Broadcast & Production - Numero 1/2014

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EDIZIONE ITALIANA DI RADIO WORLD & TV TECHNOLOGY Anno XVI - Numero 1 - Primavera 2014

EDITORIALE Analisi per capire, capire per decidere

Webcast&Production Teletopi 2013 e Uniradio Cesena

DA IBC 2013 Video, audio e software per il 2014

SHURE ora è con PRASE

RUBRICA Ecco “I Segnali Impossibili”



Presidente Steve Palm Vice Presidente Carmel King Direttore Vendite Eric Trabb Direttore Responsabile e Publisher B&P Andrea Rivetta Vendite Italia e CEO Raffaella Calabrese Produzione e diffusione Dagmar Hänle Stampa e Fotolito Tipografia Sady Francinetti di L. e S. Francinetti snc (MI) NewBay Media Italy srl S. Felice - Prima Strada, 12 I 20090 Segrate (MI) Tel. 02 92884940 broadcast@broadcast.it World Headquarters NewBay Media LLC 5285 Shawnee Road, Ste 100 Alexandria - VA 22312 USA Iscrizione al R.O.C. nr. 16523 del 23/10/2007 Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 275 del 16 aprile 1999 Copyright NewBay Media Italy Srl. Tutti i diritti diriproduzione e traduzione sono riservati. Gli elaborati inviati, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

Sommario OPINIONI&RUBRICHE Editoriale 04 I Segnali Impossibili 18 Glossario della Tv OTT (2a parte) 22 EVENTI&EXPO Report IBC2013: Video, MAM e Audio 44 FLASH&NEWS Cinema e Satellite 62 Music Master V5 64 Prase e Shure 66 WEBCAST&PRODUCTION Le WebTv fanno impresa III Area News V Uniradio Cesena VIII Il Mercato del Webcasting X Teletopi 2013 XIV

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

INDICE INSERZIONISTI Aldena Telecom. pag. 17 AVID pag. 15 Bel Power Europe pag. 19 BitOnLive pag. VII Blackmagic Design pag. 5 BLT Italia pag. 47 Blueshape pag. 49 Broadcast Solutions IV cop. BV Media pag. 43 Diem Technologies pag. 63 Elber pag. 53 Elle Erre Elettronica pag. 65 Eutelsat pag. 13 Eutelsat pag. II JVC pag. XIII Lemo Italia pag. 21 Lupo Light pag. 11 M-Three Satcom I cop Midiware II cop. Network Electronics pag. 25 Prase Engineering III cop. Rohde & Schwarz pag. 9 Sedicom pag. 45 Sitel pag. 23 Tedes pag. 61

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Analisi per capire, capire per decidere

O&R EDITORIALE

Dare al cliente quello che al cliente piace. E dargli ciò che si aspetta. Ma serve anche la capacità di sorprenderlo con l'offerta di qualcosa che, il cliente, nemmeno aveva pensato potesse esistere...

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... Detta così sembra la scoperta dell'acqua calda, ma da un’attenta analisi dei più recenti report sullo stato delle comunicazioni in Italia e sull'andamento della raccolta pubblicitaria nel settore dei media si arriva proprio a queste tre conclusioni. Banali? Scontate? Forse, ma avendo dalla propria parte la verità dei fatti, meritano comunque di essere attentamente considerate. A leggere in tono catastrofista gli svariati report e resoconti che i più qualificati enti ed istituti di business analysis non mancano di produrre e diffondere, si farebbe davvero poca fatica. Intendiamoci: nessuno vuole raccontare che le cose vadano bene, solo crediamo sia il caso di contestualizzare l'intera situazione per riuscire poi a compiere una analisi più serena di quanto sta accadendo a casa nostra, intendendo con “casa nostra” il settore della radiofonia e della televisione. Che è in sofferenza, ci mancherebbe, e una serie di decisioni e di strategie adottate dai nostri legislatori negli ultimi anni è andata in senso decisamente opposto a quello di favorire e vitalizzare un settore che, a parte l'importanza dei relativi dati occupazionali, ha un ruolo chiave nella formazione concreta di un concetto sovente astratto: la cultura. Ai primi di settembre (ultimi dati disponibili al momento di scrivere queste righe) è stato diffuso il rapporto Coop 2013 “Consumi & Distribuzione”, che rende bene l'idea di quanto sta accadendo alle tasche dei consumatori. Vi si legge di un'Italia di famiglie sotto pressione, dove i consumi diminuiscono del 2,2% nel 2013 dopo il calo del 4,3% registrato nel 2012. Non sono dati che suonano strani, ma a nostro avviso va notato un aspetto: fra i diversi comparti considerati, il calo è avvertibile in tutti. Con una eccezione, il cosiddetto sexual entertainment. Inteso come oggettistica ed ausilii vari (…).

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O&R

PANICO, DUNQUE? A nostro avviso, è opportuno un sano realismo. La congiuntura è pesante, e non è pensabile che il mercato dei media, da solo, possa costituire un'isola felice non interessata dall'alta marea, né tantomeno che sia in grado motu proprio di ideare qualcosa in grado di invertire la tendenza. Siamo e rimarremo in condizioni generali critiche, e questo è bene ricordarlo. Nessuno vuole suggerire un malinteso spirito di arrendevolezza, sia chiaro, ma senza considerare attentamente le condizioni al contorno è improbabile riuscire a prendere determinazioni efficaci. Se è vero che il calo è generalizzato, è anche vero che, anche all’interno del medesimo comparto, alcuni business riescono a difendersi in modo molto onorevole dagli effetti del ciclo economico sfavorevole. Sempre dal rapporto Coop 2013: rispetto al 2008 sono calati sensibilmente gli acquisti di carne di manzo e vitello (-12,9%) e di pesce (-11,3%). In vistosa controtendenza, invece, altre fonti di proteine: pollo (+14,4%), carne suina (+28,3%) e affettati (+14,8%). Sarebbe semplicistico imputare questa dicotomia solo al minore prezzo di vendita di questi ultimi prodotti rispetto a bovini e pesce. Probabilmente, a fronte di consumi in calo generalizzato, i consumatori non acquistano “solo” di meno: probabilmente acquistano anche in modo “diverso”. Con altre priorità, altri criteri, sicuramente, con molta più attenzione al valore reale dei prodotti che scelgono. Ecco,

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O&R riteniamo che una delle prime domande che chi opera nel nostro settore debba porsi è: insistiamo ad essere allevatori di manzo, investiamo unicamente sull’itticoltura di branzini e orate, o proviamo a sviluppare una offerta di prosciutti, braciole e petti alla diavola? Non è una domanda oziosa e non invoca una scelta di campo: con ogni probabilità, non sarà una rivoluzione a portarci fuori dalla stagnazione della domanda, ma una maggiore, quasi maniacale attenzione anche ai più piccoli segnali che ci vengono dal pubblico, unita alla capacità tutta italiana di creare strumenti e sistemi in grado di rispondervi ed interpretarli, saranno probabilmente alleati molto preziosi, in futuro anche più che in passato. Non stiamo parlando, come dicevamo sopra, di puntare tutto sulle fasce basse del mercato, cioè a prodotti che costano “meno”: se proviamo a fare concorrenza a chi gioca (produce) con carte diverse dalle nostre, conducendo la partita unicamente sul piano del costo minimo in assoluto, probabilmente otterremo solo una lenta ma inesorabile agonia. Stiamo parlando di offrire alle persone qualcosa che ad esse piaccia di più.

LA RELAZIONE AGCOM Torniamo al nostro settore. La relazione annuale Agcom che analizza il mercato delle comunicazioni in Italia, inclusi quindi la telefonia e l'editoria, mostra anch'essa i conti in rosso, e alla luce di quanto detto sopra sarebbe difficile il contrario. Il presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, presentando la relazione ha detto: ‘Servono nuove analisi del mercato, anche al fine di verificare se tecnologie, domanda e offerta si muovono con la stessa velocità, e di valutarne gli effetti sulla concorrenza e sul pluralismo’.È stata la prima Relazione annuale che l’Agcom presenta direttamente al Parlamento e al Governo. Tanti i rappresentanti delle Istituzioni presenti in sala, da Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato al vice presidente della Corte Costituzionale, numerosi i parlamentari fino ai membri delle Forze Armate e della magistratura, nonché del mondo imprenditoriale nazionale. Durante l’introduzione alla Relazione, Marina Sereni, vice presidente della Camera dei Deputati, ha

Sotto a sinistra: Marina Sereni Sotto a destra: Angelo Marcello Cardani

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EDITORIA FIACCA La decrescita investe principalmente l’editoria, i cui ricavi si sono ridotti ancora del 14%. In due anni, si è avuto un miliardo di euro in meno di fatturato solo nella carta stampata, non solo per effetto della contrazione generale della raccolta pubblicitaria, ma anche del cambiamento nella struttura del mercato. Riguardo ai media, prosegue nell’ultimo anno l’espansione del comparto online, mentre l’editoria, la radio e la televisione risultano in flessione rispetto al 2011.

voluto sottolineare la criticità del momento storico che stiamo vivendo, richiamando la complessità delle trasformazioni culturali, economiche e tecnologiche in atto: “La ricerca dell’equilibrio tra regolazione del mercato e interesse degli operatori e dei cittadini pone delle sfide nuove e inedite. Siamo consapevoli che il settore comunicazioni è cambiato, rispetto al momento in cui il legislatore pensò all’Agcom. La tecnologia digitale sta modificando il nostro modo di stare al mondo e di immaginarlo, facendo emergere problematiche di diverso ordine e grado”. Sottolineiamo con piacere come l’On.Sereni si sia espressa sulla centralità e sulla priorità della ricerca dell’ “equilibrio tra regolazione del mercato e interessi degli operatori e dei cittadini”. Come sempre, non è detto che alle parole seguano i fatti, ed in passato non sono mancati gli esempi opinabili di questo “equilibrio”, ma partire con le idee chiare è una condizione indispensabile per arrivare all’obiettivo. All’ On.Sereni ha fatto eco Cardani: l’Agcom dovrà affrontare il cambiamento e le sue conseguenze sul sistema Paese senza esitazioni perché verificare se tecnologie, domanda e offerta si muovono con la stessa velocità, e la valutazione degli effetti di ciò sulla concorrenza e sul pluralismo sono “due delle missioni fondamentali del nostro operare”. “In questa direzione – ha spiegato Cardani -abbiamo già programmato l’analisi del mercato della capacità di trasporto su reti televisive digitali terrestri ed è nostra intenzione avviare a breve l’analisi dei singoli mercati del Sistema Integrato delle Comunicazioni per la verifica delle eventuali posizioni dominanti e del loro effetto sulla concorrenza e sul pluralismo”. Anche qui, sarebbe assai auspicabile che alle parole seguissero i fatti: la storia recente delle comunicazioni italiane è di fatto stata scritta da soggetti che hanno operato in posizione dominante, e nulla sarà mai così benvenuta come una efficace azione finalizzata al riequilibrio delle posizioni in gioco e al ridimensionamento delle rendite di posizione.

ECONOMIA DIGITALE E ITALIA Entrando nel merito della Relazione annuale Agcom, nel 2012 il settore delle comunicazioni aveva totalizzato 61 miliardi di euro (-4,4 miliardi), di cui oltre la metà (62%) dovuto alle telecomunicazioni, con i media (radio, tv, editoria) che hanno rappresentato un quarto del totale (25%), mentre i servizi postali hanno generato il 13% dei ricavi. In Italia, il contributo al PIL dei servizi tlc sconta la congiuntura negativa,

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O&R

sebbene in misura inferiore rispetto ad altri servizi per effetto della contrazione degli investimenti: questo è passato dal 3,2% del 2006 al 2,4% del 2012. Lato consumi, a fronte di volumi e qualità di servizi in crescita, la spesa delle famiglie per servizi di comunicazione sul totale dei consumi nello stesso periodo è scesa dal 2,41% all’1,94%, effetto del proseguimento della pressione concorrenziale sui prezzi finali. Prosegue inoltre l’erosione dei ricavi nel servizio voce e nel traffico dati tradizionale da parte dei sistemi di comunicazione basati su protocollo IP. L’Autorità gioca un ruolo fondamentale nella creazione di un ambiente favorevole allo sviluppo delle infrastrutture e alla diversificazione del mix di utilizzo delle tecnologie, in qualità di regolatore ex ante e di soggetto che vigila sul mercato: “Indicando l’orientamento delle dinamiche di mercato, attraverso regole che stimolino nuovi investimenti, favoriscano la concorrenza e promuovano la condivisione delle infrastrutture”. Non vi abbiamo riportato questa panoramica per puro spirito enciclopedico. Vi è un dato che ci ha particolarmente colpito, e che merita una ulteriore riflessione. In Italia il 37,2% delle persone non ha mai avuto accesso ad Internet. Siamo al quart’ultimo posto in Europa per questo valore, che è praticamente il doppio della media europea (22,4%). Di contro, siamo il Paese in Europa in cui chi ha la possibilità di accedere alla rete lo fa con la più alta frequenza di accesso fra tutti i Paesi

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O&R dell’Unione: oltre il 91% accede regolarmente ogni giorno, mentre la media EU27 è del 79%. Dati contradditori, sintomo di un Paese con due popolazioni digitali: una ad alto utilizzo, l’altra quasi esclusa. Ed è facile immaginare che questa seconda categoria annoveri fra sé le persone con minori propensioni al consumo, quindi un target poco ambito da parte degli inserzionisti pubblicitari. Le indicazioni che si possono trarre da questo contrasto sono almeno due. La prima è che la politica deve creare le condizioni infrastrutturali, tecniche, economiche e di educazione alla popolazione in grado di ridurre almeno della metà il numero delle persone che non hanno mai avuto accesso alla rete. Se le fratture fra segmenti della popolazione non vengono composte il risultato è un paese disarmonico, diviso, dove le persone si sentono divise fra “noi” e “loro”. La probabilità che un Paese riesca ad intraprendere uno sviluppo armonioso è pari alla probabilità che un generico individuo possa passare nel corso della propria vita da un “gruppo” all’altro, e viceversa. Diversamente, se la suddivisione è radicata e difficilmente superabile si entra nel sistema delle caste, che non produce e non caratterizza società moderne. La

Siamo il Paese in Europa in cui chi ha la possibilità di accedere alla rete lo fa con la più alta frequenza di accesso fra tutti i Paesi dell’Unione

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O&R seconda è che la “passione” degli italiani per la vita “connessa” è stata fino ad ora poco, pochissimo considerata come una opportunità di business per gli operatori della comunicazione radiofonica e televisiva. Siamo al primo posto in questa particolarissima classifica, tuttavia il consumo di servizi è relativamente meno sviluppato rispetto ai nostri vicini. Pensiamo che iniziative sviluppate con grande successo in altri mercati non aspettino altro che di essere copiate; tuttavia nessuno, in Italia, lo ha ancora fatto. Pensiamo ad esempio al “player unificato” per i canali streaming delle diverse stazioni radio che è stato sviluppato nel Regno Unito. Oppure alla maestria che hanno sviluppato negli Stati Uniti per creare un filo rosso in grado di avvolgere i telespettatori e gli appassionati di fiction o di serie per tutto l’arco della giornata e per l’intero anno solare, anche quando la serie in questione non è in onda. Una sapiente integrazione di comunicazione diretta e tramite piattaforme social in grado di rinfocolare uno spirito che, laggiù, ha dimostrato di essere particolarmente efficace: lo spirito di appartenenza, di “community”, cioè il sentirsi parte di un gruppo di persone (tipicamente mai incontrate nella vita reale) che condividono la passione per qualcosa. Un sentimento quasi da tifoseria sportiva, nel senso migliore della parola, che però da noi in Italia sino a questo momento non è stato sfruttato e, forse, nemmeno considerato. Forse in questo modo non si

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O&R

Andrea Zappia

Sky ha creato la televisione non generalista in Italia e va dato atto di averla saputa creare in modo efficace

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riesce a convincere le persone a spendere di più, ma di sicuro si gettano le basi per una cultura digitale condivisa, che permetta ai cittadini di toccare con mano e sperimentare di persona i vantaggi di una “agenda digitale” che, per molti di essi, fino a questo momento è rimasta giusto una espressione accattivante. Ma soprattutto, se e quando il brutto tempo dovesse finire, troveremo come minimo il vantaggio di un linguaggio e di una sensibilità (più) condivisi fra i diversi strati della popolazione, su cui iniziare a costruire qualcosa di concreto. Nello specifico, non possiamo non pensare che fra il 37,2% di cittadini che non hanno mai avuto accesso alla rete ve ne siano alcuni (molti?) che ad essa non vi si sono avvicinati per un astratto “timore” o per una mancata percezione dei propri vantaggi potenziali: e anche questa è una strada da esplorare. In relazione ai positivi dati riportati da Sky Italia, l'amministratore delegato Andrea Zappia ha commentato a margine della Relazione: "Sky viene premiata dai suoi abbonati per la scelta di proseguire sulla strada degli investimenti sia tecnologici che dedicati all'arricchimento dei contenuti, nonostante la difficile e persistente congiuntura economica. Questi investimenti generano tra l’altro un circolo virtuoso nell’industria italiana dell’audiovisivo sostenendo il talento e la creatività nel Paese. In un mercato in cui i competitor principali confermano di avere ricavi quasi equivalenti, il dato che preoccupa è il calo costante della redditività di tutto il sistema televisivo. “L’industria sta vivendo un momento di trasformazione epocale – ha infine affermato Zappia -con il continuo ingresso di nuovi soggetti. Servono regole nuove, che valgano per tutti, basate su un approccio tecnologicamente neutro che mette il cliente al centro”. Condividiamo le affermazioni di Zappia, e non possiamo non rilevarne la coerenza. Sky, di fatto, ha creato la televisione non generalista in Italia, e va dato atto di averla saputa creare in modo efficace, sia dal punto di vista dei contenuti che della capacità di attrarre clienti. La scelta di Sky è stata puntare su una forma di avanguardia tecnologica che consentisse al proprio cliente di percepire chiaramente gli effetti ed i benefici dell’innovazione introdotta, piuttosto che relegare la percezione dell’eccellenza alle sale operative dell’emittente stessa. Questo ha creato nei clienti di Sky forse il primo embrione di “comunità” italiana legata al mezzo televisivo:

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O&R sicuramente in un modo più blando rispetto alle vere “community” da fiction o da reality, ma tipicamente i clienti di Sky si sentono parte di un gruppo di pubblico caratterizzato dal piacere per la sperimentazione delle innovazioni nel salotto di casa. E crediamo che anche questo, unitamente alla coerenza con cui Sky nel tempo è riuscita a lanciare messaggi esattamente in questa direzione, abbia avuto un ruolo nel successo di questo operatore. Parlando di radio, notiamo come i ricavi pubblicitari segnino una contrazione (-7,1%) ben inferiore a quella registrata dalle televisioni (-18%). Non ci si rallegra di un minore gettito, ovviamente, ma ricordando la premessa iniziale sulle condizioni nelle quali si trova l’intero fronte dei consumi in Italia è improprio non sottolineare la tenuta del mezzo radiofonico. Che, guarda caso, per primo ha puntato sulla dimensione di “comunità” del proprio pubblico, a cominciare da programmi storici come “Alto Gradimento”. Nella ripartizione dei ricavi per operatore, alla Rai va il 21,5% del mercato, seguita dall’Espresso con il 13,1%, Finelco con il 10,1%, quindi RDS (7,5%) e RTL (6,3%).

CONCLUSIONI E MEDIA TREND Riguardo al settore radiotelevisivo, nel suo complesso, Cardani ha ricordato: “A breve, chiuderemo il nuovo piano di assegnazione delle frequenze televisive e abbiamo posto le basi della strategia di ripartizione delle frequenze in banda 700 tra televisione e telecomunicazioni da portare avanti nel 20152020. Sono state avviate le prime sperimentazioni della radio digitale (DAB), punto di partenza per offrire qualità e nuovi servizi digitali”. Nessuno (purtroppo) ha fatto notare a Cardani che le “sperimentazioni” DAB le abbiamo cominciate quindici anni fa, e che adesso siamo entrati nella fase del servizio commerciale vero e proprio, pur se con la foglia di fico del “progetto pilota”, richiedendo quindi la certezza delle regole, la vigilanza, le pari condizioni ed il rispetto della concorrenza su cui deve essere basato qualsiasi servizio operante attraverso beni in concessione. Arrivando al settore pubblicitario, da un’analisi comparata dei ricavi nei vari comparti del se ttore media, si osserva come la sola componente internet sia in crescita (10%) a 1,5 miliardi di euro, mentre tutte le altre voci segnano il passo, con la tv che perde il 18% (3,5 miliardi), la radio il 7,1% (525 milioni), l’editoria il 19% (2,1 miliardi), il cinema il 18% (41,6 milioni). (Ing. Davide Moro)

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O&R

Signore e signori, ora si cambia!

I SEGNALI IMPOSSIBILI

Prima la montagna, poi il mare: adesso, siamo al terzo anno, la terra. E per prima cosa cambiamo il nome: lo switch-off è finito da un pezzo e ormai è chiaro a tutti che lo standard tecnico della televisione digitale è un gioiellino; non è colpa del DVB-T se la televisione in Italia non va come dovrebbe. Ma non c’è solo la televisione: ci sono la radio, il satellite, i telefoni, la banda larga mobile. Parliamo allora, da oggi, de “I Segnali Impossibili”, ma stando con i piedi per terra. Non cambia lo spirito. Cercheremo le cose più curiose, più strane e meno scontate. Proveremo a capirle, per poi raccontarle a voi.

Non è bene fare sempre le stesse cose. È una considerazione che vale da diversi punti di vista. CHE ALDENA DAY! Diciamolo: Al nostro fianco per la produzione della rubrica avremo, come “Le Televisioni da sempre, Aldena, il produttore italiano di antenne e strumenti di progettazione e pianificazione radioelettrica. Aldena si è da Impossibili” è piaciuta. poco trasferita in una sede nuova e più accogliente. Per È stata un’idea nuova, l’inaugurazione, Aldena ha organizzato un workshop tecnico focalizzato sullo stato dell’arte delle comunicazioni a una rubrica che ogni radiofrequenza, i cui relatori erano protagonisti di valore assoluto volta ha provato nel panorama del broadcasting radio e televisivo italiano ed internazionale (nella foto sotto, alcuni dei relatori). a raccontare Proprio da questi interventi cogliamo lo spunto per proporvi un ormai abituale (perlomeno su Broadcast&Production, le misure in un modo tema altrove ...chissà!) delle interferenze che l’infelice scelta di utilizzare diverso dal solito. E, possibilmente, ogni volta diverso anche dalla volta precedente. Ma adesso…

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O&R bande ex-televisive per la radiodiffusione di segnali di altra natura (LTE) va inevitabilmente a creare alla ricezione domestica dei segnali TV. Uno degli esempi che più spesso si sente citare da chi (ovviamente pro domo propria) ritiene di tranquillizzare operatori ed opinione pubblica sulla trascurabilità dell’impatto che la diffusioni di stazioni radio base e terminali LTE potrebbero avere sulla ricezione televisiva è relativa al caso tedesco. In Germania, è l’assunto, l’LTE in banda 800 MHz si è sviluppato prima di noi, con un numero sensibile di stazioni radio base: pur con queste premesse, il risultato (cioè il numero di casi di interferenza riscontrati) è stato decisamente rassicurante. Detta così, sembrerebbe la prova del nove: c’è la benedizione di un Paese “serio”, dove i controlli e le misure sono notoriamente rigorosi, e l’esito tranquillizzante viene confermato dagli stessi broadcaster. Come insegnano ai giornalisti in erba, è però bene inquadrare il contesto complessivo. Primo dato: in Germania circa il 10% della popolazione vede la televisione per via terrestre. Il resto è via cavo e via satellite. Quindi le potenziali interferenze, laggiù, avrebbero potuto essere rilevate solo dal 10% del pubblico complessivo. Poi, è opportuno approfondire il modello per la gestione delle interferenze utilizzato in Germania.

I SEGNALI IMPOSSIBILI “I Segnali Impossibili" è l’evoluzione di un progetto di Davide Moro, realizzato in collaborazione con Telecomunicazioni Aldena per le antenne.


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Scene dall’Aldena Day

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Al fine di proteggere i servizi di radiodiffusione operanti nella banda 700 MHz (adiacente alle frequenze utilizzate dal servizio LTE) l'Agenzia federale delle reti ha messo a punto un processo per impostare i parametri di utilizzo della frequenza per ogni singola stazione radio base prima che tale stazione venga messa in funzione . Il concetto di base è semplice: le frequenze acquisite all'asta possono essere utilizzate per segnali LTE solo con il preciso vincolo che la cessione è soggetta alla verifica della "loro compatibilità con gli altri usi di frequenza". Non è un modo di dire: il richiedente deve dimostrare un uso efficiente e privo di interferenze delle frequenze. In Italia invece si è adottato il principio opposto: io “accendo”, poi se qualcuno si lamenta vedremo cosa fare. Nel pianificare l’architettura ed il rollout della rete LTE, gli assegnatari di frequenze devono quindi definire e far validare i parametri di utilizzo della specifica frequenza di ogni sito, e questi parametri (potenza massima, copertura, ...) verranno definite prima che le singole frequenze possano essere effettivamente utilizzate. E, ovviamente, le autorizzazioni per “accendere” vengono concesse solo se sono soddisfatti tutti i requisiti pertinenti. In particolare, le autorizzazioni per l'uso delle frequenze nella banda 800 MHz sono soggette al rispetto del decreto nazionale di assegnazione della banda di frequenza LTE, in cui si afferma che il servizio mobile nella banda di frequenze 790-862 MHz non deve arrecare disturbo al servizio di radiodiffusione. Queste norme costituiscono le condizioni quadro fondamentali: la normativa tedesca prevede ragionevolmente che gli studi preventivi volte ad evitare interferenze con la ricezione della televisione digitale terrestre possano essere limitati ad un certo raggio intorno a ciascuna

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SMPTE CONNECTION SYSTEM 3K.93C SERIES FOR HDTV stazione radio base. È corretto: la probabilità di disturbi di ricezione DVB-T fuori da un raggio determinato (dell’ordine di 1 km) è estremamente bassa. Se, tuttavia, l'interferenza si verifica in casi particolari, e contrariamente alle aspettative, la legge tedesca prevede che l'assegnazione può essere revocata, esercitando una facoltà prevista nel bando di gara, e ulteriori misure possono essere messe in atto di conseguenza. Gli operatori di rete sono quindi tenuti a tener conto degli interessi dei broadcaster già a partire dalla fase di progettazione, e ad adottare tutte le misure preventive necessarie (ad esempio caratteristiche di radiazione, l'orientamento dei settori, l’altezza dell’antenna). Proprio quello che succede da noi, vero? Proviamo a riepilogare: da noi, con il patrocinio del Mise, è stato attivato un Call Center (gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni). Il processo è essenzialmente reattivo: si attiva la stazione radio base, e se arriva una chiamata al Call Center la FUB valuta se essa è pertinente con eventuali interferenze LTE. In caso affermativo l’operatore è incaricato di mandare un tecnico presso l’utente che ha avanzato la segnalazione (solo lui!) con il filtro anti LTE. E se l’intervento non è risolutivo? Se il problema nasce mesi dopo l’attivazione della stazione radio base, magari perchè prima in quella casa si usava solo il satellite? Mistero. Ma in ogni caso, la prossima volta che qualcuno vi dice che “in Germania hanno acceso prima di noi e non ci sono stati problemi” saprete cosa rispondere!

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O&R

Glossario aggiornato della Tv OTT (2a parte)

OPINIONI&RUBRICHE

OTT

Craig Norris continua a raccontarci, a modo suo, IPTV, OTT, HbbTV, Broadband TV e presenta altre “sigle strane”

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Accesso "Over The Top" ai contenuti televisivi. Il telespettatore può accedere ai contenuti video visitando una sito Web da qualsiasi browser standard. YouTube è l'esempio più conosciuto di un servizio OTT. Hulu e Netflix sono due altri esempi di servizi fruibili in modalità OTT. Il dispositivo Roku, diffuso in alcune abitazioni, può accedere a servizi OTT. Molti broadcasters consentono al proprio pubblico la visione "catch-up" (cioè a richiesta, ed in differita) dai contenuti che sono stati trasmessi in precedenza, attraverso il proprio centro Web oppure tramite un servizio OTT. A Hong Kong ho potuto recentemente gustarmi gli episodi più recenti, ma anche quelli meno, del programma landline, attraverso il sito Web della Australian Broadcasting Corporation (www.abc.net.au), grazie al fatto che quel servizio OTT non era geograficamente vincolato. Il servizio OTT può essere infatti limitato ad alcune aree geografiche in base alle scelte del fornitore di contenuti, ma è unicamente una questione di diritti e di licenze. Non è certamente un problema tecnico, mentre al contrario la IPTV è tipicamente limitata dal punto di vista geografico a causa di limiti tecnici (a volte anche geografici) della rete principale dell'operatore telefonico. Questo tipo di fruizione è chiamata Over The Top perché fa parte del normale traffico Internet, diversamente dalla IPTV, che utilizza speciali segmenti di banda all'interno della rete principale dell'operatore, che non è normalmente accessibile al pubblico senza effettuare una procedura di autenticazione attraverso un ricevitore specificamente configurato. E, ovviamente, senza un abbonamento. Un lato positivo dell'OTT è che non vi è la necessità di abbonarsi a un servizio Internet a banda larga specifico, come invece accade per l'IPTV. Il rovescio della medaglia è che il vostro fornitore di connettività Internet non è, e non può essere in grado di garantirvi la qualità di servizio che è consentita dalla IPTV, sia in termini dell'ampiezza di banda, dalla costanza di questa, e della latenza, in quanto il nodo di rete che origina i contenuti potrebbe

BROADCAST & PRODUCTION • PRIMAVERA 2014


O&R essere appoggiato (e, se pensate a quanti fornitori di contenuti ci sono al mondo, molto probabilmente lo è) ad una rete di un operatore diverso da quello attraverso il quale vi collegate a Internet. Le tecnologie di Streaming adattativo vengono utilizzate come una contromisura nei confronti dell'ampiezza di banda che non può essere conosciuta a priori e della latenza che ci viene inevitabilmente a creare lungo i percorsi lunghi e spesso complicati che quello specifico contenuto deve seguire per giungere sotto forma di flusso individuale (unicast) fino a casa vostra. Come se non bastasse, anche la richiesta contemporanea di contenuti in Streaming OTT da parte dei diversi utenti è estremamente variabile nel tempo, comportando per la rete nel suo complesso dei carichi estremamente variabili nel tempo. Un ulteriore vantaggio del OTT è che non richiede un ricevitore dedicato. Ogni Web browser che avete in casa, non importa su quale dispositivo, può essere utilizzato per accedere ai servizi OTT. Questo vuol dire che ogni computer, ogni Mac, ogni smartphone e ogni Tablet che vi troverete per le mani, può essere utilizzato per guardare un contenuto televisivo attraverso un servizio OTT. Anche le "connected TV" possono essere utilizzate per usufruire dei servizi OTT, dal momento che una televisione "connessa" non è altro che uno schermo televisivo a cui è stato aggiunto un browser Web, ed il tutto è poi stato collegato ad Internet. Sfortunatamente, la stragrande maggioranza dei potenziali utilizzatori di un televisore non sono particolarmente ferrati in informatica, e nemmeno hanno voglia di diventarlo, per cui un piccolo oggettino, soprattutto se è bello da vedere, come i

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O&R ricevitori Apple TV o Roku, potrebbero rappresentare la scelta più attraente. Senza accorgermene ho inserito due oggetti nuovi. Cosa sono i ricevitori Apple TV o Roku? Per quanto interessa all'utente, sono fondamentalmente, una scatola con un ingresso Internet e una uscita A/V, analogica o digitale che sia. Per interagire con essi si utilizza un comune telecomando, e si sceglie fra le opzioni che vengono visualizzate direttamente sullo schermo del televisore. Per capirci, non serve né un Pc né un Mac, e per molti questa cosa ha il suo fascino. Un ulteriore argomento di vendita per i servizi OTT è che la connessione fra il server che invia i contenuti e l'utilizzatore è asincrona. Può sembrare una differenza da poco, ma il risultato è che ogni anomalia o problema nella connessione non comporta la perdita di contenuto, ma semplicemente un corrispondente ritardo nella visione: l'immagine si fermerà un attimo, ma quando il circuito dati che si è interrotto riesce a ristabilire la connessione, il tutto riparte esattamente dal fotogramma successivo a quello nel quale si è fermato tutto. Da questo punto di vista, l'IPTV è invece esattamente uguale al broadcast. Sono entrambi sincroni, e questo fondamentalmente significa che lo spettatore non potrà mai più rivedere il contenuto che è andato perso durante una generica anomalia al segnale, per esempio in caso di interruzione o disturbi. Una trasmissione asincrona garantisce un flusso di dati costante, continuativo, indipendentemente dal tipo di connessione che in quel momento può avere il generico ricevitore. Come un servizio asincrono come lo OTT, invece, sarà sempre comunque possibile vedere l'intero programma. Certo, se la connessione non è particolarmente buona, ci vorrà un po' più tempo di quella che sarebbe la durata effettiva di quel contenuto.

HYBRID TV È un termine generico per indicare un servizio multimediale da affluire attraverso uno schermo televisivo, nel quale alcuni contenuti raggiungono lo schermo attraverso Internet, tipicamente come contenuto accessorio o alternativo rispetto ad altri segnali che provengono invece dal tradizionale servizio di broadcasting a radiofrequenza. Il contenuto che arriva via Internet può essere davvero di molti tipi: un generico contenuto video preso dalla galassia OTT, come pure un servizio IP destinato a integrare i contenuti che ci arrivano in casa attraverso il broadcasting tradizionale. Questa modalità è apparsa per la prima volta nei lettori di dischi Bluray.

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O&R HBBTV "Hybrid Broadcast Broadband TV", uno standard europeo per una piattaforma di servizi basati sulla televisione ibrida. Leggo dal sito hbbtv.org: l'HbbTV " è un nuovo standard a livello industriale finalizzato a garantire che la piattaforma tecnologica utilizzata per integrare servizi televisivi veicolati attraverso il broadcasting tradizionale con servizi veicolati attraverso connessioni a banda larga, come pure per consentire l'accesso ad Internet attraverso apparati televisivi "connessi" e ricevitori "set-to-box" sia aperta e tecnologicamente neutrale". Detto così, potrebbero essere sembrare una dichiarazione di intenti sufficientemente vaga. In realtà, quello che in Europa si vuole ottenere è che i ricevitori televisivi stiano standardizzati per tutto quello che riguarda il modo di processare e di visualizzare i servizi per la televisione ibrida. L'idea di base è quella di evitare la proliferazione di servizi proprietari da parte sia dei costruttori di televisori che dei fornitori di contenuti, ognuno dei quali sarebbe ovviamente incompatibile con tutti gli altri, blindando il mercato. Come pure si vuole evitare la proliferazione nelle nostre case di ricevitori "set-top-box" per servizi televisivi IP, anche in questo caso ognuno incompatibile con l'altro. È facilmente immaginabile il labirinto di dispositivi e la conseguente confusione che si verrebbe a creare nelle case, che dovrebbero

Integrare servizi televisivi veicolati attraverso il broadcasting tradizionale con servizi veicolati attraverso connessioni a banda larga


O&R essere dotati di un ricevitore per Apple TV, un altro per la Google TV, uno per l'X-box, un altro per Roku, uno per il satellite, uno per il cavo, uno per il terrestre, eccetera eccetera. Ovviamente la cosa migliore sarebbe che il generico televisore fosse in grado di accedere e visualizzare tutti i contenuti possibili e immaginabili attraverso la propria interfaccia e, soprattutto, attraverso la propria porta e carne, senza richiedere alcun dispositivo esterno. Se tutti i fornitori di contenuti rendessero i loro servizi compatibili con lo standard HbbTV la vita sarebbe sicuramente più facile per tutti, a cominciare dagli addetti ai lavori. Per lo meno, questa sarebbe la teoria.

MULTI-SCREEN, SECOND SCREEN E THIRD SCREEN...

SECOND SCREEN Un altro elemento, poi, da tenere in considerazione è quello dell’evoluzione del mezzo televisivo: oggi il cosiddetto “second screen”, cioè la fruizione del contenuto lineare tramite tv e della parte multimediale e interattiva tramite dispositivi quali tablet e computer sta sempre più prendendo piede: occorre, quindi, attrezzarsi per rispondere a queste nuove sfide. Sono proprio coloro che hanno colto tale opportunità che stanno ottenendo i migliori risultati, anche in termini di incremento degli ascolti.

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Con queste espressioni ci si riferisce in genere ad un modello di fruizione che prevede un telespettatore posto davanti al televisore ma con anche un dispositivo informatico, tipicamente un Tablet computer o uno smartphone a portata di mano. È lo stesso telespettatore a diventare multitasking: utilizzando il "second screen" può accedere ad informazioni, o contenuti addizionali, relativi al programma televisivo che si sta seguendo sullo schermo principale, e tutto questo mentre questo stesso programma scorre indisturbato sullo schermo. È anche possibile interagire con l'emittente televisiva per esprimere preferenze, rispondere a sondaggi, quiz, suggerire domande per gli ospiti, e cose di questo genere. È in effetti, basta guardarsi intorno per notare che i commenti inviati dai telespettatori attraverso Twitter, come pure le domande per gli ospiti, sono già diventati una cosa che non fa più notizia, e rappresentano un buon esempio della "second screen experience". Ma non è per questo che è stato inventato il "second screen". L'obiettivo finale, lo scopo ultimo, la pietra filosofale che le applicazioni "second screen". Non raggiungere è riuscire a portare il telespettatore a concludere una transazione di acquisto (soldi) con un inserzionista del programma che si sta osservando, oppure con aziende che propongono merchandising o cose simili relative al programma stesso. È questa l'opportunità di generare fatturato che le applicazioni multi screen possono spalancare al broadcaster, ed è ovviamente questa a cui tutti tendono. Ne vedremo decisamente delle belle.

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Primavera 2014 - Supplemento a Broadcast&Production 1/2014

TELETOPI 2013

Le facce pi첫 belle della Web Tv

Le Web Tv adesso fanno impresa

Web Radio la bella esperienza di Uniradio Cesena


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Le Web Tv fanno impresa

W&P WEB TELEVISION

Per raccontare l’Italia, Mikaela ha ingaggiato una squadra di giovani fotografi, blogger, videomaker e creativi e ha deciso di puntare tutto sulla rete. Francesco ha aperto la prima restaurant tv. Marco ha scelto le news locali… E adesso? Mikaela Bandini ha messo online Can’t Forget Italy e in sinergia con alcune Pubbliche Amministrazioni ha creato diari digitali che raccontano un’Italia molto reale, e lo fanno anche in lingua inglese. Oggi Mikaela dalla Basilicata percorre migliaia di chilometri per proporre un nuovo racconto del made in Italy. “Occorre proporre oggi un videoracconto emozionale, e poi si deve puntare su una distribuzione efficace anche estera”, precisa Mikaela. Molti chilometri più a nord Francesco Vanin ha acceso una piattaforma di confronto tra cittadini e amministrazione locale. Siamo a Pordenone e Francesco s’è inventato la prima “restaurant tv” italiana. Nei locali presi in affitto dal comune Francesco ospita i suoi concittadini, i quali mangiando e bevendo vanno poi anche online su Pnbox.tv. In realtà la “restaurant tv” è molto sui generis: pane, acqua e Internet sono gratuiti perché per Francesco questi sono i beni di prima necessità. “Le notizie sono di chi le ha, non di chi le racconta, per questo la mia web tv è uno strumento per connettere comunità”, racconta Francesco. Mikaela e Francesco sono due storie di successo di chi ha scelto il video per fare impresa. Definiamoli coraggiosi, innovatori, sperimentatori, forse anche incoscienti, fatto sta che hanno dimostrato come con una idea vincente e sostenibile si può vincere la sfida imprenditoriale in rete, in un contesto economico che anche per il digitale miete più vittime che vincitori. «Oggi in Italia se vuoi puntare sul video con una società di produzione, di fatto devi essere più un’artista che un imprenditore». Così ha dichiarato Lorenzo Mieli, a capo di Fremantle Media Italia,

Definiamoli coraggiosi, innovatori, sperimentatori, forse anche incoscienti

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W&P intervenendo pochi mesi fa al meeting promosso da Corecom Lazio. Una dichiarazione che mette in luce le difficoltà strutturali (oltre che di visione) nelle quali si trova il mercato legato all’audiovisivo. Un mercato che fa fatica ad inserirsi in un sistema concorrenziale: da un lato la difficile sostenibilità economica, con una soglia di accesso molto alta per poter sperimentare ed investire. Dall’altro lato il tema legato a diritti e regolamentazione, la cui mancanza di definizione. va a danneggiare soprattutto le piccole e medie imprese.

L’IDEA SERVE, MA NON BASTA Ma torniamo a Mikaela e Francesco. Occorre certamente altro oltre all’idea vincente, perché se ci si fermasse lì non si andrebbe avanti: e allora ecco che loro due ci raccontano come la sostenibilità fa rima anche con uno sviluppo temporale necessario. Il famoso break-even, il momento nel quale un’impresa raggiunge un pareggio di bilancio tra gli investimenti iniziali e le entrate – non è possibile anticiparlo troppo: i tempi, insomma, vanno rispettati. E quel rispetto va dato anche ai collaboratori: ecco allora che un terzo attore che mi viene in mente in questo viaggio tra le realtà imprenditoriali legate al digitale è Marco Giovannelli. Lui è a capo di una testata giornalistica divenuta fiore all’occhiello dell’informazione locale in rete. Si tratta di Varese News: oltre venti collaboratori, un fatturato di tutto rispetto, la credibilità e la forza giornalistica di un prodotto vicino alla propria gente. Questa realtà s’è inventata il #141tour, un viaggio nei 141 comuni del varesotto, girati in lungo e in largo, visitati uno per uno in diversi mesi e presentati con un videoblog in live streaming costantemente aggiornato.

ASPETTI CHIAVE

WEB TELEVISION A cura della redazione di Altratv.tv, il primo osservatorio e network delle web tv e dei media digitali in Italia. Giampaolo Colletti @gpcolletti ne è il fondatore. Si ringrazia Simona Salvi per l’Area News. Per contatti info@altratv.tv

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Per riuscire a vincere la sfida dell’impresa online è importante essere connessi, presidiando una filiera molto più complessa, fatta oggi più che mai di distribuzione dei contenuti, di posizionamento in rete di video o di altri prodotti multimediali. Una recente ricerca Pixability ha messo a fuoco questa forza propulsiva del video online, un elemento compreso anche dalle aziende multinazionali che operano anche per pubblicizzare prodotti e servizi in rete. Una ricerca promossa da Pixability, società americana specializzata in video marketing, ha indagato la diffusione del video online su YouTube da parte dei 100 brand appartenenti alla classifica Best Global Brands di Interbrand. E i dati appaiono incredibili se solo paragonati a pochi anni fa: il 99% dei brand ha adottato YouTube come proprio canale di

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W&P comunicazione video e la crescita di anno in anno è del +73%. Non c’è solo ideazione e distribuzione. Occorre fare rete per vincere sfide su mercati molto più complessi. Due storie tra tutte. La prima storia consiste in un rivoluzionario concetto di filiera valido soprattutto per le Pmi e le realtà artigiane. Questo è Tacatì, piattaforma di e-commerce che consente la spesa tra i migliori prodotti locali delle botteghe della propria città. Un’idea nata da Stefano Cravero e Giulia Valente, due giovanissimi astigiani che hanno così messo in rete i piccoli bottegai di quartiere, videoraccontando i loro prodotti d’eccellenza. La seconda storia ha molto a che vedere con la produzione di contenuti online ed è quella di Lombardia News, aggregatore lombardo nato nella primavera 2010. Le news entrano grazie al sistema dei feed rss e vengono gestite dalla redazione (tra le 200 e le 300 in entrata ogni giorno), che le ordina secondo criteri di notiziabilità regionale e provinciale nelle aree territoriali. Sono 15 le diverse testate che hanno aderito al progetto, divise a seconda della provincia di provenienza. La piattaforma registra visite di tutto rispetto: il 60% proviene da motori di ricerca, il 15% è traffico diretto, un altro 15% è traffico da referral. Così le testate che appartengono al network creano forti sinergie: non solo il mero scambio di link, ma inchieste condivise.

PER APPROFONDIMENTI: www.lombardianews.it - www.cantforget.it/it www.pnbox.tv - http://tacati.it

AREA NEWS La Web Tv dell’Anas Tempestività, l’essere sul pezzo, il rispondere in modo immediato sono i tratti distintivi di Anas TV, multipiattaforma social che offre un servizio di pubblica utilità e in mobilità. Già, perché la mission è videoraccontare in modo efficace. “Le notizie, peraltro, non sono soltanto ad uso esclusivo dell’ente, quasi in una logica di monopolio. Le notizie ci sono fornite dagli stessi automobilisti in un’ottica di coinvolgimento attivo”, precisa Giuseppe Scanni di Anas. www.stradeanas.tv

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W&P Social Tv in Piemonte Sintetizzare i lavori della politica, le commissioni, le sedute in giunta, avvicinare una fetta di popolazione sempre più numerosa che critica e fugge da certa classe politica. E così il comunicatore pubblico diventa anche un content curator, un aggregatore di contenuti anche specializzati e poi “tradotti” per un cittadino alfabetizzato e che ha voglia di saperne di più. È questo il senso della social web tv del Consiglio Regionale del Piemonte. www.cr.piemonte.it/cms/comunicazione/speciale-eventi/ socialtv.html

Quell’Italia di New York Gli americani amanti dell'Italia, i milioni di americani di origine italiana che non parlano più la nostra lingua e i cosiddetti "italiani all'estero" si raccontano su IItaly.org, un magazine online attivo dal 2008 e da un anno anche di un cartaceo (50mila copie free press distribuite nei migliori ristoranti italiani, nelle università, nei centri culturali e da Eataly). L’80% della programmazione di I-Italy è in lingua inglese. Un anno fa il team ha anche realizzato un format sulla tv del Comune di New York, NYCTV, canale che irradia nell'area metropolitana a 18 milioni di spettatori su tutti i provider via cavo. www.i-italytv.com

Il doc in crowdfunding Romolo Gorgò è un mastro acetaio e custode di una cantina con botti centenarie in quel di Bomporto, nella bassa modenese. La rete ha finanziato oltre ogni aspettativa un documentario che lo racconterà: si chiama “Io sono Diogene e questa è la mia terra”, sostenuto da Ginger e proposto da due giovani registi. Sono stati raccolti quasi cinquemila euro, a fronte di una richiesta di quattromila. Il documentario proporrà la lavorazione dell'aceto balsamico tradizionale di Modena. Il lavoro completo verrà concluso nella primavera 2014. www.ideaginger.it

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Uniradio Cesena giovane e bella

W&P WEB RADIO

In questo numero andiamo in Emilia Romagna e incontriamo una delle webradio universitarie più giovani. Sono nati, infatti, nel 2011 e Andrea Baldrati, lo station manager di Uniradio Cesena ci racconta il loro progetto

RUBRICA WEBRADIO A cura di RadUni – Ustation La rubrica è curata da Tiziana Cavallo, giornalista ed esperta di community media, co-founder Ustation e tra i soci fondatori di Raduni, che è un’associazione di studenti e professionisti accomunati dalla passione per il modello di radio universitaria. Info: www.raduni.org. Ustation.it è il media network in Italia, che aggrega contenuti prodotti dai media universitari e dai singoli studenti reporter. Info: www.ustation.it

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“Uniradio Cesena è stata fondata nel 2011 dalle 5 associazioni studentesche del Campus di Cesena Ad oggi, in radio, partecipano circa 60 persone tra giovani studenti e lavoratori, in maniera assolutamente spontanea e non retribuita. I primi due anni sono stati difficili, perché nessuno fra di noi aveva maturato un’esperienza pregressa in radio. Tuttavia, era evidente l’entusiasmo di tutti, la volontà di creare una voce indipendente, un luogo formativo, di cultura e di responsabilità che divenisse un punto di riferimento per l’ambiente universitario e per la città. Sul punto, mi sento in dovere di citare il mio predecessore, Cristian Trovato, al quale va il grande merito di aver posto delle solide fondamenta, amministrative certo, ma anche umane, perchè spesso mi meraviglio della collaborazione e della passione che vedo all’interno di questo progetto. Giunti alla quarta stagione, possiamo dire di essere una vera e propria web radio, con un palinsesto di 18 programmi, un sito internet attraente e una qualità audio di primo livello, grazie ad uno studio insonorizzato e rinnovato nelle attrezzature; insomma, abbiamo fatto un notevole upgrade”. Quali sono la vostra mission e il vostro punto di forza? Siamo tutti volontari, eppure fin dall’inizio la radio è stato intesa come una grande opportunità, e portata avanti con serietà e non dilettantismo. Aggiungo, che la nostra realtà non ha paura di idee e personalità nuove, di un ricambio nei ruoli apicali. Un grande messaggio se a farlo sono i giovani no?

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W&P Qual e' la vostra dotazione tecnica? La radio si trova in una splendida palazzina situata nel complesso “Ex Macello” di Cesena, cuore pulsante dell’università cesenate. Dallo scorso anno utilizziamo, per la regia, il software “Mb Studio”, una scelta vincente che ci permette di ottimizzare lo streaming con numerose funzionalità, mentre per la produzione audio di jingle e spot si utilzza Ableton, che offre uno standard qualitativo elevato. Lo studio dei live presenta, infine, 2 microfoni Røde NT1a e 2 Behringer B1, oltre ad un compressore ed equalizzatore Behringer. L’ultima novità tecnica è la “station” per le dirette esterne, assemblata con perizia dal nostro direttore tecnico, Matteo Arlotti. Finalmente la radio “si fa vedere” al di fuori delle quattro mura della palazzina! E come vi siete organizzati internamente? La radio è suddivisa in 6 aree specifiche (artistico, produzione, tecnico, comunicazione e web, marketing ed eventi, editoriale) guidate da un direttore e coordinate dallo station manager. Dopo il progetto “Università dentro Uniradio”, con la produzione di oltre 100 spot legati al mondo universitario a Cesena e la collaborazione con l’Alma Mater Studiorum di Bologna per la redazione e la messa in onda delle “Campus News” settimanali, il 10 Febbraio parte il primo tirocinio formativo presso Uniradio, da una collaborazione con Uniser, una cooperativa sociale che opera nel campo della mobilità transnazionale. Siamo, inoltre, molto attenti alla scena underground italiana e collaboriamo con molte realtà di volontariato locali. Il futuro delle radio universitarie in Italia, secondo Uniradio Cesena com’e’? Non può che essere positivo! Sono tanti i ragazzi che hanno voglia di mettersi in gioco e prendersi delle responsabilità per comunicare valori e cultura. A chi parla di giovani viziati e poco attivi chiedo: sappiamo stimolarli e offrire loro vere opportunità? Maggiori informazioni: www.uniradiocesena.it

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W&P

Il Mercato del Webcasting

TELETOPI

Un’analisi di Meetingpuntoit.it in base alla quale i nuovi media e le Web Tv possono rappresentare una concreta opportunità di business Se è indubbio che l’essere artisti fa parte imprescindibile del nostro DNA nazionale e che quando ci mettiamo di impegno non ci batte nessuno, d’altro canto è anche vero che la mancanza, o per meglio dire la carenza, di imprenditori e di amministratori rappresenta ancora un problema non da poco nel panorama del webcasting italiano. Oggi le web tv lavorano su vari fronti non necessariamente separati: come espansione nei nuovi media delle grandi tv commerciali; come veicolo di comunicazione per la Pubblica Amministrazione; come azione sul territorio per dare spazio e voce a quelle micro realtà che altrimenti non ne avrebbero; proponendosi sul mercato internazionale. In tutti i casi la relazione con i Social Network, siano essi orizzontali che verticali, rappresenta senza dubbio un’opportunità in più che molti stanno sfruttando. I media dovrebbero investire nel business delle relazioni, e non soltanto in quello dei contenuti ha detto Jeff Jarvis. Per comprendere più a fondo il settore delle web tv italiane abbiamo analizzato la ricerca Netizen 2013 pubblicata da Altratv.tv (del fondatore, Giampaolo Colletti, pubblichiamo di seguito l’intervista) e interamente scaricabile via Internet da www.altratv.tv. La ricerca, dedicata a tracciare l'identikit dei canali che popolano la rete (web tv, media digitali, community online, blog), arrivata ormai alla sua quarta edizione, rappresenta sicuramente l’analisi più completa dei nuovi media disponibile oggi in Italia. Dal punto di vista tecnico dalla ricerca appare che ben il 79% delle attrez-

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W&P zature utilizzate è di tipo professionale e questo, in considerazione del numero di aziende in campo, rende sicuramente il settore degno di attenzione. Relativamente alle risorse si nota uno sbilanciamento dei team verso le competenze tecniche ed editoriali. Si sottolinea comunque la necessità di assumere nuove risorse (più della metà degli editori ha dichiarato questa urgenza) e di ricercare nuovi partner soprattutto privati ed aziende. La ricerca di partner è uno dei problemi urgenti dato che i finanziamenti provengono ancora (per il 70%!) dagli ideatori. Questo comporta l’urgenza di un approccio più imprenditoriale delle web tv e rappresenta un’opportunità di business in un settore che sta crescendo. E in tema di crescita non si può non notare che, se è vero che il pianeta internet italiano è formato da circa 26 milioni di utenti, è altrettanto vero che fuori dai nostri confini ce ne sono miliardi. Se è confermato che nel mondo per notorietà del marchio dopo Coca Cola e VISA c’è il “Made in Italy” allora anche le nostre web tv dovranno necessariamente aprirsi e fare in modo che gli utenti mondiali del web si accorgano di loro. Abbiamo le capacità artistiche culturali e, perchè no, anche di genio; per attrarre interessi “globali” dobbiamo sviluppare quelle imprenditoriali. Certo la nota dolente è che essere imprenditori in Italia è difficile e non si è affatto aiutati dalla burocrazia, però a livello europeo, come ha sottolineato Giampaolo Colletti, sono disponibili risorse che bisogna necessariamente raggiungere.

Anche le nostre Web Tv dovranno necessariamente aprirsi e fare in modo che gli utenti mondiali del web si accorgano di loro

INTERVISTA A GIAMPAOLO COLLETTI Nel 2012 erano state censite 642 web TV sul territorio italiano. Qual è il quadro attuale? GC: Oggi si sono consolidate le più forti e si sono generate delle alleanze. Molte si sono consorziate con quelle dei territori vicini. Ad esempio c’è una esperienza felice che si chiama Lombardia News che aggrega 13 televisioni web locali. Alcune, pur nascendo con ottime idee verticali e geo localizzate, hanno chiuso per mancanza di sostegno economico o di un modello di business. Lorenzo Mieli ha dichiarato: “Se vuoi puntare sul video con una società di produzione devi essere più un artista che un imprenditore”. La mancanza di imprenditori nel panorama delle Web Tv italiane è sempre cronica? GC: Oggi ci sono ancora molti più giornalisti che imprenditori. Ma stiamo portando avanti un percorso di alfabetizzazione circa il fare impresa in rete attraverso la Federazione Media Digitali Indipendenti (www.femitv.tv). Sempre durante l’edizione 2012, si lamentava una sostan-

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W&P ziale indifferenza degli atenei italiani verso l‘istituzione di corsi post laurea dedicati al mondo internet e ai media digitali. Cosa è cambiato? GC: Oggi la PA, attraverso gli enti locali, è più vicina al territorio. Tuttavia, nonostante gli investimenti della pubblica amministrazione verso le web tv territoriali siano calati dal 19 al 12%, c’è una maggiore vicinanza degli intenti. Si è passati da un boicottaggio generale a delle alleanze che però devono ancora trovare nei fatti, nell’investimento economico, il loro riconoscimento.

Nei prossimi anni vedo forte lo sviluppo della connettività satellitare che sarà sempre più disponibile anche a costi accessibili

Parlando di investimenti economici l’anno scorso avevamo registrato un +12% degli investimenti pubblicitari. Quale è l’andamento per il 2014? GC: Gli investimenti dei partner geo localizzati nel territorio hanno registrato un +24%. Sono PMI territoriali delle quali le web tv diventano dei veri e propri business partner, delle vere e proprie web agency attraverso le quali le imprese sul territorio veicolano informazioni e messaggi video. Quale è il futuro della web tv italiana? GC: Vedo le web tv sempre più aggregate. Sopravvivranno le più forti, le più strutturate e quelle che riusciranno ad incrementare i fatturati sviluppando alleanze con i partner sul territorio. In quali spazi le web tv italiane possono internazionalizzarsi? GC: Innanzi tutto le web tv italiane dovrebbero partecipare ai bandi europei che allo stato attuale non vedono risposte provenienti dal nostro paese. Bruxelles ha emesso bandi espressamente dedicati ai nuovi media che vanno deserti (per l’Italia - N.d.R.) per mancanza di risorse specifiche. Occorre investire in nuove figure professionali sia per raggiungere quelle risorse economiche messe a disposizione dalla UE sia per internazionalizzare i prodotti delle Web Tv, con l’uso della lingua inglese ad esempio, per poter veicolare i contenuti verso un pubblico enormemente più vasto. Dal punto di vista tecnico, quali sono le risorse su cui si concentreranno le ricerche delle web tv nei prossimi anni? GC: Uno dei problemi maggiori per le web TV è la connettività. Per questo nei prossimi anni vedo forte lo sviluppo della connettività satellitare che sarà sempre più disponibile anche a costi accessibili e con strumentazioni sempre più leggere. L’esperienza recente sul territorio della Sardegna che in tema di connettività terrestre è molto indietro e quella della Web Car della Web Tv del quotidiano La Stampa sono degli esempi. (Michele Fazzalari)

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W&P TELETOPI 2013 PREMI E MOTIVAZIONI La giuria, presieduta da Carmen Lasorella (RaiNet), per la settima edizione di quelli che potremmo definire gli “oscar” delle Web Tv, ha così deliberato: Miglior web tv degli italiani all'estero: iitaly.org (New York), per la forza di narrazione della cultura italiana e della comunità di connazionali all’estero, per la capacità di aggregare una community attorno al video. Miglior web tv “da community”: All Tv (Milano), per la capacità di promuovere la “cittadinanza comune”, la coesione territoriale e il dialogo fra i popoli, partendo dalla considerazione che la mancata conoscenza culturale reciproca è alla base di pregiudizi e violenza. Miglior web tv “giovani”: Bonsai tv (Milano), per la freschezza e l’originalità del prodotto, per la capacità aggregativa di una community giovane difficile da riunire, incentivata alla partecipazione attraverso un uso costante e coerente dei social network. Miglior web tv della Pubblica Amministrazione: Asi tv (Roma), per la valorizzazione della scienza attraverso l’uso evoluto delle nuove tecnologie grazie alla creazione della web tv dell'Agenzia Spaziale Italiana. Per la capacità di creare un’offerta originale non solo per pubblici specifici, ma aperta anche ad utenti spesso lontani da queste tematiche. Miglior web tv di denuncia: Cortocircuito web tv (Reggio Emilia), per il coraggio nel video-raccontare ciò che non va e nel proporre una nuova narrazione del contesto territoriale e dei nostri tempi. D’altronde giornalismo è “diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia”. Così scriveva George Orwell. E così ha scritto in rete il team di Cortocircuito, web-tv e giornale studentesco indipendente di Reggio Emilia specializzato nelle video-inchieste e negli eventi antimafia. Miglior web tv di network editoriali: Educational.rai.it (Roma). Arte e design, filosofia, economia, media. Un mosaico interattivo, una valorizzazione delle piattaforme social, contenuti premium per percorsi culturali che si coniugano con le nuove tecnologie. Così il servizio pubblico sperimenta e aggrega in rete. Miglior web tv di promozione territoriale: Apulia tv (Corato, Ba), per la capacità di presentare il territorio pugliese in tutte le sue diverse sfaccettature, attraverso documenti storici. Piattaforma usabile e con un’offerta accattivante: oltre alla produzione video da evidenziare anche la sezione “vetrine” con l’offerta turistica della regione

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W&P Miglior web tv informativa: Varesenews.it (Varese), per aver saputo creare una piattaforma di informazione territoriale costantemente aggiornata, punto di riferimento in Italia del giornalismo locale digitale. Per aver saputo coniugare un progetto di impresa sostenibile con un piano editoriale credibile e vicino alle esigenze della propria comunità. Da segnalare il progetto “#141tour”, un racconto fisico e virtuale dei centoquarantuno comuni del varesotto visitati uno per uno in diversi mesi e presentati con un videoblog in live streaming costantemente aggiornato. Miglior web tv o piattaforma digitale “green”: Foglie tv (Noci, Ba). Agricoltura, agroalimentare, turismo rurale, ambiente: la forza del progetto di Foglie TV è nella sua identità di canale legato all’ambito agricolo in tutte le sue sfaccettature. Da segnalare l’area “bandi” con indicazioni utili per un pubblico specialistico. Miglior web tv sportiva: Sportube.tv (Roma), per l’efficacia di una piattaforma che punta molto sul live streaming e per l’impatto di una programmazione verticale dedicata allo sport. Sportube.tv aggrega una community ad alto valore potenziale e con una forte propensione alla partecipazione. Miglior web tv universitaria: Federico tv (Napoli), per la freschezza di una piattaforma giovanile con contenuti di interesse. Per l’immediatezza di una comunicazione che racconta la vita universitaria: la struttura a blog e la categorizzazione tematica delle notizie multimediali facilita la navigazione e consente una fruizione in modo immediato. Per il ruolo formativo. Federico tv è anche progetto di alfabetizzazione digitale: la web tv consente una formazione pratica agli iscritti delle facoltà dell’Università Federico II di Napoli e delle università campane. Inoltre sono stati assegnati sei premi speciali: A Voi Comunicare (Telecom Italia) come miglior brand tv, per aver puntato i riflettori su quei giovani che hanno creduto in un sogno e lo hanno realizzato grazie all’impegno, alla determinazione e all’uso delle nuove tecnologie grazie alla webserie “Acchiappasogni”. E per aver aggregato una community che crede nella possibilità di un mondo sostenibile, puntando sull’innovazione sociale. Cibo Vero (Alce Nero e Giunti Editore) come miglior business tv, per aver intrapreso un vero e proprio viaggio reale e digitale alla scoperta dei protagonisti del buon cibo, una fotografia dell’Italia agricola e del biologico dalla Sicilia alle Dolomiti. Il tutto puntando sulle storie dei coltivatori diretti del consorzio, disposti a condividere racconti, idee, storie. Progetto multipiattaforma: Cibo Vero è anche una pubblicazione, “Cibo Vero: storie di passione per la terra”, edita da Giunti.

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W&P Liberi di raccontare, la web serie di Camere Penali tv (web tv dell'Unione Camere Penali italiane, Roma), come miglior format delle web tv, per aver presentato la vita quotidiana dei detenuti di una casa circondariale, nello specifico quella di Sollicciano, con tre metri quadri da condividere in tre persone per ben 22 ore su 24. Un tasso di sovraffollamento che nel carcere fiorentino supera il 110%. Gli episodi di autolesionismo sono all’ordine del giorno, il numero di suicidi ogni anno tra i più alti d’Europa. Attraverso la voce dei detenuti, il racconto della realtà di ogni giorno in cella, tra sovraffollamento, programmi di rieducazione, misure alternative, limiti di legge, fino al ritorno alla vita fuori dal carcere. Gazebo (Raitre) come miglior social tv, per aver creato un prodotto originale, con un contenuto di forte attualità ed un richiamo costante alla partecipazione del pubblico. L’attualità politica declinata con un’analisi scanzonata ed ironica ha permesso di entrare in relazione empatica con la propria community. Pnbox tv (Pordenone) come miglior modello di business, per aver saputo elaborare un modello di business originale fortemente legato al territorio unendo cultura locale, enogastronomia ed ecosostenibilità. Il tutto dando voce alla community di riferimento. BigNomi (RaiNet) come miglior mobile tv, per aver proposto un prodotto multimediale puntando sulla fruizione in mobilità, grazie ad una app costantemente aggiornata e completa dell’offerta. Per aver proposto 100 clip in logica “snack-programm” sulla letteratura italiana, affidando la narrazione a volti noti del piccolo schermo e del cinema, ma anche ad influencer della rete. Infine ecco le tre menzioni speciali: Una mamma imperfetta, per aver creato un prodotto multipiattaforma e seriale partendo dalla rete e approdando poi ad un canale televisivo generalista. Per gli intrecci narrativi, la caratterizzazione dei personaggi, la forza dei temi proposti in una logica “snack-programm”. La web car e web tv del quotidiano La Stampa, per aver acceso una web tv e averla dotata di una identità forte, vicina alle esigenze della propria community anche fisicamente. Il tutto grazie alla invenzione della "web car", un'automobile dotata di connettività satellitare. theJackal (Napoli), per la dedizione costante alla sperimentazione. Per aver stimolato a colpi di clic l’interesse del pubblico muovendosi tra surreale e parodia senza essere mai banali. Nato come fenomeno di youtube, oggi the Jackal è una realtà aziendale di successo Il premio speciale assegnato tramite le preferenze espresse on-line è andato a Ntr24.tv di Benevento.

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E&E

IBC 2013: Video, MAM e Audio

EVENTI&EXPO

Ed eccoci a chiudere questa carrellata di novità da Amsterdam i cui effetti sul mercato stanno proprio ora esprimendosi in termini di disponibilità di prodotti e servizi all’utenza internazionale

VIDEO 3D STORM Con Newtek si vince facile, e grazie ai nuovi “Superpoteri” (efficace richiamo di marketing a diverse serie televisive più che mai attuali) i nuovi modelli TriCaster 860, 460 e 410 hanno vinto il prestigioso riconoscimento "Best of IBC 2013", conferito dalla rivista TVB Europe (consorella di Broadcast&Production) scegliendo fra le migliaia di nuovi prodotti che erano esposti all’IBC di quest'anno, a coprire con un ampio spettro di applicazioni. La nuova linea di sistemi professionali TriCaster, già noti ed apprezzati per l’impressionante dotazione di funzionalità, fa ancora un salto in avanti, e include significative nuove possibilità praticamente in tutti gli ambiti della produzione: commutazione, miscelazione, registrazione, playout, automazione, scan conversion, visual set, visual design, potenza di codifica, e altro ancora. Sostituire intere suite di produzione con una sola macchina TriCaster, occupando fra l’altro frazione dello spazio corrispondente, e raddoppiando (o addirittura triplicando) la capacità di qualsiasi produzione live è sempre più veloce, facile e conveniente. La nuova famiglia di sistemi professionali TriCaster comprende quattro modelli, ciascuno progettato per soddisfare un'ampia gamma di esigenze di produzione video multi-camera. TriCaster 410 è un sistema snello e compatto per la produzione, con connettività HD-SDI, pensato per la produzione di piccoli e medi spettacoli dal vivo o in webcasting, con una potente condivisione multimediale e capacità di regi-

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E&E strazione su disco. TriCaster 460 è un sistema compatto con una maggiore connettività e una più ampia flessibilità creativa per qualsiasi piccola o media produzione, in particolare quando è richiesta una modifica, il repurposing e la post-produzione dei contenuti video live, destinati anche a programmazioni su media e formati differenti. TriCaster 860 è un sistema progettato per le produzioni live impegnative, e offre una grande varietà di angolazioni e strumenti di post-produzione, oltre a più canali, più fonti, più I/O, grafica, effetti e una maggiore capacità di memorizzazione. TriCaster 8000 è il prodotto di punta della gamma, destinato agli impieghi più impegnativi anche in termini di ridondanza e fail-safe. Non ha praticamente limiti di impiego nelle produzioni live, con la capacità di essere integrato anche nei workflow più complessi.

ARET ENGINEERING Aret è da tempo un nome di riferimento nella progettazione e nello sviluppo di mezzi mobili di produzione. Diversi fra i mezzi più complessi e sovente anche “di bandiera” dei principali produttori e broadcaster sono infatti stati realizzati dall’azienda lombarda. Riuscire a concepire ed integrare alla perfezione fra loro le molte apparecchiature che sono oggi necessarie per garantire una produzione live a regola d’arte di eventi ripresi in HD negli spazi di un semirimorchio è una sfida apparentemente impossibile, ma grazie al know-how sviluppato da Aret nel corso dei suoi 40 anni di attività, anche le esigenze di produzione più complesse ogni volta si trasformano in una soluzione reale. Aret è in prima fila anche per il supporto e l’assistenza offerti ai propri clienti, un aspetto indispensabile quando si ha a che fare con mezzi ed apparati costantemente utilizzati per applicazioni dove il minimo guasto semplicemente non può essere tollerato. Aret opera da reale system integrator, scegliendo


E&E di volta in volta le soluzioni e gli apparati realmente più adatti a “vestire” con taglio sartoriale le particolarissime esigenze dello specifico cliente e della specifica applicazione. Da questa competenza si sviluppa inoltre la capacità di Aret di offrire soluzioni complete ed affidabili per la realizzazione di regie e studi televisivi e radiofonici. Fra le numerose commesse recentemente completate da Aret ricordiamo le soluzioni sviluppate per Cinevideo e Telerecord. All’IBC 2013 abbiamo appreso inoltre che Aret avrebbe partecipato a breve alla realizzazione di un importante impianto per i nuovi studi TV del Centro di Produzione RAI di Milano.

BLACKMAGIC DESIGN “It’s so beautiful!”. È tutto sommato normale che un venditore si mostri soddisfatto dei prodotti che propone. Ma non ci ricordiamo di avere sentito Simon Westland, responsabile vendite EMEA di Blackmagic Design, usare questa parola. Di solito preferisce usare espressioni come “amazing”, per sottolineare il “wow-effect” che tipicamente accompagna la presentazione del prodotto di punta Blackmagic alla fiera considerata, oppure cose del tipo “great” o anche “fantastic”. Simon tiene fra le mani un esemplare della Pocket Cinema Camera, e da come la guarda si capisce che, al di là del ruolo, quel gioiellino gli piace davvero. Passi per il sensore Super 16 FullHD, per i 13 stop di dinamica, per il registratore incorporato in high quality lossless CinemaDNG RAW e Apple ProResin 4:2:2, e (non da ultimo) per il prezzo “very Blackmagic” (775 Euro, da sito BD). È che a tenerla in mano, a soppesarla, a rigirarsela fra le dita, quella minuscola camera fa dimenticare tutte le specifiche e lascia una sola sensazione: è davvero bella. Da vedere, da toccare, da usare. Un successo annunciato, anche se ora (grazie ad un ulteriore taglio dei prezzi) i concorrenti più pericolosi della Pocket Cinema Camera saranno proprio le sue sorelle maggiori: la Cinema Camera (in bundle con il software DaVinci Resolve) è ora proposta a 1.555 Euro, la Cinema Camera 4K, con sensore Super35 mm e global shutter a poco più di tremila euro. A proposito di DaVinci Resolve: Resolve 10 è già disponibile per il download, ed è gratuito per tutti i clienti che già hanno acquistato DaVinci Resolve. La nuova versione è un importante aggiornamento che include strumenti innovativi per l’impiego onset, nuove funzionalità di editing,il supporto per il plug-in openfx e altro ancora. È inoltre disponibile per il download la versione gratuita DaVinci Resolve Lite, nelle versioni per Mac OS X e Windows. DaVinci Resolve Lite include ora la risoluzione Ultra HD e un migliore supporto per le GPU. DaVinci Resolve 10 è stato sviluppato per semplificare l'integrazione di diversi strumenti software utilizzati nel mondo

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E&E del cinema e della televisione, e per ridurre al minimo i tempi di interscambio fra DaVinci Resolve e altri software di editing come Final Cut Pro, Avid e Premiere Pro. Un efficace veicolo promozionale per i prodotti Blackmagic è sicuramente l’Ape Piaggio trasformato nel più piccolo mezzo mobile al mondo in grado di effettuare produzioni 4K multicamera. Interamente basato su tecnologia Blackmagic, il van può gestire fino a 8 camere, e dispone di sincronizzatori di quadro su ogni ingresso per consentire l'impiego di sorgenti senza genlocking. Non manca ovviamente il mixer audio (con relativo monitoring) e la possibilità di "uscire” in HD. L’allestimento completo, ha avuto un costo di poco superiore a 20.000 Euro. “Furgone incluso!” ha precisato con malcelata soddisfazione Simon Westland.

BLT ITALIA

Il modo di produrre e raccontare in diretta i grandi eventi sportivi è da tempo in continua evoluzione

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Il modo di produrre e raccontare in diretta i grandi eventi sportivi è da tempo in continua evoluzione. Chi li produce è sottoposto ad una costante pressione per fare sempre un passo avanti in termini di coinvolgimento, di realismo, di qualcosa in grado di magnetizzare l’attenzione degli spettatori. I sistemi super slow motion e la gestione contemporanea di molti punti di ripresa per selezionare l’angolo migliore con il quale riproporre una azione sono due fra le tecniche più utilizzate dagli specialisti per rendere più avvincente la narrazione dell’evento. Per BLT, questo è il pane quotidiano. Una gran parte degli eventi sportivi che vediamo sui teleschermi italiani sono prodotti utilizzando apparati e sistemi di gestione archivi dell’azienda toscana. Allo stand BLT l’attenzione era concentrata sui più recenti sviluppi per i video server della serie SMS "U". Alfredo Bartelletti, una delle anime tecniche dell’azienda fondata dal padre Leonardo, ce li presenta così: “Ci stiamo concentrando su due aspetti caratteristici. Da un lato, stiamo aumentando sempre più il numero di canali che possono essere gestiti dai diversi server. La richiesta di aumentare il numero di camere sulle quali potere andare istantaneamente in ralenti è pressante, e comprendiamo gli sforzi di chi si trova materialmente a gestire queste operazioni. Per questo cerchiamo da un lato di aumentare il numero di canali ma migliorando sempre più l’interfaccia e la semplicità d’usi dei nostri sistemi. Il server multicanale SMS-4U HDTV dispone ora di un massimo di 10 canali, mentre il “piccolo” SMS-2U HDTV può arrivare fino a 6 canali in sole due unità rack di spazio. Adesso sono dieci canali per il 4U e sei per il 2U, ma siamo sempre alla ricerca del modo di aumentarli, logicamente conservando una affidabilità totale, quella che ci chiedono i nostri clienti. Presentiamo inoltre i pannelli di controllo RUS Color e Clone, dedicati alla produzione in tempo reale con i Video Server BLT. Ancora migliorato poi il nostro Emotion-

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E&E Teque, il sistema per la gestione degli archivi e l’interoperabilità con le principali piattaforme di editing non lineare.” I video server BLT supportano le camere per super slow motion e possono operare in rete con controllo a distanza. La funzionalità multiviewer integrata aggiunge una grande flessibilità alle attività di preparazione e gestione delle clip. “e presto -aggiunge Bartelletti -presenteremo l’integrazione dei nostri video server con piattaforme tablet PC”.

BLUESHAPE Sempre nuove idee, è sempre un passo avanti, per questa dinamica azienda italiana che sta legando sempre più il proprio nome alle produzioni broadcast e cinematografiche e alle condizioni di ripresa più sfidanti. Blueshape ha presentato la nuova serie di accumulatori della serie Granite, dotata di innesto V-lock. Disponibile in otto differenti modelli ed in tre taglie, la capacità degli accumulatori di questa serie spazia da 65 Wh a 270 Wh. La caratteristica più distintiva di queste batterie è la realizzazione ultra robusta, praticamente a prova di tutto, che di fatto le rende praticamente indistruttibili, a cui si aggiungono eccellenti prestazioni sia in termini di durata e di affidabilità. I modelli più grandi possono essere sottoposti senza problemi ad una corrente di scarica continua fino a 12 am-


E&E pere, e si rivelano quindi il compagno di viaggio ideale per le camere HD dalle richieste più esigenti. La nuova serie conferma naturalmente le caratteristiche di affidabilità e di sicurezza degli accumulatori Blueshape, e a ciò la nuova serie Granite aggiunge un doppio connettore D-TAP con una protezione indipendente contro i sovraccarichi. Un'altra novità presentata da Blueshape è nel settore delle Power Stations. Il modello PWS4 può erogare fino a 560 W ad una tensione di 28 V e 280 W a 14 V, attingendo energia da una o più batterie, fino ad un massimo di quattro, grazie ad una tecnologia che consente il completo hotswapping. Il modello PWS2 può erogare 280 W ad una tensione di 28 V e 140 W a 14 V, e può accettare fino a due batterie. Le nuove Power Stations consentono di utilizzare camere ad elevato consumo o sistemi di illuminazione cinematografica senza alcun tipo di interruzione, sono ideali per l'impiego in località remote, soprattutto dove non è disponibile l'alimentazione di rete.

CANON Edizione “col botto” per Canon, che all’IBC 2013 si presentava con uno stand da 432 m2, il più grande mai realizzato nei 30 anni di partecipazione a questa fiera da parte dello storico marchio giapponese. Una delle più apprezzate caratteristiche delle camere Canon è da sempre la capacità di restituire colori piacevoli e anche in condizioni di scarsa illuminazione. Il sensore Super 35mm realizzato per il sistema EOS Cinema offre prestazioni eccellenti anche in questo senso, ma il nuovo firmware mostrato in anteprima all’IBC2013 ci ha lasciato sena parole. La massima sensibilità sulle EOS C500, EOS C300 ed EOS C100 passa con il nuovo firmware dagli attuali ISO 20000 a ISO 80000. L’unico modo di capire cosa significhi questo valore è provarlo. Una dark room allestita all’interno dello stand Canon consentiva questa possibilità. E i risultati erano sorprendenti: riprendendo un soggetto in condizioni di luce a dir poco proibitive, impostando la massima sensibilità il sensore era in grado di riprendere e mostrare su un monitor dettagli e colori che l’occhio umano non riusciva a percepire. Passi per i dettagli, ma una resa del colore di quel livello quando l’occhio si era ormai arreso a un generico grigioverde ci ha lasciato sbalorditi. Ci siamo però domandati a cosa possa realmente servire una sensibilità così spinta. Di certo, alcuni creativi potranno spingersi ad effettuare riprese in condizioni di buio spinto, ma crediamo che il vero “plus” offerto da una sensibilità di questo tipo sia nel corrispondente miglioramento della resa a condizioni meno estreme: a parità di luce, un sensore più sensibile “lavora” in condizioni migliori di uno meno sensibile, a tutto vantaggio della resa cromatica e della natu-

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E&E ralezza dell’immagine. Diversi miglioramenti sono inoltre stati apportati alle diverse camere, in termini di funzionalità, connettività e resa colore. Novità anche per gli obiettivi: con il nuovo EF CNE35mm T1.5 L F diventano sei le lenti “prime” della gamma EF Cinema. Come i precedenti, anche questo nuovo obiettivo è stato progettato con un design compatto e in modo da garantire colori coerenti con le altre lenti Prime Cinema: durante le diverse riprese è così possibile sostituire l’obiettivo senza preoccuparsi della colorimetria. Canon ha inoltre reso noto all’IBC che la propria EOS-1C è stata approvata dall’EBU come camera di qualità adeguata per le produzioni HD di livello broadcast. È la prima fotocamera reflex convertita all’impiego video a ricevere questo riconoscimento.

FISCHER CONNECTORS Le prestazioni dei connettori Fischer consentono di operare in ambienti estremi con la massima affidabilità. La nuova tecnologia di connessione Fischer offre tutte le caratteristiche fondamentali di funzionalità e affidabilità richieste ai moderni link ottici, a cui si uniscono una robustezza estrema, facilità di accoppiamento e semplicità di pulizia. L'offerta Fischer è completata da una vasta scelta di cavi ottici ad elevatissime prestazioni, e da diversi dispositivi ausiliari. L'ultimo connettore Fischer della serie FiberOptics, secondo la stessa Fischer "è l'unico connettore in fibra ottica sul mercato ad essere IP67 quando disconnesso". I vantaggi di questa protezione estrema sono facilmente immaginabili: anche le squadre di ripresa esterna che lavorano negli ambienti più ostili possono riuscire a ripulire la propria dotazione in poco tempo e con poca fatica. "Molti connettori possono essere difficili da pulire" ci ha detto Bert Gasche, responsabile vendite per la Germania. "Questo invece richiede solo pochi minuti, ed è sufficiente lavarlo sotto acqua corrente per vedere sparire anche ogni traccia di fango". Il nuovo connettore presenta tutti i vantaggi di una connessione "expanded beam", ma senza averne tutte le problematiche in tema di perdite di inserzione e di riflessione. Il connettore ha un design "contact-to-contact", e questo riduce le perdite di inserzione a 0,1 dB. Le ferule ottiche hanno una realizzazione ed una finitura così accurate che il rapporto segnale-rumore è migliore di 70 dB.

JVC Grande protagonista all’IBC2013 il camcorder JVC GY-HM650 caratterizzato per le grandi prestazioni che si integrano con capacità di connettività e streaming senza confronti. La HM650 dispone di due codec che possono agire in parallelo sulle immagini riprese in diretta. Un codec può generare un girato a

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E&E qualità piena che viene registrato direttamente sulle schede di memoria SD non proprietarie a bordo macchina. Il secondo codec può generare immagini di qualità più bassa che possono essere facilmente inviate in live streaming alla regia centrale, per la messa in onda immediata. Lo streaming può essere effettuato attraverso reti 3G/4G, con il modem direttamente a bordo camera che non richiede alcun altro dispositivo esterno. Se la location di ripresa o il mezzo OB di appoggio sono dotati di connettività locale Wi-Fi, la HM650 dispone a bordo anche l’interfaccia Wi-Fi. Le immagini in streaming possono essere visualizzate anche su dispositivi smartphone o tablet PC, che può inoltre essere utilizzato per controllare le diverse funzioni della camera o per l’inserimento di metadati. La camera può inoltre effettuare l’upload FTP di file registrati sulle proprie schede di memoria, sempre senza richiedere dispositivi addizionali. La GYHMQ10 è invece un camcorder 4K 60p/50p che registra su quattro schede SDHC/SDXC in contemporanea. Facile da usare, compatto e leggerissimo, la HMQ610 è un camcorderprofessionale basato sul processore di immagine real time JVC Falconbird. È possibile l’uscita diretta 4K live su connessione Quad-HDMI come pure il crop in camera su formato Full HD. L’obiettivo incorporato è uno zoom 10x con luminosità massima 2.8. La registrazione 4K avviene in formato compresso con un flusso complessivo pari a 144 Mb/s. Nuova anche la “piccola” di casa JVC, la GY-HM70. Vanta prestazioni eccellenti in condizioni di bassa luminosità, uno stabilizzatore di immagine particolarmente efficace e un luminoso obiettivo zoom 16x con diaframma massimo F1.2. La HM70E riprende in Full HD 50p in formato AVCHD progressive, ma quando necessario può riprendere e registrare anche in SD, sempre con la sicurezza del doppio slot SD con change-over e recovery automatici. Dotata del processore di immagine Falconbird, la HM70E è il punto di ingresso nella gamma professionale JVC dal punto di vista dei costi, ma assicura una qualità ed un livello di prestazioni assolutamente di primo livello. Nella completa gamma di monitor JVC ricordiamo i nuovi modelli LCD widescreen 1920x1080 da 42 (PS-420W) e 47 pollici (PS-470W).

LIVEU Nello stand LiveU l'unita LU40 è stata installata su un drone multirotore. L’obiettivo è sviluppare un drone che possa essere certificato a tutti i livelli professionali e in particolare per il settore broadcast, anche se, in attesa delle decisioni normative inerenti la regolamentazione sul volo dei droni e delle normative sulla privacy in Europa, inizialmente appare più prossimo l’impiego per applicazioni militari e di polizia. Il vice

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E&E

LEMO Il nome Lemo è da anni una garanzia per quanto riguarda le connessioni sicure. Ad IBC era in mostra l'intera serie dei connettori e delle soluzioni per il broadcasting firmata da Lemo. Fra le novità principali abbiamo notato gli innovativi connettori triassiali Redel T7, protetti da acqua e umidità, auto innestanti e pensati per il collegamento a 75 Ohm di telecamere. presente anche la serie di connettori ibridi elettrico/fibra ottica auto innestanti della serie 3K.93C, pensati per applicazioni HDTV e approvati da SMPTE, ARIB e EBU. Quando è richiesta la massima flessibilità delle attrezzature, anche un cavo o un sistema di collegamento può fare la differenza. Il sistema in fibra ottica Z-link HD converte un camcorder in una camera di ripresa inserita in un sistema. Il Multishack-3X è invece in grado di convertire tre connettori SMPTE in un singolo cavo a fibra ottica.

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presidente marketing della LiveU, Ronen Artman, ha dichiarato: "Vi è una crescente domanda per questo tipo di dispositivi da parte di emittenti televisive e dei media. Una volta che il regolamento europeo sarà stato creato in modo chiaro, saremo in grado di andare avanti con il lancio commerciale del drone." L'unità LU40 dispone di 4 modem, una batteria con 3,5 ore di autonomia ed un controllo via web che consente di avere un unico dispositivo per la gestione delle operazioni di volo, del controllo della camera e della trasmissione broadcast. LiveU ha presentato inoltre l’unità LU500, una soluzione uplink di livello professionale, compatta e leggera ma dotata di un potente, nuovo motore di codifica video multi-processore su cui pulsa la quarta generazione degli speciali algoritmi proprietari LiveU. LU500 pesa circa 1 kg, dispone di una antenna interna, e ottimizza la larghezza di banda a disposizione per fornire qualità broadcast live video HD. Con un tempo di boot-up inferiore al minuto (end-to-end), l'unità può essere alimentata con batterie hotswap, e consente funzioni di controllo remoto avanzate tramite la piattaforma di gestione centralizzata LiveU. Il LU500 offre fino a dieci connessioni contemporanee più Wi-fi e due connessioni LAN. L' unità può essere collegata all'antenna esterna LiveU Xtender per le condizioni di ricezione più critiche, e può essere inoltre collegato ad apparecchiature satellitari per creare una soluzione ibrida cellulari/satellite per una banda garantita anche in aree sperdute.

LUPO LIGHT Sempre in primo piano i nuovi pannelli Lupoled, grazie alle diverse caratteristiche esclusive dei pannelli led impiegati. Una di queste è l’assoluta fedeltà cromatica (cri>94), essenziale per le riprese video e televisive. I colori nella ripresa rimangono perfettamente bilanciati e assenti di sgradevoli dominanti (verde) tipiche di luci meno corrette. Questo consente la corretta miscelazione con la luce solare o con altre sorgenti luminose in uso in studi video e TV e garantisce una resa del colore molto elevata. Gli illuminatori Lupoled, per la loro estrema leggerezza (1,3 Kg) sono compatti e maneggevoli, e quindi facili da trasportare. Grazie poi al bassissimo consumo dei LED, i pannelli Lupoled possono essere alimentati a batteria e a rete. Con la speciale batteria dedicata superleggera, gli illuminatori Lupoled possono essere alimentati per circa 3 ore. Dal punto di vista del risparmio energetico, gli illuminatori Lupoled consumano circa il 95% in meno delle sorgenti al tungsteno (peraltro sempre disponibili). Inoltre non emettendo praticamente calore, diminuiscono sensibilmente il consumo legato agli impianti di condizionamento dello studio: il consumo tipico in uno studio illuminato con i pannelli Lupoled è di appena 600 W, contro i 10.000 W tipici di uno studio illuminato con sor-

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E&E genti al tungsteno. Gli illuminatori Lupoled sono poi regolabili con precisione da 0 a 100% senza variazione di temperatura colore, grazie alla speciale elettronica che è progettata per lavorare in assenza di flickeraggio (flicker free). I LED, di proprietà esclusiva Lupo Light sono costruiti con materiali di alta qualità per una lunghissima durata di oltre 50.000 ore (contro le 200-300 ore di una lampada al tungsteno). Oltre ai chip e ai fosfori impiegati, anche la resina epossidica della lente è progettata per durare a lungo.

SONY Effetti speciali all’IBC 2013 per il colosso nipponico. Gianfranco Penocchio, Country Manager Italia di Sony Professional ci accompagna a visitare lo stand che praticamente occupa per intero un padiglione della fiera. Tante ed interessanti le novità. NEXFS700RH e NEX-FS700R sono due nuovi camcorder NXCAM professionali. Dotati di sistema di ottica E-mount di Sony e un sensore CMOS 4K Exmor Super35, entrambi i modelli dispongono oggi del firmware versione 3.0 preinstallato, che consente la registrazione RAW 4K/2K su un recorder esterno compatibile. L’aggiornamento del firmware include anche la modalità gamma S-log2, per un range dinamico più ampio anche in caso di produzioni HD. NEX-FS700R/RH fornisce inoltre l’opzione di super slow motion RAW 4K/2K, quando il dispositivo viene impiegato con l’unità di interfaccia opzionale HXR-IFR5 e il recorder RAW AXS-R5. Questa combinazione consente una registrazione RAW 4K a 120 fps (quattro secondi) e una registrazione RAW 2K a 240 fps illimitata su recorder AXS-R5. Nuove anche quattro telecamere da studio: HSC-300R/300RF e HSC-100R/100RF, cui si aggiunge lo switcher multiformato MVS-3000A. Oltre a essere compatibili con ottiche portatili, i modelli HSC-100R/RF sono perfetti per l’utilizzo in studio. Lo switcher MVS-3000A supporta di serie Digital Multi Effects (DME) e un’ampia gamma di configurazioni del pannello di controllo e funzioni broadcast. Debutto assoluto sul mercato europeo anche per CiSM, una piattaforma dinamica per l’archiviazione e la produzione di video basata su cloud. Fra le nuove applicazioni di produzione anche Ci RoughCut, una applicazione di editing basata su browser che consente di estrarre, unire e modificare più clip e Ci ReviewApprove, strumento di collaborazione che consente a coloro che intervengono nel processo di produzione di revisionare, annotare e collaborare su file multimediali in più sedi, in tempo reale. Per consentire ai professionisti del settore creativo l’accesso immediato ai contenuti, Ci ha recentemente effettuato l’integrazione di un adattatore per telecamera wireless offrendo la funzionalità “camera-to-cloud”.

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E&E EDITING & MAM AVID

TOOLS ON AIR Ormai celebre lo slogan “TV Station in a Mac” scelto dall’azienda austriaca per rendere immediatamente l’idea di cosa possa fare e con quanta semplicità la propria suite di prodotti. ToolsOnAir ha nel tempo sostituito l’approccio un poco minimalista che ne ha caratterizzato gli esordi con una visione a 360° sull’intero mondo della produzione e del playout televisivi. L’offerta di ToolsOnAir è ora composta di moduli che consentono di effettuare l’ingest dei files, di gestire le produzioni multicamera, interfacciarsi con sistemi di editing non lineare, gestire grafiche complesse ed efficaci anche per gli eventi in diretta, gestire ed ottimizzare l’archivio, creare playlist e (l’idea iniziale) ovviamente il sistema di playout. Fedele al mondo Mac, sistema operativo che ha dato molto alla grafica e alle produzioni professionali, il sistema ToolsOnAir ne condivide l’affidabilità a tutta prova e la grande immediatezza e semplicità. .

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Avid è un nome che non avrebbe bisogno di troppe presentazioni. E invece, grazie alla capacità di cambiare continuamente pelle che questo marchio storico nel panorama della produzione e post produzione video e cinematografica sta dimostrando, praticamente ogni anno ci troviamo a dover aggiungere qualche tessera ad un mosaico che si conferma sempre più interessante. Al di là dei conosciuti prodotti per la post produzione, uno degli standard di fatto del mercato internazionale, Avid si segnala per la concezione particolarmente innovativa ed efficace del modo per gestire i contenuti attraverso i vari passaggi che questi si trovano ad affrontare da quando lasciano la camera di ripresa in poi. Il concetto di "catena del valore", per Avid è superato: l'idea stessa di "catena" presuppone una successione di interventi (per quanto armonizzati ed orchestrati) nella quale ogni passaggio deve comunque attendere il completamento del passaggio precedente prima di poter essere attivato. La piattaforma Avid Everywhere, invece, si propone come un'eco sistema distribuito che coinvolge in modo fluido ogni attività coinvolta nella produzione e nella distribuzione di contenuti. Non è più una "catena", è una rete distribuita di attività collaborative, ciascuna delle qualiha il compito di gestire e risolvere una specifica parte del compito complessivo. È ormai sempre più frequente vedere attività di post produzione effettuate direttamente sul set, nel corso delle riprese: il risultato viene addirittura utilizzato per decidere se una determinata scena va ripetuta o può essere soddisfacente come girata. Con questo modello di produzione, la velocità con cui si può disporre dei risultati è un fattore chiave. Le anteprime e la parcellizzazione dei contenuti su formati e piattaforme di distribuzione differenti legano sempre più i processi di creazione del contenuto e della monetizzazione dello stesso. La sfida più difficile che stanno affrontando le aziende dei media è riuscire a far operare le squadre che si occupano di produrre contenuti e le persone che si occupano di venderli e monetizzarli come se fossero un solo team, condividendo quindi le tempistiche fondamentali, i risultati e gli obiettivi. Il sistema Avid Everywhere è un'eccellente alleato in grado di trasformare questa sfida in una reale opportunità per tutte le aziende, indipendentemente dalle dimensioni e dall'entità del business.

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E&E Quando si parla di Avid è naturale pensare al video, ma Avid ha una tradizione molto importante anche nel campo dell'audio. Alla IBC 2013 Avid ha presentato la nuova superficie di controllo Avid S6, un passo avanti impressionante che, a partire dagli consolidati standard, garantisce ai tecnici del suono la possibilità di gestire in modo intuitivo, rapido ed immediato ogni studio e ogni tipo di lavorazione, con una ergonomia ed una confidenza senza pari.

AXEL TECHNOLOGY Ormai è difficile catalogare questa azienda emiliana senza rischiare di essere limitativi. Caratterizzata dalla costante capacità di innovare e sviluppare nuove proposte per il mercato, la produzione di Axel spazia ormai da semplici soluzioni software (come quella per aggiungere grafiche e dare un tocco professionale ai contributi video che arrivano in diretta allo studio attraverso smartphone) alle realizzazioni complete chiavi in mano per studi e sistemi radiofonici e televisivi completi. Axel propone soluzioni per l'automazione televisiva e radiofonica, i sistemi di Media Asset Management, fingerprinting, processori audio, sistemi di grafica, ibridi telefonici, sistemi di gestione di rete NMS, sistemi di fingerprinting. Le realizzazioni più complesse sono sicuramente l'allestimento "chiavi in mano" di studi completi per emittenti televisive e radiofoniche; la grande esperienza maturata nel corso di questi anni da Axel consente di effettuare una accurata analisi delle necessità prospettate dal cliente, sviluppando quindi una soluzione estremamente personalizzata in grado di vestire al meglio quella specifica realtà.

DVS DVS, azienda ormai perfettamente integrata nell’orbita Rohde&Schwarz, ha presentato la propria soluzione di storage flessibile SpycerBox, le cui prestazioni consentono di “lavorare” addirittura con i formati 4K e 8K. Disponibile in una gamma di versioni, SpycerBox si integra perfettamente in qualsiasi ambiente di storage NAS o SAN grazie alla sua ampia gamma di interfacce opzionali. I drive allo stato solido integrati nel SpycerBox Flex SSD consentono al dispositivo un livello fenomenale di velocità e prestazioni, raggiungendo bit-rate di oltre 12 GB/s. Le ridotte latenze della soluzione di storage DVS supportano inoltre impieghi intensivi con applicazioni molto “esigenti” in termini di IOPS (input/output per second, dovremo abituarci a questi acronimi informatici) che prevedano anche diverse centinaia di postazioni contemporaneamente attive. Conseguentemente, di prim’ordine sono le prestazioni anche in termini di controllo, indicizzazione, ricerca e gestione dei diversi contenuti.

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E&E AUDIO AEQ Quest’anno AEQ ha fatto venti: sono passati vent’anni dalla prima apparizione del marchio AEQ all’IBC. Le novità erano numerose, e difatti lo stand si presentava particolarmente affollato di prodotti e visitatori. AEQ Systel-IP, un sistema di messa in onda di contributi esterni e chiamate multi-conferenza per talk-show e programmi radio e televisivi. SYSTEL-IP si basa sulla tecnologia VoIP, migliorando notevolmente la qualità audio e aumentando la flessibilità complessiva. Disponibile in versioni da 4 linee per 2 studi a 12 linee per (fino a) quattro studi. Il nuovo sistema AOIP è una soluzione completa che permette di collegare le console ed i router di AEQ con quelli di altri produttori, condividendo fino a 512 canali audio su una rete Gigabit Ethernet. Il trasporto audio è sincronizzato, con una latenza impercettibile. I moduli da 32 ingressi e 32 uscite sono stati sviluppati per le console di missaggio digitale Forum, Gran Forum, e Arena. A queste si aggiunge una soluzione I/O a 16 canali sviluppata per la nuova console di missaggio digitale Capitol IP. Lo scorso anno AEQ aveva rilasciato gli Audio Codec Mercury e Venus IP, insieme al software di controllo ControlPhoenix, compatibile anche con il Phoenix Studio. AEQ completa ora la gamma con un doppio codec audio full duplex con le stesse caratteristiche del Phoenix Venus, cui si aggiunge il vantaggio della connettvità IP con una interfaccia X21 / V35 ed una interfaccia ISDN. Il codec prevede il backup automatico ed completamente gestibile dal pannello frontale. Nuova anche la console per audio digitale Capitol IP, sviluppata in parallelo allo sviluppo dei prodotti "AOIP". Capitol IP è basata sulla diffusa console audio Capitol, con la quale condivide la possibilità di essere utilizzata in rete attraverso interfaccia MADI, alla quale il nuovo modello aggiunge la connettività IP attraverso sedici canali di ingresso e di uscita. COmpleta la Capitol IP una nuova superficie di controllo appositamente realizzata. Concludiamo la panoramica sulle novità AEQ con il nuovo processore audio digitale Sonata, con il quale AEQ entra da protagonista nel mercato dei processori audio con un apparato di fascia alta, a 4 bande, ad un prezzo molto competitivo. L'unità include 20 preset di fabbrica che permettono di scegliere la “firma” sonora della stazione trasmittente, venti banchi di memoria per configurazioni definibili dall’utilizzatore, un completo sistema di timer per la selezione dei preset ad orari definiti e la possibilità di un completo controllo via web.

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E&E DK TECHNOLOGIES Con il lancio dell’Audio e Waveform Monitor PT0800, DK-Technologies ha presentato all’IBC 2013 una vera e propria ammiraglia, caratterizzata da una eccellente combinazione di monitoring audio, loudness e di forme d'onda, con la massima precisione, adatto per l’impiego in ogni applicazione di monitoring. La sezione video è affiancata da una serie di strumenti per l’audio, con grafici a barre, Moving Coil Emulation, analisi di spettro FFT e altro ancora, tutto attraverso l’esclusiva tecnologia di visualizzazione DK StarFish. Il DK-Technologies PT0800 è altamente personalizzabile e consente all’utente di selezionare la combinazione preferita di strumenti audio e video per l’applicazione specifica. L’hardware del PT0800 è modulare, e può avere una combinazione a scelta di input/output AES, HD SDI, analogico, Dolby E e fino a 4 ingressi camera con un massimo di 64 ingressi e 16 uscite audio, tutte gestibili con i preset di controllo. Altra novità dell’IBC2013: il meter audio DK T7, con interfaccia touch. Il DK T7 è in grado di effettuare ogni tipo di misura disponibile sulla gamma degli analizzatori audio DK, e comprende anche una preview delle immagini 3G-SDI e la capacità di leggere e loggare i time-code SMPTE, una caratteristica che è stata aggiunta di recente anche al resto della gamma di misuratori audio DK-Technologies. Il DK T7 consente agli utenti finali di gestire praticamente qualsiasi formato, compreso il 3G-SDI. Il DK T7 offre anche otto canali I/O AES/EBU, due ingressi analogici, l’uscita cuffie e uscita per monitor HDMI.

DPA MICROPHONES DPA Microphones ha un proposito ambizioso: catturare, attraverso i propri microfoni, suono HD che possa dare allo spettatore le medesime emozioni delle immagini HD. La gamma DPA Microphones è davvero completa, e spazia sull’intero arco delle applicazioni audio broadcast, dai semplici microfoni lavalier o headset all’allestimento microfonico completo per una produzione da prima serata, da una semplice intervista al programma televisivo completo. Christian Poulsen , CEO di DPA Microphones , dice: "La gente passa molto tempo davanti al televisore, e il coinvolgimento che possono provare dipende da due cose: le immagini che vedono e i suoni che ascoltano. Questo è dove i microfoni DPA fanno la differenza.” Accanto ai classici microfoni miniaturizzati DPA, segnaliamo il nuovo microfono shotgun d:dicate 4017C, una versione accorciata del conosciuto d:dicate 4017B. La modularità della serie d:dicate fa un passo avanti, grazie al riuscito abbinamento fra l’apprezzata capsula shotgun 4017 e il preamplificatore compatto tipo “C”. Il risultato è un microfono ideale per registrazioni in spazi ristretti e sale in cui l'altezza del soffitto è limi-

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E&E tata. Il modello 4017C-R offre poi le medesime funzionalità del 4017B-R (che è il microfono shotgun 4017B abbinato ad un frangivento Rycote) utilizzando il microfono 4017C e uno schermo Rycote più piccolo, per dare ai giornalisti e a chi opera in esterni una soluzione completa per ottenere un suono chiaro e molto direzionale, a prescindere dal tempo e dalle condizioni ambientali.

GENELEC Fermarsi ad ascoltare i monitor Genelec è sempre un piacere, che anche quest’anno non ci siamo fatti mancare. Abbiamo ascoltato gli ultimi arrivi della serie SAM Monitor, i modelli 1237A/1238A. Sono due monitor a tre vie in grado di adattare la propria risposta in frequenza per adattarsi all’ambiente in cui sono inseriti per ottenere un perfetto allineamento dei livelli di volume nella posizione di ascolto. Entrambi i monitor possono essere sia free-standing o da incasso. Venendo alla Serie 8000, definita dalla stessa Genelec “l’apice di un percorso di 35 anni di ricerca nel campo dei diffusori”, troviamo modelli adatti ad una vasta gamma di attività, tra cui il monitoraggio near-field, per l’allestimento di mezzi mobili, all’interno di control room e per l’allestimento di sistemi audio surround. I monitor della Serie 8000 producono elevati livelli di SPL con una ridotta colorazione del suono e una risposta in frequenza particolarmente estesa ma conservando dimensioni decisamente ridotte. I sistemi Minimum Diffraction Enclosure (MDE) e Directivity Control Waveguide (DCW) combinano i propri effetti per ottenere un eccellente bilanciamento delle frequenze anche negli ambienti acustici più difficili. Genelec non dimentica poi l’aspetto dei consumi energetici e della sostenibilità ambientale: un pensiero evidente anche nei materiali utilizzati per i prodotti Genelec. I monitor della Serie 8000 sono realizzati utilizzando alluminio riciclato, la nuova Serie M ha un rivestimento composito naturale. Il sistema ISS riduce poi al minimo lo spreco di energia, riducendo in modo significativo i consumi quando i monitor elementi vengono lasciati in stand-by, fino a meno di 0,5 watt.

SENNHEISER Sennheiser ha lanciato un innovativo sistema in grado di registrare informazioni audio surround multi canale su 5.1 canali partendo da una ripresa a due canali. Si chiama Esfera, è nato per il broadcast, sarà disponibile dal marzo 2014, ed è in grado di semplificare di molto le installazioni per le riprese in surround 5.1. Il Sistema si basa su una coppia di microfoni in configurazione XY di alta qualità progettati sulla rinomata tecnologia RF a condensatore di Sennheiser e un processore a rack che converte il segnale in surround multi canale completo su 5.1 canali. Utiliz-

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E&E zabile in più settori broadcast, dal vivo o nella post produzione, ha dimensioni compatte e una facile connettività così da garantire immediata integrazione nell’ambito professionale. Impossibile pensare a Sennheiser senza parare di cuffie: per rendere il lavoro dei professionisti ancora più performante, aggiornati i modelli di cuffie dedicate al mercato broadcast, per migliorare il comfort, la protezione contro le interferenze elettromagnetiche e il rumore dovuto alla manipolazione del cavo e del microfono. Per i grandi eventi, proposto un aggiornamento del software di gestione del Sistema Digital 9000 che permette di tenere sotto controllo (mediante una sola uscita monitor) fino a 4 Sistemi Sennheiser EM 9046 aventi ciascuno otto canali riceventi e concatenati tra loro. Disponibile ora anche la versione per computer Apple e Windows del sistema di controllo per radiomicrofoni Sennheiser WSM, Wireless Systems Manager 4.0, che permette al fonico di effettuare il setup, coordinare e monitorare i sistemi radiomicrofonici e di monitoring di Sennheiser di tipo wireless, dalla serie Evolution Wireless G3 alla top di gamma Serie Digital 9000. Una semplice procedura di import -export di liste di frequenze semplifica il setup del sistema wireless, ed è possibile la gestione di sistemi di monitoring e di radiomicrofoni in una singola unica schermata.


F&N FLASH&NEWS

La rivoluzione dei cinema passa per il satellite Non ci sono più i cinema di una volta: la pellicola scompare, avanza la digitalizzazione. Ma non sono più quelli di una volta anche perché sono collegati via satellite: alle sale equipaggiate con parabola e ricevitore satellitare professionale i film e gli eventi da proiettare, come teatro, balletto, opere liriche e sport, sono trasmessi dal cielo. Meno traffico per le strade, più sicurezza nell’ottenere i contenuti, più varietà dell’offerta. Artefice di questa rivoluzione è Open Sky Cinema, società che in anticipo sui tempi – dal 2006 – ha compreso le grandi potenzialità del satellite, specializzandosi nella trasmissione alle sale di contenuti digitali in Alta Definizione 2D e 3D. Open Sky Cinema costituisce oggi un punto di riferimento per il mercato nazionale ed europeo, lavorando con i maggiori distributori cinematografici ed avendo costruito un network di sale che ormai viaggia verso le 1500 unità, numero da leadership europea. Di que-

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ste, quasi 500 si trovano in Italia. Walter Munarini (nella foto), DG di Open Sky Cinema, si sofferma ancora sui numeri: «Nel 2013 abbiamo “consegnato” 250 film e 50 eventi, perlopiù live; praticamente un contenuto trasmesso al giorno». Open Sky Cinema usa i satelliti Eutelsat e gestisce il “traffico” dei contenuti attraverso i teleporti di Rambouillet, vicino a Parigi, e di Vicenza. «Gestire significa controllare trasmissione e ricezione dei contenuti. – spiega Munarini – Siamo in grado di farlo grazie ad un software proprietario che abbiamo sviluppato internamente». Questo software permette inoltre la trasmissione live da una sala verso altre collegate, integrando segnale broadbande broadcast. È quanto successo, per esempio, il 1 febbraio scorso dal cinema Anteo di Milano: a chiusura del Forum delle politiche sociali del Comune di Milano è stato organizzato un incontro con l’assessore

Pierfrancesco Majorino, Nando Dalla Chiesa, il regista Pif e la giornalista Barbara Sorrentini trasmesso a decine di sale e seguito dalla proiezione in simultanea de “La mafia uccide solo d'estate”, il film diretto da Pif. «Con la nostra tecnologia la sala diventa produttore di contenuti che il satellite mette a disposizione di una platea di spettatori molto più ampia. – afferma Munarini – Abbiamo definito questa nuova funzione “cinemittente”». Secondo Munarini Open Sky Cinema è una soluzione che soddisfa le esigenze dei grandi multiplex ed anche dei cinema cittadini. «Il costo del kit – conclude – si aggira sui 6 mila euro e sull’acquisto è previsto un credito d’imposta pari al 30%, oltre ad eventuali contributi ricevuti tramite bandi regionali».

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F&N FLASH&NEWS

MusicMaster V5 e la programmazione dei contenuti musicali MusicMaster per Windows versione 5 è la nuova generazione del più potente strumento di pianificazione musicale mai sviluppato. MusicMaster per Windows ha rivoluzionato l'arte della programmazione musicale assistita con l'introduzione del concept Optimum Goal Scheduling: con MusicMaster la programmazione musicale ha smesso di funzionare come un computer e ha iniziato a “pensare” come un essere umano, selezionando realmente il brano migliore per ogni singola posizione, piuttosto che il primo della lista dei “pezzi” che soddisfano determinate regole. Optimum Goal Scheduling è in grado di capire esattamente quello che serve per quella posizione. Non solo: dà precedenza ai brani non suonati da più tempo e ruota

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ogni canzone attraverso il maggior numero possibile di ore o fasce orarie, cercando al contempo di separare i brani dello stesso artista secondo la “distanza” ideale che viene calcolata per ogni artista in modo dinamico. La versione 5 di MusicMaster aggiunge tre nuove possibilità per la pianificazione Optimum Goal Scheduling: Optimum Spin Consistency permette di mantenere uniforme la rotazione di tutti i brani che appartengono ad una medesima

categoria, Optimum Rule Performance permette di far emergere i brani che hanno maggiore difficoltà a soddisfare l’insieme delle regole definite dalla stazione, trovando per ciascun brano il posto migliore per mettersi in luce, Optimum Radial Spread (forse la nuova fun-

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F&N zione più sorprendente) “pensa” tenendo presente lo storico della programmazione, esattamente come se un operatore dovesse mettersi a pianificare automaticamente ogni singolo brano

MERCATO IN ESPANSIONE

MOLTE NEWS MusicMaster si arricchisce inoltre delle nuovissime mApps. mCloud per lo scheduling a distanza: i programmatori freelance e le “guest

di Visual Radio, permette di sfruttare in pieno le funzionalità che la radio DAB, la tV e i player internet vi possono offrire. Le immagini e la grafica possono essere gestite con la massima flessibilità per creare il mix più accattivante, esattamente come MusicMaster sa fare per i brani musicali. MusicMaster è in Italia con BV Media: www.bvmedia.it

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VETRINA COMMERCIALE

Il numero di persone che nel mondo utilizzano MusicMaster per Windows è cresciuto rapidamente, e sembra che ogni nuovo cliente abbia almeno una esigenza nuova e assolutamente unica. un altro dei punti di forza di MusicMaster è l’abilità del team di sviluppo di integrare i diversi suggerimenti e le diverse richieste che arrivano “dal campo”, insieme alla capacità di osservare il modo di lavorare dei diversi clienti, per trovare poi modi sempre nuovi e sempre più efficaci per rendere il lavoro delle stazioni radio sempre più facile e il “sound” sempre migliore.

star” musicali possono ora lavorare sui loro programmi da casa. mCloud permette l’accesso remoto sia al sistema di pianificazione che all’archivio musicale. mArchive è un sistema di query fra database multipli: permette di collegare diversi sistemi di archiviazione, per ricercare e trasferire dati in MusicMaster tramite un semplice clic del mouse. tutto è disponibile in rete, da un brano appena inser i t o all’aggiunta di dati a record già archiviati. mVisual permette di gestire la visualizzazione dei contenuti. Pensato per gestire le applicazioni

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F&N FLASH&NEWS

Prase riparte in quarta con il marchio Shure! e già che c’è, torna da ISe 2014 con il prestigioso riconoscimento "Distributor of the year" Da gennaio 2014 Prase engineering è il nuovo distributore esclusivo Shure per l'Italia. L’incontro di due realtà affermate e prestigiose promette il meglio per gli utilizzatori italiani. Abbiamo raccolto alcune dichiarazioni da entrambe le sponde per meglio comprendere il presente e il futuro di questo accordo. Ron Marchant, Sales Manager eMeA di Shure, ha dichiarato che "la loro focalizzazione del business e i loro punti di forza bene si allineano rispetto alla nostra strategia commerciale in Italia e ci posizionano ottimamente per una crescita futura, in particolare, nel mercato della System Integration". Nell'ambito di questa nuova sinergia commerciale Ennio Prase, CeO di Prase engineering (nella foto con Alberto Prase), ha da parte sua aggiunto: "Siamo estremamente entusiasti di rappresentare Shure in Italia. L'aggiunta di una così ampia gamma di prodotti integra e rafforza in

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modo significativo il nostro portafoglio attuale e ci permette di offrire una gamma ancora più vasta di soluzioni innovative a valore aggiunto per l'integrazione di sistemi audio". Alberto Prase, direttore commerciale e Amministratore Delegato dell'azienda veneta, delinea così i prossimi passi di questo importante accordo: "Questa partnership ci consentirà di incrementare la capillare e costante presenza della nostra rete vendita sul territorio, oltreché nell'ambito "Pro audio" anche verso i mercati MI e Rental, consolidando la visibilità del marchio e sviluppando nuovi contatti per nuove opportunità commerciali".

BEATI I PRIMI Prase engineering, nel corso della recente manifestazione ISe2014 in Amsterdam, ha avuto l'indubbia soddisfazione di vedersi assegnare il riconoscimento internazio-

nale quale "Distributor of the year". Secondo la s t e s s a Prase, l'assegnazione del primo premio del I n AVa t i o n Awards 2014 acquisisce ancor più prestigio per il fatto che questa categoria è stata istituita proprio quest'anno e quindi, per la sua conquista, erano in lizza tutte le migliori aziende a livello eMeA (europa, Africa e Medio Oriente) nell'ambito sia audio che video. Dopo il riconoscimento, Prase ha commentato: “È il secondo anno consecutivo che la nostra azienda riceve un premio in questa importante manifestazione internazionale e quindi questo "trend" conferma la sensazione che stiamo lavorando nella giusta direzione”.

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PRASE ENGINEERING DISTRIBUISCE SHURE ! La Prase Engineering S.p.A. è lieta di annunciare che, dal 16 gennaio 2014, sarà il nuovo canale di distribuzione per l’Italia di Shure. Partendo da una ventennale esperienza nell’audio professionale, la nostra azienda si presenta al mercato MI e Rental con questo prestigioso marchio per completare così la propria proposta globale verso il mercato italiano.

La nostra esperienza al servizio di una nuova opportunità

Prase Engineering S.p.A. Via Nobel, 10 • 30020 Noventa di Piave (Ve) • Italy Tel. +39 0421 571411 • Fax +39 0421 571480 www.prase.it • info@prase.it



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