Preziosa n. 1

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settembre | ottobre 

Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1

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BRAND

Calgaro Soleil, la nuova collezione in oro 18kt

BRAND

DIT Group l’incanto delle forme

Quattro grandi marchi raccontano l’eccellenza dell’oreficeria italiana TRADE

Gemmologia: Mamma li turchi…gli indiani e i cinesi Intervista allo studioso Luigi Costantini






brand Nanis, le nuove collezioni. Oro, colori e forme per l’inverno

pag. 9

K di Kuore. Una creatività sensibile

pag. 12

Jaipur. Marco Bicego il fascino esotico dell’eleganza

pag. 14

Trame d’oro, diamanti, madreperla e pietre preziose. Vaid si ispira alla natura e all’antichità

pag. 16

Soleil. La nuova collezione in oro 18kt di Calgaro

pag. 18

A briglie sciolte. Inventiva e tradizione nelle creazioni Bibigì

pag. 22

Genesi: gioielli dal cosmo. Alla scoperta dell’universo prezioso

pag. 25

Il lusso di Roberto Coin. Una sfida continua contro l’inutile sfarzo

pag. 26

breaking news Anelli. Variazioni sul tema

in copertina: L’immagine della nuova campagna pubblicitaria della ditta

F.lli Dinacci via Grande Orefici, 7 - Napoli Il Tarì - Marcianise (CE) Oromare - Marcianise (CE) www.fratellidinacci.it

pag. 30

brand Cielo Venezia 1270. Sette preziosi secoli

pag. 33

Dit Group l’incanto delle forme. Quattro grandi marchi raccontano le eccellenze dell’oreficeria italiana

pag. 37

shooting Una perfetta alchimia di forme e colori. Gianpaolo Barbieri illustra le emozioni di Morellato

pag. 40

a colazione da… Preziosa Carla. L’amore per la danza e la passione per i coralli

pag. 45

storia del gioiello I maestri dell’arte orafa del Regno di Napoli. “Le Gioje della Regina e le Galanterie del Re”

pag. 49

history D’Elia Company. Coralli, perle e camei da cinque generazioni

pag. 52

orologi Hypnos un cronografo da intenditori. Cinquanta gli esemplari prodotti dalla Gio Monaco

referenze fotografiche: si ringraziano tutti coloro che hanno gentilmente messo a disposizione il materiale iconografico

pag. 54

archivio Consorzio Antico Borgo Orefici archivio Consulgemma archivio D’Elia Company archivio Fondazione Willy Andergassen archivio Palladino s.a.s. archivio Stile d’Oro Fiorenzo Niccoli archivio Giuliana Gargiulo L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate.


www.preziosamagazine.com bimestrale a distribuzione gratuita SETTEMBRE | OTTOBRE 2008 n. 0 in attesa di registrazione

Capri. Morellato: creatività contemporanea di una filosofia moderna e vincente

pag. 52

argenti Argenesi. Il cromatismo dell’argento

pag. 61

gemmologia

edito da: Golden Agency srl via Generale Orsini, 40 80132 Napoli

Mamma li turchi… gli indiani e i cinesi! . Luigi Costantini: solo la professionalità ci salverà dalla concorrenza

pag. 63

Giovanni Micera

Diamanti in pillole

pag. 68

La domanda asiatica spinge i prezzi al rialzo

pag. 69

redazione@preziosamagazine.com

La classificazione del diamante secondo la normatia UNI

pag. 70

Maria Rosaria Petito

La creatività della natura. La fondazione Willy Andergassen custode del patrimonio del grande studioso

pag. 72

direttore@preziosamagazine.com

Paola de Ciuceis

iniziative@preziosamagazine.com

Elisabetta Bowinkel Marco Cantarella Alessia Cervio Nicoletta D’Arbitrio Ziviello Martina Delli Fiore Chiara Di Martino Lucia Esposito Giuliana Gargiulo Gennaro Guida Giovanni Lepre Federica Longobardi Maurizio Mandile Paolo Minieri Fabrizio Monticelli Maria Rosaria Petito Sergio Sorrentino Luigi Esposito grafici@preziosamagazine.com

Artemisia Comunicazione srl via Generale Orsini, 40 80132 Napoli telefono 0810782962 fax 0812471142 D’Auria Industrie Grafiche spa Sant’Egidio alla Vibrata (TE) Action srl via A. Diaz, 24 80134 Napoli telefono 0814977186 fax 0814203089 email: info@actionnapoli.it responsabile: Mila Gambardella m.gambardella@actionnapoli.it

Proprietà letteraria e artistica riservata. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione senza autorizzazione dell’editore. Manoscritti e foto, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Golden Agency srl garantisce la massima riservatezza delle informazioni custodite nel suo archivio. Gli indirizzi verranno utilizzati, oltre che per l’invio della rivista, anche per l’invio di proposte commerciali. Ai sensi della legge 675/96 è nel diritto degli interessati richiedere la cessazione dell’invio e/o l’aggiornamento dei dati. Del contenuto degli articoli e degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori.

fiere Choice 2008. Il gioiello questo sconosciuto. Un kit pubblicitario per il gioielliere e un marchio collettivo per risollevare il comparto

pag. 76

Choice 2008. Il settore orafo scommette sul futuro.

pag. 79

I prossimi appuntamenti. Valenza punta sul nuovo centro fieristico.

pag. 81

consorzi di impresa Oromare. Un’azienda, 200 scelte, mille possibilità

pag. 82

tecnico / amministrativo Comparto orafo tra crisi e proposte per il rilancio. Il credito d’impresa per le nuove assunzioni, una soluzione per il Sud

pag. 84

Assegni e contanti, ritorno alle vecchie regole. Semplificate le norme sulla circolazione del denaro contante e degli assegni al portatore

pag. 85

Riparazioni: nessun obbligo aggiuntivo per i dettaglianti. Il Consiglio di Stato riconoscere le ragioni di un commerciante

pag. 86

Rimborso IVA pr i turisti. Un’opportunità per ampliare le vendite

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Il Patto Formativo Locale. “Polo Orafo Campano”

pag. 90

area finanziaria web

Gioielleria e web 2.0: cambiare per competere. Le nuove frontiere nel commercio elettronico

pag. 92

Preziosa è anche on-line. Approfondimenti, news, quotazioni aggiornati in tempo reale

pag. 94

La vetrina… d’autunno. Le calde tonalità dell’arancio e del bronzo

pag. 95

rubrica


www.lunargioielli.it


Il nuovo non si inventa, si scopre “Il nuovo non si inventa, si scopre” affermava a ragione Giovanni Pascoli giacché è dal passato che prende vita il futuro delle cose. Ed è in questa ottica che “Preziosa” si vuole presentare quale testata specializzata rivolta al mondo del gioiello; una rivista di prestigio, un veicolo straordinario per promuovere e comunicare le eccellenze ed il lusso. In ogni numero è obiettivo della redazione tutta offrire, con altissima qualità e leggibilità, un’informazione mirata, ricca di rubriche, interviste e soprattutto immagini. Preziosa è una pubblicazione bimestrale di oltre cento pagine, distribuita in circa settemila gioiellerie del Centro Sud Italia che osserva e re-interpreta il mondo dell’oreficeria e delle sue eccellenze, italiane in particolare, in ogni sua espressione; è un piacevole strumento di lettura e di approfondimento che pone lo sguardo su tutto ciò che di interessante e di nuovo c’è da dire, da sapere, da mostrare, da evidenziare. Preziosa è una raffinata combinazione di arte e business, un equilibrato dialogo a più voci che parla di gioielli, di design, di tendenze e di aziende. Un preciso punto di riferimento per gli operatori del settore, una rivista che, grazie anche alla collaborazione intrapresa con la Federazione Nazionale Dettaglianti Orafi, aspira ad essere un saldo riferimento per il comparto, per l’intero mondo orafo. Dopo un’anteprima realizzata in occasione di Choice 2008, Preziosa inizia il suo cammino e lo fa coinvolgendo dal primo numero importanti personaggi del mondo della gioielleria e della gemmologia. Tra gli articoli presenti un’attenzione particolare meritano il grido d’allarme lanciato dal professor Costantini, in considerazione dell’evoluzione dei mercati emergenti: Turchia, India e Cina. “Non c’è più spazio per la mediocrità” dichiara il noto gemmologo: o i nostri operatori si attrezzano ad affrontare questo nuovo modo di operare o il futuro sarà molto difficile. Un’altra sollecitazione arriva dalla base dei negozianti al dettaglio. Lavorare per recuperare la cultura del gioiello, in quanto bene di lusso e soprattutto riportare il valore dell’oro al centro della produzione. Insomma, oltre ai grandi brand, ai testimonial, ai bombardamenti della pubblicità esiste il gioiello. Buona lettura


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brand

Nanis, le nuove collezioni


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COLORI E FORME per l’inverno Per l’ormai prossima stagione invernale, le nuove collezioni Nanis Italian Jewels si arricchiscono di tanti colori e di diamanti che prendono posto nella cornice di un oro dalle suadenti finiture, quelle della raffinata incisione a bulino. Cinque le linee tra cui scegliere: Bon bon, Q-Ori, Olga, Lentil, Solitari.

Q-Ori Cuori gioiello dai volumi importanti e dalle superfici lucidissime e graffiate effetto ghiaccio, dalle texture traforate a cuori si intravede l’interno a specchio che in un gioco di riflessi moltiplica gli effetti di luce e il gioco concentrico delle forme in alto e nella pagina precedente creazioni della collezione Q-Ori di Nanis


10 creazioni della collezione Lentil di Nanis

Lentil Gioielli in oro giallo e bianco incisi a mano dagli inserti trasparenti. Grandi preziose lenti colorate, deformazioni brune e azzurre. Quarzi colorati tagliati in sottili lastre sfaccettate, quarzi fumĂŠ e cristalli di rocca arricchiti da diamanti


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due anelli della collezione Bon-Bon ed uno scatto dalla compagna di comunicazione

I bon-bon dei nuovi gioielli Papete fanno venire l’acquolina‌ agli occhi che verrebbe voglia di mangiare i charms colorati di pietre naturali e boule d’oro giallo inciso a mano, caramelle di zucchero trasparente e cioccolatini avvolti da carte preziose. Catene lunghe, orecchini, bracciali e anelli fioriscono dei mille colori di tante preziose pietre naturali.

Nanis srl 36070 Trissino (VI) via del lavoro, 33 ph. 0445490444 fax 0445490429 web www.nanis.it


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Kdi Kuore una creatività sensibile Sempre alla ricerca del nuovo e sempre fashion oriented, dal 1996 K di Kuore crea gioielli di tendenza con forme e volumi originali pensati per una donna attiva e brillante che necessita di continue sollecitazioni e rinnovamenti. Creazioni dinamiche come chi le indossa che, negli ultimi quindici anni, si sono imposte ritagliandosi uno spazio nell’alta gioielleria. Preziosa magazine ne parla con Giuliano Giannini, presidente e direttore commerciale dell’azienda nata dall’idea di riunire un gruppo di professionisti dei settori della moda e del design. Come è nato il nome K di Kuore? È qualcosa di speciale per lei? Il logo dell’azienda raffigura un cuore e allo stesso tempo un gabbiano che, con la

libertà del suo volo, esprime l’essenza più pura della fantasia. La K invece come simbolo della razionalizzazione della passione stessa che diventa professionalità e coerenza. Nel logo è racchiusa di fatto tutta la dinamica creativa di K di Kuore e il mio spirito: sensibilità e dinamismo. C’è un’ispirazione ricorrente dietro il concept delle sue creazioni? Ho un grande contatto con la natura: gli alberi, i fiori, il sole, le onde del mare o le correnti di un fiume; amo osservare i particc o l a r i ,

in queste pagine alcune creazioni K di Kuore


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le trasformazioni, l’evoluzione, la vitalità che li caratterizza. I gioielli K di kuore ispecchiano l’anima e la for za del dinamismo che troviamo innato in ciò che ci circonda e persino in noi stessi. Le donne che scelgono un gioiello K di k u o r e s e n t i r a n n o qu e s t o s t i m o l o : daranno più valore alla cura di se stesse e saranno donne ancora più belle. Come consiglierebbe ad una donna il modo di indossare un gioiello K di Kuore? Esibire un gioiello K di kuore non è

un attitudine legata ai soli fattori estetico e di moda, significa anche comunicare qualcosa: mostrare l’anima a chi più desideriamo, svelare con eleganza l’essenza del proprio stile e l’amore per i piaceri della vita.

personalizzato che abbiamo con ogni cliente stabilendo un filo diretto per capire le singole esigenze. Un tipico sistema manageriale ma con dei precisi riferimenti per tutti. È il lavoro svolto con competenza e serietà, ma soprattutto con il Kuore.

Come spiega la vostra asces a nel mondo della moda e dell’industria dei gioielli? È il risultato della nostra passione e della nostra professionalità. Il rapporto

In una sola parola come definirebbe la sua azienda? Non ho dubbi: solare.

K di kuore srl Viale Donato Giannotti, 24 50126 Firenze ph. 055 6800377 fax 055 683083 web www.kdikuore.com


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Jaipur

MarcoBicego

il fascino esotico dell’eleganza

in queste pagine la collezione Jaipur di Marco Bicego

Marco Bicego spa 36070 Trissino (VI) via del lavoro, 31 ph. 800 401988 web www.marcobicego.com

Uno speziato sapore d’Oriente. Tra sfaccettature di luce e colore. Pietre nude ma protette da un abbraccio d’oro. In una parola, Jaipur: la nuova collezione di Marco Bicego presentata a Vicenza in occasione di Choice 2008. Ametista, lemon citrin, peridot, quarzo giallo, topazio azzurro, tormalina rosa e verde, ametista verde, quarzo champagne. Ogni pietra proviene dalla città di Jaipur, la “città rosa”, la città dei tagliatori di pietre, quegli unici capaci con le loro mani e la sensibilità nata da secoli di tradizione ad estrarre da ogni pietra la sua bellezza più pura e profonda. Organica e piacevolmente imperfetta, ogni creazione prende vita dalla pietra stessa, ciascuna volutamente diversa da tutte le altre ma ugualmente preziosa pronta a mostrarsi come protagonista prorompente grazie anche al taglio multisfaccettato realizzato in esclusiva per Marco Bicego.


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Valore aggiunto, poi, l’oro: rigorosamente 18 kt, satinato con l’arte dell’incisione a mano con bulino e finito esternamente tramite la baroccatura che lo rende così ancora più irregolare, organico, naturale, contemporaneo. Ancora, il

La collana Jaipur “special edition” Piccoli cerchi in una danza sul corpo, uniti gli uni agli altri da finissimi anelli d'oro: è la collana Jaipur special edition che Marco Bicego ha presentato in anteprima assoluta dedicandola ad una donna che ricerca eleganza ed esclusività. Pezzo unico, estremamente prezioso e irresitibile della collezione Jaipur così attraente e irresistibile da diventare vera e propria collezione ricca di contaminazioni esotiche, eppure così contemporanee, assaggio di culture lontane, affascinante sapore d’oriente proprio come i tintinnanti monili indiani.

design delle chiusure richiama il profilo esterno in oro che cinge la pietra, completando i pezzi con quel tocco di contemporary style attento al dettaglio che contraddistingue l’eleganza Marco Bicego.


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Trame d’oro, diamanti, madreperla e pietre preziose Vaid si ispira alla natura e all’antichitĂ


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C’è tutto il gusto del bello nelle armoniose linee dei gioielli Vaid, semplici e versatili fogge che plasmano l’essenza della femminilità. Infinite combinazioni di preziosità materiche e nuance che declinano una rara eccentricità diversamente elegante. Collezioni di alto artigianato che sbocciano da una verve creativa che mai travalica i confini della raffinatezza. Dal 1929 la Vaid gioielli ha così saputo imporre - dagli States al Giappone - quella classe tutta italiana che mette in relazione unicità e gran classe. Trame d’oro rosso, giallo e bianco che intessono giochi di pietre preziose dai delicati colori delle ametiste ai cangianti rifles-

Vaid srl 00187 Roma Via Condotti 61/A ph. 0669940305 fax 066797880 www.vaid.it

Distributore per la Campania Marcello Pane & C Centro Orafo IL TARI' ph. 0823-513046 info@marcellopane.com

si delle madreperle al candore abbagliante dei diamanti. E ancora, quarzi e cristalli di rocca, zaffiri e turchesi, lapislazzuli e corallo, agate e tormaline incassate a giorno in un insolito abbraccio di riflessi e luminosità, di intagli e morbide curve. Sono gioie che tracciano una nuova storia nella gioielleria, che sanno sorprendere e raccontare nella loro bellezza un’antichissima tradizione. Collane, bracciali, ciondoli, orecchini che s’ispirano alla storia come alla natura ripercorrendo la maestosità del Colosseo o il naturale tratto dei tralci di bamboo.

bracciali e anelli della collezione Vaid


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Ricerca, provocazione e innovazione per oggetti metamorfici, da vivere sul corpo

Soleil brand


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Il Sole - un simbolo di culto, magnetico e totalizzante, che gli antichi chiamavano “il cerchio sacro” e di cui non capivano la natura ma percepivano l’importanza vitale - dà vita alla nuova collezione Soleil di Calgaro in oro 18kt. anelli e collane della linea Soleil di Calgaro

la nuova collezione in oro 18kt di Calgaro


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D’impatto mistico e spirituale, proprio come il loro riferimento ispiratorio, i collier e i bracciali di questa collezione di preziosi da red carpet splendono in costellazioni ipnotiche di cerchi in oro abbagliante, abbellite dalle imprevedibili irruzioni di luce siderale dei diamanti. Un vero codice di gemme personalizzato, unico per ogni pezzo della collezione.


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Calgaro, il marchio che dalla nascita è sinonimo di ricerca, innovazione e bellezza ineguagliabile, prosegue nella realizzazione del suo programma “de luxâ€? con nuove preziose ed esclusive creazioni che affianca a quelle fondate sulla trasformazione di oro e argento in fili colorati e tessuti sfavillanti.

Calgaro srl 36100 Vicenza via vecchia ferriera, 70 ph. 0444291185 fax 0444281463 web www.calgaro.it


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A briglie sciolte Inventiva e tradizione nelle creazioni BIBIGI’ di Federica Longobardi

Quando le più stravaganti materie incontrano l’oro, la preziosità si ammanta d’audacia e diventa creatività atipica. Soprattutto se esalta la natura e i suoi colori, in particolare le sfumature dei paesaggi esotici. E’ così per i monili BIBIGI’, oggetti di classe da indossare con spirito e fantasia. Con una varietà di proposte che infrange il più classico concetto di gioiello e lo valorizza scegliendo il connubio tra oro e

pietre preziose che rincorrono la trasparenza dei vetri soffiati, la lucentezza degli smalti, la severità dell’ebano, la sensualità delle perle chocolat. Luminosità e colore danno allora vivacità alle morbide collane, ai romantici anelli floreali, agli eleganti bracciali e ai divertenti ciondoli. Tutto con un’inventiva che non conosce freni e trova la sua migliore espressione nell’anello Duchessa: forme

Bibigì 15046 San Salvatore Monferrato (AL) Via del Pratone, 10 ph. 0131 237012 fax 0131 0237955 www.bibigi.com


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sinuose per sottili intrecci tubolari in oro bianco che chiudono in un morbido abbraccio sfere di diamanti neri; per di più personalizzabile con la semplice sostituzione della boule centrale con perle o pietre preziose. Numerose anche le sorprese delle altre linee: St.Tropez, morbide catene di ebano in cerchi abbinati a coralli e turchesi; Maldive, girocolli e anelli che ricordano

forme marine; Multicolour, moderni anelli chevalier con cupole in zaffiri e ametiste cabochon; Reef, un fiorire di smalti e vetri soffiati con oro bianco e giallo, brillanti per un’atmosfera da acquario tropicale; Tribù dove a prevalere sono elementi di fiaba che, sulle orme di un moderno Peter Pan, avvolgono ciondoli in smalto. Squisitamente artigianali le creazioni si ispirano ai mari tropicali, al

mondo floreale e al fantastico universo delle fiabe. La BIBIGI è una realtà aziendale con trent’anni d’esperienza imprenditoriale che realizza oggetti inimitabili senza mai deludere le esigenze dei mercati, nazionali ed internazionali, anche i più sofisticati. E senza mai rinnegare l’amore per un’autentica tradizione orafa, non tralascia attenzione per la classicità dei passionali solitari.



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Genesi: gioielli dal cosmo Alla scoperta dell’universo prezioso di Maria Rosaria Petito

Un viaggio tra le irraggiungibili meraviglie dell’universo è un sogno che si materializza nei gioielli della collezione GENESI. Costellazioni e pianeti lontanissimi vestiti di oro e diamanti, di pietre preziose e perle; mondi lontani resi tangibili dalla fervida fantasia della designer Stefania Sabatini e dalla manualità artigianale della Pre-Met spa. “Fin da piccola, come tanti bambini, guardavo le stelle sognando un viaggio nell’universo. Quando il direttore commerciale Roberto Carraturo mi propose di realizzare una nuova linea di gioielli non ebbi dubbi, quel viaggio si sarebbe avverato”.

I ciondoli della collezione Genesi

È con queste poche parole che la stilista racconta della sua creatività, di quella rara inventiva che ha permesso la realizzazione di innovativi gioielli, di piccole opere d’arte singolari come la visione del cielo in una limpida sera. Altissima gioielleria che propone raffinate ed armoniche geometrie che si completano di essenziali e minuziosi particolari; corpi celesti nati per sognare, per accompagnarsi ogni giorno a miniature di spazi infiniti. Una fresca linea da indossare con disinvoltura in ogni occasione che soddisfa il desiderio di evasione che è in ognuno di noi.

Pre-Met 52010 Capolona (AR) Via La Casella, 21 ph. 057548320 fax 0575420195 web www.premet.it


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Il lusso di

Roberto Coin una sfida continua contro l’inutile sfarzo di Lucia Esposito

Anelli in oro con Acquamarine della Collezione Mauresque


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Il lusso spesso si confonde con il kitsch e il vero valore della bellezza viene svilito dallo spreco e dalla disarmonia che cede il passo all’inutile superfluo. Questa, in sintesi, la filosofia che ha spinto sin dal 1996 Roberto Coin alla creazione di un brand che negli anni si è collocato tra i protagonisti dell’oreficeria italiana nel mondo. Le sue collezioni si sono arricchite nel tempo con gemme e diamanti,

divenendo espressioni eccellenti di alta gioielleria, preziose ed uniche come opere d’arte. Classe, stile, cultura, studio e artigianalità: su queste premesse è nata la realizzazione dei suoi gioielli. Sovrapposizioni e mix di lavorazioni che esplorano i confini della bellezza e dell’eleganza attraver-

Ciondolo in oro giallo con diamanti e pietre colorate della Collezione Mauresque


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La campagna pubblicitaria dei gioielli di Roberto Coin. Ciondolo ed orecchini in oro bianco con diamanti Cento.

so un sapiente uso della luce, della forma, del colore. Ne è un esempio la collezione Mauresque: fili d’oro giallo e diamanti che ripercorrono il suggestivo mondo dell’arte mediterranea ispirandosi agli intrecci a mugarnas dell’arte Andalusa; fascino e luminosità si sposano nella preziosa microlavorazione intessuta dell’oro. Tra le ultime novità si annoverano le realizzazioni per la Roberto Coin Cento Collection, gioielli speciali impreziositi dai diamanti a cento sfaccettature, unici

nel loro genere. L’incomparabile brillantezza di queste pietre è stata studiata per far risplendere, senza pari, la bellezza femminile cui è stata affidata la campagna pubblicitaria dell’azienda: Christy Turlington, anche per il 2009 testimonial d’eccezione per la Charity Campaign che destina il 5% dei proventi ad un’associazione prescelta, “io cerco di supporto per chi ne ha veramente bisogno ha dichiarato Coin - se poi, oltre alla buona causa, questo giova anche all’azienda, tanto meglio”.

Dopo aver rivolto la propria attenzione anche ad altri settori, Roberto Coin (ha già realizzato un tavolo d’oro ricoperto in oro 24 kt) quest’anno ha proposto le scarpe d’oro in occasione delle Olimpiadi di Pechino.

Roberto Coin spa 36100 Vicenza viale Trieste, 13 web www.robertocoin.com



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anelli Un accessorio dalla antica e complessa valenza simbolica, un gioiello immancabile ed insostituibile, un quid prezioso che tratteggia a chiare lettere il gusto e la personalità di chi lo indossa. Libero da ogni logica stilistica l’anello è al contempo il monile più classico e più trasgressivo; un gioco di geometrie che rimanda a linguaggi remoti o a futuristici universi palpitante di una propria fascinosa aura. È la storia di antichi mestieri e di avveniristiche tecniche ammantati di bello, di lusso, di ardite creatività. Bizzarrie di alta gioielleria che travalicano ogni tempo ed ogni moda, piaceri da esibire che raccontano di unicità frizzanti come un’avventura. È la mera espressione di un percorso secolare, un gioco di design e di preziosità materiche che donano all’oro, all’acciaio, all’argento e, perché no, al legno una inesauribile provocatoria vitalità, spesso arricchita di cascate di pietre coloratissime, di austeri diamanti, di delicate perle, di pallidissimo avorio o di sanguigno corallo. (MRP)

Chantecler

Collezione “Campanelle”, oro misto, zaffiri rosa pavé www.chantecler.it


31 Fuococapri

Collezione “Caasanova”, Anelli in argento rodiato e zirconi www.fuococapri.com

Muzzico Gioielli

Anello in oro bianco, modello veretta con diamanti

www.muzzicogioielli.it

variazioni sul tema Evanueva

Collezione “Babol”, anelli in oro giallo, rosa e bianco e pietre.

www.evanueva.it


32 Mondial Coral

Collezione “Saturno”, anello in corallium rubrum, diamanti naturali, oro bianco e rosè

www.mondialcoral.it

Chantecler

Collezione “Marinelle”, oro bianco, acqua marina, smeraldi e diamanti bianchi www.chantecler.it

diluca

Collezione “Alexandria”, ebano nero, corallo sardegna, oro rosa con diamanti incastonati a vivo www.diluca1929.it

Stile d’Oro

Anello liberty in oro bianco da 18 karati con uno smeraldo di 11 karati montato con brillante www.stiledoro.com


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I gioielli della corona. Collezione Miluna.

Cielo Venezia

1270

Sette preziosi secoli

Settecento anni di storia accompagnano la ditta Cielo Venezia 1270, quasi un millennio tra pietre preziose e metalli nobili. Un percorso fantastico e complesso attraverso il quale ha sfidato le mode consolidando un emblema che ha saputo imporre il suo stile nell’alta gioielleria. Un grande nome che ha dato vita a marchi dalla forte connotazione. Universi paralleli che spaziano da romantici intrecci ad avveniristiche rigidità geometrie: Nimei, Arkano, Yukiko, Kiara, Miss Fashion, Yukey e Miluna sono sette splendide creature animate dall’eleganza e dalla preziosità. Preziosità che non si lascia oscurare neppure dalla bellezza di una Miss,

tutt’altro. Sono, infatti, i gioielli Miluna, ad incoranare da ben 10 anni le più belle d’Italia, un sodalizio di grande prestigio valorizzato dalla lungimiranza di Sergio Cielo e dalla delicatezza degli incantevoli diademi da lui prodotti, raffinati interpreti di femminilità. Al di là delle più celebri corone, che accarezzano i sogni delle ragazze di tutto il mondo, Miluna è il frutto di un’arte orafa che sa coniugare il design più innovativo agli intramontabili classici canoni della tradizione. Dove la assoluta purezza dei diamanti esalta straordinariamente tutte le morbide volute che si completano in un auda-

Cielo Venezia 1270 spa 36051 Creazzo (VI) via Piazzon, 82 ph. 0444990100 fax 0444349488 web www.cielovenezia1270.it


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Il gioiello di miss Italia. Collezione Miluna


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Fall in love della collezione Yukey

ce accostamento tra l’algido oro bianco e l’ardente oro rosa, creando armoniosi giochi di rotondità che si inseguono senza soluzione di continuità. Nei plastici pendenti che si annodano in affusolate gocce di nobile metallo, costellate qua e là da nivee perle o nei deliziosi orecchini che brillano come lacrime di stelle, leg-

giadre virgole tempestate di diamanti. O, ancora, nei sinuosi anelli che fanno della sobrietà la loro preziosa filosofia fatta di onde e risacche di purissima luce. Gioielli fantasiosi, quindi, ma colmi di indubbia eleganza ed effervescente versatilità, splendidi ornamenti per la donna intraprendente e dinamica.

Seichelles della collezione Miss Fashion

Diamond della Collezione Arkano



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brand

DIT Group

l’incanto delle forme Quattro grandi marchi raccontano le eccellenze dell’oreficeria italiana


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L’artigianato orafo racconta delle sue eccellenze attraverso i gioielli della Io sì, della Nouvelle Bague Firenze, della Porrati e della SH Stefan Hafner, le quattro aziende che fanno capo alla DIT Group, quattro grandi marchi dalle forti identità e dalla traboccante creatività, quattro infaticabili fucine di preziosi oggetti realizzati sperimentando forme sempre nuove ed accostamenti insoliti fatti di oro bianco e rosso, di pietre colorate e diamanti, di

smalti e perle per ripercorrere gli straordinari cromatismi e le irripetibili fogge della natura. Incantatori unici come una rosa del deserto, austeri come una scultura, ardenti come una carezza, fluttuanti come un vortice di vento. Esclusività magistralmente espresse nell’anello della linea Rinascimento della Io sì, un rincorrersi di morbide volute che svettano imprigionando i colori del tramonto, un gioco di

Nella pagina precedente: l’anello Rinascimento della linea Io Sì In questa pagina: anelli dei marchi Porrati, collezione Ibiza Rings, Nouvelle Bague Firenze della collezione Image from India

DIT group spa ph. 0131973411 web www.ditgroup.it


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riflessi e curve che termina in abbaglianti diamanti; o nell’originalità rappresentativa della linea Ibiza rings della Porrati, una insolita prospettiva di dolci creature marine fregiate di pietre preziose e di smalti in un alternarsi di luccichii e opacità; come anche nell’intramontabile limpidezza della raggiera di diamanti che disegna il collier della linea Diamond Venus della SH Stefan Hafner,

Il collier Diamond Venus di SH Stefan Hafner

una impalpabile cascata di purezza che esprime la femminilità più pura e più preziosa; o negli esotici bracciali della linea Image from India della Nouvelle Bague Firenze smalti dalle cocenti tonalità impreziosite da arabescati fregi in oro e diamanti, una lavorazione ricca e raffinata riproposta anche nella parte non in vista. DIT Group è la massima espressione dell’eleganza di sempre, del lusso di domani, della raffinatezza del miglior stile italiano.


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Gianpaolo Barbieri illustra le emozioni di Morellato


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Sedici scatti inediti per raccontare le emozioni che sa esprimere l’oro e celebrare la nascita della prima collezione di gioielli preziosi Morellato. “La vera natura dell’oro” è il nome della mostra che riunisce le immagini di Gianpaolo Barbieri, il fotografo alla cui interpretazione l’azienda di origine bolognese ha voluto affidare la presentazione di Morellato Gold.


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Presentata in anteprima a Choice, per l’appuntamento d’autunno di Vicenza, in occasione della preview della nuovissima collezione Morellato Gold - la prima linea di gioielli in oro naturale e pietre preziose - l’esposizione sarà itinerante in tutta Italia per raccontare al meglio i dettagli di una linea pensata in omaggio alla femminilità.


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Ma chi è Gianpaolo Barbieri? Milanese, Barbieri approda alla fotografia dopo varie esperienze: nel mondo dei tessuti (appartiene ad un’agiata famiglia di grossisti del settore nella cui azienda impara l’arte di conoscere le stoffe) del teatro e del cinema che nel tempo nutrono il suo estro alimentandone quella vena fantastica pronta a fuoriuscire più impellente che mai in seguito all’incontro, a Parigi, con il fotografo Tom Kublin di cui diventa assistente tuttofare. Una straordinaria prova che gli indica la strada da intraprendere: la fotografia, appunto.


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Nasce così il felice connubio di eleganza, arte e creatività che unisce la sua professionalità alle creazioni di Morellato Gold, un tributo al fascino del lusso prezioso, raro e di valore, interpretato in modo contemporaneo, esclusivo ed elitario come l’oro giallo e le pietre rigorosamente naturali (ametista, calcedonio, agata, topazio, quarzo, giada, onice) selezionate per il debutto nell’haute joaillerie.


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Preziosa Carla L’amore per la danza e la passione per i coralli di Giuliana Gargiulo photo di Fiorenzo Niccoli courtesy of Giuliana Gargiulo

Assolutamente unica. E speciale. Per consenso unanime una delle danzatrici più versatili e note al mondo. Un vanto per l’Italia, Carla Fracci, Prima ballerina, definita da Clive Barnes “la Duse della danza” e da più critici “la Sarah Bernard della danza”, è andata oltre. Ha sommato eccezionali doti di interprete del grande repertorio romantico (Giselle, Pas de quatre, Le silfidi, La silfide) tanto da essere definita la Taglioni del XX secolo ma è stata anche l’eroina versatile di decine di balletti ideati apposta per lei, creazioni che di volta in volta l’hanno trasformata in Gelsomina (La strada), Lizze (Fall river legend), Titania (Sogno di una notte di mezza estate) per non citare Medea, Mirandolina, Eleonora Duse, Isadora Duncan, Ginger Rogers, Coco Chanel e cosi via.


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Incoronata in scena con tiare e diademi, di volta in volta fata, regina, principessa di regni e di cuori, Carla Fracci ha danzato con gioielli iperbolici, tratti da disegni d’epoca, da quadri-capolavori, spesso ispirati a grandi protagoniste della storia. Per lei hanno creato il “maestro della verità” Piero Tosi per “La vera storia delle signora delle camelie”, Maria De Matteis per lo sceneggiato “Giuseppe Verdi”, le due costumiste Premi Oscar Gabriella Pescucci e Franca Squarciapino, decine di acconciatori ed artisti l’hanno “impreziosita” per le sue memorabili interpretazioni. Se a volte è stata vestita di vento, ancor più spesso è stata illeggiadrita con oro, argento e pietre preziose. Basti pensare alla Regina ne “Il lago dei cigni”, recentemente andato in scena alle Terme di Caracalla. Carla Fracci ha scoperto tardi le meraviglie del gioiello. Cresciuta in campagna ha ignorato il luccichio degli ori e delle pietre preziose. Soltanto la fantasia e le favole la rimandavano a quei bagliori. Da adulta ha fatto scelte singolari, che, poi indossate, sono diventate una tendenza di stile, eleganza e buon gusto. Ha amato subito i coralli, fin da quando non erano di moda e quindi abbastanza accessibili per una giovane ballerina agli inizi. Li guardava nelle vetrine di Montenapoleone e di Via Manzoni quando da casa raggiungeva il teatro alla Scala, il “suo” teatro per oltre cinquanta anni di carriera! Il primo significativo gioiello di corallo fu acquistato a Siena da suo marito il regi-


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sta Beppe Menegatti in una piccola bottega antiquaria accanto alla Accademia Chigiana, in un intervallo delle prove del “L’equivoco stravagante” di Rossini del quale Menegatti curava la regia, con i magnifici costumi di Anna Anni. In aggiunta alla collezione di coralli antichi e moderni, alle ambre e alle madreperle, Carla Fracci ha raffinati gioielli d’epoca, uno realizzato con materiali poveri ma bellissimo di Adriana Lecouvreur, vari pettini da acconciatura e fregi di tartaruga, acquistati a Palermo e Londra. L’ultima creazione realizzata per lei, è la collana indossata a Washington e al Quirinale per la Festa della Repubblica, realizzata con pietre tricolori (rubini, smeraldi e cristalli di rocca) che, su una piastra d’oro ha inciso il motto di Giuseppe Mazzini: “Tutti gli uomini sono chiamati per legge di Dio e dell’umanità ad essere uguali e fratelli”. Nei foyer dei teatri di tutto il mondo va a ruba una fotografia di Carla Fracci, che indossa, sul niveo tutù, gran parte delle decorazioni che le sono state date: Commendatore, Cavaliere della Repubblica, Grand’ufficiale, Cavaliere di San Croce. Forse i suoi gioielli più cari perché conquistati per meriti che nessuno ha mai disconosciuto: il talento, la versatilità, il legame costante con il lavoro e con il suo paese. Protagonista assoluta, autentica ambasciatrice di grazia e cultura, Carla Fracci continua il suo cammino fatto di umiltà, discrezione, spirito di sacrificio e tanto amore per la danza.


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I maestri dell’arte orafa del Regno di Napoli “Le Gioje della Regina e le Galanterie del Re” di Nicoletta D’Arbitrio Ziviello

L’immagine di Napoli “bella e gentile”, che si era affermata nel XVI secolo, per le sue bellezze naturali, per “Le mura, gli edifici, i templi, le strade”, ed anche per i suoi “artigiani… infiniti et perfecti in ogni mestiero et meglio stanti che in altro luogo”1, rimase inalterata per lungo tempo. Ancora nel XVII secolo, lo storico Antonio Summonte, nei suoi testi sulla storia del Regno, pose in risalto la tradizione artistica della città2. Poche località europee potevano vantare di possedere, al loro interno, più “Borghi” caratterizzati ognuno da un mestiere dell’arte. Tra i “Borghi”, quello degli “Orefici”, è certamente uno dei più antichi; il repertorio archivistico ne documenta l’esistenza già in epoca Angioina. L’Oreficeria fu una delle arti più praticate in città, le leggi promulgate nel tempo in suo sostegno, hanno reso possibile la radicalizzazione nel borgo. Ancora Spilla a fiore in oro bianco con diamanti bianchi. Il gioiello è ispirato a un motivo decorativo del secondo decennio del secolo XIX.

oggi il luogo conserva la sua antica denominazione e vocazione, confermata dalla presenza di numerosi orefici, discendenti degli antichi artefici, che continuano ad operare nel solco della tradizione. Nel XVII secolo l’arte orafa aveva raggiunto una posizione egemonica nell’economia cittadina, ed in breve tempo divenne l’asse portante delle entrate finanziarie della città. La conservazione di quest’importante attività, con il sostegno dello stato, fu uno dei principi adottati dai sovrani Borbone durante il loro regno. Nel 1734, la conquista del trono di Don Carlos di Borbone, figlio del re di Spagna Filippo V e d’Elisabetta Farnese, aveva restituito al Regno di Napoli e di Sicilia la sua indipendenza, e lo stato si presentava come protagonista nel panorama politico internazionale. Gli interventi promossi dal nuovo sovrano Borbone, e dai suoi successori,

resero le arti, di nuovo testimoni eccellenti della città “gentile”. Tra queste: “la Nobil’Arte degli Orefici, che alimenta uno dei principali rami dell’intero commercio”3. Quanto era affermato dal re Ferdinando IV, andava a suggellare una realtà positiva che andò a consolidarsi ed a crescere nel tempo. Il numero degli artefici attivi nel XIX secolo crebbe notevolmente, passando dai milleseicentotrentuno documentati in attività negli anni Quaranta, nelle varie specializzazioni: “Gioiellieri, Orefici, Lavoratori di coralli, Oro filatori, Filatori d’argento, Orologiai, Tartarucari”, al rilevante numero di due-


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milasettecentosedici negli anni Sessanta. Gli operatori nel 1735 avevano chiesto a Carlo di Borbone di sostenere le arti manifestando anche la sua preferenza per i manufatti napoletani, inducendo la corte a fare altrettanto “come hanno fatto tutti i Principi” che hanno voluto introdurre, ed accrescere le manifatture de loro Stati”. Il sovrano, e i suoi discendenti, in seguito, osservarono questo principio. Di questo sono testimoni le numerose “Note” di consegna

compilate dai “Manifatturieri” che lavorarono per i sovrani. Le “Note” dei “giojellieri” di corte, gli “Inventari” dei “Giojelli” delle regine e le “Galanterie” dei sovrani Borbone, insieme ai disegni delle decorazioni e ai ritratti dei regnati, hanno rappresentato una preziosa guida per ricostruire, fattivamente, il percorso storico-artistico dell’arte orafa napoletana nei secoli XVIII e XIX. L’analisi del repertorio documentario, ha rappresentato il supporto storico-tecnico indispensabile per impostare un nuovo percorso creativo. Questo si è attuato con la fattiva partecipazione degli artefici odierni - in collaborazione con l’autore di questo scritto hanno ripercorso creativamente la “storia del fare” della città, realizzando dei gioielli prototipi, ispirati ai “giojelli delle Regine” ed ai modelli in auge a corte nel Settecento e nell’Ottocento. Nell’esecuzione dei manufatti sono state rispettate le indicazioni formali e tecniche testimoniate dai documenti: i materiali preziosi e l’accoppiamento delle gemme.

Per rendere i manufatti attuali, adeguati alla sensibilità odierna, si è intervenuto nell’impostazione costruttiva. I gioielli più complessi, sono stati dotati d’ingegnosi meccanismi, in modo da permettere lo sganciamento d’alcune parti delle “gioje” che, volendo, possono essere indossate autonomamente. Gli artefici di Napoli, gli incisori di Torre del Greco e d’Ercolano, hanno di nuovo dato vita alla storia e alla tradizione, depurandola dalle superfetazioni antistoriche, riproducendo, in nobile materia, le leggiadre “piume di brillanti” rococò, i gioielli neoclassici decorati da cammei, e i romantici gioielli in voga nel secondo quarto del secolo XIX, ispirati a sofisticati motivi floreali. I gioielli riproposti dai gioiellieri di Napoli, dagli Incisori di Torre del Greco e d’Ercolano, con il sostegno dell’assessorato del Turismo e Sviluppo della Provincia di Napoli, sono stati i protagonisti di tre eventi, curati da chi scrive. Le Mostre hanno avuto sede a New York nel 2006, a Napoli, nel Museo della Certosa di San Martino, ed a Tokyo nel 20074.

1 Francesco Bandini, in: Studies in Renaissance Thought and Letters, Roma 1984 pp. 405-410. 2 Gio. Antonio Summonte, Dell’Istoria della città e Regno di Napoli, ivi 1640-1643. 3 Regal Dispaccio di Ferdinando IV MDCCXCVIII. N. D’Arbitrio, “L’ETA’ DELL’ORO”, Napoli 2007, p. 9. 4 N. D’Arbitrio, Un gioiello per la regina, Napoli 2007

Spilla in oro bianco, brillanti e acquamarina. Il gioiello ispirato a un disegno del secondo decennio del secolo XIX, può essere indossato anche come ciondolo.


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D’Elia Company Coralli, perle e cammei da cinque generazioni di Paola de Ciuceis

Grace Kelly indossa perle D’Elia Company D’Elia Company 80059 Torre del Greco (NA) Via E. De Nicola, 15 ph. 0818811797 fax 0818811908 web www.deliacompany.it D’Elia Japan contact Ito Chioko ph. 09085675742 D’Elia Usa contact Joice Fratantuono ph. 4012739150

I coralli del Mediterraneo e dell’Asia, i cammei incisi su conchiglie dei Caraibi, del Mozambico e del Madagascar, le perle coltivate in Giappone, Thaiti e Australia. In sintesi, la migliore materia prima possibile per i più bei monili artistici lavorati nei laboratori di Torre del Greco dagli abili e creativi artigiani della D’Elia Company e di qui commercializzati sui mercati internazionali via New York, Kobe e Tokyo. È questo il quotidiano di un’azienda attiva nel settore dal lontano 1790, quando alcuni gentiluomini torresi - i D’Elia - partirono dalla cittadina vesuviana ed approdarono a Kobe - già al tempo luogo nevralgico per le perle naturali - dando vita con spirito d’avventura, amicizia e fiuto imprenditoriale ad una fervida attività commerciale; tale che agli inizi dell’800 portò addirittura, grazie allo speciale rapporto di collaborazione con Kokici Mikomoto - l’inventore della perla coltivata Akoya amico di famiglia dei D’Elia - alla nascita di una piccola colonia torrese.

Dal Giappone agli Stati Uniti via Torre del Greco, i gioielli dei maestri artigiani della D’Elia Company alla conquista del mondo.

Bart D’Elia e Kokichi Mikimoto


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da sinistra, Luigi Gentile, Aniello Onorato, Kamei San, Antonio Borrelli e Michele Vitiello

Oggi, alla quinta generazione, D’Elia Company rinnova la tradizione di famiglia e mantiene ben saldo il legame con il Giappone; al timone della ditta, Alfonso Vitiello che ne racconta vicende e prospettive animato da una salda convinzione: “chi ha un passato ha un futuro; e il futuro appartiene a quelle aziende che hanno una storia da raccontare”. A cominciare dalle foto d’epoca in cui i suoi antenati sono ritratti con i loro partner nipponici da passare in rassegna spigolan-

do pure tra carte intestate con indirizzi in Usa e in Giappone già da un paio di secoli e splendide immagini di Grace Kelly con indosso una parure collarino, bracciale e orecchini in perle coltivate fornite appunto da D’Elia. E, ancora, archivi che documentano ben cinquecento operai tra incisori, infilatrici, tagliatori e impiegati alla fine dall’Ottocento, oltre ai ringraziamenti ufficiali dell’imperatore Hiroito alla fine degli anni ’50 ad Alfonso D’Elia, nonno di Alfonso Vitiello, per l’aiuto che la sua

famiglia, “vera amica del Sol Levante aveva offerto per risollevare il comparto messo in ginocchio dalle devastazioni della Seconda guerra mondiale”. Insomma, un’azienda che fa dell’inimitabile tradizione artigianale orafa napoletana il segreto del suo successo e partecipa a numerose manifestazioni internazionali quali Ijt e IjkInternational Jewellery (Tokyo e Kobe), JckJewellery Circular Kestone (Las Vegas), Ja Show Jewellery (New York), Jif-Japan Jewellery Fair (Tokyo), Vicenza Oro.


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HYPNOS un cronografo da intenditori


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Cinquanta gli esemplari prodotti dalla Gio Monaco di Chiara Di Martino

La sua filosofia è una miscela di precisione, comunicazione ed originalità: la Gio Monaco Genève riesce a coniugare in un solo marchio tutti i requisiti che un orologio dovrebbe possedere. Non è un caso che le due sedi operative si trovino l’una in Svizzera, patria mondiale della meccanica e della componentistica orologiera, e l’altra in Campania, culla di storia e comunicatività. E non è tutto: la dimensione artigianale dell’azienda, lungi dall’essere un limite alle possibilità di esportazione del brand, costituisce invece una garanzia di qualità e dedizione al cliente. Per la collezione autunnoinverno sono in arrivo numerose novità, che lasceranno una lunga eco dietro il nome Gio Monaco. Prima fra tutte, un orologio interamente in oro. Nessuno può descrivere meglio di Giuseppe Ascione,

fondatore e disegnatore di Gio Monaco, la storia ed il futuro dell’azienda: dalle sue parole viene fuori lo spirito di un marchio di successo. Parliamo della nuova collezione. Qual è il pezzo forte? «È un orologio interamente in oro, “Hypnos”, di cui sono stati prodotti soltanto 50 esemplari (prezzo al pubblico euro 15.000). Un cronografo unico nel suo genere, con una cassa di 46 millimetri e la possibilità di scegliere il colore del quadrante tra tre tonalità: nero, champagne e silver. Tutte e tre le varianti, naturalmente, sono complete di datario e ad ogni sfondo corrisponde un colore dei numeri con cui sono indicate le ore. Per questo orologio, come per tutti quelli che disegniamo, utilizziamo soltanto macchine a con-

Nuccio Ascione, fondatore e disegnatore di Gio Monaco

Unico nel suo genere, con cassa di 46 millimetri e quadrante da personalizzare Gio Monaco Geneve 6830 Chiasso (Svizzera) Via Valdani, 1 ph. +41916828745 fax +41916828746 web www.giomonaco.com


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trollo numerico, con tagli netti di 90 gradi. Ogni pezzo è unico. Per arrivare alla versione definitiva di ogni numero del quadrante ci abbiamo impiegato giorni». Due sedi e distributori in tutto il mondo nel giro di pochi anni. Si è trattato di fortuna? «Credo che la Gio Monaco abbia saputo intercettare le esigenze di una fascia di pubblico, attenta ai dettagli e all’estetica. Non mi riferisco soltanto al prodotto, ma a tutte le fasi del lavoro: per le nostre campagne pubblicitarie, per esempio, abbiamo deciso di avvalerci dell’aiuto di un bravissimo artista di Torre del Greco, Vincenzo Matrone». Utilizzate le sue opere come scenografia? «Di più: dipinge appositamente per

noi dei meravigliosi quadri ispirati ai nostri orologi. Da noi parte lo spunto, ma la forza creativa è sua: il suo stile surreale è perfetto per la filosofia dei nostri prodotti». Un marchio fortemente legato agli orologi, dunque. «Non solo. Produciamo anche una gamma selezionata di accessori come penne, polsini e medaglie. A proposito, stiamo lavorando ad un’altra novità: la targa che contiene i dati identificativi dell’esemplare, generalmente in plastica, verrà prodotta in acciaio. Una medaglia che, oltre a contenere le caratteristiche dell’orologio, sarà anche un oggetto “autonomo”, da conservare».

Fondata nel 2002 da Giuseppe Ascione, responsabile della comunicazione aziendale, e da suo fratello Michele, presidente della Gio Monaco nonché responsabile commerciale, una quindicina di dipendenti in tutto, l’azienda si è ritagliata un posto di tutto rispetto nel mercato internazionale. In pochi anni la fama e l’elevata qualità degli orologi Gio Monaco ha fatto il giro del mondo, conquistando gli Stati Uniti d’America ma anche il Medio Oriente ed il Giappone, dove l’azienda è stata ospite lo scorso luglio per presentare la nuova collezione.


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Attenzione per i dettagli e abbinamento di diversi materiali rendono ogni modello una proposta destinata a non passare inosservata

CAPRI

Morellato: creatività contemporanea La nuova collezione Capri degli orologi Morellato, la storica azienda che vanta oltre 75 anni di tradizione e professionalità, scandisce l’evoluzione delle mode scavalcando l’iniziale ruolo di misuratori del tempo. Un vero status symbol dal tratto audace che sa evidenziare la personalità di chi li indossa. Forme morbidamente sagomate, impreziosite da eleganti dettagli che danno vita a desiderabili unicité, sobrie


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di una filosofia moderna e vincente innovazioni che esplodono in una graffiante versatilità senza offendere l’innata eleganza dello stile Morellato. Polvere di diamanti che cadenza i secondi con sofisticati bagliori o più spettacolosi cristalli Swaroski allegramente frivoli, prezioso oro rosa e giallo, vetro minerale e, ancora, cinturini in colorata pelle o in inattaccabile acciaio. Tutto questo è la vera anima della ricer-

catezza, la distinzione di uno stile che travalica ogni aspettativa. La collezione Capri conferma un’alta tecnologia avvolta da quell’aura di gran classe che rende i gioielli Morellato vere gioie da indossare con elegante disinvoltura. Orologi dal design di forte impatto, frutto di una precisa ricerca dimensionale e funzionale che conferisce ad ogni modello un grande equilibrio estetico.

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ARGENESI Silvan. Mezzo secolo di arte e passione. Sperimentazioni ed innovazioni nel solco dell’originalitĂ


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Il cromatismo dell’argento di Federica Longobardi

Quasi mezzo secolo di arte, di passione e di eleganza tutte italiane. Un felice viaggio attraverso il lunare splendore degli argenti. Tutto questo è Silvan, un successo nazionale ed internazionale che non conosce limiti; un atelier dalla straordinaria inventiva che si fa strada con un personale stile, scevro da compromessi e dove si respira la seduzione del lusso e dell’unicità; dove si sperimentano tratti e accostamenti inusuali e stravaganti, dove prende vita l’essenziale fiera leggiadria che fa di ogni oggetto un’eccellenza. Un’instancabile avventura alla ricerca del bello. Esemplari di alta qualità che spaziano dalla raffinatezza delle linee classiche (le trasparenze dei cristalli, fronde avvinghiate e arabesche incisioni donano ad un cabaret d’argento la morbidezza di un broccato in seta) agli accesi cromati-

smi delle nuovissime creazioni Argenesi (un inconsueto connubio con ottone rivestito a spessore di argento) e con Argenesi Glass (il vetro lavorato a mano e ricoperto da una lamina di argento 999). Piccoli universi straripanti di vitalità, interpretati con articolata astrazione dalla non comune capacità artigianale delle sue maestranze. La Silvan srl è un’azienda che offre modelli sempre nuovi e che nel rispetto dell’ambiente si avvale di tecniche e macchinari all’avanguardia in grado di azzerare totalmente ogni emissione inquinante. Ogni suo prodotto è certificato e gode di assistenza post vendita.

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Mamma li turchi… gli indiani e i cinesi! Luigi Costantini: solo la professionalità ci salverà dalla concorrenza di Paolo Minieri* photo Archivio Palladino sas

All’ombra delle sue Dolomiti, in una rara pausa estiva Luigi Costantini, un sessantatreenne instancabile e gentile, riceve con genuina ospitalità ancora circondato dalle sudate carte. Poco da dire - che già non si sappia - della sua carriera di gemmologo: a lungo in Sud Africa impegnato nel ramo minerario, ha ricoperto cariche direttive nel Gemological Institute of America (dove si è formato, in California) prima di divenire direttore per l’Italia dei Corsi dell’International Gemological Institute di Anversa. La sua è una preziosa visione cosmopolita di un’Italia che appare lontana dai grandi centri di discussione gemmologica.

Tanti corsi in tanti anni, sempre in giro dalle Alpi alla Sicilia. A che punto è l’alfabetizzazione gemmologica in Italia? “Direi più o meno sempre al punto di partenza, come in un perverso giro dell’oca! Tra le mie “grinfie gemmologiche”, in ventisette anni di attività didattica, sono passate migliaia di persone, innumerevoli sono gli attestati di gratitudine per l’opera svolta che ho ricevuto; tanto che mi ero quasi convinto di aver apportato un certo contributo al settore. Vedo ora il panorama radicalmente mutato. Trovo davvero incoraggiante che tra le giovani generazioni siano in molti ad avvertire forte l’inderogabilità di dotarsi di un’elevata professionalità; perché

Se vogliamo restare depositari d’una tradizione che vanta ben tre millenni, dobbiamo cercare l’eccellenza! L’impareggiabile qualità del prodotto nostro, anche se ci copiano il design.


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è forte la coscienza che è questa l’arena dove s’incroceranno le lance: con la concorrenza in casa, quella del vicino di casa e quella globalizzata, il mondo non è più quello a cui erano adusi i loro padri che pure hanno seguito i miei stessi corsi. La battaglia non si vince più solo col prezzo, ci vuole professionalità. La fiducia va conquistata giorno per giorno. Sono in molti, troppi, a non rendersi ancora conto della portata della sfida che li attende: i giovani devono approfittare del tempo loro, imparando quanto più e meglio possibile, puntando ad acquisire l’eccellenza nell’arte di loro scelta. Finiti sono i tempi in cui anche la mediocrità può avere i suoi spazi. C’è da competere con chi preme alle nostre frontiere da sud e da est; da chi, a uno (Turchia), quattro (India), sette (Cina) fusi orari più a est già riempie le caselle di prodotti di media o bassa qualità e a basso prezzo. Non solo. I gioielli made in China, nulla hanno da invidiare ai nostri. Se ancora vogliamo rimanere i depositari d’una tradizione orafa ed artistica che vanta ben tre millenni, dobbiamo cercare l’eccellenza! L’impareggiabile qualità del prodotto nostro, anche se ci copiano il design. I giovani hanno da affrontare tempi più duri di quelli dei loro padri, dovranno studiare più intensamente e con più sacrificio. Se fossi al primo quarto di luna cercherei di capire come stanno veramente le cose da chi è agli ultimi quarti di luna”. In alternativa ad un curriculum di studi completo, Federazione Orafa Campana

(FOC), propone corsi sulle più elementari tecniche diagnostiche dedicati a chi ha limitati budget di tempo ed economici. La ricerca della qualità della formazione è compatibile con l’inevitabile taglio succinto dell’insegnamento? “Ben vengano anche i corsi brevi di familiarizzazione, benvenuti siano i ragazzi con poche disponibilità di tasca e tempo, purché siano insegnamenti pregni di contenuti e ben condotti. E’ necessario che le tecniche diagnostiche siano apprese con dovizia di strumentazione e materiale didattico, significhino l’acquisizione di competenze traslabili in attività produttive immediate o a breve futuro. I corsisti devono essere motivati e consapevoli delle risorse messe loro a disposizione dalla FOC. I programmi di studio devono poter trovare collocazione in più ampi studi per un più organico percorso formativo. Soprattutto concreto quanto a sbocchi lavorativi. Con la crisi generalizzata proliferano i prodotti, aumentano i trattamenti e le manipolazioni; alla totale assenza di normativa si risponde con un eccesso di regole e ora si torna a parlare di disegni di legge del Parlamento a tutela del consumatore di gioielleria. C’è chi trema. Cosa succederà? “Non è che vi sia una totale assenza normativa, in Italia. Dal febbraio 1991 sono in vigore la normativa UNI 9758 “Terminologia, classificazione, caratteristiche e metodi di prova del diamante”, la normativa UNI 10245 “Materiali

Luigi Costantini, direttore per l’Italia dei Corsi dell’International Gemological Institute di Anversa.


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Gemmologici Nomenclatura” ed UNI 10173 “Classificazione del Taglio”, regolanti le rispettive materie. E questo è già un buon punto di partenza che penso sarà opportunamente recepito nelle future iniziative giuridiche. Ciò che fa difetto, tuttavia, è una legislazione specificatamente volta alla tutela del consumatore. A fronte d’una nutrita platea di operatori del settore che già da anni fornisce certezze - con garanzia o certificato circa la natura e l’origine (naturale o sintetica) della gemma sciolta od incastonata in un articolo di gioielleria, purtroppo ci sono tanti altri che sacrificano etica professionale e onestà al facile guadagno, compromettendo l’immagine stessa d’un’intera categoria. Il legislatore ha il suo da fare, ma non si precipiti per foia giurisprudenziale in una proliferazione d’adempimenti burocratici che stravolgerebbero il mercato ingabbiandolo. Tra le proposte di legge, ben equilibrata mi sembrava quella dell’On. Mazzocchi ove s’invocava il dovere del venditore - se richiesto dal compratore - di rilasciare garanzia o certificato della pietra montata o smontata, sotto propria piena responsabilità a tutti gli effetti legali”. L’impressione è che anche a livello internazionale, tra gli organismi che s’interessano di certificazione gemmologica non manchino schermaglie tecnicistiche sulle procedure, sulle valutazioni, sulla nomenclatura… “In proposito, se si prende a modello il diamante e le sue caratteristiche esterne, è

sufficiente pensare all’annosa diversità concettuale tra la normativa UNI (che ha recepito le consuetudini in uso nell’Europa continentale), quella nordamericana GIA e quella scandinava. Oppure le disposizioni emanate da organismi quali il CIBJO e l’ ICA. Tali diversità potrebbero sottendere ad interessi particolaristici o di difesa di tradizioni che hanno riflessi sul versante finanziario. Non potendo ergere indignate barriere alla continua apparizione di diamanti s inte tici, riempime nto di r ubini con sostanze vetrose, rivestimento di zaffiri per termodiffusione, in questo momento, il piccolo operatore come si può difendere? “Naturalmente con la conoscenza dei prodotti e delle problematiche. In pratica con un’alta professionalità, ovvero una spiccata conoscenza della materia e adeguate attrezzature diagnostiche. Il piccolo operatore che deve far fronte a certe necessità, deve anche saper richiedere al proprio fornitore garanzia scritta circa l’origine del materiale di cui trattasi, oltre che dichiarazione di presenza o meno di trattamento diversi da quelli normalmente consentiti (termotrattamento dei rubini e zaffiri, oliatura degli smeraldi. Bisogna attrezzarsi per poter personalmente verificare, convalidare, discernere. È in gioco la propria tasca come la propria reputazione. È soprattutto il dettagliante o l’orafo che si trovano esposti presi su due fronti: quello del passaggio dall’ingrosso al dettaglio, senza grossi problemi se il fornitore è noto e credibile;

piuttosto si è alla mercè dell’imprevisto e dell’imprevedibile allorché si accettino oggetti da montare, rifare, riparare o altro. Può succedere di tutto: il bellissimo rubino della nonna ritenuto patrimonio di famiglia potrebbe essere un sintetico Verneuil, così come l’affarone fatto a Bangkok, null’altro che un rubino trattato con vetro al piombo o sintetico riempito con fondente; e come la moissanite sintetica che diamante non è. Non vedo altre vie che la fortuna, se non il know-how”. Oltre l’aspetto scientifico, quali sono le caratteristiche del rapporto tra le gemme e chi la studia osservandone le inclusioni? “Lo studio delle gemme svela un caleidoscopio di emozioni suscitate dal magico, fantasmagorico universo che di colori e disegni che schiudono; è un rapporto intimo e confidenziale quello che si instaura tra la pietra e chi l’analizza. La risposta giusta mi porta a citare me stesso nella conclusione del mio libro sull’opale slovacco nel quale esprimo un’osservazione estensibile a tutte le gemme, nessuna esclusa: “L’opale è la quintessenziale visibile manifestazione della bellezza e della potenza della luce, e la luce è la quintessenziale visibile manifestazione della bellezza del Creato e della potenza del suo Creatore (o di Madre Natura, se la si preferisce)”. Una riflessione che dopotutto è valida anche per un minerale e per tutto quel che rimanda alla natura: fiore o erba, firmamento. * Consigliere Federazione Orafi Campani


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Diamanti in pillole a cura di Paolo Minieri* e Alberto Scarani**

Rivoluzione del marketing De Beers L'attenzione posta da DTC (Diamond Trading Co.) verso i mercati al dettaglio aveva già recentemente generato una disputa negli Stati Uniti con conseguente veto dell'anti-trust. Ora non senza una certa sorpresa da parte degli addetti ai lavori, De Beers ha annunciato l'apertura dei primi laboratori d'analisi dei diamanti. Questi si trovano ad Anversa e nel Regno Unito, a Maidenhead. L'iniziativa rientra tra le azioni programmate a sostegno del marchio della De Beers, recentemente rilanciato, “Forevermark”. Francois Deloge, CEO del marchio ha precisato che i diamanti utilizzati avranno a corredo un certificato che ne preciserà le caratteristiche per rispondere a precise esigenze rilevate da consumatori, da gioiellieri e da diamantari. Prende, dunque, corpo un’offensiva della DTC che mira a rafforzare il marketing diretto con l'apertura di punti vendita in Asia.

Riprende la produzione di diamanti in India Rio Tinto, gigante della produzione di diamanti che detiene il 16% del mercato estrattivo mondiale, ha annunciato l'inizio di una regolare attività mineraria nello stato del Madhia Pradesh, precisamente nella regione di Bundelkhand. Le prime prospezioni del 2002 avevano rivelato possibilità promettenti. Adesso si pensa di poter ricavare materiale di una certa consistenza tanto che sono già stati investiti 25 milioni di dollari.

HRD modifica il criterio del taglio dei diamanti Il prestigioso istituto HRD ha annunciato il 17 luglio scorso che dal 1° gennaio 2009 le certificazioni dei diamanti cambieranno per quanto riguarda la valutazione del taglio con l’introduzione del giudizio “excellent” che si situa al vertice della scala prima di “very good”. L’adattamento - i dirigenti di Anversa hanno fatto notare risponde a esigenze di mercato sulla scia di simili riformulazioni delle valutazioni operate da altri istituDiamanti: l’evoluzione creatrice ti - non implica un È del diamante lo straordinario merito di ridimensionamento aver favorito le condizioni per lo sviluppo della vita delle caratteristi- sul pianeta. Almeno, stando allo studio confortato da eviche qualitative denze sperimentali e recentemente pubblicato dalla rivista tededel grado “very sca ACS' Crystal Growth and Design; miliardi d’anni fa, infatti, il good”. diamante potrebbe aver agito da “catalizzatore” dell'idrogeno generando strati d'acqua e, quindi, molecole organiche sempre più complesse fino agli aminoacidi, decisivi per lo sviluppo della vita sulla terra. Se la ricostruzione si avvicinasse al reale andamento del percorso evolutivo che parte dal “brodo primordiale”, ci potremmo definire vivi grazie ai diamanti.

* Consigliere Federazione Orafi Campani ** Gemmologo IGI di Anversa


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gemmologia 3

La domanda asiatica spinge i prezzi al rialzo di Sergio Sorrentino*

In un contesto mondiale che si presenta contraddistinto dall’instabilità economica, dalla volatilità delle borse e dalla ruggente impennata dei prezzi delle materie prime energetiche ed agricole, il mercato dei diamanti non è certamente un’oasi felice. La fibrillazione degli scambi risente della situazione economica generale e produce nello specifico due fatti nuovi: un radicale cambiamento della domanda su scala planetaria con India e Cina, nuovi grandi consumatori, e un trend al rialzo della merce di qualità superiore, segnatamente nelle misure superiori al carato. Punto primo. La crescita del PIL, per un decennio sovente a due cifre, ha sancito nelle economie di India e Cina la nascita e il consolidamento di classi medie dinamiche e prospere. In Cina, poi, l’incremento della domanda di diamanti è stato sapientemente sostenuto da campagne della DTC-Diamonds Trade Company tese a legare la gemma all’evento del fidanzamento. Ciò ha reso

culturalmente desiderabile, in breve tempo, un prodotto che nella tradizione cinese veniva largamente dietro la giada. La domanda delle piazza asiatiche sembra però radicarsi, nell’insieme, nelle misure comprese sotto i 30 punti. Da segnalare un crescente consumo di pietre oltre i 3 carati di colore e purezza bassi nella penisola araba e nel Medio Oriente. Ed eccoci al secondo spunto di riflessione. Per quanto paradossale possa sembrare è proprio l’eccellenza della produzione a subire i maggiori rincari in un momento che apparirebbe poco propizio a sfrenate esibizioni di capienti portafogli. Cosa accade allora? Accade che la debolezza cronica del dollaro, la rarefazione delle performance di borsa creino un clima di propensione al mantenimento degli stock della merce grande con colori e purezze ottime; un’opzione diffusa che alimenta la spinta al rialzo delle qualità sempre più difficilmente rimpiazzabili. Inevitabilmente la

corsa all’incremento rallenta, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, col decadere delle qualità e del colore. Attenzione, dunque, a non cadere nella trappola di quanti propagandano listini indistintamente in ascesa. Gli osservatori più attenti hanno segnalato una novità. Per la prima volta la DTC, il tradizionale motore dell’economia diamantifera, ha promulgato dati precisi sugli aumenti degli ultimi mesi. L’intento è di dare sicurezza e tranquillità agli operatori: i prezzi aumenteranno ancora, non agitarsi. È probabile che lo stesso clima configuri le valutazione delle altre gemme. Chi possiede stock di alta qualità di zaffiri, rubini o smeraldi è oggi poco propenso a liberarsene in un clima di incertezza valutaria e in presenza di crisi regionali (leggi Birmania) nelle aree di reperimento dei grezzi. L’embargo ai rubini del Myanmar negli Stati Uniti avrà certamente effetti deprimenti sulla produzione. * Operatore del settore


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gemmologia

La classificazione del diamante secondo la normantiva UNI di Maurizio Mandile* photo Archivio Consulgemma

Quando si parla di pietre preziose spesso si prendono come riferimento parole e modi di fare radicati nelle procedure commerciali, e che quindi sono di facile interpretazione per tutti coloro che operano sul mercato, sia esso ristretto ad una data zona geografica, sia ad una area più ampia. Di fatto queste procedure, quando sono accettate dagli operatori del settore, diventano delle “Regole” che, seppure non sia la loro applicazione sanzionata dalle leggi dello stato, diventano comunque una “Norma” che, in alcuni casi, se è rilevante, può essere addirittura presa come riferimento dalla pubblica amministrazione, richiamandola nei documenti legislativi. L’UNI – Ente Nazionale di Unificazione svolge il ruolo di elaboratore e divulgatore di queste norme in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario. Con il suo intervento nel campo delle pietre preziose, attraverso una commissione formata da una serie di soggetti che

operano nel settore a vari livelli, ha elaborato una normativa sia per quanto riguarda la terminologia in generale (che vedremo in un altro articolo), sia per quanto riguarda la classificazione del diamante, e più specificamente la norma UNI 9758 del Luglio 2003. La normativa ne stabilisce la terminologia relativa al diamante tagliato, la classificazione, le caratteristiche qualitative ed ovviamente i metodi di prova con la strumentazione da adottare ai fini dell’analisi qualitativa, in modo che la classificazione effettuata da più soggetti diversi, anche distanti, possa e debba essere univoca; oltre a stabilire i termini per la redazione dei documenti di analisi qualitativa Analizzando i vari punti, vediamo anzitutto che viene distinto il termine “Diamante”, relativo unicamente al minerale di origine naturale, da quello di “Diamante Sintetico” e da “Diamante Trattato”, dove interviene la mano dell’uomo, oltre al termine di “Diamante Colore Fantasia”, relativo solo ai diaman-

La legge stabilisce la terminologia relativa al diamante tagliato, la sua classificazione, le caratteristiche ed i metodi di prova


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ti colorati di origine naturale e non quindi a quelli con il colore ottenuto per trattamento in laboratorio. Si passa quindi all’indicazione delle unità di misura (con le eventuali correzioni da adottare) per il peso (carati metrici) e per le misure (millimetri) oltre all’indicazione del tipo di bilancia e di calibro da adottare. Per il colore viene stabilita la scala da usare per la classificazione, e cioè quella formata dalle lettere dell’alfabeto dalla “D” alla “Z”, oltre al tipo di luce sotto

il quale fare il confronto ed il tipo di pietre di paragone da usare: devono essere in diamanti con certificazione “Master” effettuata presso l’ “H.R.D” di Anversa o presso il “G.I.A.” di New York. Sempre per il colore vengono anche fissati i termini per la classificazione dei diamanti Colore Fantasia: quali sono da far rientrare in questa categoria, l’indicazione dell’intensità della tinta ed ovviamente il paragone da adottare, che in questo caso sono le tavole dei colori Munsell.

Vengono fissati inoltre: per il taglio i parametri in percentuale rispetto al diametro della cintura; per la fluorescenza il metodo di misurazione ed il grado di intensità; e per la “purezza” cioè per l’analisi delle caratteristiche interne ed esterne, il tipo di lente da usare (a 10X aplanatica ed acromatica) la scala (da “IF” a “Pique”), il peso minimo dei diamanti che posso essere certificati (dai 0,30 ct in poi) ed inoltre una rappresentazione grafica di varie casistiche per la classificazione. *perito gemmologo


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gemmologia

La creatività della natura La Fondazione Willy Andergassen custode del patrimonio del grande studioso WILLY ANDERGASSEN

di Maurizio Mandile* photo Archivio Fondazione Willy Andergassen

“Il nostro obiettivo è quello di diffondere e divulgare la conoscenza delle gemme” A parlare è Giovanni Bossi, presidente della “Fondazione Willy Andergassen”, geologo e gemmologo, consulente della comunità europea per lo sviluppo di progetti per le pietre preziose nei paesi del terzo mondo, ma soprattutto amico di Willy. È grazie al suo impegno che alla

morte di Andergassen è nata la Fondazione. “Quando Willy morì, lasciò un patrimonio di conoscenza gemmologica sotto forma di oltre 7000 fotografie fatte al microscopio con tecniche particolari, oltre ai suoi studi effettuati negli anni nel campo della spettrofotometria sulle gemme. Tutto questo sarebbe andato per-

Originario dell’Alto Adige, classe 1922, Andergassen intraprende la carriera di pilota di aereo raggiungendo il massimo livello professionale, cioè comandante di 747 Jumbo in Alitalia. Dopo il pensionamento, negli anni settanta, decide di dedicarsi prevalentemente alla gemmologia. Allestisce nella sua casa di Casalpalocco, vicino Roma, un laboratorio gemmologico con attrezzature di alto livello e si dedica allo studio delle pietre preziose, approfondendo soprattutto il loro mondo “interiore” attraverso la fotografia al microscopio, utilizzando tecniche varie quali la polarizzazione ed il contrasto interferenziale in modo creativo. In breve tempo diviene un punto di riferimento per gran parte dei gemmologi italiani. Sempre disponibile ad aiutare e risolvere i problemi, sempre pronto ad impegnarsi per gli altri, per il suo carattere schivo e riservato ben poche volte accetta di comparire in pubblico per divulgare i risultati dei suoi studi. Ha però il culto dell’amicizia, ed il frequentarlo è per chiunque fonte di arricchimento morale e culturale. Possiede infatti una grande capacità di mettere a proprio agio le persone e di trasmettere con sobrietà le proprie sensazioni e conoscenze. Prove di queste sue doti sono la semplicità di linguaggio e la chiarezza usata nelle pubblicazioni che sono rimaste a testimonianza dei suoi studi dopo la sua morte avvenuta nel 2001, all’età di settantanove anni.


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Topazio, ingrandimento al microscopio

duto se un gruppo di amici che lo avevano conosciuto al di là del semplice rapporto professionale, non avessero costituito la Fondazione che è diventata il contenitore di quelle conoscenze” Come perseguite il vostro obiettivo? “Attraverso pubblicazioni, ricerche, convegni e mostre, indirizzate non solo agli operatori del settore, ma anche e

soprattutto al consumatore finale” Perché concentrate i vostri sforzi su due segmenti del mercato differenti? “Perché purtroppo esiste ancora un divario tra gli aspetti culturali e teorico scientifici, legati alla conoscenza delle gemme, e quelli pratici che contraddistinguono le attività commerciali. La conoscenza e l’analisi delle realtà che caratteriz-


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Diamante, ingrandimento al microscopio

zano i vari segmenti del mercato diventa quindi fondamentale per individuare e fornire gli strumenti più opportuni per affrontare il mercato del terzo millennio” Cosa ha realizzato la Fondazione? Ad oggi abbiamo trasformato in quadri su tela foto fatte da Willy al microscopio che ci mostrano artisticamente il mondo contenuto nelle pietre preziose. Queste

realizzazioni, vere e proprie opere d’arte, sono state esposte a Roma, Bari ed Imola riscuotendo un enorme interesse. Abbiamo inoltre organizzato incontri con i bambini delle scuole materne ed elementari parlando loro di gemme. I risultati sono stati superiori alle aspettative perchè, oltre all’entusiasmo dei bambini, hanno riscosso un notevole successo da


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Folgorite, ingrandimento al microscopio

parte delle mamme che, incuriosite dalle pressanti domande dei figli, sono corse presso i loro gioiellieri di fiducia per approfondire l’argomento gemme. Stiamo per realizzare una libro da banco per i dettaglianti, rivolto al consumatore finale, che parla in maniera semplice ma esaustiva delle principali gemme. A breve riprenderemo anche la pubblicazione dei

fascicoli con le foto delle inclusioni delle gemme che si era interrotta con la morte di Willy� Chi sono i soci della Fondazione? “Sono principalmente persone che operano nel settore dei preziosi, ma in vari comparti e con diverse competenze, esperienze, specializzazioni e provenienze geografiche�.

*perito gemmologo


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Il gioiello, questo sconosciuto Un kit pubblicitario per il gioielliere e un marchio collettivo per risollevare il comparto di Alessia Cervio

Promuovere una nuova cultura del gioiello prezioso come strategia per affrontare la crisi economica e controbilanciare la forte comunicazione messa in atto dal settore del gioiello “accessibile”. Questa in sintesi la posizione degli operatori che è emersa forte e chiara tra i partecipanti a Choice l’ultima rassegna orafa di Vicenza. Soprattutto in relazione alla grande attenzione dedicata in fiera, nel nuovo padiglione GLAMROOM, al gioiello moda a prezzo contenuto, in pratica al gioiello in acciaio che in questi ultimi anni ha rivoluzionato del tutto il comparto. Se è vero che questo tipo di creazioni svincolano i l prodotto dalle logiche del gioiello classico come investimento e - punta alle contaminazioni tra materiali preziosi e non offrono nuove motivazioni d’acquisto (tendenza, fashion, prezzo accessibile) potenziate da efficaci strategie di marketing - è vero pure che tutto ciò non giova per nulla al mercato. Di qui la necessità degli addet-

ti ai lavori di dare nuovo slancio ai concetti di preziosità, artigianalità e cultura di prodotto proprie del gioiello prezioso made in Italy. Un urgenza manifestata dalla giovane gioielliera trapanese Sabrina Gianformaggio (sabri.gianfo@katamail.com) che con una lettera aperta ai dettaglianti e ai produttori - ha lanciato un grido d’allarme sulla necessità di promuovere una “cultura dell’oro e del gioiello” mediante un piano di comunicazione comune; una ricerca storica e la tradizione artigianale sottesi al prodotto. La lettera, difatti, auspica un’azione da parte di tutti i membri della filiera per portare il problema all’attenzione del World Gold Council e propone un “kit pubblicitario del gioielliere”: l’adozione di un marchio collettivo italiano veicolato da una comune pubblicità istituzionale, da tecniche espositive e di fidelizzazione del cliente rivoluzionarie. Una proposta importante, da tenere da conto già che uguale argomento è stato


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affrontato nei seminari organizzati da Federdettaglianti durante i quali si è sottolineata l’importanza della promozione della cultura di prodotto come strumento di dialogo con il consumatore e come strategia per ottimizzare le dinamiche del punto vendita. In un mercato globale sempre più competitivo e complesso, hanno rilevato gli operatori di settore, la territorialità dell’impresa e la ricerca storica e culturale rappresentano un valore aggiunto fondamentale che dev’essere comunicato, se si mira a raggiungere una identità distintiva vincente in termini commerciali.

Tuttavia, finora le azioni intraprese non sono andate in questa direzione perchè si è preferito seguire e copiare tendenze e luoghi comuni spesso imposti dalla pubblicità, piuttosto che innovare costruendo reali opportunità per il futuro. In questo momento è fondamentale saper leggere il mercato, ha messo in evidenza Sabrina Gianformaggio per la quale diventa fondamentale puntare su una forte caratterizzazione del prodotto, conoscerlo per dare un’informazione approfondita che vada oltre il marchio. Se il marketing vende omologazione spacciandola per differenza, questa filosofia mal si adat-

ta al settore che dovrebbe vendere un prodotto unico, prezioso e lontano dai processi di massificazione. Gli effetti di un branding eccessivo portano un livellamento verso il basso dei valori progettuali, tecnico esecutivi e del gusto, “serializzando” il gioiello. Urge pertanto una rapida iniziativa degli operatori per riportare al centro di tutto il gioiello come “mito”. L’obiettivo è puntare su un prodotto prezioso per i materiali impiegati ma anche per la sua natura estetico-poetica e per una ricerca formale, storica, progettuale che ne esalti l’unicità e quella di chi lo indossa. Valori importanti da trasmettere al consumatore, soprattutto ora che si delinea una tipologia di clientela selettiva, orientata ad acquisti minori per quantità ma più importanti per qualità.


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Il settore orafo scommette sul futuro di Alessia Cervio

Nonostante qualche timido segnale di ripresa, il periodo resta difficile anche per il settore orafo. Il primo semestre 2008 si è chiuso negativamente per il mercato con una flessione generale del 24% e il calo della domanda ha avuto pesanti ripercussioni, portando a una diminuzione del’export del 15% in valore e del 30% in volume (dati Federorafi). Un dato confermato anche da alcuni addetti ai lavori, interrogati sulla questione durante Choice che riconferma i dati di un trend generale non positivo. Oltre a lamentare un calo di contatti “utili”, i produttori evidenziano pure una flessione del mercato fronteggiata più agevolmente dalle aziende che hanno investito sul brand e su una forte identificazione del prodotto. La rigidità del mercato inoltre scoraggerebbe la spinta al “rischio novità” sia in fase di progettazione del prezioso che in fase d’acquisto da parte dei dettaglianti. Per quanto riguarda il consumatore finale, l’aumento generalizzato dei prez-

zi ha generato una contrazione nel potere d’acquisto e un conseguente contenimento delle spese superflue. Si delineano così due trend: da un lato una clientela esigente e selettiva che privilegia la qualità alla quantità e vede il gioiello anche come investimento; dall’altro, la nascita di collezioni “moda” economicamente più accessibili, che coinvolgono maggiormente nuovi canali di distribuzione su cui puntare come departement stores internazionali, concept stores, beuty shops, spa, resorts, duty free, art galleries. Alla necessità di ridare fiducia al sistema, si risponde con l’attuazione di strategie a 360°, in grado di affrontare le sfide di un mercato sempre più competitivo in cui si sono inseriti paesi come l’India, la Cina e la Turchia enormi bacini di consumo potenziale così come hanno confermano brand presenti alla fiera, ma anche di concorrenza. Mentre a Choice è stato annunciato l’avvio di un’importante collaborazione con il sul-


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tanato dell’Oman, paese di rilievo sul mercato internazionale per la sua economia in fermento e per la posizione strategica per i mercati del Golfo, Federorafi, ha intrapreso iniziative di varia natura. Tra quelle di tipo finanziario, ad esempio, “Abbasso i Dazi” in USA: il progetto mira, in ultima istanza, a far sì che il dazio sui gioielli importati venga calcolato sulla sola manifattura, escludendo il valore della materia prima preziosa (che nel comparto dei preziosi incide anche oltre il 90% del valore complessivo del prodotto). Tra gli altri

obiettivi in agenda, l’incremento delle azioni di tutela e promozione del gioiello “made in Italy” e la lotta al crescente fenomeno della contraffazione. Federdettaglianti ha evidenziato l’utilità di agire a livello singolo e collettivo su costi e ricavi, sollecitando investimenti di innovazione e ristrutturazione del punto vendita. Tutto ciò nell’intento di sostenere le vendite e rafforzare la cultura dell’oro e del prezioso così tanto radicata nel nostro paese da permetterci di conservare una posizione d’eccellenza nel mondo. Non bisogna sottovalutare inoltre il

prezzo in salita dell’oro (da 271 dollari l’oncia nel 2002 ai 1000 dollari del 1° quadrimestre del 2008) offre nuove opportunità di rilancio del gioiello in oro come bene “rifugio”, con un valore che si preserva nel tempo. Comunicazione di prodotto e innovazione produttiva sono quindi condizioni essenziali per la solidità del settore e la sua capacità di reagire ai trend negativi, unitamente a un’ottica che ponga al centro di ogni processo decisionale il mercato, l’attenzione al quadro competitivo e la soddisfazione del cliente.


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Valenza punta sul nuovo centro fieristico di Chiara Di Martino

L’autunno si preannuncia carico di appuntamenti per il settore orafo ed argentiero, da Nord a Sud: più d’una, infatti, le opportunità per gli operatori di portare in giro il proprio marchio e i propri prodotti. Nuove e scintillanti occasioni di incontro nel periodo che precede il Natale, uno dei momenti dell’anno più floridi per il settore. Prima in ordine di tempo, il Tarì in mostra: la “Rassegna del gioiello contemporaneo” apre le porte ai propri ospiti da venerdì 10 a lunedì 13 ottobre. Circa 400 aziende del Tarì e 120 espositori presentano le nuove collezioni in vista del Natale. Segue l’iniziativa “Valenza Gioielli”, che ha luogo dal 18 al 21 ottobre: a fare

da cornice all’evento, il nuovo Centro espositivo Expo Piemonte di Valenza (Alessandria). Un leggero slittamento temporale - di appena due settimane rispetto alla collocazione classica della manifestazione, dovuto alla scelta di attendere il termine della realizzazione del nuovo spazio. Valenza Gioielli è organizzata dalla Associazione Orafa Valenzana (in sigla, AOV), nata nell’immediato dopoguerra, che conta oltre 700 aziende tra i propri iscritti. Ultima, ma soltanto per ordine di tempo, la terza edizione di “Incontri d’autunno”, in programma al centro affari di Arezzo il 28, 29, 30 ottobre: più di 200 aziende del settore, oltre ad una

nutrita schiera di buyers internazionali, con una particolare attenzione ai mercati emergenti. È dal 2006, infatti, che gli espositori di OroArezzo hanno a disposizione questa ulteriore occasione, che si aggiunge alla Fiera che tradizionalmente si svolge in primavera: il prossimo anno si festeggerà il 30esimo anniversario della manifestazione. L’evento di fine ottobre è organizzato dal Centro Promozioni e Servizi di Arezzo d’intesa con le categorie economiche interessate e grazie al contributo della Camera di Commercio di Arezzo, di Banca Etruria, dell’agenzia Toscana Promozione e dell’ICE, l’Istituto nazionale per il commercio estero.


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Oromare

un’azienda, 200 scelte, mille possibilità Un centro produttivo di gioielli formato da piccole imprese del settore orafo riunite in un unico luogo rivolto agli operatori di settore Consorzio Oromare 81025 Marcianise (CE) Strada provinciale 22, km 1,750 ph. 08231641110 fax 08231641900 web www.oromare.com

Con una madrina d’eccezione come Sofia Loren che ad aprile dello scorso anno ha celebrato l’inaugurazione del nuovo Centro Orafo di Marcianise, Oromare si presenta sulla scena nazionale ed internazionale come un progetto ambizioso ed una grande sfida imprenditoriale. Il coraggio di “restare uniti, per diventare grandi”, come molto spesso afferma il Presidente del Centro - Gino Di Luca ha dato vita alla realizzazione di un progetto che ad oggi si presenta unico nel suo genere. Una superficie di 150 mila mq, 75 milioni di euro di investimento, 1.500 addetti alla produzione delle aziende interne che da Torre del Greco e da Napoli si sono trasferite nel nuovo complesso produttivo. Attualmente le aziende consorziate sono oltre 200, ed hanno accolto la sfida di affrontare in maniera diversa i mercati emergenti e la globalizzazione che coinvolge tutti i settori produttivi, specie quello del voluttuario: mantenere l’unicità del gioiello artigianale con le economie di

Gino di Luca, presidente del consorzio Oromare


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Il centro Oromare di Marcianise

scala di una grande azienda. Questo è l’obiettivo di Oromare e la sfida che hanno accettato le piccole-medie imprese artigiane che operano nel settore della lavorazione e della distribuzione di gioielli con coralli, perle, camei e pietre preziose. Tutti gioielli fatti a mano, secondo la tradizione campana che affonda le radici nell’età borbonica di Federico II, molto apprezzati soprattutto all’estero: Stati Uniti, Giappone, Inghilterra, ma anche nuovi mercati come India, Russia, Cina. La sfida del Consorzio nasce infatti dalla

volontà di tutelare l’unicità dell’artigianato ed esportare il “made in Campania” per competere con i grandi brand internazionali. Il Centro infatti, così come è stato strutturato e realizzato consente la riduzione delle distanze tra un produttore e l’altro, favorendo la celerità delle informazioni e l’ultimazione di tutti i processi produttivi. Si accorcia così la catena di distribuzione che dalla produzione passa all’utente finale, con evidenti vantaggi per il prezzo e la riconoscibilità della firma. Attualmente la partecipazione di col-

lettive aziendali presso le principali manifestazioni fieristiche internazionali, stanno portando il nome OROMARE in tutto il mondo. Saloni del gioiello internazionali come JCK Las Vegas, J.A. di New York, Basel World, Vicenza International, I.J. Macau, I.J. Tokyo, I.J. Hong Kong, stanno favorendo la divulgazione a livello globale del pregio e delle manifatture di creazioni orafe realizzate dalle associate di Oromare, favorendo un crescente ampliamento del bacino di clienti su scala internazionale.


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tecnico/amministrativo 1

Comparto orafo tra crisi e proposte per il rilancio Il credito d’imposta per le nuove assunzioni, una soluzione per il Sud di Giovanni Lepre*

Nei primi tre mesi dell’anno, secondo elaborazioni del Centro Studi Confindustria su dati Istat, la flessione della produzione nazionale orafa rispetto all’analogo periodo del 2007 è stata del 33,4%. Una voragine provocata anche dalla flessione delle esportazioni. Nel 2007, a fronte dell’anno precedente, il valore complessivo dell’export ha fatto riscontrare per la verità un lieve incremento (4,1%). Si tratta tuttavia di un aumento dovuto all’apprezzamento della materia prima, mentre le quantità esportate si sono ridotte del 6,2%. Il trend di fine anno, inoltre, si è aggravato, con l’ultimo trimestre che ha segnato un crollo dello stesso valore esportato pari al 17,7%. Come si esce da questa impasse? Vi sono cause macroeconomiche. La stagnazione e il contenimento dei consumi

determinano un drastico calo della spesa per preziosi delle fasce medie, avvertito più pesantemente nel Mezzogiorno. E’ peraltro possibile mettere in atto provvedimenti che contengano la crisi e contribuiscano a ridare vitalità a un comparto in chiare difficoltà. Il primo mercato estero per l’oreficeria italiana, quello americano, ha fatto registrare nel 2007 un crollo del 20%. Qui, per iniziativa di Federorafi, si sta tentando un’operazione di recupero con il progetto “Abbasso i dazi”. L’obiettivo è di rivedere la legislazione Usa, eliminando dal computo del dazio sui gioielli importati il valore della materia prima, ossia il 90% di quello globale del prodotto. Se andasse in porto, l’iniziativa rilancerebbe un segmento fondamentale dell’export nazionale.

Nel Sud, in particolare, un giovamento potrebbe venire anche dal credito d’imposta per le nuove assunzioni. La dimensione aziendale nel Mezzogiorno è spesso inadeguata per cogliere le sfide della globalizzazione dei mercati e l’incentivo al potenziamento degli organici può quindi rappresentare un contributo nella direzione giusta. Sempre nel Sud, più che altrove, gli esercenti del comparto vivono drammaticamente il problema sicurezza. La defiscalizzazione dei premi assicurativi in questo campo, richiesta a sua tempo da Confedorafi, costituirebbe uno sprone a tutelarsi contro i danni prodotti dalla criminalità, che spesso purtroppo si aggiungono alla congiuntura negativa. * commercialista


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Assegni e contanti, ritorno alle vecchie regole Semplificate le norme sulla circolazione del denaro contante e degli assegni al portatore a cura di Marco Cantarella*

Cambiano ancora le norme su assegni e contanti. Il Decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, poi convertito in Legge, ha riportato a 12.500 euro la soglia massima per l’uso del contante, degli assegni e dei titoli al portatore. Ricordiamo che la soglia era stata ridotta a 5.000 Euro dal Decreto legislativo 231/07, entrato in vigore lo scorso 30 aprile. In pratica, ciò significa che:

- Si possono effettuare pagamenti in contanti fino ad un massimo di 12.500 Euro; - gli assegni bancari, postali e circolari in forma libera non possono superare la soglia di 12.500 Euro; - gli assegni emessi per importi pari o superiori a 12.500 Euro devono indicare il nome o la ragione sociale del beneficiario e devono obbligatoriamente essere “non trasferibili” - I pagamenti in contanti per importi pari o superiori a 12.500 Euro possono essere effettuati solo tramite banca, istituti di moneta elettronica o Poste Italiane

L’importo di 12.500 Euro si intende per singola operazione, anche frazionata:

per operazione frazionata si intende un’operazione unitaria sotto il profilo economico (per es. l’acquisto di un singolo bene o servizio) anche se il pagamento viene effettuato tramite più operazioni di importo inferiore a 12.500 Euro. Occorre ricordare che lo scopo di tale normativa consiste nell’assicurare la tracciabilità dei pagamenti di un certo importo, ai fini del contrasto al riciclaggio di denaro di dubbia provenienza. Assegni bancari e postali, assegni circolari, vaglia postali e cambiari Per quanto riguarda gli assegni liberi, è stata abrogata la norma che prevedeva, a pena di nullità, l’obbligo di indicare il codice fiscale del girante su ogni girata. Ricordiamo però che:

- I moduli di assegni bancari e postali vengono ordinariamente rilasciati dalle banche e da Poste con la clausola di non trasferibilità; - il rilascio di moduli di assegni liberi dovrà

essere espressamente richiesto per iscritto dal cliente; - Per ciascun modulo di assegno bancario o postale richiesto in forma libera ovvero per ciascun assegno circolare o vaglia postale o cambiario rilasciato in forma libera è dovuta dal richiedente, a titolo di imposta di bollo, la somma di 1,50 euro. - Gli assegni emessi all’ordine del traente (cioè gli assegni a me medesimo, a m.m., etc.) non possono essere girati ad altri soggetti, ma possono essere girati unicamente per l’incasso ad una banca o alle Poste. Essi non sono però soggetti al limite dei 12.500 euro. * direttore Federazione Orafi Campani


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tecnico/amministrativo 3

Riparazioni: nessun obbligo aggiuntivo per i dettaglianti Il Consiglio di Stato riconosce le ragioni di un commerciante

Una sentenza del Consiglio di Stato (n. 196 del 25 gennaio 2008) fa definitivamente chiarezza su una questione molto importante per i dettaglianti orafi: i commercianti che effettuano riparazioni non sono tenuti a possedere un secondo Registro di Pubblica Sicurezza “preziosi e beni usati” in aggiunta a quello detenuto per l’attività commerciale. Ricordiamo che tutti gli operatori in oggetti preziosi - siano essi fabbricati o commercianti - hanno l’obbligo di tenere in azienda tale Registro, numerato e bollato ad ogni pagina a cura dell’Autorità di Pubblica Sicurezza o dell’Ufficio del Registro, sul quale annotare i dati relativi agli acquisti di oggetti preziosi usati da privati (Art. 128 TULPS)

Ma vediamo i fatti. La Questura di Reggio Calabria aveva contestato ad un dettagliante, il quale effettuava anche piccole riparazioni per i propri clienti, il mancato possesso del Registro di P.S. per l’attività di orafo, e gli ingiungeva di regolarizzare la propria posizione procurandosi un altro registro regolarmente vidimato oltre a quello già posseduto per l’attività commerciale. Va precisato che il nostro dettagliante non svolgeva alcuna attività di fabbricazione, neanche occasionale, di oggetti preziosi o di loro parti. Il TAR, a cui il commerciante si era rivolto, aveva sorprendentemente dato ragione alla Questura. In sede di appello, il Consiglio di Stato rovesciava la sentenza del TAR dando ragione al commerciante, sulla

base della considerazione che “la mera attività di riparazione di gioielli non configura esercizio di attività artigianale autonomamente rilevante” e che invece essa si qualifica come “un’attività complementare e secondaria, rientrante in quella svolta a titolo principale (l’attività commerciale ndr)”. Attività di produzione e attività di riparazione Per definire un’attività come artigianale - argomenta il Consiglio di Stato “deve sussistere un insieme ben definito di attività peculiarmente qualificate dal loro stesso risultato estetico-creativo, il quale non può riscontrarsi rispetto alla “piccola riparazione”, che deve piuttosto


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ricondursi al mero ripristino dell’integrità/funzionalità di preesistenti gioielli, senza apporti ideativi e di valore estetico innovativo”. Il principio enunciato dai supremi giudici amministrativi è particolarmente rilevante anche sotto un altro profilo : viene di fatto escluso l’obbligo, per coloro che effettuano piccole riparazioni che non prevedono la trasformazione sostanziale o una significativa ricostruzione dei pezzi originari, di assoggettarsi agli obblighi previsti per i fabbricanti : marchio di identificazione, autorizzazione sanitaria, etc. Si pone così un punto fermo a una questione che è stata spesso fonte di contenzioso tra i dettaglianti e le Autorità preposte ai controlli. (marco cantarella)

La gestione delle riparazioni

Come gestire correttamente le riparazioni, per non incorrere in contestazioni da parte delle Autorità di P.S.? Si può utilizzare proprio il Registro dei beni usati, il quale ha lo scopo di permettere alle Autorità di polizia, in caso di controllo, di verificare la provenienza degli oggetti preziosi usati detenuti a qualsiasi titolo da parte degli operatori del settore orafo.

Sul Registro andranno indicati : - Le generalità, il domicilio e gli estremi del documento del cliente; - La data dell’operazione; - La descrizione degli oggetti, in ordine alla natura, quantità e qualità; - La descrizione dell’intervento da effettuare; - Il numero del documento di trasporto, se gli oggetti sono inviati ad un laboratorio esterno.

In alternativa al registro è possibile utilizzare le cosiddette “buste di riparazione”, consistenti in una serie di schede stampate in triplice copia su carta chimica, rilegate tra loro, che devono riportare tutti i dati sopra indicati, la ragione sociale della ditta nonché le condizioni generali relative agli interventi di riparazione. La prima copia sarà rilasciata al cliente, la seconda accompagnerà l’oggetto nelle sue fasi di lavorazione e la terza resterà al titolare dell’esercizio, per essere esibita ad ogni richiesta del personale di P.S. Le “buste di riparazione”, il cui utilizzo è stato approvato al Ministero dell’Interno, devono essere numerate progressivamente e vidimate dalla Questura.


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Rimborso IVA per turisti Un’opportiunità per ampliare le vendite

I viaggiatori stranieri, residenti o domiciliati fuori del territorio dell’Unione Europea hanno diritto ad effettuare acquisti nei paesi UE senza il pagamento dell’IVA. Il beneficio vale anche per i cittadini italiani residenti o domiciliati fuori dell’UE. Conoscere le regole del rimborso IVA per i turisti e saper gestire la procedura vuol dire, per i dettaglianti orafi, aprirsi delle concrete opportunità di incrementare le vendite, considerato che la platea dei clienti potenziali è formata non solo dai turisti ma anche dai numerosi nostri connazionali stabilitisi in tutto il mondo per ragioni di lavoro. Vediamo innanzitutto quali sono le condizioni per ottenere lo sgravio dell’IVA:

- l’importo minimo degli acquisti deve essere superiore a 154,94 Euro IVA compresa; può trattarsi anche di più oggetti, purchè acquistati presso il medesimo negozio e con unica fattura; - i beni acquistati devono essere trasportati fuori della Comunità entro il terzo mese dall’effettuazione dell’operazione (in pratica, dalla data di emissione della fattura); - i beni devono essere destinati all’uso personale o familiare dell’acquirente e trasportati fuori dell’Unione Europea nel suo bagaglio personale; sono ammessi al beneficio anche i beni inviati al domicilio dell’acquirente con spedizione come “bagaglio non accompagnato”, purché l’acquirente lasci l’Italia con scalo diretto nel proprio paese di residenza. E’ inoltre ammesso che il venditore italiano provveda direttamente alla spedizione dei beni presso il domicilio dell’acquirente, specie nel caso in cui questi prosegua il viaggio in altro stato membro dell’UE. In questo caso il venditore dovrà provvedere anche alle formalità doganali.

Per ottenere lo sgravio IVA è obbligatorio emettere la fattura, che dovrà riportare gli estremi del Passaporto dell’acquirente. La Normativa prevede due distinte procedure, che il dettagliante può applicare a sua scelta:

Sgravio immediato dell’IVA: il commerciante non applica l’imposta all’atto della vendita ed emette la fattura senza indicare l’IVA, richiamando in fattura il primo comma dell’art. 38-quater del DPR 633/72. Il viaggiatore dovrà esibire la merce e la relativa fattura all’ufficio doganale al momento dell’uscita dal territorio dell’Unione Europea; la Dogana, constatata la regolarità dell’operazione, apporrà sulla fattura il visto doganale. L’ufficio doganale che dovrà apporre il visto è quello del Paese dell’Unione Europea (anche diverso dall’Italia) da cui il viaggiatore parte per il proprio Paese di residenza. Il viaggiatore dovrà poi far pervenire la fattura, munita del visto doganale, al commerciante entro il quarto mese successivo alla data di effettuazione dell’operazione. Se la fattura non viene restituita nel termine previsto, il commerciante ha un mese di tempo per regolarizzare la vendita, mediante emissione ed annotazione di una nota di variazione con addebito dell’IVA ai sensi dell’art.


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26 del DPR 633/72. L’inconveniente di questa procedura consiste nel fatto che, se il cliente omette di restituire in tempo utile la fattura al dettagliante, quest’ultimo dovrà versare l’IVA a proprio carico. Rimborso successivo dell’IVA: il commerciante applica l’imposta ed emette fattura con IVA rilasciandone un esemplare

all’acquirente, il quale dovrà restituire al commerciante entro il quarto mese dall’effettuazione dall’operazione la fattura con il visto doganale di uscita, apposta da un ufficio doganale appartenente ad un Paese comunitario. Al ricevimento della fattura, il venditore dovrà provvedere a rimborsare l’importo dell’IVA nei modi concordati con l’acquirente. In nessun

caso il rimborso dell’IVA può essere effettuato direttamente dagli uffici doganali. In questo caso, sarà il commerciante ad incassare l’IVA ed a restituirla al cliente una volta ricevuta la fattura con il visto doganale. Sul piano fiscale, il dettagliane dovrà effettuare una nota di variazione in diminuzione dell’IVA a debito. (marco cantarella)

Il servizio Tax Free Il sistema del rimborso successivo dell’IVA, certamente più sicuro per il commerciante, viene agevolato dalle società che, in convenzione con gli esercizi commerciali, offrono il cd. servizio “TAX FREE” o “TAX REFUND”. Queste società rimborsano direttamente l’IVA agli acquirenti, trattenendo una provvigione; il rimborso può avvenire in due modi: - in contanti, dietro presentazione della fattura vistata dalla dogana, presso gli uffici delle società presenti nei principali aeroporti e valichi di frontiera - se il rimborso non avviene in contanti alla frontiera, l’acquirente dovrà far pervenire alla società la fattura o i cd. “tax free shopping cheques”, rilasciati in alternativa alla fattura dal venditore italiano all’acquirente; la società provvederà a rimborsare l’acquirente.

In entrambi i casi, sarà la società “TAX FREE” a restituire le fatture originali al dettagliante, senza altri obblighi per quest’ultimo.


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Il Patto Formativo Locale “Polo Orafo Campano” di Fabrizio Monticelli*

Le politiche formative, leva per lo sviluppo delle aziende orafe: Il Patto Formativo Locale “Polo Orafo Campano” Le imprese orafe campane che operano nell’ambito dei tre Sistemi di sviluppo socale di Napoli, Marcianise e Torre del Greco caratterizzati dalla presenza dei quattro consorzi Antico Borgo Orefici , Il Tarì s.c.p.a, Oromare S.c.p.a. e Vulcano Prom.art, perseguono da anni una politica volta alla realizzazione del progetto integrato di filiera del Polo Orafo Campano attraverso azioni congiunte di studi e ricerche, promozione, comunicazione e marketing. Il sistema orafo campano depositario di un patrimonio culturale e artistico di immenso valore con il Borgo Orefici di Napoli e con la tradizione del corallo e cammeo di Torre del Greco ha saputo negli ultimi 10 anni creare poli produttivi innovativi nel distretto industriale di Marcianise quali il Tarì cui nel 2007 si è

aggiunto Oromare. In quest’ottica di crescita, sulla scorta del lavoro svolto in questi anni dalle scuole orafe e di una puntuale analisi dei fabbisogni attuata tra le imprese, i Consorzi e la Federazione Orafi Campani hanno sottoscritto nel 2007 un Patto Formativo volto ad attuare le politiche di formazione, aggiornamento professionale e di inserimento lavorativo. Uno degli elementi essenziali del Piano di Sviluppo del Polo Orafo è rappresentato, infatti, dalla necessità di creare figure professionali specializzate, sia nel settore della produzione e lavorazione che della promozione e commercializzazione dei preziosi, da realizzarsi riqualificando le risorse già presenti nell’organico aziendale, ma, soprattutto, andando ad incrementare nuovi bacini di impiego e promovendo strumenti per l'emersione del lavoro irregolare.

Un vero e proprio investimento competitivo, che rappresenta il margine più sicuro sulla concorrenza


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Tabella 1. Schema logico funzionale del Patto

Lo schema logico funzionale del Progetto è definito nella tabella 1. Si tratta di un vero e proprio investimento competitivo dal momento che le risorse umane di un’azienda sono straordinariamente difficili da imitare o copiare, rappresentando quindi il margine più sicuro sulla concorrenza. In quest’ottica la strategia progettuale

del Polo Orafo Campano, rappresenta un punto d’eccellenza nei modelli di sviluppo puntando ormai da anni al miglioramento delle performance delle aziende, in termini di trasferimento di competenze e know-how nel settore della ricerca, del design e della gestione, mediante il potenziamento delle professionalità già presenti in azienda e la formazione di

nuove figure occupabili, sostenendo una logica di orientamento al mercato mondiale nella consapevolezza dalla necessità di salvaguardare l’identità storico culturale e rafforzare la profonda tradizione artistica presente sul territorio. *Project Manager Patto Formativo Polo Orafo Campano


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Gioielleria e web 2.0: cambiare per competere Le nuove frontiere nel commercio elettronico a cura di Gennaro Guida*

Cambia tutto. Cambia la strategia di marketing e di comunicazione. Cambia la modalità per interloquire con clienti e potenziali tali. Cambia l’ approccio commerciale, il concetto di distribuzione, il ruolo del punto di vendita. Internet cambia il modello di business. Non è più solo questione di commercio elettronico che fa concorrenza allo shopping tradizionale o di vendita online di servizi innovativi che già hanno scosso alla base alcune filiere industriali. Il cambiamento è molto più profondo e sostanziale ed è un cambiamento che le imprese, in qualsiasi settore operino, di qualsiasi dimensione siano, non possono permettersi di trascurare. Gli strumenti del cosiddetto web 2.0, quelli

che consentono di creare reti sociali, o social network, quelli che consentono a tutti di pubblicare idee, informazioni, opinioni come sono per esempio i blog, quelli che permettono di condividere informazioni multimediali (YouTube per i video e Flickr per le foto, per esempio), favoriscono la partecipazione attiva di utenti che sono anche consumatori e che quindi tendono a parlare, bene e male, di ciò che comprano e utilizzano. Veniamo al nostro mercato. I dati dicono che il volume mondiale della vendita dei gioielli attraverso il canale internet è di circa 2,1 miliardi di dollari, che risulta essere 3,5% dal volume totale delle vendite dei gioielli. Nel campo dell’oreficeria-

La vendita di gioielli attraverso il canale internet è di circa 2,1 miliardi di dollari, pari al 3,5% del volume totale


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gioielleria è in forte aumento il canale della distribuzione moderna, che deve il suo successo soprattutto alle mutate esigenze della clientela e risulta collegato all’attivazione degli acquisti d’impulso, sia di prodotti a basso costo che di gioielli di moda. Per creare nuovi profitti bisogna adeguarsi al nuovo canale e creare una nuova strategia per il territorio Nazionale ed i Paesi Esteri in cui ci si vuole espandere. Per le aziende che si occupano di produzione e commercio di gioielli, il negozio online è uno dei più promettenti modi di gestione e di sviluppo della impresa, che permette di ridurre le spese generali e di aumentare i guadagni. I punti importanti che garantiscono il

successo di un negozio virtuale di gioielli sono la chiara esposizione dei dati di proprietà del sito e della licenza commerciale, la velocità di esecuzione dell’ordine e del pagamento, il rapporto qualità prezzo, le foto professionali dei prodotti, la promozione online e nel caso di vendita a consumer le confezioni regalo. L’acquisto di gioielli on-line sembra di essere creato apposta per gli acquirenti a cui non piacciono le infinite e a volte noiose passeggiate per negozi nella scelta del gioiello che vogliono. Internet e il commercio elettronico sono un fantastico Accelleratore d’impresa: Chi rimane fuori dichiara in anticipo che vuole ritirarsi.

* Direttore Marketing Estensa.it Full Service Web agency


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Preziosa è anche on-line ...

Approfondimenti, news, quotazioni aggiornati in tempo reale di Martina Delli Fiore

www.preziosamagazine.com, la versione web della nostra rivista, è il portale che ricalca, approfondisce e amplia i contenuti del giornale. Per ora solo in lingua italiana, a breve anche in inglese, vuole essere punto di riferimento per chi ama - o a bisogno di consultazione on line sul mondo della gioielleria e del lusso di cui il portale è espressione. Articolato in macro aree come la versione cartacea - brand, trend, trade raccoglie notizie e redazionali, dà conto di situazioni e novità di livello nazionale ed internazionale, è attento alle fiere di settore monitorando gli appuntamenti e le nuove realtà. www.preziosamagazine.com è uno strumento completo e necessario al servizio degli operatori ai quali dedica anche una parte tecnico-amministrativa a cura di esperti che, di volta in volta, illustreranno leggi e normative integrandole con commenti e documentazioni divulgativi offrendo risposte efficaci anche agli interrogativi più comuni. Progettato per garantire un accesso universale, rende fruibile ogni tipo di notizia di settore a tutte le tipologie di utenti,

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tro di interesse per il comparto. La sua homepage contempla un’area video ed un’area foto, gli appuntamenti con le principali fiere di settore, le quotazioni dell’oro aggiornate in tempo reale, unmenù rapido da sfogliare ed una bacheca per la ricerca di personale qualificato e scambi commerciali.


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rubrica

La vetrina… d’autunno Le calde tonalità dell’arancio e del bronzo di Elisabetta Bowinkel*

Finito il tempo dei luminosi bagliori estivi, a segnale il cambio di stagione sono i più smorzati toni del giallo e del marrone che fanno capolino un po’ ovunque. Anche nell’allestimento delle vetrine che accolgono ori e preziosi. E dunque, tema conduttore è senz’altro “l’oro d’autunno”. Come fare? Dando libero sfogo alla fantasia. Per un gioielliere che ha a disposizione uno spazio di 90x70 cm., ad esempio, con un po’ di originalità si può creare una vera e propria scenografia che valorizzi gli oggetti in esposizione giocando con l’assonanza tra materiali e colori. Una simpatica idea può essere senz’altro quella di scegliere qualche foglia di platano, da disporre a raggiera intorno agli oggetti, magari usando anche delle piccole zucche di varie forme e misure, tali da poter essere usate in sostituzione degli ormai “soliti espositori”; un modo diverso per poggiare bracciali, collane ed altro. Le

foglie, usate intorno agli oggetti, ed appoggiate qua e là, daranno maggior risalto al tema in questione. Utile, se non addirittura fondamentale alleato, sarà l’utilizzo di un cordone o cordoncino colorato. Scelto di tonalità calda, magari nei toni dell’arancio o del bronzo e, perchè no, dei verdi sottobosco, si può posizionare in modo da creare una sorta di percorso intorno agli oggetti. I terminali del cordone, saranno utili per poggiarci un simpatico cartoncino, come se fosse un piccolo “cavaliere”, che servirà a svelare la fattura, nonché la tipologia dell’oggetto esposto. Se l’esigenza è tale, da conferire alla vetrina, un tocco più classico, magari un po’ Retrò, si possono inserire nella composizione della scenografia, alcuni oggetti d’antiquariato, come ventagli antichi, carnet da ballo, occhialini da teatro, uno o due elementi, da sistemare ai lati delle mensole,ottenendo così, un buon risultato estetico, di stile antico.

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