Lidia Fassio - Simbologia di Saturno

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Karnak - 7



Lidia Fassio

SIMBOLOGIA DI SATURNO Come venire a patti con il Grande Vecchio


Lidia Fassio Simbologia di Saturno © 2014 Lidia Fassio © 2014 Spazio Interiore Tutti i diritti riservati Edizioni Spazio Interiore Via Vincenzo Coronelli 46 • 00176 Roma Tel. 06.90160288 www.spaziointeriore.com info@spaziointeriore.com editing Maura Gancitano illustrazione in copertina Paola Paramatti I edizione: novembre 2014 ISBN 88-97864-55-4 Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, archiviata o trasmessa in qualsiasi forma o attraverso qualunque mezzo, inclusi quelli elettronici, meccanici, di fotocopiatura o di registrazione, senza l’autorizzazione dell’editore.


INDICE

introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11

parte prima Capitolo 1 il mito di saturno - crono: la separazione dei genitori del mondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 Capitolo 2 saturno e l’archetipo del padre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 Capitolo 3 significati astropsicologici di saturno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53

parte seconda Capitolo 4 saturno nelle 12 case astrologiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73 Capitolo 5 saturno in i casa

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Capitolo 6 saturno in ii casa

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Capitolo 7 saturno in iii casa

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Capitolo 8 saturno in iv casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 87 Capitolo 9 saturno in v casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91 Capitolo 10 saturno in vi casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97 Capitolo 11 saturno in vii casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103 Capitolo 12 saturno in viii casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109 Capitolo 13 saturno in ix casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 115 Capitolo 14 saturno in x casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121 Capitolo 15 saturno in xi casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125 Capitolo 16 saturno in xii casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 129


parte terza Capitolo 17 gli aspetti saturno - luna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 139 Capitolo 18 gli aspetti saturno - sole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 143 Capitolo 19 gli aspetti saturno - mercurio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 149 Capitolo 20 gli aspetti saturno - venere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 155 Capitolo 21 gli aspetti saturno - marte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 161 Capitolo 22 gli aspetti saturno - giove . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 171 Capitolo 23 gli aspetti saturno - urano

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Capitolo 24 gli aspetti saturno - nettuno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 191 Capitolo 25 gli aspetti saturno - plutone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 189 conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 199



A Lara e alla mia famiglia



INTRODUZIONE

L’Astrologia appare come un mediatore tra la sfera dell’Assoluto e il mondo della manifestazione. Denise Madin Gentili

Parlare di Saturno – pianeta conosciuto fin dall’antichità, che nella ruota zodiacale ha il numero 7 e che governa il segno del Capricorno e dell’Acquario – è parlare della storia dell’Astrologia. Fino alla scoperta di Urano, infatti, Saturno è stato visto come il guardiano della soglia, l’ultimo baluardo, il Signore del mondo conosciuto. Del resto, è l’ultimo dei pianeti che riguardano la coscienza individuale: simboleggia il suo limite, il confine oltre il quale c’è il buio e l’io non vede chiaramente. Il grande regno dell’inconscio, che tanto fa paura. Saturno è l’archetipo più chiamato in causa nella strutturazione dell’io, dato che è legato alla materia e alla concretizzazione: è attraverso di lui, infatti, che i contenuti dell’inconscio assumono una forma precisa, in modo che la coscienza possa percepirli. Saturno si occupa di tutte le forme psicologiche, mentali e fisiche. Anche l’ossatura – la parte più densa del nostro corpo, quella che ci permette di stare in piedi e di essere indipendenti – è governata da questo principio. Saturno rappresenta una sorta di collagene cosmico che condensa e struttura, permettendo che – a partire dalla sostanza comune – ciascuno di noi si differenzi dagli altri e manifesti una precisa identità. Questo archetipo fornisce all’individuo la sua struttura interna, sostenendone l’integrità psichica, che prende forma man mano che i contenuti dell’inconscio vengono riconosciuti, definiti e organizzati dalla coscienza. Senza il supporto di un principio ordinatore, infatti, non sarebbe possibile alcun tipo di definizione e l’uomo non sarebbe in grado di avviare il proprio processo di individuazione.1 1. Nella teoria junghiana, il processo di individuazione (da individuo, cioè “non diviso”) rappresenta il percorso che ogni persona è chiamata a fare per ridiventare completa. Per trovare la propria unicità, la psiche deve prima emergere dalla matrice collettiva.

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Saturno ci ricorda in ogni momento che siamo soggetti alle leggi fisiche della materia, con tutti i limiti e le possibilità che tale condizione impone. È il guardiano della porta della coscienza che consente di contattare l’universale e l’indefinito, cioè di entrare in rapporto con l’inconscio, senza troppi rischi. È il contenitore che racchiude la parte spirituale, che la custodisce fino al momento in cui siamo pronti per liberarla. Il suo glifo ♄ simboleggia la croce della materia che domina lo spirito, ovvio riferimento alla condizione umana; per questo motivo, ancora oggi viene percepito come ostile, rigoroso e restrittivo: in una parola, malefico.2 A giudicare dai timori che molte persone ancora oggi manifestano nei confronti di questo archetipo, si può ipotizzare che su di esso continuino a proiettarsi le difficoltà che l’essere umano sperimenta nel complicato rapporto con la materialità. La paura è l’emozione più antica e il cervello umano è organizzato in modo tale da tenerla in gran conto, poiché porta informazioni che proteggono dai pericoli. Tuttavia, il timore destato da Saturno è anacronistico, se è vero che oggi abbiamo la facoltà di esercitare almeno in parte libertà e arbitrio, a differenza di ciò che accadeva nell’antichità, quando l’uomo si sentiva totalmente in balìa della natura e degli eventi. Ciononostante, queste proiezioni esistono ancora e sembrano difficili da ritirare, sebbene non ci siano più motivazioni razionali per continuare a pensare a Saturno come a un pianeta malefico: oggi siamo consapevoli del fatto che non sono i pianeti a far accadere le cose, ma che essi riflettono le energie di cui si dispone, nonché il modo unico e personalissimo in cui gli eventi si organizzano nella psiche di ciascuno. Di conseguenza, è del tutto irrazionale pensare che esista un’energia universale esclusivamente malefica, mentre è corretto dire che le implicazioni simboliche di Saturno risultano difficili e faticose da integrare per l’uomo che non vuole accettare i limiti imposti dalla materialità. Saturno si trova in una sorta di terra di mezzo: se da un lato organizza le forme e contribuisce a dar loro una struttura al fine di liberarle dal caos, dall’altra impone dei limiti e mette in guardia l’uomo che vorrebbe superarli senza avere strumenti appropriati. Saturno rappresenta i confini della natura e della materia, ma sostiene la coscienza affinché questa si impadronisca degli strumenti necessari a superarsi, contattando la parte spirituale: così come sul piano psicologico organizza e difende la 2. Questa espressione ha accompagnato nei secoli Saturno, considerato il Grande Malefico al fianco di Marte, il Piccolo Malefico.

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coscienza fino a che questa non è in grado di ritornare in contatto con l’inconscio, sul piano universale stimola l’uomo ad affrancarsi dalla vita primitiva e naturale, e a creare organizzazioni sociali sempre più complesse, dotate di codici e regole di comportamento in grado di educare e mettere al bando gli aspetti umani più primitivi. Per questa ragione, Saturno esprime pienamente i temi dell’era patriarcale, periodo in cui l’uomo ha iniziato a prendere le distanze dalla natura, dal femminile e dal cosmo, elaborando tre nuovi miti: la nascita di una divinità maschile rigorosa e normativa (il Super io); la cacciata dal paradiso terrestre (la scissione dall’inconscio); la nascita del senso di colpa e la conseguente punizione (il lento e graduale controllo degli istinti). Questi miti hanno perduto molta della propria forza, ma inconsciamente contaminano ancora la filosofia, i valori e la morale del mondo occidentale, che vive con l’illusione della supremazia della ragione sul sentimento. A tutti gli effetti, le società patriarcali hanno la presunzione di dominare gli istinti con l’ausilio di codici e leggi che regolano i comportamenti individuali, spingendo l’uomo a incentivare il controllo su se stesso dietro la minaccia della punizione: chi non riesce nell’intento viene in qualche modo isolato, e ciò permette a tutti gli altri di proiettare e allontanare da sé le colpe. Il patriarcato si radica nella centralità della coscienza e dell’io che osserva, controlla, definisce, razionalizza e codifica ciò che è giusto e ciò che non lo è. Saturno garantisce che ogni forma possa avere una struttura che duri nel tempo, dunque desidera che ciascuno raggiunga uno stato di maturità e di indipendenza e diventi un individuo a pieno titolo. Dal punto di vista fisiologico, peraltro, rappresenta la struttura ossea, la postura eretta che garantisce la visione piena e, soprattutto, la voglia di dominare l’ambiente. Così come ognuno è in grado fisicamente di stare in piedi, anche a livello psicologico deve cercare di reggersi da sé, diventando forte e capace di far fronte a ciò che la vita richiede. Saturno è l’ultimo pianeta visibile all’occhio umano e governa la soglia che separa la coscienza dall’inconscio, al quale – pur con fatica – l’uomo è in grado di aprire le porte. Secondo gli antichi, del resto, Saturno era preposto a difendere le colonne d’Ercole che si trovavano ai confini del Mediterraneo, che rappresentava il mondo conosciuto.3 Oggi questa in3. Le colonne d’Ercole erano considerate il limite del mondo conosciuto, oltre il quale c’era l’abisso.

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terpretazione non è più valida, dato che i veri guardiani della soglia sono Plutone ed Eris, gli ultimi pianeti avvistati nel nostro sistema solare, che governano la vita e la morte con tutti i loro misteri. La scoperta di Urano, Nettuno, Plutone ed Eris – cioè i pianeti trans-saturniani o trans-personali – ha dimostrato, infatti, che il nostro sistema solare riserva ancora delle sorprese: la coscienza rappresenta solo una piccola porzione della nostra psiche, ma esistono territori vasti ancora pieni di mistero. Nella psiche governa il Sé, mentre nella coscienza governa l’io. Nell’antichità, tutto ciò che sfuggiva all’occhio umano faceva paura, perché si temeva che fosse popolato da demoni in grado di impadronirsi della mente dell’uomo, spingendolo a commettere atti sconsiderati. Fino alla scoperta della psicanalisi, per esempio, le pulsioni erano considerate opera della possessione operata sull’uomo da parte di creature maligne. Ancora oggi, ciò che l’uomo non riesce a riconoscere in se stesso è visto con sospetto, oppure negato, sebbene già nel ’900 Carl Gustav Jung abbia sottolineato che oltre la coscienza esistono potenzialità infinite, che si evidenziano nei sentimenti migliori e in quell’insieme di ideali che spingono l’uomo a migliorarsi, così come negli atti inconsulti di cui egli può macchiarsi. Separando la coscienza dall’inconscio, Saturno ha dato vita alla dualità e alla divisione netta tra luce e ombra: sebbene non esista a livello assoluto, tale separazione è necessaria alla coscienza che, per formarsi e crescere, deve prima differenziarsi dalla totalità, considerando luminoso e positivo (quindi bene) tutto ciò che può accogliere e oscuro e negativo (quindi male) ciò che non può vedere e conoscere. Saturno rappresenta un invito al viaggio: l’eroe deve discendere nelle profondità della propria anima (inconscio) al fine di illuminare le zone d’ombra, liberando e portando in superficie (coscienza) sia i contenuti pericolosi sia i tesori nascosti. Saturno traccia la linea di confine tra i due mondi e aiuta l’io a rafforzarsi e a procurarsi gli strumenti necessari ad affrontare quell’Aldilà che lo impaurisce, ma che deve conoscere e integrare. Molti dei contenuti di questo libro rovesceranno l’antica visione di Saturno, l’archetipo senza il quale la vita fisica, psichica e spirituale non esisterebbe, o almeno non come la intendiamo oggi.

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Parte Prima

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Capitolo 1

IL MITO DI SATURNO - CRONO: LA SEPARAZIONE DEI GENITORI DEL MONDO

Abbiamo dunque il difficile compito di dover mediare tra poli opposti: da una parte i valori collettivi, con il loro carico di divieti e sanzioni, le cosiddette “tavole della legge”, e dall’altra una persona autonoma che, di volta in volta, evolve ed elabora i precetti della società, trasformandoli nelle “tavole individuali” delle leggi interne. Aldo Carotenuto

Il mito di Saturno è legato indissolubilmente alle prime fasi della creazione del mondo che, dal punto di vista psicologico, simboleggia la nascita della coscienza egoica.4 Saturno è un Titano, uno dei tanti figli di Urano e Gea che, unendosi, hanno popolato il mondo.5 Urano è il dio del Cielo stellato – la parte spirituale, il maschile – mentre Gea è la Terra – la parte materiale, il femminile – che insieme hanno creato la vita e che dividendosi hanno generato gli opposti e la polarità. Anche la psiche contiene un’energia Yang maschile e una Yin femminile, e dalla simbolica separazione di queste parti nasce l’io cosciente. A questo proposito, è molto esplicativo un mito maori che racconta che Cielo e Terra erano avvolti nelle tenebre per via della loro copula eterna (unità), che non permetteva a nessuno di vedere la luce (coscienza) e neppure di camminare in piedi, dato che il Cielo era coricato proprio sulla Terra.6 I figli di queste due divinità sentivano una forte spinta a 4. Nel mio testo Simbologia della Luna, Spazio Interiore 2013, spiego bene questo passaggio. 5. I Titani erano la generazione divina primitiva da cui hanno preso vita gli dèi dell’Olimpo. 6. Il mito maori della creazione è riportato da E. Neumann in Storia delle origini della coscienza, Astrolabio 1978.

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cambiare il proprio stato al fine di vedere e comprendere la differenza tra la luce e l’ombra. Dopo una seduta ricca di aspri conflitti, i figli decisero di separare i due genitori, in modo che il Cielo potesse regnare sopra le loro teste, e la Terra sotto i loro piedi. In questo modo l’unità si scisse, e dallo spazio che si creò riuscì finalmente a penetrare la luce. Secondo un mito greco, invece, Urano temeva che le proprie creature (mostruose) potessero detronizzarlo e, pertanto, ricacciava nelle viscere della Terra i figli che Gea partoriva.7 Urano è legato alla perfezione (spirito), mentre le forme partorite da Gea (materia) erano mostruose perché non godevano della luce della coscienza. Lo stato di incoscienza/ soffocamento in cui vivevano le prime creature era dovuto non tanto al padre, quanto allo stato di oscurità (inconscio) in cui il mondo si trovava prima della separazione tra Cielo e Terra, un mondo simbolicamente senza luce. Chiunque dimora in tale condizione prima della nascita dell’io, che nel mito è rappresentata dalla separazione dei genitori primordiali.8 Il mito racconta che, stanca e avvilita dalla situazione, Gea escogitò un modo per liberare i figli: chiamò Saturno/Crono, che sembrava il più adatto a compiere il gesto richiesto, e gli diede un falcetto con cui evirare il padre.9 Fu così che il figlio divise la coppia primordiale Terra/ Cielo, dando vita alla dualità. Tale separazione/differenziazione simboleggia un passaggio fondamentale a livello psicologico: la nascita degli opposti psichici, cioè le categorie (giorno/notte, sopra/sotto, bene/ male, sacro/profano, soggetto/oggetto, io/non-io). La castrazione di Urano creò un’ulteriore distanza tra la condizione umana e la perfezione divina, costringendo l’uomo ad avvertire la propria incompletezza: l’essere umano, benché incarnato nella realtà materiale, avrebbe avuto l’istinto di elevarsi verso il Cielo, ricreando una relazione con la parte da cui aveva preso le distanze.

7. Le creature generate da Urano e Gea (Titani, Giganti e Ciclopi) sono mostruose perché prive di luce e di coscienza, pertanto sono inaccettabili per il padre, che le sacrifica e le ricaccia nelle viscere della Terra. 8. Nel mondo giudaico questo passaggio è raccontato nel mito della cacciata dal Paradiso Terrestre, che induce Adamo ed Eva a fare esperienza del sudore e del dolore, ovvi riferimenti all’apparizione del conflitto derivante dall’uscita dallo stato di completezza e di incoscienza. 9. Crono è il nome greco di Saturno, che viene anche detto Signore del Tempo, dato che questo inizia a scorrere dal momento in cui nasce la coscienza. Nell’inconscio non vi sono né tempo né spazio, ma solo una condizione di eterna indifferenziazione.

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La separazione tra Cielo e Terra rappresenta il primo passo verso la conoscenza/coscienza, che permette all’uomo di discriminare, di comprendere e di accedere al regno spirituale. Con la differenziazione della coscienza si apre anche la strada verso la libertà, che si raggiunge nel momento in cui ci si affranca dallo strapotere dell’inconscio, illuminando le proprie parti oscure. Saturno è dunque l’esecutore materiale di questo atto, che in apparenza sembra terrificante, ma che si rivela l’unica possibilità di uscire dallo stato di indifferenziazione iniziale. Saturno resta un Dio della Terra, e come tale si fa carico dell’imperfezione e di tutto ciò che è tipico della condizione umana, dal corpo che si corrode nel tempo al conflitto, fonte di grandi perturbazioni ma anche di inestimabile crescita. È proprio l’archetipo di Saturno a ricordarci che la vita materiale ha le sue leggi e i suoi limiti ma che, attraverso una crescita graduale e una presa in carico di se stessi, è possibile riconquistare la completezza. La separazione apre alle dimensioni dello spazio e del tempo e alla graduale presa di coscienza della realtà. Nel mito, la castrazione del padre da parte di Saturno rappresentava un atto necessario: ogni figlio, infatti, deve superare i genitori e affrancarsi dal passato, portando così il nuovo nel mondo. Del resto, attraverso il proprio sacrificio Urano ha dato vita a nuovi esseri: dal suo sangue sono nate le Erinni, creature violente e primitive depositarie del destino degli uomini, che rappresentavano l’ira e il dolore di Urano, ma anche l’insieme di rabbia e colpa che ogni figlio deve prendere in carico se vuole voltare le spalle a chi lo ha nutrito e cresciuto; dai suoi testicoli, invece, è nata Afrodite, colei che consente di ricreare la relazione tra gli opposti, riferimento alla possibilità che la coscienza possiede di dar vita a una relazione in grado di sostituire definitivamente l’ambivalente stato di fusione iniziale.10 Afrodite/Venere, infatti, risana la separazione iniziale e consente un dialogo proficuo tra coscienza e inconscio. Afrodite è considerata la Regina dei Triangoli: secondo le discipline esoteriche, il 3 è il numero che permette di vedere le differenze e di riconciliarle, così come 10. Le Erinni erano creature nate dal sangue di Urano. Inizialmente non avevano un numero preciso, ma più avanti il mito fa riferimento solo a tre di loro: Aletto, Tisifone e Megera. Erano raffigurate come geni alati i cui capelli erano intrecciati da serpenti, e tenevano in mano torce e fruste. Secondo il mito, facevano impazzire le loro vittime, torturandole in ogni modo. Omero raccontava che vendicavano i crimini e castigavano soprattutto gli atti perpetrati contro la famiglia, cioè che mettevano in discussione l’ordine sociale. Anche secondo Virgilio tormentavano le anime dei morti con le fruste, spingendole in fondo al Tartaro.

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