SportdiPiù magazine Veneto 70_2021

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Foto: Traorè Beh Alassane

SPO RT LI FE Arnold sul ring durante il match con il bosniaco Dragan Dragujevic, seguito all'angolo dal maestro Cristian Castellacci

L’esordio di

Arnold

E

LUCA TRAMONTIN sordio da professionista di:

· · · ·

un immigrato; un atleta della Pugilistica Rodigina; una persona corretta sul ring e fuori; uno che potrebbe lamentarsi dalla mattina alla sera e non lo fa mai; · un attore/atleta di SPORT CRIME stagione 1; · un attore/atleta di SPORT CRIME stagione 2; · un tizio che adesso tutti applaudono ma all’inizio hanno allenato in pochi; · un musulmano osservante e rispettoso degli altri al punto di scherzare sul salame E ha anche vinto. In pratica Arnold (ovviamente un soprannome, il suo nome vero è Traoré Beh Alassane n.d.r.) ha negato ogni possibilità

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di trovare un difetto alla giornata del 31 ottobre al Salone del grano di Rovigo. Sarebbe troppo facile salire in barca (come ha fatto lui per lasciarsi alle spalle la guerra civile in Costa d’Avorio), urlare a favore di un tipo di integrazione, dei nostri sport e del nostro Veneto, meglio ‘fare un giro’ virtuale e sottolineare quello che non è stato palese e trionfante in uno scenario atletico, umano e di fair play da portare a eterno vanto. Parlerei anche di un fight team bosniaco che ha portato atleti fortissimi, colore, agonismo e disponibilità a fare gli straordinari, mi riferisco a varie parti di fiction che (visto che non c’era niente da fare...) sono state richieste ed eseguite con un senso di squadra e di sport che insegna. Corretto, dicevamo: pronto a scusarsi sinceramente e non solo tatticamente quando ha colpito basso, umile nella strategia di attesa e attacco e soprattutto tifoso dei suoi compagni di team quando sul ring c’erano gli altri. Netta abolizione delle origini, dei livelli, di tutto quello che divide. Mi sbilancio a favore di una specie di

razzismo contributivo: credo sia da discriminare chi scrocca, chi approfitta, chi potrebbe contribuire e non lo fa. So a cosa vado incontro. La vittoria di Arnold ha e avrà un ricasco locale, lavora, paga le tasse, se guadagnerà abbastanza da vivere di boxe restituirà al suo club. Per il momento paga tasse, aiuta, contribuisce. Al suo esordio a bordo ring c’era anche un regista di documentari e fiction, che ha investito soldi e tempo appena saputa (solo qualche giorno prima, al bar) la storia di Arnold. Cristiano Castellacci, Enrico Pizzardo e Carlo Brancalion, da maestri attenti ai loro atleti, ma anche all’atmosfera circostante e a tutto quello che può portare visibilità sana alla società, hanno spiegato ai loro ragazzi che stava lavorando anche lui (si chiama Andrea Sartori) e che quindi avrebbe fatto parte della squadra quotidiana. Sartori ha chiuso la sua prima giornata di boxe sudato e stremato, lo «mandavamo» dalle fasciature ai giudici, dall’incontro


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