Broadcast & Production - Numero 3/2012

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Anno XIV - Numero 3 - Giugno/Luglio 2012

E D I Z I O N E I TA L I A N A D I R A D I O W O R L D & T V T E C H N O L O G Y

DAL 1999 AD OGGI

A M.t vventu racce Pala ra b pagontataione ina da 18

Questa è la nostra 100a pubblicazione

Sommario NEWS

pag. 3

88 Broadcast&Production, 5 “Best of Made in Italy”, 5 “Anteprima RTVF” e 2 “speciali”: un traguardo che è stato raggiunto con voi,

LE TELEVISIONI IMPOSSIBILI pag.18 WEB TV

lettori affezionati, partner e inserzionisti. Che dire, se non: grazie!!!

pag.26

RADIO WORLD ITALIA pag.30 FILMMAKERS

pag.34

WEB RADIO

pag.36

OSSERVATORIO SWITCH-OFF pag.38 REPORT EVENTI RTVF2012 pag.42 WebTv Technology Meeting pag.46 NAB2012 pag.50 DVB WORLD2012 pag.64 GUIDA RADIO pag. 74 Produzione in Esterna


IN THE AIR

Hope

Passion for FM and TV Broadcasting La speranza è nell’aria, intangibile ma reale. Non riesci a toccarla con mano, ma puoi sentirla con il tuo cuore: è la forza che muove le tue azioni. Come la speranza, i segnali FM e TV viaggiano nell’aria per consentire alle persone di comunicare in qualsiasi momento ed in qualsiasi luogo. DB Elettronica, leader mondiale nel Broadcasting FM e TV dal 1975, fornisce prodotti, sistemi e servizi per la tua comunicazione.

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NEWS

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Espansione Tv sbarca su SES per promuovere Holiday, un canale dedicato al territorio I tesori d’arte e le bellezze paesaggistiche lombarde direttamente nelle case di milioni di italiani ed europei, grazie alla nuova diffusione internazionale satellitare

SES ha annunciato che il canale digitale Holiday, dedicato alla promozione turistica del territorio lariano e che fa parte del gruppo Espansione Tv, sarà visibile in Italia e in Europa attraverso il satellite di SES, posizionato a 19.2° Est. Grazie all’accordo siglato con l’operatore SES, uno dei principali operatori satellitari mondiali e proprietario del sistema satellitare ASTRA, il segnale di Holiday arriverà nelle case di 2,3 milioni di Italiani e di poco meno di 100 milioni di Europei. Holiday trasmette a ciclo continuo documentari sulle bellezze del Lario. Il progetto, condiviso con Camera di Commercio di Como e con le amministrazioni provinciali di Como e Lecco, rientra nella strategia dell’amministrazione di incentivare la promozione di tutta la Lombardia e il turismo italiano, nel complesso. Ora, infatti, grazie a SES, per 24 ore al giorno e in 3 lingue (italiano, inglese e tedesco) il 26% di tutte le case italiane raggiunte dal satellite che hanno puntato le proprie parabole verso la posizione 19.2° Est di SES e un buon numero di Europei potranno conoscere ed

ammirare scorci e luoghi ameni della zona del Lago di Como.

Maurizio Giunco

Dichiarazioni Il presidente del gruppo, Maurizio Giunco, che vedete nella foto qui a destra, ha dichiarato: “Siamo particolarmente orgogliosi di contribuire in modo concreto alla conoscenza e alla promozione di uno dei territori più belli al mondo. La piattaforma satellitare di SES è per Holiday uno strumento vincente: la possibilità di rendere fruibili in Italia e all’estero i contenuti di Holiday su 19.2° Est di SES, primo satellite europeo, consentirà di diffondere la conoscenza di Como presso milioni di potenziali turisti.” Per Alessandro Bernasconi, CEO di Holiday “Il canale rappresenta una straordinaria opportunità di

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crescita e rilancio di tutto il settore del turismo e del terziario. Grazie a questa vetrina tecnologica internazionale di primissimo piano, le bellezze del nostro territorio entreranno nelle case di milioni di telespettatori con immagini spettacolari realizzate in alta definizione”. “Nel 2011, le case TV servite da ASTRA sono state pari a 2,3 milioni in Italia. Tali cifre evidenziano i vantaggi offerti dal satellite per la distribuzione di contenuti di elevata qualità ad una audience ampia ed eterogenea. Siamo entusiasti dell’accordo che SES Italia ha siglato con il gruppo Espansione TV: un altro importante passo avanti nella nostra strategia di sviluppo nel Paese, che evidenzia la nostra capacità di supportare e saper evolvere insieme ai nostri clienti e partner,” ha commentato Pietro Guerrieri, General Manager di SES Italia. P R O D U C T I O N

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Il buon risultato di FRU2012 a Pisa Si è tenuto nel capoluogo toscano dal 3 al 5 maggio 2012 il FRU Festival delle Radio Universitarie, nato a Padova nel 2007 e giunto quest’anno alla sua VI edizione. Noi di B&P c’eravamo L'evento è stato promosso ed organizzato da Radioeco (la web radio degli studenti dell'Università di Pisa), da Raduni (Associazione degli operatori radiofonici universitari, rappresentata da Gioia Lovison) e da Ustation (il network dei media universitari), con il patrocinio dell’Università di Pisa. La sostenibilità è stato il grande tema trattato nei convegni della manifestazione per stimolare nella comunità la riflessione sulla scelta di uno stile di vita sostenibile sotto tutti i punti di vista e sulle nuove tecnologie che hanno reso l'informazione più partecipativa e alla portata di tutti. II programma inoltre ha dedicato ampio spazio a workshop pratici di conduzione

radiofonica, redazione e sound design che, oltre ad essere momenti di formazione specifica legati al mondo della radiofonia, hanno permesso agli studenti di confrontarsi con professionisti del suono e della radio, tra cui Max Poli, Direttore dell'Accademia di Radio e Televisione di Roma (A.R.T.), e Amerigo Provenzano Dj di M2o. Più di 300 operatori radiofonici universitari, provenienti da tutta la penisola, hanno partecipato al FRU 2012 e molti i giovani studenti che considerano “fare radio” la loro professione futura. “Fare radio non è un lavoro ma una passione” ha ricordato in un suo intervento Teo Bellia docente di A.R.T. e in questi tre giorni la passione è stata la vera protagonista dell'evento. Con viva ed intelligente partecipazione, tipica di chi svolge con passione la propria attività i giovani presenti ai meeting sono sempre intervenuti con precisi quesiti che hanno contribuito a rendere ancora più interessanti i temi trattati. Al Festival è stato inoltre presentato il nuovo progetto WebIrradiando. finanziato dal Dipartimento per la Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il progetto ha come principale obiettivo

Gioia Lovison

espandere e consolidare la rete delle webradio universitarie italiane, promuovendo la diffusione dell'esperienza 'webradio universitaria' anche in quelle realtà nelle quali ancora non si è pienamente sviluppata. Tale progetto, guidato da Unis@nd la web radio dell’Ateneo salernitano, vedrà la stretta collaborazione di Raduni e Ustation.it che realizzeranno le attività previste e finalizzate a diffondere sempre di più la cultura della radiofonia universitaria tra passione e professionalità. Ogni sera non sono mancati, ad allietare questi tre giorni di lavoro, feste e concerti con musica dal vivo nonché il concorso per band ed artisti “FRU Contest”. (Aldo Besozzi)

Workshop Avid a Milano con le novità Durante l’intera giornata del 9 maggio presso l’Hotel Hermitage di Milano professionisti audio e video di Avid hanno presentatogli strumenti professionali più veloci e versatili per la creazione di contenuti. I partecipanti al workshop hanno potuto apprezzare, grazie alle

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esaurienti demo l’interoperabilità e l’affidabilità dei sistemi che valorizzano ancor più la creatività permettendo di raggiungere i migliori risultati. Aumentare la collaborazione a tutti i livelli non è mai stato cosi facile grazie alle nuove feature di: Media Composer 6 che offre la piena funzionalità degli strumenti editoriali, il più veloce workflow "file-based" attualmente disponibile ed un'affidabile gestione dei contenuti multimediali; Pro Tools 10 HDX che permette di ottenere maggiori prestazioni, qualità del suono superiore e nuove funzionalità innovative; ISIS 5000 lo storage di ultima generazione in grado di aumentare la produttività minimizzando le fasi di stallo e fornendo accesso ai media in tempo reale sarà possibile scoprire come sia semplice dar valore agli workflow.

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Bretagne 5 ha effettuato i test in onde medie Proseguono le trasmissioni da Saint-Gouéno, in Francia, di Bretagne 5 sui 1593 kHz. La stazione ha lavorato con Transradio e Radio&Compagnie per misurare l’area di copertura e la qualità del suo segnale a onde medie. Il regolatore francese Conseil Supérieur de l’Audiovisuel (CSA) le ha concesso una prima licenza per il periodo delle prove, poi procrastinata, con una potenza di 10 Kw di giorno e 5 Kw di notte. Bretagne 5

spera che i risultati le consentano di beneficiare di una licenza permanente in AM per questa regione. «Crediamo che la trasmissione in onde medie sosterrà il nostro obiettivo di coprire col segnale radio le aree rurali, in particolare la Bretagna centrale. Il secondo passo sarà, ovviamente, quello di passare alla trasmissione digitale in queste aree, e siamo in grado di passare rapidamente dall’AM analogica all’AM digitale DRM30, ha detto Frédéric Guyon, a capo della Radio&Compagnie, che gestisce il centro di trasmissione di Bretagne 5. I primi riscontri indicano che il segnale a 1539 kHz è stabile e di alta qualità durante il giorno, con una copertura del 90% del

dipartimento delle Côtes-d’Armor, operando a 10 Kw. Di notte, quando opera a 5 Kw, il segnale riceve però interferenze dalle trasmissioni in DRM30 di WDR sui 1593 kHz di Langenberg, in Germania. Tuttavia, Guyon spera che i problemi di interferenza possano essere risolti. Intanto Bretagne 5 (“La Bretagne en directe”) diffonde anche via web e ha una pagina in Facebook.

TWR contro corrente nel campo delle onde corte In controtendenza rispetto a chi sta riducendo le trasmissioni in onde corte, l’emittente religiosa TWR sta rimpiazzando la sua struttura di trasmissione di Guam per l’area asiatica e pacifica. Sta rimpiazzando tre trasmettitori da 100 kW con doppi trasmettitori da 250 kW. Il presidente di TWR, Lauren Libby, ha detto: «Questa miglioria offre a TWR l’opportunità di raggiungere ancora più persone con un segnale forte e chiaro, e ringraziamo Dio per averci dato il privilegio di allargare la nostra area di diffusione in Asia». L’accensione ufficiale del trasmettitore è avvenuta con l’obiettivo di una copertura migliore delle nazioni asiatiche e

pacifiche. Due dei trasmettitori rimpiazzati, modelli Harris, avevano 33 anni e avevano funzionato ininterrottamente. I nuovi trasmettitori sono modelli Thompson adatti alle funzioni DRM. Ci è voluto un anno per completare il progetto. Alla HighFrequency Coordination Conference di Dallas, a fine 2011, Libby aveva detto ai presenti: «Le onde corte hanno un futuro… se vogliamo renderle ancora una volta una piattaforma attraente, consideriamo che questa è già facilmente accessibile al pubblico generalista, e lo si può informare dell’opportunità mediante le altre

piattaforme media. Le piattaforme di trasmissione broadcast sono ancora il modo più conveniente per raggiungere una grande quantità di popolazione ad un costo per individuo relativamente basso».

Radioplayer ora è oltre quota 300 canali Radioplayer, la piattaforma radiofonica online che collega emittenti pubbliche, private, comunitarie e online da ogni parte nel Regno Unito, ha superato quota 300 stazioni nel suo progetto. La trecentesima stazione era stata la locale Splash FM del West Sussex. In quell’occasione, il blog di Radioplayer aveva fatto notare che «è un grande esempio di radio commerciale relativamente piccola che vede i suoi vantaggi nell’aggiungersi a Radioplayer. È così ad un “livello di gioco” che la mette a un click dalle più grandi stazioni del Regno Unito e milioni di potenziali ascoltatori». Il numero di stazioni che hanno aderito è 6 B R O A D C A S T

doppio rispetto a quello di inizio 2011. Inoltre, sono state lanciate due nuove versioni della piattaforma online del player, basate su app – una versione desktop basata su Adobe AIR per PC, Mac o Linux e una versione plugin per il browser Google Chrome. Questa si aggiunge all’app di Radioplayer già esistente per Facebook. &

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Communication multimédia - Tél. +33 (0)5 57 262 264 TriCaster, TriCaster 455, TriCaster 855, TriCaster 8000 ed il logo TriCaster sono marchi della NewTek, Inc. Copyright © 2012 NewTek, Inc. e 3D Storm. Tutti i diritti riservati, le specifiche del prodotto possono essere soggette a modifiche senza preavviso. Immagine non contrattuale.

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Lancio europeo di NewsSpotter Un servizio basato sul satellite Ka-Sat di Eutelsat che utilizza una nuova generazione di apparecchiature, particolarmente leggere. L’italiana M-Three Satcom protagonista all’evento Nella suggestiva cornice del Wembley Stadium di Londra, Skylogic ha presentato ai giornalisti europei il nuovo sistema di trasmissione satellitare NewsSpotter per i collegamenti IP ad alta capacità, ideale per le immagini televisive in diretta, anche in HD, ma non solo. Achille De Tommaso, amministratore delegato di Skylogic, ha affermato che il sistema spicca per alcune caratteristiche, tra le quali ricordiamo: contiene molta innovazione e molta tecnologia all’avanguardia; usa diverse frequenze e collegamenti misti satellitari/fibra per ottenere un sistema più potente, con un’antenna meno ingombrante e a prezzo più basso; è conveniente anche per le imprese editoriali più piccole e permette loro di competere con i grandi. Come ha poi spiegato Cristiano Benzi, direttore pre-vendite e assistenza clienti, il sistema permette di avere fino a 20 Mbit in uplink e il Ka-Sat ha numerosi beam, orientati su porzioni contigue di territorio, così da elevare la capacità di un normale satellite per telecomunicazioni. Ka-Sat ha iniziato la sua attività in ambito commerciale nel mese di maggio 2011. Con una capacità totale di oltre 70 Gbps, Ka-Sat apre a una nuova era di servizi a prezzo competitivo per i broadcaster, le imprese e i privati. Questo satellite è la pietra angolare di una nuova infrastruttura satellitare che comprende otto principali gateway satellitari in Europa, collegati a Internet mediante un backbone ring in fibra ottica.

lasciando dunque Da sin. Patacchini, Benzi e De Tommaso molta capacità trasmissiva ai broadcaster che, invece, hanno soprattutto la necessità di inviare i dati in upload. Il sistema NewsSpotter è in grado, pertanto, di fornire una connessione a banda garantita tra le postazioni mobili sul territorio e i “punti di presenza” in particolari situazioni come quelle delle zone fissi, a cui si collegano poi le sedi centrali delle di guerra possono addirittura essere emittenti. La connettività nativa IP abbandonate sul posto dopo l’uso! rappresenta un forte beneficio a favore dei I terminali veicolari compatti sono moderni metodi di raccolta ed elaborazione motorizzati e hanno la funzione di delle notizie e, grazie a NewsSpotter, risulta puntamento automatico, con parabole tra 75 ora disponibile in tutta l’area servita da Kae 90 cm. I terminali veicolari rinforzati sono Sat, che comprende l’Europa, il Nord Africa e disponibili con parabole da 75 a 120 cm. gran parte del Medio Oriente. È sufficiente La porzione di banda desiderata si può collegare i cavi di rete locale al NewsSpotter e prenotare online, utilizzando una semplice il gioco è fatto. applicazione Web, e si possono anche La flessibilità dell’IP permette, ad esempio, di pianificare con largo anticipo tutti i inviare nella sede centrale i singoli segnali delle collegamenti di un certo periodo. telecamere, se si preferisce miscelarli là anziché L’utente deve semplicemente entrare nel nel mezzo mobile sul campo. Permette di portale OSS di Skylogic, inserire il numero inviare in sede dei contributi dell’ultimo del suo terminale, la località, gli slot temporali minuto sotto forma di file, oppure testi e note, e il bit rate richiesto in invio e in ricezione. anche mentre è già in corso il collegamento in Complementare diretta, utilizzare intercomunicanti e aprire Il sistema non nasce come sostitutivo di quelli canali di ritorno o, ancora, di remotare tradizionali, ma per essere complementare apparecchiature e fare tutto quel che ci si e adatto a collegamenti relativamente brevi, aspetta da una connessione IP punto-punto. come quelli dei TG o delle gare sportive È stato annunciato che, nelle prossime release, occasionali, e laddove occorra grande il software potrà funzionare anche in modalità flessibilità. multicast. Cristiano Benzi ha affermato che emittenti I terminali NewsSpotter sono stati sviluppati con i più alti standard di qualità, quali BBC, da molteplici Michele RTL, RAI e Sky, hanno già provato il sistema e produttori in tre Magnifichi realizzato trasmissioni in diretta in Europa, versioni: “fly-away”, dimostrando l’immediato interesse verso veicolare compatta e NewsSpotter da parte del settore veicolare rinforzata. I radiotelevisivo professionale”. modelli “fly-away” Tra i molti italiani protagonisti della richiedono il presentazione europea, oltre ai già citati Benzi puntamento manuale e De Tommaso, anche Arduino Patacchini, e pesano tra i 5 e i 10 presidente di Skylogic, Carlo Morelli kg, con parabole di e Michele Magnifichi di M-Three Satcom, dimensione tra i 60 e la quale ha realizzato il primo mezzo i 75 cm. Essendo al mondo dedicato a questa nuova queste parabole opportunità satellitare. (Piero Rigolone) molto economiche,

Qualche dato Ka-Sat è completamente bidirezionale ed è già utilizzato per l’offerta Tooway, destinata alle utenze private. Questo tipo di utenza genera mediamente più traffico in download,

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Screen: una novità dopo l’altra Screen Service, azienda all’avanguardia nella Ricerca e Sviluppo ci ha aperto le porte dei suoi nuovi laboratori di Lainate. Le (belle) sorprese non sono mancate: la nuova linea superefficiente Ultra HE, un LCN intelligente e il sistema GPS free Il nuovo laboratorio di ricerca della Screen Service Broadcast Technologies a Lainate (a qualche chilometro da Milano), denominato New Technologies R&D Lab, è un vero e proprio spazio dedicato alla ricerca e, prima ancora, al pensiero tecnologico. In questa sede il team composto da una quarantina di ingegneri sviluppa quotidianamente nuovi

semplificare il lavoro dei broadcaster. Da questo laboratorio sono uscite recentemente le soluzioni interessanti presentate a Las Vegas durante il NAB Show, quali i nuovi trasmettitori della serie Ultra HE ad alta efficienza, che raggiungono valori significativi del 35% di efficienza e si avvicinano ai trasmettitori IOT per risparmio energetico e che, come promettono in Screen, aprono gli orizzonti a risultati ancora migliori nel prossimo futuro. Come inizio è molto promettente, infatti con questa nuova serie si passa da una efficienza media del 20% ad una di 38-40% dell’amplificatore, raddoppiando quindi i valori precedenti.

Un LCN intelligente apparati, testa schemi di modulazioni e trova il modo migliore e più professionale per

In questa sede di Screen si lavora instancabilmente anche sui dispositivi Headend e sui sistemi di sincronizzazione. Tra gli Headend interessanti ed innovativi vi sono

il dispositivo denominato IRRM 2 LCN, che supera un problema tecnico di non semplice risoluzione. Con l’avvento del digitale terrestre, i canali vengono ordinati automaticamente - durante la sintonizzazione - secondo delle liste numerate, attraverso la funzione LCN (inserita nel Transport Stream). Il Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per le Comunicazioni pubblica le graduatorie per l’assegnazione della numerazione LCN dei canali in Italia, stabilendo spazi definiti di numeri per le televisioni nazionali e regionali (ad esempio dall’1 al 9 per i primi canali nazionali e dal 10 al 19 per quelli locali). La regolamentazione, però, non risolve il problema tecnico della gestione dei canali nelle varie regioni dove si rischiano sovrapposizioni di numeri tra emittenti diverse; sovrapposizioni che potrebbero far sorgere fastidiosi conflitti di numerazione e che causerebbero il non

Esempio di gestione LCN 1 – Zona con LCN originali: le informazioni LCN vengono generate dal multiplexer/SFN inserter in Head-End. 2 – Zona con LCN modificati localmente: le info LCN vengono modificate da ogni IRRM LCN in ogni postazione. Tutti gli apparati IRRM LCN della zona sono impostati per introdurre le stesse modifiche mantenendo così la piena compatibilità SFN tra tutti gli apparati della stessa zona. 3 – Zona con LCN modificati centralmente e ridistribuiti: un solo IRRM LCN centrale modifica le informazioni LCN, lo stream trasmesso dall’apparato è distribuito a tutti i trasmettitori SFN della zona. Aree di sovrapposizione: nelle aree di sovrapposizione delle 3 zone, interferiscono solo i dati LCN diversi e non viene causata interferenza distruttiva. I ricevitori registrano gli LCN del segnale ricevuto a maggior intensità.

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funzionamento o la sparizione di alcuni canali. L’ingegnoso apparato IRRM2 LCN nasce per risolvere questi conflitti e consente la gestione intelligente e semplice di 2 differenti LCN in due aree entrambe in SFN.

DVB-T2 Gateway Oggi poi Screen Service è tra i pochi produttori, che offrano uno sviluppo proprietario di DVB-T2 Gateway. Si tratta di un prodotto che in Italia sarà richiesto solo tra qualche anno, tuttavia Screen già sta investendo in R&D su questo prodotto. E comunque lo scorso marzo Screen era presente a Parigi, per il “DVB-T2 Fest”, per testare trasmettitori e gateway con i migliori produttori del mondo. Oggi Screen può con orgoglio affermare di offrire soluzioni perfettamente compliant e il Gateway (nelle varie opzioni SPLP, MPLP e DVB-T2 Lite) funziona perfettamente.

SFN senza GPS Un’altra scommessa di Screen è la sincronizzazione delle reti SFN mediante tecnologia “GPS Free”. Come noto, con l’introduzione di reti SFN a larga copertura (regionale e nazionale) che impiegano trasmettitori sincronizzati operanti sullo stesso canale a radiofrequenza (RF), sono diventate più stringenti le caratteristiche di timing e sincronizzazione richieste, al fine di sfruttare i significativi vantaggi in termini di efficienza spettrale rispetto alle reti convenzionali multifrequenza (MFN). Negli anni, l’uso del sistema GPS per la sincronizzazione, oltre che per la ben nota geolocalizzazione, si è affermato perché oltre all’accuratezza (cesio) poteva essere impiegato in ogni sito trasmittente senza la necessità di infrastrutture che non fossero un’antenna e un ricevitore. Il GPS è un sistema tuttavia che presenta alcuni svantaggi. Per esempio: il proprietario del sistema (il Dpartimento della Difesa degli USA) ne può disporre a piacimento alterandone precisione ed accuratezza; dato il basso livello di segnale con cui raggiunge la terra, il segnale GPS è facilmente attaccabile

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da jamming e spoofing che possono assordare i ricevitori al punto da non permettere la sincronizzazione; nei siti di trasmissione non è sempre disponibile l’orizzonte a 360° e questo impedisce che vi sia la disponibilità del 100% della capacità di ricezione, poiché i satelliti, nel loro movimento, possono trovarsi in posizioni svantaggiose per l’antenna (bad geometry o scarsità di SVs, con una visibilità di meno di 4 satelliti). Da ciò l’esigenza di affidarsi ad un sistema di backup o alternativo di sincronizzazione altrettanto preciso, sicuro e la cui ulteriore installazione non gravi sulle già esistenti infrastrutture. Screen - dopo 2 anni di studi - ha presentato un’alternativa ambiziosa: il GPS Free. Si tratta di un sistema alternativo al GPS che può essere utilizzato per avere un riferimento temporale nelle reti SFN. Il concetto di base del suo funzionamento è semplice: ad una rete SFN esistente vengono aggiunti degli elementi che generano dei marcatori temporali di segnalazione da inserire nell’infrastruttura già esistente. La rete trasmissiva, che sfrutta il mezzo di comunicazione già presente nei broadcaster, è suddivisa in nodi master e nodi slave. Vengono introdotti altri elementi di ricezione che fungono da nodo di triangolazione. Sono necessari almeno 3 nodi di triangolazione. Il nodo master e i nodi di triangolazione hanno un clock reference comune. Il nodo master invia il marcatore temporale di riferimento ed una serie di informazioni relative alle posizioni. Vengono impiegati complessi algoritmi di calcolo per compensare eventuali errori introdotti dal sistema stesso. I nodi di triangolazione di fatto svolgono un compito da “strumenti di misura”, cioè rilevano la differenza tra il clock di riferimento che hanno in comune con il nodo master e il marcatore di segnalazione

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inviato dal nodo master. I nodi slave usano le informazioni contenute nel marcatore temporale generato dal nodo master per generare un riferimento di tempo e frequenza comune ai riferimenti prodotti da tutti gli altri nodi slave della rete. Rimandiamo a una semplice richiesta via email (info@screen.it) la possibilità di ricevere ulteriori informazioni, più dettagliate. Qui solo aggiungiamo una nota sensibile relativa a quanto sia importante per la robustezza del GPS Free la ridondanza del sistema.

Gestione della ridondanza Il primo e più importante punto di ridondanza è il fatto che il sistema di telecontrollo è in grado di gestire reti di distribuzione multiple: cioè più di un gruppo di nodi master e nodi di triangolazione. Inoltre, sebbene siano necessari solo tre nodi di triangolazione, il sistema è capace di prenderne in considerazione n nodi (n>3) e gestirli attraverso una ridondanza activepassive. Altri single point of failure per cui è prevista la ridondanza, sono il sistema di gestione stesso e i nodi master che sono gestiti in ridondanza active-active con un seeamless switch. Questa soluzione garantisce il fondamentale vantaggio, rispetto ad altri analoghi sistemi disponibili, di avere un impatto minimo sulle infrastrutture già esistenti dei broadcaster. Di fatto, i siti trasmissivi necessitano un hardware aggiuntivo che è del tutto trascurabile. In tal modo l’intero sistema passa completamente sotto il controllo del broadcaster che lo implementa, permettendogli così di svincolarsi dal sistema, non proprietario e non garantito, GPS. Il prodotto può essere facilmente integrato in qualsiasi sistema di network management già in uso presso quasi tutti i broadcaster. Questa soluzione, che può adattarsi ad ogni esigenza dei broadcaster, può essere implementata per altri impieghi o segmenti di mercato. Questo sistema può essere implementato in parallelo ed essere di supporto nelle zone dove il GPS stesso presenta criticità dovute a cattiva ricezione o disturbi distruttivi. Anche questo ambizioso progetto è stato frutto della Ricerca e Sviluppo Screen Service di Lainate. Maggiori informazioni anche su: www.screen.it

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SISVEL TECHNOLOGY OFFRE LA SYNDICATION DI CONTENUTI 3D. La syndication 3DT promossa da Sisvel Technology è aperta al contributo di ogni content provider intenzionato a promuovere la tecnologia 3D Tile Format e ad aumentare la trasmissione di contenuti 3D. Il 3D Tile Format è un’innovativa tecnica di codifica delle immagini stereoscopiche che, non solo migliora la qualità della trasmissione dei contenuti 3D rispetto alle soluzioni attuali, ma permette al broadcaster di raggiungere sia l’utenza 2D sia quella 3D senza dover raddoppiare l’occupazione di banda necessaria alla trasmissione. Infatti con questa tecnica i consumatori in possesso di un sistema di ricezione in 3D godono appieno delle caratteristiche della televisione stereoscopica, mentre i consumatori in possesso di apparati di ricezione 2D Full HD possono senza problemi fruire del servizio in alta definizione. I nuovi membri di questa syndication (aperta a tutti i broadcaster sia italiani che internazionali) potranno trarre beneficio dallo scambio gratuito di contenuti in 3D. Il catalogo dei contenuti 3D di questa syndication, in continua espansione, è disponibile online www.3dt.it. Per entrare a far parte del 3DT o per avere maggiori informazioni scrivere a : info@3dt.it.

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NEWS ▲ ▲ ▲

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Gearhouse sceglie Harris per la produzione mobile HD della F1 per BskyB Gearhouse Broadcast azienda internazionale di sistemi di integrazione ha installato il sistema di elaborazione di segnali e la tecnologia di conversione Harris per fornire la colonna portante di una nuova struttura produttiva mobile ad alta definizione (HD) che sarà utilizzata da British Sky Broadcasting (BSkyB) allo scopo di trasmettere il campionato di Formula 1 2012. Tra i sistemi Harris installati in questo innovativo sistema “fly” ci sono le schede modulari di processo 6800+, le fibre ottiche Harris Opto+ e i sistemi di up, down e cross conversion dei segnali. Sky Sports trasmette le gare di Formula 1 da marzo di quest’anno. Tutte le gare, le sessioni di qualifica e le prove libere sono trasmesse in diretta e ininterrotte sul canale satellitare HD dedicato a Sky Sports – Sky Sports F1 HD. Tutto il contenuto viene realizzato in HD e audio 5.1 fornendo una nuova dimensione alla copertura di Sky Sports.

Vincere la gara… …prima delle gare! La divisione “Projects Solutions” di Gearhouse Broadcast ha vinto il contratto per costruire una serie di quattro “Fly” interconnesse per la copertura satellitare delle trasmissioni delle gare di Formula 1. Dall'aggiudicazione del contratto, nel tardo ottobre 2011, il progetto, la

configurazione e l'integrazione dei sistemi hanno richiesto quattro mesi per essere completati. Le specifiche di Sky Sports per la trasmissione sono un misto di strutture modulari collegate alle “Fly” che contengono i server, l’audio e tutto il materiale tecnico necessario per supportare la produzione. Le strutture modulari ospitano la regia di produzione principale, un sistema EVS per l’emissione, il montaggio, la catalogazione e l’ufficio di produzione. “Per BSkyB abbiamo creato una struttura di produzione mobile in grado di produrre la più elevata qualità audio e d’immagine in HD ed essere facilmente trasportata in tutte le 20 gare che saranno disputate in giro per il mondo” riferisce Kevin Moorhouse, (foto a sin.) Direttore Operativo di Gearhouse Broadcast. “Quando stai costruendo una struttura di produzione live così critica come questa, è importante identificare un marchio e una tecnologia che unisca tutti i vari componenti”. “Avevamo bisogno di una architettura e una struttura tecnica che integrasse tutti componenti sotto lo stesso sistema operativo e la stessa interfaccia. Dalla nostra esperienza come System Integrator internazionale, sappiamo come Harris ascolti gli utenti finali e come sia sintonizzata su ciò che essi desiderano da queste tecnologie.”

Struttura di produzione live in HD fatta su misura Le “Fly” costruite e integrate da Gearhouse Broadcast, includono quattro blocchi interconnessi di 17 tonnellate in standard Q6. Il 14 B R O A D C A S T

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blocco MCR ospita tutta la distribuzione, la matrice e il controllo camere, il blocco Server ospita l`EVS, l’editing di Avid collegati in SAN, il blocco contenente il controllo audio 5.1 ed un blocco utilizzato per immagazzinare tutto il materiale. Quando le gare di F1 sono in Europa i contenitori viaggiano su camion con pianale e quando hanno luogo fuori dall`Europa volano senza problemi utilizzando dei cargo. Darren Long, direttore delle operazioni Sky ha detto: “Abbiamo scelto Gearhouse Broadcast perché avevamo bisogno di un’azienda molto specializzata che avesse adeguata esperienza per capire la complessità di come costruire e poi installare uno dei più complessi sistemi di trasmissione, nei 20 circuiti dislocati in tutto il mondo.” “La copertura in diretta della Formula 1 richiama un numero elevato di spettatori e quindi l’affidabilità e la stabilità della struttura di produzione BskyB HD sono critiche” ha commentato Mathias Eckert, (foto sotto) vice presidente vendite e servizi per Europa e Africa. “La decisione di Gearhouse di utilizzare le tecnologie Harris per fornire la colonna portante di questa struttura avanzata è una prova della qualità dei nostri prodotti e della nostra abilità di lavorare a stretto contatto con questo Systems Integrator che ha capacità innovative”.

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Canale 50 in 3D con il Tile Format di Sisvel Technology: aderisci anche tu al 3DT Canale 50, prima emittente pisana e tra le prime all'interno delle province di riferimento, a partire dallo scorso mese di marzo ha avviato un canale sperimentale 3D in chiaro, utilizzando come formato di codifica delle immagini il 3D Tile Format di Sisvel Technology. La scelta della tecnologia 3D Tile Format è stata effettuata dall'emittente per sfruttarne due peculiarità specifiche , ovvero la migliore qualità del formato, che permetterà ai telespettatori in possesso di un televisore 3D e di un Set Top Box di apprezzare al meglio la televisione stereoscopica, e la retrocompatibilità che permetterà all'emittente, senza dover raddoppiare l’occupazione di banda necessaria alla trasmissione, di raggiungere in alta definizione anche i possessori di televisori 2D HD che potranno fruire ugualmente dei contenuti trasmessi. Al canale in 3D (che sarà trasmesso H24 e con una copertura che sfiora

il 100 per cento del territorio regionale) Canale 50 dedicherà il meglio delle produzioni documentaristiche: antichi borghi italiani, manifestazioni popolari, divulgazione scientifica, sport e molto altro ancora, sfruttando anche le troupe che viaggiano quotidianamente su tre diverse province, cui si aggiungeranno i contributi e le collaborazioni già avviate sul territorio nazionale. Questi contributi andranno, quindi, ad arricchire la syndication 3DT promossa da Sisvel Technology e aperta al contributo di ogni content provider intenzionato a promuovere la tecnologia 3D Tile Format e ad aumentare la trasmissione di contenuti 3D. I nuovi membri di questa syndication (aperta a tutti i broadcaster sia italiani che internazionali) potranno trarre beneficio dallo scambio gratuito di contenuti in 3D. Il catalogo dei contenuti 3D di questa syndication, in continua espansione, è

disponibile online su www.3dt.it. Per Canale 50 anticipare il progresso tecnologico garantendo ai telespettatori una migliore visione dei programmi e dell'informazione in tempo reale è una precisa filosofia aziendale; significa permettere ai tanti collaboratori, dipendenti e addetti ai lavori un modo migliore per lavorare ed esprimersi e la trasmissione stereoscopica è solo l'ultimo tassello di questo percorso. Quella del 3D sarà sicuramente una sfida appassionante che l'emittente riuscirà a vincere solo con idee molto chiare, tanta formazione e la consueta capacità creativa dei propri operatori e registi. Per entrare a far parte del 3DT o, per avere maggiori informazioni, scrivere a info@3dt.it

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I nuovi pannelli Lupoled 560 di Lupo Light Lupo Light, azienda leader nella produzione di fluorescenze, lancia sul mercato i nuovi pannelli a led ad alta resa cromatica e prezzo molto contenuto Sono passati circa due anni e mezzo da quando la direzione della Lupo Light decise di studiare e progettare dei pannelli a led idonei alla corretta ripresa sia con le telecamere che con le nuove fotocamere DSLR, capaci di avere oltre ad un' ottima definizione fotografica anche un' eccellente capacità di ripresa video. Con l'avvento di queste nuove tecnologie si imponeva per gli operatori video sempre di più l' esigenza di avere delle luci continue capaci di seguire il soggetto da riprendere in movimento, e pertanto dei pannelli molto leggeri, autonomi, dotati cioè di batteria, e con luce diurna(5600° K) o artificiale (3200° K) a seconda delle necessità, gestibili anche a mano. Queste linee guida erano state espresse in sintesi dall'ingegner Giorgio Lupo, presidente della Lupo Light, allo staff tecnico dell'azienda, che sotto la guida dell' ingegner Carlo Lupo, figlio del presidente, si mise al lavoro per realizzare degli apparecchi che, a

giudizio di molti fotografi professionisti e di esperti operatori video, sono considerati i migliori pannelli oggi esistenti sul mercato, sia dal punto di vista cromatico sia dal punto di vista meccanico, per ciò che concerne la leggerezza e la praticitò d' uso.

Giovane talento per risultati esclusivi Carlo Lupo, un giovane ingegnere laureatosi al Politecnico di Torino di Torino con il massimo dei voti, entrato da alcuni anni in azienda, ha preso molto seriamente il compito di ricerca che gli era stato affidato; si è subito dotato degli strumenti necessari per la misurazione dei parametri dei led e, anche in collaborazione con ricercatori del Dipartimento di Energetica del Politecnico di 16 B R O A D C A S T

Torino, che hanno studiato a fondo questi nuovi sistemi di illuminazione, ha fatto delle ricerche approfondite in particolare sulle curve spettrometriche più opportune per l'ottenimento di led esenti da dominanti di colore, soprattutto il verde (particolarmente sgradito). Occorre, infatti, precisare il fatto che la temperatura dichiarata dei led (5600° o 3200° K) non definisce affatto la bontà dei led stessi, la quale, invece, viene meglio identificata con il CRI (color rendering index), il quale più è alto, più caratterizza il bilanciamento generale dei colori senza picchi di dominanti. Fu proprio l'insistenza di Carlo Lupo presso una nota casa costruttrice di led a premiare gli sforzi per l'ottenimento di un led che - a quanto dichiarato dalla stessa Lupo “nessun’altra casa è capace di costruire, tale è la difficoltà di reperimento dei fosfori selezionatissimi necessari e lo spolvero degli stessi con macchine supertecnologiche costruite ad &

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hoc”. Il risultato è stato, però, eccezionale e, anche se i led hanno un costo molto elevato, il risultato dei pannelli costruiti con questi led riempiono di soddisfazione chi li usa, perchè hanno un bilanciamento di colore pressoché assoluto. Il fatto non è da poco conto, se si pensa, ad esempio, che durante una ripresa all'esterno, il viso di una persona illuminata, diciamo, a destra dalla luce solare ed a sinistra, invece,dalla luce di un pannello a led, se il pannello è ad alto CRI la macchina si setta facilmente, se il pannello è a basso CRI (con dominante verde) la macchina non riesce a bilanciare.

Prodotti doc Questa premessa sulle piastre a led è molto importante, così come lo sono le caratteristiche meccaniche ed elettroniche di questi nuovi pannelli Lupoled. Per la parte meccanica si è scelto un corpo realizzato in fibra di carbonio poiché leggera e molto resistente anche agli urti. La parte elettronica è costruita con gli ultimi componenti miniaturizzati, compresi i

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condensatori non più elettrolitici, ma solidi, in quanto hanno una durata molto superiore. I led Lupo Light, oltre ad avere un CRI> 94 ed essere a 5600° K o a 3200° K, hanno una durata di oltre 50.000 ore.

I pannelli Lupoled 560 hanno inoltre un ridottissimo consumo di appena 38W con una resa luminosa pari a 650W di una lampada a incandescenza. Il loro bassissimo consumo e l'elevata efficienza luminosa li rende particolarmente idonei negli studi televisivi dove è molto importante il risparmio energetico e

l'abbattimento dei costi di condizionamento. I modelli in produzione sono attualmente due: Lupoled 560 con dimmer e Lupoled 560 con DMX comandabile con consolle DMX od anche manualmente tramite appositi tasti. In entrambi i modelli la regolazione dell'intensità luminosa da 0 a 100% avviene senza variazione di temperatura colore e senza flickeraggio. I pannelli Lupoled 560 possono funzionare a rete (100 V – 240V) oppure a batteria Lupo Light con attacco V-Mount. Con la speciale batteria dedicata superleggera (appena 600 gr), i pannelli Lupoled hanno un autonomia di circa 3 ore a massima potenza. Il loro impiego con fotocamere DSLR o telecamera è quanto mai consigliato. Per ulteriori informazioni l'ufficio commerciale della Lupo Light (www.lupolight.it) è a disposizione al numero telefonico della sede 011 4111966 oppure anche tramite email, inviata all’indirizzo info@lupolight.it

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LE TELEVISIONI IMPOSSIBILI ▲ ▲ ▲

a cura dell’Ing. Davide Moro*

Le TV Impossibili in cima al Palabione Un appoggio che sembrava solido, ma non lo era. Mezzo secondo, forse meno. Sai che prima o poi la scivolata a candela finirà, e gli scarponi incontreranno qualcosa di consistente su cui poggiarsi. Sai anche che fra te e il vuoto assoluto c’è una fune. Ma, nonostante questo, sono momenti che possono sembrare molto più lunghi di quanto non siano in realtà.

Come spesso accade alle avventure migliori, anche questa è cominciata per caso. Era la fine dello scorso mese di febbraio, chiacchierata con una delle persone che la televisione l’hanno “fatta” davvero: l’ingegner Franco Visintin. Nota la copertina del numero 1 di B&P, quella con la foto della prima puntata delle “Televisioni Impossibili”, treppiede antenna strumento a quasi tremila metri sulla neve, sullo sfondo del Monte Bianco. E ci racconta un episodio delizioso, una storia di montagna, di neve, di televisione. E di passione per il proprio lavoro, quella vera, quella che risolve tutto, quella che smuove i sassi. Andrea Rivetta (il nostro direttore) ed io la ascoltiamo quasi tenendo il fiato. A tutti e due sta venendo la stessa idea...

La storia che ritorna Quaranta anni fa, in Valtellina (una valle alpina lunga 120 km che corre parallela alle Alpi del confine italo-svizzero e coincide grosso modo con la Provincia di Sondrio) si svolgeva una gara nazionale di sci alpino. L’arrivo di questa gara era previsto al Passo dell’Aprica, a circa 1.200 metri di quota: dove però mancava la neve. A quei tempi non esistevano i sistemi per l’innevamento artificiale, per cui l’organizzazione decise di spostare più in alto il traguardo della

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competizione. Le squadre di ripresa esterna RAI, giunte sul posto per riprendere e trasmettere l’evento in diretta, si trovarono davanti ad un problema: dal Passo dell’Aprica non c’erano strade che permettessero di raggiungere il “nuovo” traguardo col pullman attrezzato (gli OB-van allora si chiamavano così): l’unico mezzo di trasporto era infatti una seggiovia monoposto. Non si diedero per vinti. Si fecero mandare da Milano tutte le matasse di cavi che c’erano in magazzino. Smontarono tutte le attrezzature presenti sul pullman e le assicurarono una alla volta agli strapuntini (monoposto) della seggiovia. Telecamere, ottiche, controlli camere, monitor, mixer, … Tutto quello che serviva per riprendere l’evento, per allestire la regia, per trasmettere il segnale a Milano via ponte radio (i satelliti con accesso nomadico tipo SNG non erano ancora disponibili) venne trasportato fino alla nuova linea del traguardo: furono posizionate le camere, e tutte le attrezzature di regia e controllo furono ri-assemblate all’interno di una baita per produrre l’evento. Restava poi da trovare il posizionamento per il ponte radio. “Avevo ricercato la possibilità di collegare quei luoghi mediante ponti radio mobili (allora esistevano solo quelli), con un centro trasmittente RAI alla sommità del lago di Como, quello di Stazzona (alle spalle di Gravedona), trovando uno spiraglio nella gola di Dazio (fra Talamona e Ardenno) che stringe la bassa Valtellina nel tratto fra Morbegno e Sondrio. Con molta pazienza ed attenzione, col sussidio delle carte dell'Istituto Geografico Militare e con un buon binocolo, avevo trovato lungo le pendici del Palabione, sia al Passo dell'Aprica (1.200 m) che in località Malga Palabione (1.700 m), più spiragli di visibilità con Stazzona. Il collegamento via ponti funzionò benissimo e la gara andò regolarmente in onda in diretta.”. Le parole dell’ingegner Franco Visintin, artefice di quella impresa, ci fecero sembrare di essere accanto a lui, con la custodia del binocolo in mano. E decidemmo che le “Televisioni Impossibili” dovevano tornare lì. La seggiovia di allora non c’è più, l’hanno trasformata in una moderna funivia; ci piace di meno, ma tutto sommato si può fare. In ogni caso a maggio l’impianto è fermo per manutenzione. Cerchiamo allora un’alternativa. Chiamiamo l’ufficio del turismo di Aprica. Non si sa come e perché nasca un’idea. Sta di fatto che…

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Se solo l’avessi saputo… Pomeriggio di metà maggio, interno di una autovettura diretta verso Milano. Dialogo tra chi scrive, Vincenzo Potertì di Delo Instruments/Sefram e Agostino Bolzoni di EI-Towers: “Ma tu te l’aspettavi una cosa così?”. Si, me l’aspettavo. “Accidenti, ma se avessi saputo che andavamo a fare una cosa di questo tipo avrei pensato che non ce l’avrei mai fatta”. Lo so, per questo non vi avevo detto niente. “Mica so se ci sarei venuto”. Appunto, vedi che ho fatto bene? “E chi se l’immaginava un’avventura del genere?”. Proprio “così”, nemmeno io. Ma che fosse una cosa tosta, beh, questo si. Sennò mica ci avrebbero affidato ad un “esperto di montagna, membro del Soccorso Alpino ed esperto cinofilo”. Vi pare?

Il grande pick-up è un fuoristrada di quelli veri; dopo un breve percorso su asfalto arriva uno sterrato leggero, ma ben presto il gioco si fa serio e allora vai con le ridotte. Arriviamo fino a dove la mulattiera è praticabile. Quando i prati si coprono di neve lasciamo il fuoristrada e proseguiamo a piedi. Siamo intorno ai 1.900 metri. Mettiamo le racchette da neve, e cominciamo a salire. È molto ripido, ed il peso degli zaini si fa sentire. Passa il tempo. Per i primi due centimetri la neve

Avventura al via Vi risparmio la prosa sulla levataccia all’alba, ormai è un fatto acquisito. Diciamo solo che il più lontano di noi alle quattro e mezza era già operativo. Arriviamo ad Aprica alle otto. Con l’entusiasmo di sempre, ha accettato di venire con noi anche l’ingegner Visintin, vero ispiratore di questa avventura. Giorgio Polatti arriva con il fuoristrada giallo del Soccorso Alpino. Ha la giubba rossa dei soccorritori, ma avremmo capito lo stesso che era lui. Con un inconfondibile phisique du rôle, era davvero impossibile pensare che potesse fare un qualsiasi altro lavoro. Presentazioni. Qualcosa di caldo. Partenza.

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LE TELEVISIONI IMPOSSIBILI ▲ ▲ ▲ è farinosa, ma sotto è un blocco di ghiaccio. La salita è più dura di quanto il tono leggero del racconto faccia immaginare. Inutile fingere: emergono in pieno i postumi di una recente contrattura, e per due volte sono sul punto di abbandonare l’impresa e lasciare continuare gli altri. Un po’ di riposo e gli affettuosi incitamenti di tutti mi aiutano a proseguire. Si, ma per dove? Semplice: per la cima del monte Palabione. Potevamo seguire il percorso della funivia, per arrivare fino a dove avevano ri-assemblato la regia mobile. Oppure un poco più su, fino al lago Palabione, o magari allo spartiacque, con una splendida vista sulle due valli. No, no, no. Se neve deve essere, che neve sia: vogliamo vedere cosa arriva proprio in cima al monte Palabione. Il problema è che l’unico sentiero che vi ci porta è inagibile in quanto (guarda un po’) coperto di neve. Arrivati intorno ai 2.100 metri lasciamo le racchette. Giorgio Polatti ci aiuta ad indossare gli imbraghi. Ci arrampichiamo per vari metri su un pendio quasi verticale scavando una scaletta nella neve con gli scarponi. Sotto c’è terra soffice, qua e là spuntano ciuffi d’erba, fiorellini di campo e rododendri. Arriviamo allo spartiacque, e la vista è da togliere il fiato: dovunque ci voltiamo, ci sono montagne coperte di neve e nuvole bianche che ne compendiano alcune, come fossero stole. Siamo all’inizio della ferrata che ci porterà sulla cima del Palabione. Giorgio Polatti ci da le ultime raccomandazioni, e inizia a salire. Comincia la danza dei moschettoni: sono poco più di 100 metri di dislivello, da coprire con circa 400 metri di fune di acciaio. Fate il rapporto e vi farete un’idea della pendenza media. Novanta chiodi di ancoraggio, riporta il manuale dei sentieri, e per centottanta volte ognuno di noi infila e sfila un moschettone sulla fune. La salita è completamente esposta, siamo costantemente sullo spigolo sud-ovest del cono. Qui è difficile guardarsi intorno, molto meglio guardare dove si mettono i piedi e le mani, ma qualche foto riesco a farla, e non saprei

aggiungere nulla alle immagini di queste pagine.

In vetta: a quota 2.361 Arriviamo in cima al Palabione, 2.361 metri. La vista, da sola, merita la fatica che abbiamo fatto per arrivare quassù. Sotto c’è la Valtellina, appena più in là le Alpi Retiche (quelle dove corre il “trenino rosso” del Bernina), dietro la valle di Campovecchio e, poi, l’Adamello. Attimi di silenzio. Il posto lo merita. C’è una grande croce di metallo rivolta verso Aprica e, appena dietro, un minuscolo spazio

pianeggiante (tipo tre metri per tre) dove poggiare il treppiede. Sì, perché insieme a noi sono arrivati fin quassù anche il nostro analizzatore Sefram 7866 HD T2, il treppiede, l’antenna Aldena Alp1847710, e un computer collegato ad una Dektec DTU245 per catturare i flussi ASI. C’è un vento forte, e per evitare guai ci assicuriamo con la corda ad un 20 20 BB RR O O AA D D CC AA SS TT

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chiodo piantato nella roccia. Assicuriamo anche gli zaini, e cominciamo il nostro lavoro. Il vento non ci permette di alzare il paletto del treppiede per intero, volerebbe via tutto. Fissiamo l’antenna sul segmento in materiale dielettrico, che innestiamo alla base del supporto. Tutto intorno non c’è nulla di più alto di noi.

margine di ricevibilità del segnale: se il mio tasso di errore complessivo fosse dovuto ad una singola porzione di spettro martoriata da specifiche condizioni di propagazione, un rumore impulsivo localizzato che andasse ad “infierire” su quella porzione di spettro porterebbe con facilità a microinterruzioni della ricezione. Se invece gli errori sono ben distribuiti sull’intero spettro del canale, la probabilità che un rumore impulsivo localizzato possa portare il ricevitore in condizioni di sgancio è decisamente minore. Anche qui, in ogni caso, si vedono gli effetti dell’SFN: si riconoscono chiaramente i segnali di almeno cinque trasmettitori (Fig. B4)

Al lavoro Almeno sei canali si ricevono senza problemi. Pronti all’appello i due multiplex RAI sui canali 23 e 30. Lo spettro del 23 è piuttosto “pulito” (Fig. A1), e anche la qualità di ricezione è ottimale. Sono diversi gli impianti in zona che trasmettono su questa frequenza, come è normale che sia per una valle montana: dal profilo degli echi (Fig. A2) se ne vedono chiaramente almeno quattro, e con ogni probabilità anche il segnale a -35 dB che arriva circa 80 µs “prima” del segnale con il livello maggiore è un trasmettitore e non una riflessione: lo si nota perché quel “picco” interrompe il profilo monotono decrescente della “coda” generata dal primo segnale in assoluto che arriva. Dal nostro punto di vista è più interessante la situazione del canale 30. Il livello è eccellente (Fig. B1), come pure l’andamento dello spettro; effettuando il puntamento fine per trovare le migliori condizioni di ricezione abbiamo però notato che in presenza di variazioni di MER davvero notevoli (Fig. B2: 16,8 dB, Fig. B3: 21,9 dB) il BER rimane pressoché costante, e sempre su valori eccellenti: la decade di differenza fra le due rilevazioni non deve trarre in inganno, a questi valori (<10-8) il decoder è in condizioni di assoluto confort. Ulteriore conferma che, quando si parla di segnali terrestri, il MER non è un valore da considerare: una misura di MER pari a 16,8 (Fig. B2) è sotto il limite teorico di aggancio del ricevitore medio, pertanto a dar retta al MER quel segnale non sarebbe ricevibile. Con un valore di BER pre-Viterbi pari a 2.9 x 10-4 siamo invece in condizioni di buon margine. Anche il fatto che la decodifica di Viterbi permetta di “recuperare” quattro decadi di tasso di errore nella prima misurazione (da 10-4 a 10-8, Fig. B2) e addirittura cinque decadi (da 10-4 a 10-9, Fig. B3) nella seconda dimostra che il segnale in arrivo è sì un po’ acciaccato, ma gli errori sono distribuiti in modo piuttosto omogeneo: a parità di tasso di errore medio, l’efficacia di una codifica convoluzionale è tanto migliore quanto più distribuiti sono i singoli errori. E questo è un ulteriore elemento a vantaggio del 22 B R O A D C A S T

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Chi c’è e chi no (per scelta) Con Mediaset, invece, niente da fare. E dire che con noi c’era proprio uno dei tecnici di EI-Towers, Agostino Bolzoni: il segnale ricevuto aveva un buon livello, ma con ogni probabilità l’aggancio non riusciva per via di echi che arrivavano “fuori” dall’intervallo di guardia. Però, quello che a prima vista sembra un problema, potrebbe invece essere la spia di un lavoro fatto particolarmente bene. Quando si pianifica una rete SFN, per ogni trasmettitore si definiscono inizialmente i ritardi “di rete” (il tempo che impiega il segnale per viaggiare dall’head-end al singolo impianto trasmittente); questi ritardi dipendono esclusivamente dalla topologia della rete di distribuzione del segnale. Con un apposito software di pianificazione si verifica poi l’effetto sulla copertura dell’area desiderata dei diversi contributi provenienti dagli impianti che operano in SFN sull’area stessa. In questa fase tipicamente si riscontra che in certi punti alcuni segnali arrivano al di fuori dell’intervallo di guardia, rendendo quindi problematica la ricezione. Si vanno allora a modificare i ritardi dei singoli trasmettitori (impostando un ritardo “intenzionale”) in modo da far cadere i punti problematici al di fuori delle aree abitate. Attenzione: non sono “buchi” di copertura, ma punti dove la modalità SFN non consente di ricevere. Spegnendo ad uno ad uno gli impianti si arriverebbe prima o poi in condizione di ricezione ottimale. In ogni caso, dove si cerca tipicamente di “spingere” questi punti critici? In cima alle montagne. Appunto. Se è andata così, complimenti ai tecnici di EI-Towers: obiettivo centrato in pieno!

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Primizie Ancora un po’ di tempo per due primizie: sul canale 22 abbiamo trovato il segnale di &

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una emittente locale modulato in 16QAM (Fig. C1) con intervallo di guardia 1/8: ottima scelta quando la priorità è garantire la massima qualità ed estensione della copertura, e ancora più saggia se in termini di capacità effettiva il passare da 64 a 16QAM comporta solo di rinuncia ai cosiddetti canali “+1”. Nel multiplex sono presenti tre segnali TV e uno radiofonico. La risposta all’impulso è molto “pulita” (Fig. C2) e l’andamento del MER per portante va di conseguenza (Fig. C3). Piccolo “giallo” poi sul canale 28. Riceviamo una emittente che diffonde un segnale totalmente criptato. Dall’elenco dei programmi trasmessi, rileviamo che è un mix fra i canali nazionali RAI, canali della Svizzera tedesca, e Radio Engadina. Non riusciamo a visualizzarne alcuno, visto il criptaggio attivo, per cui possiamo solo riferire i nomi che abbiamo letto sul display. Cosa abbiamo sintonizzato? Il canale 28 sarebbe teoricamente assegnato a RAI, ma da quanto ci ha raccontato un esperto del luogo pare che una emittente della vicina Svizzera, Paese dove la TV via cavo è particolarmente diffusa, in alcune zone molto difficili (o antieconomiche) da raggiungere con il cavo ri-trasmetta via etere alcuni dei programmi che compongono il bouquet via cavo. Ovviamente criptati in moda da essere ricevibili con la medesima “tessera” che si impiega per il decoder via cavo. Data la quota a cui ci trovavamo, non è impossibile che abbiamo “agganciato” il segnale di un trasmettitore in terra elvetica. In ogni caso, il segnale non è male (Fig. D1), i livelli di BER pure (Fig. D2), l’intervallo di guardia pari a 1/16 (Fig. D3) dimostra che non stiamo parlando di un segnale trasmesso in SFN e la risposta ad impulso non può che confermarlo (Fig. D4).

FIG. D3

lassù. La cima del Palabione, in quanto tale, è completamente esposta, Appena siamo arrivati, spessi nuvoloni si sono frapposti fra noi ed il sole. E il vento faceva il resto. Terminiamo le misure, smontiamo la nostra piccola attrezzatura e riponiamo il tutto negli zaini. Adesso si tratta di scendere. Prima la ferrata: a marcia indietro, peso a valle e tenendosi con due mani alla fune. Anche grazie alle dita ancora gelide dalla cima, qualche volta si scivola. Arriviamo allo spartiacque: il pendio quasi verticale che avevamo salito scavandoci una scaletta con gli scarponi è praticamente impossibile da fare in discesa. Giorgio Polatti ci cala uno ad uno con la fune. Leviamo gli imbraghi e rimettiamo le racchette da neve. Scendiamo lungo un percorso più lungo rispetto all’andata, ma con una pendenza meno aggressiva: inutile girarci intorno, siamo stanchi e sono quasi le tre del pomeriggio. Eravamo partiti alle otto e mezza. Il fuoristrada giallo fluo è la nostra bandiera a scacchi: riponiamo zaini ed attrezzature varie nel cassone, e torniamo all’Aprica. Il pranzo è meritato, le chiacchiere rilassano e stemperano la tensione. Abbiamo la sensazione di avere combinato qualcosa di veramente originale: due giorni dopo la nostra avventura verrà ripresa da moltissimi siti web, e finisce addirittura sul quotidiano “La Repubblica”, con alcune delle foto che vedete in queste pagine. Poi il viaggio di ritorno. “Però! Mica ce l’avevi detto che avremmo fatto…”. No ragazzi, non ve lo avevo detto. Ma ormai l’abbiamo fatta. È questo che conta, no?

Per finire Quello che le foto non riescono a rendere è il freddo. Il freddo che faceva

“Televisioni Impossibili" è un progetto di Davide Moro, realizzato in collaborazione con Delo Instruments/Sefram e Aldena Telecomunicazioni. Ringraziamo l’Ufficio Informazione e Accoglienza Turistica (IAT) di Aprica (www.apricaonline.com), che ci ha assistito con una attenzione, una cortesia ed una competenza davvero eccezionali. Ringraziamo Giorgio Polatti, del Soccorso Alpino di Aprica: è stato una guida splendida da ogni punto di vista. Senza di lui non se ne parlava nemmeno di arrivare fin lassù. Ringraziamo l’Ing. Franco Visintin, oggi Presidente della Sezione Italiana della SMPTE (Society of Motion Pictures and Television Engineers): questa avventura è nata per rendere merito a lui ed ai suoi uomini di quella gara di sci trasmessa in diretta dalla baita di legno. Siamo sicuri che, domani, lo rifarebbero ancora.

FIG. D4

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a cura della redazione di Altratv.tv*

L’esercito delle web tv... ...“verticali” Sempre più numerose e influenti. Le web tv “verticali”, ovvero quelle che trattano argomenti specifici e che si rivolgono a nicchie di pubblico molto definite, sono in netto aumento: ad oggi sono il 36% delle “antenne” italiane (soltanto un anno fa erano al 26%). I nuovi editori digitali creatori di web tv si cimentano così su un’offerta tematica molto più specializzata. Il fenomeno delle web tv “verticali” è speculare a quanto sta avvenendo anche sul fronte della televisione satellitare e del Digitale Terrestre: come per l’offerta premium sul satellite così anche in rete vengono premiati quei contenuti che presuppongono un coinvolgimento attivo dell’utente, una partecipazione tematica. Si impongono così community e micro-community, gruppi anche numericamente esigui ma con un alto potenziale valoriale. Il dato rappresenta un riflesso di quanto avviene sul mercato pubblicitario, che vede una congiuntura negativa per tutto ciò che attiene l’offerta mass market, ovvero generalista: c’è una contrazione di investimento, ma le aziende comunque decidono di investire maggiormente su nicchie di pubblico. Ecco allora che le web tv “verticali” – sopprattutto se dotate di una buona concessionaria di pubblicità e di un’offerta commerciale aggressiva – riescono ad avvantaggiarsi in rete rispetto a quelle web tv con un taglio “generalista”. È la forza della nicchia e della supernicchia, come apostroferebbe anche Chris Anderson di Wired America, guru incontrastato delle nuove tecnologie e fautore della fortunata definizione che ha permesso di riformulare gli standard del marketing nel mondo. In Italia tra le web tv “verticali” si distinguono quelle sportive, legate agli hobby e al tempo libero, alla cucina, al bio e al green: da segnalare la romagnola Moto in moto, la web tv dedicata all’innovazione e alla ricerca Triwù, la piattaforma digitale sulle memorie condivise Memoro e il canale di videomarketing The magazine post. Tra le web tv dedicate allo sport si annovera tra le eccellenze Board tv,

canale modenese dedicato agli sport d’azione come surf, skate, snow. Boom di accessi anche per Forza Pescara TV, web

tv dedicata al Pescara Calcio: gli ultimi dati registrano un vero e proprio record, dovuto anche agli straordinari risultati del club biancazzurro che da pochi giorni festeggia il passaggio dalla serie cadetta alla serie A. Arte e cultura trovano spazio nei palinsesti delle web tv “verticali”: a Milano nasce Central Palc Channel, web tv dedicata al teatro e ai musical. Sempre a Milano Studio 28 tv si occupa di artisti e creatività, la romana Scrittori.tv offre una vetrina digitale per tutte le firme emergenti. Le web tv si occupano sempre più spesso di giovani e lavoro: la torinese Career tv si dedica alle occupazione professionali, mentre Marche tv racconta il made in Italy che si respira nei distretti industriali. Il tema green e biologico è oggetto di attenzione di molte web tv “verticali”: tra tutte La nuova ecologia tv offre uno spaccato di quello che è il mondo della sostenibilità ambientale, con consigli utili e link.

Corporate Anche e soprattutto le aziende decidono di creare web tv “verticali” e di dialogare direttamente con il proprio pubblico. Una delle esperienze di maggior successo è la web tv ideata e gestita dal brand Purina e dedicata al mondo del pet, ovvero agli animali domestici da compagnia. La web tv è un luogo informativo, di intrattenimento e scambio: coniuga in una sola 26 26 BB RR O O AA D D CC AA SS TT

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WEB TELEVISION ▲ ▲ ▲ piattaforma gli spazi di condivisione di un social network e i contenuti di intrattenimento ed informazione di una vera e propria tv online. Tra le rubriche più cliccate c'è la webserie

“L’Esperto risponde”, in cui un addetto ai lavori soddisfa le domande poste dagli utenti approfondendo i temi caldi relativi alla salute dei pet. Storie di successo di web tv “verticali”, destinate a moltiplicarsi secondo gli studiosi della rete e del digitale. Il guru americano del marketing Seth Godin ha così dichiarato: «La maggior parte delle organizzazioni dedica il proprio tempo a vendere a una folla. Le aziende più accorte riuniscono le tribù. Le folle sono interessanti, possono produrre ogni tipo di manufatto utile e avere un impatto sul mercato. Ma le tribù resistono più a lungo e sono più efficaci».

I nuovi dati delle web tv italiane Pienamente inserite sui social network e fruibili anche dai dispositivi mobili. Sono queste le specificità delle nuove web tv, quelle che si stanno imponendo in questi primi mesi del 2012. Oggi il mercato del video online “dal basso” è più strutturato e registra web tv create da gruppi di interesse, consorzi di giornalisti, alleanze con comitati cittadini. Le “Italie” sul web crescono: complici l'abbattimento dei costi del digitale, una soglia di accesso ai sistemi di produzione più bassa e una maggiore alfabetizzazione verso le nuove tecnologie si moltiplicano

web tv e media locali. Il trend registra cifre a doppia percentuale: nel primo trimestre 2012 l'osservatorio e network Altratv.tv ha mappato 642 Web Tv disseminate in ogni angolo d'Italia (erano 590 soltanto a fine 2011, con un tasso di crescita sul 2010 del +11%). Ad oggi si stima un fatturato di 10 milioni di euro per 10mila addetti tra operatori diretti e indotto. In realtà ciò è dovuto anche ad un riconversione professionale dei lavoratori delle tv locali: i comunicatori si sono riversati in rete dopo la chiusura di molte storiche emittenti, penalizzate dal Digitale Terrestre.

Tre casi di successo Frontiera TV (Foggia)

Moto in Moto (Imola)

Il suo nome deriva da una poesia dello scrittore Erri De Luca, nell’accezione più nobile del termine “frontiera”: due fronti che si uniscono. Per il team di Frontiera Tv è questa la definizione più efficace di frontiera, ovvero il luogo dell’incontro. La web tv è nata tre anni fa all’interno del progetto D.IMMI. su intuizione della società Euromediterranea Pianificazione & Sviluppo (Dignità per gli Immigrati). L’iniziativa è promossa dalla Provincia di Foggia e finanziata dalla Regione Puglia. «Foggia è un ponte tra l’Europa e il Mediterraneo e l’idea è stata quella di favorire i migranti attraverso i servizi che ci sono nel territorio. Più che ai migranti abbiamo capito che la web tv serve agli italiani», precisa Emiliano Moccia, direttore responsabile di Frontiera TV. Frontiera TV serve anche per raccontare le esperienze positive di integrazione dei cittadini migranti, sia online che offline: il team promuove la presentazione di libri e di animazioni culturali. www.frontieratv.it

Da periodico mensile a web tv “sui generis”. Ecco la storia di Moto in moto, vera e propria community degli appassionati di moto. Ma non chiamiamola web tv, semmai è l’utilizzo del video che supporta il racconto giornalistico di un particolare tema», precisa Paolo Bastoni, responsabile del portale. Sul website ogni settimana c’è il “Tg Moto”, che racconta le videonews del mondo delle moto. I videotest sulle moto vengono uploadati sul portale di videosharing YouTube. La buona indicizzazione del portale consente anche la registrazione di decine di migliaia di download. www.motoinmoto.info

Artribune (Roma) Non solo una web tv ma un magazine, un sito web, una newsletter e una app. Tutti elementi integrati tra loro. Questa è Artribune.com, piattaforma dedicata all’arte e alla cultura contemporanea. «Ci occupiamo di mostre, eventi, conferenze che riguardano la cultura. Abbiamo come sede Roma, ma lavoriamo in modalità cloud, con collaboratori sparsi in tutta Italia», racconta Santa Nastro. Artribune.com è strettamente connessa ai social network e registra oltre 10mila iscritti alla fan page su Facebook e duemila follower su Twitter. «Crediamo nello scambio continuo e nel giro di un anno credo siamo riusciti ad imporci con un forte seguito nell’arte e nella cultura». www.artribune.com

* Altratv.tv. è l’osservatorio che monitora circa 600 emittenti tv online. Gianpaolo Colletti ne è il fondatore. Per contatti: info@altratv.tv

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a cura di Piero Rigolone*

La forza dell’informazione attraverso la radio “L’informazione locale come assicurazione a lungo termine per le emittenti radiofoniche”. Ricordo questo titolo, per un convegno che frequentai al NAB Radio Show del 2000, a San Francisco. Dopo oltre 10 anni, in una società rivoluzionata insieme alla sua tecnologia e alla sua economia, dove gli stili e i ritmi della vita sono cambiati, e con essi la fruizione dei media, la tesi racchiusa in quel titolo si direbbe confermata. Sono molte le emittenti News/Talk degli Stati Uniti tuttora ai vertici degli ascolti. Anche in Italia, con il ritardo culturale “cronico” verso il mezzo radio ben noto agli osservatori, stanno arrivando i riscontri dei primi progetti All News e News/Talk, anche locali.

Parole, parole, parole La radio di informazione totalmente parlata, a livello nazionale, è Radio 24, presso cui abbiamo incontrato Luca Buratto e Michele Previato, che ne hanno illustrato la parte tecnica, quella di loro competenza. Purtroppo, nonostante il notevole anticipo della visita rispetto alla chiusura del presente numero di B&P, non abbiamo ricevuto in tempo utile alcuni dati richiesti al settore marketing, che avrebbero ben chiarito le particolarità e i conseguimenti della radio del Gruppo 24 Ore. Ci auguriamo di poter riprendere il discorso in una prossima puntata della rubrica “Radio World Italia”. Radio Babboleo News è stata, invece, la prima radio locale focalizzata sull’informazione e completamente parlata, in un sistema di tre emittenti perfettamente progettate per servire i cittadini liguri. Le tre radio soddisfano la domanda di intrattenimento (Radio Babboleo), di musica ’70/’80 (Radio Babboleo Suono) e, appunto, di informazione dove e quando serve, senza interruzioni musicali (Radio Babboleo News). Nella vicina provincia di Alessandria, è poi passata al formato All News anche l’emittente Radio Gold.

messaggio con tutto il suo contesto. La radio è adattissima per comunicare in modo efficace, e con il valore aggiunto della componente emotiva, notizie ludiche come le cronache sportive, notizie di utilità come i bollettini sul traffico, fino a notizie di importanza vitale. Si pensi al servizio svolto dalle radio locali in presenza delle calamità naturali.

Radio Gold Fu proprio una consistente alluvione che interessò l’Alessandrino, negli anni ’90, l’evento durante il quale Radio Gold, all’epoca situata a Valenza – oggi ha sede ad Alessandria –, si impegnò in prima linea e risolse diverse necessità di comunicazione e informazione ai cittadini. In quell’occasione, i responsabili di Radio Gold presero coscienza delle potenzialità del mezzo e lo spirito di servizio è rimasto nel loro DNA. Radio Gold ha sempre posto una meticolosa attenzione alla comunità locale, fino a trasformarsi nel suo canale All News di riferimento. Cosa succede ad Alessandria e provincia? Radio Gold, per missione editoriale, risponde a questa domanda, 24 ore su 24. La provincia di Alessandria ha circa 440.000 abitanti. Proprio l’esiguità di questo dato ci stimola ad approfondire la conoscenza di Radio Gold, anche per sfatare quel luogo comune secondo cui le radio All News o News/Talk avrebbero dei costi molto elevati e non potrebbero reggersi nei mercati medi e piccoli. Renato Lopena, amministratore delegato di SER, società a responsabilità limitata titolare della concessione commerciale Radio Gold, e Fabrizio Laddago (foto sotto), direttore responsabile dell’emittente, ci svelano di seguito alcuni interessanti “dietro le quinte”.

Leggera, efficace Nulla è più adatto della radio per diffondere l’informazione in tempo reale, grazie a semplicità, immediatezza e ubiquità del mezzo, per gli ascoltatori, ma anche possibilità di intervenire in diretta dai luoghi degli eventi con un semplice telefono cellulare, per chi genera i contenuti. Per veicolare la voce in modo che sia comprensibile non occorre nemmeno, necessariamente, una qualità tecnica particolarmente elevata (non a caso sono ancora attive, nel mondo, molte emittenti parlate in AM). Addirittura i rumori d’ambiente, sotto la voce di un cronista in esterna, elaborati inconsciamente dalle menti degli ascoltatori, contribuiscono essi stessi a rafforzare e completare il 30 B R O A D C A S T

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D- A oltre un anno dall'avvio della vostra programmazione All News, quale bilancio si può trarre? Quali si sono dimostrate essere le leve vincenti di una così netta scelta di formato? E, se ce ne sono, quali sono i limiti? Il bilancio è positivo, l’idea vincente è il posizionamento chiaro: informazione locale per tutte le 24 ore. Valorizzando in modo assoluto l’informazione locale, siamo diventati una fonte primaria per acquisire informazioni sul territorio. Valorizzare l’informazione locale significa, poi, dare valore al territorio ed ai suoi protagonisti. Sul piano dei limiti eventuali a questo approccio rivoluzionario, possiamo dire che abbiamo dovuto scardinare una barriera culturale. Siamo stati i primi in assoluto a sperimentare in provincia un formato di sola informazione cancellando la musica e quindi è servito del tempo alla provincia per “imparare” la fruizione di questo nuovo mezzo, sempre a disposizione. Ora il grosso del lavoro è fatto. D- Com’è strutturata la redazione? La redazione lavora con sei giornalisti ed una ventina di collaboratori. D- Quando si tratta di radio di informazione, con spazio esclusivo alla parola, sembra sia necessario molto personale e che i costi della produzione siano più elevati rispetto a quelli della radio musicale o generalista. Nel vostro passaggio da radio specializzata nell'informazione, ma con una consistente componente di musica, al formato All News, quanto sono cresciuti percentualmente – se sono cresciuti – i costi per la produzione? I costi della produzione, per noi, non sono cresciuti molto. Avevamo già una redazione strutturata che07/06/2012 si occupava in modo continuativo di 9.30.40

informazione locale. Semplicemente, utilizziamo la produzione informativa in modo più esteso ed abbiamo valorizzato il lavoro dei giornalisti. Prima erano comprimari della musica, ora sono i protagonisti. Certamente i ritmi sono altissimi, anche per non disattendere le aspettative degli ascoltatori, cui abbiamo fatto una promessa. D- Quali sono i contenuti prioritari della vostra offerta di informazione e come sono impostati il palinsesto e il clock? I contenuti prioritari spaziano dalla cronaca alla politica, passando per il tempo libero, lo sport e l’attualità. Ogni ora ci sono due giornali radio di tre minuti, un GR sportivo, un GR tempo libero, otto approfondimenti, sempre di tre minuti, oltre al meteo e alla viabilità ogni mezz’ora. Con questo format riusciamo a dire tutto quello che accade in provincia nel giro di trenta minuti. In pratica, sulla falsa riga dei grandi esempi americani, chiediamo a chi ci ascolta di concederci mezz’ora e in quel lasso temporale gli raccontiamo il territorio in cui vive. Non siamo solo noi a raccontarlo però, ma le tante persone che intervistiamo in tutti questi spazi informativi.


R A D I O W O R L D I TA L I A ▲ ▲ ▲ D- Sul piano commerciale, della vendita dei servizi pubblicitari, come è cambiata la struttura rispetto a quella della Radio Gold "musicale"? Il cambiamento è stato radicale. Ora l’approccio di vendita non è legato solo alla “marca” ma punta sul servizio editoriale All News che offriamo: esclusivo, sempre disponibile e gratis. D- Qual è il profilo degli ascoltatori che seguono il vostro tipo di radio? Gli ascoltatori la considerano come complementare all'offerta delle radio generaliste o musicali? Il profilo dei nostri ascoltatori è sicuramente adulto, maschile, economicamente e socialmente attivo. Ma la peculiarità della nostra offerta radiofonica ci ha fatto diventare un servizio di pubblica utilità sempre accessibile e quindi veniamo utilizzati da ascoltatori con profili decisamente diversi che cercano su Radio Gold informazioni specifiche. Il nostro format è costruito per un ascolto breve e ripetuto nel corso della giornata. I nostri ascoltatori si sintonizzano quando possono o vogliono per informarsi su quello che succede ad Alessandria e provincia. Con libertà e comodità si sintonizzano più volte al giorno, per il tempo che ritengono utile e poi, certo, possono ascoltare musica con qualunque altro supporto, anche la radio. D- Queste ultime parole stimolano una riflessione sulle fonti di approvvigionamento della musica, con cui la radio musicale è in forte concorrenza. Ne riparleremo. Se dovessimo convincere nuovi inserzionisti ad utilizzare Radio Gold, quali aspetti di sicuro interesse dovremmo mettere in evidenza? Gli aspetti importanti sono tre: il profilo dei nostri ascoltatori di cui abbiamo già detto, la modalità di fruizione del mezzo certamente breve ma ripetuta e con un alto livello di attenzione. Infine, il posizionamento delle “isole commerciali” nel rullo informativo. Ogni tre minuti viene inserito un minuto di pubblicità. Proprio il ritmo del flusso radiofonico è dato dalle isole commerciali, ed è un ritmo elevato e avvincente. D- Quali altri servizi tabellari di comunicazione offrite alle aziende inserzioniste oltre agli spot dei caroselli in FM? La radio ha aperto il proprio palinsesto alle aziende. Un tempo si chiamavano redazionali, ora sono veri e propri spazi informativi commerciali costruiti con lo stesso format dei servizi informativi ma distinti in modo chiaro e trasparente. Un modo semplice ed utile per coinvolgere il territorio nel nostro lavoro di valorizzazione quotidiano. D- Radio Gold ha una consistente offerta di servizi su canali addizionali rispetto all'FM (sito Web, podcast ecc.). Sul piano del marketing, come vengono utilizzati? E che offerta c'è per gli inserzionisti su questi canali? Lavoriamo da tempo su due canali principali: Radio Gold e radiogold.it e poi podcast, newsletter, ecc. Nelle offerte commerciali gli ascolti radiofonici si sommano al numero consistente di persone che quotidianamente utilizzano radiogold.it e gli altri prodotti multimediali. Gli inserzionisti hanno a disposizione offerte multiple che permettono di calibrare target e budget.

dedicato alle sagre. Ogni anno è tra i podcast più scaricati in assoluto nella sezione audio della categoria “per tutta la famiglia” di iTunes. D- Un'emittente radiofonica che ha contenuti legati all'attualità, come può avvantaggiarsi della permanenza online dei medesimi, nel tempo ("long tail")? In realtà la sinergia tra radio e sito è vitale. Una alimenta l’altro e viceversa. È indubbia la tempestività della nostra tipologia di informazione ma proprio per questo la radio, come il portale, divengono uno strumento da utilizzare di continuo e con una grande affezione. I contenuti quindi per forza di cose hanno una vita breve, ma sono anche molti gli approfondimenti o le interviste che assumono una longevità più marcata e quindi beneficiano comunque di una grande importanza. D- Quanto, in proporzione, pesano i ritorni delle attività online e dei servizi rispetto alla raccolta pubblicitaria degli spot "tradizionali" in FM? Gli spot radiofonici sono ancora il “core business” della nostra attività, ma il mondo web è in crescita esponenziale ed in questo periodo di crisi, con un dato nazionale della raccolta pubblicitaria radio in calo circa del cinque per cento, registriamo una crescita importante del business web.

Convegno e idee Radio Gold, insieme a Confapi Alessandria, ha presentato il convegno “La comunicazione radio: una grande opportunità in tempo di crisi”, tenutosi a fine marzo 2012. Durante il convegno, Claudio Astorri, che ha supportato Radio Gold nel progetto di radio All News, ha presentato tendenze e prospettive della radio di oggi, mediante tabelle e grafici particolarmente eloquenti sul mercato nazionale e locale, spiegando alle imprese come possano avvantaggiarsi della radio per migliorare la loro comunicazione, a costi estremamente convenienti. In uno scenario dei media assai competitivo, con un’offerta di canali tematici sempre più numerosi e specializzati, la radio locale ha un vantaggio, perché è “tematica” per sua natura. La scelta radicale di un formato di servizio alla popolazione, ne chiarisce la funzione e ne amplia il numero di ascoltatori e clienti. Considerato che gli investimenti pubblicitari crescono su tutto ciò che riguarda il Web, un formato radiofonico orientato all’informazione locale è, poi, molto coerente con l’estensione su Web della stazione radio stessa. La redazione locale ha, infatti, contenuti esclusivi sempre aggiornati, già realizzati in forma sintetica per la trasmissione in FM, che ben si prestano, con un minimo lavoro aggiuntivo, per la pubblicazione su Web e sulle applicazioni smartphone, strumenti mediante i quali si allarga l’offerta per gli inserzionisti e di conseguenza il fatturato dei servizi pubblicitari. In chiusura, una curiosità: dato che non suonano musica, le radio All News e News/Talk possono pubblicare i loro programmi su Web, per il download, senza preoccuparsi dei diritti d’autore e dei diritti connessi. Si tratta di adempimenti che, per la loro complessità, nelle aziende più piccole costituiscono spesso un freno alla volontà di realizzare dei podcast con i propri contenuti e avviare in modo strutturato l’attività commerciale fuori dalle trasmissioni FM. Un altro problema è risolto.

D- Quali sono i dati d'ascolto per lo streaming dei programmi in simulcast con l'FM e quali i dati dei podcast più seguiti? Come intendete sviluppare l'offerta di servizi per le aziende inserzioniste su questi canali? Quali ritenete siano i margini di crescita futura? I podcast più seguiti sono tutti quelli che attengono i giornali radio e poi i notiziari sportivi e dedicati al tempo libero. Ognuno viene scaricato oltre 3 mila volta in un mese e il dato è in continua ascesa. Inoltre riscuote sempre un grande successo un podcast unicamente estivo 32 32 BB RR O O AA D D CC AA SS TT

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*Piero Rigolone da fine anni ’80 opera nel settore della comunicazione, in particolare quella radiofonica. Docente presso master universitari e corsi professionali, ha fondato BitRadio, azienda di servizi editoriali, tecnici, commerciali e di formazione nel campo della radiofonia. Contatti: bitradio@bitradio.it

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A lot more broadcasting for a lot less money DIGITAL MIXING CONSOLE

Progettato come soluzione flessibile per la radiodiffusione e la produzione, OnAir 1500 combina una superficie di controllo intuitiva con I/O adattabili ad ogni esigenza, fornendo una console digitale con il massimo rapporto qualità prezzo.

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FILMMAKERS ▲ ▲ ▲

a cura di Enrico Ventrice*

Contro i mulini a vento Il Cinema (con la C maiuscola) è un'ossessione. Michelangelo Antonioni diceva che solo a volte questa ossessione è magnifica, mentre molto più spesso diventa un'ossessione fin troppo ossessionante. Questo perché la visione di un regista non sempre riesce a realizzarsi a pieno e la distanza tra ciò che s'immagina e ciò che poi diventa effettivamente Cinema, dà la misura dell'insoddisfazione dello stesso. A questo perenne stato d'animo sembra essere condannato chi prova a fare Cinema, da sempre. Lo diceva chiaramente François Truffaut ne “La nuit americaine”: “fare un film è come rincorrere la propria idea che cerca di sfuggire al controllo”. Michele Salvezza (nella foto a destra, durante una ripresa) ha studiato il Cinema molto più da autodidatta che nelle diverse esperienze accademiche fatte, imparando da queste esperienze, forse, molto di più che dallo studio. È uno che crede che il Cinema vada visto e assimilato seguendo il proprio gusto e la propria curiosità. E anch’io, devo ammettere, sono stato incuriosito dallo stile di questa giovane promessa del cinema italiano già nel 2007, quando ho avuto modo di apprezzare un suo cortometraggio alla prima edizione italiana di “The 48 Hour Film Project”. Si trattava del tanto amato e tanto odiato “Dòn”, vincitore di quell’edizione, realizzato in co-regia con Riccardo Papa. Un film d’altri tempi, di una delicatezza estrema: un Don Chisciotte moderno, considerato un folle, in cerca di chi, come lui, fosse disposto a sognare, in un mondo in cui nessuno era più disposto a farlo. Una scena su tutte: Dòn che sfida il ventilatore di casa con una spada improvvisata, citando la celebre lotta contro i mulini a vento descritta nel capolavoro di Cervantes. Un film povero, girato con pochi mezzi a disposizione, con evidenti carenze dal punto di vista tecnico (proprio per questo è stato anche da molti contestato), che però è riuscito a conquistare i giudici ed è volato dritto dritto alla finale mondiale dove si è classificato addirittura secondo, stregando il pubblico in sala. Anche qui pochi mezzi, pochi soldi a disposizione, ma spesso, come dice Michele, si sottovaluta il fatto di non avere un vero budget o attrezzature adeguate e ci si lascia scoraggiare, mentre questo tipo di difficoltà, se da un lato limitano, dall'altro offrono qualcosa che non ha prezzo: la libertà di fare e soprattutto di sbagliare, passaggio fondamentale in ogni processo di crescita. Non che la formazione non sia importante, intendiamoci. Michele ha studiato al Dams di Bologna, alla scuola di cinema Pigrecoemme di Napoli e recentemente alla New York Film Academy, ma a suo dire ciò che ha imparato girando e sbagliando da solo, provando a risolvere imprevisti e inconvenienti, nessuno avrebbe potuto insegnarglielo con

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la stessa efficacia. “L'esperienza del 48 ore – afferma - con i paletti rigidi che impone, è sicuramente tra le più formative perché ti costringe a tirare fuori il meglio di te e a scoprire i tuoi limiti, un po' come avviene ne “Le 5 variazioni” di Lars von Trier. Il 48 ore mi ha insegnato molto, oggi sono in grado di affrontare praticamente qualsiasi imprevisto e di lavorare nelle peggiori condizioni. Lo reputo un autentico corso di sopravvivenza per filmmakers”. Nel corso degli anni Michele ha realizzato diversi lavori di cortometraggio ricavandone qualche soddisfazione in termini di riconoscimenti ma, come per tutti i registi esordienti, i filmmakers, la cosa più importante è stata fare i conti con la difficoltà di trasformare in inquadrature, scene e sequenze le sue idee. La grande sfida di ogni regista è questa, diminuire la distanza tra ciò che si ha in testa e ciò che si vedrà sullo schermo. Secondo Michele, al momento la vera difficoltà che incontra chi desidera, naturalmente, passare a lavori di lungometraggio è trovare qualcuno che offra sostegno produttivo senza ledere la libertà espressiva del regista. Ma questo è sempre stato il problema dei creativi, soprattutto degli emergenti, e non può essere un alibi per giustificare brutti film o per spingere i meno testardi a desistere. Occorre sfruttare la libertà di lavorare con pochi mezzi e con poca pressione, trasformando questi limiti in un'occasione da non perdere. Abbiamo detto più volte che, grazie al digitale, i costi della tecnologia si sono notevolmente abbassati, ampliando notevolmente il bacino di utenza di coloro i quali sono nelle condizioni di poter fare. I grandi registi avevano da tempo intuito il potenziale del digitale, Antonioni ne parlava già 20 anni fa e più di recente registi come Lynch, Lars von

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Trier e Kim Ki Duk hanno deciso di girare i proprio film in digitale. Questo significa che al di là del budget, il digitale può essere una risorsa preziosa in quanto permette di avere un maggior controllo del mezzo rispetto alla pellicola. Previsioni più o meno veritiere prospettano un incremento della digitalizzazione per i prossimi anni, fino ad arrivare nel 2020 al punto che tutte le sale cinematografiche saranno in digitale, processo che potrebbe favorire la distribuzione di un maggior numero di film a basso costo. Michele è tra i pochi fortunati emergenti ad avere avuto la possibilità di girare in pellicola durante la sua esperienza alla New York Film Academy, ed è anche uno di quelli che affermano di preferire le cineprese digitali, proprio per il discorso del maggior controllo e delle minori difficoltà produttive. Sicuramente ci sono diverse scuole di pensiero sull’argomento, ma molto dipende da un fattore prettamente generazionale. Crescere in un ambiente digitalizzato, essere “nativi digitali”, utilizzando un termine che tanto piace agli utenti della rete, ma allo stesso tempo avere avuto la fortuna e la possibilità di provare le precedenti tecnologie, significa toccare con mano il cambiamento, e cavalcarlo questo cambiamento. Anche Michele attualmente utilizza, come molti, la Canon Eos 5d Mark II, un ottimo compromesso tra qualità e prezzo. Di solito gira la maggior parte delle inquadrature con il 50mm che è forse, a suo dire, la focale che più si addice al suo stile. Fedele nel corso degli anni ai prodotti Canon, ricorda che nel film “Dòn” è stata utilizzata una AH1. Lo stile di Michele è molto semplice: stabilito cosa vuole comunicare attraverso le immagini di una scena, parte dal modo più elementare per farlo, ovvero decide il punto macchina e fissa la stessa sul cavalletto. Da quel momento in poi cerca di motivare ogni singolo movimento o variazione del punto di vista. “Un movimento con finalità puramente estetiche – afferma - mi appare come una mistificazione del processo narrativo, a meno che questa scelta filmica non risulti funzionale alla realizzazione della mia idea di manifestazione del pro-filmico. Non mi precludo alcuna soluzione tecnica ma nemmeno le contemplo tutte, qualsiasi scelta deve essere fatta solo dopo che l'abbia valutata la più adatta alle mie esigenze narrative. Cerco di non cedere mai al fascino dei virtuosismi”. Michele Salvezza è tra coloro i quali faticano maggiormente a trovare lo spazio nel fantastico mondo del lungometraggio. In Italia, si sa, nella maggior parte dei casi si ha la possibilità di portare avanti un’opera prima con una “major” quasi esclusivamente se si tratta di una commedia. È il genere più diretto, quello che maggiormente appartiene alla nostra tradizione cinematografica, quello che garantisce maggiori incassi al botteghino e invoglia i produttori a investire. Gli esperimenti condotti su altri generi si contano sulla punta delle dita. Michele è uno che, a mio avviso, con la commedia ha poco a che spartire, anche se, a suo dire, fatica a ragionare per generi. Al momento sta cercando di realizzare la sua opera prima e il fatto che nessuna delle sue idee rientri nel genere commedia, gli lascia poche speranze. “I generi sono un'esigenza più di mercato che altro – dice - Non parto mai dal genere quando scrivo una storia o penso ad un

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film che vorrei realizzare. Nello specifico il termine commedia risulta piuttosto generico, da quella divina a quella sexy all'italiana il passo è lungo. Personalmente preferisco i film che travalicano i generi o che possono essere classificati in più di uno. Quello che cerco di esporre è un discorso che sia universale e che possa provocare le reazioni più disparate. Da spettatore, allo stesso modo, mi oriento su quei film e quegli autori che non hanno paura di confrontarsi con la materia a disposizione senza la rete di protezione che dà la scelta aprioristica di uno dei generi cinematografici”. Condivido le osservazioni di Michele. Per i capolavori del Cinema, la catalogazione in uno dei generi risulta sempre riduttiva, non a caso. La storia racconta che durante i momenti di crisi il genere della commedia assume una grande rilevanza. Il Cinema di Frank Capra rianima gli americani dopo la grande depressione e lo stesso Nanni Moretti ironicamente, ne “Il Caimano”, diceva “È sempre il momento di fare una commedia”. In Italia molti giovani autori vengono messi a confronto con questo genere, soprattutto alla loro opera prima: inaccettabile. Forse sono maturi i tempi per un nuovo Cinema, povero ma libero. * Dal 2007 ad oggi ha curato le ultime 5 edizioni italiane di “The 48 Hour Film Project”, una competizione internazionale di filmmaking che gli ha dato la possibilità di scoprire il talento di centinaia di giovani professionisti della macchina da presa. Nel 2012 è diventato un programma per Rai5: “Tutto in 48 ore”. In questa rubrica Enrico Ventrice presenta i progetti, realizzati o in corso di realizzazione, di alcuni dei migliori filmmaker che ho avuto la fortuna di incontrare, cercando di capire come lavorano e cosa succede nel mondo della produzione cinematografica indipendente in Italia. Per contatti: enrico.ventrice@gmail.com

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WEB RADIO ▲ ▲ ▲

a cura di RadUni - Ustation*

RadioSpin: vera Fabbrica Creativa Rimaniamo in Toscana e, dopo l’incontro con RadioEco di Pisa, in questo numero vi raccontiamo la storia di RadioSpin la web radio degli studenti del Polo Universitario di Prato che ha tra i suoi obiettivi essere espressione dei corsi di laurea e della ricerca della sede distaccata dell’Università di Firenze. Nata nel 2010, è oggi una realtà attiva sul territorio che dà voce alle istanze provenienti sia dalla comunità accademica e studentesca sia da quella locale. Risponde alle nostre domande lo station manager, Leonardo Borsacchi. Ci racconti qualche passaggio saliente della vostra storia? Nell'ambito dell'iniziativa "Universi Città" alcuni studenti di Ingegneria dell'Informazione hanno realizzato la piattaforma tecnica. La nascita ufficiale di RadioSpin è stato il 30 giugno 2010 alle ore 18, con la trasmissione in diretta di Univercity 2010, il festival che tutti gli anni si svolge a Prato in Piazza dell’Università. RadioSpin fa parte di Raduni, associazione degli operatori radiofonici universitari, e di Ustation, e da ottobre 2011 ha uno spazio il mercoledì mattina su M2O (Gruppo L'Espresso-La Repubblica) in un programma sul mondo universitario. Nell'ultimo anno si sono intensificate le collaborazioni con istituzioni ed enti del territorio (Provincia di Prato, Museo del Tessuto, Istituto Datini) rafforzandone la presenza e la visibilità sul territorio pratese. Qual è la vostra mission? L’associazione che gestisce RadioSpin, Fabbrica Creativa Universitaria Prato, intende contribuire alla diffusione della cultura universitaria, all’accrescimento dell’analisi critica, alla promozione degli scambi culturali e dell’intercultura, all’incentivazione delle espressioni artistiche. Dal Polo Universitario di Prato verso la città e viceversa. Qual è secondo te il punto di forza del vostro progetto? Il nostro punto di forza è lo stretto rapporto

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con il territorio. RadioSpin viene attualmente percepita a Prato, anche fuori dal contesto universitario e complice un palinsesto privo di pubblicità, come una radio istituzionale ed è considerata adatta per la trasmissione di eventi di elevato spessore educativo e culturale come “servizio pubblico”. Qual è la vostra dotazione tecnica? RadioSpin trasmette dall’aula 108 del Polo di Prato che in precedenza veniva utilizzata per le normali attività didattiche. Il materiale hardware per il funzionamento della radio è principalmente costituito da computer e materiali recuperati e riassemblati dall'associazione studentesca Pin-G.U. che promuove il software libero all'interno dell'Università di Firenze. Tutto il software che è usiamo per le trasmissioni in diretta, in differita e per l'editing audio è sotto licenza GPLv2 o GPLv3 (citiamo tra gli altri AirtimeSourcefabric e Audacity). Siamo presenti su Facebook come RadioSpin e su Flickr, Myspace, YouTube come Fabbrica Creativa. E la vostra struttura organizzativa? Prima dell’inizio ufficiale delle trasmissioni, la direzione del Polo Universitario di Prato decise di affidare la gestione della radio ad una associazione senza scopo di lucro formata da studenti, laureati, ricercatori, docenti, collaboratori, personale della sede. Oggi la redazione è formata da dodici studenti (provenienti dalle Facoltà di Ingegneria, Economia, Lettere e Filosofia) suddivisi tra conduttori e tecnici. Lo station manager (PhD della Facoltà di Economia) ha la funzione di coordinare il personale della radio e di gestire il palinsesto. Nessuno percepisce compensi e tutto ciò che è stato

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costruito e che viene realizzato è a titolo volontaristico.

eventi di particolare interesse scientifico e divulgativo in esterna presso enti, associazioni di categoria, teatri. Inoltre, per potenziare il numero di trasmissioni dal Polo di Prato, sei aule della struttura verranno dotate di hardware permanente per la registrazione e la trasmissione in diretta, da usare in occasione di particolari eventi, seminari e per il progetto futuro di registrazione audio di alcune lezioni.

Sviluppi futuri sia dal punto di vista editoriale sia e soprattutto dal punto di vista tecnologico ovvero cosa vi auspicate o cosa farete per migliorare/mantenere le vostre strutture? Abbiamo intenzione di sperimentare e di creare format nuovi, anche in collaborazione con le altre radio universitarie. Ad inizio 2012 abbiamo ottenuto un finanziamento per l’ampliamento delle attività di realizzazione di programmi radiofonici e collegamenti in esterna dal Polo Universitario di Prato. In particolare si prevede l’acquisto di attrezzature per effettuare la ripresa in diretta e/o la registrazione di

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Il futuro delle radio universitarie in Italia? Le radio universitarie sono paragonabili alle “radio libere” degli anni ’70: un luogo dove è possibile sperimentare nuovi linguaggi che interpretano il presente e anticipino il futuro. In un contesto sempre più frammentato e di moltiplicazione dell’offerta contenutistica, anche on-demand, il futuro delle radio universitarie potrà anche essere rappresentato dalla messa a disposizione di contenuti di alto valore scientifico contribuendo anche ad un avvicinamento tra mondo accademico e società, non necessariamente limitandosi allo studente, ma aprendosi verso un più ampio numero di parti interessate. Per seguire RadioSpin: www.radiospin.it

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* RadUni è un’associazione di studenti e professionisti accomunati dalla passione per il modello di radio universitaria. Info: www.raduni.org. Tiziana Cavallo segue Ustation.it, media network che aggrega contenuti prodotti da media universitari e da singoli studenti reporter. Info: www.ustation.it

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O S S E R VATO R I O S W I TC H O F F ▲ ▲ ▲

a cura dell’Ing. Davide Moro*

DVB-T2: se ottomila vi sembran poche (1a parte) Non si può ricevere con i vecchi decoder. La correzione errori non è compatibile. Tipicamente usa un sistema di compressione diverso. Trentaduemila portanti. E poi, 19/256 è un intervallo di guardia o uno scherzo? Il sistema DVB-T è nato negli anni ’90. La sua evoluzione, più di dieci anni dopo. Cos’ha in comune con il DVB-T2? In cosa sono diversi? E, soprattutto, perché? Quando si progetta qualcosa di nuovo, il limite con cui fare i conti è la disponibilità diffusa di una tecnologia che permetta al grande pubblico di usufruire della novità: non ha senso creare uno standard stellare se poi i ricevitori costano cinquemila euro. Dato uno specifico momento dell’evoluzione tecnologica, esistono degli indicatori che permettono di stimare in modo attendibile la “quantità” di tecnologia (e quindi le prestazioni) che è possibile inserire in un prodotto di grande diffusione a fronte di un certo costo. Tipicamente si ragiona al contrario: cerco dapprima di individuare un prezzo a cui i consumatori saranno disposti ad acquistare in massa un determinato prodotto, lo diminuisco dei margini che voglio inserire nella filiera di produzione e commercializzazione, e ottengo il costo di produzione. Poi cerco di inserire in quel prodotto il massimo della tecnologia e delle prestazioni che quel determinato prezzo mi consente. Il rapporto fra prezzo e prestazioni di un prodotto di largo consumo dipende quasi esclusivamente dall’entità dei margini commerciali che si vogliono ottenere, e non dipende (quasi) mai dalla “qualità” della progettazione. Da sempre chi progetta ha a disposizione strumenti enormemente più performanti rispetto ai prodotti che è disposto ad acquistare il consumatore: da sempre, l’uomo riuscirebbe a progettare e costruire molto più di quello che il consumatore può permettersi di acquistare. È il motivo per cui il Colosseo non è mai stato prodotto in serie. Ecco allora che quando si progetta uno standard, si parte necessariamente dalla cifra che il consumatore sarà verosimilmente disposto a spendere per dotarsi di un prodotto compatibile con quello standard (ad esempio: un ricevitore per la TV digitale), si cerca di capire come cambieranno i costi della tecnologia e dei componenti entro i tre-quattro anni che passeranno dalla prima stesura delle specifiche alla commercializzazione dei primi prototipi, si stimano quindi le potenzialità della piattaforma di cui si potrà disporre, e si disegna uno standard che possa essere correttamente gestito (ricevuto) dalla piattaforma di cui sopra.

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L’Italia ha adottato un “cucciolo”… … vecchio di 15 anni! Il sistema DVB-T, dicevamo, è nato verso la metà negli anni ’90. Ci erano voluti anni per passare dalle CPU con architettura 80386 alla 80486. Altri anni (e un clamoroso baco sulla ALU a virgola mobile) separarono i 486 a 25 MHz dai primi Pentium. Come è logico attendersi, si progettò il sistema DVB-T immaginando una velocità di evoluzione della tecnologia non molto difforme da quella tipica del periodo. Il risultato fu fantastico. Per l’epoca. Poi il mondo cambiò marcia. Quasi di colpo. Accadde a cavallo fra i secoli, mise il turbo e in un niente (e a parità di costo) i clock passarono dai megahertz ai gigahertz, le memorie dai megabyte ai gigabyte, e idem le periferiche di massa. E tutto invecchiò di colpo, ma non perché le cose funzionassero male: andavano benissimo, solo che a parità di prezzo nei negozi si trovava di molto, molto meglio. Lo standard DVB-T, che ha saputo sfruttare in modo eccellente le potenzialità tecnologiche della propria epoca, è stato travolto in pieno dall’ondata evoluzionista dei primi anni 2000. All’epoca era qualcosa di favoloso; adesso, semplicemente, è vecchio. Talmente vecchio che abbiamo appena finito di adottarlo come il futuro della nostra televisione. Non male... Il DVB-T non è “vecchio” perché è poco performante: al contrario, funziona benissimo, talmente bene che ci ha permesso di inventare una rubrica come “Televisioni Impossibili”. È che (parlando di ricevitori) a costi industriali paragonabili, oggi si potrebbe trovare di molto meglio. Comprereste oggi (per nuova) una automobile che è apparsa sul mercato quindici anni fa? Le specifiche del sistema DVB-T2 sono state pubblicate nel settembre 2009. Tre anni fa, e già non sono pochi, ma perlomeno a giudicare dai costi industriali sembra che stavolta la curva di evoluzione della tecnologia abbia seguito i trend che si erano realisticamente immaginati gli ideatori del nuovo sistema. Cos’hanno in comune il DVB-T ed il DVB-T2? Quasi niente. Al punto che non sono e non possono essere compatibili. Certo, rimane la modulazione multiportante OFDM, ma ormai è un classico universale per le comunicazioni digitali terrestri: la adotta, fra gli altri, anche lo standard Wi-Fi. Per il resto, tutto, nello standard T2, dimostra come lo stesso sia stato progettato in un

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momento in cui le potenze di calcolo “commercialmente” inseribili in un ricevitore erano infinitamente più elevate di quelle disponibili al momento di definire lo standard DVB-T. Proviamo a capire meglio alcune fra le differenze più significative fra i due standard, cercando anche di spiegare quale era il bisogno cui ogni specifica scelta voleva cercare di rispondere. Prima però, perdonatemi, serve un breve ripasso.

Questioni (di) portanti Il sistema DVB/T è un sistema multiportante: suddivide le informazioni da trasmettere in un certo numero di flussi paralleli che modulano un pari numero di portanti radio. Prima domanda: perché? Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è per aumentare la capacità di trasmissione. Immaginate una condotta idraulica realizzata con un unico tubo di sezione pari a S (la nostra “banda passante”). Immaginate ora una condotta realizzata con 8.000 cannucce affasciate, ciascuna di sezione pari a S/8.000. Tutti d’accordo che ci passa la stessa quantità di acqua, vero? Fino a quando va tutto bene, è sicuramente così. Se ci portiamo nel caso reale, però, il canale radio può essere disturbato. Prendiamo una interferenza capace di impedire la ricezione per un tempo ragionevolmente breve. Se l’interferenza è ad ampio spettro, cioè in grado di disturbare tutti gli 8MHz del canale radio, fra mono e multiportante non c’è differenza: è come se le due condotte di cui sopra venissero piegate di netto e completamente strozzate. Se l’interferenza interessa una limitata porzione dello spettro disponibile, invece, le cose cambiano molto. Visto che l’interferenza è tale da impedire la ricezione, sulla condotta monotubo è come se venisse chiusa la valvola generale per un istante di durata pari alla durata dell’interferenza. Sulla condotta a cannucce, è come se venisse chiusa la valvola di alcune cannucce (una quantità corrispondente alla porzione di spettro colpito da interferenza). In tutte le altre, l’acqua passa ancora: è allora sufficiente distribuire le informazioni da trasmettere sulle diverse portanti prevedendo un po’ di ridondanza fra le medesime per essere ragionevolmente sicuri di riuscire a ricostruire la totalità delle informazioni anche in presenza di disturbi a banda sufficientemente stretta. La ridondanza, però, diminuisce la capacità utile. Si è preferito allora ricorrere al cosiddetto interleaving. In breve: immaginate di dover

trasmettere il nome di sei città, diciamo Milano, Torino, Cesena, Urbino, Napoli, Foggia. Possiamo trasmettere una lettera alla volta. Se lo facciamo “leggendo” la tabella 1 per righe, dall’altra parte arriveranno le lettere nell’ordine in cui le abbiamo scritte nella tabella originale. Finché non ci sono errori, tutto bene. Immaginate ora una interferenza di durata pari al tempo che impiegate a trasmettere una parola (tabella 2): perderete completamente ogni informazione su quella città, e non avrete elementi per ricostruirne il nome. Proviamo invece a trasmettere “leggendo” la tabella 1 per colonne: la stessa interferenza, di durata pari al tempo di trasmissione di sei lettere, mi fa perdere una sola lettera per ogni città (tabella 3): e per ciascuna di esse è facile ricostruire la lettera mancante. L’interleaving


O S S E R VATO R I O S W I TC H O F F ▲ ▲ ▲ migliora la robustezza della trasmissione senza “consumare” capacità trasmissiva: introduce solo un piccolo ritardo, funzione della complessità della trama interlacciata. Non è l’unico vantaggio di una modulazione multiportante. Supponiamo di dover trasmettere un bit-rate di 8 Mbit al secondo con un sistema monoportante. Per semplicità, supponiamo che la portante possa avere solo due stati, quindi possa trasmettere solo un “1” o uno “0” alla volta. Per trasmettere 8 Mbit al secondo, la mia unica portante dovrà allora cambiare di stato otto milioni di volte al secondo. Al netto dei transitori, la durata per cui ogni singolo bit viene trasmesso sarà pari a 1/8.000.000 secondi. Se invece, a parità di banda occupata, per trasmettere il medesimo flusso utilizziamo 8.000 portanti, la durata per cui ogni singolo bit viene trasmesso da ciascuna portante è pari a 8.000/8.000.000 secondi: cioè 1/1.000 di secondo, un tempo ottomila volte più lungo! E questo tempo ci serve: ad esempio a fare arrivare gli echi. Non solo quelli “voluti”, cioè i contributi dei diversi trasmettitori, ma anche gli echi dovuti a riflessioni naturali, come un raggio riflesso da una montagna: se la differenza fra le distanze che i due segnali (diretto e riflesso) percorrono per viaggiare dall’antenna trasmittente a quella ricevente è molto minore della durata dell’informazione, è possibile che il ricevitore non si “accorga” dell’eco. Se invece a causa della differenza di percorso un bit “0” mi arriva dal raggio riflesso mentre dal raggio diretto sta arrivando il successivo bit “1” è difficile che il ricevitore possa tirar fuori qualcosa di buono. Però, per quanto piccola, ci sarebbe comunque una frazione di tempo durante la quale dal raggio riflesso mi arriva una informazione, mentre dal raggio diretto mi sta già arrivando la successiva. Come facciamo ad evitare questa sovrapposizione di segnali incoerenti? L’idea stessa di “eco” ha suggerito la risposta. Due amici si affacciano ad un belvedere di montagna. Il primo grida il proprio nome. È un modo per trasmettere un segnale. Il secondo attende che l’eco del primo segnale si sia spenta, poi grida il proprio nome. Ecco: il trasmettitore irradia una informazione, poi attende qualche istante prima di trasmettere la successiva. Si perde un poco di capacità (pari alla durata del “silenzio”), ma gli echi, entro certi limiti, non sono più un problema. Quali limiti? Dipende dalla durata del “silenzio”: se dopo ogni bit attendessi 1 secondo prima di trasmettere il successivo, potrei tollerare differenze di percorso pari a 300.000 km (spazio percorso dal segnale, che viaggia alla velocità della luce, in 1 secondo). Se mi accontento di compensare differenze inferiori, posso ridurre la durata dell’intervallo nel quale non trasmetto informazioni significative. In realtà, nelle trasmissioni di segnali digitali non si parla di “bit”, ma di “simboli”.

distinta da essa. Lo scopo di un simbolo è comunicare un significato. Ad esempio, su una mappa l'immagine di una tenda potrebbe significare “campeggio”. I nomi delle persone sono simboli che rappresentano gli individui. Una rosa rossa è il simbolo dell'amore e della passione. “RM” è il simbolo della provincia di Roma. Un simbolo può essere pensato come un "tono", un “messaggio in codice” che rappresenta un certa sequenza di bit. Al posto di trasmettere la sequenza di bit, trasmetto il simbolo che la rappresenta. Qui la matematica pesante è in agguato, e lo sbadiglio pure. Chiedendo perdono ai puristi, diciamo che da vari punti di vista risulta più comodo trasmettere “MI” invece che “Milano”. Il ricevitore conosce la tabella di corrispondenze fra sigle e provincie, e quando riceve “MI” fa uscire “Milano”.

Fine del ripasso Cosa volevano allora ottenere i progettisti del DVB-T2? Risposta: una maggiore capacità trasmissiva utile. Era praticamente impossibile ottenere miglioramenti significativi in modo diretto: il canale è sempre da 8 MHz, e ci sono limiti fisici non superabili. Allora hanno agito per via indiretta, cercando in modo meticoloso di ridurre la quantità di informazioni che il sistema impiega per il proprio funzionamento e per la correzione degli errori di trasmissione nelle diverse condizioni di funzionamento. Hanno agito su molti fronti. Nel prossimo numero li analizzeremo, uno per uno.

Cos’è un “simbolo”?

* Attivo nell'ambito delle telecomunicazioni e della grande impiantistica, Davide Moro si occupa tipicamente della gestione di grandi progetti operativi o strategici (comunicazione, metodi e strumenti per la gestione e l'ottimizzazione di processi aziendali, e la gestione del cambiamento). Ha lavorato per AGIP, Foster Wheeler, TIM - Telecom Italia Mobile, e Rai Way. Attualmente esercita la libera professione come consulente nel mondo del Broadcasting. Per contatti:editor@broadcast.it

Un simbolo è qualcosa che rappresenta un'idea, un entità fisica, ma è 40 40 BB RR O O AA D D CC AA SS TT

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Conclusa con successo la VII edizione del RadioTv Forum di Aeranti-Corallo Circa tremila presenze all’evento, articolato in incontri, convegni, seminari e workshop e con un’ampia area expo, con circa 70 aziende del settore broadcast, audio e video di Fabio Carera L’incontro è stato moderato da Fabrizio Berrini, Segretario generale Aeranti.

Le ragioni locali

L’inaugurazione del RadioTv Forum 2012 di Aeranti-Corallo è avvenuta martedì 22 maggio, con il “taglio del nastro”, dal Sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, Massimo Vari, assieme al Segretario generale della Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni, Roberto Viola e al Presidente del Coordinamento nazionale dei Corecom, Filippo Lucci, oltre ovviamente a Marco Rossignoli (Presidente Aeranti e Coordinatore Aeranti-Corallo) e a Luigi Bardelli (Presidente Corallo).

Momento clou All’incontro di apertura dell’evento erano, tra gli altri, presenti il sen. Vincenzo Vita del Pd; il Vicesegretario generale dell’Agcom Laura Aria; il direttore delle reti di comunicazione elettronica dell’Agcom, Vincenzo Lobianco; il Direttore generale della Dgscer del Ministero, Francesco Saverio Leone; il Direttore generale della Dgpgsr Francesco Troisi; il Direttore generale dell’Istituto superiore delle comunicazioni del Ministero, Rita Forsi; il Presidente della Associazione Tv Locali Frt, Maurizio Giunco e il Presidente dell’Associazione Radio Frt, Roberto Giovannini; il Segretario della Rna Sergio Natucci; i Presidenti del Corecom Campania, Gianni Festa e del Corecom Friuli Venezia Giulia, Paolo Francia; il Presidente Rai Way, Francesco De Domenico e l’a.d. di Rai Way, Stefano Ciccotti.

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Nella propria relazione annuale, il coordinatore Aeranti-Corallo e presidente Aeranti, Marco Rossignoli, ha esordito evidenziando come quello attuale sia un momento particolarmente delicato e, allo stesso tempo, decisivo, per il futuro del settore, in quanto tutto il comparto radiofonico e televisivo sta affrontando un periodo di forte crisi derivante dalle crescenti difficoltà del mercato pubblicitario, nonché dalla concorrenza operata dalle nuove piattaforme, le quali stanno anche modificando le abitudini e le preferenze degli utenti nella scelta e nella fruizione dei contenuti.” Rossignoli ha quindi proseguito lamentato la “mancanza di iniziative, a livello governativo, per la ripresa del mercato pubblicitario; le difficoltà per le emittenti di reperire i mezzi finanziari per realizzare gli investimenti in tecnologia e in contenuti, necessari per affrontare adeguatamente i futuri scenari digitali.Il continuo cambiamento delle regole del processo di digitalizzazione, che genera una situazione di incertezza permanente, impedisce programmazioni e scelte aziendali a medio e lungo termine, mentre è eccessiva e ingiustificata la burocrazia cui è sottoposta l’emittenza locale; sarebbero, invece, opportuni, ha proseguito Rossignoli, forti interventi di semplificazione e di liberalizzazione. In questo contesto, a parere di Aeranti-Corallo, ha aggiunto Rossignoli, è assolutamente necessaria una maggiore attenzione alle problematiche del settore radiotelevisivo locale da parte del Ministero dello Sviluppo economico e della Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, al fine di individuare percorsi capaci di affrontare e risolvere le criticità in atto. Sul tema televisivo, Rossignoli ha esordito affermando che con l’approvazione della legge di stabilità 2011, i canali complessivamente disponibili per le trasmissioni televisive digitali sono stati ridotti da 56 a 47. Tale riduzione degli spazi trasmissivi doveva riguardare l’intero sistema televisivo, mentre,

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Rossignoli

invece, è stata inaccettabilmente posta a carico del solo comparto televisivo locale. Rossignoli ha, quindi, sostenuto la necessità da una parte, che vengano recuperate ulteriori risorse radioelettriche per il settore televisivo locale e, dall’altra parte, che vengano favoriti gli accordi tra le emittenti interessate a condividere le reti e i relativi multiplex per diffondere i rispettivi programmi. Il recupero di ulteriori frequenze dovrebbe avvenire destinando al sistema televisivo locale almeno due frequenze del cosiddetto ‘beauty contest’. Inoltre, il dividendo dovrebbe essere ridotto da sei a quattro frequenze, affinché due frequenze possano essere utilizzate per incrementare le risorse disponibili per le tv locali. Sempre sul fronte televisivo, Rossignoli ha chiesto che venga chiarita la posizione italiana in ordine a quella che sarà la destinazione a partire dal 2015-2016, della banda 700 (canali 49-60) e ha giudicato del tutto inaccettabile per il settore l’eventuale sottrazione di ulteriori canali alla radiodiffusione televisiva. Sul fronte radiofonico, Rossignoli ha chiesto maggiore attenzione alle problematiche di questo comparto, spesso trascurato. Lamentando di come la radiofonia stia scontando un grande ritardo nella evoluzione tecnologica, Rossignoli ha ricordato che l’Agcom ha recentemente approvato la delibera 180, recante il piano provvisorio di assegnazione delle frequenze per la radio digitale in Trentino Alto Adige e ha varato un progetto pilota nella provincia di Trento. Rossignoli ha inoltre evidenziato che l’avvio delle trasmissioni radiofoniche digitali in altre aree sarà possibile solo in presenza di una quantità di risorse frequenziali e di una pianificazione che permettano ad ogni soggetto interessato, locale e nazionale, avente titolo, di poter effettivamente accedere alla nuova tecnologia trasmissiva, a parità di condizioni, con tutti gli altri operatori.”


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Infine, sul fronte degli ascolti radiofonici, Rossignoli ha ricordato che, nell’ambito del tavolo tecnico costituito dall’Agcom, Aeranti-Corallo ha evidenziato l’esigenza di una governance partecipata dalla radiofonia locale in misura almeno proporzionale ai propri ascolti, e ha sollecitato una metodologia capace di rilevare le peculiarità della radiofonia locale, nonché la pubblicazione dei dati attraverso la realizzazione di un nastro unico. Luigi Bardelli, componente dell’esecutivo Aeranti-Corallo e presidente Corallo, ha lamentato la mancanza in questi anni, per il sistema Bardelli dell’emittenza radiofonica e televisiva locale, di un interlocutore politico e ha evidenziato di come, a suo parere, l’emittenza locale sia stata vista come elemento residuale del sistema. Oggi si parla correntemente di preoccupazione per i livelli di bassa occupazione giovanile; in tale contesto, Bardelli ha rivendicato il ruolo di formidabile palestra professionale per i giovani che le emittenti locali hanno sempre rappresentato. Oggi, nelle emittenti radiofoniche e televisive lavorano oltre duemila giornalisti, e questo è un dato molto positivo. L’altro elemento sottolineato da Bardelli è quello del valore “promozionale” delle emittenti locali e della possibilità che queste promuovano sul territorio prodotti e servizi; sarebbero necessari sgravi fiscali per chi investe in pubblicità sull’emittenza locale. Bardelli ha infine lamentato che, a fronte dei tagli perpetrati nei confronti dell’emittenza locale, cui sono state tolte da tempo le provvidenze editoria, permangano ingiustificati sostegni alle emittenti di partito, e questo è uno dei motivi per cui ritiene che l’emittenza locale venga vista come elemento residuale, e non come vero protagonista nello scenario dei media.

Argomenti… Vari Il Sottosegretario allo Sviluppo economico, con delega alle Comunicazioni, Massimo Vari, prendendo atto delle difficoltà lamentate dal comparto, ha affermato che il mondo televisivo locale deve uscire dalla mentalità tipicamente “analogica” e non avere eccessivo attaccamento al bene rappresentato dalle frequenze: circa 3600 spazi di programmazione sono - a suo avviso - troppi, per un settore che anche a livello di emittenza nazionale spesso non è in grado di riempire tali spazi con una adeguata offerta di programmazione. Vari ha riconosciuto il valore dell’informazione e programmazione di servizio offerte dalle emittenti locali, informazione il cui valore ineludibile è rapportabile al rilievo che anche in Costituzione hanno le autonomie locali. Tale ruolo, ha affermato Vari, è testimoniato dai tanti eccezionali servizi svolti dall’emittenza locale, non ultimi quelli sui tragici avvenimenti che nelle ultime ore hanno funestato il nostro territorio. L’obiettivo rimane, dunque, quello di un utilizzo efficiente dello spettro, con spazi adeguati a soggetti in grado di dare un vero valore aggiunto al sistema, prescindendo da fatturati e dimensioni. Con riferimento ai problemi dello switch off, Vari ha affermato che non è possibile procrastinare i tempi previsti dal calendario 44 B R O A D C A S T

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ministeriale: il 30 giugno resta una data non differibile; tuttavia, si è impegnato a far sì che la graduatoria per l’assegnazione delle frequenze in Vari Sicilia venga anticipata, per farne coincidere la pubblicazione con quella della Calabria. Vari ha poi detto il Ministero farà il possibile per evitare conseguenze in danno degli operatori legittimamente operanti nei vari territori. In merito alla richiesta di defiscalizzazione delle misure compensative fatta da Aeranti-Corallo, Vari ha affermato che “la strada è in salita”, dopo la risposta fornita dalla Agenzia delle entrate a un quesito posto dal Corecom Lazio (risposta che nega la possibilità di defiscalizzare gli eventuali introiti derivanti dalla dismissione volontaria delle frequenze, ndr). Sul beauty contest e la richiesta di assegnare una parte delle frequenze del dividendo alle tv locali, Vari ha osservato che la legge demanda all’Agcom la composizione dei lotti da mettere a gara, in un contesto dove la massimizzazione dei ricavi per lo Stato derivante da un’offerta economica assume un grande rilievo, tanto che Vari non è stato in grado di dire in quale misura questa pretesa potrebbe trovare accoglimento. Per quanto riguarda la radio, Vari vede con favore le “iniziative pilota” e il Ministero sta operando con impegno per garantire il rilascio di tutte le abilitazioni ai soggetti operanti nel settore. Infine, il Sottosegretario, in tema di contributi pubblici, ha auspicato una diversa modalità di erogazione degli stessi, lamentando una procedura oggi troppo macchinosa.

Autorità dialogante Roberto Viola, Segretario generale dell’Agcom, premettendo che per l’Autorità è importante il dialogo con i soggetti operanti nel mercato, e ha apprezzato il fatto che Aeranti-Corallo si sia sempre posta in termini collaborativi. Con riferimento all’ex beauty contest, Viola ha evidenziato che l’Autorità ha il compito di definire la destinazione del dividendo interno, in linea con i principi espressi dalla Commissione europea, la quale insiste soprattutto sul fatto di voler garantire più Viola concorrenza e pluralismo nel

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Agcom; è stata quindi la volta di Ugo Stocco, di Advantage, che ha effettuato una analisi delle possibili linee di sviluppo della radiofonia in internet.

Tv in seminario e non solo

Expo affollato settore dell’emittenza nazionale. Con riferimento a quanto fatto dall’Agcom su materie riguardanti il settore dell’emittenza, il Segretario generale dell’Autorità ha ricordato che quest’ultima ha difeso il principio dell’assegnazione di un terzo delle frequenze all’emittenza locale (riprendendo tale principio nella delibera 181, poi legificata). Viola ha inoltre affermato l’importanza e la validità del regolamento sull’Lcn, che dà il giusto spazio di visibilità anche alle emittenti locali. La battaglia giudiziaria, ha affermato Viola, non è ancora finita, ma sinora l’Agcom ha difeso con forza in sede giudiziale questo regolamento. Sul tema della radiofonia, Viola ha ricordato che l’Agcom ha emanato il regolamento che permette la sperimentazione a Trento. Sulla questione degli indici di ascolto, infine, ha espresso l’auspicio che si arrivi a un sistema di rilevazione degli indici di ascolto obiettivo e trasparente. Per il futuro, Viola ha affermato che il valore delle emittenti è quello del marchio e dei contenuti; il tema nuovo, su cui l’Agcom si dovrà impegnare a fondo, è quello di far sì che le emittenti locali possano accedere a condizioni eque alle reti a larga banda, al fine di consentire loro di essere presenti su tutte le piattaforme di trasmissione, e ha auspicato la convocazione di un tavolo tecnico sulla materia.

I Corecom Il Presidente del coordinamento nazionale dei Corecom, Filippo Lucci, ha, infine, parlato del ruolo dei Corecom, “antenne del territorio”, cioè enti capaci di raccogliere le istanze provenienti dal territorio stesso. Lucci ha ribadito che è necessario premiare le emittenti che fanno programmazione di qualità e che dovrebbero essere stabiliti meccanismi di valorizzazione delle emittenti che fanno informazione.

I temi di attualità della televisione digitale terrestre sono stati invece illustrati da Marco Rossignoli nel corso del seminario pomeridiano di mercoledì 23 maggio. Numerosi sono stati, infine, i seminari e i workshop tecnici; ricordiamo quello organizzato da Ses, quelli presentati nella “Digital lounge Elber, M-Three, Telsat”, i workshop tecnici organizzati nella “Sony suite”, nonché il seminario della Smpte.

Un grazie Come ormai ben sapete, la concessionaria esclusiva per la vendita degli spazi espositivi del radioTv Forum è NewBay Media Italy srl, editrice di Broadcast & Production. Da parte dello staff di NewBay il ringraziamento grande va, come sempre, ad Elena Porta, amministratore unico della RadioTv srl (società partecipata da Aeranti-Corallo), e al suo staff, anche stavolta eccellente organizzatore dell’evento.

Tutto online Nel sito www.aeranticorallo.it, sezione “Galleria eventi” è disponibile tutto il materiale (registrazioni audio/video, testi, slide e quanto altro) relativo all’incontro di apertura del RadioTv Forum 2012 della mattina del 22 maggio, all’incontro sulla radiofonia del pomeriggio del 22 maggio, al seminario sugli aspetti tecnici e giuridici della fase di completamento della transizione alle trasmissioni televisive Cardilli digitali terrestri del pomeriggio del 23 maggio, nonché ai seminari giuridici per le imprese radiofoniche e televisive svolti dagli avvocati Silvia Cardilli e Mauro Maiolini. Maiolini

Radio protagonista Ai temi di attualità della radiofonia locale è stato dedicato un ampio seminario pomeridiano di martedì 22 maggio. Nel corso dello stesso, Remo Lucchi e Giorgio Licastro di Gfk Eurisko, hanno presentato la ricerca Radio Monitor, realizzata dallo stesso Istituto, sull'ascolto radiofonico in Italia; a seguire, il Coordinatore Aeranti-Corallo e presidente Aeranti, Marco Rossignoli, ha svolto una relazione sullo stato del digitale radiofonico in Italia e ha parlato dell'avvio del progetto pilota in provincia di Trento di cui alla delibera n. 180/12/Cons della G I U G N O / L U G L I O

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WebTelevision Technology Meeting: una bella giornata! Che cos’è una Web Tv? Abbiamo chiesto a Davide e a Golia, Altratv.tv e SMPTE, al mondo video web che ha voglia di crescere e alla Tv tradizionale che ha voglia di mettersi in discussione, di incontrarsi di persona, di parlarsi e di confrontarsi sulla tematica più calda del momento. Elevatissimo il profilo dei relatori intervenuti, che hanno calamitato l’attenzione dei presenti fino alla conclusione dell’evento, realizzato in collaborazione con Video Progetti e Cisco, ripreso e trasmesso in diretta streaming da TvItaliaWeb Da qualche mese, se dici “Web Television” capita sempre più spesso che l’interlocutore si illumini, e annuisca soddisfatto, a volte compiaciuto. Solo poco tempo prima non era così: il concetto di “televisione” in Italia era strettamente legato alla radiofrequenza, terrestre o satellitare, ché di cavo si parlava solo pensando all’America. Non è chiaro se ci sia stato un catalizzatore, un evento trainante, oppure se, semplicemente, sia arrivato il vento giusto; fatto sta che, quasi di colpo, la televisione non è più stata identificata esclusivamente con un divano ed un telecomando.

Dall’idea all’azione L’estate scorsa, quando abbiamo iniziato a pensare alla stagione di Broadcast&Production dell’anno 2012, ci siamo trovati immediatamente d’accordo su una cosa: le web television. Nemmeno noi avevamo le idee chiare fino in fondo su questo fenomeno in espansione libera, forse perché, in fondo, è il fenomeno stesso a non poter essere imbrigliato tanto facilmente all’interno di una definizione o di una categoria. WebTv è quella del “Corriere della Sera” o di “Repubblica”, ma è anche quella che trasmette dal piano di sotto, realizzata da un teenager intraprendente. Cambiano i mezzi ed i risultati, certamente, ma l’idea che si realizza è la medesima: dato un target di prodotto da ottenere, abbattere le barriere di accesso e aumentare a dismisura il numero dei contatti potenziali. È nata quindi la nostra rubrica “Web Television”, a cura dell’associazione Altratv.tv, l’osservatorio che monitora circa 600 emittenti Tv online. Volevamo capire di più di questo mondo, e cosa c’era di meglio che farcelo raccontare da chi osserva il sistema dall’interno, ma da un punto di vista privilegiato?

Media Week” di Milano, abbiamo appreso da un delegato delle Ferrovie dello Stato come, dopo il successo della propria web radio, le Ferrovie stessero per lanciare la propria WebTv. Se una delle prime aziende italiane per fatturato crede nelle potenzialità di questa forma di comunicazione, è davvero il caso di capirne di più, mettendo a confronto il parere di esperti di diversi settori. Abbiamo allora proposto alla prestigiosa associazione SMPTE (Society of Motion Picture and Television Engineers) e alla dinamica Altratv.tv di organizzare insieme al nostro giornale una giornata di approfondimento sui temi e sugli scenari di mercato della televisione via internet. Hanno entrambe aderito con entusiasmo, e lo scorso autunno abbiamo iniziato a disegnare la prima edizione del WebTelevision Technology Meeting. L’obiettivo era far incontrare la competenza e l’esperienza del broadcasting “storico” con le più attuali ed avanzate tendenze della diffusione di contenuti audiovisivi. E il contesto migliore, il trait d’union più stimolante che consentisse di far convergere queste due realtà, solo

Segnali chiari Una cosa, a dire il vero, c’era. Lo scorso settembre, ad un evento organizzato all’interno della “Social

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in apparenza così diverse, si è rivelato essere la frontiera della tecnologia applicata al mezzo d’elezione delle emittenti web. Insieme al grande interesse da parte della sezione italiana della SMPTE e da parte dell’osservatorio Altratv.tv, abbiamo intercettato anche le proposte ed il contributo di aziende che si dimostrano storicamente all’avanguardia dei settori in cui operano: Video Progetti e Cisco, i due Technical Sponsor dell’evento.

A casa di Carlo Il primo Webtelevision Technology Meeting si è così svolto a Milano, presso la struttura milanese di training della Video Progetti di Carlo Struzzi (ospite dell’iniziativa), e ha consentito di fare il punto della situazione sulla distribuzione online dei contenuti audiovisivi professionali, anche considerando i suoi riflessi nell'ambito della cosiddetta OTT TV (Over-the-top television), che porta a casa dell'utente televisivo tradizionale anche contenuti online, integrati con quelli broadcast digitali. L’interesse del pubblico è stato evidente: le registrazioni hanno ben presto raggiunto il limite massimo consentito dalla capienza della sala. C’erano i grandissimi broadcaster, i fornitori di apparati e tecnologia, alcune emittenti web e alcuni centri di produzione e distribuzione per Corporate Television e televisioni di enti istituzionali: non è mancata nessuna delle categorie che speravamo di incuriosire, e alcune richieste di registrazione provenivano anche da emittenti estere (Tv Svizzera, in particolare). Niente male. In coerenza con il messaggio dell’iniziativa, e per consentire a tutti la piena partecipazione ai lavori del convegno, l’intero evento è stato

anche ripreso da TVItaliaWeb (www.tvitaliaweb.tv) e trasmesso in diretta attraverso uno streaming web.

Davide e Golia, ma con un fine comune Ha aperto i lavori il direttore di B&P, Andrea Rivetta: “Abbiamo chiesto a Davide e a Golia, al mondo video web che ha voglia di crescere e alla Tv tradizionale che ha voglia di mettersi in discussione, di incontrarsi di persona, dal momento che già lo stanno facendo sul campo da gioco della rete. Per condividere informazioni ed esperienze, per aiutarsi vicendevolmente a costruire una nuova cultura, anche tecnologica, del fare televisione nel terzo millennio, perché i cambi di linguaggio imposti dall’evolvere della tecnologia obbligano tutti ad una maggiore disponibilità ad ascoltare ed imparare.” Nel ringraziare gli sponsor tecnici dell’evento, Rivetta ha sottolineato che Video Progetti e Cisco rappresentano nel loro operare quotidiano un Rivetta eccellente trait d’union fra le opportunità che (indubbiamente) ancora offrono le tecnologie consolidate e la spinta creativa e propulsiva imposta dal nuovo che bussa alla porta. E se non ci avviciniamo almeno a chiedere “chi è?” rischiamo


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Visintin

Toletti

Colletti

Pellegrinato

che si apra la porta da solo e prosegua in autonomia il proprio percorso senza darci modo di rendercene conto. E, soprattutto, senza stare ad aspettarci. “È un bell’incontro fra due mondi che devono necessariamente fondersi.” Forse in Alberico questo commento sta la miglior sintesi dell’intera giornata. Lo ha reso l’ing. Franco Visintin, chairman della Italy Section di SMPTE, che il consueto entusiasmo e la consueta infaticabile attività organizzativa è stato uno dei motori essenziali nella costruzione di questa giornata. Poi, spazio ai relatori. Giampaolo Colletti, fondatore di Altratv.tv, Gino Alberico, Vicedirettore del Centro Ricerche ed Innovazione Tecnologica (CRIT) della RAI, Marco Pellegrinato, Vicedirettore della Ricerca e Progettazione Tecnica di Mediaset e Giovanni Toletti, Responsabile della Ricerca Osservatorio New Media & New Internet School of Management Politecnico di Milano. A seguire Franco Chiusa di Video Progetti e Ottavio Zini di Cisco. Uno dei meriti principali di questo evento è stata la capacità di presentare agli intervenuti il punto di vista di realtà di eccellenza che risultassero però reciprocamente complementari, senza sovrapposizioni o ridondanze che avrebbero di fatto diluito la portata complessiva del messaggio. Una panoramica autorevole, ma al tempo stesso il più possibile variegata e completa.

da almeno 6 persone, con il 16% che dichiara almeno 10 persone in redazione. Sono numeri di tutto rispetto, e la loro validità è confermata incrociando questi dati con quelli relativi alla provenienza delle risorse utilizzate dalle WebTv per svolgere la propria attività: complessivamente, il 55% delle risorse proviene da fonti esterne: come a dire che l’autofinanziamento, elemento canonico di ogni forma di pionierismo, non è più la regola del settore. Va notato che le risorse provenienti da progetti finanziati dall’Unione Europea sono pari a zero: un aspetto su cui vale la pena riflettere, e che ancora una volta denota la scarsa capacità di attirare ed utilizzare risorse comunitarie del nostro Paese. Dal rapporto Netizen emerge poi come il 53% dei collaboratori delle WebTv si collochi fra 31 e 40 anni, e complessivamente il 64% sia oltre i 30 anni: siamo quindi lontani dallo stereotipo dello studente improvvisatore con il quale vengono spesso (e banalmente) categorizzate le emittenti web. Il 69% delle emittenti utilizza apparecchiature professionali, l’84% trasmette (almeno occasionalmente) in diretta streaming. Emerge uno scenario dinamico, probabilmente poco noto ai professionisti del broadcasting: ma se ancora eravate alla ricerca di motivi per approfondire la vostra conoscenza sul mondo delle web tv, dovreste aver messo da parte ogni dubbio.

Tecnologie al top Gino Alberico (Vicedirettore Centro Ricerche RAI) e Marco Pellegrinato (Vicedirettore Ricerca e Progettazione Tecnica di Mediaset) hanno riassunto in forma organica l’impressionante offerta su piattaforma Web di contenuti da parte delle proprie aziende, segno che anche i “big” del mercato credono molto nelle potenzialità di questa forma di accesso. Sia Rai che Mediaset sono inoltre molto attivi in sede DGTVi per quanto riguarda la certificazione dei ricevitori utente: anche per i ricevitori ed i televisori in grado di accedere alla rete è stato

Dati incoraggianti Giampaolo Colletti ha presentato i risultati del rapporto Netizen 2012 dedicato agli Internet Citizen e all’evoluzione del modello stesso di Web Television, impressionante anche dal punto di vista dei puri numeri: si è passati da 36 emittenti censite nel 2003 a ben 590 a fine 2011, fra l’altro con un incremento dell’11% rispetto al dato 2010. Le regioni con il maggior numero di micro WebTv risultano essere il Lazio (102 “antenne” attive), la Lombardia (85), la Puglia (63) e l’Emilia-Romagna (53). La classifica relativa all’incremento percentuale su 2011 è diversa, ad indicare un certo fermento nel settore: al primo posto l’Umbria (50%), il Trentino Alto-Adige (33%), il Molise (33%); solo quarta il Lazio (24%), primatista nella precedente classifica. Il modello di azienda di queste realtà è sempre più orientato verso canoni professionali: il 35% delle emittenti censite può vantare una redazione composta

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sviluppato un sistema di classificazione basato sui “bollini” che già oggi consente ai consumatori di avere una chiara percezione delle potenzialità effettive del dispositivo che ci si appresta ad acquistare, preventivamente verificate da un organismo terzo. La percezione condivisa dai due relatori è che le attuali infrastrutture che consentono l’accesso diffuso alla banda larga da parte del pubblico non siano in grado (a tecnologie attuali) di permettere una transizione massiccia dalla modalità di fruizione broadcast alla modalità broadband. Del resto, anche dal punto di vista dell’opportunità, si fatica a vedere il valore aggiunto di un palazzo di cinquanta famiglie che guarda il telegiornale delle otto attraverso cinquanta flussi indipendenti ed assolutamente identici, con un consumo di banda pari a cinquanta volte il necessario.

Il mercato, questo conosciuto L’intervento di Giovanni Toletti, Responsabile Osservatorio New Media & New Internet della School of Management del Politecnico di Milano, ha sviluppato una completa analisi del mercato televisivo e delle modalità di fruizione di contenuti video da parte del pubblico, che di fatto si è rivelata una chiave di lettura efficace ed autorevole per contestualizzare al meglio i messaggi proposti negli interventi precedenti. Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, le WebTv non sono solamente un mercato specifico, ma possono essere una componente dell’offerta complessiva. Una tendenza in atto nel mercato vede meno spazio per gli operatori “puri” e più spazio per gli editori (sia tradizionali che web) che sapranno interpretare l’offerta video in una strategia complessiva multicanale e/o di portafoglio. Ne risultano grandi opportunità anche per le aziende e le amministrazioni pubbliche che usano il video per potenziare la comunicazione con i propri utenti o clienti. Internet si sta dimostrando un potente laboratorio naturale per spingere l’innovazione nel mondo dei Video e della Tv, con impatti anche sull’innovazione dell’offerta delle altre piattaforme (Sofa e Mobile). I contenuti Video, per l’intrinseca ricchezza ed efficacia comunicativa, svolgeranno un importante ruolo di catalizzatori nell’accelerare gli investimenti pubblicitari su Internet, a patto che cresca la qualità dei contenuti pubblicitari e migliori la misurabilità dei ritorni. Tanto premesso, va detto che già oggi il 18% circa di tutti gli utenti che fruiscono di contenuti video online “compie un’azione” dopo la visione di un video pubblicitario (fonte Burst Media, US, ottobre 2011): vale a dire, visita il sito web dell’investitore pubblicitario, ricerca ulteriori informazioni sul prodotto/servizio pubblicizzato, o direttamente procede all’acquisto di quanto ha visto. Un’efficacia consentita dall’interattività dello strumento web, che consente di passare con estrema facilità (e, aggiungiamo noi, con estrema comodità) dal contesto di fruizione del contenuto all’ambito di approfondimento desiderato. Evidente anche la potenzialità dello strumento web in ambito “second screen”: il 70% degli utenti tablet pc e il 68% degli utenti di smartphone utilizzano questi dispositivi mentre guardano la Tv, ed inoltre la maggior parte del tempo di utilizzo di Tablet e Smartphone è davanti allo schermo televisivo tradizionale. Il passo successivo diventa allora comporre una catena per offrire una integrazione delle modalità di fruizione, che risulti gradevole ed utile per lo spettatore, ma allo stesso tempo capace di

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intercettare con la massima efficacia ogni possibile ricaduta dal punto di vista commerciale.

Metaconferenza online Hanno chiuso, come detto, la giornata gli interventi di Franco Chiusa (Video Progetti) e Ottavio Zini (Cisco), che hanno presentato alcune soluzioni proposte dalle proprie aziende con specifico riguardo al mondo web. Zini, in particolare, ha esposto dopo una sintetica rassegna del ricchissimo catalogo aziendale - la soluzione Videoscape, trasversale e connettiva tra il cloud, le reti e gli esiti multiscreen (oggi sempre più sviluppati). Una soluzione onnicomprensiva di tutti gli aspetti della attività volta a garantire una “user experience” pienamente soddisfacente su qualsiasi device digitale. In questi casi normalmente si riporta il numero dei partecipanti in sala (circa un centinaio), ma il WebTelevision Technology Meeting ha potuto beneficiare anche del pubblico “da casa”, o meglio dall’ufficio, collegato in diretta streaming, mai che il ciabattino dovesse avere le scarpe rotte! Secondo i dati successivamente forniti da TvItaliaWeb, in totale nella fascia oraria 14-18 ci sono state oltre 400 visite su tvitaliaweb.tv, generate da 180 utenti unici, la quasi totalità connessa per oltre 120 minuti; questi, sommati ai presenti in sala, portano il totale degli utenti qualificati alla quota di circa 300 partecipanti al WTTM. Un eccellente successo, raggiunto grazie al lavoro ed agli sforzi organizzativi di tutte le persone coinvolte, cui va il grazie della nostra redazione. Dopo la conclusione dei lavori, la domanda più frequente fra il pubblico era: a quando il prossimo? Benvenuti nel mondo della Tv convergente!

Ri-goditelo online L’intero evento può essere rivisto sul sito di TvItaliaWeb, all’indirizzo www.tvitaliaweb.tv/canali/eventi/eventi.html Una ulteriore opportunità per chi non fosse riuscito a “sintonizzarsi” con noi in diretta ma anche per riascoltare o condividere con altre persone gli interventi che ci hanno colpito in modo particolare. Le slide proiettate dai diversi relatori sono liberamente consultabili a questo indirizzo: http://issuu.com/newbaymedia/docs/wttm_20120228_pr esentazioni_dm?mode=window&viewMode=singlePage]

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Las Vegas again, and again, and again… Sono le nove meno cinque minuti del sedici aprile. Lunedi mattina, il primo giorno del NAB. Negli eventi stampa dei giorni precedenti i messaggi erano rombanti, e la sapiente orchestrazione delle coreografie aiutava a rendere più corposo il tutto. Ma è oggi, il giorno uno, che si comincia a fare sul serio. È già tutto noto, quanti espositori, quanti metri quadri di spazio espositivo, quanti visitatori pre-registrati. Manca solo un numero: quanta gente verrà? dal nostro inviato Davide Moro

Lunedì mattina. A nostro parere il padiglione più “caldo” di questa edizione 2012 sarà la South Hall, divisa nelle due aree superiore e inferiore. Scegliamo di vedere l’apertura ufficiale del NAB proprio da questa angolazione. Nei pochi minuti che precedono l’apertura, davanti all’ingresso della South Lower le persone che giungono alla spicciolata dai vari banchi di registrazione formano un paziente capannello. Guardando nella foto sottostante l’istante prima dell’apertura ci sembra di poter

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affermare: decisamente non male! Le premesse per una buona edizione c’erano tutte, e va detto che le previsioni sono state confermate: in crescita il numero di espositori, la superficie complessiva degli stand, il numero di visitatori e quello dei giornalisti accreditati. I dati non sono definitivi, ma in ogni caso indicano una tendenza. Il numero totale di visitatori è stimato in (lievissima) crescita rispetto al 2011, per un totale di circa 92.000 persone.

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1.600 invece gli espositori, contro i 1.550 dell’anno precedente, e anche qui buone notizie. In aumento anche gli spazi espositivi: dai quasi 70.000 metri quadri dell’edizione 2011 (i numeri ufficiali sono in “piedi quadri”, ma passare ai “nostri” metri quadri è facile, più o meno si divide per dieci) si è passati a quasi 76.000 metri quadri del 2012, con un bel +10 % (poco meno, ma la cifra tonda rende meglio la soddisfazione degli organizzatori). Tutto bene, quindi. O no?

Quasi bene I visitatori internazionali sono in calo: circa mille in meno rispetto allo scorso anno. Ma è il numero assoluto che fa impressione: dei 92.000 visitatori totali, meno di 25.000 arrivavano dall’estero. Come se tre quarti dei visitatori dell’IBC fossero olandesi. Il NAB è il faro del nostro mondo, ma poche persone fuori dagli USA vanno a vedere di persona quale direzione sta prendendo la nave su cui si trovano. In tempi di crisi, non è una bella notizia. Comprendiamo il giusto contenimento dei costi, e va bene barricarsi in casa quando arriva il temporale. Ma prima o poi bisogna pur uscire a seminare l’orto. Possiamo anche confermare che i visitatori italiani erano pochi. Pochissimi, anzi, e a quelli presenti va tutta la nostra stima e la nostra gratitudine per aver portato ai costruttori internazionali il messaggio che a casa nostra qualcosa, ancora, si muove. Sempre in tema di visitatori, va detto che come all’ultimo IBC, l’affluenza nei diversi padiglioni non era omogenea. L’austera North, la più informale Central, e la South Upper, regno della radiofrequenza, presentavano una affluenza di buon livello, e con canoni estetici tutto sommato consueti: signori di mezza età e giovani di belle speranze, entrambi i tipi caratterizzati dal look composto e dal fare professionale. Alla South Lower, tempio della grafica e della post-produzione, sembrava invece di essere allo SMAU, reparto videogiochi. Si faceva letteralmente fatica a spostarsi da uno stand all’altro, si veniva

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Moro sovente avvolti da nuvole di folla dalle quali era (molto) difficile uscire. E questo per tutti i quattro giorni dell’esposizione. Sembrava lo SMAU anche per la sensazione che davano i visitatori: in gran parte in bilico fra consumer avanzato e prosumer entry level, per modi, abbigliamento ed età anagrafica fotografavano inequivocabilmente l’evoluzione (qualcuno assume: la deriva) che questo mercato ha registrato negli ultimi anni. I software di post produzione, un tempo costosissimi asset riservati a pochi (e tutti professionisti), dopo le mosse più o meno recenti di Apple, Avid, Autodesk (annunciato al NAB un drastico riposizionamento di prezzo di Smoke) e la consueta politica “easy access” di Adobe, sono ormai alla portata di chiunque. Compresi studenti e persone che valutano se intraprendere una professione e cercano di capire se con la stessa ci camperanno. Non è un male, ci mancherebbe, solo che va interamente ripensata la catena del valore intorno a questi strumenti. I software, per quanto avanzati, diventeranno sempre più delle commodities con prezzo (e, soprattutto, margini) tendenti a zero. Per l’hardware correlato, questa tendenza è in corso da tempo : per cui

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il business si dovrà necessariamente spostare sul fronte dei servizi e delle attività di integrazione e personalizzazione delle relative infrastrutture. Un’altra caratteristica delle persone “tipiche” che affollavano la South Lower è la loro “connessione”. Connessione al web, con e fra di loro, con e fra gruppi “social”. Persone “veloci”, abituate a ricevere e gestire velocemente una enorme quantità di informazioni. Quelle che mancano, le vanno a cercare in autonomia, principalmente sul web ma anche altrove. A queste persone, che in buona parte costituiranno la nuova frontiera del nostro mercato, va indirizzata una comunicazione diversa da quella tipicamente praticata nel piccolo mondo antico. Inutile spiegare una differenza di prezzo rispetto ai concorrenti con prestazioni mirabolanti che una rapida ricerca sul web potrà demolire con molta facilità, soprattutto se non richieste per quella specifica applicazione. Si passa dal “non plus ultra” al “good enough”: se funziona quanto basta, allora va bene. Arduo poi giustificare prezzi significativamente diversi fra le due sponde dell’oceano. La possibilità di acquistare via web sarà per il nostro mercato quello che l’interconnessione telematica è stata per le Borse Valori: durante l’apertura dei mercati, il medesimo titolo ha il medesimo valore a New York, Londra, Parigi, Milano, e

All’interno della South Hall una folla impressionante sin dalle prime ore dovunque. Verrà sempre più premiata la capacità di comprendere i bisogni del proprio cliente, perché il cliente oggi li ha chiari come non mai, e di soddisfarli nel modo più rispondente alle aspettative del cliente stesso, che oggi ha a disposizione un numero di alternative che mai (fino ad ora) si sarebbe sognato. Prevediamo che il valore si sposterà sempre più dai beni materiali (incluse le licenze software) ai beni impalpabili, ai servizi, all’organizzazione. Il broadcasting in giacca e cravatta, elegante e raffinato, ma a volte anche lento e conservatore, sta lasciando spazi sempre più ampi ad un modo di lavorare, e di fare affari, sempre più diverso. Può piacere o meno, ma non accorgersene è pericoloso.

All’ingresso: NAB &... acrobatic Circus! Qual è il modo migliore per attirare l'attenzione verso il banco delle registrazioni per evitare che le persone si mettano in fila a caso senza capire dove stiano andando? Beh, si mette un cartello che aiuti le persone a ritrovare la loro strada. E chi mettiamo vicino al cartello per attirare l'attenzione delle persone? In un mondo che in prevalenza è ancora maschile, una possibilità è metterci una bella ragazza poco vestita. Sicuramente è un modo, però il rischio era che le persone guardassero la ragazza e non il cartello, né soprattutto quello che c'era scritto. E invece gli americani cosa ti mettono? Un giocoliere. Il cartello "Registration" era grande due metri per settanta centimetri, probabilmente era fatto in modo tale da essere perfettamente bilanciato, non sappiamo quale altra diavoleria si fossero inventati, però sotto quel cartello c'era un giocoliere che lo prendeva, lo girava, lo lanciava per aria, lo mandava da tutte le parti. Ecco, vi assicuro che era impossibile non notare il cartello, e tutti guardavano esattamente quello.

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Novità e tendenze dal mondo radio: la radiofrequenza va in verde La radiofrequenza al NAB 2012 era molto parca di novità, anzi per essere sinceri nell'ambito dei prodotti in quanto tali (vale a dire il tipo di standard che possono diffondere, le cose che sono in grado di fare, il modo con cui possono essere controllati) non abbiamo notato delle novità dirompenti. Un tema però iniziava ad essere piuttosto sentito: il tema dell'efficienza

Rohde&Schwarz ha aperto le danze l'anno scorso all'IBC, presentando in anteprima quella che la stessa Rohde&Schwarz aveva definito la gamma di trasmettitori più efficiente al mondo. Da lì a qualche mese Thomson ha rilanciato con un valore di efficienza ancora più sorprendente, e il mercato ha iniziato a capire che il tema era caldo, e quindi tutti, più o meno segretamente, hanno iniziato a dedicarsi al miglioramento delle efficienze dei trasmettitori. Non parliamo dei miglioramenti che si possono ottenere semplicemente cambiando la tipologia dei semiconduttori degli stadi di potenza, per capirci il tipo di innovazione che si è avuta con i BLF888, che hanno permesso una diminuzione drastica delle dimensioni ed un deciso aumento dell'efficienza rispetto ai componenti precedenti. Quest'anno R&S aveva esposto un dimostratore in cui si faceva un ricorso massiccio alla tecnologia Doherty. Questa tecnologia è nata principalmente per applicazioni telefoniche, come

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quasi tutte le innovazioni degli ultimi anni che migliorano l'efficienza in senso lato: perché la telefonia è un settore che ha soldi da investire, perché è un settore che ha molta fame di energia visti anche i numeri complessivi delle installazioni e degli impianti trasmittenti. Circuitazione Doherty e modulazione del Power Envelope (una raffinata tecnica di alimentazione dei moduli di potenza) sono i due temi a cui si stanno dedicando più o meno segretamente tutti i costruttori che ancora credono nell'innovazione, e nell'innovazione concreta, come chiave per il proprio successo sul mercato e per la differenziazione rispetto ai marchi concorrenti. Dicevamo R&S, ma anche Screen Service aveva esposto un dimostratore di apparati con tecnologia Doherty. In entrambi i casi il dimostratore non prevedeva solo un apparato connesso ad un carico, ma era composto anche da un completo sistema di misurazione della potenza erogata e della potenza assorbita. Ho chiesto a entrambi di capirne di più, ed in entrambi i casi mi

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hanno aperto le porte dei retrostand e ho potuto vedere e toccare con mano come fosse realizzato l'intero flusso dei segnali, dell'energia di alimentazione e dei relativi sistemi di misura. Da “vecchio” elettrotecnico è stato per me un piacevolissimo tuffo nel passato. In entrambi i casi abbiamo visto valori di rendimento che andavano oltre il 35%, ed erano numeri reali, in condizioni operative. Il sistema di Screen Service includeva fra i consumi anche quelli del modulatore, quello di Rohde&Schwarz no; le differenza percentuali fra i rendimenti dei due sistemi erano di qualche punto, per cui verrebbe da pensare che se ponessimo i due sistemi nelle medesime condizioni di prova (cioè per entrambi con o senza considerare gli assorbimenti del modulatore) i risultati ottenuti dalle due aziende, perlomeno per quanto era in mostra al NAB, siano abbastanza allineati. Sono prese di coscienza piuttosto interessanti, anche perché aprono il campo a un diverso modo di intendere il consumo energetico. Certo, su impianti da 10 kW questi aspetti hanno un impatto economico di un certo tipo, però in questi casi si parla comunque di infrastrutture dove è necessaria una sistemistica con consumi importanti, pensiamo ad esempio agli impianti di circolazione dell'aria o dell'acqua e di raffreddamento. Ben diverso a mio parere sarebbe un approccio completamente nuovo alla gestione dei consumi e delle dissipazioni termiche degli apparati, soprattutto per quanto riguarda le macchine di taglia più piccola: in questo caso si potrebbe addirittura pensare a siti di installazione con funzionamento passivo. In caso di impianti di nuova realizzazione, questo permetterebbe dei significativi risparmi, ma non tanto per il discorso energetico: se parliamo di macchine da 10 o da 20 W, in termini percentuali la riduzione dei consumi può certo arrivare ad un valore impressionante, ma in termini assoluti probabilmente il risparmio conseguito (per quanto meritevole, perché nulla a questo mondo va sprecato alla leggera, soprattutto nei prossimi anni) crediamo non sia la cosa più notevole o comunque in grado di dare una reale svolta ai costi di installazione e di esercizio di una rete. Dove può essere allora la grossa differenza? Soprattutto nei casi in cui gli impianti sono installati in posti disagiati, dove l'energia elettrica non arriva, oppure dove quella che arriva è talmente inaffidabile o costosa che si è costretti a funzionare su gruppo elettrogeno con una persona che periodicamente

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deve salire (magari con un fuoristrada) in cima ad una montagna a fare il pieno di gasolio. I costi sono devastanti, soprattutto se confrontati con i costi di impianti magari con potenza pari ad alcuni chilowatt ma eserciti in connessione alla rete elettrica nazionale. Per questo tipo di impianti da collocare in zone periferiche, noi pensiamo che una radicale riprogettazione (dal punto di vista termodinamico) delle modalità di scambio termico con cui il dispositivo di potenza e tutti gli apparati scambiano calore con l'ambiente circostante, unito ad un ripensamento da zero (dal foglio bianco) delle tipologie degli involucri dei siti (in muratura o shelter) e dei dispositivi di gestione possa permettere un salto di qualità. Ci immaginiamo che al momento di partecipare a nuove gare per la realizzazione di reti o singoli impianti in posti disagiati, il fatto di poter dire: "con me non avrai più bisogno dell'uomo che va a fare il pieno al gruppo elettrogeno" possa essere un argomento di vendita notevole. Per cui il "green" secondo noi va ben al di là di quella sensazione che si tratti di un puro aspetto commerciale. Certo, è anche un argomento di vendita, e di argomenti di vendita ce n'è sempre bisogno. Ma va ben oltre questo: secondo noi è una eccellente opportunità tecnica che andrebbe colta al più presto e potrebbe costituire un fattore "must have". Questo, più che la quantità di watt per singola unità rack, potrebbe essere il vero fattore di differenziazione nel futuro, la possibilità di fare la differenza, di giocarsi l'aspetto dei costi operativi non solo come argomento a sé stante, ma spostando il discorso su un approccio veramente globale, la cosiddetta TCO ("Total Cost of Ownership"). Il primo passo è considerare anche i consumi elettrici dell'apparato una volta che lo stesso sarà stato installato, ma qui siamo ad un passo successivo, passiamo a considerare anche i costi per la sistemistica necessaria al funzionamento. Doherty e modulazione del power envelope sono due argomenti di estremo interesse, che non mancheremo di approfondire anche dal punto di vista tecnico nei prossimi numeri di B&P.

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Giusto un paio di ghiottissimi assaggi In attesa della seconda parte del report, in cui snoccioleremo le segnalazioni di tutto ciò che ha catturato la nostra attenzione, ecco un paio di selezionatissime considerazioni “a caldo” Arrivare a Las Vegas dall’Italia richiede un numero indefinibile di ore di volo e tanta pazienza. Per i cambi d’aereo, i controlli, le code infinite. Ma non c’è niente da fare, più lo fai e più lo faresti: in teoria un viaggio come questo perde ogni fascino appena hai passato i trenta, invece il fascino per quello che vieni a fare qui aumenta sempre più. Sempre più curiosità, voglia di capire, di vedere, di lasciarsi emozionare, di andare alla ricerca di scoperte che, anche quest'anno, puntuali ti si presenteranno davanti, quasi sfacciate, a dirti eccomi qua, non credevi che questo fosse possibile, vero? Il NAB è una sirena, più di ogni altro appuntamento, bellissima l'IBC per carità, ma Vegas è Vegas, un cocktail irresistibile fra contenuto e contenitore, tra ambiente ed ambientazione, tra apparire per finta e apparire sul serio.

Cattura attenzione In questi giorni abbiamo passeggiato il NAB in lungo ed in largo, e forse possiamo anche dire di averlo visitato per intero: sembra una affermazione banale, ma chi conosce quanto sia grande questa fiera e quanto sono grandi le distanze che possono separare un punto dall'altro della stessa manifestazione per capire che non era facile, soprattutto se oltre a visitarla dobbiamo anche guardarci in giro e cercare di capire non solo che prodotti abbiamo davanti a noi ma qual è il messaggio che dalla presenza o meno di alcuni prodotti e alcune tecnologie, opportunamente visti e considerati in un'ottica omogenea, è possibile rilevare. Sta cambiando tutto: il 4k alle porte, i formati in continua evoluzione, i software di post produzione che hanno ormai il costo di una commodity, e lì il business sarà nella

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realizzazione delle infrastrutture che permettono di far funzionare le cose. A nostro parere le breaking news di questa edizione del NAB sono due. Guarda caso, una camera ed un registratore: la “Cinema Camera” di BlackMagic Design ed il KiPRO Quad di AJA. Blackmagic Design ha deciso di entrare nel mercato delle camere, e lo ha fatto da par suo, con un prodotto 2,5K che è estremamente innovativo dal punto di vista del design e delle caratteristiche. È una camera con registratore SSD integrato che, giusto per dare un'idea, viene offerta con innesto per ottiche Canon oppure Zeiss: vi fa capire quale possa essere il target di prodotto. Questo non è un giocattolo, non lo è nell'aspetto ma non lo è nemmeno nelle dotazioni: il sensore è 2,5k, più grande dell’HD. In registrazione RAW (la camera registra in 4:4:4 a 12 bit) viene registrato integralmente tutto quanto viene catturato dal sensore: in questo modo successivamente si può fare il resize all’HD (o al formato desiderato) senza perdite di qualità. Il sensore, poi, ha una gamma dinamica di 13 stop (la chiamano “Cinema Camera”). Molto innovativo il sistema di controllo touch-screen sul posteriore, comodo il display, comodi sia le nuove possibilità di impugnatura che il fattore di forma, non è totalmente innovativo il design della parte posteriore però sicuramente è efficace. L'abbiamo provata e possiamo dire che tenuta in mano fa un gran bell'effetto, è comoda e leggera, soprattutto con l'impugnatura a manubrio. Al NAB si parlava di 3.000 dollari, e il sito BlackMagic riporta un prezzo di vendita appena sotto i 2.300 Euro, incluso DaVinci Resolve, il color correction di casa Blackmagic. È un messaggio chiaro e forte al mercato. L'altra novità “forte” secondo noi è il KiPRO Quad di AJA, un registratore estremamente portatile che si può collocare in coda alla camera per effettuare registrazioni 4k addirittura anche in formato non compresso. Supporta in maniera nativa tutti i codec, anche quelli che devono ancora venire (non è un mistero ormai che tutti supportano tutto e sono integrati o integrabili con tutto), però 4.000 dollari (3.855 Euro in Italia col cambio di fine maggio) per un oggetto in grado di registrare in 4k non compresso, di effettuare contemporaneamente in tempo reale una transcodifica SDI e una transcodifica HDMI per avere una

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monitoria in tempo reale o per inviare il girato a dei sistemi di archiviazione che richiedono segnali differenti, è un qualcosa che oggettivamente non si era ancora visto.. In questo momento viene da pensare che non ci sono più scuse per non girare in 4k: fra gli altri, abbiamo visto allo stand Sony quale può essere il risultato di una produzione 4k destinata alla diffusione televisiva (in FullHD), ed è veramente fantastico, anche in termini di profondità del croma, di naturalezza della scena, del realismo. A questi prezzi ci si pone il dubbio: e adesso quante nuove persone potranno fare il loro ingresso in questo mercato, a quante nuove fasce di mercato, di persone, di liberi professionisti, di giovani (perché no) potenzialmente si spalancano le porte una volta che il prezzo di questi oggetti arriva a livelli economici di questo tipo? Bene, un'idea di massima sulla possibile risposta ce la si poteva fare osservando il numero di persone che affollavano i diversi padiglioni di questa edizione. Alla South Hall, la Lower era dedicata soprattutto agli strumenti di produzione, post produzione e gestione dei contenuti. Un marasma, in assoluto la hall più frequenta di questo NAB, si faceva fatica a camminare dal primo minuto di apertura e fino all'ultimo minuto dell’ultimo giorno. Una folla diffusa per tutti gli spazi disponibili, bisognava chiedere permesso, girare intorno alle persone, dribblare i fotografi e le ragazze che lì in mezzo cercavano di farti la scansione del badge. Sopra, nella Upper, c'era il padiglione con i marchi storici della radiofrequenza, e le persone erano sensibilmente meno. Non perché sopra fossero poche, anzi, le presenze sono state sicuramente soddisfacenti: erano proprio tante di sotto. Questo dà anche l'idea di come un certo tipo di mercato si stia espandendo verso il basso. Considerazioni comuni su questi due prodotti: ci siamo fatti due chiacchiere sia con Simon Westland di Blackmagic Design che con Bryce Button di AJA. Abbiamo fatto loro i complimenti, le novità veramente graffianti erano come detto le loro, soprattutto per il potenziale impatto che possono avere sul mercato, e non solo per l'apporto tecnico che al mercato stesso questi prodotti possono dare. Ad esempio siamo davanti a due linee di pensiero diverse fra loro. Dal punto di vista del rapporto contenuti/prezzo, nel campo dell’informatica si è partiti molti anni fa da prezzi molto elevati che rapidamente hanno iniziato a scendere. Una volta arrivati ad un certo livello i prezzi sono rimasti costanti ed è aumentata la potenza delle macchine: il prezzo ha raggiunto un valore asintotico, si comprano oggetti con un rapporto prezzo/prestazioni sempre più favorevole, però il prezzo di acquisto non sta subendo significative diminuzioni. AJA sta seguendo questo approccio Per quanto riguarda invece BlackMagic sta accadendo una cosa diversa, stanno costantemente lanciando prodotti che magari sul mercato ci sono già (come le camere), ma stanno facendo una rincorsa continua verso il basso per quanto riguarda i prezzi. Le parole di Simon Westland, responsabile vendite EMEA di Blackmagic Design: “L’abilità è riuscire a proporre un prodotto molto performante ad un prezzo che le diverse persone si possano permettere di spendere con serenità: non ci sono grandi progetti

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in questo periodo, perlomeno fra i freelance ed i piccoli operatori. Viceversa, ci sono molte richieste, molte aspettative di fare cose meravigliose, ma con piccoli budget. Noi vogliamo dimostrare che non è necessario poter disporre di grandi budget per ottenere una grande qualità ed un grande risultato. I nostri non sono prodotti economici, sono prodotti di alta qualità venduti ad un prezzo contenuto”. AJA invece è su un approccio più "informatico", una volta arrivati ad un livello che si può considerare un bottom end, cioè un livello di sostenibilità economica per l'impresa, a quel punto AJA preferisce aumentare i contenuti piuttosto che diminuire i prezzi. Facciamo fatica a capire quale possa essere l'approccio vincente perché entrambi hanno pregi e difetti, questi ultimi soprattutto se non sono applicati in maniera omogenea sul mercato. Le considerazioni di Bryce Button, Product Marketing Manager di AJA: “se noi utilizzassimo la politica dei ribassi continui, la prima domanda è: dove ci fermiamo? Perché quando il prezzo del prodotto arriva a zero non può più scendere ulteriormente. Secondo: una volta che è arrivato a zero, delle nostre aziende cosa succede? Terzo: se si punta esclusivamente al prezzo basso, e quindi ai bassi costi di produzione, vuol dire inevitabilmente rivolgersi a certi mercati o a certe economie per quanto riguarda la parte produttiva, facendovi ricorso in modo massiccio. Ora, è pur vero che lo fa anche Apple; ma ci si potrebbe chiedere che cosa potrebbe accadere (in caso di volumi di produzione molto diversi da quelli di Apple) se in queste economie ci fossero delle crisi di mercato piuttosto che delle crisi sociali o produttive: che ne sarebbe delle (ridotte) produzioni in ambito broadcast che sono state delocalizzate in quei Paesi?” Non abbiamo ovviamente la risposta, ma ci sembrano domande da considerare..

Tendenza finale In mezzo a tutto questo, un'altra delle tendenze che vanno rilevate è che una volta le Case presentavano al NAB i prodotti: adesso in molte hanno annunciato al NAB i prodotti che probabilmente riusciremo a vedere solo a fine estate all'IBC di Amsterdam. Non erano solo Case europee, la tendenza era generalizzata. Non sappiamo se e come sia possibile decodificare un messaggio, ma la tendenza va rilevata.

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Stand low cost, high impact Abbiamo notato una cosa curiosa, ma a pensarci bene non è così curiosa, in fin dei conti è quasi banale. Abbiamo notato che c'era una corrispondenza piuttosto stretta tra la cura e l’originalità delle idee con cui era realizzato un allestimento e il numero di persone che si potevano trovare nei diversi momenti all'interno di quello specifico stand. Quelli che, magari avendo a disposizione poche risorse, sono riusciti a presentarsi con una ambientazione originale, carina, che desse l'idea di spazio, di aria, che combattesse quel senso di vuoto che si ha negli allestimenti troppo essenziali e basati unicamente sui prodotti da esporre (cioè che non sembrasse “solo” una esposizione di prodotti), ecco, lo stand era pieno. A nostro parere non è una questione solo di qualità del prodotto esposto, ma di qualità dell'allestimento, a testimonianza che ancora una volta che chi crede di risparmiare sui costi, anche di comunicazione, sicuramente realizza un risparmio immediato, ma un attimo più in là la scelta rischia di rivelarsi controproducente, specie se al taglio dei costi si abbina il taglio delle idee e dell'originalità (che sono gratis). Un esempio di uno stand ben fatto a costo (quasi) zero? Zylight. Guardate la foto: sono proprio bancali di legno, che un opportuno cartello spiega verranno riutilizzati dopo il termine della fiera. Impossibile non notarlo: era assolutamente diverso da tutti, ma proprio tutti, gli altri, big inclusi. E per una azienda che produce illuminatori, i toni caldi del legno naturale valorizzavano come meglio non si poteva sotto la luce emessa dai prodotti esposti. Il classico tocco in più.

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E ricordati di non perdere nel numero 4 (Ago-Set) di Broadcast&Production il seguito del Report NAB2012 tutto dedicato ai nuovi PRODOTTI! 7E JUST TRY TO MAKE YOUR JOB A BIT EASIER p 'OOD 3KYPE INTERVIEW IN LIVE BROADCAST p 3MOOTH TWITTER TICKER BAR ON AIR p !DDING SOCIAL MEDIA TO YOUR SHOW p "ROADCAST GRAPHICS PREPARED IN &LASH BY YOUR WEB TEAM

6IDI'O EMPOWERING CREATIVITYØ for more information www.vidigo.tv Represented by Video Signal www.videosignal.it


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A Roma lo standard della Tv digitale È stato un evento molto denso di contenuti e di sostanza. Solitamente c'è il timore che i consessi plenari di organizzazioni che sono istituzionali di natura, come il consorzio DVB, si possano tradurre in eventi dal forte richiamo simbolico, ma che alla prova dei fatti si rivelano eccessivamente autocentrati e dediti a raccontarsi cose che sarebbe stato agevolmente possibile trovare sui media in altre forme E invece no, il piacere dell'incontro fra colleghi che partecipano ad un simposio e si vedono magari una sola volta l'anno c’era tutto, ma contemporaneamente erano ben evidenti i contenuti veri, quelli che ci si aspetta da un incontro di alto livello tecnico ed economico. Un primo giorno dedicato a fotografare la situazione del mercato e ad ascoltare quello che hanno da proporre le entità “affini”, le aziende e le realtà che non si occupano di broadcasting in senso stretto, ma che col broadcasting hanno comunque parecchio a che fare. E poi dalla mattina del secondo giorno si è entrati subito nel vivo. I temi caldi (poteva essere diversamente?) erano i più recenti sviluppi del sistema DVB e, con il termometro che volgeva istantaneamente al torrido, la destinazione d'uso delle frequenze,

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lo “spectrum issue” come dicevano qui (il convegno si svolgeva interamente in lingua inglese).

Questione di standard Per DVB si intende un insieme di standard di trasmissione che vanno dal cavo al satellite alla radiodiffusione terrestre. Ma quest'anno si parlava praticamente solo di terrestre: il DVB-S ed il DVB-C, pure nelle più recenti declinazioni S2 e, soprattutto, C2, erano menzionati per dovere di cronaca, ma i diversi interventi erano univocamente focalizzati sul sistema terrestre, in particolare sulla sua più recente evoluzione DVB-T2, che era il vero protagonista dell'evento. Abbiamo ascoltato i contributi dal Sudafrica e dalla Scandinavia, intesa come insieme di Norvegia,

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Svezia, Finlandia e Danimarca, abbiamo potuto approfondire con il delegato russo (Alexander Kalin) la roadmap del colossale progetto che porterà l'intero territorio della Russia a migrare al T2, con un totale di quasi 15.000 siti trasmittenti. Sono enormi prospettive di mercato che potenzialmente si aprono per le aziende italiane, in particolare per quelle che hanno saputo investire nella ricerca.

Via ai lavori! Phil Laven, Chair del DVB Project ha introdotto i lavori con alcune considerazioni. La vorticosa evoluzione tecnologica degli standard può essere un boomerang. Siamo passati in pochissimo tempo dalla televisione analogica SDTV al digitale SD MPEG-2, e poi all’HD MPEG-4. Anche chi aveva scelto di andare sul digitale HD MPEG2 prima o poi approderà all’MPEG4, e anche chi faceva SD su MPEG4 arriverà presto all’HD MPEG4. Il punto di arrivo universale, quindi? No: stanno tutti già pensando alla prossima generazione dei sistemi di compressione, l’High Efficiency Video Coding (HEVC) HDTV. Ogni volta che un broadcaster adotta un nuovo standard, i suoi clienti si trovano improvvisamente in mano un ricevitore inutilizzabile. A meno di non averci pensato prima, ma in ogni caso si tratta di sostituire l’intero parco circolante. Ogni transizione all'interno del mondo digitale si presenterà quindi complessa come il primo switch off, per cui diventa necessario saltare il maggior numero possibile di passi intermedi. Il problema è che un passo diventa intermedio quando esce l’evoluzione successiva dello standard, e pare che la velocità con la quale diventano disponibili le nuove proposte sia destinata a crescere sempre più, tendendo probabilmente a convergere ai ritmi forsennati del monto IT. E l’avanzata del broadband mobile darà un ulteriore impulso a questi processi: secondo Laven, dalla conferenza WRC2015 è abbastanza sicuro che perderemo le frequenze sopra i 700 MHz (noi di Broadcast l’avevamo detto più di un anno fa, vedi N°6/2010, NdR), e questo provocherà sui broadcasters una forte spinta a passare a forme di compressione e di radiodiffusione sempre più efficienti.

Parola alle aziende Dopo l’apertura di Laven, il primo giorno la sessione dedicata all'ascolto di aziende “altre” è iniziata con un intervento di Dan Reed, Vice-President Technology Policy Group di Microsoft, dal promettente titolo “Future Shock Now”. Ci aspettavamo qualcosa di mirabile, invece abbiamo assistito ad un intervento che navigava fra il buonismo ed il visionario astratto, senza

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Jenzowsky

riuscire a mantenere le aspettative insite nel titolo. Alcuni dati meritano però di essere citati: ad esempio, volete sapere quanti bytes di nuovi dati ha generato nel 2011 il mondo intero? Bene: scrivete un 7, poi un 9 e dopo metteteci venti zeri (7,9 x 1021). Microsoft prende atto che, prima o poi, le potenzialità di comunicare e condividere le informazioni si riveleranno limitate. Tradotto: per quanta crescita potenziale sia ancora insita nel mondo dell’Information Technology, prima o poi la curva di crescita arriverà ad un asintoto. Sicuramente più concreta la presentazione di Siemens dedicata alla televisione Over the top. Stefan Jenzowsky, responsabile Multimedia di Siemens Communications, ha parlato di Multi Screen e OTT TV, risultando incisivo fin dall’esordio. Molti anni fa, ogni volta che si nominava Skype i telefonici dicevano: “è solo un website”. Qualcuno azzardava: non potrebbe essere un vostro concorrente? “Assolutamente no, è roba da computer”. Era una affermazione talmente lungimirante che, oggi, il 25% del traffico telefonico internazionale viene effettuato su Skype, e ancora più impressionante è il fatto che negli ultimi due anni questo valore è raddoppiato: nel 2009 era infatti il 12%. In valore assoluto, Skype ha oggi 560 milioni di

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utenti nel mondo. Il sistema di messaggistica SMS era il servizio con il più favorevole rapporto fra profitto e costi degli operatori mobili, ma ormai è stato in gran parte sostituito dalle chat online. Il messaggio fra le righe è: quando si parla di nuove applicazioni che utilizzano il web come veicolo per lo scambio o la condivisione di dati (uno-a-uno o uno-amolti), è bene non dare nulla per scontato.

OTT non per forza IPTV La televisione OTT non è IPTV: Siemens ha cessato le attività IPTV e si sta muovendo verso l'OTT: vero che i dispositivi IPTV “puri” stanno infatti aumentando la propria diffusione, ma i dispositivi che permettono l'over the top sono in aumento esponenziale: sempre più televisori sono in grado di collegarsi al web, ma lo fanno anche i lettori blu ray, le consolle di giochi, eccetera. Poi, i telefoni: da un sondaggio si rileva che il 63% delle persone che hanno uno smartphone lo usano per vedere contenuti video. Non parliamo dei tablet. In India vive circa il 17% della popolazione mondiale, sono 1,2 miliardi di persone, e circa il 51% hanno un telefonino: sono molti di più degli abbonati alla televisione. In India Siemens ha realizzato Ditto TV, che ha l’ambizione di diventare la più grande Network TV al mondo. Interessante, va bene, ma parlando di televisione e internet, prima o poi ogni dissertazione visionaria deve fare i conti con qualcosa di estremamente concreto: come si guadagna con l'over the top? Con il video on demand, i film ad esempio, ma non è questa la fonte principale. Le serie sembrano promettere bene, ad esempio in Ditto TV hanno previsto la visione gratuita delle serie TV di successo sulla tv di casa, mentre si paga per vedere gli stessi contenuti in mobilità. Ma la fonte principale di ricavi non sarà questa. Siemens vede come ambito più promettente la pubblicità. Si potrebbe pensare che sia un'idea banale e superata, ma la cosa più interessante è che con l'OTT si va su lead qualificati, perché

oltre a garantire il canale di ritorno è disponibile una profilazione molto accurata di ogni persona che sta utilizzando il dispositivo. Jenzowsky fa due esempi: solo pochi anni fa prima di comprare un'auto si faceva un giro dai diversi concessionari per acquisire il maggior numero di informazioni possibile. Oggi lo strumento a cui viene naturale pensare è il configuratore su internet. Il secondo: Lufthansa sta investendo la quasi totalità delle proprie spese di comunicazione per spingere la gente sul proprio sito web e comprare da lì i biglietti. Un gran numero di aziende sta sposando questa filosofia: la comunicazione è finalizzata unicamente a spingere la gente sul proprio sito web: da lì, partirà tutto il resto. Si parla anche di “telescopic ads”: vuoi vedere altre informazioni su questo prodotto? Basta il solito clic e la navigazione procede. Se la gente può scegliere quale pubblicità vedere, è la speranza, le persone non hanno la sensazione di essere forzate a fare qualcosa, e il desiderio di approfondire viene percepito come uno stimolo proprio, e viene più naturale assecondarlo. La previsione di Siemens è che la pubblicità sviluppata tramite questi “qualified leads” e l’interattività rimpiazzeranno la conosciuta remunerazione “CPM” (basata sul numero di volte che la pagina è stata visitata) come principale forma di ricavo già a partire dal 2015.

S-T-B vs App La modalità OTT integra fruizione tradizionale e contenuti via web, ma richiede necessariamente che su ciascun dispositivo di visione sia installato un apposito software (in

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linguaggio contemporaneo, “app”). Ma una app può sostituire tutte le funzionalità di un set top box tradizionale? Jenzowsky aveva pronta una demo che utilizzava un televisore connesso al web e, come strumenti di prossimità allo spettatore, un tablet ed uno smartphone. Dal dispositivo secondario visualizzo un elenco di contenuti disponibili, ne seleziono uno e sul dispositivo di visione (il televisore) si avvia la riproduzione. Decido di mettere in pausa dal tablet, e il film sul televisore si ferma. Voglio proseguire la visione sullo smartphone, e il film riprende esattamente dallo stesso punto dove lo avevo arrestato. Voglio riprendere la visione sul televisore a partire da un punto individuato sul tablet, ed il televisore esegue. Da notare che i diversi dispositivi non sono connessi fra loro, nemmeno tramite la rete domestica, ma tramite un connettore web. Posso anche utilizzare il tablet come un telecomando per il televisore principale. Il nuovo concetto di “second screen” è “swipe”, “passare” da un dispositivo all'altro senza soluzione di continuità, semplicemente sfiorando lo schermo. In questo modo si può ottenere anche un altro risultato, forse solo psicologico, ma invece a nostro parere è fondamentale: stiamo allontanando l'esperienza di navigazione dallo schermo principale e la stiamo collocando sul second screen. Il televisore conserva quindi la funzione “classica” che gli abbiamo attribuito nel corso degli anni, e questo dovrebbe consentire una minore diffidenza da parte degli utenti meno tecnologici: in fin dei conti si tratterà “solamente” di avere un telecomando (molto) evoluto, sul quale ognuno di noi potrà verticalizzare la propria esperienza di navigazione nel modo che preferisce. Secondo Jenzowsky, pensare che nessuna “app” potrà mai sostituire un dispositivo fisico di ricezione e controllo (un set top box, ad esempio) è come pensare che Skype non è un concorrente, e accorgersi poi che ha il 25% del mercato. Ogni produttore di televisori si sta sviluppando le proprie app, ed è un messaggio forte: se lo fanno, un motivo ci sarà.

contenuti contemporaneamente in viaggio verso gli utenti finali, ad andare in crisi saranno le dorsali secondarie di rete, quelle che portano dai nodi primari alle centrali urbane: l'ultimo miglio teoricamente dovrebbe reggere in buona parte delle nostre abitazioni, perlomeno quelle già servite dalla banda larga.

Tutti a bordo Bertram Hock, responsabile sviluppo sistemi di intrattenimento a bordo di BMW. Il classico intervento che non ti aspetteresti, che ti butta sul tavolo una cosa che conosci bene, ma da un punto di vista che fino ad ora non avevi considerato. La Casa tedesca vende automobili e motocicli (e realizza profitti) in tutto il mondo; ha quindi maturato una estesa conoscenza delle abitudini e del gradimento dei diversi consumatori. Vale la pena di seguire il filo del ragionamento di Hock, capirete alla fine il motivo. La televisione a bordo in Giappone è parte del lifestyle, magari non guardano spesso il video ma ascoltano sempre l'audio; c'è solo uno standard, l’ISDB-T, per la televisione fissa e mobile. In Corea del Sud ci sono 50 milioni di abitanti, e circa 20 usano il T-DMB per i dispositivi mobili. La televisione è parte della loro vita, è sempre accesa dovunque siano. I ricevitori sono anche economici, e realizzano una bella combinazione di radio e tv. In Hock

La banda basta? Lo scenario proposto da Siemens è molto stimolante, perché apparentemente porta vantaggi per tutti. La domanda però è: ci sarà mai banda sufficiente? Dipende. Se il film che scelgo di vedere è memorizzato nell'hard disk del ricevitore, e uso il web solo per i contenuti orizzontali e verticali, la risposta è si. Se devo ricevere il film integralmente dal web, allo stato attuale la risposta è no. Sicuramente no. E non per la qualità della banda larga che raggiunge le nostre case; con una simile mole di

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Cina l’automobile è una specie di seconda casa, nella quale si invitano gli ospiti, e come una seconda casa deve quindi offrire tutti i lussi che si trovano nella abitazione principale, compresa la tv che in auto è un vero status symbol, ed è sempre accesa anche se non viene guardata; praticamente ogni BMW venduta in Cina ha la tv. Hanno i loro standard, che gestiscono abbastanza in autonomia.

DVB-T made in UE Cosa succede invece in Europa, con il DVB-T? Una moderna automobile di prestigio è dotata di una gran quantità di servizi che sfruttano onde radio, ed è estremamente complesso trovare il posto migliore per inserire nella carrozzeria ogni antenna di cui il veicolo è dotato. Attualmente BMW sta studiando il problema delle interferenze e del crosstalk fra l'antenna LTE che andrà nella “pinna di squalo” sul tetto e le antenne tv e radio sul lunotto. Nell’industria dell’auto, da quando si congelano le specifiche ci sono da prevedere circa 14-18 anni di sostenibilità del prodotto: dopo gli sviluppi tecnici c'è il periodo di commercializzazione e poi gli anni che il cliente userà ancora la vettura dopo che la stessa è andata fuori produzione. Bisogna quindi prevedere come evitare problemi lungo l'intero ciclo di vita del prodotto auto. E qui, l’affondo, la cosa che non ti aspetteresti possa arrivare da uno non del settore. Cambiare troppo rapidamente gli standard è negativo, dice Hock: il cliente che ha pagato per il ricevitore DVB-T non può aggiornarlo via software al T2, e quindi per evitare insoddisfazioni nella clientela i “vecchi” mux DVB-T devono rimanere attivi ancora per molti anni. “Customers are

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buying functions, not standards”: le persone comprano la possibilità di vedere la televisione, non comprano un ricevitore DVB-T; quindi dobbiamo garantire che il ricevitore funzioni senza modifiche hardware per l’intero ciclo di vita della vettura. E ancora: “Potential higher efficiency worths nothing without deploying of receivers”: il migliore standard del mondo non serve a nulla se la gente non può ricevere le trasmissioni perché mancano i ricevitori. Il dividendo digitale di fase 1, quello attuale per capirci, secondo Hock è stato introdotto senza un lead time sufficiente e senza una vera conoscenza delle possibili conseguenze: riportiamo le sue parole, sono di rara efficacia. “Non sono ancora state trovate le soluzioni al problema delle interferenze, servono filtri specialissimi, e anche se i costruttori d'auto fossero in grado di installare oggi questi filtri, tutte le auto già in circolazione non potrebbero comunque essere modificate. Il dividendo di fase 2 è ancora più avventato. Il problema è: come progetteremo le prossime macchine, che dovranno vivere ed essere vendute dal 2015 al 2030? Ci stiamo ponendo varie domande su cosa e come sviluppare: quali frequenze dovremo considerare per progettare i filtri? in base al dividendo di fase 1, di fase 2, con filtri selezionabili? Oppure non sviluppare nulla del tutto?” Perché tanto sarebbe inutile, aggiungiamo noi, ci cambierebbero comunque le carte in tavola.

E bravo Hock! Secondo noi, l’analisi più lucida e completa del futuro a cui stiamo andando incontro è proprio quella fatta da Hock. Il quale, come pure è lecito, parlava pro domo propria, ma le conseguenze le pagheremo tutti, anche chi si accontenterebbe di vedere la televisione da casa. Hock non lo ha sottolineato più di tanto, ma il problema in Asia fino ad ora non si è praticamente posto in virtù dei sistemi più o meno autoctoni utilizzati laggiù. L’Europa, da cui ha preso il via l’evoluzione tecnologica al digitale, pare invece in grande difficoltà ad organizzare e gestire i prodotti di questa evoluzione. A livello planetario, in particolare nelle zone che non hanno una particolare presenza della tecnologia si assiste ad una competizione molto serrata fra lo standard ISDB-T e il DVB-T/T2. Competizione che avviene su terreni piuttosto diversi: lo standard ISDB-T è massicciamente supportato dal governo giapponese, che effettua una fortissima pressione sui governi dei Paesi che devono ancora decidere sulla tecnologia da adottare, con visite ufficiali ad altissimo livello e, spesso, anche forti incentivi economici in caso di adozione dello standard. Il consorzio DVB invece esercita il proprio ruolo soprattutto a livello tecnico. Abbiamo chiesto al delegato del Sudafrica, paese che ha visto un'aspra competizione fra ISDB-T e DVB, se accanto alla conosciuta pressione giapponese si sia avvertita una altrettanto forte pressione a livello istituzionale da parte dei governi che in qualche modo hanno abbracciato lo standard DVB. No, è stata la risposta, in Sudafrica la vittoria del sistema DVB-T è stata una vittoria dovuta alla supremazia tecnica, pure in presenza del citato forte rumore di fondo da parte dei sostenitori dell'ISDB-T.

Parlando col presidente In particolare il presidente del DVB Technical Module, Ulrich Reimers, ci ha detto: “In questa competizione ho purtroppo ascoltato diverse bugie (ha usato proprio questo termine, NdR) da

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Reimers

parte di chi promuoveva il sistema ISDB-T. E, per darvi un'idea di quello che ci siamo trovati a dover controbattere, vi racconto la bugia più grande che ho sentito: un importante delegato brasiliano (altro Paese che ha scelto il sistema ISDB-T, NdR) ha detto che ‘il DVB-T funziona talmente male che la Germania ha dovuto spegnere tutti i trasmettitori poco dopo averlo adottato’ ”. Risate in sala. A pensarci bene, però, non c'era da ridere: pure senza considerarci puri di cuore, non immaginavamo che enormità di questo tipo fossero pronunciabili: l'amara considerazione è che se chi si occupa di politica (in qualunque paese, verrebbe da dire) non è in grado di cogliere e rispedire immediatamente al mittente una cosa di questo genere, è lecito domandarci nelle mani di chi (a livello planetario) le diverse nazioni hanno riposto le scelte tecnologiche per il proprio futuro. Forse ha ragione Nino Leuratti di Syes, sempre molto acuto nelle sue valutazioni: “Il politico ha ben chiare le potenzialità propagandistiche di Twitter, dei social network, di internet, e li considera la nuova frontiera dell’efficacia a fini elettorali. Il broadcasting è considerato “vecchio”, non perché sia effettivamente tale, ma perché viene ritenuto meno efficace dal punto di vista della formazione e della gestione del consenso rispetto ai nuovi strumenti che ci mette a disposizione la connettività globale. A questo punto basta parlare di “banda larga” per avere la politica dalla propria parte, il broadcasting, semplicemente, lo considerano uno strumento superato”. Ricordiamo dunque l’intervento pubbblico di Ulrich Reimers, vera anima tecnica e strategica del consorzio DVB. Durante i suoi interventi al forum ci ha sempre impressionato con la sua competenza, la sua passione, e la sua capacità di visione prospettica. Il modello di broadcasting ibrido che ha presentato, ideale punto di intersezione fra approccio visionario e tecnologia di frontiera, ha fatto sognare più di un delegato. Il modello di Reimers è basato sull’integrazione fra le diverse modalità del broadcasting “classico” (cavo, satellite e terrestre), ma con una differenza fondamentale. La sfida del futuro sarà disporre di un numero sempre maggiore di contenuti con una banda (e una qualità) in costante crescita. Il mondo telco si sta preparando a questa sfida con un approccio quantitativo, migliori reti di accesso, più frequenze, più banda. Dal puro punto di vista quantitativo, per il broadcast la battaglia è persa in partenza, e il proliferare di Fasi per il dividendo digitale ne è una conferma lampante. Però, oltre che con la forza, si può vincere con l’intelligenza.

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Riflessioni sul finire Data una programmazione h24, quante ore vengono effettivamente diffuse in diretta? Nel senso: diffuse nell’istante stesso in cui accadono nella realtà? Togliamo gli spot pubblicitari, i film, le serie, le repliche. Quanto resta? Probabilmente poco, e se trasmetto una cosa in diretta “vera” su un canale di un multiplex, in quel momento probabilmente non tutti gli altri canali del multiplex manderanno in onda un altro evento in diretta. Potremmo allora pensare di trasformare il ricevitore di casa, il set top box, in una specie di video server in miniatura: immagazzino localmente su un disco fisso le pubblicità e tutti i contenuti che sono disponibili anche prima della messa in onda. Poi, mi ricreo localmente la playlist: in base alle istruzioni ricevute dall’emittente mando in onda la successione di contenuti desiderata. In questo modo posso personalizzare la pubblicità sul profilo utente, e posso regionalizzare i contenuti perché cade il vincolo dell’SFN, tranne che per i contenuti in diretta (ma alla prima pubblicità sarà il set top box a personalizzare quello che vedo, il mux in onda rimarrà puramente SFN. Come giungono i contenuti al set top box? Con una trasmissione integrata via satellite, via cavo, e da broadcasting terrestre. Stiamo trasferendo files, non live stream, per cui possiamo liberamente definire le priorità e le velocità di ciascun contenuto: posso dedicare l’intero multiplex a trasferire un contenuto con una velocità pari a varie volte quella nominale . Con il vantaggio che dovrei trasmettere solo gli elementi nuovi: un generico spot viene di solito trasmesso da molti canali, anche di diversi operatori: ma è sufficiente memorizzarlo la prima volta, poi tutti i “passaggi”, anche su “reti” concorrenti, potrebbero essere gestiti localmente, senza consumo di banda. I ricevitori di tipo “PVR” in commercio possono già ospitare dischi di capacità pari a 1 TB, quanto basta per immagazzinare 220 ore complete di Morello segnale HD a 10 Mb/s. I programmi meno seguiti potrebbero inoltre essere trasferiti via web, a qualità inferiore, liberando banda preziosa sui circuiti pregiati di alimentazione. Non è una soluzione immediatamente adottabile, ma è concreta ed affascinante. Tecnicamente non comporta problemi, anzi, le università di Braunschweig e di Bilbao

hanno già sviluppato una Pellegrinato analisi approfondita di cosa potrebbe essere diffuso “in diretta” e cosa verrebbe archiviato, hanno costruito uno schedulatore software per la messa in onda dei contenuti registrati localmente, hanno costruito un sistema dimostratore. Che funziona, e grazie ad una specifica voce dello sviluppo permette inoltre di ottimizzare i consumi energetici in base alla composizione e dislocazione dell’audience puntuale.

Un giro del mondo Il DVB World ha visto anche il contributo di diversi delegati di varie nazioni che hanno illustrato all’assemblea le esperienze nel proprio paese su tematiche specifiche. Come dicevamo, il DVBT2 la faceva da padrone (Svezia e Sudafrica), ma abbiamo visto contributi anche sulla ricezione in mobilità (Singapore), sul 3D, sullo switch-off del satellite analogico in Germania, sulla televisione ibrida e OTT, argomento che ha visto il contributo anche dei “nostri” (nel senso di italiani) Alberto Morello (Centro Ricerche RAI) e Marco Pellegrinato (Mediaset), e il tema del “Green” applicato alla diffusione di contenuti. Argomenti di estremo interesse, ma in questo report abbiamo preferito dare il massimo spazio alle idee e ai punti di vista che difficilmente avreste potuto trovare altrove. Merita attenzione anche la proposta illustrata da Marc Richer, presidente ATSC, in merito alla prossima generazione degli standard televisivi. Richer fa notare che le aziende attive nella telefonia, da alcuni anni hanno fatto fronte comune, e dovunque nel mondo presentano i medesimi standard, con le stesse canalizzazione e le stesse bande di frequenza. Il broadcasting, invece, va storicamente in ordine sparso, con alcune lodevoli eccezioni. Richer suggerisce allora di fare fronte comune: i broadcasters e gli specialisti di settore di tutto il mondo dovrebbero provare a partire dal foglio bianco per disegnare il migliore dei sistemi possibili, da adottare a livello universale, e da portare sempre uguale a se stesso) ai diversi tavoli di discussione che, in tempi di carenza di spettro, sono all’ordine del giorno in buona parte del mondo. L’iniziativa, lanciata lo scorso anno, è conosciuta come FoBTV (Future of Broadcasting Television), sta lavorando per definire il prossimo passo degli standard per la televisione ed il video digitali.

B&P al DVB World 2012 da protagonista Broadcast&Production è stata media partner del DVB World 2012. Abbiamo interpretato questo ruolo con la passione e la convinzione di sempre, partecipando attivamente ai lavori dell’assemblea: quando un evento di questa portata si svolge in Italia, Paese che è fra i maggiori produttori al mondo di apparati per il broadcasting, merita la massima attenzione. Tutti i delegati hanno ricevuto una copia dell’ultimo “The best of made in Italy” di Broadcast & Production ed un inserto esclusivo del nostro giornale dedicato a questo evento, davvero unico.

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Produzione in Esterna

Una radio da… marciapiede Queste pagine sono realizzate in collaborazione con la redazione di Radio World

Produrre la radio da esterna non è certo più un problema. Mentre il “pesante” video ancora oggi necessita di soluzioni più complesse, il “leggerissimo” audio ormai vola via etere e via cavo verso lo studio con massima qualità ed efficienza

Tascam ha un microfono per l’iPhone e un nuovo registratore portatile Durante lo scorso anno Tascam ha sviluppato parecchi dispositivi audio per iPhone. L’ultimo è l’iM2, un microfono stereofonico plug-in che si posiziona un gradino più in alto rispetto al microfono standard del telefono stesso. Tascam afferma che i microfoni, regolabili, sono gli stessi utilizzati nella sua linea DR di registratori digitali portatili. L’iM2 si collega nella porta dei dispositivi Apple e quindi alla batteria interna ad essi. Il preamplificatore interno, i convertitori e il limitatore della dinamica permettono all’iM2 di gestire i livelli sonori più alti e offrire una qualità più elevata, secondo Tascam. Il convertitore audio funziona a 16-bit/44.1 kHz. Una porta USB sull’iM2 permette di ricaricare il dispositivo Apple a cui l’iM2 stesso viene collegato. L’iM2 è compatibile con iPhone 4, iPhone 4S, iPod Tough 4G, iPad e iPad2. Sul fronte delle applicazioni gratuite, ce n’è una nuova per la registrazione, progettata per i dispositivi Apple come iPhone, iPod Touch e iPad. Si chiama Tascam PCM Recorder Application ed è progettata per trasformare il dispositivo

in un registratore stereofonico. L’interfaccia grafica utente imita l’aspetto di un registratore portatile, con i tradizionali controlli dello scorrimento del nastro e un piccolo schermo. Sono anche compresi un equalizzatore e un limitatore della dinamica sonora. L’applicazione funziona anche con le recenti versioni del modulo microfono iM2 descritto sopra.

DR-100MKII Il DR-100MKII è il nuovo registratore portatile professionale lanciato da Tascam. Progettato per registrazione professionale da campo, offre un’elevata qualità di registrazione direttamente in formato WAV o MP3 in un robusto chassis in metallo. È possibile scegliere tra due paia di

microfoni incorporati unidirezionali e omni-direzionali, ingressi XLR con alimentazione Phantom +48 V selezionabile e un ingresso di linea su mini jack o un ingresso digitale (SPDIF). Questo assicura la copertura di quasi tutti i campi di applicazione: dalla musica, alle registrazioni vocali e ambientali, dalle riunioni aziendali alle registrazioni di concerti dal vivo.

In questa guida parliamo di: AEQ ...................................................................pag. 75 Aeta ...................................................................pag. 80 Audio Technica.............................................pag. 76 Comrex ............................................................pag. 79 Digigram..........................................................pag. 78 Enco...................................................................pag. 80

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Glensound......................................................pag. 81 Henry Engineering .....................................pag. 79 JK Audio..........................................................pag. 75 Mayah...............................................................pag. 78 Nagra ................................................................pag. 78 Shure.................................................................pag. 81

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Tascam..............................................................pag. 74 Telos ..................................................................pag. 76 Vericorder.......................................................pag. 81 Yamaha.............................................................pag. 80

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Quattro microfoni quindi, due unidirezionali per registrazioni di alta qualità stereo e due omnidirezionali per una maggiore versatilità. Il livello di registrazione può essere facilmente controllato da un duplice controllo hardware piuttosto che da un Quick menu che consente l’accesso alle funzioni principali. Le registrazioni, di precisione con Record Delay (tempo di ritardo impostabile dopo aver premuto il tasto Record) e Auto Track Increment in base a una grandezza massima stabilita, possono essere avviate manualmente oppure automaticamente in base al livello, avanzato (fino a un massimo di 2 secondi) o ritardato (per evitare che il rumore dei tasti premuti venga registrato) o con l’aiuto di un remote controller. Il DR-100MK2 offre

anche un altoparlante utile per riascoltare le registrazioni. È possibile effettuare sovra-incisioni, creare manualmente un nuovo file durante la registrazione, dividere una registrazione e usare marcatori per il posizionamento del trasporto. L’apparecchio è inoltre dotato di controllo automatico analogico con limitatore inseribile, un filtro per il taglio dei bassi con tre frequenze commutabili, uscita cuffie, remote controller via cavo o wireless e connettore USB. Consente la massima versatilità nella gestione e catalogazione del materiale audio grazie a Locate Marker, File Divide (separazione) e File Rename (modifica della data e nome file). È dotato di funzione autorecording e pre-recording. Il DR100MKII viene fornito con una card

SD da 2 GB, telecomando senza fili, schermo antivento e borsa morbida e può essere alimentato sia dalla pila ricaricabile a ioni di litio inclusa, da due comuni batterie AA o da un alimentatore AC opzionale. La vite filettata sul fondo consente di montare l’unità su un treppiede o su un’asta microfonica. Per informazioni: www.tascam.com

AEQ mette Phoenix sul PC Il produttore di apparecchiature spagnolo AEQ ha realizzato un’applicazione codec IP per Windows con lo stesso nome del suo codec Phoneix. AEQ Phoenix PC unisce il codec portatile Phoenix Mobile a un codec da studio montabile a rack, con cui è compatibile. Offre G.711, G.722, AAC e MPEG2. La comunicazione, full

duplex, è disponibile attraverso RTP/UDP, SIP o proxy server. Per l’utilizzo è previsto un computer portatile che si interfaccia con il codec da studio e trasmette il materiale in diretta o registrato. AEQ fornisce gratuitamente un server SIP pubblico. Per informazioni: www.aeqbroadcast.com

BlueDriver va ovunque per GO Radio L’emittente statunitense GO Radio utilizza il BlueDriver di JK Audio da circa due anni. Si è dimostrato perfetto per le cronache sportive e di informazione da remoto. Da quando ha comprato il JK Audio BlueDriver, si è notata la differenza con le altre stazioni che facevano collegamenti remoti dagli stessi eventi a cui partecipava anche GO Radio. Racconta il direttore tecnico: “Gli altri parlavano in un telefono cellulare e cercavano di intervistare qualcuno passandolo di mano. Noi, invece, intervistiamo le persone in modo professionale, usando un microfono di qualità con il nostro stemma sul manico. Qualche stazione ci ha avvicinati per chiedere come funzioni il sistema BlueDriver. Ebbene, è molto semplice. Lo collegate alla base del

vostro microfono, prendete il vostro iPhone, BlackBerry o altro cellulare, lo collegate via Bluetooth e, da quel momento, parlate nel vostro microfono, non più nel telefono”.

Bluetooh Ciascun tipo di telefono ha il suo modo per trovare un dispositivo Bluetooth. Per esempio, quando un iPhone viene collegato per la prima volta, chiede un codice PIN, quindi potete collegare il telefono al BlueDriver. Da quel momento in poi, il vostro telefono ricorderà il BlueDriver e lo mostrerà come “JKBDFR31”. La prossima volta che sarete pronti a trasmettere, lo selezionerete e premerete il bottone Bluetooth sul BlueDrive per collegarvi. In remoto, si può utilizzare una piccola cuffia inserita nell’iPhone e chiamare il

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numero dello studio per stabilire il collegamento. Quando siete collegati, l’iPhone vi chiede quale sia la fonte: altoparlante, cuffie o JKBDFR31. Mentre chiamate e parlate con la regia, selezionate le cuffie e potrete parlare e ascoltare per prepararvi alla trasmissione. Quando viene mandato l’audio da studio, lo sentite nelle cuffie o sull’altoparlante, se l’avete selezionato. Quando siete pronti a trasmettere, selezionate la fonte JKBDFR31 sul telefono e iniziate la trasmissione. Il BlueDriver va bene anche per i collegamenti con i negozi, per le promozioni. Vi permette di spostarvi ovunque, con il telefono in tasca e il microfono in mano, facendo parlare le persone o descrivendo l’ambiente. Per le notizie o le cronache sportive è veloce, conveniente e P R O D U C T I O N

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professionale. Abbiamo raccontato delle sfilate facendo le interviste durante la marcia e l’abbiamo utilizzato sui palchi per riprendere dei discorsi. Mentre il BlueDriver può essere accoppiato con una cuffia, a GO radio lo usano esclusivamente con i cellulari. Ciascuna persona, presso l’emittente radio, può avere un diverso telefono cellulare, ma se il telefono ha il Bluetooth si può accoppiare con il BlueDriver senza difficoltà. Il BlueDriver ha la regolazione della sensibilità. C’è anche un’uscita da 3,5 mm per andare dal microfono a un piccolo registratore. Potete quindi portare un piccolo registratore digitale in un’altra tasca, collegandolo per registrare il vostro servizio e utilizzarlo più tardi. Caricare il BlueDriver

alimentato a batteria attraverso la porta mini USB, offre energia sufficiente per utilizzarlo due ore. La sola cosa da imparare è la procedura di connessione per accoppiare i dispositivi, dopo di che, per connettervi e staccarvi senza problemi, per le prime volte potete portare con voi la piccola guida utente. L’era dei telefoni cellulari, che ci ha svincolati dalle linee telefoniche fisse, è stata una benedizione per la radio. Con l’arrivo dei collegamenti remoti mediante cellulare e i collegamenti Bluetooth, il JK Audio BlueDriver è un dispositivo che non può mancare ad una stazione radio che vuole apparire e farsi sentire alla grande, e semplifica i collegamenti

esterni in movimento, per dare notizie e fare interviste. GO Radio ha una forte attenzione verso le notizie locali, le attività sportive delle scuole e dei college locali e gli eventi della comunità. Ha acquistato molti dispositivi JK Audio e il BlueDriver è, a detta dello staff, uno dei più utili. Per informazioni: www.jkaudio.com

È disponibile il Telos Zephyr Xport A volte, per svolgere un lavoro, occorrono linee POTS o ISDN. Per l’attività sul campo, Telos Systems offre il Telos Zephyr Xport, codec POTS e ISDN. L’Xport unisce codec efficienti come aacPlus, AACLD e G.222 in un solo pacchetto. Per addolcire il suono, nell’Xport ci sono gli algoritmi

di processamento Omnia. L’Xport si può controllare da remoto così come attraverso la sua interfaccia Ethernet. L’Xport è progettato per l’uso in movimento, con un involucro metallico e paracolpi morbidi sui fianchi. Non ha ventole ed è quindi silenzioso. Per informazioni: www.telos-systems.com

A-T propone un nuovo microfono per interviste Audio-Technica comunica che ora ha un microfono dall’elegante forma, a disposizione di chi realizza interviste. Con il microfono dinamico BP4001, Audio-Technica ha affermato di avere introdotto il suo microfono a cardioide per interviste di qualità più elevata, che promette una riproduzione estremamente chiara e articolata delle parole pronunciate. Il BP4001 è adatto a varie attività nell’ambito della trasmissione e della raccolta di notizie da remoto, comprese le interviste sul campo e le applicazioni ENG, EPP e per programmi sportivi. Il manico allungato consente di posizionare su di esso lo stemma dell’emittente. 76 B R O A D C A S T

È stato progettato in modo da non risentire dal rumore quando viene maneggiato e resiste alle abrasioni e agli urti. Il suo diagramma polare a cardioide riduce l’ingresso dei suoni dai lati e dal retro, migliorando l’isolamento delle fonti sonore desiderate. Il microfono è disponibile con diagramma polare omnidirezionale con la sigla BP4002. Il BP4001 offre un connettore d’uscita a tre pin di tipo XLR ed è dotato di una cuffia antisoffio, una valigetta in materiale vinilico, una tasca protettiva e un attacco per aste di tipo professionale. Per informazioni: www.audio-technica.com &

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www.aja.com

Evolve with AJA AJA presenta tre nuovi prodotti che continuano l’evoluzione dei workflows file-based on set, 4K, e del mobile editorial.

Ki Pro Quad

T-TAP™

Ki Pro Rack

Preparati per il 4K ora. Ki Pro Quad gestisce risoluzioni dall’HD al 4K, tutte a qualità 4:4:4. Fai il debayer dei RAW data della camera in real time, registra in 4K ProRes su dischi SSD rimovibili e guarda la monitoria a risoluzioni 4K e HD contemporaneamente. Ki Pro Quad unisce i componenti del tuo workflow dalla camera al monitoring e all’editing in un prodotto compatto e potente ad un prezzo accessibile.

Go mobile. Più piccolo di un pacchetto di carte da gioco, T-TAP abilita l’output Video SDI e HDMI a 10-bit video con embedded audio da qualsiasi sistema dotato di Thunderbolt™. Compatibile con tutti i più diffusi software di editing e dotato degli affidabili drivers AJA , T-TAP mette l’output a risoluzioni SD, HD e 2K nel palmo della tua mano.

Transizione da tape decks a workflows file-based senza problemi. Ki Pro Rack ha un’interfaccia a pannello frontale familiare che si integra perfettament in una sala macchine. Con connessioni video e audio professionali, controllo RS-422 e registrazione direttamente in files ad alta qualità ‘ready-to-edit’ , Ki Pro Rack è il miglior sostituto del deck.

Per maggiori informazioni o per trovare il rivenditore AJA più vicino a te visita www.aja.com o chiama lo 02-70602654 Videocine 2000 srl , Via Capranica 16 , 20131 Milano - www.videocine2000.it - info@videocine2000.it

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Produzione in Esterna

Digigram presenta Cancun Digigram ha presentato Cancun, una linea così descritta: “Schede audio portatili USB innovative e di alto livello per i professionisti e i corrispondenti in movimento”. I primi due modelli sono la Cancun 442-Mic e la Cancun 222Mic, rispettivamente con 4 ingressi e 4 uscite e 2 ingressi e 2 uscite, che possono funzionare simultaneamente come ingressi e uscite in analogico e AES. Entrambe offrono una potenza di processo da 2 x 500 MIPS, con dual core interno, in un elegante involucro. Le Cancun hanno un preamplificatore microfonico di qualità, i livelli del segnale analogico sono professionali a

+24 dBu e hanno una latenza inferiore ai 3 ms. La progettazione ha previsto un sottile e resistente pannello a sfioramento, con spie LED sotto la superficie, così come le connessioni utili per effettuare lavori con strumenti professionali, grazie ai connettori per microfoni XLR Neutrik. Un’applicazione software fornita in abbinamento, presenta all’utente le informazioni rilevanti sul funzionamento alla scheda (valore del guadagno, installazione dei driver, stato attuale, VU meter, blocco ecc.). Per informazioni: www.digigram.com

Il nuovo Nagra utilizza schede SD Audio Technology Switzerland, produttore dei registratori Nagra, ha presentato il registratore portatile Nagra SD. L’SD registra l’audio nei formati PCM lineare (fino a 24 bit/96 kHz), MPEG1 Layer II e mp3, su una scheda SD removibile. Dotato di un filtro anti soffio per l’uso all’aperto, così come un buffer di preregistrazione e la possibilità di attivazione vocale, è utile per effettuare le registrazioni in diverse situazioni. Utilizzando due batterie AA, il Nagra SD ha circa 8 ore di autonomia.

Il Nagra SD ha lo chassis di alluminio e utilizza una selezione di quattro microfoni mono e stereo intercambiabili con vari diagrammi polari. È compatibile con gli accessori Nagra ARES. L’unità è dotata di un ingresso di linea mono/stereo per collegarlo alle fonti audio esterne. Ha una porta USB 2.0 e si può collegare a un PC o a un Mac per trasferire i file. È dotato di scheda SD da 2 GB, valigetta, cavo monofonico per l’ingresso del microfono e cavo USB. Per informazioni: www.nagraaudio.com

Mayah Flashman II ha nuove funzioni Mayah Communications ha aggiunto delle funzioni ai suoi prodotti Flashman II e Sporty. Il Flashman II ha ora la possibilità di registrare e trasmettere simultaneamente l’audio verso lo studio. Il Flashman II registra su schede SD e chiavette USB e offre una gamma dei più moderni algoritmi, compresi due nuovi formati audio, l’MPEG 4 HEAACv2 e l’MPEG 4 HE-AAC. Estremamente snello e leggero, lo Sporty, codec e registratore portatile, può trasmettere da qualsiasi luogo a qualsiasi luogo, registrando simultaneamente su schede SD e chiavette USB. Costruito con specifiche simili a quelle del Flashman II, lo 78 B R O A D C A S T

Sporty è descritto come un robusto studio portatile. Anch’esso ha i codec 4 HE-AACv2 e l’MPEG 4 HEAAC. Grazie alla tecnologia FlashCast di Mayah, lo Sporty è in grado di riconoscere automaticamente quasi tutti i codec e i formati disponibili e connettersi ad essi. Ciò, secondo Mayah, lo rende adatto per situazioni dove il codec di destinazione non è noto. Il Flashman II e lo Sporty sono aperti alla nuova connettività di rete aggiungendo il supporto WLAN 4G hotspot ed Ethernet, insieme alla compatibilità SIP N/ACIP. Per informazioni: www.mayah.com &

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Gli annunciatori prendono il controllo con Henry Talent Pod

Henry Engineering sta consegnando il Talent Pod, affermando che risolve i problemi relativi all’audio spesso incontrati durante le trasmissioni remote. Il Talent Pod può essere utilizzato per le cronache sportive e altre trasmissioni sul campo. È anche adatto all’uso negli studi degli annunciatori o negli studi in cui si realizzano i talk show. Il Talent Pod è una “mini-console” a disposizione dell’annunciatore. Gli offre la possibilità di controllare il suo microfono e le sue cuffie. Gli consente

di accendere e spegnere il microfono e miscelare l’audio locale con quello di ritorno (IFB), nelle cuffie. Il bottone on/off è luminoso, così da essere visibile nelle installazioni esterne. Il bottone “tosse” chiude temporaneamente l’audio del microfono. Queste funzioni sono compatibili con qualsiasi microfono. Ci sono due ingressi separati per l’audio locale e quello di ritorno, ciascuno con un controllo di volume indipendente. L’ingresso locale è alimentato dal mixer locale. L’annunciatore può controllare il livello del volume e la miscelazione dell’audio nelle sue cuffie. Per prevenire la confusione tra l’audio locale e quello di ritorno, il Talent Pod

ha due commutatori “pan”, così si può mandare l’audio locale e quello di ritorno in modo indipendente al centro, sul canale destro o su quello sinistro delle proprie cuffie. Per le trasmissioni con più annunciatori, si possono utilizzare numerosi Talent Pod, in modo che gli annunciatori possano controllare ciascuno il proprio microfono, le proprie cuffie, la miscelazione e il “pan”. L’audio delle cuffie viene mandato solo alla prima unità. Le altre sono collegate con cavi Cat-5, eliminando la necessità di molteplici fonti di alimentazione, convertitori e cablaggi complessi. I Talent Pod sono compatibili con il sistema MultiPhones di Henry Engineering. Ai Talent Pod si può attaccare un’unità master MultiPhones, aggiungendo così il “multizone talkback” al sistema. Per informazioni: www.henryeng.com

Comrex collega l’Access al telefono canale audio pienamente bidirezionale e di alta qualità tra i due dispositivi. Gli utenti possono fare una veloce cronaca dal posto dove sta accadendo un evento, o un rapido intervento da un concerto o dal negozio di un inserzionista pubblicitario, con una qualità superiore a quella di un normale telefono cellulare. In risposta alle domande degli utenti iPhone che desiderano far funzionale l’ARC su iPhone e iPod Touch, Comrex ha fornito chiare istruzioni nel suo sito Web su come utilizzare l’applicazione Media5 Fone con ARC. Una tale

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configurazione porterà le funzioni dell’ARC su iPhone e iPod Touch. Per informazioni: www.comrex.com

VETRINA COMMERCIALE

Comrex Access Reporter Codec (ARC), è un software gratuito che permette ad alcuni telefoni cellulari basati su Android di fare chiamate audio a banda larga verso i codec Comrex Access e BRIC-Link. Una volta installata su un telefono scelto tra quelli approvati, l’applicazione mostra l’interfaccia dell’Access e la lista delle chiamate in uscita. L’ARC effettua una chiamata IP sul canale 3G o Wi-Fi del telefono, verso il codec Access o BRIK-Link situato nello studio, attivando un

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Produzione in Esterna

Aeta 4MinX messo in prova Il 4MinX di Aeta Audio Systems (AAS) è un registratore multitraccia con mixer, adatto all’uso in postazioni remote. Per dimostrare quanto sia resistente, Aeta fa notare che il 4MinX è stato recentemente utilizzato da un ricercatore dell’Institut Français per registrare i suoni della natura ai tropici, in Costa Rica. Il ricercatore Rodolphe Alexis ha detto che l’ambiente era al 90 – 100% di umidità e l’unità ha funzionato in modo fluido sotto “caldo umido e sole a picco”. Il 4MinX registra su schede SDHC e si possono aggiungere dischi esterni mediante la porta USB 2.0. Una porta Ethernet è disponibile per trasferire i

file. Le funzioni standard sono: l’alimentazione phantom a 48 V, un filtro bassa alto, ingressi e uscite analogici, registrazione dei file a 24 bit BWF e ingressi digitali AES 3 e AES 42 (uscita AES 3). Ulteriori funzioni sono: codifica/decodifica M/S, insieme alla registrazione del timecode e alla sincronizzazione. Codificatori a rotazione, bottoni a sfioro e quattro bottoni programmabili permettono la navigazione e le operazioni di gestione. Il 4MinX ha un ingombro limitato ed è leggero. È alimentato da una batteria di tipo DV Li-ion (7,2 V, NP-F970) e il caricabatteria è integrato. Si può configurare per l’acquisizione di

programmi radio, la registrazione musicale, la sincronizzazione sonora di TV e Film o la miscelazione di segnali satellitari. Per informazioni: www.aeta-audio.com

Enco aggiorna iDAD e Interchange l’applicazione iDAD può controllare da remoto parecchie funzioni del software DAD di Enco, permettendo all’utente remoto di svolgere alcune azioni come far partire i break, commutare trasmissioni remote in onda, registrare fonti o attivare le procedure fuori onda di emergenza. Secondo Enco, iDAD funziona con l’apparecchiatura Interchange di Enco, un server grande una unità e montabile a rack nella sede principale, che agisce

Enco Systems Inc. ha rilasciato una nuova versione di iDAD. L’iDAD è un’applicazione che funziona con i dispositivi Apple dotati di connettività Internet, come iPhone o iPad, e permette agli utenti di accedere a due insiemi di funzioni a partire da luoghi remoti. L’audio può essere registrato, editato (utilizzando applicazioni di editing prodotte da terzi) e consegnato al sistema di automazione della sede principale via Internet. In più,

come ponte tra il mondo esterno e la rete di automazione DAD. Si connette a entrambe le reti simultaneamente attraverso la sua doppia architettura NIC, che consente di ricevere i dati per il comando delle funzioni audio dagli utenti iDAD, in modo sicuro, e indirizzarli alla giusta libreria o stazione di lavoro DAD. iDAD è gratuito e disponibile sull’App Store. Per informazioni: www.enco.com

Yamaha Pocketrak W24 e C24 Yamaha ha una coppia di registratori digitali portatili, il Pocketrak C24 e il Pocketrak W24, che la società definisce convenienti, affidabili e unici, per catturare il suono in movimento. Il C24 include un microfono omnidirezionale ed è adatto alla maggior parte delle applicazioni nelle scuole e nei luoghi di culto, costituendo un sistema di registrazione “tutto in uno”. Secondo Yamaha, questo è il più piccolo registratore 24 bit/96 kHz sul mercato. Comprende un adattatore 80 B R O A D C A S T

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per il fissaggio ed è leggero a sufficienza per potere essere attaccato ad un’asta per microfoni o a un leggio. Si collega attraverso una porta USB, eliminando la necessità di altri cavi. Il W24 è dotato di un telecomando senza fili e una funzione di memoria “scene” che registra fino a 27 ore in modalità mp3. Entrambi i modelli sono dotati di metronomo, accordatore per strumenti, 2GB di memoria interna (con possibilità di espanderla mediante due schede mini SD) un limitatore di picco e un filtro passa alto che elimina il rumore con frequenze basse dalle registrazioni. Per informazioni: www.yamaha.it

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VeriCorder: app per device mobili e accessori audio VeriCorder dichiara che le sua app e il suo hardware riducono i costi di produzione dei programmi informativi e della pubblicità. VC Audio Pro per iPhone è descritto come un’app per l’editing audio, funzionale ma semplice, di uso generico, che può rimpiazzare un registratore digitale e una suite di editing per computer. Vi permette di registrare, editare e inviare l’audio alla stazione radio utilizzando iPhone e iPod Touch. Aggiungete un adattatore VCT XLR per registrare un audio di qualità elevata con qualsiasi microfono dotato di connettore XLR, monitorate l’audio con le cuffie, ed è fatta! L’editing multitraccia viene realizzato con strumenti che comprendono la curva

del volume, la miscelazione e il trim. Un secondo prodotto per l’uso sul campo e da remoto è l’adattatore VCT XLR. Serve per collegare un microfono professionale con attacco XLR al jack per cuffie dell’iPhone o degli altri smartphone. Fornisce uscite separate per le cuffie, così da potere monitorare i livelli di riproduzione della registrazione. L’adattatore comprende un circuito preamplificatore con 6.1 dB di guadagno, che permette a un microfono dinamico a bassa impedenza di essere utilizzato come sorgente audio per la registrazione su iPhone. Il preamplificatore è dotato di soppressore del rumore RF, per innalzare la qualità, ed è compatibile con microfoni a

condensatore autoalimentati e microfoni senza fili. Per informazioni: www.vericorder.com

Nuova soluzione ENG di Glensound Il nuovo servizio denominato HD Voice di Verizon Wireless offre un collegamento audio a 7 kHz al prezzo di una normale telefonata. Glensound Electronics, in Inghilterra, dice che ha sviluppato un prodotto per utilizzare questa possibilità in campo broadcast, il Recce HD. Il Recce HD

consiste in due componenti. Il primo è un mixer per annunciatori a tre ingressi. Gli annunciatori, durante un evento sportivo o di informazione, possono collegare due cuffie con microfoni e avere il proprio controllo di guadagno e di accensione/spegnimento microfono, con un terzo ingresso ausiliario. Una sezione monitor permette loro di monitorare la loro stessa voce, un ingresso esterno o il ritorno dell’audio proveniente dal dispositivo all’altro estremo del collegamento, un telefono cellulare Glensound HD Voice. Il Recce HD accetta una scheda SIM di Verizon Wireless (o ulteriori gestori, se

servizio si espanderà) e si connette realizzando un rispettabile collegamento audio a 7 kHz. Sono compresi uno schermo e una tastiera per le funzioni di chiamata. L’unità è alimentata da due batterie tipo D, oppure esternamente in corrente continua. Secondo Glensound, gli utenti possono ottenere un’unità remota completa per collegamenti a 7 kHz al costo di circa 3.300 dollari. Il servizio HD Voice costa quanto le normali telefonate. È una miglioria dei normali servizi voce, pertanto non occorre un abbonamento dati, né si consuma traffico dati. Per informazioni: www.glensound.co.uk

Shure offre microfoni a condensatore a fucile Il produttore di microfoni Shure offre una gamma di microfoni professionali a fucile per l’utilizzo in svariate situazioni. Il VP89 è un microfono a condensatore a fucile per applicazioni nel campo delle trasmissioni e dei media. Progettati con capsule intercambiabili lunghe, medie e corte, i modelli VP89 offrono la reiezione del suoni fuori asse rispetto al fuoco, una scalabilità e una flessibilità che li rendono

adatti a varie posizioni sul luogo di ripresa. Le capsule lunga, media e corta sono progettate per adattarsi alle situazioni di produzione come eventi sportivi, talk show e eventi dal vivo, o registrazioni sul campo. Shure afferma che la qualità audio, combinata all’immunità RF, il basso rumore autoindotto e la costruzione in metallo rinforzato, rendono il VP89 adatto allo studio così come agli ambienti esterni più imprevisti. È disponibile una gamma di sistemi a sospensione, schermi anti soffio e componenti per il montaggio. Il VP82 è un microfono professionale a

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canna corta per l’uso nell’ambito della produzione audio e del rafforzamento del suono. Compatto e leggero, il VP82 ha un’apertura ampia, per la cattura delle fonti sonore in campo vicino. Il suo ingombro contenuto, il suo peso, lo schermo antisoffio e la tasca protettiva per il trasporto lo rendono adatto ai vari scenari di produzione audio con cui i produttori di programmi radio si confrontano. È un’alternativa economica al VP895, il più corto del gruppo VP89. Per informazioni: www.shure.com P R O D U C T I O N

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INDICE INSERZIONISTI

Azienda

pag.

Azienda

pag.

3D Storm - Newtek

pag.

Leading Technologies

pag. 33

Aldena Telecomunicazioni pag. 19

Lupo Light

pag.

ATS

pag. 31

Meinberg Funkuhren

pag. 67

Blackmagic Design

pag.

Movie People

pag. 29

BLT Italia

pag. 47

M-Three Satcom

I cop.

BV Media

pag. 71

M-Three Satcom

III cop.

C. V. E./Comsytec

pag. 57

Panatronics

pag. 34

Rohde & Schwarz

pag. 41

DB Elettronica

7

5

II cop.

17

Delo Instruments

pag. 21

Screen Service

Diem Technologies

pag. 53

Sincron Sistemi

pag. 69

Digital Rapids

pag. 37

Sira

pag. 59

Elber

pag. 55

Sisvel Technology

pag. 13

Electrosys

pag. 73

Sitel

pag. 39

Elle Erre Elettronica

pag. 79

Stream Solution

pag. 36

Eurotek

pag. 23

Telsat

pag. 61

EVS

pag.

15

Videocine 2000

pag. 77

Harris

pag.

9

Video Progetti

pag. 27

IRTE

pag. 25

Video Signal

pag. 63

JVC

pag.

Working Easy

pag. 43

JVC

pag. 35

11

Presidente Steve Palm Vice Presidente Carmel King Direttore Vendite Eric Trabb Direttore Responsabile e Publisher B&P Andrea Rivetta

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IV cop.

Pe riodic a It a lia na

Broadcast & Production - Giugno/Luglio 2012

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3/12

(1) Tipo di azienda ❏ A Emittente Radio ❏ B Emittente TV

Prov

❏ 1 Nazionale ❏ 2 Locale ❏ 3 Satellite ❏ 4 Web ❏ C Centro di Produzione A/V ❏ D Centro di Postproduzione A/V ❏ E Azienda Distributrice/Rappresentante

❏ F Azienda Produttrice ❏ G Fotografo Prof. ❏ H Consulente ❏ I Ag. Pub/Concess. ❏ J Laboratorio A/V. ❏ K Altro _____________ _______________________

(2) Funzione in azienda ❏ A Proprietario/Presidente ❏ B Ammininistratore Delegato/Direttore Generale ❏ C Dirigente o Funzionario Tecnico ❏ D Dirigente o Funzionario Commerciale ❏ E Produzione o Programmazione

❏ F Redazione ❏ G Comp. Grafica ❏ H Montaggio ❏ I Altro _____________ _______________________

Spazio per richieste, consigli e critiche:

INVIARE VIA FAX AL N° 02 70 300 211 (3) Ruolo nel processo decisionale d’acquisto ❏ A Raccolta informazioni

82 B R O A D C A S T

❏ B Decisione finale

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Massima Riservatezza. NewBay Media Italy srl, ai sensi della L. 196/2003, garantisce la massima riservatezza e la possibilità di chiedere la cancellazione o rettifica dei dati personali.

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