Preziosa n. 2

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febbraio | marzo 

BRAND

Carlo Palmiero. L’inno alla femminilità Sette diversi universi dove l’emozione è regina INCHIESTA

Una sfida dinamica per superare la crisi Parlano i principali esponenti del settore orafo DESIGN

Sigillo, Sistema Gioiello Lombardo Promuovere lo sviluppo e l’innovazione della filiera orafa OROLOGI

IWC Aquatimer 2009 Sulle tracce di Darwin


Muzzico 2

luce avvinta a scintille di mare per colorare i miei desideri

Muzzico Gioielli | Il TarĂŹ, mod. 045 Edificio Perla | Marcianise (CE) tel. 0823 513118 | www.muzzicogioielli.it

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Muzzico Gioielli




Lusso e fedeltà a difesa delle nostre produzioni Parliamo ancora di crisi! Ma questo lo sapevamo già, come sapevamo già del resto che ci saremmo ritrovati, in questi giorni, a confrontarci con le tante tesi, ricette e consigli per combattere questo particolare momento. A chi credere? Quale sirena seguire in questo mare in tempesta? Difficile dare un’indicazione. Il grande giornalista polacco Ryszard Kapuscinski affermava che le crisi scoppiano nel momento in cui il sistema non riesce a dare risposta. Citazione questa che trova, a mio avviso, una forte verità in questi giorni di grande incertezza. La sensazione che si avverte e che, a complicare un’evidente sofferenza economica è l’incertezza del momento, ma soprattutto la totale mancanza d’informazioni e indicazioni a breve e lungo termine. La conseguenza di ciò è sotto gli occhi di tutti: contrazione degli acquisti, blocco dei flussi finanziari, stagnazione della domanda. Ma quanto è vero tutto questo? La nostra ricetta è racchiusa nell’immagine di copertina: una doppia allegoria, lusso e fedeltà. Incontrando gli operatori, ma soprattutto leggendo i dati sul mondo della gioielleria italiana quello che emerge è che, la qualità, la classe e soprattutto l’artigianalità delle nostre produzioni hanno ancora fortissimo appeal sui mercati internazionali. La capacità dei nostri operatori deve però essere, quella di proporre il prodotto giusto al cliente giusto. Oggi quest’ultimo è sicuramente localizzato negli Emirati Arabi e nei paesi del golfo. Coltivare la fedeltà del cliente è invece il secondo suggerimento: un vero e proprio patrimonio aziendale che va tutelato e difeso. La ricetta è sempre la stessa: professionalità, cortesia ma soprattutto prodotto. Insomma tanto lusso e fedeltà per le nostre aziende orafe.


ÂŽ

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Diego & Riccardo Di Gennaro

D.G. preziosi sede: Via Grande Orefici, 1 - 80133 Napoli / tel. +39 081 200104 / fax +39 081 204335 il TarĂŹ: showroom 243/244 / tel. +39 0823 513011 / fax +39 0823 513013

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brand Carlo Palmiero. L’inno alla femminilità sette diversi universi dove l’emozione è regina

pag. 9

Ineguagliabili eleganze le rivoluzioni geometriche delle creazioni Favero

pag. 12

L’eccentricità della collezione Capri Magia un desiderio che non si può negare

pag. 14

Windiam, nell’universo dei diamanti un punto di riferimento per sette Paesi

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Annamaria Cammilli il prato in un gioiello

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Il lusso si fa etnico un viaggio tra i gioielli di Elisabeth Paradon

pag. 20

Ninetto Ter zano quando lo stile classico incontra l’innovazione

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Ferraris. Daisy, Ice, Novecento, Primavera, Silvana e Velvet la preziosità entra in circolo con un codice molto personale

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Il mondo di Maria Antonietta Mittoni una storia in ogni gioiello

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Smalti gemme e metalli preziosi ritraggono la bellezza degli animali un inno alla natura che si perpetua da secoli

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Designed by Gustavo Renna il fascino dell’unicità

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Vaid. L’intraprendenza di tre generazioni amanti del colore

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Gli originali gioielli di Giuliana di Franco

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La passione per le eccellenze le preziose montature della famiglia Di Gennaro

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Aurea Venus gioielli senza tempo

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Il Cammeo Gonzaga il viaggio lungo e affascinante di un capolavoro ellenistico

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Les joailliers de le roi et de la reine des deux Siciles le decorazioni e i gioielli di Gioacchino e Carolina Murat

pag. 46

Mirabilia Corallii dal 1996, “le vie del corallo” abitano Palazzo Vallelonga a Torre del Greco

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breaking news

brand

storia del gioiello

referenze fotografiche: si ringraziano tutti coloro che hanno gentilmente messo a disposizione il materiale iconografico L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate


esclusivisti per l’Italia di diamanti taglio russo

Windiam Italia: Centro Orafo “Il Tarì” mod. 156 Zona Asi Sud - 81025 Marcianise (CE) Tel. +39 0823513845 el./fax +39 0823513151 cristiano@windiam.net www.windiam.net

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Uffici nel mondo: Thailandia, Sud Africa, Anversa, Hong Kong, Londra, Bangkok, Russia, Congo Fiere: Il Tarì in mostra, Hong Kong International Jewellery Show, Londra, Inhorgenta


gemmologia www.preziosamagazine.com

Termodiffusione al Berillio le origini

pag. 50

bimestrale a distribuzione gratuita FEBBRAIO / MARZO 2009 / n. 2 Reg. Tribunale di Napoli n. 77 del 01/10/2008

La Normativa u.n.i. per il diamante tagliato: il peso e le misure

pag. 52

Vero o falso? Il riconoscimento degli oggetti d’argento d’epoca

pag. 53

FIRST 2009 si è conclusa la rassegna invernale di VicenzaOro

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Il presente e il passato sono entrambi nel futuro ed il futuro è contenuto nel passato intervista a Dino Menarin, Presidente della Fiera di Vicenza

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Una sfida dinamica per superare la crisi parlano i principali esponenti del settore orafo

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La mostra “Una Joya para la Reina”

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Il programma P.L.A.I.T.

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Un’approfondita ricerca storica intervista all’Assessora all’Artigianato e Turismo della Provincia di Napoli, Giovanna Martano

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Napoli e Madrid unite nella tradizione intervista all’Ambasciatore italiano in Spagna, Pasquale Terracciano

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Sigillo, Sistema Gioiello Lombardo promuovere lo sviluppo e l’innovazione della filiera orafa

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I gioielli del Borgo Orefici incontrano i gioielli della terra

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PANERAI Luminor 1950 8 Days GMT

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Ferrì Collection gli orologi che fanno il giro del mondo

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Sulle tracce di Darwin IWC Aquatimer 2009

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Ospiti esclusivi di IWC Schaffhausen. IWC Aquatimer 2009

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Vacheron Constantin 250 anni di virtuosismo orologiero consacrati in una straordinaria trilogia

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Il lavoro occasionale accessorio una nuova opportunità per le imprese commerciali

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Spese di rappresentanza, operative le nuove regole

pag. 91

Lo statuto del contribuente, uno strumento fondamentale per la tutela dei diritti dell’imprenditore

pag. 92

Un credito d’imposta per migliorare la sicurezza

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Piccoli bouquet per la vetrina di Primavera

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iscrizione al ROC n. 17658 del 10 ottobre 2008 Golden Agency srl via Generale Orsini, 40 80132 Napoli Giovanni Micera direttore@preziosamagazine.com

Maria Rosaria Petito petito@preziosamagazine.com

Nunzia Arillo Martino Belmanto Elisabetta Bowinkel Marco Cantarella Nicoletta D’Arbitrio Ziviello Mario Didone Chiara Di Martino Luigi Esposito Giovanni Lepre Federica Longobardi Maurizio Mandile Maria Rosaria Petito Ilaria Romano Mariadomenica Santamaria Alberto Scarani Lucia Eleonora Venino Luigi Esposito grafici@preziosamagazine.com

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rubrica


Carlo Palmiero

Gioielli nati da un esuberante estro creativo dove si esplorano forme eleganti e sconosciute Fire collection: Anello in oro rosa, diamanti bianchi, diamanti neri e zaffiri sfumati


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L’inno alla femminilità sette diversi universi dove l’emozione è regina di Federica Longobardi

Quello di Carlo Palmiero è un percorso creativo che si fa portavoce di un gusto nuovo con un personale senso delle forme. La genialità che riecheggia nei suoi accostamenti cromatici e nei suoi importanti volumi è sostenuta da una sperimentazione estetica dove un reale inatteso prende vita. Sono sculture ammirevoli mosse da un impalpabile movimento dall’andamento lento, perpetuo. Dal suo talento sgorga pura ispirazione, incontaminata musica fatta di luce e di colore che, distaccandosi dal comune, si traduce in gioielli bellissimi sospesi tra giochi ottici e morbide volute, bagliori ed ombre. La purezza materica dei diamanti bianchi e colorati, delle perle e delle

A tribute to femininity. Seven different worlds where emotion reigns supreme Carlo Palmiero’s jewelry is the result of a creative process that reveals his innovative artistic taste, with a highly personal sense of form. The virtuosity that resounds from his color combinations and the striking dimensions of his pieces is supported by true aesthetic experimentation where “unexpected reality” comes to life. His jewels are magnificent sculptures with a barely perceptible sense of delicate movement that give each piece a timeless quality. Pure inspiration and music, bursting with light and color, are unleashed by his talent which creates magnificent and original pieces of jewelry with a dazzling combination of optical effects, soft spirals, light and shadow. He uses pure materials of the highest quality such as white and colored diamonds, pearls, precious stones, white, red and yellow gold which merge, burn, breathe and enchant in fantastic shapes that clearly reveal Palmiero’s imaginative and masterful technique. Each of his creations are refined examples of the jewe-

Black, Kandinsky - Art collection: Anello in oro bianco, diamanti colorati e zaffiri colorati


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ler’s art which would most jewelers would not even dream of achieving. His pieces include rings, pendants and earrings which are divided into 7 different collections: fuoco (fire), piume (feathers), arabeschi (arabesques), merletti (lace), fiori (flowers), arte (art) and optical. They represent seven different worlds where Palmiero’s artistic taste and sensibility are clearly expressed, where emotion reigns supreme, and where the most exquisite and unusual forms of elegance are explored. Where each jewel is a piece of sheer poetry, a tribute to femininity.

Palmiero Carlo srl 15048 Valenza (AL) Via dell’Industria, 1 ph. +39 0131 952769 fax +39 0131 951365 web www.palmierogioielli.com

gemme, dell’oro rosso, bianco o giallo si intesse, brucia, soffia, incanta con una fantasia arricchita da intuito e maestria. Ogni sua creatura risponde a pregiati canoni di raffinatezza che tratteggiano ciò che ad altri apparirebbe irrealizzabile. Sono anelli, ciondoli e orecchini ritratti in sette diverse collezioni: fuoco, piume, arabeschi, merletti, fiori, arte ed optical. Sette diversi universi dove si esprime limpidamente la sensibilità artistica di Palmiero, dove l’emozione è regina, dove si esplorano le eleganze più squisite e sconosciute. Dove ogni suo gioiello è una poesia, è un inno alla femminilità.

Arabesque collection Orecchini e anello in oro bianco e diamanti bianchi


iamo Valore ai tuoi Valori Federazione Nazionale Dettaglianti Orafi Gioiellieri Argentieri Orologiai

La Federazione Nazionale Dettaglianti Orafi Gioiellieri Argentieri Orologiai da più di 50 anni opera in Italia a favore del settore orafo. Attraverso 70 associazioni locali promuove inizitive a tutela degli oltre 8.000 soci, organizza corsi e convegni su temi di attualità, offre la possibilità di partecipare alle più importanti manifestazioni fieristiche del settore a condizioni vantaggiose, stipula convenzioni con grandi aziende a livello nazionale e tiene costantemente informati gli associati sulle più recenti disposizioni di legge in materia facendosi promotrice di innumerevoli iniziative nell’interesse di tutto il settore orafo italiano.

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Ineguagliabili Eleganze

le rivoluzioni geometriche delle creazioni Favero di Martino Belmanto

Quando linee audaci si proiettano in equilibri sorprendentemente insoliti il gioiello diventa un oggetto raro, un’opera in movimento che respira una non convenzionalità. Sono evoluzioni dal gran temperamento, asimmetrie gradevoli piene di vita, eleganze ineguagliabili dove castoni decentrati, raggiere abbaglianti, ramificazioni preziose creano nuove consorterie enfatizzando una artigianalità fatta di tecniche antiche e avveniristiche. Rivoluzioni geometriche che si completano in un originale contrasto di luminosità e volumi. In questa nuova dimensione si plasmano anelli, bracciali, pendenti, collier che non contemplano la monotonia trovando

limpida ispirazione nella semplicità e nella sobrietà della natura. Sono legami dinamici tra pietre preziosissime e oro bianco e rosa accostati con la scioltezza che solo le cose belle possiedono. Finanche gli oggetti da scrittura perdono la loro prevedibilità facendosi rarità, piccoli capolavori personalizzati da zaffiri e rubini o costellati di diamanti per richiamare alla memoria l’incanto di una notte stellata. I gioielli Favero sono questo, un universo che brilla di luce propria che fa dei giochi di ombre l’esaltazione dello sfolgorio tra riverberi multicolori. Creazioni destinate a donne volitive che amano inebriarsi di emozioni sublimi ed irripetibili.

Amor Sacro (limted edition I/III) Acquamarina ovale e diamanti taglio brillante in oro bianco 18 carati Amor Profano (limited edition I/V) Tormalina rosa e diamanti taglio a brillante in oro bianco 18 carati

Faverso spa 36061 Bassano del Grappa (VI) Via Bricito, 16 ph. +39 0424 220016 fax +39 0424 529987 web www.faverojewels.com


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The revolutionary geometric design of Favero creations: matchless elegance When audacious lines are projected in strikingly original equilibria, a piece of jewelry becomes a precious and rare object, a constantly flowing work which has an unconventional quality. These creations possess great character and their attractive asymmetries overflow with life. Their matchless elegance features offset mountings, dazzling sunbursts and precious ramifications which create new combinations in a stunning blend of traditional and futuristic craftsmanship. The revolutionary geometric designs are completed by original juxtaposition of light and volume. Rings, bracelets, pendants, and chokers are fashioned within this new dimension. They never

Collezione Calla: collier e anelli in oro bianco con diamanti taglio a brillante rotondo

risk becoming monotonous, obtaining their inspiration from the simplicity and sobriety of nature. They represent dynamic links between extremely precious gemstones and white and pink gold which are matched with a naturalness that only beautiful things possess. Even writing instruments lose their predictable appearance and become small masterpieces personalized by sapphires and rubies or studded with diamonds to evoke the magic of a beautiful starry night. Favero jewels represent a universe which shines with its own light, where tricks of shadow exalt a blaze of light among multicolored reflections. These creations are designed for strong-willed women who enjoy the exhilaration of sublime and unique emotions.


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brand

L’eccentricità della collezione Capri Magia un desiderio che non si può negare di Maria Rosaria Petito

Una stupefacente varietà di amuleti riccamente originali dall’allure tutta caprese

Capri è una storia infinita di passioni e memorie che si intrecciano tra vicoli e case imbiancate, precipizi e reti stese al sole ad asciugare. È un’isola che ha rubato l’azzurro più vivo del cielo per colorare la sua splendida grotta, le profondità del mare ed una piccola lucertola che ha trovato nei faraglioni il suo habitat ideale. È un luogo di leggende che, dopo poeti e pittori, non poteva non ispirare anche gli artigiani orafi valenzani che hanno creato cinque inusuali linee di gioielli, colorati e divertenti, che sorprendono per l’audace accostamento di figure insolite, quasi infanti-

li, alla rara preziosità dell’oro bianco e rosa, degli zaffiri, dei diamanti, degli smalti e delle madreperle: pura arte in tutte le sue estensioni. Sono eccellenze orafe, nelle quali traspare sapienza di gesti e grande cura dal rigore tutto artigianale, che si esprimono attraverso una stupefacente varietà di amuleti riccamente originali dall’allure tutta caprese, appunto, che fanno dell’allegria e del lusso il loro tratto distintivo, raccontando a tinte forti la eccentricità e la unicité che si respirano nella piazzetta più nota al mondo. La collezione Capri Magia è un irresistibile desiderio che non si può negare, è un

capriccioso charm che risplende nelle vetrine della gioielleria Virginia, a Capri, da sempre punto di riferimento del made in Italy per personalità e star. Principi ranocchi, tintinnanti campanelle, snodate lucertole, panciuti pesciolini e apotropaici cornetti diventano, così, oggetti di chiaro valore, una strabiliante sintesi di creatività e classe dal gusto decorativo decisamente eclettico. Perché quando un gioiello accende il sorriso è sicuramente un gioiello della Capri Magia: bizzarri orecchini, bracciali, collane ed anelli da indossare sempre, con fresca e disinvolta malizia.


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Capri Magia srl Via Australia, 23 00144 Roma ph. +39 06 54221870 fax +39 06 5911658 web www.caprimagia.com

The eccentricity of the Capri Magia collection. An irresistible desire Capri, a never-ending story of passions and memories that mingle in tiny streets and whitewashed houses, sheer cliffs and fishing nets drying in the sun. The most intense blue of the sky has been stolen by the island to paint its splendid grotta, the deep sea and a small lizard which has found its ideal environment in the rocks of the “Faraglioni”. It is a legendary place where not only painters and poets have found their inspiration, but also the goldsmiths of Valenza. They have created five exceptional lines of jewelry, full of fun and color, which are particularly striking due to the daring combination of unusual, almost childlike figures and the preciousness of white and pink gold, sapphires, diamonds, enamels and mother-of-pearl: pure art, in every sense. The expertise, attention to detail, and craftsmanship of these master goldsmiths shine through in their creations. These excellent craftsmen express themselves through an astonishing variety of original amulets, whose distinctive characters are pleasure and luxury, synonymous with

the allure of Capri, evoking the same feelings of eccentricity and uniqueness that can be experienced in the most famous “piazzetta” in the world. The Capri Magia collection is an irresistible desire, a capricious charm that glitters in the windows of the Virginia jeweler’s in Capri, which has always been an historical landmark of Italian craftsmanship for leading personalities and stars. Frog princes, jingling bells, twisting lizards, round fishes and little horns to ward off evil all become pieces of great value, an amazing blend of creativity and style, with a decidedly eclectic decorative taste. When a piece of jewelry inspires a smile, you can be sure it is a jewel from the Capri Magia collection: bizarre earrings, bracelets, necklaces and rings to wear on any occasion with knowing nonchalance.


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Windiam, nell’universo dei diamanti un punto di riferimento per sette Paesi Un mercato equo che scaturisce dall’alleanza con altre apprezzabili società al fine di garantire una regolare distribuzione del prodotto grezzo

Carbonio purissimo, millenario che, per la sua impareggiabile luce e durezza, è da sempre considerato il re delle gemme: il diamante. È questo l’universo della Windiam, nato nel 1991 e consolidato poi nel 1997 da una passione che in circa dieci anni di attività è divenuta punto di riferimento nella lavorazione e vendita di diamanti naturali posizionando il suo brand in ben 7 diversi Paesi nel mondo. Una pole position ottenuta grazie alla professionalità ed all’esperienza di Gon Raz e Alex Jaffe, direttori rispettivamente dei settori polished e rough, e di un affiatatissimo team di oltre 100 persone impegnate in tutto il mondo. La Windiam tratta esclusivamente pietre preziose selezionate nei principali paesi produttori: Africa Occidentale, Sud Africa, Africa Centrale, RD Congo,

Guinea, Sierra Leone, Ghana, Angola e Russia, ed è presente in tutte le più importanti fiere per esprimere una filosofia molto personale che fa del lavoro un’occasione di piacere. Il suo è un mercato equo che scaturisce dall’alleanza con altre apprezzabili società al fine di garantire una regolare distribuzione del prodotto grezzo. La via del diamante coincide indubitabilmente con la via della Windiam, dove ogni discussione, ogni idea, ogni suggerimento porta ad affinare lì dove ce ne fosse ancora bisogno. I referenti per la Campania sono i fratelli Cristiano e Barbara Oppo, presso il centro orafo Il Tarì, a Marcianise, la cui professionalità è in piena sintonia con la capacità dimostrata da tutto il gruppo Windiam nel resto del mondo. (MRP)

A thousand years old extra pure carbon, that for its faultless and hardness has been always considered the king of gems: the diamond. This is the Windiam universe born in 1991 and strengthened in 1997 thanks to a passion that has become, in ten years of activity, a reference point for the working and sale of natural diamonds, placing its brand in four different countries in the world. A pole position obtained thanks to the professionalism and experience of Gon Raz and Alex Jaffe, directors of polished and rough sectors respectively, with a well together working team of hundred employees in the world. The Windiam Company deals only in precious stones selected directly in the main producing countries such as: Western Africa, South Africa, Central Africa, RD Congo, Guinea, Sierra Leon, Ghana, Angola and Russia. Windiam also attends the most important Expositions of the sector in order to express a personal idea to make a work a pleasant moment. Its market is fair coming from the partnership with other appreciable companies in order to guarantee a regular distribution of the row material. The diamond route is inevitably connected with the Windiam one, where each argument, idea, suggestion brings to refine what is still necessary. The referents for Campania Region are Cristiano and Barbara Oppo brothers, by the TARI’ Goldsmith Centre at Marcianise, whose professionalism is in complete tune with the ability demonstrated by the Windiam group in the world.



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il Prato in un Gioiello

Annamaria Cammilli

Annamaria Cammilli Gioielli srl 50012 Bagno a Ripoli (FI) Via del Fornaccio, 46 ph. +39 055 696276 fax +39 055 696277 web www.annamariacammilli.com

Collezione Mirage


Collezione Provence: Bracciale e anello in oro arancio e diamanti

Preziosi che incantano come un dipinto

A meadow in every piece of jewelry. Captivating precious stones and gems that resemble a painting.

Roberto Rossellini sosteneva che la realtà è davanti a noi e tutto dipende da chi guarda e come guarda. Annamaria Cammilli è forse il più limpido esempio di chi sa cogliere il poco, il particolare per raffigurare come in un dipinto la natura in ogni suo capriccio, nelle sue mille forme, nei colori e negli intrecci appena sfiorati dal sole. I suoi gioielli sono il ricordo di un pigro e minuzioso viaggio alla scoperta di una lussureggiante boscaglia dove la rugiada imperla la morbidezza di fragili corolle che si fanno anelli, pendenti, orecchini, ora sofisticati ora genuini come un cesto di primule. Dettagli. Sono dettagli che raccontano di un prato infinito, di colori pastello, di rose selvatiche e di austere calle. Sono diamanti le minute gocce di brina

che si posano luminosissime sull’oro bianco, giallo o il singolare arancio che si avvolge e si ritorce per farsi vivo, vero e profumato come una magnolia o più stilizzato e morbidissimo come un gorgo d’acqua limpida. Sono orli frastagliati di trifoglio a posarsi sull’anello squadrato o a digradare nel pendente che fa dell’accostamento cromatico del metallo un sublime gioco di luce. E ancora, spighe più eleganti di una mantide, gallerie di oro porose come pomice corrosa dalla risacca, grovigli di metallo prezioso affini a nidi di aironi dove si custodiscono le colorate trasparenze delle gemme. È un inesauribile freschissimo e frizzante mondo, prezioso e singolare che si fa gioiello, bellezza da indossare, raffinatezza da ostentare in nome di uno stile apprezzatissimo in Italia come in Asia. (MRP)

Roberto Rossellini argued that reality is right in front of us and everything depends on who is looking and how they look. Annamaria Cammilli is possibly the purest example of a designer who is able to grasp the indispensable, the tiniest detail, to depict, as if in a painting, the beauty of nature in its every whim, its thousands shapes and colors and in the couplings gently kissed by the sun. Her jewels are the memory of a lazy and painstaking journey in search of lush woodland where dew covers the fragile flowers that turn into rings, pendants and earrings which are as sophisticated and authentic as a basket of primroses. These are details which depict the pastel tints of an endless meadow with wild roses and austere arum lilies. The minute drops of dew are sparkling diamonds which repose on the white, yellow or extraordinary orange gold which winds and twists into life, as real and scented as a magnolia or more stylized and delicate like a whirlpool of clear water. They are jagged edges of clover resting on a square ring or descend in pendants where white and orange gold form sublime tricks of the light. There are also ears of wheat more elegant than a mantis, galleries of porous gold like pumice worn down by the surf, tangles of precious metal like the nests of storks which guard the colorful transparent effects of gems. It is an endlessly fresh and sparkling world, as precious and unique as a jewel, beauty ready to be worn, sophistication to show off in the name of a style which has numerous admirers in Italy and Asia.


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brand

Il lusso si fa etnico

un viaggio tra i gioielli di Elisabeth Paradon di Federica Longobardi

Belle come antichi tappeti Kashan impreziosite da minuscole irregolarità e da una complessa tramatura. Profumi di memorie lontane portate dal vento ed annodate dall’esuberanza creativa di una donna che ha saputo fare del gioiello l’anello di congiunzione tra i mille orizzonti del Mediterraneo. Distanti dalle sterili uniformità minimaliste, le creazioni di Elisabeth Paradon -creatrice della linea Ziio Designer Jewellery-, si spingono oltre in un viaggio mai interrotto, magicamente sospeso tra culture, storie e tradizioni in un seducente succedersi di antico e moderno. Intrecci vaporosi ed eccentrici che rac-

contano di un’anima dalle mille sfaccettature attraverso un lessico molto personale, che sussurrano storie infinite e misteriose. Gioielli che mutano, si trasformano, si reinventano attraverso policromie versatili e volumi impegnativi per un etnico che, eccentricamente, disdegna le materie umili privilegiando ametiste, rubini, quarzo fumé, onice, vetri di murano, zirconia, corallo e madreperla intervallati da grani di argento bianco o dorato. Miriadi di gemme per queste espressioni artistiche che hanno rubato alle spezie inebrianti, alla femminilità di schiave e regine, al fascino delle oasi e dei deserti assolati le loro meraviglie. L’incredibile maestria degli

Profumi di memorie lontane portate dal vento ed annodate dall’esuberanza creativa di una donna che ha saputo fare del gioiello l’anello di congiunzione tra i mille orizzonti del Mediterraneo


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artigiani è testimoniata dalle straordinarie fogge e nuances che danno vita a bracciali, collane ed orecchini elaboratissimi nella loro unicità. Ricchi ornamenti che abbandonano le originarie indecifrabili lingue per farsi declinazione di un glamour e di una eleganza molto raffinati. Ziio Via del Popolo, 1/a 55012 Capannori (LU) ph. +39 0583 584825 fax +39 0583 1900013 web www.ziio.eu

Luxury becomes ethnic. A trip among jewels by Elisabeth Paradon Enchanting like old Kashan carpets, enriched by small unevenness and a complex weft. Fragrances of ancient memories carried by the wind, knotted by the exciting creativity of a woman able to make a ring the jewel able to connect thousand Mediterranean horizons. So far from the minimal impersonal style, the creations by Elisabeth Paradon - author of Ziio Designer Jewellery line - go beyond the reality in a never ending trip but weirdly suspended among cultures, history and traditions in a seducing sequence of ancient and modern. Filmy and odds braids speaking about a soul with thousand facets trough a very personal language, telling mysterious and endless stories. Jewels able to change, to transform, reinventing trough versatile polychromy and binding volumes for an ethnic style that, with eccentricity, designs the simple materials preferring amethyst, ruby, fumé quartz, onyx, Murano’s glass, zircon, coral and nacre alternated by white or golden silver grains.

Myriad of gems for these artistic expressions stolen their enchantment to stirring spices, to the femininity of slaves and queens, to the oasis allure and of the sunny desert. The incredible ability of the handy-crafts to enhance the brilliant nuances in a creation of bracelets, necklaces and earrings making unique precious objects. Luxury decorations rich of incomprehensible languages in order to be a declension of refined elegance and glamour.


ANTWERP

BANGKOK

MUMBAI

NAPOLI

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Saremo presenti alle seguenti manifestazioni:

First Vicenza 11-18 gennaio 2009 SiciliaOro Taormina 17-20 aprile 2009

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ufficio del TarĂŹ: tel. 0823 517220 - 0823 837635 fax 0823 837637 e-mail: info@emotions.it

PAOLO MINIERI

s.a.s.


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brand

Ninetto Terzano

quando lo stile classico incontra l’innovazione di Mariadomenica Santamaria

Originalità, selezione di materiali e scrupolosità nella lavorazione tutta artigianale. Una passione per la gioielleria che si tramanda di padre in figlio da ottanta anni Sempre nuovi eppure classici, gioielli di alta qualità caratterizzati da dinamismo e costante ricerca di stile. Originalità, selezione di materiali e scrupolosità nella lavorazione, esclusivamente artigianale, è ciò che ritroviamo in ogni sua linea. Ecco nascere M’ama non M’ama, la collezione in oro e pietre preziose. Di particolare rilievo le incassature che valorizza-

no le preziose gemme in tutta la loro luminosità e intensità. Il nuovo design di un fiore sbocciato delinea il romantico anello dove i petali, tempestati di pietre, ricordano il gioco dell’amore. Dedicato ad ogni donna che vuole stupire con un tocco di floreale femminilità. Dai colori più accesi e sbarazzini la stessa linea realizzata con la tecnica dello smalto. La pietra centrale, accompagnata da altre più piccole, incontra i petali variopinti in un’insolita armonia, la stessa ritrovata in ogni creazione Terzano. La passione per la gioielleria, tramandata di padre in figlio nell’arco di 80 anni, è giunta ai nostri giorni sperimentando sempre nuove tecniche, fino ad ampliare la sua produzione con la linea Nite. Gioielli attuali, facilmente indossabili,

Collezione M’ama non M’ama: anelli in oro rosa o giallo con pietre colorate preziose e semipreziose


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adatti ad ogni occasione, capaci di intercettare le tendenze del momento senza rinunciare alla loro natura preziosa. Oro, brillanti, pietre preziose, ma anche materiali inconsueti e poco conosciuti: un mix di elementi da cui nascono accessori innovativi e attenti al dettaglio. Come nella collezione Puzzle, simbolo di Nite, rappresentata da forme originali e moderne. Le stesse da cui nascono

simpatici orecchini, ciondoli abbinabili e bracciali. Un gioco di tessere in grado di combaciare alla perfezione con il proprio mondo. Per eterni romantici che cercano l’anima gemella, preziosi incastri di oro e brillanti sembrano cercarsi volutamente come frammenti di vite disgiunte che, magicamente, trovano nella loro diversità un’unione perfetta.

Ninetto Terzano; when a classic style meets innovation.

The jewellery passion, handed down from father to son in 80 years long, arriving today trough a new technique tests in order to develop their production until the Nite line. Modern jewels easy to wear and suitable in any moment of the day, able to detect the fashion trends, without renouncing the precious nature. Gold, diamonds, precious stones but also unusual and unknown materials in a mix of elements making modern accessories with attention to details. As the Puzzle collection, symbol of Nite, represented by original and modern forms. The same from where funny hearings come, as well as pendants coupled with bracelets. A game to weave able to combine perfectly oneself inner world. For romantic outsiders looking for a twin soul, precious groove of gold and diamonds that seems to be in search of each other, like screw fragments that weirdly find in their difference a perfect union.

High quality jewels with a non-stopping research peculiarity, meaning of dynamism in a new but classic style. Originality, material selection and a scrupulous handmade work in each of his lines. So M’ama non M’ama is born, a gold and precious stones collection, with relevant settings to enhance the precious gems in all their brightness and intensity. The new design of flower’s bloom underlining a romantic ring where petals studded by stones, remember the love game. Dedicated to the woman who wanted to amaze with a floral and feminine touch. The same line has been realized in enamelled technique with bright, free and easy colours. The central stone, together with the smaller ones, meets coloured petals in a rare harmony, the same you can find in all Terzano creations.

Terzano F.lli s.r.l. viale Dante, 10 15048 Valenza (AL) ph. +39 0131 942174 fax +39 0131 952089 web www.ninettoterzano.it

Nite - Collezione Puzzle: ciondoli in oro rosa, bianco o giallo e brillanti


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brand

Daisy, Ice, Novecento, Primavera, Silvana e Velvet la preziosità entra in circolo con un codice molto personale di Martino Belmanto

Come nell’arte dell’enterlacement i gioielli Ferraris, nella loro complessa totalità, sanno evidenziare ogni particolare. È quasi un lavoro di squadra dove tutti gli elementi contribuiscono alla realizzazione di un incantevole capolavoro. Sono il frutto di un personale codice espressivo in cui i diamanti cedono il passo facendosi complici del pavoneggiamento di imponenti gemme che, sfaccettatissime, dilatano il loro sfavillio in nuance che sembrano rubare i colori del mare, delle sabbie, dei fiori facendosi protagoniste assolute lì dove non se ne incontrano di più piccole, affiancate tanto strettamente da formare un full pavé. Gioielli importanti, vistosamente sobri, dove il metallo non è più naturale sostegno ma si

fa ricamo, ramificazione di piante rare, intreccio morbido e intricato, danzanti tentacoli di piovra. È l’unicità di uno stile che accomuna le sei collezioni, Daisy, Ice, Novecento, Primavera, Silvana e Velvet tutte diverse per struttura e godimento estetico, al di là della preziosità che entra in gioco. E così grandi perle, candide o ambrate, svettano nel mezzo di corolle i cui petali di puri diamanti sembrano verosimilmente smossi da una delicata brezza; pietre rare sormontano viluppi d’oro ed enfatizzando l’eleganza con delicati contrasti cromatici; la regalità di pregevolezze si

Giovanni Ferraris Via Prevignano, 26 15046 San Salvatore Monferrato (AL) ph. +39 0131 233075 web www.ferraris.it


insegue in un gioco ininterrotto di serpentine e spire, di arabeschi sottili ed impalpabili; un brio di note e trasparenze colorate echeggia rallegrato dalla provocante giocosità cromatica di gocce di pioggia d’altri mondi. Ed infine, la particolare texture di una maglia rigida per anelli che nei bracciali si snoda per fasciare il polso come sottile velluto, appunto, con inserti di pietre nere e diamanti che creano una felice armonia librante come note sfuggite ad uno spartito. Quelle di Ferraris sono idee che proiettano una non comune plasticità di forme e geometrie tanto personali e tanto ravvisabili, symbol di una sofisticata femminilità.

Daisy, Ice, Novecento, Primavera, Silvana and Velvet. Preciousness becomes part of a highly personal code

Collezione Novecento

As in the art of interlacement, Ferraris’ jewelry highlights every detail. It is rather like an example of team work where each element contributes to create a captivating masterpiece. They are the result of a personal expressive code in which diamonds give way to other elements, becoming accomplices to the vanity of multifaceted majestic gemstones that transform their sparkle into nuances that seem to steal the colors of the sea, the sand and the flowers. The gemstones are the undisputed protagonists - there are no smaller ones - and are set so closely together that they form a full pavé. They are superb pieces, with an ostentatious sobriety, where metal is no longer a natural support but becomes a sort of embroidery, a ramification of rare plants, a delicate and intricate web, or dancing octopus tentacles. This is what represents the uniqueness of a style that embrace the six collections Daisy, Ice, Novecento, Primavera, Silvana and

Velvet, all of which differ in terms of structure and appearance, quite apart from the precious nature of the materials. Large snow-white or amber pearls soar amidst flowers whose petals of pure diamonds seem to be blown by a delicate breeze. Precious stones and gems rise above gold lacework and emphasize the elegance with delicate color contrasts. The regal elegance of the pieces continues in an endless play of coils and spires, subtle impalpable arabesques. A sparkle of notes and colorful transparent effects resound with joy created by the provocatively colorful playfulness of drops of rain from other worlds. Last but not least, the special texture of a rigid link for chains which, in the bracelets, uncoils to wrap round the wrist like thin velvet, with inserts of black stones and diamonds that create a joyful hovering harmony like notes that have escaped from a musical score. Ferraris’ creations are ideas which project highly original plastic forms and geometries that are both personal and recognizable, the symbol of sophisticated femininity.


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Palumbo astuccificio

Import e Export Astucci e contenitori vari per gioielleria Viale delle Olimpiadi, 22 - 95126 Catania tel. +39 095 492724 fax +39 095 7128069 email: astpal@tiscali.it - astuccificio.palumbo@virgilio.it

www.palumbog.com


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una storia in ogni gioiello

brand

Il mondo di Maria Antonietta Mittoni

Mai come nei gioielli di Maria Antonietta Mittoni culture e mondi lontani si intrecciano in un originale sposalizio materico. La magnificenza dell’aquila reale, l’immaginario mondo delle fiabe, la policromia delle murrine veneziane, la tenerezza dei cuccioli, la ferocia felina, la tribalità degli amuleti si sfiorano in uno speciale legame con la natura e le sue creature. Ogni gioiello racconta una sua storia, porta l’impronta di una vera artista che

ama sperimentare, che sa mutare miti, leggende e credenze in cose belle e preziose. I colori dialogano con le forme in un percorso innovativo dove lo stile non conosce confini. Sono la sintesi di una sfrenata fantasia, di una indole avventurosa ed eclettica che fa della terra la sua musa ispiratrice.


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Cuoio, pietre dure, corallo, corno sono solo alcune delle materie che plasma e forgia riuscendo ad impregnare anche gli elementi più umili di un valore atipico che travalica la rarità. Squisitamente divertenti ed originali i suoi ciondoli, le sue catene, i suo anelli si arricchiscono di fisionomie sempre nuove oltrepassando il più comune concetto di bello. Forme classiche che perdono la loro identità per mutarsi in piccole opere d’arte che profumano di esotico e di innocenza, di unico e di chic. La Mittoni sa rendere inconsueta e frivola finanche una penna mimetizzandola con l’imperfetta striatura del bianco e nero delle zebre o maculandola con le tonalità più calde del manto di un ghepardo. Audacia e raffinato senso del gusto guidano la sua mano in un galoppo irreale per rubare a mari e terre, a creature vere ed immaginarie un’emozione da indossare. (MRP)

Maria Antonietta Mittoni Villa Argentina - Via Villa del Sole, 1 25015 Desenzano del Garda (BS) ph. +39 030 9127299 web www.mariaantoniettamittoni.it

The world of Maria Antonietta Mittoni A story in each piece of jewelry Cultures and exotic worlds intertwine in Maria Antonietta Mittoni’s jewelry in a unique and original combination of materials. The magnificence of the golden eagle, the imaginary world of the fairytale, the multicolored Venetian murrine, the tenderness of baby animals, feline ferocity and tribal amulets are brought together in a special bond with nature and its creatures. Each piece of jewelry tells its own story and bears the imprint of a true artist who loves to experiment and who knows how to transform myths, legends and beliefs into beautiful and precious objects. Colors combine with forms in a highly innovative way where style knows no limits. Her pieces are the results of uncurbed fantasy, an adventurous and eclectic nature whose muse is the earth. Leather, hard stones, coral, horn are just some of the materials that she moulds and forges as she imbues

even the simplest materials with a special value that makes them not just rare, but unique. Her highly amusing and original pendants, chains and rings are enriched with innovative features that go beyond standard concepts of beauty. Classic forms lose their identity and are turned into miniature masterpieces that seem to come from a unique and exotic world of innocence and elegance. She can even make an everyday object such as a pen something unusual and frivolous by camouflaging it with the imperfect black and white stripes of the zebra or by covering it with the warmer tones of a cheetah’s coat. Boldness and exquisite taste guide her hand in an imaginary gallop, stealing ideas from sea and land, from real and fantastic creatures, making each piece an emotion to wear.


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pesce palla, ciondolo in argento collezione Abissi www.lunargenti.it

anello collezione deep reef spring summer 2009 www.misis.it

anello collezione civetta in oro giallo con diamanti brown, ioliti e diamanti bianchi www.dadagioielli.it

breaking news

Smalti gemme e metalli preziosi ritraggono la bellezza degli animali

un inno alla natura che si perpetua da secoli

Si definisce zoofobia l’avversione morbosa nei confronti degli animali, una sorta di comportamento di evitamento che cessa di essere, però, quando felini, insetti o serpenti si vestono di smalti, di diamanti e pietre preziose. In principio furono graffiti e grezze pietre incise che nei secoli si son fatti fibule, anelli, bracciali, collane e orecchini, di tale deliziosa fattura, che a guardarli ci si confonde con la realtà. Nel mondo orafo, dove seppur si siano sperimentate forme sempre più nuove, elaborate o stilizzate, il gioiello zoomorfo continua, così, ad esser un mero oggetto di desiderio per uomini e donne risplendendo, giustamente compiaciuto, nelle vetrine più eleganti o semplicemente più alla moda. Nati da culture, civiltà e tradizioni diverse, con linguaggi più o meno espliciti che hanno nel tempo perso il loro valore originario, oggi come ieri, grazie all’inventiva degli artigiani orafi, si trasformano e si intrecciano in complesse elaborazioni con esuberanti motivi ornamentali che fanno rivivere la natura attraverso la scelta dei materiali e dei colori, ora impegnando l’intera superficie del gioiello ora solo parti di esso. Sono molto più che un semplice ornamento, sono capolavori di gioielleria, eleganti creature fantastiche, governate da sapienti tecniche, capaci di stupire e conquistare. Tritoni, farfalle, sirene, arpie, calabroni, teste taurine: un felice incontro tra la rarità di gemme, oro e argento che entra prepotentemente in opere vive che rivelano un percettivo gioco di non staticità. Sono accenti differenti di un istintivo amore per la natura, di ancestrali pratiche rituali, di un immortale inno alla natura. (F.L.)

anello “Wild life” in argento, oro e pietre naturali www.mariaantoniettamittoni.it


ciondolo collezione mare nostrum spring summer 2009 www.misis.it

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ciondolo collezione city www.rosato.it

Enamels, gems and precious metals depict the beauty of animals. A timeless celebration of nature.

anello rana in oro 18kt smalto a forno e diamanti www.venicejewels.com ciondolo in oro pulce sub www.uchic.it

bracciale della collezione “Wild Life” argento laminato oro e pietre naturali www.mariaantoniettamittoni.it

Zoophobia can be defined as a morbid aversion to animals, a sort of avoidance which ceases when felines, insects or snakes are cloaked in enamels, diamonds and precious stones. At the beginning they were graffiti and engraved rough stones which, over the centuries, have become buckles, rings, bracelets, necklaces and earrings, so deliciously fashioned that when you look at them you may confuse with reality. In the world of the goldsmith where innovative forms have continuously been experimented with, elaborated or stylized, zoomorphic jewelry continues to be a mere object of desire for men and women, which shines in justifiable self-satisfaction in the most elegant and fashionable jeweler’s windows. Their creations are inspired by different cultures, civilizations and traditions with fairly explicit styles that have gradually lost their original value. Today, as in the past, thanks to the inventiveness of master goldsmiths, these pieces of jewelry are transformed and intertwined in complex creations with exuberant decorative motifs that breathe new life into nature through the choice of different colors and materials, in some cases covering the whole jewel, in others just parts of it. They are so much more than simple adornments. They are masterpieces of jewelry, elegant and fantastic creatures fashioned with expertise, capable of astonishing and capturing the heart of the viewer. Tritons, butterflies, mermaids, harpies, hornets, bull’s heads are all depicted in a happy encounter between the rarity of gems, gold and silver which play a leading role in these lively pieces full of movement. They represent different aspects of an instinctive love of nature and ancestral rites, an immortalizing celebration of the natural world.

pendente in oro giallo, rubini smeraldi e diamanti taglio navette www.dadagioielli.it


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brand

Designed by Gustavo Renna

il fascino dell’unicità di Ilaria Romano “L’albero della vita” realizzato con l’esclusiva lavorazione a lastra battuta a caldo seamless

“Gli artigiani che amano il loro lavoro riescono ad avere con la materia una complicità unica, fatta di innamoramento, rischio, pazienza”. Stupisce tutti, esperti e non, con le sue creazioni nate da un mix di poesia, manualità e tanta passione. Gustavo Renna, artigiano da quattro generazioni, inizia la sua attività nel 1982 presso l’azienda di famiglia al Borgo Orefici di Napoli. La parola d’ordine nelle sue produzioni è ricerca e sperimentazione dei materiali così come della meccanica degli oggetti. Odia la serialità, “in questo momento storico credo che l’artigiano debba fare delle scelte opposte a quelle che fanno le grandi aziende, il mercato globale compra agende elettroniche,l’artigiano sceglie le moleskine”. È proprio il fascino per le piccole quantità, per il pezzo unico che rendono le creazioni di Renna amate anche oltre confine. Nelle sue creazioni recupera e sperimenta tecniche di lavoro sempre nuove ed all’avanguardia.

Dalla “granulazione etrusca”, che ripropone in chiave ultramoderna, ad una linea di anelli realizzata con una unica lastra d’oro battuto, “seamless”, per finire al cristallo di rocca modellato con stoffe ed ossidi vari. Nel 2004 sperimenta un gambo realizzato con cuoio modellato a caldo, reso rigido ed impermeabile mediante l’utilizzo di resine trasparenti. La sua storia inizia nel lontano 1986 quando apre un negozio al dettaglio in un piccolo paese alle pendici del Vesuvio dove vende le prime creazioni da neodiplomato all’Accademia d’arte. Più di vent’anni dopo entra a far parte del consorzio Oromare ed estende la sua produzione ad un selezionato e ricercato mercato retail. È nell’agosto del 2008 che alcuni suoi anelli vengono acquistati in USA dalla Regina Ranja di Giordania. Potrebbe essere il primo passo verso la creazione di un vero e proprio brand? Sempre nel rispetto dell’originalità delle creazioni e dell’ispirazione che dà loro vita”, tiene a precisare il Bruce Chatwin della gioielleria italiana.

È proprio il fascino per le piccole quantità, per il pezzo unico che rendono le creazioni di Renna amate anche oltre confine Gustavo Renna Strada Provinciale 22, km 1,750 81025 Marcianise (CE) ph. +39 0823 1644460 fax +39 0823 1644461 web www.gustavorenna.com


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Collezione Cratere: anello in oro giallo e nero

“The artisans loving their work are able to create, with the material, a complicity made by love, risk and patience” To astonish expert and inexpert with creations made by a mix of poetry, manual skills and wide passion, Gustavo Renna’s style to work in a four generations of handicraft manner, started in 1982 in his family Company at “Borgo Orefici” in Naples. The password for his production is research, testing the materials as well as the objects’ mechanism. He hates the ordinariness – in this time I think the

artisan must take decisions opposite to big production ones, if the global market buys electronic organizer the artisan chooses the moleskine. The small quantity and unique price is a charm making the Renna’s creations loved also abroad. In his creations he reclaims and tests working techniques in an update way. From the “Etrurian granulation” that he proposes in a hyper modern key, to a rings line realized by a single wrought gold plate “seamless” , ending by the rock crystal moulded with fabrics and various oxides. In 2004 Gustavo Renna tested a stem realized by hide moulded under heat, making it rigid and

waterproof by the use of clear resins. His history begun in 1986 opening a small retail shop in a small village at Vesuvio’s mountainside where he started selling his creations as a newly-graduated at the Academy of Arts. More than 20 years later he become member of the Collective Oromare, developing his production towards a selected retail market. In August 2008 some of his rings have been bought by Ranja Queen of Jordan in USA. Could it be a first step for the creation of a brand? “ Always respecting the originality and the inspiration of my creations” as the Bruce Chatwin of the Italian jewelry underlines.


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brand

L’intraprendenza di tre generazioni amanti del colore di Chiara Di Martino

Tre generazioni e la stessa passione: il colore. È la storia della famiglia Valabrega, legata al gioiello fin dall’inizio del secolo con la firma VAID. Oggi a farlo conoscere nel mondo è Daniele Valabrega: fu suo padre a inventare il loro marchio attuale, fondendo in una contrazione il cognome con il principio della parola Idee. Una storia che li ha visti protagonisti non soltanto in Italia, ma in giro per l’intero pianeta. Ed è proprio Daniele Valabrega a parlarne. VAID ha un legame “speciale” con gli Stati Uniti. Perché? «Oggi l’America del Nord è uno dei principali mercati cui ci rivolgiamo. Ma questo rapporto è nato e si è consolidato con il mio soggiorno a Los Angeles: per un intero anno ho lavorato in una gioielleria

di Rodeo Drive. Ma il viaggio lo aveva già cominciato mio nonno, che ha portato in giro il nostro nome in tutta l’Italia, tra Roma, Napoli e la Sardegna. Mio padre ha fatto un ulteriore passo avanti: negli anni ’60 è stato uno dei primi a girare l’Europa in lungo e in largo». L’intraprendenza è una dote di famiglia. Come la trasfonde nelle sue creazioni? «Colore, colore, colore: è l’elemento su cui abbiamo sempre puntato. Combinazioni di colori, classicità e novità al tempo stesso. Una caratteristica dei nostri gioielli è data dalle doppiette, o anche dalle triplette: uniamo diversi tipi di materiali o pietre e li posizioniamo gli uni sugli altri, creando effetti di colore unici. Accostiamo la madreperla al corallo e al cristallo di rocca, ma anche il turchese, le ame-

tiste. Non smettiamo mai di essere orefici: lavoriamo molto anche l’argento, l’oro rosa, sempre alla ricerca di forme nuove e diverse, come il nostro “accartocciato”. Abbiamo anche riprodotto, in piccolo, la nostra ultima linea di anelli: è sempre eccellenza, ma ad un costo più contenuto». Qual è il futuro del gioiello VAID? «Non imporre niente: è il cliente che deve perfezionare le nostre creazioni. Non c’è niente di definitivo in ciò che proponiamo, anzi, siamo aperti alla sperimentazione ed alle novità. Colore, combinazione ed allegria, sono questi i nostri valori fondanti. Noi offriamo la nostra esperienza, creiamo oggetti per una clientela che sappia capire, ma siamo pronti anche a dare soltanto un’idea. Del resto, le idee le abbiamo nel nome…».


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The spirit of initiative of three generations with a passion for color. Three generations who share the same passion: color. This is the story of the Valabrega family, linked to jewelry with the name VAID since the beginning of the last century. Now it is Daniele Valabrega’s turn to promote the name of the family business throughout the world: his father created the current brand by combining the family name with the first two letters of the word Ideas. Over the years the brand has become popular in Italy and all over the world. We talked about this with Daniele Valabrega. in queste pagine gioielli della collezione Arlecchino VAID has a “special” link with the United States. Why is this? “We now consider North America as one of our most important markets. This link originated and developed during my stay in Los Angeles: I worked in a jeweler’s in Rodeo Drive for a whole year. However, the journey had already begun with my grandfather who made our brand famous all over Italy, in Rome, Naples and Sardinia. Afterwards, my father made a further great stride forward: he was one of the first men to travel widely around Europe in the 60s.” The spirit of initiative is one of your family’s main traits. How do you instill this into your creations? “Color, color and yet more color: we have always

Vaid Via Condotti, 61/A 00187 Roma ph. +39 06 69940305 fax +39 06 6797880 web www.vaid.it

focused on this aspect. Color combinations, classic design and novelty all at the same time. One of the peculiarities of our pieces of jewelry is represented by the double or triple overlay of different materials and stones: we combine different types of materials or stones and place one over the other, creating unique color effects. We match mother-of-pearl with coral and quartz crystal but also with turquoise and amethysts. We never stop being goldsmiths: we also work a lot with silver and pink gold and we’re always looking to discover new forms like our “accartocciato” (crumpled look). We have also manufactured our latest line of rings in a smaller range : it still retains its excellence but at a more reasonable price.” What is the future of VAID jewelry? “Never impose anything on anyone: it is the customer who must perfect our creations. There is nothing final or definitive in what we present; on the contrary, we are always open to experimentation and novelty. Color, combination and joie de vivre: these are our core values. We offer our experience and create objects for a clientele who can appreciate them but we are also ready to provide just an idea. Besides, even our name contains ideas...”


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collezione Indipendente-mente

Gli originali gioielli di Giuliana di Franco Gli originali gioielli di Giuliana di Franco nascono da una grande attenzione al dettaglio, da un lungo studio del progetto e del suo concretizzarsi. Oggetti preziosi che parlano di vita, di bellezza, di arte, di natura, segnati dalla forte e sempre riconoscibile ispirazione mediterranea, la sua Sicilia. Elementi fondamentali della ricerca stilistica della Maison sono la naturalezza delle forme, la spontaneità del segno, il senso dell’unicità di ogni pezzo. Ogni collezione rivela la sua umanità e sensibilità creativa e la continua ricerca di un design innovativo, che ne rispecchi l’eclettismo. “...Emozioni autentiche, cultura, bellezza che parlano attraverso piccole cose ...

Ma sono le “piccole cose” che costruiscono un grande sogno!” conferma Giuliana Di Franco. Caratteristici sono I Giummi dell’ultima collezione, presentata a First 2009. Di origine etimologica siciliana, questi ultimi sono i pon pon di lana usati come ornamenti nei costumi tradizionali. Morbidi i dettagli, abbinati ad eccentriche rotondità, che creano un look elegante per eterne ragazzine. Delle vere e proprie forme scultoree in oro giallo presentate in due versioni: Macro e Micro. La linea da uomo, che comprende 25 straordinari modelli di bottoni e gemelli in oro, si ispira a “le città invisibili” di Italo Calvino. Una proposta moderna e sofisticata, di grande spessore progettuale.

Giuliana Di Franco via Porta Palermo, 20 94013 Leonforte (EN) ph. +39 0935 905864 fax +39 0935 905912 web www.giulianadifranco.com

collezione Vucciria


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collezione Amuleti

The original jewels by Giuliana Di Franco The original jewels by Giuliana di Franco come from a big details attention, as well as a long time spent on a study project and its realization. Precious objects speaking about life, beauty, art, nature, stigmatised by a strong and recognizable Mediterranean style, her Sicily. Basic elements characterising her stylistic research coming from the Maison, are the form naturalness, the mark’s spontaneity, the sense to feel each peace as unique. Every single collection shows a creation side, full of human and sensitive charme together with the never ending search of innovation evidence of a versatile touch. “.... Real emotion, culture, beauty

speaking trough small things...because “small peaces” make a big dream real” according with Giuliana di Franco. Giummis are the last collection peculiarity, presented at FIRST 2009. They are properly Sicilian style as the wool decorations used in traditional costumes. Soft details combined with eccentric curves, creating the elegant style for “ever green” girls. From real sculptural forms in yellow gold presented in two versions: Macro and Micro peaces. The man line collecting 25 fantastic golden buttons and cufflinks models, inspired to “invisible towns” by Italo Calvino. A modern and sophisticated suggestion by a high project level.


Diamo valore alla qualità dei gioielli Sappiamo che la qualità di un oggetto prezioso è ciò che ne determina il valore e lo preserva nel tempo. Da oltre quindici anni verifichiamo e certifichiamo la qualità di gemme e gioielli utilizzando strumenti tecnici avanzati e personale qualificato. Eseguiamo stime per attribuire un valore reale a gemme ed oggetti preziosi, oltre a perizie qualitative globali per diverse necessità e usi. Con il servizio DD - Dedicated Diamonds incidiamo a laser sulla cintura dei diamanti un messaggio personale, le caratteristiche della pietra o il numero del certificato. Le nostre documentazioni e i nostri servizi professionali hanno tutti lo stesso obiettivo: certificare la qualità dei gioielli per tutelare e proteggere il loro valore nel tempo.

www.consulgemma.com Via Ernesto Capocci, 27 - 80133 Napoli (Italy) tel. +39 081 5630517


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brand

La passione per le eccellenze

le preziose montature della famiglia Di Gennaro di Maria Rosaria Petito photo Salvatore Pastore

Da circa un secolo, una felice avventura imprenditoriale - tramandata ormai da tre generazioni - ha tracciato una palpabile scia di rispettabilità , professionalità e buon gusto senza eguali, divenendo un indiscutibile punto di riferimento nella vendita all’ingrosso di montature. Una grande azienda, o meglio, una

grande officina di preziosi a conduzione familiare che incontra la attenta collaborazione di fidati cooperatori. Creazioni uniche ed originali si avvicendano nella progettazione e realizzazione delle montature rigorosamente in oro, sia esso bianco, giallo o rosa, per le quali si privilegiano intramontabili


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modelli classici, per uomo e per donna, senza disdegnare fogge più moderne cogliendo il top delle ultime tendenze. Snodate, pendenti, rigide, lineari, barocche, tutte, in ogni modo, già deliziosamente chic nonostante siano ancora prive del suggestivo connubio che creeranno con la regalità delle pietre preziose.

Fondamentale è il tocco di originalità che l’innata professionalità della famiglia Di Gennaro riesce a donare ad ogni singola creazione - capace sempre di rinnovarsi -, grazie alla determinazione di un affiatatissimo team in grado di mettersi in gioco per rinnovarsi e conseguire ancora nuovi e più numerosi successi.


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The passion for excellence The precious setting of the Di Gennaro family For about a century, this highly successful business venture - which has been handed down through three generations - has left a palpable trail of respectability, professionalism and unmatched good taste, becoming an undisputed reference point in the wholesale sector of jewelry settings. They are a large firm, or rather a large family - run jewelry workshop that can count on the trusted expertise of their staff and collaborators. Unique and original creations alternate in the design and creation of settings which are made exclusively of gold, whether white, yellow or pink gold. Timeless classic designs are favoured, both for men and women, without ignoring the most recent styles and the best of the latest trends. The settings can be articulated, pendulous, fixed, linear and highly ornate, all of them deliciously chic, even though they still lack the fascinating match that they will create with magnificent precious stones and gems. The key factor is the touch of originality that the innate professionalism of the Di Gennaro family manages to give to each of their constantly changing creations. This is possible through the determination of an excellent team who are not afraid to experiment and achieve even greater success.

D.G. Preziosi 81025 Marcianise (CE) Zona Asi Sud ph. +39 0823 513011 fax +39 0823 513013 web www.digennarodiamanti.it


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AureaVenus gioielli senza tempo

La capacità imprenditoriale degli artigiani del Consorzio Antico Borgo Orefici in collaborazione con la Soprintendenza speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei ha dato vita alla nuova linea Area Venus, gioielli senza tempo capaci di divulgare e valorizzare quel patrimonio di oreficeria e argenteria custodito presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Una ricca collezione che rappresenta il punto di arrivo di un partenariato finalizzato alla valorizzazione dell’arte orafa napoletana. Oggetti fedelmente ispirati a quelli antichi riproposti in forme e materie preziose. Elemento ricorrente della linea è il serpente, effige di Iside, dea della fertil-

ità, riprodotto in oro e argento per bracciali, anelli, collane e spille usate un tempo per sostenere le tuniche. Alcuni orecchini sono in sottilissima foglia d’oro o con pendenti di ambra e corniola e non mancano le divinità protettrici: lo scarabeo, l’ariete, il dio Sole ed altri simboli scaramantici. Splendida la bulla, elegante pendente che un tempo veniva offerto in dono ai neonati quale insostituibile portafortuna. Queste riproduzioni fedelissime di antichi capolavori sono la perfetta sintesi di una collaborazione che mira a preservare l’identità culturale della città.

ABO service srl via Loggia di Genova, 5 80131 Napoli ph. +39 081 5523708 fax +39 081 5424497 web www.aureavenus.it


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Aurea Venus, una ricca collezione che rappresenta il punto di arrivo di un partenariato finalizzato alla valorizzazione dell’arte orafa napoletana

The entrepreneurial ability of handicrafts from Antico Borgo Orefici Consortium in collaboration with the Naples and Pompei Board of the ministry of archaeological heritage, have realized the new line named Aurea Venus jewels without time, able to enhance the goldsmith and silversmith heritage guarded at the National Archaeological Museum of Naples. An ancient collection representing a finishing line of a partnership with a goal to enhance the Neapolitan goldsmith art. Objects faithfully inspired by the ancient one posed again in precious materials. Snake is the recurring subject of the line, effigy of Isis earth mother, reproduced in gold and silver for bracelets, ring, necklace and brooches ones used to hold tunics. Some earrings are in thin gold leaf or with amber and cornelian pendants, and the protective divinities are not missed: the scarab, the ram, the sun-god and other symbols of luck. Wonderful is the bulla, the elegant pendant that once was offered as gift to newborns as irreplaceable lucky charm. These reproductions of ancient masterpieces are the perfect synthesis of a partnership focused on a cultural identity preservation of the town.


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Il Cammeo Gonzaga

il viaggio lungo e affascinante di un capolavoro ellenistico di Luigi Esposito

Dopo quattrocento anni di assenza, il prezioso gioiello ha di nuovo abitato i luoghi dei fasti gonzagheschi Per tre mesi, la città di Mantova, già patrimonio mondiale dell’umanità, ha ospitato nella prestigiosa sede delle fruttiere di Palazzo Te una preziosa esposizione, cui protagonista indiscusso è stato il Cammeo Gonzaga. Realizzato in sardonica a tre strati, è uno dei più grandi capolavori della glittica di tutti i tempi. Presente nelle collezioni della marchesa Isabelle d’Este*, la gemma restò nella città dei Gonzaga fino al 1630, quando le truppe austriache invasero e saccheggiarono i suoi inestimabili tesori. Giunto a Praga come trofeo di guerra, il cammeo fu poi trafugato dalle truppe svedesi e portato in dono alla regina Cristina di Svezia, grande ed avida collezionista. Dopo altro peregrinare, giunto

a Roma nelle raccolte Odescalchi, nel 1794 fu venduto al Vaticano. Da questo momento in poi, non esistono documentazioni o tracce sicure che attestino l’arrivo del cammeo alla Malmaison (non a caso il gioiello è noto anche come Cammeo Malmaison), residenza parigina di Giuseppina Bonaparte. Anche Parigi, però, non rappresentò che una tappa del lungo viaggio intrapreso dalla gemma. È documentato infatti che, a seguito dell’invasione russa, nel marzo 1814, l’imperatrice ne fece dono all’imperatore Alessandro I, che riconoscendone il grande valore artistico non esitò a condurlo con sé a San Pietroburgo, dove tuttora è custodito nel Museo Statale dell’Ermitage.

Gioiello con il monogramma del nome di Gesù Ignoto orafo della Germania meridionale - 1562 Oro parzialmente smaltato, diamanti, rubini, opali, perle - 7,5 x 6,8 cm Mantova - Museo diocesano Francesco Gonzaga

* Nell’inventario “delle Robbe” ritrovate nel 1540-42 il cammeo è così descritto: “Primo, un cameo grande fornito d’oro con due teste di relevo de Cesare e Livia, legato in oro con una ghirlanda in circho, con foglie de lauro smaltate de verde, con una perla de sotto, e da riverso lavorato a niello, et una tavola con il nome della illustrissima signora Madama de bona memoria”.


Curata da Omelia Casazza, la mostra (un affascinante viaggio nel cuore del collezionismo più fastoso e raffinato della corte dei Gonzaga) che si è conclusa l’11 gennaio scorso, ha rappresentato una grande Wunderkammer (camera delle meraviglie) ospitando importanti pezzi di un patrimonio disperso in tutto il mondo. Il Cammeo Gonzaga, realizzato in area Alessandrina nel III secolo a.C. da un abile quanto ignoto scultore, ritrae una coppia imperiale divinizzata nel momento delle sacre nozze, con ogni probabilità si tratterebbe di Tolomeo II Filadelfo e sua sorella-moglie Arsinoe. Oltre che per le grandi dimensioni (157 x 118 mm), il cammeo è un riconosciuto capolavoro anche grazie alla lavorazione accurata dei tre strati della sardonica, le cui trasparenze e tonalità, hanno consentito una resa coloristica degna di un’opera pittorica. La classicità dei ritratti e la loro disposizione ha rappresentato nel tempo un modello iconografico ripreso in varie epoche, fino all’età napoleonica.

Cammeo Gonzaga: Ritratto della coppia Tolomeo II Filadelfo e Arsinoe II Alessandria, III secolo a.C. Sardonica a tre strati, argento - 157 x 118 mm San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage


Lesle decorazioni joailliersedei gioielli le roi et de la reine des deux Siciles di Gioacchino e Carolina Murat 46

di Nicoletta D’Arbitrio Ziviello

L’ascesa al trono del Regno delle Due Sicilie nel 1808 dei sovrani francesi segnò l’inizio di vaste riforme che investirono non solo l’apparato politicoamministrativo, ma anche altri ambiti, tra cui quello legato alle produzioni, in particolare alla creazione di manufatti di lusso. Napoli - Capitale del Regno - fu l’epicentro strategico degli interventi, ma se la città fu investita positivamente dallo spirito innovativo francese, altrettanto incisivo fu l’influsso che la cultura, il patrimonio artistico e la tradizione locale ebbero sulla sensibilità di Gioacchino e Finimento corallo mediterraneo, oro e diamanti. Secolo XIX, prima metà. Il completo, composto da un ciondolo di grandi dimensioni e orecchini, presenta un articolato apparato decorativo di ispirazione archeologica.

Carolina Murat, che instaurarono (in particolare Carolina) un intenso legame collaborativo con gli artisti, gli artefici e i manifatturieri del Regno, che furono chiamati ad intervenire per la realizzazione dei nuovi arredamenti per le dimore reali. Anche la ideazione delle Uniformi e delle Decorazioni degli Ordini Cavallereschi del Regno delle Due Sicilie fu affidata ad artisti e manifatturieri napoletani. La ideazione del disegno della Collana del Real Ordine delle Due Sicilie fu affidata al disegnatore napoletano Del Giudice, che riscosse per la sua opera la somma di quattro Luigi d’oro (febbraio 1811). La manifattura del primo esemplare della Collana fu assegnata al gioielliere Mariano Sarno. L’artefice incassò per l’esecuzione del complesso gioiello una anticipazione di seicento ducati. La esecuzione dei “ponsoni in acciaio” fu commissionata al Signor Rega (marzo 1811). L’Ordine delle Due Sicilie era stato istituito da Giuseppe Napoleone I il 24 febbraio 1808. L’Ordine era diviso in tre categorie:

Disegno della Collana dell’Ordine delle Due Sicilie. Del Giudice 1811

Cavalieri, Dignitari e Commendatori. Gioacchino Murat mantenne l’Ordine aggiungendo la categoria del Gran Collare. La Collana della onorificenza esposta nel Museo di San Martino, fu conferita da Gioacchino Murat al Ministro Ricciardi nel 1813. L’esemplare dalle perfette smaltature, documenta la perizia degli artefici nell’eseguire una tecnica non usuale a Napoli nel ‘700, che fu adottata largamente nei primi decenni dell’800. La Collana era composta da 15 medaglioni rappresentanti al centro lo stemma


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Finimento composto da: spilla e orecchini in oro, perle, smeraldi e cammei incisi su malachite. sec. XIX, primo quarto. La spilla, definita una complessa incisione, è completata da una cornice di perle e da palmette in oro d’ispirazione classica. Anche gli orecchini presentano una elaborata montatura, in oro e perle.

di una provincia del Regno racchiusi in una corona di alloro. Nel medaglione centrale, in campo azzurro, le iniziali J N di Gioacchino Napoleone, al disotto la stella con al centro rappresentato “il cavallo sfrenato”, stemma della città e provincia di Napoli. Per Gioacchino e Carolina Murat lavorarono diversi giojellieri e bisciuttieri, tra cui Paolo Savoja e Giacinto Pagano che crearono per i regali personaggi un gran numero di gioielli e di decorazioni degli Ordini delle Due Sicilie impiegando oro, perle e soprattutto diamanti a taglio brillante acquistati dal Re da commercianti e da esperti gemmologi. Tra gli acquisti registrati nella contabilità personale del Re “un brillant solitaire de 23 carati”. Lo scintillio del diamante a taglio brillante, che aveva già caratterizzato l’astratta bellezza dei gioielli Settecenteschi, fu abbinato nei primi decenni dell’800 a materiali dai colori intensi come il corallo e la malachite, dagli artefici che con rinnovato estro, seppero fondere materie

dalle caratteristiche estremamente contrastanti. Tra gli innovatori dell’arte del gioiello del Regno di Napoli, un ruolo di rilievo è da assegnare a Paolo Bartolomeo Martin ed a Michele Arnaud. Il Martin, esperto di origini marsigliese, introdusse nel Regno l’arte dell’incisione del corallo. avvalendosi della collaborazione di valenti artisti-incisori: Carbone, Fattori, Gagliardi, Mangiarotti, Pansinetti, Persichetti e Veneziani. Paolo Bartolomeo Martin operò nel Regno usufruendo della protezione della Corte di Napoli; sia di quella Borbonica sia da quella dei Napoleonidi. Infatti Ferdinando IV concesse (20 febbraio 1805) al Martin il permesso d’aprire una “fabbrica di coralli” a Torre del Greco nell’antico palazzo dei Caracciolo di Castelluccio. La concessione fu confermata (12 luglio 1806) da Giuseppe Napoleone I. L’anno successivo il sovrano accordò all’imprenditore il permesso di aprire nuova manifattura di coralli nel Real Albergo dei Poveri di Napoli. Negli anni in cui regnarono i

Murat, la manifattura dei coralli diretta da Martin si fregiò del titolò di “Fabbrica della Regina”. Infatti la sovrana aveva ottenuto la conduzione, con pieni poteri, delle manifatture reali. Michele Arnaud, Incisore della Real Zecca, aveva intuito le peculiarità insite nelle “diverse pietre delle variate lave del Monte Vesuvio” che egli considerava “di straordinaria bellezza” e l’11 ottobre del 1808 aveva formulato la richiesta di poter aprire un laboratorio ove modellarle per decorare “tabacchiere, orologi...”. La lavorazione proposta avanguardisticamente da Arnoud si affermò e numerose opere incise su pietra del Vesuvio furono presentate alle “Esposizioni Nazionali” tenutesi negli anni 1826, 1828 e 1834. Gli’incisori Mariano Sarno e Michele Laudicina furono tra gli artefici più dotati che si espressero modellando cammei su “gemme del Vesuvio” e pietre laviche, trovando ispirazione in modelli classici. Le loro opere presentate alle “Esposizioni” riscossero unanimi apprezzamenti.



MirabiliaCorallii 49

dal 1996, “le vie del corallo” abitano Palazzo Vallelonga a Torre del Greco

Capolavori di arte sacra e profana della stagione barocca nella sede torrese della Banca di Credito Popolare Dal 1996 “Le vie del Corallo” è un appuntamento atteso che trova la sua naturale sede a Torre del Greco, a Palazzo Vallelonga che dal 1982 dopo un accurato restauro è diventato sede della Banca di Credito Popolare. Già custode di importanti e pregevoli dipinti dal XVII al XIX secolo, il palazzo dopo le precedenti edizioni, quest’anno (la mostra si è conclusa il 1 febbraio) ha ospitato le produzioni ebraiche e trapanesi del XVII secolo. Oltre 60 opere, tra arredi sacri, gioielli e oggetti di uso quotidiano, provenienti da collezioni pubbliche e private, realizzate nella stagione barocca che vide luce proprio a Torre del Greco e nei territori limitrofi. Infatti, gli ebrei insediatisi in Sicilia sin dall’XI secolo (che divennero in

breve tempo maestri nella lavorazione del prezioso materiale), che furono scacciati dall’isola nel 1492 dai sovrani aragonesi, trovarono asilo proprio nel territorio torrese. Il valore apotropaico del prezioso materiale, fu esaltato in età barocca che non a caso ne ampliò la lavorazione per forgiare manufatti ricchi ed elaborati, sia di carattere sacro sia di carattere profano. La mostra, realizzata con il patrocinio della Regione Campania e del Comune di Torre del Greco, sempre attento alla valorizzazione della produzione dell’oro rosso dell’intera area vesuviana, è stata realizzata anche grazie alla collaborazione ed ai prestiti di importanti fondazioni ed istituzioni museali campane e siciliane. (LE)

Scrigno - Trapani, Museo Regionale A. Pepoli in alto: Capezzale, Museo Regionale A. Pepoli


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gemmologia

Termodiffusione al Berillio le origini di Alberto Scarani*

La fornace aveva impiegato l’intera notte a raffreddarsi. Con un preciso colpo di machete Wimon aveva fatto saltare il cemento che sigillava il coperchio del crogiolo esterno, quella partita di zaffiri giallognoli non era un granché anche se in effetti sembrava che il primo breve ciclo di riscaldamento del giorno prima ne avesse migliorati diversi. Il crogiolo interno si aprì con uno scricchiolio, Wimon non credeva ai suoi occhi; quasi tutte le pietre avevano assunto delle vivide tonalità giallo arancio, paragonabili in molti casi a padparadsha della migliore qualità. A questo punto le versioni sono discordi, taluni sostengono che la partita di grezzo Sri Lanka di bassa qualità contenesse alcuni cristalli di crisoberillo, altri che il crogiolo fosse in realtà stato preventivamente utilizzato per trattare crisoberillo e che piccole quantità di cristallo fossero rimaste intrappolate nel crogiolo miste al fondente. La questione è poco importante visto che tutti sembrano d’accordo sul fatto che uno dei metodi di trattamento dei corindoni più insidioso e

di difficile identificazione sia nato per puro caso ad opera di uno dei migliaia di “burner” tailandesi in quel di Chanthaburi, nel 1995. Devono passare altri 4 anni prima che la feconda miniera malgascia di Ilakaka venga scoperta e divenga la principale sorgente di materiale adatto al nuovo trattamento, nel frattempo gli instancabili tailandesi, dopo aver scoperto che aggiungendo crisoberillo ridotto in polvere ai grezzi da riscaldare si ottenevano gemme di straordinari colori, avevano moltiplicato gli esperimenti utilizzando un’enorme varietà di zaffiri di diverse provenienze (Garbatula in Kenia, Songea, Tunduru e vecchi stock di Umba Valley, Tanzania etc) e miscele crisoberillofondente alla ricerca della formula definitiva. Il 2001 fu probabilmente l’anno in cui più febbrile fu la corsa al raggiungimento del miglior prodotto. La quantità di zaffiri di colori spettacolari e talvolta inusuali che invase il mercato in così breve tempo non poteva che suscitare legittimi dubbi nella comunità gemmologica internazionale. Ai

primi di gennaio del 2002, il laboratorio gemmologico dell’AGTA (American Gem Trade Association) dirama un’allarmante circolare che dichiara gli zaffiri ottenuti tramite il nuovo procedimento (Be-Treated): “trattati per diffusione superficiale”. Probabilmente in un primo momento si era pensato ad una riedizione del vecchio trattamento di termodiffusione superficiale adottato per gli zaffiri anni prima, ottenuta semplicemente sostituendo il berillio agli ossidi di ferro e titanio. Prontamente la “Chanthaburi Gems & Jewelers Association” replicò che nessun ingrediente chimico, tantomento il berillio veniva aggiunto alla miscela di fondente (in realtà era vero, il berillio responsabile della diffusione era contenuto nel crisoberillo). La questione tuttavia stava assumendo un’importanza troppo rilevante e in un paio di mesi, a seguito di nuove analisi da parte del GIA, questa volta utilizzando lo spettrometro di massa, la presenza del berillio venne confermata non solo sulla superficie ma, ed è questa la fondamentale differenza


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rispetto al precedente trattamento per termodiffusione, anche in profondità nella pietra. La questione non poteva più essere trascurata anche perché, come presto si scoprì, il trattamento non poteva essere facilmente identificato usando le consuete metodologie gemmologiche precedentemente utilizzate. Il motivo di questa profonda termodiffusione (denominata “Bulk Diffusion”) é dovuto sostanzialmente alle ridotte dimensioni atomiche del berillio e ad imperfezioni nella struttura atomica del corindone. In più, la sua “leggerezza” come elemento chimico ne fa risultare praticamente impossibile l’individuazione da

parte dei tradizionali spettrometri rendendo indispensabile l’utilizzo di sensibilissimi (e costosissimi) spettrometri di massa (LIBS ed LA-ICP-MS). Le risultanze dei test, via via più accurati portarono ad un crollo verticale nel mercato tailandese degli zaffiri con conseguenti perdite ingenti di posti di lavoro nell’area di Chanthaburi e, verso la fine del 2002, a causa di una notevole perdita di fiducia, soprattutto da parte del mercato statunitense, la quasi totalità della produzione venne reindirizzata verso l’estremo oriente. Allo stato attuale il trattamento risulta ancora di difficile identificazione. Alcuni

Inclusioni caratteristiche nei corindoni trattati per termodiffusione al Berillio. 1) Inclusioni completamente fuse a causa dell’alta temperatura. 35X 2) Cristallo circondato da alone bluastro. Sebbene rarmente presente è indicativo del trattamento ed osservabile anche a 10 ingrandimenti. 30X 3) Inclusione dendritizzata dovuta a ricristallizzazione. 50X 4) Alone di tensione e ricristalliazzazione. 60X

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elementi possono portare ad una ragionevole probabilità, (osservazione di inclusioni profondamente modificate dal riscaldamento ad altissime temperature, ricristallizazioni etc) tuttavia la certezza si può ottenere esclusivamente mediante l’uso di sofisticatissime (e costose) apparecchiature. Da ultimo, la presenza di tracce di berillio in zaffiri non trattati (cosa ritenuta improbabile all’inizio) è stata successivamente confermata come possibile (PardieuHughes, 2005). * Gemmologo IGI di Anversa


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gemmologia

La Normativa U.N.I. per il diamante tagliato: il peso e le misure di Maurizio Mandile*

Nel primo numero di questa rivista, abbiamo visto una panoramica generale sulla normativa UNI per la classificazione del Diamante tagliato. Abbiamo ritenuto opportuno approfondire il discorso in quanto la normativa in oggetto è ancora poco conosciuta nel mondo del commercio. Pertanto, prendendo in considerazione le 4 C, ossia le quattro caratteristiche principali del diamante così come sono

largamente conosciute (peso, colore, purezza e taglio), da questo numero (e per i prossimi tre) parleremo della loro determinazione secondo la normativa, partendo dalla prima, e cioè il peso (carat) e la problematica della sua determinazione, oltre alla determinazione delle dimensioni della pietra tagliata. Riguardo al peso, la normativa UNI precisa che il termine va definito “Massa”, che viene misurata in carati metrici, abbreviato “CT” e non “KT” come qualcuno ancora scrive; unità di misura che è equivalente a 200 mg, ossia la quinta parte di un grammo. La massa deve essere espressa quindi in carati con almeno due decimali, cioè due numeri dopo la virgola. Ovviamente è necessaria una bilancia adatta: è necessario, infatti usare una bilancia elettronica che sia predisposta alla pesatura della massa in carati metrici, con almeno tre decimali o per la pesatura della massa in grammi con almeno quattro decimali. La norma stabilisce che la determinazione della massa avvenga arrotondando la terza decimale per difetto fino all’8 e per eccesso dal 9: ad esempio un

diamante che pesa sulla bilancia 0,998 carati avrà una massa dichiarata di 0,99; mentre un diamante che pesa sulla bilancia 0,999 carati avrà una massa dichiarata di 1,00 carati. È una cosa molto importante da osservare poiché fino a poco tempo fa, l’arrotondamento era fatto per difetto fino al 6 e per eccesso dal 7 in poi; cosa questa che è diventata procedura commerciale abituale e a tutt’oggi viene ancora erroneamente usata. Riguardo alla determinazione delle dimensioni, la normativa U.N.I. prevede che queste siano espresse in millimetri con almeno due decimali. Nella classificazione verranno espresse le tre misure in sequenza che caratterizzano la pietra, cioè larghezza, lunghezza ed altezza, dove nelle forme rotonde od ovali la larghezza e la lunghezza sono rappresentate dagli assi o dai diametri minimo e massimo. Le misure devono essere rilevate con un micrometro che abbia la possibilità di lettura del centesimo di millimetro. Ideali sono i calibri tipo Leveridge elettronici. * Gemmologo e perito preziosi


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gemmologia

Vero o falso?

Il riconoscimento degli oggetti d’argento d’epoca di Maurizio Mandile*

L'oro è considerato il metallo prezioso per eccellenza, ma è l'argento che per secoli è stato il metro per misurare, la ricchezza degli stati. Questo ha fatto sì che la produzione di manufatti d'argento fosse particolarmente richiesta da tutta la nobiltà europea. Ad oggi, se anche il mercato degli oggetti moderni risente della crisi del settore, quello delle argenterie d'epoca è abbastanza stabile. Ma gli argenti antichi, proprio perché particolarmente richiesti dal mercato sono da sempre nel mirino di artisti della contraffazione sia per la realizzazione di oggetti nuovi che con vari metodi cercano di far sembrare d'epoca, sia per la realizzazione di oggetti con l'assemblaggio di varie parti di oggetti antichi. Il riconoscimento di queste contraffazioni non è sempre facile. L'analisi di un manufatto d'argento va fatta prendendo in considerazione tutti gli elementi utili per la sua corretta identificazione e valutazione, quindi alla sua autenticazione con la sua giusta collocazione d'epoca. Si incomincia analizzando l'oggetto nella sua interezza, sia sotto il profilo tecnico che sotto quello stilistico, soffer-

mandosi poi sui particolari dei vari elementi che lo compongono, controllando i punti di brasatura e le varie tecniche di lavorazione di ogni singolo elemento, oltre, se presente, ad una attenta analisi visiva del sistema di marchiatura. Va controllata la superfice dell'oggetto, osservandola con una lente a 10 ingradimenti, o meglio ancora, con l'ausilio di un microscopio, per evidenziare i micro danneggiamenti superficiali e la presenza o meno della patina naturale dovuta al tempo. I micro danneggiamenti superficiali negli argenti antichi sono sempre presenti e sono spesso tipici come tipologia in alcune zone particolari dell'oggetto; su alcuni oggetti falsi questi micro danneggiamenti vengono prodotti appositamente per simulare uno stato di usura; così come la patina “antica” viene riprodotta artificialmente per simulare “l'invecchiamento” dell'oggetto. Una attenta osservazione delle loro caratteristiche evidenzia comunque se le stesse sono originali o riprodotte in laboratorio. L'analisi delle tecniche di lavorazione mette in evidenza se le stesse sono coeve

Ce.S.Ar - Centro Studi Archeometrici Il Ce.S.Ar. – Centro Studi Archeometrici nasce a Milano ad opera di Roberto Piazza e Marina Fortunat per diffondere i loro studi sui manufatti in metalli preziosi attraverso convegni e corsi specifici. Negli ultimi anni il Centro ha trasferito la sua sede a Roma, promuovendo lo sviluppo dell’esperienza e la conoscenza ormai quarantennale nel settore dell’argenteria, ed estendendola a tutto il settore dei beni culturali. Grazie alla forma allargata associativa, oggi il Ce.S.Ar si avvale di una nutrita collaborazione di esperti dei vari settori di competenza, consentendo, oltre alla ricerca ed alla formazione di esperti del settore, anche un servizio qualificato di diagnostica avanzata su opere d’arte e preziosi, ed un servizio di restauro e conservazione degli stessi. Offre inoltre consulenze tecniche e perizie con rilascio di attestati specifici. Il corso sull’argenteria antica e moderna effettuato dal centro, unico in europa nel suo genere, ha validità di tirocinio per il corso di laurea in Diagnostica dei Beni Culturali dell’Università La Sapienza di Roma.

con l'epoca presunta dell'oggetto, ossia dal sistema di marchiatura sia dal suo stile artistico. Ovviamente i risultati di tutte queste osservazioni devono essere congrui e coerenti tra loro. Se qualcosa non è in linea con il resto dei risultati allora è utile ricorrere ad analisi più approfondite, ad esempio l'analisi non disruttiva del metallo dei vari elementi che compongono l'oggetto, nello specifico la Fluorescenza ai raggi X in Dispersione di Energia (EDXRF), analisi che permette la verifica qualitativa e quantitativa della lega, accertando quindi non solo il titolo del metallo ma anche la tipologia dei componenti della lega presenti oltre l’argento e la loro quantità. Ad oggi, l’unico centro in Italia che permette delle indagini così approfondite è il Ce.S.ar a Roma. * Gemmologo e perito preziosi


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quando la promozione diventa spettacolo

“ Ritratti di Donne” evento realizzato per la Maison Mario Valentino ed il Consorzio Antico Borgo Orefici Napoli, Camera di Commercio, Sala delle Grida

“Fuoco Napoletano” evento realizzato per il sindacato Casartigiani Napoli nell’ambito di un progetto di promozione delle eccellenze campane per il mercato russo Napoli, Camera di Commercio, Sala delle Grida


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fiere

FIRST 2009 si è conclusa la rassegna invernale di VicenzaOro Sette giorni quasi non bastavano per scovarne tutte le sorprese: FIRST 2009, rassegna invernale di VicenzaOro, la prima dell’anno, ha voluto dare uno scossone alla crisi economico-finanziaria mondiale che ha colpito, inevitabilmente, anche il mondo del gioiello. Numerosissimi gli eventi in calendario della manifestazione orafa che si è svolta a Vicenza dall’11 al 18 gennaio, e tutti nell’ottica del propositivo: a partire dall’inaugurazione alla presenza del Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani. Una testimonianza significativa, che dovrà evolvere in attività concrete e nel sostegno tangibile da parte delle istituzioni comunitarie, così come auspicato

dal presidente di Fiera di Vicenza, Dino Menarin, e dal direttore generale Domenico Girardi. Alla tavola rotonda dedicata al “Gioiello nei nuovi scenari del lusso: creatività, brand e comunicazione” che, domenica 11, ha fatto seguito all’inaugurazione della rassegna, hanno partecipato i sociologi Francesco Morace e Linda Gobbi, rispettivamente partner e presidente di Future Concept Lab, Bernard Delettrez, storico gioielliere francese, lo stilista Lorenzo Riva e Mario Attalla, esperto di comunicazione ed amministratore delegato di Grey Worldwide Italia. Ciò che ne è venuto fuori è uno scenario da “Terzo Rinascimento”, Lusso che diventa Gusto e con un consumatore sempre più atten-

Al crollo dei consumi si uniscono le difficoltà strutturali del momento storico; ma la fiera di settore resta sempre uno strumento per uscire dalla crisi


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to allo stile - personalissimo - che non allo status. Due giorni sono stati poi destinati al JTF, Jewelry Technology Forum, luogo di scambio di studiosi del settore - dodici, quest’anno - per individuare le modalità di utilizzo delle tecnologie più adeguate al settore del gioiello. Organizzato da LEGOR Group con la collaborazione ed il contributo di Fiera di Vicenza e della Camera di Commercio di Vicenza, il JTF è da cinque anni finalizzato a promuovere l’incontro tra il mondo orafo e quello della ricerca, dell’università e delle scuole. È stato poi tempo di presentazioni: in arrivo, in primavera, la 30esima edizione di OroArezzo, illustrata da Giovanni Tricca e Franco Fani, rispettivamente presidente neoeletto e responsabile del

Centro Promozione e Servizi di Arezzo che gestisce la fiera. Nell’ambito della rassegna aretina, che si terrà dal 21 al 24 marzo, si svolgerà la 18esima Première, presentazione in anteprima di modelli che saranno disponibili sul mercato soltanto sul finire dell’anno in corso, quindi con oltre 9 mesi di anticipo. E poi ancora: lo spostamento della manifestazione GEMWORLD da RiminiFiera nella GlamRoom di VicenzaOro, già a partire dalla prossima edizione di maggio. L’accordo con l’ente romagnolo è giunto per motivi di opportunità e coerenza, tanto che la rassegna “Energy Planet” - finora svoltasi a Vicenza - è stata trasferita nel polo fieristico di Rimini. Ad illustrare le ragioni dello scambio i presidenti di Fiera di Vicenza

e RiminiFiera, Dino Menarin e Lorenzo Cagnoni, ed i rispettivi direttori generali Domenico Girardi e Piero Venturelli. Significativa la partecipazione di Paolo Cesari, presidente di Assogemma. Non poteva mancare una presentazione in grande stile per About J, manifestazione organizzata da Fiera di Vicenza che quest’anno si svolge negli East End Studios di Milano dal 22 al 24 febbraio. Una vetrina dell’altissimo di gamma che faccia da vero ponte con l’estero, e che metta il relazione il gioiello con il valore della moda. I dati di FIRST 2009 non sono confortanti - un totale di 15.500 visitatori che equivale ad un 30% in meno rispetto alla precedente edizione, con una con-


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11 gennaio 2009, l’inaugurazione alla presenza del Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani

trazione significativa dei buyer esteri ma lo strumento fiera resta sempre ben visto come veicolo di uscita dalla crisi. Per completezza, va però segnalato che, a fronte del calo dei consumi nei primi sei mesi (addirittura per un 22%), durante il trimestre di chiusura del 2008 si è registrata una lieve ripresa in alcune aree geografiche. Più in generale, comunque, al crollo generalizzato dei consumi, si uniscono le difficoltà strutturali del momento storico, con manodopera a basso costo gestita per fini concorrenziali da molti paesi emergenti, ed il problema dei dazi. A ciò si aggiunga la lunghezza della rassegna ed anche la sua collocazione temporale, a detta di molti «troppo ravvicinata alla chiusura delle feste natalizie». (c.d.m.)

Il presente e il passato sono entrambi nel futuro ed il futuro è contenuto nel passato Intervista a Dino Menarin, Presidente della Fiera di Vicenza di Chiara Di Martino

Passato, presente e futuro: non esistono l’uno senza l’altro. Ne è convinto Dino Me nar in, presidente della Fiera di Vicenza dall’aprile del 2007. Coniugare la tradizione con l’innovazione e la tecnologia è la sfida raccolta dalla rassegna orafa veneta - tra le quattro più grandi del mondo - e dovrebbe essere, secondo il suo

presidente, il leit motiv di tutto il settore. Nel citare Thomas Stearns Eliot («il presente e il passato sono entrambi nel futuro ed il futuro è contenuto nel passato») Dino Menarin mostra una profonda conoscenza del settore e l’intima consapevolezza di pregi e limiti. Dando un’occhiata al programma di FIRST 2009 -


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versione invernale di VicenzaOro - appare immediatamente chiaro lo spirito dell’iniziativa: scambiare informazioni, fare, di volta in volta, il punto della situazione, formulare domande. E Fiera di Vicenza vuole dare tutte le risposte. Presidente, in che modo sono cambiate le esigenze degli espositori nell’ultimo decennio? «Io credo che non siano cambiate affatto: la necessità di vendere resta prioritaria, ci mancherebbe altro, ma certamente lo spirito con il quale si affronta la fiera è diverso. Si ha una maggiore consapevolezza del reale valore di una manifestazione di questo genere, e cioè scambio, fonte di contatti ed incontro con mercati differenti dal proprio. Acquisire servizi, illustrare tendenze: è questa la filosofia che deve ispirare una rassegna orafa». Come è evoluto il mercato? «Il numero degli espositori della nostra rassegna - 1700 in questa edizione, 80 in più rispetto all’anno precedente - parla da sé. Siamo una delle quattro fiere più grandi del mondo, con Basilea, Hong Kong e Las Vegas. Abbiamo compiuto negli ultimi tempi importanti operazioni immobi-

liari, non tanto per allargare ulteriormente lo spazio, quanto piuttosto per razionalizzarlo. Ma, allargando il discorso al rapporto con il mercato, la domanda di consumo va riformulata: i dati, anche se non ancora definitivi, ci mostrano una crescita concentrata in India, Medio Oriente, Arabia Saudita ed Emirati Arabi, una fortissima riduzione negli Stati Uniti e una diminuzione in Europa. Nel nostro Paese si è registrata una flessione del mercato interno e delle esportazioni con un calo del 5,5% a valore e dell’8,1% in quantità, eppure si tratta di una performance comunque migliore rispetto all’andamento mondiale». Cosa risponde a chi sostiene che le fiere, per mantenere il proprio significato, debbano essere piccole e snelle? E a chi si lamenta per l’insufficienza dei parcheggi? «Che non è la “grandezza” il vero problema: se riteniamo che in 1700 meritino di essere esposti, perché non dovremmo consentirlo? Piuttosto, la circostanza per cui ci siamo ingranditi un po’ alla volta nel corso del tempo ha fatto sì che la struttura sia come un grande patchwork,

e va assolutamente resa più omogenea ed unitaria. Di questo siamo perfettamente consapevoli. E quello dei parcheggi è un falso problema: ce ne sono in abbondanza, ed è impensabile che tutti pretendano di lasciare l’auto a due passi dall’ingresso». Quale significato hanno, in questa evoluzione, iniziative come la Glam Room e About J? «La GlamRoom, salone inserito a pieno titolo in tutte le manifestazioni di Fiera di Vicenza - gennaio, maggio e settembre rappresenta il lusso contemporaneo a 360 gradi, la contaminazione con la moda e il fashion. About J, che si svolge presso gli East End Studios di Milano e che vede la partecipazione di tutti i più grandi produttori internazionali, vuole evidenziare due elementi che Fiera di Vicenza presenta: essere una vetrina dell’altissimo di gamma e fare da passaporto verso l’estero, con il plusvalore del gioiello italiano. Se le immaginiamo posizionate su una linea retta, le due iniziative si pongono esattamente agli estremi». Qual è la ricetta di Dino Menarin per fronteggiare una congiuntura economico-finanziaria complessa come quella che sta investendo l’intero pianeta? «Esiste una conoscenza accumulata nel corso dei secoli, alla quale non dobbiamo rinunciare. Ma questo non deve farci fossilizzare staticamente nel passato, anzi. Dobbiamo investire nell’innovazione, ridurre il gap tecnologico che ci separa dal resto del mondo: la sfida da vincere è precedere il bello, non seguirlo. Con uno sguardo all’oggetto di design come completamento del look ed al gioiello personalizzato: è questo, secondo me, il futuro».


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Una sfida dinamica per superare la crisi parlano i principali esponenti del settore orafo di Chiara Di Martino

«Non possiamo aspettare Godot, alla crisi dobbiamo rispondere con una sfida dinamica. Parola d’ordine: costruire una cultura del gioiello». Ne è convinto Nicola Curto, presidente nazionale Federdettaglianti. Di fronte alla congiuntura economico-finanziaria che ha colpito i settori produttivi dell’intero pianeta, il mondo dell’oro risponde con positività rimboccandosi le maniche. Ed a tutti i livelli della filiera, dalle associazioni di categoria ai consorzi fino agli enti fieristici, giungono voci propositive per affrontare la crisi che, complice l’aumento del prezzo dell’oro e la svalutazione del dollaro, ha messo in difficoltà l’intero settore. Al di là di una lieve ripresa nel terzo quarter, il 2008 è stato un anno com-

plesso: ridotte le esportazioni verso gli Stati Uniti ed immessi sul mercato nuovi competitor provenienti dai paesi emergenti come l’India, la Cina e la Turchia, la filiera orafa ha visto diminuire in modo consistente le esportazioni in valore e in quantità. Ma il “risveglio” di fine anno deve infondere fiducia: proprio così, infatti, hanno risposto i diretti interessati. Da più fronti arrivano proposte, che puntano tanto sulla professionalizzazione degli operatori del settore quanto sulla svolta tecnologica. Su questa linea Bruno Guarona, presidente dell’Associazione Orafa Valenzana, e Massimo Cicala, vicepresidente nazionale Federdettaglianti, nonché vicepresidente ligure. «Per spingere verso l’inno-

Il settore del lusso, in ogni caso, sembra resistere malgrado le enormi difficoltà. Non soltanto perché, di là dalle influenze immediate di una crisi economico-finanziaria mondiale, resta ancora un largo spazio per il desiderio di evasione e di fuga dalla realtà quotidiana


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vazione abbiamo disegnato un evento apposito, V+Plus 2009 - ha dichiarato Guarona -, che si svolgerà dal 18 al 20 aprile a Valenza, fondato sul binomio design + tecnologia». «È finita l’era dell’improvvisazione - sostiene Cicala - e la crisi, una volta che si presenta, può essere un modo per scremare l’ambiente da chi manca di professionalità». Anche dalla Campania arrivano proposte concrete: un Forum on line continuamente aggiornato è ciò su cui sta lavorando la Federazione Orafi Campani guidata da Giovangiuseppe Lanfreschi. Resta da capire cosa può fare una fiera orafa per dare un contributo concreto che dia uno scossone alla crisi.

Uno spunto interessante lo offre Giovanni Tricca, presidente del Centro Promozioni e servizi, società organizzatrice di OroArezzo. «Il ruolo di questi eventi è cambiato e non si può far finta di niente: bisogna offrire sempre nuovi servizi, che siano qualificati e sofisticati». Anche nel mondo dell’artigianato e della piccola impresa si respira aria di rinnovo: Achille Capone, responsabile rapporti istituzionali della CLAAI, punta a garantire il credito abbassandone il costo. Sulla stessa lunghezza d’onda Giuseppe Oliviero, presidente della CNA per la Provincia di Napoli, fiducioso in un progetto regionale che agevoli il credito destinato alle piccole imprese. Il

Aumenti e cali dell’Export nel comparto orafo

Nell’export, da gennaio a settembre dello scorso anno si registra un calo del 5,54% in valore e del -8,16% in quantità (Fonte: Istat - CPATECO DN362 “Gioielli ed articoli di oreficeria”). Per ciò che riguarda i rapporti del mercato italiano verso l’estero, al primo posto gli Emirati Arabi (16,40% sul totale dell’export italiano, con un aumento, rispetto all’anno precedente del 14.56%) in linea con la forte crescita delle vendite verso tale paese verificatasi negli ultimi due anni (+26,3% e +11,5%). Segue la Svizzera (11,63%), in un contesto europeo che, in un anno (il confronto è stato compiuto tra gennaio-settembre 2007 e gennaio-settembre 2008), ha visto un calo in altri mercati comunitari, come la Gran Bretagna (-30.89%), la Germania (6.60%) e la Spagna (-21.13%). La Turchia ha guadagnato terreno con un +15.26%; più contenuta ma sempre rilevante la variazione relativa alla Polonia (+6.52%). Il dato che ha provocato maggiore allarme è stato il calo relativo all’export verso gli Stati Uniti, storico mercato di sbocco per l’oreficeria italiana (-28.26% rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente). Complici del fenomeno certamente l’aumento del prezzo dell’oro e la simultanea svalutazione del dollaro (dal 2006 ad oggi, +80% il primo e -30% il secondo) nonché l’aumento dell’inflazione e del consumo di oro in paesi emergenti come l’India. È doveroso però precisare anche che, malgrado la riduzione, si attestano sempre al terzo posto (subito dopo Emirati Arabi e Svizzera) e che, tenendo conto delle variazioni positive riscontrate verso altri mercati emergenti, il dato va relativizzato. Allo stesso modo, prendendo in esame un solo mese (settembre) è stato registrato un aumento sia in termini di valore che di quantità.

settore del lusso, in ogni caso, sembra resistere malgrado le enormi difficoltà. Non soltanto perché, di là dalle influenze immediate di una crisi economicofinanziaria mondiale, resta ancora un largo spazio per il desiderio di evasione e di fuga dalla realtà quotidiana, al quale il gioiello ha sempre risposto, ma anche perché il target di clientela di riferimento del settore è, tra i tanti, quello meno colpito a fronte di fasce della popolazione, specialmente quelle medio-basse, realmente colpite dalla recessione. Ma questo gli operatori lo hanno già compreso e, per dirla con Giovanni Tricca, «non sono disposti ad arrendersi tanto facilmente».

Il dato che ha provocato maggiore allarme è stato il calo relativo all’export verso gli Stati Uniti, storico mercato di sbocco per l’oreficeria italiana (-28.26% rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente)


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fonte: fiera di vicenza

Il piangersi addosso non serve più, dobbiamo rimboccarci le maniche ed avere il coraggio di confrontarci e porre sul tavolo le nostre idee finalizzate al rilancio del settore

Qui

QUI ROMA Nicola Curto Presidente nazionale Federdettaglianti

Il dettaglio orafo, oggi, si ritrova a navigare a vista in un contesto economico non certo sereno dove i conti non tornano e dove il 2009 è partito tutto in salita. L’andamento negativo ha coinvolto tutte le tipologie di consumo, con una flessione, su base annua particolarmente accentuata per i beni durevoli. Vi è inoltre da sottolineare come la tendenza riflessiva abbia interessato anche la spesa per i servizi, per i quali da molto tempo non si registrava più una riduzione dei consumi. In questo stato di cose anche il fisco può

giocare la sua parte. Il decreto anti-crisi approvato alla fine di gennaio amplia notevolmente il ventaglio di strumenti a disposizione di famiglie e imprese per aumentare la liquidità e ridurre il prelievo. L’offerta per le imprese di poter rateizzare i debiti fiscali che perde “la maxi rata” iniziale e aumenta il suo tasso di convenienza. Tra le misure da sfruttare ci sono poi la deducibilità parziale dell’Irap e le rivalutazione dei beni. E non vanno dimenticati gli ammortamenti anticipati e il taglio del cuneo fiscale introdotto con la Finanziaria 2008, ora operativo sull’intero anno. Sembra quindi che l’attuale governo abbia posto i presupposti della riduzione della pressione fiscale comples-

siva, in parallelo al recupero di evasione ed elusione. L’altra grande riforma, quella che riguarda gli ammortizzatori sociali, potrà essere l’occasione per costruire tutele più robuste e universali a favore del mondo del lavoro, finalizzandole saldamente al reinserimento occupazionale, anche sulla base di una formazione continua di qualità. Ed è stato certamente un bene che nel decreto anticrisi questa tutela sia stata estesa anche alle imprese del commercio costrette a chiudere la loro attività. Una misura importante che va incontro ad una categoria che solo nei primi nove mesi dell’anno scorso ha visto ridurre lo stock di oltre 30mila imprese e che denota un segnale di attenzione da parte del Governo in un momento indubbiamente difficile. Il piangersi addosso non serve più, dobbiamo rimboccarci le maniche ed avere il coraggio di confron-


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tarci e porre sul tavolo le nostre idee finalizzate al rilancio del settore, non possiamo andare avanti aspettando Godot: come Federdettaglianti siamo convinti che è indispensabile uscire dall’enfasi di una progettualità che rischia di essere soltanto dialettica e cercare soluzioni concrete. Il settore orafo deve reagire unito adottando una comune politica di dialogo persuadendo il consumatore a varcare i nostri esercizi. Sarà poi la nostra professionalità a fare il resto. La parola più ricorrente è e deve essere sfida, in senso assolutamente dinamico, a tutti i livelli: dalla progettazione alla produzione, dal marketing alla distribuzione. Occorre – lo ripeto - reagire, contrastare gli eventi, anticipare i tempi, interpretare i segnali: questo il messaggio predominante in un momento in cui la stagnazione del mercato interno ed internazionale autorizza a parlare di crisi. Non si tratta di inventare nulla, bensì di utilizzare al meglio le molteplici risorse che abbiamo a disposizione, mirando a qualità, formazione e professionalità nella valorizzazione della cultura di prodotto. Recentemente Assicor, insieme ad Hangar Design Group, ha sviluppato una campagna di promozione del gioiello, presentata nell’ambito dell’ultima Fiera di Vicenza, da effettuarsi sia a livello nazionale e sia internazionale. Da oggi in poi la parola d’ordine dovrà essere costruire e diffondere una reale cultura del gioiello e del prodotto prezioso che

esponiamo. Mi tornano in mente le parole di John F. Kennedy, che dovrebbero stimolare i nostri colleghi a riflettere sul nostro futuro prossimo: “Vogliamo andare sulla luna in questo decennio non perché sia una cosa facile, ma perché è difficile, perché quell’obiettivo servirà a mobilitare e misurare le nostre migliori energie e capacità, perché quella è una sfida che intendiamo accettare, che non vogliamo rimandare e che siamo decisi a vincere.” QUI BOLOGNA Pierluigi Sfor za Presidente del sindacato orafi ASCOM della provincia di Bologna

Qui

È sulla formazione che bisogna investire, soprattutto in momenti di crisi: è l’unico elemento che fa la differenza e che a lungo andare può migliorare, tramite una selezione basata sulla professionalità degli operatori, anche le condizioni del mercato. A Bologna lo stiamo facendo da un anno, attraverso dei corsi della durata media di un giorno organizzati in collaborazione con la Federdettaglianti di Roma. Gli argomenti che costituiscono oggetto delle giornate di studio sono i più vari: dalla gestione economico-finanziaria delle aziende a quelli più tecnici di gemmologia, gestione del negozio, monitoraggio acquisti e fornitori, e vetrinistica. Ad aprile avremo

un corso sulle iniziative di comunicazione per il punto vendita. QUI RAGUSA Enzo Buscemi Presidente dell’Associazione provinciale gioiellieri di Ragusa

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Io ho una ricetta ben precisa per consentire al mercato di ricominciare la ripresa: tornare all’oro, al metallo prezioso. Con quantità esagerate di acciaio abbiamo impoverito i nostri clienti. I centri commerciali, che ne vendono in quantità e senza un rapporto personale tra dettagliante e consumatore, hanno svuotato i centri storici, per questo motivo dobbiamo inven-

È inutile guardarsi indietro, anche perché il secondo semestre dello scorso anno non è stato così nero. Credo che molte delle opinioni negative che ho sentito in giro fossero umorali, dettate da un eccesso di allarmismo


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tarci qualcosa di nuovo. Qui a Ragusa l’abbiamo fatto: dal momento che le persone amano il gusto e la moda e in tal senso si lasciano influenzare da ciò che vedono ripetersi, abbiamo deciso di dare un’identità comune alle nostre vetrine: uguale lo sfondo, di colore rosso, ed in vista tante, tante perle. È stato un vero successo: le perle quest’anno si sono vendute alla grande e tutti si sono sentiti alla moda. La prossima stagione ripeteremo quest’esperimento con l’ambra, così come stiamo organizzando un evento nelle scuole, per coinvolgere i bambini a ridosso della festa della mamma.

Qui

QUI GENOVA Massimo Cicala Vice Presidente nazionale Federdettaglianti e Vicepresidente Liguria

A chi mi chiede «come è andato il 2008», rispondo: «chiedetemi come andrà il 2009». È inutile guardarsi indietro, anche perché il secondo semestre dello scorso anno non è stato così nero. Credo che molte delle opinioni negative che ho sentito in giro fossero umorali, dettate da un eccesso di allarmismo e da una suggestione collettiva. Non nego che siano tempi difficili, soprattutto per le fasce sociali più in difficoltà: dico solo che a volte esageriamo e si crea un

pericoloso circolo vizioso. È finita l’era dell’approssimazione e dell’improvvisazione e questo ci costringerà a ripensare il nostro ruolo. Ora ho capito cosa ci penalizza: noi operatori siamo cani sciolti. Dobbiamo fare gruppo, ma dobbiamo arrivarci gradualmente, coinvolgendo un numero sempre maggiore di persone. In quest’ottica qui in Liguria stiamo organizzando numerosi incontri che ci permettono di conoscerci e di stringere dei rapporti, a partire da relazioni dirette che via via si allargano: cominciare dal grande gruppo non serve. Allo stesso modo abbiamo lavorato per diverso tempo a “disegnare” una polizza assicurativa comune, che gli associati potessero scegliere per risparmiare: ora è una realtà. In ogni caso, senza informatizzazione non si va da nessuna parte, non possiamo neanche fornire dei dati attendibili sullo stato della crisi se la maggior parte di noi non dispone di strumenti tecnologici adeguati. E questa è una carenza che oggi riguarda specialmente il dettaglio.

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QUI NAPOLI Giovangiuseppe Lanfreschi Presidente Federazione orafi campani (FOC)

Per fronteggiare in modo propositivo una crisi di questo spessore è necessario puntare sulla cultura: noi come federazione campana crediamo molto nel-

Senza informatizzazione non si va da nessuna parte, non possiamo neanche fornire dei dati attendibili sullo stato della crisi se la maggior parte di noi non dispone di strumenti tecnologici adeguati l’importanza di diffondere un messaggio culturale vero e proprio. È già da diversi anni, infatti, che facciamo leva sulla formazione, rivolta in particolar modo alle nuove generazioni. Abbiamo prodotto la prima guida normativa italiana del settore e proprio ai più giovani ne abbiamo distribuito copia. Va anche detto che puntare sulla cultura può sembrare semplice in una zona così ricca di storia e di tradizione artigiana in settori specializzati come, per esempio, il corallo ed il cammeo. Ma non è semplice neanche qui: per accelerare questo processo stiamo lavorando ad un forum e ad un blog per integrare il nostro sito, già attivo da tempo. Ci servirà come luogo immediato di scambio e di confronto e siamo al lavoro per far sì che, una volta implementato, ogni richiesta venga subito soddisfatta.


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QUI VALENZA Bruno Guarona Presidente associazione orafa valenzana (AOV)

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È certamente un momento impegnativo, a maggior ragione per il mondo del lusso, ma sono assolutamente d’accordo con uno “spazio propositivo” come lo scambio con gli operatori del settore. Qui a Valenza, un distretto orafo che gode di un passato davvero imponente, stiamo cercando di scrollarci di dosso il retaggio di staticità che ci ha caratterizzato e, attraverso un evento che si svolgerà dal 18 al 20 nel nuovissimo spazio “Expo Piemonte” inaugurato lo scorso ottobre, vogliamo guardare al futuro e all’innovazione. “V+Plus 2009”, questo il nome del-

Nessun ente fieristico può limitarsi a vendere spazi e offrire una generica occasione d’incontro fra domanda e offerta: bisogna fornire una gamma di servizi sempre più qualificati e sofisticati

l’evento, avrà ad oggetto il rapporto tra design, tecnologia e creatività, perché siamo convinti di dover recuperare un gap profondo. È un esperimento in cui crediamo molto e per questo motivo abbiamo organizzato incontri B2B, seminari ed occasioni di verifica per tutti gli operatori, insieme ad un’offerta formativa specializzata per la vetrinistica e gli allestimenti.

ticolare attenzione ai Paesi emergenti, abbiamo varato iniziative che hanno la duplice finalità di fornire indicazioni preziose sulle tendenze-moda nel medio periodo e di alleggerire con eventi piacevoli le comprensibili tensioni degli operatori orafi. Insomma, stiamo lavorando per comunicare fiducia.

conf

CLAAI (Confederazione libere associazioni arti-

QUI AREZZO Giovanni Tricca Presidente Centro Promozioni e Servizi di Arezzo (società organizzatrice di OroArezzo)

Qui

Gli imprenditori orafi italiani non appaiono affatto rassegnati al declino e affrontano i problemi con coraggio, intelligenza e fantasia. La crisi c’è, dunque, ma il sistema orafo italiano non sembra disposto ad arrendersi tanto facilmente. Per ciò che riguarda strettamente le manifestazioni di settore, nessun ente fieristico può limitarsi a vendere spazi e offrire una generica occasione d’incontro fra domanda e offerta: bisogna fornire una gamma di servizi sempre più qualificati e sofisticati, anche in termini di puro marketing. Nella prossima edizione, la trentesima, che si terrà dal 21 al 24 marzo, abbiamo destinato risorse davvero importanti allo sviluppo di attività promozionali nei più importanti mercati di sbocco dei gioielli Made in Italy, con par-

giane italiane) - Associazione dell’artigianato e della piccola e media impresa della Regione Campania

Achille Capone Responsabile rapporti istituzionali L’artigianato e la piccola impresa sono i settori più colpiti da questa crisi: a differenza delle grandi imprese non possono ricorrere a strumenti come la cassa integrazione e pertanto c’è il rischio che, a fronte della recessione, siano costrette a chiudere. Proprio per evitare questo circolo vizioso abbiamo messo in atto strategie per rafforzare i Confidi, strumenti per facilitare l’accesso al credito offrendo garanzie alle imprese, ma più nello specifico stiamo lavorando per abbassare il costo di tale garanzia. Il Confidi della Claai (Creditart) è uno dei più “voluminosi” della Campania come numero di soci. Inoltre, oltre ad attività di promozione all’estero, ci siamo attivati per individuare, tramite un ente bilaterale, misure atte ad evitare i licenziamenti: insomma, una sorta di cassa integrazione del settore.


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Favorire il credito per le piccole imprese, in primis recuperando e rilanciando l’Artigiancassa

conf

CNA (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa)

Giuseppe Oliviero Presidente per la provincia di Napoli

La politica che stiamo portando avanti è favorire il credito per le piccole imprese, in primis recuperando e rilanciando l’Artigiancassa, per proseguire e potenziare la tradizionale attività di gestione di agevolazioni e finanziamenti per aziende. A livello nazionale è in progetto un regime particolare destinato ad artigiani e commercianti. A livello regionale, la giunta campana deve recuperare un profondo gap, ma l’Assessore alle Attività produttive Cozzolino si sta già muovendo in tal senso. Un ausilio in ambito istituzionale non può che stimolarci a fare meglio e ad avere fiducia nel futuro. Siamo peraltro convinti che dalla crisi si possa uscire non soltanto ampliando la voce delle vendite, ma anche risparmiando su costi superflui ed ottimizzando le spese, ed è una delle operazioni concrete che stiamo cercando di mettere in atto.

OROMARE (Centro Orafo) Gianni Lepre Consigliere

cons La soluzione va ricercata non in una sola azione, ma in una serie di interventi da parte degli operatori e il consorzio Oromare ha in programma di attuarli nel prossimo futuro: costituire dei gruppi d’acquisto; attivare sinergie interne e con altri soggetti qualificati; stipulare convenzioni con partner specializzati per l’acquisizione di reti di servizi utili per ciascuna azienda a costi più contenuti; assicurare contributi finanziari all’organismo consortile così come alle singole aziende, e Oromare potrebbe svolgere attività di consulenza in tal senso; fare leva sull’internazionalizzazione attraverso strategie di marketing, marchi di qualità, reti di vendita. Stringere rapporti fecondi con le scuole e le università. In particolare, Oromare ha come obiettivo anche quello di investire sui giovani. Proprio per questo motivo, un’opportunità potrebbe essere sviluppare una scuola orafa all’interno del Consorzio.

Fare leva sulla internazionalizzazione attraverso strategie di marketing, marchi di qualità e reti di vendita



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Programma P.L.A.I.T.

La mostra “Una Joya para la Reina” dall’inviata a Madrid Chiara Di Martino photo: event Gino Messina jewels Salvatore Pastore

Una storia comune, quella napoletana e quella iberica, che ha attraversato numerosi secoli; un fil rouge reinterpretato dagli artigiani campani che si sono ispirati alle regine borboniche Trenta artigiani impegnati a far rivivere i gioielli delle regine borboniche: le loro creazioni, trasfuse nella collezione di gioielli “Una joya para la reina”, sono state portate in giro per il mondo grazie al programma triennale P.L.A.I.T. (Public Local Agency for International Trade), gestito dall’Assessore all’Artigianato e al Turismo della Provincia di Napoli Giovanna Martano. Ultima tappa della mostra, l’Ambasciata italiana a Madrid, lo scorso 27 gennaio. Una storia comune, quella napoletana e quella iberica, che ha attraversato numerosi secoli; un fil rouge reinterpretato dagli artigiani campani che si sono ispirati alle regine borboniche vissute tra la seconda metà del 1700 e la prima metà del 1800. Un viaggio attraverso la creatività degli antichi maestri gioiellieri rivissuta attraverso l’arte dei loro ideali successori, che hanno disegnato con sensibilità moderna forme e modelli del passato. Oro, argento, perle, corallo, cammeo, acquamarine per adornare collier, spil-

le, orecchini, anelli e bracciali. Uno studio approfondito per immaginarli indossati dalle eleganti donne dei Borbone della Real Casa delle Due Sicilie. Dopo quattro giorni in mostra alla Fiera madrilena di Iberjoya - dal 14 al 18 gennaio “Una joya para la reina” ha fatto una sosta all’Ambasciata italiana nella capitale spagnola. L’Ambasciatore Pasquale Terracciano ha destinato alla collezione di gioielli campani un intero salone, il più suggestivo della sede, che affaccia su un incantevole giardino. L’organizzazione ed il coordinamento dell’evento sono stati affidati a Claudio Pomella e Mariarosaria Di Mauro della Direzione provinciale Politiche Comunitarie, che hanno coadiuvato i “padroni di casa” nella gestione della mostra. Presenti alla serata, in rappresentanza delle associazioni e dei consorzi campani, Achille Capone, responsabile rapporti istituzionali della CLAAI - Associazione


Programma P.L.A.I.T.

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L’Assessora Giovanna Martano con il Sottosegretario di Stato agli Esteri Enzo Scotti e l’Infante di Spagna con la consorte

dell’Artigianato e della piccola e media impresa, Ciro Esposito, presidente del Consorzio Vulcano Torre del Greco, Giovangiuseppe Lanfreschi, presidente della Federazione orafi campani, Fabrizio Monticelli del consorzio Antico Borgo Orefici, Giuseppe Oliviero, presidente provinciale della Cna - Confederazione nazionale dell’Artigianato e della Piccola e media impresa, Vincenza Perreca del consorzio Oromare. Hanno offerto il proprio contributo all’iniziativa anche le associazioni Assocoral, Casartigiani e Confartigianato.

THE EXPOSITION “UNA JOYA PARA LA REINA” Thirty handicrafts busy to make Bourbon queens’ jewels back to life. Their creations, transfused in the jewels collection named “Una joya para la reina”, have been brought around the world thanks to the three years program called PLAIT (Public Local Agency for International Trade), managed by Mrs. Giovanna Martano, minister of the local authority for artisan and tourism development of the province of Naples. The last step of the exposition was the Italian Embassy in Madrid, last 27th January, as a common history between Neapolitan and Iberian culture across many centuries. A fil rouge reinterpreted by artisans from Campania Region inspired by the Bourbon queens between the second half of 1700 a.C. and the first half of 1800 a.C. A travel through the ancient jewel masters’ creativity revived by the art of their ideal successors that designed the forms and models from the past with modern sensibility. Gold, silver, pearls, coral, cameo, aquamarine to adorn colliers, earrings, brooches, rings and bracelets. A great deal study in order to imagine them dressed by the elegant Bourbon’s women form the Royal Family of the of Two Sicily Kingdom. After four days (14th -18th January) the “Una joya para la reina” collection has been exposed at Madrid Iberjoya, making a stop at the Italian Embassy in Madrid where his Excellency Ambassador Pasquale Terracciano has reserved an entire palace room to the jewels collection, the most prestigious one of the Embassy venue overlooking an enchanting garden. The organization and coordination of the event have been entrusted to Mrs. Mariarosaria Di Mauro and Mr. Claudio Pomella from the province


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Programma P.L.A.I.T.

Direction of the Community Policy, collaborating with the “landlords” for the exposition management. Representatives of the associations and consortiums from Campania Region attended the night dedicated to the event, among with Mr. Achille Capone officer for international affairs of Confederation of the Free Artisan Associations of small and medium enterprises (CLAAI), Mr. Ciro Esposito president of Consortium “Vulcano” from Torre del Greco, Mr. Giovangiuseppe Lanfreschi president of the Goldsmith Federation of Campania Region, Mr. Fabrizio Monticelli from Consotium “Antico Borgo Orefici”, Mr. Giuseppe Oliviero President for Campania Region of the National Confederation of artisanship and small and medium enterprises (Can), Mrs Vincenza Perreca from the Consortium “Oromare”. Assocoral, Casartigiani and Confartigianato made their contribution to the event.

Il P.L.A.I.T. (Public Local Agency for International Trade) è nato da un accordo tra la Regione Campania e le cinque province campane, promosso dall’assessore all’Artigianato e al Turismo della Provincia di Napoli Giovanna Martano e cofinanziato dalla misura 6.5 del POR Campania in collaborazione con la Camera di Commercio.

Il programma P.L.A.I.T. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con i Consorzi Antico Borgo Orefici, Oromare, Vulcano Promart e le Associazioni di categoria, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Claai e Foc. Tre anni dedicati alla internazionalizzazione di settori chiave dell’economia locale, come la moda, il turismo e, naturalmente, il gioiello. È il cuore del programma P.L.A.I.T. (Public Local Agency for International Trade), nato da un accordo tra la Regione Campania e le cinque province campane, promosso dall’assessore all’Artigianato e al Turismo della Provincia di Napoli Giovanna Martano e cofinanziato dalla misura 6.5 del POR Campania in collaborazione con la Camera di Commercio. Numerosissime le iniziative portate

avanti dalla Provincia negli ultimi anni, confluite in due progetti principali: “I tesori del Golfo”, con l’obiettivo di promuovere i prodotti della tradizione campana nel settore dell’oro, del corallo e del cammeo, e “A magic style”, destinato a valorizzare le creazioni di moda delle aziende del territorio. Le operazioni di marketing territoriale integrato del P.L.A.I.T., in particolare, hanno portato la Provincia di Napoli in giro per il mondo a far conoscere l’eccellenza napoletana nel settore dell’oro, del corallo e del cammeo ed a stringere con-


Programma P.L.A.I.T.

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P.L.A.I.T. PROGRAM Three years dedicated to internationalize the local economy key sectors, such as fashion, tourism, and of course jewels. The P.L.A.I.T. (Public Local Agency for International Trade) program heart is born thanks to the agreement between Campania Region and the five Campania’s provinces, promoted by Mrs. Giovanna Martano minister of the local tatti per aprire nuovi mercati: è stato così con il authority for artisan and tourism development of the province of Giappone, con gli Stati Uniti e, infine, con la Spagna. In Naples, and co-financed by Measure 6.5 of POR Campania tutto sei missioni di outgoing per il P.L.A.I.T.: a Tokyo Region in accordance with the Chamber of Commerce. Many come a New York la Provincia di Napoli ha “esportato” initiatives carried on by Naples Province during the last years creazioni orafe ed argentiere nell’ambito delle rispettive Fiere have been converged in two main projects: “I tesori del internazionali (International Jewellery Tokyo, con le esposizioni Golfo” with the goal to promote the Campania Region tra“Incisioni e trasparenze” e “Un gioiello per la regina”, in mostra ditional products from gold, coral and cameo field, and “A magic style” addressed to enhance the fashion creation of anche nell’ambito di JA New York, oltre a “Il Vesuvio è un gioielthe enterprises of this territory. The territorial marketlo”, “Un gioiello per la regina” e “Jewels from the Sea”). Le stesse ing actions together with P.L.A.I.T. have brought rassegne sono state quasi in contemporanea esposte “in patria” (a the Naples Province around the world in order to Napoli, presso Santa Maria la Nova, il Maschio Angioino, la disclose the gold, coral and cameo products excelCertosa di San Martino e presso la Reggia di Portici). E poi, per lence and to open new markets, as it happened in chiudere alla grande, l’Europa, in Spagna. Qui, a Madrid, la Japan, United States and at last Spain. In total six misProvincia di Napoli ha trovato l’attiva collaborazione sion have been realized in outgoing for P.L.A.I.T. such as Tokyo, New York where Naples Province exported dell’Ambasciata italiana. goldsmith and silversmith creations as part of the relative international Expositions (International Jewellery Tokyo with the exhibition of “Engraving and transparences” and “ A jewel for the Queen” exposed also during the JA New York, over “Vesuvio is a jewel”, “A jewel for the Queen” and “A jewel from the Sea”). The same shows have been quite simultaneously exposed in Italy (in Naples at Santa Maria la Nova, at Maschio Angioino Castle, at Charterhouse of San Martino and also at Portici Real palace). And also, in order to conclude in great style, in Europe with Spain. Here in Madrid, Naples Province found the active collaboration of the Italian Embassy.


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Un’approfondita ricerca storica L’artigianato orafo e il corallo, due protagonisti per un nuovo impulso all’economia Intervista all’Assessora all’Artigianato e Turismo della Provincia di Napoli, Giovanna Martano A capo dell’Assessorato all’Artigianato e al Turismo della Provincia di Napoli, nessuno meglio di Giovanna Martano poteva riuscire a coniugare il valore delle creazioni orafe napoletane con il bagaglio culturale di altri Paesi. Presente sia durante la Fiera della capitale spagnola Iberjoya, che ha ospitato la mostra “Una joya para la reina” dal 14 al 18 gennaio, sia durante l’esposizione della collezione nella sede dell’Ambasciata italiana a Madrid, Giovanna Martano è convinta che il binomio artigianato-turismo sia vincente, se frutto di una organizzazione seria e pianificata.

Come è riuscita a coniugare queste due realtà? «L’artigianato, e in questo caso parliamo delle meravigliose creazioni degli orafi campani, specialmente con il corallo ed il cammeo, può essere un grande attrattore turistico, soprattutto per un popolo, quello partenopeo, che nel corso della sua storia è stato a stretto contatto con molte altre culture. Far sì che due settori così centrali come il turismo e l’artigianato diano impulso all’economia del nostro territorio è l’obiettivo della Provincia di Napoli e di tutto il programma P.L.A.I.T.». Quanti artigiani hanno lavorato al programma in questi anni? «Circa cento in tre anni. Nell’esposizione organizzata presso l’Ambasciata italiana a Madrid sono stati coinvolti circa trenta orafi, che hanno realizzato la collezione con investimenti propri. La loro opera di interpretazione del gioiello borbonico è l’esito di una lunga ed approfondita ricerca storica,

attraverso la guida di storici dell’arte che hanno illustrato usi e costumi dell’epoca dei Borbone. Del resto, sono state proprio le regine borboniche a dare dignità di pietra preziosa al corallo e al cammeo, quindi il nostro è un omaggio a quelle donne». Dal punto di vista economico, che futuro ha “Una joya para la reina”? «In questi tre anni abbiamo preso contatti con diversi buyers che hanno mostrato interesse alle nostre proposte. Sia in Giappone sia negli Stati Uniti, così come in Spagna, abbiamo avuto un’ottima risposta: creare e consolidare la rete di contatti è il nostro obiettivo. I gioielli per la Regina, comunque, costituiscono dei prototipi non commerciali: gli artigiani che li hanno realizzati sono pronti, sempre ed esclusivamente a mano, a riprodurli per la vendita». AN IN-DEPTH HISTORICAL RESEARCH. THE GOLD AND CORAL HANDICRAFT ART AS PROTAGONIST FOR A NEW ECONOMY PUSH.

Interview to Mrs. Giovanna Martano, minister of

the local authority for artisan and tourism development of the province of Naples No-one better than Mrs. Giovanna Martano, chief in charge for the local authority of artisan and tourism development of the province of Naples, could combine the goldsmith Neapolitan creations together with cultural baggage of other countries. She attended both Iberjoya that hosted “Una joya para la reina” from 14th to 18th January 2009 at Madrid Exposition Centre and at the show hosted in the venue of the Italian Embassy in Madrid. She believes that the binomial artisanshiptourism is winning if coming from a planning and serious organization. How did you combine these two realities? «Handicraft, in that case we speak about the beautiful creations of goldsmiths from Campania Region, particularly with coral and cameo, can be a big attraction


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in tourism terms, mostly for a population as the Neapolitan one, that during his history has been close with other cultures. To be able to make this two sectors important for the local economy is a target for the Province of Naples and for P.L.A.I.T. goal». How many handicrafts have worked for the program realization during the last years? «Approximately hundred. For the exposition organized at the Italian Embassy of Madrid thirty goldsmiths have been involved realizing the collections with self-contribution. Their aim to integrate the Bourbon Jewel is the result of a long and in-depth historical research, helped by history and art experts that have shown the habits and customs of the time. In fact

Bourbon Queens gave dignity to precious stones such as coral and cameo, so why this is a gift to these women». From the economic point of view, what is the future expectation for “Una joya para la reina”? «During the last three years we kept in contact with buyers that we have considered the most “receptive” toward our proposal. Both Japan and United States, as well as Spain have positively answered in order to create and consolidate the contact networking as a common target. The Jewels for the Queen are, however, the no-commencial samples: the handicrafts that realized the collection are ready to re-produce it for sale, completely by hand».

Napoli e Madrid unite nella tradizione Intervista all’Ambasciatore italiano in Spagna, Pasquale Terracciano Ha fortemente voluto che fosse l’Ambasciata italiana in Spagna ad ospitare “Una joya para la reina”, l’esposizione di gioielli borbonici che l’Assessore all’Artigianato e al Turismo della Provincia di Napoli Giovanna Martano ha portato in giro per il mondo. E non soltanto perché Pasquale Terracciano, l’ambasciatore, ha un legame particolare con la città partenopea, essendovi nato, ma perché consapevole del significato storico ma anche simbolico ed economico che racchiude una mostra di gioielli creati dall’eccellenza dell’artigianato campano. Nella sede dell’Ambasciata italiana che occupa un intero isolato del centro di Madrid - affacciandosi sulle Calles Lagasca, Juan Bravo, Velázquez e Padilla - uno storico palazzo di cui Pasquale Terracciano ha provveduto a riordinare gli interni da quando, due anni e mezzo fa è diventato ambasciatore, ha illustrato le ragioni che lo hanno spinto a mettersi in moto in prima persona per creare uno spazio dedicato alla mostra, che dal 14 al 18 gennaio è stata esposta a Iberjoya, la fiera orafa di Madrid.

Perché “Una joya para la reina”? E perché nella sede dell’Ambasciata? «È giusto che spagnoli e napoletani non dimentichino di avere un enorme bagaglio culturale comune. Quando sono venuto a conoscenza dell’iniziativa della Provincia di Napoli ho fortemente

spinto perché, dopo il “passaggio” a Iberjoya, la mostra passasse per l’Ambasciata: credo che sia la sede più adatta a simboleggiare il legame fortissimo che c’è tra la Spagna e Napoli. Questa esposizione unica al mondo è il punto di incontro tra il gusto e la produ-

L’Ambasciatore Pasquale Terracciano e l’Assessora Giovanna Martano

zione odierni ed il retaggio storico di questi due paesi». Quale valore aggiunto può portare l’artigianato napoletano in un Paese culturalmente così vicino? «Molte culture produttive sono state scambiate da un paese all’altro: le porcella-


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ne di Capodimonte, per esempio, tanto amate da Carlo III di Spagna, o le sete di San Leucio in provincia di Caserta. Ma vale lo stesso per il corallo e per i cammei. Ero convinto del successo di questa iniziativa e qui c’è terreno fertile per far attecchire la cultura orafo-argentiera di Napoli e provincia. Quando poi ho guardato i gioielli esposti qui, nel nostro salone di rappresentanza più suggestivo, sotto gli sguardi entusiasti dei nostri ospiti, ho capito che abbiamo fatto centro». Quali difficoltà potrebbero incontrare in Spagna, dal punto di vista strettamente commerciale, gli orafi campani? «Il momento della distribuzione è, in questo Paese, estremamente differente da quello italiano: in tutti i settori si presenta come maggiormente concentrato, a fronte dell’artigianalità che invece caratterizza le imprese campane. Qui i grandi marchi e le maison più prestigiose fanno a gara per ottenere spazi nei grandi magazzini e nei centri commerciali… Però credo che sia una difficoltà soltanto apparente, dal momento che la stragrande maggioranza degli orafi di Napoli e provincia si presenta strutturata in consorzi. Questo è certamente un punto a favore per sfondare nel mercato iberico». NAPLES AND MADRID CONNECTED BY TRADITION INTERWIEW TO THE ITALIAN AMBASSADOR IN SPAIN, HIS EXCELLENCY MR PASQUALE TERRACCIANO Mrs. Giovanna Martano, minister of the local authority for artisan and tourism development of the province of Naples, strongly wanted that “Una joya para la reina”, the exposition of Bourbon jewels, was hosted by the Italian Embassy in Spain. Not only because the Italian Ambassador Mrs. Pasquale Terracciano is particularly bound to Naples being born there, but because is conscious of

the historical and symbolic meaning from the economic point of view, that a jewel exposition created by the excellence of Campania Region artisanship. In the venue of the Italian Embassy, occupying an entire block of Madrid centre, overlooking Calle Lagasca , Juan Bravo, Velázquez and Padilla - an old Palace that Mr. Terracciano has restored in interior. He became Ambassador two years and half ago and he explained the reasons that drove him, in first person, to set the organization of the exposition in motion, creating a place dedicated to the show of Iberjoya the Madrid’s Goldsmith exposition, from 14th to 18th of January Why “Una joya para la reina”? And why did you chose the Embassy? «It is good that Neapolitan and Spanish don’t forget to have a cultural baggage in common. When I heard about the project of the Province of Naples, I have strongly pushed the idea to host the collection Bourbon Jewels, after Iberoja, at the Italian Embassy thinking it was a venue more symbolic to show the historical link between Spain and Naples. That exposition, unique in the world, is the joining point between taste and the nowadays productions and the historical connection between these two countries». What surplus value the Neapolitan artisanship can bring to a so culturally close country? «Many producing cultures have been traded from

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one to an other country: for example the Capodimonte porcelains so loved by King Carlo III of Spain, or silks from San Leucio in Caserta province. But the same is for coral and cameos. I was concerned about the success of this initiative, because here Spain is a right place to radicate the goldsmith and silversmith culture form Naples province. When actually I sow the jewels exposed here, in our representative astonishing palace room under the exciting eyes of our guests, I understood that we were right on target». What kind of troubles could be found in Spain, from a marketing point of view, by the Campania Region goldsmiths? «The distribution phase in this country is completely different from the Italian one: in any sectors is more concentrated and so different compared with the handicraft way to produce that marks the Campania Region enterprises. In Spain the big brands compete to obtain place in the big malls. But I believe it is only an apparent difficulty considering that the majority of the goldsmith from Naples province is already organized in consortiums. This is for sure an advantage to be part of Spanish market».


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Sigillo, Sistema Gioiello Lombardo promuovere lo sviluppo e l’innovazione della filiera orafa di Lucia Eleonora Venino

Sigillo, progetto promosso dal Politecnico di Milano, nasce con l’intento di coinvolgere i principali attori della filiera orafa e le istituzioni correlate in un programma di iniziative condivise e nella creazione di un osservatorio permanente per l’innovazione orafa. Sigillo, acronimo di Sistema Gioiello Lombardo, si propone di essere l’impronta del sistema gioiello lombardo e di rappresentare la capacità, tipicamente lombarda, di fare sistema coinvolgendo attivamente i diversi attori della filiera orafa per promuovere lo sviluppo e l'innovazione. Una visione sistemica che ha portato al riconoscimento di Milano quale capitale della moda e del design. Curiosamente, anche per il gioiello il territorio lombardo presenta i medesimi caratteri di eccellenza quali la compresenza di progetto, produzione, formazione, promozione e comunicazione ma, contrariamente a quanto avvenuto per moda e design, tali forze non si sono mai coagulate né tantomeno hanno mai avviato progetti condi-

visi e strategie comuni. La spinta ad agire è partita da Alba Cappellieri, professore associato di Design del Gioiello presso il Politecnico di Milano, i cui studi da tempo sono volti alla costituzione di un sistema gioiello lombardo. Il progetto ha origine da una riflessione sul ruolo dell’Italia e della Lombardia nel panorama della gioielleria internazionale. L’Italia è il primo produttore di gioielli al mondo eppure il gioiello italiano all’estero è riconosciuto per i grandi brand internazionali o per il gioiello d’artista della scuola di Padova. Nella geografia orafa italiana Milano viene subito dopo Vicenza, Arezzo e Alessandria, ma, contrariamente a queste ultime, non individua alcun distretto industriale. I numeri mostrano come i presupposti alla creazione di un sistema siano tutt’altro che azzardati, soprattutto se si considera che la Lombardia è l’unica regione italiana a concentrare nel proprio territorio i diversi attori della filiera la cui eccellenza individuale è ampiamente riconosciuta mentre

Sigillo si propone di rafforzare le sinergie tra i diversi attori della filiera, di coagulare le singole componenti attraverso azioni di sistema, di promuovere e comunicare il sistema gioiello lombardo


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non esiste come espressione di un sistema autonomo, a detrimento delle potenzialità che ciò comporta. Risulta evidente che il potenziale del sistema gioiello lombardo è ancora tutto da scoprire. L’identità, intesa come appartenenza a una rete “tradizionale” di saperi e come capacità di essere espressione coerente di quei medesimi saperi è fattore di innovazione, key factor di riconoscibilità e remunerabilità internazionale, e perciò di successo. La mappa vocazionale lombarda, unico caso in Italia, è fortemente connotata dalla presenza della cultura politecnica del progetto e di uno straordinario know how produttivo ma la frammentazione della filiera non ne consente il riconoscimento e la riconoscibilità, annullandone il vantaggio competitivo. Fare sistema rappresenta dunque l’imperativo categorico della contemporaneità, i cui vantaggi sono sia commer-

ciali sia culturali, perché indirizzati alla valorizzazione delle risorse territoriali. Per l’impresa, una visione di sistema rappresenta indiscutibilmente l’unica chance per acquisire forza e competere nell’arena globale, a patto di superare le resistenze e i timori spesso avanzati dalle piccole e medie imprese, soprattutto in un settore chiuso e diffidente come quello del gioiello. Le imprese devono sfruttare le proprie competenze manifatturiere tradizionali e allargare l’orizzonte verso tutte quelle funzioni immateriali che sono decisive, ma su cui devono ancora sviluppare dei vantaggi competitivi. Devono imparare ad utilizzare la creatività non solo per innovare il proprio prodotto, ma anche per rinnovare il proprio modello di business. La costituzione di un sistema gioiello lombardo ha anche un importante valore culturale. Secondo Alba Cappellieri, tradizioni e tecniche proprie del “bello e ben fatto” del made in Italy possono essere riscoperte e reinterpretate secondo un’estetica contemporanea attraverso il progetto, che permette di generare un

modello di sostenibilità per lo sviluppo del territorio e un incremento alla produttività delle sue imprese. Nondimeno il recupero della memoria storica e l’aggregazione delle realtà produttive in un distretto può essere associato a temi di turismo culturale e marketing territoriale. L’obiettivo è quello di “risvegliare” una serie di valori tipici del made in Lombardia, che esulano dalle capacità tecniche del prodotto e rimandano a poetiche, stili di vita e di consumo, estetiche tipiche della cultura italiana. Fare sistema è anche un modo per favorire l’innovazione attraverso lo scambio osmotico con il mondo del progetto, della formazione e della ricerca. Attraverso Sigillo si vuole puntare a coltivare l’innovazione, rafforzandone l’intesa con la realtà produttiva lombarda. La partecipazione di enti di formazione e di ricerca come il Politecnico di Milano favorisce l’innovazione di prodotto, di processo e di servizio mettendo a disposizione delle aziende un servizio continuativo e altamente qualificato. La capacità politecnica di gestire conoscenze molto ampie - dai materiali al retail, dai trend alla modellazione, dal concept di prodotto alle nuove tecnologie- rappresenta il miglior know how per l’innova-


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L’innovazione del sistema gioiello passa attraverso il progetto Sigillo

Alba Cappellieri, professore associato di Design del Gioiello presso il Politecnico di Milano

zione e un’opportunità per le imprese in quanto la riduzione dell’incertezza, che è la sostanza del processo innovativo, può essere realizzata solo da una significativa attività di ricerca. Gli obiettivi strategici di Sigillo, delineati da Alba Cappellieri, sono tutti volti a rafforzare la capacità produttiva del territorio lombardo per accreditarlo come distretto orafo. Sigillo si propone di rafforzare le sinergie tra i diversi attori della filiera e in particolare tra progettisti e produttori, di coagulare le singole compo-

nenti attraverso azioni di sistema, di promuovere e comunicare il sistema gioiello lombardo favorendone l’internazionalizzazione attraverso iniziative che ne evidenzino la forza e l’unità, di valorizzare la memoria orafa per lo sviluppo sostenibile del territorio. L’entusiasmo e l’assenso con cui i protagonisti hanno risposto all’appello di Sigillo rafforza la convinzione che si tratti di un’intuizione destinata ad avere successo, e lascia presagire che sia arrivato il tempo di scoprire le potenzialità del sistema gioiello lombardo.

Lunedì 2 febbraio, la suggestiva cornice dell’Aula Magna del Rettorato del Politecnico di Milano ha visto la nascita di Sigillo, di fronte ai principali esponenti della gioielleria lombarda e delle istituzioni correlate che hanno coraggiosamente sfidato le intemperie del gelido inverno milanese per essere presenti. Sigillo è un progetto d’intervento che si articola in più attività, sia azioni puntuali che continuative nel tempo. L’anima operativa di Sigillo è rappresentata da Sigillo Innovation Lab, che si propone di diventare il punto di riferimento nazionale per l’innovazione del sistema gioiello attraverso lo studio delle innovazioni di prodotto, processo e servizio a esso riconducibili, nonché le innovazioni tecnologiche e di materiali, allo scopo di definire lo stato dell’arte del settore, i trend di sviluppo e le innovazioni incrementali provenienti da altre discipline. Attraverso la creazione di Sigillo Innovation Lab, un laboratorio dedito allo studio e al monitoraggio delle innovazioni, il Politecnico di Milano si propone come un knowledge broker capace di catalizzare conoscenze e mettere in contatto persone e aziende e guidarli nel percorso di innovazione. La prima azione puntuale in programma invece vede uniti produttori e progettisti in un singolare omaggio alla loro città: ciascun produttore sarà associato ad un progettista, a cui verrà chiesto di realizzare un gioiello sul tema di Milano in accordo con lo spirito dell’azienda che ne realizzerà il prototipo. Ne deriverà Mediolani Gemmae, una mostra itinerante che partirà da Milano nel 2010 per varcare i confini internazionali.



www.preziosamagazine.com

il portale della gioielleria italiana

IL MONDO ORAFO IN UN DATABASE*

fiere | eventi | quotazioni | nuove collezioni * consorzi, scuole di design, associazioni di categoria, marchi


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I gioielli del Borgo Orefici incontrano i gioielli della terra

L’assessore provinciale all’agricoltura, Francesco Borrelli; il presidente del consorzio antico borgo orefici, Roberto de Laurentii; il presidente della seconda municipalità del comune di Napoli, Alberto Patruno; l’assessore allo sviluppo del comune di Napoli, Mario Raffa

Avvicinare i prodotti della terra alle creazioni degli artigiani orafi: questo l’obiettivo della mostra-mercato, svoltasi il 13 e il 14 febbraio nell’Antico Borgo Orefici di Napoli e realizzata in collaborazione con la Coldiretti ed il patrocinio del Comune di Napoli. Ed è stato un successo. Stand ordinati ed attraenti di prodotti agroalimentari tra le vie che compongono il Borgo, storica porta d’ingresso della città e crocevia tra il porto ed il centro antico della città, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni come l’assessore comunale allo Sviluppo Mario Raffa e l’assessore provinciale all’Agricoltura

Francesco Borrelli. Ad accoglierli, il presidente del consorzio “Antico Borgo Orefici” Rober to de Lau rentiis. «Il nostro obiettivo è comunicare la qualità legata ai prodotti della nostra terra, in ogni settore, dall’agroalimentare all’artigianato» ha dichiarato De Laurentiis. L’evento si inserisce in un più ampio progetto di Marketing territoriale integrato, portato avanti ormai da anni dagli artigiani del consorzio, per rendere il centro commerciale naturale del Borgo un punto di riferimento per i campani ma anche per i turisti. Già l’aspetto urbanistico della zona ha ricevuto importanti interventi di riqua-

lificazione, anche nell’ottica della sicurezza, ma l’obiettivo principale degli artigiani è quello di ridare vita a un punto di attrazione che, anche attraverso l’attiva collaborazione dei consorzi di via Duomo (centro rilevante per gli abiti da cerimonia) e piazza Mercato (polo del tessile), che già hanno dato la loro adesione, costituisca un vero e proprio “Polo della Cerimonia”. «È possibile farlo tramite la calendarizzazione degli eventi – spiega Fabrizio Monticelli, project manager dell’Antico Borgo Orefici -. Per quest’anno abbiamo in programma altre iniziative che facciano da ausilio anche per fronteggiare la crisi dei consumi: prima in ordine di tempo, il prossimo 6 marzo, quando l’Antico Borgo Orefici e la Coldiretti ripeteranno l’esperienza di febbraio insieme al mondo dell’antiquariato». (CDM)


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PANERAI Luminor 1950 8 Days GMT di Mario Didone

Un marchio che evoca il mare, la Marina Militare, le missioni in tempi in cui le attuali tecnologie non erano immaginabili, uomini che sfidavano le profondità armati per lo più del loro coraggio, e con al polso un fedele compagno, l’orologio, uno in particolare su tutti, Panerai. La Storia è nota a tutti, il marchio venne fondato da Guido Panerai & figlio nel 1925 registrato come commercio di utensili orologieri e forniture” da allora ha percorso una strada che lo ha portato ai tempi nostri sempre più forte, al punto che dal 2002 è nato un nuovo capitolo legato alla produzione del primo movimento di manifattura denominato P.2002 (in onore all’anno di inizio del nuovo progetto) mantenendo inalterata la filosofia legata a doti di robustezza, qualità tecnica, e immagine. Ed ecco quindi il modello PAM 00233

più noto come Luminor 1950 8 days GMT, appartenente alla famiglia manifattura 44 mm. Di questo orologio la prima cosa che si nota è l’indicazione sul quadrante della riserva di carica, in modo lineare. Il movimento meccanico a carica manuale, calibro 2002/1, ha un’autonomia di 8 giorni di riserva di marcia, questo grazie ai 3 barili (contenenti altrettante molle), è un 13 ¾ linee con uno spessore di mm 6,6 - 21 rubini, 28.800 alternanze ora scandite da un bilanciere in glucydur, conta ben 247 componenti, è dotato del meccanismo zero reset per la perfetta messa a l’ora (blocco istantaneo del bilanciere) ed un sistema antiurto Kif parechoc. Alle classiche funzioni, ore, minuti, secondi, data, si aggiunge anche un secondo fuso orario indicato attraverso

Del modello PAM 00233 noto come Luminor 1950 8 days GMT, la prima cosa che si nota è l’indicazione sul quadrante della riserva di carica, in modo lineare. Il movimento meccanico a carica manuale, ha un’autonomia di 8 giorni di riserva di marcia

Officine Panerai Manufacture de haute horologerie rue de la Balance, 4 CH-2000 Neuchâtel - Svizzera web www.panerai.com


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una lancetta supplementare. Tutto quanto elencato è racchiuso nella classica cassa di mm 44 in acciaio satinato AISI 316 L con lunetta lucida, fondello a vite in vetro zaffiro attraverso il quale è in bella mostra il meccanismo. Il copricorona con il tipico funzionamento a leva e dall’inconfondibile design è in acciaio satinato, ed è coperto dal brevetto del luglio 1956 rilasciato a Maria e Giuseppe Panerai, da allora sempre fedele accessorio posto a garantire una perfetta impermeabilità, in questo caso fino a 100 mt. Il quadrante è nero con numeri arabi al 12 e al 6 ed indici ad alta luminescenza, sullo stesso a ore 9 è posto lo sferino dei secondi e la utilissima indicazione giorno - notte , a ore 3 la finestrella del datario, e l’indicazione lineare della riserva di carica sopra al 6. Il vetro è in zaffiro con uno spessore di 2 mm, antiriflesso ad alta resistenza realizzato con lavorazione dall’interno verso l’esterno, il cinturino in cuoio con l’importante fibbia ardiglione in acciaio satinato, (in dotazione viene dato un altro cinturino in caucciù e relativo cacciavite per la sostituzione). Il modello descritto è realizzato anche in oro rosa, cassa satinata e lunetta lucida, copricorona in oro, quadrante marrone e cinturino in alligatore dello stesso colore, fibbia ardiglione dello stesso metallo prezioso. La referenza in questo caso è PAM 00289.


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Ferrì Collection Gli orologi che fanno il giro del mondo Per tutti i gusti ed ogni occasione. Esplorazione di nuove forme ed elaborazione di un concetto di orologio più che mai attuale: sono gli ingredienti delle creazioni di Nazareno ed Elvira Ferri, padre e figlia, da decenni impegnati nel settore delle pietre preziose. Ed è proprio dalla loro storia che partono alla ricerca di un oggetto da polso che sia, per chi lo indossa, un

vero segno di identità e che porti il nome di Ferrì Collection. La ricerca di nuovi materiali e dei loro accostamenti fa da sfondo alle numerose collezioni che Nazareno Ferri e sua figlia Elvira, maestra di arte orafa, sono orgogliosi di destinare ad un pubblico sportivo e brillante: cinturini in pelle, acciaio e persino in sughero, un materiale resistente e studiato per resistere anche all’acqua. Il tutto completato dalla vasta


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schiera di accessori, ideati e prodotti nella palazzina in provincia di Caserta, dove l’intera gamma di prodotti FerrìCollection viene alla luce, a partire dalla elaborazione tecnica delle caratteristiche fino alla vera e propria fabbricazione. Con la distribuzione, invece, gli orologi fanno letteralmente il giro del mondo. Oltre alle numerose fiere internazionali che le ospitano, le creazioni della famiglia Ferri raggiungono una clientela veramente vasta: dalla Nuova Zelanda alla Spagna, da Cipro alla Francia. La varietà delle linee lascia spazio alle emozioni di tutti: è impossibile non trovare un modello che faccia al caso proprio: tratti morbidi oppure squadrati, cinturini lineari o adornati da charms di pietre di ogni forma e colore, quadranti semplici ma anche sofisticati con fuso orario. Oggetto di punta del 2009 è certamente la serie “Black&White”, assolutamente allineato alle ultime tendenze della moda. Anche se ne segnano lo scorrere, gli orologi Ferrì Collection, in qualche modo, il tempo lo fermano. (C.D.M.)

Ferrì Collection C.so Italia, 108 81030 Frignano (CE) ph. +39 081 8909360 web www.ferricollection.com


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Sulle tracce di Darwin

IWC Aquatimer  di Nunzia Arillo

Correva l’anno 1859: a Londra usciva il libro «On the Origin of Species by Means of Natural Selection» (L’origine delle specie). Il suo autore era il naturalista Charles Darwin. L’opera rivoluzionò completamente la visione scientifica del mondo e nonostante rappresentasse una vera e propria provocazione, gettò le basi della biologia moderna. In quegli stessi anni, a Boston Florentine Ariosto Jones coltivava il sogno di rivoluzionare il campo dell’orologeria: aspirazioni che, nel 1868, portarono alla fondazione della manifattura orologiera IWC nella città svizzera di Sciaffusa. Mentre il mondo scientifico festeggia, nel 2009, il 200° compleanno di Charles Darwin, la IWC e la Charles

Darwin Foundation (CDF), siglano un accordo di collaborazione a favore delle isole Galapagos. Questo «laboratorio dell’evoluzione» è, ora, fortemente minacciato dalla colonizzazione, dalla pesca di frodo e dall’importazione di animali. Per commemorare tale impegno nella difesa di questo ecosistema, IWC Schaffhausen, oltre a mettere a disposizione un considerevole contributo economico, ha rivisto ed aggiornato, sotto il profilo sia tecnico che estetico, la propria gamma di orologi subacquei, che, dal 1967 è conosciuta dagli appassionati con il nome di Aquatimer. Oggetto di punta della collezione, l’Aquatimer Chronograph Edition Galapagos Islands.

L’impegno di IWC a favore delle Isole Galapagos: 150 anni dopo «L’origine delle specie» nasce la partnership tra Darwin e la manifattura di Sciaffusa


85 IWC Schaffhausen Baumgartenstrasse 15 Postfach 686 - 8201 Schaffhausen ph. +41 52 635 65 65 fax +41 52 635 65 01 web www.it.iwc.com

La linea Aquatimer Nel 1967, IWC Schaffhausen lanciò sul mercato il suo primo orologio a tenuta stagna: l’Aquatimer. Novità assoluta nel settore dell’orologeria subacquea, l’Aquatimer raggiungeva i 200 metri di profondità, oltre a visualizzare il tempo trascorso in immersione. L’evoluzione delle tecniche ha condotto tale linea verso performance, gradi d’impermeabilità e funzioni sempre migliori. Negli anni ’80, il Modello Ocean 2000 stabilì un nuovo punto di eccellenza: impermeabile fino ai 2000 metri. Mentre verso la fine negli anni ’90 fu lanciato un nuovo Aquatimer Deep One: il primo orologio, completamente meccanico, a mostrare, oltre al calcolo del tempo d’immersione, l’indicazione della profondità. Il 2003 fu l’anno della collezione Aquatimer, ispirata alla Cousteau Society e dell’Automatic 2000. Fino ai nostri giorni, con la collezione 2009. Le caratteristiche comuni a tutti: le dimensioni della cassa sono leggermente aumentate fino a 44 mm e, addirittura in un caso, a 46 mm. La rinnovata gamma di Aquatimer ha in comune la caratteristica della ghiera girevole che ritorna esterna. Una ghiera in vetro zaffiro, incisa sul retro e larga 4 mm, è posizionata sopra sei strati di materia - le luminescenti SuperLumiNova®. In questo modo, la luminosità e la leggibilità sono ottimali in qualsiasi condizione di visibilità. La collezione è prodotta, per alcuni modelli, nei caratteristici colori giallo-nero e blu-

a r a ncione della famiglia Aquatimer ma introduce anche nuove combinazioni cromatiche per il quadrante, le lancette e gli indicatori. Ulteriore elemento caratteristico della nuova famiglia di orologi subacquei è rappresentato dall’innovativo sistema di sostituzione del cinturino**. Il nuovo Aquatimer è un orologio sportivo adatto a qualsiasi occasione,

oltre che per l’impiego professionale subacqueo. Nelle immersioni, per esempio, si rivela utile un cinturino leggero in tessuto tecnico a strappo affinché l’orologio possa essere indossato anche sopra la muta in neoprene. ** Il sistema di sostituzione rapida del cinturino degli orologi Aquatimer è stato sviluppato da IWC su licenza di brevetto concessa da Cartier.


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Ospiti esclusivi di IWC Schaffhausen

IWC Aquatimer 

In occasione del SIHH 2009, Salone Internazionale di Alta Orologeria tenutosi a Ginevra dal 19 al 24 gennaio 2009, IWC Schaffhausen ha presentato le proprie novità orologiere anche ad ospiti illustri come Zinédine Zidane, Ronan Keating, Jean Reno e Marc Forster. Il suggestivo ambiente del Bâtiment des Forces Motrices di Ginevra

ha accolto gli invitati della Manifattura elvetica di orologi IWC Schaffhausen in un’atmosfera familiare. Partner selezionati ed ospiti illustri si sono riuniti per festeggiare la conclusione di una giornata speciale con uno spumeggiante cocktail di benvenuto seguito da una squisita cena ed intrattenimento musicale. Momento culminante della serata è


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stata la performance di Kevin Spacey: nel corso della cena il vincitore del premio Oscar ha spontaneamente cantato due canzoni insieme al sassofonista dei Supertramp, John Helliwell. Ispirandosi alle affascinanti Isole Galapagos ed alla partnership fra IWC Schaffhausen e la Charles Darwin Foundation, la Manifattura svizzera di orologi ha presentato una nuova generazione di orologi subacquei Aquatimer. Il fotografo delle star, Michael Muller, non si è lasciato sfuggire l’occasione di commentare i tratti salienti del suo reportage fotografico sul magico mondo delle Isole Galapagos. (N.A.)


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VacheronConstantin 250 anni di virtuosismo orologiero consacrati in una straordinaria trilogia

Negli oltre 250 anni della sua storia, il celebre marchio della croce di Malta non ha mai cessato di ricorrere ai migliori artigiani, ai materiali più pregiati e preziosi ed alle tecniche più ardite per assicurare alle sue creazioni un posto di prestigio nel patrimonio dell’Alta Orologeria. Dal 1755, infatti, è prerogativa della maison creare ciò che si credeva impossibile associando ai massimi livelli l’espressione estetica alla più alta meccanica. Competenze, queste, che si celano nel cuore dei suoi segnatempo dalla progettazione alla eccezionale finitura, impossibile da realizzare macchinalmente. Vacheron Constantin ha saputo concretizzare il sogno di un tempo che non si declina ma che si assapora

come una emozione, alla luce di gemme intramontabili. Una ricerca di eccellenza che caratterizza la sua produzione dai primi orologi - parure da taschino da donna a quelli da polso più sottili al mondo di forma baguette, fino a Kallista, realizzato in unico esemplare, il primo record per l’orologio più piatto al mondo nella sua categoria tagliato in un lingotto d’oro massiccio con 118 pietre e movimento a carica manuale. Per celebrare i 30 anni de “la più bella”, oggi propone Kallania, che con i suoi 186 diamanti a taglio smeraldo ne fa un nuovo primato in termini di realizzazione e carati. Ricerche in costante evoluzione che portano anche alla realizzazione del nuovo taglio di diamante a “fiamma”, inedito nell’universo orologiero, una forma in cui la luce si L’orologio gioiello Lady Kalla Flame


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L’orologio gioiello Kallania, con 186 diamanti

Vacheron Constantin 10, Chemin du Tourbillon CH-1228 Plan-les-ouates - Svizzera ph. +41 22 930 2005 fax +41 22 930 2006 web www.vacheron-constantin.com

riflette e si rifrange all’infinito attraverso le sue 57 faccette. Novità estetica e tecnica - ufficialmente riconosciuta dal GIA (Gemological Institute of America) - che esalta due interpretazioni, inedite quanto spettacolari, dell’Alta Orologeria gioielliera: il Lady Kalla Flame e il Kalla Haute Couture à Secret, entrambi dotati del celebre calibro 1005 a carica manuale con corona posta sul retro del movimento. Oltre 2.000 ore di lavorazione d’eccellenza ed un connubio perfetto tra Alta Orologeria e Alta Gioielleria, invece, per il modello Malte Tourbillon Régulateur che raggiunge il massimo tecnicismo orologiero unito alla più sofisticata e delicata delle incastonature, quella invisibile. Interamente realizzato a mano, si veste di un abito traslucido composto di 565 diamanti baguette per un totale di circa 19 carati che illuminano le indicazioni del tempo. Pezzi eccezionali, inimitabili che sublimano l’arte del gioielliere-incastonatore per fare sempre meglio se possibile, ed è sempre possibile. (MRP)


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Il lavoro occasionale accessorio Una nuova opportunità per le imprese commerciali di Marco Cantarella*

È apparsa di recente una interessante novità in materia di lavoro : in seguito alle sollecitazioni della CONFCOMMERCIO, l’INPS ha reso immediatamente operativa per le imprese commerciali la possibilità di utilizzare il lavoro occasionale di tipo accessorio. Si tratta di uno strumento che può essere molto utile, sia per il costo che per la flessibilità di utilizzo, durante i picchi lavorativi, come il Natale o la Pasqua, per avere un aiuto in azienda ad un costo ragionevole e senza rischi di controversie. Queste le regole principali di tale tipologia contrattuale : - Soggetti assumibili: giovani con meno di 25 anni di età, regolarmente iscritti a un ciclo di studi presso l’università o un istituto scolastico di ogni ordine e grado, durante i periodi di vacanze natalizie, pasquali ed estive: a) per “vvacanze natalizie” il periodo che va dal 1° dicembre al 10 gennaio; b) per “vvacanze pasquali” il periodo che va dalla domenica delle Palme al martedì successivo il lunedì dell’Angelo; c) per “vvacanze estive” i giorni compresi

dal 1° giugno al 30 settembre. - Mansioni: tutte - Costi: le prestazioni vengono retribuite con un buono (voucher) acquistabile presso le sedi INPS. Ogni singolo buono ha un valore nominale di 10 Euro, comprensivo di contributi INPS ed INAIL più una quota per la gestione del servizio, per un totale di 2,5 euro. Il corrispettivo netto della prestazione, in favore del prestatore, è quindi pari a 7,50 euro, esenti da imposizione fiscale. In pratica, l’azienda paga il buono 10 euro, di cui 7,50 costituiscono la retribuzione netta del lavoratore. Mediante il buono il datore assolve anche agli obblighi contributivi. Va sottolineato che la retribuzione della prestazione andrà concordata tra le parti, non dovendo necessariamente seguire quella prevista dal contratto di lavoro Limitazioni: un singolo lavoratore non può percepire più di 5.000 euro in buoni da parte di un singolo committente nel corso dell’anno. Non vi sono invece limitazioni per il datore di lavoro, che può così utilizzare più di un prestatore di lavoro accessorio.

Modalità applicative: esiste una procedura telematica ed una cartacea per l’utilizzo dei voucher. La procedura telematica prevede che sia il Datore di lavoro che il lavoratore debbano registrarsi sul sito www.inps.it e seguire le istruzioni ivi contenute. La procedura cartacea prevede che i datori ritirino i buoni presso le sedi provinciali INPS previo pagamento dell’importo sul ccp 89778229 intestato a INPS DG LAVORO OCCASIONALE ACC. Prima dell’inizio dell’attività, il datore dovrà effettuare la comunicazione all’INAIL indicando i dati propri e quelli del lavoratore nonché le date di inizio e fine della prestazione lavorativa. I buoni dovranno essere datati, intestati al lavoratore e sottoscritti dal datore. Il lavoratore potrà riscuotere il corrispettivo dei buoni presso gli Uffici Postali. Infine, segnaliamo che per l’espletamento di lavori di pulizia, manutenzione, giardinaggio, consegne porta a porta il sistema dei voucher è utilizzabile con qualsiasi lavoratore e per l’intero anno. * Direttore Federazione Orafi Campani


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Spese di rappresentanza operative le nuove regole Un recente decreto (D.M. 19.11.2008 pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 11 del 15 gennaio) del Ministero dell’Economia ha dato attuazione alle nuove regole in materia di spese di rappresentanza previste dalla L. 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008). Vediamo in sintesi le regole principali, che si applicano per le spese sostenute dal 1 gennaio 2008. Sono considerate inerenti, e quindi deducibili, le spese per erogazioni a titolo gratuito di beni e servizi per finalità promozionali o di pubbliche relazioni dirette a generare benefici economici per l’impresa o comunque coerenti con le pratiche commerciali di settore, tra cui : - spese per viaggi turistici in occasione dei quali siano svolte significative attività promozionali dei beni o dei servizi la cui produzione o il cui scambio costituisce oggetto dell’attività caratteristica dell’impresa; - delle spese per feste, ricevimenti ed altri eventi di intrattenimento organizzati in occasione di ricorrenze aziendali o di festività nazionali o religiose; - delle spese per feste, ricevimenti ed altri eventi di intrattenimento organizzati in occasione dell’inaugurazione di nuove sedi, uffici o stabilimenti dell’impresa; - delle spese per feste, ricevimenti ed altri

eventi di intrattenimento organizzati in occasione di mostre, fiere ed eventi simili in cui sono esposti i beni ed i servizi prodotti dall’impresa; - di ogni altra spesa per beni e servizi distribuiti o erogati gratuitamente, ivi inclusi i contributi erogati gratuitamente per convegni, seminari e manifestazioni simili il cui sostenimento risponda ai criteri di inerenza sopra indicati. Tali spese sono deducibili nel periodo d’imposta in cui sono state sostenute. Il limite di deducibilità è commisurato ai ricavi aziendali: - 1,3% dei ricavi ed altri proventi fino a 10 milioni di euro; - 0,5% dei ricavi ed altri proventi per la parte eccedente i 10 milioni di euro e fino a 50 milioni di euro; - 0,1% dei ricavi ed altri proventi per la parte eccedente i 50 milioni di euro. Ai fini della determinazione dell’importo deducibile non si terrà conto delle spese relative a beni distribuiti gratuitamente di valore unitario non superiore a 50 euro (omaggi aziendali, etc.), deducibili per il loro intero ammontare. Ricordiamo che la stessa legge finanziaria 2008 ha elevato il limite del valore unitario dei beni, la cui distribuzione gra-

tuita si considera integralmente deducibile, da 25,82 euro a 50 euro. Le imprese di nuova costituzione potranno portare in deduzione le spese di rappresentanza a partire dal primo periodo d’imposta in cui vengono conseguiti ricavi ed in quello successivo Non costituiscono “spese di rappresentanza” e quindi sono escluse dal predetto limite di deducibilità le seguenti spese: - spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute per ospitare clienti, anche potenziali, in occasione di mostre, fiere, esposizioni ed eventi simili in cui sono esposti i beni e i servizi prodotti dall’impresa o in occasione di visite a sedi, stabilimenti o unita’ produttive dell’impresa. - spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute direttamente dall’imprenditore individuale in occasione di trasferte effettuate per la partecipazione a mostre, fiere, ed eventi simili in cui sono esposti beni e servizi prodotti dall’impresa o attinenti all’attivita’ caratteristica della stessa (quindi anche le spese per visitare fiere di settore). Queste spese sono perciò interamente deducibili, a prescindere dal fatturato dell’impresa e comunque nei limiti di legge (deduzione al 75% per le spese alberghiere e di ristorazione). (M.C.)


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tecnico amministrativo

Lo statuto del contribuente uno strumento fondamentale per la tutela dei diritti dell’imprenditore di Giovanni Lepre*

Le imprese e il fisco, inteso come amministrazione finanziaria, spesso si ritrovano su fronti contrapposti. È quindi fondamentale per le imprese utilizzare pienamente gli strumenti disponibili per poter far valere le proprie ragioni. Lo strumento basilare a questo riguardo è lo statuto dei diritti del contribuente, varato con la legge n. 212 del 2000. Ci sono due fronti sui quali lo statuto interviene a diradare nubi e apportare certezze per il cittadino comune, così come per l’imprenditore contribuente. Il primo è quello della trasparenza. Lo statuto indica le regole cui il legislatore deve attenersi per assicurare chiarezza alle sue disposizioni. In troppi casi la normativa fiscale è ambigua, contraddittoria, se non astrusa. Lo statuto stabilisce che così non può continuare ad essere, che la legge va elaborata, almeno in questo senso, dalla parte del cittadino, sì da renderla applicabile ed eseguibile con efficacia. Ma lo statuto interviene anche su un

altro versante, se non più importante, almeno altrettanto strategico: la disciplina del rapporto tra l’amministrazione da una parte e il cittadino (o l’impresa) dall’altra. Dettando norme che chiariscono le modalità di relazione, definendo puntuali strumenti e garanzie a tutela del cittadino o dell’impresa stessa. D’altro canto lo statuto, come recita il primo comma dell’articolo 1, fissa dei “principi generali dell’ordinamento tributario”. La valenza giuridica di tale disposizione è rigorosamente vincolante per l’amministrazione finanziaria, che deve tenerne conto applicando le proprie disposizioni emanate sia successivamente che antecedentemente allo statuto. Uno dei principi di maggiore rilevanza richiamati nello statuto è il rispetto dell’attività d’impresa. Controlli, ispezioni, verifiche fiscali non possono essere condotti in modo da ostacolare oltre il dovuto il lavoro dell’operatore economico o da pregiudicarne i rapporti con altri inter-

Lo statuto interviene sulla disciplina del rapporto tra l’amministrazione da una parte e il cittadino (o l’impresa) dall’altra. Dettando norme che chiariscono le modalità di relazione, definendo puntuali strumenti e garanzie a tutela del cittadino o dell’impresa stessa


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locutori d’affari. Il criterio indicato è quello di “arrecare la minore turbativa possibile” (art. 12 comma 1). Una norma più specifica dello statuto, a tal proposito, precisa che la presenza presso la sede aziendale dei soggetti preposti alla verifica non può superare i 30 giorni lavorativi, con la possibilità peraltro di una proroga per altri 30 giorni in casi “di particolare complessità dell’indagine, individuati e motivati dal dirigente dell’ufficio”. È evidente l’intento del legislatore di tutelare l’imprenditore (o il semplice contribuente) rispetto a situazioni assimilabili a una sorta di ‘mobbing’ esercitato dall’amministrazione finanziaria.

Lo statuto, come si accennava, tutela il contribuente anche nei confronti dello stesso legislatore. Al di là dell’ovvio principio della non retroattività delle norme tributarie (art. 3 comma 1), si puntualizza che la eventuale previsione di nuovi adempimenti non può trovare applicazione se non sono trascorsi almeno 60 giorni dall’entrata in vigore della legge che li contempla o dei relativi provvedimenti di attuazione. Non solo. È fatto divieto di istituzione di nuovi tributi se non attraverso legge ordinaria. L’urgenza, insomma, non può essere giustificata per ideare balzelli aggiuntivi tramite la scorciatoia del decreto legge.

La stessa riserva in favore delle sole leggi ordinarie è stabilita dallo statuto nella circostanza di una estensione di tributi già esistenti ad altre categorie di contribuenti fino ad allora non gravata da quel tipo di onere. Tra i punti nodali dello statuto rientrano una serie di norme finalizzate all’informazione e alla conoscenza, per il possibile in tempo reale, da parte dell’imprenditore o semplice cittadino contribuente, sia di nuove disposizioni legislative e amministrative introdotte, sia di singoli atti destinati espressamente al soggetto in questione. * commercialista


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Un credito d’imposta per migliorare la sicurezza Agevolazioni fiscali per l’acquisto di impianti ed attrezzature di sicurezza di Marco Cantarella*

Dal 2 febbraio 2009 si sono riaperti i termini per richiedere il credito d’imposta per l’acquisizione e l’installazione, nel luogo di esercizio dell’attività, di impianti e attrezzature di sicurezza, nonché di strumenti di pagamento con moneta elettronica, previsto dalla Finanziaria 2007. Il credito è riservato, tra gli altri, alle piccole e medie imprese esercenti attività commerciali di vendita al dettaglio e all’ingrosso. Sono escluse le aziende di produzione. Tra gli impianti e le attrezzature agevolabili vi sono: -

terminali per carte di credito e POS apparecchi di videosorveglianza sistemi di allarme vetrine, armadi e banconi blindati casseforti e cassette di sicurezza macchinette antifalsari

Le imprese interessate potranno usufruire di un credito d’im posta pari all’80% delle spese sostenute, fino ad un importo massimo dell’agevolazione di 3000 euro, per l’installazione, sul luogo dell’attività, di attrezzature nuove di fab-

brica, anche in sostituzione di impianti obsoleti. Il credito d’imposta andrà utilizzato esclusivamente in compensazione e dovrà essere indicato sia nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui viene riconosciuto sia in quelle relative ai periodi in cui avviene l’utilizzo. I contribuenti interessati dovranno presentare istanza tramite il sito internet dell’Agenzia delle Entrate - www.agenziaentrate.it. Sul medesimo sito si trova il modello dell’istanza con le note esplicative del provvedimento. L’istanza (firmata dall’interessato e dall’eventuale intermediario abilitato alla trasmissione) deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate in via telematica direttamente da parte dei soggetti abilitati o tramite i consueti soggetti intermediari. L’Agenzia verificherà, in ordine cronologico di presentazione, le domande pervenute e la sussistenza dei requisiti necessari per l’ammissione al beneficio fiscale. Successivamente comunicherà, per via telematica, all’interessato, l’ammissione al godimento del bonus, nei limiti dello stanziamento annuo di fondi.

Le domande non accolte per esaurimento dei fondi avranno la precedenza per gli anni successivi. Siccome la Finanziaria 2007 ha previsto che il beneficio sarà operativo fino al 2010, conviene in ogni caso presentare l’istanza se si posseggono i requisiti, poiché si entrerà comunque in graduatoria per l’anno successivo. I fondi disponibili per il 2009 potrebbero non bastare a finanziare tutte le domande, per la necessità di soddisfare le istanze non finanziate nell’anno precedente e per i tagli previsti dall’ultima Finanziaria. Si raccomanda comunque, se si possiedono g ià i requisiti, di tr asmettere l’istanza il prima possibile e di predisporre per tempo la documentazione necessaria a comprovare la legittimità della richiesta del credito d’imposta. Gli estremi di detta documentazione dovranno essere riportati negli appositi spazi previsti nell’istanza. Per trasmettere telematicamente l’istanza si deve utilizzare un programma di gestione disponibile sul sito dell’Agenzia. * Direttore Federazione Orafi Campani


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rubrica

Piccoli bouquet per la vetrina di Primavera di Elisabetta Bowinkel*

Passati i bagliori delle festività natalizie ci avviciniamo al periodo del sentimento, della passione, quando l’oggetto si fa testimonial di un legame affettivo, di un rapporto dolce e privato. Immaginiamo, quindi, la realizzazione di una vetrina che ricrei un’atmosfera degna dell’amore. Procuriamoci un oggetto che ricordi uno scrigno, un bauletto; in mancanza sarà perfetto anche un astuccio con coperchio, magari rosso e di foggia elegante. Poniamo al suo interno un prezioso rappresentativo, desiderabile come può esserlo un anello, ma appena visibile, quasi nascosto come una sorpresa. Con perle sparse al suo intorno, sciolte come gocce di luna, produrremo un interessante contrasto cromatico tra il candore delle perle e il porpora del portagioie. Saranno utili anche piccoli cuori di velluto per esibire orecchini, bracciali o quant’altro possa adornare la vetrina. Un nesso stilistico, come una parure, potrebbe affidare all’anello il ruolo di prima donna ed ai restanti gioielli quello degno e piacevole di accompagnatori. Non trascuriamo la presenza dei fiori,

una gradevole ventata di primavera e perfetti alleati in questa ricorrenza. Uscendo dagli schemi prediligeremo i tulipani alle più classiche rose rosse. Li esporremo in piccoli bouquet dove le lunghe foglie saranno il perfetto sostegno per posizionare orecchini, ciondoli e collane. Se disponiamo di altri ripiani possiamo dare vita ad un’altra scenografia, questa volta di impronta più elegante, dove il filo conduttore sarà la seta, intesa come guanti, lunghi, da sera, per intenderci quelli che si sfoggiavano alle prime a teatro. Solo uno dei due all’anulare calzerà un anello ed al polso un bracciale o un oro-

logio quasi fosse indossato dalla mano di una donna. Una splendida stola, anch’essa in seta o raso, ma di un colore che possa contrastare con quello dei guanti, arricchirà il cromatismo che le luci sapranno valorizzare magicamente con chiaroscuri e brillantezze. Nastri rossi potranno completare l’allestimento giocando con importanti riccioli che correranno morbidi tra i gioielli e le composizioni floreali. Una scenografia delicata che valorizzerà i preziosi simbolo del più nobile dei sentimenti... l’amore. * Visual Merchandiser



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