Progetto Democratico agosto 2008

Page 1

Stampato in proprio Via S. Francesco 1 55045 Pietrasanta Tel. 0584.71169 Cell 328.5850190 progettodemocratico @tiscali.it

In questo numero: • La Spagna di Zapatero … • L’indifferenza. • Salva l’Italia. • Intervista a Francesco Belli. • Esposto al Prefetto di Lucca.

• Montiscendi e l’amministrazion e che non c’è. • Un occhio a Pietrasanta.

• Campagna di tesseramento del PD. • I pericoli sulla

ciclopista di via Carducci.

• Un po’ di storia…

• La pericolosità delle strade di Pietrasanta. • Lettera di Giancarlo Micheli.

• Va bene il

turismo, ma chi abita nel centro storico?

La Spagna di Zapatero in corsia di sorpasso

Quando la politica, dopo le promesse elettorali e il consenso della gente, ottiene anche i risultati

di Nicola Lari Josè Luis Rodriguez Zapatero (04/08/1960) è stato eletto premier spagnolo per la prima volta il 14 marzo 2004, qualche giorno dopo i tragici attentati sui treni di Madrid. Entrato in politica nel 1976, divenne in poco tempo il capo dell’organizzazione giovanile socialista nella provincia di Leon, mantenendosi equidistante dalle due correnti interne al PSOE (guerristas e riformisti). Dopo i casi di corruzione che investirono il partito negli anni ’90 e la sonora sconfitta alle elezioni del 2000 contro il Partito Popolare di Aznar, Zapatero decise di candidarsi come successore di Almunia alla guida del Partito Socialista. Con altri membri fondò un movimento interno chiamato Nueva Via, per aiutare il PSOE a recuperare credibilità fra i cittadini. Nel discorso pronunciato al momento della sua candidatura per la segreteria nazionale ha posto i capisaldi del suo agire politico: integrazione degli stranieri, educazione migliore e buoni posti di lavoro per

i giovani, più tempo per la famiglia, promozione della cultura, sostegno alle persone con spirito di iniziativa, promozione dei valori sugli interessi effimeri. Delle vere e proprie linee guida che lo consacreranno leader del PSOE prima e del governo poi. Ma i suoi successi non si sono fermati, come abitualmente accade in Italia, alle promesse elettorali. Una volta al governo ha operato scelte coraggiose ed innovatrici. Intanto il ritiro delle truppe spagnole dall’Iraq, e poi l’inizio di una stagione di riforme senza precedenti: 1) il sistema radiotelevisivo (RTVE, l’emittente televisiva pubblica, è diventata una fondazione e si è aperto il mercato a nuovi soggetti); 2) l a

famiglia (divorzio breve, aiuti economici diretti ed indiretti alle famiglie come ad esempio la riduzione dell’IVA sui pannolini, matrimonio per le coppie omosessuali, adozione da parte di coppie dello stesso sesso); (continua a pag. 2)

Hanno contribuito a questo numero: Antonio Orsucci, Barbara Ippolito, Nicola Lari, Matteo Tartarelli, Patrizia Viviani, Maurizio Picchi, Paolo Vezzosi, Luca Mori, Sergio Di Clemente, Roberto Rebechi, Alfredo Marchetti, Enrica Tealdi, Guido Galeotti, Silvia Tovani, Alessandro Lippi, Anna Betti, Ilaria Rovai, Alessandro De Santi, Paolo Rossi.


(continua da pag. 1) 3) la ricerca scientifica (liberalizzazione della fecondazione assistita, clonazione terapeutica ed uso di cellule staminali di origine embrionale); 4) l’economia (proseguendo il percorso già iniziato da Aznar sulle liberalizzazioni di alcune fasce del mercato e le privatizzazioni di aziende pubbliche; per palliare l’alto tasso di indebitamento delle famiglie spagnole è stata incrementata la costruzione e l’assegnazione di case popolari per le famiglie a basso reddito; si è incentivata l’assunzione di giovani lavoratori e la trasformazione di contratti precari in contratti a tempo indeterminato). In pratica, negli scorsi quattro anni di governo, Zapatero ha dato una scossa vitale alla Spagna. E come la macchina statale ed economica si è rimessa a galoppare (ricordiamo che fino all’anno scorso la crescita del PIL spagnolo si attestava attorno al 2,7%) anche tutto il resto ha iniziato a girare più velocemente: il turismo, che vede sia le località costiere spagnole che le città prevalere su quelle italiane, sia come presenze che come prezzi; la

Da Paolo Vezzosi, lettore di Progetto Democratico, riceviamo e pubblichiamo la presente lettera. Ringraziamo cordialmente e invitiamo a scriverci per mail al seguente indirizzo: progettodemocratico@tiscali.it L’INDIFFERENZA “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari / e fui contento, perché rubacchiavano / poi vennero a prendere gli ebrei / e stetti zitto perché mi stavano antipatici / poi vennero a prendere gli omosessuali / e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi / poi vennero a prendere i comunisti / e non

qualità della vita; lo sport (la vittoria agli ultimi europei di calcio, il tennista Rafael Nadal n. 2 al mondo che ha trionfato a Wimbledon, il due volte campione del mondo Fernando Alonso nella F1); la cultura (con artisti ed espositori che preferiscono le mostre e le esposizioni spagnole a quelle italiane). Forse non sarà tutto merito di Zapatero e del suo governo (che, lo ricordiamo, è composto per la maggior parte da donne e non da tre o quattro rincalzi di facciata in ministeri di terza categoria come la Carfagna al ministero delle pari opportunità), ma di certo la Spagna, dopo anni di stagnazione, ha imboccato la strada del progresso e ci ha superati in molti settori. Sicuramente tutto ciò non è dovuto ad una coincidenza astrale. A chi non è convinto dico: “Quanto tempo ci vuole in treno da Madrid a Barcellona? 2 ore e 30’ per la distanza di 600 Km. Più o meno come andare da Viareggio a Firenze, quando gli sporchi e vecchissimi treni dei pendolari hanno qualche problema…”. E in Italia chi governa, con tutti i problemi che ci sono, continua a parlare di immunità per sé e per i propri “soci”. dissi niente perché non ero comunista / un giorno vennero a prendere me / e non c’era rimasto nessuno a protestare”. Queste parole, attribuite a B. Brecht, ma in realtà del pastore luterano Martin Niemoeller ci ammoniscono a vigilare sempre per difendere le diversità e in ultima analisi la stessa democrazia, dal rischio di derive intolleranti e razziste. L’intolleranza, sia essa etnica, religiosa, politica o sessuale, ci riporta ad un passato terribile, ma sempre in agguato quando prevale l’indifferenza che non si oppone alla barbarie. P. S.: già Norberto Bobbio, nel saggio “Destra e Sinistra”, distingueva i due schieramenti sulla base dell’accettazione o meno delle differenze.

I Ragazzi di Progetto Democratico invitano i cittadini di Pietrasanta ad inviare foto della città o a contattarli tramite e-mail. Pubblicheremo le vostre denunce!!!

progettodemocratico@tiscali.it



Intervista a Francesco Belli, Presidente Associazione Balneari di Pietrasanta. I Ragazzi di Progetto Democratico Qual è l’andamento del turismo in Versilia, e in particolare a Marina di Pietrasanta, negli ultimi anni? Quali politiche bisognerebbe adottare per favorire il turismo? Ritiene che si sia fatto abbastanza in questi anni? Noi abbiamo avuto una diminuzione delle persone che vengono sulla spiaggia sia come numero sia come, soprattutto, frequenza. Questo è il punto più importante. C’è poi da aggiungere che è cambiata drasticamente la tipologia delle persone che vengono in spiaggia. Noi constatiamo, già da molti anni, che la vacanza è diventata sempre più corta fino a diventare di tre giorni, il fine settimana, e noi abbiamo fatto abbastanza poco per adeguare la nostra offerta a quella che era la domanda del turista; questo perché, dal punto di vista degli stabilimenti balneari, abbiamo avuto la possibilità di continuare a svolgere la nostra attività in maniera concreta e positiva: prima di tutto migliorando notevolmente la nostra offerta, sia come tipologia che come qualità. In questo modo siamo riusciti a mantenere e migliorare il nostro fatturato. Questo è aumentato non perché siano aumentati i turisti o perché sia allungata la stagione, anzi si è accorciata, ma perché diamo qualcosa in più. Questo fatto, per quanto riguarda il balneare, è di soddisfazione; la domanda che ci dovremmo porre è: fino a quando noi avremo persone che vengono sulla spiaggia, pagano ombrellone e cabina e poi non usufruiscono dei servizi? Non so se vi siete accorti che negli ultimi anni c’è pochissima gente al mare. Ci chiedono sempre di allungare la stagione ed io ho sempre ribattuto in modo molto piccato che prima di allungarla dobbiamo farla, perché se non riusciamo a fare la stagione fino a settembre – il 5, massimo il 10 settembre non c’è più nessuno – co-

me si può pensare di arrivare a ottobre? Noi abbiamo dei problemi a luglio. A giugno durante la settimana. Abbiamo una situazione favorevole a maggio, chiaramente se è bel tempo, perché la gente ha voglia di mare, e quindi la “scappatina” la fa. Ma quest’anno abbiamo avuto un maggio disastroso! Da metà giugno in poi abbiamo avuto solo i fine settimana. Poi se vai a domandare allo stabilimento balneare se le tende, gli ombrelloni, le cabine siano affittate, rispondono di sì. Questo è un aspetto che dovrebbe preoccupare moltissimo il resto del territorio: le persone che non vengono, non spendono, e quindi la crisi è molto più evidente sulle attività commerciali, piuttosto che sul mare. Lo stabilimento balneare la paga molto meno perché ha migliorato moltissimo la sua offerta. Durante l’inverno molti stabilimenti balneari fanno lavori, cercano di migliorare, cosa che non è stata fatta all’interno del territorio e hanno motivi validi per non farlo. Ultimamente sembrerebbe che in Versilia, come altrove, ci si sia orientati verso un turismo sempre più di èlite. Prezzi elevati, come da inchieste apparse sui più grandi quotidiani italiani, sembrerebbero metterci ai primi posti come costi giornalieri pro capite per una giornata in spiaggia. Ritiene sia cambiato il target dei fruitori delle nostre spiagge? Non pensa che potremmo orientarci, come in altri luoghi, verso un turismo dei giovani, più di massa e a prezzi inferiori? Sui prezzi incide l’assenza di uno stabilimento “calmiere”, come era il bagno Pietrasanta, fino a qualche tempo fa? Parto dal fondo. Non c’è bisogno di uno stabilimento “calmiere”. I nostri 4300 metri di costa offrono prezzi per tutte le tasche. La cosa che potrebbe apparire strana è che i prezzi più bassi non li abbiamo dove c’è poca gente, cioè nelle zone dove non vi è retroterra, ma in zone come Tonfano, dove c’è tanto retroterra che va al mare. Si deve cercare di capire che cosa vogliono effettivamente le persone che vanno al mare — io non dico mai i turisti perché sono così pochi! —. Abbiamo prezzi per tutte le tasche, si può andare da un ombrellone a 10 euro fino a 60 – 70 euro, 100 euro la tenda, da un estremo all’altro; (continua a pag. 5)


(continua da pag. 4)

che vogliono raggiungere; alla pubblicità, è chiaro che cercano di favorire chi gli dà da vivere.

per cui non c’è un problema di “calmiere”. Noi, per quanto riguarda i prezzi, già da molti anni, li manteniamo fermi, nonostante abbiamo avuto degli aumenti consistenti sia come canone che come TARSU, e questo perché la clientela non ci riconosce gli aumenti. Il rischio che, ho detto prima, noi corriamo, è che le persone smettano di pagare senza fruire dei servizi, quindi dobbiamo stare molto attenti sui prezzi. Poi c’è una categoria, gli stabilimenti balneari cosiddetti di élite, che non risentono di nulla, perché hanno loro stessi un target di fruitori di alto livello, ma la stragrande maggioranza delle persone che vengono in spiaggia sono costituite da famiglie. Noi abbiamo un ciclo che si ripete da parecchi anni: vengono le famiglie con i bambini piccoli, quando questi arrivano a quattordici, quindici, massimo sedici anni, non vengono più a Marina di Pietrasanta, se ne vanno da altre parti, finché non si sposano, fanno i figli e tornano. Quindi noi non abbiamo un turismo di élite; sui giornali, però se noi andiamo a dire che abbiamo una stragrande maggioranza di turismo familiare, non fa notizia, ne fa di più il Twiga, che ha un prezzo alto ed è frequentato dai VIPS. Noi però non possiamo vivere, né come stabilimenti balneari, né come retroterritorio, con queste persone. Non so se avete visto le altre spiagge, come quelle di Viareggio, l’esempio a noi più vicino e più facile per tutti da verificare: Marina di Pietrasanta passa come quella che ha i prezzi più alti di Viareggio. Qualche giorno fa sono andato al Palace in occasione di un incontro sulla nuova legge riguardante la sicurezza sul lavoro. Alla fine ci hanno portato sulla terrazza, da dove si vedono tutti gli ombrelloni e questi sono attaccati gli uni agli altri, si aprono e si toccano; se uno guarda a Marina di Pietrasanta, tranne casi rarissimi, ogni ombrellone ha cinque-sei volte lo spazio dato a Viareggio. Allora la domanda è: dove costa di più? Perché è vero che ciò che si prende in affitto è l’ombrellone con due sdraie, ma se non riesco neanche a scambiare due parole con la persona che ho accanto senza che tutti sentano, lo devo tenere in conto. Noi diamo molto più spazio, per cui se si fa un paragone su questo punto, noi siamo migliori; questo vale anche per Rimini. Quando si fanno i confronti questi devono essere omogenei: ecco perché non leggo i grandi quotidiani, loro non li fanno, procedono in base all’obiettivo

D’altra parte io penso che il problema principale che noi abbiamo è che sono stati chiusi molti alberghi e pensioni. Quella che avrebbe dovuto essere un’evoluzione naturale, cioè le pensioni che si trasformano in alberghi, gli alberghi a due stelle in tre stelle, e così via, è successo negli stabilimenti balneari, che hanno migliorato l’offerta, hanno messo le piscine e tante altre cose. Oggi noi abbiamo, su 50-60 mila persone, quando ci sono, che vanno al mare, 5 mila che vengono dalle strutture ricettive, un 10%, 12-15%, proprio esagerando; ma l’altro 85-90% non viene da lì. Allora dobbiamo cercare di capire se sia stato o no un errore far chiudere questi alberghi. Quando dico queste cose, mi rispondono che è stata la legge a consentire questo. Ma le leggi non vengono come le tavole di Mosè, le fanno gli uomini e significa che in quel momento la speculazione edilizia è stata più forte della propensione turistica. Le leggi sono fatte da persone che hanno interessi, le lobbies. La Versilia ha avuto sempre un bel nome, ha avuto una promozione dai personaggi che venivano qua; di recente abbiamo avuto Lippi, Collina, i cantieri navali, che sono di livello mondiale, ecc. e fanno promozione senza che noi spendiamo una lira, e siccome oggi siamo nel mondo dell’apparire, più che dell’essere, se appare che le Veline sono al Twiga, la gente viene e dice di essere stata dove c’erano le Veline. È sempre stato così, ma un po’ meno. Per cui, mi ripeto, secondo me non c’è turismo di élite a Marina di Pietrasanta, ma familiare, che va avanti per tradizione; non concordo sui prezzi elevati, sono adeguati al prodotto offerto, i costi da noi sostenuti sono pressappoco quelli degli altri, quindi da qualche parte occorre recuperare: da altre parti recuperano con i grandi numeri. A proposito del turismo giovanile: ormai i giochi sono fatti, non è che all’improvviso si cambia e ci si dedica ai giovani. È un processo lungo; credo che il turismo familiare ci abbia dato molte soddisfazioni, dovremo prima di tutto mantenerci questo, quando invece non stiamo facendo nulla per mantenerlo, perché dal punto di vista della sicurezza e dei rumori sicuramente il turismo dei giovani non si concilia con quello delle famiglie. Guardiamo le Focette, si sta depauperando. (continua a pag. 6)

Aggiornamenti sulla vita politica di Pietrasanta e sull’attività del Partito Democratico in Parlamento su

pdpietrasanta.wordpress.com


(continua da pag. 5) Quali sono, secondo lei, i problemi maggiori che stanno affrontando i gestori dei bagni a Marina di Pietrasanta? L’incertezza. Siamo imprese che non hanno alcuna certezza: di regole, di norme,… Siamo sottoposti a controlli da una miriade di enti e persone che non ci consentono di lavorare e di dedicarci al cliente come dovremmo fare: vigili urbani, Capitaneria, Agenzia delle entrate, Agenzia del demanio, Corpo Forestale, Provincia … Il problema principale è l’incertezza delle norme che governano la nostra attività. Voglio fare un inciso, a proposito del lavoro. In passato, quando un bagnino veniva a fare la stagione, lavorava in questo periodo e riusciva a vivere per tutto l’anno; è chiaro che questo, dal punto di vista dell’impegno, gli costava moltissimo, perché non c’era limite di orario, non c’era riposo settimanale, ecc. È stata introdotta questa legge che vale dal punto di vista generale, ma non tiene conto della realtà. La realtà è che, costringendo le persone a lavorare quarantasei ore a settimana, non fanno più la stagione; il guadagno che riescono a portare a casa non è più idoneo per mantenere la famiglia. Per cui, chi è che fa le attività negli stabilimenti balneari oggi? Sono soprattutto gli studenti, che si accontentano. E siamo fortunati ad avere l’Università di Pisa! Ma così non c’è la possibilità della “fidelizzazione”: è chiaro che quando uno si laurea se ne và. È un continuo ricambio di personale, e questo vale anche per quelli che poi lavorano in cucina, sono tutte persone che svolgono attività di ripiego, non è un’attività che pensano di portare avanti per sempre. Si deve trovare una soluzione. C’è qualcuno che dice che occorre lavorare di più per guadagnare di più. Forse dobbiamo ripensare questa normativa. Occorre conciliarla con la sicurezza sul lavoro: è chiaro che più le persone cambiano, più è difficile garantire la sicurezza; questa si acquisisce anche con l’esperienza. Ho fatto una richiesta, insieme ad altri colleghi, che non è stata ancora accolta, alla Capitaneria, di togliere le pinne o altre cose che ci costringono a prendere e mettiamo invece il giubbotto di salvataggio al bagnino. Io ho molta paura quando il bagnino va in mare, perché il primo che rischia è lui, perché spesso non ha

molta esperienza, e questo per due motivi. Il primo è che non c’è più la cultura di andare in patino, ora c’è quella della tavola da surf e sarebbe meglio mettere questa per andare a fare i salvataggi: i ragazzi ci vanno d’inverno, quindi l’esperienza viene fatta indipendentemente dal lavoro; inoltre non c’è l’allenamento. Ho più paura del bagnino di chi va a fare il bagno, perché questo fa una sua scelta, il bagnino sceglie il lavoro, ma non di andare a rischiare. Secondo lei, in generale, quali potrebbero essere le armi vincenti per lanciare un turismo anche invernale in Versilia? Quali i passi da fare per incrementare anche un turismo alternativo estivo di modo da stimolare maggior afflusso di gente anche infrasettimanale? Lasciamo stare il turismo invernale; io penso che se non riusciamo a fare quello estivo è inutile perdere tempo. Da balneare rispondo che se non si riesce ad occupare le persone che si pagano durante l’estate in modo ottimale, è inutile pensare all’inverno. È un po’ come il discorso del congressuale. Chi va a fare il congresso, ha poco tempo per andare a vedere quello che c’è in giro. In generale cosa succede: si portano le mogli e se vanno a Roma, anche non conoscendo nessuno, vanno fuori e trovano tante cose belle da vedere, che possono aiutare a far passare il tempo in modo piacevole. La cosa più importante del congressuale è avere strutture che siano inserite dentro la città; dovrebbe essere fatto dentro Pietrasanta. È lo stesso discorso del turismo invernale: non può essere un turismo balneare fine a se stesso. Le giornate sono corte, c’è da far fare qualcosa ai turisti. Quindi è meglio cercare di concentrare la nostra attenzione su ciò che siamo capaci di fare e abbiamo la natura che ci consente di farlo. Siete una categoria che lavora a stretto contatto con l’ambiente ed è lodevole la vostra partecipazione alla raccolta differenziata sulle spiagge per la stagione in corso. Talvolta si sente parlare di richieste di licenze per sopraelevazioni o ulteriori costruzioni lungo il litorale. Le ritiene opere necessarie? Avete delle proposte per non farle incidere in modo preoccupante sul territorio? (continua a pag. 7)


(continua da pag. 6) La sopraelevazione è un obbrobrio! Abbiamo snaturato il nostro litorale, l’errore lo abbiamo fatto anche noi con le case di guardianaggio, ma non ci siamo resi conto che poi avremmo ottenuto questo risultato. Oramai l’errore è stato fatto, ma credo che si possano trovare dei correttivi, alcune case che sono state sopraelevate non sono poi così obbrobriose. Riguardo alla RD sono rimasto stupito del risultato ottenuto, c’è stata un’adesione entusiastica e questo significa che i tempi erano maturi. Infatti c’era già chi raccoglieva il vetro, la carta etc. Inoltre sappiamo tutti che se non facciamo la RD sarà difficile non essere sommersi dai rifiuti. Riguardo alle proposte, non sono un urbanista quindi non so rispondere. Crede che la mancata assegnazione della Bandiera Blu a Marina di Pietrasanta abbia inciso sulla stagione turistica? Dovrebbero cambiare i criteri di assegnazione? A livello amministrativo si poteva fare qualcosa di più? A livello amministrativo si può sempre fare qualcosa di più per raggiungere certi obiettivi! I criteri di

assegnazione sì, dovrebbero cambiare perché sono troppo legati al fattore economico. Da quanto mi è stato riferito sono risultate positive alcune analisi a Motrone e Fiumetto e, la mancata assegnazione è dipesa dal non aver fatto una serie di analisi supplementari che però avrebbero dovuto essere pagate e noi non le abbiamo fatte. Per questo motivo non abbiamo ricevuto la Bandiera Blu. Credo tuttavia che non sia importante, alle persone non interessa. Se uno viene qua e trova rumore hai voglia di avere la Bandiera Blu! Un problema serio è piuttosto l’afflusso di venditori abusivi sulle spiagge. Noi cerchiamo di garantire la sicurezza e poi ci sono alcuni venditori che importunano, altri che rubano. Tuttavia la soluzione del dare la caccia al “vucumprà” non risolve il problema, bisogna tener conto che ci sono famiglie che muoiono di fame e non si combatte la fame col manganello, ma bisogna colpire chi c’è dietro, chi ci guadagna. Il problema impellente è quindi quello della sicurezza, se poi vogliamo migliorarci bisognerebbe agevolare gli spostamenti, poiché non tutti hanno facilità a spostarsi.

Esposto al Prefetto di Lucca Coordinamento di Pietrasanta Centro e Frazioni Collinari Pietrasanta 22 Luglio 2008 All’attenz.ne Prefetto di Lucca e.p.c. Assessore ai Lavori Pubblici Comune di Pietrasanta Il Coordinamento di Pietrasanta Centro del Partito Democratico, desidera denunciarLe l’estrema pericolosità del passaggio pedonale e ciclabile in prossimità della grande rotonda tra Via I° Maggio e Via Aurelia, a Pietrasanta. Detto passaggio, più volte dai cittadini denunciato per la sua pericolosità e per cui motivo di interrogazioni comunali da parte dei consiglieri del PD, è fortemente frequentato, soprattutto in questo periodo, da biciclette e pedoni, che specialmente nelle ore di maggior traffico, non è raro vedere con seri problemi nell’attraversamento. Più volte sono accaduti incidenti che solo il caso non ha reso gravi. Le faccio presente che il passaggio pedonale e ciclabile, è strettamente prospiciente la rotonda e i mezzi che provengono da Massa e dal sottoferrovia (ingresso di Pietrasanta città), in direzione Viareggio, si trovano spesso a dover frenare bruscamen-

te, vista la scarsa visibilità, con seri rischi per chi attraversa. Questo peggiora nelle ore notturne. Tale tratto di ciclopista è l’unico che dà accesso alla città di Pietrasanta, dalla Marina, se escludiamo il piccolo sottoferrovia di Pontestrada. Come Partito Democratico e nell’interesse dei cittadini, abbiamo più volte chiesto un semaforo “a chiamata”, ottenendo solo un rifiuto, perché, si dice, renderebbe vano l’impiego di una rotonda, ovvero maggiore velocità di attraversamento dei mezzi in transito. Le chiediamo, se la sicurezza di bambini e degli adulti, interessati dal problema, non sia più importante, visto che in tutto questo tempo non si è fatto niente per renderlo meno rischioso. La nostra proposta, attuabile e presentata alla attuale Amministrazione Comunale, è di spostare l’attraversamento e posizionare il semaforo “a chiamata” al passaggio pedonale più avanti, sull’Aurelia, laterale al supermercato COOP (circa 50 metri più a sud della rotonda). In tal modo riteniamo che i mezzi avrebbero tutto il tempo per frenare ed i pedoni e le biciclette di attraversare in tutta sicurezza. Certi di un Suo interessamento che dia libertà ai cittadini di Pietrasanta e mantenimento dell’incolumità fisica, Le porgiamo distinti saluti.


Montiscendi: e l’amministrazione che non c’è. di Maurizio Picchi La frazione di Montiscendi, per la parte a mare dell’Aurelia, continua ad essere pesantemente trascurata dall’Amministrazione Comunale di centrodestra. Tra i tanti problemi irrisolti, ne citiamo tre. Il primo è quello dei collegamenti viari: la frazione è ancora “isolata” (siamo nel 2008!) e non ha un collegamento diretto con Strettoia e con Massa in quanto dalla via del Lago non si può svoltare verso sinistra sull’Aurelia. Lo stesso incrocio, evidentemente realizzato ad arte, non consente a chi proviene da Pietrasanta e da Querceta di entrare in via del Lago. Un intervento per risolvere la situazione è stato più volte promesso dall’Amministrazione Comunale, ma mai realizzato. Il secondo problema è quello dell’illuminazione, mai completata in via del Lago (manca per metà della strada) e quasi del tutto mancante in via di Porta. Consideriamo che queste sono praticamente le strade principali della frazione, e da questo si può capire in quale considerazione i cittadini siano tenuti dal Sindaco Mallegni e compagni.

Il terzo problema è quello della presenza e dell’attività delle ditte MO.BA e Bartolozzi. Nonostante l’impegno di molti cittadini che si sono costituiti in un Comitato e la presenza costante della Provincia, l’Amministrazione Comunale non ha mai affrontato seriamente il problema del trasferimento delle due attività, ed è andata anche contro le intenzioni da essa stessa manifestate con l’avvio di procedimento approvato in Consiglio Comunale nel 2005, che prevedeva la delocalizzazione. Inoltre, l’Amministrazione Comunale non ha mai fatto applicare leggi né regolamenti comunali per obbligare le aziende a lavorare nel pieno rispetto dell’ambiente e degli insediamenti urbani confinanti. Queste problematiche saranno oggetto, nei prossimi giorni, di un’interpellanza al Sindaco da parte dei consiglieri del Partito Democratico Domenico Lombardi ed Alessandro Biagi. Il PD di Pietrasanta in questo modo intende schierarsi a fianco del Comitato che nonostante l’immobilismo dell’Amministrazione Comunale non rinuncia alla lotta per far valere i diritti dei cittadini della frazione.

Un occhio a Pietrasanta Coordinamento di Pietrasanta Centro e Frazioni Collinari Pietrasanta 30 Luglio 2008 Questa amministrazione comunale non ha il pregio di aver realizzato i sogni dei cittadini di Pietrasanta? E allora, come mai ogni giorno ci sono cittadini che si lamentano per l’incuria nelle strade, per l’erba da savana che invade vie, parchi e intere frazioni; per le lunghe liste di attesa, che superano di gran lunga quelle del servizio sanitario nazionale, per la posa di un semplice lampione? Certo la gente sembrerebbe proprio irriconoscente! Già… perché lagnarsi delle strade con asfalto indecente nel centro di Pietrasanta, quando l’amministrazione dice di realizzarle, nell’ottica del miraggio, in un ipotetico “anno prossimo”? Forse non sanno che in molte frazioni di questo comune l’asfalto è un optional e lo ritroviamo solo tra una buca e l’altra. E quando poi si lamentano che nel poco verde pubblico, seccano le piante o il manto erboso? …in tal modo c’è risparmio, e cosa interessa se fra qual-

che mese dovremmo rimetterci, noi come cittadini, il doppio della spesa per far ricollocare piante nel frattempo morte. Anche investire sulla raccolta differenziata potrebbe portare via impegno. Difatti il comune continua a “sperimentare”, senza prendersi la briga di accelerare il processo di incremento, investendo. Tanto, l’aumento sulla TARSU per non aver raggiunto il 45% della RD, lo pagheranno i cittadini! Al di là della facile e triste ironia, gli abitanti di molte frazioni, sono costretti a improvvisarsi manutentori stradali, per tappare buche, spesso denunciate “a chi di dovere”, ma mai risolte. Sono costretti a fungere da giardinieri, a loro rischio, in quanto non coperti da una assicurazione in caso di danno. Progetti rimandati di anno in anno, procrastinati senza un vero motivo. E la lista è lunga! E allora ci chiediamo il perché. Che manchi forse denaro a questa amministrazione? Se così non è, perché non andare incontro alle necessità dei cittadini?


È partita la campagna di tesseramento del PD coli appunto”. “Ci rivolgiamo a tutti coloro che pensano sia necessaria un’alternativa riformista in questo Paese. Lo facciamo con la convinzione che il Partito Democratico rappresenti l’unica alternativa alla destra e a Berlusconi”.

Tornando al tesseramento, sia Fioroni che Orlando tengono a ribadire che dal regolamento è stata abrogata la parola “consegna”. “La tessera – spiegano – sarà individuale, recante la firma e potrà essere solo ritirata presso il circolo territoriale”.

Con queste parole il segretario del PD Walter Veltroni ha presentato a Roma la prima campagna di tesseramento del Partito democratico.

Di fianco al radicamento territoriale, ecco quello culturale. La conferenza stampa odierna è stata infatti anche l’occasione per presentare la prima scuola estiva del Partito Democratico. La Summer School si svolgerà dall’11 al 14 settembre tra Cortona e il lago Trasimeno, a cavallo tra Umbria e Toscana. Il tema sarà quello del “Globale locale”.

“Da oggi sono aperte le iscrizioni al partito, sulla base di quanto stabilito dalla Direzione nazionale di ieri. Il tesseramento arriva in una fase definita e ormai consolidata del partito. Non è un atto totalizzante come era per i partiti di un tempo, ma rappresenta un impegno che il cittadino si prende nell’ottica di proseguire il cammino di costruzione di un partito nuovo”. A presentare insieme a Veltroni la prima tessera del PD, che recherà proprio la firma del segretario, ci sono il coordinatore dell’area Organizzazione Giuseppe Fioroni e il responsabile Andrea Orlando. “Si apre oggi – afferma Fioroni – un percorso importante di radicamento del partito. Dopo diversi scatti da centometristi, ora possiamo passare alla maratona”. La tessera riproduce semplicemente il logo del PD, con a fianco la scritta 2008 – 2009. “La tessera coprirà infatti quel che rimane del 2008 – spiega Andrea Orlando – e tutto il 2009. Dal 2010 riprenderà la tradizionale iscrizione annuale”. La tessera risponde anche a un preciso bisogno di finanziamento del partito: la quota minima d’iscrizione è di 15, “però – osserva Orlando – chi volesse contribuire con una quota maggiore è ben accetto”. Il PD non si pone limiti né obiettivi in termini di quantità di iscritti, assicura Fioroni. Ciò che è certo, invece è che “l’intento del PD è quello di creare un circolo territoriale in ogni comune d’Italia, in modo da offrire una prospettiva sociale ai cittadini e un luogo dove poter portare avanti il dibattito interno”. Circoli aperti, luoghi di confronto e di dibattito. “Ora – conclude Fioroni – chi discute tramite le pagine dei giornali e le fondazioni avrà un luogo dedicato per farlo, i cir-

Molte le personalità del mondo della politica e della cultura presenti. “Non è una scuola di partito in senso tradizionale – spiega Veltroni – dato che non si propone la formazione integrale dei quadri. E’ una tre giorni che può essere inquadrata come una via di mezzo tra Summer School e festival della politica. Servirà oltre che a formare, anche ad ascoltare”. Ideatori della Summer School del PD sono il coordinatore dell’area Studi, Formazione e Ricerca Giorgio Tonini e la responsabile della Formazione Anna Maria Parente. “Sarà un grande evento di partecipazione – sottolinea quest’ultima – dato che l’impostazione non è accademica, ma verranno sviluppati dibattiti e convogliate esperienze. Il senso dell’iniziativa è quello di dare vita a un appuntamento annuale di condivisione di idee e linguaggi per la cultura politica democratica”. Secondo Giorgio Tonini, la direttrice lungo la quale il PD si deve muovere è quella della “dimensione culturale”, che, tramite l’istituzione della Summer School si articolerà nella “dimensione della ricerca e in quella della formazione”. Quello della scuola estiva, sottolinea, “è un appuntamento di straordinaria importanza ed eccellenza per il nostro partito” e si propone di mettere in rete il PD “con le fondazioni e i territori”. L’iscrizione alla Summer School è aperta a tutti, giovani in particolare. E’ già possibile provvedere all’iscrizione tramite il sito internet dedicato.


I pericoli sulla ciclopista di via Carducci Circolo del PD di Marina di Pietrasanta Il circolo del Partito Democratico di Marina di Pietrasanta, grazie anche a diverse segnalazioni di cittadini e turisti attualmente presenti nella frazione, rileva una certa pericolosità nella pista ciclabile di Via G. Carducci. Pericolosità dovuta in primo luogo dalla promiscuità di utilizzo pedonale-ciclabile ed in secondo luogo dal fatto che la pista ciclabile medesima è stata realizzata in aderenza al margine della carreggiata e di conseguenza risulta molto pericolosa nelle intersezioni. In corrispondenza degli incroci le automobili, provenienti da monte verso mare, sono costrette ad invadere la ciclopista per avere visibilità sull’incrocio. I maggiori problemi si riscontrano in alcune strade abbastanza trafficate nei mesi estivi, come Via C. Colombo (asse viario che collega la Frazione di Fiumetto con il mare) e Via U.

Foscolo. L’attuale segnaletica impone alla bicicletta (o al pedone) di rallentare: cosa che puntualmente non accade, in quanto l’utente è portato psicologicamente a percorrere in modo continuo un percorso ciclo-pedonale. Alcuni ciclisti, ormai consapevoli di questa situazione, sono costretti ad abbandonare la sede ciclabile percorrendo normalmente la corsia veicolare di Via G. Carducci creando inevitabilmente intralcio alla circolazione. Tutto questo ci porta a ribadire la nostra assoluta contrarietà alla pista ciclabile su quella strada, anche se prevista solo per i mesi estivi, e ad invitare l’amministrazione comunale a ripristinare la regolare viabilità prima che si verifichino incidenti alle persone che vanno in bici o passeggiano a piedi.

Un po’ di storia… e il concetto del “comune unico” di Guido Galeotti Dal lodo di Leone X eletto papa l’11 Marzo 1513, Pietrasanta, Motroni e la Versilia furono assegnati e restarono, fino all’Unità con il Regno Sabaudo, nel territorio del Granducato Fiorentino. Per Versilia si è sempre inteso il territorio della vicaria di Pietrasanta, chiamato anche Capitanato, del quale facevano parte, comuni, sezioni, comunelli, ville, popoli etc…, organizzazioni delle popolazioni locali variamente denominate. Con la riforma amministrativa del granduca Pietro Leopoldo di Lorena, che porta la data del 1776, viene portata a compimento la riorganizzazione amministrativa e politica dello Stato Toscano. L’azione riformatrice del granduca ha fra gli obbiettivi più rilevanti la creazione di nuovi organi di governo locale, una trasformazione dell’ordinamento municipale, attraverso la soppressione delle varie organizzazioni ereditarie dell’antica vicaria e del governo mediceo.

soprattutto dopo la fine dell’avventura napoleonica, incontrarono nella popolazione dei comunelli, energiche resistenze. Tali riforme, comunque, nel corso del secolo XIX, distrussero quasi interamente quei beni amministrativi e le servitù collettive, pervenendo a quella divisione privatistica dei terreni, creando quel sistema dei casali ed una economia agricola di montagna, povera, di sussistenza, che ha tuttavia resistito fino alla seconda guerra mondiale. Insieme a tutto ciò, vennero separati anche quei territori marmiferi che hanno consentito di costruire una nuova economia di mercato, con le sue ansie e le sue fortune. Nel secolo XX, due fenomeni economici di proporzioni storiche, hanno cambiato i caratteri di questo territorio: da un lato il comprensorio turistico versiliese, che è partito da Viareggio e si è progressivamente dilatato verso il Cinquale e oltre; dall’altro il polo marmifero apuo-versiliese, che ha avuto come centri pilota, da una parte Carrara e dall’altra Seravezza e Pietrasanta.

Le comunità comprese nella Cancelleria di Pietrasanta, il territorio del Capitanato, risulta suddiviso nelle tre comunità di nuova istituzione: Pietrasanta, Seravezza e Stazzema. La riforma, di pari passo con la istituzione di questo nuovo sistema amministrativo, si è proposta di conseguire la divisione e la messa in commercio dei latifondi comunali e l’abolizione delle servitù collettive praticate dalle popolazioni residenti: diritti di pascolo, di legnatico ed altri.

Come si fa a parlare di sviluppo del turismo della Versilia senza tener conto del porto turistico di Viareggio e senza quella grande risorsa futura del Parco Migliarino-S.Rossore, con le sue spiagge e un entroterra di grande pregio paesaggistico? E come si riesce a difendere il nome di Versilia, se le città storiche della vecchia Versilia granducale non si inseriranno in nuovi programmi per un “distretto

Le riforme leopoldine, attuate dai suoi successori,

(continua a pag. 11)


(continua da pag. 10) lapideo” nel quale “le città dell’arte e degli artisti”, trovino una loro ragione di crescita e di rinnovamento? Quando Rolando Cecchi Pandolfini, negli anni ’70, riprese quella idea, non nuova, di pervenire ad una riforma amministrativa dell’antico territorio granducale, che rimettesse in discussione l’assetto dei tre comuni (oggi quattro), tenne conto, che l’odea di Versilia si era allargata, nella economia e nella cultura nazionale, e che c’era da costruire nuovi servizi sanitari, scolastici e culturali per un’area più vasta di un solo comune; che vi era bisogno di nuove società per fornire il gas alle famiglie, l’acqua potabile, e per la raccolta e smaltimento dei RSU. Qualche anacronismo comunale esiste: non basta essere un’isola felice e fortunata del turismo, quando si è totalmente dipendente dai comuni confinanti, per lo smaltimento delle acque di ogni tipo e per i rifiuti urbani; e per certi servizi culturali e sportivi che la stampa localizza, sbagliando, in quel comune. Cecchi Pandolfini, che era lungimirante, guardava al superamento degli anacronismi municipali e alla costruzione di una nuova idea di Versilia, nella quale fossero cancellate le barriere alla costruzione del nuovo. E’ l’esempio già dato con l’iniziativa del campo da

golf, l’acquisto della Versiliana e con il suo Festival, con l’avvio di società intercomunali per la fornitura del gas e dell’acqua, con la costruzione dei depuratori e con l’impegno di fare del centro storico la città dell’arte e della cultura. Concludendo ritengo che non sia inutile ricordare che le prime amministrazioni di sinistra di Pietrasanta, quando deliberarono decisioni di acquisto di nuovi beni immobiliari, come la Versiliana, la Rocca di Sala, gli immobili della ex cooperativa e l’albergo dell’Alto Matanna, lo fecero con una politica finanziaria attiva, provvedendo a chiamare i cittadini, secondo le loro possibilità, con operazioni di perequazione fiscale sui tributi locali, come la tassa di famiglia e l’addizionale sul valore locativo. La risposta dei cittadini di Pietrasanta fu tanto positiva che i bilanci comunali degli anni ’70 fornirono residui attivi accantonati, tanto che la Versiliana venne pagata in gran parte con tali proventi dal bilancio. Era un periodo in cui il senso civico e l’interesse collettivo, ci permetteva di acquisire nuovi beni e non toccando il demanio e il patrimonio comunale; nessuna voce si levò, pur in presenza di una attiva politica di investimenti, che proponesse di vendere una parte della spiaggia di proprietà del Comune. Fu in quel periodo, che gli immobili edificati lungo la fascia del Viale Roma, in concessione comunale, vennero acquisiti al patrimonio comunale, secondo le disposizioni prescritte dalla legge.

INTERROGAZIONE AL SINDACO DEL COMUNE DI PIETRASANTA OGGETTO: la pericolosità delle strade di Pietrasanta L’incrocio viale Marconi – Sottoferrovia Donatori Avis è fornito di un semaforo che da mesi non svolge la sua naturale funzione ma 24 ore su 24 è nello stato spento o lampeggiante. Da registrare che in data 28 luglio è avvenuto l’ennesimo incidente a testimonianza del fatto che l’incrocio presenta evidenti problemi di sicurezza. Chi arriva dal sottovia infatti, ed intende entrare in Pietrasanta o svoltare in direzione pontestrada, si trova in condizioni di scarsa visibiltà e rischia l’incidente sia con chi proviene dal centro storico e si immette nel sottovia, sia con chi da ponte strada si dirige verso il centro storico. Ritenendo importante il ripristino totale della funzionalità del semaforo e viste le problematiche sopra esposte, CHIEDO 1)

Per quale motivi si è deciso per così tanto tempo di lasciare lampeggiante un semaforo presso un incrocio che presenta evidenti problemi di sicurezza;.

2)

Di procedere celermente al ripristino del semaforo. Il Consigliere comunale del Partito Democratico - Luca Mori


Di seguito riportiamo la lettera di un concessionario di bagno di Marina di Pietrasanta, Giancarlo Micheli, presentata al Sindaco di Pietrasanta (così come da protocollo n°26728 in data 12/07/08). Il documento tratta di un argomento molto a cuore ai balneari, e come da parole dello stesso Micheli “…ad oggi non ho ricevuto alcuna risposta né privata né ufficiale. Lascio ai lettori ogni commento al riguardo!” “11 Luglio 2008 - Al Sig. Sindaco di Pietrasanta. Egregio Signor Sindaco, qui a Marina succede che lavorando, lavorando ci stiamo sempre più indebitando! Vengo al punto della questione: come Lei sa, lo scorso anno gli stabilimenti balneari hanno subito un aumento del canone pari al 70% di quanto pagato in precedenza. Tale aumento ha provocato soprattutto in “bagni” popolari quale quello di cui sono concessionario, un allarme economico e per tale ragione insieme ad altri colleghi abbiamo fatto ricorso contro tale ingiustificato e troppo elevato aumento. Questo inverno la ragioneria del Senato, parere avvocatura dello stato n°35670 del 26/03/08 ha dato ragione ai ricorrenti, ed eravamo in attesa

della rideterminazione e del conguaglio del canone; invece gli uffici comunali di Pietrasanta, forse per eccesso di zelo, comunque in maniera vessatoria, hanno spedito a tutti i balneari i canoni riaumentati! A differenza comunque di tutti gli altri comuni della Versilia dove si sta giustamente aspettando comunicazione da Agenzia del Demanio. Tale cifra richiesta, sia per entità che per il periodo economico sfavorevole mette in ginocchio attività piccole e popolari come la mia, per tale ragione Sig. Sindaco, sono a chiederLe di far sospendere tale provvedimento in quanto allo stato attuale non ho soldi per far fronte a tal richiesta; e non sono l’unico purtroppo. Cosa dovremmo fare? Chiudere? Diventare tutti bagni di lusso? Spero in una Sua comprensione, e mi auguro una favorevole risposta a questa mia preghiera. Con un po’ di pazienza pagheremo tutti la giusta cifra! Grazie.” Micheli, ai ragazzi di Progetto Democratico, ha aggiunto, che attualmente il Bagno Maria, di cui lui è concessionario, paga circa 2.000 euro in più di un noto bagno con annesso locale notturno, al confine con Forte dei Marmi, che è risaputo avere altri prezzi, visto la frequentazione VIPS estiva! Che ci sia qualcosa che non quadra?

Va bene il turismo, ma chi abita nel centro storico? Interrogazione del consigliere comunale del PD Luca Mori Succede spesso, soprattutto in queste serate estive, che i parcheggi riservati ai residenti in piazza Statuto siano occupati da turisti che accedono al centro storico. Naturalmente è positivo che il centro venga visitato e che arrivino clienti presso i negozi e i ristoranti della città, ma credo che vada tutelato il sacrosanto diritto dei residenti ad avere a disposizione lo stallo ad essi riservato. In queste sere abbiamo anche assistito a fenomeni di arroganza di qualche turista che con strafottenza ha preferito pagare la multa infischiandosene dei divieti. Da segnalare infine che, viste le iniziative culturali organizzate dall’amministrazione comunale e la conseguente installazione del palco presso piazza

Matteotti, i parcheggi a disposizione dei turisti si riducono provocando difficoltà nel reperimento del posto auto. Visto quanto premesso, chiedo all’amministrazione comunale nella persona del sindaco, che vengano tutelati i diritti dei residenti con provvedimenti più severi della semplice multa e a tal proposito chiedo se è possibile apporre il cartello di rimozione coatta presso gli stalli riservati ai residenti. Inoltre auspico l’amministrazione comunale si adoperi per un efficiente piano dei parcheggi soprattutto durante la stagione estiva in modo da rendere più accogliente il flusso di turisti che accedono al centro.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.