Punto Effe n. 10/2019

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ISSN 2612-3983 Anno XX | N° 10 21 giugno 2019 | www.puntoeffe.it

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PARLIAMONE Super e iperammortamenti

veterinaria Patologie oculari nei pet

farmacologiA Il post marketing

È ORA

dispegnerla Il fumo di sigaretta interessa undici milioni di italiani ed è tuttora un’emergenza sanitaria. A colloquio con il responsabile del Centro antifumo dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano

Roberto Boffi


Senza titolo-1 1

17/06/19 10:16



SOMMARIO

Editoriale | Competenze, ruolo, utilità sociale

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Ateneo | Uno strumento essenziale

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Interventi | Farmacisti d’estate

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Un farmacista a scuola | Cyber insidie

PARLIAMONe

AGEVOLAZIONI | Super e iperammortamenti

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primo piano

ECHI DAL WEB | Amici a Roma 16 ECHI DAL WEB | Diabete nel mirino 18

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INCONTRI | Roberto Boffi

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COSMETICAMENTE | Tutti al mare

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PROFESSIONE | Con la testa e il cuore

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DALL’ALTRA PARTE DEL BANCO | Quando una donna si ammala

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ATTUALITÀ | Al servizio dei farmacisti 33 VETERINARIA | Uno sguardo attento 34 GALENICA | Effetti collaterali 38

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MERCATO | Nuove frontiere 40 FARMACOLOGIA | Dopo l’approvazione 44

R UBRICHE Intervista a... | L’identità nella differenza Legale | L’Elephant Célèbes Iniziative | Solidarietà e impresa

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Congressi | Il punto sul cuore Spigolature Consigli Il libro | Le radici del passato The Blind Spot | Servizi sanitari alla prova

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editoriale

L

di Ludovico Baldessin direttore editoriale di Punto Effe

a competenza

insostituibile

Uno sguardo oltre l’orizzonte è quello lanciato alla presentazione della sesta edizione di FarmacistaPiù da Andrea Mandelli, presidente dell’Assise, e da Luigi D’Ambrosio Lettieri, presidente del Comitato scientifico. L’evoluzione dei costumi sociali e le rivoluzioni delle tecnologie stanno radicalmente trasformando le professioni. Nel patrimonio delle competenze, nella capacità di produrre valore dalla conoscenza – il “PIL Sapere” - risiede la capacità di rendere infungibile un ruolo, anche nel cambiamento. La sostanziale insostituibilità del farmacista non è quindi solo originata dal prezioso ruolo ricoperto nella storia e dal cruciale contributo quotidiano alla salute del Paese, ma è essenzialmente determinata dalla sua capacità di aggiornarsi ed evolvere con il contesto socio-sanitario. Nel corso della presentazione Mandelli ha avuto modo di evidenziare quanto sia cresciuta significativamente la capacità della categoria di interloquire con tutte le componenti del comparto sanità, «dagli altri professionisti della salute ai decisori politici, dai protagonisti della ricerca a quelli della filiera del farmaco, dall’università al Ssn» per progettare il futuro delle cure, grazie anche a FarmacistaPiù (centro congressi MiCo, 4 e 5 ottobre 2019.)

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D’Ambrosio Lettieri ha poi indicato i tre cardini della professione per il prossimo futuro: competenze, ruolo, utilità sociale. «Contenuti scientifici, competenze e saperi sono gli asset su cui poggia il congresso. Il processo di evoluzione del ruolo dei farmacisti italiani, ovunque essi siano occupati, deve partire da una vera riconversione culturale che consenta l’accrescimento delle competenze per poter affrontare le sfide della cronicità, dell’innovazione e dei servizi cognitivi, erogati nel rispetto di irrinunciabili sinergie interprofessionali. In questo quadro la standardizzazione delle metodiche operative, definite con criteri scientifici validati, consentirà la misurazione degli effetti sanitari, sociali ed economici relativi alle prestazioni professionali erogate dal farmacista e il conseguente riconoscimento di un’adeguata remunerazione». Quello della riconversione culturale è un cammino iniziato da tempo ma ancora lungo. La Fofi ne aveva posto le basi nel 2006 con il documento di Palazzo Marini, che apriva la strada alla farmacia dei servizi, proseguita con appositi testi normativi e culminata con lo stanziamento, nella legge di Bilancio 2018, di 36 milioni di euro per la sperimentazione. Il futuro della professione nasce oggi dall’impegno che ciascun farmacista investe nello sviluppo delle competenze e dall’aggiornamento continuo, anche attraverso il nuovo strumento dell’autoformazione, valorizzato proprio in FarmacistaPiù.

La sesta edizione di FarmacistaPiù a Milano il 4 e 5 ottobre prossimi



ateneo

U

di Paola Brusa, dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco, Università degli studi di Torino

no strumento

essenziale La creazione di laboratori galenici nei Paesi in via di sviluppo al centro del Progetto A.P.P.A, in collaborazione con l’Università di Torino

Storicamente la galenica rappresenta l’aspetto peculiare della professione del farmacista e ancora oggi la normativa (nazionale e sovranazionale) le riserva un ruolo importante in quanto la realizzazione di dosaggi personalizzati continua a essere necessaria in specifici trattamenti terapeutici a uso sia umano sia veterinario. In questo ambito da circa quindici anni opera una parte del mio gruppo di ricerca. In quanto al contesto nazionale abbiamo negli anni redatto manuali di galenica a uso umano e veterinario, l’ultimo dei quali verrà pubblicato prima dell’estate e sarà corredato di collegamenti ipertestuali a video dimostrativi nonché di dettagliate indicazioni su come calcolare il punto di pareggio per l’allestimento galenico. Negli ultimi anni abbiamo costantemente organizzato diversi corsi pratici rivolti ai farmacisti interessati ad approfondire l’allestimento di specifiche forme farmaceutiche. A livello internazionale portiamo invece avanti il Progetto A.P.P.A., un progetto di cooperazione sanitaria internazionale nato dalla collaborazione tra mondo accademico e farmacia di comunità, che rappresenta l’attività principale dalla onlus Aid Progress Pharmacist Agreement

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(www.progettoappa.it). Il progetto si occupa in particolare dell’istituzione di laboratori galenici negli ospedali dei Paesi in via di sviluppo (Pvs). La difficoltà di accesso adeguato a risorse sanitarie di base e l’ampia presenza sul mercato di medicinali falsificati si riflettono in uno sbilanciamento delle condizioni di salute tra Pvs e resto del mondo. L’Oms definisce come “falsificati” i medicinali che sono deliberatamente o fraudolentemente alterati nella loro identità, composizione o origine. Definisce invece “essenziali” quei medicinali che, scelti secondo criteri di prevalenza di malattie, di costo-efficacia e di sicurezzaefficacia, soddisfano le esigenze primarie di assistenza sanitaria per la popolazione. La necessità di poter garantire alle popolazioni locali dei Pvs l’accesso a medicinali essenziali di qualità è un concetto che può essere adottato nell’ambito dell’avviamento di un laboratorio galenico. La qualità di un medicinale è supporto imprescindibile alla sicurezza ed efficacia dello stesso quindi, la realizzazione presso strutture sanitarie dislocate in Pvs di laboratori galenici, se strutturati sulla base di standard internazionali, permette di garantire la preparazione e il costante controllo della qualità di medicinali essenziali. Il Progetto A.P.P.A. è stato avviato nel 2005 e la costante collaborazione con l’Università, anche nell’ambito dello svolgimento di tesi sperimentali, garantisce

tuttora la continuità del progetto e il controllo costante della qualità dei medicinali prodotti. Il farmacista nel contesto di un Pvs può anche essere un’ottima risorsa per allestire alimenti terapeutici pronti per l’uso Rutf - in base alle linee guida dell’Oms. Tre anni fa abbiamo sviluppato procedure operative standard attualmente in uso presso gli ospedali in cui lavoriamo in Tchad e Madagascar. Con orgoglio e soddisfazione condividiamo l’apertura di due nuovi laboratori entro la fine della primavera. Uno ad Haiti, presso il Centro ospedaliero Foyer Saint Camille, e uno in Madagascar, presso il Centro di prevenzione per la donna e la famiglia di Fianarantsoa.


M a t e r i a l e r i s e r v a t o a g l i o p e r a t o r i n e l s e t t o r e d e l l a M e d i c i n a , d e l l a F a r m a c i a , d e l l ’ E r b o r i s t e r i a e d e l l ’A l i m e n t a z i o n e .

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bi os l i n e . i t


interventi

O

di Davide Petrosillo, presidente Fenagifar

nda

lunga L’estate è il periodo nel quale le Agifar locali sono più attive con iniziative di aggregazione sul territorio. Ponendo le premesse per la progettualità futura

In modo particolare negli ultimi mesi, come si può vedere anche sui social network, si registra un particolare fermento nelle attività delle Agifar locali. Si stanno sviluppando varie iniziative, tutte lodevoli, che vanno dall’organizzazione di corsi Ecm alle classiche feste estive, ai momenti di aggregazione, dalle iniziative benefiche fino al coinvolgimento delle Agifar in varie iniziative importanti organizzate dai rispettivi Ordini dei farmacisti. Quando mi sono affacciato al mondo delle associazioni dei giovani farmacisti, ormai più di sei anni fa, si poteva percepire un diffuso pessimismo; spesso si sentivano frasi del tipo «i giovani non vengono considerati», «inutile impegnarci, tanto non contiamo nulla» eccetera. Oggi possiamo dire che non è così. I ragazzi hanno capito che

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l’impegno e la realizzazione di progetti seri fanno la differenza e, così, insieme alle istituzioni di categoria, stanno dando il loro contributo per costruire il futuro della professione. Ognuna di queste iniziative è fondamentale per costruire centimetro dopo centimetro quel percorso che consente ai giovani farmacisti di crescere e di prepararsi all’impegno futuro nelle istituzioni maggiori. L’affiatamento poi è un prezioso catalizzatore. Ho potuto coglierlo ai tornei sportivi organizzati per 2019 dall’Agifar di Taranto, un’iniziativa che si rinnova da venticinque anni, organizzata, a turno, dalle Agifar pugliesi, con una grandissima partecipazione (circa 200 ragazzi) da tutta Italia. Sono proprio occasioni come queste, nelle quali i rapporti tra colleghi si consolidano in amicizie, che si creano le condizioni per formare quelle grandi

squadre dove si lavora per obiettivi condivisi e con grande intesa, esattamente come il team che ho l’onore di rappresentare in Fenagifar. E mi piace pensare a questo fiorire di attività e aggregazioni come a un’onda lunga e benefica generata proprio da Fenagifar, dall’entusiasmo dei ragazzi del mio Consiglio, che hanno saputo declinare progetti, entusiasmare le Agifar sul territorio e favorirne la nascita di nuove; ben dieci negli ultimi due anni, dopo un lungo periodo di totale stallo. Non per piaggeria, ma per pura constatazione, mi sento di affermare che all’origine di quest’onda lunga c’è anche chi ho più volte dichiarato essere un maestro. È Andrea Mandelli, che non dimentica mai di coinvolgere i giovani farmacisti, a tutti i livelli, e con il suo percorso ci dimostra dove può arrivare chi è partito dalle associazioni giovanili.



un farmacista a scuola

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yber

insidie Fare didattica sugli abusi ispirati, nei giovani, dal web

Nel corso dell’anno scolastico 2018/19 sono stato invitato a condurre un’attività didattica nell’ambito del progetto “Cyber Bee”, dedicato alla prevenzione dei problemi legati all’utilizzo della rete da parte degli adolescenti. Il laboratorio aveva come titolo “La rete delle sostanze” e l’obiettivo era quello di stimolare una riflessione sul rapporto tra web e abuso di sostanze. Il legame tra giovani adulti che trascorrono molto tempo sui social media e depressione è stato dimostrato, mentre tra i teenager esiste un nesso tra uso di social media e insoddisfazione nei confronti del proprio aspetto fisico. Questi dati aprono al rischio di assunzione di sostanze da abuso (alcool, farmaci, droghe) tra i giovani maggiormente dediti ai social network. La metodologia didattica adottata si è mossa su vari livelli: analisi mediaeducativa, esercizi pratici, guida all’uso di software. Abbiamo iniziato con uno sguardo critico ad alcuni canali Youtube di cui i partecipanti erano assidui follower: alcuni erano dedicati alle recensioni di prodotti o altre attività legate, per esempio coloro che filmano la distruzione di oggetti elettronici (smartphone, televisori, consolle, eccetera). È emerso come la volontà sia di vedere fare ad altri quel-

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di Sergio Cattani, farmacista ed educatore

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In seguito, è stato proposto di riordinare le lo che non ti azzarderesti a fare, per il valore foto secondo un criterio a scelta. Sono stati intrinseco del prodotto e lo spreco che ne scelti tre gruppi: selfie, oggetti, panorami. deriverebbe. Si tratta, infatti, sempre di ogLa riflessione scaturita è stata: le foto sono getti di marca che rivestono qualche tipo di spesso tutte uguali, per inquadratura e tiattrazione negli utenti. Qui è nata l’idea di pologia. Il laboratorio si è concluso con la realizzare un video stile youtuber, con argoconstatazione che Instagram favorisce la mento da definire. ripetitività ed esclude chi non si uniforma, Parallelamente, sono state approfondite facendolo sentire più solo. tecniche proprie della comunicazione cineInfine, si è scelto di girare un video che metmatografica, come stop motion e green tesse in guardia dagli acquisti sbagliati onliscreen. In entrambi i casi si tratta di metone, su siti inaffidabili o facendosi attirare da diche facilmente applicabili anche con poofferte eccessive. Per chi strumenti e capaci questo abbiamo creadi garantire risultati to un finto sito web di piacevoli. Con l’obiettiRIFLESSIONE sconti esagerati, imvo di apprendere l’uso DEI GIOVANI parando a usare una dei software di ediSTUDENTI: piattaforma di creazioting video, sono stati I SOCIAL ne siti e blog. Di seguirealizzati filmati con TENDONO to è stato realizzato queste metodiche. uno storyboard a Proseguendo, è stato A UNIFORMARE proposto e realizzato I COMPORTAMENTI blocchi, mettendo insieme il materiale già un laboratorio dedicagirato con quello anto a Instagram. Dopo cora da filmare. I ragazzi si sono trasformati aver stampato cento foto prese casualmenin registi, con l’aiuto di Sofia Esposito, videte da questo social network, gli alunni sono omaker. Il montaggio finale è stato fatto instati invitati ad appenderle al muro a caso. sieme, scegliendo musiche e tagli da fare. Dopo averle osservate, è stato fatto un brain La visione del filmato e il percorso fatto hanstorming dei pensieri che suscitavano: posti no sorpreso e divertito i ragazzi, che hanno da visitare, paesaggi, selfie, panorami, beavuto la possibilità di riflettere su quanto il vande, oggetti. La riflessione sviluppata inweb incida sulla nostra vita quotidiana e sieme è stata: si condividono soprattutto bei contemporaneamente scoprire un modo di momenti e praticamente sempre si tratta di usarlo creativo e costruttivo. persone di bell’aspetto fisico.



parliamone

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di Stefano De Carli Studio Luce, Modena

avalli

di ritorno Torna in auge con il Decreto crescita il superammortamento, che non era stato prorogato dall’ultima legge di Bilancio. E aumentano i vantaggi in caso di iperammortamento

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bilità. Mentre, infatti, sino al 2018 la maggiorazione era “solo” del 150 per cento, nel 2019 diventa del 170 per cento. E, come ulteriore incentivo, il software o i beni immateriali elencati nell’Allegato B) della Legge 232/2016, connessi al bene strumentale incentivato, possono usufruire di un maxiammortamento del 40 per cento. Lo spirito che ha ispirato tale notevolissima agevolazione era tuttavia quello di incentivare investimenti, nuovi, ad altissima tecnologia. Ne consegue che i beni “iperagevolati” devono avere caratteristiche tecniche alquanto sofisticate e rispondere a stringenti requisiti anche di interconnessione con i processi produttivi e commerciali aziendali (come elencati nel box); quindi i soli che possono realmente rientrare tra le necessità delle farmacie sono i magazzini o robot automatizzati. Il cui costo di acquisto, in verità piuttosto oneroso, potrà essere sostanzialmente annullato dal risparmio fiscale, come si dimostrerà di seguito. Si fa presente comunque che il ministero dello Sviluppo economico, con circolare del 23 maggio 2018 n. 177355, ha inaspettatamente ampliato l’ambito di applicazione dell’iperammortamento a categorie di investimenti che a una prima interpretazione sembravano escluse dall’agevolazione. Tra queste riveste particolare importanza, per il settore della farmacia, quella dei distributori automatici. Sostiene infatti il Ministero che, indipendentemente dal settore di esercizio dell’attività principale esercitata dall’azienda, quindi anche da una farmacia, «i distributori automatici di prodotti finiti e/o per la somministrazione di alimenti e bevande costituiscano a tutti gli effetti dei “negozi automatici”, essendo in grado di prestare autonomamente (e automaticamente) il servizio e cioè la vendita di prodotti finiti e/o la somministrazione di alimenti e bevande in esse (fisicamente) contenuti. Sulla base di tale qualificazione, si ritiene, per esigenze di semplificazione, che i cespiti in parola, pur potendo essere potenzialmente classificabili a seconda dei casi anche in altre voci dell’Allegato A, siano assimilabili, agli effetti della disciplina dell’iperammortamento, ai «magazzini automatizzati interconnessi ai sistemi gestio-

parliamone

cento, cioè a dire che vengono ricompreTra le tante novità introdotte dal Decreto se praticamente tutte le attrezzature, anlegge 30 aprile 2019 n. 34 in vigore dal che informatiche e gli arredi usualmente primo maggio scorso e ancora da converutilizzati in farmacia ma non i fabbricati tire in legge al momento in cui vengono che hanno un coefficiente di ammortaredatte queste note, ve ne è una particomento del 3 per cento. larmente gradita in quanto passibile di Da notare che la maggiorazione non appauna diffusione generalizzata nel settore re nel bilancio, nel quale compaiono solo della farmacia. le quote di ammortamento ordinarie, ma Ci si riferisce al “superammortamento”, che viene evidenziata in un rigo apposito del ritorna in auge dopo che la legge di Bilancio quadro di reddito d’impresa della dichia2019 (L. 145/2018) non ne aveva prorogato razione dei redditi, l’applicazione, confercontribuendo a ridurmata dalla legge di Bitra i beni re l’imponibile su cui lancio precedente solo iperagevolati verranno calcolate le sino al termine dell’anno rientrano, imposte. solare 2018. Ma, nella sostanza, a Con il decreto “crescinell’ambito ta”, come è stato battezdella farmacia, quanto ammonta il risparmio di tassazione zato il Dl 34, vengono solo i mag azzini ottenibile? Per restare nuovamente agevolati o i robot nel campo delle ditte gli investimenti in beni materiali strumentali, a automatizzati individuali e delle società di persone occorcondizione che siano re fare una semplificazione dal momento nuovi, ed entro il limite, del tutto ininfluenche l’imposta di riferimento, l’Irpef, si applite per il nostro settore, di 2.500.000,00 euro, ca con differenti aliquote e col sistema a consentendo che venga maggiorato del 30 scaglioni. Per dare una idea del beneficio, per cento il costo di acquisizione, al fine si può ipotizzare una aliquota media, per del calcolo delle quote di ammortamento esempio del 35 per esempio, corrispondendeducibili ai fin dell’Irpef e dell’Ires (tassate a un utile di circa 90.000,00 euro. zione propria delle società di capitali), ma Per un acquisto di un bene di 10.000 euro, non dell’Irap. con coefficiente di ammortamento del 15 per cento annuo, il risparmio fiscale ordiNEL DETTAGLIO nario in termini di sola Irpef ammonta a I beni devono essere acquistati tra il 1 apri3.500,00 euro in circa sette anni; con sule 2019 e il 31 dicembre 2019, fatti salvi coperammortamento, sempre nel medesimunque gli investimenti consegnati entro mo arco temporale, ammonta a 4.550 il 30 giugno 2020, qualora sia stato fatto e euro (35 per cento di 13.000) con minori accettato l’ordine (che, per ovvi motivi di imposte pari a 1.050 euro: in sostanza è documentabilità, si presume debba essere come se il fisco concedesse uno sconto scritto) e pagato il 20 per cento del prezzo di circa il 10 per cento sul prezzo di acentro la fine del 2019. quisto usufruibile però in un arco tempoIl beneficio si applica anche in caso di acrale abbastanza lungo. quisto, tramite leasing finanziario ma non leasing operativo o noleggio come precisato dalla circolare 23 dell’Agenzia delle enL’IPERAMMORTAMENTO trate del 26 maggio 2016, che puntualizza Ben diverso è il rendimento dell’iperammolti aspetti dell’applicazione pratica mortamento, che, a differenza del fratello dell’agevolazione. “minore”, l’ultima legge di Bilancio ha proIl nuovo superammortamento, come rogato per il 2019, con la solita appendice, quello del 2018, ma diversamente dalla in questo caso a tutto il 2020, in caso di acstesura originaria, non si applica ai veicoquisto con accettazione dell’ordine e pagali e a tutti i beni con coefficiente di ammento del 20 per cento del prezzo entro il mortamento tabellare inferiore al 6,5 per 2019, addirittura incrementandone l’appeti-

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nali di fabbrica» e, quindi, ricondotti al punto 12 del primo gruppo dell’Allegato A. Quanto ai requisiti oggettivi di applicabilità del regime agevolativo, si evidenzia come dall’esame delle casistiche rappresentate emerga che, in generale, solo i distributori automatici di nuova generazione presentano caratteristiche tecnologiche tali da soddisfare potenzialmente le condizioni poste dalla normativa» e ancora, «si ritiene opportuno richiamare l’attenzione sul fatto che per soddisfare in particolare il requisito dell’interconnessione i distributori automatici in questione devono essere in grado di scambiare informazioni in maniera bidirezionale: in ingresso - ricevendo da remoto istruzioni/indicazioni quali, per esempio, la modifica dei dati e dei parametri di configurazione della macchina e/o la variazione del listino prezzi dei prodotti; e in uscita, comunicando informazioni quali, per esempio, stato componenti della macchina, contabilità, quantità prodotti o altre informazioni di natura logistica e diagnostica. Ciò precisato, occorre aggiungere che, per evidenti considerazioni di ordine logico sistematico, l’accesso al beneficio deve considerarsi subordinato in questo caso anche alla condizione che i suddetti distributori automatici soddisfino gli standard di compliance fiscale (attuali e futuri) previsti dalle disposizioni regolamentari stabilite dai provvedimenti del direttore dell’Agenzia delle entrate attuativi dell’art. 2, commi 2 e 4, del Dlgs n. 127/15. A oggi, si ricorda per completezza, le specifiche tecniche allegate ai provvedimenti del 30 giugno 2016 e del 30 marzo 2017 chiariscono che la predisposizione, il sigillo e la trasmissione telematica del file contenente i dati dei corrispettivi da inviare all’Agenzia delle entrate sono possibili anche per i distributori automatici che hanno un sistema master non ancora connesso in rete, ma comunque in grado di scambiare dati in entrata e in uscita mediante porte di comunicazione wireless (per esempio: IrDA, bluetooth, infrarossi)». Per tornare alla quantificazione pratica del beneficio fiscale ottenibile dall’iperammortamento possiamo riportarci all’esempio fatto precedentemente: cosicché il nostro bene di costo pari a 10.000 euro permetterà un ammortamento su 27.000 euro, con un ri-

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sparmio di imposte di 9.450 (35 per cento di 27.000), seppur ottenuto in circa sette anni. Un sostanziale azzeramento del costo, quindi, e si tratta inoltre di un calcolo certamente prudenziale, dal momento che se fosse effettuato sulle aliquote marginali si dovrebbe considerare il 40/45 per cento; il che darebbe, addirittura, un margine positivo.

CONCLUDENDO A chiusura, si intende segnalare un aspetto molto delicato: l’utilizzo dell’iperammortamento è subordinato alla redazione di una perizia giurata da parte di un tecnico di settore (ingegnere o perito industriale), da effettuarsi entro il 31 dicembre dell’anno in cui si intende usufruirne solo se l’investimento supera i 500.000 euro. Per valori inferiori è sufficiente una autocertificazione della sussistenza dei requisiti da parte del legale rappresentante della azien-

da cui dare data certa entro gli stessi limiti temporali, pena la perdita del beneficio per l’anno, in cui non si è provveduto (questa è la posizione, peraltro non contenuta nella normativa, del ministero dello Sviluppo economico esposta nella medesima circolare richiamata precedentemente). Ma il farmacista non ha certo la competenza per stabilire se il magazzino automatizzato o la vending machine abbiano le caratteristiche richieste dalla normativa per essere considerati agevolabili. Si consiglia vivamente che l’acquisto venga assistito, con costo eventualmente a carico del fornitore, della perizia giurata anche per acquisti inferiori o pari al limite imposto dalla Legge 232. Meglio evitare sorprese e responsabilità, gli sgravi sono ingenti e sono numerosi, purtroppo, i venditori che, pur di piazzare i propri prodotti, si inventano vantaggi fiscali privi di fondamento.

Caratteristiche richieste per i beni che usufruiscono dell’iperammortamento Controllo per mezzo di Cnc (Computer numerical control) e/o Plc (Programmable logic controller); interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica con caricamento da remoto di istruzioni e/o part program; integrazione automatizzata con il sistema logistico della fabbrica o con la rete di fornitura e/o con altre macchine del ciclo produttivo; interfaccia tra uomo e macchina semplici e intuitive; rispondenza ai più recenti parametri di sicurezza, salute e igiene del lavoro; Inoltre tutte le macchine sopra citate devono essere dotate di almeno due tra le seguenti caratteristiche per renderle assimilabili o integrabili a sistemi cyberfisici: sistemi di telemanutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remoto; monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo mediante opportuni set di sensori e adattività alle derive di processo; caratteristiche di integrazione tra macchina fisica e/o impianto con la modellizzazione e/o la simulazione del proprio comportamento nello svolgimento del processo (sistema cyberfisico); dispositivi, strumentazione e componentistica intelligente per l’integrazione, la sensorizzazione e/o l’interconnessione e il controllo automatico dei processi utilizzati anche nell’ammodernamento o nel revamping dei sistemi di produzione esistenti; filtri e sistemi di trattamento e recupero di acqua, aria, olio, sostanze chimiche e organiche, polveri con sistemi di segnalazione dell’efficienza filtrante e della presenza di anomalie o sostanze aliene al processo o pericolose, integrate con il sistema di fabbrica e in grado di avvisare gli operatori e/o di fermare le attività di macchine e impianti.


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echi dal web

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da Farmacista33

mici

a Roma La quinta edizione di Farma&Friends a Villa Miani. Raccolti 60.000 euro da devolvere in beneficienza

È ormai diventato un appuntamento fisso quello con Farma&Friends, la cena di solidarietà, giunta alla quinta edizione, promossa da Federfarma Roma ed Edra, con il supporto non condizionato di Teva. La serata, tenutasi a Villa Miani, ha visto la partecipazione di più di mille farmacisti e ha permesso la raccolta di quasi 60.000 euro. La serata ha visto la partecipazione di più di mille farmacisti e ha permesso la raccolta di quasi 60.000 euro. I fondi saranno devoluti a sostegno di due importanti iniziative: l’acquisto di un oftalmoscopio per l’Ospedale Oftalmico e il supporto a un progetto per i bambini malati di tumore al cervello del Bambin Gesù. «Sono orgoglioso e onorato. La compattezza della categoria nei confronti della beneficienza ha fatto sì che anche la quinta edizione fosse un successo. È il valore umano a guidare ogni processo di miglioramento», è il commento di Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Roma. Dalla prima edizione di Farma&Friends, nel 2016, il totale dei fondi raccolti e donati supera i 450.000 euro. Proprio in virtù di questo Marco Cossolo, presidente di Federfarma, ha auspicato che essa possa diventare una iniziativa di respiro nazionale grazie alla costituzione di una fondazione in grado di capitalizzare e promuovere il valore della solidarietà della farmacia.

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Importante la presenza delle istituzioni, che hanno rivolto un commosso ricordo all’indimenticato Osvaldo Moltedo. A ripercorrere uno dei momenti più significativi il presidente della Fofi Andrea Mandelli: «Ricordo di un’edizione di Farma&Friends durante la quale commentammo con Osvaldo un episodio critico di quei giorni. Mi disse che, nonostante le complicazioni lavorative, guardando all’unione e alla compattezza della categoria, ogni difficoltà era ripagata da voi che ogni giorno, senza fare rumore, lavorate in modo eccellente per questa società. Grazie». A unirsi nel ricordo anche il presidente della Regione Lazio Nicola

Zingaretti, il vice presidente della Fofi Luigi D’Ambrosio Lettieri, il presidente dell’Utifar Eugenio Leopardi, il senatore Maurizio Gasparri e l’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin. A conclusione degli interventi un altro rappresentante istituzionale, il sottosegretario alla Salute Luca Coletto, si è complimentato «con Farma&Friends non solo per la splendida serata, ma soprattutto per le finalità di questa manifestazione. Abbiamo restituito al territorio una parte dei proventi della farmacia a favore di opere di bene. La beneficienza verso i meno fortunati è una causa nobile a cui sono orgoglioso di contribuire».


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di Francesca Giani, Farmacista33

iabete

nel mirino

Dallo screening all’aderenza terapeutica, la presa in carico del paziente contribuirebbe al miglioramento della vita e alla riduzione della spesa sanitaria. Presentati i risultati del DiaDay 2018

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In tredici giorni, 5.000 farmacie hanno raccolta e le elaborazioni statistiche sono monitorato quasi 130.000 persone sottoa cura di Promofarma). ponendole a uno screening gratuito per il «L’iniziativa», continua Cossolo, «dimostra diabete e sono state in grado di rilevare che la farmacia ha un ruolo decisivo nelle quasi 5.000 soggetti affetti dal diabete campagne di screening e può dare un imche non sapevano di esserlo. «Persone che portante contributo nel realizzare indagini ora possono curarsi adeguatamente», profonde e dettagliate sul territorio per spiega Marco Cossolo, presidente di Fevalutare lo stato di salute della popolazioderfarma, «e molto probabilmente evitene. Grazie alle oltre 5.000 farmacie che nel ranno le complicanze e il progredire della novembre del 2018 si sono impegnate gramalattia, con un vantaggio per la salute tuitamente nel Diaday abbiamo scattato della popolazione, ma anche per le casse una fotografia del diabete in Italia», ma del Servizio sanitario nazionale, perché la anche di come i pazienti si approcciano a patologia costa esponenzialmente di più terapie e consigli su stili di vita. man mano che progredisce». Inoltre, gra«L’aderenza alla terapia», aggiunge Silvia zie ai farmacisti, è Pagliacci, presidente stato rilevato che il del Sunifar e coordinala 13,48 per cento dei trice del progetto Diapazienti affetti dalla Day, «è un problema popolazione patologia a cui è stagravissimo e non solo esaminata ta prescritta una dieper il diabete. Uno stuè stata di ta alimentare non la dio recente su cinque segue e il 36,26 la se- 128.000 persone. patologie croniche gue abbastanza. molto diffuse (diabete, Quasi 12.000 si sono dichiarate osteoporosi, fibrillazione atriale, dislipidemie NEL DETTAGLIO già affette e ipertensione) ha calSono questi alcuni da diabete colato che se i malati dei risultati emersi seguissero scrupolodalla campagna Diasamente le terapie prescritte loro dal meday 2018, organizzata da Federfarma e padico, il Ssn potrebbe risparmiare fino a 3,7 trocinata da Fofi, Fnomceo, Amd, Sid, miliardi di euro (pari al 22,6 per cento delAild, Utifar, Fenagifar e Cittadinanzattiva, la spesa farmaceutica territoriale, che è di che era partita il 12 novembre scorso, in 16,5 miliardi di euro). La presa in carico occasione della giornata del Diabete (la


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del paziente cronico da parte della farmacia permetterebbe la riduzione delle ricadute e delle recidive e una riduzione degli accessi ai Pronto soccorso e dei ricoveri ospedalieri. In sintesi, più salute e meno spesa». Interessanti i dati emersi dalla campagna del 2018: la popolazione esaminata è stata pari a 128.041 persone, di cui il 60,57 per cento donne e nel 43,41 per cento dei casi over 64. Sono stati sottoposti a screening 116.097 soggetti, mentre 11.944 si sono dichiarati già affetti da diabete. Un primo risultato della campagna è stato quello di individuare i soggetti con nuova diagnosi e a essere presi a riferimento sono stati valori di glicemia >/=126 mg/dL dopo il digiuno notturno o glicemia >200 mg/dL in qualunque momento del giorno. Secondo questo parametro, degli oltre 110.000 soggetti sottoposti a screening, 4.893 sono i diabetici di nuova diagnosi, pari al 4,21 per cento: di questi il 65,38 per cento dei casi è di fascia d’età over 64 e, in tutto il campione, la maggioranza (58,41 per cento) è risultata di sesso maschile. Importante è stata anche la rilevazione del prediabete, una predisposizione al diabete asintomatica e caratterizzata da valori di glucosio nel sangue lievemente superiori alla norma. In questo caso la rilevazione dei parametri clinici deve essere fatta esclusivamente nei soggetti che si sono presentati a digiuno (in totale 41.248): di questi 18.635 sono risultati prediabetici (45,18 per cento). In particolare, secondo le linee guida di Ada (American diabetes association) è prediabetico chi ha una glicemia a digiuno compresa tra 100 e 126 mg/dl, mentre secondo le linee guida dell’Oms è prediabetico chi ha una glicemia a digiuno compresa tra 110 mg/dl e 126 mg/dl. Nel dettaglio, è stato riscontrato un valore di glicemia a digiuno tra 100-109 mg/dL in 10.719 soggetti (25,99 per cento) e tra 110-125 mg/dL in 7.916 (19,19 per cento). Anche nel caso di prediabete la stragrande maggioranza dei soggetti è di età superiore ai 64 anni (61,90 per cento), mentre la forbice tra maschi (51) e femmine (49) tende a ridursi.

POPOLAZIONE A RISCHIO A essere calcolato è stato poi il rischio di sviluppare la patologia nell’arco di dieci anni nei soggetti prediabetici e in quelli normali, grazie alla somministrazione di un questionario avallato dalla comunità scientifica internazionale. Come si legge nelle schede di sintesi diffuse da Federfarma, «le domande hanno riguardato caratteristiche personali (età e sesso), familiarità con la patologia, stili di vita, alimentazione. Dall’elaborazione delle risposte è risultato che il rischio di contrarre la patologia nei dieci anni successivi è molto elevato (50 per cento) per il 2,55 per cento dei soggetti normali, per il 5,23 per cento dei soggetti che sono prediabetici secondo i parametri Ada (più restrittivi) e per il 7,86 per cento dei prediabetici secondo i parametri (meno restrittivi) dell’Oms. Analoghe le percentuali riscontrate nel 2017». Al centro dell’indagine c’è stato poi il capitolo dell’aderenza alla terapia: anche in questo caso è stato sottoposto un questionario validato dalla comunità scientifica internazionale, rivolto alle persone entrate in farmacia che si sono dichiarate diabetiche: «Degli 11.944 soggetti con diabete

che hanno risposto, la maggioranza (34,28 per cento) è di età compresa tra 70 e 79 anni. In generale, il 61,05 per cento ha familiarità con la patologia, l’82,41 per cento dichiara di non avere complicanze, ma la maggior parte di coloro che hanno complicanze ha il diabete da più di tre anni. Del totale, al 70,03 per cento sono stati prescritte restrizioni dietetiche e farmaci orali; al 13,28 per cento è stata prescritta solo la dieta alimentare; all’11,02 sono stati prescritti dieta, farmaci orali e insulina; al 5,67 dieta e insulina». In tema di aderenza alla terapia, «il 62,61 per cento dei diabetici noti dichiara di fare l’automisurazione della glicemia e il 49,03 per cento si sottopone al dosaggio dell’emoglobina glicata. Ma di questi il 46,82 per cento lo fa ogni sei mesi; il 5,49 lascia passare più di un anno tra una misurazione e l’altra; il 22,37 ogni tre mesi; il 25,31 ogni anno. Per quanto riguarda l’età, va notato che al suo crescere si inverte il rapporto tra soggetti prediabetici e diabetici (in quanto il prediabete è evoluto in diabete): fino a 64 anni i prediabetici sono più dei diabetici, oltre i 64 a essere di più sono i diabetici».

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incontri

È

di Stefania Cifani

tempo

di spegnerla

Il fumo di sigaretta interessa undici milioni di italiani e resta un’emergenza sanitaria, in quanto all’origine di gravi patologie, non solo oncologiche. A colloquio con Roberto Boffi, pneumologo, responsabile del Centro antifumo dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano

Senza il fumo il tumore al polmone sarebbe una malattia rara. La relazione causale tra fumo di tabacco e tumore polmonare è infatti una delle poche sulle quali la scienza si sia pronunciata con certezza. Ogni anno in Italia si verificano 70.000 decessi prematuri a causa del fumo, che interessa oltre undici milioni di persone. Fumare non aumenta solo il rischio di ammalarsi di cancro ma anche di altre malattie, respiratorie e cardiovascolari. Smettere è possibile, ma farlo da soli è più difficile. Ne parliamo con Roberto Boffi, pneumologo, responsabile del Centro antifumo dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano e autore, insieme a Donatella Barus, giornalista della Fondazione Umberto Veronesi, del libro Spegnila! (Bur Rizzoli).

Dottor Boffi, come si fa a smettere di fumare? Va ricordato che il tabagismo è una dipendenza, al pari dell’alcolismo, e come tale va trattata. La terapia integrata, offerta nei centri antifumo, ha dimostrato di possedere una efficacia superiore a qualsiasi altro trattamento anti-tabagico: supporto psicologico e farmacologico personalizzato sulla base del grado di dipendenza e sulla presenza di eventuali patologie concomitanti. Questo è consigliato come intervento di secondo livello ai forti fumatori, mentre i “fumatori sani” - cioè quelli che non hanno patologie a parte la dipendenza dal tabac-

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co - dovrebbero essere aiutati da figure di tutto il sistema sanitario: medici di famiglia, specialisti e farmacisti. Questo accade troppo raramente: secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità l’85 per cento dei fumatori che ha smesso lo ha fatto “da solo”, ma si tratta di una necessità dettata dalla mancanza di un aiuto adeguato da parte di chi si occupa di salute.

Si tratta di interventi efficaci? L’approccio integrato porta a successo in una percentuale di casi che va dal 3 al 4045 per cento. Si definisce ex fumatore chi ha smesso da almeno dodici mesi, periodo necessario per poter dichiarare che il fumatore si è liberato dalla dipendenza. Possono verificarsi ricadute, ma non con la frequenza elevata che caratterizza il primo anno. Preciso che questa regola vale anche per chi continua a fumare le sigarette a vapore, ma non per chi fa uso di prodotti a tabacco riscaldato: si tratta sempre di fumo, anche se diverso.

Chi è il fumatore che si rivolge ai centri antifumo? Il primo obiettivo dei centri antifumo è quello di spezzare la solitudine del fumatore, dando un aiuto concreto quando non bastano i consigli di base, le letture, la propria volontà. L’individuo che si rivolge al centro antifumo è quello che ha provato a smettere ma non ci è riuscito, e quello che


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sigarette elettroniche meno dannose per la salute? al momento le evidenze scientifiche non ne danno prove sufficienti

presenta patologie concomitanti fumo-correlate, come la bronchite cronica (Bpco), per cui smettere è assolutamente necessario. Spesso i pazienti arrivano al centro dopo avere tentato di smettere due o tre volte. Ma in Italia ci sono 300 centri antifumo, l’80 per centro dei quali situati al nord, un numero insufficiente a fronte di oltre undici milioni di fumatori. Inoltre il cittadino spesso non conosce questa possibilità e spesso anche i medici di famiglia, che dovrebbero essere il primo riferimento, non ne sono completamente a conoscenza.

Le sigarette elettroniche sono utili? La maggior parte dei consumatori pensa che le sigarette elettroniche e i nuovi dispositivi a tabacco riscaldato siano meno dannosi per la salute ma al momento le evidenze scientifiche non permettono di fare tale affermazione con certezza; anche se la quantità di sostanze tossiche rilasciata è inferiore a quella delle sigarette tradizionali. Possono essere utili per aiutare a smettere ma sappiamo che sono più dannose dei prodotti sostitutivi della nicotina e che producono sostanze nocive, come metalli, composti organici e aldeidi. In particolare, preoccupa la presenza di formaldeide, agente cancerogeno di gruppo 1, secondo la classificazione della Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. E sappiamo che danno dipendenza. Purtroppo l’uso si sta diffondendo enormemente tra i giovani; negli Stati Uniti si è verificato nell’arco di un anno un raddoppio del loro uso nelle scuole.

Perché l’Italia detiene il primato europeo di adolescenti fumatori? Le campagna di prevenzione non sono state efficaci, evidentemente sono state tarate su target diversi, come quello dei fumatori più anziani. D’altra parte le multinazionali del tabacco sono state molto abili nell’agire sulle categorie che non erano ancora sature, come i giovani e le donne. Altri Paesi hanno investito di più

sulla prevenzione, con interventi articolati e con l’aumento del prezzo delle sigarette. In più sappiamo ormai che per essere efficace la prevenzione primaria del tabagismo dovrebbe diventare materia di studio. Una lezione frontale di qualche ora non è utile; servirebbero piuttosto laboratori con interventi multidisciplinari, che tocchino storia, geografia, economia, italiano, letteratura. Il fumo coinvolge molti aspetti.

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città troppo inquinate? le sigarette inquinano di più dei motori diesel, compresi i tir

Inoltre il farmacista è nella condizione di poter avviare il fumatore verso l’uso di prodotti sostitutivi della nicotina, che fanno parte degli strumenti previsti dalle linee guida per la cessazione del fumo e possono essere assunti senza ricetta medica, in varie forme: cerotti, gomme, caramelle, spray sublinguali, inalatori.

Si dice che smettere di fumare sia “inutile” se si vive in una città inquinata. Cosa ne pensa?

Ha accennato all’aumento del prezzo delle sigarette, ci può spiegare meglio? Vari studi hanno mostrato come l’aumento del prezzo delle sigarette sia uno strumento efficace per ridurre il numero di fumatori. Le stime parlano di una riduzione del 4 per cento a fronte di un aumento di prezzo del 10 per cento a pacchetto. Una misura con un impatto sul sistema sanitario: è stato calcolato che l’aumento di un euro a pacchetto farebbe diminuire i consumi nell’ordine di 360 milioni di pacchetti, con un aumento delle entrate fiscali pari a 2,2 milioni di euro. Certo questo intervento dovrebbe riguardare anche il tabacco sfuso, molto usato dai giovani, per evitare fenomeni di sostituzione. Se i maggiori introiti derivanti dall’aumento del prezzo delle sigarette venissero impie-

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gati per fini etici, come la ricerca nella lotta al tabagismo, sarebbe anche meglio accettato dai cittadini.

Che ruolo può avere il farmacista nella disassuefazione al fumo? Con Federfarma Lombardia da molti anni portiamo avanti il progetto “Spegnila e respira” (vedi box) dove insegniamo ai farmacisti a utilizzare i prodotti sostitutivi della nicotina e a fare la spirometria. Questo ha permesso di fare anche diagnosi precoce sulle patologie respiratorie individuando molti casi “nascosti” di bronchite cronica (Bpco), che sono stati poi indirizzati al medico per ulteriori accertamenti. La collaborazione tra medico e farmacista, che rappresenta una figura affidabile a cui il cittadino si rivolge, è molto importante.

Si tratta di un alibi. Abbiamo confrontato le emissioni di particelle nocive, come polveri fini e ultrafini, black carbon e altre sostanze, provenienti dalle sigarette con quelle provenienti dai motori. Si è dimostrato che una sigaretta inquina dieci volte più di un diesel e tre volte più di un tir. Quest’anno in occasione del World No Tobacco Day abbiamo dimostrato la capacità inquinante del narghilè, una moda oggi dilagante tra i giovani, che sono convinti non sia dannoso. Invece risulta che inquina due o tre volte di più delle sigarette, e provoca una maggiore emissione di black carbon, la componente più tossica delle polveri sottili. Ne andrebbe quindi proibito l’uso, almeno indoor.

Su quali temi si sta concentrando la ricerca dell’Istituto in questo momento? Da ormai vent’anni a questa parte portiamo avanti ricerche sugli effetti del fumo passivo. La ricerca sulle sigarette elettroniche è un filone che abbiamo esaminato, anche nel confronto delle tipologie


Negli ultimi anni vi sono stati progressi nella cura del tumore polmonare… È così. Oggi la terapia biologica, riservata solo a quei soggetti che presentano una particolare mutazione genetica, ha permesso di ottenere, in un terzo di casi, la cronicizzazione del tumore del polmone, rendendolo paragonabile a malattie come la Bpco. Si ottengono risultati insperabili fino a solo pochi anni fa, con persone che dopo molti anni continuano a condurre una vita normale, pur avendo un tumore polmonare metastatico. Naturalmente si tratta di terapie molto costose, che non si può pensare di erogare a pioggia. Un altro modo per ribadire l’importanza della prevenzione.

Dal progetto Biomild per la diagnosi precoce del tumore del polmone è nato un programma, ce ne può parlare? Il programma di screening Smile ha dimostrato l’efficacia della diagnosi precoce del tumore del polmone. Ma alla diagnosi precoce deve essere associata la prevenzione. Smile è il primo programma al mondo che associa diagnosi precoce con prevenzione, agendo concretamente sugli stili di vita. Ci avvaliamo di apparecchi avanzati che permettono di eseguire Tac del torace ad altissima definizione con tossicità minima. Inoltre eseguiamo il test genetico dei micro Rna per la diagnosi precoce dei marcatori tumorali circolanti, predittivi di almeno un paio d’anni dell’insorgenza della neoplasia.

E forniamo anche un aiuto concreto per migliorare la qualità e la durata della vita di questi pazienti, con un supporto farmacologico gratuito, a base di citisina, per smettere di fumare.

I risultati? Saranno trattati 800 pazienti con citisina, distribuita gratuitamente dalla farmacia interna all’Istituto. Il progetto prevede poi la somministrazione di cardioaspirina per i

soggetti ad aumentato rischio cardiovascolare, e la possibilità di ricevere consigli tramite una innovativa piattaforma online e di avere colloqui telefonici sul tema dell’alimentazione e dell’attività fisica. Nei prossimi mesi sarà avviato uno studio randomizzato per confrontare il trattamento standard con citisina attualmente in uso (di quaranta giorni) con un trattamento prolungato di tre mesi, ipotizzando che questo possa aumentare la percentuale di successo.

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in commercio. Altri studi stanno portando alla personalizzazione dei trattamenti di disassuefazione dal fumo: uno studio retrospettivo ha evidenziato che esiste una diretta correlazione tra un recettore della nicotina, Chrna5, e la fatica a smettere di fumare. Il test per individuare la positività a questo recettore viene praticato ai fumatori che si rivolgono al centro in modo da poter assegnare una terapia più possibile personalizzata. Nei prossimi mesi sarà avviato uno studio prospettico per capire la predisposizione di ogni individuo a smettere di fumare, e tarare il trattamento psicologico e farmacologico sul profilo genetico in modo da ridurre o minimizzare il rischio di ricadere.

Smettere di fumare in farmacia Sono state oltre 60 le farmacie di Milano e provincia coinvolte nel progetto “Spegnila e respira”, ideato e progettato da Adakta S.r.l., condotto dall’Istituto nazionale dei tumori di Milano (Int), in collaborazione con Federfarma Lombardia e Fondazione Muralti. Obiettivo: formare e specializzare le farmacie sulle malattie respiratorie, informare i cittadini sulle patologie derivanti e sullo stato di salute dei loro polmoni, favorirne l’accessibilità ai percorsi di disassuefazione da fumo. Un progetto che ha concluso, dopo quattro anni, il suo primo ciclo, basato su una campagna di comunicazione, di consulenza ed educazione che ha avuto come focus la prevenzione delle patologie respiratorie croniche, prima tra tutte la Bpco, che ancora sono poco note alla popolazione. I farmacisti sono stati prima formati attraverso corsi Ecm e Fad, per poter dare consigli ai fumatori sulla prevenzione delle patologie respiratorie e sulla disassuefazione dal fumo. Tra gli argomenti trattati: il fumo di tabacco e i danni causati; la Bpco, cos’è, come prevenirla e come trattarla; i farmaci inalatori, quali sono e il corretto utilizzo dei vari device; la dipendenza da nicotina e come gestire i sintomi di astinenza; i farmaci antifumo. Tra il 2016 e il 2019 sono stati formati più di 130 farmacisti e, in quattro anni, sono stati coinvolti e valutati, attraverso la spirometria, oltre 750 individui. Una importante campagna strategica di screening su una delle cronicità più rilevanti registrate dal Ssn, che vede la farmacia coinvolta nel quadro della Farmacia dei servizi e del suo ruolo di presidio sanitario sul territorio. Le farmacie coinvolte hanno reclutato pazienti all’interno del loro bacino di utenza che, attraverso la presenza programmata dell’Int, sono stati sottoposti a una serie di test per verificare la funzionalità respiratoria: veniva infatti offerta loro una consulenza gratuita con lo pneumologo e l’esecuzione della spirometria; in caso di rilevazione di un deficit respiratorio, veniva consigliato loro di rivolgersi ai medici di medicina generale. I fumatori poi venivano invitati a tornare per un secondo incontro. La seconda giornata era dedicata esclusivamente a pazienti fumatori che manifestassero il desiderio di essere aiutati a smettere. Ai fumatori è stata offerta una consulenza gratuita per mostrare le numerose strategie validate per smettere di fumare (Nrt, farmaci, counseling psicologico-motivazionale) e sono stati informati sull’uso e sulla sicurezza delle sigarette elettroniche. Durante l’incontro veniva richiesta loro la compilazione di due questionari, uno sulla motivazione e uno sulla dipendenza, in modo da inquadrare ogni singolo caso. I fumatori più accaniti sono stati inviati ai centri antifumo di pertinenza, mentre i più motivati e meno dipendenti sono stati aiutati direttamente nelle farmacie. Per le farmacie più interessate e volenterose esiste la possibilità di ottenere un certificato di accreditamento come punto di riferimento del Centro antifumo dell’Int, e di ricevere una formazione sul campo dei farmacisti presso il Centro, assistendo a visite e counseling antifumo. Infine, quest’anno, 11 farmacie hanno conseguito una certificazione specifica sull’utilizzo di un protocollo internazionale per la corretta esecuzione della spirometria. Il progetto, per tutto il quadriennio, è stato realizzato con il supporto esclusivo di Teva Italia.

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cosmEticamente

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di Umberto Borellini, farmacista cosmetologo

utti

al mare Suggerimenti per un consiglio qualificato ai farmacisti che attendono il primo assalto dei clienti in cerca di dermoprotezione

Un ripassino, per il reparto dermocosmetico, in attesa delle centinaia di clienti che verranno in farmacia, non tanto per i prodotti - formulativamente parlando identici a quelli della Gdo (e ve lo assicura un farmacista-cosmetologo) - ma per potersi affidare al consiglio scientifico e autorevole del farmacista. Cosa che nessuna cassiera di supermercato potrà mai fare.

PREMESSA La luce solare è composta da radiazioni ultraviolette (Uv), luce visibile e raggi infrarossi. A determinare problemi di pelle sono principalmente le prime, composte da raggi Uva e Uvb che penetrano nella pelle a profondità diverse. Gli Uva hanno un alto potere di penetrazione e sono in grado di accelerare l’invecchiamento cutaneo, mentre gli Uvb, eritematogeni, si fermano prima di giungere agli strati più profondi. L’eccesiva e incauta esposizione al sole può dunque causare danni acuti come eritemi e scottature (provocate dai raggi Uvb) e, a lungo termine, anche d a n n i c ome a l lerg ie s ol a r i , formazione di rughe e carcinomi (dovute maggiormente agli Uva).

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IL SOLE E LA PELLE

Tipo VI: pelle nera, ricca di melanociti. La pelle, in questo caso possiede maggioPer consigliare la protezione solare approre capacità protettiva. priata occorre, in primis, basarsi sul fototiDopo aver stabilito il fototipo, è possibile po cutaneo. Si distinguono sei fototipi. selezionare il filtro solare più adatto. Il fatTipo I: pelle poco resistente. Pigmentatore di protezione (Spf, Sunburn protection zione assente o non uniforme. Capelli factor) è riferito ai soli Uvb ed è indicato chiari, rossi o biondo chiarissimo. Ridurre sulla confezione con un numero che rapal minimo l’esposizione solare, usare prepresenta un moltiplicatore. Per esempio, se parati con filtri solari elevati. in condizioni normali, senza protezione, la Tipo II: pelle a lenta pigmentazione, pelle si arrossa dopo dieci minuti di espomediamente resistente. Capelli sizione, l’applicazione dorati biondi o castano-chiari. di una crema solare a Esporsi con preparati filtransono molte fattore di protezione ti, iniziando con pochi minuti nelle ore meno calde, le variabili 6, permette di “allungare” di ben sei volsoprattutto i primi giorni. che te (un’ora e venti Tipo III: pelle con piginfluenzano minuti) e senza rimentazione rapida e unila qualità schi il tempo di forme, con normale della esposizione. resistenza al sole. CaInoltre il nuovo repelli castani bruni e irradiazione golamento Eu precastani scuri. Esporsi al vede anche indicazioni sole sempre con cautela chiare che definiscano se si tratall’inizio, aumentando progressivamente ta di prodotti a: le esposizioni. Tipo IV: pelle tendenzialmente scura, bassa protezione; che si scotta solo nei primissimi giorni ma media protezione; che si abbronza bene poiché ha molta mealta protezione; lanina. massima protezione (50+). Categorie che, al di là delle scale numeriTipo V: pelle olivastra con tantissima che, aiutano il consumatore a orientarsi melanina e quindi già protetta dalle radiapiù facilmente. Ma le variabili che influenzioni solari, si scotta raramente. Usare cozano la qualità dell’irradiazione sono molmunq ue cosmetici con filtr i Uvb teplici: stagione, latitudine, altitudine, ora responsabili degli eritemi.


cosmEticamente del giorno (il sole migliore lo si prende prima delle 11 e dopo le 16), luoghi dove ci si espone… Sono soltanto alcune delle possibilità in cui la pelle possa trovarsi, quando è esposta al sole. Sapevate che ci abbronza di più in una spiaggia dell’isola d’Elba, dove la sabbia ricca di frammenti metallici riflette molto più la luce, rispetto a una giornata passata in riva al Ticino, dove la sabbia è più terrosa e riflette molto meno? Per non parlare delle gite in barca. Senza considerare la globalizzazione: le migrazioni infatti hanno profondamente cambiato ogni equilibrio georazziale. Non sempre il colore della pelle è adatto alle località dove si vive. I Paesi al mondo con maggiore incidenza di melanomi sono quelli degli emisferi australi, dove i colonizzatori di origine nordica si sono trovati a vivere e dove gli indigeni (per esempio gli Aborigeni) pre-

sentavano, ovviamente, un fototipo molto scuro evolutosi nel corso di millenni. La permanenza in un contesto ambientale diverso dal luogo di origine ha scatenato una serie di reazioni avverse che hanno purtroppo condotto a mutazioni genetiche e hanno favorito anche l’insorgenza di tumori cutanei. Comunque per chi non è aborigeno, i primi bagni di sole non devono durare più di venti minuti (un po’ di più per chi ha fototipo olivastro), per poi aumentare i tempi, ma senza ridurre il fattore di protezione per almeno una settimana. Ricordarsi di riapplicare le creme solari con costanza, e sempre dopo aver fatto il bagno. Anche la quantità di prodotto è importante, almeno 30 ml per applicazione. Non sapete a quanto corrisponde? Un vasetto di crema solitamente è 50 ml. Tanto per avere un idea.

LA QUERELLE SUI FILTRI A prescindere che gli schermi fisici sono più sicuri, poiché agiscono meccanicamente (ossido di zinco o biossido di titanio), anche i filtri chimici sono sicuri. In primis perché la legge li regolamenta, e poi perché alla luce del sole, in un certo senso, si disattivano. Il parere di scrive è il seguente: mai applicare prodotti con filtri solari durante la notte e, possibilmente, non utilizzare filtri in forma nano, troppo abili nel superare lo strato corneo. Un buon filtro la sua battaglia contro le scottature la svolge in superficie. Per il resto, al sole le creme non si sprecano mai.

DA NON DIMENTICARE Avvertire il cliente che per i solari il Pao (il periodo di durata del prodotto aperto) va sempre rispettato: le creme dell’anno prima non vanno utilizzate.

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professione

C

a cura della redazione

on la testa

e il cuore Farmacisti al servizio di farmacisti. A Torino il primo master in politica farmaceutica

Un grande della politica, Winston Churchill, dichiarava che la politica è una vera e propria abilità, quella di «prevedere quello che accadrà in futuro ma anche di spiegare perché non è accaduto». Parlare di politica farmaceutica significa proprio questo: conoscere scenari, individuare interlocutori, comprendere dinamiche interne ed esterne, cogliere bisogni espliciti e sottaciuti, saper individuare “cosa c’è dietro” ma soprattutto cosa “ci sarà davanti”, valutare soluzioni diplomatiche come azioni di comunicazione ampia e determinata. Con questo spirito e con queste finalità è nato il primo progetto di Master in professional coaching, organizzato dagli Ordini dei farmacisti piemontesi e Federfarma Piemonte, in collaborazione con FarmaHiSkill, società specializzata nella consulenza alle farmacie. Il master, rivolto a venti farmacisti under 40 - proprio per favorire il coinvolgimento di giovani professionisti desiderosi di crescere professionalmente e orientati a dare un contributo fattivo alla categoria nelle sue molteplici inclinazioni istituzionali - ha una durata triennale.

OBIETTIVI Obiettivo del primo anno: professional coaching, individuare e sviluppare le abilità di ogni farmacista per potenziarne la capacità di ottenere risultati nel proprio ruolo professionale.

Obiettivo del secondo anno, regional coaching: approfondimento delle conoscenze relative alle relazioni con la dimensione amministrativa locale e legislativa regionale, con particolare attenzione ai rapporti che il mondo della farmacia ha con i Comuni, le Aziende sanitarie locaIi e la Regione, nonché alle competenze e agli ambiti di azione in ciascun settore. Obiettivo dell’ultimo anno, institutional coaching: focalizzazione dei rapporti con le Federazioni a livello nazionale per conoscere quali siano gli stakeholder coinvolti nei processi decisionali, quali le regole che indirizzano le politiche sanitarie del nostro Paese, quali i percorsi normativi parlamentari che inquadrano tali politiche. Alle lezioni teoriche saranno affiancati interventi di protagonisti del mondo della farmacia in merito a scenari locali e anche in relazione a esperienze e progetti innovativi per tutto il territorio nazionale. Sono previsti anche interventi da parte della distribuzione intermedia, della direzione delle farmacie comunali, della direzione dell’Ufficio farmaceutico del sindacato e delle diverse società che si interfacciano quotidianamente con le farmacie di comunità. I promotori Mario Giaccone e Paola Brusa (Ordine dei farmacisti) e Massimo Mana (Federfarma Piemonte) ritengono che sia un’esperienza davvero unica e innovativa nel suo genere perché per la prima volta si

Gli iscritti al primo Master in professional coaching avviato a Torino

parla di farmacia e farmacisti spostando il focus dagli aspetti di management e organizzazione della farmacia territoriale o delle reti di farmacie, a quelli maggiormente legati a una “visione dall’alto” del mondo farmacia funzionale a leggere e interpretare con la “testa e il cuore” le complesse, e per molti versi inquiete, istanze della categoria. Obiettivo: fornire indicazioni e prospettive che valorizzino la farmacia e i farmacisti, costantemente al servizio del contesto sociale di riferimento. Il responsabile di FarmaHiSkill, Michele Ciccolella, concorda nel definire il percorso un’esperienza formativa e di confronto dai toni anticonformisti ma che esprime in pieno la voglia del “mondo farmacia” di voler sempre e meglio progettare il proprio futuro. Da protagonista.

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dall’altra parte del banco

Q

La malattia oncologica irrompe nella vita di chiunque ne sia colpito, stravolgendone prospettive ed equilibri, e coinvolgendo tutta la famiglia. La donna, normalmente investita del ruolo di care giver nei confronti del partner o dei genitori, si trova qui nella posizione più debole e nel bisogno di essere aiutata e sostenuta. «Essere vicino nel percorso della diagnosi di tumore, che si cala come un macigno sulla famiglia, nel percorso di cura lungo e fatto di tante attese e lunghi tempi in ospedale, essere vicino nei tempi di follow-up quando ogni esame è un enigma sul futuro del malato, godere della guarigione oppure continuare il percorso in una malattia cronica anche molto lunga, sono tutti i momenti che rendono molto arduo il compito del care giver. Da intendersi come la persona più vicina al malato di tumore e che si fa carico della fatica di percorrere insieme il tempo della malattia e delle cure», afferma Annamaria Mancuso, presidente di Fondazione Aiom.

LA RICERCA Cosa succede nella coppia quando a essere colpita dal tumore è la donna? Chi è il care giver, in questo caso? A queste e altre domande ha voluto rispondere l’indagine “Il ruolo del care-giver maschile durante il periodo di cura oncologica femminile” promossa da Salute Donna onlus

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di Stefania Cifani

uando

una donna si ammala È la figura maschile il principale riferimento per una donna che si trova ad affrontare un tumore. I risultati di un’indagine sulla tipologia del care giver

insieme a Salute Uomo onlus e patrocinata da Fondazione Aiom (Associazione italiana oncologia medica) e Cipomo (Collegio italiano primari oncologi medici ospedalieri). La ricerca ha coinvolto undici centri oncologici in tutta Italia e raccolto il vissuto di 422 donne in cura pressi gli stessi. Obiettivo, quello di indagare il modo di affrontare la malattia, le diagnosi e le terapie, e la presenza, o meno, della figura maschile nell’affrontarle; elementi di conoscenza importanti ai fini della scelta delle strategie di supporto alle pazienti. «La nostra cultura, e conseguentemente, l’organizzazione sanitaria, sono ancora troppo concentrate sull’organo malato; non si considera che, nella realtà, il tumore sconvolge gli equilibri e impone la necessità di rimodellare la vita diversamente», sottolinea Mario Clerico, presidente Cipomo. «Questo non può non riverberarsi su chi vive accanto alla paziente e non solo dal punto di vista dei bisogni pratici. Nella malattia si mettono in discussione gli equilibri delle relazioni pre-esistenti al tumore: le più fragili rischiano di essere distrutte, mentre ne escono rafforzate e consolidate quelle profonde, che in qualche modo sanno adattarsi alla nuova condizione. Porre l’attenzione su coloro che nella malattia oncologica ci stanno accanto è doveroso e ne dobbiamo tener conto».

COME SI VIVE LA MALATTIA Metà delle donne partecipanti all’indagine ha ricevuto una diagnosi di tumore nei due anni precedenti la rilevazione: prevale il tumore della mammella (63 per cento), mentre il restante 37 per cento è affetto da altri tipi di neoplasie come ovaio, utero, colon-retto, melanoma, mieloma. L’età media è di 56 anni; il 28 per cento ha più di 65 anni, altrettante meno di 45. Dopo la diagnosi le donne vivono un senso di cambiamento profondo della propria vita, in particolare nel fisico (76 per cento) e nel modo di pensare al proprio futuro (70 per cento). Dalla ricerca emerge comunque la figura di una donna forte (90 per cento), in grado di affrontare il momento della diagnosi e la malattia con forza d’animo e fiducia. La presenza di un uomo durante questo percorso e l’avere un lavoro sono elementi che rafforzano ulteriormente la donna. Appaiono invece più fragili le donne single, quelle prive di una rete amicale e familiare e le donne che non lavorano. «L’indagine riapre lo scenario sul problema del care giver e rivela un mondo inesplorato: quello del care-giver uomo che sta accanto alla propria moglie o compagna», spiega Alessandro Comandone, consigliere Fondazione Aiom. «Nella nostra esperienza quotidiana di oncologi siamo molto più avvezzi a vedere donne care giver, sia perché l’uomo in genere si amma-


la di più di tumore, sia perché come abitudine sociale è più comune che l’uomo sia il più anziano nella coppia e dunque più predisposto ad ammalarsi. Oggi, con l’invecchiamento della popolazione, assistiamo a due fenomeni un tempo meno frequenti: l’uomo che assiste la donna o, peggio, entrambi i membri della coppia ammalati di patologia cronica (tumori, cardiopatie, malattie neurologiche e degenerative) che si assistono reciprocamente o che rischiano l’abbandono, soprattutto se non hanno figli o se questi sono lontani. Si tratta dunque di far sorgere una nuova cultura nella società civile italiana con l’acquisizione del “sapere curare” e del “sapere stare vicino” al proprio coniuge o partner ammalato». Dalla ricerca emerge inoltre che tra i fattori che trasmettono alle donne malate il coraggio necessario per andare avanti e affrontare la malattia vi sono i figli (28 per cento), la fede e la preghiera (17 per cento); la spinta a non arrendersi arriva anche dai nipoti, dal voler veder crescere

i figli piccoli, da viaggi e hobby, dalla famiglia e dagli amici, dai medici e dalla ricerca scientifica e, non ultimo, dalla speranza di guarire.

NEL DETTAGLIO Nell’85 per cento dei casi la donna ha al proprio fianco una figura maschile: in sei casi su dieci si tratta del marito o compagno, in tre su dieci di altre figure, come il figlio. Il care giver maschile è una presenza di riferimento nei momenti più importanti del percorso diagnostico-terapeutico: il 65 per cento dei partner è accanto alle pazienti nel momento della prima diagnosi, superiore al 90 per cento la presenza in occasione degli interventi chirurgici. «Nelle malattie croniche, come il cancro, le scelte che il clinico deve fare sono tante e diverse nel tempo. Dipendono quindi dal tipo di vita che il malato conduce. Il medico ha il dovere e l’obbligo di chiedersi: com’è la vita di questo paziente? Cosa fa? Dove e con chi vive? Ha una rete di amicizie? Ha una famiglia, dei figli? Cosa

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succede se propongo una terapia piuttosto che un’altra? Oggi si parla di medicina narrativa per rispondere meglio ai bisogni dei pazienti. L’oncologo deve sapere chi ha di fronte per proporre le soluzioni di cura più adatte», sottolinea Clerico. Al di là delle necessità strettamente legate alle terapie, la presenza dell’uomo è significativa anche nelle situazioni legate a bisogni specifici: durante gli esami diagnostici, le visite di controllo, le sedute di radio o chemioterapia. In queste situazioni il partner è “sempre” o “quasi sempre” presente per circa i due terzi dei casi. Tendenza che appare più marcata nelle regioni del centro-sud. Ma il percorso terapeutico è costellato di momenti nei quali la donna può avere bisogno di supporto nella sfera piscologica - affrontare attesa e incertezza, calmare ansie e paure e alleggerire l’atmosfera in famiglia - e per un aiuto concreto nelle questioni pratiche di ogni giorno, come procurare medicinali e occuparsi di incombenze burocratiche. Tutte situazioni nelle quali la maggioranza delle donne afferma di essere state sostenute dal care giver maschile. Non mancano tuttavia casi dove la situazione è diversa. Se nella maggior parte dei casi la figura di riferimento è maschile, la ricerca ha evidenziato che per il 15 per cento il principale care giver è femminile e che si tratta di un’amica, della madre o della sorella. A volte per scelta della donna stessa. «Che si tratti di marito, compagno o figlio, l’uomo è la figura di riferimento che accompagna la donna e le sta vicino durante il periodo di cura oncologica», ribadisce Mancuso. «È un dato che noi di Salute Donna ci aspettavamo, perché nel nostro Paese la famiglia e la coppia sono istituzioni che hanno ancora un grande valore sociale. La figura maschile accompagna la donna, la segue e la rende più forte nell’affrontare la diagnosi, la malattia e i trattamenti. Certamente l’indagine evidenzia come una piccola percentuale di donne non siano seguite da un care giver maschile, ma le stesse donne spiegano che preferiscono non coinvolgere il partner perché non è in grado psicologicamente di assisterle».

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l servizio dei

attualità

A

a cura delle redazione

farmacisti Angelini presenta Angela, primo chatbot di intelligenza artificiale dedicato ai professionisti, all’interno del portale “Servizio Clienti on line”

Si chiama Angela ed è il primo ChatBot di intelligenza artificiale dedicato ai farmacisti: un progetto nato all’interno del portale del Servizio Clienti on line di Angelini (https://clienti.angelini.it). Il gruppo ha maturato la consapevolezza che è in atto un cambiamento nel rapporto tra farmacista e azienda e che la necessità di una condivisione di esperienze va oltre la semplice fornitura di un servizio e riguarda piuttosto quella che oggi si definisce user experience. Angela semplifica completamente la navigazione e risponde immediatamente alle domande dirette che le vengono rivolte; è in grado di comprendere le domande poste in linguaggio naturale, identificare l’ambito, i parametri di dettaglio in esse presenti e rilasciare feedback puntuali. Fornisce, se richiesti, anche documenti di dettaglio: fatture cartacee, copie di cortesia delle fatture elettroniche, documenti di trasporto, estratto conto, ordini. Trattandosi di un portale responsive, è consultabile da qualsiasi device. Supporta i clienti non ancora iscritti nella loro profilazione al portale e viene continuamente istruita a rispondere a interrogativi nuovi da parte dei clienti. Il cliente iscritto, adeguatamente profilato, trova all’interno del portale clienti anche i dati anagrafici a lui relativi e la possibilità di contattare direttamente i propri referenti

dell’azienda. Per Angelini un ulteriore canale di comunicazione con i propri partner. Un canale evoluto, tecnologicamente innovativo, finalizzato a soddisfare tutte le esigenze dei farmacisti clienti. Un approccio nuovo che parte dalla comprensione delle esigenze del cliente tramite tecniche di user research e di definizione del customer journey. La digital trasformation e, in senso più ampio, l’innovazione tecnologica sono da tempo al centro della strategia di crescita del gruppo Angelini. Obiettivo finale: promuovere lo sviluppo di una cultura digitale all’interno dell’impresa. Un cammino già avviato, a partire dall’Angelini Digital Transformation Journey, un percorso formativo e di trasformazione digi-

tale realizzato insieme a Talent Garden e che coinvolge tutte le funzioni e i livelli aziendali. Il già citato Servizio Clienti on line ha invece origine da un lavoro di gruppo che ha visto collaborare customer relationship service, trade marketing, marketing, vendite e Ict. Il team ha mappato e analizzato le richieste e le esigenze dei farmacisti e, infine, ha dato vita a un contenitore all’interno del quale ogni cliente può trovare i propri documenti aggiornati in tempo reale (ordini, fatture, fatture di cortesia, ddt), il tracking dell’ordine fino all’uscita della merce dai magazzini con il dettaglio di quanto sarà consegnato, tutte le informazioni sui prodotti Angelini e le news aziendali.

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U veterinaria

Rubrica a cura di Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani

di Alessio Arbuatti, medico veterinario ANMVI

no sguardo

attento Excursus sulle patologie oculari dei pet

La diagnosi precoce e la cura delle patologie oculari sono fondamentali per il benessere animale. La moderna conoscenza specialistica veterinaria e le terapie disponibili consentono il trattamento sia farmacologico sia chirurgico di molte affezioni al fine della salvaguardia della vista dei pet.

IL RUOLO DEL PROPRIETARIO

Grazie al tempo che trascorre con il pet, il proprietario è spesso la sentinella che si accorge di alcune alterazioni dell’apparato visivo. Talora in passeggiata nota le difficoltà nell’evitare ostacoli o modifiche del comportamento; altre volte i momenti condivisi a distanza ravvicinata nell’ambiente domestico diventano importanti UN APPARATO DELICATO per notare alterazioni altrimenti meno eviE IN RELAZIONE denti. Di certo alcuni sintomi sono più faCON L’INTERO ORGANISMO cilmente apprezzabili anche da un occhio La corretta capacità visiva è frutto del pernon clinico; per esempio un diverso posifetto funzionamento delle componenti anazionamento o altezza dei due occhi o deltomiche e dei sistemi fisiologici sia del le palpebre potrebbe globo oculare con le essere causato da corpi sue camere interne sia l a estranei o lesioni neurodelle ghiandole accessintomatologia logiche. Una coloraziosorie che producono le frazioni lipidiche, ac- rimanda a volte ne alterata della sclera quose e glicoproteiche ad alterazioni oculare, con arrossamenti, emorragie, macche vanno a comporre dell’apparato chie pigmentate o il complesso film lacrivisivo oppure ittero (giallo). Lo scolo male. A queste struttulacrimale, in particolare si aggiungono le a patologie re quando scuro, bianfondamentali composistemiche castro, giallastro o nenti vascolari e nervoa eziologia verdastro, magari acse. La sintomatologia infettiva compagnato da un clinicamente apprezzaodore pungente è un albile può riconoscere altro segno facilmente riconoscibile. La perla base alterazioni e patologie proprie dita di pelo nella porzione perioculare e i dell’apparato visivo o essere sentinella di rigonfiamenti della rima palpebrale riconpatologie sistemiche a eziologia infettiva, ducibili a calazi, o forme neoplastiche parassitaria, neoplastica, dismetabolica e (adenomi, adenocarcinomi, fibromi e fidisturbi endocrini.

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brosarcomi) sono alcuni dei riscontri più comuni. Ancora più evidenti sono le protusioni in toto del globo, talora congenite, talora causate da glaucomi o altre condizioni patologiche delle camere interne. Meno semplice è invece il controllo delle mucose a eccezione di quando vi sono infissi corpi estranei come le reste di graminacee. Ben


veterinaria differente è la possibilità di accorgersi di lesioni intraoculari, a eccezione di taluni episodi di cataratta. Un proprietario attento e i periodici controlli veterinari consentono di riconoscere le alterazioni della capacità visiva e i seguenti consulti a opera di veterinari specialisti in oculistica di mettere in atto i trattamenti più opportuni.

QUEL COLÌO BRUNO: NON SOLO UN ANTIESTETICO SEGNO Non è raro vedere cani di piccola taglia e gatti a manto chiaro avere un’antiestetica rigatura che scende verticalmente a partire dal canto mediale degli occhi fino al muso, una stria colorata che talora può tendere persino al bruno-ramato. Da un punto di vi-

sta estetico il colore scuro è dovuto all’ossidazione di composti chimici simili alle porfirine normalmente presenti nel film lacrimale che rappresenta una delle fisiologiche vie d’eliminazione. Il problema prettamente cromatico può però essere prevenuto ripulendo la zona due volte al giorno con pezzoline monouso imbibite d’acqua

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veterinaria

La ciliegina... nell’occhio Tra le strutture oculari un ruolo importante nel cane e nel gatto è ricoperto dalla terza palpebra, conosciuta anche come membrana nittitante. Questa struttura, apprezzabile lungo il margine inferiore e mediale, possiede un’ancestrale funzione protettiva visibile in numerose specie anche selvatiche. A questa funzione si aggiunge la capacità di produrre parte della componente acquosa del film lacrimale. La porzione mucosale è adagiata su un supporto cartilagineo ed entrambe le componenti possono essere affette da condizioni patologiche primarie o inquadrabili all’interno di più complesse patologie multisistemiche. Le congiuntiviti da corpo estraneo, così come quelle batteriche, virali o micotiche sono solo alcune delle affezioni più comuni che richiedono un’indagine clinica completa del pet. In alcuni casi è possibile osservare lesioni o malformazioni a carico del supporto cartilagineo palpebrale, per esempio la rotazione verso l’esterno del margine, evento più comune tra le razze canine di media-grande taglia, che richiede un approccio di tipo chirurgico. Ben più comune è invece il prolasso della ghiandola della terza palpebra, condizione tipica delle razze canine brachicefale ma anche di beagle, bloodhound, cocker spaniel e, tra i gatti, dei persiani e del burmese. Il sintomo principale è spesso facilmente apprezzato anche dal proprietario; la ghiandola della terza palpebra appare ben visibile come una piccola pallina o nocciolina rossa che fuoriesce dalla rima palpebrale inferiore. Il colore rosso acceso e l’edema sono dovuti all’infiammazione, da qui il termine inglese cherry eye (occhio a ciliegia). È fondamentale un rapido intervento veterinario finalizzato al riposizionamento e alla conservazione funzionale della ghiandola in maniera da consentirne la corretta produzione lacrimale fondamentale per la salute visiva del pet. L’asportazione è infatti un fattore predisponente a condizioni quali la cheratocongiuntivite secca e ad altre alterazioni oculari.

calda, o, se la colorazione è già presente sul pelo, si può utilizzare una soluzione di acido borico al 3% e/o detergenti specifici per cani con mantelli bianchi. Ciò che però spesso i proprietari sottovalutano è che l’aspetto prettamente estetico può nascondere una condizione alterata o una patologia sottostante che necessita di un approfondimento clinico. L’epifora, ossia l’eccessiva lacrimazione, potrebbe essere dovuta a malforma-

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zioni ciliari (entropion), glaucomi, congiuntiviti, allergie, infezioni, neoformazioni, o corpi estranei, solo per rimanere tra le cause più comuni. In taluni casi il problema non vede come sintomo principale l’eccessiva lacrimazione, ma il mancato drenaggio delle lacrime. Questo dipende dallo specifico sistema nasolacrimale che termina in base alle razze a livello di canino o narice. In taluni casi i canalicoli sono mal-

formati o occlusi, problemi che si osservano soprattutto nelle razze con il muso schiacciato tra le quali bouledogue, shih tsu, lhasa apso. La visita veterinaria di base e specialistica è dunque sempre consigliata per capire come intervenire alla base in relazione al reale problema sottostante.

NON TUTTO SI RISOLVE CON UN BATTITO DI CIGLIA Alcune delle moderne razze e talune linee di sangue in esse presenti si caratterizzano per una maggior possibilità di mostrare alterazioni anatomiche a carico dell’apparato visivo. I due casi più noti riguardano il posizionamento delle ciglia rispetto al globo oculare e sono noti come entropion e l’ectropion. Il primo si caratterizza per la crescita delle ciglia verso il globo oculare; queste possono giungere a contatto con la cornea e nel tempo causare infiammazione, abrasione e persino ulcerazione. Nell’ectropion si manifesta il caso opposto, con i cosiddetti occhi “a pagoda” e l’estroflessione delle ciglia. In entrambi i casi si rende necessario un intervento chirurgico risolutivo volto a migliorare la protezione dell’occhio, degli annessi oculari e riequilibrare la lacrimazione. In taluni casi è possibile osservare anche ciglia ectopiche o singole ciglia che crescono autonomamente verso l’occhio (trichiasi). Inoltre, nelle specie brachicefale (testa corta e larga) tra le quali il pechinese, il carlino, il bouledogue francese o il boxer, le cavita oculari poco profonde, unite con la conformazione della testa fanno protudere i globi oculari verso l’esterno, rendendoli più esposti agli agenti esogeni.



galenica

E

di Luca Guizzon, farmacista territoriale esperto in fitoterapia, Farmacia Campedello, Vicenza

ffetti

collaterali Una preparazione a base di lidocaina per le mucositi orali, molto diffuse tra i pazienti sottoposti a cure oncologiche

Per “mucositi orali” si intendono le lesioni ulcerative della mucosa orale. Tali affezioni sono particolarmente frequenti e problematiche nei pazienti oncologici, trattati con radio o chemioterapia. Sono lesioni estremamente dolorose e possono compromettere la nutrizione (che in questi pazienti già di per sé è un aspetto su cui prestare molta attenzione) e l’igiene orale, con il rischio di infezioni locali o sistemiche. Uno studio ha riportato come il 51 per cento dei pazienti in trattamento per tumori solidi o linfomi ha sviluppato mucositi orali e/o gastrointestinali; quelle orali, in aggiunta, si sviluppano nel 22 per cento dei cicli di chemioterapia. Percentuali simili si manifestano anche nei pazienti sottoposti a radioterapia. Un rimedio per alleviare i sintomi può essere la cosiddetta lidocaina vischiosa. Questa preparazione contiene concentrazioni pari o superiori al 2 per cento di lidocaina (secondo indicazione del medico) e viene utilizzata per ridurre la sensazione di dolore nel cavo orale e migliorare la qualità della vita del paziente.

IL FARMACO La lidocaina è una amide con proprietà anestetiche, che svolge la sua attività prevendo la generazione e la trasmissione dell’impulso doloroso. Tale processo, a livello cellulare, si genera dalla riduzione della permeabilità al sodio e al potassio della membrana assonale a riposo: quindi si evi-

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ta la depolarizzazione della membrana cellulare e il conseguente avvio della trasmissione nervosa. La lidocaina viene molto utilizzata anche per il suo buon profilo farmacologico: l’inizio d’azione è rapido (alcuni minuti) e l’effetto si protrae fino a due ore. Questo è cruciale per dare sollievo alla bocca del paziente e consentirgli di cibarsi e di igienizzare il cavo orale. Talvolta può essere utile l’associazione con agenti antiacido e antistaminico, come apparso su un recente numero di Jama, per completare l’azione antidolorifica. In questo caso si è osservato un effetto della durata di circa quattro ore.

INDICAZIONI TERAPEUTICHE La lidocaina viene utilizzata come anestetico locale applicando un preparato semisolido sulla mucosa interessata.

stione o iniezione di dosi elevate di lidocaina. In tal caso, i primi effetti che si manifestano sono vertigini, tinnito, stordimento, offuscamento della vista, eccitazione, nausea e vomito, parestesie, tremori. L’applicazione per periodi lunghi e su superfici cutanee estese deve essere evitata.

PREPARAZIONE Dal punto di vista di peso molecolare 1,23 g di lidocaina cloridrato monoidrato e 1,16 g di lidocaina cloridrato anidro equivalgono approssimativamente a 1 g di lidocaina base. Si utilizzerà il sale adeguato in base alle richieste del medico. Nel nostro esempio utilizzeremo la lidocaina cloridrato, in quanto solubile in acqua.

MATERIALI Becher, bacchetta di vetro, bilancia.

CONTROINDICAZIONI E AVVERTENZE

COMPOSIZIONE

Il farmaco è controindicato in caso di ipersensibilità accertata agli anestetici di tipo amidico. L’anestetico dovrebbe essere somministrato con cautela agli anziani, ai debilitati, ai bambini, agli epilettici, in caso di insufficienza epatica, insufficienza cardiaca congestizia, bradicardia, ipovolemia, blocco o altri disturbi della conduzione cardiaca, depressione respiratoria. Gli effetti collaterali più importanti si possono manifestare solo a seguito di inge-

Lidocaina cloridrato 2 g; metileparaidrossibenzoato 0,1 g; carbossimetilcellulosa 2 g; aromatizzante ed edulcorante qb; acqua PPI q.b. a 100 ml. Dopo accurata sanificazione degli strumenti si procede alla preparazione. Portare a ebollizione 50 ml di acqua per preparazioni iniettabili (si preferisce utilizzare questo tipo di acqua poiché il gel andrà su cute lesa). Sciogliere il metilepa-


galenica raidrossibenzoato e la carbossimetilcellulosa agitando fino a raffreddamento. In un secondo becher si solubilizza l’aromatizzante, l’edulcorante e la lidocaina cloridrato in 30 ml di acqua PPI. Unire le due soluzioni e agitare fino omogeneità. Se la richiesta è di una soluzione per risciacqui, è sufficiente ridurre la quantità di gelificante.

CONTROLLI DI QUALITÀ Controllare l’assenza di insolubilizzazioni o particelle estranee, la quantità allestita, la tenuta del confezionamento ed eventualmente l’efficacia del sistema antimicrobico.

MODALITÀ D’USO E POSOLOGIA Applicare una piccola quantità di gel (o 10 ml di soluzione) sulla zona interessata qualche minuto prima dei pasti.

DATA LIMITE DI UTILIZZO Trenta giorni dalla data di preparazione. Si consiglia la conservazione in frigo.

ETICHETTA

ADEMPIMENTI DEL FARMACISTA

Ragione sociale, indirizzo e telefono della farmacia; nome del medico e nome del paziente (ove riportato dal medico); prep. n. desunto dal numero attribuito alla ricetta; data; utilizzare entro…; composizione quali-quantitativa completa di principio attivo ed eccipienti (se la farmacia adotta il Dm 18 novembre 2003 “Procedure semplificate”); qualiquantitativa dei principi attivi e qualitativa degli eccipienti (qualora la farmacia segua le Procedure integrali, come previsto dalle Nbp); posologia come indicata dal medico; prezzo di vendita scorporato in sostanze, onorario, costo del recipiente; conservare in frigo, agitare prima dell’uso (se soluzione per risciacqui), non ingerire.

Il farmacista conserva ordinatamente per sei mesi successivi alla spedizione l’orginale della ricetta, dove avrà apposto timbro, data di spedizione, prezzo praticato e nome e cognome del cliente che ritira il farmaco.

TIPO DI RICETTA VALUTAZIONE DEL RISCHIO La valutazione del rischio secondo il protocollo Sifap assegna un rischio medio alla preparazione.

La lidocaina è presente in tabella III di Farmacopea. Richiede quindi una ricetta non ripetibile dove il medico indicherà in tuttelettere il dosaggio del principio attivo.

FONTI Rajesh V. Lalla, B.D.S., Ph.D., C.C.R.P,a Stephen T. Sonis, D.M.D, D.M.Sc.,b and Douglas E. Peterson, D.M.D., Ph.Da “Management of Oral Mucositis in Patients with Cancer”, Dent Clin North Am. Author manuscript; available in PMC 2009 Jan 1. | K i r k LM, Brown SD, Luu Y, Ogle A, Huffman J, Lewis PO. “Beyond-use dating of lidocaine alone and in two magic mouthwash preparations”. Am J Health Syst Pharm. 2017 May 1;74(9):e202-e210. doi: 10.2146/ajhp160214. | Sio TT, Le-Rademacher JG, Leenstra JL, Loprinzi CL, Rine G, Curtis A, Singh AK, Martenson JA Jr, Novotny PJ, Tan AD, Qin R, Ko SJ, Reiter PL, Miller RC. “Effect of Doxepin Mouthwash or Diphenhydramine-Lidocaine-Antacid Mouthwash vs Placebo on Radiotherapy-Related Oral Mucositis Pain: The Alliance A221304 Randomized Clinical Trial”. Jama. 2019 Apr 16;321(15):1481-1490. doi: 10.1001/jama.2019.3504.

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mercato

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di Luisella Acquati

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frontiere

Dalla nutraceutica alla cosmetica, le innovazioni protagoniste degli scenari professionali a venire

Per affrontare un canale in evoluzione il farmacista deve essere attento ai segnali che i consumatori inviano e ai segmenti merceologici che mostrano migliori potenzialità di crescita. In attesa di capire a fondo l’evoluzione del mercato della farmacia, tra prodotti etici e commerciali, ci sono numerose indicazioni su quello che i consumatori moderni stanno cercando. L’attenzione alla salute e alla bellezza diventa sempre più elevata ed è per questo che vanno colti i segnali che stanno emergendo e mutando profondamente la dimensione della domanda e dell’offerta.

TRA BENESSERE E TERAPIA Del tema della nutraceutica che nutre il cervello, per esempio, si è occupato un recente convegno dal titolo “Nutraceutici e prospettive: tra benessere e terapia. Mercati, numeri e aree terapeutiche” che ha messo al centro l’evoluzione della popolazione con un’attenzione particolare al fenomeno dell’invecchiamento. Molte nazioni - compresa la nostra - infatti, vedono aumentare esponenzialmente il numero di persone anziane che devono combattere, ogni giorno, contro i fenomeni conseguenti a un’età avanzata. Tra questi c’è la senescenza cellulare, dovuta al fatto che le cellule staminali si riducono mentre aumenta lo stress ossidativo. A sottolinearlo è la Silvana Hrelia, docente

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all’Università di Bologna, secondo la quale ogni cellula del nostro corpo subisce almeno 10.000 attacchi ossidativi al giorno; il che significa, in una persona che arriva agli ottant’anni, almeno 300 milioni di attacchi subiti nella vita. Attacchi che nel cervello - che consuma circa un quinto di tutto l’ossigeno che inaliamo ogni giorno si trasformano in malattie degenerative, dell’Alzheimer al Parkinson. Da qui l’importanza della prevenzione, con stili di vita adeguati, esercizio fisico e uso di antiossidanti che derivano da composti naturali o erbe officinali, che sono i più biodisponibili. Sempre secondo Hrelia, esistono studi ed evidenze sperimentali sull’efficacia di questi composti come protettori neurovegetativi del cervello dallo stress ossidativo. Tra le molecole più attive in questo senso sono stati evidenziati i flavonoidi, le catechine del the verde, il resveratrolo che deriva dall’uva rossa, gli antociani e i fitocomponenti dell’olio d’oliva. Questi attivi hanno effetti neuro protettivi e sono validi anche contro ischemia e ictus. Per autodetossinarsi e proteggere il cervello non va trascurata neppure l’alimentazione, che deve seguire le linee della famosa “dieta mediterranea”, ricca di pesce, cereali integrali e olio extravergine d’oliva. Per un invecchiamento di successo, quindi, è necessario favorire la diffusione della nutraceutica, che nutre con amore il nostro cervello.


mercato GLI INTEGRATORI Agli italiani questa affermazione sembra proprio calzare a pennello visto che secondo l’ultimo rapporto di Federsalus, l’associazione che raccoglie oltre duecento aziende nazionali e internazionali di integratori alimentari, 32 milioni di nostri connazionali (il 62 per cento circa) utilizza questo tipo di prodotti per il proprio benessere, per tonificare i muscoli e rinforzare le difese immunitarie, oppure per situazioni specifiche. Medico e farmacista sono le figure di riferimento a cui il consumatore si rivolge per il consiglio sugli integratori (il 42 per cento si rivolge al farmacista quando deve assumere un integratore per la prima volta e il 37 per cento lo consulta per capire qual è il prodotto più adatto alle proprie esigenze). Gli integratori rispondono a una domanda crescente di benessere e, nell’intento di aiutare i farmacisti, Federsalus ha realizzato un documento dettagliato sul ruolo dell’integratore alimentare

e sulle sue principali aree di intervento. La quarta indagine Federsalus sul mercato italiano degli integratori alimentari 2017, inoltre, ha mostrato che il fatturato si aggira intorno a 1,3 miliardi di euro, in crescita del 12 per cento. Dati più aggiornati sono forniti da Iqvia, che parla di un mercato italiano dei prodotti in farmacia intorno ai 24,4 miliardi di euro ma con trend decisamente opposti che vedono la fascia dell’etico - pari a 14,4 miliardi - in netta flessione (-3,5 per cento) e il macrocomparto commerciale - del valore di dieci miliardi di euro - incrementarsi del 2 per cento. In questi dieci miliardi spicca il segmento degli integratori notificati, che valgono 3,2 miliardi di euro (con tassi di crescita intorno al 5 per cento), di cui il 90 per cento circa (cioè 2,88 miliardi) viene venduto in farmacia. Cresce quindi la

domanda di probiotici, multivitaminici, prodotti dedicati alle problematiche gastrointestinali o dell’apparato circolatorio o per tenere sotto controllo il colesterolo. Con incrementi significativi nel campo degli integratori dedicati all’apparato neurologico e alla difesa dagli stress psicologici. A fronte di questi dati al farmacista spetta il compito di capire dove investire per mantenere il suo fatturato, nella consapevolezza che l’innovazione gioca un ruolo

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mercato

chiave e che l’e-commerce, come modello di vendita, sta crescendo d’importanza. Una crescita confermata dal giro d’affari dei prodotti da farmacia su web che vale, oggi, circa 150 milioni di euro e ha tassi di crescita del 20 per cento circa. Anche il farmacista, quindi, deve confrontarsi con un’omnicanalità affermata che vede come protagonisti le catene fisiche e virtuali, i distributori puri online, le efarma, i distributori generalisti, i distributori diretti. Tutto questo presuppone che all’industria spetti il compito di proporre novità al mercato e al farmacista di aumentare la sua capacità di scelta del prodotto su misura per la clientela, magari sviluppando anche un’area online e investendo sulla visibilità della sua offerta.

LA DERMOCOSMETICA CAMBIA RUOLO I concetti che valgono per nutraceutici o integratori alimentari possono essere ripresi anche per quanto riguarda il mercato della dermocosmesi, che continua ad avere ottime potenzialità, dato che rappre-

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senta il 18,3 per cento di tutto il mercato cosmetico in Italia, con un valore 2018 di 1.854 milioni di euro (dati Gruppo cosmetici in farmacia di Cosmetica Italia). Resta alta l’importanza che hanno ancora oggi la scelta e il consiglio del farmacista per quanto riguarda la bellezza e la salute della pelle dei consumatori, in particolare per alcune fasce di prodotti come lo skincare. Se si parla di trend evolutivi 2019 si può sottolineare che i dermatologi hanno cominciato a considerare il cosmetico come un prodotto che fa parte della prescrizione e della terapia e per questo chiedono alle imprese del settore più dati clinici e formulazioni galeniche. Il farmacista, invece, vuole maggior formazione e informazione non di prodotto ma di risposta alle esigenze funzionali del consumatore. Sul fronte dell’offerta, poi, va segnalato che cresce la domanda di prodotti antinvecchiamento o di soluzioni cosmetiche per consumatori over 40 e single, un segmento che mostra grandi potenzialità così come la vendita online.

SOSTENIBILITÀ, TECNOLOGIA E NUOVE OPPORTUNITÀ PER LA GALENICA Bisogna quindi seguire le mutate esigenze dei consumatori che oggi chiedono ai marchi cosmetici un’attenzione particolare alla sostenibilità. È questa la tesi di Mintel che porta alla luce, nel settore beauty&personal care, l’affermazione di aziende che mettono l’etica davanti ai profitti, costringendo in questo modo anche i grandi brand ad adeguarsi. Questo perché i consumatori premiano proprio aziende che hanno un approccio sostenibile all’insegna dei concetti di “zero rifiuti e zero sprechi”. Una recente indagine internazionale, infatti, ha mostrato che in Spagna il 74 per cento dei consumatori è preoccupato che i prodotti di cosmesi non siano sostenibili e il 50 per cento degli inglesi vuole cosmetici biodegradabili, mentre milioni di cinesi si sono dichiarati disponibili a pagare un po’ di più per garantirsi una soluzione eticamente sostenibile. Per questo nel mondo cosmetico crescono gli esempi che guardano alla sostenibilità: da imprese che sostengono campagne per insegnare ai giovani l’arte del riciclo a quelle che studiano contenitori di rossetti in pelle di durata illimitata per sostituire solo lo stick per labbra, passando per aziende che danno una seconda vita ai mascara secchi o a quelle che ritirano


mercato presso i consumatori cosmetici nuovi non utilizzati per rivenderli a prezzo minore ad altre persone. Non mancano neppure esempi di grandi marchi come Unilever e l’Oréal che, entro il 2025, si sono impegnate a rendere completamente riciclabile il packaging dei propri prodotti. Accanto alla sostenibilità nel mondo cosmetico e nella farmacia sta entrando prepotentemente anche l’innovazione tecnologica che punta, per esempio, al monitoraggio della salute del paziente attraverso applicazioni, telemedicina, assistenti virtuali e da remoto, farmaci personalizzati, stampanti 3D. Tutte innovazioni che coinvolgono, in un rapporto evoluto, paziente, medico e farmacista. Un farmacista che diventa sempre più un consulente esperto e che deve imparare a comunicare e a relazionarsi con il suo cliente in modo convincente per conquistarsi la sua piena fiducia. Un farmacista che non deve dimenticare di operare in una società digitale e che, per questo motivo, può sfruttare al meglio applicazioni e realtà aumentata per entrare in contatto con un numero maggiore di potenziali clienti e attrarre anche i giovani. Nuove opportunità sono offerte anche dalla cosmetica galenica, che permette di creare prodotti non in vendita nei tradizionali canali commerciali. Il farmacista preparatore può infatti utilizzare materie prime

specifiche che possano prevenire i danni, riparare e rigenerare la pelle, creando una nuova generazione di farmaco-cosmetici unici e realizzati sull’esigenza specifica del proprio cliente. La sua ricerca può integrarsi sapientemente con la dermatologia e la medicina estetica per rinnovare l’immagine della galenica e stimolare la fidelizzazione del consumatore. Sono numerosi oggi i prodotti che coniugano bellezza e galenica, offrendo anche ai giovani farmacisti nuove opportunità di lavoro.

COSMETICA E ONCOLOGIA Di cosmetica oncologica si sta parlando sempre di più perché rappresenta una risposta concreta a quei pazienti che sottoponendosi a chemio e radioterapia si trovano a far fronte a inestetismi epidermici provocati da questi trattamenti. La pelle oncologica, infatti, ha un problema di barriera idrolipidica che la rende secca, arrossata, irritata; tutti fenomeni spesso accompagnati da prurito. Inoltre, l’epidermide deve essere mantenuta a un ph acido (intorno al 5/5,5) per far lavorare bene gli enzimi, prestando anche una particolare attenzione alla flora batterica. I cosmetici per questo tipo di persone - da quelli di igiene alle creme - devono quindi svolgere funzioni di prevenzione e protezione e vanno consigliati in funzione dell’età e della tipologia di cute del paziente. Meglio

anche nel mondo cosmetico va diffondendosi sempre più il concetto di sostenibilità perciò prodotti con pochi ingredienti e sicuri e magari lenitivi e privi di sostanze che possono provocare allergia. Concetti che vengono sviluppati anche in appositi Laboratori di estetica sociale/oncologica con lo scopo di rispondere ai dubbi delle pazienti sulle modifiche dovute alla malattia (su pelle, unghie, capelli, eccetera). L’ideale, infatti, è utilizzare una cosmetica oncologica che sia utile a far sentire le pazienti più protette e più belle, trovando con loro nuovi percorsi di wellbeing, cioè di benessere convivendo con una malattia così aggressiva come il tumore. Per essere veramente d’aiuto a pazienti con il cancro ci vuole anche della formazione specifica con corsi e progetti che mettono il paziente al centro e sviluppano relazioni di collaborazione che legano il lavoro del dermatologo, dell’oncologo e del farmacista.

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farmacologia

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di Carla Carnovale, Unit Clinical Pharmacology, Department of Biomedical and Clinical Sciences, University Hospital Luigi Sacco, Milano

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l’approvazione Profili di sicurezza ed efficacia dei farmaci: strumenti utili per acquisire preziose informazioni dalla pratica clinica

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Il limitato arruolamento dei bambini negli studi clinici (principalmente a causa di ragioni di tipo etico, pratico ed economico) comporta il conseguente utilizzo off label dei medicinali, ovvero un uso al di fuori delle indicazioni riportate sulla scheda tecnica dei farmaci (in termini di dosaggio, via di somministrazione, età e indicazione terapeutica). Opportunità che, seppur estremamente vantaggiosa l’uso off label del farmaco costituisce una prassi molto diffusa nella pratica clinica quotidiana - è tuttavia correlata a potenziali rilevanti criticità da considerare. L’uso “fuori etichetta” del farmaco può infatti contribuire all’insorgenza di reazioni avverse da farmaci e di inefficacie terapeutiche2,3.

OTTIMIZZARE LA GESTIONE DEI PAZIENTI Il periodo di rapida evoluzione terapeutica che stiamo vivendo comporta la necessità (e contestualmente la possibilità) di incentivare approcci di ricerca multidisciplinari e lo sviluppo di specifici network in grado di coinvolgere un’eterogenea équipe di professionisti della salute nel potenziamento delle attività volte a garantire un approccio farmacologico razionale e a minimizzare la comparsa di effetti indesiderati, inclusi i fallimenti terapeutici. Sono numerosi gli approcci e gli strumenti a oggi disponibili da cui reperire preziose informazioni dalla pratica clinica in grado di supportare un uso razionale del farmaco. In linea generale, i molteplici aspetti comprendono un insieme eterogeneo di attività riconducibili alla sorveglianza post-marketing dei farmaci, alla riconciliazione farmacologica, alla conduzione di studi clinici osservazionali, revisioni sistematiche e metanalisi della letteratura scientifica. Seppure altamente eterogenee tra di loro, tali attività sono costantemente intrecciate tra di loro e unite dal comune unico scopo: migliorare la gestione farmacologica dei pazienti.

POTENZIARE LE ATTIVITÀ DI FARMACOVIGILANZA Sebbene un prodotto appena immesso in commercio abbia già alle spalle una vita

Il monitoraggio post marketing dei farmaci rappresenta la quarta fase del ciclo di vita di un farmaco

FARMACOLOGIA

Disporre di una terapia farmacologica basata su evidenze concrete rappresenta un’esigenza di cruciale importanza nella pratica clinica quotidiana, soprattutto nella popolazione pediatrica, che rappresenta la categoria di pazienti maggiormente esposta agli effetti collaterali dei medicinali. La carenza di sperimentazioni cliniche pediatriche rappresenta una delle criticità maggiormente connesse alla delicata gestione farmacologica dei piccoli pazienti. Meno del 50 per cento dei medicinali espressamente destinati ai bambini viene infatti commercializzata sulla base di specifici studi in grado di attestarne il profilo di rischio/beneficio in questo delicato setting di cura1.

di almeno sette-dieci anni tra ricerca (ricerca pre-umana) e sviluppo (fase di ricerca nell’uomo), le informazioni sul profilo di sicurezza sufficienti per ottenere l’Autorizzazione all’immissione in commercio derivano da un’esperienza limitata a poche migliaia di pazienti in un periodo di osservazione circoscritto nel tempo e in condizioni sperimentali ben controllate; di conseguenza, tali informazioni non sono completamente traslabili a un contesto di utilizzo “reale” del farmaco. Il monitoraggio post-marketing dei farmaci rappresenta la quarta fase del ciclo di vita di un farmaco e comporta due compiti principali: l’identificazione di un segnale, ovvero il sospetto di una possibile correlazione farmaco-evento avverso che, sebbene non stabilisca una correlazione causale certa, evidenzia la necessità di effettuare ulteriori indagini; e la valutazione del rischio di insorgenza di un effetto indesiderato legato all’uso di un farmaco. Grazie alle attività di segnalazione spontanea (approccio più diffuso nell’ambito della farmacovigilanza) i professionisti sanitari quali clinici, farmacisti e infermieri giocano un ruolo chiave nel notificare le reazioni indesiderate ai farmaci alle Agenzie regolatorie, contribuendo ad attestare il reale profilo di rischio-beneficio dei medicinali utilizzati nella pratica clinica quotidiana. Tali segnalazioni confluiscono all’interno di banche dati di ampie dimensioni che consentono di effettuare specifiche analisi volte alla rilevazione di possibili effetti

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farmacologia

tale ambito, con la conseguente sottostima del rischio di comparsa di un evento avverso far maco-cor relato. Dall’altro lato, in caso di psicosi mediatica (per esempio in seguito alle vicende legate al profilo di rischio dei vaccini), la segnalazione “stimolata” può provocare un aumento anomalo di casi di notifica di reazioni avverse che può invece sovrastimare tale rischio. Inoltre, le analisi di farmacovigilanza derivanti dalla valutazione dei casi spontaneamente notificati non includono le informazioni relative all’esposizione al farmaco (le banche dati di farmacovigilanza non contengono i dati di prescrizione farmaceutica), vanificando la possibilità di stimare la frequenza con cui quella reazione avversa si manifesta nella popolazione esposta al medicinale.

BANCHE DATI SANITARIE-AMMINISTRATIVE

collaterali non rilevati durante gli studi clinici pre-registrativi (definite quindi “inattese”) o clinicamente rilevanti. I sistemi informativi di segnalazione spontanea che a livello internazionale raccolgono le sospette reazioni avverse più utilizzati includono il Vigibase dell’Organizzazione mondiale della sanità contenente quasi quindici milioni di segnalazioni; il Faers, gestito dalla americana Fda; e l’Eudravigilance dell’Ema. Per indagare e confermare la probabilità che l’evento avverso notificato sia effettivamente stato causato dal farmaco imputato, le Agenzie regolatorie, nelle fasi preliminari di esplorazione, utilizzano degli algoritmi di causalità, ovvero degli strumenti in gra-

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do di supportare o smentire una correlazione plausibile tra evento indesiderato e medicinale. Il fine ultimo di questi approfondimenti è quello di verificare la necessità di emanare raccomandazioni e comunicati importanti per la salute pubblica, che limitino l’uso di un farmaco o ne mettano in evidenza una controindicazione o un effetto avverso inatteso.

LIMITI DELLE ATTIVITÀ DI SEGNALAZIONE SPONTANEA È bene ricordare che segnalare le reazioni avverse da farmaci non costituisce un obbligo di legge sanzionabile; di conseguenza, solo un numero limitato di operatori sanitari è (purtroppo) attiva in

Per ottenere un quadro più attendibile e superare i limiti delle analisi connesse alla segnalazione spontanea, potenzialmente “sporcate” dalla sottostima o sovrastima del rischio di comparsa di un effetto collaterale, negli ultimi anni sta crescendo sempre di più, a livello internazionale, l’interesse per l’utilizzo e l’integrazione di fonti alternative che consentono di approfondire l’eventuale segnale e soprattutto consentono di stimarne il rischio, potenziando di fatto le attività di sorveglianza post-marketing. I database sanitari-amministrativi, per via del numero elevato di informazioni che contengono al loro interno, costituiscono fonti di dati estremamente utili per rispondere a tale necessità, configurandosi come validi strumenti nella valutazione dell’efficacia e della sicurezza delle cure, nella ricerca epidemiologica e anche nel contenimento dei costi attraverso l’analisi dell’efficienza del processo erogativo. Le banche dati sanitarie classiche utilizzate in tali contesti includono: le schede di dimissione ospedaliera, gli accessi ai Pronto soccorso, la banca dati dell’erogato relativo alla specialistica ambulatoriale e alla diagnostica, l’Assistenza domiciliare integrata che permette di indagare alcuni aspetti della dimensione territoriale dell’assistenza e la banca dati della Farmaceuti-


L’uso crescente delle banche dati sanitarie/amministrative ha portato allo sviluppo di nuove metodologie analitiche attraverso l’elaborazione di grandi volumi di dati eterogenei. Per supportare e incentivare la ricerca collaborativa in tale contesto, l’Agenzia europea dei medicinali ha coordinato per quasi un decennio una rete di centri di Farmacoepidemiologia e Farmacovigilanza (ENCePP), costituita da circa duecento istituzioni pubbliche e Contract research organization (Cro) coinvolte in attività relative alla farmacoepidemiologia e alla farmacovigilanza6. Tra le iniziative di riferimento promosse, a livello internazionale vi sono il sistema Sentinel e l’EU-ADR7. Il Sentinel è un sistema di sorveglianza post marketing avviato nel 2008 dall’Fda, basato sostanzialmente sull’utilizzo dei dati di assistenza sanitaria di 193 milioni di persone negli Stati Uniti, garantendo la privacy del paziente8. EU-ADR è un’iniziativa finanziata dall’Unione Europea nel 2008, con l’obiettivo di identificare precocemente eventuali segnali di sicurezza dei farmaci mediante tecniche di data-

ca territoriale che consente di conoscere quali farmaci siano forniti attraverso il Ssn ai pazienti. Questi flussi possono essere collegati tra loro, permettendo di ricostruire il percorso sanitario di ogni singolo assistito. Sono molte le Regioni che sul territorio italiano, tramite le Aziende sanitarie locali (Asp), gestiscono i flussi amministrativi sanitari e li utilizzano per le valutazioni sulla sicurezza dei farmaci4,5. Sebbene l’utilizzo delle banche dati sanitarie fornisca enormi vantaggi, porta con sé anche parecchi dubbi, legati specialmente alla privacy e alla sicurezza delle informazioni fornite dai pazienti. Un’altra importante criticità riguarda la qualità dei dati contenuti, che se non ottimale (per esempio a causa di errata registrazione dei dati o elevata frequenza di dati mancanti) potrebbe portare a risultati non attendibili. È infatti indispensabile possedere un’adeguata conoscenza dei punti di forza ma soprattutto dei limiti intrinseci, valutando accuratamente se la fonte dati a cui si ha accesso è idonea per valutare il quesito clinico corretto.

mining applicate su otto database sanitari di quattro Paesi europei (Danimarca, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito), per un totale di circa trenta milioni di pazienti9. Negli ultimi anni sono stati costruiti ad hoc altri network internazionali con l’obiettivo di aumentare la potenza degli studi post marketing sui farmaci e sui vaccini, tra cui il progetto Aritmo10, con lo scopo di analizzare e valutare il rischio comparativo di aritmie ventricolari di circa 250 farmaci diversi, tra cui antibiotici, antipsicotici, anti-infettivi, e anti-istaminici; il progetto Safeguard istituito per valutare la sicurezza cardio/cerebrovascolare e pancreatica degli agenti ipoglicemizzanti, in particolare i nuovi farmaci anti-diabetici incretino-simili nei pazienti con diabete di tipo 211; il progetto Advance per la stima rischio-beneficio dei vaccini in Europa12; il progetto Sos focalizzato sull’analisi del profilo di rischio dei Fans in pediatria13; l’Euromedicat, ideato per monitorare e identificarne i possibili effetti avversi dei farmaci utilizzati durante la gravidanza14; il progetto canadese Cnodes incentrato sulla rilevazione del profilo di tollerabilità dei medicinali nella pratica clinica quotidiana15.

farmacologia

I network di banche dati sanitarie a oggi attive nella ricerca epidemiologica

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INTERVISTA A...

di Giuseppe Tandoi

L’identità

nella differenza

Essere partner del farmacista per portare soluzioni innovative a beneficio dei pazienti, la priorità di Sandoz. A colloquio con Maurizio Maggi, responsabile della business unit Retail, Otc & Medical specialty «Lavoriamo affinché Sandoz diventi partner riconosciuto e azienda di riferimento per il sistema salute, costruendo con le comunità scientifiche, le associazioni pazienti, i clinici, i farmacisti e le istituzioni, un dialogo aperto e costruttivo mirato ad ampliare conoscenze, competenze e disponibilità di servizi». Questa la premessa di Maurizio Maggi, Head of B.U. Retail, Otc & Medical specialty di Sandoz. Laurea in Economia, esperienze professionali in vari ambiti ma mai in quello farmaceutico, è approdato in Sandoz nel 2012: «In quel momento storico, in cui il settore farmaceutico italiano si trovava ad affrontare un importante cambiamento, Sandoz era alla ricerca di un profilo che avesse una forte competenza

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delle dinamiche del mercato retail e del largo consumo. Gradualmente ho iniziato a conoscere il mondo degli equivalenti e, di conseguenza, a comprendere la rete delle farmacie e della distribuzione intermedia. Oltre alla figura del farmacista in ogni sua angolazione: titolare, collaboratore, rappresentante di categoria, appartenente a catene, cooperative, network…».

A FIANCO DEL FARMACISTA «Sandoz da sempre pone i farmacisti tra i propri interlocutori principali. Nel tempo abbiamo realizzato attività e servizi per e in collaborazione con il farmacista, con l’obiettivo di soddisfare i bisogni dei pazienti. L’evoluzione dei nostri modelli di collabo-

razione tiene conto dei cambiamenti del mercato e delle esigenze dei nostri partner; si basa sull’ascolto, il dialogo e il confronto con essi». Con un accento particolare sull’aggiornamento professionale, come dimostra il progetto “Farmacia Oncologica”, percorso di formazione certificata sugli aspetti legati alle patologie oncologiche, promosso da Sandoz e dedicato al farmacista che voglia porsi come interlocutore qualificato dei pazienti affetti da tali patologie. «Crediamo nella centralità del ruolo del farmacista sul territorio e riteniamo che la formazione sia un valore di differenziazione importante. Nel caso di Farmacia Oncologica ci poniamo come obiettivo quello di sostenere un percorso formativo

che vuole rendere il farmacista un ulteriore punto di contatto per i pazienti nella gestione di aspetti fisici e psicologici della loro patologia, oltre che parte attiva all’interno del network degli specialisti oncologici. Una gestione, beninteso, che non è di tipo clinico: il farmacista non interviene sul percorso terapeutico ma, riguardo agli stili di vita, il suo consiglio può fare molto. Prossimità, facilità di accesso, conoscenza e familiarità con chi opera dietro il banco sono tutti elementi di grande importanza per il cittadino, a maggior ragione per il paziente oncologico». Più in generale, pazienti e caregiver pretendono una sempre maggior conoscenza e competenza da parte dell’operatore sanitario, farmacista compreso: «La tendenza generale è quella di ricercare in autonomia o parallelamente informazioni on line per avere una sorta di pre-diagnosi. L’utilizzo della tecnologia e del digitale entra anche nel mondo pharma e gli stessi pazienti/caregiver si aspettano una accessibilità maggiore, rapida ed efficace alle informazioni e ai servizi sanitari». Il Ddl Concorrenza e l’eventuale affermarsi, anche nell’ambito della consegna dei farmaci, di piattaforme globali come Amazon sono, inutile negarlo, potenziali elementi di concorrenzialità per la farmacia indipendente, che deve comunque difendere la propria


fessional, servizi a valore aggiunto a carattere prettamente sanitario. Noi come azienda dobbiamo rivolgerci a tutte le tipologie di farmacie. A quella del grande centro urbano, a quella rurale - magari distante da una struttura ospedaliera e nella quale, quindi, la presenza di professionisti che abbiano seguito un percorso di farmacia oncologica può essere più utile che altrove - a quella della località turistica, dove i prodotti più venduti sono gli Otc».

INNOVAZIONE NELLA TRADIZIONE «È innegabile per Sandoz il valore di essere parte del gruppo Novartis. Infatti ci avvaliamo del medesimo network produttivo, applicando gli stessi protocolli di qualità e sicurezza che guidano l’intero Gruppo, condividiamo competenze e conoscenze nell’ambito della ricerca e dello sviluppo applicabili anche ai nostri prodotti, collaboriamo su progetti, come Farmacia Oncologica, che portano valore per il paziente. Le aziende genericiste non solo hanno un ruolo primario nel rendere disponibili farmaci di qualità a costi accessibili ma anche nel supportare medici e farmacisti

per ampliare la cultura del farmaco equivalente tra i cittadini». È noto come l’utilizzo degli equivalenti, in Italia, abbia ancora ampi margini di espansione. «Non è definitivamente venuta meno la diffidenza verso i generici da parte dei cittadini anche se notiamo che, nelle giovani generazioni vi è una maggior propensione all’utilizzo. Del resto, per i farmaci rimborsati dal Sistema Sanitario Nazionale, non vi è nessuna ragione di pagare di tasca propria quando in commercio sono disponibili farmaci equivalenti venduti al prezzo di rimborso. Il tema dell’accesso alla salute è reale ed attuale anche nel nostro paese. Una recente ricerca condotta da Banco Farmaceutico rileva che un italiano su tre rinuncia alle giuste cure a causa del costo dei farmaci. “Sandoz in Italia e nel mondo è tra le principali aziende del settore degli equivalenti e biosimilari. Il nostro obiettivo è trovare nuovi modi per ampliare l’accesso alle cure e rispondere ai bisogni ancora insoddisfatti di salute». Ma si può innovare occupandosi di generici? «Certo, per esempio puntando su molecole a brevetto scaduto ma con formulazioni nuove. Noi lo abbiamo fatto anche di recente, puntando su un

Maurizio Maggi, responsabile della business unit Retail, Otc & Medical specialty di Sandoz

intervista a...

identità. «Se parliamo di catene, è immaginabile che esse possano essere più competitive sui prezzi, sulla possibilità di offrire servizi, puntando su quelle economie di scala di cui i grandi gruppi possono avvalersi: macchinari ad hoc, training ai dipendenti… Il vantaggio dei titolari sta nel rapporto umano che negli anni hanno sviluppato con i clienti e che la farmacia appartenente a una catena non può facilmente replicare. Per esempio, Sandoz sostiene PharmApp, la startup che ha messo a punto, una applicazione di home delivery del farmaco che consente al cliente di usufruire del servizio, in caso di necessità, ma sempre facendo riferimento alla propria farmacia di fiducia. In sostanza, non è affatto scontato che la farmacia indipendente sia in una posizione di svantaggio, a patto però che sia lungimirante. Guardiamo la grande distribuzione: in Italia Conad e Coop crescono aggregando punti vendita indipendenti, non sono multinazionali ma vincono sui grandi gruppi stranieri. È notizia di questi giorni che Conad ha acquisito i supermercati italiani di Auchan. Questo per dire che nulla è scontato in partenza». Certo la professione del farmacista è particolare: a lui si richiedono conoscenze scientifiche molto ampie e, allo stesso tempo, che sia in grado di gestire gli aspetti economici della propria attività come un vero e proprio imprenditore. «Non esiste lo stereotipo del farmacista, molti luoghi comuni sono privi di fondamento: che il titolare sia ancora troppo legato all’etico, che sia refrattario all’innovazione. Alcuni prediligono l’approccio commerciale, altri puntano sull’healthcare pro-

farmaco a base di buprenorfina. La nostra proposta, sottoforma di cerotto transdermico a rilascio costante di basse dosi di buprenorfina, è indicato al trattamento del dolore cronico moderato ed ha ottenuto l’anno scorso la rimborsabilità. Con esso, offriamo al medico una valida scelta di cura, a beneficio di una maggior aderenza alla terapia da parte dei pazienti, sempre meno inclini ad assumere decine di compresse di farmaci nel corso della giornata». Infine, i biosimilari, nei quali Sandoz è leader mondiale e, grazie ai quali, intende contribuire a colmare il gap, tuttora ampio, tra la disponibilità sul mercato di farmaci biologici molto costosi e l’effettivo accesso a essi da parte dei pazienti che ne hanno bisogno. Esiste tuttora, per molte patologie, un’ampia area di sottotrattamento».

Nel mondo e in Italia Sandoz, divisione del gruppo Novartis, è tra i leader globali nella produzione e commercializzazione di medicinali equivalenti e biosimilari e tra i precursori del nuovo segmento delle terapie digitali. Nel 2018 ha fatto raggiunto un fatturato globale di 9,92 miliardi di dollari. Quanto all’Italia, Sandoz si avvale di 280 dipendenti ed è presente sul mercato italiano degli equivalenti con 611 referenze Sandoz, nelle principali aree terapeutiche: cardiovascolare, gastrointestinale, sistema nervoso centrale, apparato respiratorio. Inoltre mette a disposizione una gamma di prodotti dedicati alla cura della salute intima della donna, di farmaci specifici per il trattamento del dolore e di medicinali da automedicazione. È stata Sandoz a lanciare il primo biosimilare in Europa, nel 2006 e oggi è l’unica azienda ad avere sette farmaci biosimilari in commercio in Europa e in Italia; gli ultimi due, disponibili in Italia nel 2019, sono da considerarsi quali valide scelte di cura di pazienti affetti da malattie immunologiche.

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Legale

L’

a cura dello studio dell’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, Firenze-Roma (b.r.nicoloso@icloud.com)

Elephant

Célèbes

Gli scenari aperti dalla Legge n. 124/2017 sul sistema farmacia

A due anni di distanza dalla entrata in vigore della novella normativa di cui alla Legge 7 agosto 2017 (articolo 1, commi da 157 a 160) si è posta l’esigenza - fatta propria dal Laboratorio Farmacia dello studio Falorni di Pisa nel Convegno promosso su tale novella normativa lo scorso maggio di una riflessione sui limiti e sulle prospettive di tale riforma normativa del “sistema farmacia” pianificato sul territorio attraverso le farmacie private che garantiscono il servizio farmaceutico come un munus pubblicum in termini di appropriatezza, senza sconfinare certo con le suggestioni di un Elephant Célèbes. Di seguito si dà conto della relazione introduttiva tenuta dall’avvocato responsabile di questo Osservatorio legale, che ha ripreso sull’argomento le tematiche ben note ai suoi ventiquattro frequentatori presbiti degli ultimi vent’anni

UN EXCURSUS PRELIMINARE In limine deve essere ricordato come la riforma dei moduli di gestione delle farmacie private pianificate sul territorio di cui alla novella normativa del 2017 rappresenti un punto d’arrivo di una rivoluzione copernicana che data nel tempo e si può collocare prima e dopo l’integrazione del sistema farmacia nel Servizio sanitario nazionale, quale patto di solidarietà sociale, avvenuta nel 1978/1991. Quo ante si era già avuta una evoluzione

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storica della farmacia in riferimento alla valenza dell’intervento del medico in sede di diagnosi e cura rispetto a quello del farmacista, divenuti protagonisti di due autonomi momenti di un unico intervento terapeutico a tutela della salute, ma in cui la disponibilità del farmaco non è più correlata alla semplice prescrizione del medico, ma alla responsabilità del farmacista, che non risponde con un placet a uno iubeo del primo, ma assume una responsabilità ben evidente nel caso della spedizione di una ricetta medica redatta contra legem, ove il regime sanzionatorio a carico del farmacista è più grave rispetto a quello del medico prescrittore (Corte costituzionale, 12 novembre 1987, n.393). Si può dire come in tale logica sia avvenuto il passaggio dalla officina galenica istituita negli ospedali in cui i farmacisti erano ricompresi tra il personale amministrativo, al servizio di diagnosi e cura volto alla farmacia clinica dei presidi ospedalieri in cui i farmacisti siano stati ricompresi tra il personale sanitario (Consiglio di Stato, 27 aprile 1990, n. 376) e come è avvenuto il passaggio dalla privativa farmaceutica autorizzata sul territorio i cui titolari erano licenziatari, al servizio pubblico e sociale volto alla farmacia dei servizi ivi pianificato i cui titolari siano divenuti concessionari di un servizio pubblico (Consiglio di Stato, 31 maggio 2002, n. 5) e come in questa mutazione la giuri-


farmacia, ma marginale rispetto al servizio pubblico e sociale che viene garantito dalle farmacie, se pure sia decisiva in termini di efficienza ed efficacia sulla sua appropriatezza. La sentenza 28 dicembre 2006, n. 448, sull’affidamento in forma concessoria del

servizio farmaceutico ai titolari del relativo diritto d’esercizio sul territorio mediante il trasferimento di una funzione pubblica attinente la tutela della salute che non consente liberalizzazioni nelle logiche del mercato. Ex post si rileva come su questa architra-

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sprudenza nomofilattica, provocata nei casi di specie, abbia anticipato l’evoluzione normativa del servizio farmaceutico istituito nei presidi ospedalieri (Legge n. 132/1968) e pianificato sul territorio (Leggi n. 221/1968 e 475/1968) fino alla sua integrazione nel Servizio sanitario nazionale (Legge n. 833/1978 e Dlgs n. 502/1992) come un unicum di professione-strutturaservizi: il sistema farmacia posto a tutela della vita che viene garantita attraverso la cura della salute e la terapia del dolore. Rimane da dire come detto sistema culturale di servizi sia stato ancorato alla trabeazione costituzionale di cui ai principi di uguaglianza sostanziale (articolo 3), qualità e dignità della vita (articolo 32), finalizzazione dell’economia all’utilità sociale (articolo 41), razionalità e trasparenza dell’azione amministrativa (articolo 97), ripartizione della legislazione concorrente dello Stato e delle Regioni nel rispetto della Costituzione, dei vincoli comunitari e degli obblighi internazionali (articolo 117), che ne costituiscono il fondamento, atteso che la tutela alla salute in tale contesto è l’unico diritto ritenuto ”fondamentale” nella Carta della nostra libertà, perché - come diceva Piero Calamandrei - l’uomo malato non è un uomo libero, e tutto ciò che riguarda la salute attiene a un diritto di libertà prima ancora che di sicurezza sociale. L’esegesi delle fonti normative del sistema farmacia viene data in tal senso da tre decisive decisioni della Consulta che hanno indicato le premesse e le conseguenti prospettive del sistema farmacia. La sentenza 4 febbraio 200, n. 27, sulla inderogabile riserva di legge ascritta al farmacista nella dispensazione del farmaco e sulla continuità temporale e territoriale della rete delle farmacie che garantisce il servizio farmaceutico sul territorio in termini di pianificazione e programmazione. La sentenza 10 marzo 2006, n. 87 sulla legislazione concorrente dello Stato (an et quod, fissato mediante norme di principio) e delle Regioni (quomodo et quando, fissato mediante norme di dettaglio) in una materia attinente la tutela della salute e non del “mercato” e sulla natura certamente imprenditoriale del sistema

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ve costituzionale e nella esegesi che ne è stata data si è successivamente articolata una rivoluzione copernicana della normativa sul sistema farmacia pianificato sul territorio, che si è articolata nel tempo attraverso una riforma sistematica (articolo 8, Legge n. 405/2001 e articolo 8, Legge n. 458/200: l’oligopolio del farmaco nella disponibilità del farmacista ma non solo in farmacia), una riforma culturale (articolo 11, Legge n. 69/2009: i servizi complementari in farmacia), una riforma concettuale (articolo 1, Legge n. 38/2010: la terapia del dolore in farmacia) e una riforma professionale (articolo 3, Legge n. 189/2012: il livello di salute in farmacia; articolo 3, Legge n. 24/2017: la responsabilità del farmacista in farmacia) e una riforma strutturale attinente la programmazione territoriale delle sedi farmaceutiche (articolo 11, Legge n. 27/2012: razionalizzazione dei criteri di pianificazione) e attinente la gestione delle farmacie (articolo 1, commi da 157 a 160, Legge n. 124/2017: società lucrative in farmacia; articolo unico, commi da 376 a 384, Legge n. 208/2015: società benefit in farmacia), che hanno trasformato funditus il sistema farmacia pianificato sul territorio. Tutto questo si è peraltro tradotto, come s’è detto e qui ripetuto, prima che in termini di profitto, in termini di servizi a tutela della salute (articolo 32, Costituzione) e non si può certo porre in una acritica rivendicazione di una libertà d’impresa se mai scollegata dalla sua finalizzazione a un tale munus publicum - reso evidente per esempio nel divieto, posto a tutela del-

la salute, della dispensazione dei medicirer possa, l’abrogazione delle disposizioni nali soggetti alla prescrizione medica nei delle leggi anteriori nella disciplina di setcorner farmaceutici dei negozi di vicinato tore che siano incompatibili con la novella e della grande distribuzione organizzata, normativa che disciplina ex novo tale sistepur alla presenza di ma normativo (artiun farmacista (Corte c o l o 15 d e l l e i dubbi Costituzionale, 18 luPreleggi). glio 2014, n. 216) - nel Su tali problematisulla contesto della trabeche incidenti parcompatibilità azione costituzionale con la normativa zialmente per vis di cui si è detto e su espansiva sulle farcomunit aria cui si fonda l’intero macie comunali si del ddl trizzino pone in termini sistema culturale di servizi rappresentato tutt’altro che conriguardante dal sistema farmavincenti il parere le società cia, su cui si articola pro scientia del speziali la sinergia tra il diritConsiglio di Stato titolari to pubblico e privato (Commissione speche lo governa nelle ciale, 3 gennaio logiche dell’etica della responsabilità che 2018, n. 69) su cui si sta formando una lo caratterizza secundum tractatum. giurisprudenza contraddittoria, per esemIn questo ambito devono essere ricondotte pio, in materia d’incompatibilità (Tar Lale tematiche della riforma gestionale delle zio, Roma, 2 maggio 2019, n. 5557) e di farmacie private pianificate sul territorio di contitolarità (Consiglio di Stato, 30 aprile cui alla Legge n. 124/2017 (articolo 1) atti2019, n. 2804). nenti in particolare le società speziali (così Ricondotta la gestione delle farmacie da chiamate anche in giurisprudenza: Consiparte delle società speziali nel contesto di glio di Stato, 13 novembre 2014, n. 5587) cui s’è detto si possono indicare i limiti e con l’avvento in farmacia delle società di le prospettive degli scenari che ne possocapitali anche unipersonali (comma 157), no conseguire. le incompatibilità ad assumere le qualità di socio: in termini assoluti (comma 157) e reI LIMITI lativi (comma 160), la direzione delle farmaSotto il primo profilo destano più di un cie a un farmacista idoneo se pure non dubbio tutt’altro che metodico sia la previsocio (comma 157), la pluralità di concessione di una maggioranza del 51 per censioni per l’esercizio di farmacia con il limite to, riservata ai farmacisti e/o alla società del 20 per cento in ciascun ambito regionatra loro costituite nella formazione della le (comma 158) nonché, per quanto occorcompagine delle nuove società speciali, sia la previsione di una rete delle reti orizzontale tra le farmacie e verticale delle farmacie con i loro fornitori intermedi. Occhiali da vedere per vedere: Quanto alla quota maggioritaria - che non l’Elephant Célèbes si pone certo come una golden share ridi Max Ernst messa all’autonomia contrattuale - in quanto le società speziali partecipate ex È ben noto il quadro surrealista di Max Ernst sul sinistro mostro meccanico che lege da farmacisti non possono essere ascombina le tecniche dada con le suggestioni metafisiche che rimandano a De similate tout court alle società tra profesChirico, in una sorta di figura enigmatica mista di allegorie e di mito, tratteggiasionisti di cui al Dm 6 febbraio 2013 n. 34, to in modo astratto, ma riconducibile al subconscio, come lo stesso Freud ritein quanto non hanno per oggetto l’esercineva essere la pittura surrealista «nel tentativo di dare un senso a dette zio di un’attività squisitamente professionale, ma l’esercizio di un’impresa astrazioni, consciamente o inconsciamente», ma di cui il quadro rappresenta incommerciale, se pur diretta ed eventualdubbiamente uno tra i primi capolavori. mente partecipata da professionisti (arti-

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Sull’argomento è stato aperto un forum (Punto Effe n. 8/2019).

LE PROSPETTIVE Sotto il secondo profilo si pongono le iniziative intra moenia et extra moenia ascrivibili alle società speziali per l’esercizio delle farmacie privale, ma estensibili, in quanto compatibili, a ogni modello o modulo d’esercizio delle farmacie nei sottoinsiemi, pubblico (comunale) e privato, del sistema farmacia pianificato sul territorio. Le iniziative intra moenia possono riguardare la coerente organizzazione dell’impresa per l’esercizio delle farmacie che rendano appropriato il servizio pubblico e sociale che è stato loro affidato in termini di efficienza e di efficacia. Dette iniziative possono andare ben al di là degli Indici sintetici di affidabilità (Isa) di cui al provvedimento della Direzione della Agenzia delle entrate, 15 febbraio 2015, e possono essere realizzate anche attraverso la coerente adozione, tra l’altro, di un adeguata apparato di regole interne finalizzato a prevenire la responsabilità conseguenti agli illeciti ascrivibili ai loro rappresentati apicali, sulla scorta del “modello di organizzazione, gestione di controllo” idoneo a prevenirli, di cui all’articolo 6 del Dlgs n. 231/2001, posto a salvaguardia delle società speziali attraverso un articolata serie di esimenti, ma che le stesse associazioni di categoria (Federfarma e Assofarm) potrebbero/dovrebbero elaborare, dandone comunicazione al ministro della Giustizia per il relativo avvallo. Le iniziative extra moenia delle società speziali così novellate possono essere certamente ricondotte alla rifondazione delle farmacie come farmacie di servizi (Legge n. 69/2009 e Dlgs n. 153/2009, che possano svolgere: a) attraverso il supporto clinico le idonee prenotazioni in farmacia di assistenza medica specialistica, realizzabili secondo il modello regionale (Dm 8 luglio 2011), b) attraverso il supporto diagnostico gli opportuni test autodiagnostici in farmacia, soggetti alla vigilanza regionale (Dm 16 dicembre 2010), c) attraverso il supporto interprofessionale le congrue prestazioni di assistenza sanitaria in farmacia compatibili secondo le linee guida regionali (Dm 16 dicembre 2010). Tutto questo sempre che, in una mi-

sura uniformata a cura della Conferenza Stato-Regioni, tali prestazioni di servizi possano essere poste anche a carico del Servizio sanitario nazionale sulla scorta di una novellata Convenzione farmaceutica di diritto privato a evidenza pubblica (articolo 8, Dlgs 502/1992 in riferimento all’articolo 48, Legge n. 833/1978) reso esecutivo con Dpr (Cassazione civile, 20 dicembre 1993, n. 12595). Viene fatto salvo l’esercizio nelle farmacie di ogni attività complementare alla concessione sanitaria per l’esercizio della farmacia nell’area del farmaco ove opera la presa in carico del paziente nell’ambito del Piano nazionale della cronicità, in quella della parallela autorizzazione commerciale rilasciata ai titolari delle farmacie per l’esercizio dell’attività complementari compatibili nell’area del salutare (Dlgs n. 114/1998), atteso che tutto ciò che viene dispensato in farmacia anche in tale area deve avere una valenza latamente sanitaria (Cassazione civile, 19 gennaio 1985, n. 138). Entrambi i profili si pongono nelle logiche dell’unicum di professione-struttura-servizio rappresentato dal sistema farmacia, che è deputato a garantire, secondo quanto fin qui detto, un munus pubblicum a tutela della salute nel senso ancorato alla trabeazione costituzionale che lo sorregge e a cui non può certo rimanere estranea la riforma di cui alla Legge n. 124/2017.

Legale

colo 2238, Codice Civile). Di tal che appare problematica l’applicazione della disciplina riservata alle società tra professionisti dal Dm 8 febbraio 2013, n. 39, anche alle società speziali per l’esercizio delle farmacie. Si nutrono così delle ragionevoli perplessità sulla controriforma normativa de iure condendo (Disegno di legge Trizzino C/1715 del 29 marzo 2019 all’esame del Parlamento) relativa alla previsione di una quota maggioritaria imposta ex lege, che sembra porsi anche in contrasto con la normativa comunitaria sulla libera circolazione delle imprese (articolo 49 sgg., Tfue, già articolo 43. Tce), dei servizi (articolo 56 sgg., Tfue, già articolo 49, Tce) e dei capitali (articolo 63 sgg, Tfue, già articolo 56, Tce), mettendo in discussione il dettato di conformità legislativa all’ordinamento comunitario di cui all’articolo 117, primo comma, della Costituzione. Quanto alla rete delle reti (orizzontale e verticale), che viene presentata de jure condito come Sistema Farmacia Italia - mutuando un logo consolidato, ma di tutt’altro segno il riferimento all’ottica mercantile in cui si potrebbe porre in contrasto con le previsioni di cui alla Legge n. 287/1990 in materia di intese (articolo 2) e abusi (articolo 3) derivanti dalla normativa comunitaria sulla concorrenza (articolo 101, Tfue, già articolo 81, Tce), che incidono sul principio di conformità legislativa all’ordinamento comunitario fissato dall’articolo 117, primo comma, della Costituzione) che appare prevalente anche in riferimento al principio di libertà dell’iniziativa economica ma finalizzata all’interesse sociale, fissato dall’articolo 41 della Costituzione. Nelle logiche del Diritto europeo dell’economia (Corte Costituzionale, 17 novembre 2010, n. 325) l’una e l’altra opzione potrebbero avere una ricaduta in termini di vigilanza sanzionatoria da parte della Autorità garante della concorrenza e del mercato, ma anche un profilo di non manifesta infondatezza della relativa questione di costituzionalità, riservata allo scrutinio della Corte Costituzionale (articolo 137, Costituzione) ovvero al giudizio sulla pregiudiziale comunitaria riservato all’esame della Corte di giustizia della Unione europea (articolo 267, Tfue).

PER UN APPROFONDIMENTO: B.R. Nicoloso, “Il sistema farmacia nel cinquantennale delle Leggi n. 132/1969, n.221/1968 e n. 475/1968 e nel quarantennale della Legge n. 833/1978 Scritto in memoria di Marcello Marchetti”, in Sanità pubblica e privata, 2019, fascicolo 2, pag. 26 sgg.; id. “Ancora sulle società di capitali o con la partecipazione di capitali per l’esercizio delle farmacie”, in Giust. Amm. - Rivista di diritto pubblico, 2018, fascicolo 11 (on line); id. “La quota maggioritaria del 51% da riservare ai farmacisti nelle società speziali titolari di farmacia: una panacea oppure un’aporia?”, in corso di pubblicazione sulla Rassegna di diritto farmaceutico e della salute; id. “La farmacia dei servizi: diritto e pratica”, in Sanità pubblica e privata, 2015, fascicolo 1, pag. 5 sgg.

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di Elena Penazzi

iniziative

Solidarietà

e impresa Una serata di beneficienza, a Napoli, organizzata dall’associazione Farmaciste Insieme Si è svolta, per il terzo anno consecutivo, la festa di primavera che l’associazione Farmaciste Insieme dedica alla raccolta di fondi per opere benefiche. Il 17 maggio nella splendida villa Doria d’Angri di Napoli, le farmaciste hanno accolto colleghi, amici e sostenitori e durante la serata la presidente Angela Margiotta ha donato un assegno di 10.000 euro all’Istituto Don Orione di Ercolano, per la costruzione di una stanzetta multisensoriale per disabili gravi. La festa ha visto la partecipazione di 500 persone, con tanti sponsor scesi in campo e numerosi patrocini, compresi quelli di Federfarma e della Fofi. «È stata una serata all’insegna del divertimento», spiega Margiotta, «con una cena seguita da musica dal vivo, in una cornice incantevole con tantissime persone che ci hanno dimostrato affetto e hanno contribuito alla buona riuscita della serata. Soprattutto, siamo molto orgogliosi di poter sostenere ogni anno una causa benefica».

L’associazione farmaciste insieme è nata, nel 2012, dalla volontà di Margiotta e di altre farmaciste partenopee (e poi, in generale, italiane) di creare un supporto per iniziative di beneficenza che parlasse al femminile. La principale iniziativa portata avanti dall’associazione è il Progetto Mimosa, oggi diffuso in Italia, che sostiene le donne vittime di violenza e che hanno bisogno di ascolto, di informazioni o di un supporto vero e proprio. Questa rete, attraverso il Progetto Mimosa, parte proprio dalle farmacie territoriali. Nello stesso giorno della festa, sempre a Napoli, si è tenuto un convegno dal titolo “La donna nell’impresa farmacia tra gestione e impegno sociale”, che ha fatto da trait d’union con la serata di beneficenza. «Inutile raccontare la nostra gioia», conferma Margiotta, «per aver raggiunto l’obiettivo e aver potuto donare una cifra importante all’Istituto Don Orione, centro che è stato scelto a partire da un esperienza personale che mi ha un po’ toccata e

Angela Margiotta (a destra) con Myriam Mazza (farmacista dell’anno 2019)

quindi a volte si ragiona con la pancia. L’ho proposto al direttivo di Farmaciste Insieme ed è stato votato all’unanimità. Anche il sindaco di Napoli ha presenziato alla serata, con grande orgoglio da parte di tutta la nostra associazione. Il direttivo è napoletano ma la squadra di Farmaciste Insieme è nazionale, con le delegate regionali, che sono state presenti alla nostra bellissima festa».

A sinistra, la consegna simbolica dell’assegno di diecimila euro all’Istituto Don Orione di Ercolano; a destra, una foto di gruppo delle componenti di Farmaciste Insieme

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di Stefania Cifani

congressi

Il punto

sul cuore A Firenze gli esperti si confrontano sul rischio cardiovascolare, dalla prevenzione primaria all’incidenza dell’ipertensione sui potenziali eventi avversi

Si è tenuta a Firenze la 36a edizione del congresso “Conoscere e curare il cuore” organizzato dalla fondazione Centro per la lotta contro l’infarto. Un viaggio intorno al cuore, e al rapporto con altre patologie, incentrato sulla diagnostica e la terapia in cardiologia. Tra i molti temi trattati, alcuni spunti che riguardano la pratica clinica frequente e che hanno a che fare con la prevenzione: la riclassificazione dei valori-soglia dell’ipertensione arteriosa, l’uso dell’aspirina e la relazione tra influenza e infarto.

PRESSIONE ARTERIOSA SEMPRE PIÙ BASSA L’ipertensione è il principale e più diffuso fattore di rischio cardiovascolare modificabile, con una prevalenza che va dal 30 al 45 per cento della popolazione adulta. Si stima che a valori superiori a 140 mmHg

siano associati ogni anno a milioni di decessi, sindromi coronariche acute ed episodi di ictus emorragico e ischemico. Dai risultati di una analisi condotta su 600.000 pazienti (di 123 studi) emerge che una riduzione del 10 per cento dei livelli di pressione sistolica corrisponde a una significativa riduzione dell’incidenza di eventi cardiovascolari maggiori, di rischio di malattia coronarica, di ictus e di scompenso cardiaco, a prescindere dai valori pressori iniziali. Molti studi hanno poi messo in evidenza come la maggior parte degli eventi cardiovascolari si verifichi in soggetti ritenuti ben controllati dalla terapia antipertensiva o non ipertesi. Alla luce delle numerose evidenze scientifiche raccolte, le linee guida delle società scientifiche americane ed europee hanno riclassificato i valori-soglia della pressione arteriosa in 130/80 mmHg per tutti gli individui ipertesi di età compresa tra 18 e 65 anni. Valori validi anche per pazienti a rischio - diabetici, scompensati, con precedente ictus - in prevenzione secondaria. L’aspirina è utilizzata nella terapia antitrombotica e nella lotta alle malattie cardiovascolari. In prevenzione secondaria le Linee guida americane ed europee oggi raccomandano l’uso quotidiano di acido acetilsalicilico in pazienti con malattia co-

ronarica, in quanto riduce il rischio di ictus e di eventi coronarici acuti. I benefici superano nettamente i rischi e quindi, nonostante un dibattito aperto circa la gestione di casi con malattie concomitanti e poli-farmacoterapia, la terapia resta consigliata. Per quanto riguarda la prevenzione primaria, l’utilizzo di aspirina è invece controverso. Età avanzata e diabete sono sicuramente tra i fattori principali di rischio ma il rapporto rischio-beneficio per una terapia profilattica con acido acetilsalicilico fa sì il suo impiego dovrebbe essere valutato caso per caso, considerando prima il controllo dei singoli fattori di rischio. Vanno considerate poi le possibili complicanze emorragiche, specialmente nei pazienti che assumono varie terapie farmacologiche.

L’INFLUENZA ACCRESCE IL RISCHIO DI INFARTO L’infezione influenzale sembra avere un effetto infiammatorio diretto sulle placche aterosclerotiche e sulle arterie coronarie. Alcuni studi indicano che possa essere quindi associata all’infarto miocardico acuto, a causa del rilascio di citochine infiammatore che causano la rottura delle placche aterosclerotiche pre-esistenti, con comparsa di trombosi. Questo rischio sarebbe maggiore nei primi tre giorni successivi a una infezione respiratoria acuta. Da qui il potenziale ruolo del vaccino antinfluenzale nella prevenzione cardiovascolare. Vaccino che nonostante le raccomandazioni viene poco praticato anche negli individui a rischio, con tassi di copertura che restano lontani da quelli indicati come ottimali.

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Spigolature

Gizzi confermato

alla guida di Assofarm «Una scelta di continuità nell’interesse delle farmacie comunali italiane. In un momento caratterizzato dalla presenza di dossier vitali per il nostro futuro, dal rinnovo della convenzione alla nuova remunerazione, le farmacie comunali scommettono sul proprio gruppo dirigente». Questo il commento a caldo di Venanzio Gizzi (nella foto), confermato all’unanimità alla guida della Federazione nazionale delle farmacie comunali Assofarm. L’assemblea federale ha confermato anche i membri ancora in carica della giunta: Luca Pieri (vice presidente), Roberto Rava (vice pre-

sidente), Egidio Campari, Mario Corrado, Domenico Della Gatta, Andrea Inserra, Alessandro Menapace, Alessio Poli, Virgilio Puletti, Angelo Stefanori e Sergio Zingoni. La relazione di bilancio di Gizzi si è concentrata sui principali fronti di sviluppo interno della Federazione. Tra essi figurano un convinto impegno a diffondere le società benefit come modello giuridico ideale per le farmacie comunali, la firma di un contratto di lavoro dei farmacisti comunali maggiormente allineato ai nuovi scenari che si affacciano all’orizzonte delle farmaci italiane, la volontà di

realizzare il recente protocollo d’intesa con Anci rafforzando l’integrazione tra il servizio farmaceutico comunale e le amministrazioni locali. Quanto ai capitali in farmacia, «le nostre posizioni sono chiare, e nate da un lungo dibattito interno alla federazione. Federazione che, è bene ricordarlo, accoglie anche multinazionali del farmaco. È grazie a questo dibattito e a questa pluralità che abbiamo potuto sviluppare opinioni precise ma mai ideologiche. Siamo contro una farmacia-negozio-del farmaco perché non è in linea con la storia sanitaria del Paese, ma

non saremo mai contro le catene di farmacie. Non lo siamo perché per noi il punto non sta nella proprietà, ma nel cosa fa la farmacia, nel come lo fa e nel chi lo fa al suo interno».

Gruppo Schwabe acquisisce Pegaso

Il gruppo farmaceutico tedesco Schwabe ha annunciato l’acquisizione di Pegaso, azienda attiva nell’area degli integratori alimentari. L’acquisizione di Pegaso segue quella di Loacker Remedia, finalizzata nel 2017. Pegaso, con sede a Arbizzano (Verona), è presente in Italia da oltre venticinque anni. Marco Testa, direttore generale di Schwabe Pharma Italia, sottolinea che «l’ingresso di Pegaso nel Gruppo Schwabe e la sua integrazione nell’organizzazione italiana rappresentano un passaggio fondamentale per accrescere la nostra presenza presso la classe medica e contemporaneamente ampliare la gamma di prodotti disponibili per il farmacista. Il listino di prodotti Pegaso, già oggi molto apprezzato dai medici per l’elevata qualità ed innovatività, potrà beneficiare di una distribuzione più capillare sul territorio nazionale grazie alla rete commerciale di Schwabe Pharma Italia. Contemporaneamente, una migliore presenza e conoscenza del Gruppo Schwabe presso la classe medica del nostro Paese è parte del nostro processo di crescita, anche e soprattutto in vista della prossima conclusione dell’iter registrativo di numerosi farmaci vegetali appartenenti al Gruppo Schwabe. Solo nell’ultimo anno, sono infatti ben tre i nuovi dossier depositati o in via di deposito presso l’Aifa».

PharmEvolution 2019:

a Taormina dall’11 al 13 ottobre La nona edizione di Pharmevolution si terrà dall’11 al 13 ottobre a Taormina. «La convention, che riunisce tutti gli attori della filiera del farmaco, oltre un centinaio di aziende di beni e servizi per la farmacia e alcune tra le voci più autorevoli del comparto», si legge in un comunicato, «sarà ospitata dal Palalumbi, un’area espositiva facilmente raggiungibile e dotata di ampio parcheggio. Per rispondere alle numerose richieste dei visitatori del centro-nord Italia e consentire ai partecipanti di vivere la convention a 360 gradi, PharmEvolution 2019 ha organizzato pacchetti fieristici speciali comprensivi di volo a/r da: Milano, Torino, Venezia, Roma, Napoli con bagaglio a mano incluso (altre città su richiesta); transfer dall’aeroporto di Catania all’hotel in arrivo e partenza; sistemazione in camera per tre notti, colazione inclusa. Inoltre sono previste escursioni sull’Etna e visite guidate con degustazioni a Taormina»..

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“Chiara Colombo”

Trenta posti disponibili (con un numero minimo di quindici iscritti), 265 ore di lezione ex cathedra e 500 ore di tirocinio per anno accademico da svolgere in una farmacia aperta al pubblico, un anno di durata. Questi alcuni dei numeri del Master universitario di secondo livello in farmacia territoriale “Chiara Colombo”, giunto alla sua decima edizione. Il Master, che nasce dalla collaborazione tra Università degli studi e Ordine dei Farmacisti, presenta un taglio volutamente pratico, idoneo a supportare la crescita professionale del farmacista come primo operatore del settore sanitario capillarmente disponibile sul territorio. L’attività formativa del corso è di sessanta crediti formativi universitari (Cfu). Il conseguimento dei crediti è subordinato al superamento da parte degli iscritti di apposite verifiche di accertamento delle competenze acquisite effettuate periodicamente. La frequenza è obbligatoria e le iscrizioni dovranno pervenire entro il 30 settembre 2019 seguendo le indicazioni presenti sul sito dell’ateneo: http://www.unito.it/didattica/ immatricolazioni-e-iscrizioni/ammissione-master-corsi-perfezionamento-e-corsi-formazione-e. I requisiti di ammissione prevedono una laurea magistrale in Farmacia, Ctf e le corrispondenti lauree del vecchio ordinamento. Il costo è di 1.500 euro e sono previste tre borse di studio, messe a disposizione dall’Ordine dei farmacisti di Torino, a copertura dei costi di partecipazione al master.

Spigolature

Decimo Master in farmacia territoriale

Alphega Farmacia

per la salute della donna Alphega Farmacia, network di farmacie indipendenti presente su tutto il territorio nazionale, promuove a partire dal mese di giugno una serie di iniziative pensate per aiutare le donne a prendersi cura della propria salute, con consulenze e trattamenti mirati per ogni fascia di età. Nei mesi di giugno, settembre e ottobre le iniziative si concentreranno sul tema della prevenzione dell’osteoporosi, con giornate dedicate alla

misurazione della densità ossea e la presenza di esperti in farmacia. La campagna prevede poi la distribuzione di materiale informativo relativo a diversi aspetti della salute della donna (fertilità, gravidanza, menopausa e altri) e, a partire da gennaio 2020, la presenza di un ginecologo in farmacia e la possibi l i t à d i ef fet t ua re t e s t diagnostici (pap test e mammografie) a tariffe agevolate, in centri specializzati con-

venzionati. I farmacisti coinvolti nella campagna hanno seguito nei mesi scorsi sessioni di formazione specificaerti del settore per offrire consulenze personalizzate per le diverse tipologie di patologie tipicamente femminili. Per trovare la farmacia aderente all’iniziativa più vicina, è possibile consultare il sito web www.alphega-farmacia.it, la pagina Facebook Alphega Farmacia o la App dedicata.

Omeoimprese contro chi

strumentalizza l’omeopatia «Non possiamo per un errore di un singolo demonizzare un’intera disciplina che lo Stato regolamenta con norme e leggi». Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese, risponde alle accuse rivolte alla

medicina omeopatica in seguito alla condanna dei genitori del bambino che nel 2017 morì per un’otite curata solo con farmaci omeopatici. «A cominciare da questo grave fatto di cronaca Omeoimprese si costi-

tuirà parte lesa contro chiunque screditi il comparto con il proprio operato, siano essi professionisti, opinionisti, chi esercita non avendo una laurea e chi confonde pratiche “alternative” con una disciplina

che è tutelata da leggi dello Stato. Perché non ci si prende gioco della salute e nemmeno ci si prende gioco di decine di aziende farmaceutiche che fanno il proprio lavoro con competenza e qualità».

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di Luigi Marafante

consigli

Energia

per lo sport MENO STANCHEZZA, PIÙ VIGORE Oggi per lo sportivo l’integrazione alimentare riveste un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Natursprint Sport di Naturlabor è un integratore alimentare a base di taurina, L-carnitina e caffeina, che contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento, e favorisce il normale metabolismo energetico anche per lo sportivo più esigente. Grazie anche all’azione

energizzante della taurina, il più importante amminoacido intracellulare libero in molti tessuti coinvolto nella formazione di complessi acido biliar i coniugati nel fegato, importanti nella formazione di micelle e assorbimento di lipidi. Mostra inoltre attività antiossidante e stabilizzante di membrana, neutralizzando l’ipoclorito (specie reattiva dell’ossigeno). Natursprint è anche ricco di magnesio, mi-

crominerale essenziale, coinvolto in numerose reazioni metaboliche, tra cui la produzione di energia, di proteine e acidi nucleici; caffeina, un composto chimico naturalmente presente in parti di piante come chicchi di caffè e cacao, e foglie di tè; L-Carnitina, un derivato amminoacidico presente in quasi tutte le cellule dell’organismo, trasportatore degli acidi grassi a catena lunga. www.naturlabor.it

RIVEDERE LA FORMA DEL SUCCHIETTO Capire le necessità dei bambini è un compito non facile ma fondamentale. Per poter dare risposte solide e scientifiche alle famiglie, è nato l’Osservatorio Chicco, il Centro ricerche che ha come obiettivo e mission quello di studiare e comprendere i bisogni psico-fisici, emotivi e sociali dei bambini. In questo contesto, nel 2006, grazie alla collaborazione con Sido (Società italiana di ortodonzia) nasce PhysioForma™: un progetto complesso che ha coinvolto specialisti provenienti da diversi settori, con lo scopo di rivedere la forma del succhietto da un punto di vista medico-scientifico. In una prima fase è stata valutata l’influenza fondamentale della lingua nello sviluppo del palato e dei denti, successivamente sono state considerate le ripercussioni della posizione della mandibola e della lingua sulle diverse funzioni della bocca, tra cui la respirazione, in relazione all’utilizzo del succhietto. www.artsana.com

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PROTEZIONE NATURALE, CLINICAMENTE DIMOSTRATA Zendium Professional è una nuova linea di dentifrici e collutori ideata per bisogni specifici del cavo orale: il sanguinamento e l’infiammazione delle gengive, la secchezza della bocca e la predisposizione alle afte, la necessità di rinforzare lo smalto e, una delle più comuni, la sensibilità dentale. La sua azione aiuta a riequilibrare il microbioma orale: aumentando i batteri buoni della bocca riducendo allo stesso tempo altri batteri cattivi. Le quattro nuove varianti per gengive, bocca secca, smalto e denti sensibili hanno un gusto delicato e sono adatte per l’uso quotidiano. www.zendium.it


consigli

PER DARE SOLLIEVO ALLE PELLI IRRITATE

PER L’ESTATE DEI PIÙ PICCOLI Il mare, il sole, giornate all’aria aperta sono una gioia per i bambini. La pelle dei più piccoli, però, è molto più delicata di quella degli adulti e necessita di una fotoprotezione dedicata e di buone abitudini che prevengano i possibili danni arrecati dai raggi solari. Ecco perché Isdin ha creato Fotoprotector Pediatrics: una linea di fotoprotettori specificatamente formulata per la pelle dei neonati e dei bambini. Grazie a un’adeguata concentrazione di antiossidanti e dexpantenolo, consente una protezione sicura, testata da dermatologi e pediatri, adatta alle pelli sensibili e a tendenza atopica. www.isdin.com

La Crema Sollievo de La Farmacia delle Erbe è il prodotto ideale per combattere la disidratazione. La sua formulazione - a base di succo di aloe vera bio, burro di karité ed estratto di calendula bio - è stata sviluppata per assicurare una rapida azione lenitiva, rinfrescante e riparatrice. Da portare sempre con sé, per alleviare ogni tipo di irritazione - comprese quelle causate da scottature solari, punture d’insetti o meduse. È senza parabeni, fenossietanolo, siliconi, coloranti e peg, è adatta a ogni tipo di pelle e indicata per la cute di tutto il corpo, viso e mani compresi. Può essere utilizzata sulla pelle dei neonati al di sopra dei sei mesi. www.lafarmaciadelleerbe.it

PER LABBRA E ZONE SENSIBILI

SALVIETTE DETERGENTI CON ANTIBATTERICO La pelle del bambino è sottoposta ogni giorno a pulizia e detersione che possono portare ad arrossamenti e irritazioni. Le Salviette Detergenti con Antibatterico di Mister Baby facilitano la detersione del bimbo, rispettando anche le pelli più delicate grazie alla proprietà idratante e lenitiva di aloe vera e olio di oliva. Il burro di Karitè completa la formulazione donando nutrimento alla pelle del bimbo. Sono composte per il 98 per cento da ingredienti di origine naturale, non contengono alcol etilico, fenossietanolo, parabeni, sls o coloranti, e lasciano sulla pelle una leggera profumazione senza il rischio di allergeni. www.misterbaby.it

Dermasol Bimbi Stick Protettivo è uno stick per labbra e zone sensibili in grado di offrire una protezione molto alta (50+) e stabile nel tempo. Indicato per la fotoprotezione di labbra e zone sensibili. Utile nella prevenzione dell’herpes solare nei più piccoli. Dermasol Bimbi Stick Protettivo garantisce una protezione maggiore e allo stesso tempo una migliore tollerabilità anche da parte delle pelli più sensibili. La sua formulazione è arricchita con Vitamina E, ad azione antiossidante, burro di Karitè e olio di cocco con azione emolliente e nutritiva. L’olio di cocco, inoltre, dona al prodotto una gradevole profumazione. www.mylan.it

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consigli

LA SOLUZIONE EFFICACE E NATURALE PER IL TRANSITO INTESTINALE In Italia i disturbi legati alla pigrizia intestinale sono in continuo aumento e interessano una cospicua parte della popolazione, soprattutto donne e anziani. A seconda che si tratti di pigrizia intestinale occasionale o frequente, Frutta&Fibre offre la giusta soluzione personalizzata: Frutta&Fibre Forte agisce in modo rapido su disturbi occasionali ricostituendo il giusto transito intestinale, Frutta&Fibre Classico riporta ed è disponibile anche con una formula dedicata alla gravidanza e una studiata appositamente per i bambini dai tre ai dodici anni. www.ortis.com

ABBRONZATURA INTENSA, SICURA E NATURALE

DA OGGI ANCORA PIÙ SOFFICE E PIÙ GOLOSA Risultato della ricerca Schär volta al miglioramento costante del valore nutrizionale degli ingredienti e della palatabilità dei propri prodotti, la nuova Focaccia con rosmarino Schär è da oggi ancora più morbida, appetitosa e profumata. La lievitazione naturale lenta rende la mollica particolarmente soffice e areata e mantiene la freschezza della focaccia nel tempo; l’uso di olio extra vergine di oliva le regala ancor più morbidezza e un gusto più ricco; il rosmarino in maggior quantità presente in superficie la arricchisce di un intenso aroma mediterraneo; il sale marino le dà quel tocco di gusto in più. Senza glutine, oggi è anche senza lattosio. www.drschaer.com

È cambiato l’approccio al prendere il sole e sono nate nuove esigenze. I solari Erboristeria Magentina sono il frutto di lunghi e accurati studi mirati a individuare e definire prodotti di nuova generazione a base naturale e di elevato standard qualitativo. Proteggono dalle conseguenze negative dell’esposizione solare, sia a breve termine che a lungo termine con un sistema di filtri a tripla azione, consentono un’abbronzatura uniforme, pratici all’uso (con apertura svita-avvita o in erogatore spray), facili da spalmare, senza effetto bianco. www.erboristeriamagentina.it

L’APPROCCIO NUTRIZIONALE INTEGRATO IN AMBITO VETERINARIO In Italia più di una persona su tre vive con un animale da compagnia. Gli animali in genere, e gli animali da compagnia in particolare, sono non solo amici fidati dell’uomo, ma possano anche ricoprire un ruolo quasi “so-

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ciale” nella comunità degli umani. Nell’ambito specifico del mondo Pet, Guna propone sul mercato la linea PETformula, dodici mangimi complementari per cani e gatti, opportunamente creati per contribuire al mi-

glioramento delle condizioni fisiologiche naturali dei nostri amici a quattro zampe. I mangimi della linea PETformula sono proposti in confezione tubo da 50 gr di pasta appetibile sia per il cane sia per il gatto. www.guna.com


il libro

a cura della redazione

Le radici

del passato Il cambiamento del paesaggio, lo stravolgimento delle certezze di un mondo antico che lascia il posto al fervore della modernità. Un’irruenza, quella del contemporaneo, che si impone superando o travolgendo ciò che le sbarra la strada, spesso simbolo di un tempo lontano, di un passato ormai soppiantato dal fascino delle nuove opportunità. Da qui il sentimento ambivalente che accompagna l’uomo delle rivoluzioni industriali: il desiderio del progresso, del concretizzarsi delle potenzialità della mente umana in un costante tentativo di imbrigliare la forza della natura e piegarne le leggi; il rimpianto per un passato più semplice, frugale ma verace, un’aurea aetas dove la tradizione proteggeva valori di secolare saggezza. È in questa cornice di dissidio che si inserisce L’olmo grande, ultima opera di Gian Mario Villalta, poeta e scrittore di Pordenone, e testo di apertura della collana Il Bosco degli Scrittori, lanciata da Aboca. L’albero al confine tra due poderi nella campagna friulana diventa il centro di una narrazione che mira a indagare la relazione che lega la tradizione familiare, con i legami e gli affetti, ai luoghi della memoria, dove il presente si intreccia con il ricordo. Una sicurezza, quella che scaturisce quando una comunità si raccoglie attorno a un simbolo facendone un punto di riferimento, minata da un evento dalla drammatica carica distruttiva: un rogo consuma l’albero sotto le cui fronde la comunità ha a lungo vissuto,

seminando dubbio e incertezza non solo sulle ragioni di chi ha appiccato l’incendio, ma anche sul futuro della collettività. Villata è autore di poesie e critico letterario: oltre ad aver pubblicato le raccolte Vanità della mente, vincitrice del Premio Viareggio nel 2011, e Telepatia, Premio Carducci nel 2016, ha contribuito alla cura del volume della collana “I Meridiani” dedicato ad Andrea Zanzotto, Le poesie e le prose scelte, e del doppio “Oscar” che raccoglie gli Scritti sulla letteratura. Nel libro propone una narrazione che indaga la natura e l’uomo, alla ricerca della radice comune, le cui tracce si confondono in un terreno soggetto ai cambiamenti dettati dalla modernità. La terra d’origine diventa un luogo sradicato dalle nuove prospettive di vita donate all’uomo nella forma di un progresso che, seppur proficuo, richiede un costo molto alto: la perdita dell’identità collettiva, l’ombra proiettata dalla fiamma della tecnologia. L’indagine sull’uomo e sulla natura apre una collana destinata a ospitare una serie di opere accomunate dalla volontà di ritrovare il legame a lungo sopito, un’armonia destinata a favorire la ricostruzione dell’ecosistema e la sopravvivenza stessa del genere umano. Il Bosco degli Scrittori diventa «un luogo dove tutti gli scrittori possono esercitare la scrittura utilizzando tutti i tesori del bosco», traendo dalla realtà linfa vitale per i propri racconti come gli alberi la traggono dal terreno.

Un racconto sul legame tra ricordo e presente, tra natura e modernità, inaugura una nuova collana di Aboca Edizioni

L’OLMO GRANDE Gian Mario Villalta Aboca, 2019, p. 144

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The Blind Spot

di Luca Pani, @Luca__Pani, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Miami

Servizi sanitari

alla prova Nel Regno Unito le prime linee guida su come le tecnologie digitali debbano, prima di tutto, consolidare la relazione tra professionisti della salute e pazienti Nel maggio del 2018 il ministero della Salute di un Regno Unito ancora progettuale nonostante le incertezze della Brexit, ha commissionato a Eric Topol, il cardiologo californiano famoso autore di best seller di medicina digitale, un dossier dal titolo “Preparare la forza lavoro a realizzare il futuro digitale in sanità”. Il National health service inglese è il più simile al nostro Ssn per struttura e modalità di finanziamento, le sfide del futuro sono quelle della sostenibilità economica, a causa della esponenziale crescita della domanda di salute, ma anche della sostenibilità lavorativa in un mercato più flessibile, con aumentate esigenze di equilibrio e soddisfazione tra i lavoratori. E su questo ultimo punto la Review di Topol si discosta dagli altri documenti strategici, rivolgendosi direttamente alla forza lavoro con raccomandazioni pratiche e necessità di adeguamento culturale. Inoltre si riafferma come i pazienti - ai quali lo stesso Topol ha dedicato uno dei suoi libri più famosi, The Patient Will See You Now - saranno i protagonisti della medicina moderna, con un coinvolgimento diretto nei processi di cura. In questo contesto le tecnologie, l’intelligenza artificiale, la robotica, la genomica non sono solo voci di costo, ma diventano i mezzi che permetteranno ai sistemi di affrontare queste sfide e di realizzare la medicina del ventunesimo secolo. Il lavoro ha coinvolto esperti di tutto il mondo, organizzazioni, rappresentanti di pazienti, industria, istituzioni; i diversi panel e gruppi di lavoro, divisi per area tecnologica, hanno pubblicato raccomandazioni

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declinate per i tre gruppi di interlocutori, i pazienti, gli operatori sanitari e le organizzazioni sanitarie. Entro i prossimi vent’anni, il 90 per cento della forza lavoro nelle organizzazioni sanitarie avrà bisogno di competenze digitali. Tra le raccomandazioni del panel dedicato alla genomica troviamo la proposta di stabilire un curriculum di alfabetizzazione che coinvolga anche aspetti etici e di gestione delle informazioni, oltre che la proposta di un percorso di carriera per scienziati e bioinformatica che sia attrattivo e stabilisca la presenza di figure chiave nei percorsi di cura. Nell’ambito della robotica e dell’intelligenza artificiale si propone, oltre all’inserimento della medicina digitale nei corsi Ecm, anche la possibilità di fare partenariati con l’industria produttrice di tecnologie per ricevere formazione nel rispetto di conflitti di interesse. I pazienti dovrebbero essere coinvolti nei processi di sviluppo delle tecnologie digitali fin dalle fasi precoci, mentre nella fruizione finale par-

ticolare attenzione dovrebbe essere rivolta ai gruppi più fragili, per assicurarsi che non rimangano ai margini delle evoluzioni tecnologiche. Nonostante questa visione propositiva e ottimista, rimangono naturalmente preoccupazioni che riguardano la governance dei dati, la sicurezza informatica e l’etica. Ma secondo gli autori queste preoccupazioni non devono giustificare ritardi nell’applicazione di tecnologie abilitanti, poiché l’aspetto che emerge dalle analisi trasversali alle diverse aree tecnologiche è che alla fine di un complesso cambiamento educativo e culturale i professionisti della salute saranno aiutati nei processi lavorativi dalla tecnologia, mantenendo la funzione esclusiva di “cura” della relazione con i loro assistiti. E proprio all’umanizzazione delle cure grazie alle tecnologie Topol ha dedicato il suo ultimo libro, Deep Medicine. How Artificial Intelligence can make Healthcare Human Again, di cui ci occuperemo nel prossimo articolo.

PER APPROFONDIRE: https://topol.hee.nhs.uk/wp-content/uploads/HEE-Topol-Review-2019.pdf




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