione e innovazione, heritage e contemporaneità, per la stagione primaverile Schneiders Salzburg propone capispalla semplici ma al tempo stesso raffinati e rivoluzionari. Come la giacca Brendon, il modello outdoor 100% biodegradabile realizzato in tessuto hi-tech Amni Soul Eco. Questo materiale risulta essere un’alternativa ecologica al poliammide classico ed è dotato di una biodegradabilità accelerata rispetto alle altre fibre sintetiche. Infatti, una volta raggiunta la fine del ciclo di vita, entro cinque anni, il prodotto si disintegra completamente in biomassa.

LORO PIANA RILASCIA UN SERVIZIO DI AUTENTICAZIONE DIGITALE

Loro Piana ha annunciato un servizio inedito di certificazione digitale con Aura Blockchain Consortium. La maison, simbolo dell’eccellenza made in Italy, da sempre riesce a trasformare in maniera magistrale le fibre più nobili in tessuti, abiti e accessori senza tempo e dal tocco elegante, attraverso un focus costante sulla raffinatezza e sulla qualità delle proposte. Per garantire standard di questo tipo, è fondamentale la presenza di una filiera verticalmente integrata. All’interno del processo produttivo, pertanto, ciascun passaggio viene controllato in ogni minimo dettaglio, dalla materia prima al prodotto finito, con una dedizione costante verso l’ambiente, la biodiversità e le comunità locali.

ECOALF E LA COLLAB ECO CON JON KORTAJARENA

Ecoalf by Jon Kortajarena, modello di fama internazionale, è una collezione genderless e circolare fatta con i migliori materiali circolari e a basso impatto ambientale. Una partnership con un solo obiettivo: cercare di cambiare il modo in cui consumiamo e vestiamo riducendo l’impatto ambientale attraverso capi dal look più audace, genderless e di impatto. La collezione è un mix perfetto tra la forza della natura, la bellezza dell’isola di Lanzarote e la connessione con la moda green. Prendersi cura del pianeta è il focus di questa collezione.

HOUSE OF TAGLIATORE MUSIC CHAPTER III

Tagliatore e Mind Against, duo di artisti italiani Berlinbased celebri a livello internazionale nello scenario della musica elettronica, presentano il terzo capitolo del progetto House of Tagliatore Music, consolidando la loro collaborazione e firmando una playlist esclusiva di 20 brani, disponibile su Spotify nel canale del brand. Tagliatore ha realizzato un’esclusiva label, cucita a mano all’interno dei capi scelti a quattro mani con i due artisti, che li indossano in questi scatti realizzati nello showroom milanese, nella suggestiva cornice di Palazzo Meroni.

QUANDO L’ETICA INCONTRA L’ESTETICA CON MIOMOJO

Una storia di accessori che rappresentano uno stile di vita e valori autentici. Un racconto di passione e determinazione nel voler rompere con il passato, mettendo animali ed esseri umani uno accanto all’altro, rispettando entrambi allo stesso modo. Gli accessori di Miomojo sono nati per dire al mondo in cosa si crede. Così la collezione SS 23 mette in risalto la gioia di vivere all’aria aperta con un fondamento green, pensando anche all’innovazione e alla qualità eccezionale tipica del made in Italy.

— 12 — NEWS, COLLABO & CAPSULE
WP è B.D.BAGGIES.COM @bdbaggies

A.P.C. APRE UNO SPAZIO NEL MENEGHINO

Il marchio francese ready-to-wear A.P.C. ha inaugurato lo scorso 18 marzo una nuova boutique nel cuore della metropoli di Milano, più precisamente nel suggestivo quartiere di Brera. In controtendenza con l’estetica lussuosa della capitale della moda, lo spazio è caratterizzato da una struttura microarchitettonica e da tonalità rosso-ocra leggermente sfumate in contrasto con il grigio-azzurro delle pareti. La profondità del luogo favorisce la presenza di un percorso definito da elementi diagonali che mirano a risaltare le collezioni donna, uomo, denim e accessori in ogni angolo del punto vendita.

MAISON VALENTINO:

UNA NUOVA BOUTIQUE A FIRENZE

Maison Valentino ha annunciato l’apertura di una nuova boutique a Firenze, nel cuore della città, in Piazza della Signoria. La boutique rappresenta un punto fondamentale per l’espansione retail del brand a livello mondiale e vede lo sviluppo di un inedito store concept. Lo spazio, con una superficie di 200 metri quadrati distribuiti su due piani, pone al centro il design e ridefinisce il percorso del client journey come un vero e proprio rituale guidato dal team del negozio, che attraversa tutti gli spazi lungo la boutique. Il nuovo store di Valentino celebra pertanto i codici della maison e l’heritage italiano, configurandosi come un luogo intimo per i clienti.

ELIE SAAB INAUGURA UN MONOMARCA A MILANO

Il brand Elie Saab ha annunciato l’apertura di una nuova boutique monomarca nel Quadrilatero della Moda di Milano. Lo spazio, nello specifico, è collocato in Via Gesù, a cinque minuti dal primo showroom della maison, di fronte al Four Seasons Hotel e a Via Monte Napoleone. La boutique si estende su 150 mq e presenta dei sontuosi interni contemporanei, delicatamente progettati e arredati in esclusiva dalla casa di moda. Dal pavimento al soffitto, figurano alcuni pezzi da esposizione in rame e quercia, pareti bianche e calde, e piastrelle di onice incontaminate.

ANTONIO MARRAS: PRIMO NEGOZIO ROMANO

Antonio Marras apre il suo primo store romano. E sceglie la cornice di Via Condotti, uno spazio immersivo nel mondo Marras di circa 200 mq, nel cuore pulsante dello shopping romano, al civico 80, con una selezione di look speciali, oggetti, libri e complementi d’arredo che portano la firma del suo fondatore. Era la fine degli Anni Novanta, quando lo stilista presentava nei saloni capitolini le sue prime collezioni di alta moda ispirate a grandi personalità femminili come l’artista Maria Lai. Il brand ha già in cantiere nuove aperture entro l’estate: Forte dei Marmi e Venezia. Seguirà un monomarca a Firenze in autunno, mentre nel 2024 sarà la volta del bis a Milano.

DUŠAN WUNDERKAMMER:

UN CONCEPT STORE MINIMALISTA

Wunderkammer nasce da una visione dello stile che unisce la scelta di capi dal dal taglio impeccabile, tra i più iconici e senza tempo delle collezioni Du š an, a una selezione di ornamenti da indossare e oggetti da vivere. Infatti, al proprio interno, si potranno acquistare anche pezzi d’arte e reperti archeologici, gioielli d’epoca, tappeti e tessuti rari: frammenti di culture diverse come fossero souvenir di un viaggio “nel tempo e nello spazio”. Un lifestyle in cui antico e contemporaneo convivono, accomunati dalla cura e dalla preziosità dei singoli manufatti.

ECOALF: TRA GREEN DESIGN E INNOVAZIONE

Il primo store di Ecoalf in Italia, progettato da Patricia Urquiola, ha aperto a Milano in Piazza Gae Aulenti. Uno spazio luminoso e monocromatico caratterizzato da toni del bianco e texture organiche, il tutto con materiali riciclati e un focus sulla circolarità, caratteristiche fondamentali dell’intero progetto. Tutti i pavimenti e i rivestimenti dei mobili sono fatti dall’azienda italiana Cimento che utilizza basi a emissioni zero e riciclate al 90%, derivate dagli scarti di produzione. I pannelli laterali, invece, sono creati da Kyadrat attraverso l’uso di rimanenze tessili riciclati e le pareti sono dipinte con Airlite, una vernice ecologica prodotta al 100% da fonti rinnovabili che riducono l’inquinamento e puri ficano l’aria.

— 14 — RETAIL
CANADIANCLASSICS.IT

GREENWASHING E MARKETING ETICO

Rischi e benefici di una comunicazione ingannevole oppure onesta e trasparente di Manuela

Pennellate di verde per dare un’immagine ingannevolmente positiva di sé sotto il profilo dell’impatto ambientale e catturare così l’attenzione dei consumatori più sensibili a queste tematiche. Enfatizzando vantaggi per la salute del pianeta, delle persone o delle società forvianti o poco verificabili o attendibili, se non addirittura falsi. Strategie di comunicazione o di marketing, se così si possono chiamare, “studiate” per promuovere la presunta responsabilità di un brand o di un prodotto, ma che in realtà non fanno altro che danneggiare l’immagine e la reputazione delle aziende. È il cosiddetto greenwashing, sempre più protagonista nelle aule di tribunale. In Italia, la prima sentenza in tale materia risale al 25 novembre 2021, quando il Tribunale di Gorizia ha accolto con ordinanza cautelare per “ambientalismo di facciata” il ricorso d’urgenza presentato dalla società Alcantara nei confronti dell’azienda friulana Miko. I messaggi pubblicitari che Alcantara ha definito ingannevoli riguardano la composizione e la derivazione del tessuto venduto dal competitor, l’utilizzo di coloranti naturali, la riciclabilità e la dichiarazione di riduzione del consumo di energia e delle emissioni di CO 2 dell’80%. Nell’ordinanza, il Tribunale di Gorizia cita l’articolo 12 del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale, secondo cui “la comunicazione commerciale che dichiari o evochi benefici di carattere ambientale o ecologico deve basarsi su dati veritieri, pertinenti e scientificamente verificabili”. Su come contestare un caso di presunto greenwashing, vi rimandiamo al box sotto.

COME CONTESTARE UN CASO DI PRESUNTO GREENWASHING

1. Facendo denuncia all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – AGCM (agcm.it)

2. Instaurando un giudizio civile (come nel caso della sentenza di Gorizia)

3. Segnalando il caso all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria – IAP (iap.it), al quale le aziende si possono rivolgere anche per chiedere un parere preventivo sul messaggio da comunicare

I SETTE PECCATI DEL GREENWASHING

MENTIRE comunicazione di informazioni false

IL MINORE DEI MALI

affermazione magari vera ma che rischia di distrarre il consumatore dai maggiori impatti ambientali della categoria nel suo complesso

IRRILEVANZA

dichiarazioni anche veritiere, ma di scarsa o nulla importanza per i consumatori

COMPROMESSO NASCOSTO

affermazioni veritiere che omettono altre informazioni che sarebbero rilevanti sull’impatto ambientale di tali prodotti

ASSENZA DI PROVE affermazioni che non possono essere sostenute da chiare evidenze e da certificazioni credibili di terza parte

VAGHEZZA

affermazioni poco chiare o talmente ampie che il loro significato reale viene frainteso dal consumatore

ADOZIONI DI FALSE ETICHETTE comunicazioni che utilizzano parole, immagini o espressioni che danno l’impressione che esita una certificazione

Fonte: ul.com

GREENTIPS — 16 —

66%

dei consumatori preferisce prodotti derivanti da una filiera sostenibile che tenga in considerazione l’impatto sull’ambiente

75%

dei millennial preferisce prodotti provenienti da una filiera sostenibile

LE VARIABILI CHE INCIDONO SUL CONSENSO E SULLE SCELTE DI CONSUMO DEGLI STAKEHOLDER

Prezzo del prodotto

Qualità e prestazioni

Visibilità delle caratteristiche ambientali del prodotto e dell’impegno dell’azienda

Immagine aziendale

Informazione ambientale

Garanzie e certificazioni

Prossimità degli effetti ambientali rispetto al consumatore

Sono del 30 marzo 2022, invece, le proposte di aggiornamento presentate dalla Commissione Europea riguardanti i diritti dei consumatori e le pratiche commerciali sleali che hanno l’obiettivo di garantire ai consumatori di compiere scelte d’acquisto sostenibili e contrastare così il greenwashing. Per saperne di più e approfondire l’argomento, vi invitiamo a visitare il sito ufficiale dell’Unione Europea inquadrando il QR code. Se da una parte c’è chi abusa di queste pennellate di verde, dall’altra c’è anche chi, fortunatamente, preferisce muoversi in “modo pulito” basando la propria comunicazione su campagne oneste e trasparenti, in grado cioè di provare con dati quanto affermato. Se implementato nel modo corretto, il marketing etico può essere uno strumento per aumentare i profitti: si stima che il 60% dei consumatori è disposto infatti a pagare un prezzo maggiore per un prodotto responsabile. Abbiamo approfondito l’argomento con il team CSR di Green Media Lab, agenzia di Milano che accompagna le aziende nel proprio percorso di Corporate Social Responsibility.

RISCHI DEL GREENWASHING

Conseguenze legali

Rischi di essere perseguiti legalmente per non aver seguito le norme di riferimento.

Danni reputazionali Rischi di danneggiare l’immagine dell’azienda.

Perdita di credibilità

Rischi di perdere l’affidabilità agli occhi delle parti interessate.

BENEFICI DI UNA COMUNICAZIONE ETICA E TRASPARENTE

Etica

Introdurre un nuovo modello di business che potrebbe ispirare anche altre realtà.

Affidabilità

Aumento della fiducia degli stakeholder nel prodotto e nell’azienda

Educazione

Educare il consumatore finale attraverso una comunicazione trasparente.

E INVECE IL GREENHUSHING COS’È?

Quando le aziende annunciano un obiettivo climatico ma poi non intendono rendere pubblici i propri impegni a favore del raggiungimento di essi e i risultati ottenuti, si parla di “greenhushing”. Secondo il rapporto “Net Zero and Beyond” della società di consulenza South Pole, numerose aziende sembrano attente al clima, ma una su quattro non intende parlarne. Ciò limita la condivisione delle conoscenze e porta alla perdita di opportunità di collaborazione tra settori industriali.

GREENTIPS — 17 —
Fonte: World Economic Forum Fonte: “Oltre il Greenwashing” di Fabio Iraldo e Michela Melis

UN LUSSO RESPONSABILE

Focalizzata sul futuro del pianeta, delle persone e sull’innovazione Vilebrequin, brand leader dei costumi da bagno luxury, con il suo primo beach club lancia un nuovo concept: l’arte della spiaggia

di Valeria Oneto

Impegnato per l’ambiente e la salvaguardia del pianeta, collezionista d’arte, amante dei viaggi. Roland Herlory da 10 anni è ceo di Vilebrequin. Il brand francese di beachwear, leader nel mondo dei costumi da bagno di lusso, continua il suo cammino costante tra ricerca e innovazione, sotto la sua guida lungimirante. Con progetti unici, come quello con The Woolmark Company: una capsule di boxer da mare realizzati in lana Merino, naturale, riciclabile, water-friendly. Ispirato dalle tecniche sartoriali. Al contempo la maison francese ha deciso di puntare sul lifestyle, abbracciando lo stile della Riviera, con il suo primo beach club, Vilebrequin La Plage - storico stabilimento L’Ondine, sulla Croisette di Cannes. Un luogo accogliente, caleidoscopio di colori e fantasie tipiche del brand, dove ospitare famiglie e bambini in un clima di libertà e felicità. Roland Herlory ci ha raccontato con entusiasmo del brand e dei suoi progetti futuri, ricchi di responsabilità.

Come nasce Vilebrequin? Qual è il suo stile?

Vilebrequin nasce nel 1971 da una storia d’amore. Fred Prysquel, il founder, era un giornalista di Formula 1 che decise di sedurre Yvette sulla spiaggia di Saint-Tropez. Negli Anni Settanta i costumi da bagno non avevano un grande appeal. Così Prysquel

decise di creare il suo, mixando l’ispirazione dei boxer dei surfisti californiani con il tessuto Wax proveniente dall’Africa. Fu un successo immediato: non solo la donna si innamorò di lui, ma tutte le celebrità tropéziennes vollero lo stesso boxer. La coppia è rimasta insieme tutta la vita, gestendo uniti l’attività, partita proprio dal negozio di lei nella località della Côte d’Azur. La storia del brand è singolare: un marchio nato da un bisogno d’amore e non di business. Sarà per questo che è così unico. Lo stile Vilebrequin è un equilibrio perfetto tra l’essere attraenti e comodi. Per essere seducenti bisogna innanzitutto sentirsi a proprio agio. Il marchio incarna tutto lo spirito degli Anni ‘70 a Saint-Tropez: gioia, spensieratezza, divertimento, fantasia con tutta l’eleganza tipica della Costa Azzurra.

Cosa differenzia i boxer da mare di lusso del brand francese da quelli dei suoi competitor? Indubbiamente le differenze in termini di qualità e resa sono grandi. Caratteristiche da sempre in cima alle nostre priorità. Scegliamo filati di qualità e componenti di alta gamma, i migliori fornitori, perlopiù italiani, soprattutto per la ricamatura, per la quale hanno un know-how speciale. I nostri costumi da bagno sono resistenti e riparabili, caratteristiche

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COVER STORY
Un’immagine della capsule sostenibile con The Woolmark Company: cinque costumi sartoriali realizzati in lana Merino

essenziali per un prodotto di lusso. L’essenza di Vilebrequin è coltivare il perfetto equilibrio tra divertimento ed eleganza. Il taglio classico viene sempre bilanciato dalle fantasie ironiche delle nostre stampe.

Come si è evoluto nel tempo il costume da bagno?

Quali caratteristiche oggi sono imprescindibili?

Si è evoluto moltissimo. I nostri costumi devono essere resistenti, belli, attraenti, quickdry, confortevoli anche da bagnati, ma al contempo sempre eleganti. Un tempo utilizzavamo tessuti naturali come il cotone, poi siamo passati a quelli sintetici per la loro capacità di asciugarsi più velocemente e di adattarsi alle prestazioni. Ora, ad esempio, con il progetto Woolmark, siamo tornati alle fibre naturali come la lana, ma in modo tecnologico. Fibre naturali ma con prestazioni che garantiscono le tecnicità di quelle sintetiche.

Cosa significa per Vilebrequin essere responsabile?

Qualsiasi cosa facciamo ci chiediamo se possiamo farlo in modo responsabile. In questo settore, è nostra responsabilità fare qualcosa di buono per il pianeta ogni volta che possiamo, cercando di lasciare un mondo migliore alle generazioni future. È nostro dovere di cittadini e anche il nostro metodo.

Oggi il 92% della nostra produzione totale è completamente sostenibile. Utilizziamo tessuti organici e riciclati, inoltre crediamo nella realizzazione di prodotti duraturi, resistenti e riparabili. Da usare e tenere con sé il più a lungo possibile.

In che modo i diversi luoghi in cui ha vissuto e viaggiato hanno ispirato lei e il suo lavoro in azienda?

Vivo a Saint Barth nei Caraibi. Abitando su un’isola, ovviamente vicino alla spiaggia, posso provare in prima persona “l’art de vivre” di Vilebrequin e ho tratto spesso ispirazione osservando le persone in vacanza. Ma l’illuminazione arriva anche visitando i negozi, ascoltando le richieste e i bisogni dei clienti.

Quali sono le questioni più impegnative per il ceo di un’azienda internazionale come G-III Apparel Group?

La parte sostenibile della nostra produzione è sicuramente una di queste. La considero una responsabilità personale. Ma

Sopra: il costume Vilebrequin è frutto di esperienza e originalità perfettamente riconoscibile

A fianco: un total look della collezione PE 23, camicia e boxer da mare, con stampa all-over

anche il modo in cui trattiamo le persone che lavorano con noi e le modalità di relazione con i nostri fornitori. Questioni generali legate alla responsabilità sociale d’impresa, che cerchiamo di soddisfare con le azioni promosse dalla Fondazione Vilebrequin. Essere sempre innovativi e creativi è un’altra nostra sfida. Senza cadere nella routine, cercare sempre di crescere, di elevarsi. È uno stato mentale.

Molte sono le collaborazioni, anche artistiche, che vanta nel curriculum Vilebrequin. Quale fu la prima e quali quelle future?

Le collaborazioni sono un modo per estendere il territorio naturale di un marchio, bisogna trovare uno spazio comune tra i due mondi. Essere creativi, portando contaminazioni esterne in un nuovo mondo, per creare progetti nuovi. Abbiamo lavorato con il fotografo Massimo Vitali, un vero e proprio “etnologo” della plage. È stato un grande onore perché è un maestro della vita in spiaggia. Le prossime partnership sono con il duo artistico Deux Femmes Noires e per la seconda volta con Kenny Scharf.

Che rapporto ha Vilebrequin, ma anche il suo ceo, con l’arte?

Sono un collezionista d’arte, quindi ho un rapporto personale di trent’anni con l’arte. Portarla nel mondo della moda non è sempre facile, ci deve essere una vera e propria coerenza. Sono due dimensioni che si fondono e cercano di trovare uno spazio e un mondo comune. È la bellezza di un’avventura umana.

Grazie a ricerca e innovazione avete realizzato un progetto singolare assieme a The Woolmark Company: ce lo racconta?

Riuscire a innovare riportando le fibre naturali nel mondo dei costumi da bagno è una conquista. A mio avviso la lana declinata al costume da bagno è la fibra più confortevole, la più elegante. Adoro questo progetto.

Cosa vi ha spinto a realizzare Vilebrequin La Plage?

Cosa significa per il brand?

Significa molto per il marchio perché è la naturale estensione della sua storia. Dopo oltre 50 anni di produzione di costumi

— 19 — COVER STORY

da bagno, ora ci occupiamo dello scenario: la spiaggia. Siamo assolutamente nel nostro territorio dell’arte di vivere in spiaggia. Quella sulla Croisette di Cannes è la prima, ma puntiamo ad aprire 12 beach club in tutto il mondo, in luoghi bellissimi, dove si incontrano fantasia, eleganza e buon cibo. Un luogo dove la famiglia e i bambini sono i benvenuti, per vivere l’atmosfera della St. Tropez degli Anni ‘70, lo spirito di libertà e leggerezza che sa di felicità.

Il 92% della collezione del brand, di cui il 100% dei costumi è responsabile. Quali sono i tessuti, parlando di innovazione ed eco-ricerca, che oggi vengono declinati sulle diverse collezioni?

I materiali responsabili sono di due tipi: filati riciclati e fibre naturali. I tessuti riciclati utilizzati per i costumi da bagno provengono da tappeti e reti da pesca riciclate, bottiglie di plastica. Il fornitore di questi prodotti ha sede a Torino e in Spagna, dove i pescatori raccolgono le reti abbandonate. Ogni costume da bagno che utilizza questi filati riciclati corrisponde a 200 grammi di rifiuti plastici raccolti dal mare, trasformati. Il lino, naturale e sostenibile, è utilizzato per camicie, bermuda, cappelli. La sua pianta è a basso impatto, e non necessita di acqua per crescere. Il lino è termoregolatore, fresco d’estate e caldo d’inverno, risposta perfetta al cambiamento climatico. Utilizziamo anche cotone organico, lana come fibra naturale, bambù e pelle ricostituita per le borse. Tutti materiali riciclati e circolari.

Può parlarci del progetto, che uscirà a giugno, pensato con One Ocean Foundation per la salvaguardia dei coralli?

È un bellissimo programma promosso dall’Unesco, che ha lo scopo di proteggere l’ambiente. Collaboriamo con il fotografo Alexis Rosenfeld, specializzato in scatti subacquei di profondità, che è in grado di immortalare straordinari coralli che danno vita a una stampa speciale estremamente fedele alla qualità dell’immagine. Parte del ricavato della vendita di questi costumi da bagno viene devoluto alla One Ocean Foundation.

Quali sono le strategie future, in termini di vendita e comunicazione, che Vilebrequin adotterà per consolidare la propria identità?

Per quel che concerne la distribuzione sono previste nuove aperture di negozi nelle migliori destinazioni turistiche di tutto il mondo, per promuovere il nostro know-how e il nostro approccio sostenibile ai costumi da bagno. Grande attenzione anche al progetto dei beach club. Abbiamo grandi progetti in Cina e in Asia. E inoltre supporteremo le vendite attraverso i canali digitali.

Come si è concluso, in termini di fatturato, l’anno 2022? Previsioni per il 2023?

Il 2022 è stato un anno da record, il migliore di sempre. Nel 2023 contiamo di fare ancora meglio. C’è spazio

crescere in Asia e in America Latina.

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COVER STORY
per Sotto: la PE 23 presenta più del 90% di materiali riciclati e organici, provenienti da tutto il Mediterraneo Sopra: il beachwear di Vilebrequin è pensato per tutta la famiglia, con le collezioni kidswear Sotto: un’illustrazione del Vilbrequin La Plage, firmata da Vincent Darré, primo beach club innaugurato sulla Croisette di Cannes In foto il boxer da mare del modello luxury Mistral, impreziosito da ricami fatti a mano in Italia e con dettagli in argento Borsa nautica da spiaggia, in tela di cotone, unisex, con tasca interna per i costumi bagnati

L’(EST)ETICA DELLA MODA

Una produzione lenta e responsabile, che propone un prodotto artigianale e sartoriale, delinea il profilo di quei brand che nel proprio dna raccolgono un’identità green, attenta a tematiche ambientali e sociali di Sara Fumagallo

EFFEI

Progressista, attivista e attento a una produzione responsabile. Effei è il marchio etico della founder & art director Aurora Circelli che propone capi unici handmade realizzati con tessuti organici certificati, creati tramite antiche tecniche artigianali. Le stesse che raccontano e valorizzano il multiculturalismo. “Wearing cultures” è infatti il pay-off del progetto e raccontare la diversità culturale di “terre lontane” è la sua mission: chi indossa un prodotto firmato Effei è responsabile e attento non solo a temi ambientali ma anche sociali. La sua è una moda consapevole che si muove attivamente in direzione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. In linea con l’idea di contaminazione culturale e preservazione del territorio, gli Obiettivi del programma di azione che si è posto di raggiungere sono il 10 e il 12 che, rispettivamente, puntano a ridurre le disuguaglianze e promuovere un consumo e una produzione responsabili. È proprio per questo che tutta la filiera, dalla composizione dei materiali al packaging, è pensata accuratamente per avere un minore impatto ambientale e un processo tracciabile e trasparente. Instagram. effei_clothingbrand effeiclothing.com

VUSCICHÈ

Nato nel 2020 in Abruzzo dalla mente creativa di Diana Eugeni Le Quesne, Vuscichè è il marchio di moda responsabile che si impegna a produrre capi con una filiera circolare. La realtà, infatti, fa parte della cooperativa di moda circolare Co-UP! e ha avviato il percorso di certificazione “Waste Couture Protocollo - Parte 1”, lo standard specifico per realizzare il ciclo chiuso di produzione. Il nome del progetto deriva da un termine dialettale abruzzese (Vuscica, Vuscichi, Vusciche) che significa mescolare, ed è proprio questa la sua mission: rimescolare antichi tessuti con la contemporaneità, attraverso nuovi processi. La moda artigianale proposta dal brand, infatti, prende vita da stoffe locali in disuso attraverso una produzione in piccola scala che coinvolge artigiani indipendenti. Salvaguardare l’artigianato, celebrare il lavoro manuale, sostenere il commercio equo e solidale e il rispetto dell’ambiente sono i valori su cui si basa Vuscichè. Ed è in questo modo che le sue collezioni, di abbigliamento (45% donna e 35% genderless) e accessori (20%), prendono vita. Instagram. vusciche_official vusciche.com

— 22 — NEW TALENTS

EVOLVERE LA TRADIZIONE

Arrivata alla terza generazione, Edward Uomo Trani è la boutique che dal 1950, nel cuore della città, offre professionalità e servizi premium attraverso una selezionata proposta di brand affermati e di ricerca

Uno spazio di vendita di 250 mq e una superficie di 200 mq destinata a magazzino, uffici e sartoria. Edward Uomo Trani è una storica boutique che offre alla propria clientela un’ampia selezione di abbigliamento, calzature, accessori e profumi. Con sei vetrine, che si affacciano sulla via principale della città pugliese, lo store uomo garantisce al proprio pubblico tutta la sua esperienza e, inoltre, mette a disposizione un servizio interno di sartoria. Sempre nel centro cittadino, la realtà dispone di altri due punti vendita, donna e bridal, di proprietà e gestiti da altri membri della famiglia. L’obiettivo è sempre lo stesso: dare spazio a brand selezionati e di ricerca, oltre che a griffe affermate. Edoardo Vaccanio, terza generazione, ci ha raccontato della boutique tra mission e vision, ma anche di responsabilità green e futuro.

Quando nasce Edward Uomo Trani?

La nostra realtà nasce nel 1950, a poche centinaia di metri dalla sede attuale.

Quali sono le sue mission e vision?

La nostra mission consiste nel tradurre le istanze del mondo contemporaneo nel linguaggio della moda e declinarle al pubblico attraverso il filtro della nostra interpretazione dei temi del lifestyle. La vision è quella di essere un punto di riferimento per il cliente, con la proposta di brand selezionati e di ricerca oltre che di griffe affermate. La nostra forza è anche quella di offrire la massima professionalità e servizi premium: per esempio all’interno del nostro spazio abbiamo una sartoria pronta a soddisfare qualsiasi esigenza.

Offrite qualche servizio speciale alla vostra clientela?

Se sì, quali?

Sì, alla nostra clientela offriamo un servizio di sartoria e customizzazione dei capi acquistati in boutique.

Cosa significa per voi essere responsabili in termini green?

Vuol dire relazionarsi a 360 gradi a questo tema, affrontandolo nella proposta commerciale. Significa privilegiare sempre di più i capi ottenuti da processi produttivi sostenibili, e in ogni altra dinamica aziendale come il risparmio di carta da stampare, favorendo la documentazione digitale, la lotta allo spreco e l’utilizzo di materiali naturali e/o riciclati per allestimenti interni ed esterni.

Proponete qualche brand che si impegna in modo particolare nell’ambito sostenibilità?

Quasi ogni nostro brand propone capsule o prodotti sostenibili. In particolare: Emporio Armani, Herno, Philippe Model e Woolrich.

Come vede la sua boutique in futuro?

La vedo trasformata, rinnovata ma sempre orientata al cliente e custode dei valori di serietà e competenza che ci accompagnano da tre generazioni.

SCHEDA TECNICA

Nome boutique: Edward Uomo Trani

Amministratore e rappresentante legale: Edoardo Vaccanio

Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele, 222, 76125 Trani (BT)

Mq: 450

Sito internet: edwardtrani.it

Tra le griffe più vendute: Drumhor, Emporio Armani, Flower Mountain, Handpicked, Herno, Isaia, People, Premiata, Santoni, Vilebrequin, Woolrich

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Alcune immagini dell’interno e dell’esterno della boutique Edward Uomo Trani

IL METAVERSO È DAVVERO SOSTENIBILE?

Il nuovo mondo virtuale aiuta i marchi moda a correre nel futuro. Ma gli edge data center grazie ai quali funziona sono fisici, situati in tutti i paesi del mondo e continuano ad aumentare di numero

Non vi sono dubbi: il metaverso sta traghettando i brand di moda nel futuro. In un mondo alternativo, che consente di vivere una seconda vita totalmente in modo virtuale. L’obiettivo di questa realtà parallela è di dare agli utenti un’esperienza immersiva all’interno dell’ambiente virtuale, anche grazie a strumenti come i visori VR, le cui vendite stanno crescendo in maniera esponenziale in tutto il mondo. Così è possibile non solo connettersi con i propri amici, ma anche giocare, lavorare e - come noto - fare acquisti. Il metaverso si delinea, quindi, come una realtà del futuro (in parte, già del presente) in cui gli utenti potranno soddisfare la loro necessità di restare connessi, comunicare e socializzare attraverso i loro device.

Se si parla di metaverso, oggi, non si può non citare la sostenibilità, tema tanto caro anche al fondatore di Facebook (oggi, dopo il rebranding e grandissimi investimenti, Meta) Mark Zuckerberg: basti pensare al progetto “Meta Boost Guide to Green”, nato per supportare le piccole imprese nel loro percorso verso l’ecosostenibilità aziendale, recentemente esteso anche all’Italia. A suo parere (e anche di molti studiosi ed esperti) scegliere di vivere parte delle proprie attività nel me-

taverso, potrebbe giocare un ruolo decisivo nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Sostituire i beni fisici con quelli virtuali permette, per esempio, di ridurre l’impatto ambientale delle catene di produzione. Favorire gli eventi digitali, preferendoli a quelli in presenza, fa calare la necessità di spostarsi con mezzi inquinanti. Migrare le attività sociali nella realtà virtuale consente, inoltre, di ridurre in modo drastico i rifiuti prodotti, eliminare lo spreco e abbassare il proprio impatto ambientale.

Ma non è tutto “green” ciò che luccica. Infatti, se da un lato si riduce l’inquinamento, dall’altro potrebbero nascere o aumentare altre forme di inquinamento. Per esempio, la continua crescita di richiesta di device tecnologici per interagire con la realtà virtuale aumenterà l’impatto ambientale dell’intero comparto IT per l’estrazione delle materie prime. O ancora, i server e gli edge data center (fisici, situati in tutti i paesi del mondo) che ospitano il metaverso dovranno essere sempre più numerosi, potenti e performanti. Questa necessità farà inevitabilmente incrementare i consumi elettrici domestici e, di conseguenza, la produzione di CO2 . La soluzione per ora? Sta sempre nel mezzo. E nell’omnicanalità, tra online e offline.

In alto, il primo store di Printemps nel metaverso

In basso, il nuovo progetto digitale del CFDA

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FROM FASHION
LaMunt.com
TERESA COLLECTION Made out of 100% recycled materials. Your colours, your style, your own Mountain Me-Time.

UNA VITA PRE-LOVED

Il consumatore ricerca una moda sempre più etica e responsabile e questo spiega l’importante crescita che il vintage sta registrando negli ultimi anni di Sara Fumagallo

Fino a qualche anno fa la moda vintage e second-hand era un fenomeno che riguardava una cerchia ristretta di persone. Oggi, invece, trovare appassionati in giro per negozi specializzati e mercatini dell’usato, alla ricerca di pezzi unici (e a volte anche griffati), è quasi la normalità. Infatti, è prevista una crescita del mercato del 127% e, secondo l’agenzia di rilevazioni Statista, il valore globale toccherà i 218 miliardi di dollari entro il 2026. Il Nord America guida il global market dell’abbigliamento di seconda mano e punta a raddoppiare il proprio business in tre anni, raggiungendo gli 82 miliardi di dollari. Anche se in modo graduale, questo trend ha iniziato a registra-

re un incremento significativo già nel 2019 grazie soprattutto al grande interesse riscontrato da parte della Gen Z, i consumatori del futuro: per loro scegliere prodotti pre-loved è sostenibile (93%), intelligente (92%), rende accessibili prodotti di alta gamma (30%) e non ha costi eccessivi (28%).

Infatti, il tema della “sostenibilità” è centrale. Comprare vintage e second-hand significa prolungare il più possibile la vita di un prodotto, dando un contributo concreto alla lotta contro gli sprechi e l’inquinamento.

QUALCHE NUMERO

La pandemia ha avuto un grande impatto sul settore del-

Comprare e vendere prodotti pre-owned è un trend che ha dato vita al fenomeno del decluttering. In poche parole: “Non lo metti? Mettilo in vendita”. E questo è anche il Vinted , società nata nel 2008 e che negli ultimi anni ha spopolato nel mondo del second-hand, prevalentemente di moda. Secondo un report condotto da Vaayu, questo “nuovo” modo di fare shopping ha permesso un risparmio di emissioni pari a 1,8 kg di CO 2 e per articolo. Anche altre app hanno cavalcato l’onda di questa tendenza e, a tal proposito, Vestiaire Collective è stata la prima nel 2009 a sdoganare l’acquisto di capi pre-loved nel settore luxury, mentre Wallapop , dal 2013, ha introdotto l’esportazione del second-hand multicategoria.

FOCUS VINTAGE
In alto, uno scatto di East Market a Milano In basso, un’immagine di Vestiaire Collective

3 STORE

“La parola vintage, ai tempi, non esisteva. Io vendevo usato americano e i ragazzi ne andavano pazzi”. Così, nel 1978, Angelo Caroli apre il suo primo store pre-loved a Ravenna, A.N.G.E.L.O. , che oggi risulta essere tra i più influenti a livello nazionale e internazionale. A Milano, uno dei punti di riferimento per lo shopping vintage è Cavalli e Nastri . Con tre differenti spazi nel cuore della città lombarda, la realtà è oggi un mix tra boutique di moda e concept store. Scendendo un po’ più a sud dello Stivale, precisamente a Roma, si trova Pifebo che, dal 2007, seleziona abbigliamento streetstyle sia per uomo che per donna.

la moda e ha influenzato molti stili di vita, tra cui anche il vintage. Infatti, si stima che entro il 2024 circa il 50% di questo tipo di prodotti verrà acquistato attraverso siti e app online ed entro il 2028 questo mercato supererà anche il fast fashion, raggiungendo un valore pari a 80 miliardi di dollari (nel 2009 si aggirava attorno ai 10 miliardi). Secondo McKinsey & Company, nel decennio 2020-2030 questo business crescerà dai 25 ai 30 miliardi di euro, mentre Barclays sostiene che l’indotto di questo mercato aumenterà ancora di più: da 36 a 77 miliardi di dollari. In questo modo, i nuovi prodotti e materiali innovativi nell’ambito della moda verranno parzialmente sostituiti da capi vintage, second-hand ma anche riparati e noleggiati. Queste pratiche di circolarità potrebbero arrivare a coprire 700 miliardi di dollari entro il 2030 (23% dei ricavi totali del settore) e i brand di moda potrebbero ricavare il 20% del proprio fatturato da questi beni. Una tendenza che ha raggiunto ottimi risultati grazie al cambio di prospettiva e abitudini dei consumatori. Sono proprio loro a essere più attenti ed esigenti nei confronti di una moda più etica e green. In questo settore, l’81% di chi ha comprato “usato”, prevede di spendere lo stesso importo (o più) nel corso dei prossimi cinque anni. Il 41% afferma che quando si tratta di abbigliamento, il

second-hand è la prima opzione e il 62% dichiara di cercare un oggetto di seconda mano prima di uno nuovo. E ancora, il 46% dei consumer appartenenti alla Gen Z e Millenial, prima di effettuare un acquisto, tiene in considerazione anche il possibile valore nel mercato del resale.

Fonti:

Maertens Milano, McKinsey & Company, Statista, thredUP, Vaayu

3 MERCATI

Da un’idea di Linda Ovadia e Gianluca Iovine, nel 2014 prende vita East Market : un progetto dal sapore contemporaneo e internazionale che oggi si estende su una superficie di oltre 6.000 mq, all’interno di una ex fabbrica aeronautica di Milano. Con il suo pay-off

“Everything old is new again”, permette di vendere, comprare e scambiare ogni tipo di merce: antiquariato, modernariato, abbigliamento, sneakers, dischi. Dal capoluogo lombardo a Parma, invece, prende vita

Remira Market : il mercatino vintage, green e inclusivo nato per sensibilizzare il pubblico verso uno stile di vita più responsabile. Dal 2015, Vinokilo si impegna a offrire un’alternativa economica e responsabile al fast fashion, in un mix tra vino, musica e vintage. Un mercato itinerante che, a oggi, è presente in 14 paesi nel mondo.

Un’immagine emozionale di Vinted

FOCUS VINTAGE
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Una foto di Remira Market Una foto di uno stand di Vinokilo

UN’IDEA INEDITA DI SHOWROOM

Attivo dal 1975, Casile & Casile è uno spazio innovativo nel cuore della metropoli di Milano che sposa un concetto vincente di cooperazione con i brand a 360 gradi di

Casile & Casile rappresenta oggi una realtà che sposa a pieno un concetto inedito di showroom. Lo spazio di 400 metri quadri è situato a Milano in Via Tortona 9 nel cuore pulsante di uno dei luoghi più attrattivi del panorama moda e design a livello internazionale. Dal 1975, Francesco Casile e la figlia Alessia sono il presente e il futuro dello showroom (arrivato oggi alla seconda generazione) e si occupano della distribuzione di collezioni di abbigliamento e accessori moda in tutto il mondo. La peculiarità della realtà risiede proprio nella sua capacità di svolgere una vera e propria attività di cooperazione con le diverse griffe, curandone ogni aspetto e dettaglio, dal marketing alla comunicazione, oltre che alla parte di distribuzione strategica. L’attività dell’agenzia si è concentrata fin da subito sullo sviluppo del commercio estero, trasmettendo e consolidando i valori del made in Italy in aree geografiche quali Est Europa, Russia, Asia, Corea e Giappone, con un totale di 235 clienti di livello medio alto gestiti globalmente in Lombardia e circa 200 esteri. Tra i vari partner il più importante è Kangra, marchio di Hadam’s Creazioni, azienda di Reggio Emilia specializzata nella produzione di maglieria uomo e donna in filati pregiati, e nata come frutto d’intelligenza imprenditoriale, passione e capacità d’innovazione dal fondatore del maglificio, Paolo Montermini. Lo showroom gestisce il brand, che registra un fatturato annuo di diversi milioni di euro, in prima persona a 360 gradi, sia per quanto riguarda l’Italia (in Lombardia, Piemonte e Liguria per gran parte dei brand) sia per il mercato estero, occupandosi della distribuzione, del visual merchandising, del marketing, della comunicazione, della gestione dei singoli punti vendita e molto altro. Abbiamo avuto modo di parlare con Francesco Casile, fondatore e anima imprenditoriale dell’agenzia milanese, che gestisce oltre a Kangra diversi marchi, tra i quali Missoni (per la parte accessori), Blukey, Roberto Cavalli Accessori e Annamaria Paletti.

Come è cambiata la vendita in relazione al tema della responsabilità ambientale?

Se parliamo di percezione, sembra cambiato poco, ma la trasformazione in atto è rilevante. Innanzitutto, le aziende che gestiamo come showroom devono avere certe caratteristiche di base che siano affini al tema della sostenibilità. In secondo luogo, si tratta di una questione che spesso viene sviluppata molto nella teoria e poco nella pratica; è importante dare ai nostri clienti un servizio unico e diverso, di assistenza a 360 gradi, dalle vetrine al cambio merce e ai riassortimenti personalizzati.

Come viene distribuito tra Italia ed estero il fatturato totale dell’agenzia con i vari marchi?

Circa 60% in Italia e 40% all’estero.

Il brand base dell’agenzia è Kangra. Da chi viene gestito?

Alla base del marchio vi è una famiglia con diverse generazioni che sono subentrate al fondatore e attualmente l’azienda è arrivata alla terza generazione. Lo stile è curato da un team interno e da alcuni consulenti esterni, coordinato dalla figlia Antonella e con la gestione generale affidata al Dr.Gionata Reverberi, presidente e amministratore delegato, il quale ha avviato una serie di progetti, dalla digitalizzazione al retail con negozi diretti in zone di grande interesse turistico e commerciale e prossime aperture in alcuni mercati esteri.

Dove viene realizzata la sua produzione?

La quasi totalità della produzione è realizzata in Italia, da artigiani specializzati, nel raggio di pochi chilometri. Oggi la filiera tra produzione e distribuzione necessita di una partnership a 360 gradi. Il successo dell’azienda avviene nel momento in cui si riesce a sposare la filosofia della realtà stessa.

Come cambierà nel futuro, a suo parere, lo showroom?

In un certo senso noi abbiamo anticipato i tempi, creando una partnership con le aziende. Poche e selezionate, complementari tra loro, con uno showroom direzionale o spazi dedicati che includono al loro interno attività pr, marketing, comunicazione, diventando per i brand dei veri e propri partner e creando un legame indissolubile con l’azienda. Questo per noi è il presente, che è già futuro, e sarà l’arma vincente per le aziende e gli showroom che si adegueranno a questi principi base.

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SHOWROOM
Alcune immagini dello showroom direzionale Kangra/ Casile & Casile Francesco Casile e Alessia Casile, presente e futuro della realtà

La piuma migliore

Non lasciarti ingannare dall’aspetto giocoso e retrò. Ogni Fuego™ Jacket è fatta con materiali di qualità, tra cui una piuma impermeabile 800-fill di provenienza eticamente certificata. Capi performanti che ti terranno al caldo nel pieno di una burrasca invernale come in una passeggiata in città.

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Copyright © 2021, Global Uprising, PBC Artcrafts International S.p.A - sales@artcrafts.it
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IL VALORE DELLA COMMUNITY

Essere riconoscenti alla natura, proponendo capi provenienti da Progettati per le persone e il pianeta

“Non c’è niente di più affascinante della natura allo stato puro le parole di Penny Brook, chief marketing and experience officer di Canada Goose, per presentare Live in the Open, la nuova campagna PE 23 del marchio. “Ed è per questo che realizziamo uno storytelling sostenibile, che metta in risalto sia l’ambiente che le persone che vi abitano” continua la Brook. Il performance luxury brand Canada Goose continua a dimostrare il proprio impegno verso la responsabilità green. Lo fa con una strategia di impatto consapevole a sostegno del pianeta e dell’ambiente a 360 gradi, attraverso la piattaforma HUMANATURE. È qui che convergono tutte le iniziative basate su iniziative di carattere sostenibile e sociale, sottolineando il proprio obiettivo: mantenere il pianeta freddo e le persone che lo abitano al caldo. Quando si tratta del suo prodotto innovazione e ricerca sono alla base dello scopo del brand canadese, riducendo l’impatto sull’ambiente, senza sacrificare la qualità e la funzionalità di lusso per cui è rinomato. Come nella collezione Kind Fleece, che incarna il comfort avvolgente e la versatilità. Qui il classico pile è reinterpretato e realizzato in tessuto sostenibile, caldissimo, ultra-morbido e traspirante, realizzato con il 62% di lana riciclata, il 18% di TENCEL Lyocell, una fibra biodegradabile ricavata dal legno e il 13% di Sorona Polymer, un polimero vegetale ricavato dallo zucchero del mais, e il 7% di poliammide. Pensato per essere indossato a strati, quindi declinabile nelle diverse condizioni climatiche diverse, durante tutto l’anno. Canada Goose Holdings Inc. ha presentato il suo nuovo piano di crescita quinquennale, che punta a un giro d’affari annuo di 3 miliardi di dollari (2,80 miliardi di euro), entro il 2028. L’azienda,

— 32 — ZOOM
Delle immagini della campagna PE 23 di Canada Goose scattata da Cole Sprouse

con sede a Toronto, intende raddoppiare il numero dei suoi negozi fisici, puntando a nuovi mercati mondiali e sviluppando la vendita diretta (D2C) nei mercati in cui è già presente. La label intende inoltre fidelizzare i suoi clienti di lunga data, ma al contempo vuole attirare nuovi consumatori, in particolare le donne e la Gen Z.

LIVE IN THE OPEN: CONNESSI ALLA NATURA

La collezione PE 23 del brand, si ispira alla fioritura primaverile delle Azzorre, in Portogallo, al fogliame e ai cieli mutevoli, con rosa tenui e toni smorzati. Un verde vivido, rigoglioso, brillante, caratteristico proprio di queste isole, con il loro clima mutevole, caldo e umido, le correnti oceaniche, i venti, che soffiano impetuosi, le piogge rapide, che lasciano spazio a cieli limpidi e azzurri.

Una palette di colori intensi, che il fotografo e attore Cole Sprouse ha immortalato, attraverso gli obiettivi di macchine fotografiche analogiche e digitali, con uno stile reportage. Catturando, per la terza volta, la filosofia del marchio di canadese di vivere all’aria aperta: Live in the Open. Nelle sue immagini, i protagonisti della campagna Canada Goose, sono immersi negli spettacolari paesaggi dell’isola. Un vero e proprio invito, da parte del brand alla sua community, a godere delle bellezze naturali indossando i prodotti della collezione estiva, che con la loro estrema funzionalità sono progettati per resistere a condizioni meteorologiche imprevedibili, mutevoli ed estreme. “In Canada Goose ci sforziamo di dare vita a storie ricche di significato e di condividerle con la nostra comunità”, dichiara Penny Brook. “Con questa campagna celebriamo il nostro impegno a ispirare tutte le persone a vivere l’outdoor”. La nuova campagna estiva, incarna perfettamente l’etica del brand Live in the Open, che incoraggia la community a connessioni profonde con il mondo naturale e con gli altri. Una collezione di giacche a vento e da pioggia, capi leggeri, cappelli e calzature, realizzati in tessuti multifunzionali, ad alte prestazioni, perfetti in viaggio, che permettono di vestirsi a strati, proteggendosi dagli elementi con stile.

— 33 — ZOOM
La collezione estiva di Canada Goose raccontata dalle foto di Cole Sprouse sulle isole Azzorre

ESSERE “RESPONSABILE” DIVENTA UN MUST PER CRESCERE

È la conditio sine qua non per competere nel mercato della moda oggi. Quali sono i brand italiani più apprezzati, in termini green, che i grandi gruppi potrebbero tenere d’occhio in futuro?

No green, no party! Ed è da escludere anche la crescita economica, le collaborazioni con altri brand internazionali e una possibile acquisizione da parte di gruppi del lusso. Per non parlare poi della quotazione in borsa: quella risulterebbe lontanissima e quasi impossibile. La sostenibilità oggi è un requisito fondamentale per competere nel mercato della moda. E lo dice anche il Report Moda e Sostenibilità 2022 di Cikis, società di consulenza milanese che aiuta le aziende e i fashion brand ad attuare strategie e piani operativi sostenibili. Il 99% delle realtà di moda italiane sta lavorando su questo tema e il 58% lo fa per ragioni di competitività. Gli investimenti “green” sono in aumento, ma la consapevolezza delle pratiche più rilevanti è ancora parziale: in generale il numero delle aziende collocate a un livello di sostenibilità avanzato è calato del 15,2% rispetto al 2021. C’è quindi

ancora molto lavoro da fare perché la moda, si sa, è una delle industrie più inquinanti al mondo. E lo spiega anche Stand.earth, organizzazione internazionale per la difesa dell’ambiente, che ha svelato il nuovo report sulle “Emissioni nella catena di approvvigionamento della moda 2022”. L’indagine aggiornata è arrivata proprio in occasione della COP27 a Sharm El-Sheik che ha riunito per la 27esima edizione i 197 paesi firmatari della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. La Carta per l’Azione Climatica dell’Industria della Moda, promossa dalle Nazioni Unite, ha alzato nuovamente l’asticella: bisogna dimezzare le emissioni serra entro il 2030. Solo così l’industria della moda potrà contribuire a limitare il riscaldamento climatico a +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, secondo l’accordo di Parigi sul clima del 2015.

La sostenibilità, quindi, deve diventare sempre più un dato

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In
alto, la collaborazione ACBC x Missoni In basso, la sneaker Yatay Model 1B creata da Golden Goose

chiaro e necessariamente da analizzare per pianificare gli step futuri. Il nuovo indice creato da Standard Ethics si chiama “SE European Fashion&Luxury Index” e punta a fornire una panoramica del livello di sostenibilità all’interno del settore e valutarne i progressi fino a oggi. L’analisi consentirà alle aziende di confrontare le loro strategie green con quelle di altri attori del settore e valutare le modalità per migliorare il proprio approccio ESG (Environmental, Social and Corporate Governance). Le condizioni di base che le società quotate devono soddisfare sono diverse: mantenere una posizione competitiva e non monopolistica e non essere legate a cartelli; godere di diritti sostanziali; avere una titolarità diffusa del capitale e nessun conflitto d’interesse; indipendenza e trasparenza di tutti i membri del Consiglio dalla proprietà del capitale; adozione di procedure per la verifica del rispetto delle ultime norme sociali riconosciute a livello internazionale come standard ambientali, secondo le linee guida ONU, OCSE e UE. Nella “top 24” tra le più grandi aziende europee quotate nel settore della moda e del lusso, su cui Standard Ethics sta concentrando la propria analisi - da questa lista verranno selezionati i futuri 20 componenti dell’indice, identificati principalmente in base alle dimensioni economiche - vi sono:

Brunello Cucinelli, Ermenegildo Zegna, Geox, Moncler, Prada, Salvatore Ferragamo e Tod’s Group.

E tra i marchi new upcoming? Quali sono i brand da tenere d’occhio e che potrebbero essere “nel mirino” d’acquisto dei grandi gruppi? O in dirittura d’arrivo alla quotazione?

Sicuramente Yatay, marchio di sneakers green, fondato da Umberto de Marco, presidente di Coronet, storica azienda specializzata nella produzione di pellami eco-friendly. Recentemente, anche Golden Goose ha collaborato con il marchio per la realizzazione di una piattaforma di co-

action per l’innovazione sostenibile made in Italy, svelando Yatay Model 1B: la scarpa sporty prodotta con materiali animal-free di alta qualità. La calzatura è realizzata in YatayTM B, un materiale bio-based derivato da fonti vegetali e altri componenti a basso impatto come il poliestere riciclato e la gomma biodegradabile. Il suo utilizzo in questa prima sneaker responsabile consente di ridurre del 90% le emissioni di CO2 e del 65% il consumo di acqua rispetto alla pelle. Non solo. Sul talloncino sinistro di ogni Yatay Model 1B è impresso anche un numero univoco, con questo codice l’acquirente può migliorare la propria carbon footprint piantando un albero. Anche ACBC è “da tenere monitorata”. L’azienda, fondata da Giò Giacobbe ed Edoardo Iannuzzi, sta registrando ottimi risultati economici, grazie anche alle partnership con player internazionali come Missoni, Baldinini, Msgm, Diadora e Piquadro. Lo scorso luglio, con un comunicato, la BCorp e Circular Science Company specializzata nella progettazione e produzione di calzature e prodotti sostenibili, aveva annunciato l’IPO nel 2023-2024. In progetto, nuove aperture di monomarca e attività di ricerca e sviluppo, che già hanno portato l’azienda a ottenere il riconoscimento di numerosi brevetti, come ZipShoes, FreeBio, Beyond Plastic e BioHeel.

Fonti:

Cikis Studio – Report Moda e Sostenibilità 2022

Standard Ethics

Stand.earth

Carta per l’Azione Climatica dell’Industria della Moda promossa dalle Nazioni Unite

— 35 — ANALYTIC
La collaborazione ACBC x Baldinini

RI-EDIZIONE, MA SENZA NOSTALGIA

Materiali di recupero, tessuti di scarto, abiti che nascono dal concetto di ri-uso. Non più solo riciclo, ma upcycle. Cinque storie esemplari di come riutilizzare possa essere eco-friendly e cool di Stefano Guerrini

La moda non ha doti di preveggenza. Quando si tratta di scandagliare i possibili cambiamenti a cui andremo incontro, da tanti punti di vista, non solo di stile, essa viene in aiuto. Da linguaggio immediato, attento e capace di accogliere altri tipi di linguaggi, la creatività legata all’abito è sicuramente una precisa cartina tornasole di quei piccoli passi che la società compie. Per questo quando si è iniziato a parlare di salvaguardia del pianeta e di spreco, la moda è stata subito capace di dare voce a esigenze nuove, anche andando in qualche modo contro se stessa. Perché per definizione sarebbe volubile e molto predisposta all’accumulo e all’eccesso. Da più parti sono emerse personalità incisive che hanno deciso di lavorare sulla riedizione, il riuso, l’utilizzo di materiali che in alternativa sarebbero stati destinati a un pericoloso e poco ecologico accumulo.

Uno dei primi nel nostro Paese a farsi portavoce di quello che oggi viene chiamato upcycling, Simone Botte ha sempre lavorato con in mente gli insegnamenti del nonno: lui gli diceva di non buttare mai via niente, perché sarebbe tornata utile in un’altra forma. E nel nome del brand, in cui Botte è affiancato oggi da Filippo Leone Maria Biraghi, c’è una chiara dichiarazione di intenti. Simon Cracker nasce da “crack”, parola onomatopeica che corrisponde a qualcosa

che si rompe e al quale bisogna dare una nuova vita. Il recupero del passato è visto però senza nostalgia, ma anzi con uno spirito ribelle e una filosofia punk, che porta i capi del brand a essere manifesto di un possibile futuro più inclusivo, meno standardizzato, in cui far prevalere sentimenti reali. Il risultato finale è una strepitosa estetica a cavallo fra i Sex Pistols e Holly Hobbie.

Molto sofisticato il lavoro di Lessico Familiare. L’esperimento di Riccardo Scaburri, fondatore e direttore creativo del brand, è nato come collettivo di creativi, composto oggi anche da Alice Curti e Alberto Petillo, con un nome che, ispirato dal capolavoro di Natalia Ginzburg, è un inno a quei sentimenti che sembrano quasi dimenticati nel frastuono del nostro presente. Quell’eleganza fatta di piccoli gesti, intimi e semplici, la tenerezza di dettagli vezzosi. E anche qui si scopre un animo ribelle, dove ironia e femminilità s’incontrano, dove il passato non è visto in maniera malinconica, ma è al servizio del presente, dove le regole sono pronte per essere trasgredite. Con la stessa filosofia nasce il progetto “Who cares about after?”, collezione realizzata unicamente con abiti di Franca Sozzani e presentata proprio nella fondazione a suo nome. Un omaggio a una figura importante, ma anche un preciso memento di quello che sarà dei nostri abiti, dopo di noi. Upcycling è quindi anche sinonimo di moda in edizione limitata. Lo sa bene Giovanni Oriani, che

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A sinistra, un’immagine della collezione FW 23/24 di Simon Cracker (ph. Gigi Galiazzo) A destra, tra esotismi e upcycling, gli accessori di Francesca Paolin

dalla sua sede in un paese poco fuori Milano, Cernusco sul Naviglio, lavora utilizzando solo tessuti overstock, vintage selezionato con cura e rimanenze del lusso, affrontando un modello di business “Made to order”. Pezzi “One of a kind”, come il “Reworked 2 in 1 Coat Dress”, nato come progetto universitario e come rimando all’estetica di Martin Margiela. Diventato punto di partenza per la progettazione del designer e dimostrazione di come lavorare su pezzi preesistenti possa aprirsi a infinite possibilità di rielaborazione e impreziosimento. Un’estetica a metà strada fra il brit-pop e l’etnico, quella di un marchio di accessori che nasce dall’utilizzo di cimose upcycled dello storico Lanificio Paoletti di Follina (Tv). Nella mente creativa di Francesca Paolin le fettucce di filati derivanti dalla produzione del tessuto, invece di essere gettate, possono diventare elementi decorativi per accessori, la cui creazione parte sempre dall’artigianato. Nel brand Paolin il ricamo veneziano fatto a mano e la

tessitura tradizionale dell’America Latina si trasformano in borse dai colori vivaci, con dettagli sfrangiati e rimandi molto tropical. Fondato da Fabrizio Urettini, Talking Hands è un atelier di abiti, workshop, ma soprattutto un progetto d’imprenditoria sostenibile. Nato a Treviso per rispondere con concretezza alle esigenze, anche e soprattutto lavorative, dei migranti, ora il progetto si è esteso e prevede anche volontari, stagisti e professionisti. Responsabile dell’atelier moda è Tresor Tabora, originario della Repubblica Democratica del Congo, dove da giovanissimo ha iniziato a fare il sarto. I capi? Mediante l’antica arte del quilting, cotoni stampati Wax incontrano materiali che sono esuberi di produzione, campionature, rimanenze di magazzino, “fazzoletti” di tessuto che potremmo definire di scarto, provenienti sempre dal Lanificio Paoletti. Creatività diverse dal mondo s’incontrano dando vita a nuovi linguaggi. In divenire, come solo la moda sa fare.

FASHION HUB
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I capi del guardaroba di Franca Sozzani rivisitati nel progetto “Who cares about after?” di Lessico Familiare A sinistra, uno scatto della collezione Talking Hands, progetto di imprenditoria sostenibile di Fabrizio Urettini A destra, un capo dello stilista indipendente Giovanni Oriani

FIL ROUGE ETICO

Può la moda fare del bene? Le storie responsabili di Ara Lumiere, Endelea e Sake affermano di sì di Valeria Oneto

Brand o meglio progetti di moda, capaci di un reale cambiamento positivo nel mondo, che combinano la realizzazione di capi e accessori con la responsabilità, garantendo un riscatto per le categorie più fragili. E che creano connessioni tra culture e persone, solo apparentemente lontane, con un grande impatto sociale.

Hanno il volto sfigurato dall’acido, le donne che lavorano al fianco di Kulsum Shadab Wahab, fondatrice di Ara Lumiere . Una violenza subita sul corpo e nell’anima, che ha lasciato cicatrici indelebili sulla loro pelle e soprattutto nel loro cuore. Ma nonostante tutto i loro occhi parlano di bellezza, hanno voglia di riscatto, di coraggio, di resilienza. Kulsum Shadab Wahab, oltre a essere founder di uno dei più interessanti marchi di moda artigianali e sostenibili, è anche una filantropa. Nonché promotrice del progetto Hothur Foundation, che si occupa di sostenere e difendere le donne che sono state vittime di violenza. Modificare la percezione della moda tradizionale, coinvolgendo persone di talento che sono soprattutto fonte di ispirazione.

“Ara Lumiere nasce proprio dai laboratori condotti dalla Hothur Foundation destinati alle sopravvissute alla violenza, che si concentrano principalmente sull’arte e sull’artigianato, utilizzati come mezzo di terapia”, queste le parole dell’imprenditrice e stilista indiana. Una donna che lavora con le donne per le altre donne, e che è riuscita a realizzare un sogno: un’opportunità di riscatto, attraverso una piattaforma che permette di mostrare il proprio talento. Il brand incarna il superamento della guarigione e della trasformazione. Sostenerlo significa supportare queste donne, donandogli indipendenza e speranza, visto che il ricavato viene utilizzato per la loro riabilitazione. La FW 24, Memoirs of Tomorrow, 100% made in India, fa un ulteriore passo in avanti verso la responsabilità: i materiali sono ancora più ecologici e i processi di produzione etici. La collezione presenta una serie di pezzi creati attraverso tessuti organici, un’autentica fusione tra arte e città. Stampe audaci e accattivanti, emblema della forza e del coraggio delle vittime. Ma anche citazioni ricamate a mano: messaggi di speranza e resilienza. Ogni capo è realizzato con cura per trasmettere una rappresentazione unica e significativa dei sopravvissuti, che sono anda-

ti avanti nel loro viaggio, fornendo un impatto positivo sull’ambiente e di impegno nell’empowerment. Endelea , brand di moda etica, nato a Milano nel 2018, crea collezioni, di abiti e accessori, in tessuti africani dal design made in Italy. Il nome Endelea in lingua Swahili significa “andare avanti senza arrendersi alle difficoltà”, e racconta la sua filosofia, con un approccio che mette al centro le persone. Le collezioni, disegnate a Milano, sono poi fatte a mano, a Dar es Salaam, in Tanzania. L’obiettivo di Endelea è duplice: contribuire allo sviluppo di un’industria della moda in Tanzania, ad oggi quasi del tutto assente. Gli acquisti di tessuti sono fatti in loco, così come la quasi totalità della produzione, trasparente ed etica. Mentre parte dei ricavi è investita nella realizzazione di workshop e nella collaborazione con scuole e università tanzaniane. Il secondo obiettivo del marchio è creare un dialogo tra Europa e Africa, facendo conoscere l’autentica cultura tessile africana e proponendosi come brand inclusivo. Endelea è una società benefit dal 2020, un’impresa che lavora per avere un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente. Il team è composto

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Un’immagine della collezione FW 24 di Ara Lumiere, che celebra il valore della rinascita

all’85% da donne, con un gender pay gap, ovvero la differenza di retribuzione tra uomini e donne, pari a zero. La retribuzione di sarti e sarte in Tanzania è del 96% più alta della media. Tutti godono di assicurazione sanitaria per sé e per le proprie famiglie.

“La collezione FW 24 unisce le diverse anime di Endelea, dal wax al tessuto Maasai, celebrando i capi diventati iconici e introducendo nuovi modelli, sempre più bold. Soggetti e colori, decisi e vibranti, richiamano sia il mondo naturale e sia quello tecnologico” queste le parole di Francesca De Gottardo, co-founder e ceo del brand. “E per la prima volta sarà raccontata, attraverso un QR Code realizzato con Renoon, la piena trasparenza della nostra filiera, scoprendo cosa c’è dietro ogni capo”, conclude Francesca.

“ Siamo parte del mondo naturale, non al di sopra o separati da esso ”, queste le parole di Ana Tafur, designer e founder di Sake , di origini colombiane, ma che attualmente risiede a Lima, in Perù. Sake è un brand di moda e accessori di eco-lusso, basato sulle biotecnologie ancestrali, che preserva le tecniche primordiali e utilizza processi sostenibili, riciclati o provenienti dal commercio equo e solidale. Sempre rispettosi del ritmo della natura. La Tafur, dopo aver studiato a Madrid, ha lavorato nella produzione di moda a

Shanghai. Trasferitasi in Perù per raggiungere i genitori, ha imparato a conoscere meglio le materie prime artigianali e le tecniche tessili. Nelle sue collezioni i saperi ancestrali delle comunità indigene vengono integrati eticamente nelle lavorazioni dei capi. Per la designer infatti bello deve essere anche buono. I capi in pelle vegetale marrone cioccolato provengono, ad esempio, dall’albero della Shiringa o gomma naturale, che cresce in abbondanza nella foresta amazzonica. Le comunità indigene della foresta pluviale, grazie a varie generazioni di pratica, sono ormai esperte nell’estrazione sostenibile della linfa liquida dell’albero, in armonia con i suoi cicli stagionali e vitali. O ancora sono capaci di lavorazioni biotecnologiche su alpaca, cotone, tinture vegetali e bio-tessili. La collezione Micelio, per la FW 24 è una vetrina di abbigliamento e accessori sostenibili composti da fibre di alpaca, cotoni organici, tinture naturali, pelli conciate al vegetale e biotessili in gomma selvatica Shiringa, che incoraggiano ad approfondire le connessioni all’interno di noi stessi e invitano alla riflessione interpersonale senza paura.

STEWARDSHIP
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Un completo in tessuto masai della collezione FW 24 di Endelea Giacca in alpaca 100% con dettagli e pantaloni in tessuto biotessile in gomma Shiringa, tutto Sake

IL SENTIMENT DEL CONSUMATORE

Osservatorio, lo strumento di analisi di Fashion Bank, esamina l’andamento del settore moda nell’anno 2022

La società italiana di informazioni aziendali, Fashion Bank, che dispone di una banca dati specializzata nel mercato della distribuzione moda, ha deciso di creare uno strumento di analisi: “Osservatorio” ha l’obiettivo di supportare attraverso uno sguardo analitico i brand e i produttori in un’approfondita comprensione delle trasformazioni relative al sistema moda italiano, all’interno di un mercato in continua evoluzione. Questa analisi pone al centro un campione di circa 20.000 aziende, tra il database di Fashion Bank, specializzate nel mercato al dettaglio multimarca dei segmenti exclusive, high, best, premium e good in Italia nel 2022, per quanto riguarda l’abbigliamento, le calzature e gli accessori.

Tra le prime analisi, Osservatorio evidenzia la distribuzione numerica delle società che operano all’interno del settore multimarca lungo tutto il territorio nazionale. Attraverso un approfondimento mirato sulle aree Nielsen, i risultati evidenziano un 21,33% per l’area Nord Ovest, un 17,58% per il Nord Est, un 23,80% per il Centro e un 37,29% per il Sud.

Secondo i dati Eurostat, la densità dei punti vendita del commercio al dettaglio in Italia è pari a 130, a fronte di una media europea di 73 e di altri Paesi economicamente più evoluti (32 in Germania, 64 in Francia, 35 nel Regno Unito).

STILI E ATTEGGIAMENTI DEL CONSUMER

Un’ulteriore ricerca viene indirizzata verso il cosiddetto sentiment dei consumatori all’interno del settore moda per l’anno 2022. Questa specifica analisi viene sviluppata in collaborazione con Sita Ricerca, istituto italiano focalizzato su indagini di mercato in ambito moda, che unisce l’utilizzo di tecnologie digitali avanzate con la sensibilità e le conoscenze del settore stesso. Attraverso questo approfondimento, emerge come le dinamiche derivanti dallo scenario politico, economico e sociale si riflettano in maniera significativa anche sul mercato dell’abbigliamento, dove

l’indice relativo al sentiment dei consumatori oggi risulta più basso di quanto evidenziato a marzo 2020, durante l’inizio della pandemia. Le priorità di spesa sono sempre più orientate verso altri rami, di conseguenza l’abbigliamento perde punti e appeal nella categoria dei beni di consumo. Nel corso dell’anno 2022 sono stati premiati in particolar modo il segmento donna, uomo, gli accessori e le calzature. Performance meno brillanti vengono registrate dal comparto bambino e dall’intimo.

Su tutto, il tema dei rincari e del carovita rappresenta il fattore in cima alla lista delle preoccupazioni dei consumatori (60%), la crisi energetica (36%), la guerra in Ucraina (35%) e l'emergenza ambientale (26%). Inoltre, tra gli umori e i sentimenti che accompagnano maggiormente le riflessioni dei consumatori vi sono l’ansia e l’incertezza per il futuro (61%) ma anche desiderio di realizzare progetti (22%). Nonostante la percezione di aumento dei prezzi, il mondo dell’abbigliamento è tra i settori nei quali questa impressione risulta minore.

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INSIDER
Trend volumi per segmento Un grafico che mostra il sentiment del settore (2020-2022) Totale Mercato Esterno Donna Esterno Uomo Esterno Bambini Intimo calze Accessori Calzature

100 PUNTI DI VISTA

L’inchiesta esclusiva di HUB Style Magazine che analizza l’andamento delle vendite del mercato nel 2022 è arrivata alla seconda e ultima parte. Parola ai retailer di Sara Fumagallo e Nicola Sanniti

Anche in questa seconda puntata, prosegue l’analisi in merito al punto di vista dei retailer rispetto al 2022: un anno di grandi riprese ma anche difficoltà. I primi 50 intervistati hanno registrato in generale un sentiment positivo, nonostante qualche timore legato ai ritardi nelle consegne. Nel 2023, alcuni negozianti puntano a riconfermare i budget degli ultimi 12 mesi ma sanno anche che è necessario investire in ricerca e novità: sia in termini di brand che di metodi di vendita. Il cliente vuole essere coinvolto a 360 gradi nella shopping experience ed è sempre più attento al fattore “sostenibilità”. Infatti, nella maggior parte dei casi, la filosofia del “less is more” – quindi comprare meno ma meglio - vince su tutto e, nonostante il logo detenga ancora una grande fetta di mercato, il marchio di nicchia si sta facendo spazio negli armadi degli italiani. A seguire gli ultimi 50 feedback che hanno saputo fare un bilancio di fine anno e le previsioni per quello futuro, analizzando novità, trend, problematiche e opportunità.

1. BILANCIO DI FINE ANNO

Nel 2022 qual è stato l’andamento delle vendite dello store e quale il bilancio finale? Variazione percentuale rispetto al 2021

2. VENDITE ONLINE

a. Avete un e-commerce o usufruite di piattaforme terze? Se sì, quanto incide l’online sul totale del fatturato?

b. In percentuale, di quanto è aumentata la vostra vendita digitale negli ultimi anni? Nel 2022 ha avuto un calo o assestamento?

3. SHOPPING EXPERIENCE

a. Come sono cambiate l’esperienza e la dinamica di acquisto da parte dei vostri clienti in questi ultimi 12 mesi?

b. Quasi tutte le realtà hanno introdotto le spese di spedizione per i resi dei loro prodotti, anche per una questione di responsabilità ambientale. Come state agendo a riguardo?

4. RITARDI O MANCATE CONSEGNE

a. Per quanto riguarda i posticipi nella consegna delle merci, in che percentuale i prodotti hanno subito ritardi rispetto alle date di arrivo stabilite (sul totale delle merci)?

b. Qual è stato il ritardo medio delle consegne?

5. CONSUMATORE

a. A cosa è più attento oggi il cliente: alla qualità o alla quantità?

b. Il consumatore predilige più il “logo” o il brand di nicchia e ricercato?

c. Cosa differenzia l’acquisto della Gen Z da quello delle altre generazioni?

6. TREND

Quali sono state le principali tendenze moda della stagione invernale 22/23?

7. MARCHI PIÙ VENDUTI NEL 2022

Quali sono, in ordine, i vostri 3 top brand più venduti nelle categorie:

a. Abbigliamento donna

b. Abbigliamento uomo

c. Accessori uomo e donna

d. Calzature uomo e donna

8. BRAND RIVELAZIONE

9. ALTRE OSSERVAZIONI

NUGNES - TRANI (BT) Giuseppe Nugnes, ceo

1. Il 2022 è stato un anno molto positivo. Abbiamo registrato un +30% rispetto al 2021.

2a. Sì, abbiamo un nostro e-commerce. Il mondo online incide per il 35%.

2b. Negli ultimi anni la nostra vendita digitale ha visto una crescita del 65%.

3a. Il cliente pone maggiore attenzione al prezzo, alla composizione dei materiali e alla durabilità.

3b. Anche Nugnes ha introdotto le spese di spedizione dei resi a pagamento per responsabilità ambientale.

4a. 10%.

4b. Un mese.

5a. Qualità.

5b. Il nostro consumatore predilige il logo.

5c. Gen Z: più fashion, attenta alle tendenze dettate dai social, al contesto di frequentazione quotidiana.

6. Abbigliamento formale, color block, maglieria, mocassini e calzature platform.

7a. MAX MARA (+), BURBERRY (=), MONCLER (+)

7b. BURBERRY (=), STONE ISLAND (+), GUCCI (+)

7c. FENDI (+), GUCCI (+), SAINT LAURENT (=)

7d. ALEXANDER MCQUEEN (-), GOLDEN GOOSE (=), FENDI (+)

8. MACH & MACH

9. Diminuzione dei margini (markup aziende in decrescita).

SUBLIME – BOLZANO (BZ)

Lukas Hoeller, proprietario

1. Abbiamo registrato un incremento del 10%. Direi, quindi, un 2022 ottimo.

2a. Il nostro e-commerce (sublime.bz) incide del 10% sul totale fatturato.

2b. La vendita digitale aumenta ogni anno e non ha subito un calo.

3a. Notiamo che la gente è stufa di essere manipolata per comprare sempre di più. Tanti nostri clienti sono interessati alla storia dei prodotti e alle aziende, tra cui tante esistono da oltre 100 anni e che rimangono fedeli al loro stile fino a oggi.

3b. Se regali tutto fin dall'inizio, incoraggi solo gli acquisti d'impulso. Per questo da sempre non offriamo resi gratuiti.

4a. 20%.

4b. Un mese.

5a. Alla qualità. Per esempio, vengono prediletti capi realizzati con un buon tessuto prodotto su macchinari storici e, soprattutto, a un prezzo vantaggioso anche per il produttore e che non deve sfruttare la manodopera dei suoi dipendenti.

5b. Per i nostri clienti non è importante il "logo".

5c. La Gen Z è cresciuta nell'era digitale dalla nascita e, in quanto cosiddetti "nativi digitali", è particolarmente esperta di tecnologia e infatti utilizza più fonti di informazioni per l'acquisto. Notiamo che contano fattori come la sostenibilità, la qualità e il consumo consapevole.

6. Per noi non conta la tendenza di moda. I nostri prodotti non sono davvero “alla moda”: sono più classici e li puoi indossare anche tra 50 anni. Abbiamo cercato di creare un luogo in cui l’abbigliamento e gli accessori di alta qualità sono al centro per l’appassionato. Capi che non sono intercambiabili, che sono senza tempo e magari fatti a mano.

7a. PEPPINOPEPPINO DENIM (+), CARHARTT WIP (+),

7b. CARHARTT WIP (+), EDWIN (+), MANIFATTURA CECCARELLI (+)

7c. HANAMI (=), BELLROY (=), KJØRE PROJECT (=)

7d. RED WING HERITAGE (+), ASTORFLEX (+), LEVIUS VENEZIA (+)

8. ASTORFLEX

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INCHIESTA
ESCLUSIVA
LE DOMANDE SECONDA PUNTATA

INCHIESTA ESCLUSIVA

DAVICO SPORT - TORTONA (AL) Valerio Davico, titolare

1. Un 2022 positivo, +10% rispetto al 2021.

2a. Non usufruiamo di un e-commerce.

3a. Molto più attenti al rapporto qualità e prezzo.

3b. Non avendo un sito online non facciamo spedizioni.

4a. 20%.

4b. Un mese.

5a. Qualità.

5b. Entrambi, sia logo che brand ricercato.

D'ARRIGO ABBIGLIAMENTO - SANTA GIUSTINA (BL) Claudio D'arrigo, titolare

5c. La Gen Z chiede il prodotto che già conosce.

6. Maglieria (sia uomo che donna) e piumini

7a. HERNO (+), MAX MARA (+)

7b. HERNO (+), BARBOUR (+), FILIPPO DE LAURENTIIS (+)

7c. ALBERTO LUTI (+), AVENUE 67 (+)

7d. AUTRY (+), FLOWER MOUNTAIN (+)

8. AUTRY

LA TENDA – MILANO (MI) Vittorio Longoni, buyer

1. L’andamento è stato positivo e in linea con il 2021.

2a. Sì, possediamo un sito e-commerce che conta, però, solo il 3%.

2b. È aumentata poco.

3a. Non ho notato particolari cambiamenti. La boutique rimane un luogo “a sé” per il cliente.

3b. Al momento, non riguarda la nostra realtà.

4a. 30%.

4b. Un mese.

5a. Assolutamente la qualità.

5b. I brand ricercati e di nicchia.

5c. Non saprei, non è il nostro target di riferimento.

6. Difficile parlare di tendenze. Una volta si riusciva a parlare di più tendenze, oggi c’è molta ricerca di colori chiari: bianco protagonista.

7a. AVANT TOI (+), GENTRY PORTOFINO (+)

7b. Non commercializziamo la categoria

7c. FALIERO SARTI (=)

7d. Commercializziamo poco la categoria

8. Nessuno

LA PERLA - OLMO DI MARTELLAGO (VE) Alessandro

Masiero, titolare

1. Abbiamo registrato un incremento del 30%.

2a. Non usufruiamo di e-commerce ma utilizziamo i social.

3a. La clientela si è concentrata su una fascia più alta: chi arriva nel nostro punto vendita lo fa per un acquisto certo.

3b. Il nostro fatturato è principalmente costituito dalla vendita in negozio.

4a. 60%.

4b. Un mese.

5a. Qualità.

5b. Il brand di nicchia.

5c. La Generazione Z è caratterizzata

dall’influenza dei social e da tutto quello che viene proposto dagli influencer. Manca la personalità.

6. Eco-sostenibilità in primis, per quanto riguarda tendenze il velluto e la flanella.

7a. DONDUP (+), MOMONÌ (+), MARELLA (+)

7b. DONDUP (+), NINE:INTHE:MORNING (+), KANGRA (=)

7c. ORCIANI (=), GALLO (=), MC2 SAINT BARTH (=)

7d. AUTRY (+), UGG (+), NEW BALANCE (+)

8. AUTRY

RIONE FONTANA - VOLPAGO DEL MONTELLO (TV)

Claudio Tirindelli, amministratore unico

1. Andamento buono con un incremento del 12,64%.

2a. Sì, abbiamo un e-commerce che vale circa un 15%.

2b. Nel 2022 è aumentata del 3,06%, mentre negli anni passati l’incremento è stato nettamente superiore.

3a. Un ritorno alla vendita al banco.

3b. Le spese di spedizione per i resi sono gratuite per ordini superiori ai 150 euro. Sono, invece, a pagamento per l’estero.

4a. 30%.

4b. Un mese.

5a. Sicuramente alla qualità.

5b. Di più il logo.

5c. Più attenti al brand sicuramente.

6. La tendenza vira ancora verso delle vestibilità asciutte. Bene le giacche formali e gli abiti, ottima la vendita della maglieria e nei saldi hanno avuto buoni riscontri i giubbotti.

7a. FAY (+), BARBA NAPOLI (=), ORCIANI (+)

7b. STONE ISLAND (+), FAY (+), TAGLIATORE (+)

7c. ORCIANI (+)

7d. PREMIATA (+), HOGAN (+), BE POSITIVE (+)

8. BELSTAFF

1. L’andamento delle vendite in store buono: +30%.

2a. Non usufruiamo di un e-commerce.

3a. Avendo privilegiato una forma di acquisto diversa da quella via web, siamo stati premiati dalla nostra clientela che apprezza sia la professionalità da noi offerta che l'alta qualità dei nostri prodotti.

3b. Cercando di fare meno resi possibili e pagando quelli indispensabili.

4a. 20%.

4b. Un mese.

5a. Sicuramente alla qualità. 5b. Il brand di nicchia.

5c. La Gen Z risulta sicuramente più attenta

alla responsabilità ambientale prediligendo tessuti eco.

6. I capi over certamente sono stati le principali tendenze per noi, insieme ai colori magenta e viola.

7a. NINE:INTHE:MORNING (+), PEOPLE (=), RAKKÌ (+)

7b. JECKERSON (+), CAMPLIN (+), RAKKÌ (+)

7c. MANILA GRACE (=), GAVAZZENI (=), GALLO (+)

7d. Non commercializziamo la categoria

8. RAKKÌ

9. Il nostro obbiettivo è quello di ricercare aziende con un prodotto di alta qualità e (soprattutto) attento all'ambiente.

LES ARCS – CHIAVARI (GE)

Loredana Spanó, titolare

1. A fatica ma abbiamo mantenuto bene e superato di poco il 2021.

2a. Non usufruiamo di un e-commerce ma utilizziamo canali social: Instagram e Facebook.

3a. Più emozionali e attenti all’acquisto.

3b. Accettiamo perché non possiamo agire in altro modo.

4a. 30%.

4b. Un mese.

5a. Qualità sicuramente.

5b. Per quanto ci riguarda, il brand di nicchia con ovviamente un occhio anche al brand.

5c. Lavoriamo poco con la Gen Z perché preferiscono acquistare online e altri prodotti che non ci appartengono.

6. Colore, molta maglieria e materiali innovativi.

7a. HERNO (+), AVANT TOI (+), BRUNELLO CUCINELLI (=)

7b. HERNO (+), PT TORINO (+), RRD – ROBERTO RICCI DESIGNS (=)

7c. ORCIANI (=), FALIERO SARTI (+)

7d. VIA ROMA (=), ASH (-), PREMIATA (+)

8. Per ora, visto inserimenti di piccoli brand, non posso ancora sbilanciarmi

STILNOVO - CHIAVENNA (SO)

Roberta Brambilla, socia e titolare

1. Rispetto al 2021 c'è stato un buon incremento, ricordiamo però che è stato un anno in cui eravamo ancora in emergenza Covid-19.

2a. Abbiamo un sito in cui si può acquistare ma succede molto raramente. I clienti sono attenti alle nostre pubblicazioni.

3a. I nostri clienti sono attenti a ciò che mettiamo online ma amano ancora il rapporto diretto e ricevere consigli.

3b. Anche per noi le spese di spedizione sono a carico del consumer.

4a. Non abbiamo subito ritardi.

5a. Nella maggior parte dei casi alla qualità.

5b. Direi che è un 50 e 50 anche se si presenta sempre di più la ricerca della qualità e del made in Italy.

5c. La percentuale di Gen Z che compra presso la nostra boutique si differenzia poco dalle altre: cerca la qualità e il classico.

6. Colore, comodità e modelli over.

7a. WOOLRICH (=), GANT (=), WEEKEND MAX MARA (=),

7b. BARBOUR (=), WOOLRICH (=), THE JACK (=)

7c. THE BRIDGE (=), GALLO (=), TOSCA BLU (=)

7d. BLUNDSTONE (=), FRAU (=)

8. THE JACK

PARIDE SOLDANI - CERNUSCO SUL NAVIGLIO

Paride Soldani, titolare

1. Il 2022 è iniziato in modo positivo e, escludendo il mese di dicembre, si è concluso un po' in calo.

2a. Non usufruiamo di un e-commerce.

3a. Il cliente è attento in maniera particolare ai dettagli e alla “storia” dei brand.

3b. Non effettuo spedizioni.

4a. 20%.

4b. Un mese.

5a. Sicuramente la qualità.

5b. Il brand ricercato.

5c. Ho l'impressione che la Gen Z non conosca le dinamiche di acquisto in un negozio.

6. Evoluzione dei volumi su maglie e pantaloni.

7a. Non commercializziamo la categoria

7b. DONDUP (=), JEORDIE'S 1994 (+), MANIFATTURA CECCARELLI (=)

7c. Non commercializziamo la categoria

7d. Non commercializziamo la categoria

8. CIRCOLO 1901

— 43 —

1. Il 2022 ha registrato una crescita dell’8% rispetto al 2021 ma ancora non siamo allineati al periodo pre-Covid (-3%). È stato comunque un anno in cui abbiamo attraversato varie problematiche, come l’inizio della guerra che ha bloccato i consumi nel mese di marzo, l’inflazione che rende il cliente finale sempre più attento e incerto sugli acquisti e il clima anomalo di ottobre che ha bloccato la partenza della vendita della merce invernale.

2a. Abbiamo un e-commerce e il fatturato incide ancora molto poco sul totale, circa un 3%. Stiamo però facendo un’operazione per continuare e incrementare la crescita, infatti a dicembre 2022 abbiamo cambiato il nostro sito.

2b. La nostra vendita online, che era quasi nulla nel periodo pre-Covid, ha avuto crescite esponenziali nel 2020 e 2021: quest’anno abbiamo visto un incremento molto più contenuto.

3a. Il cliente è felice di tornare in negozio (senza

FABBRI BOUTIQUES - FORLÌ (FC) Michela Mambelli, amministratore

restrizioni e dispositivi) per il suo shopping: si è tornati alla voglia di fermarsi di più nelle boutique anche solo per chiacchierare. Il cliente ha voglia di comprare ma è molto più attento sia in termini di prezzo che di qualità del prodotto.

3b. I resi, per scelta aziendale, li abbiamo sempre fatti pagare al cliente, perchè vogliamo dare più valore all’acquisto dei capi. Ovviamente essendo consapevoli della possibilità di minor vendita rispetto ai concorrenti.

4a. 20%. Tuttavia le aziende si stanno organizzando e anticipando le campagne vendita in modo da evitare queste problematiche. Anche noi che produciamo merce private label: prima del Covid i tempi di consegna erano 15/20 giorni, ora almeno a 40/50.

4b. Un mese.

5a. Assolutamente alla qualità e al bel capo. Inizia a esserci molta richiesta e attenzione alla presen-

PORRINI MODA E CASA - BESOZZO (VA) Carlo

Porrini, buyer

1. -10%.

2a. Non usufruiamo di un e-commerce.

3a. Abbiamo clienti fidelizzati che gradiscono una vendita assistita.

3b. Le spese di spedizione per i resi sono a nostro carico.

4a. 30%.

4b. Un mese.

5a. Alla qualità.

5b. Noi vendiamo entrambi, facciamo molte ricerche.

5c. La percentuale di Gen Z nel nostro negozio non supera il 20%.

6. Fine dello streetwear e un generale ritorno al vestire un prodotto bello, di qualità e duraturo.

7a. MONCLER (+), KUJTEN (+), RALPH LAUREN (+),

7b. MONCLER (+), STONE ISLAND (+), RALPH LAUREN (+)

7c. MONCLER (=), ENSHALLA (+) CAMPOMAGGI (=),

7d. AUTRY (+), PREMIATA (=)

8. AUTRY

1. Rispetto al 2021, il 2022 ha subito un calo del 5%.

2a. Non abbiamo un e-commerce ma una vetrina virtuale online aggiornata settimanalmente che utilizziamo come strumento “di anteprima” per chi vuole rivolgersi alla nostra realtà.

3a. I clienti sono sempre più attenti all’acquisto, ma allo stesso tempo attratti dal “capo bello”. Il nostro strumento online è molto utile anche se, soprattutto la donna, cerca ciò che vede sui social dei vari brands che proponiamo.

3b. Non effetuiamo resi.

za di fibre naturali nella composizione, all’eco-sostenibilità, al riciclo e così via.

5b. Il brand di nicchia e ricercato è interessante quando ha un giusto equilibrio tra qualità-prezzo.

I loghi attirano ancora il cliente finale ma sono rimasti davvero pochi quelli per cui “si fa la corsa all’acquisto”.

5c. Sicuramente le “vecchie” generazioni sono propense maggiormente al dialogo e al consiglio, difficilmente acquistano un capo senza averlo prima provato. La Generazione Z sta enormemente cambiando, vivendo in un mondo più chiuso e con meno contatto, più proiettata all’acquisto online. Dovremmo noi commercianti adeguare le nostre attività alle loro esigenze, cercando di trasmettergli emozioni e interesse a venire nei punti vendita fisici.

6 Sicuramente le giacche over (dalla lana al velluto, fino al gessato) e tanta richiesta di colori neutri, in primis il panna ma anche il grigio chiaro e il naturale.

7a. FAY (+), WEEKEND MAX MARA (+), DONDUP (+)

7b. BALLANTYNE (+), RALPH LAUREN (+), C.P. COMPANY (+)

7c. VERSACE (+), LOVE MOSCHINO (+), LA CARRIE (+)

7d. Commercializziamo poco la categoria

8. UNITY

9. Per quanto riguarda le ultime domande sui brand, per noi è difficile rispondere perchè abbiamo una catena più variegata, con realtà diverse tra loro. La nostra catena ha 27 punti vendita di cui quattro nei centri storici e 23 nei centri commerciali e, in alcuni casi, le label sono diverse tra loro e quindi non comparabili. Acquistiamo a stagione da 80 a 100 marchi.

SOLFERINO - SESTO SAN GIOVANNI (MI)

Marco Brambilla, titolare

1. Una leggera flessione rispetto lo scorso anno.

2a. Non usufruiamo di un e-commerce.

3a. Non avendo la vendita online tendiamo a rafforzare il rapporto con il cliente fornendo il miglior servizio possibile in-store e proponendo ogni stagione qualche novità che lo porti a tornare da noi con fiducia e curiosità.

3b. Non effettuiamo spedizioni.

4a. Non abbiamo riscontrato ritardi.

5a. Alla qualità, senza però disdegnare la quantità dove il prezzo lo consente.

5b. Per alcune categorie come capospalla, pantaloni e denim il cliente predilige il brand “affermato”, mentre

OLIVARI MODA - BAGNOLO MELLA (BS) Federica

Olivari, titolare

4a. Quasi tutte le aziende hanno consegnato con un po’ di ritardo, eccetto Dondup e Max Mara.

4b. Un mese.

5a. La nostra clientela, fidelizzata o nuova, è da sempre molto attenta alla qualità, perchè sa che è un caposaldo del nostro dna.

5b. L’acquirente sicuramente sceglie il logo (non per forza evidente) come garanzia di qualità e di modellistica ad hoc.

5c. La maggior parte degli acquirenti Gen Z segue più la scelta di massa, confondendo il con-

GINO BAUDINO – TORINO (TO)

Paolo Baudino, socio

1. Il bilancio risulta essere positivo con una crescita del 7%.

2a. Il nostro online incide marginalmente sul totale fatturato, pur considerando anche le piattaforme esterne.

2b. L’e-commerce ha avuto una sostanziale tenuta.

3a. La vendita assistita con cui sviluppiamo la consulenza ai clienti, specie per il capospalla, non è mutata. Stante il ridursi di negozi specializzati abbiamo accolto clienti nuovi alla prima esperienza di acquisto, spiegando la nostra piccola storia aziendale e l’attenzione ai tessuti.

3b. Addebitiamo solo quelle di spedizione.

4a. 20%.

4b. Un mese.

5a. Per il nostro segmento senz’altro la qualità dei materiali e della confezione.

nella maglieria si presenta una possibilità maggiore per fare una proposta più ricercata.

5c. Credo che si rivolgano quasi esclusivamente all’acquisto online o comunque si affidino al web per la ricerca del prodotto desiderato e frequentino meno i negozi fisici.

6. Tanto colore e volumi morbidi.

7a. LIU JO (=), SOLOTRE (+), SKILLS & GENES (+)

7b. SUN68 (=), BRIGLIA 1949 (+), SAVE THE DUCK (=)

7c. COLORFUL STANDARD (+), IN THE BOX (=), INDIVIDUAL SOCKS (+)

7d. SAUCONY (=)

8. SKILLS & GENES

cetto di unicità personale con quella generazionale, non badando a qualità o prezzo. Come se il sentimento che muove l’acquisto sia l’omologazione visiva.

6. Per quanto riguarda la moda maschile, sicuramente un look easy-wear curato e attento (pantalone tapered fit con dolcevita e scarpa stringata). Mentre la donna ricerca un tailleur raffinato su nuance di tendenza, accompagnato da scarpe eleganti.

7a DONDUP (+), PINKO (-),

5b. Prevalentemente il logo, meglio se non troppo diffuso.

5c. Il nostro target annovera percentualmente pochi appartenenti alla Generazione Z, ma molti di questi seguono l’indirizzo appreso in famiglia.

6. In considerazione delle condizioni climatiche, il piumino è stato un po’ meno richiesto, compensato da giacche e cappotti in lana. Gli accessori divertenti e pratici hanno caratterizzato gli omaggi, specie natalizi.

7a. LIVIANA CONTI (=), BARBOUR (=), CIRCOLO

1901 (+)

7b. CANALI (+), TAGLIATORE (+), CORNELIANI (=)

7c. BARBOUR (+), LIVIANA CONTI (=), CAMERUCCI ARCHIVIO (+)

7d. SAXONE OF SCOTLAND (+), BLUNDSTONE (+)

8. TAGLIATORE

STUDIO MAX MARA (+)

7b. STONE ISLAND (=), INCOTEX BLUE DIVISION (+), DONDUP (+)

7c. ORCIANI (=), DOUCAL’S (+), MAX MARA (+)

7d. DOUCAL’S (+), PHILIPPE MODEL (-), D.A.T.E. (-)

8. Un brand rivelazione non c’è. Si sono consolidati dei brand, o meglio, delle categorie merceologiche di marchi annoverati da anni.

BEL - MILANO (MI)

Luigia Morosin e Barbara Casazza, titolari

1. Andamento molto positivo, siamo cresciute e, rispetto al 2021, abbiamo registrato un incremento del 10%.

2a. Non usufruiamo di un e-commerce. La nostra politica è il rapporto diretto con il cliente e usiamo i social solo per parlare con il cliente, non come vetrina.

3a. Le dinamiche d’acquisto sono molto cambiate. Le nostre clienti sono libere professioniste e il loro shopping generalmente dura pochi minuti. Prima del lockdown facevamo molto programmato e stagionale, mentre ora tutto molto più rapido

3b. Le spese di spedizione sono tutte a carico nostro: sia quelle all’estero (in Europa) che in Italia.

4a. 30%.

4b. Un mese.

5a. Qualità.

5b. Ricercato. Anche se abbiamo marchi conosciuti non vendiamo il brand ma lo stile che esso stesso propone.

5c. A far parte della Gen Z sono le figlie delle nostre clienti e notiamo che si stanno avvicinando alla ricerca del proprio stile.

6. Sono anni che la nostra cliente ha sostituito la giacca con la maglieria, mentre con il finire dell’anno abbiamo notato il ritorno della giacca e del capospalla.

7a. AVANT TOI (+), N°21 (+), IBRIGU (+)

7b. Non commercializziamo la categoria

7c. In questo momento sono legati ai nostri brand di abbigliamento

7d. In questo momento sono legati ai nostri brand di abbigliamento

8. Nessuno

— 44 — INCHIESTA ESCLUSIVA

VESTIL - TORINO (TO) Roberto Orecchia, titolare

1. Il 2022 è stato un anno altalenante, purtroppo la progressione alla quale eravamo abituati nel pre-pandemia non c’è più. Ha reagito molto bene il reparto cerimonia e infatti ha anche aumentato il fatturato di un 10%. Normale la stagione SS: il caldo torrido non ha aiutato e le svendite costanti non hanno entusiasmato i saldi che ormai si riducono a pochi giorni di intenso lavoro. Per quanto riguarda la FW, invece, le vendite sono andate bene a settembre ma si sono completamente fermate a ottobre e primi di novembre per colpa delle alte temperature. Non aderiamo al Black Friday e abbiamo fatto bene: i clienti ci hanno premiato. Il Natale ha risanato un po’ le perdite di ottobre. Nel complesso l’anno non è andato male.

2a. Non usufruiamo di un e-commerce.

3a. Non sono cambiate.

3b. Anche noi facciamo pagare le spese di spedizione per i resi.

4a. Non saprei dare una percentuale precisa.

4b. Un mese.

5a. Qualità.

5b. Tutti e due, anche se a volte viene prediletto il “no logo”.

5c. Non saprei.

6. I colori.

7a. POLO RALPH LAUREN (+), HERNO (=), WOOLRICH (=)

7b. POLO RALPH LAUREN (+), PT01 – PT TORINO (+), FAY (=)

7c. ORCIANI (=), SECRID (=)

7d. HOGAN (-), AUTRY (+), PREMIATA (+)

8. AUTRY

CIVICONOVE – MILANO (MI)

Luca Lazzaro, buyer

1. Abbiamo riscontrato un incremento del 20%

2a. Il nostro e-commerce (civiconove.com) incide poco sul totale del fatturato perchè investiamo più sul negozio fisico che su quello online.

2b. Non facendo investimenti importanti su Google il risultato è stato uguale.

3a. Sono molto più attenti al made in Italy.

3b. Il nostro reso in collezione è gratuito, mentre nel saldo è a carico del cliente.

4a. 40%.

4b. Un mese.

5a. Qualità.

5b. Nel nostro caso, il cliente non richiede il logo a vista.

5c. L’attenzione al green.

6. Vestibilità over e color block. Poca fantasia.

7a. CLOSED (+), AVN (+), HACHE (+)

7b. CLOSED (+), HŌSIO (+), LOIS JEANS (+)

7c. RAINS (+), ADAIS (+), GIANNI CHIARINI (+)

7d. FLOWER MOUNTAIN (+), DOUCAL’S (+), BIBI LOU (+)

8. FLOWER MOUNTAIN

POLO SPORT - MILANO (MI)

Andrea De Masis, titolare

1. Il 2022 ha registrato un +5% rispetto al 2021.

2a. Non usufruiamo di un e-commerce.

3a. I nostri clienti sono fidati e non hanno variato il loro modo di acquistare.

3b. Non effettuiamo vendita online, quindi non riceviamo resi con spedizioni.

4a. 60%.

4b. Un mese.

5a. Qualità.

5b. Brand di nicchia e ricercato.

5c. Abbiamo pochi clienti appartenenti alla

Gen Z, il nostro store si rivolge a un pubblico più adulto. È anche per questo motivo che

non usufruiamo di un e-commerce o piattaforme terze: i nostri consumer sono abituati a venire in negozio e interloquire con il personale per ricevere consigli in merito al prodotto acquistato.

6. Scarpe comode, leggere e con suole alte.

7a. GOLDBERGH (+), BOGNER (=), MUSEUM (=)

7b. HYRA (+), BOGNER (=), MONTECORE (=)

7c. GOLDBERGH (+), RIVIERA (=), RESTELLI (=)

7d. HOKA (+), SCARPA (+), MEPHISTO (=)

8. GOLDBERGH

MARIO&SONS – SEREGNO (MB) Alberto Paleari, titolare

1. Abbiamo registrato un trend negativo: -15%.

2a. Sì, abbiamo un nostro sito online che vale circa il 35% sul totale del fatturato.

2b. In calo.

3a. La clientela è stata più attenta agli acquisti in questi ultimi 12 mesi visti gli aumenti del cost0 della vita.

3b. Anche noi abbiamo iniziato ad applicare i costi di reso.

4a. 20%.

4b. Un mese.

5a. Qualità.

5b. Sia uno che l’altro, ma rispetto a qualche stagione fa è calata la richiesta di brand con logo.

5c. La Generazione Z è molto più attenta al mondo dei social e alle tendenze che nascono quotidianamente.

6. Nelle collezioni AW 22/23 si è visto di tutto.

Sicuramente il ritorno del mondo heritage, ma anche del colore nero: prevale una moda meno esasperata e più pulita.

7a. FORTE FORTE (+), ULLA JOHNSON (-), MSGM (-)

7b. STONE ISLAND (=), BARBOUR (+), C.P. COMPANY (=)

7c. MARC JACOBS (=), FURLA (-), SEE BY CHLOÉ (=)

7d. AUTRY (+), SEBAGO (+), SEE BY CHLOÉ (=)

8. DRÔLE DE MONSIEUR

9. Purtroppo le stagioni per le vendite, sia online che in boutique, sono sempre più corte: in particolare l’AW per problemi di sconti e promozioni che creano molta confusione nella clientela. Bisognerebbe trovare una soluzione sulle date delle promozioni e regolamentarle al meglio.

BOUTIQUE TATTOO – LAZISE (VR) Giuliari Loris, titolare

1. L’anno passato è andato bene, in linea con il 2021.

2a. Non usufruiamo di un e-commerce.

3a. Maggiore attenzione ai contenuti qualitativi e ai consigli personalizzati.

3b. Spediamo pochissimo e in modo personalizzato: per questo motivo è molto raro avere dei resi. Comunque, nel caso dovessero esserci delle problematiche, il cliente provvede direttamente.

4a. 25%.

4b. Un mese.

5a. Qualità.

5b. La nostra proposta è prevalentemente su

prodotti ricercati.

5c. La percentuale dei giovanissimi presso il nostro punto vendita è veramente bassa, nei pochi casi forse si distinguono per una maggiore impulsività.

6. Particolare attenzione alla comodità: capi informali ma di deciso carattere.

7a. HIGH (=), CIVIDINI (+), MASNADA (=)

7b. CIRCOLO 1901 (=), AVANT TOI (=), MASNADA (=)

7c. HIGH (=), AVANT TOI (=), D’ANIELLO (=)

7d. SHOTO (=), MASNADA (=), HIGH (=)

8. DON THE FULLER

UNIVERSO CENTRO MODA - GUIDIZZOLO (MN)

Cristian Meneghelli, titolare

1. Nel 2022 abbiamo registrato un aumento del 10% rispetto al 2021.

2a. Sì, abbiamo un e-commerce che rappresenta il 10% sul totale del fatturato.

2b. È aumentata del 50%.

3a. Più attenti alla qualità ma anche al prezzo.

3b. Da noi solo il primo reso è gratuito.

4a. 20%.

4b. Un mese.

5a. Qualità.

5b. Prediligono il logo ma ricercano anche il

NUOVA PEVERI ABBIGLIAMENTO – PIACENZA (PC)

1. Anno abbastanza buono, soprattutto per le vendite della primavera-estate. In percentuale, il 2022 lo abbiamo chiuso in rialzo del 10%.

2a. Lo store si appoggia da poco tempo a un rivenditore online terzo.

2b. Non abbiamo ancora riscontri sul digitale.

3a. Il negozio, essendo un punto vendita storico della città, ha ancora molta presenza fisica di clienti fidelizzati e, quindi, non è cambiato molto rispetto al passato.

Luca Marazzi, legale rappresentante

4a. 30%.

4b. Due mesi.

5a. Prima il cliente era più attento e anche più consapevole della qualità, mentre adesso lo è meno. Però, quando il consumer entra in un negozio come il nostro, lo fa sicuramente per la qualità.

5b. Non saprei, per la mia esperienza forse il logo.

5c. Non ci rivolgiamo molto alla Generazione Z, il nostro tipo di target è più alto di età.

prodotto “made in Italy”.

5c. La Gen Z è poco attenta alla qualità.

6. Cappotto a doppio petto, maglieria leggera e giacche decostruite.

7a. LIU JO (+), GUESS JEANS (+), MARELLA (+)

7b. ARMANI EXCHANGE (+), FRED PERRY (=), TOMMY HILFIGER (+)

7c. PAOLO DA PONTE (+)

7d. ARMANI (+), NEVVER (+), FRED PERRY (=)

8. TOMMY HILFIGER

6. Abbiamo riscontrato un ritorno alle linee più morbide, meno slim fit.

7a. Non commercializziamo la categoria

7b. BRANDO-LUBIAM (+), CORNELIANI (+), PEUTEREY (+)

7c. PEUTEREY (=), NEXT-GHIRARDELLI 1911 (+), CC CORNELIANI (=)

7d. Commercializziamo poco la categoria

8. L.B.M. 1911

— 45 —
INCHIESTA ESCLUSIVA

RONCA STYLE - ZEVIO (VR) Alberto Ronca, titolare

1. Il 2022 è stato un anno positivo per la nostra realtà. Rispetto al 2021 abbiamo registrato un incremento del fatturato del 9,5%.

2a. Sì ma, anche a seguito di un cambio di piattaforma, vale molto poco rispetto al totale del fatturato, circa il 3%.

2b. Nel 2022 è diminuita del 37%.

3a. Quest’anno, rispetto al passato, i saldi sono andati molto bene, probabilmente per il contesto economico difficile per motivi noti: bollette, tassi, inflazione, incertezza.

3b. Differenziamo l’addebito del costo del reso in base alla soglia di acquisto del cliente: la spedizione è gratuita sopra gli acquisti di 150 euro. Il primo reso è gratuito, dopo di che rimborsiamo il capo al netto delle spese di spedizione.

4a. 20%.

4b. Due mesi.

5a. Qualità.

5b. Logo.

5c. Abbiamo tendenzialmente un target di età maggiore.

6. Nessuna.

7a. LIU JO (+), PATRIZIA PEPE (+), ELISABETTA FRANCHI (+)

7b. PAOLONI (=), ARMANI (-), DANIELE ALESSANDRINI (=)

7c. Non commercializziamo la categoria

7d. Non commercializziamo la categoria

8. LIU JO

FOLLIA ABBIGLIAMENTO - REZZATO (BS)

Davide Piemonti, titolare

1. Andamento positivo con un cambio di location significativo: dai 100 ai 250 mq. Nel complesso abbiamo registrato un incremento del 25%.

2a. Sì, abbiamo un e-commerce che però incide pochissimo. È nato nel periodo post-pandemia e, nonostante sia uno strumento funzionale, rimane sotto al 10%.

2b. In progressione.

3a. Con l’ampliamento della location abbiamo iniziato a offrire diversi servizi e il cliente se ne è accorto e ha reagito in maniera positiva. Abbiamo cercando di sviluppare un servizio al cliente a 360 gradi.

3b. Le abbiamo adottate anche noi nel corso degli ultimi due mesi. Andiamo in una direzione “green” in tutti i sensi.

4a. 15%.

4b. Un mese.

5a. Alla qualità. Sono molto attenti alle etichette e alle composizioni.

5b. 50 e 50. L’uomo segue più la ricerca, mentre la donna si fa più trasportare dal brand e dal relativo logo.

5c. I volumi: la Gen Z predilige il regular, il

morbido e l’over. Mentre le altre generazioni prediligono vestibilità più skinny.

6. L’overshirt e un ritorno dei capispalla, con materiali naturali e nobili, come la lana.

7a. ELISABETTA FRANCHI (+), PATRIZIA PEPE (+), MARIA VITTORIA PAOLILLO (+)

7b. MANUEL RITZ (+), LACOSTE (+), BOB COMPANY (+)

7c. ALBERTO LUTI (+), ELISABETTA FRANCHI (+), PATRIZIA PEPE (+)

7d. SEBOYS (+), DUDE (+), KARHU (+)

8. BOB COMPANY

9. La speranza è di andare sempre più nella direzione del “less is more”, attenzione alle etichette, alla produzione, alle certificazioni dei tessuti (per esempio GOTS), ai contratti di lavoro.

L’UOMO BOUTIQUE - CASTIGLIONE DELLE STIVIERE (MN)

Antonella Chiarini, titolare

1. Fino all’autunno 2022 l’andamento è stato favorevole, con un incremento inaspettato del 15%. A questo aumento hanno contribuito anche la ripresa delle cerimonie e degli eventi. L’inverno, forse causa anche delle temperature più miti, ha rallentato le nostre aspettative. Nel complesso siamo comunque soddisfatte.

2a. Non usufruiamo di un e-commerce.

3a. Abbiamo notato che i nostri clienti vogliono toccare con mano la qualità dei tessuti ed essere consigliati nelle scelte. È molto apprezzata anche la nostra sartoria interna per la sistemazione dei capi acquistati.

4a. 30%.

4b. Due mesi.

5a. Sicuramente alla qualità.

5b. Ormai il consumatore è sempre più attento e consapevole, ama sicuramente più il brand di nicchia e ricercato.

5c. La Gen Z si differenzia in due rami: chi acquista nelle grandi catene in maniera dozzinale e chi è attento all’ecologia, facendo acquisti molto ponderati.

6. Il velluto, il jersey e il cashmere sono stati i tessuti più apprezzati della stagione invernale.

7a. Non commercializziamo la categoria

7b. BARBA NAPOLI (+), LUIGI BIANCHI (+), DONDUP (+),

7c. ORCIANI (+), ALTEA (+), ARMANI (+)

7d. PREMIATA (+), SERGIO ROSSI (+), BARBA NAPOLI (+)

8. INCOTEX BLUE DIVISION

VIRGINIO ABBIGLIAMENTO SANT’AMBROGIO DI VALPOLICELLA (VR) Stefano Semprebon, titolare

1. Da marzo fino a ottobre 2022 l’andamento è stato positivo, finestra dove i clienti si sono approvvigionati di capi per un ritorno a eventi in presenza. Dopo di che, le vendite hanno subito un calo perchè non ha fatto freddo. Comunque, rispetto al 2021, abbiamo registrato un incremento del 12/13%.

2a. Non usufruiamo di un e-commerce.

3a. Non si sono avvertiti grandi cambiamenti, forse ci sono stati acquisti un po’ più impulsivi e gratificanti dopo il periodo di pandemia.

3b. In riferimento ai fornitori, la pratica è data da un aspetto puramente finanziario e non morale.

4a. Dipende dalle classi merceologiche, non saprei dare una percentuale precisa.

4b. Un mese.

5a. Alla qualità, in tutti i segmenti di prodotto.

5b. È un discorso ciclico. Il cliente giovane va alla ricerca del brand, man mano che si sale d’età i dettagli e la manifattura vengono prediletti.

5c. La Gen Z ha nelle proprie mani uno strumento fondamentale (internet) che prima

non c’era, quindi vi è un condizionamento dai social. Con il tempo si capiranno con maggior distacco quelle che sono state le influenze positive e quelle invece meno interessanti.

6. Ritorno a un’ampia varietà di colori, anche per la parte formale del guardaroba uomo. Calo dei materiali tecnici a favore dei prodotti naturali: lana, cashmere e altri tessuti pregiati.

7a. DONDUP (=), ASPESI (=), LIVIANA CONTI (=)

7b. DONDUP (=), PAOLO PECORA (=), ASPESI (=)

7c. ORCIANI (=)

7d. DOUCAL’S (=)

8. MANIFATTURA CECCARELLI

9. Le aziende di moda dovrebbero iniziare a creare emozione intorno ai prodotti e alle collezioni. Negli ultimi anni c’è stato tanto copia e incolla e, di conseguenza, poca ricerca nel realizzare qualcosa di emotivamente interessante. La gestione dei negozi, nella maggior parte dei casi, è in mano a imprenditori di età molto alta e quindi poco ricambio generazionale a favore di nuove idee e nuovi approcci da parte dei più giovani.

GROPPETTI LUXURY STORE - SAN PAOLO D’ARGON (BG) Fabrizio

1. Nel 2022 l’andamento delle vendite in store ha avuto un buon inizio e risultati ottimali durante le ricorrenze, proseguendo con stabilità tutto l’anno.

2a. Abbiamo sia l’e-commerce che piattaforme terze. Entrambi incidono in modo positivo sul fatturato, soprattutto negli ultimi anni.

2b. Nel 2020 le vendite digitali sono aumentate in modo notevole, dall’anno successivo a oggi c’è stato un costante incremento del 15/20%.

3a. Negli ultimi 12 mesi l’esperienza e la dinamica d’acquisto si è chiaramente contratta: il cliente acquista meno ma con più consapevolezza. Ricercando capi di alta qualità.

3b. La nostra politica di reso è sempre stata restrittiva, inizialmente per evitare acquisti per divertimento e chiaramente, oggi più che mai, per chiari motivi di responsabilità ambientale le spese di spedizione dei resi sono a carico del cliente, previa nostra autorizzazione.

4a. Eccezion fatta per alcune aziende con produzione Extra Ue, la merce a noi consegnata oltre le date stabilite si aggira attorno al 20/30%.

4b. Un mese.

5a. Oggi il cliente è più che mai attento alla qualità e anche all’eco-sostenibilità dei prodotti.

5b. Il consumatore adulto predilige il logo come identificazione di un prodotto di qualità proveniente da un’azienda di cui si conosce la storia e tutte le sue peculiarità.

5c. La Generazione Z concentra gli acquisti in base a ciò che vedono indossato o da ciò che viene pubblicizzato sui social e da personaggi influenti di loro interesse, diminuendo la fidelizzazione e aumentando gli acquisti online.

6. Le principali tendenze della stagione invernale 22/23 per l’uomo sono state tute in versione couture, cappotti sartoriali e maglioni a collo alto. Per la donna, invece, pellicce sintetiche e cappotti teddy, cardigan con fantasie e tailleur effetto smoking.

7a. ETRO (+), MAX MARA (+), MONCLER (+)

7b. ETRO (+), MISSONI (+), MOORER (+)

7c. N°21 (+), ETRO (+), ZANELLATO (+)

7d. SANTONI (+), ON RUNNING (+), TRICKER’S (+)

8. VIVETTA

SOUTH GARAGE – MILANO (MI)

1. Incremento del 15% rispetto al 2021.

2a. Non usufruiamo di un e-commerce.

3a. Abbiamo notato una maggiore consapevolezza nella fase d’acquisto.

3b. Anche noi applichiamo la stessa politica. Il resto è a carico del cliente.

4a. Nessun ritardo, tutto è stato consegnato secondo i termini previsti.

5a. Qualità.

5b. Il brand di nicchia.

5c. La consapevolezza di ciò che si acquista,

mentre più si cresce e meno si è influenzabili da trend passeggeri.

6. Camicie in flanella.

7a. Non commercializziamo la categoria

7b. BARBOUR (+), TELA GENOVA (+), FILSON (+)

7c. FORMULA IOZZI (+), FILSON (+), BARBOUR (+)

7d. RED WING (+), BLUNDSTONE (+), D.A.T.E. (+)

8. FORMULA IOZZI

— 46 — INCHIESTA ESCLUSIVA
Rota, legale rappresentante

BLOCK60 – RICCIONE (RN) Oscar Del Bianco, titolare

1. Il 2022 è andato molto bene rispetto al 2021 ma non ha raggiunto i livelli pre-Covid (2019).

2a. Da un anno usufruiamo di un e-commerce che vale circa il 10% sul totale del fatturato. La nostra forza proviene prevalentemente dallo store fisico.

2b. Dato che il nostro sito è molto giovane, non possiamo fare un confronto concreto. Sicuramente ogni mese registriamo un po’ di aumento ma in maniera poco incisiva.

3a. Il cliente viene da noi non per il marchio ma per la ricerca.

3b. I resi sono gratuiti.

4a. 20%.

4b. Due mesi.

5a. La qualità ma al prezzo giusto: la nostra clientela è fidelizzata e ricerca sempre l’ottima composizione.

5b. No logo.

5c. I nativi digitali sono una generazione molto pratica che predilige look comfy e activewear/ sportswear.

6. Il trend che si è registrato in questo 2022 è sportivo: pantaloni, magliette e pullover. Mentre il capospalla è stato venduto meno.

7a. BA&SH (=), MM6 (+), MOTHER (+)

7b. SELECTED (+), BIRKENSTOCK (+), CARHARTT (=)

7c. Non commercializziamo la categoria

7d. BIRKENSTOCK (+), SALOMON (+), PAURA (+),

8. SATISFY

9. Il 2022 è stato un anno di recupero e il 2023 è iniziato molto bene, il fatturato ha quasi raggiunto i livelli del 2019.

QUOTA_CS - SANT’ELPIDIO A MARE (FM) Simone Corradini, amministratore

1. Lo store fisico nel 2022 ha avuto un leggero incremento del 3% sul 2021. Dobbiamo ritenerci soddisfatti, in considerazione dei tanti eventi che abbiamo avuto in contrapposizione alle previsioni ottimistiche che avevamo a gennaio 2022.

2a. Abbiamo il nostro e-commerce “quotacs.com” e usufruiamo anche di piattaforme terze. Sul totale conta circa il 20%.

2b. Dal 2018, il volume è triplicato e sul 2021 l’aumento è stato di circa il 50%.

3a. Premessa importante, Quota_cs è una unica Bottega differente nella campagna dell’armoniosa collina di Sant’Elpidio a Mare, nella regione Marche. Negli ultimi 12 anni abbiamo visto nascere, nel raggio di 18 km, sei centri commerciali, vissuto un terremoto (2016) e l’avvento del digital. Nell’ultimo trimestre del 2022 abbiamo assistito a un fenomeno che vede il ritorno di un’enorme platea di consumatori che, nel tempo e per distanze geografiche, si era allontanata. Ciò che fa più piacere è constatare che il cliente che ci ha riscoperto di recente racconta agli amici e ai parenti, l’experience che ha vissuto con noi.

3b. Per ora siamo per il reso gratuito.

4a. Meno del 10%.

4b. Due mesi.

5a. Il nostro consumatore pone un accento importante alla qualità.

5b. Il “logo” del marchio lo rassicura certamente e giustifica il suo desiderio di acquisto. Una parte rimane attenta alla nicchia.

5c. La Gen Z crediamo sia meno legata ai valori etici, territoriali e di rapporto con l’addetto alla vendita. In poche parole, è molto difficile fidelizzarli: le altre generazioni, al contrario, danno molta importanza a qualità, assortimento, servizio e gentilezza, ma anche a cura dei dettagli, al retail presentation, al parcheggio, al rapporto solidale e attivo con il territorio e le varie associazioni.

6. Il mondo street si è espresso in tutta la sua energia.

7a. WOOLRICH (+), LIU JO (=), CARHARTT (+)

7b. CARHARTT (+), WOOLRICH (+), THE NORTH FACE (=)

7c. SPRAYGROUND (+), HERSCHEL (=), EASTPAK (+)

7d. PREMIATA (+), NEW BALANCE (+), UGG (+)

8. UGG

9. Siamo consapevoli che per essere una Bottega della campagna marchigiana con visioni e progettualità, il mindset deve essere per forza omnichannel, proiettato a essere sempre più un soggetto con ruoli sociali e una experience nel proprio territorio con il compito di essere anche portavoce di messaggi di transizione ecologica e transizione culturale.

FOUR STROKE – ROMA (RM)

Claudio Iazzetti, retail manager e buyer

1. Sicuramente andamento meno costante e imprevedibile rispetto al passato, con una variazione percentuale del +13% rispetto al 2021.

2a. Siamo da poco online con un e-commerce e non usufruiamo di piattaforme terze. Il primo anno ha inciso di circa il 7%.

2b. Si può dire che il 2022 è stato il nostro primo anno, dunque non abbiamo termini di paragone interni.

3a. Sicuramente l’aspetto digitale ha influito anche nella vendita in store: il cliente conosce già, tramite social ed e-commerce, sia i brand che il catalogo, dunque approccia all’esperienza di acquisto con maggiore sicurezza.

3b. Crediamo che il cliente debba essere responsabile e

consapevole di tutto il lavoro che c’è “dietro le quinte”; il reso gratuito non rientra nel nostro modo di lavorare, preferiamo vendere meno ma vendere meglio. Le consegne locali entro 5 km sono garantite in giornata utilizzando dei nostri mezzi elettrici.

4a. 50%/60%. Un dramma.

4b. Un mese.

5a. Qualità al giusto prezzo: costoso ma non caro.

5b. Nel nostro contenitore vendiamo per la maggior parte dei brand di nicchia che, sicuramente, sono più orientati alla qualità del prodotto e meno alla notorietà del marchi.

5c. Poca possibilità di fidelizzare e cambi repentini di tendenza.

6. Ricerca di capi moderni nel-

la costruzione (utilizzo di tessuti tecnici, elasticizzati e non iron) con vestibilità più confortevole e regolare.

7a. ANIYE BY (-), BRAND UNIQUE (=), VIOLANTI (+)

7b. ELEVENTY (+), LARDINI (=), DEVORÊ (+)

7c. MORPH PARFUM (+), ORCIANI (=), GIANNI CHIARINI (+)

7d. DOUCAL’S (+), BERWICK 1707 (=), VOILE BLANCHE (-)

8. DEVORÊ

9. Il 2023 è iniziato da poco ma già ci ha dato molte soddisfazioni nell’ambito e-commerce. Sta premiando la scelta di non affidarci a piattaforme terze, dunque crediamo che per noi questo sia l’anno giusto per aumentare sensibilmente il fatturato online.

BERNARDO – FIRENZE (FI) Andrea Marchi, titolare

1. Nel 2022 l’andamento è stato migliore rispetto al 2021, non saprei dare una percentuale precisa.

2a. Non usufruiamo di un e-commerce.

3a. L’acquisto è ponderato e soprattutto mirato.

3b. Ci stiamo adeguando anche noi.

4a. 40%.

4b. Due mesi.

5a. Nel nostro punto vendita, il cliente predilige la qualità.

5b. Prevalentemente il logo tranne una fetta di

clientela che preferisce il marchio ricercato.

5c. La nostra clientela è più matura della Generazione Z.

6. Giacca a doppio petto, maglieria leggera e capi sportivi.

7a. Non commercializziamo la categoria

7b. HERNO (+), INCOTEX BLUE DIVISION (=), FEDELI (=)

7c. FEDELI (+)

7d. Non commercializziamo la categoria

8. BALLANTYNE

GREGORI ESTABLISHED 1988 – TERNI (TR)

Fabio Gregori, titolare

1. Fino all’estate, il 2022 ha avuto un andamento buono. Invece, verso la fine dell’anno abbiamo riscontrato un andamento più lento dovuto anche alle temperature elevate che non hanno aiutato la vendita dei capi invernali.

2a. Sì, usufruiamo di un e-commerce.

2b. Purtroppo non riusciamo ad avere un gran numero di vendite online. Noi dedichiamo molto tempo alla cura del cliente in negozio e quindi rimane poco tempo per investire sulla pubblicità social.

3a. Lentamente si ricomincia a tornare alla normalità anche se, purtroppo, lo scoppio della guerra in Ucraina ha riportato un rallentamento degli acquisti.

3b. Le spese di spedizione per i resi sono a carico del cliente.

4a. Hanno inciso in parte e solo per le ditte estere.

4b. Un mese.

5a. Qualità.

5b. Made in Italy, capi puliti e di buona qualità. Il logo è in discesa.

5c. Purtroppo la Gen Z segue quasi esclusivamente le tendenze virali sui social, non preoccupandosi di avere uno stile personale ma, anzi, uniformandosi agli altri.

6. Uno stile più confortevole e vestibilità over, in crescita colori chiari e naturali.

7a. ANIYE BY (=), GRAN SASSO (=), VIA MASINI 80 (=)

7b. TAGLIATORE (=), DONDUP (=), FILIPPO DE LAURENTIIS (=)

7c. GIERRE MILANO (=), ALBERTO LUTI (=), MC2 SAINT BARTH (=)

7d. PREMIATA (=), DOUCAL’S (=)

8. DUNO

DANDY’S ROMA - ROMA (RM)

Alessio Gigliani, titolare

1. C’è stato decisamente un aumento, grazie solo all’attenzione dedicata negli acquisti sia prima che dopo la vendita. +20%.

2a. Non usufruiamo di un e-commerce.

3a. Sono molto più attenti e si direzionano solo su prodotti di qualità.

3b. Ci stiamo adeguando anche noi.

4a. 10%.

4b. Un mese.

5a. Qualità decisamente.

5b. Noi siamo proprio quel negozio di ricerca,

dove il nostro cliente viene coccolato e gli viene presentata prima l’azienda e le persone e poi il prodotto. Siamo no-logo decisamente.

5c. Non saprei

6. Non abbiamo registrato tendenze particolari.

7a. Non commercializziamo la categoria

7b. BERWICH (+), TAGLIATORE (+), GRAN SASSO (+)

7c. STETSON (+)

7d. DOUCAL’S (+)

8. MAGAZZINO RICAMBI

FIORILLI & TASSIELLO - NETTUNO (RM) Ugo Fiorilli, collaboratore

1. Abbiamo registrato un incremento del 10% rispetto al 2021.

2a. Sì, abbiamo un e-commerce che vale circa il 15% sul totale del fatturato.

2b. La vendita è rimasta stabile.

3a. Il cliente ricerca prodotti di alta qualità.

3b. Per ora non ci riguarda personalmente.

4a. Abbiamo avuto davvero pochi ritardi, non saprei dare una percentuale.

4b. Un mese.

5a. Qualità.

5b. A inizio stagione veniva ricercato un brand più di nicchia, poi il logo.

5c. Non saprei.

6. Sneakers.

7a. DONDUP (=), WEEKEND MAX MARA (+), HINNOMINATE (+)

7b. Non commercializziamo la categoria

7c. GIANNI CHIARINI (+), MARCELLA (=), PINKO (+)

7d. UGG (+), FLOWER MOUNTAIN (+), SAUCONY (-)

8. HINNOMINATE

9. Il nostro store si trova vicino al mare e per la situazione climatica che abbiamo vissuto, e stiamo vivendo, abbiamo sofferto per la vendita dei capispalla che poi abbiamo messo in saldo. Abbiamo riscontrato una grande richiesta per gli accessori, mentre l’abbigliamento ha registrato un trend in calo. Purtroppo siamo arrivati ai saldi con il 60% di venduto, ricavando poco utile.

— 47 — INCHIESTA ESCLUSIVA

1. Abbiamo registrato un incremento del 15% delle vendite rispetto al 2021.

2a. Usufruiamo di un e-commerce che influisce del 20% sul totale del fatturato in quanto attivo da neanche un anno.

2b. Sta aumentando sempre di più.

3a. Abbiamo registrato una maggiore predisposizione all’acquisto da

OLD ENGLAND – ROMA (RM) Virginia Pagnotta, imprenditrice

parte della nostra clientela femminile e una maggiore attenzione alle novità e ai dettagli proposti nelle collezioni stagionali da noi scelte.

3b. Sopperiamo in prima persona alle spese di spedizione della nostra clientela avendo sempre riguardo alle tematiche relative alla responsabilità ambientale che è anche nostro obiettivo di crescita da qui a 5 anni.

MARCELLO UOMO - BENEVENTO (BN) Antonio Errico, proprietario

1. L’andamento delle vendite nel 2022 è stato in crescita del 15%.

2a. Sì, abbiamo un e-commerce che incide il 15% sul totale del fatturato.

2b. Negli ultimi anni, la nostra vendita digitale è aumentata del 20%.

3a. Il consumer preferisce volumi ampi e capi comodi.

3b. Siamo in linea. Anche noi abbiamo introdotto un contributo per spese di spedizione e reso.

4a. 30%.

4b. Un mese.

5a. Qualità.

5b. Logo.

4a. 40%.

4b. Due mesi.

5a. Alla qualità senza dubbio.

5b. A oggi il logo.

5c. La Generazione Z è incentrata sulla ricerca di marchi che abbiano un logo. Gli altri, invece, si concentrano maggiormente sull’acquisto di prodotti di nicchia e di ottima qualità,

5c. Da parte della Gen Z notiamo un lieve disinteresse, sembrano presi da altro.

6. Cappotti, giacche, trench e pantaloni.

7a. Non commercializziamo la categoria

7b. RRD – ROBERTO RICCI DESIGNS (+), TAGLIATORE (+), EMPORIO ARMANI (=)

7c. Non commercializziamo la categoria

7d. DOUCAL’S (+), AUTRY (=), PHILIPPE MODEL PARIS (=)

8. PEOPLE

9. Registriamo un forte aumento dei prezzi e dovremo essere bravi nel non farlo percepire troppo al cliente finale, limando i ricarichi.

MARINO BOUTIQUE - FOGGIA (FG) Marino Tagarelli, titolare

1. Sicuramente un recupero rispetto ai due anni precedenti, colpiti dalla pandemia, con un incremento di circa il 10% per ambedue i nostri punti vendita.

2a. Usufruiamo di un e-commerce (marinoboutique.it) che racchiude le collezioni dei due negozi, ma al momento non è significativo.

2b. È stazionaria. Diciamo che non è il nostro primo canale.

3a. Più attenzione ai prezzi e alla qualità del prodotto.

3b. Il nostro reso, al momento, è ancora gratuito.

4a. Ci sono stati dei ritardi significativi nelle consegne dovuti sicuramente alla situazione geopolitica della filiera. Non saprei dare una percentuale.

4b. Un mese.

5a. Qualità e prezzo.

5b. Dipende dalla tipologia di clientela, il giovane sceglie spesso il brand mentre l’adulto la

qualità, mettendo al secondo posto il logo, e si lascia consigliare anche su articoli di ricerca.

5c. La nuova generazione si lascia troppo condizionare dai social e dai testimonial.

6. Volumi più morbidi, colori vivaci, e immancabili sneakers bianche.

7a. POLO RALPH LAUREN (+), AFTER LABEL (+), ROY ROGER’S (+)

7b. STONE ISLAND (=), POLO RALPH LAUREN (+), FAY (+)

7c. SPRAYGROUND (=), CREED (+), ELECTIMUSS LONDON (+)

7d. AUTRY (+), PREMIATA (+), D.A.T.E. (=)

8. AUTRY

9. Continuiamo a credere molto nella vendita al dettaglio, perché continua a farci emozionare il rapporto umano e amichevole con i clienti. Il nostro obiettivo è farli sentire a casa anche offrendogli un buon caffè del nostro angolo bar, tra chiacchiere e consigli per gli acquisti.

CORVINO BOUTIQUE - MERCATO SAN SEVERINO (SA) Lia Santaniello, store manager

1. Abbiamo registrato un ottimo andamento. Rispetto al 2021, il 2022 ha visto un incremento del 25%.

2a. Il nostro e-commerce (corvinoboutique.com) funziona bene. Usiamo una sola piattaforma terza che però è pessima per i resi e le condizioni sono troppo a favore dei clienti: da abbandonare subito.

2b. Nel 2022 ha avuto un assestamento.

3a. Il cliente predilige la shopping experience in boutique.

3b. Come è giusto che sia, il consumatore deve pagare le spese per il reso.

4a. 15%.

4b. Un mese.

5a. Qualità.

5b. Brand di nicchia.

5c. Le nuove generazioni sono più preparate ma, al tempo stesso, molto confusi dai servizi online.

6. Tessuto teddy e vestibilità over: dalle felpe ai pantaloni (cargo).

7a. MAX MARA (+), DONDUP (+), ELISABETTA FRANCHI (+),

7b. DSQUARED2 (=), DANIELE ALESSANDRINI (-), RRD – ROBERTO RICCI DESIGNS (+)

7c. CARHARTT (=), K-WAY (=), PINKO (=)

7d. HOGAN (-), PINKO (=), ELISABETTA FRANCHI (+)

8. RRD – ROBERTO RICCI DESIGNS

9. Risulta molto importante fornire al cliente una vera shopping experience, essendo noi super professionali e tecnici nel settore. Competenza, passione e professionalità sono tre fattori fondamentali.

non sempre il logo e la qualità vanno di pari passo.

6. Una delle principali tendenze è lo stile over. Nelle calzature è tornata la punta quadrata e il plateau e si prediligono i colori accesi ai classici bianco e nero.

7a. ELISABETTA FRANCHI (+), DONDUP (=), FAY (=)

7b. FAY (+), BARBOUR (+), POLO RALPH LAUREN (+)

7c. ORCIANI (+), HOGAN (=), K-WAY (+)

7d. PREMIATA (=), HOGAN (=), TOD’S (-)

8. BARBOUR

DE FLORIO DAL 1948 - NOICATTARO (BA) Gaetano Deflorio, titolare

1. Il 2022 è andato molto bene. Abbiamo registrato una crescita del 15%.

2a. Sì, usufruiamo di un e-commerce e piattaforme terze che, insieme, valgono circa il 30% sul totale del fatturato.

2b. Negli ultimi anni la nostra vendita digitale del 40% e nel 2022 ha subito un incremento.

3a. Clienti più preparati ed esigenti: prima di ogni acquisto si documentano notevolmente sul prodotto.

3b. Il reso a carico del cliente.

4a. 10%.

4b. Un mese.

5a. Qualità.

5b. Dipende dalla fascia di età del cliente.

5c. La nuova generazione è più esigente.

6. Fashion raffinato.

7a. MAX MARA (+), PINKO (+), ELISABETTA FRANCHI (+)

7b. TAGLIATORE (+), BARROW (+), GCDS (+)

7c. ELISABETTA FRANCHI (+), CHLOÉ (+), PINKO (+)

7d. PREMIATA (+), D.A.T.E. (+)

8. TAGLIATORE

GIGLIO – PALERMO (PA) Federico Giglio, titolare

1. Ottimo, abbiamo registrato un incremento del 19% rispetto al 2021.

2a. Abbiamo un’e-commerce che incide del 70%.

2b. La nostra vendita digitale è aumentata del 200% negli ultimi anni. In crescita nel 2022.

3a. C’è stato un forte ritorno in-store. Il cliente è cambiato, ha piacere a rientrare in negozio, a intrattenersi con il commesso, a osservare il capo e i relativi dettagli, a dedicare più tempo a questa attività, per il puro piacere di farlo, come stesse regalando un momento a se stesso, per coccolarsi.

3b. A riguardo siamo più restringenti. Le avevamo già, sia nelle spedizioni che nei resi, a seconda delle soglie e dei Paesi in cui spediamo.

4a. 30%.

4b. Un mese.

5a. Alla qualità, di tutto, non solo del capo, ma anche dell’esperienza in-store e online, packaging e customer care, a 360 gradi.

5b. Il logo resta più importante, ma negli ultimi anni il brand di nicchia e ricercato è riuscito ad apportare un contributo innovativo e stilistico rilevante.

5c. Sono molto più veloci nel cambio di gusti e tendenze, più plasmabili rispetto ai più grandi. Si tratta di una generazione che vive di social, condizionata dai propri influencer di riferimento e costantemente informata.

6. Moda più “pulita”, formale, attenta ai dettagli, ai tessuti, alla qualità.

7a. SAINT LAURENT (+), GIORGIO ARMANI (+), FENDI (+)

7b. ZEGNA (+), VALENTINO (+), SAINT LAURENT (+)

7c. SAINT LAURENT (+), BALENCIAGA (+) BOTTEGA VENETA (+)

7d. CHRISTIAN LOUBOUTIN (+), MANOLO BLAHNIK (+), VALENTINO (+)

8. MAGLIANO

MARCHESANI - CUPELLO (CH) Fiore Paola, sales manager

1. Abbiamo registrato un trend positivo: +10% sul 2021.

2a. Sì, usufruiamo sia di un e-commerce che di piattaforme terze. Insieme, contano circa il 50%.

2b. La vendita online è aumentata molto: +90%.

3a. La nuova tendenza d’acquisto sono i canali multichannel. Occorre pertanto produrre contenuti di alta qualità, fornendo tutte le informazioni richieste per ciascun canale per soddisfare al massimo il potenziale cliente.

3b. Attualmente abbiamo ancora il reso gratuito.

4a. Non abbiamo avuto grandi ritardi.

5a. Sicuramente la qualità.

5b. Il brand di nicchia ha assolutamente un

maggiore appeal.

5c. La generazione nativa digitale che frequenta, in egual modo, le vie dello shopping e le piattaforme social acquista ovunque gli convenga di più.

6. Capi evergreen e giacche morbide. Come colore direi che c’è stato un grande ritorno del nero. Mentre, per quanto riguarda i tessuti direi la pelle.

7a. MARNI (+), ETRO (+)

7b. MARNI (+), STONE ISLAND (+), CANADA GOOSE (+)

7c. MONTBLANC (+), ETRO (+), TORY BURCH (+)

7d. GOLDEN GOOSE (+), AUTRY (+) COPENHAGEN STUDIOS (+)

8. MARNI

— 48 — INCHIESTA ESCLUSIVA

1. L’incremento che abbiamo avuto del 15% nel 2022 deriva dalla sola stagione PE, mentre quella invernale è stata difficile e priva di ogni soddisfazione.

2a. Abbiamo un nostro e-commerce che essendo nato da pochi mesi, incide in modo irrilevante. Stiamo valutando l’uso di piattaforme terze.

DUEPISTUDIO – MARSALA (TP) Sergio Palermo, ceo

2b. La nostra vendita digitale nei pochi mesi di vita è aumentata sensibilmente.

3a. Negli ultimi 12 mesi non abbiamo notato particolari cambiamenti.

3b. Abbiamo già attivato le spese per i resi.

4a. 20%.

EDWARD UOMO - TRANI (BT) Edoardo Vaccanio, rappresentante legale

1. Vendite in crescita rispetto al 2021, non saprei dare una percentuale.

2a. Abbiamo un e-commerce che incide circa il 15% sul totale del fatturato.

2b. La vendita è aumentata in modo graduale e sostenibile negli ultimi anni, compreso il 2022.

3a. I nostri clienti beneficiano dell’implementazione dei servizi digitali da parte della nostra azienda e iniziano la fruizione dei contenuti da remoto per poi concretizzare l’acquisto in store.

3b. Al momento non prevediamo spese di spedizione per il reso.

4a. 50%.

4b. Due mesi.

5a. Qualità.

4b. Un mese.

5a. Senza dubbio oggi il cliente presta particolare attenzione alla qualità.

5b. Data la diversità di clientela posso dire che entrambe le tipologie vengono richieste.

5c. La Gen Z è senza dubbio molto più abituata all’uso di strumenti tecno-

5b. Il logo e i brand affermati rassicurano il cliente.

5c. Prediligono maggiormente alcune categorie merceologiche piuttosto che altre.

6. Tra tutte c’è un’inedita attenzione all’innalzamento delle temperature e quindi a una diminuzione dei pesi del capospalla sportivo e della maglieria.

7a. Non commercializziamo la categoria

7b. EMPORIO ARMANI (+), HERNO (+), WOOLRICH (+)

7c. EMPORIO ARMANI (=)

7d. SANTONI (=), D.A.T.E. (+), PHILIPPE MODEL (=)

8. RRD - ROBERTO RICCI DESIGNS

NIDA – CASERTA (CE) Salvatore D’Alessandro, dirigente

1. Il 2022 non ha subito né un calo né una crescita rispetto al 2021.

2a. Abbiamo un e-commerce e piattaforme terze che incidono circa il 50% sul totale del fatturato.

2b. Negli ultimi anni è sempre cresciuta di circa il 10%, ma nel 2022 ha avuto un leggero calo.

3a. Le richieste sono molto specifiche e mirate spesso su brand precisi.

3b. Sul nostro e-commerce richiediamo spese di spedizione per resi.

4a. 15%.

4b. Un mese.

5a. Qualità.

5b. Il logo o comunque gli articoli più rappresentativi del brand.

5c. Il loro è un acquisto mirato e deciso. La Gen Z si fa consigliare poco.

6. Volumi over.

7a. MONCLER (+), BURBERRY (=), BALENCIAGA (-)

7b. MONCLER (+), STONE ISLAND (=), BALENCIAGA (-)

7c. FENDI (+), JACQUEMUS (+), BALENCIAGA (+)

7d. AUTRY (+), GOLDEN GOOSE (=)

8. JACQUEMUS

LEVEL STORE - SIRACUSA (SR)

Danilo

1. Nel corso del 2022 abbiamo registrato un buon andamento delle vendite e una crescita poco superiore al 10%.

2a. Abbiamo un e-commerce e collaboriamo con diverse piattaforme. L’online incide sul fatturato di un 15%.

2b. Trattandosi di un e-commerce “giovane” registriamo una graduale crescita stagione dopo stagione.

3a. L’approccio all’acquisto è diverso rispetto alle stagioni passate. Il cliente si affida in maniera più importante alla boutique per avere un’esperienza d’acquisto più immersiva, contando su competenza, professionalità e selezione del prodotto.

3b. Abbiamo deciso di mantenere le spese di spedizione per i resi.

4a. 10%.

4b. Un mese.

5a. Alla qualità, decisamente.

5b. Il logo non è una condizione essenziale, motivo per il quale la selezione proposta lascia spazio alla ricerca.

5c. Spesso il consumatore della Gen Z frequenta la boutique per acquisti mirati.

6. In generale i volumi più “rilassati” hanno trovato il favore della clientela più attenta, abbracciando trasversalmente varie categorie merceologiche.

7a. HERNO (+), ANTONELLI FIRENZE (+), DONDUP (=)

7b. HERNO (+), C.P. COMPANY (+), POLO RALPH LAUREN (+)

7c. POLO RALPH LAUREN (+), MC2 SAINT BARTH (=), LANVIN (=)

7d. PURAAI (+), FLOWER MOUNTAIN (+), D.A.T.E (-)

8. RRD - ROBERTO RICCI DESIGNS

logici, per cui è molto informata, e il suo acquisto è quasi sempre mirato.

6. Il fashion contemporary sicuramente, con particolare attenzione al comfort con nuovi volumi e con la propensione al colore.

7a. ELISABETTA FRANCHI (+), PINKO (+),

RRD - ROBERTO RICCI DESIGNS (=)

7b. STONE ISLAND (+), POLO RALPH LAUREN (=), CIRCOLO 1901 (+)

7c. HERSCHEL (=), K-WAY (+), POLO RALPH LAUREN (+)

7d. AUTRY (+), PREMIATA (+), DOUCAL’S (=)

8. AUTRY

MARKETSTORE - AUGUSTA (SR) Raffaele Marazia, ceo & founder

1. Abbiamo riscontrato una leggera ripresa rispetto al 2021: + 10%.

2a. Sì, abbiamo un nostro e-commerce e collaboriamo con una piattaforma. Al momento l’online incide per il 15% sul nostro fatturato totale.

2b. Stiamo crescendo. Nel 2022, in particolare, abbiamo raddoppiato il fatturato.

3a. Abbiamo una clientela super affezionata, visto che la nostra attività è da 20 anni presente sul territorio di Augusta. Cerchiamo di essere sempre disponibili alle richieste, sia fisiche che digitali.

3b. Sì, abbiamo anche noi optato per questa scelta, il reso è a carico del cliente.

4a. 40%.

4b. Un mese.

5a. Sicuramente alla qualità e alla distribuzione.

5b. Il logo resta sempre favorito ma il cliente più attento è sempre più attratto dal brand di nicchia.

5c. Purtroppo la Gen Z è fortemente influenzata dai social, TikTok in primis, al contrario delle altre generazioni che si lasciano consigliare.

6. Sicuramente le over shirt in tutte le sue varianti ma anche i dolcevita e i pantalaccio.

7a. ROY ROGER’S (-), K-WAY (+), VICOLO (+)

7b. K-WAY (+), ROY ROGER’S (+), SUN68 (=)

7c. SPRAYGROUND (+), K-WAY (+), LA CARRIE (=)

7d. AUTRY (+), PHILIPPE MODEL (=), D.A.T.E. (=)

8. K-WAY

DEFLORIO - NOICATTARO (BA) Gaetano Deflorio, titolare

1. Abbiamo registrato un incremento del 20%.

2a. Ci serviamo del nostro sito oltre che varie piattaforme.

2b. C’è stato un incremento del 30% nell’ultimo anno.

3a. Prima degli acquisti la clientela in genere si documenta, quindi abbiamo notato una maggiore consapevolezza nel consumatore.

3b. Al momento della vendita la spedizione è a costo zero, mentre il reso è a 10 euro.

4a. 20%.

4b. Un mese.

5a. Assolutamente alla qualità.

5b. No logo.

5c. La Gen Z mi sembra poco affidabile.

6. Il buon gusto.

7a. ELISABETTA FRANCHI (+), HERNO (+), MSGM (=)

7b. TAGLIATORE (+), ARMANI (+), PREMIATA (+)

7c. CHLOÉ (+), ORCIANI (+)

7d. PREMIATA (+)

8. BARROW

CANDIDO 1859 - MAGLIE (LE)

Marco Candido, titolare

1. Dopo i primi tre mesi di sofferenza abbiamo avuto una crescita a doppia cifra sino a novembre. Dicembre ha registrato un sostanziale pareggio. Alla fine abbiamo chiuso il 2022 con un 10% di incremento sul 2021.

2a. Da diversi anni abbiamo un e-commerce che stiamo gradualmente abbandonando. Riteniamo difficile replicare online la formula che da 164 anni ci premia nello store fisico. E la marginalità non ha paragoni.

2b. È cresciuta sino al 2020. Successivamente abbiamo deciso di non investire più, uscendo anche dai marketplace. Al momento lo gestiamo più come vetrina e servizio per la clientela del negozio fisico.

3a. Dopo l’esperienza della pandemia si è riscoperto il piacere della socialità, e questo si è manifestato anche nei comportamenti d’acquisto. Abbiamo notato anche maggiore attenzione alla qualità dei prodotti e una predilezione per il made in Italy, che hanno avvantaggiato i brand di fascia più alta.

3b. Essendo l’e-commerce ormai marginale, manteniamo i resi ancora gratuiti.

4a. Per la SS 22 circa un 30%, che è sceso a un 15% per la FW 22. Per questa SS 23 è ulteriormente calato a un 10% circa.

4b. Un mese.

5a. Certamente alla qualità.

5b. I giovanissimi il logo mentre gli altri preferiscono i brand più ricercati e di qualità.

5c. Hanno più attenzione al marchio e sono più sensibili all’evoluzione dello stile.

6. Volumi ampi, tessuti confortevoli e diverse influenze dal mondo dell’outdoor e dell’hiking. Contestualmente un nuovo apprezzamento del formale, anche se con volumi rivisitati.

7a. LIU JO (=), WEEKEND MAX MARA (+), HERNO (+)

7b. BARBOUR (+), THE NORTH FACE (+), RRD – ROBERTO RICCI DESIGNS (+)

7c. MARC JACOBS (+), MICHAEL KORS (-), LIU JO (-)

7d. AUTRY (+), BLUNDSTONE (=), DR MARTENS (=)

8. WEEKEND MAX MARA

— 49 — INCHIESTA ESCLUSIVA
Fragali, titolare

SERVE UN CAMBIO DI ROTTA

Incendi, carestie, siccità, rischi per la salute e inondazioni sono alcuni degli effetti negativi che il nostro pianeta sta subendo (e subirà) a causa della crisi climatica. Quali sono le soluzioni?

Parlare al singolare di cambiamenti climatici non è corretto. Infatti, questo fenomeno non si lega solamente alla temperatura del pianeta ma riguarda anche altre dimensioni: precipitazioni, eventi meteorologici, distribuzione della vegetazione e delle specie animali.

Come afferma il report AR6 Synthesis Report: Climate Change 2023 dell'IPCC, l’essere umano è “inequivocabilmente” la prima causa di questi eventi. Per esempio, l’aumento dei gas climalteranti in atmosfera che influiscono sul bilancio energetico del pianeta e sull'effetto serra, fenomeno fondamentale per la vita sulla Terra. Infatti, questo processo naturale tiene equilibrata la temperatura del pianeta. La radiazione solare viene in parte assorbita e in parte riflessa dalla superficie terreste e quella assorbita viene emessa sotto forma di radiazione infrarossa. Questa, per il 30% si disperderà nello spazio e, per il rimanente 70%, verrà assorbita dai gas serra. Le attività umane hanno aumentato notevolmente il numero di questi gas in atmosfera andando a spezzare questo equilibrio e causando quello che viene chiamato "riscal

la

Mitigazione e adattamento

Sono queste le soluzioni che possono ridurre l’impatto negativo delle azioni umane sul pianeta. Con il termine mitigazione si intende prevenire o diminuire l’emissione di gas serra nell’atmosfera, riducendo le fonti di questi gas, appunto, o potenziando lo stoccaggio. Adattamento, invece, significa anticipare gli effetti avversi dei cambiamenti climatici e adottare misure adeguate per prevenire o ridurre al minimo i danni che possono causare oppure sfruttare le opportunità che possono presentarsi.

Le iniziative internazionali

Ma quali sono gli effetti della crisi climatica? Sull’ambiente, in primis l’aumento delle temperature, sia massime che minime, e dei fenomeni meteorologici estremi. Oltre che la perdita della biodiversità, l’acidificazione e l’innalzamento del livello dei mari e degli oceani, il declino del ghiaccio marino artico e lo scioglimento del permafrost. Mentre sulla società, anch’essa debilitata profondamente dalla crisi climatica, si registrano aumenti delle carestie alimentari e idriche, delle migrazioni per le variazioni delle temperature e rischi per la salute.

Al momento le più rilevanti sono due: il Protocollo di Kyoto e l’Accordo di Parigi. Il primo, sottoscritto nel 1997 ed entrato ufficialmente in vigore nel 2005, si era posto l’obiettivo di ridurre del 5% le emissioni di gas serra a livello mondiale entro il 2012, rispetto al 1990, e prevedeva target vincolanti solo per i paesi industrializzati. Lo scopo dell’Accordo di Parigi, invece, firmato nel 2015 e in vigore dal 2016, è quello di mantenere l’aumento della temperatura media del pianeta sotto i 2 gradi centigradi e si applica a tutti i paesi, riconoscendo il principio della responsabilità comune ma differenziata per quelli industrializzati e quelli in via di sviluppo. Si tratta di obiettivi più stringenti a carico degli Stati sviluppati, ma imporrebbe a essi anche doveri di ausilio a favore dei paesi in via di sviluppo. È evidente, dunque, che le soluzioni per affrontare queste problematiche esistono e possono iniziare a dare un respiro al pianeta, soprattutto sotto il punto di vista dell’inquinamento e della salute del singolo individuo. Gli strumenti ci sono ma devono essere impiegati più rapidamente e su più larga scala per ridurre correttamente la gravità di questi impatti. Sicuramente, la vera collaborazione di tutti i paesi può accelerare il processo e far sperare in un futuro resiliente ai cambiamenti climatici.

Per approfondire l’argomento leggi l’articolo completo su hubstyle.it

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GLOBAL WARMING
Un grafico che mostra variazione di temperatura (in °C) dal 1901 al 2020.
Fonte: NOAA
30% 70% 1880 -1.0 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 1900 1920 1940 1960 1980 2000 2020
Un’illustrazione del fenomeno dell’effetto serra

MY OWN ACTION

Brand di sneakers fiorentino e Società Benefit dal 2022. Moaconcept nasce nel 2013 da un’idea di Matteo Tugliani, con l’obiettivo di lasciare la propria impronta positiva nel mercato del footwear

Con sede operativa a Bagno a Ripoli, a Firenze, Moaconcept è una sneaker Benefit Company attiva dal 2013 e guidata dal ceo Matteo Tugliani. Oggi, attraverso un nuovo business model basato sulla responsabilità green, la realtà vuole diventare un esempio e uno stimolo per promuovere il cambiamento a favore delle persone e del pianeta. A tal proposito, l’azienda punta alla certificazione BCorp e si impegna a ridurre l’impatto delle emissioni di anidride carbonica, anche attraverso una grande attenzione e un maggiore controllo della supply chain, ri-localizzando una parte della produzione in Italia. Ma non è tutto. Per accrescere ulteriormente il proprio impegno in termini di sostenibilità ha dato vita a “My Own Action”, il progetto che prevede la raccolta di sneakers usate, proprie e di altri brand, per destinarle al riciclo e al riuso. L’iniziativa è partita all’interno della Break Out Area del The Social Hub di Firenze, attraverso l’istallazione del contenitore Used Sneaker Collector.

LE COLLEZIONI

Nessuno è a conoscenza del fatto che ogni anno vengono prodotte oltre 4 miliardi di sneakers e solo il 5% di queste vengono riusate oppure riciclate. Ed è per questo motivo che ho dato vita al programma My Own Action: per dare una seconda vita alle scarpe che non vengono più utilizzate, riciclandole oppure, se queste risultano essere in ottime condizioni, donandole ai più bisognosi grazie alla collaboraizone con Enti e Associazioni benefiche

Il suo è un prodotto confortevole, contemporaneo e ispirato al mondo urban-fashion dal posizionamento medio/alto. Come per quanto riguarda i nuovi modelli della proposta Legacy, la collezione di sneakers caratterizzata dallo stile new heritage ispirato agli Anni ’70 ed eco-friendly. Infatti, tutte le pelli bianche utilizzate per la produzione delle Master Legacy sono certificate GRS, il più importante standard internazionale per la produzione sostenibile di indumenti e prodotti tessili realizzati con materiali da riciclo. Si tratta di una calzatura perfetta per essere indossata tutto il giorno e caratterizzata da make-up eleganti, linee pulite e una manifattura di alta gamma per garantire qualità e durevolezza. Le stesse caratteristiche che contraddistinguono anche la linea Master Club: calzature dalle nuance pop, brillanti e giocose, linee pulite e design genderless. Completamente realizzata in suede e pelle con materiali provenienti da produttori italiani d’eccellenza, la collezione si colora di una palette che spazia dal rosa raspberry al verde pavone, dal giallo mustard alle versioni in pelle bianca e laminata.

Sopra: un’immagine della collezione Master Club Sotto: una foto della proposta Master Club e uno scatto del contenitore Used Sneaker Collector del progetto My Own Action

BRAND PROFILE
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Matteo Tugliani, ceo e founder di Moaconcept

LA MODA È RESPONSABILE

In vista del raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, sono tanti i brand impegnati in una svolta green alle loro collezioni. Attraverso la scelta di materiali sostenibili, processi attenti al risparmio energetico, proposte capaci di venire incontro a consumatori sempre più attenti all’ambiente e all’etica

FILIERA A KM 0

L’uomo contemporaneo di Lorenzoni ama il gusto vintage della maglieria di ricerca ma parla di sostenibilità e innovazione tecnologica. Il marchio bresciano offre un made in Italy a km 0: come il pullover a trecce vanisé in eco-cashmere, un capo a basso impatto ambientale realizzato con cashmere rigenerato di alta qualità.

REVIVE YOUR SOUL

L’interesse di A.Testoni per l’ambiente continua a guidare la ricerca verso materiali e processi produttivi alternativi a minor impatto ambientale. Questa attenzione e la continua ricerca trasformano uno dei prodotti iconici del brand, le Sneakers Volterra Fabric and Leather, in un prodotto ancora più sostenibile.

SAVOIR-FAIRE

L’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità del maglificio Gran Sasso è un valore imprescindibile anche nelle collezioni. Per la FW 24 la novità è il l’eco-cashmere, un filato composto da fibre in cashmere provenienti dal pre e post consumo: una linea di continuità che punta sempre più verso un nuovo concetto di moda, responsabile e attenta agli sprechi.

PER DURARE NEL TEMPO

Il viaggiatore di People è un globe trotter alla ricerca di nuove strade che celebra la propria individualità e il rispetto per se stesso senza dimenticare chi lo circonda, con un occhio attento al pianeta in cui vive dove i confini sono quei mondi lontani ancora da esplorare. E indossa capi di qualità, dalle linee pulite e contemporanee.

CONCEPT ECO-FRIENDLY

Il brand di occhiali da vista e da sole TBD rafforza il suo impegno e ricerca, con collezioni interamente green. Dove le lenti sono bio-based e biodegradabili e le montature ecologiche in bioacetato. Ma anche il packaging è ecosostenibile: dalla scatola in cartone alla custodia rigida fino al panno in microfibra, tutto è riciclato.

INVERNO ECO-FRIENDLY

Il parka di Duno è realizzato in poliestere rigenerato da materiali di consumo, abiti dismessi o materiali destinati alla discarica con certificazioni GRS e INTERTEK. Anche l’imbottitura con marchio 3M Thinsulate è costituita dall’ 83% di poliestere rigenerato con certificazioni GRS e Oeko-Tex, con capacità di mantenere la capacità isolante anche in condizioni di umidità.

HANDCRAFTED

Ispirazione nautica per questo modello di Satorisan, con base in pelle e lacci, cucita a mano ed elegante. La scarpa è caratterizzata da costruzione artigianale Kiowa, che garantisce alti livelli di flessibilità, riducendo gli sprechi di pelle, e che rende la scarpa flessibile e traspirante.

SHOWCASE FW 23/24 — 52 —

GRAPE TASTE

Per il passaggio che conduce verso la nuova stagione, LaMunt presenta la giacca Samuela in una nuova veste. Realizzata con imbottitura in cashmere riciclato, dotata di un comfort eccezionale ed elastico e vestibilità aderente al corpo, la jacket è destinata a diventare un partner inseparabile per ogni tipologia di avventura in montagna.

FOR THE NATURE

IBRIDO SPORTIVO

Tra linee fluide ed essenziali, Bomboogie sostituisce il mondo della felperia e decide di sposare forme athleisure. Si tratta di una capsule collection di maglia calata in filato organico di cotone certificato GOTS. Una proposta di capi adatti per essere indossati con disinvoltura, celebrando comfort e libertà espressiva.

So What, brand giovane particolarmente legato alla salvaguardia dell’ambiente e dei diritti umani, presenta proposte incentrate su un’idea di durata, elasticità, comfort e prestazioni ottimali. Per la nuova stagione i capi, progettati per attività ad alta intensità, si tingono di colori accesi e versatili, realizzati con materiali riciclati e fibre morbidissime per garantire piena libertà di movimento.

ECO-FREE

TOTAL GREEN

Juicy Couture si muove nell’ottica della responsabilità ambientale e presenta modelli in un design nuovo e consapevole, dalla produzione alla lavorazione passando per le finiture e le parti in metallo. La sua linea di punta Black Label propone modelli iconici in cotone riciclato di prima qualità, dalla vestibilità over e logo ricamato, come la Recycled Queen Hoodie.

CIRCULAR ECONOMY

Freitag è una realtà pioniera dell’industria fashion, da molto prima che la responsabilità diventasse uno dei temi più caldi. Fin dai ‘90 infatti, il brand svizzero si è fatto conoscere per le sue iconiche borse, realizzate con teloni di camion, camere ad aria usate e cinture di sicurezza. Oggi il brand utilizza un mix di materiali responsabili, tra i quali un PVC ricavati da bottiglie PET riciclate al 100%.

Vibram presenta un nuovo modello green del design Furoshiki. Il concetto alla base di que

sto prodotto, che deriva dalla cultura nipponica, è l’utilizzo di una particolare tipologia di involucro di stoffa per avvolgere e trasportare beni di vario genere fin dai tempi antichi. Portable, easy on, multi-use e multi-fit sono i quattro elementi chiave alla base di questa inedita versione.

INTRAMONTABILE

Attraverso la sua attitudine disinvolta ma sempre fedele alla propria missione, Arnette si pone l’obiettivo di rendere il pianeta un luogo più cool. Il modello proposto è un’icona rivisitata, dotato di montatura in bioplastica sostenibile, taglio diagonale ultra-voluminoso, aste bicolori, toni di bianco opaco, rosso, giallo e grigio abbinate a lenti rosse a specchio, grigie polarizzate e mirror water ad alte prestazioni.

— 53 — SHOWCASE FW 23/24
-

L’IMPORTANZA DEL RICICLO

Grande spazio, nella collezione invernale di Malo , al cashmere rigenerato, realizzato da filati post-consumer destinati allo smaltimento. Questi vengono recuperati e suddivisi per colore e generano un filato di alta qualità certificato GRS (Global Recycle Standard). Il cashmere, così rigenerato, dà nuova vita alle fibre pregiate, in un circolo virtuoso senza fine.

APPLE BAG

Il marchio Genny , da sempre attento alla sostenibilità, lancia la sua borsa vegana, prodotta dagli scarti della mela. Interamente realizzata in Italia è fatta di una speciale pelle sintetica, con basso impatto ambientale, senza componenti di origine animale, chiamata Appleskin: mela riciclata, poliestere riciclato e cotone organico.

RINUNCIARE ALL’INUTILE

Il Bisonte lancia una nuova capsule, per la AI 23, per la sua AI 23: dedicata allo stile libero, che esce dagli schemi, senza distaccarsi dalla sua autenticità. La linea percorre tre strade: Snodo, tra solidità e leggerezza; Sguardo, che strizza l’occhio alle prime creazioni del marchio, e Modulo, un borsello dall’estetica essenziale tipica degli Anni ’70.

RE-LIFE

Una donna contemporanea e forte, quella di Seventy Venezia , che indossa linee minimal e destrutturate, ispirate ai dettami dello stile maschile. La collezione AI 23 ha poi un focus sui piumini del progetto Re-Life, fatti con piuma rigenerata proveniente da scarti raccolti tramite canali di rifiuto differenziato.

ECOBLABBER

Giuseppe Zanotti lancia un remake eco della sua iconica sneaker Ecoblabber. Assemblata con colle a base d’acqua, presenta una tomaia realizzata con una combinazione di poliuretano e poliestere da bottiglie di plastica riciclate, che consente di ridurre le emissioni di CO2 durante il processo produttivo. Con lacci in cotone organico e suola bio-based.

TINTE ECOLOGICHE

Ogni nuova collezione per Pomandère è un passo avanti, gentile e candido, verso processi di produzione edotti, etici e ad impatto zero. Nella FW 23/24 la sostenibilità si accentua, utilizzando due pigmenti 100% naturali: argilla e terra. La tintura è realizzata a basse temperature, per una riduzione del consumo d’acqua e di impatto energetico.

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AMORE PER LA TERRA

Ispirata a un modello vintage presente nell’archivio Patagonia , azienda riconosciuta a livello internazionale per il suo impegno ambientale, questa giacca leggera e unisex a pullover, chiamata Funhoggers Anorak, è semplicemente perfetta per tutte le stagioni. Con cuciture Fair Trade Certified.

KNITWEAR DOUBLE-FACE

Un filato di alta qualità distingue ogni capo di Arovescio , che si avvale di sistemi produttivi che rispettano i rigidi protocolli della responsabilità verso i collaboratori e l’ambiente. Girocollo, dolcevita e maglieria di tipo filo leggero sono un connubio di innovazione e tradizione artigianale, dalle lavorazioni  accurate e ricche di dettagli preziosi.

MADE IN BRASIL

Dal 2005 le sneakers Veja mixano progetti sociali, responsabilità etica e materiali ecologici. Utilizzano infatti cotone organico brasiliano e peruviano per la tela e i lacci, gomma amazzonica per le suole oltre a materiali innovativi, realiz zati da bottiglie di plastica o poliestere riciclato. Nella foto il modello Fitz Roy Trek Shell Basalte Black.

TRA UPCYCLING E STILE

Dalla collaborazione tra Paul&Shark ed esperti artigiani velai nasce la limited edition Re-Sail, una serie di giacche dallo stile contemporaneo e dall’heritage esclusivo. Le vele in disuso vengono ripristinate per poi essere reinterpretate in modo creativo sotto una nuova forma, quella della giacca Re-Sail, dove ogni pezzo è unico.

WEAR A STORY

Il concept di ExKite è basato sul riciclo di vele usate da professionisti di tutto il mondo che,

WEAR YOUR VALUES

HandPicked è il brand di luxury denim di Giada Spa, che si contraddistingue per sostenibilità e sartorialità made In Italy. Un savoir-faire nella lavorazione del denim, attraverso costruzioni riprese dall’alta sartoria e dettagli preziosi. Come nel nuovo modello Riva, in cui le linee della tasca e l’ergonomia del carrè, creano un connubio unico nel suo genere, dal design prezioso e riconoscibile.

SUSTAINABLE SOCKS

Le calze Red sono realizzate in cotone biologico, senza uso di fertilizzanti chimici o pesticidi. Puntare sulla responsabilità green ha una doppia valenza etica: la prima di attenzione verso la natura, la seconda di rispetto della pelle di uomini e donne che scelgono di indossare questi accessori.

— 55 — SHOWCASE FW 23/24

AUTENTICITÀ SENZA TEMPO

Per la nuova stagione primaverile, il tema della responsabilità ambientale resta centrale nello studio delle materie prime e nella scelta creativa di Beatrice .b, attraverso la continua ricerca verso un’estetica contemporanea unita alla passione per il made in Italy. Tessuti organici vengono rinnovati per creare capi iconici come camicie e abiti dall’uso quotidiano e senza tempo.

GIVING BACK

La collezione Oasi Cashmere di Zegna mette al centro materialità, tattilità e profondità, esaltando tessuti nati e creati dalla passione per l’eccellenza e dall’amore per la natura, in completa armonia con un’idea di sviluppo responsabile. Si tratta di un prodotto esclusivo, risultato di un percorso che passa attraverso la scelta delle migliori materie prime.

ON THE ROAD

Tra le nuove proposte stagionali di Berwich figurano pantaloni dalla visione futuristica, caratterizzati da ampi volumi, come un rimando alle atmosfere degli Anni ’90. Una selezione sempre più consapevole del profondo cambiamento del mondo nel quale viviamo, interpretando ed esaltando al meglio l’armonia dei colori e la costante ricerca di tessuti sempre più freschi e performan ti.

MULTIFUNCTIONAL

Il brand ottod’Ame propone per la SS 23 una selezione di capi e accessori green, way out, pensati per il mondo dell’outwear tecnico. La proposta include 11 capi realizzati con imbottiture fake down e tessuti riciclati, passando dai trapuntati con imbottitura light per la stagione primaverile e ultralight per l’estate, fino a giacche, mantelle antivento e capi in cotone water repellent.

PLANT-BASED

La nuova e suggestiva selezione di Lacoste per quanto riguarda l’occhialeria include questo modello raffinato, contraddistinto da una silhouette in resina Arkema Pebax Clear 1200 dal respiro moderno. L’occhiale presenta una struttura impreziosita da dettagli geometrici, lenti sfumate e il simbolo del coccodrillo sulle aste.

COME DA TRADIZIONE

La nuova collezione di Amato Daniele racconta la storia di un’azienda e prima ancora di una famiglia, quella del designer, che rende omaggio alle sette generazioni protagoniste sotto la sua guida, scegliendo sette colori e sette modelli d’archivio. Quest’ultimi, iper-costruiti, hanno l’obiettivo di valorizzare e far conoscere al mondo il know-how artigianale dell’azienda.

OUT OF THE BOX

La proposta di Brandblack si concentra sul modello Downtown. Si tratta di una scarpa ecocompatibile, vulcanizzata e dotata di tecnologia Vibram wrap-tech, che presenta materiali premium in pelle scamosciata e linguetta in schiuma di nylon vintage. Il prodotto trasferisce un look irriverente, per essere sempre fuori dagli schemi.

— 56 — SHOWCASE TIMELESS

CARE FOR FUTURE

Antony Morato, con la SS 23, continua il suo viaggio verso la responsabilità green, e lo fa lanciando dei capi con un’alta percentuale di materiali sostenibili. Come questo completo giacca a pantaloni, realizzato per il 78% Lyocell della Tencel, tessuto proveniente da materie di origine vegetale.

INNOVAZIONE NATURALE

Prosegue l’impegno di USPA Life, la campagna di sostenibilità del brand U.S. Polo Assn. I nuovi modelli di sneakers della linea Tymes sono realizzati con materiali certificati in ecopelle e nylon eco-friendly, lacci 100% cotone, con fodera in spugna riciclata e packaging dedicato.

MINIMALISMO ETICO

Basics di Armani Exchange è una selezione di pezzi unisex e tra sversali, tra i quali spiccano jeans e giubbotti in denim, blazer di jersey e pantaloni, varsity jacket e scarpe con fondo a casset ta, completi di zaini e borse, attraversati da una palette di nero, bianco e jeans. I capi seguono qualità e responsabilità ambien tale, percorrendo un’idea concreta e pratica di abbigliamento.

IMBOTTITURA ECOLOGICA

Max Mara The Cube, nato nel 2008, fonde l’idea di upcycling con quella del miglioramento e della qualità. Grazie a un processo di riciclo le parti di tessuto cammello, eccedenti dalla lavorazione dei leggendari cappotti del brand, vengono recuperate per realizzare il Cameluxe: una finissima imbottitura dalla proprietà di isolamento termico pari ai materiali vergini, preservando un ulteriore consumo di materie prime.

CRESCITA RESPONSABILE

C.P. Company sperimenta e porta avanti la ricerca verso la riduzione dell’impatto ambientale, attraverso l’utilizzo di fibre naturali insolite e antiche come l’ortica e la canapa, mescolate insieme a cotone pregiato. Il risultato finale è simile al lino, ma molto più forte e rigido, legandosi bene ad altre fibre, integrando una sensazione di morbidezza e longevità quando necessario.

INTRECCIO CROMATICO

Jimmy Choo presenta Yael, stivale da pioggia pratico e leggero, dotato di una suola ispirata alla silhouette dell’originale stivale Jimmy Choo Biker. La gamma, costruita con materiali biodegradabili, propone due altezze: il modello al ginocchio Yael nelle varianti colore nero e cammello e la versione Yael Flat in nero, cammello, verde scuro, viola e arancione ambrato.

— 57 — SHOWCASE TIMELESS

RITORNO AL FUTURO

È arrivato il momento di cambiare e la soluzione ai problemi moderni è nella millenaria storia delle calzature

Quello delle sneakers è uno degli ambienti in cui negli ultimi anni i temi green hanno avuto un maggiore impatto portando, tanto le aziende quanto i consumatori, a rendersi conto degli effetti spesso catastrofici che l’industria ha sull’ambiente. Questo ha fatto sì che molti brand abbiano investito sullo sviluppo di nuovi design e tecniche di produzione che possano contribuire a rivoluzionare i processi con cui le scarpe vengono ideate, realizzate e commercializzate. Tra i progetti recenti più interessanti sotto questo punto di vista c’è la ITOGO di Y-3, linea prodotta da adidas in partnership con lo stilista giapponese Yohji Yamamoto. Sviluppata per il marchio da Aurelien Longo, design director della linea footwear di Y-3, la ITOGO propone un metodo di costruzione molto semplice ed estremamente innovativo, nonostante si basi su concetti parte delle radici della calzoleria. Il nome del modello è costituito da una combinazione delle parole giapponesi “Ito” (filo) e “Go” (cinque) e racconta in maniera chiara la storia di questo progetto: cupsole, inserto in Boost, tomaia in Primeknit, strappi elastici e filo – questi sono gli unici elementi di cui è costituita la ITOGO, realizzata senza l’utilizzo di colle o adesivi chimici. Una sorta di ritorno alle origini che contrasta in maniera così netta rispetto alla costruzione moderna delle calzature da risultare futuristico.

Tornando indietro nel tempo è facile trovare esempi simili in cui l’aspetto ecologico è ancora più centrale. I più recenti sono Nike ISPA Link, il progetto di una calzatura modulare in cui è la tomaia a dare struttura e tenere insieme tutto, e Nike Space Hippie, l’esperimento di recupero degli scarti di lavorazione intrapreso dal marchio stesso nel 2020, in cui alcuni dei modelli presenti nella line-up di debutto miravano a ridurre l’utilizzo di solventi e colle, oltre a quello di materiali di nuova produzione.

All’origine dell’idea di circolarità e recupero alla base di Space Hippie c’è però Considered, l’ambizioso progetto ideato nei primi Anni 2000 da Richard Clarke e Jeff Staple per Nike. Lo sviluppo dell’intera linea Considered si è basato su una serie di importanti regole e criteri che delineavano il sourcing dei materiali (non più di 200 miglia dallo stabilimento di produzione per ridurre l’inquinamento derivante dai trasporti), l’utilizzo di colori naturali o tinte a base vegetale, l’assenza di colle o solventi nel processo produttivo

oltre a una serie di interessanti scelte di design: in quasi tutti i modelli Considered fu utilizzata una costruzione “inside-out” con tagli e cuciture a vivo per eliminare la necessità di adesivi chimici e ridurre gli scarti di produzione. Obiettivo perseguito anche attraverso l’utilizzo di pannelli intrecciati ispirati alle calzature dei nativi americani e fibre naturali (canapa, cotone) o a basso impatto (fibre di poliestere riciclato).

Ancora oggi, a 20 anni dal suo concepimento, Nike Considered è considerato un progetto estremamente all’avanguardia che ha provato a riscrivere le regole della produzione calzaturiera di massa finendo per scontrarsi contro le dinamiche di mercato e il crescente interesse per le calzature sportive.

Grazie a una ritrovata consapevolezza e al rinnovato interesse per i temi ecologici e ambientali questo tipo di progetti sono tornati più che mai di attualità, dimostrando non soltanto che le utopie di 20 o 30 anni fa sono oggi una realtà ma anche come tecniche e tecnologie vecchie di millenni possano essere alla base delle idee che contribuiranno a migliorare il futuro dell’industria calzaturiera. Un vero e proprio ritorno al futuro.

SNEAKER TREND
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In alto: Nike Considered BB Mid Sotto, da sinistra verso destra: Y-3 ITOGO di adidas e Yohji Yamamoto; le Nike ISPA Link del 2022

UNA NUOVA PARTNERSHIP PER CROCS

E SALEHE BEMBURY

Il marchio statunitense Crocs ha comunicato di aver stipulato un contratto biennale con Salehe Bembury, che diventerà così il nuovo direttore creativo della collezione Crocs x Pollex Pod. Il designer americano, ex responsabile del footwear maschile di Versace e oggi una delle figure di riferimento nel mondo delle sneakers, negli ultimi due anni ha lavorato a stretto contatto con Crocs per la realizzazione del Pollex Clog, la sua “personale rivoluzione” del classico sandalo di plastica. Questo nuovo step nella partnership tra Crocs e Bembury è molto importante ed è un’ovvia conseguenza dell’enorme successo raccolto da entrambi con le passate release congiunte, un’unione inedita di design utilitario ed estro creativo.

ADIDAS AFFIDA LA LINEA BASKET A NATHAN VAN HOOK

Stando a quanto racconta Complex Magazine, adidas avrebbe affidato a Nathan Van Hook la sua divisione pallacanestro, una delle più importanti all’interno dell’azienda tedesca, con il ruolo di VP of Basketball Footwear. Per il momento nessuna delle parti coinvolte ha voluto confermare o smentire la notizia, ma si tratterebbe di una mossa importante da parte di adidas. Nathan Van Hook è uno dei più importanti e rinomati sneaker designer; recentemente ha curato lo sviluppo e la realizzazione di tutta la nuova linea footwear di Moncler, il suo primo progetto dopo aver trascorso oltre dieci anni ai vertici del dipartimento di design e sviluppo di Nike. Per lo Swoosh, Van Hook ha lavorato a importanti progetti in ambito training, trail running e soccer, oltre ad aver curato insieme a Kanye West il design di Air Yeezy 2 nel 2012.

ARIES ANNUNCIA L’APERTURA

DEL SUO PRIMO NEGOZIO

Aries ha scelto il suo profilo Instagram per rendere ufficiale l’apertura di un nuovo flagship store nell’esclusivo quartiere di Soho a Londra. A confermarlo è stata Sofia Prontera, designer nata in Italia ma stabilmente attiva nella capitale britannica che ha fondato Aries nel 2012 insieme a Fergus Purcell. Aries è ampiamente riconosciuto come uno dei brand più interessanti nell’odierno panorama streetwear, grazie all’approccio unico alla realizzazione di collezioni e collaborazioni.

SUPREME “TRASLOCA” A LOS ANGELES

RUBA ABU-NIMAH

LASCIA TIFFANY & CO.

Ruba Abu-Nimah ha lasciato Tiffany, per cui ha ricoperto il ruolo di executive creative director. Negli ultimi due anni, la creativa ha curato un importante processo di riposizionamento della celebre gioielleria newyorkese, realizzando progetti che potessero generare interesse nelle nuove generazioni. Tra questi spiccano la realizzazione di un esclusivo Patek Philippe Nautilus in edizione limitata, la campagna pubblicitaria che ha visto apparire Jay Z e Beyoncé insieme a un rarissimo dipinto di Basquiat e la collezione collaborativa firmata con Nike, ufficializzata soltanto pochi giorni prima dell’apparente addio.

Dopo quasi 20 anni trascorsi nell’ormai iconico negozio al 439 di North Fairfax Avenue, Supreme ha recentemente trasferito il suo negozio di Los Angeles in un nuovo spazio su Sunset Boulevard storicamente occupato da un punto vendita della catena Tower Records. Nonostante l’effettivo spostamento sia di circa 3 km, il “trasloco” del brand è un piccolo terremoto: fin dall’inaugurazione nel 2004 il marchio newyorkese ha legato la sua storia al distretto di Fairfax, contribuendo a renderlo una delle zone di LA più frequentate e note per gli appassionati di streetwear e spingendo moltissime label ad aprire i loro negozi nella stessa via o sulla vicina Melrose Avenue.

— 59 — SNEAKER NEWS

UNA DELLE PIÙ RARE NIKE X OFF-WHITE ANDRÀ ALL’ASTA

La prematura scomparsa di Virgil Abloh ha lasciato un segno profondo nella Sneaker Culture e non solo. L’impegno della sua famiglia e dei suoi collaboratori ha fatto sì che la sua importante partnership con Nike non si sia interrotta, dando al pubblico la possibilità di accedere agli archivi del designer statunitense e osservare i progetti al quale stava lavorando. Mostrata per la prima volta durante la sfilata SS 20 di Off-White a Parigi, la Nike Dunk firmata da Abloh con l’artista newyorkese Futura 2000 è rimasta un progetto incompiuto, tra i più desiderati e attesi da fan e appassionati. La rinomata casa d’aste Sotheby’s ha annunciato che otto paia delle Off-White x Futura 2000 x Nike Dunk Low, quattro per colore, saranno battute all’asta a New York con i proventi destinati alla Virgil Abloh Foundation, grazie al contributo della famiglia Abloh e di Leonard “Futura” McGurr.

SAUCONY CELEBRA LA LEGACY DI ROD DIXON

A quarant’anni dal suo trionfo più celebre, Saucony Originals ha dedicato a Rod Dixon una speciale release della sua DXN Trainer: la scarpa da corsa da lui sviluppata insieme al brand americano negli Anni ’80. Nato in Nuova Zelanda, Dixon è considerato un atleta versatile e sotto certi aspetti rivoluzionario per il suo approccio alla corsa e l’interesse per la sua evoluzione dal punto di vista tecnologico. Dopo aver archiviato una buona carriera olimpica coronata dalla medaglia di bronzo nei 1.500 metri a Monaco 1974, Dixon si è dedicato alla Maratona vincendo la corsa a New York nel 1983 indossando proprio quella che oggi conosciamo come DXN Trainer, una calzatura ideata e sviluppata secondo le sue esatte specifiche.

FINALMENTE DISPONIBILI LE NEW BALANCE DI ACTION BRONSON

Dopo lunghi mesi d’attesa, New Balance e il rapper e gourmand newyorkese Action Bronson hanno rilasciato al pubblico la loro prima capsule collection sviluppata a quattro mani. A destare il maggiore interesse è stata la coloratissima New Balance 990v6 “Baklava”, prima collaborazione realizzata dal marchio di Boston utilizzando come base l’ultimo modello della saga 990, una delle più longeve e importanti nella storia delle sneakers. Nel corso delle settimane che hanno preceduto l’uscita, Action Bronson ha mostrato sul suo profilo Instagram anche una seconda colorway ribattezzata “Lapislazuli” di cui, però, non si hanno ancora informazioni riguardo una possibile uscita.

SALOMON FESTEGGIA I DIECI ANNI DELLA XT-6

Il 2023 segna il decimo anniversario della release originale della Salomon XT-6, un modello che non ha soltanto rivoluzionato il trail running, ma anche l’approccio del brand francese al lifestyle e al mondo della moda. In questi dieci anni la XT-6 è stata protagonista di molte importanti uscite e collaborazioni, diventata la scarpa del brand più conosciuta e apprezzata dal grande pubblico. Per celebrare questo importante traguardo, il marchio ha deciso di riproporre la colorway di debutto della XT-6 insieme a una nuova ed esclusiva XT-6 10Y, caratterizzata da una tomaia completamente rossa e prodotta in edizione numerata e limitata a 804 paia.

ZEGNA PRESENTA LA PRIMA COLLEZIONE CON NORDA RUNI

Dopo aver stupito molti, poco più di un anno fa, annunciando la collezione collaborativa firmata con La Sportiva, Zegna ha aggiunto un altro nome eccellente, proveniente dal mondo outdoor, al suo portfolio: quello dei canadesi di Norda Run. “Dalle Alpi italiane alle catene montuose canadesi” è il claim che riassume alla perfezione questa nuova partnership che, grazie alla condivisione di valori comuni tra cui l’amore per la natura e l’interesse per le politiche green, hanno creato un parallelo tra i duri paesaggi del Quebec e i sentieri dell’Oasi Zegna: l’area naturale di oltre 100km² nel biellese voluta da Ermenegildo Zegna e istituita a inizio Anni ’90.

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BODEGA E HOKA SI CONFERMANO UNA COPPIA VINCENTE

Quando nel 2021 la celebre sneaker boutique di Boston Bodega ha voluto includere HOKA nella line-up dei festeggiamenti per i suoi 15 anni, in molti hanno storto il naso non sapendo cosa aspettarsi. Da quella prima collaborazione è nata una HOKA Kaha GTX tra le più amate dai collezionisti. Un successo che ha gettato le basi per la realizzazione di questa nuova release a quattro mani che ha visto Bodega firmare un pack che comprende la Tor Ultra nelle versioni low e high-cut in due colorway inedite. Anche questa volta la release è stata gestita in esclusiva da Bodega online e nei suoi negozi di Boston e Los Angeles, lasciando l’amaro in bocca a gran parte del pubblico europeo.

BEAMS PARTECIPA AL LANCIO DELLA MIZUNO WAVE RIDER β

Grazie all’ottimo lavoro svolto negli ultimi anni con la linea Lifestyle, Mizuno ha saputo progressivamente affermarsi come uno dei brand più interessanti nell’odierna sneaker scene. Con l’arrivo della Wave Rider 26, ultimo capitolo della linea WR, il brand ha voluto presentare anche un nuovo modello che unisce la tecnologia della WR26 con linee ispirate al running Anni ’90. Nasce così la Wave Rider β , presentata durante il mese di marzo con due colorway di debutto con base blu navy e verde, oltre a una prima collaborazione con il retailer giapponese BEAMS, che ha voluto invece mantenere la colorway monocromatica giocando con pattern e trame per realizzare una delle prime candidate a miglior sneaker del 2023.

NOAH CLOTHING AL DEBUTTO CON PUMA

Il marchio statunitense Noah Clothing ha recentemente presentato la sua prima collezione collaborativa realizzata con Puma, che include tre nuove colorway della Clyde nella versione premium made in Japan. La Clyde, che quest’anno festeggia il suo cinquantesimo compleanno, è riconosciuta come un simbolo nel mondo delle sneakers, grazie alla sua rilevanza storica e culturale. Questa release potrebbe rappresentare la fine della longeva partnership tra Noah e adidas, che nel corso degli ultimi anni ha firmato numerose collaborazioni con il marchio di Brandon Babenzien.

UNA COLLABORAZIONE A SEI MANI PER KITH, CLARKS E ADIDAS

Nel corso degli anni Ronnie Fieg ha saputo abituarci a partnership incredibili e release mai viste, ma quest’ultimo progetto ridefinisce il concetto di “collaborazione” che conosciamo nel mondo delle sneakers. Il fondatore di KITH ha coordinato un progetto inedito che ha visto il coinvolgimento di adidas Originals e Clarks Originals finalizzato alla realizzazione di un nuovo modello che potesse rappresentare al meglio l’heritage di due brand con storia e grande tradizione. Il risultato è la “Samba 8th Street”, basata sul classico a “tre strisce” ma resa unica grazie all’utilizzo del suede di Charles F. Stead e da una crepe sole sviluppata appositamente. In questo particolare concerto KITH si è presa cura della comunicazione, Clarks del sourcing dei materiali e adidas della produzione, dando vita a qualcosa di mai visto.

LA IKONI TRAIL

TORNA NELLA LINE-UP DI KARHU

Dopo aver presentato il modello con la scorsa collezione fall-winter ‘22, Karhu ha deciso di includere nuovamente la Ikoni Trail nella spring-summer ‘23. Il modello, sviluppato dal brand con chiari riferimenti riferimenti al mondo del running outdoor, unisce funzionalità, comfort e design, proponendo nuove tecnologie e materiali anche in un contesto lifestyle. Il trail running da sempre fa parte del dna di Karhu e la Ikoni Trail rappresenta al meglio la tradizione e la ricerca che caratterizzano la storia centenaria del marchio finlandese.

SNEAKER SHOWCASE — 61 —

PAROLA D’ORDINE: INCLUSIVITÀ

END. Clothing leader tra gli store nel mondo moda, sneakers e design nato a Newcastle nel 2005 e che quest’anno ha aperto il suo primo spazio fuori dal Regno Unito, a Milano di Sara Fumagallo

Un palcoscenico per guidare la cultura, la conversazione e il cambiamento. END. Clothing è lo store britannico nato dall’idea di Christiaan Ashworth e John Parker che, dal 2005, propone brand di fama mondiale ma anche designer emergenti nazionali e internazionali. Da marzo 2021, il negozio è di proprietà del Gruppo Carlyle e, con un’esperienza (quasi) ventennale, è una tra le destinazioni leader nel campo della moda, delle sneakers e del design, grazie alla customer experience unica attraverso concept store fisici e punti di contatto digitali. Da ormai 18 anni lo scopo è sempre quello di ispirare ed educare la comunità globale attraverso la moda, il design, l’arte e la musica. A oggi, la realtà conta punti vendita a Londra, Glasgow, Manchester e, da febbraio 2023, anche Milano. Da qualche mese l’identità britannica del retail ha raggiunto la cit -

tà italiana con l’obiettivo di proporre il proprio concetto inclusivo - fatto di experience, customer service, community, lanci ed eventi - alla community meneghina.

DA MANCHESTER A MILANO

Usciti dal Regno Unito, il primo store fisico di END . Clothing ha aperto a Milano, in Piazza dei Mercanti 21, all’interno di Palazzo Venezia: storico building che si affaccia su Piazza Cordusio e di proprietà di Generali. Si tratta di uno spazio di 1.900 mq sviluppato su tre piani, curato dallo studio Brinkworth che propone una vasta offerta di prodotti di abbigliamento streetwear e sneakers. Inoltre, grazie all’area homeware e alla proposta di magazine, prodotti per skincare e accessori, il multibrand può essere considerato un vero e proprio concept store.

— 62 — INSIDE THE STORE
Nome boutique : END. Milano � Indirizzo : Via Mercanti, 21, 20121 Milano � Mq : 1900 � Sito internet : endclothing.com
SCHEDA TECNICA
Alcune immagini dello store END. Clothing
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