Preziosa n. 4

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aprile | maggio 

BRAND

Govoni Gioielli: l’universo prezioso Total white e sgargianti cromatismi GEMMOLOGIA

Diamanti: reazioni e turbolenze dell’economia generale TECNICO AMMINISTRATIVO

Commercio elettronico Le regole per iniziare l’attività OROLOGI

Speciale Basilea 2009





Il “dettaglio orafo” e il commercio elettronico Se ci sarà un futuro nel commercio sarà sicuramente on line. Gli indicatori economici evidenziano che in tutti i settori il “dettaglio” vive una forte contrazione, tranne che sul web. Anche se i volumi finanziari sono ancora contenuti, è sempre più in aumento il numero di chi acquista comodamente da casa davanti al proprio pc. Secondo Euromonitor International, centro di ricerche economiche specializzate, la distribuzione e la vendita on line sta crescendo in maniera esponenziale, dello stesso avviso è la rilevazione della Nielsen: gli accessi ai siti di commercio elettronico sono aumentati in Italia, Germania, Regno Unito, Francia e Spagna. Secondo altre ricerche, da qui ai prossimi cinque anni, a dispetto della recessione, il numero dei consumatori on line raddoppierà, raggiungendo quota 16,5 milioni e ciascuno di loro spenderà circa 900 euro all’anno generando un fatturato di circa 14,6 miliardi di euro: una cifra di tutto rispetto che merita una forte attenzione da parte degli operatori. In questo contesto che futuro può avere il negozio al dettaglio? È innegabile che vi sia davvero bisogno di un salto di qualità e di umiltà da parte degli operatori di ammettere che la concorrenza di internet esiste ed è imbattibile. Insomma “se non puoi batterli unisciti a loro”. È necessario sfruttare i nuovi media per restare a galla o perlomeno proporre qualcosa di nuovo. E non dimentichiamo che l’unico negozio aperto 24 h. su 24, 365 giorni all’anno, non è certamente quello sotto casa.


Muzzico Gioielli | Il TarĂŹ, mod. 045 Edificio Perla | Marcianise (CE) tel. 0823 513118 | www.muzzicogioielli.it prossima apertura Gem Gioielli | via Vetulonia, 24 | Roma tel. 06 7004852

adv artemisiacomunicazione.com ph. tarĂŹ industriale

Muzzico Muzzico Gioielli


brand

Fratelli Dinacci 80133 Napoli (NA) Via Grande Orefici, 7 ph. +39 081 5537024 81025 Marcianise (CE) Centro Orafo “Il Tarì” mod. 38, 39 - 168 ph. +39 0823 827817 web www.fratellidinacci.it

Pasquale Bruni. Un classico sorprendentemente moderno impegnativa esplorazione del bello

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Verdi gioielli, un trionfo di bagliori la nuova collezione all’insegna del bianco e del rosa

pag. 12

By Simon quarant’anni di storia tra tradizione e innovazione

pag. 16

de Laurentiis, l’intramontabile argento gioielli dagli insospettabili poteri

pag. 18

Total white e sgargianti cromatismi l’universo prezioso della Govoni Gioielli

pag. 20

I Gioielli del Sole, un trend di moda e raffinatezza la grande professionalità che porta al successo

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EvaNueva luminosità da indossare tramature diverse nel gioco del lusso

pag. 26

Demeglio, un personale spirito di cambiamento la pura geometria nell’alta gioielleria

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Bracciali. Tanti, tantissimi, preziosi e divertenti Il gioiello che non conosce età

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breaking news

brand

referenze fotografiche: si ringraziano tutti coloro che hanno gentilmente messo a disposizione il materiale iconografico L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate

Bello infinite variazioni sul tema Vendorafa Lombardi una evoluzione ricca di storia

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Fulvio Di Gennaro, il principe delle conchiglie Dal 1969 è il punto di riferimento dei rivenditori di cammei

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Fiorella Italia. Gioiello come gioiello deve essere possibili accostamenti apparentemente marginali

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Papito Lindo un solo nome per mille articoli Il punto di riferimento per chi crea gioielli

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Design minimale per il nuovo showroom di Windiam

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A.M. Gioielli La natura, eterna ispiratrice la tenerezza nella collezione Suri

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Ottimismo e positività I fratelli Dinacci, protagonisti di un successo sempre in crescita

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www.preziosamagazine.com bimestrale a distribuzione gratuita APRILE / MAGGIO 2009 / n. 3 Reg. Tribunale di Napoli n. 77 del 01/10/2008 iscrizione al ROC n. 17658 del 10 ottobre 2008 Golden Agency srl via Generale Orsini, 40 80132 Napoli Giovanni Micera

Astucci Palumbo: la casa dei preziosi Da quasi venti anni al servizio dei gioiellieri

pag. 54

design Codici, pensieri, desideri artisti e designer si raccontano attraverso i gioielli

pag. 55

Il linguaggio dell’arte nei gioielli con la trentesima edizione di OroArezzo ritornano gli Artisti

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gemmologia L’industria diamantifera nel mondo reazioni e turbolenze dell’economia generale

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Termodiffusione e riscaldamento due metodi a confronto per migliorare la colorazione delle gemme

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direttore@preziosamagazine.com

Maria Rosaria Petito petito@preziosamagazine.com

Martino Belmanto Elisabetta Bowinkel Marco Cantarella Mario Didone Chiara Di Martino Anna Lepre Federica Longobardi Paolo Minieri Maria Rosaria Petito Silvia Passalacqua Alberto Scarani Lucia Eleonora Venino Luigi Esposito grafici@preziosamagazine.com

Artemisia Comunicazione srl via Generale Orsini, 40 80132 Napoli telefono 081 0782962 fax 081 2471142 redazione@preziosamagazine.com

fiere L’importanza dell’oro come bene di rifugio L’impegno costruttivo e mirato del neo-presidente di OroArezzo

pag. 63

Baselworld 2009 diario di viaggio di un operatore

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Baselworld. Duemila espositori e 93mila visitatori alla fiera svizzera punto di riferimento mondiale

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A Baselworld, Platinum Guild International annuncia i vincitori del Platinum Design Awards

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orologi Patek Philippe Cronografo Calendario Annuale

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breaking news Orologi Il tempo è prezioso

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Centro Stampa Ink Print Pozzuoli (NA)

tecnico/amministrativo

Action srl c.so Umberto I, 75 80138 Napoli telefono 081 19542410 fax 081 19542404 email: info@actionnapoli.it

Commercio elettronico le regole per iniziare l’attività

pag. 76

Bilance mai dimenticare la verfica

pag. 78

Sicurezza sul lavoro: come orientarsi

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Liquidazione IVA per cassa possibile fino a 200 mila euro annui

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“Noi, Voi, L’oro®” software gestionale per dettaglianti

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responsabile commerciale: Mila Gambardella ph. +39 346 3824788 m.gambardella@actionnapoli.it

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rubrica Dai colori della Primavera alla calda atmosfera dell’estate!

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Pasquale Bruni

Collezione Sissi

Gioielli che hanno la capacità di codificare l’incanto in forme e colori


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un classico sorprendentemente moderno impegnativa esplorazione del bello di Maria Rosaria Petito

Sono lì, seducenti. Brillano sotto le luci che cadono ad arte nelle eleganti vetrine. Superano infinitamente il concetto di bello questi gioielli che possiedono una qualità rara: la classe. Inevitabilmente magnetici sembrano plasmati da mani che hanno la capacità di codificare l’incanto in forme e colori che risvegliano sopite emozioni. Quanta grazia, quanto temperamento, quanta eleganza in questi straordinari oggetti che prendono lo sguardo. Forme

morbide create da un artista che cesella sogni di oro e di pietre, trascinanti desideri di nuova freschezza scevra da ogni condizionamento formale. È una antologia assai eccentrica la creatività di Bruni. Le sue collezioni di anelli, bracciali, collane ed orecchini sono deliziosamente esuberanti: Tentazione rings e necklaces golosi pavé di diamanti e rubini, Ricami rings - diamanti schiusi come in un prato a primavera, Bon ton rings e necklaces -

Collezione Promessa d’amore

Pasquale Bruni 20121 Milano Via della Spiga, 6/a numero verde ph. 800 003 684 web www.pasqualebruni.com


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onice e giada, soavi boccioli di un prezioso bouquet, Sissi - ossidiana e ametista, superbe regine di strutture importanti, Penelope ametiste, quarzi e topazi prede di fitte evoluzioni in

fili d’oro e Promesse d’amore rings - incarnazioni del sentimento più puro suggellati da un cuore in diamante legato alla parola amore. Geometrie compositive per gioielli scultura di un classico sorprendentemente moderno, meravigliose creature emancipate nello svelamento della più sobria eleganza.

Collezione Ricami



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Verdi gioielli, un trionfo di bagliori

la nuova collezione all’insegna del bianco e del rosa di Giuliana Galasso

La Storia di Verdi Gioielli inizia nella terra aurea di Valenza trentotto anni fa e, da quel momento, tradizione e innovazione sono le linee guida che caratterizzano la produzione dei “gioielli di famiglia”. L’azienda, fondata dal Patron Giuseppe Verdi, perpetua oggi la sua opera sotto la guida del figlio Marco e di tanti collaboratori esperti, coinvolti sempre in prima persona nell’ideazione, produzione e promozione del prodotto. Il risultato è una gioielleria che non disdegna la classicità, in piena sintonia con l’evoluzione dello stile e delle ten-

denze, abilmente curata nei dettagli ed impreziosita dall’estro delle designers Giovanna Protti ed Elena Bonetti. La nuova collezione di Verdi Gioielli è un trionfo di bagliori nelle gradazioni pure del bianco e del rosa, che ha la massima espressione nei bracciali, da sempre gioiello simbolo dell’azienda stessa. Vere e proprie spire di luce, proposte nelle diverse tipologie di oro, a fare da ornamento raffinato al braccio della donna di questa primavera. La semplicità delle linee e dei colori è la stessa che si ritro-


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va negli orecchini, essenziali e raffinate gocce di pietre preziose, tentazione irresistibile per gli occhi e per le orecchie… Gioielli ricercati ed esclusivi, capaci di evocare emozioni e di unire il mondo della materia con quello dell’anima femminile.

Il 2009 è un anno importante per questa azienda, che, già forte dei successi ottenuti nell’ambito della gioielleria italiana, mira a promuovere la propria presenza nelle più importanti fiere di settore e a potenziare il proprio ruolo nel mercato internazionale.

G. Verdi & C. 15048 Valenza (AL) Via XXIX Aprile, 8 ph. +39 0131 927254 fax +39 0131 924464 web www.verdigioielli.com



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BySimon

quarant’anni di storia tra tradizione e innovazione di Silvia Passalacqua

A poco meno di due anni dal suo lancio, la formula franchising proposta da BYS BY SIMON rappresenta oggi una realtà di assoluto successo, con tredici negozi monomarca già aperti in tutto il territorio nazionale. Con un fatturato in aumento e previsioni di crescita positive, il franchising si conferma una soluzione vincente, anche nella non facile situazione che attraversa attualmente il mondo del commercio. L’opportunità di contenere il rischio, così come di programmare gli investimenti senza rinunciare ad un’ottima redditività degli stessi, grazie al riconoscimento di margini molto soddisfacenti, sono solo alcuni dei vantaggi offerti all’affiliato BY SIMON. Fin dal


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By Simon SpA 81025 Marcianise (CE) Zona Asi Sud ph. +39 0823 513830 fax +39 0823 514140 web www.bysimon.it

momento della ricerca della location ottimale, il franchisee può contare sull’assistenza dell’azienda che prevede anche la formazione del personale di vendita così come un Help desk accessibile via telefono o via Internet durante gli orari di apertura del negozio. Un sistema informatico di gestione del punto vendita dall’utilizzo facile e intuitivo (anche da casa), la garanzia dell’esclusiva di zona ed il continuo rinnovamento delle collezioni di gioielli, accessori, borse, orologi e oggetti d’arredo, secondo le ultime tendenze del mercato, rappresentano ulteriori privilegi del franchising BYS BY SIMON. Il programma di riassortimento con consegne settimanali, gestito automaticamente dal

sistema, rende possibili volumi di affari molto interessanti grazie anche ad un contratto flessibile, della durata di cinque anni eventualmente prolungabili, che comprende l’utilizzo gratuito del marchio e della copertura pubblicitaria. Il tutto con la garanzia della collaborazione con un’azienda che, con quasi 40 anni di storia alle spalle, ha dimostrato di saper coniugare tradizione e innovazione grazie alla valorizzazione di metodi di produzione artigianale e all’attenzione nella scelta di ottime materie prime come argento, bronzo e ottone, uniti ad uno sguardo globale che l’ha resa una realtà che oggi esporta i valori tipici del made in Italy in tutto il mondo.


collezione Portabene

de Laurentiis, l’intramontabile argento gioielli dagli insospettabili poteri di Maria Rosaria Petito

La de Laurentiis1987, azienda leader nel settore dell’argenteria presente al Consorzio Oromare, è distributrice esclusiva della linea Lunargenti®, una gamma di articoli originali come ABISSI, creazioni in argento massiccio che si ispirano alle fresche profondità del mare reinventando un lusso di raffinata fantasia tutto sole ed estiva spensieratezza. Deliziosi rami di corallo, stelle marine, ippocampi, sculture versatili e capricciose da esibire in ogni occasione. Gioielli dalla contagiosa vivacità, senza tempo, che esaltano la singolarità di chi le indossa. Ma Lunargenti è anche gioielli apotro-

paici, oggetti entrati nel cult del made in Italy grazie alla fantasia partenopea che fa di Napoli la patria della scaramanzia, la fucina degli scongiuri e dei rimedi contro la malasorte, perché il compito primario dell’uomo non è la ricerca del bene ma una incessante lotta al male. La superstizione ha radici remote e profondissime e, che ci si creda o no, l’importante è correre ai ripari, proteggersi dal subdolo malocchio, da quello sguardo invidioso e malvagio generatore di sciagure. Esorcizzare le paure, assoggettare il destino o, quanto meno, modificare il corso degli eventi è da sempre l’utopico desiderio dell’umanità tutta. E allora,

collezione Munaciello


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mai senza. Mai senza un Taurus, un Portabene, un Monaciello. Taurus. Il fallo taurino in argento si fa prezioso ed intrigante. È la forza nascosta, lo scudo ideale contro ogni malefico influsso, l’essenziale medicus invidiae. Un amuleto propiziatorio tra i più desiderati e più potenti che la tradizione pone al centro di quella cultura fallocentrica che con i suoi rituali si affaccia prepotentemente in tutte le epoche. Simbolo di potenza, passione e fecondità è da opporre ad ogni potenziale minaccia, con classe ed eleganza. Portabene. Liberamente riprodotti sugli originali “cimaruta”, amuleti del tardo ‘900 utilizzati contro il malocchio, sono gingilli propiziatori che racchiudono quanto la tradizione e l’immaginazione hanno assurto a paladini della nostra esistenza. Esemplari singolari e pregiati che intrappolano nella nobiltà dell’argento infinite allegorie che spaziano dalle credenze orientali alle nostrane partenopee, come il Divinatore della luna crescente che, sorreggendo l’astro d’argento per bilanciarne i capricci, favorisce nuovi amori e nuove imprese. Il Cerchio della fortuna, in argento fuso ritorto, è custode del bene al cui interno una allegoria, complessa e multipla, del ciclo vitale contrasta i tranelli che insidiano l’esistenza umana a salvaguardia delle energie positive. Simbolo di unione

collezione Abissi

e di prosperità, questo prezioso portafortuna è un tenace difensore della nostra serenità. La Sfera incantata. Chiavi, uccelli, lune crescenti, cuori e pesci avviluppati in rami di ruta, la pianta medicinale dai poteri magici. Unico e bizzarro nel suo genere, la sfera incantata, di fattura squisita e ricercata è un gioiello artigianale di stile naif, di buona sorte che, oggi come allora, si è soliti donare alle gestanti per difendere la donna nel periodo di maggiore fragilità. Sono tutti catalizzatori di energie positive capaci di annientare le influenze maligne, inseparabili compagni d’avventura come pure il Monaciello. Una strana mescolanza di bene e di male, di cattiveria e di bontà, un esserino dispettoso, furbo e curioso, spirito vecchio-bambino amato e temuto dai napoletani. A questa nottambula domestica creatura, protagonista indiscussa della tradizione partenopea basta, però, manifestare devozione e affetto perché la sua generosità non conosca limiti; un naturale scambio di benevolenza che porterà a chi la incontra ‘na bona furtuna! Tutti i gioielli sono realizzati in argento massiccio secondo le antiche tecniche tradizionali e rifiniti rigorosamente a mano.

collezione Taurus

de Laurentiis 1897 81025 Marcianise (CE) Centro Oromare S.P. 22, km 1,750 ph. +39 0823 1642777 fax +39 0823 1642778 web www.delaurentiis.eu


Total white e sgargianti cromatismi 20

l’universo prezioso della Govoni Gioielli di Federica Longonbardi


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Confonde l’immensità di colori, di forme e di volumi cui la Govoni dà vita. Ogni gioiello un carattere, una personalità che segue altera il suo cammino imprimendo indelebili tracce del suo passaggio. Romantici, futuristici, austeri, delicati, geometrici, solari, sensuali: meravigliosa eleganza oltre l’immaginabile, per ogni donna, per ogni desiderio, per ogni occasione. Intimorisce la purezza delle pietre, la grandiosità delle linee, l’originalità sfrenata che scombina le righe dell’usuale.

Quattro collezioni in oro bianco, giallo e rosa, quattro diversi universi distanti ma accomunati dalla raffinatezza. Perle e diamanti, echi sospesi di carillon che si diffondono nella nobiltà di luminose nuances, insolite e delicatissime. Diamanti, alteri sovrani che sanno stare al gioco in preziosi pavé, total white, dalle forme sinuose. Zaffiri, rubini, smeraldi, gocce preziose che coesistono con i più aristocratici diamanti per svelare riflessi ineguagliabili. Pietre naturali e diamanti, eclettica


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classicità di un barocco postmoderno, fresco e brioso nei tagli e nei contrasti. C’è femminilità e mistero in questi gioielli, infinite combinazioni di

raffinata eleganza e di altissima qualità. Mille possibili espressioni stilistiche di materie indomabili che si fanno cera da plasmare tra le mani degli artisti designers che da circa un trentennio creano rarità per la Govoni Gioielli, un’azienda sempre al vertice del settore.

Govoni Gioielli 44042 Cento (FE) Via Cavalieri, 13 ph. +39 051 903475 fax +39 051 903041 web www.govonigioielli.it

D


Perle coltivate... eleganti, femminili e giovanili

D’Elia sono la scelta per uno stile di vita di una donna

Una splendida collana di perle coltivate, elegante e versatile, puo’ accompagnare una donna in ogni momento della vita...

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I Gioielli del Sole, un trend di moda e raffinatezza la grande professionalità che porta al successo di Martino Belmanto

Collezione Trilogy

I Gioielli del Sole, nato nel 1997, è un marchio italiano riconosciuto per qualità e creatività anche all’estero. Presenti già al centro orafo Il Tarì e ad Oromare con showroom per gli operatori del settore, ha di recente inaugurato al Centro Campania un punto vendita al pubblico, il Trilogy (altre aperture sono previste in altri centri commerciali), comprovando una continua espansione a conferma di quanto, anche in questo periodo buio per l’intera economia mondiale, si possa remare controcorrente, come pochissimi altri possono concedersi. Saranno la comprovata esperienza, l’ar-

tigianalità, la passione o il mix di queste non comuni doti sempre presenti dagli esordi, fatto è che I Gioielli del Sole pensa ad un futuro sempre più roseo e carico di aspettative, progettando linee nuove di sicuro successo, come le altre che le hanno precedute. E Trilogy ne è un esempio. Omonima dell’ultimo esercizio commerciale, lancia il dernier cri della gioielleria, anticipa le nuovissime tendenze facendo suo il fashion più desiderabile. Eclisse, invece, ha un design contemporaneo, decisamente giovane, con tratti geometrici che traspirano comunque l’irrinunciabile femminilità, propria della filosofia aziendale. Gaetano Cardola,

I Gioielli del Sole 81025 Marcianise (CE) Zona Asi Sud ph. +39 0823 513244 fax +39 0823 514888 web www.igioiellidelsole.com


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Collezione Eclisse

l’artefice di questo meraviglioso universo, continua ad esprimere l’eccellenza orafa con un innato senso dell’eleganza attraverso la purezza del metallo più nobile che si accosta al candore delle perle, ai colori delle pietre preziose e purissime dai

tagli inconsueti, alle trasparenze incontaminate. C’è tradizione e innovazione ma soprattutto classe, quella che fa muovere ogni suo gioiello in un perimetro di perfezione e singolarità perché sono luminose creazioni vistosamente pregiate, sem-

pre diverse, sempre importanti, colorate e sorprendentemente abbaglianti, da indossare con disinvoltura; un trend di moda e raffinatezza difficile da eguagliare. Ogni gioiello è una bella storia da ascoltare, un lusso da pretendere.


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EvaNueva luminosità da indossare tramature diverse nel gioco del lusso

di Martino Belmanto

Gioielli che stupiscono per le calde nuances, giochi di composizioni dove le pietre pregiate, ammantate di trasparenze, come grani di sabbia spinti dalla marea vanno a posarsi in sorprendenti accostamenti cromatici. Quando poi cadono lente su candide perle, si fanno orecchini e pendenti fieri del loro essere ornamento. Linee classiche e pulite, contrasti dilatati dalla luminosità si integrano nei sonanti volumi di collane e bracciali. È pura mescolanza di

preziosità, lucente accrochage che nella purezza rigenera antiche materie facendole vivaci e nuove. Frizzanti classicità che scaldano il cuore e risvegliano i sensi, ricchissime per forme e materiali; gioielli semplicemente irripetibili. Tramature diverse entrano prepotentemente nel gioco del lusso per questi gioielli che si spogliano di ogni retorica per vestire il linguaggio dell’eccellenza. Qui il colore ha una importanza comu-


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Evanueva 80059 Torre del Greco (NA) Via Misericordia, 20 ph. +39 081 8491349 fax +39 081 8491637 web www.evanueva.it mail: info@evanueva.it

le pietre pregiate ammantate di trasparenze, come grani di sabbia spinti dalla marea, vanno a posarsi in sorprendenti accostamenti cromatici nicativa che nelle possibili ripetizioni si fa musicalità visiva, tintinnio cristallino, potenza di luce. Splendidi esemplari, sofisticati ed indomabili, equilibrata scorrevolezza che esprime le strabilianti tonalità dell’universo. Nella Heart collection, poi, la trentennale esperienza dell’azienda sprigiona tutta la sua maestria attraverso un cuore che sa parlare d’amore, di tenerezza, di spontaneità. Uno stato d’animo da indossare.


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Demeglio

un personale spirito di cambiamento la pura geometria nell’alta gioielleria Alta ingegneria e tecnologie d’avanguardia, due universi che trovano consonanza nelle creazioni Demeglio, dal 1922 un’azienda intenta a raggiungere una più sensibile evoluzione estetica attraverso un personale spirito

Collezione Jolly

di cambiamento che rende omaggio alla creatività. I suoi gioielli si fanno materia viva, capace di movimento continuo, inarre-

stabile, slegati dagli stereotipi della conformità. Contorsionismi preziosi ed eccentri-


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Collezione Giotto

ci, pura geometria del movimento che accompagna la flessibilità del corpo. Fluidità colma d’inventiva attraversa le linee Anaconda, Jolly, Giotto, Gioconda estremamente eleganti declinate in forme sinuose per un singolare mimetismo reptilis. Le forme si attorcigliano, si tendono, si flettono tra audaci contrasti di colori, pietre preziose e oro con una singolare morbidezza che si ripropone attraverso lo snodo di piccoli pavé di diamanti alternati a zaffiri, o di minute

bague intersecate da zaffiri, corallo o turchese. Nature diverse accomunate da un dinamismo infrequente nel mondo della gioielleria che si traduce in bracciali e anelli dall’allure futurista. Opere cedevoli, duttili, elastiche che la Demeglio disegna e produce sia per importanti firme del settore sia per il suo show-room torinese. Sono eccellenze per chi sa apprezzare la diversità. (M.B.)

Collezione Anaconda

Roberto Demeglio srl 10123 Torino (TO) Via Fratelli Calandra, 18 ph. +39 011 8121222 fax +39 011 8124091 web www.robertodemeglio.it



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Luca Carati oro rosa con diamanti bianchi www.lucacarati.it

bracciali

tanti, tantissimi, preziosi e divertenti Il gioiello che non conosce etĂ di Federica Longobardi

Rovian gioielli by MondialCoral collezione Gea oro bianco e rosa, corallo mediterraneo e diamanti www.mondialcoral.it

Roberto Coin Collezione Me stesso oro giallo e bianco con diamanti bianchi www.robertocoin.com


Lunargenti Collezione Abissi argento e seta www.lunargenti.it

Fuococapri Collezione Strong www.fuococapri.com

Zantomio Collezione Fantasia www.zantomio.com

La sacralità, la ricchezza, la magia, il potere, la bellezza. Sono tante e di più le ragioni che hanno spinto l’uomo ad ornarsi. Ragioni che hanno superato secoli e mode per giungere a noi tuttora persuasive e indubitabili. Monili come simboli, come linguaggi segnici inequivocabili di uno status symbol, di un rango o più semplicemente pregiati ornamenti. Oggetti esclusivi riservati

ad una ristretta élite, prima, irrinunciabili capricci per tantissimi, oggi. Come il bracciale, il leit motiv di ogni occasione. Circondato da un mondo di idee immensamente ricco e vivace, questo gioiello non conosce età, è il dono perfetto per infinite ricorrenze, ogni occasione è giusta per regalarlo e per indossarlo. Snodato, rigido, a catena, di legno, osso o pietra, etnico, in argento, oro, o platino,

Stile d’oro oro bianco, diamanti e smeraldo www.stiledoro.com

Antonini Gioielli Collezione Barcellona New Mood oro rosa, bianco e diamanti www.antonini.it Boccadamo www.boccadamo.com

inciso, incastonato, singolo o tanti e tanti sovrapposti, a spirale, morbido, preziosissimo, alla schiava al di sopra del gomito, complesso o semplice portafortuna come i cordoncini brasiliani multicromatici. Basta un gesto, un saluto o un più galante baciamano per metterlo in mostra con disinvolto charm. Scomparso nel medioevo si è imposto nuovamente nel ’700 con il boite à por-


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Sodini bijoux www.sodinibijoux

Vendorafa Collezione “Geometrica” oro giallo 18 kt. martellato e lucidoa www.vendorafa.it

trait, un nastro di velluto con cammeo in centro. Capelli intrecciati a sottilissimi fili d’oro erano le promesse d’amore nell’epoca Vittoriana, superate poi dai più divertenti charms, i piccoli ciondoli scaramantici di mille forme e colori, oggi nuovamente di gran moda, da appendere numerosissimi al braccialetto a maglie. Oggi osare è la parola d’ordine. Le epoche si sovrappongono, le mode si confondo-

no, tutto è bello, tutto è folle, il fashion è stravagante. Dal classico all’etnico sono i dettagli a fare la differenza. Si chiude con una vite il Leve di Cartier, il Bangle 46664-466 della Montblanc porta incisi i numeri di cella e l’anno in cui Mandela fu imprigionato, un treno di D sono gli anelli del Damianissima, resta intramontabile il Tennis costellato di diamanti, il Tiffany si diverte con i numeri romani,

essenziale e prezioso il Chiodo di Gucci... Le proposte si avvicendano infinite e meravigliose, per tutti i gusti e di valori diversi, chic o effervescenti, con diamanti o strass, in oro o acciaio, con pietre preziose o sintetiche per brillare in inverno quando fa capolino dal polsino del pull, ma soprattutto in estate quando le braccia tendono a scoprirsi, indifferentemente per uomini e donne.

Amlé www.amle.it

Alessandra Libonati Jewels Stromboli: argento massiccio e bronzo martellato www.libonatijewels.it

Raima Collezione pietre dure www.raima.it



35 Bello infinite variazioni sul tema

Vendorafa Lombardi una evoluzione ricca di storia di Maria Rosaria Petito

Collezione “Dune� bracciale rigido in oro giallo 18 kt. martellato con diamanti Linee ondulate e creste lucide richiamano le dune del deserto.


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Vendorafa Lombardi srl 15048 Valenza (AL) Via XX Settembre, 67 ph. +39 0131 941102 fax +39 0131 942393 web www.vendorafa.it

Collezione “Cerchi d’acqua” spilla in oro giallo 18 kt. lucido con diamanti Cerchi concentrici di oro lucido e diamanti si alternano in un movimento dinamico ed infinito dove sembra non esserci un inizio né una fine.

Naturalmente ed innegabilmente belli. I gioielli Vendorafa Lombardi sono prospettive architettoniche essenziali, pulite, dai volumi corposi dove la materia trova impiego con generosità. Ogni creazione è il frutto di una ricerca progettuale che si spinge oltre per approdare in forme importanti e superbe, perfettamente adatte a segnare i canoni di una nuova estetica, di una nuova possibile espressività. È una scrittura in una lingua ignota spontaneamente sonora ed armoniosa. Qui la sperimentazione stilistica è audace, è una eleganza tangibile, ricca ed impetuosa, che si manifesta attraverso

Collezione “Eclissi” anello e orecchini in oro rosso 18 kt. martellato e diamanti brown su oro bianco 18 kt. lucido La linea Eclissi richiama la forma circolare del Sole e si sviluppa attraverso l’uso e la sovrapposizione di moduli concavi. I gioielli che ne nascono evidenziano una composizione equilibrata ed armonica dell’oro sapientemente lavorato a mano con la tecnica della martellatura e di parti incassate alla francese.

configurazioni straordinarie che avanzano vittoriose contro l’imperversante uniformità. C’è dinamismo nelle spirali ingemmate di diamanti, c’è movimento negli snodi delle geometriche maglie, c’è agitazione nelle spire dei lunghi satoires, c’è forza nei bracciali severi eppure tanto femminili. Lucido, sabbiato o martellato; giallo, rosa o bianco che sia, qui l’oro si ammanta di altro valore, di altro splendore, di antichi saperi e di idee innovative. Arte e design dal 1951 si incontrano e sovrappongono nell’eccellenza, comune denominatore delle cinque collezioni Geometrica, Dune, Cerchi d’acqua, Eclissi e Twist.


Collezione “Cerchi d’acqua” bracciale in oro rosso 18 kt. sabbiato e lucido con diamanti brown Cerchi concentrici di oro sabbiato e lucido e diamanti brown si alternano in un movimento dinamico ed infinito dove sembra non esserci un inizio né una fine.



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Fulvio Di Gennaro, il principe delle conchiglie Dal 1969 è il punto di riferimento dei rivenditori di cammei di Roberto Esse

La voce del mare, le urla di Nettuno, le lusinghe di Venere: quante cose si possono ascoltare portando all’orecchio una conchiglia. Sicuramente il grande amore verso questa meraviglia del mare ispirò Fulvio Di Gennaro quando, poco più che trentenne, nel 1969 decise di fondare la sua ditta, da quaranta anni specializzata nell’importazione delle conchiglie per la realizzazione dei cammei che rendono Torre del Greco famosa in tutto il mondo. L’idea è subito chiara: realizzare prodotti in supporto delle aziende che poi si occupano di rivenderli agli utenti finali. La ditta Di Gennaro scala presto le classifiche e in soli quattro anni diventa fra i più grandi importatori della “Cassis

Rufa”, un tipo di conchiglia che arriva dall’Africa e permette di realizzare i cammei. Un vero e proprio punto di riferimento delle più grandi aziende torresi per l’approvvigionamento delle conchiglie da incisione. Da sempre selezionate al meglio per fornire un prodotto grezzo ottimale. “Abbiamo cominciato rifornendo questo prodotto agli altri produttori spiega Sergio Di Gennaro, uno dei figli di Fulvio - poi abbiamo pensato di andare oltre incrementando la tipologia dei prodotti offerti e restando nella distribuzione”. Dopo l’irruzione sul mercato la ditta Di Gennaro è cresciuta passo dopo passo. Intorno alla metà degli anni ’70 è

Una grande voglia di guardare avanti senza perdere di vista quello che succede nel mondo: “Abbiamo una grande voglia di proseguire nel solco della nostra tradizione”

Fulvio Di Gennaro S.n.c. 80059 Torre Del Greco (NA) Via Cefalonia, 8 - P.O. BOX 91 ph. +39 081 8812657 fax +39 081 8491679


nato il laboratorio per la lavorazione del corallo: “Da lì ci siamo specializzati diventando un supporto per gli attuali clienti. Restiamo nell’ambito del semilavorato o finito da montare, quello che verrà montato dai grossisti con le varie leghe sia d’oro che argento, sia nelle misure standard che su misura”. I prodotti offerti dalla ditta Di Gennaro hanno varcato i confini italiani ma lo spirito è rimasto sempre quello dell’azienda a conduzione familiare: “Siamo in quattro che portiamo avanti la nostra azienda dal 1991. Oggi lavoriamo molto sia in import che in export sui mercati statunitensi e asiatici. Inoltre importiamo perle australiane di fascia medio-alta. Da qualche anno abbiamo rivolto la nostra attenzione ad un prodotto in argento e corallo

o con l’aggiunta di ebano, il tutto ovviamente è sempre rivolto ai grossisti”. Una grande voglia di guardare avanti senza perdere di vista quello che succede nel mondo: “Abbiamo una grande voglia di proseguire nel solco della nostra tradizione. La grande crisi non ci scoraggia anche se anche il nostro settore ne risente. Chi ha la possibilità di offrire più prodotti è avvantaggiato rispetto a quelli che ne lavorano uno soltanto. Noi rientriamo in questa ultima categoria e fortunatamente bilanciamo le carenze. Ma come tutti abbiamo subito un calo dell’attività lavorativa”. Il futuro del settore non è roseo: “Adesso esistono strutture scolastiche per formare i ragazzi e avviarli verso questo lavoro, il problema però è che non c’è la possibilità da parte delle aziende di assorbire i ragazzi che

si sono formati. In questo senso c’è una regressione a scapito di quella che da sempre è stata una tradizione a sostegno di una delle attività del nostro luogo d’origine”. Anche i grandi consorzi non allettano la ditta: “C’è stato proposto di entrare sia in Oromare che in altri consorzi. Ma in questo momento sono strutture non ancora adatte a noi. Essendo un’azienda familiare legata a doppio filo con il territorio, dislocarla vuol dire togliere le radici e anche tanti vecchi clienti. Per questo sono contrario al trasferimento, perché è economia che si toglie alla città di origine”. Lasciato alle spalle l’anno nero, l’obiettivo finale del 2009: “Mantenere le quote di mercato in una situazione poco felice e cercare di spingere per acquisire nuova clientela, manchiamo un po’ nel centro Italia”.


I Gioielli del Sole srl 81025 Marcianise (Ce) Centro Orafo “Il Tarì” showroom 226, 228 tel. +39 0823 513244 fax +39 0823 514888

Produzione e commercializzazione gioielleria e pietre preziose

www.igioiellidelsole.com


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Gioiello come gioiello deve essere possibili accostamenti apparentemente marginali Oro e pietre semipreziose si combinano senza remore a materie inusuali invertendo il prevedibile valore delle cose. Possibili accostamenti apparentemente marginali che sanno, invece, rendere il gioiello espressivo più delle parole. Sembra toccata dal divino la mano che sa tradurre questi elementi in meraviglia dove nuove bellezze affiorano in un perpetuo svelarsi. Gioiello come gioiello deve essere, dunque, incantevole, esclusivo e fascinoso; raffinate performance d’artista che sanno andare oltre la barriera dei clichè, che toccano note altissime.

La Fiorella Gioielli, che ha fatto della profumatissima pomelia, fiore simbolo della città di Palermo, il suo logo, è un’azienda che sa guardare oltre, che sa creare forme in continua evoluzione. C’è la forza infinita della fantasia che entra prepotentemente nelle sue due collezioni, nelle sue due diverse espressioni di una stessa eleganza, sia essa vistosa o più delicatamente semplice. Four seasons. Pietre macro e micro, tanto colore e forme fantasiose per questa labirintica protagonista del mistero tutto mediterraneo, dallo spirito anticon-

Fiorella Italia srl 90133 Palermo Via Roma, 325 ph. +39 338 8624990 fax +39 091 6111638 web www.fiorellagioielli.it


formista che snatura la madreperla, la pietra lavica, il cammeo, il visone e, perchÊ no, il pitone per conferirgli una nuova identificabile fisionomia. Glamour. Lo stile piÚ classico piacevolmente insidiato da inserti che lasciano spazio a differenti interpretazioni, come il lucentissimo onice nero che sposa il corallo grezzo in accostamenti pregiati, a volte imprevedibili a volte cadenzati da un ordine piÚ rigoroso. Pensare ad un gioiello importante, per la donna intraprendente che vuole esprimere le mille sfaccettature del suo carattere, adesso è possibile. (MRP)


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PAPITO LINDO

un solo nome per mille articoli Il punto di riferimento per chi crea gioielli

Papito Lindo 73011 Alezio (LE) Via M. Albina , 23 ph. +39 0833 282455 web www.papitolindo.it


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In oltre quindici anni di attività, la Papito Lindo ha saputo conquistare una posizione privilegiata nell’importazione diretta di ambra baltica e di pietre preziose, semipreziose e dure da tutto il mondo seguendo con attenzione le tendenze del mercato. La successiva collaborazione con fabbriche italiane di gioielli, catename e semilavorati in argento le ha consentito di soddisfare le richieste di una già fidelizzata fascia di mercato, oggi sempre più esigente e selezionata, di negozianti e grossisti di ogni livello in cerca di gioielli, lavorati e semilavorati in argento, oggettistica in

pietra naturale, fili in pietre dure e da incastonare, corallo italiano e pasta di turchese quattro fiori. Esperienza, passione e professionalità sono gli elementi fondanti di questo successo in continua espansione, successo supportato anche dalla sincera collaborazione di un eccellente team, arricchito di recente dall’ausilio di una storica d’arte e di professionisti del montaggio di gioielli che ha portato alla realizzazione di una propria linea astucciata il cui successo svetta veloce senza timore di arrestarsi.

La natura si trasforma con arte alla Papito Lindo perché nei suoi prodotti la rifinitura è perfetta. Argento, pietre naturali preziose e dure, perle, cristallo di rocca, oro, agata bianca, acquamarina, ambra baltica, onice... tutto è in primo piano, tutti primi attori di una brillante piece dove i colori, le forme e la lavorazione sono eccellenti perché da sempre la Papito Lindo esercita una attenta selezione secondo i più alti standard di controllo qualità per i migliaia di prodotti dalle infinite personalizzazioni ed investe nelle più sofisticate tecnologie. (MB)


esclusivisti per l’Italia di diamanti taglio russo

Windiam Italia: Centro Orafo “Il Tarì” mod. 156 Zona Asi Sud - 81025 Marcianise (CE) Tel. +39 0823513845 tel./fax +39 0823513151 cristiano@windiam.net www.windiam.net Kristall Production Corporation 2 Shkadow Street - 214031 Smolensk Russian Federation tel- (7-4812) 61-1331 fax (7-4812) 61-0087 info@kristallsmolensk.com

Uffici nel mondo: Thailandia, Sud Africa, Anversa, Hong Kong, Londra, Bangkok, Russia, Congo Fiere: Il Tarì in mostra, Hong Kong International Jewellery Show, Londra, Inhorgenta


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Design minimale

per il nuovo showroom di Windiam di Chiara Di Martino

È il bianco che domina, nel nuovo showroom Windiam al Tarì di Marcianise. Dominano il bianco e la trasparenza; solo ogni tanto un tocco di rosso qua e là. È il nuovo spazio tutto italiano del Gruppo che ha fatto della lavorazione e vendita dei diamanti una scommessa, e l’ha vinta. È all’insegna del design minimale e moderno il nuovo spazio espositivo del gruppo esclusivista Windiam per l’Italia, inaugurato da poco al modulo 156 all’interno del Consorzio guidato da Gianni Carità: simbolo della semplicità che è sinonimo di eleganza, che poi è ciò che i diamanti rappresentano. Unico vezzo, i dipinti personalizzati alle pareti, che reinterpretano icone moderne accostandole alle pietre preziose più amate dalle donne. Cristiano e Barbara Oppo, insieme al loro gruppo di lavoro, guardano con soddisfazione al futuro, dopo questo ulteriore passo compiuto per rafforzare il marchio Windiam: 155 metri quadrati

in uno stile essenziale che rispecchia la trasparenza della filosofia e dei prodotti della società con sede principale in Belgio ed uffici in sette paesi del mondo. La novità 2009 è la cura di nuovi contatti con i negozianti di tutta l’Italia: e non è una risposta alla crisi, precisa Cristiano Oppo, perché la recessione non li ha investiti come invece è accaduto a molti. «Bisogna avere la forza di aspettare», aggiunge, «perché questi periodi di difficoltà diffusa hanno un risvolto positivo, che è la selezione che impongono, sia tra gli operatori sia tra i clienti. La qualità, in tempi di crisi, serve a restare in piedi. E noi siamo fiduciosi». Hanno cominciato dieci anni fa, con un unico ambiente al piano terra del Tarì, che pure ha portato fortuna. «Anche il piccolo è servito: è grazie ai passi graduali che siamo arrivati fin qui», affermano i fratelli Oppo, e “qui” è l’elegante e spazioso showroom di Windiam Italia.

Windiam Italia 81025 Marcianise (CE) Centro Orafo “Il Tarì” mod. 156 ph. +39 0823513845 fax +39 0823513151 web www.windiam.net


La natura, eterna ispiratrice la tenerezza nella collezione Suri Piccolo, agile, sguardo acuto, guardiano attento a difesa del gruppo. È il Suricato, e la sua, adesso, è tutta un’altra storia. Questo tenero mammifero africano ha attraversato terre e mari per giungere nel mondo del lusso in esclusiva per la Nami gioielli, che lo ha scelto per la sua straordinaria collezione SURI in cui si incontrano con squisita armonia delicatezza e unicità, per questa metafora del legame, quello forte ed incondizionato. Sono gioielli artigianali che mani esperte plasmano non eludendo alcuna fase di lavorazione, dalla forgiatura alla finitura piegando, lucidando, incastonando avvalendosi di quelle antiche tecniche tanto complesse nella loro semplicità.

Sono gioie che raggiungono il cuore per la grande sensibilità stilistica che li identifica. Delicati e preziosi sempre nelle svariate versioni: pendenti, singoli, in coppia, acciambellati al dito o dritti ed affusolati, in cerchio o come girotondo che fascia il collo. Tante idee diverse per la donna che ama piacere con classe, ed un pizzico di brio. E non solo. I vivaci gemelli accompagnano con stile l’abbigliamento casual quanto quello classico dell’uomo contemporaneo. La natura si fa ispiratrice senza precedenti in questi gioielli davvero divertenti e raffinati. Orecchini, anelli, gemelli, bracciali e ciondoli, tutti in argento, oro e brillanti. (FL)


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A.M. Gioielli srl 80122 Napoli Viale Gramsci, 17/b ph. +39 393 2451315 web www.namigioielli.it


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Ottimismo e positività I fratelli Dinacci, protagonisti di un successo sempre in crescita di Chiara Di Martino

La crisi c’è, ma dai fratelli Dinacci non si avverte. File agli stand nelle fiere, folla nei moduli 38, 39 e 168 del Tarì dove, oltre agli uffici di vendita ai clienti, dispongono di laboratori specializzati unici nel loro genere e, da un mese, anche una splendida sala riunioni attrezzata con ogni comfort. Flavio e Tiziana Dinacci, fratelli che, alla terza generazio-

ne, portano avanti un marchio conosciuto in Italia, in Europa e negli Stati Uniti, sono un punto di riferimento per montature e semilavorati ma anche per saggi di metalli preziosi e recupero residui. La famiglia Dinacci è partita proprio così: con i saggi dei metalli agli inizi del ’900. Giovanni Dinacci, fondatore dell’azienda, si distinse per serietà e trasparenza e


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I fratelli Flavio e Tiziana Dinacci e lo staff, con Maria Mazza testimonial della prima edizione del concorso

Si rinnova per il secondo anno il concorso che mette in palio 10 lingotti d’oro 18 kt da 200 grammi

gradualmente, a partire dagli anni ’30, allargò la propria attività a tutti gli altri settori per cui oggi il suo nome è conosciuto in tutto il mondo. Ma le attività dei fratelli Dinacci non si fermano al mondo del gioiello: Tiziana e Flavio testimoniano il successo del loro spirito sponsorizzando numerose iniziative nel sociale, come il costante sostegno


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all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli e la pubblicazione del libro “Smile for Africa” che ha come obiettivo la raccolta fondi a favore dell’associazione Unafrica. Ottimismo e positività per uno staff di 15 persone affiatate che, quest’anno, ha deciso di ripetere per la seconda volta il concorso a premi destinato ai loro migliori clienti: in palio 10

Fratelli Dinacci 80133 Napoli (NA) Via Grande Orefici, 7 ph. +39 081 5537024 81025 Marcianise (CE) Centro Orafo “Il Tarì” mod. 38, 39 - 168 ph. +39 0823 827817 web www.fratellidinacci.it

lingotti d’oro 18 kt da 200 grammi. Per partecipare occorre acquistare, nel corso del 2009, prodotti e servizi per un valore imponibile minimo di 5mila euro (per ogni totale di spesa pari a tale cifra corrisponde l’assegnazione di un tagliando, che potrà essere estratto a sorte durante una serata di gala). C’è tempo fino al 31 dicembre, quindi, per avere la possibilità di aggiudicarsi uno dei premi. L’iniziativa portata avanti da Tiziana e Flavio Dinacci vuole essere un segno, come a dire che chi lavora bene dalla crisi uscirà ancora più forte.


www.papitolindo.it

Papito Lindo un solo nome per mille articoli

via M. Albina, 23 73011 Alezio (LE) tel./fax 0833282455


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Astucci Palumbo: la casa dei preziosi Da venti anni al servizio dei gioiellieri di Roberto Esse

Da sempre i tesori più ricchi sono racchiusi nei forzieri più belli. Ecco perché il fascino degli astucci dei gioielli è rimasto immutato. Scrigni, sacchetti, scatoline, nastri, tutto contribuisce a rendere più emozionanti gli interminabili secondi che passano in attesa di svelare il contenuto. Seguendo questa grande passione Francesca e Giuseppe Palumbo hanno dato vita, nel 1991, alla loro ditta, oggi ammirata e ricercata dalla Sicilia al nord. È Alessio, figlio della coppia nonché direttore delle vendite, a raccontare i piccoli segreti dell’azienda. “Siamo quasi tutti dello stesso nucleo familiare, anche se ci avvaliamo di altri collaboratori. Io e mia moglie abbiamo affiancato i miei genitori, fondatori della ditta. Adesso siamo una decina, prova palese dei passi compiuti”. Dalle produzioni artigianali la gamma è stata poi ampliata a favore di una commercializzazione più massiccia. “I nostri clienti sono per lo più gioiellieri e dettaglianti. Anche nel nostro settore, come nel resto del mondo, c’è un po’ di crisi. I periodi di punta sono da settembre a dicembre e da aprile a giugno; da inizio

anno a marzo si lavora di meno”. Per la vendita la tradizione è vincente: “Per divulgare i nostri prodotti produciamo un catalogo in 25 mila copie inviato in tutta Italia. Siamo presenti anche alle fiere Oro Capital a Roma e Sicilia Oro a Taormina, dove abbiamo una rete di rappresentanti che gira per l’isola. Siamo presenti anche su internet, ma online non c’è molta richiesta, perché sono poche le gioiellerie che hanno il computer in negozio”. Uno sguardo ai prodotti: “Ci sono astucci fatti in cartone e rivestiti in carta, ad esempio telata o pelle per affinare il prodotto. Alcuni sono in plastica rivestiti in similpelle o finta alcantara. Non mancano gli astucci in legno per oggetti più importanti. Ci sono anche tutti i tipi di espositori da vetrina”. Dall’astuccio, ai nastri e alle coccarde per infiocchettare il regalo tutto è presente all’astuccificio Palumbo, l’azienda che da quasi vent’anni raccoglie stima e fiducia di venditori e clienti in tutta Italia. Prima di riprendere il lavoro Alessio Palumbo spiega il prodotto vincente del 2009: “Il periodo è buono per gli astucci in

cartoncino, di tipo economico. Molti di questi prodotti li lavoriamo dopo averli importati dalla Cina. Ma non ci dispiace idearne di nuovi, cuciti su misura per le esigenze dei nostri clienti. È sempre difficile abbinare i colori giusti e lo diventa ancor di più quando si deve creare qualcosa degno del valore dei gioielli che racchiude. Chiediamo sempre a tutto lo staff un’opinione. Le soluzioni più belle molto spesso sono quelle trovate insieme”.

Astuccificio Palumbo 95126 Catania Viale delle Olimpiadi, 22 ph. +39 095 492724 fax +39 095 7128069 web www.palumbog.com


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Codici, pensieri, desideri artisti e designer si raccontano attraverso i gioielli di Lucia Eleonora Venino

Parlare di gioielli non preziosi su una rivista che è preziosa anche nel titolo può sembrare un controsenso, eppure accanto al gioiello realizzato secondo canoni estetici e ricerche stilistiche improntate sul modo comune di vedere l’ornamento, c’è un gioiello che nasce da esplorazioni volte alla ricerca di nuovi linguaggi, in cui si rifiuta l’idea tradizionale di preziosità. Artisti e designer creano ornamenti che rappresentano codici e desideri estetici contemporanei, lontani dal senso caratteristico del gioiello. Ognuno interpreta il tema del gioiello in modo strettamente personale. Chi porta il metallo alla metamorfosi, chi assaggia materiali inediti, chi si apre alla sperimentazione formale, chi riscopre i costumi del passato, chi immagina mondi nuovi.

La materia diventa lo spunto per sperimentare e introdurre nuovi punti di vista, assecondandone la natura e seguendola nelle sue metamorfosi trovando la bellezza anche in materiali poveri o comuni. È il caso di Alessia Semeraro, che riporta il legno alla sua forma più bru-

tale, o di Christine J. Brandt, che ne segue le venature per dar vita ad anelli sinuosi in cui grappoli di pietre sembrano escrescenze naturali. Per Peter Skubic, Gijs Bakker e Emmy Van Leersum, acciaio o alluminio sono l’espressione che nega l’idea di esclusività costosa del gioiello prezioso e la sua funzione di testimone dello status sociale. La plastica esercita un fascino magnetico

su Peter Chang, che dai primi anni ’80 fonde l’estrema duttilità, la resistenza, la leggerezza con uno spirito surreale ed ironico che dà origine ad un avvicendarsi di forme e colori ispirato alla natura. Secondo Alba Cappellieri, professore associato di Design del Gioiello presso il Politecnico di Milano, “Si tratta di sperimentazioni concettuali che insistono sull’adozione di materie e tecniche nuove per conoscere e introdurre varianti d’uso e di consumo del gioiello”. Ferro, acciaio, plastica, smalti, silicone, vetro, tessuti, sassi, legno, “object trouvé” sono gli strumenti con cui vengono trasmessi messaggi attraverso molteplici codici comunicativi. Oggetti che possono stupire, incuriosire, affascinare, che esprimono un sentire personale, legato alla visione del mondo di chi li crea. Sono creazioni uniche che attirano l’attenzione dei collezionisti più che il grande pubblico, al quale nella maggior parte dei casi passano inosservati.


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Il linguaggio dell’arte nei gioielli

con la trentesima edizione di OroArezzo ritornano gli Artisti di Maria Rosaria Petito

Il creatore altera la natura delle cose servendosi liberamente della materia, la plasma, la rimodella, la svuota, la sovrappone conferendole un valore ancora ignoto al visitatore Bisogna percorrere in lungo e in largo i circa 17000 metri quadrati del Centro Congressi, farsi spazio tra gli 8000 e più visitatori, lasciarsi incantare dalle vetrine dei 600 espositori illuminate da una infinità di luci e superare -come Ulisse il canto delle sirene-, i numerosi idiomi in questa moderna torre di Babele prima di giungere in un angolo di ben altro impatto. Dove la riflessione sorge spontanea. Ti lasci alle spalle collier da favola, pietre preziose inestimabili per ammirare il gioiello secondo una diversa concezione, dove sempre nuovi elementi, preziosi o effimeri che siano, incantano al di là del valore intrinseco, come i ritagli di carta dai disegni infantili che fanno da charms all’insolito girocollo di Moschino per la Miriam

Preziosi. È qui la frangia più vivace della mostra, a cavallo tra il Padiglione Vasari ed il Redi. Una intera parete si fa eccentrico caveau per ospitare la Collezione d’Arte Orafa Contemporanea, oltre sessanta opere di oltre sessanta artisti: Bruno Martinazzi (Treemme), Arnaldo Pomodoro (Uno A Erre), Ettore Sottsass (Uno A Erre), Riccado Dalisi (Menci Erosa), Salvatore Fiume (Uno Argento), Pietro Cascella (Quadrifoglio), Dolce e Gabbana (Uno A Erre), Vivienne Westwood (Garzi), Dario Fo (Eurocatene) per citarne alcuni. Connubi insoliti che raccontano l’arte come una realtà espressivamente libera, godibile sempre, anche tra un business e l’altro. Perché l’artista altera la natura delle cose servendosi liberamente della materia,

Alessandro Mendini e Today Arte Preziosi


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la plasma, la rimodella, la svuota, la sovrappone conferendole un valore ancora ignoto al visitatore. È la trascrizione della realtà, una perenne metamorfosi in cui gli oggetti mostrano forme, colori e volumi dalle interpretazioni fantastiche. Un divertissement di piccole sculture viste da un punto di vista privilegiato, da una angolazione dove confluiscono incontaminati talento, inventiva e audacia. Perché l’arte è priva di compromessi, a prescindere da ogni soggettivo giudizio. Metafore, simboliche espressioni che colpiscono lo spettatore invitandolo ad entrare in un mondo diverso, incomprensibile, forse, ma ricco di sensazioni senza soluzione di continuità. La prima edizione di Oro d’Autore fu curata da Lara-Vinca Masini, presso il Museo Archeologico Nazionale “G. Mecenate” di Arezzo. Era il 1988. L’anno successivo si tenne presso la Basilica Inferiore di San Francesco. Nel

’92 fu “Omaggio a Piero”: in occasione delle celebrazioni pierfrancescane trentasette artisti progettarono un gioiello da dedicare a Piero della Francesca. Nel ’93 ancora la Basilica Inferiore di San Francesco, ma questa volta la rassegna, intitolata “Oro d’Autore: Giappone e USA”, assunse carattere internazionale con la partecipazione di quattordici artisti americani e dieci giapponesi. Nel ’94 l’intera collezione, comprendente le precedenti quattro edizioni, fu presentata al Makuhari Center di Tokyo. Nel ’95 “Oro d’Autore” fu trasferita a Las Vegas per il JCK Show e sempre nel ’95 fu allestita presso il Museo Nacional de Bellas Artes di Buenos Aires, nell’ambito della VI Biennale Internazionale di Architettura. “Oro d’Autore: Un gioiello per il Terzo Millennio”, si tenne nel 1998, prima di divenire itinerante con le successive edizioni in Brasile, ad Hong Kong ed a Buenos Aires. Nel 2003 fu la volta di “It Jewels - 30 stilisti per Oro d’Autore”, presentata al Palazzo della Ragione a Milano e trasferita, poi, ad Arezzo, a Düsseldorf e ad Atene. La rassegna Oro d’Autore - Out of the opulent past - nel 2006 è arrivata a Pechino insieme a gioielli etruschi a testimoniare l’antica tradizione dell’oreficeria Toscana. Nel 2007 è stata nuovamente dedicata a Piero della Francesca, presso la Galleria Comunale di Arte Contemporanea di Arezzo, con parteci-

pazioni da tutto il mondo: Aulenti, Binfarè, Boontje, Campos Pons, Cibic, Fo, Giovannoni, Kazoun, Kokocinski, Lau, Leone, Pistoletto, Trini Castelli e Zaremski. L’edizione di quest’anno è stata affidata a Daniel Virtuoso, Coordinatore del Centro Promozioni e Servizi di Arezzo.

in senso orario: Salvatore Fiume e Unoargento, Nicola Carrino e G.O.A., Mario Ceroli e S.I.L.O.


58 si parlava di un CANADA Solo nel 2006 nuovo Eldorado, le miniere di Diavik nel nord del paese. Oggi la crisi spegnerà le luci nel reparto estrattivo per due periodi di sei settimane ciascuno, con conseguente calo produttivo e ridimensionamento della manodopera. Non si rinuncia tuttavia agli investimenti a lungo termine perché procederanno i lavori di costruzione di infrastrutture nel sottosuolo e la manutenzione.

LONDRA De Beers annuncia la fine dell’epoca del suo esclusivo intervento promozionale sul diamante in generale. A seguito di scelte già evidenti prima dell’attuale fase di turbolenza (e con una quota del commercio scesa al 40%) la DTC invoca un intervento che coinvolga tutti i grandi operatori mondiali del diamante. Le proprie risorse saranno tutte riservate al marchio Forevermark.

NEW YORK STATE Vittoria della locale associazione dei gioiellieri dello stato di New York. Non verrà applicata nel 2009 una sovrattassa del 5% sugli orologi e la gioielleria con valore superiore ai 20.000 US$.

CALIFORNIA (Stati Uniti) Tagli del 30% del personale del GIA. L’istituto di certificazione dei diamanti impiegava oltre 1100 dipendenti all’inizio dell’anno.

L’industria diamantifera nel mondo reazioni e turbolenze dell’economia generale di Paolo Minieri e Alberto Scarani

La mappa dell’industria diamantifera e

investitori delle economie più forti e

delle gemme evidenzia un primo dato di

mature tirano i remi in barca, mentre out-

rilievo: la fase di turbolenza economica

siders come l’India si proteggono dando

generale provoca reazioni, diverse per

vita a una nuova politica di assistenza alle

portata o intenti, ma fondamentalmente

centinaia di migliaia di tagliatori senza

uniformemente diffuse su scala plane-

lavoro. Nello scenario si acuiscono le

taria. L’esplodere della crisi ha attivato

posizioni di dipendenza come quelle del

diversi tipi di conseguenze. Si sono messi

Botswana che ha nell’export diamantifero

in moto le leve di difesa finanziaria e gli

la prima partita di entrate pregiate o di

anticorpi primari della chiusura dei rubi-

Israele che vende molto negli Stati Uniti.

netti minerari. Meno produzione più

E nel frattempo De Beers inaugura una

tenuta dei prezzi del grezzo. I grossi

nuova era della comunicazione.

ISOLE CAYMAN Le quotazioni appetibili dei diamanti dai 5 ai 10 carati hanno propiziato il lancio di KPR Limited un nuovo fondo di investimento incentrato su gemme di tali dimensioni (da D a G, da IF a VVS2). La fase di mercato depressa rilancia un’opzione mai decollata, ma sempre latente: il diamante come bene rifugio.


RUSSIA Intervento statale per mezzo di Gokhran, apposita agenzia di deposito delle matrie prime, mirato ad aiutare le imprese minerarie a non interrompere le operazioni nella stagione di crisi. Alrosa, gigante dell’estrazione, da fine gennaio cede materia prima solo a questo raccoglitore statale. Scopo: calmierare la caduta dei prezzi riducendo l’offerta.

INDIA Piano del governo 59 centrale per ricollocare l’eccesso della manodopera dell’industria del diamante nel settore agricolo. Riaddestramento e riqualificazione di parte dei lavoratori in eccesso che restano nel ramo produttivo delle gemme. GJEPC, ente esportatore di diamanti, lancia un inedito programma di sviluppo delle vendite sul territorio nazionale allo scopo dichiarato di emanciparsi dalla dipendenza delle esportazioni negli Stati Uniti.

GIAPPONE Bruciante riduzione delle importazioni (-27,5%) in valore dei diamanti nel 2009. Singolare il simultaneo lieve aumento delle quantità immesse: la crisi nel paese del Sol Levante porta a un declino della qualità?

BELGIO Economia europea ben diversificata e ben integrata, il Belgio pone l’accento su una possibile ossigenazione finanziaria del settore delle pietre preziose. Strumento scelto, la rinegoziazione delle linee di credito delle imprese con le banche, dopo che gli stock invenduti e il grezzo valutato nella prima parte del 2008 a prezzi irrealisticamente alti hanno determinato il restringimento dei serbatoi dei prestiti. TAILANDIA Il decremento mondiale del commercio si è andato combinando col recente bando statunitense all’import di gemme birmane (ampiamente commercializzate a Bangkok). Interventi del Ministero del Commercio e di associazioni di categoria tentano di ridurre la portata dell’inconveniente che mette in pericolo la quarta voce dell’export nazionale (più di un milione di addetti nel comparto delle gemme e dei gioielli per un export pari a oltre 8 miliardi di dollari).

ISRAELE Lo sviluppo tecnologico sostiene un’industria del diamante in forte affanno, per la forte dipendenza da New York ( meno 57% l’export in valore nel 1° trimestre 2009, di cui il 60% venduto a New York). Sarin, il più grande produttore di apparecchiature di servizio all’industria delle gemme annuncia il lancio imminente di un rivoluzionario scanner capace di “mappare” le inclusioni nel diamante grezzo senza ricorrere a pretagli.

CONGO De Beers, tra i più grandi estrattori del paese annuncia una quasi totale chiusura delle attività esplorative di diamanti. Un duro colpo per un’economia debole e poco diversificata.

R.S.A. (Repubblica Sudafricana) Il calo produttivo dell’industria diamantifera si stava concretizzando già prima del drammatico primo trimestre del 2009 a causa della politica di De Beers volta ad estendere l’estrazione in tutta l’Africa meridionale. I tagliatori locali comunque sono di fatto dimezzati, il grezzo estratto diminuirà rapidamente nel 2009.

BOTSWANA Autentico shock per il paese più dipendente del mondo dai diamanti. Riduzione delle produzioni delle principali miniere diamantifere. Stop di De Beers al piano di delocalizzazione a Gaborone (capitale del paese) delle attività (precedentemente prerogativa esclusiva della sede londinese) di classificazione dei grezzi. Sfugge al rimidensionamento il Diamond Technology Park, investimento privato finalizzato al potenziamento delle operazioni produttive.


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Termodiffusione e riscaldamento

due metodi a confronto per migliorare la colorazione delle gemme di Paolo Minieri* e Alberto Scarani**

C’è ancora una certa confusione, ahimé, anche tra gli operatori del settore quando si parla di materiale termotrattato. In particolare, viene spesso confuso il riscaldamento con la termodiffusione. Per quanto entrambi siano metodi artificiali migliorativi del colore la differenza è notevole, soprattutto dal punto di vista del prodotto. In sostanza, mediante termodiffusione si trattano gemme praticamente incolori e di scarsissimo valore apportando, in condizioni di alta temperatura, elementi a loro esterni. Nel riscaldamento semplice, invece, il materiale di partenza possiede già gli elementi cromofori, quelli cioè che apportano il colore alla gemma, e null’altro viene aggiunto. Lasciando la trattazione del metodo per riscaldamento ad un prossimo intervento, ci concentreremo sulla termodiffusione superficiale dei corindoni. Sebbene venga ormai considerato un trattamento storicamente consolidato, recenti sviluppi nell’ambito di possibili varianti applicate ad altre gemme, oltre che al corindone, lo hanno riportato all’attenzione della comunità gemmologica. Un corindone “puro” è completamente incolore, la presenza sotto forma di impurità di titanio e ferro consentirà alla gemma, gra-

zie all’assorbimento selettivo della luce, di esibire una colorazione blu. Sottoponendo corindoni incolori già tagliati a riscaldamento in presenza di ossidi di titanio e ferro si otterranno una serie di interscambi a livello atomico con l’alluminio in direzioni casuali, con il risultato che gli elementi cromofori si diffonderanno verso l’interno delle gemme. A causa della rilevante massa atomica degli elementi cromofori, tuttavia il processo è piuttosto lento e necessita che alte temperature (1800°C-1900°C) vengano mantenute per tempi piuttosto prolungati (24 ore e più). In alcuni casi può essere preferibile utilizzare temperature più basse (800 °C) per avere un minore impatto del calore sulle inclusioni. Ma per ottenere un risultato soddisfacente i tempi dovranno essere notevolmente più lunghi (fino a 600 ore). Nella norma la diffusione del colore raggiunge profondità minime (da 0.01 a 0.30 mm) per cui, una volta terminato il trattamento bisognerà rilucidare attentamente la pietra in modo da non asportare il sottilissimo strato superficiale. Ovviamente sostituendo il cromo al titanio e ferro si possono ottenere anche corindoni varietà rubino, anche se peraltro i risultati raggiunti non sono stati particolar-

1 mente soddisfacenti per problematiche inerenti alla diffusione del cromo. Nel caso del rubino termodiffuso come conseguenza dell’usuale omogeneità del colore nel materiale di partenza, l’identificazione del trattamento è piuttosto semplice. Diversamente, uno zaffiro, di solito, presenta zonature o centri di colore più o meno accentuati. La tecnica di osservazione in immersione in un liquido, avente indice di rifrazione simile a quello della gemma da analizzare (ioduro di metilene), consentirà di evidenziare maggiormente la distribuzione del colore all’interno delle gemme (vedi foto 1, 2, 3). Lo zaffiro termodiffuso esibirà una tinta uniforme con concentrazioni di colore in corrispondenza degli spigoli, della cintura (foto 4) e, a volte, faccette di colore più o meno intenso che denotano una scarsa attenzione nella rilucidatura. *Consigliere Federazione Orafi Campania **Gemmologo IGI di Anversa


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5 1, 2. Frattura da risanamento affiorante in uno zaffiro termodiffuso. Durante il trattamento gli ossidi sono penetrati all’interno della pietra generando una concentrazione del colore intorno alla frattura. 30X, a ds, campo scuro, sn, campo scuro e luce trasmessa. 3. Zaffiri Termodiffusi e non, immersione in ioduro di metilene, luce trasmessa, 10X 4. Particolare 30X (foto 6) campo scuro/luce trasmessa. 5. Sezione sottile di uno zaffiro termodiffuso. Notare la concentrazione del colore nello strato superficiale. 20X, Immersione, luce trasmessa. 6. Zaffiro termodiffuso provenienza Kanchanaburi. La presenza di fratture da risanamento affioranti ha provocato la diffusione degli ossidi anche all’interno della pietra generando inusuali concentrazioni di colore. Da notare le faccette più chiare del padiglione corrispondenti ai lati più corti. 10X, Immersione, luce trasmessa. 7. Comparazione visiva tra uno zaffiro termodiffuso (a) e uno semplicemente riscaldato (b). Evidente nel termodiffuso la distribuzione omogenea superficiale del colore e la sua concentrazione sugli spigoli. 10X, immersione, luce trasmessa. 8. Le stesse gemme come appaiono in condizioni di illuminazione diretta. 9. “Effetto arlecchino” sul padiglione di questo zaffiro termodiffuso. La scarsa attenzione nella lucidatura ha portato all’ asportazione di spessori non omogenei di colorazione sulle faccette.

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Zaffiri termodiffusi, sul mercato dagli anni Ottanta Chi ha oggi più di quarant’anni ricorderà, a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta, e poi più insistentemente negli anni Novanta, un’insolita offerta di zaffiri blu particolarmente vivaci. Facevano la loro apparizione in quegli anni gli zaffiri termodiffusi che, a dire il vero, furono ad arte spavaldamente infiltrati nel mercato come zaffiri naturali trattati per solo riscaldamento. Era il lontano 1949 quando la Linde pose un primo brevetto sulla tecnica, originariamente ideata come metodo per il miglioramento del colore nei corindoni asteriati. Nuovi brevetti furono poi registrati nel 1975 dalla Union Carbide (Linde) Corporation ed in seguito acquistati dalla Astrid Corp., collegata alla compagnia svizzera Golay Buchel. Il grande successo internazionale arrivò anche questa volta per merito dei tailandesi che avviarono operazioni di trattamento su vasta scala agli inizi degli anni Novanta. Tale escalation produttiva prese slancio con la abbondante disponibilità di materia prima proveniente dallo Sri-Lanka, il corindone bianco grigio conosciuto come geuda, attraverso il cui riscaldamento si poteva ottenere un deciso miglioramento dello zaffiro. Allorché tale procedura non sortiva i risultati sperati si ricorreva all’ancora di salvataggio della termodiffusione. Successivamente si è potuto mettere a profit-

to in modo intensivo materiale quasi incolore o caratterizzato da marcate zonature, di scarsa o scarsissima qualità, proveniente dell’area di Kanchanaburi (nord della Tailandia). Lo zaffiro termodiffuso è dunque un tipo di pietra che abbraccia tipologie e, di conseguenza, gamme e prezzi diversi: partendo da un materiale estrememente economico si giunge a un costo finale decisamente più basso rispetto a gemme esclusivamente riscaldate di pari aspetto. Ma occorre attenzione comunque. Il trattamento, se eseguito a regola d’arte, è impegnativo e costoso, inoltre il grezzo utilizzato genera pietre rivendibili solo in una modesta percentuale (circa il 40%). Oggi lo zaffiro termodiffuso è offerto stabilmente nei mercati di taglio e viene ampiamente utilizzato in India, nel sud-est asiatico (Cina e Corea, poco in Giappone). Le qualità più brillanti (che nelle dimensioni oltre i 3 carati possono superare i 200 € per carato) trovano impiego anche in Europa e segnatamente in Italia, mercato sensibile alla perfetta calibratura e all’uniformità del colore, caratteristiche non sempre ottenibili nell’ambito degli zaffiri non trattati per termodiffusione. Infine un avvertimento: anche un corindone sintetico può essere termodiffuso ma il suo valore rimarrà esiguo.



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L’importanza dell’oro come bene di rifugio L’impegno costruttivo e mirato del neo-presidente di OroArezzo di Chiara Di Martino

È il neo-eletto presidente del Centro promozioni e servizi, società organizzatrice di OroArezzo, ma non sembra un pesce fuor d’acqua. Giovanni Tricca, presidente della Camera di Commercio aretina dallo scorso luglio, si è calato appieno nel ruolo per cui è stato designato. E ha le idee chiare su come procedere, anche se il momento storico non è dei più favorevoli. Presidente, quali sono i suoi progetti? «È necessario muoversi in fretta per superare la disaffezione della clientela verso alcuni prodotti e far comprendere a tutti l’importanza dell’oro come “bene rifugio”. E poi credo che da soli non si possa andare molto lontano, perciò tutti i miei sforzi sono volti a coordinarmi con altri che ricoprono il mio stesso ruolo in altre filiere. Il primo obiettivo è certamente armonizzare il calendario delle fiere, che restano uno strumento di assoluta necessità». Non a caso, a chiusura di Oro Arezzo, ha

siglato un accordo con i presidenti di Fiera di Vicenza, Dino Menarin, e di Valenza Expo Events, Francesco Barberis. «Abbiamo raccolto tutti con entusiasmo l’idea di Assicor (l’associazione delle Camere di Commercio per lo sviluppo dell’oreficeria, ndr) di portare avanti il progetto di un marchio comune, il “Gioiello Italiano”, che sia garanzia di tracciabilità e soprattutto di qualità. Potrà tornarci utile soprattutto per la promozione all’estero. Probabilmente già dalla Fiera di Las Vegas ci presenteremo uniti con un modulo unitario». All’incontro che ha portato alla firma del protocollo di intesa era presente anche Nicola Curto, presidente della Federdettaglianti. Quale può essere il suo ruolo in questo panorama congiunto? «Il mercato sta cambiando, la filiera si sta “accorciando”. C’è un interesse diretto dei dettaglianti e in questo hanno fatto scuola le aziende che si sono proposte sul mercato con prodotti in acciaio. Il Paese, comunque, deve approfittare di questa crisi per darsi delle regole: questa congiuntura economico - finanziaria negativa ha, come altro lato della meda-

glia, di mettere in risalto quanto siamo in ritardo su molti fronti». Il trentennale di OroArezzo ha raccolto buoni risultati. Nel quotidiano, invece, cosa conta di fare? «Bisogna lavorare sul fattore culturale: Arezzo deve porsi verso l’esterno come città dell’oro. Il distretto orafo è forte, ma non è riuscito a calarsi nel tessuto cittadino. Sarebbe significativo riuscire a portare nel centro botteghe artigiane. Stiamo lavorando anche per aprire il Museo dell’Oro e per dare vita a corsi di formazione che possano qualificare professionalmente le nuove generazioni». La provincia di Arezzo e la Toscana in generale sono note anche per la moda. Nessun progetto comune? «Ha colto nel segno: abbiamo fatto la stessa riflessione e, infatti, si sta finalmente pensando ad una Scuola di design moda-gioielli. È assurdo che due settori così vicini, sia dal punto di vista geografico che dal punto di vista merceologico, non abbiano mai marciato di pari passo. Con le difficoltà del momento qualcosa si è risvegliato, perciò sono fiducioso in tal senso: il bisogno aguzza l’ingegno».


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Baselworld  diario di viaggio di un operatore di Alberto Scarani*

Basilea mi accoglie con un cielo carico di nubi minacciose, pioverà per tutto il weekend. Il vantaggio d’aver visitato la fiera per cinque anni sta nel poter azzardare una statistica comparativa discretamente attendibile. La prima conferma sulle previsioni negative viene dal parcheggio, quasi vuoto alle 9 e trenta. Pagato il primo tributo alla kermesse (20 franchi svizzeri, il doppio dello scorso anno) m’incammino sotto la pioggia. Hall of Universe, secondo dazio, 60 franchi per l’ingresso (anche questo raddoppiato, strana politica in tempi di crisi). Rapido giro prima di prendere la navetta che mi porterà alla Messeplatz, il cuore dell’evento. Il numero degli stand di grossisti indiani di diamanti e colore è dimezzato e l’accesso ad alcuni corridoi periferici è interdetto da candide tende che nascondono alla vista alcuni moduli vuoti. Mi immergo nel padiglione 3: qui tradizionalmente si trova la maggioranza degli stand

più qualificati per la vendita di diamanti e colore. Secondo una consolidata tradizione, dal piano terra a salire si susseguono stand via via meno prestigiosi: uno stand medio, 20-30 mq, può costare anche 300mila euro e non mi stupisco di notare alcune assenze. Solerti operatori orientali in gessato si sfidano nel tentativo di attirare la mia attenzione. Ravi Lunia, direttore di una compagnia tailandese specializzata in rubini, mi fornisce un primo input: ciò che vedo rientra quasi esclusivamente nella merce qualitativamente più elevata, a sentir lui ricercata per investimento. Al primo piano sembra esserci maggior movimento, qui gli stand sono relativamente più piccoli e noto una insolita quantità di zaffiri di notevole dimensione e qualità tanto che, a breve, tutto ciò che è blu e al di sotto dei quindici carati mi lascia assolutamente indifferente. Tutte le vetrine sembrano uniformarsi al medesimo standard: distinzione precisa tra pietre riscaldate e non. Heated e

unheated, in tutte le varianti più o meno corrette (heded, heted etc), sono le locuzioni più usate negli scambi. Al di sopra di poche centinaia di euro il certificato è praticamente di serie, parole d’ordine: Disclosure & confidence. Nareshant Sharma, venditore di corindoni e smeraldi conosciuto nelle precedenti edizioni, mi accoglie con un sorriso radioso e conferma le mie impressioni: «Il cliente tipo oggi si orienta verso materiale qualitativamente migliore, magari sacrificando le dimensioni. Il problema sta piuttosto, da parte dei grossisti, nel riassortimento di determinate tipologie». Da sempre nel padiglione 3 trovano ospitalità gli stand dei laboratori gemmologici e al primo livello, in un angolo seminascosto, com’è tradizione, SSEF e Gubelin sono un punto di riferimento per gli operatori che desiderano una certificazione autorevole e veloce (entrambi forniscono un servizio express) sulle pietre di maggior pregio. Scambio


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due parole con il dottor Krzemnicki, vicedirettore, a cui richiedo una nota post fiera che ricevo una volta tornato in patria: «Certamente non siamo al livello dello scorso anno ma i risultati sono andati ben oltre le nostre più rosee aspettative. In particolare, oltre ad un considerevole numero di gemme di altissima qualità, ci sono state sottoposte una rilevante quantità di perle naturali, anche in fili; i nostri clienti ci confermano che, in momenti di relativa prudenza negli acquisti, il certificato di un laboratorio rinomato è ormai una discriminante imprescindibile». Ai livelli superiori la desolazione sarà costante per tutto il weekend. Un vero peccato, il secondo piano è una vera chicca anche perché splendidamente arredato, il terzo e ultimo, che ospita accessori per l’orologeria e varie, sembra avere nello stand di Rubin & son, storico fornitore di

utensileria ed editoria gemmologia, l’unico punto d’interesse per i visitatori che si spingono fin quassù. Al piano seminterrato, il reparto utensili e macchine probabilmente più ricco tra le fiere del settore: mai avevo visto così tanta gente aggirarsi con interesse in questa sezione. Software CAD dedicati alla progettazione di gioielleria e macchine prototipatrici la fanno da padrone e i prezzi cominciano ad avvicinarsi al ragionevole, di qui a poco tempo anche un piccolo laboratorio potrà dotarsene e sarà il colpo di grazia definitivo per gran parte del patrimonio artigianale orafo che ci ha sempre contraddistinto nel mondo. Strano posto per incontrare un grossista di diamanti danese ma, tant’é, Finn Sixtus Thomsen mi saluta quasi sguaiatamente dal fondo del corridoio. Così lontano dallo stereotipo del compassato uomo del Nord Europa,

Finn è più simile al napoletano verace e spontaneo e va subito al punto: «Nel mio paese sono riusciti a limitare i danni nel periodo natalizio ma dopo quasi tutti hanno evitato di riassortire i magazzini e per noi il risultato nel primo trimestre è stato semi disastroso, direi una perdita secca del 30-40%». Per dire una cosa del genere con il sorriso sulle labbra ci vuole un gran carattere, penso tra me, ma ho di fronte uno degli uomini più ottimisti che conosca, e forse anche lui pensa di intravedere uno spiraglio di luce. Affronto il padiglione 2, il più fashion per la gioielleria. Dovrebbe essere uno di momenti di maggior affluenza ma la sensazione che qualcosa non vada per il verso giusto mi segue anche qui, nel tempio delle firme. I nuovi trend parlano di colore: l’oro bianco perde terreno a vantaggio del giallo e del rosa in accoppiata con le


pietre di colore più disparate e nuovi materiali. Al primo piano altra sorpresa: Rosario Autore, proprietario dell’omonima compagnia, mi introduce sorridente nel suo stand: «Non vorrei dirlo troppo forte ma abbiamo riscontrato un deciso incremento degli ordinativi». Alla sua terza partecipazione fieristica sembra anch’egli stupito del risultato. Alessio Boschi, il designer della sua linea, principalmente pezzi unici con perle south sea, mi accompagna lungo le vetrine: «Siamo alla continua ricerca di nuovi materiali e tecniche in abbinamento con le pietre più diverse e ovviamente con le nostre splendide perle». Anche qui noto l’utilizzo di slices di diamante incluso che mi avevano colpito nel padiglione 2. Approfittando del collegamento coperto mi immergo nella Hall of dreams, orologeria, punta di diamante della fiera. C’è maggior movimento ma la fiera è aperta al pubblico e qui si concentrano i più scenografici stand di tutta la superficie. Rolex, Vacheron & Constantin, Tag

Heuer, Omega sono solo alcuni dei brand che investono annualmente cifre stellari per allestire spazi multilivello comparabili ad un villino bifamiliare. Si nota subito la differenza tra un operatore ed un visitatore meramente interessato a fare incetta di cataloghi e gadgets (pendrive brandizzate il must di quest’anno). Qualche assenza importante (Fossil, per citarne una), nel complesso l’affluenza “qualificata” pure qui sembra minore anche se effetti ottici tipo l’imbuto all’ingresso potrebbero trarre in inganno. Il giorno successivo non osservo cambiamenti significativi nel flusso di visitatori. Al padiglione 3 mi aspetta Roland Loriè, presidente dell’IGI di Anversa, attualmente il laboratorio gemmologico indipendente più grande del mondo. Sembra meno preoccupato dell’ultima volta che ci siamo sentiti: «Nell’ultimo mese abbiamo notato una timida inversione di tendenza, le previsioni drammatiche di tre mesi fa sono state confermate per for-

tuna solo in parte e stiamo guardando con un discreto, seppur tenue ottimismo al futuro più prossimo». Anche a lui chiedo una nota che ricevo un paio di giorni dopo e che sembra ricalcare nei contenuti quello dell’SSEF. Per par condicio mi metto alla ricerca dello stand HRD, storico concorrente dell’IGI in quel di Anversa ma, dopo una breve occhiata allo spazio a loro riservato da anni mi accorgo che anche qui la crisi ha menato qualche fendente se, da una posizione strategica consolidata, hanno dovuto migrare in uno spazio seminascosto e ben più risicato. Niente gadgets, l’unica addetta al desk è perennemente occupata e devo rinunciare a sentire l’altra campana. Un’ultima occhiata al padiglione 6 (gioielleria Hong Kong e dintorni e grossisti di pietre indiani) nella speranza di cogliere un’atmosfera diversa ma niente, sembra che quest’edizione abbia riservato un’amara sorpresa soprattutto da queste parti. Torno verso il parcheggio (a piedi, gli


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anni scorsi le navette fermavano anche lì), vorrei fare il punto ma mi ritrovo con informazioni controverse. La crisi c’è e i segnali marcatamente positivi sono sporadici. In Italia vengo in possesso di cifre ufficiali: gli espositori sono scesi da 2087 a 1952 (-12%), i visitatori da 106.800 a 93.900. Sembrerebbero accettabili, il problema è che non sono riferibili al volume degli affari trattati. Questa fiera è ormai considerata la più importante del vecchio continente; esserci, a prescindere se per fare business o no, a certi livelli è indispensabile per cui, facendo mia una considerazione di numerosi espositori, presumo che gli operatori abbiano comunque visitato la fiera con una bassa percentuale di defezioni, il problema sta nel numero e volume degli ordini che, nel caso dei diamanti, sembra essere stato drammaticamente contenuto. Anche a riguardo del numero degli espositori la cifra secca deve essere valutata con attenzione. Parlando di orologi, nonostante la mancata partecipazione da parte di diversi importanti marchi, la Hall of dreams ha registrato addirittura un aumento degli espositori e ciò comporta una maggiore perdita percentuale per gli altri padiglioni. Il documento ufficiale (evitando accuratamente comparazioni con il passato) è smaccatamente ottimista. Io, da visitatore, ritengo che tutto si sia svolto più o meno come previsto. Non resta che darsi da fare tutti perché le cose migliorino. **Gemmologo IGI di Anversa

Baselworld. 2000 espositori e 93.000 visitatori alla fiera svizzera punto di riferimento mondiale di Chiara Di Martino

Quasi duemila espositori provenienti

calo rispetto agli anni precedenti, ma di

da 45 paesi: Baselworld, la fiera svizze-

gran lunga superiori alle aspettative”.

ra degli orologi e dei gioielli, continua

«Abbiamo potuto presentare le nostre

ad essere un punto di riferimento per gli

novità ai buyer internazionali e siamo

operatori di tutto il mondo. La punta di

veramente contenti dell’andamento del

diamante europea che, malgrado la

Salone che ancora una volta è riuscito a

crisi ed il calo di ordini in termini di

diffondere il suo fascino», ha affermato

volume, ha visto sbarcare nella cittadi-

François Thiébaud, presidente del

na al confine tra Svizzera, Francia e

Comitato degli Espositori svizzeri.

Germania, oltre 93mila visitatori. Una

Il 68,1% dei visitatori proviene dall’estero

superficie espositiva di 160mila metri

(dato in aumento rispetto allo scorso

quadrati per otto giorni di rassegna: la

anno). Per loro, il primo obiettivo dichia-

gran parte degli espositori ha riscontra-

rato è la visione globale del mercato,

to un lieve miglioramento rispetto alle

seguita dal networking, la cura del clien-

previsioni. Il leit motiv della rassegna,

te, i nuovi contatti, le informazioni circa le

infatti, è stato, quasi per tutti: “Affari in

novità e le innovazioni.


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A Baselworld, Platinum Guild International annuncia i vincitori del Platinum Design Awards

L’edizione 2009 di Baselworld, salone Mondiale dell’Orologeria e Gioielleria di Basilea, ha fatto da palcoscenico al “Platinum Design Awards”, evento promosso da Platinum Guild International. Tre i premi assegnati da una giuria composta da giornalisti internazionali, che sono stati assegnati all’italiano Picchiotti, al giapponese Kuwayama e al tedesco Krieger. Una gara che ha messo in campo l’arte ideata da designer internazionali e la duttilità e la purezza del platino. Per la sezione “bridal jewellery”, il produttore italiano Picchiotti si è aggiudicato il primo posto con un importante solitario in platino abbinato a diamanti brown, gialli e bianchi dello loro Unique Bridal Collection.

Nella categoria ispirata al tema della Natura ha vinto il produttore giapponese Kuwayama con la collezione “Spider” che ha interpretato con maestria il ragno con la sua ragnatela attraverso la creazione in platino di anello, bracciale e collana. Il premio per la categoria dedicata alla gioielleria in platino da uomo è stato assegnato al pendente in platino a forma di spada con diamanti bianchi e fancy prodotto dal tedesco Hans D. Krieger. “The Basel Platinum Design Awards” promosso dalla PGI è un nuovo progetto che ha voluto far conoscere il metallo più puro, più raro, versatile, ed eterno ed accrescere il desiderio di acquisto della gioielleria in platino. (CDM)

Dall’alto in senso orario: I vincitori del premio e le creazioni di Kuwayama, Hans D. Krieger e Picchiotti


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Patek Philippe Cronografo Calendario Annuale di Mario Didone

Patek Philippe, una manifattura che da 170 anni si è sempre distinta per lo spirito di innovazione, una storia iniziata con Antoine Norbert de Patek nel 1839 unitosi a Jean Adrien Philippe nel 1844, due geni che decisero di realizzare i segnatempo più esclusivi al mondo, da allora la maison svizzera si è distinta con oltre 70 brevetti e un gran numero di orologi, alcuni dei quali vere pietre miliari della

storia orologiera, inoltre da circa 6 anni la Patek ha iniziato lo studio sull’applicazione del silicio per la costruzione di componenti per i movimenti dando vita al “Patek Philippe Advanced Research” che dal 2005 ha esordito con la ruota di scappamento (per scappamento ad ancora) in Silinvar, seguita nel 2006 dalla spirale Spiromax, e per ultimo presentato nel 2008 il Pulsomax nuovo scappamen-

to dalle inusuali geometrie (la nuova ancora in Silinvar non presenta le classiche palette in rubino). Presentato nel 2006 in occasione del salone mondiale dell’orologeria di Basilea, il Cronografo Calendario Annuale referenza 5960 P è un orologio veramente rivoluzionario che unisce al nuovo Cronografo automatico di manifattura calibro CH 28-520 IRM QA


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24H, il movimento brevettato nel 1996 del Calendario Annuale dando vita a qualcosa molto particolare nel suo genere, una complicazione veramente unica giunta a coronamento di ben 5 anni di studi e progetti da parte dei maestri orologiai, che ha fatto sicuramente la felicità dei numerosi appassionati della marca e soprattutto ha arricchito il mondo dell’orologeria dell’alto di gamma. Il cronografo dotato di ruota a colonne è con funzione flyback, con la possibilità di utilizzare (grazie all’innovativa costruzione del movimento), la grande lancetta centrale sia come contatore dei secondi cronografaci sia come lancetta dei secondi al centro. Ricordo che il calendario annuale è un meccanismo che ha la necessità di essere regolato solo una volta l’anno nel mese di febbraio, mentre per i mesi di 30 e 31 si resetta automaticamente. Agli occhi degli esperti e cultori della materia, non sfugge il nuovo quadrante con il grande contatore unico a ore 6 che indica insieme i minuti - per mezzo della lancetta rossa - con 2 scale concentriche 0 - 30 in rosso e 30 - 60 in blu, e il contatore delle ore - per mezzo della lancetta blu -. Veniamo al movimento composto da 456 parti (302 per il movimento e 154 per il calendario) riserva di marcia 55 ore, massa oscillante in oro 21 carati, bilanciere Gyromax 4 bracci 4 masselli, 28.800 alternanze ora spirale Breguet,

spessore mm 768 diametro mm 33, insignito ovviamente del Punzone di Ginevra. La cassa è in platino, con diametro di mm 40,50 e spessore di mm 13,55, il vetro è di zaffiro con trattamento antiriflesso, il fondo anch’esso in vetro zaffiro così da lasciare una completa visione del movimento, la cosa un po’ “vezzosa” è il diamante incastonato alle ore 6. Sui lati della cassa si trovano da una parte i correttori di giorno, data, e mese, mentre su quello opposto la corona e i due pulsanti del cronografo. Il quadrante vero segno distintivo di questo orologio è su due toni antracite e argento gli indici in oro bianco, le lancette delle ore e minuti sono a foglia in oro bianco, con trattamento luminescente superluminova, il resto delle lancette ovvero del cronografo, del contatore delle ore e minuti e della riserva di carica stile “baton” in acciaio con trattamento sabbiato e rodiato. Le indicazioni che appaiono sul superbo quadrante sono: attraverso le tre finestrelle - giorno, mese e data - la riserva di carica a ore 12, l’indicazione giorno notte attraverso la piccola finestrella tonda per mezzo di un disco colorato dal bianco al blu all’interno del grande contatore del cronografo, oltre alle classiche ore minuti e secondi. Completa questo bel capolavoro il cinturino in alligatore a grandi squame marrone con fermaglio deployante in platino.

Il Cronografo Calendario Annuale è un orologio veramente rivoluzionario che unisce al nuovo cronografo automatico il movimento brevettato nel 1996 del Calendario Annuale dando vita a qualcosa molto particolare nel suo genere, una complicazione veramente unica giunta a coronamento di ben 5 anni di studi e progetti da parte dei maestri orologiai



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Il tempo è prezioso In principio, l’ombra proiettata da un paletto conficcato nel terreno indicava il tempo. Era la meridiana, poi sostituita della clessidra con i suoi miliardi di granelli. Enorme, grandissimo, il segnatempo si innalzò sui campanili con una complessa meccanica per poi ridiscendere e rimpicciolirsi per entrare nelle case, stare sui tavoli, prima, ed alle pareti, successivamente. Le lancette incominciarono a girare senza sosta scandite dal cucù o dall’oscillazione del pendolo. L’esigenza di disporre di horologium mobili e più pratici portò alla versione tascabile. Fu Patek Philippe a realizzare il primo modello da polso, esclusivamente per donne, agli uomini ci pensò Cartier. Nel 1928 il funzionamento divenne al quarzo. Seiko inventò quelli a batteria. Il movimento automatico è da attribuire alla Rolex. Il display LCD a cristalli liquidi arrivò in seguito. Oggi, di tempo ne è passato, e tanto. È divenuto un accessorio di bellezza, uno status symbol dalla forte valenza artistica. Le case produttrici sono innumerevoli e le offerte vastissime. All’esatta misurazione del tempo si accompagnano diverse funzioni: cronografo, altimetro, temperatura, fusi orai, fasi lunari, datario, tachimetro. Sono sempre più sofisticati e belli, colorati, preziosi, alla moda, unici e di lusso. Sono gioielli di precisione e di bellezza, di alta orologeria e creatività. Gioielli irresistibili.

ARMIN by ARMIN STROM Modello Water Movimento meccanico a carica manuale, indicazioni decentrate e data retrograda - elementi principali della linea - su un quadrante disponibile in bianco e blu scuro. Cassa in titanio lucido con vetro zaffiro e fondello antiriflesso; diametro da 43,60 millimetri. Cinturino in alligatore naturale blu con fibbia in titanio. www.arminstrom.ch

RODANIA AB1 series Orologio al quarzo total black per la società svizzera fondata nel 1930, Swiss Chic collection ispirata allo sport. Cassa in acciaio da 44 mm e quadrante a tre cronografi e datario con cinturino in acciaio nero (disponibile anche in pelle e con impunture e piccoli elementi in arancio). www.rodania.com

HAUSMANN MAGNUM AUTOMATIC Saint Honoré Movimento automatico, lancette e corona in acciaio. Quadrante scheletrato nero e disco centrale della data con finestrella al 6. Vetro zaffiro con sei viti e fondello trasparente. Cinturino in pelle nera, fibbia pieghevole. Impermeabile fino a 50 metri. www.saint-honore-paris.com


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KIENZLE COLOR Sonnengelb - KIENZLE Orologio con radio comando, cassa in acciaio e vetro zaffiro. Quadrante nero con numeri arabi bianchi ed indici luminosi rossi. Ore e minuti color acciaio, secondi indicati con lancetta di colore rosso. Cassa da 42 mm: a destra, il datario. Cinturino a doppio colore: esterno nero, interno giallo sole. La collezione Kienzle Color di Kienzle prevede 5 diversi accostamenti di colore. www.kienzle.it

Grantour Date - TUDOR Ultimissima novità in casa Tudor, quest’orologio sportivo fa parte di una linea che la casa svizzera ha prodotto in partnership con Porsche Motorsport. Movimento meccanico a carica automatica, cassa in acciaio da 41 mm, quadrante nero. Numeri in acciaio sulla corona d’acciaio laccata in nero, nel quadrante datario a ore 3. Cinturino in cuoio nero con microperforazioni. www.tudorwatch.com

CAPE COD TONNEAU - Hermès Versione nuova e più arrotondata del classico Cape Cod di Hermès. Modello piccolo in acciaio, quadrante bianco, cinturino doppio giro in vitello liscio stoppa. Cassa in acciaio e vetro zaffiro antiriflesso. Movimento al quarzo, lancette di ore e minuti (nel modello grande anche secondi e data). Impermeabile fino a 30 metri. www.hermes.com

ORION Herrnhut Nomos Glashütte Orologio automatico (fino a 20 ore) dalla semplicità essenziale ed elegante. Vetro zaffiro a cupola, quadrante da 35 mm zincato grigio con lancette e numeri placcati in oro. Il grigio è infatti il colore dominante dell’intera linea prodotta a 20 anni dalla caduta del muro di Berlino. Cinturino nero in Horween Shell Cordovan www.glashuette.com

St Andrews Links Stroke Play 1759 JAERMANN & STUBI Edizione limitata, 72 esemplari, ispirata al celebre torneo di golf, sport di cui richiama i colori. Il modello ST3, dal movimento automatico, presenta un quadrante che richiama gli elementi fondamentali del golf (numero di buche, punteggio etc). Linea elegante per un quadrante chiaro, con lancette ore, minuti e secondi in acciaio. www.jaermann-stuebi.com


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Leonardo - STEFFEN Movimento automatico per questo orologio dal quadrante bianco diametro 45 mm, spessore 15,5 mm, corona placcata in oro rosa e lancette profilate in oro rosa, così come le linee identificative delle ore. Cassa in acciaio Samurai, composta di sette parti avvitate insieme, e vetro zaffiro anti-riflesso. Cinturino nero in pelle lucertola. www.steffen.be

INSTRUMENTINO Steel & Diamonds - de GRISOGONO Orologio al quarzo, cassa in acciaio lucido priva di incastonature e vetro zaffiro. Quadrante nero opaco con le classiche volute ornamentali di de Grisogono e doppio fuso orario: la parte inferiore del primo fuso orario presenta un’incastonatura di 19 diamanti a taglio brillante sulle ore 6. Cinturino in galuchat (zigrino) nero fissato alla cassa da attacchi mobili. www.degrisogono.com

Datejust II Rolesor - ROLEX Linea classica prodotta 60 anni fa e rivisitata oggi alla luce delle nuove tecnologie. La cassa in Rolesor bianco (disponibile anche in oro giallo) si presenta in una nuova versione da 41 mm. Con una lunetta zigrinata in oro bianco, è impermeabile fino a 100 metri. Quadrante e indici bianchi. Il movimento automatico, certificato Cosc, ha un’autonomia di 48 ore. www.rolex.com

HELLO KITTY - TWC (Towson Watch Company) Orologio al quarzo, cassa in acciaio con corona di strass. Lancette di ora, minuti e secondi in acciaio. Orario a 12 h in colore rosa e decorazione di Hello Kitty centrata con indicazione sulla destra, in colore rosa. Cinturino in pelle di colore rosa. www.twcwatches.com

6TIMEZONE MYSTIC LYON ICELINK Movimento meccanico rettangolare con 6 fusi orari. Sei diversi quadranti nei quali sono riportati gli orari di diverse città (tra Los Angeles, New York, Londra, Tokio, Mosca, Ginevra, Honk Kong e Parigi). Una figura leonina di diamanti fa da sfondo ai sei quadranti, il cui colore sfuma dal lilla verso l’azzurro. Cinturino nero. www.icelinktv.com


Commercio elettronico le regole per iniziare l’attività di Marco Cantarella*

Molti dettaglianti orafi si sono dotati di un proprio sito internet perlopiù a scopo di promozione della propria azienda, per veicolare con una “vetrina” accessibile in tutto il mondo l’immagine ed i prodotti in vendita. Ora, proprio l’accessibilità universale del sito web può diventare un’opportunità per incrementare le vendite: proiettare il proprio negozio sulla “Rete” vuol dire aprirsi ad un mercato potenzialmente infinito, formato da tutti i consumatori che navigano in Internet. Cosa occorre fare dunque per utilizzare il proprio sito per la vendita diretta al pubblico, cioè per iniziare un’attività di commercio elettronico? Esistono soluzioni informatiche avanzate per la gestione degli ordini, fornite da società specializzate, e sistemi di pagamento tracciabili e sicuri (Paypal, etc.); non ci soffermeremo su questi punti, bensì sugli aspetti amministrativi e legali

del commercio elettronico, che talvolta vengono trascurati da chi avvia quest’attività, col rischio di ritrovarsi poi involontariamente in difetto rispetto alle necessarie autorizzazioni od agli obblighi di trasparenza verso i consumatori. Ecco in sintesi le norme e gli adempimenti principali. Le norme: art. 18 del Decreto legislativo 114/98 (che detta la normativa generale per le attività commerciali) riguardante la “vendita per corrispondenza, televisione o altri sistemi di comunicazione”; circolare del Ministero dell’Industria n. 3487/C del 1 giugno 2000, contenente l’interpretazione da applicare alle vendite effettuate tramite commercio elettronico. Autorizzazione amministrativa : comunicazione al Comune nel quale si trova la sede legale dell’attività utilizzando l’apposito modello COM 6 BIS, reperibile presso i Comuni o le Associazioni di categoria; trascorsi 30 giorni dal ricevimento della

comunicazione da parte del Comune, sarà possibile iniziare l’attività (meccanismo del silenzio-assenso). Se ho già un’attività di commercio al dettaglio in sede fissa, devo effettuare la comunicazione? Sì; l’attività di commercio elettronico può essere effettuata dalla medesima Ditta/Società che conduce l’attività di commercio al dettaglio, ma occorre comunque la comunicazione, come se si aprisse un nuovo negozio. Sanzioni: da 2582 a 15493 Euro per la mancata comunicazione al Comune. Commercio con operatori professionali: per effettuare il commercio all’ingrosso, o comunque destinato solo ad operatori professionali, non occorre la comunicazione al Comune, ma solo l’iscrizione al Registro Imprese ed il possesso dei requisiti morali previsti dalla disciplina del commercio. L’operatore che intende vendere sia al dettaglio che all’ingrosso può utilizzare il medesimo sito, ma deve desti-


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nare aree distinte del sito per l’attività al dettaglio ed all’ingrosso, in modo che il potenziale acquirente possa distinguere chiaramente le zone del sito destinate alle due tipologie di vendita. Regole generali per le vendite a distanza al consumatore finale: Informazioni per il consumatore: nella presentazione dell’offerta devono essere fornite al consumatore informazioni chiare e comprensibili sull’identità del fornitore (di cui vanno indicati: ragione sociale, domicilio o sede legale, telefono, fax e indirizzo di posta elettronica, numero di partita Iva e di iscrizione al Registro imprese) e sulle caratteristiche essenziali del bene, sul prezzo e sulle spese di consegna, sulle modalità di pagamento e sul diritto di recesso (questa disposizione viene spesso soddisfatta, nella prassi corrente, con l’inserimento, nella pagina web nella quale l’acquirente conferma l’ordinazione, di un link che invia ad una pagina contenente di nuovo le condizioni contrattuali e le garanzie per i consumatori). Prima o al momento dell’esecuzione del contratto, le informazioni di cui sopra vanno confermate per iscritto; in questa fase il consumatore ha diritto di ottenere informazioni sulle condizioni e le modalità del diritto di recesso, nonché sulle garanzie commerciali esistenti ed i connessi servizi di assistenza. Successivamente all’inoltro dell’ordine da parte del consumatore, il venditore deve, per via telematica, inviare al consumatore ricevuta dell’ordine con-

tenente un riepilogo delle condizioni contrattuali, le informazioni essenziali sul bene acquistato, sul prezzo, sui mezzi di pagamento, sul recesso, sui costi di consegna e gli eventuali tributi applicabili. Modalità di esercizio del diritto di recesso, spese e rimborsi: l’acquirente può esercitare il diritto di recesso a mezzo raccomandata A.R entro 10 giorni dal ricevimento dei beni o dalla conclusione del contratto (in caso di fornitura di servizi), o a partire dalla data di adempimento degli obblighi informativi di cui al punto 1 da parte del fornitore, se successivo. Il termine sale a tre mesi, se il fornitore non ha adempiuto agli obblighi informativi. Le sole spese dovute per l’esercizio del diritto di recesso sono quelle di restituzione del bene, che va riconsegnato nei tempi previsti dal contratto, non inferiori a 10 giorni lavorativi dalla consegna del bene. Il fornitore è tenuto a rimborsare le somme versate dal consumatore come corrispettivo del bene entro 30 giorni. Esecuzione del contratto: il contratto concluso va eseguito entro 30 giorni dal giorno successivo a quello in cui il consumatore ha trasmesso l’ordinazione. Informazioni commerciali: le comunicazioni commerciali devono contenere una informativa che chiarisca in modo inequivocabile la natura commerciale della comunicazione e che indichi inoltre la ditta o società che effettua la comunicazione, le condizioni offerte laddove si tratti di una proposta promozionale e le condizio-

ni di partecipazione, laddove si promuova un concorso a premi; le comunicazioni commerciali non sollecitate devono contenere l’indicazione che il destinatario può opporsi al loro ricevimento in futuro. Contratti: sul sito http://www.unioncamere.it/clausole_contratti/ è possibile reperire un contratto tipo per la vendita di beni di consumo on-line, elaborato da Unioncamere. Tale modello viene incontro all’esigenza di sottoporre ai potenziali acquirenti un modello contrattuale chiaro e tale da garantire entrambe le parti. Licenza di Pubblica Sicurezza: è necessaria per chiunque voglia vendere oggetti preziosi via Internet. I commercianti di oggetti preziosi già in possesso della licenza di P.S. non devono richiedere una nuova licenza, qualora esercitino l’attività di commercio elettronico con la medesima ragione sociale con la quale svolgono la normale attività commerciale. Coloro che effettuano la sola intermediazione, senza inserirsi nell’attività di commercializzazione, (ad es. coloro che raccolgono le ordinazioni via Internet per poi mettere in contatto i clienti con le ditte fornitrici degli oggetti preziosi) non devono munirsi della licenza di P.S. ex art. 127 TULPS (commercio e fabbricazione oggetti preziosi) ma di quella ex art. 115 TULPS (agenti di affari e mediatori). (Circ. Min. Interno n. 559/C 1090812020 del 24.05.2000). * Direttore Federazione Orafi Campani


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Bilance mai dimenticare la verifica Capita a volte che gli operatori commerciali, presi dai mille impegni aziendali, si dimentichino di sottoporre alla verifica obbligatoria le bilance presenti in negozio. Si tratta invece di un obbligo tuttora presente nel nostro ordinamento; la legge infatti stabilisce che tutti gli strumenti di pesatura utilizzati nell’attività commerciale devono essere sottoposti a verificazione periodica. L’obbligo vale per tutte le tipologie di imprese e di strumenti; quindi, nel caso degli orafi, esso vale tanto per le bilance utilizzate per pesare gli oggetti in metallo quanto per quelle di precisione destinate alla pesatura delle pietre preziose. Vediamo in sintesi i punti principali della normativa: - Verifica bilance nuove: entro 60 giorni dalla loro prima utilizzazione; - Verifiche successive: ogni tre anni dalla data dell’ultima verifica. - Dove: La verifica è eseguita a cura della Camera di Commercio - Ufficio Metrico, alla quale si dovrà rivolgere

l’istanza per la verifica. La verifica può essere eseguita presso la Camera di Commercio (in questo caso l’esercente dovrà portare le bilance presso gli uffici della Camera) oppure presso l’esercizio del richiedente (in tal caso il richiedente dovrà effettuare un versamento a fronte della visita domiciliare, a beneficio della Camera di Commercio. La verifica può essere eseguita ance da laboratori accreditati dalle Camere di Commercio. - Esito della verifica: se l’esito è positivo, il personale della Camera di Commercio applicherà sulla bilancia una targhetta autoadesiva e non rimuovibile, indicante la scadenza della verificazione periodica. Se l’esito è negativo, lo strumento non potrà essere utilizzato per l’attività commerciale; contro il responso negativo si può proporre ricorso gerarchico al Segretario Generale della Camera di Commercio. Se il personale camerale dispone l’aggiustamento delle bilance, esse potranno essere detenute dall’esercente in attesa delle riparazioni, ma non

potranno essere utilizzate e dovranno essere sottoposte a nuova verificazione dopo che siano state riparate. - Altri obblighi: la verificazione deve inoltre essere richiesta dall’esercente ogni qualvolta vi siano riparazioni o modifiche agli strumenti che comportano la rimozione della targhetta apposta in sede di verifica. - Obblighi generali degli esercenti: gli esercenti sono tenuti: - a garantire il corretto funzionamento degli strumenti di pesatura, conservando tutta la relativa documentazione; - a mantenere integra la targhetta di verificazione periodica ed ogni altro sigillo presente sullo strumento; - a non utilizzare strumenti non conformi, o comunque difettosi. (MC)



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Sicurezza sul lavoro: come orientarsi di Marco Cantarella*

Il 16 maggio entrerà definitivamente in vigore, salvo ulteriori proroghe, il Decreto Legislativo 81/2008, che ha sostituito il decreto 626/94 sulla sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro. Questa scadenza ha suscitato molta preoccupazione tra le imprese, alimentata da voci allarmistiche circa nuovi e complessi adempimenti da attuare. In realtà, il Decreto 81/2008 ha confermato gli obblighi della 626, ai quali ci si doveva già adeguare da tempo, introducendo solo alcune novità su punti specifici. Comunque, la scadenza del 16 maggio può essere l’occasione per fare un checkup sulla sicurezza in azienda e verificare se si è in regola con tutti gli obblighi di legge. Vediamo quindi i punti della normativa più interessanti per le aziende commerciali, con le novità introdotte al D. 81/08, il quale si applica a tutte le

imprese ove vi sono, oltre al titolare, collaboratori con qualsiasi tipologia contrattuale. Quindi, tutti gli obblighi si applicano integralmente anche alle aziende con uno o due dipendenti. Valutazione dei rischi: Il datore di lavoro deve effettuare la valutazione dei rischi presenti in azienda ed individuare le misure di prevenzione e protezione dai rischi. Tale compito non è delegabile; anche se svolto da un tecnico di fiducia, il datore di lavoro ne porta comunque la responsabilità. Documento di valutazione dei rischi: contiene tutte le indicazioni relative ai criteri adottati per individuare i rischi, alle misure di prevenzione ed alla loro attuazione. Secondo la precedente norma, le aziende con meno di dieci dipendenti erano esonerate dalla redazione del documento, sostituito da un’autocertificazione attestante l’avvenuta valutazione dei rischi.

Ora il documento è obbligatorio per tutti, ma le aziende con meno di 10 dipendenti possono autocertificare la valutazione fino all’uscita del decreto ministeriale con le istruzioni per la redazione semplificata del documento. L’autocertificazione dovrà contenere i seguenti dati: generalità dell’azienda e del datore di lavoro, attività svolta, nominativo del responsabile del servizio di prevenzione, dichiarazione dell’avvenuta valutazione dei rischi e dell’individuazione delle misure preventive e di sicurezza. Il Decr. 81/2008 ha previsto che il documento deve avere data certa (annullo postale, registrazione pubblica, etc.). Inoltre, esso va integrato con altre valutazioni di rischi (rischio stress, presenza di stranieri non parlanti italiano, etc) introdotte dal decreto. Entrambi questi adempimenti vanno realizzati entro il 16 maggio.


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Servizio Prevenzione e protezione: Il datore di lavoro ha l’obbligo di istituire il servizio di prevenzione e protezione e designarne il responsabile e gli addetti. Il responsabile, che può essere lo stesso datore, deve frequentare un corso di formazione di 16 ore. Per chi lo ha già fatto, il decr. 81/2008 prevede un aggiornamento di 4 ore. Il servizio collabora con il datore di lavoro nell’individuazione e nella valutazione dei rischi e delle misure di prevenzione e protezione da attuare; provvede inoltre all’informazione ed alla formazione dei lavoratori sui rischi ed organizza la riunione periodica (obbligatoria solo nelle aziende con più di 15 dipendenti, con cadenza annuale) con i lavoratori sulla prevenzione e protezione. Il datore di lavoro che svolga direttamente tali compiti dovrà inviare agli organi di vigilanza comunicazione dell’avvenuta valutazione dei rischi e della redazione del documento o dell’autocertificazione, unitamente ad una dichiarazione attestante la capacità di svolgimento di tali compiti e l’attestazione di frequenza del corso di formazione. Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza: Il rappresentante è scelto dai lavoratori riuniti in assemblea e della sua elezione deve essere redatto un verbale sintetico, da conservarsi unitamente agli altri documenti riguardanti la sicurezza aziendale. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza dovrà essere consulta-

to dal datore di lavoro in occasione della valutazione dei rischi, della designazione del responsabile e degli addetti del servizio di prevenzione e riguardo alla formazione dei lavoratori. Egli può segnalare al datore di lavoro eventuali situazioni di rischio, anche per conto dei lavoratori e verifica l’applicazione elle misure di sicurezza. Il rappresentante dei lavoratori ha diritto a ricevere, a cura del datore di lavoro, una apposita formazione in materia di salute e sicurezza, della durata minima di 32 ore, e un aggiornamento periodico di 4 ore. L’attestazione di tale formazione deve essere conservata in azienda. Attenzione: il Decr. 81/2008 ha stabilito che il nominativo del rappresentante va comunicato all’INAIL entro il 16 maggio p.v. Informazione dei lavoratori : Il datore di lavoro ha inoltre l’obbligo di informare i lavoratori sui rischi e sulle misure di prevenzione, sulle procedure da adottare in caso di pericolo e sui rischi connessi alle proprie specifiche mansioni. Obblighi dei lavoratori: osservare le disposizioni impartite dal datore di lavoro in materia di sicurezza ed utilizzare correttamente le attrezzature ed i dispositivi di protezione forniti dal datore di lavoro, non utilizzare attrezzature o svolgere qualsiasi incarico se non autorizzati, non effettuare operazioni che possano mettere in pericolo altri lavoratori, cooperare con il datore di lavoro al mante-

nimento delle condizioni di sicurezza. Pr imo s occor so: occorre tenere a disposizione una dotazione minima di materiale per il primo soccorso o, nelle aziende con 5 o più dipendenti, una cassetta di pronto soccorso. È obbligatorio avere almeno un addetto al primo soccorso (datore o lavoratore) che abbia frequentato un corso di 8 ore. Ser vizio antincendio: almeno 1 addetto che abbia frequentato l’apposito corso di formazione (4 ore per le attività a basso rischio, come i negozi). Almeno 1 estintore ogni 100 mq. di superficie Medico competente: è previsto solo per le attività con obbligo della sorveglianza sanitaria. Nel caso dei laboratori orafi, tale obbligo è previsto per le lavorazioni che utilizzino, per operazioni di lucidatura, saldatura, fusione, etc., sostanze potenzialmente dannose quali cadmio, arsenico, mercurio, resine, solventi etc. Le attività commerciali in genere sono escluse dall’obbligo della sorveglianza sanitaria e non sono pertanto tenute alla nomina del medico competente. Si tenga però presente che gli addetti alla movimentazione di carichi superiori a 30 Kg. e gli operatori al videoterminale (esclusi i registratori di cassa) che utilizzano l’attrezzatura, in modo sistematico ed abituale, per almeno 20 ore settimanali, dedotte le pause di 15 minuti ogni 2 ore previste dalla legge, devono obbligatoriamente essere sottoposti a sorveglianza sanitaria. * Direttore Federazione Orafi Campani


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IL MONDO ORAFO IN UN DATABASE*

fiere | eventi | quotazioni | nuove collezioni * consorzi, scuole di design, associazioni di categoria, marchi


Liquidazione IVA per cassa possibile fino a 200 mila euro annui di Anna Lepre*

Diventa operativa una delle novità più interessanti previste dalla manovra finanziaria per il 2009. La liquidazione dell’Iva per cassa è realtà a tutti gli effetti grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze con il quale si dà attuazione all’art. 7 del decreto legislativo n. 185/2008. La norma prevedeva che, rivoluzionando l’assetto vigente, alcuni soggetti Iva potessero differire in determinate circostanze il pagamento dell’imposta fino al momento dell’incasso. La facoltà era concessa peraltro solo a soggetti il cui volume d’affari risultasse contenuto e aveva efficacia temporale limitata al periodo 20092011. L’intento era di venire incontro ai problemi di liquidità di operatori di piccola dimensione che, in un ciclo di pesante recessione, si sarebbero trovati a dover di fatto anticipare oneri fiscali per ricavi non ancora percepiti. L’operatività della inno-

vazione fiscale, tuttavia, è stata espressamente condizionata a una preventiva autorizzazione comunitaria e, appunto, a un decreto attuativo. La prima precondizione, pur essendo non necessaria secondo il parere di Assonime, è stata già acquisita. Con la pubblicazione del decreto, la liquidazione dell’Iva per cassa, oltre a ‘superare l’ultimo ostacolo’, trova anche una configurazione più precisa. Innanzitutto, da percorso sperimentale, diventa novità non più temporanea, essendo venuta meno, in sede di regolamentazione, la scadenza del 2011. Altro elemento fondamentale è il limite definito per il volume d’affari entro il quale poter esercitare la facoltà di rinviare il pagamento. Il tetto è stato fissato in 200 mila euro annui e si computa sulla base del giro d’affari realizzato nell’anno solare precedente. La possibilità di liquidazione Iva a incasso avvenuto si applica fino e non oltre

l’importo indicato. Per poter esercitare la facoltà, le relative fatture devono riportare espressamente l’annotazione che l’imposta inerente quella specifica cessione di bene o prestazione di servizio è a esigibilità differita. Tale vincolo si rende necessario per informare il destinatario che, a sua volta, il diritto a detrarre l’imposta a lui caricata è esercitabile soltanto dopo il pagamento concreto della fattura. La liquidazione per cassa dell’Iva è possibile soltanto allorché la cessione del bene o la prestazione del servizio siano effettuate nei confronti di soggetti che agiscano nell’esercizio di imprese, arti e professioni. Non si effettua, dunque, allorché destinatario della fattura sia un privato o anche un soggetto Iva il cui acquisto sia motivato da un fine privato e non dall’esercizio d’impresa. * Commercialista


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® “Noi, Voi, L’oro ” software gestionale per dettaglianti di Chiara Di Martino

“Noi, Voi, L’oro®” è il software che permette ai dettaglianti di uniformare i dati di gestione delle proprie attività, rendendo più semplice l’informatizzazione a livello locale e nazionale, ed è l’oggetto di una convenzione stipulata il 28 febbraio dalla Federdettaglianti presieduta da Nicola Curto con la società TECH S.r.l., che ha sviluppato l’applicazione. L’accordo ha come obiettivo quello di favorire l’integrazione delle informazioni di gestione aziendale consentendo agli associati di acquistare il software ad un prezzo molto più basso rispetto a quello di mercato (in alcune formule ridotto fino alla metà). Il programma “Noi, Voi, L’oro®” ha l’immediato vantaggio di ridurre il tempo impiegato nel monitorare e gestire il magazzino, nel tenere la contabilità e la gestione reddituale, senza tener conto degli enormi benefici legati alla maggiore facilità con cui possono essere adottate le decisioni fondamentali per la vita di una azienda orafa al dettaglio. L’utilità del software, tra l’altro, sta anche nella possibilità di implementare ulteriori funzionalità man mano che si presentano nuove esigenze: ultima in ordine di tempo, la possibilità - resa effettiva agli inizi di aprile - di inserire la colloca-

zione degli articoli all’interno del negozio, estremamente utile ai fini assicurativi. Molti associati hanno già in uso il software da diverso tempo e proprio la loro soddisfazione ha spinto Nicola Curto a dare il via alla collaborazione con la società produttrice. L’esigenza della convenzione è nata a seguito di un’analisi compiuta dalla Federazione che ha evidenziato la difficoltà di ricavare, dalle singole gestioni aziendali, dati ufficiali ed attendibili a livello nazionale sull’andamento del settore e, poi, nella fase successiva, quella di individuare soluzioni alle problematiche di volta in volta emerse. «Il mondo dell’informatica è una Torre di Babele - ha dichiarato Massimo Cicala, vicepresidente nazionale Federdettaglianti e presidente per la regione Liguria - ma il senso di una Federazione è anche quello di uniformare il “linguaggio” di un settore. Ci auguriamo che questo software - che io, da gioielliere, utilizzo già da anni - si diffonda e ci permetta di recuperare il gap informatico creatosi nell’ultimo decennio tra i dettaglianti e gli altri livelli della filiera». In base alla convenzione, ogni azienda ha la possibilità di scegliere la soluzione che maggiormente si adatta alle proprie esigen-

ze, potendo optare per la formula “Light”, che prevede la possibilità di utilizzare il software con la licenza d’uso NVL® completo, e comprende il pacchetto di installazione, il video corso, il tour interattivo e la guida in linea. In tal caso, con una somma aggiuntiva, è possibile accostare all’acquisto del programma anche un contratto di assistenza di 12 mesi, sempre ad un prezzo particolarmente vantaggioso. Un’altra formula consente l’acquisto, oltre che del software e di tutte le applicazioni collegate, anche di una serie di periferiche quali la stampante per etichette a codici a barre, il lettore barcode, il rotolo da 3000 Etichette 25x20 mm ed il nastro inchiostrato ribbon resin 110x74Mt. In questo pacchetto è incluso un anno di assistenza e di aggiornamenti. Infine, è possibile anche acquistare un pacchetto completo che include, oltre al software e alle periferiche, anche un personal computer. Per ulteriori informazioni è possibile contattare la segreteria di Federdettaglianti ai numeri 06 4404105 - 06 44251229 oppure all’indirizzo e-mail fndettorafi@fndettorafi.it, oppure la Tech s.r.l. ai numeri: 010 8358451 e 010 8354649, o visitando il sito www.techsrl.com, scrivere a TECH S.r.l. Lungo Bisagno Dalmazia, 71/10 16141 - Genova (GE) oppure inviare una e-mail all’indirizzo tech@techsrl.com


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Dai colori della Primavera

alla calda atmosfera dell’estate!

Conchiglie come scrigni di Elisabetta Bowinkel*

Dai toni primaverili si va incontro alle calde nuance estive. Gli aranci dei tramonti cocenti, i verdi e gli azzurri delle acque cristalline, il giallo abbagliante del sole, è su questi che incentreremo la nuova scenografia, carica di una felice atmosfera vacanziera. Fondamentali la sabbia, le conchiglie e le stelle marine, gli ingredienti giusti a cui abbinare le nuove collezioni di gioielli. Ma anche piccoli galleggianti di sughero, pezzi di reti e, perché no, l’umile pomice

che meglio di ogni altro elemento sa rendere una tale ambientazione. Innanzitutto una spolverata di sabbia, per sognare lunghe spiagge assolate e nastri, di altezze diverse, di colore blu oltremare per fare da sfondo ricordando il lieve movimento delle acque. Un lungo filo di perle bianche, invece, simulerà la schiuma delle onde che vanno a rompersi sulla battigia. Conchiglie, di varie fogge e dimensioni, sparse qua e là saranno originali scrigni dove posizio-

neremo bracciali a maglia morbida, lunghe collane e anelli, magari in turchese. I galleggianti potranno essere attraversati da sottili catene in oro o argento. Piccoli tronchi, rami in legno essiccato e preziosi rami di corallo rosso dai quali far pendere importanti orecchini, renderanno più realistica la nostra scenografia arricchita da discreti drappeggi di vecchie reti. * Visual Merchandiser


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