Gabriele Policardo - Discorso sul sintomo

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Gabriele Policardo

DISCORSO SUL SINTOMO I movimenti creativi dello Spirito

SPAZIO INTERIORE



INDICE

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Nota di viaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Inizio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 Umili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 Destino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Fotografie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 Discorso sul Senso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 Genesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 Condizionamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35 Cibo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 Il sintomo familiare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48 Verso i morti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52 Il sintomo come opportunità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59 Chi è andato perduto? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70 I sintomi nei bambini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75 E gli animali? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84 Il diritto di morire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91 Per amore di tutte le creature . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97 Note. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103



Introduzione

Quanto è raccolto in questo libro proviene dall’esperienza diretta del mio lavoro di aiuto attraverso le Costellazioni spirituali e mediali e le Biocostellazioni, un nuovo percorso che si è rivelato nel tempo e che ha indicato – autonomamente – nuove vie per comprendere l’individuo e i suoi processi biologici, psichici, animici. Tre livelli che, essendo tre dimensioni connesse, integrate e interagenti di ogni essere, da questo momento in poi non potremo più considerare separatamente. Perciò, molte riflessioni qui contenute risulteranno assai lontane dal comune modo d’intendere i sintomi e le malattie, vale a dire quell’approccio terroristico, di sapore un po’ medievale, che riconduce ogni anomalia a un processo malevolo e pericoloso sul quale intervenire in ogni caso, nel tentativo di ripristinare un buon ordine predeterminato e ideale, come se la natura stessa – che ci ha preservati per migliaia di anni – con l’evoluzione della medicina e

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con il progresso dell’uomo ci condannasse paradossalmente a malattie sempre più diffuse e a sintomi sempre più ineluttabili.1 Pertanto, in questa sede ci limiteremo a una riflessione d’indole spirituale e filosofica sul sintomo, senza entrare nel merito delle cure, della ricerca e delle posizioni scientifiche che – pur con il buon esempio di tanti medici che ogni giorno s’impegnano e faticano al servizio dell’umanità – si riducono spesso al paradosso di grandi gruppi che investono ingenti risorse per inventare nuovi farmaci e dunque nuove malattie. O, come nel caso delle cosiddette “cure ufficiali”, a logiche di pura statistica e probabilità, senza alcun evidente rispetto dell’individuo e della sua dignità di essere umano e spirituale.2 Al di là di tutto questo cosa c’è? Nient’altro che l’uomo nel suo infinito cammino di trasformazione, crescita, evoluzione. Non riducibile a statistiche, numeri, protocolli. Questo percorso guarda all’individuo come espressione di un’unicità ineguagliabile, con i suoi processi biologici, i suoi adattamenti, il suo modo unico e irripetibile di sentire, percepire, vivere, adattarsi, crescere, modificarsi, evolversi e, soprattutto, creare relazioni. Il sintomo, come avremo più volte modo di verificare lungo questo viaggio, sembra potersi assimila-

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re, in definitiva, a null’altro che a un modulo relazionale, non individuale, ma collettivo. Quando qualcuno chiede aiuto attraverso le costellazioni spirituali, ricordo le parole del grande maestro Bert Hellinger, quando ci ha insegnato, nella formazione che in molti abbiamo avuto l’onore di ricevere direttamente da lui, che non è mai una persona ad accusare un sintomo, bensì il suo sistema di appartenenza. Ecco un passo decisivo nella comprensione e nell’approccio ai sintomi: finora abbiamo cercato di capire e curare ciò che non andava nel nostro corpo, indagando le cause presso condizioni personali (genetiche, ambientali, chimiche, alimentari, ecc.): oggi la nostra comprensione si è allargata e ha necessariamente dovuto includere il nostro sistema di appartenenza. Con tutti coloro che ne fanno parte.3 È lì che noi riceviamo non solo il nostro destino, il nostro modo di leggere il mondo, il nostro schema di decodifica della realtà e di adattamento a essa, ma anche il prezzo da pagare, in termini di dolore, sacrificio e malattie (finanche la morte), per poter appartenere a quel sistema che ci ha permesso di prendere la vita e verso il quale ci sentiamo in debito. Capire il sintomo, qualcosa che si mostra come ultimo elemento di una lunga catena che ha inizio nello spirito, significa mettere da parte per un

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po’ tutte le nostre credenze e convinzioni, al fine di aprirci a un mondo molto più vasto e sottile, in cui tutto ciò che ci accade non è che un movimento creativo dello spirito, qualcosa cui non ci possiamo sottrarre perché parte integrante del nostro destino, della famiglia da cui proveniamo, del modo unico e irripetibile in cui la vita si esprime in noi e attraverso di noi. Chiarito questo, è anche vero che, alla luce di questi movimenti creativi dello spirito, riportando la nostra attenzione al livello spirituale e, in particolar modo, ai disordini nei quali spesso siamo “tirati”, scopriamo che praticamente tutto in noi può essere modificato e che, anche nel caso di malattie gravi e ritenute incurabili, esistono sempre uno spazio che può essere aperto e un sospiro di sollievo attraverso il quale, anche solo per breve tempo, possiamo conseguire il vero scopo della nostra ricerca che è: stare meglio. L’epigenetica, un’interessante conquista degli ultimi anni, sembra confermare questa direzione, mostrando come lungo l’evoluzione ci siano aspetti ereditari che mutano nella trasmissione generazionale, modificando costantemente non i geni, ma la loro attività. Il nostro stesso dna è quanto di più mobile e trasformabile esista, così come le dinamiche della psiche e dell’anima, a patto di rapportarci a grandezze e dimensioni nelle quali siamo davvero

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disposti a osservare ciò che ancora attende di essere visto e ricercare possibili soluzioni. Osservare è proprio la parola chiave. Apprendiamo dalla fisica quantistica che, nell’infinitamente piccolo, è impossibile osservare un fenomeno senza che il nostro sguardo lo influenzi. Se questo limite rappresenta il naufragio dell’anelito all’oggettività della scienza e il trionfo del relativismo, si traduce per noi in una straordinaria conquista della crescita e della trasformazione; e ciò in quanto l’osservazione diretta di un sistema o di una dinamica, attraverso un approccio quale le costellazioni spirituali, si traduce sempre in una modifica del sistema e in un cambiamento nella dinamica. Guardiamo al grande tema centrale che è emerso in primo piano, nelle molte esperienze con il lavoro di aiuto delle Biocostellazioni: il movimento interrotto verso la madre.4 In tutti i casi, osservare la mamma e riattraversare il dolore (e l’adattamento di allora), scoprire cosa c’è nel qui e ora, lasciarsi alle spalle tutte le immagini, i giudizi, i rifiuti, può in molti casi ripercuotersi anche sul livello fisico e, com’è capitato a tante persone (delle quali abbiamo anche un numero sempre crescente di testimonianze registrate), concludersi nella risoluzione di sintomi come depressione, intolleranze alimentari, allergie, dolori addominali, , ecc.

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Già da queste prime riflessioni, introducendo un cammino che fin da ora si rivelerà sempre più favorevole a un ritorno a una concezione più naturale, “bio-logica” ma anche “bio-intelligente”, rilassata e serena delle questioni relative ai sintomi e alla salute, si profila una concezione di guarigione che si allontana molto dalla cognizione culturale e dalle istanze classiche, dirigendosi verso una considerazione più ampia e nuova, per cui viene quasi naturale sostituire il vecchio termine “guarire” con una locuzione più appropriata, che è “cambiare adattamento”. E, quasi sempre, anche atteggiamento. Cos’è infatti la guarigione se non un eterno divenire? È un continuo evolvere, verso un auspicabile “di più” e verso un benessere che si dischiude, passo dopo passo, mano a mano che risolviamo i nostri conflitti, affrontiamo e integriamo i nostri demoni; mano a mano che lasciamo andare credenze, convinzioni, ideologie e c’impegniamo per rendere più fluide e appaganti le nostre relazioni; facciamo il possibile perché la vita ci sorrida, e noi le sorridiamo e guardiamo al nuovo, liberi dal vecchio, con uno sguardo aperto e accogliente verso tutto e tutti così come sono, perfettamente consci che tutto ciò che combattiamo e rifiutiamo s’impossessa di noi e diviene il nostro destino. «Io sono responsabile» insegna un altro grande studioso, esponente di spicco della psicologia tran-

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sazionale e amico storico di Bert Hellinger, Rüdiger Rogoll, nei suoi seminari sul Copione della vita. Ciascuno, al netto delle sue esperienze, del proprio destino e delle prove che la vita gli ha posto dinnanzi, è responsabile di come ha reagito allora, del modo in cui oggi convive con tutto questo e procede nel mondo, nonché di quali soluzioni intenda adottare per migliorare le proprie condizioni. Per questo, nella nuova consapevolezza, nessuno può davvero fare nulla per noi. Se non aiutarci a osservare, guidarci verso la libertà, darci gli strumenti migliori per compiere il passo più importante. Non c’è nulla che possa sostituirsi alla nostra sensibilità e al libero arbitrio con cui scegliamo come vivere, come curarci, come perseguire il benessere e la tranquillità. Infine, il credere. La parola più importante. Nella mia esperienza, non ho mai visto una persona guarire da una malattia o stare meglio, perché ha creduto a qualcuno o in qualcosa. Ho visto invece molte persone ammalarsi e morire, perché avevano creduto. Ad esempio, nel “brutto male”. Credevano nella maledizione, nel destino crudele, negli dèi accaniti o semplicemente nelle loro immagini interiori (genitori crudeli, partner che li avevano “abbandonati”, figli ingrati, lotte esistenziali, stati e apparati pubblici sempre in guerra e nemici invisibili).

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gabriele policardo Autore, compositore, regista, ha studiato e praticato varie discipline spirituali, tra cui Radioestesia e pulizia dell’aura, i corsi di Cesare Boni sulla morte, la mente e i sette stati di coscienza, l’Angelologia di Igor Sibaldi, le Cinque leggi biologiche con Ryke Geerd Hamer. È allievo di Bert Hellinger e conduce in tutta Italia seminari di Costellazioni Familiari e Sistemiche e seminari di nuove Costellazioni Spirituali. Il nucleo della sua ricerca verte intorno alle relazioni disfunzionali, ai conflitti, ai sintomi fisici e psichici come movimento dell’Anima, ai fenomeni prenatali e perinatali, come la sindrome del gemello scomparso. Studia lo Shivaismo del Kashmir, il Vedanta, i santi-poeti e la cultura indiana. Pratica Siddha Yoga dal 2007.


SPAZIO INTERIORE www.spaziointeriore.com Spazio Interiore è una casa editrice, un centro culturale, un progetto di diffusione di saperi e ricerche sulla natura dell’uomo e sui mondi visibili e invisibili. Attivo dal 2011, Spazio Interiore nasce dal desiderio di rendere manifeste in Italia le aperture di senso e significato che in altri luoghi del mondo caratterizzano l’operato accademico e scientifico più all’avanguardia: la ricerca sugli stati non ordinari di coscienza, le radici della cultura occidentale, le emergenze spirituali, le tecniche olistiche, le sostanze psicotrope, l’arte del racconto e tutto ciò che ha a che fare con la piena e autentica fioritura dell’essere umano. Ogni libro di Spazio Interiore intende rappresentare una finestra verso l’ignoto, verso tutto ciò che ancora attende di essere svelato, che si situa Oltreconfine.



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