Lidia Fassio - SIMBOLOGIA DI SATURNO

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Lidia Fassio

SIMBOLOGIA DI SATURNO Come venire a patti con il Grande Vecchio

SPAZIO INTERIORE


Lidia Fassio Simbologia di Saturno © 2014 Lidia Fassio © 2014 Spazio Interiore Tutti i diritti riservati Edizioni Spazio Interiore Via Vincenzo Coronelli, 46 – 00176 Roma www.spaziointeriore.com redazione@spaziointeriore.com editing Maura Gancitano illustrazione in copertina Paola Paramatti I edizione: novembre 2021 ISBN 979-12-80002-38-9

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INDICE

introduzione

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- PARTE PRIMA Capitolo 1

il mito di saturno-crono: la separazione dei genitori del mondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Il Saturno romano • Il mito giudaico, il Patriarcato e la funzione del Super io • Destino e libero arbitrio

Capitolo 2

saturno e l’archetipo del padre

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Struttura del Super io • Psicologia e complesso del capro espiatorio • Saturno e i meccanismi di difesa • Saturno in psicosomatica

Capitolo 3

significati astropsicologici di saturno Controllo e padronanza • Dovere e responsabilità • Ruolo nel mondo • Autorevolezza • Spoliazione • Senso di colpa • Il concetto di merito • Iper-struttura e co-dipendenza • La vecchiaia • I tre cicli di Saturno

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Capitolo 4

saturno nelle 12 case astrologiche

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Saturno in i casa • Saturno in ii casa • Saturno in iii casa • Saturno in iv casa • Saturno in v casa • Saturno in vi casa • Saturno in vii casa • Saturno in viii casa • Saturno in ix casa • Saturno in x casa • Saturno in xi casa • Saturno in xii casa

- PARTE SECONDA Capitolo 5

gli aspetti saturno-luna

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Capitolo 6

gli aspetti saturno-sole Capitolo 7

gli aspetti saturno-mercurio

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gli aspetti saturno-venere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Capitolo 8

Capitolo 9

gli aspetti saturno-marte

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Capitolo 10

gli aspetti saturno-giove


Capitolo 11

gli aspetti saturno-urano

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Capitolo 12

gli aspetti saturno-nettuno

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Capitolo 13

gli aspetti saturno-plutone conclusioni



A Lara e alla mia famiglia



INTRODUZIONE

L’Astrologia appare come un mediatore tra la sfera dell’Assoluto e il mondo della manifestazione. Denise Madin Gentili

Parlare di Saturno – pianeta conosciuto fin dall’antichità, che nella ruota zodiacale ha il numero 7 e che governa il segno del Capricorno e dell’Acquario – è parlare della storia dell’Astrologia. Fino alla scoperta di Urano, infatti, Saturno è stato visto come il guardiano della soglia, l’ultimo baluardo, il Signore del mondo conosciuto. Del resto, è l’ultimo dei pianeti che riguardano la coscienza individuale: simboleggia il suo limite, il confine oltre il quale c’è il buio e l’io non vede chiaramente. Il grande regno dell’inconscio, che tanto fa paura. Saturno è l’archetipo più chiamato in causa nella strutturazione dell’io, dato che è legato alla materia e alla concretizzazione: è attraverso di lui, infatti, che i contenuti dell’inconscio assumono una forma precisa, in modo che la coscienza possa percepirli. Saturno si occupa di tutte le forme psicologiche, mentali e fisiche. Anche l’ossatura – la parte più densa del nostro corpo, quella che ci permette di stare in piedi e di essere indipendenti – è governata da questo principio. Saturno rappresenta una sorta di collagene cosmico che condensa e struttura, permettendo che – a partire dalla sostanza comune – ciascuno di noi si differenzi dagli altri e manifesti una precisa identità. Questo archetipo fornisce all’individuo la sua struttura interna, sostenendone l’integrità

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psichica, che prende forma man mano che i contenuti dell’inconscio vengono riconosciuti, definiti e organizzati dalla coscienza. Senza il supporto di un principio ordinatore, infatti, non sarebbe possibile alcun tipo di definizione e l’uomo non sarebbe in grado di avviare il proprio processo di individuazione.1 Saturno ci ricorda in ogni momento che siamo soggetti alle leggi fisiche della materia, con tutti i limiti e le possibilità che tale condizione impone. È il guardiano della porta della coscienza che consente di contattare l’universale e l’indefinito, cioè di entrare in rapporto con l’inconscio, senza troppi rischi. È il contenitore che racchiude la parte spirituale, che la custodisce fino al momento in cui siamo pronti per liberarla. Il suo glifo ♄ simboleggia la croce della materia che domina lo spirito, ovvio riferimento alla condizione umana; per questo motivo, ancora oggi viene percepito come ostile, rigoroso e restrittivo: in una parola, malefico.2 A giudicare dai timori che molte persone ancora oggi manifestano nei confronti di questo archetipo, si può ipotizzare che su di esso continuino a proiettarsi le difficoltà che l’essere umano sperimenta nel complicato rapporto con la materialità. La paura è l’emozione più antica e il cervello umano è organizzato in modo tale da tenerla in gran conto, poiché porta informazioni che proteggono dai pericoli. Tuttavia, il timore destato da Saturno è anacronistico, se è vero che oggi abbiamo la facoltà di esercitare almeno in parte libertà e arbitrio, a differenza di ciò che accadeva nell’antichità, quando l’uomo si sentiva totalmente 1. Nella teoria junghiana, il processo di individuazione (da individuo, cioè “non diviso”) rappresenta il percorso che ogni persona è chiamata a fare per ridiventare completa. Per trovare la propria unicità, la psiche deve prima emergere dalla matrice collettiva. 2. Questa espressione ha accompagnato nei secoli Saturno, considerato il Grande Malefico al fianco di Marte, il Piccolo Malefico.

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in balìa della natura e degli eventi. Ciononostante, queste proiezioni esistono ancora e sembrano difficili da ritirare, sebbene non ci siano più motivazioni razionali per continuare a pensare a Saturno come a un pianeta malefico: oggi siamo consapevoli del fatto che non sono i pianeti a far accadere le cose, ma che essi riflettono le energie di cui si dispone, nonché il modo unico e personalissimo in cui gli eventi si organizzano nella psiche di ciascuno. Di conseguenza, è del tutto irrazionale pensare che esista un’energia universale esclusivamente malefica, mentre è corretto dire che le implicazioni simboliche di Saturno risultano difficili e faticose da integrare per l’uomo che non vuole accettare i limiti imposti dalla materialità. Saturno si trova in una sorta di terra di mezzo: se da un lato organizza le forme e contribuisce a dar loro una struttura al fine di liberarle dal caos, dall’altra impone dei limiti e mette in guardia l’uomo che vorrebbe superarli senza avere strumenti appropriati. Saturno rappresenta i confini della natura e della materia, ma sostiene la coscienza affinché questa si impadronisca degli strumenti necessari a superarsi, contattando la parte spirituale: così come sul piano psicologico organizza e difende la coscienza fino a che questa non è in grado di ritornare in contatto con l’inconscio, sul piano universale stimola l’uomo ad affrancarsi dalla vita primitiva e naturale, e a creare organizzazioni sociali sempre più complesse, dotate di codici e regole di comportamento in grado di educare e mettere al bando gli aspetti umani più primitivi. Per questa ragione, Saturno esprime pienamente i temi dell’era patriarcale, periodo in cui l’uomo ha iniziato a prendere le distanze dalla natura, dal femminile e dal cosmo, elaborando tre nuovi miti: la nascita di una divinità maschile rigorosa e normativa (il Super io); la cacciata dal Paradiso Terrestre (la scissione dall’inconscio); la nascita del senso di colpa e la conseguente punizione (il lento e graduale controllo degli istinti). Questi miti

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hanno perduto molta della propria forza, ma inconsciamente contaminano ancora la filosofia, i valori e la morale del mondo occidentale, che vive con l’illusione della supremazia della ragione sul sentimento. A tutti gli effetti, le società patriarcali hanno la presunzione di dominare gli istinti con l’ausilio di codici e leggi che regolano i comportamenti individuali, spingendo l’uomo a incentivare il controllo su se stesso dietro la minaccia della punizione: chi non riesce nell’intento viene in qualche modo isolato, e ciò permette a tutti gli altri di proiettare e allontanare da sé le colpe. Il patriarcato si radica nella centralità della coscienza e dell’io che osserva, controlla, definisce, razionalizza e codifica ciò che è giusto e ciò che non lo è. Saturno garantisce che ogni forma possa avere una struttura che duri nel tempo, dunque desidera che ciascuno raggiunga uno stato di maturità e di indipendenza e diventi un individuo a pieno titolo. Dal punto di vista fisiologico, peraltro, rappresenta la struttura ossea, la postura eretta che garantisce la visione piena e, soprattutto, la voglia di dominare l’ambiente. Così come ognuno è in grado fisicamente di stare in piedi, anche a livello psicologico deve cercare di reggersi da sé, diventando forte e capace di far fronte a ciò che la vita richiede. Saturno è l’ultimo pianeta visibile all’occhio umano e governa la soglia che separa la coscienza dall’inconscio, al quale – pur con fatica – l’uomo è in grado di aprire le porte. Secondo gli antichi, del resto, Saturno era preposto a difendere le colonne d’Ercole che si trovavano ai confini del Mediterraneo, che rappresentava il mondo conosciuto.3 Oggi questa interpretazione non è più valida, dato che i veri guardiani della soglia sono Plutone ed Eris,

3. Le colonne d’Ercole erano considerate il limite del mondo conosciuto, oltre il quale c’era l’abisso.

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gli ultimi pianeti avvistati nel nostro sistema solare, che governano la vita e la morte con tutti i loro misteri. La scoperta di Urano, Nettuno, Plutone ed Eris – cioè i pianeti trans-saturniani o trans-personali – ha dimostrato, infatti, che il nostro sistema solare riserva ancora delle sorprese: la coscienza rappresenta solo una piccola porzione della nostra psiche, ma esistono territori vasti ancora pieni di mistero. Nella psiche governa il Sé, mentre nella coscienza governa l’io. Nell’antichità, tutto ciò che sfuggiva all’occhio umano faceva paura, perché si temeva che fosse popolato da demoni in grado di impadronirsi della mente dell’uomo, spingendolo a commettere atti sconsiderati. Fino alla scoperta della psicanalisi, per esempio, le pulsioni erano considerate il prodotto della possessione operata sull’uomo da parte di creature maligne. Ancora oggi, ciò che l’uomo non riesce a riconoscere in se stesso è visto con sospetto, oppure negato, sebbene già nel ’900 Carl Gustav Jung abbia sottolineato che oltre la coscienza esistono potenzialità infinite, che si evidenziano nei sentimenti migliori e in quell’insieme di ideali che spingono l’uomo a migliorarsi, così come negli atti inconsulti di cui egli può macchiarsi. Separando la coscienza dall’inconscio, Saturno ha dato vita alla dualità e alla divisione netta tra luce e ombra: sebbene non esista a livello assoluto, tale separazione è necessaria alla coscienza che, per formarsi e crescere, deve prima differenziarsi dalla totalità, considerando luminoso e positivo (quindi bene) tutto ciò che può accogliere e oscuro e negativo (quindi male) ciò che non può vedere e conoscere. Saturno rappresenta un invito al viaggio: l’eroe deve discendere nelle profondità della propria anima (inconscio) al fine di illuminare le zone d’ombra, liberando e portando in superficie (coscienza) sia i contenuti pericolosi sia i tesori nascosti. Saturno traccia la linea di confine tra i due mondi e aiuta l’io a rafforzarsi

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e a procurarsi gli strumenti necessari ad affrontare quell’Aldilà che lo impaurisce, ma che deve conoscere e integrare. Molti dei contenuti di questo libro rovesceranno l’antica visione di Saturno, l’archetipo senza il quale la vita fisica, psichica e spirituale non esisterebbe, o almeno non come la intendiamo oggi.

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Capitolo 2

SATURNO E L’ARCHETIPO DEL PADRE

Quando la vita si inceppa e resta invischiata nello stallo, bisogna rovistare nel buio e cercare nell’ombra. Aldo Carotenuto

Fino alla metà del secolo scorso, il padre era l’unico genitore a esercitare la patria potestà, incarnando la piena autorità nei confronti dei figli. Agli inizi degli anni ’50 erano ancora molte le famiglie in cui si utilizzava il voi per riferirsi a lui, a testimonianza della soggezione che si aveva nei confronti di questa figura. La struttura sociale patriarcale identificava in Saturno il ruolo paterno. Ora le cose sono cambiate, i padri sono molto diversi da quell’immagine e, di conseguenza, è principalmente il Sole a incarnare tale ruolo, sebbene Saturno abbia ancora una parte importante: sono le funzioni paterne a consentire la strutturazione del Super io, che sostiene l’io nel difficile viaggio di crescita e, in caso di difficoltà, lo protegge. Per ottenere una reale liberazione, come vuole Saturno in casa x, bisogna congedarsi definitivamente dai genitori e dai bisogni emotivi, simboleggiati dalla Luna e dalla casa iv. Secondo Jung, per diventare psicologicamente adulti bisogna vincere la lotta col drago materno e procedere poi alla simbolica uccisione del padre; ciò può avvenire solo dopo una revisione profonda delle radici. In sostanza, bisogna interrompere la simbiosi con la madre e il

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desiderio infantile di essere protetti e sostenuti emotivamente da altre persone, imparando a supportarsi dall’interno. Sebbene la psicologia si sia sempre concentrata sul rapporto tra il bambino e la madre, oggi è risaputo che anche il rapporto con il padre inizia dalla nascita e che diventa indispensabile nel momento in cui il figlio si separa psicologicamente dalla figura materna. È il padre a sostenere la differenziazione, aiutando il figlio a uscire dall’invischiamento con la madre, il cui protrarsi potrebbe contaminare e bloccare lo sviluppo dell’identità personale. L’uomo è inizialmente deputato ad affiancare la madre nell’accudimento e, in via privilegiata, a offrire sostegno fisico e psicologico alla compagna, aiutandola a superare le ansie della maternità. Le difficoltà nella fase prenatale che coinvolgono Saturno e il Sole del bambino autorizzano a pensare a un ruolo difficile e a una mancanza di coinvolgimento di questa figura. La nascita di un figlio richiede preparazione perché obbliga l’uomo a rivivere la propria infanzia e il rapporto avuto con il proprio padre. La presenza di aspetti di Saturno con il Sole suggeriscono distanza, freddezza e scarsa accoglienza, e parlano di un uomo in difficoltà con la vicinanza e la protezione di cui un neonato ha bisogno. È possibile che il padre provi sentimenti di gelosia verso il figlio, percepito come causa dell’allontanamento emotivo della compagna. Visto attraverso gli occhi di Saturno, il padre può apparire troppo concentrato sul lavoro e sulle proprie ambizioni, pronto a disinvestire energie sul piano privato. Questi comportamenti sono ancora in parte sostenuti dalla nostra cultura, che investe l’uomo di sempre maggiori responsabilità economiche e materiali a scapito dell’impegno affettivo. Se sono presenti opposizioni sull’asse iv-x, è probabile che il padre abbia preso le distanze da tutto ciò. Secondo lo psicanalista Aldo Carotenuto, spesso i padri affermano di non potersi occupare dei figli solo perché non si sentono all’altezza del ruolo, di conse-

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guenza si disimpegnano, soprattutto all’inizio, spostando sul piano materiale ciò che non sanno dare emotivamente. I figli, però, vivono questa disattenzione come una disaffezione. Se il padre delega ruolo e potere alla madre, il figlio resterà invischiato in un rapporto che creerà problemi sia sul piano dell’identità, sia nella propria futura paternità. Il figlio maschio, in particolare, deve trovare interessante la figura paterna e imparare da lei, perché sarà questo rapporto a dargli la forza di staccarsi a tempo debito dalla madre. Se nel padre avvertirà qualcosa di distruttivo, di competitivo o di negativo si scollegherà dalle qualità paterne, non riuscendo a riconoscerle in se stesso. Per le figlie, invece, il padre rappresenta l’elemento estraneo, che pone in evidenza le differenze e che permette la creazione dell’Animus femminile, che nella vita guida nella ricerca dei partner, nel processo di autorealizzazione e nell’avvicinamento al principio spirituale. La bambina ha bisogno del padre per rapportarsi con l’altra metà del mondo e, soprattutto, per avviare il delicatissimo triangolo che consente di erotizzare le istanze utili alle future relazioni. Il rapporto con il padre è il filo conduttore per individuare cosa si vuole da una relazione e cosa si cerca in un uomo: il lato intellettuale, il potere, l’autorità, la forza o la brillantezza. Il padre fornisce ai figli un modello da imitare e ricercare, e per questo deve essere un riferimento autentico e non secondario. Essere presenti è necessario per poter evitare negazioni o idealizzazioni, due modalità che inibiscono una vera crescita individuale. Il vuoto paterno è il principale responsabile delle fantasie femminili sul principe azzurro, ancora tanto presenti nella nostra cultura, e delle fragilità nei figli maschi. In un certo senso, il padre è l’ispiratore, la guida che aiuta a superare gli ostacoli che la vita pone; permette di rinunciare nell’immediato a ciò che si desidera per ottenere un giorno qualcosa di molto più importante. È il padre che apre la strada al raggiungimento

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della condizione adulta, a cui Saturno e il Sole concorrono in modo sostanziale. Inutile sottolineare il ruolo della frustrazione nell’acquisizione di questa capacità, che permette la strutturazione del Super io e la canalizzazione dell’espressione spontanea della libido, consentendo al bambino di investirla in obiettivi concreti e realizzabili. Fondamentale in questi processi è la presenza di Saturno che, se da un lato sembra frustrare l’io, sottoponendolo al riconoscimento dei limiti interni ed esterni, dall’altro lo spinge a venire a patti con la realtà, introiettando regole e leggi che disciplineranno la sua vita. Saturno supporta quella parte dell’identità che raffina e struttura le capacità. Se il padre non avvia al rispetto della legge, il suo ruolo di autorità sarà un fallimento, e il figlio avrà difficoltà a realizzarsi, poiché mancherà di costanza e di disciplina e non saprà scegliere il metodo migliore per affermarsi nel mondo, diventando insicuro, instabile, arrabbiato, impotente e inconcludente. È il padre che aiuta il figlio a ordinare e organizzare le energie psichiche, il principio di realtà che affianca il principio di piacere. Se il padre non esiste o è assente, fallirà nel suo ruolo di educatore: non a caso, l’Astrologia domicilia il Sole nel segno del Leone, deputato alla procreazione e all’educazione, mentre colloca la realizzazione personale nel Capricorno, naturale domicilio di Saturno. Il Sole è anche simbolo del potere spirituale, cuore della vita psichica alla quale il padre consente l’accesso, e ha molto a che fare con il significato della vita; per questo spinge a mettersi in viaggio, obbligando l’individuo ad andare al di là della materialità. Durante l’adolescenza, il figlio ha bisogno dell’appoggio del padre per trasformare la personalità infantile in quella di adulto, preparandosi al ruolo che vorrà avere nel mondo. Quadrature e opposizioni tra Sole e Saturno mettono in discussione il ruolo

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paterno, lasciando nel figlio delle fragilità spesso compensate da una rigidità caratteriale che maschera un senso di svalutazione interno, che tende a sabotare ogni realizzazione. Questi aspetti ricordano l’antico mito di Crono, che ingoiava i figli privandoli del sostegno e dell’energia maschile necessari ad affrontare la vita reale.

Struttura del Super io Nella sua espressione luminosa, il Super io rappresenta a tutti gli effetti una funzione di protezione e di aiuto all’io, ma può distorcersi e diventare tirannico, sottraendo a quest’ultimo la forza, la volontà e la voglia di realizzarsi. In un bambino, la struttura del Super io si forma nel delicato rapporto con l’autorità, rappresentata da coloro che si prendono cura di lui, invitandolo ad adeguarsi a un complicato sistema di leggi, regole e divieti. In situazioni particolari, il Super io può esautorare l’io limitandone le funzioni e imponendo norme e divieti che formeranno il senso del limite. Le regole tendono a limitare la naturale propensione egoica del bambino al fine di abituarlo a vedere oltre se stesso, aiutandolo a capire che bisogna operare per il bene comune e non solo per sé, rispettando le leggi del gruppo; che la mente deve organizzare le energie presenti nel corpo e nella psiche e metterle a disposizione dell’io; che le relazioni umane e l’etica hanno leggi che vanno seguite; infine, che le trasgressioni vengono punite. Il concetto di autorità è importante per comprendere ciò che è giusto e ciò che non lo è, ma l’apprendimento avviene spesso attraverso restrizioni, doveri, proibizioni e tabù che, sul piano psicologico, inibiscono l’energia psichica che, non potendo fluire spontaneamente, viene assoggettata al controllo dell’io e del Su-

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per io. Non adeguarsi alle regole è sintomo di non accettazione, di ansia e di inadeguatezza, sentimenti che generano paura, isolamento e vergogna. Tutto ciò spinge alla condiscendenza e alla disciplina, e la volontà dell’io mette in pratica i dettami dell’autorità opponendosi alle naturali istanze pulsionali. Si può affermare che duemila anni di storia occidentale siano stati dedicati all’educazione degli istinti e delle emozioni, due istanze che mal si adattano a essere limitate e confinate. In questo lunghissimo tempo, corrispondente all’Era dei Pesci, è stato introiettato il concetto di autorità. Anche di questo vi era già traccia nei miti greci: gli Eroi combattevano contro nemici mostruosi, ossia le forze naturali che, se lasciate libere, creavano disorganizzazione e paura sia negli individui sia nella società; tuttavia, in questi racconti mancava totalmente il senso di colpa di cui è invece impregnato il mito ebraico. A livello astrologico, la forza e l’intera organizzazione del Super io (Saturno) è preposta a tenere a bada Urano, Nettuno e Plutone, le tre istanze inconsce che, in mancanza di una solida struttura interna dell’individuo, possono impossessarsi della coscienza e destabilizzarla fino anche a distruggerla. Nell’infanzia la funzione del Super io è protettiva per l’io che, mancando ancora di forza, di valori e di discriminazione, può essere facile preda delle pulsioni inconsce. La graduale introiezione del senso del bene e del male, del lecito e dell’illecito e del giusto e dello sbagliato, permette all’io di formare una gamma di valori a cui rispondere per poter scegliere e comportarsi eticamente. Saturno è considerato il Signore del Limite poiché è a guardia della sottile linea di confine che sta tra la coscienza e l’inconscio. Il suo compito è quello di cementare, dare forza e struttura all’io, affinché acquisisca gli strumenti necessari ad avventurarsi alla scoperta del mondo transpersonale. La coscienza racchiude ciò

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che un individuo conosce di se stesso, ma deve riflettere ciò che è potenzialmente: l’espressione dell’identità, cioè delle istanze con cui si è identificati (corpo, pensieri, sentimenti e azioni).18 L’identità è in continuo movimento e, come ho scritto ne I nostri simboli interiori, se all’inizio ci si identifica con il padre o con la madre, successivamente è necessario differenziarsi e dis-identificarsi per riuscire a riconoscere la propria vera natura. La coscienza ha due parti: una che permette di riconoscersi, di avere un senso di sé e di continuità; un’altra osservante, che riflette su se stessa e viene definita autocoscienza. La capacità di autoriflessione è tipicamente umana, e spinge l’uomo a migliorarsi operando in armonia con la struttura del Super io, che desidera il rispetto delle leggi e della morale interne, attraverso cui sviluppa il proprio ideale. L’ideale dell’io può però distorcersi e dar vita a molte difficoltà, diventando una sorta di sabotatore interno che alimenta sensi di colpa e inadeguatezza. Uno dei problemi in cui può incappare la parte saturniana è il perfezionismo: il Super io non è più un sostegno per l’io, ma si trasforma in un censore tirannico che ritiene sempre insoddisfacente ogni risultato raggiunto. Per questa duplice peculiarità, Saturno può essere accostato alla figura mitica di Giano Bifronte: nella prima parte della vita volge la faccia verso la coscienza, proteggendola dalle incursioni dell’inconscio, mentre alla fine del primo ciclo la rivolge verso di esso, aprendo un dialogo con le parti sconosciute.19 18. L’identificazione è un processo che si svolge dai 4 ai 6 anni, alla fine della fase edipica, e ha la funzione di saldare sesso biologico e sesso psicologico. 19. Giano Bifronte era un’antica divinità del pantheon romano. Era raffigurato con due volti opposti, uno che guardava avanti a sé e uno che guardava dietro di sé.

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