E il mensile marzo 2012

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Vittoria A., 23 anni, originario della Tunisia, si presenta al nostro ambulatorio mobile per un dolore addominale. Durante la visita Adelino, medico, nota una cicatrice recente proprio sul ventre, chiaro segno di una brutta ferita da accoltellamento. «Sono stato operato un mese e mezzo fa e adesso ho mal di pancia», ci dice. Ci mostra il referto e la lettera di dimissione dall’ospedale dalle quali emerge che gli è stata asportata la colecisti e gli è stata effettuata una doppia sutura gastrica. Non gli era stata prescritta una visita di controllo successiva all’intervento, né una particolare dieta. Quando gli diciamo che non dovrebbe assumere cibi fritti o piccanti né bere alcolici si mostra sorpreso. Oltre a queste indicazioni, i nostri medici prescrivono ad A. una visita di controllo presso l’ambulatorio di chirurgia generale dell’ospedale di Vittoria per verificare eventuali complicazioni postoperatorie. A Punta Braccetto, una delle località visitate regolarmente dal Poliambulatorio mobile di Emergency nella piana di Vittoria, c’è una delle diverse comunità di braccianti romeni impiegati nelle serre, la cui presenza è cresciuta nel corso degli ultimi anni. B., 21 primavere, viene accompagnata da un’amica: è molto timida, si vergogna a farsi visitare da sola e parla poco l’italiano. L’amica ci racconta che, in Romania, a B. è stata diagnosticata una cisti ovarica dopo un aborto spontaneo. Segue una terapia che le è stata prescritta da un medico romeno ma lamenta dolori all’addome e vorrebbe farsi visitare da un ginecologo, anche perché non riesce a rimanere di nuovo incinta. Mentre Adelino la sottopone a una visita generale, Nadia, infer-

miera, e Michele, mediatore culturale, si consultano per richiedere l’attribuzione di un codice E.N.I. (acronimo per “europeo non iscrivibile”), la chiave di accesso alle cure per i cittadini europei residenti in Italia. L’amica intanto ci racconta che lavorano entrambe a poche centinaia di metri da dove l’ambulatorio mobile si è posizionato per le visite. Hanno un contratto di lavoro di sei mesi, che viene rinnovato alla scadenza. «Nella serra dove lavoriamo si coltivano pomodori. Quando viene “spruzzata la medicina” non si può entrare per due settimane nel vivaio e quindi rimaniamo disoccupate», ci racconta. «Prendiamo 25 euro al giorno, per sei giorni alla settimana. Qualcuno, quando c’è molto da fare, lavora anche la domenica mattina. Però non paghiamo niente per le case dove abitiamo. È tutto nuovo e pulito, anche le piastrelle sono state appena messe». Sorridiamo sentendo come ci racconta tutto questo con forte accento siciliano. «Accà sono da dieci anni», ci dice. «È da sei che non torno in Romania», con la “r” piena e rotonda della parlata locale. Tra qualche giorno B. tornerà al nostro ambulatorio mobile per ritirare la documentazione necessaria per poter accedere a una visita specialistica ginecologica che possa approfondire la sua attuale condizione e – questa è la sua speranza – possa consentirle di avere il figlio che tanto desidera. «Hai ancora paura?», scherza Adelino quando la visita è terminata. «No, non più, ora», risponde lei. E, mentre ci saluta, si allarga un grande sorriso che finalmente le illumina il viso.

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Per assicurare tempestivamente cure mediche a chi ne ha bisogno, Emergency ha allestito due ambulatori mobili, i Polibus. Gli ambulatori mobili prestano servizio gratuito per periodi definiti in aree a forte presenza di migranti, come le zone agricole, i campi nomadi o i campi profughi. Da giovedì 22 dicembre 2011 un ambulatorio mobile di Emergency lavora nell’area di Vittoria (Rg), per portare assistenza sanitaria ai braccianti delle serre. I pazienti visitati, di origine nordafricana, soffrono principalmente di patologie muscolo-scheletriche, gastroenteriche e irritative.


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