Alessandro Pandolfi - Astrologia quantistica

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Alessandro Pandolfi

ASTROLOGIA QUANTISTICA Il gioco della dualità cosmica

Prefazione di Andrea Pietrangeli

SPAZIO INTERIORE


Alessandro Pandolfi Astrologia Quantistica. Il gioco della dualità cosmica editing: Silvia Tusi © 2017 Alessandro Pandolfi © 2017 Spazio Interiore Edizioni Spazio Interiore Via Gabrino Fondulo 59 • 00176 Roma www.spaziointeriore.com redazione@spaziointeriore.com Illustrazione in copertina Francesco Pipitone progetto grafico Francesco Pandolfi I edizione: ottobre 2017 ISBN 978-88-94906-04-2 Tutti i diritti sono riservati.


INDICE

Prefazione di Andrea Pietrangeli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Parte prima

i sette principi Capitolo 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17

le basi dell’astrologia quantistica

L’astrologia • La fisica quantistica • L’astrologia quantistica • I principi dell’astrologia quantistica • Il «Tutto Uno» • L’universo duale • L’oroscopo • Lo zodiaco quantico

Capitolo 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31

lo zodiaco quantico

Ariete • Toro • Gemelli • Cancro • Leone • Vergine • Bilancia • Scorpione • Sagittario • Capricorno • Acquario • Pesci

Capitolo 3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47

le piramidi polari

Gli Archetipi • La polarizzazione • Il macrocosmo e l’ascensione • Alchimia quantistica • I pianeti nei segni • La piramide polare • Le piramidi polari dei segni


Parte seconda

il nuovo sistema solare Capitolo 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69

i luminari

Introduzione • I luminari • La Luna • La Luna nei segni • Il Sole • Il Sole nei segni

Capitolo 5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125

i pianeti rocciosi della personalità Mercurio • Venere • Marte

Capitolo 6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 135

la fascia degli asteroidi Cerere • Pallade • Vesta • Giunone

Capitolo 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 145

i pianeti gassosi

Giove • Saturno • Chirone • Urano • Nettuno

Capitolo 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 163

i pianeti rocciosi esoterici

Plutone-Caronte • Orcus • Quaoar • Haumea • Makemake • Eris • Sedna

Parte terza

la tecnica Capitolo 9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 193

i domicili quantici

Uni-verso • Lo schema dei domicili quantici • I pianeti della materia • I dodici quanti frattali • La divisione in dodici


Capitolo 10

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le equazioni stellari

Le interconnessioni zodiacali • L’interconnessione sulla carta natale • Gli “aspetti” dell’astrologia tradizionale • Significato degli aspetti quantici • Le equazioni stellari • La caduta: segno “+” e segno “–” • Aspetti statici e dinamici • Polarizzazione negativa. Esempi • Polarizzazione positiva. Esempi • L’ascensione e l’operatore “stella” • Le equazioni stellari del Sole

Capitolo 11

le case

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La domificazione Placido • La giornata terrestre • Le dodici case quantiche • I pianeti nelle case • L’ascendente e le equazioni stellari • L’ascendente e i luminari • Le case nei segni • Il segno dell’ascendente

Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 319



PREFAZIONE di Andrea Pietrangeli

Ho ri-conosciuto Alessandro Pandolfi in un pomeriggio di condivisioni e incontri proprio nella sede di Spazio Interiore. Mi ha subito colpito l’amore che metteva nella spiegazione della sua astrologia. Sì, sua. Col tempo, seguendo i suoi corsi e vivendoci a stretto contatto, mi sono innamorato di quella parte di lui che si può definire “canale” per il mondo. Il significato della parola canale affonda le sue radici nelle parole “incidere”, “sentiero” e “scavare” ed è proprio quello che sento quando lui diventa portatore sano di un sentiero e me lo indica. Le sue parole pure e semplici diventano solchi incisi e scavati, come una struttura su cui poggiare la propria consapevolezza per il tempo necessario a ritrovare la propria rotta, il coraggio di lasciare la strada vecchia per la nuova e riuscire a sentire la propria forza. Ho avuto la fortuna di stare a contatto con Alessandro per anni e ci siamo scoperti fratelli nell’opera di condivisione con gli altri, che ha aiutato soprattutto noi stessi. Il buon Panwolf – come a volte affettuosamente mi piace chiamarlo – mi ha insegnato che l’esterno è un semplice prolungamento dell’interno e il dare e il darsi con il giusto equilibrio portano molto lontano: dentro

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se stessi. L’astrologia è “sua” nel senso che, in base alla mia esperienza, questo è un mondo olografico dove più scegli di credere in qualcosa, più quella si avvera. La sua forza è proprio questo credere. Il credere nella forza delle stelle e nei loro influssi è una strada antica che lui stravolge, fa sua e riadatta ai tempi veloci e di repentini cambiamenti che stiamo vivendo in quest’epoca. E tutto ciò funziona. Quest’anima pura ha talmente tante sfaccettature che chi ha la fortuna di osservarlo da vicino non può che apprezzare il suo vivere semplice nella natura a contatto con gatti, cavalli e cani, oppure l’affidarsi del tutto al momento presente, per accorgersi che – senza programmare nulla – magicamente le cose accadono lo stesso, perché si è sempre guidati. Con Alessandro, inoltre, ho condiviso il mio primo cammino sulla Via Francigena. A contatto con la natura e gli elementi, ho scoperto la sua saggezza più atavica, quella che ci ricorda di usare gli occhi del cuore. Alessandro non usa solo gli occhi, ma diventa cuore. Entra dentro, ti legge, esce fuori e ti riporta i risultati del viaggio, tutto in pochi secondi. Ecco perché le persone accorrono numerose ai suoi incontri. Questo è un libro prezioso, importante per chi lo legge e per chi lo ha scritto. Conoscendo il suo modus operandi, immagino che per lui sia stata una vera sfida il dover fissare concetti volatili e imprimerli sulle pagine. Per un canale del nuovo come Alessandro, dev’essere stata davvero un’impresa solenne. Sono veramente felice che l’abbia vinta e che questo libro sia tra le vostre mani. Grazie di cuore fratello per questo ennesimo dono. Andrea Pietrangeli

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PREMESSA

L’astrologia quantistica mi è arrivata attraverso quella che viene chiamata una canalizzazione. Non ho dato voce ad alcun maestro asceso o entità disincarnata: molto più semplicemente, sono entrato in contatto con il cosmo che vive dentro di me e dentro tutti gli esseri. Questo processo è iniziato qualche anno fa, in modo naturale e allo stesso tempo sorprendente. A quei tempi praticavo e insegnavo astrologia psicologica. Prima delle lezioni ero solito ripassare i contenuti da esporre e preparavo delle dispense da consegnare ai miei allievi. Tuttavia, quando cominciavo a parlare con lo scopo di ripetere quello che avevo studiato, dalla bocca uscivano parole nuove e mai pensate. Sentivo fortissima la connessione con gli astri, un brivido che mi univa all’universo nel suo insieme, all’indeterminatezza e infinitezza dell’essere. Imparai lentamente a lasciarmi andare a quello stato di coscienza espansa, abbinando alle sessioni astrologiche pratiche meditative e yogiche. Mi addestrai ad allinearmi all’energia che sentivo, per far fluire senza intoppi i contenuti trasportati contemporaneamente dalla mia voce e dalle mie emozioni. Avevo una sorta di “antenna ricevente” che si attivava ogni volta che cominciavo a dialogare di

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(e con gli) astri. Oggi la utilizzo quotidianamente nella pratica astrologica, durante gli oroscopi privati e i corsi della scuola di astrologia quantistica. Da questo “brivido siderale” deriva tutta l’astrologia che troverete nel libro. Nel corso del tempo ho semplicemente organizzato gli insegnamenti ricevuti dando vita a un corpo teorico omogeneo (e ho anche smesso di scrivere dispense, visto che gli allievi ogni volta mi chiedevano quando avrei iniziato a esporre gli argomenti che vi trovavano scritti!). Per questo grande dono che ricevo ogni giorno, ringrazio con tutto il cuore l’Universo e l’astrologia quantistica, che ha deciso di passare attraverso me per raggiungere tutti quelli che ne vogliono fare uso. Buona lettura. Alessandro Pandolfi

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Parte Prima

I SETTE PRINCIPI



Capitolo 1

LE BASI DELL’ASTROLOGIA QUANTISTICA

L’astrologia L’astrologia è lo studio degli astri. Studiare un astro significa comprendere il ruolo che questo interpreta nell’universo, come lo strumento di una grande orchestra. Se l’universo è tutto quello che esiste, allora esso è completo e contiene al suo interno tutte le parti. Siamo portati a credere che il cosmo sia fatto solo di materia fisica, che una stella sia null’altro che un ammasso di gas incandescente. A scuola non ci è stato insegnato che molti dei moderni fisici quantistici affermano che, per come si comportano le particelle eteriche, l’universo sembrerebbe molto più simile a un grande pensiero che a un insieme di oggetti materiali. Sappiamo per certo che le stelle emanano energia: ognuna di esse irraggia un’energia diversa e unica. E questo vale per tutte le parti visibili dell’universo, i cosiddetti astri: ogni energia astrale è una qualità specifica del cosmo. Quello che gli antichi scoprirono da subito osservando il cielo, fu che gli astri, con il loro movimento, influenzavano la vita delle persone e gli eventi terreni. C’era una relazione diretta fra l’universo e l’uomo. Nacque quindi una prima arte astrologica, e

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fu di tipo previsionistico: il cielo veniva considerato separato e distinto da noi, ed era analizzato nelle sue capacità di esercitare delle forze in grado di agire direttamente sulle persone. Solo nel secolo scorso si è passati a una nuova definizione di astrologia: essa divenne psicologica o più precisamente “umanistica”. Sull’essere umano non operano solo influenze esterne, ma anche interne: attraverso gli astri è possibile riconoscere la formazione e la struttura della personalità. L’astrologia quantistica prende le distanze da entrambe e riparte da zero, ossia da un vecchissimo postulato della tradizione spirituale: l’universo e l’uomo sono la stessa cosa. La separazione è un’illusione e quindi non ha senso mettere al primo posto delle forze esterne (il fato) o una personalità condizionata dagli astri. Noi non siamo una “personalità”, non siamo un ente separato dal cosmo che ne riceve gli influssi: siamo costantemente uniti e connessi all’universo stesso. Chiameremo “anima” questa entità che esprime il nostro essere tutt’uno con il cielo. Possiamo quindi procedere allo studio contemporaneo del cosmo e dell’anima, essendo l’uno lo specchio dell’altra. Ci occuperemo di esaminare il funzionamento dell’universo attraverso le leggi della moderna fisica quantistica e, allo stesso tempo, di indagare la struttura dell’anima utilizzando i fondamenti dell’esoterismo tradizionale. Scopriremo tra breve come le due discipline formulino leggi e principi praticamente identici.

La fisica quantistica Quello che sto per descrivere prese il nome di “esperimento della doppia fessura”: risale agli anni Trenta del secolo scorso e svela il reale funzionamento della materia, al di là di quello che una mente razionale può immaginare.

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Contro una parete metallica, su cui sono state fatte due fessure verticali, viene sparato un fascio di elettroni. Dietro le fessure c’è una lastra fotosensibile, che serve a registrare l’impatto degli elettroni che le oltrepassano. Sarebbe logico aspettarsi che nel passaggio vengano impresse due bande verticali in direzione delle fessure stesse, essendo gli elettroni delle particelle fisiche che costituiscono gli atomi. In realtà ciò che avviene al momento dell’accensione del fascio elettronico è che la lastra fotografica si riempie di righe, mostrandone tantissime ravvicinate (banda d’interferenza). Gli elettroni si comportano cioè come se al loro posto fosse stata mandata un’onda. Hanno attraversato contemporaneamente entrambe le fessure. Uscendo da ognuna di esse, l’ipotetica onda genera due nuove onde che, rifrangendosi una sull’altra, danno vita a innumerevoli fronti d’onda. In questo modo vengono spiegate le moltissime righe della banda d’interferenza. Perché gli elettroni si comportano così? All’epoca dell’esperimento, gli scienziati già sapevano bene che gli elettroni non potevano essere eterici, perché costituenti la chimica stessa della materia, in orbita intorno al nucleo degli atomi. Portarono avanti l’esperimento. Furono posizionati due sensori in corrispondenza delle fessure per indagare in modo ravvicinato il comportamento di ciascun elettrone nel momento in cui attraversava la fenditura. Il risultato che ottennero fu sconcertante. Dopo aver sparato questo secondo fascio di elettroni, sulla lastra fotografica erano comparse solo due righe: una per ogni fessura! Gli elettroni si erano comportati come normali particelle. Gli scienziati provarono allora a togliere i sensori e ottennero di nuovo le bande d’interferenza; quindi li riposizionarono, ed ecco ricomparire le due righe verticali, proprio come se gli elettroni fossero in grado di comprendere se venivano osservati oppure no! Fu così che la concezione clas-

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sica di un mondo fisico indipendente e separato dalla coscienza umana dovette essere rivisitata. Pensavamo di vivere in un universo che opera e agisce da solo, senza relazione alcuna con l’uomo, e invece...

Figura 1. L’esperimento della doppia fessura. A sinistra la creazione della banda di interferenza in assenza di osservatore. A destra le due bande verticali con la presenza di osservatore.

L’astrologia quantistica Il termine “quanto” indica una frammentazione, una divisione dell’energia in blocchi che non possono essere ulteriormente spezzettati.

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L’astrologia quantistica muove dalla considerazione che l’universo sia costituito da questi mattoncini indivisibili, principi primi che compongono allo stesso modo l’uomo e il cosmo. I segni stessi sono “quanti zodiacali”, mattoncini del tempo che rappresentano il fondamento della manifestazione. Volendo dare un’immagine del tempo lineare, lo potremmo raffigurare come una rampa liscia che sale, percorribile con le ruote senza mai staccarsi dal suolo. Se immaginiamo invece il tempo quantico, avremo di fronte a noi una scala fatta di gradini di misura fissa: ogni gradino è un balzo quantico, per raggiungere il quale dobbiamo staccarci, “saltare” dal precedente. Quando affermiamo di essere di un certo segno zodiacale, in astrologia quantistica ciò significa che ci troviamo ai piedi di un gradino evolutivo: lo scalino su cui poggiamo è il segno precedente. Per diventare del nostro segno dobbiamo compiere un salto quantico, un balzo di coscienza, una trasformazione. Grazie all’astrologia quantistica possiamo utilizzare le leggi della fisica moderna per studiare la connessione dell’uomo con l’universo. Nella nostra tradizione, soprattutto quella di matrice esoterica, è sempre stato affermato un principio di unificazione: «Tutto è uno» ci dice Ermete Trismegisto, il primo astrologo della storia occidentale. «Conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli dèi» era scritto nel tempio dell’oracolo di Delfi, in Grecia. Ermete dice inoltre: «Così in alto, così in basso», gettando le basi di un principio di analogia fra ciò che succede sulla terra e ciò che si muove nel cielo. La fisica quantistica ha dimostrato, con esperimenti diretti, che le particelle elementari sono influenzate dalle persone che le osservano. Il comportamento della materia ruota totalmente intorno alla coscienza umana: è stata questa la scoperta rivoluzionaria che definisce il mondo quantico. È un mondo correlato all’essere umano: esiste perché esistiamo noi, esiste per essere guardato, percepito, toccato. I fisici ci dicono, a

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ragion veduta, che se nessuno osservasse la Luna essa svanirebbe da un momento all’altro. “Astrologia quantistica” significa quindi prendere le leggi della fisica e unirle ai principi della tradizione ermetica. Si tratta di una materia teorica e pratica, che formula l’interazione uomocielo attenendosi a principi fissi, utilizzando regole applicative (come le cosiddette “equazioni stellari”) simili a quelle di altre discipline scientifiche.

I principi dell’astrologia quantistica L’astrologia quantistica si fonda su sette principi: indeterminazione, quantizzazione, polarizzazione, interconnessione, caduta e ascensione, sintropia ed entropia zodiacale, olograficità zodiacale. Il principio di indeterminazione Gli elettroni, come abbiamo scoperto, non compiono una traiettoria univoca, ma si comportano in modo aleatorio, come se dovessero conservare contemporaneamente tutti i possibili moti. Se non sono osservati, non assumono una posizione precisa ma fluttuano, disperdendosi in un’onda diffusa, con la possibilità di occupare istantaneamente ognuno dei posti possibili. Solo se entra in gioco una coscienza umana l’elettrone si “materializza”, acquisendo la forma di particella e situandosi definitivamente in un luogo unico e misurabile. Come gli elettroni, tutta la materia dell’universo risponde a questo “principio di indeterminazione”. Possiamo quindi riconoscere due universi: uno assoluto e l’altro relativo all’essere umano che ne fa esperienza. L’universo assoluto non ha una forma materiale, non è misurabile ed è senza configurazione nello spazio-tempo. Imma-

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giniamo che fluttui in un limbo intangibile. Possiamo dire che il cosmo, se considerato da solo e senza un soggetto esterno, esiste unicamente a un livello propriamente “spirituale”. Secondo la fisica quantistica il mondo reale è indeterminato, non possiede una forma precisa, ma racchiude in sé tutte le possibilità. L’ermetismo antico dice che «Tutto è Uno». Dire “indeterminato” potrebbe quindi voler dire anche “spirituale”: un luogo senza separazione e senza oggetti tangibili. Solo quando entra in gioco una coscienza umana (un’entità autonoma e divisa dal resto del mondo) l’universo assume una determinazione materiale e funzionale. Il principio di quantizzazione L’universo è fatto di quanti, tanti frammenti di energia separati uno dall’altro: sono le stelle che brillano in cielo. Ogni frammento rappresenta una qualità energetica “prima” e indivisibile del cosmo. L’energia dell’universo non è quindi distribuita omogeneamente, ma frammentata e localizzata in punti singoli. Tale energia ha una qualità diversa per ogni corpo celeste, e noi studieremo approfonditamente proprio i corpi celesti di cui è composto il sistema solare. Ogni corpo celeste, infatti, esprime una qualità energetica dell’universo che chiameremo – a livello interpretativo – archetipo, ossia un modello originario, indivisibile, non derivante da null’altro che da se stesso. A contatto con la coscienza umana ogni archetipo si sdoppia, assumendo significati psichici nel microcosmo (ciò che viviamo dentro) e materializzandosi fisicamente nel macrocosmo (ciò che sperimentiamo fuori). Il principio di polarizzazione Ogni quanto energetico (stella, pianeta, ecc.) è in grado di pola-

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rizzarsi spezzandosi in due poli di minore intensità. In questo modo vengono generati il dentro e il fuori, e inizia il gioco della coscienza. Metà dei poli energetici creeranno il microcosmo (ciò che è dentro di me), mentre l’altra metà darà vita al macrocosmo (ciò che è fuori di me). Un po’ come se ogni stella si scindesse in due: un polo di essa esiste dentro di me, delineando i tratti della mia psiche, mentre l’altro genera il mondo esterno di cui faccio esperienza. Ogni quanto energetico si polarizza in modo diverso e peculiare, e pertanto studieremo nel dettaglio tutte le polarizzazioni degli astri del sistema solare. Il principio di interconnessione Tutti i quanti energetici sono interconnessi e tutte le stelle del cielo sono in relazione le une con le altre. Interconnessione significa sincronicità e contemporaneità: tutto avviene all’unisono da entrambe le parti. Tale relazione dipende in massima parte dalle posizioni geometriche di due astri considerati rispetto alla Terra, che è la sede della coscienza umana, il punto di osservazione del cosmo: creare una coscienza separata dalla fonte significa quindi spezzare le interconnessioni fra gli astri. La polarizzazione nasce proprio in conseguenza a questa rottura, e avremo modo di studiare nel dettaglio come le leggi dell’interconnessione si manifestano all’interno del sistema solare. Il principio di caduta e ascensione La coscienza esiste in quanto gioco evolutivo: prima ci si deve separare dal «Tutto e Uno», per poi farvi ritorno. La prima fase si chiama caduta: le interconnessioni si spezzano una a una, gli astri si polarizzano dando vita al microcosmo e al macrocosmo. Lo spirito diventa carne e materia, nascono la dualità, la divisione, la psiche e il mondo esterno. È la fase che

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nella tradizione orientale viene descritta dalla legge del karma (la forza che ci spinge verso la dualità). Nella seconda fase le interconnessioni si riuniscono e tutti i poli energetici si avvicinano lentamente, espandendo via via il microcosmo sempre di più (legge del dharma). Tale espansione tende a far crescere la coscienza portandola a coincidere con l’intero universo: il microcosmo si espanderà al punto da coincidere con il macrocosmo. Si tratta di uno stato di grazia ideale: il traguardo di un viaggio che stiamo percorrendo da molto tempo. Il principio di sintropia ed entropia zodiacale Le stelle evolvono e mutano continuamente la loro energia: lo fanno in modo ciclico, muovendosi in un grande cerchio. In ogni singolo momento un quanto energetico possiede una differente qualità, che dipende dalla tappa che sta percorrendo nel giro ideale intorno alla Terra. Le mutazioni dell’energia stellare sono anch’esse quantizzate, ossia sono step da percorrere. Immaginiamo una scala a chiocciola senza fine, costituita da dodici scalini che si ripetono all’infinito. Se dovessimo scegliere una struttura eterica per l’universo, quelle più probabili sarebbero la spirale o il toroide (una sfera vuota al centro, come un melone o il riccio di mare). I toroidi hanno tutti degli spicchi, che nel nostro caso sono dodici. Il gioco della separazione e riunificazione non nasce senza regole o senza scopo. L’universo è concepito con uno stato di equilibrio perfetto che varia da istante a istante: la forza evolutiva che spinge per ritrovare l’equilibrio iniziale si chiama sintropia, mentre la forza che tende a mantenere il caos e che si oppone per inerzia al percorso evolutivo prende il nome di entropia. Entrambe sono necessarie per il funzionamento del cosmo (infatti, dobbiamo separarci e poi riunirci). Possiamo pensare allo zodiaco come al percorso generato dal-

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la forza sintropica: ci guida a evolvere per raggiungere lo stato di perfezione, in quanto energia equilibrata e armonica delle origini. In assenza di dualità ogni quanto stellare brilla del suo segno zodiacale, non è disconnesso dagli altri, è “non polarizzato” ed emana una luce pura. Il principio di olograficità zodiacale «Ciò che è in alto è uguale a ciò che è in basso». L’universo – e lo zodiaco che ne è il fondamento – è costruito come realtà olografica: ciò significa che esiste uno schema indistruttibile che continua a ripetersi all’interno di qualsiasi sottosistema. È come un’immagine frattale. L’esempio più comune per descrivere un frattale è il broccolo romano: ogni sua parte riproduce la forma iniziale. Staccando un pezzo qualsiasi, ottengo ancora lo stesso oggetto in miniatura, un frammento di quel pezzo lo riproduce ancora una volta e così via all’infinito. In ogni sottoinsieme dell’universo, quindi, ritroviamo sempre tutto lo zodiaco. Ogni galassia, ogni sistema planetario (e quindi anche il sistema solare) è la manifestazione nel piccolo dei dodici segni zodiacali.

Il «Tutto Uno» La corrente filosofica da cui trae fondamento il pensiero astrologico occidentale è l’Ermetismo, e al suo mitico fondatore, l’egiziano Ermete Trismegisto, viene attribuita la nascita dell’astrologia e dell’alchimia. Si dice che egli incise la sintesi della sua opera su una tavola di smeraldo che pose nella piramide di Cheope: «Tutto è Uno: ogni cosa deriva dal Tutto Uno mediante adattamento, ciò che è in basso è uguale a ciò che è in alto».

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Il Tutto Uno iniziale è una condizione singolare senza spazio né tempo. Solo nel momento in cui dal Tutto emerge una parte, ecco che si crea il concetto stesso di universo. Uni-verso, ossia verso-l’Uno: ciò che nasce come ente separato dal tutto si muove per ritornare al Tutto Uno iniziale: questo è letteralmente l’universo. Nasce così il tempo, una sequenza ordinata in cui sono scomposte tutte le qualità dell’Uno. In ogni istante risiede una qualità specifica, all’interno di una sequenza evolutiva. Scopriremo che tale sequenza è ciò che chiamiamo zodiaco quantico. Sullo zodiaco si muovono gli astri, ossia i frammenti materializzati dell’energia dell’Uno. Sia lo spazio che il tempo sono quantizzati: i corpi celesti, i quanti energetici, i segni zodiacali, i quanti temporali. Dal nostro punto di vista dividiamo tutto in dodici, operiamo cioè una divisione arbitraria – che nasce dai ritmi della vita terrestre – ma molto funzionale, considerando dodici salti evolutivi che si ripetono. Ogni astro percorre lo zodiaco e muta le sue qualità in accordo coi segni che attraversa. Nel momento in cui nasciamo le energie manifestano quindi delle precise qualità: in quell’istante iniziano il tempo e la separazione dall’Uno, allo scopo di creare la coscienza umana. In questo percorso di “caduta” ci allontaniamo dalle qualità zodiacali sempre di più, fino ad assumere delle connotazioni terrestri: programmi mentali, blocchi energetici, paure, condizionamenti, complessi psichici. Queste sono le forze duali che servono a discriminarci. Nella fase successiva ritorneremo al segno zodiacale, vivremo l’ascensione, raggiungeremo le qualità originarie e poi, proprio nel momento più bello... amore universale e fine del gioco! Trascenderemo lo zodiaco stesso e probabilmente ci ritroveremo a essere Uno con il Tutto, chi lo sa! L’universo è quindi un gioco di separazione dall’Uno e di ritorno all’Uno. Ecco perché senza la coscienza, che è proprio la

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manifestazione dell’ente separato, esso non può assumere forma. Ma cos’è la coscienza? In astrologia quantistica la coscienza è ciò che ci permette di dividere l’universo in un “dentro” e un “fuori” di noi, dando vita a due parti distinte.

L’universo duale L’Uno è spirituale. Al momento della nascita umana avviene una trasformazione: una parte del cosmo, infatti, diventa materiale e misurabile. È il mondo che può essere sperimentato dalla coscienza. In esoterismo prende il nome di macrocosmo (ciò che è fuori di me). L’altra parte è quella interna alla coscienza, la costituisce in termini psichici, ed è detta microcosmo (ciò che è dentro di me). In ogni istante vige la seguente equazione: Universo = Microcosmo + Macrocosmo Sommando ciò che è dentro con ciò che è fuori si ottiene sempre la totalità dell’universo. Il microcosmo è ciò che è dentro la coscienza: la nostra personalità, le nostre qualità psicofisiche, i nostri talenti, blocchi, aspirazioni, sogni, le caratteristiche in cui ci riconosciamo. Il macrocosmo rappresenta il mondo esterno alla coscienza, ciò che è fuori. Ha una duplice natura: è il cosiddetto mondo esterno, di cui facciamo esperienza sensoriale, ma è anche il nostro inconscio, di cui facciamo esperienza extra-sensoriale. Il mondo esterno e il nostro inconscio sono intimamente connessi e interagiscono nelle modalità che scopriremo più avanti. Il mondo esterno è creato da noi, anche se inconsciamente.

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L’oroscopo La prima applicazione del principio di indeterminazione è l’oroscopo. Oroscopo vuol dire “guardare nell’ora”, ossia studiare le qualità che connotano un preciso istante. Ma quale istante, tra i tanti, dobbiamo studiare? Gli istanti che ci interessano sono tutti quelli in cui qualcosa di nuovo sta nascendo. La nascita è l’inizio di ciò che prima non era determinato, e ogni nascita è quindi la determinazione di una parte del tutto. Il mondo assumerà forma fisica intorno a ciò che è appena nato, gli astri in quel momento maggiormente interconnessi genereranno le polarizzazioni più energetiche, il percorso di vita del soggetto si delineerà verso un allontanamento dalle energie della nascita e un susseguente riavvicinamento. Inizierà la caduta nella materia, le funzioni energetiche saranno scritte dalle equazioni stellari, il microcosmo e il macrocosmo si scinderanno in modo irripetibile e perfetto, dando vita a un universo personale unico e duale, un mondo interno e uno esterno. La nascita può riguardare una persona, un progetto, una società, un’attività, una proprietà, ma anche una semplice domanda nata in un certo tempo. Se il nuovo ente è una persona, l’oroscopo in questione prende il nome di carta natale. Lo studio della carta natale quantica è l’argomento principale di questo libro: è il primo oroscopo che dobbiamo imparare a interpretare se vogliamo diventare dei veri astrologi quantici.

Lo zodiaco quantico Lo zodiaco quantico è la struttura fondante del tempo e del cosmo. Visto che gli astri si muovono in tutte le direzioni, possiamo

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decidere di prendere la Terra come riferimento centrale e immaginarla fissa. Azzeriamo il movimento di rotazione, di rivoluzione, di precessione degli equinozi, ecc., e come risultato dei moti derivati vediamo le stelle e i pianeti che girano intorno alla Terra. Sullo sfondo delle stelle e delle galassie più lontane c’è uno spazio profondo e privo di corpi celesti, che rimane fisso rispetto al nostro punto di osservazione. Quello è lo spazio siderale, sul quale andiamo a operare una divisione in dodici parti uguali chiamata zodiaco. Dividiamo lo spazio siderale in dodici spicchi tracciando una serie di raggi (come la ruota di una bicicletta) che si estendono dalla Terra fino ai confini del cosmo. Ogni raggio divide un segno dall’altro. L’astrologia occidentale (da cui deriva anche l’astrologia quantistica) prende come riferimento iniziale la divisione tra i Pesci e l’Ariete, ossia la cuspide dell’Ariete. Essa è ottenuta tracciando il primo raggio, partendo dalla Terra in direzione del Sole, nel momento dell’equinozio di primavera. In quel punto inizia lo zodiaco, e tutti i corpi celesti si muoveranno su di esso. Possiamo immaginarli in movimento sulla buccia di un melone e al centro di questo melone si trova la Terra. In ogni istante essi possono trovarsi sopra uno spicchio diverso. A seconda del segno che un pianeta sta attraversando, cambia la sua qualità energetica. È un cambiamento rapidissimo: nuovo spicchio uguale nuova energia, niente transizioni. Alla fine dell’intero giro ogni pianeta avrà percorso tutti i dodici segni zodiacali. Ci sono corpi celesti che ci impiegano pochi giorni (ad esempio la Luna) e altri che ci mettono millenni (la maggior parte delle stelle). Alla fine, però, tutti avranno espresso, con la loro energia, l’intero ciclo evolutivo. Comprendere lo zodiaco significa conoscere come funziona l’evoluzione in questo universo. Teniamo a mente la regola numero uno: si tratta di un gioco di separazione dalla fonte e di successiva riunificazione.

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