Punto Effe n. 17/2019

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ISSN 2612-3983 Anno XX | N° 17 21 novembre 2019 | www.puntoeffe.it

COMBATTE I DISTURBI DI STAGIONE

Farmacologia Fattore tossicità

Ricorda l’importanza di una dieta varia ed equilibrata e di uno stile di vita sano.

parliamone In tema di promozioni

Stefano Collatina

veterinaria Il pet in viaggio

UN BILANCIO

positivo

Il progressivo diffondersi dei biosimilari sul mercato nazionale, elemento chiave per la sostenibilità del sistema sanitario. A colloquio con il coordinatore dell’Italian Biosimilars Group DISPONIBILE IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA www.specchiasol.it | Seguici su


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La tua calma, la tua serenità, il tuo rilassamento

DISPONIBILE IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA

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Ricorda l’importanza di una dieta varia ed equilibrata e di uno stile di vita sano. Prima dell’uso leggere le avvertenze riportate sull’astuccio. Materiale ad esclusivo uso professionale.

E L’ATTACCO NON TI FA PIÙ PAURA


ISSN 2612-3983 Anno XX | N° 17 21 novembre 2019 | www.puntoeffe.it

parliamone In tema di promozioni

Farmacologia Fattore tossicità

Stefano Collatina

veterinaria Il pet in viaggio

UN BILANCIO

positivo

Il progressivo diffondersi dei biosimilari sul mercato nazionale, elemento chiave per la sostenibilità del sistema sanitario. A colloquio con il coordinatore dell’Italian Biosimilars Group




SOMMARIO

Editoriale | La parola magica

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L’isolano | Pillole di informazione ad Anagni

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Un farmacista a scuola | Formazione e collaborazione

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PARLIAMONe NORMATIVA | In tema di sponsorizzazioni

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primo piano ECHI DAL WEB | Antibiotici, un dato che preoccupa 14

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ATTUALITÀ | Integratori, lo stato dell’arte

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INCONTRI | Stefano Collatina

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PAPER BLOG | Una partenza con il botto

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LA BUONA GESTIONE | Il network delle idee 26

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FARMACOLOGIA | Fattore tossicità 28 VETERINARIA | Il pet in viaggio

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PROFESSIONE | Un ruolo primario

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RUBRICHE Legale | Se settanta metri vi sembrano pochi Dalle aziende | La giusta risposta Il libro | Ritardi da colmare Dalle aziende | Una scelta ragionata

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Direzione, Redazione, Marketing Via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel.: 02.88184.1 - Fax: 02.88184.302 www.puntoeffe.it Reg. Trib. di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 23531 (Registro operatori comunicazione)

Editore EDRA S.p.A. Direttore responsabile Giorgio Albonetti

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Collaboratori Alessio Arbuatti, Rachele Aspesi, Paola Brusa, Claudio Buono, Carla Carnovale, Stefano De Carli, Luigi Marafante, B.R. Nicoloso, Luca Pani, Chiara Romeo, Ivan Tortorici Responsabile pubblicità Stefano Busconi dircom@lswr.it - Tel. 02.88184.404 Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it - Tel. 02.88184.292 Ilaria Tandoi - i.tandoi@lswr.it Tel. 02.88184.294

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Coordinamento redazionale Giuseppe Tandoi - g.tandoi@lswr.it

Grafica e Immagine Emanuela Contieri - e.contieri@lswr.it

novembre 2019 |

Farmanews | Un’arma in più Consigli The Blind Spot | Uno spiraglio di luce

Produzione Walter Castiglione w.castiglione@lswr.it - Tel. 02.88184.222 Immagini Shutterstock.

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menti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.lgs 196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Edra S.p.A. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.

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Per il periodo 1/1/2018 - 31/12/2018 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 8.720 Diffusione media: 8.482 Società di Revisione: RE.FI.MI. S.r.l.



editoriale

L

di Giuseppe Tandoi

È almeno da una decina d’anni che si parla costantemente, in ogni evento dedicato alla sanità, di sostenibilità. Una parola magica che viene chiamata in causa ogni qual volta si affronti il tema di un Servizio sanitario nazionale a rischio sopravvivenza, almeno nei principi che lo hanno caratterizzato finora - universalità, gratuità… - oggi messi a repentaglio dal tramonto del welfare state “all’europea”. A volte il vocabolo viene usato, indebitamente, per fare intendere che la sanità pubblica deve essere sottoposta a una stretta, a un ridimensionamento in termini di risorse finanziarie, “altrimenti la sostenibilità va a farsi benedire”. Una forzatura, alla fine, che non serve a nessuno. La logica del risparmio a tutti i costi è, a lungo andare, controproducente, perché va a coincidere con una riduzione dell’offerta assistenziale ai cittadini. Un punto sul quale tutti gli operatori del settore concordano, un po’ meno alcuni ministri dell’Economia sempre in cerca di qualcosa da tagliare. Certo è che le strade che conducono alla sostenibilità del nostro sistema sanitario sono molteplici. Una di queste passa attraverso la diffusione sul mercato nazionale dei farmaci biosimilari. Argomento sul quale periodicamente Punto Effe si sofferma, come accade in questo numero, dove trovate l’intervista a Stefano Collatina, coordinatore dell’Italian biosimilars group da poco più di un anno. Permangono le

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a parola

magica criticità, che in prima istanza toccano i farmaci biologici, ancora sottoutilizzati per alcune importanti patologie. In secondo luogo non è ancora piena la consapevolezza - tra i professionisti della salute e tra gli stessi pazienti e caregiver - del fatto che, come sottolinea Collatina, il ricorso diffuso ai biosimilari implica, in prospettiva, ingenti risparmi per il Ssn garantendo, al contempo, cure di qualità a una platea sempre più ampia di pazienti. Sbagliate invece, secondo il coordinatore di Ibs, le fughe in avanti che vorrebbero “suggerire” la sostituzione automatica tra biologici e biosimilari, sempre nella logica del risparmio a ogni costo. Ma i biosimilari non sono i generici e il ruolo del medico prescrittore non può essere bellamente bypassato. Un’altra questione inerente la sostenibilità cui si accenna su questo numero è quella, annosa, dello scorretto uso, o abuso, di antibiotici, con tutto quello che ne consegue in termini di farmacoresistenza. Il Rapporto Aifa di cui parliamo nelle prossime pagine conferma che il fenomeno, tutt’altro che edificante, riguarda anche il 30 per cento e oltre dei soggetti in età pediatrica. In entrambi i casi l’attività di educazione sanitaria svolta dalle farmacie italiane è cruciale. Come scrive Rachele Aspesi nella sua rubrica, attività come quelle, tanto per fare un esempio recente, del DiaDay, dovrebbero durare tutto l’anno.

Sostenibilità, un traguardo comune, molte le strade per raggiungerlo. Senza passare dai tagli di spesa


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l’isolano

U

di Ivan Tortorici, farmacista di Trabia (Palermo)

na lieta

brigata Cronaca frenetica del secondo simposio del gruppo Facebook Pillole di informazione, ad Anagni

Pa pa parapapapa para papapa parapapàààà...

ci conduce alla conclusione dell’allegra serata, pianoforte, «notte, a domani».

8 NOVEMBRE, FIUMICINO

9 NOVEMBRE

Accogli quello, raccogli quegli altri, aria di festa, abbracci sinceri. Non incontro colleghi ma amici, come ai tempi della scuola, quelli che hai veramente piacere di incontrare. Peccato che non sono proprio tutti, alcuni proprio non ce l’hanno fatta a venire, le farmacie ti stregano, ti trattengono avidamente, non sono aziende impersonali, ma piuttosto mogli, certe volte il permesso di allontanarti proprio non te lo danno. Dai, veloci, forza! Cicciooo, dov’è Petulia?! Cerca Petulia, trova Petulia. Navetta, pioggia torrenziale, qualche battuta goliardica proprio come nelle gite scolastiche e siamo già ad Anagni. Ed ecco la Gianfra e Max, patron di casa, ecco Alfonzo giorna-vigator, ecco il prof-legislazione, ecco la prof-coach, ecco Raffaele farma-innovatore, ed ecco persino il Venturi, gran rompi… ehm precisino, e ci sono pure Lucilla e Gianlu, l’addetto alla disposizione dei tavoli, e le super solidali sorelle Margiotta e tanti, tanti altri. Ed è proprio coinvolgente e quasi surreale incontrare, toccare e abbracciare coloro che “normalmente” frequenti attraverso una fredda tastiera. Una tipica, intima e raffinata cena

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È il fatidico giorno del simposio di Pillole di informazione, il gruppo nativo social, ora neo associazione. E via con la navetta verso la Sala della Ragione del Comune di Anagni, bellissima. Entriamo, un colpo d’occhio incredibile: tavoli da dieci sedie, tondi, rosso porpora sotto pareti svettanti in storica pietra e un tetto ligneo altissimo, luci calde, moderne e ben armonizzate, calici di vino, prelibatezze al centro dei tavoli. Siamo persino tutti più belli, si prospetta una giornata speciale. La Gianfra, Ilaria, Annalisa agli accrediti, Pierangelo, Marco, Vincenzo, attenti osservatori, Giulia, Gianluca si occupano delle riprese video, Raffaele diffonde musica jazz e la magia è completa. Anche l’elegante cameriere, con gentilezza, si muove tra i tavoli e comincia a ossigenare il Nero D’Avola Dop di Contessa Entellina, rosso rubino intenso con riflessi violacei, volutamente siciliano per ricordare e sottolineare le origini di Pillole, e mi sussurra con orgoglio: «Dottò, le ciambelline so’ ciociare, lo dica che vanno nel rosso». Ecco il sindaco, lungimirante. Ecco Max, turbamento per una vita spezzata, struggente la sua missione parallela a quella di farmacista, il mio 5x1000 andrà alla www.associazionetizianociotti.it.

Via ai lavori, annuso, a pelle intuisco, le sensazioni dei “simposianti”, attratti e incuriositi dalla novità, gli angoli delle bocche all’insù diffondono positività, voglia di interazione, di confronto, i facilitatori disinvoltamente si buttano a capofitto a dibattere e stimolare sui loro specifici temi, tutti uniti da un filo conduttore. Non c’è il distacco tipico dei convegni convenzionali. Sedute a quegli eleganti tavoli ci sono, infatti, persone che dialogano in armonia. Il vino, osservato soltanto per pochi minuti con sospetto e diffidenza, viene adesso degustato, le ciambelline assaporate, i toni morbidi, i dialoghi fluenti, le formalità, quelle inutili, abbandonate, il simposio di Pillole vince. E vince anche Anagni, città dei papi, con la sua cultura, assaporata anche nella visita alla cripta della cattedrale e alla misteriosa, magica, certosa di Trisulti. E vincono anche i tanti colleghi, adesso amici, che hanno creduto in questo evento, venendo da ogni parte d’Italia, e che vorrei ringraziare uno per uno, scusandomi con loro se non son riuscito a nominarli in questo breve racconto, ma che rimangono nel cuore mio, di Maria Teresa e di Vincenzo. Ahhhh vi starete chiedendo, e il parapapà iniziale? Ebbene, ogni mezz’ora il maestro Wagner, con la sua Cavalcata delle Valchirie, ha scandito il passaggio da un tavolo all’altro dei “facilitatori”. Temo che ce lo ricorderemo a lungo.



un farmacista a scuola

F

di Sergio Cattani, farmacista ed educatore

ormazione

Ecollaborazione Un corso di aggiornamento per il personale di alcune farmacie con il coinvolgimento dei medici di medicina generale

Poche settimane fa, in questo scorcio d’inverno anticipato, è successa una cosa rara e preziosa. Collaboro con una farmacia che è molto impegnata sul fronte della formazione dei dipendenti. Si tratta di dieci colleghe/i, a rotazione su un orario di undici ore al giorno e due luoghi di lavoro differenti. Difficile riuscire a far circolare bene le informazioni e mantenere un livello di omogeneità tale da far valere il classico detto delle imprese: «tutti utili, nessuno indispensabile». Per questo mi occupo di organizzare un momento formativo mensile, alla presenza di tutti i farmacisti. Scelgo i temi in base alla stagione, ma anche in base a novità o studi importanti in ambito farmaceutico. Generalmente svolgo io la formazione, ma succede con una certa regolarità che a rotazione qualcuno si prepari un tema da presentare al gruppo. Questo, unito al basso numero di persone sedute in cerchio, consente di tenere alti attenzione e coinvolgimento. L’ultima volta abbiamo provato a fare qualcosa di nuovo: invitare anche i medici di medicina generale che lavorano nel territorio della farmacia. Dal momento in cui il tema erano le malattie stagionali

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ti, antistaminici, decongestionanti, analdelle vie respiratorie, abbiamo pensato gesici e associazioni. Due colleghi di allargare il giro, perché sia noi farmahanno passato in rassegna le fitoteracisti che loro siamo in prima linea per pia, sempre secondo un approccio moaiutare le persone a stare meglio, sostederno evidence based. I medici hanno nendo l’appropriatezza terapeutica e condiviso il loro modus operandi con le combattere l’antibioticoresis tenza persone affette da queste patologie. Si è (10.000 morti all’anno in Italia, record trattato di un mocontinentale). mento dall’alto vaSi sa che il dialogo lore educativo e tra medici e farmaalla ricerca formativo. In pricisti, pur propagandi una mis, grazie agli apdato ad alti livelli stra tegia profondimenti, tra associazioni di comune abbiamo condiviso categoria e istituzioni, è discontinuo tra ambulatorio una sorta di revisione sistematica dei e spesso del tutto medico r imedi stagionali assente nella pratie farmacia, più efficaci. Ma soca quotidiana. Per pur nella prattutto abbiamo questo abbiamo vodiversità costruito un modo luto rischiare e sedi confrontarci e derci in cerchio di competenze insieme a loro per e responsabilità dialogare tra due professioni simili condividere approcma con caratteristici comuni. Hanno riche e responsabilità differenti. sposto all’appello, insieme a tutto il Concetti come vigile attesa, effetto placorpo farmacistico, due medici di base e cebo, prescrizione differita di antibiotici un medico che fa ambulatorio privato si indeboliscono enormemente se non disul territorio. ventano parti di una strategia comune Io mi sono occupato di fare una revisiotra ambulatorio medico e farmacia. Noi ne di letteratura sulle prove scientifiche in questo scorcio di stagione influenzale che sostengono (o meno) l’utilizzo dei 2019/2020 abbiamo posto le basi per più comuni rimedi per le malattie stagiouna proficua collaborazione. nali: mucolitici, sedativi della tosse, lisati Adesso lavoriamo per farla durare. batterici, espettoranti, immunostimolan-



parliamone

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n tema

di sponsor La normativa fiscale riguardante le attivitĂ di promozione della farmacia

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di Stefano De Carli, Studio Luce, Modena


NEL DETTAGLIO Riguardo a tale ultima situazione vale la pena di fare un po’ di chiarezza anche perché lo scenario è mutato in modo radicale abbastanza di recente. Come è noto, la condizione principe per la deduzione dei costi aziendali è quella dell’“inerenza”, cioè il collegamento tra onere sostenuto e attività svolta, nel caso specifico tra il pubblico presente alla manifestazione organizzata e la farmacia. Quindi è comprensibile l’atteggiamento di sospetto della mancanza di requisiti per il nostro specifico settore tenuto dall’amministrazione finanziaria. La quale tende anche a motivare i suoi accertamenti, sostenendo la mancata economicità della spesa, avvalorata dal mancato incremento di vendite o di redditività o dall’eccesivo valore corrisposto. È evidente che per la farmacia che avesse aderito a qualche forma promozionale, classicamente sui campetti sportivi, non sarà facile dimostrare una correlazione tra quanto erogato e il ritorno in termini di redditività, anche indiretta. Tanto più che l’Agenzia delle entrate è bene a conoscenza del regime di particolare favore che assiste le associazioni sportive sia in termini di adempimenti fiscali sia di tassazione. Viene tuttavia in soccorso quanto espresso dall’articolo 90, comma 8, della Legge 289 del 2002 che così recita: «Il corrispettivo in denaro o in natura in favore di società, associazioni sportive dilettantistiche e fondazioni costituite da istituzioni scolastiche, nonché di associazioni sportive scolastiche che svolgono attività nei settori giovanili riconosciuta dalle Federazioni sportive nazionali o da enti di promozione sportiva, costituisce, per il soggetto erogante, fino a un importo annuo complessivamente non superiore a 200.000 euro, spesa di pubblicità, volta alla promozione dell’immagine o dei prodotti del soggetto erogante mediante una specifica attività del beneficiario, ai sensi dell’articolo 74, comma 2, del Testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917». La norma è alquanto chiara: quanto corrisposto ai soggetti elencati dall’articolo, entro i limiti indicati di 200.000 euro, rappresenta una spesa di pubblicità deducibi-

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parliamone

Pur non essendo certo il fatturato della farmacia influenzato in modo sostanziale da azioni di promozione sulla propria immagine o sui prodotti venduti, sono molto comuni le domande che i farmacisti ci rivolgono circa il trattamento fiscale di eventuali costi sostenuti. Ciò a motivo di iniziative personali oppure, e molto più spesso, a seguito di sollecitazione di sponsorizzazioni richieste da clienti/amici/conoscenti/aziende/ ma soprattutto da associazioni varie, soprattutto sportive.


parliamone

le dal reddito della farmacia (e la relativa Iva è detraibile) alla condizione, chiarita anche dall’Agenzia delle entrate nella circolare 21 del 2003, della prova della prestazione effettuata per cui i corrispettivi erogati devono essere necessariamente destinati alla promozione dell’ immagine e dei prodotti del soggetto erogante. Inoltre, a fronte dell’erogazione delle somme, deve essere riscontrata una specifica attività da parte del percettore delle somme. Tali sono gli unici requisiti per la deducibilità posti dal legislatore che non richiede necessario entrare nel merito sia dell’importo sia della congruità rispetto alla attività esercitata. Il principio è stato tuttavia continuamente disatteso dai verificatori fiscali, che si sono sempre riferiti per le proprie rettifiche alla violazione dei principi di mancanza di inerenza e di antieconomicità di cui si è detto sopra e ribaditi nella circolare 57/2010 dell’Agenzia delle entrate. Si assiste però, fortunatamente, a una presa di posizione consolidata da parte della Corte di Cassazione (da ultimo sentenza 8991 del 2017) che statuisce la valenza di “presunzione assoluta” delle disposizioni della Legge del 2002 in forza della quale decadono i motivi di rettifica operati dall’Agenzia.

IN SINTESI In sostanza qualora la farmacia volesse dare il proprio contributo a eventi sportivi potrà essere certa di essere al riparo da attenzioni da parte dell’amministrazione finanziaria qualora vengano rispettati i seguenti elementi: 1) il soggetto sponsorizzato sia una compagine sportiva dilettantistica: a tal fine si ricorda che il comma 17 del già citato articolo 90 della Legge 289/2002 stabilisce che le associazioni e le società sportive dilettantistiche devono indicare nella denominazione sociale la finalità sportiva e la ragione o la denominazione sociale dilettantistica e che la circolare dell’Agenzia delle entrate 21/2003 così si esprime: «Parimenti costituisce condizione per il godimento dei benefici fiscali l’adozione della denominazione indicata nel citato comma 17 dell’art. 90, che deve essere utilizzata in tutti i segni distintivi o comunicazioni rivolte

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al pubblico. Le associazioni e le società tenzialmente benefici economici per l’imsportive dilettantistiche, in possesso dei presa ovvero sia coerente con pratiche previsti requisiti, sono iscritte nell’appocommerciali di settore». sito registro istituito presso il Coni, ai Dal che si evince che: sensi del comma 20 dell’art. 90 della le spese di rappresentanza costituiscoLegge n. 289»; no erogazioni gratuite effettuate con finali2) non venga superato il limite quantitatità promozionali o di pubbliche relazioni vo di spesa di 200.000,00 euro annui, licon mancanza di un corrispettivo o di una mite che ovviamente non costituisce un specifica controprestazione da parte dei ostacolo nel campo delle farmacie; destinatari dei beni e servizi erogati; 3) la sponsorizzazione miri a promuovere le spese di pubblicità rientrano in un l’immagine e i prodotti dello sponsor; sacontratto a prestazioni corrispettive, la cui rà dunque opportuno conservare docucausa va ricercata nell’obbligo di pubblicizmentazione dei layout e delle scritte zare/propagandare - a fronte della percepubblicitarie/promozionali predisposte; zione di un corrispettivo - il marchio e/o 4) il soggetto sponsorizzato abbia effettiprodotto dell’impresa al fine di stimolarne vamente posto in essere una specifica la domanda. attività promozionale. Occorrerà pertanTra le spese di pubblicità rientra senza to conservare foto, attestazioni, o dubbio il contratto di sponsorizzazione in quant’altro che possa dimostrare la reaquanto prevede che lo sponsor si obbliga le presenza, per esempio, di striscioni o a una prestazione (che può consistere in tabelloni sul campo da gioco, loghi o deuna somma di denaro, in beni o servizi) nominazione della farmacia sulle tute o nei confronti del soggetto sponsorizzato, magliette, eccetera. che a sua volta si obbliga divulgare il noParadossalmente la situazione diventa meme/marchio dello sponsor nella propria no tranquilla in assenattività e, in generale, za di una sola di tali a effettuare determicaratteristiche, anche nate prestazioni puble spese di qualora la tipologia di rappresentanza blicitarie. veicolo pubblicitario Assumendo le spese costituiscono fosse più indicata al di sponsorizzazione la erog azioni settore della farmacia, natura di oneri pubbligratuite per esempio in caso di citari ne discende che sponsorizzazioni di ai sensi dell’art. 108 effettuate ambienti o situazioni del Tuir comma 1 tali con finalità legate strettamente al spese sono deducibili promozionali mondo sanitario. In tal interamente nell’esercaso si rientrerebbe cizio di sostenimento pienamente nelle previsioni dell’articolo 108 qualora imputate a conto economico tra i del Testo unico delle imposte dirette (spese costi dell’esercizio oppure tramite la relatirelative a più esercizi) il cui ambito di appliva quota di ammortamento qualora capitacazione è stato indirettamente chiarito dal lizzate. Decreto attuativo 19/11/08. Quest’ultimo Tuttavia qualora si esuli dalle ipotesi diha introdotto, tra l’altro, una definizione di sciplinate dal più volte richiamato articolo quello che si intende per «spese di rappre90 della Legge 289/2002 la farmacia dosentanza». In base all’art. 1 del citato decrevrà provare, con non poche difficoltà, l’ito «si considerano inerenti, sempreché nerenza e l’economicità della spesa effettivamente sostenute e documentate, le consistente nella: spese per erogazioni a titolo gratuito di beni giustificazione della congruità dei costi e servizi, effettuate con finalità promozionali rispetto ai ricavi e all’oggetto sociale; o di pubbliche relazioni e il cui sostenimen prova che all’attività sponsorizzata è rito risponda a criteri di ragionevolezza in conducibile una diretta aspettativa di ritorfunzione dell’obiettivo di generare anche pono commerciale.


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echi dal web

U

da Farmacista33

n dato

chepreoccupa

Antibiotici, i dati del Rapporto Aifa sul 2018: uso scorretto in oltre il 30 per cento dei casi in età pediatrica

Nel corso del 2018 l’uso non corretto degli antibiotici è diminuito ma è rimasto in oltre il 30 per cento dei casi di tutte le condizioni cliniche. Nella fascia pediatrica, sotto i sei anni, un bambino su due ha ricevuto una prescrizione di antibiotici e quattro volte su dieci non è stato scelto quello di prima linea. Sono alcuni dei dati forniti dal rapporto

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“L’uso degli antibiotici in Italia 2018” dell’Agenzia italiana del farmaco, presentato a Roma. Da un confronto con i dati del 2017 emerge come tutti i tassi di inappropriatezza nell’uso degli antibiotici siano in calo, anche se ancora oltre il 30 per cento in tutte le condizioni cliniche studiate (influenza, raffreddore comune, laringotracheite, farin-


echi dal web gite e tonsillite, cistite non complicata e bronchite acuta). Fa eccezione la bronchite acuta, in cui l’impiego inappropriato si è ridotto dal 32,9 per cento del 2017 al 29,8 del 2018. Il 75,2 per cento degli antibiotici viene prescritto da medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e dispensato in farmacia con ricetta rossa; l’8,9 per cento, invece, da strutture sanitarie pubbliche e utilizzato all’interno delle stesse o al domicilio del paziente. Ma c’è anche un 15,9 per cento di antibiotici acquistati dal cittadino in farmacia a proprie spese, e quindi non a carico del Servizio sanitario nazionale. Il focus sulla fascia pediatrica ha evidenziato che un bambino su due con meno di sei anni ha ricevuto, nel corso del 2018, almeno una prescrizione di antibiotici, che risultano i farmaci più prescritti nella popolazione pediatrica. Inoltre, quattro volte su dieci non vengono scelti antibiotici di prima linea, quelli cioè da utilizzare in prima istanza per una specifica condizione clinica, anche perché consentono di ridurre il

rischio di reazioni avverse e lo sviluppo di resistenze batteriche. In particolare, segnala il Rapporto Aifa, l’associazione amoxicillina/acido clavulanico è l’antibiotico più utilizzato in ambito sia territoriale sia ospedaliero, laddove potrebbe essere indicata la sola amoxicillina, che ha uno spettro d’azione più selettivo e ha quindi un minor impatto sulle resistenze. E ciò è particolarmente evidente nella popolazione pediatrica. In contrasto, per altro, «con l’indicazione contenuta in molte linee guida, secondo la quale l’amoxicillina è considerata la terapia di prima scelta per il trattamento in ambito territoriale delle infezioni batteriche più frequenti in pediatria, quali la faringotonsillite streptococcica e l’otite media acuta». In generale il rapporto Aifa fotografa un maggior consumo di antibiotici nelle fasce di età estreme, con un livello più elevato, appunto, nei primi sei anni di vita e dopo i 75 anni. Si registra anche un utilizzo più frequente di antibiotici per le donne nelle fasce d’età intermedie e per gli uomini in quelle

in generale il rapporto rileva un maggior consumo di antibiotici nelle fasce di età estreme estreme. E se la più alta prevalenza d’uso degli antibiotici nei bambini e negli anziani è dovuta alla maggiore incidenza di malattie infettive, il più frequente utilizzo di antibiotici per le donne nelle fasce d’età intermedie è verosimilmente correlato al trattamento delle infezioni delle vie urinarie. Il più frequente utilizzo per gli uomini in quelle estreme può essere ricondotto al trattamento di sovrainfezioni batteriche nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco).

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attualità

L Gli integratori alimentari sono diventati negli ultimi anni un elemento importante delle strategie individuali per il mantenimento del proprio benessere. Infatti, sebbene l’adozione di uno stile alimentare vario ed equilibrato, specie in persone fisicamente attive, sia ritenuta sufficiente per garantire alla popolazione sana tutti i nutrienti necessari, sempre più osservazioni epidemiologiche supportano la necessità di una maggiore attenzione alla copertura del fabbisogno nutrizionale e al sostegno delle funzioni fisiologiche dell’organismo anche nei Paesi maggiormente industrializzati.

di Chiara Romeo

o stato

dell’arte Giunta alla sua seconda edizione, la Review scientifica promossa da Integratori Italia mette in luce i vantaggi dell’integrazione nella prevenzione e nel sostegno alle funzioni fisiologiche nelle differenti età

In questo contesto si inserisce una seconda edizione, a tre anni di distanza dalla prima stesura, della Review scientifica sull’integrazione alimentare: evidenze dalla ricerca scientifica e nuove frontiere di sviluppo, che ha riunito alcuni tra i maggiori esperti italiani sul tema della nutrizione e della salute. Il documento è stato redatto su iniziativa di Integratori Italia di Unione Italiana Food (associazione di categoria aderente a Confindustria che rappresenta in Italia il settore degli integratori alimentari e dei prodotti salutistici) ed è stata realizzata in collaborazione con Edra.

Da sinistra i partecipanti alla presentazione della Review: Vincenzo De Leo, Giovanni Scapagnini, Andrea Poli, Alessandro Golinelli, Domenico Careddu, Lorenzo Morelli, Patrizia Restani

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IL MERCATO «Il mercato degli integratori è vivace e dinamico, come dimostrano recenti dati New Line, che testimoniano un aumento globale delle vendite superiore al 4 per cento negli ultimi dodici mesi, con un valore complessivo sopra i 3,2 miliardi di euro», s piega Ales sandro G olinelli, presidente di Integratori Italia, in occasione della presentazione del documento. «Dati che evidenziano, da un lato, l’esigenza sempre più sentita di uno stile di vita improntato alla salute e al benessere. Dall’altro un’offerta innovativa e di qualità che incontra il favore del consumatore». In questi tre anni sono stati numerosi e significativi gli studi della ricerca sperimentale e clinica sulle diverse sostanze presenti negli alimenti e negli integratori, sia per specifiche esigenze, sia per tutti i periodi della vita: infanzia, età adulta della donna e dell’uomo. Dall’analisi del Global burden of disease, una raccolta di informazioni sulla salute degli abitanti di 195 Paesi condotta da più di 3.500 ricercatori, «si conferma la validità delle linee guida per una sana alimentazione, evidenziando un aspetto in qualche modo innovativo: promuovere l’apporto di specifici componenti favorevoli della dieta è probabilmente la strategia più efficace in termini di salute pubblica», spiega Franca Marangoni, re-


stinale e le difese contro i microrganismi

attualità

patogeni», ricorda Lorenzo Morelli, direttosponsabile della Ricerca di Nutrition re Distas presso la facoltà di Scienze agrafoundation of Italy. «Un ambito molto rie, alimentari e ambientali di Piacenza. esplorato, oggi, riguarda l’interazione tra «Nuovi ceppi sono allo studio, appartenenalimentazione e pattern genetico: ormai ti sia a specie già in uso, sia a specie mesi parla di personalizzazione della nutrino note, aprendo quindi nuove prospettive zione, grazie alla nutrigenetica, che ha redi sviluppo e nuovi so possibile definire la settori di applicaziocorrispondenza tra un ambito ne, come la salute miquantità e qualità di molto crobiologica del cavo nutrienti e Dna indiviesplorato, orale, la salute dell’apduale, e alla nutrigeoggi, riguarda parato uro-genitale nomica, che studia le correlazioni tra apporl’interazione dell’uomo e della donna o l’eradicazione ti alimentari e modifitra dell’Helicobacter pylocazioni genetiche». alimentazione ri. In alcuni casi si Gli integratori contee pattern tratta di un vero e pronenti ingredienti a baprio supporto all’effise di erbe (i botanical) genetico cacia della terapia, in trovano un largo conmolti altri di un effetto antidolorifico, mesenso nella popolazione generale e semdiato dall’interazione dei batteri con spepre più entrano a far par te delle cifici recettori intestinali». Un’importante abitudini dietetiche quotidiane. «Dall’incaratteristica del microbioma è la grande dagine condotta dal Progetto PlantLibra, diversità tra gli individui. «Il genoma umastudio che ha coinvolto 2.400 persone in ventiva nei confronti delle patologie neuno possiede un’identità del 99,9 per cento sei Paesi europei», sottolinea Patrizia Rerodegenerative e dell’invecchiamento tra diversi individui, mentre il microbiostani, ordinario di Chimica degli alimenti cerebrale in generale. Questi sono la ma intestinale ha una diversità tra indiviall’Università di Milano, «emergono tre maggior parte delle vitamine, e in partidui che arriva all’80-90», spiega Antonio ragioni d’uso più citate in Italia: funzioni colare quelle del gruppo B, gli acidi grasGasbarrini, ordinario di Gastroenterolodigestive (19 per cento), attività tonicasi polinsaturi omega-3, i fosfolipidi e gia alla Cattolica di Roma. «La strategia di energetica (15) e proprietà rilassanti numerose sostanze “non nutrienti” conteintegrazione probiotica del futuro, quindi, (11,5). Tra le piante più presenti negli innute in alimenti vegetali o in piante fitocomporterà una profonda conoscenza del tegratori, segnalati dai consumatori itaterapiche, come la curcuma, il cacao, il microbiota e delle tecniche diagnostiche a liani, ci sono l’aloe, il finocchio, la ginko biloba. esso associate, da cui deriverà la compevaleriana e il ginseng». Giovanni Scapagnini, ordinario di Nutritenza necessaria per un’integrazione mizione umana presso l’Università del Molirata e personalizzata che probabilmente se, conclude così: «Ricordiamo che l’Efsa IL MICROBIOMA non sarà limitata ai probiotici ma utilizzeha pubblicato le Linee guida per valutare Grande spazio viene dato al tema dei prorà, a seconda dei casi, in maniera combil’efficacia di sostanze nutrizionali o deribiotici e del microbioma intestinale. nata, diverse metodiche di modulazione, a vate dal cibo sulle funzioni cerebrali. SebNegli ultimi anni, grazie all’avvento di cominciare dalla dieta fino ad arrivare al bene tale documento non rappresenti, per nuove tecnologie in grado di analizzare trapianto di microbiota». stessa ammissione dell’Efsa, una guida batteri con metodi basati sulla caratterizesaustiva degli approcci per valutare in zazione genetica, si è avuta una rivoluziomaniera attendibile il rapporto causa/efne nello studio delle comunità microbiche. INFIAMMAZIONE E STRESS fetto di una sostanza sulle funzioni cereI probiotici, secondo la definizione Infine, l’uso di sostanze nutraceutiche brali, è sicuramente un notevole passo dell’Oms, sono «organismi vivi che, somin grado di interferire positivamente su avanti per impostare studi nutrizionali siministrati in quantità adeguata, apportainfiammazione e stress è sempre più gnificativi in tale area». no un beneficio alla salute all’ospite». «Nel considerato una potenziale strategia pre2016 è stata pubblicata una nuova versione delle Linee guida relative alla presentazione dei dossier per l’approvazione di INFO health claim sui probiotici concernenti il La Review è scaricabile gratuitamente nella sezione ebook del sito sistema immunitario, il tratto gastrointewww.edizioniedra.it e sui principali store online

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di Giuseppe Tandoi

n bilancio

positivo

Il progressivo diffondersi dei biosimilari sul mercato nazionale. A colloquio con Stefano Collatina, da poco più di un anno coordinatore dell’Italian Biosimilars Group e vice presidente di Assogenerici

«Sono soddisfatto del livello di penetrazione dei biosimilari nel mercato nazionale: nel primo semestre di quest’anno tredici molecole in commercio sul mercato nazionale hanno assorbito il 28 per cento dei consumi nazionali a volumi. In quattro casi - riferiti a farmaci di più vecchia registrazione come il filgrastim, le epoetine, l’inflixiab e il rituximab - il biosimilare ha quasi completamente saturato il mercato di riferimento, sostituendosi al biologico originatore, con percentuali che vanno dall’85 al 96 per cento». A parlare è Stefano Collatina, country lead di Baxter, che dall’ottobre 2018 ricopre la carica di coordinatore dell’Italian Biosimilars Group e di vice presidente di Assogenerici. A poco più di un anno dalla nomina trae un primo bilancio della sua gestione.

Cosa significano i dati cui accennava poc’anzi? Questi dati dimostrano la fiducia crescente da parte degli specialisti nei confronti di questi prodotti, orientamento supportato, del resto, anche dalle determinazioni di Aifa che in un documento pubblicato a luglio ha confermato efficacia e sicurezza dei biosimilari, sottolineando che non esistono differenze significative con gli originator. A deludere è il basso livello di penetrazione dei biosimilari in alcune Regioni italiane, in particolare del sud Italia, dove i consumi si attestano attor-

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no al 10 per cento del mercato di riferimento contro incidenze superiori al 40 per cento registrato nelle Regioni del nord Italia.

Biosimilari come pilastro della sostenibilità dei sistemi sanitari: cosa significa questo? Oggi il confronto competitivo innescato dalla presenza dei biosimilari sul mercato farmaceutico nazionale dalle conseguenti dinamiche di prezzo consentono di trattare a tendere cinque pazienti al posto di uno per la medesima condizione patologica. Di fatto grazie a questi prodotti un numero sempre crescente di pazienti ha accesso a cure prima inaccessibili per ragioni si sostenibilità economica. E le risorse che si liberano grazie a questa dinamica possono essere utilizzate per affrontare il sottotrattamento di diverse patologie e la sostenibilità dei farmaci innovativi, per i quali non esistono opzioni terapeutiche alternative.

Un comunicato stampa congiunto Società italiana di reumatologia-Ibg, di qualche mese fa, parla di un’elevata percentuale di pazienti affetti da artrite reumatoide non trattati con farmaci biologici. Come affrontare il problema del sottotrattamento, rilevante


incontri

il ricorso ai biosimlari significa liberare risorse utilizzabili per l’impiego più esteso di farmaci innovativi

anche per patologie come psoriasi e morbo di Chron? Producendo dati che raccontino in maniera incontrovertibile - e speriamo definitiva - il fenomeno e le sue implicazioni. Infatti i pazienti eleggibili e non trattati hanno un assorbimento di risorse maggiore rispetto a coloro che vengono trattati appropriatamente e soprattutto subiscono un deterioramento della qualità di vita evitabile con le terapie. Auspichiamo che questa situazione venga affrontata con politiche sanitarie specifiche e adeguate.

Il trend di mercato Il Report annuale realizzato dal Centro studi di Assogenerici rileva, per il 2018, una crescita complessiva del 53,7 per cento per le dodici molecole biosimilari in commercio sul mercato italiano, che hanno assorbito il 17 per cento dei consumi nazionali (contro l’83 pe cento occupato dai corrispondenti originator). Maggior grado di penetrazione sul mercato per filgrastim, i cui cinque biosimilari hanno assorbito il 95,14 per cento del mercato a volumi. In via d’assestamento i biosimilari di più recente registrazione, come follitropina alfa, che detiene il 14,4 per cento del mercato della molecola a volumi. A livello di consumi regionali, le percentuali più elevate si riscontrano in Valle d’Aosta e Piemonte, con incidenza del 50,21 per cento sul mercato di riferimento. Ultimi posti per Calabria (7,25 per cento), Puglia (6,94) e Umbria (5,31).

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incontri

L’ipotesi di un provvedimento legislativo che imponga l’automatica sostituibilità tra biologico e biosimilare ha messo in allarme Ibg. Ora, con il prossimo cambio della guardia ai vertici Aifa, tutto sembra rimandato. Teme ancora insidie legislative di questo genere? Temo che la sirena del risparmio a ogni costo inseguita tramite imposizioni e forzature possa finire con lo svilire l’attività clinica e indebolire il rapporto di fiducia tra cittadini e Servizio sanitario nazionale. La sostituibilità automatica rischia di far venir meno il ruolo del medico - a nostro modo di vedere centrale - nel decidere in scienza e coscienza a chi prescrivere cosa. Peraltro il quadro competitivo attuale negli ultimi due anni ha già garantito riduzioni medie tra il 60 e l’80 per cento del costo delle forniture.

Cosa fare allora? Prima di imporre automatismi, che sarebbero mal tollerati, promuoverei una penetrazione dei biosimilari a livelli “normali” nelle Regioni che “culturalmente” sembrano meno predisposte ad accettarne l’innovazione. Qualsiasi imposizione altererebbe il clima di fiducia e la cultura crescente nel Paese rispetto a questi prodotti e introdurrebbe gravi profili di criticità per l’accesso alle cure (con gravi disequilibri regionali), la libertà prescrittiva del medico, l’appropriatezza prescrittiva e la tenuta del settore industriale.

Al contrario, cosa si sente di chiedere alle istituzioni per dare maggiore impulso al comparto biologici-biosimilari? Di avere un maggiore controllo sull’appropriatezza delle prescrizioni, dal momento che dispongono di una miniera d’oro in termini di dati, e di lavorare insieme a un percorso di comunicazione e formazione di tutti gli attori convolti, che consenta di cogliere appieno tale enorme opportunità. Nel contempo l’Aifa dovreb-

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Un corso Ecm-Fad per farmacisti È tuttora disponibile on line il corso Ecm-Fad su “Il potenziale ruolo del farmacista nella gestione del paziente in trattamento con farmaci biologici e biosimilari”. Il corso prevede 5 crediti ed è rivolto al farmacista, al quale fornisce una adeguata formazione culturale sui farmaci biologici e biosimilari perché possa diventare, al fianco del medico, una figura di riferimento, di informazione e di assistenza integrata per i pazienti in trattamento con questi farmaci. Il corso è stato realizzato da Edra con il patrocinio di Fenagifar e con il supporto non condizionante di Italian Biosimilars Group. Strutturato in quattro moduli formativi, di cui il primo dedicato alle caratteristiche di questi farmaci e agli aspetti regolatori che ne normano la immissione in commercio e la dispensazione, e gli altri focalizzati sull’impiego dei biosimilari in reumatologia, gastroenterologia ed ematologia. Disponibile gratuitamente dal mese di settembre 2019 sul portale http:// www.ecmadistanza.it/farmaci-biosimilari, ha riscontrato grande interesse da parte del farmacista che su questi temi sente la necessità di essere aggiornato per diventare una voce di consiglio autorevole per il paziente. A oggi sono già quasi 700 i farmacisti che da settembre 2019 hanno attivato il corso.

PROGRAMMA Modulo 1 I farmaci biosimilari, definizione e regolamentazione, applicazioni Luigi D’Ambrosio Lettieri – Farmacista e presidente della Fondazione Cannavò, Giorgio Lorenzo Colombo – Farmacoeconomista Fabrizio Condorelli – Farmacologo Modulo 2 I farmaci biosimilari in reumatologia . Il coinvolgimento del farmacista sul territorio Giacomo Guidelli – Reumatologo Fabrizio Condorelli – Farmacologo Davide Petrosillo - Presidente del Fenagifar, moderatore Modulo 3 I farmaci biosimilari in gastroenterologia. Il coinvolgimento del farmacista sul territorio Edoardo Savarino – Gastroenterologo Fabrizio Condorelli – Farmacologo Alessandro Fornaro - Farmacista, moderatore Modulo 4 I farmaci biosimilari in ematologia. Il coinvolgimento del farmacista sul territorio Marco Ladetto – Ematologo; Fabrizio Condorelli – Farmacologo Alessandro Fornaro - Farmacista, moderatore


incontri

la sostituibilità automatica tra biologico e biosimilare è un’ipotesi da combattere, in quanto svilirebbe il ruolo del medico be far sentire la propria voce ogniqualvolta si assiste ad affermazioni non supportate dai fatti, che spesso disorientano i pazienti e le loro famiglie.

Ibg ha concesso il proprio contributo non condizionato all’iniziativa editoriale di Edra Valori e vantaggi dei farmaci biosimilari, presentata a FarmacistaPiù. Quanto è importante una corretta informazione per pazienti e caregiver? Direi fondamentale. Soltanto sgombrando il campo da falsi miti risulta possibile sviluppare politiche di utilizzo del farmaco a vantaggio della collettività. La diffidenza per una modalità di trattamento “nuova” può generare una scarsa adesione alle terapie, con evidenti conseguenze negative in termini di esiti nella popolazione trattata e conseguente spreco di risorse.

Veniamo alle farmacie. Una delle maggiori rivendicazioni delle rappresentanze di categoria è quella di “far entrare i farmaci innovativi in farmacia”. Cosa ne pensa, la categoria è in grado oggi di gestire biologici e biosimilari? Quanto conta la formazione su questi temi? Sono favorevole all’ingresso in farmacia di biosimilari dotati delle caratteristiche

adatte alla prescrizione territoriale, e ritengo il ruolo del farmacista fondament ale nell’educazione dei pazienti all’utilizzo di questo nuovo presidio. Un ruolo che va recuperato e potenziato a tutto tondo, dopo l’impoverimento di conoscenze e competenze registratosi negli ultimi anni, complici anche alcune scelte regolatorie di taglio esasperatamente economicistico adottate dai governi locali.

Un anno fa, il suo predecessore alla guida del gruppo Ibg, Manlio Florenzano, diceva che l’obiettivo era quello di far entrare nell’associazione il più ampio numero di aziende che producono tanto biologici quanto biosimilari, per rendere

più forte il comparto. È questo l’obiettivo primario anche di Collatina? Mi sento di poter dire che nel corso di quest’ultimo anno il gruppo Ibg ha consolidato ulteriormente il proprio percorso di accreditamento come organo ufficiale di rappresentanza dell’industria dei farmaci biosimilari in Italia. Il nostro obiettivo è stato fin dall’inizio quello di proporci come forum di discussione e di confronto sul valore dei farmaci biologici, assicurando una corretta informazione e comunicazione indirizzata agli operatori sanitari, ai cittadini, alle istituzioni e alle associazioni dei pazienti. Il gruppo è ovviamente aperto all’ingresso di tutte le aziende che vogliano condividere questo percorso nell’interesse della qualità e della sostenibilità delle cure offerte dal Ssn.

LA PUBBLICAZIONE L’opuscolo Valori e vantaggi dei farmaci biosimilari, edito da Edra, di cui si parla nell’intervista a Stefano Collatina, è scaricabile al seguente link: http://community.medikey.it/cont/upload/2793Fascicolo_FarmaciBiosimilari_ Assogenerici_15x21cm_1909Low.pdf.

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paper blog

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di Rachele Aspesi, farmacista (http://nutrirelasalute.farmacista33.it)

na partenza

con il botto Un nuova farmacia apre i battenti in coincidenza con il DiaDay. Un’attività da prolungare per tutto l’anno

La nostra neonata farmacia ha aperto in piena settimana di DiaDay. La gente, contenta di scoprire che in quel cantiere, tolta la carta da pacchi sulle vetrine, sia nata una farmacia, si ritrova con piacere a poter effettuare un controllo glicemico gratuito e a ricevere una serie di consigli che, con attenzione, recepisce come preziosi suggerimenti di salute. In occasione di questa iniziativa, attiva in sempre più numerose farmacie del territorio nazionale, non si può che riflettere sul tragico scenario di quella che, a oggi, viene riconosciuta come l’epidemia del nostro secolo. Come riportato anche nell’articolo postato su www.farmacommunity.it, i dati Istat parlano chiaro: nel 2016 oltre tre milioni e duecentomila persone in Italia dichiarano di essere affette da diabete, circa il 16,5 per cento dei soggetti dai 65 anni in su. A questi andrebbero aggiunti coloro che, senza rendersene conto, sono insulino-resistenti gravi, tendenzialmente sovrappeso, con massa grassa accumulata a livello addominale viscerale e manifestazioni borderline per altri disturbi tali da diagnosticare una sindrome metabolica. Il dato allarmante e che fa riflettere è che

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questa diffusione sia quasi raddoppiata stere sull’insegnamento delle vie maestre negli ultimi trent’anni, contemporaneaper la riduzione della diffusione epidemimente all’incremento di cibi raffinati ca del diabete: un’adeguata attività fisica dall’industria alimentare privati di fibre, e una riduzione di zuccheri semplici e addizionati di zuccheri ed edulcoranti. carboidrati raffinati dalla nostra alimentaL’occasione del DiaDay deve essere per zione. Insegniamo ai pazienti a leggere noi farmacisti una un’etichetta nutriziosorta di trampolino nale, a comporre un spendiamo di lancio per abipiatto della salute, a due parole tuarci, tutto l’anno, conoscere validi intein più, a parlare del diabegratori alimentari che soprattutto te ai soggetti a ripossano aiutarci a nei confronti schio o a chi ne è controllare al meglio già affetto, ma, sotuna condizione di indei giovani, toposto a terapia sulino-resistenza per per suggerire farmacologica, non la quale stiamo già tistili di vit a si preoccupa di serando troppo la corda. e strategie guire stili di vita Questo aiuto deve esmirati. Impariamo di prevenzione sere messo in atto ana spendere due pache per chi fa già uso role in più, soprattutto con chi ha un Bmi di terapia ipoglicemizzante: chi non tra>26, accumulo adiposo addominale, vasformerà il proprio stile di vita seguendo lori glicemici borderline e familiarità per dettami di salute, si ritroverà a dover coil diabete. stantemente trasformare la dose farmaSegnaliamo, soprattutto ai soggetti giovacologica consigliata per riuscire a ni, quanto il diabete di tipo II, quello che mantenere la glicemia e l’emoglobina gliun tempo colpiva esclusivamente una pocata a livelli accettabili. polazione di età avanzata, sia una malatNon fidiamoci di industrie alimentari “protia a lento sviluppo: lento è l’instaurarsi di duttrici di diabete”, svolgiamo il nostro un’insulino-resistenza, lento è il crescere compito di educatori sanitari al meglio sia dei valori glicemici nel sangue, lento è il verso coloro cui possiamo evitare l’instauverificarsi delle gravi complicanze legate rarsi del diabete, sia verso coloro che voral danno cellulare e vascolare. ranno migliorare la propria qualità della Il nostro ruolo deve essere quello di insivita nonostante le terapie in atto.



la buona gestione

I

di Marco Alessandrini, Amministratore Delegato Credifarma Spa @Alessandrini OTC

l network

delle idee Presentato a Roma il progetto “Inspiring The Future Pharmacy” di Banca Ifis e Credifarma

Viviamo una fase di grandi trasformazioni impattate da fenomeni importanti come l’invecchiamento della popolazione, i cambiamenti climatici e la trasformazione digitale. In questo contesto fluido anche il ruolo del farmacista si sta evolvendo verso un nuovo paradigma, che riguarda non solo la sua figura di professionista ma anche la stessa attività. La domanda è: come sarà la farmacia del futuro? Come cambieranno gli spazi e la stessa attività con l’utilizzo massivo delle nuove tecnologie e l’avvento dei nuovi stili di vita? Per accompagnare le farmacie in un percorso di cambiamento e di innovazione, Banca Ifis e Credifarma - insieme a Federfarma, Politecnico di Milano e Università la Sapienza di Roma - hanno dato vita a un network tra le farmacie, il mondo dell’università e la finanza, per declinare concretamente alcuni scenari innovativi, partendo dall’ascolto sul campo dei bisogni dei farmacisti e dei loro pazienti. Il progetto «Inspiring the Future Pharmacy», coordinato da Stefano Micelli dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, è stato presentato a Roma. Oggetto dell’evento sono state le idee degli studenti del Master in Service Design di Poli.Design, coordinati dai docenti Stefano Maffei e Francesca Foglieni, e del dipartimento di Pianificazione, design, tecnologia dell’architettura della Sapienza di Roma, coordinati dai docenti Carlo Martino e Monica Scanu. Dopo mesi di focus group con un campione scelto di farmacie di tutta Italia,

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4) il progetto Craft Pharmacy si sviluppa a Banca Ifis ha coinvolto le Università in un partire da un approccio human centered percorso di contaminazione per individuare che sposta il focus dal farmaco al paziente; i trend futuri delle farmacie italiane, in termi5) l’Augmented Pharmacy si rivolge a tutte ni sia di servizi e prodotti offerti sia di spazi le categorie di utenti adottando le tecnolofisici, adottando anche metodologie proprie gie più avanzate. È una farmacia che si tradel Design Thinking. Le idee, le suggestioni sforma in un ambiente tecnologico che e le ispirazioni emerse durante il progetto sopermette di raccogliere dati e trasformarli in no state raccolte nel volume «Inspiring the tempo reale in indicazioni precise; Future Pharmacy», che racconta la sfida del6) Farma 5.0 si concentra sul rinnovamento la farmacia del futuro e i nuovi servizi. Nove del layout tradizionale della farmacia, attrale proposte progettuali raccolte: verso la creazione di spa1) il progetto Social Pharzi retail integrati e basati macy racconta di una nuoNOve punti su un’esperienza il cui fova farmacia inserita nelle realtà cosmopolite e multi- per costruire cus è l’interazione con il la farmacia farmacista e con la tecculturali delle città connologia; temporanee, proponendo del futuro 7) CareKits racconta il servizi sociali e sanitari, e i nuovi rinnovamento dell’offercon l’obiettivo di soddisfaservizi ta, attraverso l’introduziore le esigenze di tutti i nuone di nuove proposte vi profili di utenti con un commerciali e nuovi servizi racchiusi in kit approccio di diversification strategy; farmaceutici tematici, che guardano a spe2) il progetto Mutant Pharmacy descrive un cifiche fasce di utenza; luogo in cui si va aldilà della dispensazione 8) Wellness Agent asseconda il bisogno di per fornire all’utente nuove forme di consupersonalizzazione del nuovo paziente che lenza e un’esperienza personalizzata in vari persegue uno stile di vita salutare e attento ambiti, per esempio sport, green, beauty; alle performance fisiche; 3) la Forum Pharmacy è il luogo in cui ci 9) Caring Pharmacy descrive il mutasi può informare, essere ascoltati e ricemento delle relazioni con il contesto locavere consigli professionali, in cui il farmale, grazie alla creazione di sistemi basati cista fornisce un servizio one to one e si su sinergie e network con altre figure propone come fonte autorevole in alterprofessionali, utilizzando anche applicanativa rispetto alle notizie generaliste e zioni mobile. superficiali del mondo digitale;


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farmacologia

F In accordo a un numero crescente di evidenze provenienti dalla letteratura scientifica, i farmaci con attività anticolinergica, oltre a determinare la possibile comparsa di reazioni avverse - gastrointestinali (secchezza delle fauci, nausea, stitichezza, crampi addominali), urinarie (ritenzione urinaria acuta), oculari (cicloplegia, ipertensione oculare fino al glaucoma acuto) e cardiache (aritmie) - possono essere responsabili di tossicità neurologica, contr ibuendo alla comparsa di stato confusionale acuto, disturbi cognitivi, fino ad aumentare il rischio di demenza. Tali evidenze assumono una rilevanza ancor più significativa se consideriamo che molti dei farmaci comunemente utilizzati nella pratica clinica quotidiana (alcuni dei quali utilizzati e venduti come farmaci da banco) per curare un’ampia gamma di differenti tipi di patologie - come depressione, incontinenza urinaria, allergie stagionali hanno un’attività anticolinergica. La lista di tali medicinali include i farmaci psicotropi come gli antidepressivi triciclici, gli antipsicotici, i farmaci che agiscono su altri organi e apparati, come gli antistaminici di prima generazione e la furosemide.

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di Carla Carnovale, Pharmacovigilance Service, Unit Clinical Pharmacology, Department of Biomedical and Clinical Sciences, University Hospital Luigi Sacco, University of Milan

attore

tossicità Anticolinergici e rischio demenza: dalla letteratura non emergono conclusioni definitive

È inoltre importante considerare che tali farmaci rappresentano una delle categorie di medicinali più prescritte e assunte nella popolazione generale. In accordo a quanto riportato da studi in merito, circa il 90 per cento della popolazione ultrasettantacinquenne assume almeno un medicinale con attività anticolinergica mentre oltre il 30 per cento degli anziani ricoverati ne assume almeno due (il 5 per cento addirittura cinque)1,2. Gli anziani, tra l’altro, rappresentano una delle categorie di pazienti maggiormente esposta agli effetti tossici dei farmaci. Nello specifico, gli ultrasettantacinquenni sono particolarmente suscettibili alla tossicità neurologica dei farmaci anticolinergici (che si può manifestare con confusione mentale, ver tigini, sincope, sonnolenza, letargia e, specie nel paziente anziano, irritabilità, discinesie precoci e tardive, insonnia), per via di molteplici ragioni ascrivibili essenzialmente alle modifiche fisiologiche e patologiche tipiche dell’invecchiamento, tra cui un’aumentata permeabilità della barriera ematoencefalica e la riduzione delle riserve di acetilcolina presente nel corpo.

PROVE DI ASSOCIAZIONE NON SEMPRE UNIVOCHE Uno studio del 2015, condotto su una coorte di 3.434 pazienti di età media 74 anni seguiti per dieci anni, ha rilevato che l’esposizione continuativa a farmaci anticolinergici aumentava in maniera significativa il rischio di demenza di Alzheimer (hazard ratio 1,63, limiti di confidenza al 95 per cento da 1,24 a 2,14) e di demenza da ogni causa (hazard ratio 1,54, limiti di confidenza al 95 per cento da 1,21 a 1,96)3. Simili risultati sono stati ottenuti nell’ambito di uno studio prospettico (su 36.015 pazienti di età media 83 anni), da cui è emerso che l’uso di farmaci con attività anticolinergica è associato a un aumento del rischio di ospedalizzazione per delirium. In particolare, il rischio di tale reazione avversa era aumentato se si assumevano contemporaneamente due (hazard ratio 2,58, limiti di confidenza al 95% da 1,91 a 3,48) o tre farmaci con effetti anticolinergici (hazard ratio 3,87, limiti di confidenza al 95 per cento da 1,83 a 8,21)4. Parzialmente contrastanti i risultati emersi da uno studio del 2017, in cui la funzionalità cognitiva di un gruppo persone tra i


FARMACOLOGIA 60 e i 90 anni è stata monitorata per sei anni. I risultati hanno mostrato un effetto negativo dell’utilizzo di farmaci anticolinergici limitatamente alla memoria episodica; non si è tuttavia osservata alcuna compromissione per quanto riguarda il funzionamento cognitivo globale, la memoria a breve termine e la velocità di elaborazione delle informazioni5. È importante considerare che la maggior parte degli studi a oggi condotti, per via delle limitazioni metodologiche, non ha consentito di interpretare e stabilire in modo univoco un rapporto di causa-effetto. Tuttavia, in accordo a quanto supportato dalla maggior parte delle evidenze cliniche disponibili, l’uso dei farmaci anticolinergici andrebbe ad aggiungersi alla lista dei fattori associati a un aumentato rischio di deterioramento cognitivo e demenza nelle persone anziane, nella quale sono già presenti il fumo, l’inattività fisica, l’obesità, l’ipertensione e il diabete3.

POSSIBILE MECCANISMO FARMACOLOGICO COINVOLTO Le analisi delle immagini cerebrali e delle prestazioni cognitive di un gruppo di pa-

zienti anziani cognitivamente sani e in terapia con farmaci ad azione anticolinergica, hanno di recente contribuito a far luce sugli aspetti legati al possibile meccanismo farmacologico alla base di tali eventi neurotossici. Il gruppo di ricercatori ha mostrato che coloro che assumono questo tipo di terapia farmacologica ottengono punteggi medi più bassi nei test di memoria a breve termine e in quelli che valutano le funzioni esecutive (tra cui la capacità di organizzare e pianificare le azioni o di spostare l’attenzione)7. Le immagini cerebrali hanno inoltre evidenziato una riduzione dell’attività cerebrale, con un minore metabolismo del glucosio, una riduzione dell’attività dell’ippocampo e significative alterazioni (tra cui una riduzione del volume corticale globale e ventricoli più grandi) nelle persone che assumono regolarmente farmaci anticolinergici.

EVIDENZE IN MERITO Le ultime evidenze in merito emergono da uno studio inglese caso-controllo volto a valutare l’associazione tra trattamento con farmaci anticolinergici e rischio di demenza in un’ampia coorte di pazienti. Gli

autori hanno rilevato un aumento del rischio di demenza associato all’uso di anticolinergici, richiamando l’attenzione sulla necessità di evitarne, laddove possibile, l’utilizzo. Lo studio è stato condotto mediante l’utilizzo dei dati della pratica clinica che in Inghilterra confluiscono nel QResearch primary care database. La fonte dati ha consentito di arruolare 58,769 pazienti con diagnosi di demenza e 225,574 controlli di età pari o superiore ai 55 anni. Tutte le informazioni sulle prescrizioni di 56 farmaci con spiccate proprietà anticolinergiche sono state raccolte e utilizzate per calcolare l’esposizione cumulata a tali medicinali, in un arco temporale compreso tra maggio 2016 e giugno 20188. L’esposizione a questi farmaci è stata calcolata in termini di Dosi giornaliere totali standardizzate (Tsdd) relative ai farmaci anticolinergici prescritti da 1 a 11 anni prima della data di diagnosi di demenza (data indice, utilizzata come riferimento per i rispettivi controlli). Gli outcome principali analizzati sono stati gli Odds ratio (Or) per il rischio di demenza associata all’esposizione cumulata

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farmacologia 30

a farmaci anticolinergici. Nell’intera popolazione analizzata (N=284.343), il 63,1 per cento erano donne e l’età media era 82,2 anni. L’Or aggiustato (Ora) per il rischio di demenza andava da 1,06 (Ic 95 per cento 1,03-1,09) nella categoria di esposizione ai farmaci anticolinergici più bassa (esposizione totale di 1-90 Tsdd) a 1,49 (1,44-1,54) nella categoria più alta (>1095 Tsdds), se confrontati con i soggetti che non hanno ricevuto nessun farmaco anticolinergico negli anni precedenti (da 1 a 11 anni) alla data indice (vedi box a fianco). Il rischio di demenza aumentava significativamente con l’uso di antidepressivi anticolinergici (Ora 1,29; 1,24-1,34), dei farmaci per la cura del Parkinson (Ora 1,52; 1,16-2,00), degli antipsicotici (Ora 1,70; 1,53-1,90), dei farmaci antimuscarinici per il trattamento di patologie della vescica (ORa 1,65; 1,56-1,75) e dei farmaci antiepilettici (ORa 1,39; 1,22-1,57). Le associazioni più forti sono state riscontrate nei soggetti diagnosticati prima degli ottant’anni. Quanto rilevato dagli autori indica che questo effetto può essere responsabile di circa il 10 per cento dei nuovi casi di demenza. È fondamentale sottolineare che non è possibile trarre conclusioni definitive sul nesso causale tra l’esposizione a tali farmaci e la comparsa di un aumentato rischio di demenza, principalmente per via della natura osservazionale della maggior parte degli studi in merito (esistono importanti variabili potenzialmente implicate, per esempio stili di vita, fattori di rischio o patologie cardiovascolari, assunzione di altri farmaci). Tuttavia, in accordo alle numerose crescenti evidenze presenti in letteratura, tutti gli operatori sanitari coinvolti a più livelli nella gestione farmacologica dei pazienti (soprattutto se anziani) dovrebbero attivamente contribuire a monitorare il profilo di sicurezza di tali farmaci nella pratica clinica quotidiana. Il tempestivo riconoscimento degli effetti avversi potenzialmente correlati alla terapia anticolinergica consentirebbe infatti una notifica al sistema di segnalazione post-marketing dei farmaci e permetterebbe di evitarne l’uso futuro prevendendone così la ricomparsa.

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i risultati di uno studio recente Lo studio osservazionale caso-controllo, recentemente pubblicato sull’illustre rivista scientifica Jama Internal Medicine, ha incluso 56 farmaci anticolinergici (utilizzati per aiutare a gestire gli spasmi muscolari e altri movimenti muscolari involontari) nella valutazione di una possibile associazione con la comparsa di un aumentato rischio di demenza8. In accordo a quanto emerge dallo studio, è stata rilevata un’associazione per: antidepressivi come amitriptilina, paroxetina, nortiptilina e doxepina; antiepilettici come carbamazepina e oxcarbazepina; antipsicotici come quetiapina, olanzapina, clorpromazina e perfenazina; farmaci per il morbo di Parkinson come la benztropina, l’orafenadrina e il triexifenidile; farmaci per il controllo della vescica tra cui darifenacina, fesoterodina, ossibutinina e tolterodina Per molti altri farmaci inclusi nello studio non è stata invece rilevata alcuna associazione con il rischio di demenza: antistaminici come difenidramina e idrossizina; antispasmodici gastrointestinali come il diciclomino e l’ioscinepropantelina; broncodilatatori antimuscarinici come l’ipratropio; antiaritmici come la disopiramide; rilassanti muscolari scheletrici come tizanidina e metocarbamolo.

BIBLIOGRAFIA 1. Landi F et al. “Anticholinergic drugs and physical function among frail elderly population”. Clin Pharmacol Ther. 2007 Feb;81(2):235-41. | 2. Mulsant BH et al. “Serum anticholinergic activity in a community-based sample of older adults: relationship with cognitive performance”. Arch Gen Psychiatry. 2003 Feb;60(2):198-203. | 3. Gray SL et al. “Cumulative use of strong anticholinergics and incident dementia: a prospective cohort study”. Jama Intern Med. 2015 Mar;175(3):401-7. | 4. Kalisch Ellett LM. “Multiple anticholinergic medication use and risk of hospital admission for confusion or dementia”. J Am Geriatr Soc. 2014 Oct;62(10):1916-22. | 5. Papenberg G et al. “Anticholinergic drug use is associated with episodic memory decline in older adults without dementia”. Neurobiol Aging. 2017 Jul;55:27-32. | 6. Baumgart M. “Summary of the evidence on modifiable risk factors for cognitive decline and dementia: A population-based perspective”. Alzheimers Dement. 2015 Jun;11(6):718-26. | 7. Shannon L. et al. “Association Between Anticholinergic Medication Use and Cognition, Brain Metabolism, and Brain Atrophy in Cognitively Normal Older Adults”. Jama Neurol. 2016;73(6):721-732) | 8. Coupland CAC, Hill T, Dening T et al. “Anticholinergic drug exposure and the risk of dementia: a nested case-control study”. Jama Intern Med. 2019 Jun 24. doi: 10.1001/jamainternmed.2019.0677. [Epub ahead of print]


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Rubrica a cura di Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani

Il trasporto degli animali da compagnia sottostà a una rigida normativa, spesso complessa e variabile, che deve essere rispettata sia per il benessere dell’animale sia per la sicurezza del conducente e/o dei passeggeri e utenti del mezzo di trasporto, pubblico e privato. La scelta di spostare un cane, un gatto o un altro pet deve essere presa solamente in accordo con il medico veterinario curante perché specie e razze diverse hanno specifiche territorialità, socialità, esigenze e adattabilità differenti. Spesso anche le caratteristiche dei singoli esemplari possono consigliarne o meno lo spostamento. La figura di riferimento ufficiale deve essere sempre il veterinario curante e, quando necessario, quello comportamentalista, che potrà assegnare specifici esercizi per abituare il pet agli spostamenti o, in taluni casi, prescrivere farmaci o prodotti omeopatici. Inoltre, è fondamentale richiedere al proprio medico veterinario le informazioni relative a tutta la documentazione necessaria che deve sempre accompagnare il pet durante gli spostamenti nazionali e internazionali.

IN AUTOMOBILE All’interno del Codice della strada il trasporto degli animali da compagnia è regolato dall’articolo 169: «È vietato il trasporto di animali domestici in numero superiore a uno e comunque in condizioni da costituire impedimento o pericolo per la guida. È con-

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di Alessio Arbuatti, medico veterinario ANMVI

uon

viaggio Il trasporto dei pet: un dedalo normativo nel quale muoversi con attenzione

sentito il trasporto di soli animali domestici, anche in numero superiore, purché custoditi in apposita gabbia o contenitore o nel vano posteriore al posto di guida appositamente diviso da rete o altro analogo mezzo idoneo che, se installati in via permanente, devono essere autorizzati dal competente ufficio provinciale della Direzione generale della Mctc (Motorizzazione civile e trasporti in concessione)». Questa norma evidenzia come sia importante per la sicurezza del conducente, dei passeggeri, pet compreso, che gli animali trasportati non possano muoversi liberamente nell’abitacolo, divenendo potenziale causa di distrazione o intralcio alla guida. In commercio sono disponibili diversi prodotti omologati. I modelli a pettorina, assemblati con specifici materiali che assorbono e distribuiscono le forze in caso di eventuale urto, possiedono sulla parte superiore un passaggio per la cintura di sicurezza della macchina che sarà agganciata nell’apposito vano. In alternativa, per cani di razze toy, sono disponibili supporti modulabili dotati di cinture di sicurezza sui quali porre il trasportino che rimarrà bloccato in caso di urto oppure le gabbie rigide dotate di sistemi d’aggancio per le cinture. Questa normativa non vale invece per la movimentazione di esemplari appartenenti a specie zootecniche e per quelli movimentati a fine commerciale per i quali vige un’apposita legislazione.

SU DUE RUOTE Al trasporto su mezzi a due ruote fa invece riferimento l’art. 170 del Codice della strada: «Su cicli e motocicli è vietato trasportare oggetti che non siano solidamente assicurati, che sporgano lateralmente rispetto all’asse del veicolo o longitudinalmente rispetto alla sagoma di esso oltre i cinquanta centimetri, ovvero impediscano o limitino la visibilità al conducente. Entro i predetti limiti, è consentito il trasporto di animali purché custoditi in apposita gabbia o contenitore». I moderni portapacchi posteriori divengono ideali substrati per il fissaggio dei trasportini omologati come quelli in polipropilene (PP). Ideali per i gatti e i cani di piccola taglia, sono dotati di sistemi di areazione e di sistemi per un fissaggio solido al mezzo. Attenzione però, poiché alcuni regolamenti cittadini applicano ulteriori specifiche restrizioni sul trasporto degli animali da compagnia sui mezzi a due ruote. Si consiglia, dunque, di contattare gli uffici comunali preposti alla circolazione stradale.

TRENO Sui mezzi delle Ferrovie dello Stato possono viaggiare gratuitamente - in prima e seconda classe, per tutte le categorie di treno cani di piccola taglia, gatti e altri animali domestici custoditi in un trasportino che non superi le misure di 70x30x50. Anche gli esemplari più grandi possono viaggiare


IN TAXI

in treno; ogni passeggero può infatti trasportare un cane di qualsiasi taglia, purché tenuto al guinzaglio e munito di museruola, acquistando un biglietto alla metà del prezzo previsto da quello di seconda classe/standard per la tratta desiderata. Non biosgna dimenticare, inoltre, di portare il certificato di iscrizione all’anagrafe canina e il libretto sanitario. Sui mezzi della flotta Italo possono salire a bordo tutti gli animali con peso inferiore ai dieci chilogrammi, devono essere trasportati negli appositi contenitori da viaggio (uno per viaggiatore) e alloggiati nelle bagagliere o nelle immediate vicinanze del posto acquistato. Esemplari dal peso superiore sono ammessi a bordo, a seguito della prenotazione del servizio ma solo se tenuti sempre al guinzaglio e muniti di museruola nelle fasi di salita e discesa dal treno o su richiesta del personale. Sono esclusi dal trasporto gli animali domestici pericolosi o affetti da patologie trasmissibili all’uomo. Su tutti i treni Trenitalia e Italo i cani guida di ausilio ai viaggiatori ipovedenti o non vedenti viaggiano gratuitamente e senza limiti di taglia o peso.

AEREO Non tutte le compagnie low cost consentono il viaggio dei pet al seguito del proprietario. Le compagnie di linea hanno invece specifici regolamenti interni differenti tra lo-

ro talora persino con direttive dedicate a quei pet con caratteristiche morfologiche specifiche come i cani brachicefali. Per questo motivo è fondamentale consultare sempre con largo anticipo le sezioni dedicate al trasporto dei pet presenti sui siti delle compagnie. Attenzione anche alla documentazione che deve accompagnare l’animale da compagnia poiché varia in relazione al paese di destinazione, europeo o intercontinentale. Talora sono richieste vaccinazioni specifiche con relativa titolazione anticorpale ufficiale e documenti come il passaporto del pet; in talune nazioni è persino vietato l’ingresso di specifiche razze. Nelle compagnie di linea il viaggio può avvenire in cabina, con un limite in genere di dieci chilogrammi, comprendenti pet e trasportino, che deve rispettare le specifiche dimensioni stabilite nei regolamenti interni. Esemplari dal peso superiore devono viaggiare in stiva o persino in appositi aerei cargo. È importante ricordare che anche i pet

I regolamenti in vigore variano tra le diverse città. Per evitare spiacevoli esperienze è dunque consigliato visitare prima della partenza i siti dei regolamenti comunali e, in fase di prenotazione del taxi, comunicare la presenza di un cane. È inoltre sempre opportuno munirsi di trasportino, guinzaglio e museruola. La scelta di accettare o meno a bordo il pet, anche se di piccola taglia, è a discrezione del conducente. L’unica eccezione è rappresentata dai cani guida per i non vedenti che possono sempre salire a bordo. Negli ultimi anni le principali città si sono dotate di servizi di trasporto specifici per i pet a cura di agenzie di taxi dog dotate di certificato di omologazione rilasciato dai servizi Asl sulla scia di quanto già ampiamente diffuso in Europa e negli Usa.

veterinaria

sono passeggeri e dunque necessitano di biglietti speciali acquistabili sui siti delle compagnie aeree.

SUI MEZZI PUBBLICI I regolamenti cittadini variano tra loro ma sono giustamente sempre più attenti e aperti al trasporto dei pet. Trasportino, guinzaglio, museruola e kit igienico devono essere sempre tenuti con sé, senza dimenticare, dove richiesto, di munirsi anche del biglietto per l’animale da compagnia. Le aziende che svolgono collegamenti interregionali e nazionali raramente accettano a bordo cani e gatti; pertanto si consiglia di chiamare in anticipo gli appositi numeri verdi. L’unica eccezione anche in questo caso è costituta dai cani guida o da accompagnamento che devono avere sempre libero accesso. Anche in questi casi però talora può essere richiesto un documento valido attestante invalidità grave o un certificato equivalente.

Il passaporto degli animali da compagnia Il passaporto del pet viene rilasciato dai servizi veterinari dell’Azienda sanitaria locale su richiesta del proprietario. Il rilascio per i cani è subordinato alla preventiva iscrizione all’anagrafe canina. È necessario per gli spostamenti all’interno dei Paesi della Ue di cani, gatti e furetti accompagnati dal proprietario o da una persona che se ne assume la responsabilità per conto dello stesso.

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professione

U

di Irene Pignata, Lorenzo Ravetto Enri e Paola Brusa, dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco, Università di Torino

n ruolo

primario Quale contributo il paziente con cancro chiede al farmacista di comunità? Un’indagine, a Torino, in cinque ambulatori oncologici

Nell’ambito di una presa in carico globale del paziente oncologico, con un approccio integrato e multidisciplinare e garantendo una adeguata continuità tra ospedale e territorio, il farmacista, in quanto professionista sanitario nella comunità, può fornire un utile contributo. Secondo il rapporto I numeri del cancro in Italia 2018, lo scorso anno ci sono state circa 373.000 nuove diagnosi di tumore (esclusi i carcinomi della cute). Nel corso della vita mediamente un uomo su due e una donna su tre avranno la probabilità di avere una diagnosi di tumore. Il rapporto, inoltre, afferma che la mortalità per tumore è in riduzione, ma l’invecchiamento della popolazione nasconde l’entità di questo fenomeno.

REAZIONI AVVERSE È noto come i pazienti con cancro soffrano quasi sempre di reazioni avverse dovute alle terapie a cui sono sottoposti. Queste reazioni secondarie incidono sulla vita del paziente spesso in maniera significativa, a volte più della malattia stessa. Si tratta di reazioni che variano a seconda del tipo di trattamento. Quelle di tipo cutaneo sono, per esempio, eritemi, edemi, mucositi, alterazioni a livello di unghie e capelli, eruzioni papulopustolari, xerosi, sindrome mano-piede, stomatiti. Alcune devono essere gestite dai medici, che possono decidere di interrompere o cambiare

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la terapia e/o prescrivere altri medicinali come antibiotici e corticosteroidi. Altre reazioni possono essere gestite invece anche da professionisti sanitari, diversi dal medico, che possono suggerire l’utilizzo di blandi emollienti, appropriati unguenti, analgesici topici, antistaminici, protezione solare. Il farmacista di comunità, in quanto professionista sanitario frequentemente a contatto con il paziente oncologico (con cui instaura un rapporto spesso confidenziale), è in grado di fornire un counselling per migliorare la gestione della terapia, degli eventi avversi che il paziente si troverà ad affrontare e degli accorgimenti utili a minimizzarli. In uno studio inglese pubblicato su Bmj i farmacisti di comunità sono stati coinvolti nell’aiutare i pazienti con cancro alla prostata a gestire la forma fisica e l’alimentazione dimostrando la fattibilità e l’accettabilità di questo tipo di intervento.

IN ITALIA Da noi il farmacista può gestire in alcuni casi lo screening oncologico direttamente in farmacia oltre a fare counselling a riguardo. In aggiunta, ha la possibilità di dare un importante contributo al paziente già con cancro. Ci sono corsi di formazione e perfezionamento disponibili per il farmacista territoriale riguardo al cliente oncologico, vi sono progetti che hanno costruito una rete di farmacie “abilitate”

a una completa gestione di tali pazienti, per esempio il Progetto Farmacia Oncologica promosso da Edra. Sono stati attuati progetti per la vigilanza e l’assunzione in sicurezza dei medicinali gestiti al domicilio e vi sono in commercio prodotti dedicati a questo tipo di paziente gestibili in farmacia. Ma i pazienti cosa ne pensano? Per approfondire questa tematica è stata svolta un’indagine in cinque ambulatori oncologici della città di Torino grazie alla collaborazione tra il progetto Farmacia di Comunità, Unifarma Distribuzione, Pierre Fabre (dottoressa Irene Basili), la psicologa Gaia Vicenzi e gli oncologi operanti nei suddetti ambulatori: Ada Ala, Alessandro Comandone, Massimiliano Icardi, Pietro Quaglino, Rosella Spadi. I pazienti, che hanno autocompilato il questionario, sono stati 266: due soggetti su tre hanno affermato che ritengono importante o molto importante che il farmacista sia a conoscenza del proprio stato di salute e della propria malattia. Sembra quindi che il paziente oncologico veda nel farmacista un consulente di fiducia che deve essere a conoscenza della cartella clinica senza dover provare vergogna o imbarazzo. Circa il 90 per cento dei rispondenti, infatti, ha affermato che non è necessario cambiare in continuazione la farmacia in modo da non essere riconosciuto come un soggetto in una condizione fisica par ticolare. La relazione farmacista-cliente sembra essere quindi


una relazione davvero confidenziale, permettendo un proficuo scambio di informazioni anche intime, ma allo stesso tempo professionale. I pazienti hanno infatti risposto nella maggior parte dei casi (72 per cento) che è importante o molto importante ricevere in farmacia informazioni sui medicinali acquistati e sulle modalità del loro utilizzo. Una percentuale di poco minore alla precedente ha poi affermato quanto sia importante/molto importante poter porre in farmacia domande e dubbi sul proprio stato di salute e sugli effetti dei medicinali assunti. A sottolineare le risposte che valorizzano la farmacia come hub di supporto a una condizione di fragilità come quella di un cancro sono stati il 75 per cento dei rispondenti. Questi infatti pensano che sia importante/ molto importante avere una farmacia di fiducia a cui rivolgersi e nella quale sentirsi riconosciuto e ascoltato. La tossicità dermatologica delle terapie antineoplastiche è, come già detto, molto frequente. Inoltre, impatta fortemente sulla qualità di vita del paziente e può richiedere una interruzione o riduzione della dose del trattamento, rende necessaria una adeguata presa in carico e una corretta educazione non solo del paziente ma anche dei suoi familiari/caregiver. Tra i soggetti che hanno compilato il questionario circa il 32 per cento dei soggetti ha sperimentato reazioni di tipo cutaneo

(come pelle molto secca, desquamazione, eruzioni tipo acne). Tali soggetti hanno affermato di rivolgersi, per questi motivi, principalmente all’oncologo. Alcuni, inoltre, dopo essersi rivolti all’oncologo hanno ricevuto una prescrizione per una visita dermatologica. Circa un quinto però si rivolge in prima battuta al farmacista, che deve essere quindi in grado di fornire una risposta competente e personalizzata. La farmacia di comunità, come già avviene in alcune realtà, può essere di supporto soprattutto per quei soggetti che hanno reazioni avverse ai medicinali di tipo cutaneo. Il farmacista, in questi casi, può agire mettendo a disposizione la propria professionalità e competenza. Per quanto riguarda il rapporto con le terapie, i soggetti coinvolti ritengono generalmente i medicinali necessari anche se uno su sei li reputa “solo” abbastanza importanti e qualcuno addirittura inutili. È stato indagato anche un eventuale cambiamento nell’atteggiamento tra prima e dopo la diagnosi. Effettivamente si può notare che i medicinali, dopo la diagnosi, sono ritenuti in media maggiormente necessari. Se l’atteggiamento nei confronti dei medicinali, tra i pazienti che hanno preso parte a questa indagine, sembra essere abbastanza positivo, tuttavia più della metà dei soggetti intervistati ha affermato che aderire alla terapia è difficile (molto di più o un po’ più di quanto pensasse o di quanto si aspettasse).

Risulta quindi fondamentale che il farmacista prenda in considerazione tutti questi aspetti, al fine di massimizzare l’aderenza terapeutica e l’efficacia del trattamento. Dovrà innanzitutto valutare il rapporto del paziente con i medicinali, esortandone l’utilizzo qualora il paziente si mostrasse contrario alle terapie e, in ogni caso, collaborare con il paziente per affrontare le difficoltà che può incontrare nella quotidianità della terapia. Il farmacista di comunità deve essere anche preparato ad affrontare una situazione psicologica del paziente spesso difficile. Per più della metà dei rispondenti la salute fisica e lo stato emotivo hanno interferito molto/moltissimo con le normali attività quotidiane, sociali, lavorative e con le relazioni familiari e amicali. È necessario quindi essere consapevoli che non si ha davanti un cliente che entra in farmacia per acquistare uno spazzolino, né un antibiotico o un medicinale per una patologia cronica. Il paziente infatti si può trovare in diverse fasi di reazione alla patologia che possono andare dal diniego e rabbia alla depressione e accettazione. Tra i soggetti intervistati circa il 70 per cento ha dichiarato di accettare la situazione e di provare a reagire. L’opinione dei pazienti sembra quindi più che positiva. Siamo dunque noi farmacisti che dobbiamo metterci in gioco e a servizio del paziente con cancro fino in fondo. Le tematiche quindi da tenere in considerazione sono l’impatto psicologico della malattia sulla vita quotidiana del paziente e della famiglia, l’aderenza alla terapia ai medicinali oncologici, le reazioni avverse a tali terapie e come affrontarle. In particolare è importante che il farmacista sappia assistere il paziente nell’affrontare quei problemi della cute che possono essere facilmente attenuati con un prodotto dermatologico/cosmetico adeguato (da un lenitivo a una protezione solare). Il farmacista non può essere impreparato, dovrebbe essere costantemente aggior nato, in q uanto la for mazione all’interno del corso di studi non è sempre sufficiente.

professione

IN CONCLUSIONE

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Legale

S

a cura dello studio dell’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, Firenze-Roma (b.r.nicoloso@icloud.com)

La localizzazione di una farmacia rurale sussidiata

e settanta metri

vi sembrano pochi In ordine alla indennità di residenza prevista in favore dei titolari delle farmacie rurali sussidiate e allo sconto loro riconosciuto sul corrispettivo delle prestazioni di assistenza farmaceutica erogate in regime convenzionale, si pone, come è ben noto, una questione di giurisdizione e una di merito.

LA GIURISDIZIONE Rimane ancora da chiarire in termini definitivi dalla giurisprudenza se la posizione dei loro titolari si configuri come un interesse legittimo ascritto alla giurisdizione amministrativa, ovvero come un diritto soggettivo ascritto alla giurisdizione ordinaria, se pure venga affermato in termini apparentemente apodittici che la questione sia semplicemente riconducibile a un dato geoantropologico: per le farmacie ubicate in una località con una popolazione inferiore ai tremila abitanti i benefici vengono riferiti ex lege, a certe condizioni, e la relativa giurisdizione è quella ordinaria; mentre per le farmacie ubicate in una località con una popolazione compresa tra i tremila e i cinquemila abitanti la concessione di tali benefici, sempre a certe condizioni, è discrezionale e la relativa giurisdizione è quella amministrativa. In entrambi i casi il dato geografico è lo stesso, ma non è univoca la individuazione della località di riferimento, e questo appare rilevante anche in funzione dell’eventuale passaggio dall’una all’altra giurisdizione di-

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sposto in sede giurisdizionale, che fa salvo il decisum della prima sulla seconda nelle logiche dell’economia processuale.

NEL MERITO Appare decisivo al riguardo una ben poco nota decisione del giudice di pace di Firenze - cui era stata sottoposta in una causa pilota l’individuazione dei requisiti di una farmacia rurale sussidiata con la richiesta di una pronuncia di condanna della Asl al pagamento in favore del suo titolare della indennità di residenza, a norma dell’articolo 2, comma 2, della Legge n. 221/1968 - ha fissato, con la sentenza 2 novembre 2018, n. 3.018, i principi da far salvi nel merito. Nella fattispecie, accertato mediante consulenza tecnica che il capoluogo di L. e la frazione di P. sono due centri abitati divisi tra loro senza continuità d’abitati e risultano distanti tra loro di circa 130 metri, e quindi «in misura superiore ai 70 metri di cui al Regolamento anagrafico 30 maggio 1989 n. 232», nonché che il centro abitato di P. ha una popolazione di 1.800 persone, il Giudice di pace ha ritenuto che sussistessero i requisiti per la corresponsione della indennità di residenza ai sensi dell’articolo 2, comma 2, della Legge 221/1968 al titolare della farmacia rurale ubicata nella frazione di P., località con una popolazione inferiore ai 3.000 abitanti, e ha condannato la Asl competente per territorio al relativo pagamento in linea capitale, interessi e spese legali.


Legale

il giudice di pace di firenze si pronuncia sull’indennità di residenza riservata alle rurali sussidiate Il giudice di pace di Palazzo Calamandrei (perché a Firenze il palazzo di giustizia è intitolato a Piero Calamandrei) non si è invece pronunciato sul minor sconto, stabilito in misura fissa dell’1,50 per cento a carico delle farmacie rurali sovvenzionate in luogo di quello per fasce di prezzo ascritto alle farmacie rurali non sovvenzionate ed alle farmacie urbane, sul corrispettivo delle prestazioni di assistenza farmaceutica erogate nell’ambito del Servizio sanitario nazionale da parte della farmacia in questione, a norma dell’articolo 1, comma 926, Legge n. 296/2006. Ma questo solo perché tale far-

Occhiali da vedere per vedere: la Vltava in mi minore Il torrentello toscano di confine di cui s’è detto non può certo ricordare il corso della Moldava, musicata nel poema sinfonico di Bedrich Smetana, che si snoda, secondo le sue parole, «lungo paesaggi dove vengono celebrate le caccie nei boschi e le danze delle sirene nelle notti di luna piena», fino ad attraversare Praga sotto la veneranda fortezza di Vysebrand, tanto presenti nella interpretazione di Rafael Kubelick, nume direttoriale del repertorio slavo, con la Czech Philarmonik Orchestra.

macia superava il limite di fatturato a carico del Servizio sanitario nazionale, fissato in euro 450.000,00, al netto dell’Iva.

PARVA QUAESTIO Per la verità la questione non è sui massimi sistemi, ma si è così finalmente avuta una pronuncia giurisdizionale (e non già una apodittica previsione imperativa dell’autorità amministrativa) che fissa - almeno nella provincia di Firenze, ma con riflessi ulteriori - i paletti sui presupposti geoantropologici, per una definizione della ruralità sussidiata di una farmacia ai fi-

ni della corresponsione della relativa indennità di residenza e di conseguenza dello sconto da praticare, da parte dei loro titolari o gestori, sui corrispettivi delle prestazioni di assistenza farmaceutica posta a carico del Servizio sanitario nazionale. E non è poco, se può essere fatto riferimento a un dato certo e facilmente accertabile mediante consulenza tecnica in un giudizio civile rimesso per valore al giudice di pace almeno per quanto riguarda l’indennità di residenza, ma con ricaduta sullo sconto di cui s’è detto ove ne ricorrano i presupposti.

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dalle aziende

di Autore

Latitolo giusta

titolo risposta Combattere i sintomi di raffreddore sommario e influenza, dal giorno alla notte sasasa Le affezioni più frequenti della stagione invernale arrivano con i loro fastidiosi sintomi, diversi dal giorno alla notte, e richiedono risposte diversificate. Raffreddore e influenza si manifestano ogni anno in un’ampia fetta della popolazione italiana, con elevati costi sociali e sanitari, a causa delle giornate di lavoro e di scuola perdute. In particolare, il raffreddore è un’affezione estremamente frequente. Basti pensare che a provocarlo possono essere oltre duecento virus, appartenenti a diverse famiglie.

foto?

PAESE CHE VAI MALANNO CHE TROVI Secondo un’indagine svolta in più Paesi1, gli italiani si ammalano di raffreddore e influenza 2,9 volte all’anno, rispetto alle 2,2 della Germania che ha la frequenza più bassa. In Italia questi disturbi hanno ogni volta una durata media di 4,3 giorni, contro i 5,5 giorni di media dei tedeschi. In base ai Paesi, cambia anche l’impatto di febbre e raffreddore sulla quotidianità. Il 55 per cento degli intervistati in Italia non va al lavoro a causa dei disturbi, in media per 2,2 giorni: peggio degli italiani sono i tedeschi, perché ben il 65 per cento rimane a casa per in media 3,8

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giorni, mentre molto più “virtuosi” sono i francesi, il 37 per cento dei quali non va al lavoro per 1,4 giorni.

UN’AMPIA GAMMA DI DISTURBI Questo tipo di affezioni comporta di solito più disturbi contemporaneamente. Nei primi giorni di influenza, per esempio, si soffre in media di quattro o più sintomi. Una ricerca 2 ha confermato come i sintomi di raffreddore e influenza siano percepiti in maniera diversa durante il giorno o durante la notte: per il 74 per cento dei consumato-

ri c’è infatti tra le due sosituazioni una sostanziale differenza. E la notte sembra essere il momento peggiore: per gli italiani non riuscire a dormire bene la notte è la preoccupazione numero uno in caso di influenza. Peraltro, alcuni ricercatori3-4 hanno dimostrato che la privazione di sonno influisce sul sistema immunitario e riduce la capacità di combattere le infezioni come il raffreddore.

UN’OPZIONE AD HOC Riposare bene la notte è quindi un bisogno davvero fondamentale. Le soluzioni in farma-

cia non mancano di certo. Con l’aiuto del farmacista, sulla base delle preferenze e abitudini di vita, e naturalmente delle condizioni di salute generale, ognuno potrà individuare quella più adatta alla proprie esigenze. Tra queste si potrà considerare anche la categoria dei multi sintomatici. Un unico prodotto che sia di aiuto nel trattare più sintomi allo stesso tempo - e che magari offra formulazioni pensate sia per i sintomi diurni sia per quelli notturni - potrebbe costituire una valida risposta alle esigenze che abbiamo visto essere le più diffuse.

FONTI 1. Vicks Global Cold / Flu Study 2016 IPSOS | 2. Germany 2017 Consumer data sample 400 people | 3. Cohen S, Doyle WJ, Alper CM, Janicki-Deverts D, Turner RB. “Sleep Habits and Susceptibility to the Common Cold”. Arch Intern Med. 12 gennaio 2009; 169(1): 62–67. doi:10.1001/archinternmed.2008.505. | 4. Prather A, JanickiDeverts D, Hall MH, Cohen S. (2015) “Behaviorally Assessed Sleep and Susceptibility to the Common Cold”. Sleep 38(9):1353-1359



il libro

a cura della redazione

Ritardi

da colmare Un saggio di Gianluca Polifrone sul gap che l’Italia lamenta in materia di sanità digitale

«La sanità digitale è vittima di un ritardo e di una mancata visione sistemica del settore, in cui non sono mai state identificate linee di indirizzo e di intervento chiare e attuabili nei contesti locali. Dare certezze su cosa e come fare semplificherebbe il processo di sviluppo e indirizzerebbe in modo efficace gli investimenti». Così Gianluca Polifrone, autore di Sanità digitale. Prospettive e criticità di una rivoluzione necessaria, in occasione della presentazione del libro alla Camera dei deputati. Molto dura la sua posizione sull’assetto nazionale in tema di digital health. Un percorso che andrebbe affrontato con determinazione ben diversa. Il volume affronta le motivazioni per i quali l’Italia è collocata in retroguardia, rispetto ai Paesi avanzati, nell’attuazione della rivoluzione digitale. Mentre tutto il mondo riconosce il potenziale della salute digitale come strumento di efficienza di sistema e al contempo di risparmio complessivo sul totale delle risorse economiche impiegate in ambito sanitario, l’attuale assetto della sanità digitale in Italia fa emergere chiaramente le criticità connesse a una struttura amministrativa con progetti “a silos”, nella quale i diversi elementi non compongono una visione sistematica del settore. Viene di-

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scussa la mancanza di linee di indirizzo e di intervento chiare e attuabili nei contesti locali, l’assenza sia di coordinamento centrale in grado di identificare le problematiche, sia di una visione politica dedicata e competente, che sono causa di frammentazione e spreco di denaro pubblico. Il saggio mette a fuoco le principali criticità. I problemi dovuti alla mancanza di una visione strategica del Ssn; l’approccio conflittuale tra azione dello Stato Centrale e quella delle Regioni, i due attori ai quali compete la gestione della sanità pubblica nel Paese; l’incapacità di proporre un sistema unitario delle informazioni relative al cittadino-paziente, rid i s e g n a ndo, g ra z ie a l l ’ u s o del le tecnologie digitali, processi efficaci di gestione; lo sperpero di centinaia di milioni di euro nella replica di silos informatici. «Mi piace pensare che, come negli anni Sessanta l’Autostrada del Sole ha unito fisicamente l’Italia, allo stesso modo la sanità digitale possa contribuire a omogeneizzare la tutela della salute da nord a sud», spiega Polifrone con una metafora che non ascia dubbi sull’approccio armonico che, a suo dire, dovrebbe essere attuato per garantire uguale diritto alla salute a tutti i nostri concittadini.

SANITÀ DIGITALE. Prospettive e criticità di una rivoluzione necessaria Gianluca Polifrone Edizioni Lswr, 2019, pp. 46


di Autore

dalle aziende

Una scelta

ragionata Frigoriferi in farmacia, il vademecum di Unifrigor Med Dal dopoguerra a oggi Unifrigor - azienda alessandrina specializzata nella produzione di frigoriferi per i più diversi ambiti professionali ha ampliato la sua gamma di prodotti, all’insegna di una costante innovazione. Giovanni Lupano, fondatore dell’azienda, ha poi passato il testimone ai figli Raffaella e Massimo, che guidano l’azienda adeguandola alle più recenti evoluzioni professionali e tecnologiche del settore.

I DUBBI DEI TITOLARI «Parlando con vari farmacisti in diverse parti d’Italia», racconta Raffaella Lupano, «ho percepito confusione e incertezza nella scelta del frigorifero per mantenere i propri farmaci e vaccini a una temperatura controllata e stabile. Molti farmacisti mi chiedono di acquistare un frigorifero a due temperature (+2°/+8 ° e + 10°/+15°). La cosa mi ha sempre incuriosita, in quanto in nessun altro ambito e luogo mi era stato richiesto. Negli ospedali, o in altri Paesi d’Europa, si usa il modello monotemperatura. Ho iniziato a leggere le normative nazionali e internazionali che descrivono le caratteristiche del frigorifero per farmaci e ho trovato molto interessante, per esempio, la circolare

Il frigorifero mono temperatura è l’opzione più consigliabile ministeriale 13 gennaio del 2000 n. 2. In accordo con le Linee guida comunitarie (CPMP/ QWP609/96), essa afferma che, relativamente ai farmaci, è esclusa la dicitura “temperatura ambiente” mentre sono introdotte diciture quali : «non conservare al di sopra di 30°C»; «non conservare al di sopra di 25°C»; «conservare tra 2 e 8°C»; «non congelare né mettere in frigorifero sotto zero, conservare nel freezer». Non viene quindi richiesto di conservare a +10°/+15° C mentre è considerato molto più dannoso il congelamento del prodotto poiché molti farmaci e vaccini perdono la loro efficacia se subiscono il processo di congelamento. Inoltre le Asl dovrebbero chiedere tassativamente una tracciabilità reale della tem-

peratura con una registrazione elettronica, poiché solo in questo modo si ha la certezza del mantenimento delle temperature tra i valori minimo e massimo consentiti».

ISTRUZIONI PER L’USO Quattro anni fa Unifrigor ha presentato la linea di frigoriferi IoTtYGREEN per il settore farmacie: è stato un successo immediato. Ai clienti è stato consigliato di acquistare frigoriferi monotemperatura, in quanto è inutile avere due temperature positive diverse ma molto vicine tra loro. In definitiva, quando si deve acquistare un frigorifero per farmaci, occorre accertarsi che abbia le seguenti caratteristiche: 1) tecnologia Iot (Internet of things, internet delle cose ), con la possibilità di collegare il frigorifero alla rete internet per un controllo a distanza; 2) termostato di sicurezza che impedisce il congelamento del prodotto; 3) test di uniformità in nove punti sicurezza per avere in ciascun punto del proprio frigorifero una differenza di temperatura di 1°C. 4) tecnologia a Inverter, rispar-

mio energetico del 60% e riduzione del rumore del 50% rispetto alla tecnologia standard; 5) sistema con condensatore statico, che consente l’eliminazione della pulizia del condensatore; 6) sicurezza di avere un’assistenza a distanza a 360°: è possibile modificare i parametri del frigorifero a distanza o avvisare il proprietario nel caso di una eventuale anomalia.

TUTTE LE INFORMAZIONI SU https://med.unifrigor.net/

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di Claudio Buono

farmanews

Un’arma in più

Un’opzione terapeutica innovativa per il linfoma cutaneo Ctcl

pazienti», afferma Nicola Pimpinelli, ordinario di Dermatologia all’Università di Firenze e direttore della struttura complessa di Dermatologia dell’Ausl Toscana centro. «In questo scenario, l’autor i z za z ione a l l a r i m b or s a bi l it à d i brentuximab vedotin rappresenta, quindi, un’opzione terapeutica efficace e necessaria per i pazienti affetti da questo tipo peculiare di linfoma non Hodgkin che origina nella pelle e la interessa prevalentemente».

Aifa ha autorizzato di recente la rimborsabilità di un farmaco, brentuximab vedotin, per pazienti adulti con linfoma cutaneo a cellule T CD30-positivo (Ctcl), precedentemente trattati con almeno una terapia sistemica. Brentuximab vedotin è un Anticorpo coniugato a farmaco (Adc), diretto in modo specifico verso l’antigene CD30 che può essere presente sulla membrana cellulare delle cellule tumorali dei pazienti con Ctcl. Più specificamente, brentuximab vedotin è composto da un anticorpo monoclonale anti CD30, legato in modo covalente, tramite un legante scissibile per proteasi, all’agente antimicrotubolare monometilauristatina E (Mmae). L’Adc utilizza un sistema di legame realizzato per essere stabile nel flusso sanguigno e rilasciare Mmae al momento dell’internalizzazione nelle cellule tumorali che esprimono CD30.

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I RISULTATI DELLO STUDIO

LA PATOLOGIA

L’autorizzazione alla rimborsabilità si basa sui risultati positivi dello studio cinico randomizzato, in aperto, di fase III Alcanza. Secondo lo studio, più della metà dei pazienti trattati con brentuximab vedotin ha ottenuto un tasso di risposta obiettiva globale di durata pari o superiore a quattro mesi rispetto a coloro che hanno ricevuto un trattamento a base di bexarotene o metotrexato. Lo studio Alcanza ha anche dimostrato che il tasso di risposta complessivo, la sopravvivenza mediana libera da progressione e la riduzione dei sintomi durante il trattamento risultavano significativamente a favore del braccio di controllo trattato con brentuximab vedotin. Sempre nel suddetto studio, il profilo di sicurezza associato al farmaco in questione era coerent e, i n l i nea genera le, con le informazioni contenute in Rcp. «Per il Ctcl, specialmente in stadio avanzato, sono disponibili poche opzioni terapeutiche, con efficacia limitata e che non rispondono del tutto ai bisogni dei

Secondo la letteratura corrente e le maggiori società scientifiche specificamente dedicate, il Ctcl è il linfoma cutaneo più comune e il CD30 è espresso a livello delle lesioni del linfoma cutaneo a cellule T in circa il 50 per cento dei pazienti che ne soffrono. La patologia si presenta generalmente con chiazze o placche rosse, squamose o ispessite che possono simulare malattie infiammatorie croniche come l’eczema o la psoriasi. Dall’interessamento di un’area limitata della cute, la progressione può accompagnarsi alla formazione di ulcerazione ed esfoliazione diffusa fino a interessare l’intera superficie corporea, con l’aggravante di prurito e infezioni che possono avere un impatto significativo sulla qualità di vita di chi ne soffre. Gli stadi avanzati della patologia interessano i linfonodi, il sangue periferico e gli organi interni. L’evoluzione tumorale della malattia è un’evenienza possibile, molto impegnativa sia per il paziente sia per il medico.


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di inibire la crescita di alcuni batteri. La propoli è un ingrediente ricco in flavonoidi e acidi fenolici, in grado di inibire la crescita di alcuni batteri agendo sulla divisione cellulare. Il tea tree oil svolge un’attività antimicrobica ad ampio spettro atta a neutralizzare batteri, funghi e persino virus. Inoltre, ha anche un’azione immunostimolante e antinfiammatoria. www.naturlabor.it

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consigli

PER LA IDRATAZIONE NATURALE

PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE ORALI La placca batterica è la prima causa di gengivite e carie: corrette abitudini e comportamenti adottati sin dall’età pediatrica permetteranno al bambino di maturare le decisioni più idonee per migliorare il proprio stile di vita, tutelando così la propria salute orale. Grazie alla speciale collaborazione tra tau-marin e 44 Gatti, i bambini potranno lavarsi i denti divertendosi. Ogni spazzolino Baby Smile è caratterizzato da uno dei Buffycats, i quattro protagonisti della serie, rendendo così il rituale quotidiano della pulizia dei denti un momento di puro divertimento. www.tau-marin.it

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Morbida e delicata, la pelle dei neonati richiede cure e attenzioni particolari, sempre. In particolare durante l’inverno, quando le temperature si abbassano e il freddo gelido può irritare le zone più esposte, come viso e mani. La Crema Viso della linea Dermocosmetica Mister Baby è formulata per mantenere il naturale equilibrio della pelle del bambino. La presenza dell’innovativo NMF7, il rivoluzionario pool di sette attivi - alcuni naturalmente presenti nella pelle dei neonati - aiuta a prevenire secchezza e irritazione, replicando le naturali azioni di idratazione e protezione del Nmf (Natural moisturizing factor) della pelle del bambino. www.misterbaby.it

CONTRASTARE LA TOSSE SECCA E GRASSA

La sudorazione può influenzare quanto ci sentiamo a nostro agio (o disagio). In queste situazioni “difficili” il sudore può essere abbondante, oppure contraddistinguersi per un fastidioso odore acre e pungente. La soluzione è Dermafresh Ad Hoc. Più intensa l’emozione, più attivo il deodorante. I deodoranti Dermafresh Ad Hoc si avvalgono di un innovativo meccanismo che si adatta alle diverse esigenze di deodorazione, in base al livello di sudorazione individuale. Una formulazione che regola la sudorazione del cavo ascellare e dona un’efficacia deodorante adeguata alla situazione, aiutando a neutralizzare il cattivo odore.

La linea Larimucil si arricchisce di un nuovo prodotto: Larimucil Tosse e Gola che contrasta la tosse secca e grassa e, nello stesso tempo, aiuta a calmare la mucosa irritata, dando sollievo alla gola. Senza zucchero, quindi adatto anche ai diabetici o a chi non può assumere zuccheri, e indicato per adulti e bambini, il nuovo Larimucil si affianca al preesistente Larimucil Tosse, uno dei prodotti naturali di maggiore successo contro la tosse sia grassa che secca e stizzosa. Alla base di entrambe le formulazioni le proprietà di alcune piante ricche di mucillagini che, grazie all’alto potere muco adesivo, creano sulla mucosa irritata una barriera protettiva e lenitiva. www.dermafreshadhoc.it

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NUOVI DERMOCOSMETICI MULTIATTIVI

È nata Resource Cream di Guna, una crema Veg-friendly dall’anima naturale ed ecologica con estratti floreali di Bach, pensata per prendersi cura del benessere della pelle di tutta la famiglia, prodotta con due metodi esclusivi: l’esposizione a frequenze di Luce Metodo White H.B. per conferire alla componente fluida proprietà analoghe a quelle dei liquidi negli organismi viventi (supercoerenza) e l’esposizione a frequenze sonore a 432 Hz, che inducono stati di rilassamento, benessere e creatività, in modo da rendere così l’ambiente armonico anche per gli addetti alla produzione. Resource Cream è disponibile in un’unica confezione che, oltre al tubo da 50 ml, comprende tre buste stick pack monodose da 3ml.

Funghi e batteri trovano nelle naturali pieghe dei piedi un habitat ideale più umido per svilupparsi e sono causa di infezioni batteriche e micotiche quali micosi plantare e interdigitale (Piede d’Atleta) che provocano macerazione, desquamazione, bruciore, prurito e cattivo odore. Synergy Derm ha la soluzione ideale: Spray Piede d’atleta. Oltre a contrastare e prevenire le infezioni batteriche e le micosi, combatte la contaminazione da scarpe poco traspiranti e calze. Svolge inoltre un’azione rapida contro la macerazione e la desquamazione, lenisce il prurito e contrasta efficacemente il cattivo odore. È ideale in tutti gli ambienti caldi e umidi, per esempio sauna, piscina, palestra e spogliatoi in genere. www.planetpharma.it

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TIENI IN FORMA IL TUO CERVELLO A fornire al cervello quei nutrienti di cui necessita ci pensa Clear Brain: l’innovativo integratore della multinazionale danese New Nordic, basato su una combinazione di estratti naturali, vitamine

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e minerali. Lo iodio presente nella sua formulazione contribuisce al mantenimento delle funzioni cognitive quali memoria, attenzione e concent ra z ione, ment re l ’ ac ido pantotenico coadiuva le pre-

stazioni mentali. Inoltre, riboflavina, niacina, vitamine B6 e B12 riducono stanchezza e affaticamento e aiutano a preservare le funzioni psicologiche e la salute del sistema nervoso. www.newnordic.it


consigli

Gabriella Pravettoni Stefano Triberti

IL MEDICO 4.0

Come cambia la relazione medico-paziente nell’era delle nuove tecnologie

• Prezzo: 19 euro

Le nuove soluzioni di Intelligenza Artificiale, robotica e digital therapeutic, che affiancano sempre più il lavoro del medico, del chirurgo e del personale ospedaliero, sostituiranno i medici o diventeranno loro alleati? Questa nuova pubblicazione cerca di rispondere alla domanda fornendo una panoramica approfondita e completa e un’analisi oggettiva su ciò che la relazione uomo-macchina può rappresentare per diagnostica, terapia, chirurgia, riabilitazione e tutte le possibili attinenze per promuovere salute e benessere. Nasce così la figura di medico “4.0”, che non è solo un professionista della malattia e della cura, ma soprattutto un mediatore efficiente tra la tecnologia, con la sua logica e precisione, e la persona, con la sua sofferenza tutta umana e la sua domanda di cura.

U S O L A T ACQUIS izioniedra.it www.ed | novembre 2019 47


The Blind Spot

di Luca Pani, @Luca__Pani, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Miami

Uno spiraglio di luce

La ricerca contro le demenze sembra avere armi spuntate ma ora una molecola già conosciuta apre nuove speranze nella cura dell’Alzheimer

Con cinquanta milioni di individui affetti al mondo e una nuova diagnosi ogni tre secondi, la demenza è senza dubbio la malattia più temuta dai pazienti, dalle loro famiglie e, non di meno, dai sistemi sanitari che, a fronte della vastità del problema, non hanno una cura a disposizione. È impossibile quantificare gli investimenti nella ricerca e sviluppo nel campo delle demenze, ma è stato calcolato che nel solo 2019 il National institute of health americano dovrebbe spendere circa 2,3 miliardi di dollari, tanto che persino Bill Gates ha annunciato di voler contribuire alla ricerca con un fondo privato. Negli ultimi dieci-quindici anni certamente gli investimenti più consistenti sono stati quelli dell’industria farmaceutica nel sintetizzare prodotti ingegnerizzati come anticorpi monoclonali, biomarcatori e prodotti radiofarmaceutici per l’imaging cerebrale. Le demenze possono avere molte cause. La malattia di Alzheimer, che da sola rappresenta circa il 60 per cento dei casi, si manifesta con aggregati di proteina amiloide e proteina tau nel cervello, già per-

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fettamente visibili e quantificabili in vivo sin dalle fasi precocissime della malattia. La rimozione della proteina amiloide, più accessibile rispetto alla tau, sembrava una soluzione terapeutica a portata di mano e, a questo scopo, sono stati costruiti anticorpi monoclonali diretti verso frammenti di amiloide aggregata in placche o solubile in modo da legarla e rimuoverla. Ma se la logica dell’intervento era corretta perché allora tutti gli studi clinici che utilizzavano questi prodotti sono falliti? Forse perché la teoria dell’amiloide non è valida, o perché si aspettava una fase troppo avanzata e irreversibile del processo neurodegenerativo, o forse, secondo quanto sembrano suggerire i nuovi dati, non ci si è fermati a riflettere su alcuni elementi di metodo cruciali per la riuscita di una sperimentazione clinica.

Due settimane fa l’annuncio di Biogen/Eisai di avere (ri)trovato un segnale di efficacia per il suo anticorpo anti-amiloide aducanumab ha fatto il giro del mondo. L’azienda ha dichiarato di avere abbastanza fiducia nella rianalisi dei suoi dati da aver deciso di sottometterli al giudizio della Fda e questo fa ben sperare. Aducanumab ha probabilmente un’ingegneria migliore degli altri anticorpi, penetra nel cervello, cosa non scontata, e si lega alla porzione aggregata di amiloide rimuovendola in modo sostanziale. Questo era chiaro già dai primi dati pubblicati su Nature. Ma quando le placche vengono rimosse e soprattutto in alcuni pazienti con un genotipo a rischio (il cosiddetto APO epsilon 4) si creano alterazioni visibili alla risonanza magnetica cerebrale di tipo emorragico o edemigeno che sono state nominate Aria (Amyloid related imaging abnormalities). A causa di queste alterazioni, ai pazienti che pure stavano migliorando veniva sospeso il farmaco o veniva ridotta di molto la dose. La dose di farmaco e la capacità di comprensione e gestione di eventi avversi durante uno studio clinico sono elementi cruciali di una sperimentazione clinica e possono cambiare per sempre il destino di un prodotto e dei pazienti che lo aspettano. Adesso la parola passa alle agenzie regolatorie, che dovranno valutare il profilo beneficio/rischio nella somministrazione di dosi alte, ma forse più efficaci, di aducanumab.

PER APPROFONDIRE: https://www.nature.com/articles/nature19323 https://investors.biogen.com/static-files/5a31a1e3-4fbb-4165-921a-f0ccb1d64b65


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