L'Ortofrutticola di Albenga - L'O - inverno 2021

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Trimestrale della Cooperativa L’Ortofrutticola - Anno XXIV - n.4 Inverno 2021 - Spedizione A.P. 70% - Reg. Trib. SV n. 318 (1/3/1985) - DISTRIBUZIONE GRATUITA.

NOTIZIARIO TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA L’ORTOFRUTTICOLA DI ALBENGA


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SETTORE FIORI

8-9 LE AZIENDE

Agr. Mewes Organizzazione Az. ALLA SCOPERTA rinnovata DELLE AZIENDE LOCALI

15-16 TERRITORIO

Escursioni

Quattro passi a Rollo

I nostri migliori auguri di Buon Natale

13-14 SPECIALE

80 ANNI! “L’ORTOFRUTTICOLA - LA COOPERATIVA”

TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA “L’ORTOFRUTTICOLA”

Direzione, Amministrazione e Pubblicità Reg. Massaretti, 30 Bastia d’Albenga (SV) - Tel. 0182 50374 Direttore responsabile: Erica Marzo Hanno collaborato a questo numero: Alberto Cannata, Emanuela Colamartino, Giuseppe Del Core, Massimo Enrico, Luciano Gallizia, Osvaldo Geddo, Michele Introna, Mario Mattone, Simone Moroni, Lara Ravera, Alessio Roba. Grafica e impaginazione Edoardo Caputo - Studio Orasis design - orasisdesign.it Stampa: Tipografia Ciuni - Albenga Foto copertina: Edoardo Caputo - orasisdesign.it

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Settore Fiori Tradizione ed innovazione per affrontare le prossime sfide Nell’ultimo periodo il settore fiori della nostra Cooperativa ha visto una fase di rinnovamento. L’attuale organigramma vede Alberto Cannata come responsabile del settore; Paolo Barbera, Veronica Ceriale, Massimiliano Guarino responsabili degli acquisti sul territorio; Simona Della Valle deputata alla logistica; Manuela Alberigo, Anna Ceroni, Tiziana Gaglione, Laura Godino, Rita Heuss, Manuela Pollio responsabili delle vendite, sia in Italia che all’estero; infine Matteo Calsamiglia e Dino Meneghetti incaricati dell’organizzazione del lavoro svolto nel magazzino. Un organigramma nuovo, con tante conferme, che permetterà al settore di avere una linea di continuità con il passato ma con uno sguardo nuovo verso le sfide e gli impegni dell’immediato futuro. Non poteva che rimanere inalterata l’attenzione alla qualità del prodotto, un punto di forza del nostro settore che fa la differenza su un mercato molto competitivo. Selezioniamo tra i nostri soci le aziende con le quali sottoscriviamo un contratto di conferimento, basandoci su criteri di qualità, certamente, ma anche di affidabilità del produttore, oltre ad avere una particolare attenzione per i certificati in possesso dell’azienda. Il primo controllo di qualità viene effettuato da parte dei nostri tecnici agronomi direttamente nelle aziende agricole: il loro compito è quello di selezionare le produzioni migliori, la merce inviata infatti è sempre la migliore disponibile; il secondo controllo di qualità avviene all’ingresso merci del nostro magazzino. La qualità come certezza, quindi, che garantisce il cliente ma anche il produttore; i nostri soci conferitori sono i primi a ritenere la qualità un elemento imprescindibile. Il futuro prossimo è ancora avvolto nell’incertezza; il 2022 si aprirà, restrizioni dell’ultim’ora permettendo, con un ritorno alle fiere: un’occasione da sempre importante per mettere in mostra le eccellenze floricole del nostro territorio. La stagione delle fiere

si sarebbe dovuta aprire con Essen, dal 25 al 28 gennaio; questa fiera tedesca, che è da sempre uno degli eventi più importanti a livello europeo per il settore, a causa del protrarsi e dell’acuirsi dell’emergenza sanitaria non potrà essere organizzata. Un vero peccato per i produttori europei e non solo che qui hanno sempre trovato un’importante vetrina per i propri prodotti.

UFFICI SETTORE FIORI

MAGAZZINO

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ordinifiori@ortofrutticola.eu 0182 568109 interno 1 (Ufficio acquisti) oppure 222/225/227 Cannata Alberto Guarino Massimiliano Ceriale Veronica

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AMMINISTRAZIONE

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Al momento risulta ancora confermato un altro impegno fieristico importante che ci vede coinvolti: il Myplant a Milano; questa fiera, pandemia e restrizioni permettendo, è programmata dal 23 al 25 febbraio ed è una considerevole occasione per far conoscere i prodotti della nostra Piana. L’Ortofrutticola allestirà uno stand rinnovato con un esplicito rimando alle produzioni del nostro territorio; parte dello stand sarà dedicata ad Herbolaria la linea di piante aromatiche in vaso alleate della bellezza e della salute (www.herbolariaherbs.eu); questo però è solo uno dei tanti esempi di produzione della Piana di Albenga che mostreremo durante la fiera. Numerose sono le sfide che ci aspettano ma tutto il settore fiori è pronto ad affrontarle nel modo più efficace e migliore possibile. I contatti da utilizzare per comunicare con noi sono i seguenti:

0182 568 109 interno 259 Calsamiglia Matteo

335 625 3822

COMUNICAZIONI RELATIVE A MERCE PRONTA E VUOTI mercifiori@ortofrutticola.eu / 0182 568 109 interno 259

COMUNICAZIONI RELATIVE ALLE BOLLE

mercifiori@ortofrutticola.eu / 0182 568 109 interno 263

FATTURAZIONE VERSO I SOCI

LOGISTICA PER I SOCI

grosso@ortofrutticola.it / 0182 503 74 interno 240

dellavalle@ortofrutticola.eu / 0182 568 109 interno 237

Grosso Lara

Simona Della Valle

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La filiera delle piante in vaso Un accordo importante, nell’ottica di una forte coesione del settore agricolo della Piana Una delle criticità del comparto agricolo, da sempre sottolineate dagli esperti del settore e dagli operatori, è la frammentarietà dell’offerta. Una frammentarietà che penalizza le produzioni della Piana su di un mercato sempre più esteso e competitivo, in cui si fa sentire la forte concorrenza di aree di produzioni italiane ed europee, dove l’agricoltura fa sistema. Un argomento, questo, al centro di un dibattito oramai lungo che sembrava non dovesse portare a conclusioni pratiche. Invece, grazie al nuovo bando regionale Mis. 16.4 relativo all’aiuto per la promozione e lo sviluppo delle filiere corte e dei mercati locali, oggi le parole si sono trasformate in fatti con la creazione della “Filiera per le piante in vaso”. Un importante accordo, di cui L’Ortofrutticola è capofila, che ha visto unirsi per affrontare le sfide del prossimo futuro oltre 25 imprese di commercializzazione e 13 imprese agricole del territorio ingauno. Il progetto si pone come scopo l’applicazione di una strategia coordinata di valorizzazione del prodotto florovivaistico ingauno, attraverso il raggiungimento di importanti risultati generali come l’aumento del valore del prodotto per il cliente, la fidelizzazione e la soddisfazione dello stesso, un successo di

business continuativo e duraturo nel tempo e un aumento del fatturato e della quota di mercato. Obiettivi ambiziosi, raggiungibili attraverso strumenti messi a punto su breve e lungo periodo; tra questi ci sono: la definizione di un prezzo minimo consigliato, politiche di valorizzazione e l’individuazione di costi di produzione su cui basare la strategia di prezzo futura. Si sono anche individuate le innovazioni su cui puntare che, tenuto conto delle richieste di mercato, della sua evoluzione e del contesto storico attuale, dovranno riguardare diversi aspetti: la sicurezza alimentare (riduzione del numero e del quantitativo dei residui dei prodotti fitosanitari nelle produzioni di piante aromatiche, con particolare riferimento all’aromatica più venduta, il rosmarino); la sostenibilità ambientale (riduzione dell’uso di plastiche di sintesi nel florovivaismo, con particolare riguardo alla sostituzione dei vasi di polipropilene con vasi in bioplastiche biodegradabili e compostabili); la tracciabilità dei prodotti. Quest’ultimo intervento dovrà essere concluso entro tre anni dalla data di sottoscrizione dell’accordo. Un accordo importante, dunque, che permetterà all’agricoltura della Piana di affrontare sempre più coesa le sfide che si profilano nel prossimo futuro.

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Freddo, vento e sbalzi termici

Come difendersi? Un polimero ad azione protettiva per creare una barriera a difesa dei vegetali. Nel periodo invernale è utile agire preventivamente contro il freddo, applicando sulle colture prodotti come il Fitotherm: si tratta di un polimero ad azione protettiva contro sbalzi termici da freddo o da vento. Si presenta come un liquido concentrato ad applicazione fogliare non tossico e biodegradabile: irrorato sulla superficie esposta delle piante esercita funzione protettiva agli sbalzi di temperatura grazie alla formazione di una membrana gas permeabile, una specie di “guanto” protettivo. Tale membrana, inodore e incolore, rimane flessibile ed elastica e riduce considerevolmente la perdita di acqua, proteggendo le piante da sbalzi termici repentini; questi possono provocare la comparsa di foglie rosse del rosmarino, per accumulo di antociani prodotti dalla pianta come reazione al freddo. Fitotherm permette di ridurre le ustioni cellulari causate da brinate e la disidratazione esercitata dal vento. Il vento infatti provoca l’aumento di disidratazione della pianta; se tale traspirazione non è più compensata dall’assorbimento di acqua dalle radici, all’interno delle cellule viene raggiunta una eccessiva concentrazione salina e di conseguenza si manifestano ustioni. Il prodotto si

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applica alla dose di 2 litri x 100 litri, e protegge la pianta per 20-30 giorni, dopodiché inizia la sua degradazione.


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Qualità di frutto con fiore e grandi produzioni

IMPORTANZA DEL CALCIO NELLE COLTURE Nella pianta il calcio si sposta dalle radici alle foglie con l’acqua del processo evotraspirativo, perciò si concentra nelle parti a maggiore concentrazione di stomi, ossia nelle foglie; nei frutti invece il contenuto di calcio è basso, poiché i frutti sono privi di stomi e non possono assorbirlo, provocando così la comparsa di gravi fisiopatie, come ad esempio il marciume apicale del pomodoro. Il calcio, una volta arrivato nella parte epigea della pianta, si deposita nelle pareti cellulari sotto forma di pectato di calcio, determinando l’ispessimento e l’irrobustimento delle foglie, aumentando così, tra le altre cose, la resistenza al freddo delle piante. Costituisce inoltre una valida barriera di difesa nei confronti di attacchi di patogeni, in particolare fungini (ad esempio Botrite, Alternaria, Oidio, Peronospora). Data la scarsa mobilità del calcio nella pianta e la difficoltà di assorbimento dal terreno, causata dall’antagonismo con altri elementi (azoto ammoniacale, fosforo e potassio) è molto utile la somministrazione per via fogliare di particolari formulazioni di calcio ad alta efficienza, che permettono al calcio di entrare attivamente nei tessuti vegetali ed una rapida traslocazione dello stesso in tutte le parti della pianta dove la necessità di calcio è maggiore, cioè giovani germogli e nuove foglie. Formulazioni di calcio ad alta efficienza: • CALIFOL calcio complessato con acidi fulvici • CALCIOGREEN FORTY : calcio formiato • CALCISAN GREEN calcio integrato con alga Macrocystis integrifolia • BARRIER SI CA calcio arricchito con silicio Quest’ultimo prodotto in particolare merita un approfondimento: infatti stratta di un fortificante dei tessuti della pianta, ad alta concentrazione di Calcio, arricchita con Silicio. La sua azione consiste nell’aumentare considerevolmente la consistenza e lo spessore della parete cellulare delle foglie, permettendo di ottenere piante più resistenti ad alcune patologie fungine ed insetti. Il Silicio contenuto nel prodotto si accumula sotto l’epidermide, rendendola più consistente ed omogenea. Forma sulla superficie fogliare una pellicola che ostacola la penetrazione degli austori di funghi patogeni (come Alternaria, Botritis, Oidio), inoltre i cristalli di Silicio esplicano una attività irritante verso gli insetti masticatori e succhiatori (Afidi, Nottue, Cicaline) ostacolandone anche la ovideposizione. La capacità idrofobica del Silicio serve inoltre per mantenere la superficie delle foglie più asciutte.

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Alla scoperta delle aziende locali

Intervista a Jochen Mewes

Un’intervista a tutto tondo sulle problematiche e potenzialità del florovivaismo ingauno Per la nostra rubrica “Alla scoperta delle aziende locali” su questo numero andiamo a con conoscere Jochen Mewes, titolare dell’azienda floricola Mewes che si trova a Leca d’Albenga. Dal 20 anni questa azienda si occupa della produzione di piante fiorite ed in vaso e con i suoi 9 ettari di estensione è una delle più grandi realtà floricole della piana di Albenga. Spiega Jochen Mewes: “All’inizio la produzione si è concentrata sul reciso ma poi per esigenze di mercato abbiamo deciso di spostarci sulle piante in vaso. Oggi tra le maggiori produzione abbiamo Garofani di molte varietà, Dimorfoteca, Elicrisum (il cosiddetto fiore di carta), Gazania Felicia ed Euryops (specie di margherita gialla) che sono molto apprezzati soprattutto sul mercato nord europeo. Negli anni la

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nostra azienda è cresciuta molto, all’inizio era il 20% di ciò che è adesso in termini di produzione; abbiamo una clientela molto varia, serviamo piccoli venditori, garden ma anche multinazionali con punti vendita in tutta Europa. Proprio questa varietà di clientela ci dà un po’ più di sicurezza in un periodo di grande incertezza come quello che stiamo vivendo”. Proprio a proposito della crisi sanitaria ancora in essere, spiega Mewes: “Viviamo la situazione giorno per giorno, con i continui cambiamenti e le restrizioni che preoccupano un po’ tutti i settori produttivi. Quando tutto è cominciato, nella primavera 2020, ci siamo trovati a vivere una situazione catastrofica: i mercati erano bloccati, l’esportazione impensabile e abbiamo dovuto scartare gran parte del prodotto che è sfiorito ed era quindi invendibile. Dopo questo


aziende e sul ruolo che in quest’ottica può rivestire L’Ortofrutticola: “La Cooperativa in questi ultimi anni ha già fatto molto per tenere unita la floricoltura. Il suo ruolo di collante è molto importante e deve essere al servizio del settore agricolo e floricolo e di chi in queste realtà opera, senza perseguire interessi politici o di associazioni di categoria. L’Ortofrutticola deve andare avanti su questa strada come già sta facendo ed essere sempre più un elemento di coesione tra i produttori; credo che proprio la coesione, insieme all’efficienza e alla qualità di una produzione all’avanguardia saranno gli elementi distintivi per l’agricoltura e la floricoltura di domani”.

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arresto iniziale il mercato è ripartito anche perché, soprattutto nei paesi freddi, le piante e la cura di esse sono legate ad un concetto di benessere mentale, particolarmente importante proprio in un momento di grave difficoltà come quello che abbiamo vissuto con il lockdown. Quest’anno la stagione è stata molto buona, non abbiamo forse recuperato tutto ciò che è andato perso nello scorso anno ma i numeri sono davvero molto buoni”. Mewes fa poi il punto sul presente e sul futuro dell’agricoltura ingauna e su come questa sia cambiata nel corso degli anni: “Oggi le aziende sono molto più professionali di un tempo, non c’è spazio per l’improvvisazione. Gli agricoltori sono molto più preparati tecnicamente e di conseguenza hanno maggiori standard di efficienza, anche se tutto è migliorabile e ancora molti passi vanno fatti in questa direzione: in un mercato difficile non c’è margine per l’approssimazione o per l’errore mentre in passato era possibile andare avanti comunque, oggi bisogna investire su innovazione e professionalità per essere continuare ad essere competitivi anche in futuro. La nostra azienda, come dicevo, è cresciuta molto negli anni ma questo è il frutto di continui investimenti e di un’attenzione continua al mercato.. Uno dei punti di forza della pana di Albenga è proprio la qualità del prodotto: le nostre aziende subiscono una forte concorrenza sia dai mercati esteri, come quelli Spagnoli e Portoghesi, che dalle più ampie realtà agricole sul territorio nazionale, come l’Agro pontino e la Puglia ma il prodotto che noi proponiamo sul mercato è di qualità e si appoggia a un ottimo servizio di logistica e trasporto, permettendo di raggiungere capillarmente i clienti, che continuano a cercare il prodotto di Albenga proprio per le sue caratteristiche qualitative”. Mewes punta il dito sull’importanza della collaborazione tra

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I RAGAZZI DELL’ISTITUTO AGRARIO AICARDI SI RACCONTANO

per tenere in vita un gigante vivente che dopo le truppe napoleoniche, chissà che altro vedrà nei secoli futuri. Anch’io sono molto legato a questa pianta, vivendoci vicino, si può dire che ci sono cresciuto sotto. Mi ha sempre “stregato” sin da bambino. Spero che non venga trascurato e dimenticato ma che possa resistere nel tempo come ha fatto sino ad ora. Pietro Vadone 5a B

Continua la collaborazione tra l’Istituto Agrario Aicardi di Albenga e L’Ortofrutticola per dar voce ai giovani studenti che rappresentano il futuro del settore agricolo. Di seguito una breve riflessione sulla campagna olearia da parte di Andrea Simonetta e un articolo alla scoperta di un monumento della natura scritto da Pietro Vadone, studenti della classe 5a B.

OLIVICOLTURA

UNA STAGIONE DIFFICILE UN PINO MONUMENTALE A FINALE LIGURE Il pino bisecolare di Finale Ligure è posto sulle pendici della collina di Perti nel versante della Valle dell’Aquila alle spalle di Finalborgo. Gli fanno da cornice la fortezza medioevale di Castel Gavone e la cinquecentesca chiesa dei Cinque Campanili. Ha duecento anni di età, le sue dimensioni sono notevoli: 20 metri di altezza e 425cm di circonferenza. Da sempre ammirato, quasi venerato, da lassù sovrasta la valle da più di due secoli. Tradizione vuole che, nel 1796, si accamparono ai suoi piedi le truppe di Napoleone Bonaparte. L’albero è noto dalle persone del luogo come “il Pino della Celesia” dato che anticamente i terreni circostanti appartenevano a questa nobile famiglia finalborghese. Attualmente la maestosa pianta rientra nella proprietà di un’azienda vitivinicola locale, la quale ai suoi piedi stende filari di viti; nella stagione autunnale le rosse foglie fanno da tappeto alla maestosa pianta. Gli alberi secolari rappresentano dei veri e propri monumenti della natura, una parte di storia che vive. Alberi legati alla storia degli uomini: da sempre punti di riferimento, di riparo o di confine. Nel 1997 il pino è entrato a far parte dell’Elenco degli Alberi Monumentali d’Italia, redatto dal Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali. Nel 2018 il maltempo ha rovinato parte della chioma staccando da esso due branche di notevoli dimensioni. Il cedimento dei rami ha causato una disomogeneità nella tradizionale chioma ad ombrello compromettendo la sua stabilità e la sua sicurezza. Recentemente l’azienda proprietaria ha concordato misure di mantenimento con un agronomo e specialisti competenti

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Da generazioni la mia famiglia gestisce un’azienda agricola che ha sede nel comune di Villa Faraldi, nell’entroterra di S. Bartolomeo al Mare, in provincia di Imperia. L’azienda ha una superficie di 3,5 ha tutta coltivata ad oliveto, con circa 1700 piante di varietà Taggiasca e, nelle precedenti annate, la produzione è stata mediamente di circa 18-19 tonnellate di olive. L’olio che si ricava nell’azienda è molto delicato, con sentori di carciofo, di un colore giallo. I miei antenati sono stati precursori dell’olio mono varietale, ottenuto da una sola varietà di olivo, tanto che non hanno mai aggiunto altre cultivar oltre la Taggiasca. Essendo l’oliveto disposto in fasce ad altitudini piuttosto elevate, il problema della mosca è meno condizionante; nonostante ciò la mia famiglia non ha ancora optato per la conversione al biologico ed esegue una lotta integrata. L’olivo è una specie che risente molto dell’alternanza di produzione ed è caratterizzata da una grande emissione di mignole e da una scarsa allegagione; inoltre, il decorso stagionale dell’estate 2021 ha registrato l’assenza di pioggia e temperature elevatissime, determinando la riduzione di circa il 70% della produzione. Che l’agricoltura sia un’attività rischiosa è risaputo, ma che dopo tante ore di lavoro si possa ottenere un risultato così scarso è veramente avvilente. Per fortuna, ci sono molti altri aspetti del lavoro agricolo che rendono gli operatori del settore orgogliosi di quel che fanno! Andrea Simonetta 5a B


I prodotti dell’orto a casa vostra Una grande varietà di prodotti stagionali e antichi ortaggi riscoperti Jole Biscaglia, insieme a Sergio Revetria, da 20 anni gestisce l’azienda agricola che porta il suo nome. Un’idea quella di produrre e vendere al dettaglio nata per dare l’orto a chi non può averlo. Spiega Jole Buscaglia: “Coltiviamo circa 20 qualità di ortaggi, questa ampia gamma di prodotti sicuramente incrementa il lavoro ma ci permette anche di proporre ai nostri clienti una maggiore quantità di prodotti stagionali, senza mai dimenticare la qualità. Rispettiamo noi stessi e la natura che ci circonda e abbiamo deciso di scommettere anche su quei prodotti caduti nel dimenticatoio, come il cavolo navone, una vera eccellenza del nostro territorio. Questo particolare cavolo ha anche ottenuto la De.Co. (Denominazione Comunale), un marchio che riconosce e valorizza i prodotti locali che rispondono a determinate caratteristiche qualitative. È un alimento dalle grandi proprietà diuretiche e dal basso apporto calorico, molto versatile in cucina; davvero un’eccellenza da riscoprire”. Non solo cavolo navone ma anche tanti altri ortaggi, come il sedano rapa, il cavolo nero o la cipolla giarratana, una cipolla tipica siciliana, molto dolce e di dimensioni considerevoli, sono i prodotti orticoli che Jole Biscaglia produce nei suoi terreni di Calizzano e dintorni. “Quando abbiamo iniziato questa avventura abbiamo deciso di sperimentare e per questo Sergio Revetria è diventato il mastro piantatore della nostra piccola azienda agricola. A volte le annate

sono buone, altre volte meno ma le soddisfazioni che ci danno i clienti che hanno assaggiato i nostri prodotti ci ricambiano di tutto il lavoro. All’inizio i nostri prodotti erano richiesti soprattutto dai centri macrobiotici, poi grazie al circuito delle “Buone Terre”, abbiamo iniziato a frequentare i mercatini di Cairo, Altare e Millesimo e ora siamo approdati anche a L’Ortofrutticola”. Da oggi, infatti, i prodotti orticoli di Jole Buscaglia si trovano anche sui banchi dell’OrtoShop, venite a provarli!

IL CAVOLO NAVONE

Il cavolo navone è un ortaggio tipico dei periodi freddi; non lo si trova facilmente in commercio nonostante sia un prodotto versatile in cucina che si conserva facilmente, dalle buone proprietà diuretiche e con poche calorie. Sicuramente ha un aspetto ed un sapore insoliti, un curioso mix tra una rapa ed un cavolo, lievemente amarognolo ma molto delicato al palato, per certi aspetti può ricordare anche un ravanello, con una punta di piccante per nulla fastidiosa. Ecco alcuni modi per consumarlo: crudo, in insalata, al posto del sedano rapa ad esempio; a listellini in pinzimonio; in un risotto, abbinandolo con parmigiano a scaglie; bollito e condito con salse o semplicemente con olio e limone; cotto in forno con aromi vari insieme ad altre verdure come rapa rossa, patate e porro.

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APERTURA DA LUNEDÌ A SABATO CON ORARIO CONTINUATO! 8,00 - 18,30

Nuovi prodotti in vendita a L’OrtoShop L’offerta del negozio de L’Ortofrutticola continua ad arricchirsi di prodotti scelti e sezionati con cura

Carizzanelle e Scandurette Le paste speciali create da Paolo Riolfo Paolo Riolfo è proprietario e chef della trattoria “Passaggio a Nord Ovest” a Calizzano; la sua cucina ha una sola parola d’ordine: genuinità. Riolfo prepara la pasta che propone ai suoi clienti con farine molto particolari, provenienti dalla stessa Calizzano o dalle zone limitrofe. Spiega Riolfo: “La pasta fatta in casa fa parte della nostra tradizione, per questo abbiamo creato le Carizzanelle, una pasta fatta con farina di grano coltivato e macinato a Calizzano, in un mulino a pietra, e con uova biologiche. Altro elemento tipico della tradizione è la castagna: da Scandure, nome delle tegole dei tecci, i tipici essiccatoi in pietra per castagne, sono nate le Scandurette, una pasta fatta con farina di grano di Calizzano e farina di castagne essiccate nei tecci di Calizzano e Murialdo, oltre che con le immancabili uova biologiche”. Da oggi è possibile trovare le speciali paste di Riolfo anche sui banchi dell’OrtoShop. Qualcosa di davvero unico per il menù delle feste.

La ricetta

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Per meglio apprezzare il sapore della castagna essiccata nei Tecci consigliamo due semplici ricette: Fai bollire le Scandurette e saltale con burro e poca salvia fresca. Taglia finemente dei porri, mettili in una padella capiente, aggiungi un pizzico di sale, copri e lascia stufare a fuoco leggero, mescola di tanto in tanto. Una volta che i porri saranno ben appassiti aggiungi un bicchierino di panna fresca, un po’ di pepe nero e lascia cuocere ancora un paio di minuti. Appena la pasta è pronta saltala con il sugo di porri e un po’ di acqua di cottura.


Inverno 2021

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1941 - 2021 una storia lunga 80 anni

L’Ortofrutticola si racconta Festeggiamenti solo rimandati per questa importante ricorrenza Era il 1941, il Giappone attaccava Pearl Harbur, in Minnesota nasceva Bob Dylan, venivano sperimentati i primi farmaci a base di penicillina e la Seconda Guerra Mondiale raggiungeva il suo apice. Intanto ad Albenga, un gruppo di agricoltori, o meglio, imprenditori agricoli, dava vita a quella che con il tempo sarebbe diventata una delle più importanti Cooperative di tutto il Nord Ovest, L’Ortofrutticola. Riportiamo di seguito uno stralcio dell’intervista realizzata da Chiara Pace ad Angelo Valle, uno dei cofondatori della Cooperativa, ed inserita nella tesi di laurea in economia e commercio che la dottoressa Pace ha pubblicato nel 2000. Un salto nel passato per ricordare le origini di questa importante realtà che dal 1941 sostiene e promuove l’agricoltura e il territorio di Albenga. “[…] Nel 1940 Giuseppe Vazio, Giuseppe Cravino e Antonio Bolla costituirono un comitato, di cui mi chiamarono a far parte. Io avevo allora vent’anni, ero perito agrario e accettai di essere il loro segretario. Era una scelta coraggiosa, perché la costituzione di un nuovo organismo cooperativo era considerata dalle autorità

alla stregua di una trama contro il Consorzio Agrario Provinciale e, di conseguenza, contro le leggi fasciste. […] La sera dell’11 ottobre 1941 il Dottor Renato Armeni, Segretario Interprovinciale dell’Ente Nazionale Fascista della Cooperazione venne personalmente a casa mia e mi consigliò di rinunciare, ma noi, ormai, avevamo già chiamato il notaio e prenotato i locali dell’allora Cinematografo Odeon per riunirci la sera successiva. Eravamo oltre 450 persone e si era in tempo di guerra; la decisione presa era rischiosa, ma nessuno poteva fermare quella marea di gente, che desiderava costituire una cooperativa indipendente. Così il 12 ottobre 1941 venne costituita la società anonima cooperativa sotto la denominazione di Società Anonima Cooperativa “L’Ortofrutticola”. Al momento della costituzione i soci aderenti erano 208, ma erano destinati a crescere in quanto, tutte le persone che prima erano state raccolte dal Consorzio Agrario, con l’andare del tempo, passarono alla Cooperativa. Quando il Consorzio agrario smise definitivamente di effettuare le spedizioni collettive, i produttori che prima erano costretti a vendere per il suo tramite, poterono passare a “L’Ortofrutticola”.


Del gruppo dei fondatori facevano parte Antonio Bolla, Giuseppe Cravino, che già in precedenza avevano spinto per la costituzione del nuovo organo cooperativo, ma la vera guida carismatica dei “ribelli”, fu Giuseppe Vazio, fondatore e primo presidente de “L’Ortofrutticola”. Essa (L’Ortofrutticola n.d.r.) mantenne naturalmente le attività per le quali era nata, ma ne sviluppò di ulteriori […] come: la lavorazione, la conservazione, la trasformazione, la vendita, la spedizione e l’immissione sui mercati nazionali ed esteri dei prodotti ortofrutticoli ed agricoli dei soci; la gestione di magazzini per la vendita ai soci, all’ingrosso, ed al minuto, di tutte le materie utili all’agricoltura; la produzione di piante e sementi ed inoltre la vendita di commestibili e prodotti manufatti in genere, necessari per l’esercizio dell’agricoltura quali cereali, pannelli, foraggi, cascami, macchine agricole, ferramenta, olii, carburanti, combustibili solidi e materiale da costruzione; l’istituzione e la gestione di mercati all’ingrosso ed al minuto dei prodotti del suolo e posteggi di vendita sui mercati nazionali ed esteri; l’assunzione e la diffusione di qualsiasi interesse dei soci servendosi di tutti i mezzi che il progresso e la pratica offrivano nel campo della cooperazione e della mutualità; la promozione di opere di miglioramento fondiario a carattere collettivo. […] I soci per essere ammessi dovevano principalmente essere tutti agricoltori cioè proprietari esercenti direttamente l’agricoltura, affittuari, coloni e mezzadri e dovevano fare domanda al Consiglio di Amministrazione, dichiarando di obbligarsi all’osservanza dello Statuto. Il Consiglio accoglieva la domanda tranne nel caso in cui la nuova ammissione non arrecasse pregiudizio all’economia sociale. Dopo essere stati ammessi, dovevano, infine, sottoscrivere un’azione di L. 100 e una tassa di ammissione di L. 10.

Il recesso era ammesso solo quando il socio trasferiva la sua residenza in modo da non poter più collaborare all’attuazione degli scopi sociali o se non era più agricoltore. Si poteva cessare di appartenere alla società per decadenza nei confronti dei soci interdetti, inabilitati, falliti, che svolgessero un’attività contrastante cogli interessi della società, che avessero perduto i requisiti per l’ammissione oppure per atti di carattere politico che potevano nuocere la società. […] La prima assemblea della Cooperativa appena costituita si svolse il 19 ottobre 1941 sempre nei locali del Cinematografo Odeon. In questa prima assemblea, presieduta da Giuseppe Vazio, con la presenza di 260 soci, venivano letti i nominativi preposti ai diversi organi sociali […]. Il 10 gennaio 1942, si diede inizio alle spedizioni collettive della nuova Cooperativa L’Ortofrutticola.

Oltre ai mercati tradizionali di Milano, Torino e Genova, si aggiunse quello di Savona. Le spedizioni collettive poterono andare avanti per poco più di un anno poi, fummo costretti ad interromperle a causa della guerra. In quel periodo non c’erano più strade ferrate, in quanto era tutto bombardato, inoltre avevamo a disposizione pochissimi camion. Le difficoltà di lavoro esistenti a causa dello stato di emergenza erano numerose, quindi ai soci che desideravano iniziare le spedizioni veniva richiesto di sottoscrivere a favore della cooperativa una cauzione con un importo variabile a seconda delle possibilità, per vincolarsi a conferire tutti i loro prodotti alla cooperativa, ma, nonostante gli sforzi, dovemmo seguire l’esempio delle cooperative dei paesi limitrofi e smettemmo di eseguire le spedizioni collettive. […]”. Un inizio avvincente, pionieristico, in un’epoca in cui, però, tutto sembrava possibile. Un’idea che ha preso forma ed è diventata la forte realtà economica che è oggi.

Tratto dalla Tesi di Laurea in Economia e Commercio presso l’Università di Genova della Dottoressa Chiara Pace (a.a. 1999/2000). Titolo della Tesi: “Movimento cooperativo e sviluppo dell’agricoltura nel territorio di Albenga tra ‘800 e ‘900”. Trattasi in particolare dell’analisi della storia e della gestione contabile ed economica della Società Cooperativa a r.l. “L’Ortofrutticola” di Albenga. Relatore: Prof.ssa Paola Massa.


Quattro passi attorno a Rollo Un’alternativa interessante per trascorrere una mattina invernale di sole tiepido e poco vento. È un itinerario senza difficoltà, che si può compiere, a buon passo, in circa tre ore, e ha un dislivello di circa 380 metri e una lunghezza di sette chilometri.

DA ANDORA AL COLLE DI CERVO

Il punto di partenza è l’incrocio tra l’Aurelia e via Aurora, nel Comune di Andora, all’altezza del km 633 dell’Aurelia in direzione di Cervo. Salendo per pochi metri per la via comunale, all’altezza della prime case si incontra subito un viottolo pavimentato che sale a sinistra, marchiato col segnavia giallorosso del “Sentiero delle Terre Alte”, che andrà seguito per tutto il percorso di andata. Si attraversano uliveti abbandonati, invasi dalla macchia e parzialmente rimboschiti con conifere. Dopo un primo tratto in piano, la mulattiera inizia a prendere quota con rampe rettilinee a gradoni e, in meno di un quarto d’ora, si fa ingresso nel carruggio delle Case Sottane di Rollo. A monte del piccolo nucleo di abitazioni, si aggira la chiesa parrocchiale della Santissima Trinità, con il trigramma di san Bernardino da Siena disegnato a rissö sul sagrato. Subito sopra incombe una costruzione veramente particolare, l’oratorio fortificato di San Giovanni Decollato; si tratta di un edificio religioso seicentesco difeso con garitte d’angolo. Di fronte all’ingresso dell’oratorio si nota il cartello che localizza la

partenza del sentiero che segue i crinali della valle del Merula fino al territorio comunale di Casanova Lerrone, marcato col segnavia “quadrato rosso” e la bandiera biancorossa del CAI, che si aggiungono al simbolo “Terre Alte”. Una scalinata, indicata come “sentiero dell’Apparizione”, guadagna quasi cento metri di quota con circa centonovanta gradini tra olivi e carrubi, e ci si ritrova all’incrocio presso le vasche dell’acquedotto, sopra Case Blanesi. Qui si devia per la strada sterrata che sale a sud-ovest: a un primo tratto rettilineo e “vista mare” segue una rampa con quattro tornanti che entra in una rada pineta. Svoltando il quarto tornante, a quota 273 m s.l.m., guardando all’orizzonte oltre Colla Micheri, appare la sagoma dell’isola Gallinara. Al valico, poco a monte della selva di antenne del Colle di Cervo, si incrociano diverse strade e sentieri: i tre segnavia invitano a salire ancora.

LUNGO IL CRINALE

Dal passo di Colle di Cervo il sentiero segue in salita lo spartiacque tra il golfo dianese e la valle del torrente Merula: la strada sterrata si restringe in una mulattiera con qualche passaggio su scalini rocciosi e arrampica fino alla cima di Colle Dico, a 377 m s.l.m., utilizzata come punto di lancio dagli appassionati di parapendio. Lungo questo tratto i panorami sono veramente im-


RITORNO A ROLLO

Al passo tra Colle Mea e Monte Chiappa convergono più sentieri. Si può scendere a ovest verso Chiappa di San Bartolomeo, si può proseguire a nord per il crinale verso il Pizzo d’Evigno, si può deviare a nord-est verso Conna di Andora. Qui si descrive l’opzione più breve e semplice. Si torna indietro per il crinale, lungo il sentiero già percorso, fino al picchetto con le scritte a vernice gialla. Da qui inizia, orientato a est, il sentierino che gli appassionati di mountain bike hanno battezzato “L’endurista”, che si presenta, all’inizio, come una traccia molto ripida che serpeggia tra tasselli di gariga, prateria e cespugli di macchia. Su questi spazi aperti vigilano i rapaci: a novembre gli escursionisti di passaggio erano sorvegliati da un giovane falco pellegrino. Dopo parecchi scalini gradualmente la pendenza diminuisce, e si fa ingresso in un bosco di roverelle su terrazze. Infine, il sentiero sbuca in un piazzale costeggiando un rudere. L’edificio in macerie è una chiesa mai completata, costruita in ricordo di una presunta apparizione mariana avvenuta nel 1669. Nel 2020, nel 350° anniversario dell’evento, lungo la strada che arriva da Rollo sono state allestite le stazioni della Via Crucis e alcune targhe che raccontano questo fatto poco noto. La strada che riconduce a case Blanesi, per l’appunto, è una panoramica sterrata col fondo in ghiaia che, in dieci minuti dal rudere, si ricollega all’incrocio dalla vasca dell’acquedotto. Chi non vuole ridiscendere per i centonovanta scalini può proseguire pochi metri sull’asfalto e imboccare la prima strada a sinistra. Dopo la prima curva tra le ville bisogna cercare la vecchia via vicinale del Posto, che si presenta come una mulattiera un po’ sconnessa che si stacca in discesa a destra, nascosta tra i carrubi. Quattro passi tra gli ulivi e ci si ritrova alla fontana vicino all’oratorio di Rollo; da qui si ritorna alla partenza per il tragitto dell’andata. Materiale fornito da hbexplorer.it

pagabili, e sono più godibili ancora se ci si è ricordati di portare il berretto, perché il vento che soffia, più spesso, dal lato imperiese a volte è davvero sferzante. Ciò nonostante, alcuni grossi pini domestici sul crinale ostentano chiome a ombrello abbastanza regolari e ben formate. Nella sella oltre il colle si incontra un segnale scritto a vernice gialla, che indica una pista molto ripida che si stacca a destra tagliando in verticale il fianco della collina: è il percorso che si propone per il ritorno a valle. Prima, però, c’è il tempo di salire ancora: si incontra l’incrocio, con cartello segnaletico, dove si dividono il sentiero principale e la stradina che, sul versante ovest, taglia in piano per evitare la salita di Colle Mea. Noi diamo retta ai segnavia e saliamo fino al prato sulla cima, che passa di poco i 400 metri s.l.m. ed è il punto più elevato della passeggiata. Da qui, in dieci minuti, si raggiunge una delle attrazioni dell’escursione, un pino d’Aleppo che troneggia in un avvallamento a settentrione della vetta. Benché non ancora secolare, è un albero di una certa monumentalità, con una circonferenza a petto d’uomo di tre metri e mezzo; il tronco si divide in due branche principali, che formano una forcella a “v”, e in un altro paio di biforcazioni minori. Circondato da numerosa discendenza, il pino di Colle Mea sembra essere il patriarca di un primo rimboschimento della zona, compiuto alternando pini domestici e pini d’Aleppo; se così fosse, potrebbero essere grossomodo suoi coetanei altri due voluminosi pini domestici che crescono poco a monte, ai bordi del prato sulla cima. Poco oltre si intravedono i cartelli che segnalano un altro crocevia di valico.

Trimestrale de L’Ortofrutticola di Albenga

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Pillole naturopatiche

Il tempo che passa Inverno: il tempo del riposo, riprendiamoci i nostri ritmi Eccoci già arrivati nell’inverno e non è nemmeno il primo insieme... infatti il tempo passa così veloce! Lo sguardo volge verso le persone più anziane. Coi loro ritmi e rituali. L’inverno e la terza fase della vita hanno similitudini, fasi di interiorizzazione e rallentamento, dove ci si porta all’interno. Questo cambiamento non deve essere per forza triste e doloroso: rallentare ci permette di tirare le somme di tutto ciò che si è raccolto per poter ancora una volta seminare, con un nuovo occhio, con l’esperienza e la possibilità di ricevere frutti nuovi. Il cambiamento ci permette di sentire, ascoltarci e poter capire dove virare. Spesso però possono presentarsi rigidità, carichi, fatiche e ci si deve adattare a modalità ridotte e fastidi. Anche in questo la natura ci viene nuovamente in aiuto; possiamo prendere spunto da lei e non praticare un eccessivo attaccamento a quello che era e a quello che è stato. Come gli alberi perdono naturalmente le foglie o come la neve sigilla il seme nella terra rimanendo pronto per rigermogliare nella primavera, senza che la pianta muoia o diventi troppo rigida e secca, così possiamo fare anche noi. Possiamo aiutarci ascoltando i nostri bisogni e seguendoli, facendo camminate in natura, piccoli esercizi di ginnastica (in Cina le persone in particolare gli anziani, si ritrovano nei parchi per praticare insieme), oppure facendo attenzione al respiro, è sufficiente al risveglio o prima di dormire gonfiare e sgonfiare la pancia per dieci minuti per rilassare tutto il corpo e la mente. Si possono fare impacchi di sale caldo sulla zona lombare, scaldandolo in padella, per

tonificare i reni e aiutarsi in caso di lombalgie; stare in compagnia, non chiudersi ma continuare ad aprirsi e praticare il mondo e se si ha bisogno di qualcosa, comunicarlo. Infine possono esserci molti estratti fitoterapici di supporto, per esempio il Rovo macerato glicerinato sostiene nell’avanzare del tempo per non diventare rigidi e nodosi proprio come lui. Il Fico mg (macerato glicenato) che riequilibra i ritmi, il Biancospino mg e il Viburno mg come rimedi per disritmie e rallentarne o bloccarne l’evoluzione. Possono aiutarci anche i delicati Oligoelementi che supportano la costituzione, in questo caso il rame-oro-argento. E poi in base alle peculiarità di ognuno si può trovare la combinazione di rimedi dolci più efficaci. Dunque anche se il tempo passa e l’inverno può sembrare lungo e triste, ricordiamoci che siamo costantemente sostenuti!!

Una rubrica a cura di Lara R. Cavallero Naturopata specializzata in fitoterapia, cromopuntura e riequilibrio del respiro Studio in Borgio Verezzi (SV) 347 1105893 - info@laracavallero - www.laracavallero.it Disciplinato ai sensi della legge del 14 gennaio 2013, n. 4 (G. V. 26 gennaio 2013, n. 22)

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Ottanta anni di storia in pillole Le date che hanno segnato il percorso della Cooperativa

1941

Il 12 ottobre, contro la volontà del regime, oltre 450 persone si riuniscono al Cinematografo Odeon e fondano la Società Anonima Cooperativa “L’Ortofrutticola”: il primo presidente è Giuseppe Vazio, gli aderenti iniziali sono 208. Giuseppe Vazio

1950 - 1960

Crescono le spedizioni collettive e l’attività commerciale del “Magazzino Concimi”. L’Ortofrutticola partecipa alla costituzione del Centro Orticolo Sperimentale.

1959

La cooperativa intraprende la via dell’esportazione, adottando un apposito “Regolamento speciale”.

1960

1972

La Cooperativa avvia il rapporto commerciale con la Coop.

1973

Viene istituito il servizio di assistenza tecnica.

1986

Diviene operativo il Ce.Mi.Va. il Centro di Miglioramento Varietale in Regione Massaretti, zona dell’attuale sede della Cooperativa.

1988

Introduzione dei sistemi di lotta integrata.

1997

Viene sottoscritto l’accordo con la CC container per la gestione del deposito dei Carrelli CC.

1999

L’Ortofrutticola, i Viticoltori Ingauni e la Cooperativa olivicola di Arnasco si consorziano nella Coop Intesa.

2004

Viene inaugurato l’OrtoShop, il negozio della Cooperativa aperto a tutti, con prodotti d’eccellenza della produzione locale e tutto il necessario per hobbisti e professionisti del settore.

L’Ortofrutticola aumenta il proprio capitale sociale e acquista i terreni di località Morella dove sarà costruita la nuova sede.

1970

Viene ultimata la sede di Via Dalmazia.

1971

Inizia la “vendita all’asta” con banditore elettronico.

La costruzione dell’attuale sede in Regione Massaretti

2004 - 2011

L’asta all’olandese

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Viene acquistato il terreno in Regione Massaretti dove sorgerà l’attuale nuova sede della Cooperativa. Nel 2006 viene approvato il progetto. Nel 2009, settembre, si apre il cantiere.


2011

Viene stipulato l’atto di vendita dell’area di via Dalmazia.

2012

Viene inaugurata l’attuale sede in Regione Massaretti.

2013

2021

È attivato l’impianto fotovoltaico

Ottanta anni dalla nascita della Cooperativa e la storia continua…

2016

Tappa importante per le certificazioni della nostra Cooperativa: siamo diventati certificati GLOBAL G.A.P. - CHAIN OF CUSTODY Version 5.0 per le piante aromatiche in vaso e recise e per i prodotti ortofrutticoli freschi. Abbiamo inoltre esteso la certificazione dei prodotti biologici anche alle aromatiche recise.

2019

La struttura della nostra Cooperativa cambia dal suo interno creando un’organizzazione verticistica.

2020

Viene portata a termine la profonda trasformazione e l’organizzazione interna raggiunge il suo assetto definitivo con l’arrivo di un nuovo direttore generale.

I soci della Cooperativa nel 1943

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UN REGALO SPECIALE Un nuovo murale nella nostra galleria all’aperto Il Natale quest’anno ci ha portato un nuovo murale “Ad Arnasco olio si dice ARNASCA” nella galleria all’aperto della cooperativa Olivicola di Arnasco che conta oltre 100 murales realizzati negli ultimi 30 anni da artisti provenienti da tutta Europa lungo tutta la strada che percorre il paese di Arnasco. Questo murale rimarca l’arte di coltivare una varietà unica al mondo: l’Arnasca, protagonista delle nostre confezioni regalo assieme a tanti preziosi prodotti unici del territorio. Come ogni anno si ripete la tradizione di addobbare a festa la Piazza antistante la Cooperativa e i suoi terrazzi, offrendo, per tutto il mese di dicembre, nuove idee regalo e gustosissime colazioni nella nostra “Bottega”. Tanti Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo!

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Nuova legge urgente per il settore agricolo con risarcimenti congrui e sicuri per gli agricoltori Continua nel savonese la raccolta di firme a sostegno della petizione di Cia Liguria per cambiare la legge regionale e dare una soluzione definitiva e più adeguata al rimborso per i danni da cinghiali e da ungulati, oltre alla necessità di definire un piano per arginare la presenza della fauna selvatica. Dopo l’iniziativa del 26 ottobre scorso, con gli agricoltori scesi in piazza per lanciare la raccolta firme, CIA Savona continua nella sua azione di pressing e sensibilizzazione: l’obiettivo è quello di coinvolgere sempre di più cittadini e istituzioni rispetto a quella che ormai è considerata una vera e propria emergenza. La petizione punta a garantire rimborsi giusti per i danni subiti dagli agricoltori e una seria azione di controllo degli animali selvatici a tutela del territorio e della incolumità pubblica, preservando l’attività e il lavoro degli agricoltori. “Un sistema strutturale di controllo e limitazione di lungo periodo per arginare l’aumento di cinghiali e ungulati sul territorio ligure e savonese, fonte di continui danni e disagi alle produzioni

CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI

PROSEGUE LA RACCOLTA FIRME

agricole” hanno ribadito il presidente provinciale Cia Savona Mirco Mastroianni e il direttore Osvaldo Geddo. “A rischio un settore chiave come quello agroalimentare, con produzioni e coltivazioni spesso rovinate in maniera irreparabile, senza contare i danneggiamenti alle strutture delle imprese agricole. È necessario un nuovo piano in grado di agire su più fronti: dalle difese passive, alla diffusione delle gabbie di cattura, alle battute di selezione fino alla messa in atto di azioni di riduzione della capacità riproduttiva”. “Le modifiche della legge regionale e del regolamento hanno quindi il duplice scopo di una revisione sostanziale del sistema risarcitorio (che oggi esclude i danni strutturali e pone limitazioni alle denunce ripetute, obbligando i coltivatori a recinzioni anche laddove è impossibile installarle) e di introdurre una effettiva possibilità di autodifesa ad oggi solo teorica”. Cia ritiene inoltre che siano maturi i tempi per ridefinire un efficace piano faunistico per una stabile coesistenza fra attività agricole, protezione ambientale e incremento della biodiversità, improntato non più esclusivamente alla tutela del patrimonio faunistico ma anche alla riduzione della presenza di capi di specie nocive come i cinghiali sugli ambiti di ogni territorio provinciale per garantire la sostenibilità. Oltre che negli uffici Cia Savona, di seguito i link per firmare la petizione: https://www.change. org/p/presidente-regione-liguria-basta-cinghiali https://chng.it/PwRRxtL7RB

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CONFAGRICOLTURA

MANOVRA DELLA LEGGE DI BILANCIO 2022 Prioritario salvaguardare la tenuta delle imprese “Gli otto miliardi di euro in più alla dotazione per la riduzione del cuneo fiscale e il taglio dell’IRAP sono un tassello importante per la tenuta dei consumi, a fronte dell’inflazione crescente per l’aumento del costo delle materie prime, ma proprio per questo è altrettanto prioritario salvaguardare la tenuta delle imprese e dell’occupazione”. Luca De Michelis, Presidente di Confagricoltura Savona, ha così esordito nella valutazione della proposta di manovra della Legge di Bilancio 2022, ponendo l’attenzione sul tema lavoro, chiedendo misure correttive alla proposta di manovra. In particolare, ha avanzato la richiesta di impiegare una parte della dotazione degli otto miliardi per alleggerire il costo datoriale del lavoro agricolo, riducendo del 50% le aliquote contributive delle imprese agricole e/o prevedendo meccanismi di incentivazione per la trasformazione dei contratti da tempo determinato a indeterminato. Ha aggiunto De Michelis: “Chiediamo la proroga, anche per il 2022, della misura che consente l’impiego in agricoltura dei percettori del reddito di cittadinanza”.

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Confagricoltura chiede che si superino le difficoltà tecniche che hanno finora precluso la bancabilità del credito d’imposta “Transizione 4.0”. Critico, anche rispetto ai più ampi obiettivi green, il giudizio sul taglio delle agevolazioni fiscali sui progetti di transizione ecologica e innovazione digitale 4.0. Sul fronte dell’accesso al credito, De Michelis ha evidenziato la necessità che la totale gratuità del rilascio della garanzia non sia soltanto fino ad aprile, come ipotizzato, ma fino a giugno 2022. “Il tema della liquidità – ha concluso - rappresenta uno dei nodi della ripresa post Covid”. La legge prevede oltre 2 miliardi di euro destinati a sostenere e rilanciare il settore agricolo, valorizzare la competitività delle filiere e favorire gli agricoltori under 40. Il rinnovo del Bonus Verde per i prossimi tre anni: questi i numeri della Legge di Bilancio. Per il settore agroalimentare le misure e le cifre sono ampiamente superiori rispetto al passato. I provvedimenti più importanti riguardano l’istituzione del Fondo mutualistico nazionale a copertura dei rischi catastrofali per sostenere più efficacemente la gestione del rischio da parte delle aziende agricole, la proroga dell’esenzione IRPEF dei redditi dominicali e agrari, il sostegno alla competitività delle filiere, la decontribuzione per gli imprenditori agricoli e coltivatori diretti under 40, il rinnovo del Bonus Verde, a cui si aggiungono interventi per la zootecnia e importanti stanziamenti per proseguire l’attuazione della Strategia nazionale forestale.


IN GAZZETTA LA LEGGE CONTRO LE PRATICHE SLEALI, ECCO COSA CAMBIA L’Italia ha finalmente recepito la norma europea fortemente voluta da Coldiretti La concorrenza sleale che subiscono i prodotti italiani che arrivano sui mercati esteri è da sempre un problema gravissimo, che ha forti ripercussioni economiche; si tratta di pratiche che sviliscono, sottopagandolo, il lavoro dei nostri produttori agricoli a cui finalmente si è posto rimedio con questa nuova norma. Finalmente arriva, infatti, il tanto atteso stop alle speculazioni che sottopagano i produttori agricoli in un momento in cui sono costretti ad affrontare pesanti rincari dei costi di produzione di tutte le materie prime oltre che ai rincari di carburanti ed energia. “L’avvenuta pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo in attuazione della Direttiva Ue sulle pratiche commerciali sleali, fortemente voluto dalla nostra Organizzazione – afferma il Presidente di Coldiretti Savona Marcello Grenna - realizza un percorso virtuoso finalizzato a garantire una equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera proprio in un momento in cui molte imprese agricole stanno vendendo sottocosto anche per effetto di

pratiche scorrette che scaricano sull’anello più debole della filiera i maggiori oneri”. Il balzo dei costi, infatti, si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole strozzate da aumenti dei costi non compensati da prezzi di vendita adeguati. Con il nuovo provvedimento scatta lo stop per 16 pratiche sleali che vanno dalle limitazioni delle vendite sottocosto al rispetto dei termini di pagamento, al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, ai pagamenti non connessi alle vendite e fino ai contratti rigorosamente scritti. “L’approvazione delle norme contro le pratiche sleali nel commercio alimentare rappresenta una svolta storica per garantire un giusto prezzo ad agricoltori e allevatori in una situazione in cui per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo” conclude il presidente di Coldiretti Savona.

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LA STORIA DELLA COOPERATIVA La Viticoltori Ingauni società Agricola Cooperativa nasce nel 1976 per iniziativa di 13 soci, che si uniscono per vinificare e commercializzare il vino più tipico della nostra zona: il Pigato. Negli anni il numero dei soci è andato gradatamente aumentando con conseguente incremento delle quantità e delle tipologie di uve vinificate, infatti oltre al Pigato si fanno sempre più strada gli altri vitigni della nostra riviera di ponente, il Vermentino, il Rossese detto di Campochiesa, l’Ormeasco di Pornassio nelle sue varianti più conosciute quali il tradizionale, il Superiore e lo Sciac-tra, e la Lumassina mossa. La Cooperativa ad oggi conta circa 198 soci iscritti, che sono distribuiti su un territorio della Riviera Ligure di Ponente che và dal Finalese, all’Albenganese fino al territorio di Diano Marina, mentre l’entroterra riguarda in parte la Valle del Lerrone e soprattutto la Valle Arroscia risalendo da Albenga fino al comune di Pornassio passando per Ortovero. La nostra Cooperativa non ha terreni nè di proprietà nè in affitto, pertanto tutta la produzione deriva da uve conferite dai soci, che hanno le proprie aziende su un territorio molto vasto con terroir altrettanto vario, permettendo così di beneficiare delle caratteristiche migliori delle uve provenienti dalle varie zone. Attualmente vengono vinificati all’anno circa 4500/4700 q.li di uve di cui il Pigato costituisce circa il 58% il Vermentino circa il 18% l’Ormeasco di Pornasio nelle varie tipologie circa il 10% il Rossese

circa il 7% la Lumassina e i vini IGP e da Tavola il restante 7%. Vari sono stati i riconoscimenti conseguiti dalla nostra Cooperativa negli anni quali concorso Douja d’Or anni 1994-1995-20032005-2006-2009-20102011; il premio Gran medaglia d’argento di Cangrande (conferita al Vinitaly di Verona). Attualmente la sede della nostra cooperativa, si trova ad Ortovero (SV) in Via Roma n 3, al suo interno vi è presente un piccolo punto vendita dove si possono apprezzare e acquistare tutti i nostri vini sia sfusi che in bottiglia.

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