Corrado Malanga - IO E DIO

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Corrado Malanga

IO E DIO Scienza e religione a confronto con la Coscienza

SPAZIO INTERIORE


Corrado Malanga Io e Dio © 2022 Corrado Malanga © 2022 Spazio Interiore Tutti i diritti riservati Edizioni Spazio Interiore Via Vincenzo Coronelli, 46 • 00176 Roma www.spaziointeriore.com redazione@spaziointeriore.com editing Elisa Picozza copertina e progetto grafico Francesco Pandolfi I edizione: maggio 2022 ISBN 979-12-80002-44-0 Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, archiviata o trasmessa in qualsiasi forma o attraverso qualunque mezzo, inclusi quelli elettronici, meccanici, di fotocopiatura o di registrazione, senza l’autorizzazione dell’editore. Le riflessioni, dichiarazioni e opinioni espresse sono quelle dell’autore, da lui liberamente manifestate ai sensi dell’art. 21 Cost., e non sono riconducibili né attribuibili all’editore e/o alla casa editrice. Spazio Interiore non può in alcun modo essere ritenuta responsabile per il loro contenuto, né per qualsivoglia danno, diretto o indiretto, morale o materiale, possa derivare da tali riflessioni, dichiarazioni e opinioni.


INDICE

Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Parte Prima

la scienza può essere testimone dell’esistenza di dio? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Parte Seconda

la fisica della creazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Parte Terza

come sono andate le cose . . . . . . . . . . . . . . . . . 119 Conclusione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 143 Appendice La libertà esiste solo per chi ne è consapevole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 153



PREMESSA

Molte volte, nei miei libri o nel corso delle mie conferenze, ho avuto modo di parlare del concetto chiave del “Tutto” – banalmente espresso dalla frase «Noi siamo Dio» – senza tuttavia approfondirlo. Adesso, dopo circa quarant’anni di studi, è per me giunto il momento di affrontare in modo diretto e specifico il problema dell’essenza di Dio. Una tematica senz’altro scottante e sulla quale hanno avuto modo di esprimersi tutti – e dico proprio tutti – i maggiori filosofi del mondo, a riprova di quanto questo problema sia ancora ed eternamente attuale. Non mi stupisce, quindi, che l’uomo sia ancora alla ricerca di una risposta alla domanda «Dio esiste o no?», ovviamente seguita dall’interrogativo «E se esiste, com’è fatto?» Un tempo, a scuola, nei corsi di filosofia si tendeva a insegnare il ragionamento filosofico, e in quell’ambito venivano riportati i discorsi e le tesi

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dei padri della Chiesa (estremamente, quanto ovviamente interessati a far passare al popolo il proprio messaggio). Tra questi, in particolare Sant’Agostino e Anselmo d’Aosta, con la sua prova ontologica,1 tentarono di dare una dimostrazione credibile dell’esistenza di Dio: una dimostrazione che però, pur poggiando su ragionamenti ben strutturati, non è esente da punti oscuri che ne impediscono la validazione. Dal suo canto la scienza, pur ponendosi il problema dell’esistenza di Dio in modo diverso, pare altrettanto incapace di risolverlo. La scienza muove dall’idea che Dio sia un oggetto da misurare, mentre la Chiesa dal presupposto che esista e sia un essere perfetto. La principale contestazione che la scienza fa alla Chiesa è quella di partire da presupposti non dimostrati e indimostrabili; al contempo, tuttavia, una scienza come la fisica, basata sul linguaggio non perfetto della matematica, non sarebbe mai in grado di descrivere qualcosa di perfetto, qualora esso esistesse. In questo contesto, però, si dà a Dio un attributo di perfezione “a prescindere”. Ma chi lo dice che Dio, se esistesse, sarebbe perfetto? Non lo dice nessuno in particolare, ma tale convinzione fa parte della definizione stessa di Dio: il vero Dio non sarebbe mai identificato con un Dio imperfetto o quasi perfetto. 1. Si veda il video dal titolo Anselmo d’Aosta e la prova ontologica dell’esistenza di Dio su YouTube. 6


Ma andiamo avanti. Per la scienza Dio, per essere descrivibile, dev’essere osservabile e appartenere all’universo; per la religione invece Egli può esistere anche al di fuori dell’universo, senza che debba essere descrivibile e oggettivabile all’interno di esso. Mentre la religione esiste perché – e finché – esiste Dio, la scienza (che non ha questa limitazione) può presumere che un Dio esista anche se non esiste un atteggiamento religioso. La domanda diviene quindi: l’esistenza di Dio si collega per definizione all’esistenza dell’universo? E la risposta è positiva, perché Dio, per definizione, è colui che ha creato l’universo. Si può dunque affermare che se l’universo esiste allora esiste Dio? Per la religione questo è un dato assodato, ma non lo è affatto per la scienza, che contempla l’esistenza del caso. La creazione dell’universo potrebbe essere attribuita per intero al caso? E perché mai il caso avrebbe dovuto creare l’universo? Qui è facile rispondere: per nessun motivo, poiché il caso non ha un perché. In queste pagine cercherò di chiarire la portata di questi interrogativi, delineando una risposta che spero si riveli efficace a porre fine alle inutili – se non proprio dannose – diatribe storiche e politiche su questo problema. Nel procedere, oltre alla scienza ci verranno in aiuto il mito, il buonsenso e l’idea del “senso delle cose”, senza il quale non si va da nessuna parte.

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Scopriremo insieme che l’osservazione fisica dell’universo nelle sue formule possiede già le risposte e che non vi sono dubbi sulla soluzione di questo problema, dando dimostrazione logica del fatto che non se ne renderanno conto solo coloro che non vogliono vedere la realtà delle cose. Ho deciso di intitolare questo libro Io e Dio perché, pronunciandolo a voce alta, ci si avvede di come esso suoni anche come Io ed Io: un gioco fonetico che mette metaforicamente in evidenza come chi cerca Dio, alla fine, trova – e non potrà che trovare – solamente e inesorabilmente se stesso. Coloro che temono profondamente questo incontro continueranno a credere in un Dio esterno al proprio Sé, in grado di farsi carico di tutti gli istinti di colpa dell’umanità: costoro non ce ne vogliano se la nostra consapevolezza crea costantemente una realtà scomoda per molti, ma necessaria per tutti.

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Questo testo va assolutamente letto due volte. La seconda volta la comprensione sarà quella corretta. Corrado Malanga



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