Emily Nagoski - Come As You Are

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Emily Nagoski

COME AS YOU ARE Risveglia e trasforma la tua sessualitĂ ! Traduzione di Marina Pirulli

SPAZIO INTERIORE


Emily Nagoski Come As You Are. Risveglia e trasforma la tua sessualità! titolo originale: Come As You Are. The Surprising New Science That Will Transform Your Sex Life © 2015 Emily Nagoski, Ph.D. Original publisher Simon & Shuster, Inc. © 2017 Spazio Interiore Tutti i diritti riservati Edizioni Spazio Interiore Via Gabrino Fondulo, 59 • 00176 Roma www.spaziointeriore.com redazione@spaziointeriore.com traduzione Marina Pirulli revisione Elisa Picozza illustrazione in copertina Elisa Riemer I edizione: marzo 2017 isbn 978-88-97864-97-4

Lineagrafica srl, Città di Castello (pg)


INDICE

INTRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 Sì, sei normale La vera storia del sesso • Com’è organizzato questo libro • Un paio di precisazioni • Se ti senti sbagliata, o conosci qualcuno che si sente così

Parte I

NOZIONI (NEANCHE TANTO) ELEMENTARI Uno ANATOMIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 Non ne esistono due uguali Per cominciare • Clito, sempre clito, fortissimamente clito • Ti presento il tuo clitoride • Le labbra, grandi e piccole • La verità sull’imene • Due parole sulle parole • Gli umori locali • A proposito di intersesso • Perché è importante • Cambia prospettiva • Una metafora migliore • Ciò che è, non ciò che significa • Per farla breve

Due IL MODELLO DEL DUPLICE CONTROLLO . . . 63 La tua personalità sessuale Il potere del contesto (box) • Premere i pulsanti d’avvio, rilasciare i pulsanti d’arresto • Quanto sei eccitabile? • Questionario sul temperamento sessuale • Le donne sono un’altra cosa... ma non necessariamente • Cosa ti eccita? • Le stesse parti, organizzate in modi diversi • Il sis o il ses si possono cambiare? • Per farla breve


Tre IL CONTESTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 99 E un “Unico Anello” (per domarli) nel tuo cervello emotivo Le sensazioni nel contesto • Doloroso o erotico? (box) • Sesso, topi e rock’n’roll • Il tuo Unico Anello emotivo • Non puoi farlo tu • «Ho qualcosa che non va?» (risposta: no) • Per farla breve • Contesti sexy (I) • Contesti sexy (II) • Contesti sexy (III) • Contesti non tanto sexy (I) • Contesti non tanto sexy (II) • Contesti non tanto sexy (III) • Valutazione dei fattori sessuali

Parte II

IL SESSO NEL CONTESTO Quattro IL CONTESTO EMOTIVO Il sesso nel cervello scimmiesco

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Il ciclo della risposta da stress: combatti, scappa, resta immobile • Stress e sesso • Alterazione della cultura alterazione dei cicli della risposta da stress • Completa il ciclo! • Quando il sesso fa la parte del leone • Il sesso e la vittima • L’origine dell’amore • La scienza dell’innamoramento • Attaccamento e sesso: il lato oscuro • Attaccamento e sesso: il sesso che fa avanzare la trama • Lo stile di attaccamento • Gestire l’attaccamento: le tue sensazioni sono un porcospino insonnolito • Scegli di guarire (box) • Sopravvivenza della socialità • L’acqua della vita • Per farla breve • Affrontare lo stress

Cinque IL CONTESTO CULTURALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 201 Una vita favorevole al sesso in un mondo sfavorevole Tre messaggi • Sei bella • Autocritica = stress = minor piacere sessuale • Sana in qualsiasi taglia • “Sporco” • Quando


il tuo gusto suscita disgusto • Portare al massimo il godimento... con la scienza! Parte 1: compassione per te stessa • Portare al massimo il godimento... con la scienza! Parte 2: dissonanza cognitiva • Portare al massimo il godimento... con la scienza! Parte 3: nutrimento mediatico • Pensa per te • Per farla breve

Parte III

IL SESSO IN AZIONE Sei L’ECCITAZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 247 Nella lubrificazione non c’è causalità Misurare e definire la non-concordanza • Le stesse parti, organizzate in modi diversi: «Qui si mangia» • La nonconcordanza nelle altre emozioni • Errore n. 1: risposta genitale = eccitazione • Errore n. 2: la risposta genitale è godimento • Errore n. 3: la non-concordanza è un problema • Un farmaco contro i freni • «Tesoro... sono nonconcordante!» • Frutta matura • Per farla breve

Sette IL DESIDERIO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 287 In realtà non è un impulso Desiderio = eccitazione contestualizzata • Non è un impulso. Sul serio • Perché è importante che non sia un impulso • «Ma Emily, a volte sembra proprio un impulso!» • Piccoli osservatori impazienti • Buone notizie! Quasi certamente il problema non sono gli ormoni • Altre buone notizie! Non è neppure la monogamia • «Non è solo questione di cultura?» • Potrebbe essere il cane che si morde la coda •Portare al massimo il desiderio... con la scienza! Parte 1: attivare l’Unico Anello • Portare al massimo il desiderio... con la scienza! Parte 2: rilasciare i pulsanti d’ar-


resto • Portare al massimo il desiderio... con la scienza! Parte 3: misure estreme • Condividere il tuo giardino • Per farla breve • Rilasciare i pulsanti d’arresto

Parte IV

ESTASI PER TUTTI Otto L’ORGASMO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 339 Il fantastico sovrappiù Cosa fare in caso di spectatoring (box) • La non-concordanza: ora con gli orgasmi! • Non ne esistono due uguali • Le stesse parti... • La tua vagina è a posto, in un modo o nell’altro • L’evoluzione del fantastico sovrappiù • Difficoltà di orgasmo • Mai avuto un orgasmo... che lei sappia (box) • L’orgasmo estatico: sei uno stormo! • Come si cura uno stormo? • I vibratori (box) • Volare verso l’estasi • Per farla breve

Nove LE META-EMOZIONI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 375 Il contesto favorevole che più favorevole non si può Soddisfatta o... • La mappa e il territorio • Meta-emozioni positive, passo 1: fidarsi del territorio • Meta-emozioni positive, passo 2: rinunciare alla mappa (la parte difficile) • Come rinunciare: il non-giudizio • Non-giudizio = “allenamento emotivo” • Il non-giudizio: dritte per principianti • «Non c’è motivo» • Guarire i traumi con il nongiudizio • Quando il partner è noncurante! • Influenzare il piccolo osservatore, parte 1: cambiare la velocità di criterio • Quando il piccolo osservatore dovrebbe essere impaziente! (box) • Influenzare il piccolo osservatore, parte 2: cambiare il tipo di sforzo • Influenzare il piccolo osservatore, parte 3: cambiare obiettivo • «Sentirsi normale» • «Questo è tutto» • Per farla breve


CONCLUSIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 423 Sei tu l’ingrediente segreto Perché ho scritto questo libro • Dove cercare altre risposte

Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 429 Appendice ı: masturbazione terapeutica . . . . . . . . . . . 431 Appendice 2: l’orgasmo esteso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 437 Note . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 441 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 463



Per le mie allieve



INTRODUZIONE Sì, sei normale

Essere un’educatrice sessuale vuol dire ricevere domande. Mi è capitato di starmene in piedi in refettori universitari, con un piatto di cibo tra le mani, rispondendo a quesiti sull’orgasmo. Sono stata fermata in androni di hotel durante convegni professionali per risolvere interrogativi sui vibratori. Ho dato un’occhiata ai social network dal cellulare, seduta su una panchina al parco, solo per trovare le domande di una sconosciuta riguardo ai suoi genitali asimmetrici. Ho ricevuto e-mail da allieve, da amiche, da amiche di amiche, da perfette sconosciute su desiderio sessuale, eccitazione, piacere, dolore durante i rapporti, orgasmo, feticci, fantasie, liquidi corporei e chi più ne ha più ne metta. Domande come... • Una volta che il mio partner incomincia mi sento coinvolta, ma a quanto pare non mi passa mai lontanamente per la testa di prendere io l’iniziativa. Perché? • Il mio ragazzo mi ha detto, tipo: «Non sei pronta, sei ancora asciutta». Ma io ero pronta eccome. Perché allora non ero bagnata? • Ho visto una cosa sulle donne che non riescono a godersi il sesso perché si preoccupano per tutto il tempo del loro corpo. Proprio ciò che succede a me. Come faccio a smettere? • Ho letto una cosa sulle donne che a un certo punto di una relazione smettono di desiderare 13


sessualmente il partner, anche se lo amano ancora. Proprio ciò che succede a me. Come faccio a desiderare di nuovo il mio partner? • Mi sa che forse ho urinato durante l’orgasmo...? • Mi sa che forse non ho mai avuto un orgasmo...? Dietro a tutte queste domande, in realtà ce n’è una sola: Sono normale? (La risposta è quasi sempre: Sì) Questo libro è una raccolta di risposte. Sono risposte che ho visto cambiare la vita a certe donne, risposte basate sulle conoscenze scientifiche più attuali e sulle storie personali di donne che, grazie a una migliore comprensione del sesso, hanno trasformato il rapporto con il proprio corpo. Queste donne sono le mie eroine, e spero che raccontando le loro storie metterò anche te nelle condizioni di seguire il tuo percorso verso la piena realizzazione del tuo profondo e unico potenziale sessuale.

La vera storia del sesso Dopo tutti i libri che sono stati scritti sul sesso, tutti i blog e i programmi televisivi e le risposte degli esperti alla radio, com’è possibile che abbiamo ancora tante domande? Te lo dico io. La frustrante verità è che ci hanno mentito: non deliberatamente, non è colpa di nessuno, ma è così. Ci hanno raccontato la storia sbagliata. Per molto, molto tempo, la scienza e la medicina occidentali hanno considerato la sessualità femminile come una versione light della sessualità maschile: essenzialmente uguale, ma un po’ carente. Per esempio, si dava più o meno per scontato che, poiché gli uomini raggiungono l’orgasmo durante la 14


fase in cui il pene è dentro la vagina (coito), anche le donne dovrebbero avere l’orgasmo nella stessa fase, e se non succede è perché hanno qualcosa che non va. In realtà, circa il 30 per cento delle donne raggiunge sistematicamente l’orgasmo durante il coito. Per il restante 70 per cento, l’orgasmo arriva durante il coito solo a volte, raramente o mai, e sono tutte donne sane e normali. Una donna può avere un orgasmo in moltissimi altri modi – sesso manuale, sesso orale, vibratori, stimolazione del seno, succhiamento delle dita dei piedi, più o meno qualunque cosa si possa immaginare – e non raggiungerlo invece durante il coito. È normale. Inoltre si presupponeva che, poiché nell’uomo il comportamento dei genitali corrisponde di solito a ciò che avviene nella mente – se il pene è eretto, vuol dire che lui è eccitato – anche nella donna l’aspetto dei genitali dovrebbe rispecchiare la sua esperienza emotiva. Di nuovo, per alcune donne è così, ma per molte altre no. Una donna può essere perfettamente sana e normale e al tempo stesso sperimentare la “non-concordanza”, vale a dire che il comportamento dei suoi genitali (bagnati o asciutti) potrebbe non corrispondere alla sua esperienza mentale (il sentirsi eccitata o no). Era anche opinione comune che, poiché agli uomini capita di desiderare il sesso in maniera improvvisa e spontanea, anche le donne dovrebbero provare lo stesso tipo di desiderio. Ancora una volta, questo può essere vero, ma non necessariamente. Una donna può essere perfettamente sana e normale e al tempo stesso non provare mai desiderio sessuale spontaneo. Potrebbe invece provare un desiderio “reattivo”, che emerge solo in contesti ad alto tasso erotico. In effetti, donne e uomini sono diversi. Un momento, però. Sia le donne che gli uomini co15


noscono l’orgasmo, il desiderio e l’eccitazione, e anche gli uomini possono sperimentare il desiderio reattivo, la non-concordanza o l’assenza di orgasmo durante la penetrazione. Sia le donne che gli uomini possono innamorarsi, fantasticare, masturbarsi, avere perplessità riguardo al sesso o vivere il piacere estatico. Gli uni e le altre possono emettere liquidi corporei, far viaggiare l’immaginazione lungo sentieri proibiti, sperimentare i modi inaspettati e sorprendenti in cui il sesso si manifesta in ogni ambito della vita... e affrontare i modi inaspettati e sorprendenti in cui il sesso a volte rifiuta, più o meno cortesemente, di manifestarsi. Quindi... donne e uomini sono davvero così diversi? Il problema è che ci hanno insegnato a concepire il sesso in termini di comportamento, invece di considerare i processi biologici, psicologici e sociali che stanno alla base del comportamento stesso. Ci concentriamo sui fenomeni fisiologici: il flusso sanguigno, le secrezioni genitali, il ritmo cardiaco. O sui comportamenti sociali: cosa facciamo a letto, con chi lo facciamo e con quale frequenza. Tanti libri sul sesso focalizzano l’attenzione su questi aspetti: indicano quante volte a settimana fa sesso una coppia media o danno istruzioni su come avere un orgasmo, e possono certamente essere d’aiuto. Ma se vuoi davvero comprendere la sessualità umana, limitarsi al comportamento non basta. Cercare di capire il sesso analizzando i comportamenti è come cercare di capire l’amore esaminando il ritratto di nozze di una coppia... e i documenti per il divorzio. Riuscire a descrivere cosa è successo – due persone si sono sposate e poi hanno divorziato – non ci porta molto lontano. Ciò che vogliamo sapere è come è successo e perché. Forse i due hanno smesso di amarsi dopo il matrimonio, ed è per questo che hanno divorziato? Oppure non sono mai stati innamorati ma erano stati 16


costretti a sposarsi, e con il divorzio sono diventati finalmente liberi? Senza indizi più concreti, possiamo per lo più tirare a indovinare. Fino a tempi molto recenti, col sesso è stato proprio così: abbiamo per lo più tirato a indovinare. Ma la sessuologia è a un momento di svolta epocale in quanto, dopo decenni di ricerche volte a descrivere cosa accade nella risposta sessuale umana, stiamo finalmente scoprendo il come e perché: il processo all’origine del comportamento. Negli anni Novanta del ventesimo secolo, i ricercatori Erick Janssen e John Bancroft del Kinsey Institute for Research in Sex, Gender, and Reproduction (“Istituto Kinsey per le Ricerche su Sesso, Genere e Riproduzione”) hanno elaborato un modello di risposta sessuale umana che fornisce un principio ordinatore per comprendere la vera storia del sesso. Secondo il loro “modello del duplice controllo”, il meccanismo cerebrale della risposta sessuale è sempre costituito da due componenti – un acceleratore e un freno – e tali componenti reagiscono a un’ampia varietà di stimoli sessuali, tra cui le sensazioni a livello genitale, la stimolazione visiva e il contesto emotivo. E la sensibilità di ciascun componente cambia da persona a persona. Ne deriva che l’eccitazione, il desiderio sessuale e l’orgasmo sono esperienze pressoché universali, ma il momento e il modo in cui le viviamo dipendono in gran parte dalla sensibilità dei nostri “freni” e del nostro “acceleratore” e dal tipo di stimolazione che subiscono. Questo è il meccanismo all’origine del comportamento: il come e il perché. Ed è la regola su cui si basa l’idea che esporrò in questo libro: siamo tutti composti dalle stesse parti, ma in ognuno di noi queste parti sono organizzate in maniera unica e diversa, che cambia nel corso della vita. 17


Nessun tipo di organizzazione è migliore o peggiore di altre, e nessuna fase della vita è migliore o peggiore di altre; sono semplicemente diverse. Un melo può essere in buona salute a prescindere dalla varietà di mele che produce, anche se magari una varietà ha bisogno di costante esposizione alla luce solare diretta e un’altra gradisce invece un po’ d’ombra. E un melo può essere in buona salute quando è un seme, una pianticella o un albero, quando sfiorisce a fine stagione così come quando è carico di frutti in tarda estate. Ma in ciascuna di queste fasi avrà esigenze diverse. Anche tu sei sana e normale all’inizio del tuo sviluppo sessuale, quando cresci e quando il tuo corpo produce con fiduciosa gioia i frutti della vita. Sei sana quando hai bisogno di tanto sole, e sei altrettanto sana quando gradisci un po’ d’ombra. È questa la verità. Siamo tutte uguali. Siamo tutte diverse. Siamo tutte normali.

Com’è organizzato questo libro Il libro si suddivide in quattro parti: 1) Nozioni (neanche tanto) elementari; 2) Il sesso nel contesto; 3) Il sesso in azione; 4) Estasi per tutti. I tre capitoli della prima parte descrivono il corredo di base con cui sei nata: un corpo, un cervello e un ambiente circostante. Nel capitolo 1 parlo dei genitali: le loro parti, il significato che attribuiamo a queste parti, e la prova scientifica definitiva che sì, i tuoi genitali sono in perfetta salute e bellissimi così come sono. Il capitolo 2 spiega nel dettaglio il meccanismo cerebrale della risposta sessuale: il modello del duplice controllo di inibizione ed eccitazione, vale a dire freni e acceleratore. Quindi, nel capitolo 3, parleremo dei modi in cui i freni e l’acceleratore interagiscono con gli altri numerosi sistemi nel tuo cervello e nell’ambiente circostante, determinando se una certa sensazione o persona, in un dato momento, ti eccita oppure no. 18


Nella seconda parte del libro, Il sesso nel contesto, andiamo a vedere come funziona tutto il corredo di base nel contesto della tua vita reale: le tue emozioni, la tua relazione di coppia, il rapporto che hai con il tuo corpo e l’atteggiamento nei confronti del sesso. Il capitolo 4 si sofferma su due sistemi emotivi fondamentali, l’amore e lo stress, e sui modi sorprendenti e contraddittori in cui possono influenzare la tua reattività sessuale. Il capitolo 5 descrive quindi le forze culturali che plasmano e inibiscono il funzionamento sessuale, e spiega come amplificare al massimo i lati positivi di tale processo e superarne gli aspetti distruttivi. Impareremo in sostanza che il contesto – le circostanze esterne e il tuo stato mentale del momento – riveste per il tuo benessere sessuale la stessa cruciale importanza del tuo corpo e del tuo cervello. Se ti impadronisci del contenuto di questi capitoli, la tua vita sessuale si trasformerà... ed è del tutto verosimile che lo stesso accada alla tua vita in generale. La terza parte del libro, Il sesso in azione, tratta della risposta sessuale in sé e per sé, demolendo due pericolosi miti che persistono da tempo. Il capitolo 6 dimostra che l’eccitazione può avere a che fare, ma anche no, con quello che accade a livello genitale. È qui che impareremo perché la non-concordanza, cui accennavo poco fa, è cosa sana e normale. E dopo aver letto il capitolo 7, non potrai più sentir parlare di “impulso sessuale” senza pensare subito: «Ah, ma il sesso non è un impulso!» In questo capitolo spiego infatti come funziona il “desiderio reattivo”. Se il tuo interesse (o quello del tuo partner) nei confronti del sesso ha mai subito una variazione – aumento o calo – questo sarà per te un capitolo importante. Infine la quarta parte del libro, Estasi per tutti, indica come rendere il sesso completamente tuo, che è la condizione per sperimentare nella tua vita l’estasi sessuale 19


suprema. Il capitolo 8 parla degli orgasmi: cosa sono, cosa non sono, come averli e come renderli simili a quelli descritti nei libri, quelli che fanno toccare il cielo con un dito. E per finire, nel capitolo 9 descrivo la cosa più importante in assoluto che puoi fare per migliorare la tua vita sessuale. La svelo fin da subito: risulta che a contare più di ogni altra cosa non sono le parti di cui sei fatta né come sono organizzate, ma quello che senti nei loro confronti. Quando accetti pienamente la tua sessualità così com’è in questo momento, ecco che si crea il contesto con le maggiori potenzialità di piacere estatico. Diversi capitoli comprendono schede di lavoro o altri tipi di attività ed esercizi interattivi. Molti sono divertenti: nel capitolo 3, per esempio, ti chiederò di pensare alle occasioni in cui hai fatto dell’ottimo sesso e individuare quali aspetti del contesto hanno contribuito a renderlo ottimo. Questi esercizi traducono la scienza in qualcosa di pratico, che può autenticamente trasformare la tua vita sessuale. Nel corso del libro vedrai dipanarsi le storie di quattro donne: Olivia, Merritt, Camilla e Laurie. Non sono donne che esistono realmente come singole persone; sono figure composite, che integrano in sé le storie vere delle tante donne a cui ho insegnato, parlato, scritto e-mail e prestato assistenza nei miei vent’anni di attività come educatrice sessuale. Puoi immaginare ogni donna come un collage di istantanee: da una foto il volto, da un’altra le braccia, da una terza i piedi... ciascuna di queste parti rappresenta una persona reale, e l’insieme è dotato di senso e coerenza, ma le relazioni reciproche tra le parti sono inventate da me. Ho scelto di costruire queste figure, invece che raccontare le storie di donne realmente esistenti, per due motivi. Primo: le storie mi vengono raccontate in 20


confidenza e io desidero proteggere l’identità di chi me le racconta, perciò ho modificato alcuni dettagli in modo che le loro storie rimanessero loro. Secondo: credo di poter descrivere la più ampia varietà possibile di esperienze sessuali femminili non concentrandomi su episodi specifici vissuti da una singola donna, ma sul quadro narrativo generale che include le tematiche comuni a tutte le centinaia di vite femminili che ho conosciuto. Per finire, in coda a ogni capitolo troverai una lista intitolata Per farla breve, che riepiloga brevemente i quattro messaggi principali del capitolo in questione. Se ti ritrovi a pensare: «La mia amica Alice dovrebbe proprio leggere questo capitolo!» oppure: «Questo vorrei tanto che lo sapesse il mio partner»*, potresti cominciare mostrando loro la lista Per farla breve. Altrimenti, se come me sei così infervorata da queste scoperte che non riesci a tenerle solo per te, puoi inseguire il tuo partner per tutta la casa leggendo ad alta voce la lista Per farla breve ed esclamando: «Visto, amore, che figata la non-concordanza!» o: «Quindi il mio è desiderio reattivo!» o: «Mi dai un contesto strepitoso, tesoro!»

Un paio di precisazioni Primo: quando parlo di “donne” in questo libro, mi riferisco in generale a persone nate dentro un corpo femminile, cresciute come ragazze e attualmente calate nel ruolo sociale e nell’identità psicologica di “donna”. Esistono moltissime donne che non possiedono * Nel corso del libro, per semplicità, userò il genere maschile (“il partner”) in maniera onnicomprensiva, invece della duplice forma “il/la partner”, per riferirmi a persone di qualunque sesso o genere. 21


una o più caratteristiche tra queste, ma le ricerche sulla sessualità transgender e genderqueer sono troppo esigue per poter affermare con certezza se ciò che è vero per il benessere sessuale delle donne cisgender sia altrettanto valido per il mondo trans. Io lo ritengo probabile, e le ricerche del prossimo decennio ci permetteranno di scoprirlo, ma nel frattempo desidero prendere atto che questo è fondamentalmente un libro sulle donne cisgender. E se non hai idea di cosa significhi tutto ciò, non preoccuparti. Secondo: sono una fervente sostenitrice del ruolo della scienza nel favorire il benessere sessuale femminile, e ho lavorato sodo per riassumere in questo libro i risultati della ricerca scientifica con l’obiettivo di insegnare alle donne a vivere con gioia e fiducia dentro il proprio corpo. Ma l’aver incluso o escluso certi dettagli empirici è stata una scelta assolutamente intenzionale. Mi sono chiesta: «Questo dato può aiutare le donne a migliorare la loro vita sessuale, oppure è solo un’affascinante e significativa curiosità empirica?». E ho tagliato via le curiosità. Ho mantenuto soltanto le conoscenze scientifiche di più immediata rilevanza per la vita quotidiana delle donne. Perciò, in queste pagine non troverai la storia completa della sessualità femminile; non sono nemmeno sicura che la storia completa possa essere racchiusa in un libro. Ho inserito invece le parti della storia che ho trovato più efficaci, nel mio lavoro di educatrice sessuale, per favorire il benessere, l’autonomia e il piacere nella sessualità femminile. Lo scopo di questo libro è proporre un nuovo modo di pensare, fondato su basi scientifiche, relativamente al benessere sessuale delle donne. Come tutti i nuovi modi di pensare, anche questo solleva numerose domande e mette in discussione molte conoscen22


ze pregresse. Se hai voglia di approfondire, troverai i riferimenti bibliografici nelle note, insieme alle descrizioni dettagliate del processo con cui ho condensato un corpo di ricerca complesso e sfaccettato fino a trasformarlo in qualcosa di pratico.

Se ti senti sbagliata, o conosci qualcuno che si sente così Un’ultima cosa prima di iniziare col capitolo 1. Ricordi quando ho detto che hanno mentito a tutte noi, ma non è colpa di nessuno? Vorrei fermarmi un attimo a constatare i danni provocati da questa menzogna. Moltissime donne si affacciano sul mio blog, o alle mie lezioni o conferenze, convinte di avere qualcosa che non va dal punto di vista sessuale. Si sentono malfunzionanti. Anormali. E come se non bastasse, si sentono ansiose, frustrate e senza speranza per via della mancanza di informazioni e di supporto da parte di medici, terapeuti, partner, famiglia e amici. «Rilassati» si sono sentite rispondere. «Fatti un bicchiere di vino». Oppure: «È che le donne non hanno tutto questo gran desiderio per il sesso. Fattene una ragione». Oppure: «Certe volte il sesso è doloroso; non puoi semplicemente far finta di nulla?» Capisco la frustrazione che provano queste donne, il loro sconforto; nella seconda metà del libro descriverò il processo neurologico che ci intrappola nella frustrazione e nello sconforto, sbarrandoci la strada verso la speranza e la gioia, e indicherò metodi scientificamente provati per liberarsi da questa trappola. Ecco cosa voglio che tu sappia fin da subito: le informazioni contenute in questo libro ti dimostreranno che qualunque esperienza tu stia vivendo nella tua sfera sessuale – che si tratti di difficoltà legate 23


all’eccitazione, al desiderio o all’orgasmo, dolore, o totale assenza di sensazioni – è il risultato del tuo meccanismo di risposta sessuale che funziona adeguatamente... in un mondo inadeguato. Tu sei normale; è il mondo intorno a te a essere sbagliato. Questa è, in effetti, la cattiva notizia. La buona notizia è che, una volta compreso il funzionamento del tuo meccanismo di risposta sessuale, puoi cominciare ad assumere il controllo dell’ambiente e del tuo cervello in modo da valorizzare al massimo il tuo potenziale sessuale, anche in un mondo sbagliato. E una volta modificato il tuo ambiente e il tuo cervello, potrai modificare – e guarire – il tuo modo di vivere la sessualità. Questo libro contiene informazioni che ho visto trasformare il benessere sessuale delle donne. Le ho viste trasformare la comprensione degli uomini nei confronti delle loro partner. Ho visto coppie omosessuali scambiarsi uno sguardo e commentare: «Oh. Ecco cosa stava succedendo». Allieve, amiche, lettrici del blog e anche educatrici sessuali come me, dopo aver letto un post sul blog o ascoltato una mia conferenza hanno esclamato: «Perché nessuno me l’ha detto prima? Adesso è tutto chiaro!» So per certo che ciò che ho scritto in questo libro può aiutarti. Forse non basterà a guarire tutte le ferite inferte alla tua sessualità da una cultura che a volte fa apparire pressoché impossibile per una donna avere una vita sessuale “giusta”, ma ti fornirà potenti strumenti di supporto alla guarigione. Come faccio a saperlo? Ho le prove, naturalmente! Alla fine di un semestre, ho chiesto alle mie 187 allieve di mettere per iscritto una cosa veramente importante che avevano imparato dalle mie lezioni. Ecco un piccolo assaggio di ciò che hanno scritto: 24


«Sono normale! sono normale. Ho imparato che tutto è normale, e questo mi consente di affrontare con gioia e fiducia il resto della mia vita. Ho imparato che sono normale! E ho imparato che alcune persone provano desiderio spontaneo mentre altre hanno un desiderio reattivo, e questo mi ha aiutata a capire fino in fondo la mia vita privata. Le donne sono tutte diverse! E anche se non vivo la mia sessualità nella stessa maniera di tante altre donne, questo non mi rende anormale. Nelle donne il desiderio, l’eccitazione, la risposta sessuale, ecc., sono incredibilmente vari. L’unica certezza su cui posso contare riguardo alla sessualità è che le persone differiscono tra loro, e tanto. Che ognuno è diverso e tutto è normale; non ne esistono due uguali. Non ne esistono due uguali!»

E via dicendo. Oltre metà delle testimonianze consisteva in una variazione sul tema “sono normale”. Seduta nel mio ufficio, ho letto queste risposte con le lacrime agli occhi. Le mie allieve avvertivano il pressante bisogno di sentirsi “normali”, e il mio corso aveva in qualche modo aperto una strada in quella direzione. La scienza che studia il benessere sessuale delle donne esiste da poco, e c’è ancora tanto da imparare. Ma questa scienza giovane ha già scoperto sulla sessualità femminile alcune verità che hanno trasformato il rapporto delle mie allieve con il proprio corpo, come senza dubbio ha trasformato il mio. Ho scritto questo libro per condividere conoscenze scientifiche, storie 25


e idee positive sul sesso a dimostrazione che, malgrado la nostra cultura abbia il suo tornaconto nel farci sentire sbagliate, malfunzionanti, poco attraenti e sgradevoli, siamo in realtà perfettamente in grado di vivere il sesso in maniera fiduciosa e piena di gioia. Ecco la promessa di Come As You Are: in qualunque punto del tuo percorso ti trovi in questo momento, che tu abbia una vita sessuale fantastica e voglia renderla ancor più eccezionale, o che sia alle prese con un problema e in cerca di soluzioni, imparerai sicuramente qualcosa che cambierà in meglio la tua vita sessuale e trasformerà il modo in cui concepisci la sessualità. E scoprirai che, anche se ancora non ti senti così, sei già perfettamente integra e sana dal punto di vista sessuale. Lo dice la scienza. E io posso dimostrarlo.

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Tre

IL CONTESTO

E un “Unico Anello” (per domarli) nel tuo cervello emotivo

Se conoscessi Henry, ti piacerebbe: è garbato e di bell’aspetto, sorriso dolce e voce sommessa, un po’ all’antica. Si alza in piedi quando nella stanza entra una signora. Henry è appassionato di tecnologia quasi quanto Camilla, sua moglie. Il loro venerdì sera ideale comprende una partita a I coloni di Catan, una qualunque produzione di Joss Whedon o il gioco Carte contro l’umanità, o possibilmente tutte e tre le cose. E hanno una vita sessuale piacevole, Henry e Camilla. È praticamente sempre lui a prendere l’iniziativa; gli piacerebbe senz’altro essere cercato dalla moglie, ma è un tipo accomodante e si sente fortunato ad avere una compagna di vita con cui condivide sia il senso dell’umorismo che il bisogno di avere il bagno sempre in ordine. Sono due innamorati attenti, riflessivi, introversi. La prima volta che si sono incontrati – intendo di persona, senza contare le settimane di approcci virtuali via Internet – si sono guardati negli occhi ed entrambi hanno provato immediatamente una sensazione del tipo: «Sì. Eccoti qui. Sei tu». Ma sono due tipi attenti e riflessivi, e l’hanno presa con calma. Si sono detti a vicenda: «Per me non è il momento di iniziare una relazione. Meglio essere solo amici». Entrambi hanno annuito con solennità. E sono diventati amici. Per un anno. Gradualmente, Henry ha iniziato a corteggiarla. Le ha portato fiori... fatti con i Lego. Ha commissionato un ritratto al suo disegnatore preferito di fumetti online. Ha scritto per lei scenari di giochi di ruolo. Ha indossato cravatte. Le ha tenuto la mano. 99


Quando alla fine si sono baciati, erano innamorati tutti e due, anche se non l’avevano detto. E quando hanno fatto l’amore per la prima volta, avevano già deciso di dedicare la propria vita l’uno all’altra, e se lo sono detto e ripetuto più volte, con sussurri concitati nel buio. Camilla, come ricorderai, ha bassi livelli di ses: fa parte di quel 4-8 per cento di donne la cui sensibilità agli stimoli sessualmente rilevanti è piuttosto limitata.1 Eppure, il giorno in cui si è sposata, era sensibile eccome. Cinque anni dopo... un po’ meno. Mi ha detto: «Prima succedeva che mentre stavo in cucina lui mi veniva dietro e cominciava a baciarmi il collo, e io mi scioglievo all’istante. Adesso, invece, lui fa la stessa cosa e io reagisco tipo: “Sto cercando di cucinare”. Non capisco cos’ho che non va». «Non c’è niente che non va, è solo diverso il contesto» ho risposto io. «In che senso è diverso? Io lo amo ancora esattamente come quando ci siamo sposati; mi sembra solo di aver esaurito la mia riserva di libidine. Esiste una “riserva di libidine” che può rimanere a secco?» «No... be’... una specie? Non proprio. Non è tanto una riserva quanto... diciamo... una doccia» ho risposto. «Una doccia in cui a volte c’è tanta acqua calda, e la pressione e il getto dell’acqua sono fantastici, mentre altre volte la pressione è al minimo o il soffione è tutto incrostato. La doccia puoi farla comunque, ma tutti questi fattori legati al contesto contribuiscono a renderla un’esperienza inebriante o deprimente». «Fattori legati al contesto. In concreto di che si tratta? Fiori e candele?» Sul suo viso c’era una smorfia. «Lui che mi strappa il corsetto come in un romanzo?» «Queste sono circostanze. Situazioni. Ne fanno parte, ma per “contesto” intendo anche, per esempio, gli stati mentali». «Oh!» ha fatto lei, illuminandosi. «Suona molto più interessante delle candele». Lo è. Ed è l’argomento di questo capitolo: come rendere l’acqua calda e piacevole e aumentare la pressione idraulica.

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Nella loro indagine sui “fattori scatenanti il desiderio sessuale”, Katie McCall e Cindy Meston hanno chiesto a diverse donne cosa le faceva eccitare e hanno riscontrato che le risposte si potevano suddividere in quattro categorie generali.2 Fattori che alludono a un legame amoroso-emotivo, come provare un senso di amore, sicurezza, dedizione, vicinanza emotiva, protezione e supporto all’interno della coppia, e sentire di ricevere dal partner “attenzioni speciali”. Esempio: una donna mi ha raccontato la storia incredibilmente romantica di un suo fidanzato che era salito su un aereo dall’altra parte del mondo per farle una sorpresa il giorno del loro secondo anniversario. Tanto per parlare di vicinanza, dedizione e attenzioni speciali. Ebbene sì, lei gli è praticamente saltata addosso. Fattori erotici-espliciti, come guardare un film o leggere una storia a sfondo sessuale, guardare o sentire altre persone che fanno sesso, pregustare un rapporto sessuale, sapere di essere desiderate, notare la propria eccitazione o quella del partner. Esempio: una donna sui vent’anni mi ha raccontato di una volta in cui, nell’appartamento del suo fidanzato, si era svegliata nel cuore della notte sentendo gli inquilini del piano di sopra che facevano sesso. Il ritmo dei cigolii, grugniti e sospiri l’aveva immediatamente eccitata. Aveva svegliato il fidanzato baciandolo e avevano ascoltato insieme, per poi buttarsi a loro volta in un sesso intenso e sfrenato. Fattori visivi-di vicinanza, come vedere un potenziale partner attraente e ben vestito, con un corpo tonico, pieno di classe, intelligente e sicuro di sé. Esempio: un’amica mi ha chiesto una volta in tono retorico: «Cos’hanno di tanto speciale i polsini bianchi di una camicia che spuntano fuori da una giacca elegante?» Ho risposto: «Forse è una specie di status symbol?» E lei: «Sì, e indica anche una certa cura del proprio 101


corpo. Un uomo con i polsini bianchi e immacolati avrà la pelle che sa di buono». Fattori romantici-impliciti, che includono comportamenti intimi come ballare a distanza ravvicinata, fare insieme un bagno caldo, massaggi o altri tipi di contatto intimo (come toccarsi il viso o i capelli), guardare un tramonto, ridere o sussurrare, sentire l’odore dell’altro. Esempio: una donna sui trent’anni mi ha detto che lei e il marito stavano mettendo i soldi da parte per ristrutturare la stanza da bagno, perché si erano resi conto che uno dei motivi per cui lei aveva tanta voglia di sesso quando andavano in vacanza era il fatto che facevano insieme lunghi bagni bollenti (in ogni senso) nelle vasche gigantesche dei b&b in cui soggiornavano. Più bagni, più sesso. Nulla che sorprenda più di tanto, ma è sempre fantastico avere dati che confermano le nostre intuizioni: il desiderio sessuale delle donne è innescato da una miscela di fattori erotici e romantici. La ricerca di McCall e Meston ci dice cosa attiva l’acceleratore della risposta sessuale femminile. In una serie di nove gruppi di discussione con ottanta donne, Cynthia Graham, Stephanie Sanders, Robin Milhausen e Kimberly McBride hanno catalogato le idee delle partecipanti riguardo ai fattori che contribuiscono a eccitarle o a “tenere i freni tirati”.3 I temi emersi da questa ricerca presentano interessanti parallelismi con i risultati del lavoro di McCall e Meston. Eccone un elenco, in cui ciascun tema è illustrato da una frase pronunciata da una partecipante. • Rapporto col proprio corpo. «Per me è molto più facile eccitarmi quando mi sento davvero a mio agio con me stessa... non è altrettanto facile quando sento di avere problemi con me stessa o con il mio corpo». 102


• Preoccupazioni sulla reputazione. «Hai presente, quando sei single e vuoi fare sesso con qualcuno e inizi a pensare: “Ok, forse sto osando troppo?” o “Forse non sto osando abbastanza?” o “Cosa penserà di me se faccio queste cose...?”» • Tirare i freni. «Credo sia come quando magari hai voglia di fare qualcosa e poi inizi a pensare: “Aspetta un attimo, non puoi farlo”, hai già una relazione o quel tipo è uno sfigato... e di botto entri in modalità “Ok, a posto così, scordatelo, non si può. È una cattiva idea”, molli tutto e te ne vai». • Gravidanza indesiderata/contraccezione. «Il pensiero di una gravidanza indesiderata è un grosso disincentivo, e se sei con un partner che non sembra preoccuparsene ti senti veramente in pericolo». • Sentirsi desiderate o sentirsi usate dal partner. «Mi piace quando mi accarezzano non soltanto, diciamo, le parti del corpo che si eccitano sessualmente, ma anche solo, per dire, le braccia... sento che lui mi sta considerando e apprezzando dalla testa ai piedi». • Sentirsi “accettate” dal partner. «Anche il mio secondo marito, con cui ho passato sedici anni, non accettava le mie risposte sessuali... perché faccio molto rumore, o con il mio modo preferito di raggiungere l’orgasmo lui si sentiva tagliato fuori... Questo è stato l’inizio che mi ha portata al blocco totale». • Stile dell’approccio/iniziativa e tempistica. «Il suo “gioco”... sai, la maniera in cui mi ha abbordata, come ha fatto in modo che rimanessi a parlare con lui oltre i primi cinque minuti...? Insomma, come ha gestito la situazione». • Malumore. «Se sei molto arrabbiata con il tuo potenziale partner, se ce l’hai a morte con lui per qualcosa, niente al mondo potrà mai eccitarti». 103


Questi due studi ci permettono di iniziare a capire che l’interesse sessuale delle donne dipende da un’ampia varietà di fattori. Di fronte alla domanda “Cosa ti fa venire voglia?” le donne rispondono, tra l’altro: • Avere un partner attraente che le rispetta e le accetta così come sono. • Provare fiducia e amorevolezza all’interno della coppia. • Sentirsi sane e sicure di sé, sotto l’aspetto sia fisico che emotivo. • Sentirsi desiderate dal partner, essere trattate in un modo che le fa sentire speciali. • Fattori di esplicito contenuto sessuale, come materiali erotici o pornografici, o sentire o vedere altre persone che fanno sesso. Ma queste risposte ci dicono anche un’altra cosa, cioè che dipende. Una donna può sentirsi sicura di sé e avere una bellissima relazione con un partner che ama, di cui si fida e da cui si sente attratta, eppure non provare comunque desiderio sessuale se ha l’influenza, se quella settimana ha lavorato settanta ore, o se preferisce farlo quando entrambi sono freschi di doccia e invece sono appena rientrati dopo aver fatto giardinaggio. Un altro elemento da considerare è che le dichiarazioni rilasciate dalle donne durante un’indagine o in un gruppo di discussione non possono tener conto di tutto ciò che succede nella vita reale. Nel libro The Science of Trust (“La scienza della fiducia”), il ricercatore John Gottman riporta alcune storie di donne coinvolte in relazioni violente, in cui subivano abitualmente maltrattamenti fisici.4 Queste donne hanno sbalordito lui e la collega ricercatrice raccontando che alcuni dei migliori rapporti sessuali che aveva104


no mai avuto erano seguiti immediatamente ad atti di violenza. E nel libro Che cosa vogliono le donne Daniel Bergner parla di Isabel, che non riusciva a eccitarsi con il suo tenero e rispettoso fidanzato, mentre si era sentita magneticamente attratta da un idiota che la trattava come un oggetto, voleva che si vestisse in modo volgare e, come lei ben sapeva, non si sarebbe mai impegnato in una relazione stabile.5 Ho sentito storie simili da molte donne, e in queste ricerche non c’è nulla che possa spiegarlo. Niente ci spiega perché il “sesso riparatore” e il “sesso di addio” abbiano fama di essere particolarmente intensi. E allora? Allora si tratta della relazione che intercorre tra il meccanismo del duplice controllo e i tuoi tanti altri sistemi motivazionali. Si tratta del contesto. Il contesto è formato da due componenti: le circostanze esterne – con chi sei, dove ti trovi, se la situazione è inconsueta o familiare, rischiosa o sicura, ecc. – e il tuo stato mentale del momento: se sei rilassata o stressata, se ti fidi o no, se provi amore o no, proprio in quel preciso istante. Sempre più prove confermano che la risposta sessuale femminile è più sensibile di quella maschile al contesto, inclusi i fattori relativi all’umore e al rapporto di coppia, e che le donne differiscono maggiormente tra loro per quanto riguarda l’influenza di tali fattori sulla risposta sessuale.6 Dunque questo capitolo è dedicato al contesto: come le circostanze esterne e gli stati mentali interiori possono influenzare la tua reattività sessuale. Partiremo dall’idea che la tua esperienza o percezione di qualunque tipo di sensazione può variare in base a una serie di fattori, tra cui le circostanze esterne, lo stato d’animo, la fiducia e la storia che hai alle spalle. Poi andremo dritte al nocciolo, scoprendo la motivazione profonda di questa verità immutabile: 105


quando il tuo cervello è in stato di stress, quasi tutto viene percepito come una potenziale minaccia. E infine ti illustrerò lo specifico meccanismo cerebrale che regola l’intero processo. Comprendere questo meccanismo – che io chiamo “Unico Anello” emotivo – è essenziale per capire come il contesto influisce sulla tua reattività sessuale. Voglio avvisarti per tempo: questo è il capitolo più intellettuale e scientifico di tutto il libro. Va’ a rispolverare i tuoi occhiali da secchiona. Ne vale la pena. Il risultato sarà che ogni volta che sentirai un uomo lamentarsi: «Le donne sono proprio complicate; ieri le piaceva una cosa, oggi vuole una cosa completamente diversa», o una donna chiedersi: «Perché non rispondo più come una volta?», tu sarai in grado di replicare: «Il contesto! Ciò che una donna desidera o gradisce cambia in base alle circostanze esterne e al suo stato interiore». Questo capitolo ti svela come decifrare il codice e capirci qualcosa. L’insoddisfazione di Laurie per la sua vita sessuale non dipendeva da questioni di sis o di ses, ma da problematiche legate al contesto. Tuttavia, il mio consiglio di convivere semplicemente con la propria mancanza di desiderio per un certo periodo non le era piaciuto. Le sembrava di darsi per vinta. Lei voleva desiderare il sesso, e ci avrebbe provato a tutti i costi, dannazione. Così ha ripensato alle occasioni del passato in cui aveva fatto sesso piacevolmente e si è ricordata di una vacanza di anniversario davvero eccezionale, risalente a prima che nascesse il bambino, in un hotel di lusso in montagna. «Aha! Il contesto!» ha pensato, e così lei e Johnny hanno prenotato una camera e organizzato il viaggio per riaccendere la passione. Il piano è fallito su tutta la linea. Il viaggio in macchina è stato interminabile, lungo la strada hanno avuto una discussione, e giunti al dopo cena la pressione delle aspettative era soverchiante. Laurie è andata in blocco e si è chiusa nel rifiuto, rifiuto di tutto. Un bagno 106


caldo, un bicchiere di vino e poi si è messa a dormire. Johnny ha guardato un film. E al mattino seguente lei si sentiva troppo in colpa per riprovarci. Poco tempo dopo, un pomeriggio Laurie e Johnny si sono seduti insieme per cercare di capire che cosa aveva funzionato nel primo viaggio ed era invece venuto a mancare nel secondo. Be’, le loro vite erano cambiate completamente: ora avevano un figlio, lei faceva un lavoro frustrante e aveva ripreso a studiare... Avevano replicato le circostanze esterne, ma non il contesto. «Benissimo, allora non devi fare altro che licenziarti, smettere di studiare e vendere Trevor al circo. Problema risolto» ha scherzato Johnny. Poi ha detto, più seriamente: «Forse siamo fuori strada. Forse si tratta più che altro di come ci sentiamo, non di dove siamo o cosa facciamo. In quell’anniversario, quando il sesso tra noi è stato così eccezionale, tu come ti sentivi?» Lei ci ha pensato su per un minuto. Poi è scoppiata in lacrime. Ha cominciato a dirgli quanto lo amava, che contava su di lui per il proprio equilibrio mentale in una vita che sembrava fatta apposta per farla impazzire, che desiderava dimostrargli, e non solo a parole, quanto era importante per lei, ma ogni volta che le veniva in mente di prendere un’iniziativa sessuale si sentiva travolta, sopraffatta, e il suo corpo andava in blocco. Mentre parlava, da lei scorrevano fiumi indistinti di dolore: dolore per la sua sessualità perduta, ma anche per aver perso la pace dell’animo e il senso della propria identità, a prescindere dai suoi ruoli di madre, figlia, moglie, capo, impiegata, studentessa... E poi, quando la marea del dolore è rifluita, hanno fatto sesso meravigliosamente. In seguito Laurie è venuta a dirmi: «Che caspita?! Organizziamo una fuga romantica e non succede nulla, anzi peggio! Poi mi viene una crisi di pianto e mi sfogo su quanto lo amo e quanto è estenuante la mia vita, e facciamo sesso bollente e selvaggio. Questa storia del contesto non ha proprio senso!» Allora le ho spiegato.

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Le sensazioni nel contesto Immagina di flirtare con un certo qualcuno che all’improvviso inizia a farti il solletico. Ti vengono in mente situazioni in cui lo troveresti divertente, no? Un gioco di seduzione. Un sentiero spianato verso l’intimità. Ora immagina che quel certo qualcuno ti stia dando sui nervi, e che a un certo punto provi a farti il solletico. È irritante, vero? Probabilmente avresti voglia di dargli un pugno in faccia. La sensazione è la stessa, ma poiché è diverso il contesto, cambia il modo in cui percepisci quella sensazione. Questo principio si applica a tutte le nostre sfere sensoriali. Un odore che risulta gradevole quando è associato all’etichetta “formaggio” diventa disgustoso se gli attribuiamo l’etichetta “odore corporeo”.7 Stesso odore + contesto diverso = diversa percezione. Inoltre, lo stato d’animo influisce sulla percezione dei sapori: quando ti senti triste, come dopo aver visto un film strappalacrime, si riduce la tua capacità di sentire il sapore dei grassi nel cibo.8 Lo stesso vale per tutti gli altri sensi, non solo per i cinque principali che hai imparato alle elementari. L’abbiamo sperimentato tutti con la termopercezione: immagina di rimanere senza benzina a un paio di chilometri dal distributore, sotto un sole cocente e con un’umidità da sauna. Cammini a piedi nell’afa soffocante. Quando raggiungi la stazione di rifornimento, con l’aria condizionata a ventidue gradi, senti come una ventata gelida, un profondo sollievo dal caldo. Ora immagina di rimanere senza benzina nello stesso punto sei mesi dopo, in una giornata di freddo pungente con un vento che taglia la faccia, e di percorrere faticosamente la stessa strada fino al distributore di benzina. Quella stessa temperatura di ventidue 108


gradi ora ti dà la sensazione di un forno acceso, un profondo sollievo dal freddo implacabile. Contesto. Stesso discorso per il senso dell’equilibrio: il nostro cervello si abitua al movimento, come ben sa chiunque sia sbarcato da una nave dopo una settimana di crociera e ha passato i due giorni successivi a chiedersi perché la terra si muovesse sotto i suoi piedi. E per la nocicezione (il senso del dolore): chi ha provato un dolore fisico veramente forte sviluppa un più alto livello di tolleranza per i dolori futuri.9 E anche per il senso del tempo: il tempo sembra davvero volare quando ci stiamo divertendo o, per meglio dire, quando siamo “nel flusso”.10 Questi cambiamenti di percezione non sono soltanto “nella nostra testa”. Se si somministra a qualcuno una sostanza calmante dicendo: «Questa sostanza ti calmerà», non solo questi soggetti si sentiranno più rilassati rispetto a chi avrà ricevuto la stessa sostanza senza l’informazione; avranno anche una maggiore quantità di quella sostanza nel plasma sanguigno.11 Il contesto non si limita a cambiare le tue sensazioni; può cambiare la composizione chimica del tuo sangue. Il discorso vale anche per gli stimoli sessuali. Nel capitolo 2 abbiamo visto come il modello del duplice controllo regola le risposte agli stimoli percepiti come sessualmente rilevanti o come potenziali minacce, e il modo in cui impariamo a classificare gli stimoli nell’una o nell’altra categoria: ricordi il topo con il feticcio dei limoni? Tuttavia, proprio come l’odore del formaggio o il sapore del grasso vengono percepiti diversamente a seconda del nostro stato mentale e delle circostanze esterne, così il fatto di identificare un determinato stimolo come sessualmente invitante dipende dal contesto in cui lo percepiamo. Il solletico ne è un esempio. Immagina ora di guardare il tuo partner mentre fa il bucato. Se senti che in 109


generale puoi contare su di lui e c’è tra voi una buona connessione, allora vederlo fare il bucato potrebbe innescare in te pensieri erotici. Ma se ce l’hai con lui perché ultimamente ti sei sobbarcata quantità spropositate di bucato da lavare, allora la scena potrebbe darti soddisfazione – «Era ora!» – senza risultare minimamente sexy. Lo stesso può dirsi per i freni. Ad esempio, la paura delle malattie sessualmente trasmissibili può attivare i freni in misura diversa a seconda di quanto appare elevata la probabilità di contagio e di quali conseguenze si attribuiscono alla malattia. Usate il preservativo? Conosci la storia sanitaria e i trascorsi sessuali del tuo partner? Puoi contare sulla monogamia di entrambi? Minaccia meno forte. Niente preservativo? Niente informazioni? Possibilità di tradimento? Minaccia più forte. Questo vale anche per le conseguenze sociali: il rischio di compromettere il proprio status, la propria reputazione o un rapporto sentimentale è percepito come una minaccia più o meno temibile a seconda di quanto il rischio è concreto e di quanto sarebbe negativo l’evento prospettato. Imparare a riconoscere i contesti che aiutano il tuo cervello a percepire il mondo in chiave erotica, e riuscire a portare al massimo i loro effetti, è il segreto per accrescere il tuo appagamento sessuale. Alla fine di questo capitolo troverai alcune schede di lavoro che ti consentiranno di riflettere su quali aspetti del contesto influenzano il tuo modo di percepire le sensazioni. Per compilare le schede, dovrai ripescare dal tuo passato tre esperienze sessuali meravigliose e tre esperienze così così, e identificare concretamente cosa nello specifico le ha rese tali, sia in termini di circostanze esterne che di stati d’animo. Ti invito caldamente a trovare il tempo per farlo. Ripensare anche soltanto a un’esperienza meravigliosa e a un’esperien110


za così così può darti una mano a capire quali contesti favoriscono la tendenza del tuo cervello a interpretare il mondo in chiave erotica e quali invece la inibiscono.

Doloroso o erotico? Se il tuo partner ti sculaccia mentre stai allacciando le scarpe al tuo bambino, ti risulta fastidioso. Se invece ti sculaccia mentre state facendo sesso, può essere molto, molto eccitante. Il contesto può trasformare in stimoli erotici sensazioni che sono tipicamente percepite come dolorose, ad esempio l’essere sculacciata o frustata. La “sottomissione” sessuale richiede di lasciarsi andare con fiducia – rilasciare i pulsanti d’arresto – e consentire al partner di prendere il controllo. In questo contesto consensuale, ad alto tasso di fiducia ed esplicitamente erotico, il tuo cervello è aperto e ricettivo, pronto a interpretare in chiave erotica qualunque tipo di sensazione. E in una cultura che costringe le donne a passare così tanto tempo con i freni tirati, dicendo tanti no, non c’è da stupirsi se fantastichiamo di abbandonare ogni controllo, lasciarci andare con assoluta fiducia (mollare i freni) e permetterci di sperimentare le sensazioni.

Sesso, topi e rock’n’roll Qual è la prova concreta e definitiva che dimostra il potere del contesto nel determinare come il cervello percepisce le sensazioni? Vediamo un po’ cosa succede al cervello dei topi quando gli fai ascoltare Iggy Pop. 111


Immagina di essere un topo di laboratorio e di trovarti dentro una scatola a tre scomparti.12 I ricercatori hanno impiantato in maniera indolore nel tuo cervello una minuscola sonda per poter irradiare il tuo nucleo accumbens (nac), una piccolissima area del cervello che ha il compito di indicarti verso quale direzione andare: se avvicinarti o allontanarti da un certo elemento presente nell’ambiente. Nel primo scomparto, intorno a te c’è la classica situazione che caratterizza normalmente il laboratorio: luci accese, ma una discreta tranquillità. Qui, se il ricercatore irradia la zona superiore del nac, assumi comportamenti di avvicinamento, come annusare ed esplorare. Lo psicologo John Gottman li definisce comportamenti “Che cos’è?”.13 Curiosi. Esploratori. Estroversi. Quando invece i ricercatori stimolano la zona inferiore del tuo nac, assumi comportamenti di allontanamento – “Che diavolo è?” – come pestare le zampe e voltare la testa dall’altra parte. Paurosi. Sfuggenti. Introversi. Tutto questo è normale, e corrisponde esattamente a ciò che ci si aspetterebbe da una specie di topo bionico e semi-telecomandato. Ora passi allo scomparto successivo, dove le luci sono spente, l’ambiente è calmo e silenzioso e senti odore di casa. Adori stare qui, sembra un centro benessere per topi. In questo contesto, quando il ricercatore irradia la zona superiore del tuo nac, l’effetto è lo stesso: comportamenti di avvicinamento. Ma qui arriva la parte incredibile: quando il ricercatore irradia la zona inferiore del nac... di nuovo comportamenti di avvicinamento! In un ambiente sicuro e rilassante, quasi la totalità del nac attiva spinte verso l’esterno! Non appena arrivi nel terzo scomparto, si accendono luci abbaglianti e parte in quarta la musica di Iggy Pop: immagina Lust for Life sparata a volumi assordanti 112


che variano di continuo, così che il tuo udito non può nemmeno abituarsi. Tutto in questo ambiente ti provoca stress. Sei come un introverso topo di biblioteca che si ritrova in un night club di basso livello. Ora, quando i ricercatori irradiano la zona superiore del tuo nac, a differenza di quanto accaduto negli scomparti precedenti, non si attiva alcun comportamento di avvicinamento o curiosità; al contrario, in questo nuovo ambiente stressante quasi tutte le zone del nac, quando vengono irradiate, producono comportamenti sfuggenti del tipo “Che diavolo è?” Quando dico che la percezione delle sensazioni dipende dal contesto, lo dico nel senso più profondo che si possa dare a tale affermazione. Intendo che le parti filogeneticamente più antiche del tuo cervello (il “cervello scimmiesco”) possono rispondere a uno stimolo in maniera opposta, avvicinandosi o allontanandosi, a seconda delle circostanze in cui si trovano a operare.14 In un ambiente sicuro e confortevole, quasi qualunque punto che venga stimolato attiverà reazioni di avvicinamento, curiosità, desiderio. In un ambiente stressante e minaccioso, quasi qualunque punto che venga stimolato attiverà reazioni di allontanamento, allarme, paura. Sapere che il contesto influisce sul modo in cui il tuo cervello risponde agli stimoli sessuali non vuol dire semplicemente “creare l’atmosfera”, ad esempio con candele, corsetti e la porta della camera da letto chiusa a chiave. Significa anche che quando sei circondata da un contesto ottimale e sessualmente favorevole, quasi tutto può attivare in te un comportamento sessuale di curiosità e desiderio, del tipo “Che cos’è?”. Quando invece ti trovi in un contesto così così – vuoi per le circostanze esterne, vuoi per il tuo stato mentale interiore – per quanto il tuo partner possa essere sexy, per quanto tu possa amarlo o per quanto ricercata sia la tua bian113


cheria intima, quasi nulla sarà in grado di attivare in te quell’atteggiamento di curiosità, apertura, desiderio. Nel capitolo 4 spiegherò le ragioni evolutive di questo fenomeno, ma per ora sappi solo questo: è del tutto normale che il tuo modo di percepire le sensazioni cambi in base al contesto. È così che funziona il cervello. Qui si apre un enigma. Merritt, con il suo freno sensibile, aveva grosse difficoltà riguardo al sesso nella vita reale. Eppure la sua immaginazione sessuale era molto attiva, e da dieci anni era sia lettrice che autrice di storie erotiche. Le sue preferite erano incentrate su relazioni omosessuali maschili sadomaso, che lei chiama scherzando “Cinquanta sfumature di frocio”. L’idea di due uomini avvinghiati in un’intensa dinamica di potere sembrava avere qualcosa che catturava inesorabilmente la sua fantasia erotica. «Mi eccito al pensiero di due uomini che fanno sesso perverso, e poi mi blocco così facilmente quando faccio sesso con la donna che amo? Che senso ha? Basta un rumore. Il tocco di un’unghia quando meno me l’aspetto. Anche solo un pensiero casuale. Eppure ogni giorno passo ore a scrivere di uomini che fanno sesso in pubblico, o su un cavalletto, o legati a un albero». Imparare come funziona il suo freno sessuale le è servito a qualcosa, ma solo quando lei e Carol hanno parlato del contesto – Quali contesti ti eccitano? Quali contesti attivano i tuoi freni? – hanno scoperto che per Merritt le fantasie funzionavano benissimo, mentre la vita reale era... una vera e propria sfida. È un discorso del tutto sensato per una donna che ha i freni sensibili. Il contesto di una fantasia – le circostanze esterne e lo stato mentale interiore – è completamente diverso rispetto alla vita reale. Quando sei sola nel tuo letto e immagini di essere dominata da cinque omoni sconosciuti, in realtà sei al sicuro, non ci sono minacce che attivino la tua risposta da stress, e la novità della fantasia aggiunge benzina sul fuoco. Ottimo contesto! Ma nella vita reale, se ti ritrovassi circondata da cinque omoni sconosciuti, è probabile che nel tuo cervello partirebbe una risposta 114


da stress – Scappa! Combatti! O resta immobile! – che a sua volta, quasi sicuramente, attiverebbe i tuoi freni sessuali. Non proprio ottimale come contesto. «E allora che possiamo fare?» mi ha chiesto Merritt. «Fiducia» le ho risposto. «Mollare il freno è questione di fiducia». Merritt ha guardato Carol scuotendo il capo. «Io mi fido di te al centocinquanta per cento. Salterei bendata dall’orlo di un dirupo se tu mi dicessi che sotto c’è un materasso imbottito, senza esitazioni». E Carol: «Allora rimane solo un’altra persona di cui evidentemente non ti fidi, eh?» Merritt ci ha guardate entrambe sgranando gli occhi. «Me. Non mi fido di me stessa. È questo che volete dire?» «Tu che ne pensi?» le ho chiesto. «Mi fido della mia puntualità nel pagare le bollette. Mi fido di me stessa come madre. Come scrittrice. Sì, mi... uhm». Si è interrotta, guardandomi pensosamente con gli occhi socchiusi. «Ti fidi del tuo intelletto» ha detto Carol «e del tuo cuore. Ma del tuo corpo, ti fidi?» Sfregandosi energicamente la fronte con una mano, Merritt ha risposto: «A essere sincera no... e per una buona ragione». E così abbiamo parlato della sua buona ragione. Vorrei dedicare un po’ di tempo alla corteccia mesolimbica. Qui il discorso si fa piuttosto impegnativo: tornando alla metafora del giardino, le prossime due sezioni descrivono il processo con cui il terreno trasforma un seme in piantina. È un fenomeno che il giardiniere non può controllare più di tanto, e si verifica molto al di sotto della superficie, dove il nostro sguardo diretto non arriva. Tuttavia, soprattutto se trovi in qualche modo problematico coltivare la tua sessualità (o quella del tuo partner), le prossime pagine potrebbero davvero arricchire in modo decisivo la tua comprensione di quanto accade nelle parti profonde e subconscie della tua risposta sessuale. Pronta? Ok. 115



Sei

L’ECCITAZIONE

Nella lubrificazione non c’è causalità

Quando fai l’educatrice sessuale, ti capita di ricevere telefonate come questa: «Ehi, sono Camilla. Posso farti una domanda sul sesso?» «Certamente». «Non ti dà fastidio?» «Certo che no». «Ok, dunque, Henry e io lo stavamo facendo e io ho detto: “Sono pronta, ti voglio dentro” e lui mi fa: “No, non sei bagnata, lo dici per assecondarmi”. E io: “No, sono pronta davvero!” Ma lui non mi ha creduta perché non ero bagnata. Quindi... devo andare dal medico? È un fatto ormonale? Cos’è che non va?» «Se hai qualche dolore vai dal medico, ma se non ne hai probabilmente stai benissimo. A volte le reazioni del corpo, compreso l’eccitamento genitale, non corrispondono alle nostre esperienze mentali. Di’ a Henry di badare a quello che dici, non a quanto ti bagni, e poi compra un lubrificante». «Tutto qui? La risposta genitale non sempre corrisponde all’esperienza, quindi compra un lubrificante?» «Esatto. Si chiama non-concordanza». «Ma non è ciò che... Insomma, è una nuova scoperta scientifica?» «Sì, più o meno. La prima ricerca psicofisiologica di mia conoscenza che misurava esplicitamente la non-concordanza nell’eccitazione sessuale risale forse a trent’anni fa, anche se...» «Trent’anni? Perché nessuno me l’ha mai detto prima?» Questo capitolo risponde a questa e a molte altre domande.

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L’idea che la risposta genitale non corrisponda necessariamente all’esperienza dell’eccitazione è contraria alla “verità corrente” sul sesso. In quasi tutti i materiali pornografici, i romanzi erotici e persino i testi di educazione sessuale, risposta genitale ed eccitazione sono la stessa cosa. Per molto tempo ho pensato che la verità corrente fosse esatta: per forza, credevo a ciò che mi era stato insegnato. Lo facciamo tutti. Perciò, rimasi completamente interdetta quando negli anni Novanta, ai tempi dell’università, un’amica mi raccontò le sue prime esperienze di dominazione in una relazione sessuale: «Mi ha legato i polsi sopra la testa mentre ero in piedi, poi mi ha messa a cavalcioni su questa sbarra che mi premeva contro la vulva, sai, come un manico di scopa. E poi è sparito! Ha preso e se n’è andato, e io mi annoiavo a morte, e quando è tornato gli ho detto, tipo: “Non mi piace questa cosa”. Lui guarda la sbarra, poi guarda me e mi fa: “Allora perché sei bagnata?” E io sono andata in confusione totale, perché era vero che la cosa non mi piaceva, ma era vero anche che il mio corpo stava rispondendo».

Come chiunque abbia letto un romanzo erotico, io ero certa che “bagnata” volesse dire “eccitata”. Desiderosa. Vogliosa. “Pronta” per il sesso. Dunque com’era possibile che i genitali della mia amica rispondessero, se lei non si sentiva affatto eccitata né vogliosa? Come si spiega? La non-concordanza, ecco come si spiega. In questo capitolo presenterò la ricerca scientifica sulla non-concordanza, rispondendo tra l’altro a 248


domande come: a chi succede? (A tutti, in realtà.) Come si fa a capire che il partner è eccitato, se non si può fare affidamento sui genitali? (Prestando più attenzione!) E come aiutare il partner a capire la nostra non-concordanza? Inoltre, affronterò tre miti sbagliati ma allettanti su questo argomento; e questi miti sono non solo sbagliati, ma pericolosamente sbagliati. Voglio che tutti coloro che leggeranno questo capitolo vadano in giro a gridarlo al mondo intero: la non-concordanza è normale, succede a tutti, e bisogna prestare attenzione a ciò che dice il partner, non a ciò che fanno i suoi genitali.

Misurare e definire la non-concordanza Indossa di nuovo i panni della sessuologa ricercatrice e immagina di condurre il seguente esperimento.1 Un tizio si presenta in laboratorio. Lo accompagni in una stanza tranquilla e lo fai sedere su una comoda poltrona, lasciandolo solo davanti a uno schermo televisivo. Lui si applica al pene un “estensimetro” (che è esattamente ciò che suggerisce il nome), sistema un piano d’appoggio sul grembo e afferra una manopola che può regolare in base al proprio livello di eccitazione (“Mi sento lievemente eccitato”, “Mi sento molto eccitato”, ecc.). Poi comincia a guardare una variegata serie di video porno. Alcuni sono romantici, altri violenti; alcuni hanno per protagonisti due uomini, altri due donne, altri ancora un uomo e una donna. Man mano che li guarda, il tizio valuta il proprio livello di eccitazione attraverso la manopola, mentre il dispositivo applicato al pene misura la sua erezione. Alla fine metti i dati a confronto, verificando il grado di corrispondenza tra l’eccitazione provata dal tizio (“eccitazione soggettiva”) e la sua erezione (“risposta genitale”). 249


Risultato: risposta genitale ed eccitazione soggettiva coincideranno nel 50 per cento circa dei casi. È tutt’altro che una perfetta corrispondenza biunivoca, ma nelle scienze comportamentali è entusiasmante trovare una correlazione così forte. Il suo valore statistico è altamente significativo. Per lo più, sia il protagonista dell’esperimento che il suo pene avranno maggiori reazioni davanti alle scene che corrispondono al suo orientamento sessuale: i genitali di un maschio omosessuale risponderanno di più alle scene pornografiche con due uomini, e al tempo stesso la sua eccitazione soggettiva sarà più alta; i genitali di un maschio eterosessuale risponderanno di più alle scene pornografiche con un uomo e una donna oppure con due donne, e al tempo stesso la sua eccitazione soggettiva sarà più alta, e via dicendo. Ora ripetiamo l’esperimento con una donna. La sistemi nella stessa stanza tranquilla, sulla stessa comoda poltrona, le fai inserire in vagina un fotopletismografo (in sostanza, una piccola luce lampeggiante che misura l’afflusso di sangue ai genitali) e le dai il piano d’appoggio, la manopola e la serie di video pornografici. Risultato: emergerà una corrispondenza del 10 per cento circa tra ciò che fanno i suoi genitali e ciò che lei indica con la manopola. 10 per cento. A quanto pare non esiste un rapporto predittivo tra il livello di eccitazione e la risposta dei genitali: la corrispondenza è statisticamente irrilevante. La risposta genitale sarà più o meno la stessa davanti a qualunque tipo di pornografia, e potrà riflettere il suo orientamento sessuale... o anche no.2 Si chiama “non-concordanza”, ed è qualcosa di veramente notevole.3

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La concordanza negli uomini

Risposta genitale

Eccitazione soggettiva

La concordanza nelle donne

Risposta genitale

Eccitazione soggettiva

Ciò che i genitali di un uomo riconoscono come “sessualmente rilevante” e ciò che il suo cervello riconosce come “sessualmente desiderabile” coincidono nel 50 per cento circa dei casi. In una donna, invece, la percentuale di coincidenza si aggira intorno al 10 per cento. I genitali maschili sono relativamente selettivi nel rispondere agli stimoli, come anche il cervello maschile. D’altro canto, i genitali femminili sono relativamente generici nel rispondere agli stimoli, mentre il cervello femminile è più sensibile al contesto. Nota che uno stimolo può essere “rilevante” senza essere necessariamente desiderabile. 251



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