Broadcast & Production - Numero 1/2013

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Anno XV - Numero 1 - Febbraio/Marzo 2013

E D I Z I O N E I TA L I A N A D I R A D I O W O R L D & T V T E C H N O L O G Y

SEGNALI DAL CES DI LAS VEGAS

2013: aspettiamocene di tutti i colori... digitali!

Sommario NEWS

pag. 3

FILMMAKERS

pag.14

WEB TV

pag.16

WEB RADIO

pag.20

DIGITAL RADIO pag.22 LE TELEVISIONI IMPOSSIBILI pag.24

REPORT EVENTI CES2013 pag.48 GUIDA TV pag. 52 Automazioni, Newsroom e Storage GUIDA RADIO pag. 68 Automazioni, Newsroom e Storage

O ERTST & S N I CA ON B WE DUCTEIRA PRPORIMAV



NEWS

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Un editoriale “sconvergente”per il nuovo anno Il 2013 promette grandi cambiamenti, un po' di confusione e anche parole complicate. James O'Neal, technology editor di TV Technology, ci racconta dal suo punto di vista privilegiato quello che vede davanti a sé e, anche un pochino dietro l'angolo. Senza farsi mancare qualche parola che, prima dell'era digitale, semplicemente non esisteva. Ad esempio, sapete cos'è lo skeumorfismo? Chi ha risposto "skeuchè?" si consoli: prima di leggere questo articolo, non lo sapevamo neppure noi Come prima cosa, buon anno a tutti noi. Certo dal 1 gennaio è già passato un po' di tempo, ma soprattutto di questi tempi gli auguri non fanno mai male. Ci avevano provato anche i Maya a rovinarci la festa, scrivendo che tutto sarebbe finito il 21 dicembre 2012. E chissà che, da un certo punto di vista, non avessero ragione. Non lo dico per intimorirli: ho iniziato ad occuparmi di broadcasting davvero molto tempo fa (la prima volta che sono entrato in una stazione radiofonica era il 1954, e ho iniziato ad occuparmi di televisione cinque anni dopo), e come tutte le persone della mia età ho attraversato una clamorosa serie di cambiamenti nel modo di fare e di intendere il broadcasting. E non è cominciata solo di recente: è iniziato subito a cambiare continuamente tutto, 50 o 60 anni fa. E ne ho la dimostrazione chiara ogni volta che accendo una radio o un televisore. Circa 30 anni fa, all'interno di molti reparti tecnici negli Stati Uniti, era possibile trovare appeso un cartello, che diceva più o meno: "Una scrivania pulita e ordinata è un chiaro indizio di insanità mentale". Leggere questo cartello mi faceva ogni volta sentire meglio: se diceva il vero, allora io non avrei mai avuto preoccupazioni per la salute del mio cervello. Ora di nuovo anno che si rispetti porta puntualmente con sé una serie di propositi; uno dei più comuni fra tutti noi è riuscire ad eliminare almeno una parte del disordine e della confusione che inevitabilmente troviamo nel nostro ambiente di lavoro e nella nostra vita. Non posso fare a meno di pensare se, magari,

il mondo della televisione non farebbe bene a prefiggersi un traguardo analogo: penso in particolare a quella “sensazione confusa" che mi assale ogni volta che accendo la tv. È cominciato più o meno 20 anni fa, quando per la prima volta le scritte a video che identificavano le stazioni hanno iniziato a essere sostituite da loghi o elementi grafici. In sé, niente di male, se non fosse che negli anni successivi si è scatenata una specie di gara per vedere chi riusciva a riempire di più lo schermo di figure che ballavano, ondeggiavano, dondolavano, saltavano, e poi anche di strani personaggi ed oggetti che improvvisamente prendevano vita e si esibivano in siparietti animati. E naturalmente non ci siamo fatti mancare la colonna sonora: ogni piccolo cabaret a video ha la sua musichetta associata. Siamo arrivati al punto tale che si fa una gran fatica a seguire quello che succede nel programma "grazie" a tutti questi oggetti ed effetti speciali che continuamente si presentano a video. Mi è capitato di vedere che, addirittura all'interno di notiziari, il video riservato ad un servizio filmato o ad un contributo in diretta veniva segregato in una porzione dello schermo al solo scopo di lasciare spazio, e dare maggiore evidenza, agli effetti grafici. Come a dire che la grafica, e le varie aggiunte, sono più importanti del contenuto che si sta proponendo.

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James O’Neal

Per non parlare di quello che accade durante la trasmissione di eventi sportivi in diretta. Ogni volta che mi capita di guardare una partita in televisione, non posso fare a meno di domandarmi perché tutta quella messe di punteggi e dati statistici debba essere così evidente: cari produttori, scusatemi, ma credo che questo modo di fare sia completamente sbagliato. Questa sovraesposizione di elementi grafici artificiali in tv mi ricorda molto da vicino una moda che era molto popolare nei programmi radiofonici più in voga negli anni 1960. Erano letteralmente farciti di effetti, stacchi, suoni e arpeggi che venivano inseriti allo scopo di catturare l'attenzione dell'ascoltatore: il problema era che ci riuscivano così bene al punto che l'attenzione dell'ascoltatore si concentrava su questi elementi aggiuntivi piuttosto che sul reale contenuto. Mi ricordo che, agli inizi, le scritte in sovraimpressione venivano create utilizzando lettere trasferibili, che venivano impresse su un cartoncino. Questo veniva fotografato, e si otteneva una diapositiva 35 mm, che veniva proiettata per ottenere l'effetto desiderato. È sicuramente meraviglioso poter disporre della tecnologia in grado di creare e gestire sia questi effetti sia tante nozioni così complesse. Ma è proprio necessario dover fare uno sfoggio muscolare di questa tecnologia per 24 ore al giorno? Quando l'ecologia iniziò ad essere un tema di punta (eravamo nel pieno degli anni 1970) ero impegnato nella produzione di un talkshow a cui partecipavano diversi esperti di tutela e tecnologie ambientali. Una delle conclusioni a cui arrivò il programma fu: "È vero, P R O D U C T I O N

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disponiamo della tecnologia e di tutto quanto serve per trasformare l'isola di Long Island in una gigantesca pista di atterraggio, asfaltandone ogni centimetro quadrato. Ma il fatto che "siamo in grado" di farlo non vuol necessariamente dire che "dobbiamo" farlo". Questa conclusione mi è rimasta impressa, e credo che sia perfettamente applicabile all'uso che si fa della grafica ai giorni nostri. E mi viene anche da pensare ad una recensione che mi capitò di leggere a proposito della versione cinematografica di "Thoroughly Modern Millie" (un conosciuto musical americano dal quale George Roy Hill trasse un film nel 1967, interpretato da Julie Andrews - NdT): "sarebbe stato bello se fosse durato la metà": per vederlo tutto servivano 138 minuti!

All'ultimo convegno della Broadcast Technology Society dell'IEEE ho avuto il privilegio di ascoltare Sam Matheny, vice presidente di Capitol Broadcasting per le strategie e l'innovazione, parlare a proposito dello "skeumorfismo". Ammetto che nemmeno io ne avevo mai sentito parlare prima di ascoltare l'intervento di Matheny. Per skeumorfismo si intende l'intenzionale aggiunta di elementi distintivi tipici di una tecnologia o di un oggetto ben conosciuti a un oggetto "funzionalmente corrispondente", ma realizzato con una tecnologia che di per sé, non avrebbe strettamente bisogno di quell'elemento distintivo. L'esempio migliore è il "click" che fanno le macchine fotografiche digitali quando "scattano" una foto. Tecnicamente non sarebbe strettamente necessario emettere un suono che emula il rumore di un otturatore meccanico: per dare conferma che la foto è stata effettivamente scattata potrebbero bastare il lampeggiare di una led o un generico "bip". Però tutti noi conosciamo bene il suono di un otturatore, e siamo abituati a sentirlo quando scattiamo la fotografia. Questo piccolo inganno serve quindi ad aumentare il nostro livello di comfort e a minimizzare il nostro disagio nel passaggio a (e poi anche durante l'impiego di) una nuova tecnologia. Potevamo vedere qualcosa di simile nelle prime titolatrici, create dai pionieri di 3M, Vidifont e Chyron: i caratteri che apparivano sullo schermo avevano un che di "già visto" ed erano familiari a chi era abituato alle scritte create con la tecnologia fotografica di cui sopra. È indubbiamente utile vedere apparire ogni tanto un nome che ci spiega quello che stiamo vedendo o che aiuta a capire quale canale abbiamo selezionato, indipendentemente dalla

La differenza fra quantità e qualità Capisco perfettamente la necessità di creare e difendere quella che si chiama la "station identity", capisco le esigenze del branding, ma ho abbastanza capelli grigi in testa per ricordarmi di quando il nome della stazione o, al massimo, una "chiave" con il logo della rete erano sufficienti per creare una adeguata "identità". Si potrebbe proporre a qualche broadcaster un esperimento interessante: eliminare dagli schermi tutta quella paccottiglia grafica per una settimana, e studiare poi la reazione dei telespettatori. Oppure, se uno non se la sentisse di fare una scelta così estrema, si potrebbe provare a trasmettere su un canale digitale a parte una versione senza orpelli del segnale principale. Per quanto mi riguarda, mi accorgo che mi capita sempre più spesso di guardare dei DVD piuttosto che i programmi trasmessi dalle emittenti.

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Sam Matheny

tecnologia che si impiega per farlo. L'impressione però è che, una volta trovato il modo di fare queste cose per via elettronica, qualcosa è andato fuori controllo. Sam Matheny ha usato anche un'altra parola stuzzicante, e questa non è nel dizionario: "diconvergence" (potremmo tradurla in "sconvergenza", N.d.T.). L'ha definita come uno strisciante conflitto di interessi, idee e scopi che, applicati ad un intento univoco, in realtà falliscono la convergenza e producono un risultato totalmente divergente. Anche il concetto di "sconvergenza" potrebbe essere applicato all'abuso delle grafiche. Per fare un esempio di sconvergenza, Matheny ha citato l'uso di televisori a grande schermo per visualizzare contenuti pensati per schermi molto più piccoli. È quello che i broadcaster si trovano a fare quando devono confezionare uno contenuto che, allo stesso tempo, debba essere visualizzato su enormi schermi Full HD e sui piccoli display dei ricevitori portatili. Ed è proprio osservando un grande schermo che ci si rende conto di come l'eccesso di grafica risulti controproducente: a cosa serve etichettare ogni elemento che appare sullo schermo (tra l'altro con grafiche circonvolute) quando lo schermo è così grande che ogni persona senza problemi di vista è perfettamente in grado di identificarlo senza bisogno di ulteriori aggiunte? (James O'Neal)

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Eutelsat Tv Awards: premiati tre canali italiani La cerimonia di premiazione del prestigioso riconoscimento ha assegnato 13 statuette ad altrettanti canali satellitari. L’innovazione è stato l’elemento che ha prevalso nel giudizio positivo

Tecnologia, attenzione verso le nuove frontiere della comunicazione e capacità di cogliere i cambiamenti del mercato sono stati i protagonisti degli Eutelsat Awards 2012. L’evento, che ogni anno premia i migliori canali televisivi satellitari del mondo, ha visto la partecipazione di 120 canali, provenienti da 19 paesi. The Eutelsat TV Awards è un evento promosso da Eutelsat, operatore satellitare leader in Europa, in collaborazione con Eurovisioni, festival europeo dedicato a cinema e televisione, e con SAT Expo, la Fiera internazionale delle telecomunicazioni digitali e satellitari. L’evento di quest’anno è stato sponsorizzato da Thales Alenia Space e da Astrium.

Fra i 32 nominati, ben sette i canali italiani, due dei quali si sono aggiudicati la prestigiosa statuetta: Real Time nella categoria Lifestyle e Sky TG24 nella categoria News. Oltre ai premi conferiti dalla giuria, Eutelsat ha assegnato a Venezia due premi speciali. Il primo, al gruppo Sky Sport per la copertura eccezionale delle Olimpiadi di Londra 2012, con 13 canali dedicati, di cui 12 in HD e uno in 3D e un team di 60 atleti italiani che ha lavorato a fianco di giornalisti di Sky Sport per commentare tutte le gare dell'evento. Il secondo premio è andato a TVM (emittente nazionale del Madagascar) per l’impegno nei suoi programmi a rispecchiare la diversità regionale del Madagascar e per la produzione di fiction che affrontano in maniera diretta le problematiche della realtà. «Programmazione creativa, l'impegno con gli spettatori e una spiccata sensibilità per le nuove tendenze sono fondamentali per una grande TV», ha detto Michel de Rosen, CEO di Eutelsat, alla premiazione degli Eutelsat TV Awards a Venezia. «Siamo lieti di approfittare di questo momento per celebrare i successi degli uomini e delle donne che ci hanno fatto divertire, educato e informato utilizzando sia la TV tradizionale sia altre piattaforme per veicolare i loro contenuti». Duilio Giammaria, coordinatore della giuria ha aggiunto: «Non è un eufemismo affermare che il 2012 è un anno storico per la TV. Un’audience da record in tutto il mondo per grandi eventi come le Olimpiadi e le emittenti televisive hanno mostrato la loro enorme capacità di creare idee innovative nella programmazione e di trasformare la presenza di

Un vero galà La premiazione, che si è svolta a fine 2012 al Molino Stucky Hilton di Venezia, ha assegnato “Gea”, la pregiata statuetta a 13 canali satellitari. La serata di gala, condotta da Kate Silverton, nota giornalista e reporter televisiva, ha rappresentato un momento di valorizzazione della cultura che viaggia su satellite e ha visto la partecipazione di importanti rappresentanti del mondo dello sport e dello spettacolo quali Daniele Molmenti, campione olimpico di canottaggio a Londra 2012 e la popstar Karima. SkyTG24

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nuove piattaforme e le mutate abitudini dei telespettatori a loro vantaggio. Un grande spettacolo dal grande contenuto! Questo è ciò che abbiamo celebrato questa sera agli Eutelsat TV Award. Congratulazioni a tutti i partecipanti!».

I Vincitori Teletoon+ (Polonia) nella categoria Ragazzi; Top Secret (Russia) e la Special Mention a Pasto TV (Afghanistan) nella categoria Cultura e Documentari; Real Time (Italia) nella categoria Lifestyle; Sky TG24 (Italia) nella categoria News; Shakespeare from Kabul (UK - BBC Persian) nella categoria Miglior Programma; Spiegel TV Wissen (Germania) nella categoria Miglior Nuovo Canale; Premiera (Russia) nella categoria Cinema; MBC 1 HD (Emirati Arabi) nella categoria Fiction ed Entertainement; C Music TV (UK) nella categoria Musica; Eurosport (Francia) nella categoria Sport; TRT Haber (Turchia) nella categoria Scelta del Pubblico. Sky Sport

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COMMUNICATIONS


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Leggerezza e trasportabilità al Micro Salon di Roma Il Teatro 1 di Cinecittà apre le porte al Micro Salon, “vetrina di nuove tecnologie per il mondo cineaudiovisivo” come recita il comunicato ufficiale, organizzato da AIC (Associazione Italiana Autori della Fotografia Cinematografica) e Anica (Associazione Italiana Industrie Cinematografiche, Audiovisive e Multimediali). Molte presenze registrate agli stand degli espositori, sia tra gli addetti ai lavori che tra semplici appassionati e curiosi. Del resto non capita tutti i giorni di poter ammirare contemporaneamente i prodotti di aziende come Canon, in partnership con Trans Audio Video, Cartoni, Working Easy, Arri Piumaworld, k5600 Ligthing e molti altri. Un appuntamento all’insegna della leggerezza, a testimonianza del fatto che si procede sempre più verso una crescente miniaturizzazione della tecnologia: le macchine ingombranti che venivano utilizzate fino a qualche tempo fa sono solo un lontano ricordo. In quest’ottica, Cartoni presenta Jibo, un braccio di due metri che supporta fino a 20kg di peso e che si monta in

tre minuti, costituito da tre semplici sezioni facilmente trasportabili in una borsa dedicata (non inclusa nel prezzo). Sempre a proposito di leggerezza, diversi i modelli di droni presentati, per riprese aeree spettacolari, o le bizzarre soluzioni “in movimento” come quelle offerte da Piumaworld, montate addirittura su una Smart. Le camere Canon della gamma EOS Cinema, compatte e leggere ma allo stesso tempo versatili e potenti, si prestano molto a questo tipo di utilizzo, soprattutto grazie alle dimensioni ridotte. K5600 Lighting punta ancora sul sistema Loker Bug, nelle versioni 200, 400, 800 e 1600, dalle alte prestazioni ma dalle dimensioni notevolmente compatte. Ad agevolare il trasporto di camere e accessori, come sempre ci pensa Working Easy, con la sua vasta gamma di borse e cover,

utilissime soprattutto in esterna e in condizioni di tempo non proprio favorevoli. Molto interessante anche il workshop sulle novità della produzione e distribuzione digitale, a chiusura dei due giorni di esposizione, e la mostra organizzata dall’AIC sulle macchine da presa d’epoca, per un tuffo in un passato da cui, nonostante l’ormai consolidata affermazione delle nuove tecnologie digitali, non possiamo prescindere. (Enrico Ventrice)

Ottiche Canon

Borse Working Easy

Supporti Cartoni

Droni volanti

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News Gathering

be the first on air XDCAM HD422, la migliore line-up Sony di sempre, porta l’efficienza della produzione broadcast e la velocità del workflow a un nuovo livello. Per maggiori informazioni sulle ultime novità per applicazioni ENG, visita pro.sony.eu/eng

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Grande interesse per i nuovi pannelli luminosi Dual-Color 1120 a led di Lupo Light Alla prima uscita dei pannelli Lupoled560 e Lupoled560DMX i professionisti che li avevano acquistati si erano accorti subito dell'elevato standard costruttivo raggiunto dalla Lupo Light, azienda storica tuttora presieduta dall'Ing. Lupo ora coadiuvato dal figlio Ing. Carlo, che si è dedicato in particolare allo studio dei led ad uso fotografico e video. L'elevato standard costruttivo è stato raggiunto sia per i materiali impiegati, quali la fibra di carbonio leggerissima e resistente agli urti, sia soprattutto per i led montati sulla piastra, che sono di eccezionale qualità e totalmente esenti da dominanti verdi, comuni a tutti i led di bassa qualità con CRI inferiore a 80. Il CRI di tutti i pannelli LupoLed è superiore a 94 (più alto è il CRI più il bilanciamento dei colori è buono). Ai tecnici della Lupolight veniva però ancora richiesta una ulteriore possibilità di lavoro di questi pannelli, cioè la capacità di passare istantaneamente a una qualsiasi temperatura di colore compresa da 5600°k a 3200°K. Questo avrebbe consentito al professionista di adattare in maniera istantanea la luce emessa dal pannello con quella esterna (passando dalla luce diurna a 5600°K, a quella artificiale a 3200°K).questo rappresenta per il professionista del video una grossa opportunità perché può sempre perfettamente bilanciare la luce dell'apparecchio con l'esterno, senza creare squilibri di temperatura

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colore tra la luce emessa dall'apparecchio e quella dell'ambiente (cosa importantissima per il settaggio della macchina).

Gli extra del Lupoled 1120 Ma il pannello Lupoled 1120 dual-color può fare ancora di più. Una volta impostata la temperatura di colore uguale a quella esterna è possibile, azionando una seconda manopola, diminuire o alzare l'intensità luminosa, sempre mantenendo perfettamente bilanciata la temperatura di colore prescelta. Tutte queste operazioni possono essere fatte manualmente tenendo in mano l'apparecchio, che è molto leggero (1,4 kg), oppure tramite controllo DMX a distanza a mezzo consolle. Il sistema di controllo DMX è già integrato nell'apparecchio e uno schermo a display consente di visualizzare la temperatura di colore a cui si sta lavorando e l'intensità luminosa prescelta, anche quando si lavora manualmente. A detta di molti professionisti che hanno acquistato questi modelli, i Lupoled1120 dual-color si posizionano al vertice di questo mercato e non solo per questa multifunzionalità di variare la temperatura di colore e l'intensità luminosa, ma per l'altissima resa dei colori (CRI>94) dovuta alla scelta dei Led perfettamente bilanciati e non tendenti al verde. Inoltre questi pannelli, dotati di 1120 Led, risultano molto potenti. Completano questa serie una gamma di accessori, quali: la batteria (da soli 600 grammi, molto leggera) a ioni di litio, con durata di circa 3 ore a massima potenza ad attacco V-mount; il carica batterie dedicato; la piastra V-mount con relativo cavo per l'apparecchio; la pratica borsa imbottita per il trasporto che può contenere il pannello e tutti questi &

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accessori. Per tutte le informazioni che il professionista desidera ricevere l'ufficio commerciale della Lupo Light è a disposizione. Chiudiamo riassumendo alcune specifiche tecniche:1120 LEDs con esclusiva tecnologia Lupoled (CRI>94); temperatura di colore: variabile da 5600°K a 3200°K; superleggeri, compatti e maneggevoli (1,4 Kg); Dimensioni: 350x260x48 mm; funzionamento a batteria o a corrente di rete; controllo DMX integrato; assenza di calore emesso; dimmerabili in continuo da 0 a 100%; tecnologia Flicker Free; bassissimo consumo di appena 38W; resa luminosa: pari a circa 650W di una lampada a incandescenza; vano portafiltri integrato; lunga vita delle esclusive lampade LEDs (50.000 ore); autonomia con batteria di circa 3 ore.

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Net Insight ha supportato Swisscom Broadcast nell’impegnativo balzo verso il futuro Ecco la sintesi di un importante intervento d’innovazione che è stato realizzato presto e bene La Soluzione

Swisscom Broadcast è il primo distributore terrestre di radio e TV in Svizzera, che offre servizi in diverse aree di diffusione radiotelevisiva, torri e progettazione di reti di comunicazione, servizi per eventi e contribuzione TV.

Swisscom Broadcast ci ha messo un sacco di impegno nella ricerca di una soluzione stabile e affidabile, che supportasse anche le trasmissioni ad alta definizione, e si basasse su di un sistema di semplice configurazione per fornire una qualità senza compromessi. Una delle sfide principali è che Swisscom Broadcast ha dovuto eseguire il roll-out e il collaudo della nuova rete in sole cinque settimane, cioè nel breve lasso di tempo tra la fine della stagione calcistica e l'inizio della stagione invernale. E sapevano che avrebbero avuto bisogno di assistenza da parte del fornitore per garantire una transizione graduale e pienamente funzionale. Swisscom Broadcast ha scelto Net Insight e in particolare la soluzione Nimbra, che rispondeva alle plurime condizioni sopra citate.

Il problema Swisscom Broadcast necessitava di garantire servizi video in diretta che fossero affidabili e ad alta qualità, principalmente per i campionati di calcio e di hockey in Svizzera, consentendo alle stazioni televisive di ricevere le dirette presso i rispettivi studi. La rete Swisscom esistente di contribuzione video aveva raggiunto i suoi limiti, ma sempre più canali venivano richiesti dai clienti da e per i luoghi degli eventi; e venivano richiesti anche più servizi, quali la possibilità di integrare la comunicazione, offrendo servizi di video, audio e dati. Al fine di far fronte alle crescenti esigenze del mercato per i servizi di contribuzione, Swisscom Broadcast ha deciso di investire in una nuova piattaforma per fornire servizi avanzati ed a prova di futuro. Ciò che Swisscom Broadcast ha richiesto era una rete che soddisfacesse le richieste dei propri clienti per quanto riguarda i formati, la capacità complessiva e la facilità d'uso. Per Swisscom Broadcast i requisiti da garantire erano molto alti; ad esempio, hanno richiesto l'integrazione di compressione JPEG2000 per ottimizzare l'uso della larghezza di banda, nonché per assicurare una maggiore funzionalità, con trasmissioni point-tomultipoint, connessioni any-to-any, servizi integrati LAN, costante monitoraggio e anche più canali per ciascuna sede servita.

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I risultati In collaborazione con Net Insight, Swisscom Broadcast è stata in grado di aggiornare la propria rete e di sostituire tutti i videohardware, nel previsto periodo di tempo, decisamente limitato, di cinque settimane. "Net Insight ha anche fornito una formazione molto professionale, ed un supporto molto buono ad un prezzo decisamente vantaggioso" ha dichiarato Stefan Leuthold, responsabile

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Stefan Leuthold

dello sviluppo del progetto Business Swisscom Broadcast. La rete è in esercizio dallo scorso luglio ed è stato molto ben accolto dai clienti, in quanto permette loro di migliorare i processi produttivi e la gestione delle connessioni, anche grazie all'applicazione su schermo attivo Touch& Switch. Insomma, Swisscom Broadcast ha confermato che il passaggio alla nuova rete è andato molto bene.

Evoluzione futura Swisscom Broadcast ritiene che il costo di produzione e di trasmissione nel tempo andrà a ridursi e si aspetta anche la possibilità di

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attuare nuovi metodi di lavoro, come per esempio la produzione a distanza, e dal momento che il mondo dello sport è sempre stato uno dei primi a muoversi per le nuove tecnologie, si aspetta altresì di dover gestire nuovi formati, come l'ultra HD, dei quali fare un ulteriore punto di forza del proprio servizio. Nel campo dello sport essi prevedono anche che, oltre al calcio maggiore e ai campionati di hockey, sport anche meno cruciali dovranno essere coperti su una base più regolare da fornitori di servizi TV.

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a cura di Enrico Ventrice*

Life is a journey, not a destination La creatività partenopea torna all’interno della nostra rubrica con Luigi Scaglione, filmmaker dotato di grande talento e di grande ironia, come vuole la tradizione napoletana Per iniziare chiedo a Luigi Scaglione quando ha iniziato a fare questo lavoro e lui parte come tutti con la solita storia strappalacrime… “la mia passione è esplosa già da quando ero bambino con la super 8 di famiglia. Fotografie e immagini video rappresentano per me una memoria, un ricordo, un modo per fermare il tempo, l’unico per farlo. Le foto e le immagini in movimento sono la più valida alternativa alla memoria umana dopo la scrittura. Per me il video è proprio questo: restituire la memoria”. Poi però si ferma, ci pensa bene e si corregge: “In realtà questo lavoro l’ho iniziato la prima volta che m’hanno pagato!”.

Big background A parte le prime esperienza amatoriali in famiglia, Luigi Scaglione ha un background di tutto rispetto. Si laurea in Arti Visive e dello Spettacolo all’Università IUAV di Venezia, si specializza in Scienze e Tecniche del Teatro, con formazione da regista e attore. Ha all’attivo lavori nell’ambito audiovisivo, cortometraggi, programmi TV e spot pubblicitari. È l’ideatore e il responsabile del gruppo Oltrecielo.com Audiovisual and Performing Arts, con il quale ha realizzato gli ultimi progetti indipendenti di cui ha firmato regia e sceneggiatura: Il Consenso (Napoli, 2011 – premio del pubblico Valsele Film Festival), Bus Scum (2012) girato a Wroclaw in Polonia e Il Principio del terzo escluso – Tertium non datur (Napoli, 2012 – Cannes 2012 Short Film Corner – Napoli Film Festival - vincitore miglior corto La Corte Della Formica Movie). Inoltre ha realizzato il mediometraggio “Precariamente instabili”, girato a Venezia nel 2009. Luigi è maturato molto nel corso degli anni, grazie anche alla sua formazione artistica nella Serenissima. “Venezia è una culla d’arte che ti contamina lentamente ma inesorabilmente, fino a trasformarti completamente nel profondo dell’anima. E anche se all’inizio non te ne rendi conto, ti ritrovi dopo anni che sei un’altra persona”. Ma come ogni meridionale che si rispetti, il ritorno alle origini, in questo caso a

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Luigi Napoli, è Scaglione fondamentale. Luigi si ricorda sempre da dove viene: “La contaminazione è crescita, sia artisticamente che tecnicamente. Anche in fase di ripresa mi piace sperimentare ma senza mai abbandonare il passato, senza mai abbandonare la mia cultura e le mie tradizioni”. E non dimentica la sua gente, i suoi compagni d’avventura. Alla base dei suoi successi c’è il suo gruppo di lavoro, in cui ha piena fiducia. “Credo fortemente nel lavoro di squadra. Credo nella troupe affiatata. Credo nel mio istinto nel saper scegliere collaboratori e amici. Credo che in una produzione non esista nessuna ricchezza maggiore del capitale umano”.

Un gran lavoratore In effetti ho avuto modo di apprezzare personalmente sul campo il lavoro di Luigi e della sua squadra all’interno del programma TV “Tutto in 48 ore”. Un’organizzazione perfetta in cui ognuno sapeva esattamente cosa fare, requisito indispensabile per portare a casa l’impresa di realizzare un cortometraggio in sole 48 ore. Ma non è solo una questione di efficienza: il gruppo di Luigi, sempre di buon umore nonostante la stanchezza, sempre pronto a cogliere un momento di ironia nonostante l’inesorabile trascorrere del tempo, emanava un’energia particolare, positiva, evidente, che ha permesso alla produzione del programma di lavorare nel migliore dei modi e a loro di aggiudicarsi la tappa di Ischia per approdare alla finale di Roma con il corto “Non c’è altra alternativa”. Esilarante la ricerca di uno degli elementi obbligatori che dovevano necessariamente essere presenti nel film secondo le regole del “48ore”: l’oggetto di scena. La scelta è caduta sul cosiddetto “mariuolo”, termine che in dialetto napoletano ha un doppio significato, potendosi riferire sia a un ladro che a un oggetto utile per pescare il vino dalla botte. Tutto il film e la relativa ricerca dell’oggetto si sono sviluppati intorno a questo doppio senso, creando delle situazioni spassose in cui la squadra è sembrata perfettamente a suo agio. “Oltre a valutare la professionalità e la preparazione, scelgo i miei collaboratori soprattutto per l’atteggiamento all’interno del gruppo, per la grinta, l’onesta e la •

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volontà che ci mettono nella produzione, i veri valori aggiunti per ottenere un buon risultato. Non amo gli arrivisti e coloro i quali lavorano solo per i soldi, il cinema è prima di tutto passione, se ognuno non si mette a disposizione degli altri si perdono le sfide. La crew nel cinema è come una squadra di calcio, deve essere affiatata, ognuno deve sapere qual è il suo ruolo in campo, occorrono giocatori bravi, gioco di squadra e una direzione precisa. Poi ci vuole tanto allenamento e preparazione. Anche una squadra di produzione ha bisogno di preparazione e continui allenamenti. E un regista, così come un allenatore, deve sempre saper motivare la sua squadra”.

Tecnica e anima Luigi quando gira si diverte, è evidente. Cerca sempre di trovare la soluzione adatta al problema, l’espediente tecnico che gli permette di portare a casa la scena così come l’aveva pensata. “Ho iniziato a costruire il mio primo carrello e la mia prima steady artigianale nei laboratori dell’università. Mi piaceva, e mi piace ancora, l’utilizzo della macchina da presa in movimento. Amo il Jimmy Jib, che ho avuto modo di conoscere e apprezzare grazie alla collaborazione con Antonio Ferraro, mio collega e amico. Con lui c’è un’affinità particolare e ci piace sperimentare. Ricordo ancora la prima volta in cui abbiamo utilizzato il braccio con una 5D mark II della Canon. Ci sembrava così piccola da sembrare quasi invisibile, abituati a vedere montate sul Jimmy macchine ben più pesanti. Ma il risultato è stato grandioso!”.Anche Luigi quindi come molti dei suoi colleghi utilizza le reflex, che trova molto pratiche e dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. “Per i miei ultimi lavori ho sempre usato le Canon e mi sono trovato bene. Sono ottime per i cortometraggi e i film low budget, anche se la durata di registrazione limitata le rende meno adatte a documentari, lavori televisivi e spettacoli teatrali. Per lavori di questo tipo generalmente utilizzo la JVC HD110, una macchina “da battaglia” che fa ancora la sua figura e mantiene la sua dignità, o le Panasonic P2. Si tratta di modalità di utilizzo della macchina da presa molto diverse tra di loro, quello cinematografico e quello televisivo, per ognuno dei quali preferisco una camera piuttosto che l’altra”. Luigi solleva tra l’altro un problema che inizialmente a mio avviso è

stato abbastanza sottovalutato: lo storage. Girare su memoria a stato solido infatti, se da un lato azzera il costo dei nastri e lo spazio utile ad archiviarli, dall’altro prevede investimenti sempre maggiori su hard disc affidabili, che non costano proprio poco, anche perché è sempre consigliabile effettuare un doppio backup. “Apprezzo la mia vecchia JVC che registra ancora su nastro: sapere che ho un backup fisico mi fa stare tranquillo. Il problema del digitale è archiviare tutta questa mole di immagini. Ultimamente ho girato un documentario in cui dopo una settimana di riprese abbiamo realizzato quasi 2TB di materiale. Tra i dischi per l’archiviazione e quelli di lavorazione ho speso 800 euro… non mi ricordo che ci avessero avvertito di tutto ciò quando all’inizio si apprestavano a venderci la nuova tecnologia!”. Nella speranza che Luigi risolva presto i suoi problemi di… memoria, come in ogni intervista che si rispetti gli chiedo dei suoi progetti futuri, anche se qui viene fuori tutta la sua scaramanzia partenopea. “Usciranno presto due documentari, uno sulla penisola sorrentina e un altro sul Sabato dei Fuochi, girato a Somma Vesuviana. Abbiamo in cantiere nuovi progetti, di cui non posso anticipare nulla. Una sceneggiatura per un film, uno spot e alcuni lavori sul sociale, solo questo posso dire, non manca niente, tranne i soldi!”. Beh, auguri… ops, in bocca al lupo!

* Dal 2007 ad oggi ha curato le ultime 5 edizioni italiane di “The 48 Hour Film Project”, una competizione internazionale di filmmaking che gli ha dato la possibilità di scoprire il talento di centinaia di giovani professionisti della macchina da presa. Nel 2012 è diventato un programma per Rai5: “Tutto in 48 ore”. In questa rubrica Enrico Ventrice presenta i progetti, realizzati o in corso di realizzazione, di alcuni dei migliori filmmaker che ho avuto la fortuna di incontrare, cercando di capire come lavorano e cosa succede nel mondo della produzione cinematografica indipendente in Italia. Per contatti: enrico.ventrice@gmail.com

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WEB TV ▲ ▲ ▲

a cura della redazione di Altratv.tv*

Parola d'ordine “engagement”: le Web Tv approdano sui social Si moltiplicano le web tv, in numeri e rilevanza. Sul fronte numerico a breve verrà pubblicata la nuova ricerca annuale Netizen 2013 (attesa per marzo 2013, ve ne daremo conto in queste pagine), che getterà luce su ciò che sta accadendo in Italia alla rete composta da centinaia di web tv, media digitali e community online. Sul fronte rilevanza è invece innegabile che le "antenne" abbiano deciso di puntare - e con i primi riscontri positivi - sul posizionamento nei differenti social network e sulla presenza in logica multipiattaforma sui devices mobili (smartphone e tablet in crescita). Ecco allora che rilevanza diventa "engagement", ovvero coinvolgimento attivo (e qualitativo, che il più delle volte si traduce in un ritorno anche numerico e, a medio-lungo termine, economico). Oggi per engagement si intende la presenza soprattutto sui social network, Twitter e Facebook in testa. Ma non solo. Le web tv d'eccellenza puntano anche sui social network “laterali” nei quali il brand lascia il posto all'immagine e alla sua condivisione, e tra questi spiccano quelli fotografici Pinterest e Instagram. E poi c'è Foursquare, social in crescita esponenziale per l'Italia ma da tempo impostosi sulla scena digitale americana.

Numeri: multinazionali e PMI puntano sui social La scelta di abbracciare i social network è supportata dai numeri e dalle nuove indagini di mercato. Uno degli ultimi lavori più esaustivi su questo campo è quello realizzato dal Poli.Design - Politecnico di Milano con dati aggiornati a novembre 2012 e legati all'utilizzo dei social media in azienda. Lo studio prende il nome di “Social Media Effectiveness Use Assessment”, ed è stato condotto da Andrea Albanese, docente del modulo corporate per SNID (Master in Social Networks Influence Design del Politecnico di Milano) su un campione di oltre 3.500 utenti in oltre 2.800 aziende diverse. Valorizzazione del brand, potenziamento della comunicazione, creazione di una community: questi i risultati che gli utenti si attendono dalle proprie attività sui social network. Il ritorno economico di breve periodo cede il passo alle attività di engagement – commenti pubblicati dai lettori, iscrizioni alle newsletter e sharing – mentre suscitano scarso interesse partite ai videogiochi, iscrizioni a lotterie e download di coupon. Perciò la ricerca ha indagato l’effettivo utilizzo dei social media all’interno delle aziende italiane: nella maggior parte dei casi ancora pc-centrici e affidati a un massimo di 2 persone, nel 36% dei casi le aziende stanno ancora cercando di comprendere come gestirli. Se per un loro utilizzo professionale quasi un 40% sarebbe disposto a pagare fino a 200 euro per un training di 2 giorni, un 34% sborserebbe fino a 1.000 euro per una full immersion di 15 giorni. Si registra, qundi, un

desiderio evidente di formazione professionale per colmare queste lacune.Inoltre solo il 6% dichiara di avere un team dedicato alle attività social, mentre il 29% sostiene di disporre di risorse dedicate alle attività dei social media e il 18% sostiene che più persone lavorino a tempo parziale per i social. C'è anche un interessante 14% che si fa invece supportare da agenzie esterne. YouTube guida la classifica dei social media più graditi in azienda con un punteggio medio di 4,9 in una scala da 1 a 5, seguito da LinkedIn (4,02), Twitter (4,01) e Facebook (3,96).

Casi di successo. Le web tv approdano sui social E così allora, forti dei numeri di attenzione espressi da utenti e aziende, che le web tv iniziano a posizionarsi sui social network. I timidi interessi di una volta lasciano il passo oggi ad una presenza sempre pù massiccia e costante. Ecco, la costanza, la serialità, il presidio in rete sono gli elementi che consentono alle web tv di aumentare il proprio successo sui social network. Tra le esperienze si distnguono prevalentemente antenne del nordItalia: la bergamasca Polar tv, che si presenta su Facebook, Twitter e Foursquare. O ancora Pnbox di Pordenone, che utilizza particolarmente Google+ per la diffusione dei format. Il dialogo più costante sui social network spetta a Varesenews.it: la testata, alla quale collaborano una ventina di giornalisti impegnati anche a realizzare articoli corredati da piccoli video, ha una presenza rilevante su Facebook e, per quanto riguarda la parte della web tv, è completamente appoggiata su YouTube. Proprio YouTube è al centro di un format creato dalla web tv Orso tv, canale delle Valli Orco e Soana n Piemonte. La web tv della comunità montana - incentrata su eventi, storia, ambiente, leggende e tradizioni - assembla Orso YouTube, spazio nel quale la redazione individua in rete e poi pubblica il meglio dei filmati sulle valli. Anche in questo modo il progetto riesce ad essere un archivio vivo e dinamico. Diversificare l'offerta sui vari social network è l'obiettivo della anconetana Marche tv, canale di informazione e approfondimento

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WEB TV ▲ ▲ ▲ su imprese, protagonisti e istituzioni di marca, ovvero sulle storie per le nuove identità digitali. La piattaforma ha scelto di abbracciare Twitter, Pinterest, Issuu, Vimeo, Livestream, Storify e YouTube. Anche in questo modo riesce a condividere i valori di riferimento delle marche e a diffondere quella che definisce "b-side view", il lato nascosto di idee e luoghi. In Toscana una delle community più numerose e partecipate fa capo ad Arezzonotizie.it. La fanpage conta migliaia di iscritti in costante crescita. Anche in questo modo l'obiettivo del canale di informazione e inchieste - ovvero fare giornalismo con attenzione e tempismo restando vicini ai cittadini - viene mantenuto e valorizzato. Restando in Toscana ci sono anche piattaforme che iniziano a sperimentare nuovi social network: è il caso di Intoscana.it, canale dedicato all'innovazione e ricerca, all'eccellenza e al made in Tuscany, impegnato a raccontare in un’ottica crossmediale l’arte, l’enogastronomia e la cultura. Ebbene, Intoscana.it ha aperto un proprio profilo su Pinterest, caricando e condividendo (tecnicamente "pinnando") immagini legate al proprio territorio. Condivisione di contenuti e diffusione in real time sui social network diventano in questo modo un punto di eccellenza nel dialogo in rete. Sui social network per le “antenne” del sud-Italia si distingue la beneventana Ntr24, che dedica la programmazione a cronaca, politica, sport, cultura, ambiente con eventi in live streaming e puntando sulla interazione costante con l'utente. Per fare questo fa rimbalzare i propri contenuti su Facebook e Twitter.

PA digitale: anche le web tv vanno sui social Comunicatori pubblici sui social network. I numeri registrano crescite esponenziali: 1250 profili attivi su Facebook e 160 account su Twitter appartenenti a regioni, province e comuni.

A fotografare questo ecosistema digitale è Giovanni Arata. Così le 78 web tv accese dalla PA in ogni angolo d'Italia (la fonte è Altratv.tv) sperimentano cinguettii e interazioni. Per i dati analizzati da Arata, nel 91% dei profili Facebook si rilevano comunicazioni di pubblica utilità, mentre per l’85% vengono postati aggiornamenti su manifestazioni ed eventi. Meno frequente la condivisione di bandi e ordinanze (34%) e la comunicazione degli amministratori (11%). Esigue le “antenne” che operano in logica crowdsourcing, con i contenuti generati dai cittadini: sono soltanto 12, pari al 2%. Comunicazione pubblica che abbatte però il digital divide: nord e sud presidiano i social media in modo piuttosto omogeneo. Le realtà che contano il maggior numero di account sono Lombardia e Piemonte, seguite da Campania, Toscana, Emilia-Romagna, Sicilia e Calabria. «Il dato più forte che emerge è un presidio ma con una incidenza ancora bassa. E il tasso di crescita è strettemente legato alla diffusione del social netwotk nel Paese. Questo ad esempio è avvenuto per Twitter, che ha avuto una crescita costante nella PA in parallelo con la crescita tra i soggetti individuali e le comunità professionali in Italia», precisa Arata, che evidenzia due elementi critici : la mancanza di pianificazione e di consapevolezza. «Mancano o non vengono utilizzati del tutto quegli elementi che rendono davvero condivisi i social network: sono quasi assenti le funzioni di retweet, mensions o sharing, ma anche le risposte ai commenti». C'è di fatto un problema di alfabetizzazione alle nuove tecnologie.

News dalle web tv Aggregatore lombardo di web tv In rete vince il gioco di squadra. Lo sanno bene quelli di Lombardia News, aggregatore nato nella primavera 2010. Le news entrano grazie al sistema dei feed rss e vengono gestite dalla redazione (tra le 200 e le 300 in entrata ogni giorno), che le ordina secondo criteri di notiziabilità regionale e provinciale nelle aree territoriali. Sono 15 le diverse testate che hanno aderito al progetto, divise a seconda della provincia di provenienza. Oltre a Varese News (nata nel 1997) vi sono altri “storici” giornali digitali: Merateonline, Vaol, MbNews o ancora Cittaoggiweb e altre dieci eccellenze locali. La piattaforma registra

5.000 visite al giorno con 3.000 utenti unici: il 60% proviene da motori di ricerca, il 15% è traffico diretto, un altro 15% è traffico da referral. Così le testate che appartengono al network creano forti sinergie: non solo il mero scambio di link, ma inchieste condivise. www.lombardianews.it

Web radio post terremoto dopo la visione del film di Ligabue Radiofreccia, sta diventando ogni giorno più grande. Deejay, tecnici e ragazzi provenienti dalle altre zone terremotate stanno accorrendo per partecipare al progetto e dare il loro contributo. Da gennaio su Mtv è partita anche la serie tv “Radio Emilia 5.9 – La mia vita dopo il terremoto”, la storia dei quattro speaker che fra tende e transenne. www.radio5punto9.it Nasce a Cavezzo Radio Emilia 5.9, la web-radio di quattro ragazzi emiliani che non hanno perso, dopo il terremoto, la voglia di mettersi in gioco ed andare avanti. Trasmettono in un casolare concesso in prestito tra Cavezzo e Medolla, e lo fanno per fare gruppo, per tenere compagnia alla gente del posto e farsi forza. La web-radio, le cui basi sono state gettate una sera d'estate 18 B R O A D C A S T

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* Altratv.tv. è l’osservatorio e redazione che monitora circa 600 emittenti tv online. Gianpaolo Colletti ne è il fondatore. Per contatti: info@altratv.tv

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WEB RADIO ▲ ▲ ▲

a cura di RadUni - Ustation*

Le nuove tecnologie di San Bartolomeo In questo numero andiamo in Trentino a conoscere l’esperienza vivace di Sanbaradio Nata ufficialmente nella primavera del 2009 è un progetto ideato e realizzato dalla Cooperativa Mercurio, una società composta da giovani determinati a realizzare un'iniziativa editoriale, con il sostegno delle Politiche Giovanili del Comune di Trento. La web radio prende il nome dallo studentato di San Bartolomeo a Trento. “La radio è indipendente rispetto all'ateneo – spiega Michele Tesolin station manager e tra i soci fondatori della cooperativa, nonché da qualche mese nuovo presidente di RadUni - abbiamo solo una convenzione con l'Opera Universitaria di Trento, il locale ente per il diritto allo studio, per informare gli studenti. Hanno accompagnato la crescita della nostra radio sicuramente gli eventi cui abbiamo partecipato, come il Festival dell'economia e la Notte dei ricercatori, mettendoci alla prova intervistando personaggi di spicco e tant studenti. Molto importante per Sanbaradio è stato inoltre il progetto Live@Brasile che ha portato alcuni gruppi musicali in tour oltreoceano”. Qual’ è la vostra mission? “Sanbaradio ha la volontà di essere uno strumento per i giovani, non solo universitari, e di poter dare, quindi, voce alle esigenze, alle problematiche e alle esperienze di una fascia di popolazione, creando così un ponte fra città e giovani” Quale individui come punto di forza del vostro progetto? “La libertà nel poter essere contemporaneamente una web radio

universitaria ma non strettamente una radio di ateneo. Questa libertà e responsabilità ci permette di non avere vincoli derivanti dalle scelte dell'università, osare un po' di più e allo stesso tempo ci responsabilizza facendoci crescere come realtà imprenditoriale”. Parlaci ora della vostra dotazione tecnica “Disponiamo di diversi locali, tra cui una redazione e un doppio studio radiofonico. Il tutto si trova all'interno di un ufficio in affitto in co-working. Lo studio è completamente insonorizzato e rispecchia il classico stile radiofonico. Per la regia usiamo un Mac mini a cui è collegato in firewire un mixer-scheda audio, un NRV 10 della M-Audio. Abbiamo scelto questo abbinamento per l'affidabilità del computer e per poter lavorare con un mixer direttamente in digitale. Come software di regia utilizziamo Megaseg, una scelta quasi obbligata per Mac, essendo il software più maturo per questa piattaforma. Abbiamo poi due microfoni panoramici tra cui un Røde Broadcaster, cuffie AKG K240 e Panasonic RP-HTX7, due Macbook e due Dell per la redazione. Per le esterne abbiamo un mixer firewire (un Mackie Onyx 820i) e due casse amplificate”. E com’è la vostra struttura organizzativa? “Lo staff complessivo è di circa 20 persone. Lo station manager si occupa di sovraintendere a tutti gli aspetti organizzativi ed è inoltre il responsabile tecnico. C'è poi un direttore responsabile della testata incaricato della gestione del personale e del coordinamento dei contenuti. Entrambi sono soci della cooperativa Mercurio che è editrice della radio e che è composta da altri 4 soci. Vi sono poi 5-6 collaboratori “senior” esterni che si alternano alla responsabilità di vari progetti; tra questi vi è anche il responsabile musicale. Le trasmissioni sono condotte per gran parte da una decina di speaker volontari. Grazie alla convenzione con l'Opera Universitaria lavorano presso Sanbaradio alcuni studenti retribuiti dall'ente”. Quali sviluppi futuri prevedete? “Desideriamo farci conoscere maggiormente non solo dalla popolazione studentesca ma dalla città in generale,

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cercando di aumentare e potenziare la nostra redazione giornalistica in particolare, e aumentare quindi in qualità e quantità gli articoli informativi prodotti. Da un punto di vista tecnico puntiamo a migliorare il nostro studio radiofonico, in particolare inserendo un'altra postazione per la registrazione, cambiando e migliorando la qualità dei microfoni, e standardizzando le tecniche di produzione di audio con l'utilizzo di programmi professionali, tra cui Adobe Audition che abbiamo recentemente acquistato”. Come vedi il futuro delle radio universitarie in Italia? “Le radio universitarie devono puntare a una maggiore professionalizzazione e a potenziare la rete che unisce le emittenti con l'interscambio di contenuti e conoscenze. La nostra esperienza ci porta a vedere in una maggiore indipendenza dagli atenei un'opportunità per creare soggetti più forti e nuove opportunità lavorative. È più rischioso, ma chi supererà questo step sarà in grado di competere nel nuovo panorama cross-mediale”. Contatti: www.sanbaradio.it- redazione@sanbaradio.it

* RadUni è un’associazione di studenti e professionisti accomunati dalla passione per il modello di radio universitaria. Info: www.raduni.org. Ustation.it è il media network in Italia, che aggrega contenuti prodotti dai media universitari e dai singoli studenti reporter. Info: www.ustation.it

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D I G I TA L R A D I O ▲ ▲ ▲

a cura di Andrea Borgnino*

La radio digitale con il + Sinora se ne parlava molto e si faceva assai meno. Adesso parole e fatti si susseguono. Le trasmissioni radio digitali in Italia prendono sostanza e si fanno realtà L’avvio del servizio di radiofonia digitale nel Trentino ha dato il via ad una lunga serie di articoli sulla stampa nazionale e di riflessioni sui blog in rete che avevano tutti come contenuto comune i vantaggi offerti da questa tecnologia. Ricezione perfetta, facilità d’uso, e informazioni supplementari sono le parole chiave comparse nella maggior parte degli articoli mentre pochissimo spazio veniva dato ad un aspetto chiave nel futuro della radio digitale quello dei contenuti. Per fare un parallelo con il mezzo televisivo nella trasformazione dall’offerta analogica a quella digitale l’offerta di nuovi contenuti, in questo caso nuovi canali tv, è sempre stata al centro di tutta la comunicazione e soprattutto è stata uno dei vantaggi principali di questa storica conversione. Nell’ambito radiofonico questo aspetto sembra avere un interesse minore e tutta l’enfasi viene spesso data al fatto che le trasmissioni Dab+ permettono un ascolto migliore rendendo molto spesso la comunicazione quasi un argomento da ingegneri infarcito di dati sul bitrate e sugli standard di compressione. Nuovi formati, nuove idee per rendere l’offerta radiofonica digitale più accattivante e contemporanea invece sono completamente assenti sia sulla comunicazione stampa e anche nell’offerta reale degli editori che per adesso offrono solo la programmazione Fm con l’aggiunta magari di qualche canale tematico musicale che ben poco a che fare con una vera radio di qualità. I nuovi canali da offrire nei multiplexer digitali possono essere una possibile palestra di sperimentazione di nuovi format che sfruttano al massimo anche nove le capacità tecnologiche del mezzo. E quindi interazione con tutte le piattaforme già esistenti come i social network, uso dei contenuti multimediali dal semplice slide show ai dati visualizzati sui ricevitori. Esempi di questa sperimentazioni fuori dai nostri confini c’è ne sono stati molti e uno di quelli più interessanti è stato di sicuro il caso di Dabbl la la prima “user-controlled radio station" del mondo Dab lanciata da Absolute Radio nell’etere di Londra e Cardiff dall’ottobre 2009 all’agosto 2010. La caratteristica di questa stazione radio era quella di programmare musica che veniva scelta in maniera interattiva dagli utenti grazie ad una serie di interfacce via web e attraverso la telefonia mobile. La programmazione musicale era quindi in mano agli utenti che grazie ad un semplice sistema di votazione online potevano scegliere i brani in onda sul canale Dab portando nell’etere una modalità di scelta comune ormai a molti

ascoltatori che su servizi online come Last.Fm o Pandora sono ormai abituati a scegliere la propria musica preferita per crearsi la “propria” radio. Il successo di Dabbl è stato immediato sia per la possibilità unica di interagire per gli ascoltatori e anche per permettere ai radiofonici di capire quale era la musica più richiesta del momento. La radio è stata chiusa dal gruppo Absolute per migliorare il servizio interattivo e dovrebbe essere riproposta a breve nell’offerta digitale in Uk. Un altro caso interessante di nuovo format è quello australiano di Unearthed, un canale solo digitale che offre musica di band e gruppi emergenti e indipendenti che hanno la possibilità di inviare i loro brani sul sito internet e ascoltarli poi nelle programmazione musicale on air. Unearthed è un format unico che prevede la possibilità di trovare nella radio digitale gli spazi per una programmazione musicale diversa che ormai non sono più immaginabili nel mondo della radio commerciale in Fm. Progetti come questi permettono poi di invertire la tendenza, molto diffusa soprattutto nei giovani, di abbandonare la radio come strumento di ricerca di nuova musica per invece di spostarsi in rete dove è più facile trovare nuovi suoni e nuovi gruppi indipendenti. La radio digitale permette in questo caso di avvicinare nuovi ascoltatori con nuovi contenuti resi accattivanti anche dalla possibilità di aggiungere dati e immagini alla trasmissione audio. Questa è una sfida vitale per questo mezzo di comunicazione che si trova sul ciglio di una grande trasformazione ma a causa forse della crisi economica o semplicemente di una mancanza di nuova idee non si presenta con nuovi contenuti sulla nuova piattaforma digitale. La radio è sempre stata lo spazio della sperimentazione dei nuovi linguaggi e di nuove modalità di interazione con il pubblico, i nuovi canali digitali solo la nuova palestra per queste novità e rappresentano anche un possibilità unica di avvicinare nuovo pubblico a questo mezzo. Spostiamo il dominio della radio digitale dal campo della tecnologia, dove abbiamo ormai uno standard funzionanti e diffusi, e portiamolo in quello dei nuovi contenuti per offrire al pubblico prodotti nuovi con il sapore della sperimentazione magari delle prime radio apparse in Fm.

* Radioamatore dal 1991, dal 2003 utilizza il nominativo IWØHK. L’attività principale è la radiotelegrafia e il radioascolto in onde corte e la sperimentazione del nuovo standard digitale DRM (Digital Radio Mondiale). Nel 2005 in onda su RadioTre con “Radio di confine”, programma dedicato al mondo delle radio "alternative". Oggi su Radio3 Rai tutti i giovedì alle 11.40 va in onda la rubrica “Interferenze” sul mondo della radio; è project manager delle webradio di Radio Rai.

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LE TELEVISIONI IMPOSSIBILI ▲ ▲ ▲

a cura dell’Ing. Davide Moro*

E ora, qualcosa di completamente diverso Un arrivo che è una partenza. Onde da terra che viaggiano sull’acqua, e onde di acqua che viaggiano nell’acqua, andando verso terra. Siamo noi che ci muoviamo o siamo fermi, e si muove quello che c’è intorno a noi? Là davanti c’è il niente più disteso che si possa immaginare. Ma prima o poi qualcosa apparirà. Lo strumento, l’antenna ed il treppiede sono gli stessi di sempre. Tutto il resto no Certo, quando abbiamo pensato di fare le “Televisioni impossibili” eravamo abbastanza sicuri che in cima alle montagne saremmo riusciti a ricevere qualcosa. Ma ci basavamo solo su un po’ di sana teoria e su qualche intuizione, fondamentalmente basata su casi reali che ci erano in precedenza capitati. Per essere chiari: non avevamo fatto nessuno studio o simulazione di copertura. Ogni volta che abbiamo scelto un posto, in sostanza, siamo andati alla cieca. La sfida era proprio questa: arrivare, provare, capire. Che poi dovrebbe essere la quotidianità di ogni specialista che si occupa di ricezione. La prima volta, sul Monte Bianco, a dire il vero ci eravamo premuniti, dando per sicurezza un’occhiata alla mappa dei trasmettitori della zona: giusto per avere un’idea di quello che avremmo potuto trovare. Era andata oltre ogni nostra più rosea aspettativa: sapevamo che il segnale della televisione digitale è robusto, ma non potevamo immaginare che in un ambiente (reale) così insolito dimostrasse di essere “così” robusto. Da lì in poi, a cominciare dagli echi infiniti di Genova, non abbiamo (volutamente) guardato più nulla prima di partire, con l’eccezione del meteo. Abbiamo scelto le diverse tappe solo in base a quanto i diversi luoghi ci sembravano significativi, potendo solo immaginare cosa avremmo trovato lassù. E, ogni volta, abbiamo trovato cose interessanti. Potevamo sicuramente continuare con le montagne, e sarebbe anche stato facile trovare nuove destinazioni. Oppure potevamo fare qualcosa di completamente diverso. Parlando di “onde”, come si fa a non pensare al mare?

Già. Come si fa? Era tutto più complicato. La logistica, ad esempio. È relativamente facile convincere un ufficio di promozione turistica a farsi rilasciare i permessi per raggiungere zone insolite allo scopo di scrivere un articolo su un giornale. Ma il pensiero di spiegare la nostra idea a chi naviga sul serio, in alto mare intendo, e di riuscire a convincerlo ad imbarcare treppiede, antenne e qualche strumento, ci turbava non poco. E infatti, i “no, grazie” non sono mancati. Tutti molto cortesi ed assolutamente ineccepibili, motivati da procedure di sicurezza che la navigazione civile non può e non deve ignorare. Noi avevamo predisposto un progetto specifico che si potesse svolgere in assoluta sicurezza, ma ovviamente ogni alterazione allo status quo a bordo di un mezzo di trasporto pubblico comporta l’assunzione di una qualche responsabilità da parte del vettore. Che tipicamente ha una idea abbastanza vaga di cosa sia il broadcasting, e non è comprensibilmente 24 B R O A D C A S T

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obbligato ad appassionarsi alle idee altrui. Già, la passione. Grimaldi Lines è uno dei maggiori operatori del trasporto freight e ha una significativa presenta anche nel settore dei ferry e dei cruise-ferry. In questi ambiti Grimaldi si caratterizza per l’estrema vitalità delle proposte che realizza e per la grande sensibilità anche ai temi più nuovi. Ci rispondono convinti: “Va bene, ma dobbiamo essere sicuri di quello che veramente volete fare a bordo e di dove vi volete mettere. La nave è ferma in porto il prossimo lunedì, andate a fare un sopralluogo con il personale di bordo: se trovate una soluzione che vada bene a tutti, siamo a posto”. È quasi emozionante entrare a piedi nella Cruise Barcelona. Ciascuno dei due enormi portelloni gemelli a poppa potrebbe far passare tre o quattro TIR affiancati. È la metà di dicembre, e siamo a Civitavecchia per fare un sopralluogo. La nave è lunga 225 metri, larga 30 e ha undici ponti. Il Commissario Capo Anna Cecco è gentile e disponibile. Il sopralluogo è esauriente e completo: individuiamo i possibili luoghi dove potremo mettere il nostro treppiede in sicurezza, e senza dare fastidio agli altri passeggeri. Si capisce già che la nave è splendida, e l’organizzazione di bordo estremamente attenta ed accurata. Lo scorso 8 gennaio, per una volta, usciamo di casa che è già chiaro. Ci aspetta un lungo trasferimento in auto fino a Civitavecchia. Accanto a Vincenzo Potertì (ormai un veterano) di Delo Instruments – Sefram c’è Carlo Perotta di Aldena. È la prima volta che viene con noi, ed è anche la prima volta che non c’è da scarpinare: alla partenza dalla sede di Cusago i colleghi di Carlo (che si sono sciroppati il •

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treppiede a spalla su e giù per qualche montagna) non si esimono dal rimarcare la coincidenza. Partiamo da Milano nel primo pomeriggio. La formula della salita in montagna era ormai collaudata, e quando era il momento di partire sapevamo già perfettamente cosa portare con noi. Adesso è tutto da scoprire. Ci preoccupiamo soprattutto dei sistemi per fissare il treppiede: là in mezzo, di vento, ce ne sarà parecchio. La metà superiore dell’Italia scorre via veloce lungo la Tirrenica. I primi oleandri a fare da spartitraffico annunciano che ci siamo quasi. Arriviamo in vista di Civitavecchia che è ormai buio. La partenza della Cruise Barcelona è prevista per le ore 22:15. Gli addetti di terra guardano incuriositi la nostra auto: sono abituati ad imbarcare soprattutto enormi autoarticolati. Ci fanno parcheggiare lungo la parete della stiva, accanto e dietro di noi solo bisonti della strada, come a proteggerci. L’equipaggio è esattamente lo stesso di quando abbiamo fatto il sopralluogo, per cui hanno già tutto chiaro. Ci accompagnano al ponte 11, il più alto di tutti. Una scaletta a pioli, sotto l’attenta supervisione di un addetto dell’equipaggio, e siamo sotto alla batteria dei fumaioli (uno per ciascuno dei quattro motori Wartsila che animano la nave), elegantemente carenati in un’unica pinna dorsale blu. Secondo Wikipedia, in tutta Europa ci sono solo quattro traghetti più grandi di questo, e di poco: il più lungo in assoluto misura 241 m, la Cruise Barcelona arriva a 225. Fissiamo con molta attenzione (e con molte fascette) le due antenne per il monitoraggio dello spettro lungo il percorso. Giuseppe, uno dei componenti dell’equipaggio, ci aiuta con perizia “nautica” a scegliere le direzioni di fissaggio più corrette, e alla fine le due antenne tubolari (una per ciascuna polarizzazione) sono parte del parapetto. Facciamo scendere i cavi lungo di esso, fissandoli a dovere, e posizioniamo lo strumento di monitoraggio (un Sefram 7866 HD T2 identico a quello che usiamo per fare le misure) all’interno di un locker (un magazzino cieco, che nel nostro caso funge anche da ufficio del magazziniere) accessibile dal ponte 11. Lì abbiamo l’alimentazione elettrica che ci consentirà di effettuare il monitoraggio lungo l’intera traversata. E lo strumento sarà al riparo dalle intemperie. È una cosa sperimentale, ma siamo curiosi di vedere i risultati. Colleghiamo il Sefram 7866 alla sua antenna GPS, che fissiamo all’esterno della pesante porta del locker: grazie alle indicazioni dai satelliti, lo strumento sarà in grado di georeferenziare tutte le misure che effettuerà. Impostiamo la modalità monitor, definiamo canali e ciclicità, e selezioniamo di acquisire anche le stringhe GPS. Poi ce ne

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andiamo: per venti ore il 7866 farà tutto da solo, senza richiedere computer o altro collegati ad esso. Il nostro treppiede lo mettiamo invece a poppa della nave: la rotta prevede di allontanarsi da Civitavecchia in direzione Bocche di Bonifacio, quindi per un lungo tempo avremo tutta la costa Tirrenica perfettamente visibile da poppa. Ci mettiamo sempre al ponte 11, il più alto fra tutti quelli liberamente accessibili. Siamo immediatamente dietro la discoteca: sulle note techno che provengono dall’interno fissiamo l’antenna ed alziamo il palo del treppiede. Questa è proprio “l’Antenna”, quella di misura, la “nostra” Aldena ALP 1847710.

Tutto facile? Forse no La prima domanda che vi potrebbe venire è: ma cosa ci sarà di “impossibile” nel ricevere segnali da un posto che, a parte il trascurabile dettaglio di essere galleggiante, si trova ad una quota in tutto e per tutto simile a quella del tetto di un condominio di svariati piani, e non ha davanti a sé alcun tipo di ostacolo? La differenza è che quel luogo, oltre che galleggiante, è pure semovente. E non va piano: la “Barcelona” ha una velocità di crociera di circa 23 nodi. Sulla terraferma diremmo: più di 40 km/h. Se vi sembra poco, considerate che sono più di undici metri al secondo. E che sei anni fa avevo passato l’inverno a cercare di allestire un test per la ricezione terrestre “en roulant”. Una volta allestito il mezzo mobile con ogni genere di antenne, ho dovuto arrendermi all’evidenza che ogni ricevitore non specificamente progettato per l’impiego in mobilità “sganciava” un segnale non appena si mollava la frizione. Diciamo che lo sgancio avveniva a velocità comprese fra i 5 ed i 10 km/h. Ed era inevitabile, ed indipendente dal modello che abbiamo testato: dal ricevitore commerciale allo strumento di misura di alto rango che costava come un monolocale. E lo sgancio avveniva su ogni segnale, anche su quello che era perfetto fino ad un attimo prima di muoversi. Siamo riusciti ad effettuare il test solo con un ricevitore di misura specificamente progettato per l’impiego in mobilità (un Rohde&Schwarz TSM DVB), e come ricevitore commerciale avevamo usato un modello diversity a somma vettoriale delle portanti (specificamente destinato ad essere installato sulle automobili). Trovate il report completo di quella esperienza sul numero 5/2007 di Broadcast&Production. Tanto premesso, il nostro strumento Sefram, in quanto tale, non è stato pensato B R O A D C A S T

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LE TELEVISIONI IMPOSSIBILI ▲ ▲ ▲ Fig. A1

GPS alla partenza Fig. A2 per funzionare anche in movimento. Quindi la prima domanda era: quando la nave si muoverà, che succederà? Ore 22:15. Il Commissario Capo ci aveva salutato alcuni minuti fa per coordinare le operazioni di partenza. Noi siamo pronti, anche un po’ infreddoliti a dire il vero perché lassù tira un’arietta niente male, ma la curiosità la fa da padrona. Di colpo il rumore del motore si incupisce. I thrusters (le eliche di manovra laterali) si fanno sentire, e Civitavecchia si sposta. La manovra per uscire dal porto è veloce, pochi attimi e siamo al di là del frangiflutti. È ancora tutto agganciato, ma per ora andiamo piano. Mare aperto, circa mezz’ora dopo la partenza. Il GPS del telefono dice che viaggiamo con 242 gradi di prua, che più o meno vuol dire trenta gradi “sotto” l’ovest pieno, ad una velocità di 42 km/h. Da mezz’ora scrutiamo le onde (le nostre, quelle a radiofrequenza), nuotiamo fra i canali, facciamo scansioni, spazzolate di spettro. E tutto funziona. Non bene. Benissimo. In sei anni, evidentemente, tutto ciò che all’interno di uno strumento è preposto a tenere i segnali agganciati ha fatto grandi passi avanti. Perché non ci stiamo “solo” muovendo, ma siamo nel mezzo di uno specchio d’acqua ragionevolmente ampio, quindi gli “effetti speciali” dovuti alle riflessioni sul mare non mancano di certo. E nemmeno le cose strane. Guardate ad esempio la schermata di Fig. A1. È il canale 38, ma potrebbe valere per molti altri. Nella parte “alta” del canale sono chiaramente visibili gli effetti di una riflessione vicina piuttosto “cattiva”: quel colpo di accetta a circa 6 MHz dalla frequenza di inizio banda può essere dovuto solamente a quello. Restiamo sullo stesso canale. In Fig. A2 si vede chiaramente il “buco” nello spettro che è traslato verso il basso. Cosa è cambiato? Nulla: il buco sta scorrendo verso il basso, sotto i nostri occhi, come una sweep che va al contrario (si muove da destra a sinistra). Tra poco cercheremo di capire perché. Proviamo a modificare il puntamento. Appaiono prima due buchi (Fig. A3), e poi addirittura tre (Fig. A4), a seconda di come ruotiamo l’antenna. È quasi impossibile riuscire a vedere una cosa di questo tipo 26 B R O A D C A S T

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Fig. A3

Fig. A4 •

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rimanendo fermi. Torniamo alle Figg. A1 e A2. Una riflessione vicina tipicamente produce una dentellatura molto evidente in una posizione univoca dello spettro, ma il buco non si muove. Qui invece sembra di stare guardando una sweeppata continua. Il buco si genera perché il contributo principale e un contributo secondario arrivano in istanti diversi, e quindi due segnali in origine coerenti arrivano con fase diversa. La differenza di fase varia in funzione della frequenza, per cui alcune portanti del canale si sommeranno in fase, altre in controfase, ed altre in modo intermedio fra questi due estremi. Vi risparmio le formule, ma nel punto in cui i segnali hanno fase opposta (o quasi) si forma il buco. Che però, normalmente, è fermo: la posizione degli ostacoli che generano riflessioni è costante, e anche la posizione dei trasmettitori: per cui il modo in cui i segnali si combinano non varia nel tempo. Ma qui è il ricevitore si sta muovendo: e salvo casi puramente teorici la differenza di percorso fra i due segnali cambia continuamente nel tempo: per cui cambia anche il punto nel quale le portanti si sommano in controfase. Osservando nel tempo, si ottiene quindi l’effetto “sweep” di cui sopra. Cerchiamo adesso di capire se la riflessione vicina è causata da una vera e propria riflessione (ad esempio sulla carenatura dei fumaioli) o da due trasmettitori in SFN. Risposta ad impulso, Fig. A5. Si vedono chiaramente due contributi di livello assolutamente paragonabile. A queste condizioni, non è pensabile che uno dei due sia il riflesso dell’altro sul fumaiolo:siamo a poppa, abbiamo l’antenna rivolta esattamente verso la terraferma, e un eventuale riflesso dal fumaiolo ci “entrerebbe” dal lobo posteriore dell’antenna. Visto che il livello dei due segnali è praticamente lo stesso, non è pensabile che la nostra Aldena abbia un lobo posteriore così simmetrico all’anteriore. Intorno è mare piatto, e non vi sono altri possibili ostacoli naturali. Per cui, al di là di ogni ragionevole dubbio, il secondo segnale proviene da un diverso trasmettitore. Visto il livello così simile non riusciamo a “fare agganciare” lo strumento sul primo segnale che arriva (quello di sinistra nella Fig. A5), nemmeno con ampie modifiche al puntamento dell’antenna. Se ci fossimo riusciti, avremmo potuto provare a “leggere” il cell-id dai due trasmettitori, sperando che l’operatore coinvolto non avesse impostato cell-id uguale per tutti gli impianti. Invece, niente da fare, troppo vicini i livelli. Il MER per portante (Fig. A6) rivela il gran lavoro che gli algoritmi di correzione di canale stanno facendo per restituirci un segnale di buona qualità. Ed il risultato è eccellente: siamo in presenza di una modulazione 16 QAM (Fig A7), e un BER dell’ordine di 10-8 è a tutta prova. Proviamo diversi altri canali: quelli che riceviamo sono parecchi, e tutti con buoni parametri. Rimaniamo invece assolutamente stupiti dal segnale DVB-T2 di Europa7. In Fig. B1, vediamo come oltre ad un BER assolutamente valido (di nuovo, dell’ordine di 10-8 ), troviamo uno sbalorditivo MER di 38 dB! Ricordiamo: stiamo viaggiando a 42 km/h, neanche poi così piano, e siamo in mezzo al mare, a 40 km dalla costa. È un numero che ha dell’incredibile. La caratteristica costellazione ruotata completa il quadro (Fig. B2). Il freddo comincia a farsi sentire. La nostra idea

Fig. A5

Fig. A6

Fig. A7

Fig. B2

Fig. B1 F E B B R A I O / M A R Z O

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LE TELEVISIONI IMPOSSIBILI ▲ ▲ ▲ originale era rimanere in coperta fino a rilevare lo sgancio dei diversi segnali. Pensavamo che essendo in movimento ed in mezzo al mare non ci sarebbe voluto molto. E invece, la ricezione in alto mare è più o meno la stessa che a terra. Passa la mezzanotte, ma tutto si riceve come se niente fosse. Aspettiamo ancora. Verso le 0:30 concludiamo che lo sgancio avverrà per limite fisico, non appena usciremo dalla visibilità ottica dei trasmettitori sulla costa tirrenica per effetto della curvatura terrestre. Non c’è nulla che lasci prevedere il minimo segnale di crisi. Allora decidiamo di andare a riposarci un poco. Abbiamo poco più di due ore prima di arrivare alle Bocche di Bonifacio, che attraverseremo verso le 3:30. Smontiamo tutto e torniamo nelle nostre cabine. Il caldo che sentiamo appena rientrati sotto coperta è rassicurante. Ci diamo appuntamento per le 3:00, per avere il tempo di allestire e fissare tutto. Sempre al ponte 11, ma in prossimità del bar della piscina, il più possibile vicino a prua: fra poco avremo la Francia a destra e l’Italia a sinistra, per cui dobbiamo avere libera la visuale verso prua (per l’avvicinamento) e verso le due fiancate della nave. Due ore di sonno, poi il divertimento riprenderà.

“Televisioni Impossibili" è un progetto di Davide Moro, realizzato in collaborazione con Delo Instruments/Sefram, Aldena Telecomunicazioni e Grimaldi Lines. Ringraziamo il Comandante della Cruise Barcelona, Salvatore Mastellone, il Commissario Capo Anna Cecco, gli ufficiali, i sottufficiali e l’intero equipaggio della nave per l’accoglienza e l’attenzione davvero squisite che ci hanno riservato. Ringraziamo Chiara Attena dello staff di terra di Grimaldi Line per avere creduto nel nostro progetto. A pelle, con convinzione e passione: i due ingredienti fondamentali delle “Televisioni Impossibili”. Nel prossimo numero di Broadcast&Production attraverseremo le Bocche di Bonifacio, ci allontaneremo dalla Sardegna con prua a 270 gradi, ci avvicineremo alla Catalogna accarezzando le Baleari, ed entreremo nel porto di Barcellona.

Grimaldi, una location galleggiante a 5 stelle “Ah, lei ha una Junior Suite. Prego, mi segua”. Il marinaio che mi accompagna è quasi più stupito di me, e dalla reception con marmi e luci soffuse che accoglie i passeggeri sul lato di poppa al ponte 7 mi accompagna al ponte 8, e cammina praticamente fino alla prua. Sono i momenti in cui ci si rende conto di quanto siano lunghi 225 metri. Ecco, direte voi, lo hanno trattato in guanti bianchi e ora chissà quante ce ne racconta. Il fatto è che Vincenzo, Carlo ed io siamo rimasti veramente a bocca aperta. Loro due avevano una “normale” cabina

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doppia esterna (e non hanno mancato di rimarcare [brontolando] questa differenza per tutto il viaggio), ma tutti e tre siamo rimasti assolutamente affascinati da questa nave. Da come è progettata, da come è arredata, da come è tenuta con un gusto ed una cura davvero di altissimo livello. Il Commissario Capo Anna Cecco ha navigato a lungo sulle navi da crociera, e si vede: la cura certosina che trapela da ogni dettaglio di bordo ne è probabilmente la migliore conferma.

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Pensavamo di dover salire a bordo di un traghetto dagli interni un po’ più curati del solito. Ci siamo trovati su una nave da crociera che, incidentalmente, può trasportare, oltre ai 2.300 passeggeri, ben 212 autoarticolati da 16,5 m ciascuno (limite di lunghezza massima stabilito dal Codice della Strada), su 3.500 metri di linea di carico. Ma i numeri dicono solo una parte: anche se la Cruise Barcelona è un bestione imponente, i suoi argomenti migliori non sono basati sulla “quantità”. La nave stupisce invece per le sua “qualità”: livello di servizio, dotazioni, attenzione del personale, intrattenimento. E, soprattutto, per la qualità dei dettagli. Tra i vari bar e ristoranti (dal veloce self service a quello “a la carte”, con tovaglie di broccato), non manca il “Drivers Club”: uno spazio idealmente riservato agli autotrasportatori, dal design bello, attraente ed esclusivo. Poi i negozi, il pianobar, la discoteca, la palestra

ed il centro benessere. Soffermiamoci un attimo su quest’ultimo: non è esattamente la prima cosa che si penserebbe di trovare su un traghetto. Ebbene, c’era, e non era affatto “tirato lì”, giusto per aggiungere un’altra crocetta sull’elenco delle dotazioni di bordo. Era una vera e propria Spa: sauna e bagno turco rifiniti con essenze di pregio, solarium con luci soffuse, zona relax, piscina termale e vasca idromassaggio affacciata su una balconata panoramica a poppa. Non mancava la possibilità di effettuare trattamenti benessere. Al ponte 11 poi c’era la piscina all’aperto, e qui la cosa migliore è guardare le foto. In tutta onestà, pensavamo che in 20 ore di traversata ci saremmo annoiati: avevamo stimato che sarebbe stato possibile ricevere segnali per circa sette-otto ore complessive, e ci domandavamo cosa mai avremmo potuto fare durante le altre dodici. Invece ci siamo divertiti come dei matti, e non finivamo mai di curiosare e scoprire cose nuove. In sostanza: hanno dovuto dirci che, purtroppo, era ora di scendere.

Benvenuti sulle Autostrade del Mare La Cruise Barcelona presta servizio fra Civitavecchia e Barcellona (e, in estate, anche da e per la Sardegna), lungo le cosiddette “Autostrade del Mare”, che rappresentano una soluzione alternativa e spesso complementare al trasporto stradale e sono finalizzate a far viaggiare camion, container e automezzi sulle navi, valorizzando il trasporto marittimo, particolarmente rilevante in Italia per la sua conformazione geografica. Il Gruppo Grimaldi è stato pioniere nello sviluppo di servizi di trasporto marittimo di corto raggio (short sea shipping) fra cui le Autostrade del Mare in Europa. Il network di Autostrade del Mare gestite dal Gruppo Grimaldi è particolarmente esteso, creando un ponte tra il Mar Mediterraneo, il Nord Europa e il Mar Baltico. Per ulteriori informazioni: www.grimaldi-lines.com

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Mi devo preoccupare dell’IPv6? Scegliete la strada che offre agli ascoltatori la migliore esperienza del vostro contenuto di Wayne Pecena All’inizio del 2011 è stata resa nota dai mass media la scarsità di indirizzi del protocollo Internet IPv4, comunemente usato. È avvenuto quando l’Internet Assigned Numbers Authority, l’organismo internazionale che alloca lo spazio degli indirizzi IP, ha esaurito gli indirizzi a disposizione dei cinque Regional Internet Registries, o RIR. L’Asian-Pacific RIR, di conseguenza, non ha più avuto a disposizione nuovi indirizzi IPv4. Negli Stati Uniti, gli osservatori hanno detto che l’American Registry for Internet Numbers (ARIN) poteva esaurire i suoi indirizzi IPv4 anche prima di Gennaio 2013, ma previsioni più ottimistiche citano il 2016. L’IPv6 è stato reso noto al pubblico come la soluzione per ampliare la disponibilità di indirizzi Internet. A volte, la scarsità di indirizzi è stata considerata come una crisi in arrivo per il settore Internet. Può essere vero in qualche caso, ma per molti la “crisi” non esiste. In realtà, la maggioranza delle infrastrutture di rete del Nord America non è pronta per un taglio netto verso una modalità di lavoro esclusivamente IPv6. Parecchie organizzazioni hanno sufficiente disponibilità

di indirizzi IP pubblici o hanno possibilità di assegnarli dinamicamente al loro interno. Ciò crea una situazione secondo cui «l’IPv6 è un possibile argomento futuro, ma non lo è oggi». L’ARIN ha disponibilità di indirizzi IPv4 e le allocazioni vengono fatte in base alle regole di allocazione e utilizzo vigenti. Tuttavia, questa situazione può creare una sensazione di falsa sicurezza. L’industria si concentra sugli indirizzi disponibili, all’interno della rete di un’organizzazione. Ma non sarebbe bene concentrarsi anche sulla considerazione dell’emittente come un fornitore di contenuti e come l’emittente è vista dalla comunità Internet? Da un punto di vista internazionale, le aree di crescita in termini di consumatori di contenuti “da vedere e ascoltare” si svilupperà in un ambiente esclusivamente IPv6. Questo è vero soprattutto nell’area dell’Asia-Pacifico, che sta avendo una crescita massiccia nella domanda di servizi Internet. La crescita sta avvenendo in ambiente esclusivamente IPv6, semplicemente a causa della mancanza di risorse IPv4. Negli Stati Uniti, dato che la gran parte dei blocchi di indirizzi IPv4 non è disponibile, le connessioni via cavo a banda larga e le reti dati per terminali mobili si stanno rapidamente spostando nel contesto IPv6, per favorire la crescita dei progetti. L’ARIN ha degli indirizzi IPv4 da allocare, ma non nel grande blocco desiderato da questi fornitori di connettività. Si sta facendo un salto nel futuro, implementando l’IPv6 ora, anziché più avanti. In ogni caso, gli indirizzi IPv4 disponibili stanno

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calando di numero, mano a mano che aumenta la richiesta di nuovi indirizzi Internet.

Nuova prospettiva Quindi, che dire di questo falso senso di sicurezza delle emittenti? Anziché guardare alla propria rete dall’interno e focalizzarsi solo su una quantità adeguata di indirizzi IPv4, guardate alla rete che c’è fuori. Chi sono gli “occhi” e le “orecchie” che desiderano il contenuto? Scoprirete che la maggior parte di loro sono consumatori di contenuti che utilizzano l’IPv4. Ma, allo stesso tempo, potrete trovare un crescente numero di consumatori di contenuti che utilizzano esclusivamente IPv6. Valutate quando l’implementazione dell’IPv6 sia necessaria, verificando come il consumatore ha accesso al contenuto. Implementate l’infrastruttura di rete in un formato IPv6 nativo per tutti gli spettatori e/o ascoltatori che usano solo l’IPv6. La soluzione tecnica per far convivere il mondo dei consumatori solo IPv6 con quelli IPv4, esiste. Tra le soluzioni note agli operatori del settore, c’è l’IPv6-IPv4 Network Address Translation (NT) e, in molte implementazioni pratiche, avvengono doppi processi NAT attraverso soluzioni come Carrier-Grade Nat (CGN). Per alcuni tipi di contenuto Internet, come il contenuto basilare delle pagine Web, queste soluzioni si possono applicare senza problemi. Tuttavia, qualsiasi soluzione di conversione degli indirizzi IP nei

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Possibilità Qual è la soluzione per l’emittente? Se siete un fornitore di contenuti per gli ascoltatori Internet, l’IPv6 apre la vostra rete al dialogo col mondo. In termini pratici, abilita i server dei vostri contenuti, i Web server e le email esterne, affinché il vostro contenuto o servizio venga fornito in forma nativa sia agli utenti IPv6, sia a quelli IPv4. Questo approccio elimina la necessità di qualsiasi schema di traduzione o conversione, eliminando anche il potenziale degrado del servizio. Un approccio proattivo vi prepara anche per il futuro, prima che sia troppo tardi. Abilitate i vostri servizi di rete in modalità Ipv4-IPv6 “dual-stack”, che permette al contenuto di essere fornito sia a “occhi” e “orecchie” che usano l’IPv4, sia a quelli che usano l’IPv6, e vi permette di dare la migliore esperienza possibile di ascolto o visione ai

vostri consumatori di contenuto. L’IPv6 può non essere nei vostri piani tecnologici oggi ma, appena guardate al futuro, siate sicuri di guardare il mondo dei consumatori di contenuto via Internet dalla giusta prospettiva, così che i vostri piani riflettano i cambiamenti della tecnologia e dei consumatori. Prendete la strada che offre la

migliore esperienza per i vostri consumatori. Questo potrebbe essere, da solo, il vostro vantaggio competitivo. Per maggiori informazioni sull’implementazione dell’IPv6, ci sono Webinar come quelli organizzati periodicamente da SBE che sono focalizzati sull’implementazione dell’IPv6. Visitate www.sbe.org

Il cruscotto è “invitante” per le web radio L’accesso alle automobili da parte delle stazioni radio che trasmettono solo su Internet è utile per loro, quando se ne possono avvantaggiare di James Careless La radio Internet in auto sembra essere sul punto di diventare un mezzo di comunicazione di massa. Secondo il Wall Street Journal, «Una recente ricerca di Deloitte LLP ha mostrato che il 59% di chi acquista auto e ha un’età compresa tra 19 e 31 anni, vede la connettività all’interno dell’auto come il più importante aspetto dell’abitacolo e il 72% vuole utilizzare le app per smartphone nella sua auto». Attualmente, produttori di auto come Audi, BMW, Ford, GM, Hyunday, Mercedes-Benz e Toyota stanno dotando i loro veicoli di questo IV W E B C A S T

tipo di connettività. Aggiungete la possibilità, già esistente, di collegarsi al Web senza fili mediante gli smartphone, e la connessione in auto è fatta. Per gli ascoltatori delle radio che trasmettono solo su Internet, ora esiste l’opportunità dell’ascolto in auto, che potrebbe diventare la &

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normalità. La domanda è: le radio hanno quel che ci vuole per capitalizzare questo passaggio?

Importanza Nel sovraffollato mercato dei media odierni, l’auto è uno dei pochi posti dove la radio gode di uno spazio consolidato. La ragione è

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semplice: le auto sono un ambiente adatto solo all’audio. Guardare la TV o navigare i siti Web non solo è sconsigliabile per chi guida, ma è anche illegale. Storicamente, l’auto è stata il dominio della radio di tipo “broadcast”. Nonostante gli abbonamenti per ricevere la radio via satellite abbiano drenato qualche ascoltatore, la radio FM ed AM in USA dominano ancora. Ma l’arrivo della connettività Internet in auto sta cambiando questo quadro e le emittenti che trasmettono solo sul Web sperano di trarre profitto da questo cambiamento. «HKGFM è molto eccitata all’idea di avvicinarsi a uno stadio in cui la radio Internet sarà accessibile agli ascoltatori in movimento, tanto quanto lo è stata quella tradizionale», ha detto Shaun Bowers. Bowers è portavoce di HKGFM.net di Hong Kong, un servizio multicanale basato su Internet che dichiara di raggiungere 2,5 milioni di ascoltatori al mese. Allo stesso tempo, «HKGFM è attualmente disponibile sul Nokia Ovi Player, così come su iPhone attraverso un’app personalizzata. HKGFM sta anche esplorando le opportunità che ci permetteranno di raggiungere i nostri ascoltatori sulla più ampia gamma di dispositivi riceventi possibile». New Normal Music di Los Angeles (www.newnormalmusic.com) è un’altra stazione che trasmette solo su Internet, contenta di potere “entrare nelle auto”. La ragione: «La radio, sia essa distribuita per

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via terrestre o satellitare, viene fruita nelle auto più che altrove, in termini di ascolto attivo uno-a-uno», ha detto il comproprietario della stazione Art Webb. «Il fatto di non essere presenti nelle auto, per noi, è stato il maggior freno nella possibilità di farci pienamente accettare dal pubblico generalista come qualcosa di cui si ha bisogno». Ma il solo fatto di essere presenti nelle auto non è abbastanza per le stazioni che trasmettono solo su Internet, ha detto Webb. Ciò che farà davvero la differenza sarà la possibilità per l’ascoltatore di sintonizzarsi su New Normal Music con la stessa facilità con cui si sintonizza sulla radio FM. «La radio è stata utilizzata a lungo anche perché occorre un minimo sforzo per sintonizzarla», ha detto. «Una volta che sarà facile accedere a noi quanto lo è per gli altri, il campo di gioco sarà livellato».

Pronti a capitalizzare? Entrare nelle auto non basta, per le radio che trasmettono solo su Internet. Per avere spazio in questo vasto mare di ascoltatori, le stazioni dovranno emergere dal rumore di migliaia di altre stazioni sul Web e servizi audio non in diretta. In alcuni casi, una stazione esclusivamente Internet può essere in grado di capitalizzare grazie all’unicità del suo formato, con qualcosa che non è disponibile sulle radio AM/FM o quelle digitali (in Europa). Questa è certamente la &

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speranza di Afterhours FM (AH.FM, www.ah.fm), che suona “mix di trance e progressive” prodotti esclusivamente per lei dai maggiori DJ di tutto il mondo», ha detto il proprietario Dan K. Progettata allo stesso tempo come sorgente di musica online e comunità social media, «La missione di Afterhours.FM è offrire ai nostri pregiati ascoltatori di tutto il mondo il meglio della musica dance elettronica, ad alta qualità audio (192 kbps), il tutto gratis, il che ci rende unici nel settore». In effetti qualcuno potrebbe discutere sul fatto che AH.FM sia il solo servizio gratuito del suo tipo, online. Infatti, per esempio, www.sensegenerate.fm è elencato come radio che suona lo stesso formato allo stesso bitrate ed è anch’essa gratuita, ma era offline quando ho verificato. Poi c’è Nightbreed Radio (www.nightbreed.com),

emittente “dark alternative” inglese insolita, data la sua playlist di musica Goth, Deathrock, Wichhouse e Horropunk. «Usiamo i social media prevalentemente per pubblicizzare la stazione, con le nostre pagine Twitter e Facebook», ha detto il Dj di Nightbreed, Cruel Britannia. Tuttavia, «nonostante la possibilità di comunicare con tutto il mondo offerta da Internet, c’è sempre qualcuno che non ci ha mai sentiti», ha detto, «quindi, la sfida è raggiungere queste persone anche mediante la promozione su supporti fisici come i volantini o il passaparola». I commenti di Cruel Britannia riguardano il dilemma generale sul marketing delle radio che trasmettono solo su Internet. Se gli ascoltatori non sanno che la vostra stazione esiste, non si sintonizzeranno, né sul PC, né sullo smartphone, né in auto. Quindi, sebbene Art Webb di New Normal Music dica che «portare la radio Internet nei veicoli è l’ultimo pezzo del puzzle di cui abbiamo bisogno» affinché questo mezzo decolli, la sua affermazione non è corretta. Una volta che la radio via Internet sarà disponibile in auto, le stazioni che vorranno farsi notare dovranno promuoversi aggressivamente per uscire dalla mischia. Essere solo nelle auto non è sufficiente: gli ascoltatori dovranno sapere che ci siete e avere buoni motivi per ascoltarvi.

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Il cinema romano è andato online con The FestivalTube Il Festival Internazionale del film di Roma 2012 ha avuto l’opportunità di andare anche su web, grazie ad un riuscito accordo che ha visto l’unione delle forze del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell'Università di Roma La Sapienza e della Fondazione Cinema per Roma. Da questo sodalizio è derivata l'apertura di un canale YouTube chiamato “The FestivalTube”. Impostato sotto la capace direzione del regista Roberto Faenza, ha ospitato i contenuti prodotti in durante le giornate del Festival Internazionale del Film di Roma. Come ha ben sintetizzato il quotidiano La Repubblica dello scorso novembre: “Una doppia rete di connessioni che unisce le testate web d'Italia e gli appassionati e che offre la possibilità a tutte le webzine, forum e social network di condividere i contenuti, portando virtualmente ogni redazione sul red carpet del Festival, per seguire interviste, conferenze, la sfilata delle tante star italiane e straniere. Con hashtag #festivaltube, ogni singolo utente twitter e Facebook ha la possibilità di esprimere il proprio commento”. Il canale è stato attivo 24 ore su 24, offrendo un diario in diretta del festival, interviste ai protagonisti, trailer dei film, approfondimenti, come la copertura delle masterclass con registi prestigiosi da Walter Hill a Paul Verhoeven. Sempre su La Repubblica così è spiegata l’iniziativa da Faenza: “"Uno dei crimini informativi dei media tradizionali è di ignorare cosa si svolga all'interno dei percorsi di eccellenza delle nostre migliori università, dove in silenzio si compiono piccoli ma importanti passi per la formazione di nuovi talenti e nuove

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figure professionali. Al Dipartimento di comunicazione e ricerca sociale della Sapienza, abbiamo un think tank formativo e anche laboratoriale, dove dirigo l'Osservatorio cinema e in particolare il portale Cinemonitor e il master in cinema e nuove tecnologie. Escono filmaker, sceneggiatori, montatori, web designer, reporter, conduttori e animatori. Con un numero consistente di talenti a disposizione, che non trovano lavoro nelle nostre aziende vuoi per la crisi economica e per un sistema occupazionale che per lo più non premia e neppure cerca, ci sforziamo di cercare noi occasioni di impiego. Ecco da dove nasce l'idea di lanciare questo nuovo canale, che abbiamo chiamato The FestivalTube, al momento finanziato solo dall'università, con l'ambizione, se l'esperimento andrà bene, di trasformarsi in un canale permanente di cinema. Venticinque nostri laureati, pagati ognuno mille euro per 8 giorni di lavoro durante il Festival di Roma, saranno affiancati da 25 studenti-stagisti. Avremo 4 troupe mobili, 4 postazioni di montaggio, quattro conduttori, due reporter per crerare un diario quotidiano dall'interno del festival, e un gruppo di esperti del web e webdesigner".

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Ancora online Le cose sono poi andate come previsto e il risultato è tuttora disponibile all’indirizzo www.youtube.com/user/thefestivaltube Faenza, sempre rispondendo alle domande dei colleghi del quotidiano ha parlato con soddisfazione del lavoro accademico, dicendo che "Abbiamo appena vinto un bando nazionale per sperimentare una nuova piattaforma chiamata 'quoquetu', finalizzata a creare una sorta di YouTube a 360 gradi, che possa servire come vetrina per la creatività giovanile. Abbiamo inoltre una web radio, Radiosapienza, diretta dalla mia collega Mihaela Gavrila. Abbiamo poi appena terminato, in collaborazione con la Rai, il primo ciclo di 'Railab', per lanciare nuovi talenti: dai conduttori-presentatori ai programmisti-registi. Devo dire con amarezza che i migliori che escono dai nostri serbatoi, invece di trovare lavoro qui da noi, lo trovano altrove. È il caso di tre miei allievi dell'ultimo anno che, venuti come stagisti durante la lavorazione del film che ho girato a New York lo scorso anno, sono stati assunti uno da una compagnia di visual effect a Los Angeles e due in due società di produzione a New York. A Roma non erano neppure riusciti a fare uno stage. Siamo un paese vecchio soprattutto nel campo dell'industria cinematografica, siamo in ritardo su tutto col risultato che continuando così verremo spazzati via dall'ondata di innovazione". Madrina di The FestivalTube è stata l’attrice Cristiana Capotondi.

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Radio online al gusto tropicale: Maliboom Boom è un’interessante idea d’impresa A Milano è nata una nuova radio che si chiama “Radio Maliboom Boom” e ne aveva parlato tempo fa Paola Coda, nella sezione news del sito Radiospeaker.it: “Fin qui niente di particolare, se non che si tratta della prima “Street Radio” della città, all’angolo di via di Porta Ticinese, civico 48, in una delle vie più fashion di Milano. L’emittente, che si rivolge proprio ad un pubblico giovane, soprattutto agli studenti universitari, ha scelto come location proprio una zona che i ragazzi milanesi adorano. Un nuovo e innovativo modo di fare radio, coinvolgendo direttamente il pubblico ed i passanti durante tutte le trasmissioni. Il nome non è scelto a caso, ma riprende il famoso rum, e soprattutto la famosa Radio Maliboomboom, che trasmette dalla ormai celebre capanna in riva alla spiaggia di Barbados. Infatti l’emittente è una web radio che si ascolta dal sito dedicato al famoso rum caraibico: www.maliburum.it. La location però è la stessa della classica Street Radio americana, cioè la radio in vetrina, che ospiterà anche eventi e cocktail-party con gli ascoltatori di passaggio. Gli studi di registrazione sono il sogno di tutti gli amanti dei Caraibi, caratterizzati dall’atmosfera tipica delle Barbados, tra buona musica, infradito, programmi divertenti e ovviamente tanto Malibu! "Avere un contatto stretto con la gente è alla base del progetto", dicono gli organizzatori dell’agenzia di comunicazione Cento&Venti, che insieme al brand del gruppo Pernod Ricard hanno dato vita alla radio; "durante l' arco della giornata si alter-

neranno momenti con sketch e gag esilaranti, rubriche d' informazione e rotazioni musicali con dj-set anche live". Fra i programmi in rotazione spicca “Ticinella Beach”, in onda tutti i giorni alle 17. Il conduttore Dj Cece ospiterà personaggi famosi che risponderanno alle domande degli ascoltatori e dei passanti, oltre ad organizzare gag con i negozianti e scherzi telefonici ai gestori dei locali vicini”. In effetti quello che qui più ci interessa far notare è l’originale ed efficace modello di business che unisce comunicazione digitale online, un luogo fisico d’incontro per un target ben definito e lo sponsoring di un’azienda che vuole affidare la propria immagine a questo genere di azione esclusiva. Ecco a seguire la “scheda sinte-

tica” di presentazione del canale. Target: il mondo dei giovani e degli universitari (18-25 core target). Linea Musicale: musica “fresh”, new hit 360° (pop, dance, hip hop, rock); Interattività: interazione via web (facebook connected) telefonica e diretta (attraverso la vetrina). Radio Out Of The Box: studio dal design solare e allegro, con le vocalist e programmi in pieno stile unconventional Malibu.

Il corner di Radio Maliboom Boom è anche sede di eventi dedicati al mondo musica e dei giovani universitari (presentazione di dischi, aperitivi, party, interviste, meeting): un valore aggiunto per Radio Maliboom Boom che aumentA le opportunità di visibilità del progetto e della sua sostenibilità economica. Nel corso di un anno il canale ha dichiarato 46.037 visite, da parte di 24.189 visitatori assoluti unici, per 154.362 pagine visualizzate e un totale pari a 69.015 contatti sulla propria pagina Facebook. P R I M A V E R A

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Osservatorio

Più della metà degli italiani è multicanale Raddoppiano gli italiani che decidono di acquistare un prodotto soltanto dopo aver raccolto informazioni sulle caratteristiche disponibili sul mercato, sui siti o i punti vendita dove poterlo trovare e sulla gestione del post-vendita Ecco quanto è quanto emerso dalla sesta edizione della Ricerca dell’Osservatorio Multicanalità condotta da Nielsen, Connexia e da School of Management del Politecnico di Milano. Secondo gli esperti, i consumatori multicanale hanno superato la metà della popolazione: l’evoluzione della mappa di segmentazione presentata negli scorsi anni mostra, infatti, come essi raggiungano quota 27,8 milioni, pari al 53% della popolazione italiana maggiore di 14 anni, in crescita del 13%. La diffusione tecnologica in termini di device e reti continua ad essere un traino alla crescita del consumatore multicanale, alimentata, come evidenziato nelle precedenti edizioni della Ricerca, anche dal perdurare della crisi economica che implica un sempre maggior coinvolgimento dei consumatori in tutte le fasi del processo d’acquisto, dalla ricerca di nuovi canali e fonti di informazione fino all’acquisto e all’assistenza. Più in dettaglio la crescita degli utenti internet da pc mantiene il suo trend costante: gli utenti con potenzialità di accesso ad internet riportano un +6,6% (rispetto alla rilevazione di settembre 2011) e raggiungono quota 41,3 milioni, mentre sono ben 28,7 milioni gli utenti n

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unici/mese a settembre 2012 (+6,4% vs settembre 2011); sono, infine, 14,3 milioni gli utenti attivi nel giorno medio, in crescita dell’11% rispetto all’omologo mese dell’anno scorso. In termini di device crescono i cosiddetti connected device anche in Italia. Mentre ormai non sorprende più il dato sugli smartphone, che hanno raggiunto nel terzo trimestre 2012 il 56% degli utenti di telefonia mobile maggiori di 15 anni, e al tempo stesso quello dei ben 19,2 milioni di utenti che navigano in internet da telefono cellulare, è interessante osservare la forte crescita del tablet, passato in poco più di anno da 1 milione di possessori a ben 2,4 milioni. Al tempo stesso, analizzando gli utenti internet italiani, si osserva che il processo d’acquisto è fortemente cambiato in direzione della multicanalità, in quanto si conferma il trend della despecializzazione dei canali: crescono i consumatori che raccolgono informazioni su un prodotto o un servizio in punto ven&

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dita, per poi concludere l’acquisto online (passando dal 30% al 34%), si assottigliano le barriere all’e-commerce e il 56% degli utenti online ritiene che internet sia un canale di vendita adatto alle proprie esigenze personali.

Cluster per quattro Di fronte a questi dati, la Ricerca 2012 ha deciso di focalizzarsi solo sulla parte “evoluta” del consumatore italiano1, definendo quattro nuovi cluster di consumatori multicanale: n i Newbie, pari a 5,3 milioni di individui, che rappresentano un po’ i neofiti dell’approccio multicanale, con due anime principali, per le quali l’avvicinamento alla multicanalit{ è dovuto per i giovanissimi (20%)all’approccio con il processo d’acquisto e per gli over 55 (34%) ad un avvicinamento alla tecnologia; n gli Old Style Surfer, pari a 7,7 milioni, il cui approccio al web in veste di consumatori, è “vecchio stile” e strumentale per rendere più efficiente il proprio processo d’acquisto e per risparmiare tempo; n i Social Shopper, pari a 10,7 milioni, veri esperti della spesa e caratterizzati da un forte ruolo della Rete nel loro shopping, da un processo d’acquisto strutturato e dalla ricerca

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della “smart choice”, ossia di acquisti intelligenti e con un elevato rapporto qualità/prezzo; n gli Hyper Reloaded, pari 7,6 milioni, rappresentano la punta massima del consumatore multicanale: caratterizzati da una vita sociale molto intensa e da una buona parte del proprio tempo trascorsa fuori casa, presentano un approccio strutturato al processo d’acquisto, con un elevato fabbisogno informativo, un elevato livello di partecipazione attiva con gli altri utenti, una marcata propensione sia all’e-commerce, sia ad un forte utilizzo del Mobile (smartphone e tablet) all’interno del processo d’acquisto, elemento che in particolar modo li caratterizza.

network (ritenuti tali dal 54% dei consumatori multicanale), seguiti dai siti web aziendali (40%). Il passaparola online si conferma quindi una fonte molto importante non solo per generare preferenze d’acquisto, ma anche per impattare sulla decisione d’acquisto: crescono del 26%, rispetto al 2011, i consumatori che dichiarano, negli ultimi 6 mesi, di aver effettuato un acquisto dopo aver letto un commento positivo su internet (raggiungendo quota 48% dei rispondenti), mentre crescono del 23,5% coloro che, nel medesimo periodo, affermano di non aver effettuato un acquisto a seguito di un commento negativo letto online (per un totale del 42% dei consumatori multicanale italiani). In tale scenario la pubblicità continua comunque a giocare un ruolo chiave nel processo decisionale d’acquisto; analizzando più in dettaglio i mezzi, la televi-

sione non solo si mantiene il mezzo che invoglia maggiormente all’acquisto, ma risulta anche in aumento rispetto al 2011 (dal 37% al 40%). Al secondo posto, stabile, si trova il punto vendita (22%), seguito da internet, che mostra una crescita quasi del 50%. Lo scenario sopraccitato si inserisce in forti cambiamenti degli stili mediali degli individui in termini di luoghi e device da cui fruiscono contenuti mediatici e dinamiche di ibridazione dei device e multitasking mediale. In particolare gli Hyper Reloaded trascorrono meno tempo a casa rispetto alla media, ma molto di più nel luogo di lavoro e leggermente di più in mobilità, con un utilizzo a casa di internet del 13% superiore rispetto alla media e del cellulare del 14% in più; in mobilità, inoltre, internet e mobile vengono utilizzati rispettivamente il 16% e il 18% in più. Mentre le dinamiche di ibridazione rimangono di poco invariate rispetto al 2011, cresce il multitasking mediale: con riferimento ad almeno la metà del tempo trascorso di fronte alla tv, 8,4 milioni di individui utilizzano un pc, 5,7 milioni utilizzano un cellulare e1,4 milioni utilizzano il tablet (ossia oltre il 58% dei possessori). Inoltre con riferimento alla generica navigazione online in logica multitasking effettuata da ben 18 milioni di italiani, il 33% dichiara di essere stato influenzato dai contenuti pubblicitari visti in tv, mentre il 36% dai programmi televisivi.

Online e mi fido Guardando ai tratti comuni del processo d’acquisto, la Ricerca 2012 evidenzia come ormai internet rappresenti la fonte principale per raccogliere informazioni su prodotti e servizi per l’84% dei consumatori multicanale, e come il 78% lo utilizzi per confrontare i prezzi dei prodotti o servizi. Al tempo stesso tra le fonti online ritenute maggiormente rilevanti rimangono ai primi posti i contenuti generati dagli utenti su blog, forum e social P R I M A V E R A

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ABC del Webcast

Tutta la social TV dalla A alla Z (di zapping) Giampaolo Colletti e Andrea Materia, autore ed esperto di Tv interattiva, hanno provato a raccontare questa rivoluzione videocentrica e soprattutto social nel manuale “Social tv: guida alla nuova tv nell’era di Facebook e twitter”. È una lenta e graduale rivoluzione anche semantica ed esperienziale. Qualcosa che sta cambiando per sempre il nostro rapporto mediato con un piccolo schermo che si polverizza in mille schermi e si consuma in altrettanti differenti rivoli. Ecco allora alcuni flash sul tema con un vocabolario, dalla A alla Z (di zapping). A come advertising, perché la pubblicità si reinventa in soluzioni partecipate, deve farlo necessariamente. L’impatto della pubblicità ha a che fare con le metriche. Da rivedere e da riprogrammare perché oggi sostanzialmente sono monodirezionali, ovvero quantitative. Ecco allora che va in questa direzione l’avvento in America per Nielsen del cross-platform campaign rating, che aggiunge i fruitori della rete al pubblico televisivo. «La vera sfida per gli editori e per le relative concessionarie si giocherà tutta sulla capacità di aprirsi a partnership trasversali in modo da poter gestire l’attenzione su più schermi, creando professionalità autorali “multi-screen” e format pubblicitari estensivi», ha raccontato in “Social Tv” Pieranna Calvi di Sipra.

C come Cisco, che stima un boom del video online: entro il 2014 il 90% del traffico totale IP caratterizzato da flusso video. Per Nielsen ad oggi gli americani assorbono 256 minuti al giorno di Tv. Gli italiani seguono con 246 minuti, ovvero oltre 4 ore su 18 a disposizione. Un dato ancora impressionante.

B come broadcaster. I primi protagonisti di questa rivoluzione, coloro che – volenti o nolenti – determinano il grado di coinvolgimento dell’utente. Perché convenzionalmente per social Tv si intendono le produzioni dei broadcaster che vanno in onda e che poi vengono

D come devices di ogni tipo. La nuova Tv partecipata e sociale si sta declinando oggi tra cellulari e tablet, pc e console di gioco, applicazioni e interazioni, login e check-in. La Tv si decompone e al tempo stesso si amplifica, si miniaturizza sugli smartphone e si ingigantisce sulle

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rimbalzate online, commentate, rielaborate e in qualche modo espanse su Facebook, Twitter e sui media sociali. È un concetto che arriva dal mondo anglosassone e che in Italia trova contorni più sfumati. Ma da noi – coacervo di smartphone e tablet d’ogni sorta – il potenziale è enorme.

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connected Tv. E come engagement, chiave di volta per comprendere la portata della social Tv. All’Università Bocconi hanno coniato il concetto di personal engagement, una unità di misura, un parametro che monitora il coinvolgimento personale rispetto al contenuto proposto, un dato frutto di otto indicatori differenti. Ecco allora che la differenziante per la social Tv diventa l’esperienza immersiva nella fruizione, un impatto emotivo che risulta – paradosso – più alto per gli europei rispetto agli utenti americani. «È la dimostrazione di come l’Europa interpreti la partecipazione sui social network», ha dichiarato Margherita Pagani, docente di emarketing dell’Università Bocconi. F come Facebook, il social network miccia potentissima per l’accensione di ogni esperienza di social Tv. Al mondo si registrano decine di casi di successo (e altrettanti di insuccesso) ma uno di quel-

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game-show rappresentato con successo da Channel4. La Tv anglosassone arriva a proporre anche i primi concorrenti social della storia del piccolo schermo. Piccolo e anche piccolissimo, addirittura miniaturizzato, perché i concorrenti del game-show inglese “The million pound drop” trasmesso su Channel4, si collegano dal loro smartphone e partecipano alla trasmissione. I quiz si registrano in studio, ma possono essere partecipati via Facebook. E gli utenti connessi possono arrivare anche a battere il concorrente in gara.

li più curiosi arriva proprio dall’Italia e afferisce la comunicazione politica. Il sindaco di Bari Michele Emiliano è il protagonista del primo format di social Tv in ambito politico: ogni settimana da oltre un anno il sindaco risponde direttamente da casa sua alle domande dei cittadini postate su Facebook e Twitter in

live streaming sulla piattaforma web di Bari Tv. E così l’amministrazione di una città intera viene raccontata attraverso una web Tv e i suoi profili social associati. G come social gaming, l’ultima frontiera della social Tv. Il game è anche il

H come Hulu e le parole del suo CEO Joe Kilar: «La rivoluzione è la possibilità per gli utenti di trasportare i video preferiti, anche intere puntate, negli spazi di social networking, sul proprio blog, inviarli agli amici e discuterli». Hulu sin dal nome è tutto un programma: deriva da un vecchio proverbio cinese che significa “dententore di cose preziose”. Questa social Tv ha in catalogo migliaia di video,


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ABC del Webcast soprattutto provenienti dal bouquet Nbc e Fox. Oltre a Hulu sono da tenere d’occhio anche altre piattaforme di social Tv: Joost, Justin Tv, Veetle Tv, Loom Tv e Sidereel. I come Interazione. Vera, reale, autentica, distribuita. E soprattutto differente a seconda degli strumenti adottati e che viene valorizzata anche da aziende d’eccellenza. Come ha fatto Ducati, con il social streaming del Ducati GP12 e la rossa di Valentino Rossi e Nicky Hayden distribuita su Facebook e sui device mobili.«In questo evento la reazione della rete – che in Ducati misuriamo anche con la febbre della community sui social network – è stata straordinaria. Il live streaming ha permesso inoltre di raggiungere nuovi pubblici, per esempio i mercati asiatici», ha raccontato Patrizia Cianetti, General Manager Ducati.com. J come James Spann. Spetta a questo meteorologo televisivo dell’Alabama il primato delle prime previsioni del tempo interattive. A causa di un calo di elettricità dovuto ad un tornado e che ha coinvolto la stazione televisiva dalla quale trasmetteva quotidianamente le previsioni, James Spann si è trovato d’improvviso in onda soltanto sulla rete. Dopo i primi secondi di smarrimento Spann ha fatto di necessità virtù: non riuscendo ad ottenere dal satellite gli aggiornamenti meteo, ha chiesto aiuto a Twitter e ha iniziato a fare da collettore delle informazioni digitali dal basso. Così gli users,

ancora connessi online, hanno iniziato a twittare le previsioni da ogni angolo dell’America. Ne è nato un esperimento di successo: da paludata trasmissione Tv del meteo di James Spann è diventata un format innovativo in streaming live, aperto ai contributi degli utenti.

«Adottare klout per la social tv è stato sinonimo di trasparenza, perché i risultati non sono alterabili. Quindi è una partecipazione “dal basso” e multilivello che comporta affezione, empatia con il proprio pubblico», ha affermato Andrea Materia.

K come klout. Non basta interagire con un game o con un format. Oggi l’ultima frontiera della social Tv è quella di intercettare l’interesse dei top-influencer digitali, coloro che con la loro partecipazione spostano pubblici ben definiti e spesso molto motivati in rete. Andrea Materia racconta come il network HBO abbia lanciato con successo una delle mobilitazioni più innovative per la stagione televisiva americana: la strategia “social” della nuova serie di True Blood con applicazioni, riconoscimenti su Twitter e una speciale classifica su Klout.

L come La7, uno dei casi di successo in Italia nella programmazione multi-piattaforma della social Tv rivolta a massimizzare l’accessibilità degli spettatori ai programmi, moltiplicando le occasioni di consumo e avvicinando la rete ai suoi spettatori attraverso l’aumento delle occasioni di interazione. Un’identità digitale coerente passa per l’utilizzo astuto di tutte le piattaforme. M come Michele Santoro. Volente o nolente è lui che ha alzato l’asticella della social Tv in Italia con la prima esperienza di format multipiattaforma rappresentata da Servizio Pubblico.Trasmissione tele e webvisiva partecipativa, con una formula di finanziamento in parte crowdfunding (la raccolta tramite donazioni ha superato il milione di euro) e in parte advertising. N come NBA. Ecco allora lo sport, una delle travi portanti della social Tv. Oltreoceano da anni si fa social Tv con gli eventi sportivi a farla da padrone. Non solo Super Bowl: le recenti finali NBA con James Lebron hanno generato 6,6 milioni di social comment. Dialogando con Materia si scopre che «chi vende diritti sportivi vive una nuova

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ABC del Webcast primavera, perché valorizza il peso specifico dell’evento. Mentre nel mondo della televisione generalista gli ascolti si frammentano, i grandi eventi sportivi si moltiplicano e pertanto si rafforzano, si amplificano». Lo sport però vive necessariamente del live streaming, della diretta. Così la dinamica dei commenti su Twitter o su Facebook – tipico gioco da “bar sport” – puntella e blinda gli ascolti. P come pre e post-show, parti essenziali della liturgia televisiva che si reinventa in rete. Ecco allora che il pre-show diventa basilare come generatore e moltiplicatore del buzz, con backstage, spin-off e teaser. E poi c’è il post-show, più complesso a gestire, che riflette di repliche e vive nell’on-demand. Come ha detto Materia «Nelle 12/24 ore dopo la fine della messa in onda il buzz va a scemare più velocemente per un telefilm, più gradualmente per un dibattito politico tra candidati in lotta a elezioni dietro l’angolo». R come reality e talent, che vivono una nuova primavera grazie ai social network. Mark Burnett, uno de punti di riferimento della Tv anglosassone per quanto riguarda talent-show e reality (suo il primo Survivor su Cbs), ripete con forza orrmai da anni: «Al pubblico di oggi non basta più lo spettacolo che gli abbiamo messo davanti fino a ieri. Vuole partecipare, sentirsi socialmente rilevante, stare dietro le quinte e conoscere in anteprima ogni retroscena».

S come gli altri social network. La social Tv vive certamente su Facebook e Twitter, ma oggi anche altri attori bussano prepotentemente alle porte di utenti (e investititori). C’è Foursquare, ll geo-social network nato nella primavera del 2009 in America e divenuto un caso di successo in tutto il mondo, Italia compresa. Gli ultimi dati dell’Osservatorio Foursquare Italia fotografano un tasso di crescita percentuale a tripla cifra negli ultimi sei mesi: ad oggi da noi risultano attive 266 brand page con un incremento del +302%. E poi c’è Pinterest. Nato meno di due anni fa dalla genialità di Evan Sharp, Ben Silbermann e Paul Sciarra e dedicato alla condivisione di foto e alla loro catalogazione, Pinterest registra oggi una crescita senza precedenti: è passato in pochi mesi da 3 a 12 milioni di utenti, posizionandosi sotto Facebook e Twitter. E a pinnare sono soprattutto le donne, target particolarmente appetibile per big spender. T come Twitter, che è alla base della social Tv. Anche in Italia. È la conversazione per eccellenza, che scorre nelle vene degli users attraverso hashtag e retweet. Pubblico che consuma, giovane, con un’alta propensione all’acquisto: in America l’81% degli utenti di Twitter ha meno di 49 anni e il 47% guadagna più di 50mila dollari l’anno. U come user, ovvero il telespettatore multitasking di oggi, colui che decide di “partecipare” la tv. Una indagine Accenture appena pubblicata decreta ormai il passaggio obbligato della tv attraverso la rete. Lo studio – che ha coinvolto 7500 persone intervistate in otto diversi Paesi (Argentina, Brasile, Francia, Germania, Italia, Spagna, UK e Stati Uniti) – ha inquadrato abitudini e aspettative del consumatore moderno rispetto alla fruizione di contenuti video online. Per Accenture già oggi il 92% degli intervistati guarda abitualmente contenuti video attraverso la rete,

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ma è soprattutto la logica multidevice a rivoluzionare lo scenario: il 36% usa connected Tv, il 16% set-top box e il 5% accede attraverso gaming console. I tablet vengono utilizzati ogni giorno dal 18% dei consumatori. W come The Walking Dead della AMC, che ha spadroneggiato in America generando flussi di conversazione esponenziali sui media sociali. Anche se l’ultima stagione televisiva ha registrato alcun sorprese, come il telefilm Pretty Little Liars (sul canale tematico disneyano ABC Family) che ha battuto proprio The Walking Dead sui social network. V come Viral, ovvero le campagne che ormai registrano numeri da far impallidire, con una diffusione planetaria. In “Social Tv” io e Andrea Materia ricordiamo quella con il bambino della Volkswagen che immagina di essere un Cavaliere Jedi (The Force, milioni di views su YouTube). Y di Ynon Kreiz, ex CEO Endemol, ha molto a che fare con la social Tv. In tempi non sospetti aveva affermato perentoriamente che la Social Tv sarebbe stata “qualcosa di grandioso”. Conviene dargli retta. Z come zapping, un concetto che si ribalta e si amplifica, scandito oggi da un mouse più che da un telecomando. Nell’era dei social network lo zapping – primordiale azione della partecipazione – non si disperde affatto ma si moltiplica. La dieta mediale viene così ad essere molto più variegata per utenti evoluti, consumatori selettivi ma ormai onnivori. (Questo vocabolario è una sintesi del pezzo pubblicato sul “Lunario dell'innovazione Che Futuro!”)

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REPORT EVENTI ▲ ▲ ▲

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IL CES 2013 e le mille sirene dell'alta tecnologia L'edizione tenutasi a Las Vegas lo scorso gennaio si è svolta all'insegna delle nuove tecnologie Ultra HD 4K, del video in mobilità e delle nuove opzioni avanzate per la visione a schermi multipli Di Gary Arlen, a Las Vegas per NewBay Media Non appena si sono aperte le porte del CES 2013, è stato subito chiaro a tutti i visitatori e gli addetti ai lavori che anche quest'anno la fiera che, di fatto, rappresenta la più importante vetrina mondiale per la tecnologia di frontiera destinata alle applicazioni consumer non avrebbe deluso le aspettative. Parlare di tecnologia "consumer" non deve sembrare riduttivo. In questi tempi le aziende tengono i cordoni della borsa sotto stretto controllo, per cui a trascinare il mercato, e a decretare il successo o meno di un prodotto o di una tecnologia, sono le risposte ma anche solo le aspettative del pubblico: se il pubblico chiede una tecnologia, si fa in modo di produrla e di renderla disponibile, altrimenti avanti la prossima. Quindi la scommessa diventa anche presentare un prodotto o una modalità di fruizione che sia intrigante, sorprendente, puntando alle emozionalità, al coinvolgimento e alla soddisfazione degli utilizzatori finali. In tempi non sospetti qualcuno l'aveva chiamata "user experience", e più passa il tempo più ci si rende conto di come praticamente tutti i costruttori che si rivolgono al mercato consumer e (anche) prosumer abbiano imparato la lezione. Che un apparato destinato all'intrattenimento sia funzionale e tecnicamente all'avanguardia è ormai dato per scontato, che sia bello se lo aspettano tutti, il fatto che sia interattivo e possa interagire con l'utilizzatore rilevandone i gesti, i movimenti e anche le parole inizia ad

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essere merce comune: il nuovo traguardo è far sentire l'utilizzatore circondato, quasi avvolto, dall'esperienza che sta vivendo, conducendolo in un mondo che fisicamente si trova all'interno di una sala da pranzo o nell'atrio di una stazione, ma che dal punto di vista sensoriale si svolge in un luogo completamente "altro", che risponde a regole e concetti diversi, tipicamente pensati per stupire, sorprendere, emozionare.

Tutto è ultra Il lancio della nuova televisione Ultra High Definition 4K (dove l'immagine è composta da un numero di punti pari a quattro volte quelli che riproducono un'immagine Full HD), la nuova veste della tecnologia per la distribuzione "cloud" UltraViolet, le declinazioni ormai infinite del concetto di fruizione multi-screen erano sicuramente in linea con queste considerazioni. Ma la fiera dell'originalità digitale è anche, come di consueto, teatro di intensi, appassionati dibattiti e prese di posizione sovente opposte, sull'annoso e irrisolvibile problema dell'allocazione dello spettro trasmissivo. "Irrisolvibile" perché le tecnologie che si contendono le risorse frequenziali disponibili a suon di proclami e di miliardi, sono in frenetica evoluzione, e lo sviluppo di proposte sempre nuove è inevitabilmente più rapido del tempo che i regolatori impiegano per definire e regolamentare le caratteristiche e gli ambiti di impiego delle stesse. In Europa questa con-

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trapposizione vede tipicamente i broadcaster sulla difensiva, impegnati (forse con troppo poca convinzione) a rintuzzare i continui assalti alla diligenza che provengono in modo sistematico dal mondo IT e telco in genere. Abbiamo sempre sostenuto che una delle ragioni di questa debolezza dei broadcaster europei sia anche il frutto inevitabile del limitato raggio di azione di ciascuno di questi, e in quanto organismi tipicamente nazionali (e quindi dediti, anche, ad alcuni particolarismi) mal si trovano a fronteggiare realtà aziendali multinazionali come tipicamente sono gli operatori ed i produttori di apparati e dispositivi telefonici. I broadcaster a stelle e strisce hanno invece uno scenario operativo (in termini di numero di potenziali clienti coinvolti, territori serviti e dimensione economica del business) paragonabile a quello degli operatori telefonici, e nel tempo sono anche riusciti a costituirsi in associazioni particolarmente competenti ed agguerrite nella tutela dei propri (legittimi) interessi. Ma, tornando ai temi di elezione dello show, i produttori di apparati televisivi si stanno interrogando sull'andamento delle vendite di questi dispositivi a livello mondiale.

Tendenze Dopo un 2012 che ha visto una leggera diminuzione delle vendite (e in un mercato tradizionalmente in continua ascesa corrisponde ad un allarme rosso), l'attenzione dei costruttori principali si sta focalizzando sui televisori "connessi" o "smart", ampiamente presenti nei diversi stand del CES. "Il sistema televisivo può ormai contare su un numero di opzioni e possibilità come non si era mai visto," ha detto Karen Chupka, senior vice president del CES con delega per gli eventi e le conferenze. "per ogni sorgente, modalità o formato di visualizzazione. Parlo del 3D, della televisione in mobilità, dei diversi formati di streaming... e se pensiamo al numero di potenziali sorgenti che ognuno di noi ha nella propria casa (compresi i computer fissi e Karen portatili, i dischi di rete, le Chupka memorie USB, le consolle di giochi) è ormai chiaro che il televisore è passato da essere il centro del soggiorno a un dispositivo in grado di controllare tutto quanto riguarda audio, video e multimedia che sia presente nella nostra abitazione, incluse le connessioni Internet". Al primo posto fra le "big news" di questa edizione dobbiamo sicuramente considerare i nuovi schermi in tecnologia "Ultra HD", che superata la fase dei prototipi erano disponibili sotto forma di prodotti commerciabili in un gran numero di stand. Non solo a quelli dei "grandi" del settore (LG, Samsung, Sony, Panasonic, Sharp), ma anche da almeno 12 altri produttori: segno che ormai il prodotto è maturo e che il mercato ci crede. "È sufficiente provarlo una volta: ci si rende subito conto che niente all'interno di una casa è mai stato così coinvolgente come la televisione 4K UHD" ha detto Mike Lucas, senior vice president di Sony Home Division. "Abbiamo sviluppato il 4K UHD per il mercato consumer partendo dall'esperienza che abbiamo maturato in diversi anni nei vari sviluppi per il

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4K a livello professionale, fra cui le camere di ripresa ed i proiettori cinematografici". Il CES ha inoltre evidenziato come lo schermo televisivo stia sempre più diventando il (grande) monitor di un computer più o meno sofisticato, fungendone da interfaccia. Un chiaro esempio erano le funzionalità di riconoscimento vocale che permettono di navigare fra i canali ed i contenuti video disponibili sul Web che la più volte annunciata Google TV mette a disposizione; e diversi apparati consentivano di interagire in questo modo, fra cui i prodotti di LG, Samsung, Sony e Vizio. La televisione 3D aveva anche quest'anno un posto significativo al CES: oltre ai prodotti esposti, diverse conferenze e seminari di approfondimento analizzavano gli ultimi sviluppi di questa tecnologia per impieghi domestici e scenici, compresi quelli teatrali. La serie di incontri "3D's 20/20 Vision", organizzati dalla International 3D Society e dal 3D@Home Consortium, erano focalizzati sul 3D autostereoscopico, sul 4K, gli ultimi sviluppi delle tecnologie più avanzate per i display, come l'OLED, e sui modi per limitare la fatica di visione.

Meno mobile Tv Il padiglione destinato alla tv mobile, la "Mobile TV Tech Zone", si presentava ridotto a soli quattro espositori, in aperto contrasto con il coacervo di piccole aziende che fino all'anno scorso affollavano questi spazi, proponendo tipicamente chiavette e dongle vari per la ricezione televisiva, da abbinare a computer, dispositivi palmari e portatili. I prodotti esposti in questo padiglione di solito raggiungono il mercato dopo essere stati integrati all'interno dei propri dispositivi di visione da parte di altre aziende. Il consorzio Mobile Content Venture ha presentato i prodotti per la propria piattaforma di tv mobile chiamata "Dyle": ricordiamo il telefono Samsung Lightray

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REPORT EVENTI ▲ ▲ ▲

CES 2013

proposto da MetroPCS e l'adattatore di Elgato per iPad, battezzato EyeTV Mobile. L'altro consorzio che promuove la televisione mobile, la Mobile500 Alliance, puntava tutto sulle funzionalità video-on-demand e sulle forme di pubblicità interattiva consentite dal proprio sistema. Una possibile forma di convergenza fra i sistemi 3DTV e la tv mobile è stata presentata da un ente di ricerca coreano, l'ETRI. Fra i prodotti per la piattaforma Dyle di Mobile Content Venture ricordiamo il MobileTV tablet di RCA, con schermo da otto pollici. Ad un costo di 299 dollari (circa 225 Euro) comprende un sintonizzatore per ricevere la televisione digitale mobile e uno schermo touch screen capacitivo, ed era basato sul sistema operativo Android 4.0 completo di Google Play. Non mancano la connettività Wi-fi e una telecamera incorporata.

Big show L'inizio di quest'anno del CES non solo ha visto la presenza di oltre 3.300 trecento espositori che occupavano uno spazio record di circa 180.000 metri quadri, ma è stato anche il centro di aggregazione per una importante serie di incontri conferenze sui temi del video e della televisione. Il Digital Entertainment Group, che gestisce il progetto UltraViolet per la distribuzione di contenuti video basata su cloud ha presentato una promozione particolarmente aggressiva per incentivare l'uso di questa tecnologia. Gli aderenti a questo consorzio provengono anche dal mondo degli studios e dei produttori di dispositivi elettronici. Il programma "Entertainment Matters", giunto ormai al terzo anno di attività, costituisce un importante punto di incontro e di confronto fra i dirigenti di aziende di produzione e di distribuzione, allo scopo di definire congiuntamente le migliori forme di interazione, anche attraverso lo sviluppo o la scelta di strumenti specifici. Sulla scia di questo, un nuovo programma, chiamato "Brand matters", si indirizza ai diversi soggetti dell'universo tecnico, media e "social" ai quali si rivolgono gli uomini del marketing, mentre la sessione collegiale "TV Connect at CES" sia occupata di valutare gli impatti dei contenuti video e gaming sull'andamento delle richieste di connettività per il futuro. Un intervento di Hans Vestberg, presidente e amministratore delegato di Ericsson, era intitolato "The New Network effect changes everything", come a dire che con la connettività globale, niente sarà più come prima. Dicevamo che il CES è anche l'occasione per un confronto sulle politiche e sulle regolamentazioni future. Oltre all'ormai consueto "faccia a faccia" (foto a sin.) fra il Chairman della FCC, Julius Genachowski, ed il presidente

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della Consumer Electronics Association, Gary Shapiro, molti argomenti sono stati affrontati durante il CES Innovation Policy Summit (foto sopra), dalle iniziative per l'abbandono volontario (e sovvenzionato) delle frequenze da parte di chi ne aveva diritto alla emergente tecnologia del riconoscimento facciale, con tutte le implicazioni che questa comporta, passando per le discussioni sui brevetti, sulle politiche di copyright e sulle opportunità di sviluppo per nuove start-up. Ma in ogni caso la presenza costante del concetto di televisioni "Net-connected" era ben percepibile in ciascuno degli ambiti della fiera, nell'area espositiva come nelle zone riservate degli espositori e, come ideale filo rosso, nell'ambito delle diverse conferenze. Una sessione focalizzata sugli impatti "disruptive" che potrà produrre nel nostro quotidiano la tecnologia emergente del video e del gaming ha approfondito gli aspetti e le implicazioni che questo cavallo lanciato al galoppo sfrenato potrà portare negli oggetti che siamo abituati ad utilizzare e nel nostro modo di interagire con essi. Non vogliamo dimenticare le sessioni magari meno appetibili per il grande pubblico, ma in ogni caso di grande importanza per l'analisi di aspetti specifici relativi alla convergenza degli ecosistemi digitali: "Second-Screen summit", "Digityal Hollywood", "Broadband Unlimited". Può essere invece visto come un allarme il messaggio presentato da alcuni fornitori di contenuti che si muovono (secondo gli ordinamenti correnti) ai confini della legalità, come ad esempio BitTorrent: azienda ha illustrato i propri dati di penetrazione all'interno del mercato Over the Top, e ha sottolineato di aver raggiunto il sottoscritto accordi con oltre 20 produttori di apparecchiature consumer accordi economici per inserire un proprio client all'interno di essi. Ad ogni edizione del CES, l'umore prevalente è largamente influenzato dall'andamento delle vendite della stagione natalizia, che si conclude poco prima dell'apertura dei cancelli. Chupcka ha ancora sottolineato: "La percezione emotiva degli operatori, quello che gli anglofoni chiamano il "mood", è oggetto delle nostre costanti attenzioni. A quanto vedo, stiamo rilevando i primi segnali di un interesse molto forte da parte del pubblico per le frontiere avanzate della tecnologia. È vero, questa è la prima fiera dell'anno, ma a giudicare da quello che vedo e dalle indicazioni che raccolgono il nostro settore potrebbe veramente rivelarsi una delle locomotive del nostro sistema economico". Fra i lustrini e le paillettes tipici di Las Vegas, l'edizione di quest'anno del CES ha anche promesso di evidenziare una tendenza sempre più evidente ad un mondo di operare convergenze da parte dei produttori di hardware e di contenuti. Il vice-president di Nielsen per la tecnologia e le relazioni strategiche, Scott L. Brown, ha definito il CES come "La bussola che segna la rotta per la confluenza dell'innovazione, della tecnologia e del sistema dei media. segna indubbiamente il punto di incontro fra la tecnologia, i contenuti ed il futuro che ci attende".

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L’italiana Sisvel Technology espone al CES la sua esclusiva tecnologia 3DZ Tile Format Elimina gli occhiali, aumenta le prestazioni, diminuisce i costi L'italiana Sisvel Technology, presente al CES nella South Hall allo stand 20818, ha dimostrato durante questa manifestazione come la tecnologia 3DZ Tile Format possa rivoluzionare il broadcasting 3D, consentendo di risparmiare la banda trasmissiva e, di conseguenza, i costi per gli operatori, consentendo inoltre una corretta visione tridimensionale anche senza occhiali.

Italian Genius Il 3DZ Tile Format è una tecnologia che migliora le prestazioni degli schermi autostereoscopici, che costituisce l'ultima evoluzione del conosciuto sistema Tile Format, che permette di effettuare trasmissioni 3D a risoluzione maggiore rispetto agli standard esistenti, conserva la compatibilità retroattiva con i televisori 2D HD, e consente agli operatori di trasmettere un singolo flusso trasmissivo che comprende sia il contenuto 3D che quello standard 2D HD. Il 3DZ Tile Format è stato specificamente progettato per rendere più semplice l'impiego di schermi "senza occhiali" tridimensionali, aumentando al contempo l'efficacia dell'effetto stereoscopico. Il funzionamento dei dispositivi 3D esistenti richiede la generazione di un grande numero di immagini o "viste" intermedie da inviare ad uno speciale schermo televisivo. Per essere in grado di generare le visite intermedie il televisore ha necessità di conoscere la mappa delle profondità del fotogramma, tipicamente una matrice che rende il formato numerico la "terza dimensione" dei diversi punti di compresi nel fotogramma considerato. Questa mappa è di solito costruita dal processore che controlla il funzionamento dello schermo, e richiede l'implementazione di un software particolarmente complesso. Se invece questa mappa fosse generata direttamente dal sistema di messa in onda, potrebbero essere utilizzati algoritmi di calcolo più sofisticati e performanti, consentendo quindi di ridurre il costo e la complessità dei diversi ricevitori. Il 3DZ Tile Format sfrutta lo "spazio" che il fotogramma video

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Roberto Dini, patron del gruppo Sisvel

composito lascia libero all'estremità inferiore destra del fotogramma per trasmettere la mappa delle profondità, sotto forma di immagine a scala di grigi. Il fotogramma 1080p Full HD trasmesso utilizzando il sistema 3DZ Tile Format permette quindi di ottenere sullo schermo un efficace effetto tridimensionale che può essere al contempo visualizzato sia dagli apparati stereoscopici convenzionali (con occhiali) che sugli apparati auto stereoscopici (senza occhiali.

Simulcasting 2D e 3D Sisvel Technology ha inoltre mostrato le potenzialità della tecnologia Cropping Rectangle, che consente ai broadcasters di trasmettere programmi 3D che possono essere visualizzati in formato stereoscopico dai televisori predisposti e, contemporaneamente, in formato 2D sui televisori Full HD, eliminando quindi la necessità del simulcasting. Lo stand di Sisvel ospitava inoltre i prodotti e le realizzazioni di aziende partner che hanno scelto di supportare la tecnologia 3D Tile Format: broadcasters locali, nazionali e sovranazionali (Quartarete, 50canale, Europa7, VTV Broadcom, CNTV 3D Channel, SES), partner industriali (Vestel, Sim2, Antik Technology, utah Scientific, CVE, BLT, Triaxes, Elecard, Dimenco, Gammared, Allied Telesis) e produttori di contenuti e stereoscopici. SIM2, uno dei produttori leader di videoproiettori 3D high-end partecipava con i propri prodotti alle dimostrazioni tenute da Sisvel al CES 2013. In una speciale darkroom appositamente realizzata era possibile apprezzare l'elevatissima qualità consentita dal sistema 3D Tile Format, con la riproduzione delle immagini affidata al video proiettore Mico 150. Il mercato americano sta rapidamente adottando la tecnologia televisiva 3D, e Sisvel Technology lavora costantemente per rendere disponibili soluzioni di avanguardia che consentano ai broadcasters di sposare la tecnologia 3D potendo contare su un ecosistema 3D avanzato ed efficiente, che comprenda chipsets, televisori, e decoder per segnali televisivi a radiofrequenza o IPTV.

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Automazioni, newsroom e storage

Avid Technology per le produzioni originali di Mike Heninger

Queste pagine sono realizzate in collaborazione con la redazione di TV Technology www.tvtechnology.com

Toronto - Sun News Networks produce circa 100 ore di contenuti originali a settimana, spaziando dalle notizie dell'ultima ora fino ai classici talkshow. Il lancio di Sun News Networks effettuato lo scorso anno ha richiesto di trovare una soluzione efficace a diversi aspetti particolarmente critici. Ma, grazie all'esperienza assolutamente positiva che avevamo maturato negli anni con diversi sistemi Avid già installati in precedenza presso le nostre

sedi, fra cui i sistemi Unity, Media Manager, NewsCutter, ControlAir e AisSpace, sapevamo di poter trovare in Avid un partner con l'esperienza e le capacità per consentirci di raggiungere i nostri obiettivi ambiziosi. La nostra sede è stata interessata da una gran quantità di lavori ed evoluzioni durante gli ultimi 10 anni, anche per soddisfare le richieste

sempre diverse e che provenivano da una quantità di diverse business units, ciascuna con le proprie specifiche esigenze sia tecniche che di produzione. Un fattore comune che c'è sempre consentito di soddisfare le più diverse richieste che potessimo ricevere è sempre stato il marchio Avid, che nel corso degli anni è sempre rimasto un nostro partner privilegiato. In quest'ultima evoluzione, avevamo necessità di un sofisticato sistema end to end che potesse "accompagnare" i nostri contenuti dall'acquisizione e fino al playout, svolgendo al tempo stesso i compiti tipici di un affidabile sistema di automazione.

Quando non c'è motivo per cambiare Quando abbiamo iniziato a parlare del lancio di Sun 52 B R O A D C A S T

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News, la scelta di proseguire la nostra relazione con Avid non è mai nemmeno stata messa in discussione. Una gran parte in questa nostra convinzione muoveva dall'esperienza già accumulata da parte dei nostri tecnici con Avid e con la possibilità di poter reimpiegare le competenze operative già acquisite su questi sistemi. Siamo quindi riusciti a "far partire" Sun News implementando diversi sistemi Avid, fra i quali l'iNews, che utilizziamo come nucleo principale del workflow per la produzione delle news. Stiamo anche utilizzando i server ISIS di Avid per gestire lo storage condiviso, e Avid Interplay per le esigenze più avanzate di asset management. L'automazione delle produzioni live e poi affidata al sistema Avid iNews Command, mentre per i sistemi di editing utilizziamo NewsCutter e Media Composer. Come spesso accade, avevamo dei tempi particolarmente ristretti per installare i nuovi sistemi e aggiornare le apparecchiature esistenti; i consigli, l'assistenza e l'aiuto da parte di Avid Professional Services sono stati per noi un grande aiuto nel progettare e nel realizzare tutto quanto necessario a rispettare i vincoli che ci eravamo posti. Un'altra emittente del nostro gruppo, TVA di Montreal sta già utilizzando da

tempo un sistema centralizzato (e WAN-enabled) di iNews, con diversi uffici già collegati, e abbiamo riscontrato che la nuova Sun News avrebbe attinto in gran parte anche alle risorse di questo sistema. Il nostro progetto prevedeva la creazione di una seconda control room di produzione in un edificio separato rispetto alla nostra sede esistente, e in più i server di iNews sarebbero stati collocati in una provincia diversa. Anche per questo motivo abbiamo richiesto ad Avid di verificare che, pur con questa topologia di sistema, il nostro workflow centralizzato si sarebbe comunque potuto realizzare in maniera efficace. Grazie all'apporto dei più esperti fra i nostri tecnici, e al prezioso supporto di Avid, siamo riusciti ad apportare al sistema tutti gli aggiornamenti necessari e le modifiche alle diverse configurazioni e ai vari percorsi di segnale, ottenendo in ultima analisi una soluzione di costo assolutamente competitivo. Secondo la configurazione attuale, i server di Command sono centralizzati e installati a Toronto; da lì possono comunicare con iNews attraverso la WAN con le diverse workstation di controllo per il playback di materiale video e grafico attraverso le due control room. Oltre ad utilizzare AirSpeed MS per il playback di produzione, che affidiamo a questo sistema anche per la acquisizione di

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una banda base all'interno dei sistemi ISIS e Interplay.

Quando può valerne davvero la pena Non è stato sicuramente un progetto semplice da completare, ma dopo alcuni problemi iniziali, peraltro pressoché inevitabili, siamo riusciti a raggiungere un’integrazione efficace, trasparente e stabile fra i diversi sistemi. Avid ci ha aiutato a integrare anche diversi sistemi non di propria produzione, e proseguii inoltre la propria consueta apprezzata politica di aggiornare continuamente la propria tecnologia e i propri apparati già in servizio, tenendoli aggiornati agli attuali standard di produzione e di tecnologia, con un livello di servizi di supporto che dal nostro punto di vista è almeno importante quanto le prestazioni e le caratteristiche dei prodotti utilizzati. Possiamo ora contare su una tecnologia "core" che si fa carico dell'intera filiera del nostro lavoro, dà la acquisizione alla messa in onda, e questo ci consente di costruire dei workflow end-to-end con una stabilità pressoché totale. Mike Heninger è responsabile tecnico e IT di Sun News Networks. Può essere contattato all'indirizzo e-mail mike.heninger@sunmedia.ca Per ulteriori informazioni, contattare: www.avid.it

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Automazioni, newsroom e storage

Un nuovo successo del playout Miranda Itx alla canadese CBC English di Scott Stewardson Toronto - La CBC English Services produce 18 canali televisivi HD e 74 canali radio esclusivi, fornendo circa 10.000 ore di contenuti radio e televisivi all'anno destinati a 13 province o territori distribuiti in un arco di cinque fusi orari. Riuscire a fornire ai nostri ascoltatori contenuti di reale valore è una sfida continua: per riuscire ad ottenere il successo che desideriamo, è necessario utilizzare la migliore tecnologia disponibile, quella che ci consenta di sviluppare e trasmettere contenuti personalizzati, su qualunque piattaforma, dovunque questo sia richiesto. Un elemento chiave è avere un sistema di playout che abbia la flessibilità di personalizzare il contenuto in maniera tale che questo possa arrivare sul device giusto, nel modo giusto, quando come e dove i nostri ascoltatori e telespettatori desiderino riceverlo. La tecnologia che ci ha consentito di raggiungere questo è la piattaforma di playout IT based Miranda iTX.

fondamentale per compiere un passo di questo genere. Ci serviva inoltre un partner tecnologico che potesse essere perfettamente consapevole dei cambi che sta attraversando il nostro settore e di quelli specifici che noi avremmo voluto realizzare; che potesse quindi lavorare con noi per sviluppare e realizzare un percorso che ci potesse consentire di realizzare quanto volevamo. Avevamo bisogno di flessibilità, un costo "per unità" competitivo, e la capacità di gestire vari tipi di contenuto; tutto questo all'interno di un sistema perfettamente integrato. Considerando tutti questi fattori, poco alla volta la soluzione ci è apparsa chiara: esisteva solo un prodotto in grado di fare tutto quanto chiedevamo, e questo prodotto era il Miranda iTX. Noi gestiamo molti canali, confezionati con molto materiale di archivio e svariati contenuti in diretta, e questo comporta la necessità di non dover gestire una gran quantità di "elementi". La capacità di iTX di integrare sia materiale di archivio sia contenuti dal vivo, è realmente unica, nel senso che tutto transita attraverso la stessa macchina su una singola piattaforma. Questo significa che non abbiamo bisogno di effettuare nessuna conversione, tra l'altro minimizzando anche il numero di potenziali punti di guasto.

Non bastava il "good enough" Quando abbiamo iniziato ad approfondire le tecnologie di playout, abbiamo avuto a che fare tutti i tipi di "soluzioni" tipicamente presenti sul nostro mercato, ma altrettanto tipicamente queste "soluzioni" erano in grado di svolgere solo compiti "vecchi". Con questo voglio dire: facevano sicuramente il loro lavoro per tutto quanto poteva servire, ma di fatto non portavano con sé quel tocco di novità, flessibilità e nuove prestazioni che consideravamo

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Quando l'installazione è adeguatamente leggera Le persone che hanno lavorato alla realizzazione del nostro progetto sono rimaste particolarmente soddisfatte sia dal rapporto che si è venuto a creare con Miranda, sia dal prodotto iTX, in particolare per la flessibilità e la facilità &

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di impiego che sa offrire. Detto così forse sembra strano, ma è sufficiente installare alcuni server, un po' di software, assicurarsi che la connessione di rete e l'alimentazione siano affidabili, e praticamente il lavoro è già finito. La nostra capacità di svolgere il lavoro è strettamente legata al tempo che ci mettiamo ad effettuarlo, quindi con un sistema come questo riusciremo sicuramente essere più efficaci, con un time to market più rapido e possiamo inoltre beneficiare di una riduzione dei costi. Per noi anche la scalabilità è un fattore fondamentale, in quanto siamo sempre alla ricerca di opportunità per monetizzare i nostri contenuti lineari, anche attraverso il repurposing verso nuovi canali di vendita, come il video on demand ed in generale i servizi non lineari. iTX sembra fatto apposta per questo tipo di lavori, e ci aspettiamo di incrementare molto la nostra attività in questo settore per il futuro. La nostra relazione professionale con Miranda è stata eccellente e,a consuntivo, possiamo dire fondamentale per riuscire a raggiungere i nostri obiettivi. Siamo veramente soddisfatti di questo rapporto, che si è rivelato efficiente, efficace ed estremamente produttivo. Ora siamo in grado di acquisre nuovi e migliori modi per svolgere certi compiti: entro poche ore, piuttosto che in svariati giorni o settimane, per come erano necessario prima. Scott Stewardson è responsabile del Presentation Center di Toronto per le attività radio, tv e Digital Media di CBC. Lavora con CBC da 27 anni. Può essere contattato all'e-mail scott.stewardson@cbc.ca per ulteriori informazioni, visitare: www.miranda.com

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Automazioni, newsroom e storage

L'automazione Ross muove le produzioni di Gabriel Lopez Atlanta - WGCL TV è la stazione televisiva locale del gruppo Meredith Corp, e recentemente abbiamo deciso di introdurre un sistema di automazione. Dopo aver analizzato diversi sistemi di automazione con il nostro responsabile tecnico, Gary Watkins, abbiamo convenuto che il sistema OverDrive di Ross Video fosse per noi la scelta migliore. Con l'integrazione di OverDrive le nostre attività di produzione sono immediatamente diventate molto più efficienti, e siamo in grado di completare diverse attività da una sola posizione, in modo efficace e lineare, con una possibilità di errore assolutamente trascurabile. Ci capita spesso di scherzare fra colleghi su come la postazione del tecnico sia ora molto simile al cockpit di comando di un Boeing 747. E questo ci porta a chiamare il nostro produttore tecnico in seconda "copilota". Utilizziamo il protocollo MOS per interfacciare OverDrive con il nostro sistema iNews, e i risultati che abbiamo ottenuto sono stati estremamente positivi. OverDrive ha dimostrato la propria capacità di gestire al meglio anche quei contributi dell'ultimo minuto che a volte è necessario introdurre nella propria messa in onda di ogni giorno. L'automazione OverDrive e il mixer di produzione Vision, entrambi di Ross Video, ci danno veramente il massimo di entrambi questi mondi, dandoci la flessibilità richiesta per le produzioni più importanti come ad esempio la copertura delle recenti elezioni nazionali. L'installazione del nostro sistema di automazione è iniziata nel novembre 2011, e tutto il sistema era completamente operativo nel mese di marzo 2012. Agli inizi ci siamo presi qualche margine, e abbiamo avuto un approccio conservativo nella transizione alla messa in onda completamente automatizzata: abbiamo infatti attivato il nuovo sistema su uno show alla volta. Certo, agli inizi abbiamo dovuto risolvere qualche problema di interfacciamento, ma Ross ha lavorato al fianco 56 B R O A D C A S T

degli sviluppatori degli altri dispositivi che compongono la nostra catena in modo davvero efficace, riuscendo rapidamente a metterci in condizione di far funzionare tutto nel migliore dei modi. Abbiamo anche dovuto affrontare alcuni bug di OverDrive, ma Ross è venuta in nostro aiuto il modo assolutamente encomiabile, andando ben al di là dal metterci a disposizione un programmatore presso la nostra sede dedicato a scrivere righe e righe di codice. Il livello di supporto post vendita è stato realmente eccellente, e abbiamo notato con piacere che questa eccellenza non è diminuita al termine dell'installazione. Per ogni necessità, posso chiamare il servizio di assistenza Ross, ricevendo ogni volta una chiamata da parte loro in meno di un'ora, se non addirittura in tempo reale.

Un modo facile per cambiare proprio tutto Al termine dell'attività di installazione ci siamo accorti che avevamo ben poco da imparare per essere in grado di utilizzare completamente nuovo sistema. Infatti, utilizziamo già da tempo uno switcher di produzione Vision, sempre di Ross Video, che permette un uso estremamente intuitivo. Era quasi divertente: durante le consuete sessioni di training che vengono organizzate ogni volta che si introduce un nuovo apparato o una nuova tecnologia, era come vedersi accendere una lampadina nella testa dei nostri produttori e nei &

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nostri tecnici, notando poi come quel pizzico di ansia del nostro personale si stemperava immediatamente e diventava sicurezza. Abbiamo formato una persona del nostro staff per essere un vero e proprio "guru" di OverDrive a cui ricorrere ogni volta che si presenti un problema un'esigenza particolare, ma tutti i nostri operatori hanno una buona padronanza del sistema e si sentono perfettamente a proprio agio nell’utilizzarla. È stato anche molto interessante osservare come i nostri manager e i responsabili tecnici hanno interagito per creare i nuovi workflow. I nuovi modelli erano indubbiamente sfidanti, perlomeno a prima vista, ma il nostro staff è riuscito ad adeguarsi ad essi in un tempo davvero ridotto, contribuendo ad eliminare ogni dubbio che ci potesse ancora essere sull'efficacia dei nuovi modelli di lavoro. Ross Video è stata di grande aiuto la nostra azienda per fare il grande passo nel mondo dell'automazione, conservando al contempo l'integrità delle nostre produzioni. Sono altresì convinto che il livello di supporto fornito da Ross Video sia di assoluta eccellenza. Gabriel Lopez è assistente al responsabile tecnico di WGCL-TV, e lavora nell'industria televisiva da 11 anni. Può essere contattato all'indirizzo gabriel.lopez@cbsatlanta.com Per ulteriori informazioni, contattare: www.rossvideo.com

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Digital Broadcast IP MediaFire scelto per la migrazione di Ray Luke Gulfport, Missouri - Quando è stato il momento di affrontare le sfide (ed anche i costi) del passaggio del nostro modo di lavorare ad un flusso completamente basato su file, abbiamo subito pensato di conoscere da vicino il sistema IP MediaFire di Digital Broadcast. Avevamo già avuto esperienza in passato con Digital Broadcast, e in particolare avevamo ancora in produzione il master control system in banda base MediaFire. È bastato poco per capire che una soluzione basata su piattaforma IP avrebbe consentito di rendere tutto il nostro modo di lavorare più efficiente ed anche più economico. Il sistema file-based di Digital Broadcast di fatto rende superfluo l'impiego di un Master Control switcher, come pure del sistema di routing all'interno delle nostre infrastrutture. Il sistema IP MediaFire lavora completamente a livello di flussi MPEG, per cui non c'è più bisogno di effettuare commutazioni od indirizzamenti in banda base. Supporta flussi compressi MPEG-2 ed MPEG-4, transport stream ASI e diversi formati di video over IP, fra cui il single program transport stream ed il multi program transport stream. Quando un contenuto raggiunge il MediaFire IP, viene immediatamente scalato al formato HD e/o SD, in base a quanto stabilito, ed il bitrate viene immediatamente adeguato alle esigenze del playout. Il sistema è in grado anche di indirizzare un flusso verso più uscite, in base alle indicazioni che gli pervengono dal sistema di scheduling MediaFire Automation, consentendo quindi di eliminare ogni commutazione di segnali o percorsi a livello di master control. In aggiunta, il Graphics Engine di Digital Broadcast può inseri-

re loghi ed animazioni direttamente a livello di flussi MPEG-2 ed MPEG-4, rendendo quindi superflua anche la doppia conversione tipicamente richiesta per l'inserimento del luogo. Sono inoltre supportate le interfacce EAS e PSIP. È inoltre dotato di una funzionalità multiviewer, che consente di monitorare fino a 10 sorgenti diverse. Un ulteriore contributo alla riduzione dei costi complessivi del sistema è stato la capacità del MediaFire di riutilizzare alcuni dei server già esistenti all'interno della configurazione completa. Tipicamente nella nostra sede generiamo tre canali utilizzando feed da network providers a cui si aggiungono materiali da Pathfire, Pitch Blue e da altre fonti, e ciascuno di questi deve essere messo a conformità prima di essere passato alla messa in onda. Il motore di conforming incluso nel MediaFire IP provvede a processare il video e a normalizzare l'audio da ciascuna di queste fonti, in modo da predisporre il materiale pronto per la messa in onda, senza alcuna necessità di effettuare conversioni o lavorazioni successive.

che abbiamo maturato lavorando con il management e gli sviluppatori di Digital Broadcast è stata assolutamente piacevole. Ci hanno aiutato a mettere a punto il MediaFire IP, consentendoci di sfruttarne quindi appieno le potenzialità; hanno inoltre inviato uno sviluppatore presso la nostra sede, in modo che potesse toccare con mano il nostro modo di lavorare e potesse quindi realizzare direttamente sul posto tutti gli aggiustamenti e le messe a punto al software in modo che quest'ultimo potrà essere compiutamente soddisfare tutte le necessità del nostro workflow e del nostro lavoro quotidiano. Questa disponibilità che ha veramente sorpreso: non capita certo tutti i giorni nel mercato del broadcast che un fornitore sia disposto a seguirti con questo livello di attenzione. In base all'ottima riuscita del nostro passaggio al MediaFire IP, il gruppo che ci controlla, Morris Multimedia, è stato in grado di anticipare il passaggio di altre stazioni a questo sistema in anticipo sui tempi inizialmente preventivati.

Passaggio semplice e rapido I nostri tecnici hanno familiarizzato immediatamente con il sistema, anche perché ciascuno di loro sapeva in anticipo e aveva accettato che ci sarebbero stati alcuni cambiamenti nel proprio modo di operare. Il sistema complessivo ha veramente soddisfatto, sia dal punto di vista della bontà delle tecnologie utilizzate e da quello del rapporto qualità prezzo. Siamo convinti che questo sistema avrà un ruolo importante per lo sviluppo futuro della nostra emittente. In più, l'esperienza

Ray Luke è responsabile dell'esercizio e dell'ingegneria di WXXV-TV, una stazione appartenente a Morris Multimedia, e lavora nell'esercizio di reti a far tempo dal 1987. Può essere contattato all'indirizzo email rluke@wxxv25.com Per ulteriori informazioni, contattare: www.digitalbcast.com

Un'automazione firmata Pebble Beach di Gordon Bell Burbank, California. Circa un anno fa abbiamo definito il progetto per muovere la nostra base operativa nella sede "storica" sita in Sunset Boulevard in un nuovo edificio realizzato specificamente su nostro progetto nella zona di Burbank. La nostra nuova sede era 58 B R O A D C A S T

pensata per essere dotata di tutte le più moderne tecnologie e quando abbiamo definito il progetto avevamo cercato di tener conto di ogni possibile espansione e della possibile adozione di nuove tecnologie e modi di operare. Avevamo solo 12 mesi per completare questo &

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progetto, e ci siamo quindi trovati davanti ai diversi problemi di ordine logistico e tecnico che dovevamo necessariamente risolvere in tempi molto rapidi. Sin dalle prime fasi del progetto abbiamo deciso di basare le diverse infrastrutture su una tecnologia

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ancora spiccatamente broadcast, dove l'alternativa era sposare un modello basato su tecnologie IT che prevedessero un sistema di messa in onda del tipo "channel in a box". Il tipico mixer della nostra programmazione, composta di eventi dal vivo, studi di produzione, e contributi da e verso molte altre emittenti ha sicuramente avuto un peso decisivo nella nostra decisione.

I criteri della scelta Sicuramente la scelta del sistema di automazione è stata una delle decisioni piÚ cruciali e l'intero nostro team del reparto tecnico e della master control room è stato direttamente coinvolto nelle diverse fasi della decisione. Dopo aver valutato diversi sistemi abbiamo scelto il sistema di

automazione enterprise Marina di Pebble Beach. Le ragioni di questa scelta comprendevano sicuramente l'architettura delle macchine e del software utilizzati, ma anche la capacitĂ di operare anche in presenza di inconvenienti, la facilitĂ di manutenzione e di

intervento dall'esterno, quanto fosse intuitivo l'impiego, la semplicitĂ dell'interfaccia utente. Ma sicuramente un ruolo fondamentale, e un criterio al quale non volevamo assolutamente rinunciare, era la capacitĂ del sistema di automazione di adeguarsi alle nostre

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‡ Monitoraggio paramentri di rete Broadcast MFN e SFN.

‡ Monitoraggio del template del Transport Stream.

‡ Visualizzazione contenuto video da remoto.

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‡ Rilevazione dei parametri di qualità .

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esigenze di "ripensare la nostra televisione". Abbiamo inoltre considerato come un importanza la capacità di fornire un supporto sia in loco era da remoto da parte del produttore. Un ulteriore elemento che ci ha portato a considerare favorevolmente questo sistema è stata la piattaforma a 64 bit utilizzata da Marina. Ci dava la sicurezza che il sistema, oltre a soddisfare tutte le nostre esigenze attuali, avrebbe potuto essere facilmente sviluppato ed adattato per riuscire a soddisfare anche le nostre esigenze future, e questo in un arco di diversi anni.

confrontarsi in modo chiaro sulle possibili soluzioni è un elemento fondamentale per riuscire a risolvere i problemi che si sono presentati, e le persone dello staff di Pebble Beach Systems hanno dimostrato di saper svolgere il proprio ruolo alla perfezione, lavorando a stretto contatto e il continuo confronto con noi per risolvere ogni inconveniente od ogni aspetto che non ci stava soddisfacendo attraverso un supporto telefonico ma anche con la loro presenza presso la nostra sede. Il tipo di risposte che ci hanno dato che ha soddisfatto pienamente, stiamo continuando a lavorare con loro per vari servizi innovativi che abbiamo deciso di incrementare. Da quando abbiamo messo in produzione l'intero sistema siamo stati particolarmente colpiti dalla facilità d'uso e dalla velocità con la quale è possibile passare dal sistema principale di Marina a quello di riserva, ogni volta che è necessario. È veramente un passaggio "seamless", e la ridondanza dell'intero sistema, che si spinge ad ogni

Un supporto davvero eccezionale Il grande salto è avvenuto la scorsa estate e devo ammettere che una transizione così complessa non è potuta avvenire senza qualche problema; ma era del tutto normale, considerato che venivano implementate tecnologie e flussi di lavoro completamente nuovi. Ma in ogni caso, per poter parlare apertamente dei propri problemi, e

singolo livello di ardua e di software, ci assicura il più alto livello di affidabilità e di usabilità anche in condizioni di anomalia. KCET è una emittente televisiva pubblica che copre la parte centrale e quella meridionale dello Stato della California. Attualmente è in corso il processo di fusione con Link Media, una società indipendente non-profit che si occupa di servizio pubblico sui media, con sede a San Francisco, con la nascita di una nuova azienda, chiamata KCETLink. Dopo la fusione, operativa da inizio 2013, i programmi realizzati dalla nuova azienda potranno essere visti in 33 milioni di abitazioni attraverso i sistemi DirecTV e Dish Network offerti da Link, e in altri 5,6 milioni di abitazioni, attraverso le emissioni di KCET. Gordon Bell è il vice presidente per l'ingegneria e l'esercizio di KCET, e lavora in questa stazione dal 1998. Può essere contattato all'indirizzo e-mail gbell@kcet.org. Per ulteriori informazioni, visitare: www.pebble.tv

Quando il compito è critico, la scelta è Masstech di Ron Dodd Atlanta - Una delle sfide più critiche che ho dovuto affrontare come responsabile dei sistemi di rete è stato progettare e realizzare sistemi che siano allo stesso tempo estremamente stabili, all'avanguardia della tecnologia, il più possibile automatizzati e, come se non bastasse, che consentano un approccio intuitivo per l'esercizio e la manutenzione al nostro personale preposto questi scopi. Volevamo scegliere un sistema che fosse,

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naturalmente, di costo competitivo, ma avesse anche una capacità di delivery tale da assicurare che i diversi contenuti fossero inviati ai diversi server di messa in onda con un sufficiente anticipo rispetto all'ora prevista di programmazione. Altre caratteristiche che non potevano sicuramente mancare erano un elevato livello di ridondanza, oltre alla facilità di essere scalato a configurazioni più complesse e performanti, secondo le necessità e le richieste che possono pervenire dai clienti ed in base all'evoluzione delle tecnologie di broadcasting e della tipologia di contenuti disponibili. Oltre a questi requisiti tecnici, il sistema ideale per noi doveva essere prodotto da un'azienda che potesse vantare una solida e lunga presenza sul mercato e che si caratterizzasse per i tratti particolarmente innovativi e per l'eccellenza del proprio servizio di supporto tecnico. Capirete come, con tutti questi requisiti da soddisfare, trovare la soluzione ideale non era compito dei più semplici. Dopo diverse valutazioni abbiamo scelto di affidarci a Masstech, e abbiamo installato &

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il loro sistema streamline di Media Asset Management (chiamato "Topaz") nella nostra sede di Atlanta agli inizi del 2004. Fin da subito questo sistema è stato chiamato a movimentare e gestire files a ciclo ininterrotto (24 ore al giorno, sette giorni la settimana, 365 giorni l'anno) all'interno di una delle nostre più grandi piattaforme di automazione mai installate. Usiamo Topaz sia come un sistema "deep archive" che per la movimentazione di file; viene gestito da un importante sistema di automazione multicanale, che genera in uscita i contenuti di più di 40 network, composti da un mix di programmi a definizione standard e HD. Abbiamo quindi otto anni di esperienza con questo sistema, e in questo periodo abbiamo potuto sicuramente verificare che il sistema Topaz offre realmente la scalabilità e la flessibilità che chiedevamo al nostro sistema di archiviazione digitale e di media asset management, dotato di una capacità di calcolo e di gestione dei contenuti che è richiesta da una sede che sviluppa la quantità e la complessità di traffico generata dalla nostra. Il Topaz ha

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sicuramente permesso di migliorare la nostra attività, fra l'altro consentendoci di creare processi automatizzati per la gestione dei contenuti (dall'acquisizione al controllo qualità, dalla messa in onda all'archiviazione). In aggiunta si è rivelato perfettamente adeguato a fungere da interconnessione fra i sistemi di editing non lineare e i sistemi di archiviazione. Topaz si occupa dell'intera catena e nella gestione dei contenuti, sia nearline sia di archivio, e gestisce perfettamente anche i relativi metadati. Il sistema è interfacciato con la nostra nearline cache, i video server e le librerie di nastri digitali, provvedendo alla transcodifica dei contenuti nel formato richiesto e fungendo da database centrale del nostro sistema completo di asset management. Tutti i contenuti sono archiviati e conservati in formato digitale, che possono essere velocemente rintracciati e recuperati per la distribuzione e la messa in onda; in aggiunta le diverse persone del nostro staff possono ricercare in modo più esteso ed approfondito i contenuti archiviati usando anche parole chiave o metadati, direttamente dal computer che hanno sulla scrivania.

Un sistema che rende la vita più facile La messa in produzione del sistema Topaz ha avuto un enorme impatto sulla nostra operatività quotidiana, consentendo alle nostre persone di dedicare la propria attenzione ai contenuti dei nostri clienti che andavano effettivamente in onda. Il fatto di non doversi più preoccupare di dove quel determinato file si trovasse, o se il file che era stato selezionato fosse realmente in trasferimento verso la destinazione stabilita, ha costituito un enorme vantaggio per chi si muove in una struttura dedicata ai bisogni di una pluralità di canali. Ogni segnalazione di anomalia relativa al sistema di archiviazione è stata prontamente individuata e risolta attraverso il sistema di monitoraggio collocato nella nostra control room. Dobbiamo anche dire che, a parte la normale manutenzione preventiva sui server e sulle librerie robot per i nastri LTO, abbiamo dovuto fare veramente poco per consentire al sistema di operare continuamente al massimo delle proprie funzionalità. In questi otto anni, Topaz è stato chiamato ad integrarsi all'interno di una

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infrastruttura che è stata varie volte aggiornata, ma in ogni caso Topaz ha dimostrato di essere perfettamente in grado di inserirsi all'interno di un sistema di broadcasting come il nostro, senza richiedere applicativi o aggiunte di terze parti, e ha inoltre consentito alle diverse aziende che lavorano con noi di operare in un ambiente collaborativo, che costituisce una delle migliori premesse per raggiungere un eccellente livello di stabilità operativa. Encompass Digital Media fornisce in outsourcing servizi di tipo mission-critical a oltre 500 broadcasters, divisi tra canali via cavo e stazioni televisive via etere. Encompass si fa carico di generare ed inviare i contenuti agli operatori televisivi, satellitare e via cavo dislocati in tutto il mondo, attraverso collegamenti satellitare, in fibra e IP. Don Rodd è senior vice president per l'architettura di rete per tutte le installzaioni di playout che Encompass ha in esercizio negoli Stati Uniti. Può essere contattato all'indirizzo e-mail: dlrodd@encompass-m.com Per ulteriori informazioni, visitare: www.masstech.com

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Automazioni, newsroom e storage

Aveco fa crescere i canali news, anche in India di Rahul Kulshreshthay Nodia, India. Con il lancio del canale all-news Aaj Tak avvenuto nell'anno 2000, il gruppo TV Today Network ha ridefinito il modello del giornalismo televisivo in India. Questo canale, il più influente nel suo genere in India, ha nel corso degli anni guadagnato anche il riconoscimento come marchio televisivo considerato più affidabile all'interno dell’intero territorio indiano. È cominciato tutto nel 2000, quando di fatto noi eravamo una casa di produzione che forniva 30 minuti ogni giorno di contenuti: un notiziario che realizzavamo per il canale televisivo di Stato. Abbiamo poi deciso di espanderci utilizzando le più recenti tecnologie ed i workflow file based. Abbiamo selezionato il sistema di automazione di Aveco; questa azienda si è anche occupata di progettare l'intero sistema e di farsi carico della completa integrazione dell'infrastruttura televisiva. La messa in produzione è avvenuta alla fine del 2001 e da allora abbiamo vinto tutti gli anni un prestigioso riconoscimento come migliore News Channel della Indian Television Academy: una serie record di 12 anni consecutivi. Il sistema Astra di Aveco controlla tutte le nostre operazioni di acquisizione file based, gestisce il nostro sistema di archiviazione centrale, integra i sistemi per l'editing non lineare e controlla il playout sia negli studi sia a livello di master control. Astra è il nostro media asset management system e fornisce inoltre una completissima gestione dei metadati, consentendo anche di automatizzare i workflow. Successivamente a quel primo progetto di integrazione, Aveco ha lavorato a stretto contatto con noi ogni volta che

abbiamo voluto lanciare nuovi canali, come pure effettuare inserimenti di pubblicità. Da poco abbiamo deciso di costruire una nuova sede per raggruppare tutte le società che fanno parte dell'India Today Group. Il progetto prevede la costruzione del nuovo edificio con infrastrutture ed equipaggiamenti completamente rinnovati. In base alla nostra precedente esperienza con Aveco, abbiamo scelto il loro sistema di automazione ed il loro media asset management. Questo ha già consentito un'elevata efficienza operativa, permettendoci inoltre di produrre un canale news attivo 24 ore al giorno impiegando uno staff relativamente ridotto. Siamo andati in onda dalla nostra nuova sede dallo scorso mese di settembre, anche se, come per ogni grande progetto, ci sono ancora alcune cose da completare ed alcuni obiettivi da raggiungere, fra cui riuscìre a completare la migrazione di 10 anni di contenuti conservati su nastri magnetici verso un sistema di archiviazione basato su cassette dati.

Imparare facendo La conversione di TVTN da uno workflow basato su nastri ad un'intera sede basata su file, con workflow 62 B R O A D C A S T

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automatizzati, ci ha insegnato molte cose, fra cui la necessità di coinvolgere tutti i dipartimenti che in qualche modo hanno a che vedere con l'operatività, definendo degli obiettivi realistici. Un'altra importante considerazione è definire un sistema di metadati e uno workflow che possa essere adatto a tutti processi, ma che comunque consenta ancora l'intervento manuale qualora richiesto. Un aspetto fondamentale è invece la scelta di un sistema che permetta la possibilità di espansione futura del sistema di media asset management, con la possibilità di aggiungere ulteriore capacità se è necessario. In base alla nostra esperienza possiamo dire che Aveco è stata sempre in grado di sviluppare e consegnare le funzionalità richieste per realizzare questo approccio incrementare, e non abbiamo dubbi che la nostra collaborazione potrà proseguire in maniera proficua per anni e anni nel futuro. Rahul Kulshreshtha è Senior vice president per l'ingegneria e l'esercizio di TV Today. Può essere contattato all'indirizzo e-mail rahul.k@aajtak.com Per ulteriori informazioni, visitare: www.aveco.com

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Automazioni, newsroom e storage

Nverzion porta al massimo dell'efficienza e lo fa con… Class di Skip Orvis Flint, Michigan. WJRT-TV è una emittente affiliata alla ABC che serve le aree di Flint, Saginaw, Bar City e Midland. Uno dei miei compiti più sfidanti è il miglioramento continuo dell'efficienza operativa, riuscendo lo stesso tempo soddisfare le esigenze di un mercato sempre più esigente e particolareggiato. La nostra emittente è passata ad un workflow file based nel 2001 e da quel momento è stato sicuramente molto più facile e rapido inviare i contenuti alla messa in onda. Questo passo che ha consentito di ridurre il numero di operatori master control da tre a due. Un'altra fonte di risparmio è stata poi l'implementazione del sistema Class (Component Level Automation System Solution) di NVerzion. Recentemente, abbiamo deciso di rendere l'intero flusso operativo ancora più integrato e automatizzato, aggiungendo la possibilità di trasferire automaticamente i file vari sistemi di gestione dei contenuti PitchBlue e Pathfire direttamente i nostri server di messa in onda, come pure di controllare automaticamente la programmazione di eventi di secondo e terzo ordine, come ad esempio effetti grafici di vario tipo da un nuovo sistema WideOrbit.

grafica e la matrice master control. Ma non solo: NVerzion era anche in grado di supportare i nuovi componenti che volevamo aggiungere all'infrastruttura, ad esempio il sistema di traffico Wideorbit. Ragionando per integrazioni successive, siamo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo principale, con l'apprezzato l'effetto aggiuntivo di riuscire a ridurre i costi operativi ad un livello estremamente contenuto, effettuando quindi un deciso passo in avanti dal punto di vista dell'efficienza.

Un elevatissimo livello di affidabilità Un altro dei vantaggi più evidenti che sono immediatamente collegati a un sistema di automazione tradizionale come il Class di NVerzion è la sua affidabilità intrinseca. Lavoriamo tutti in questo mondo e sappiamo che nel broadcasting l'affidabilità è l'essenza stessa del business; l'architettura modulare sulla quale è costruito il sistema Class consente di non avere nessun SPI (single point of failure). Qualunque elemento o modulo dovesse avere problemi, possiamo bypassarlo facilmente, consentendo al segnale di continuare a transitare verso la messa in onda e assicurando quindi una totale trasparenza sia dal punto di vista operativo che dal punto di vista dei nostri telespettatori. Attualmente il sistema di automazione NVerzion controlla il nostro canale principale ad alta definizione e il canale accessorio da noi distribuito Live Well Channel; nell'immediato futuro prevediamo di estendere il NVerzion anche al nostro canale specializzato nella meteorologia. L'automazione Class è altamente scalabile e ci consentirà quindi di controllare facilmente anche questo terzo, ulteriore, canale senza

Station-in-a-box? No, grazie Ci siamo dati da fare, e abbiamo preso in considerazione molti prodotti di automazione fra quelli disponibili. Ma alla fine abbiamo scelto di aggiornare il nostro sistema NVerzion già in esercizio piuttosto che acquistare un sistema di automazione completamente nuovo del tipo "Station-in-a-box". Una delle principali ragioni che ci ha portato a scegliere il sistema di automazione Class di NVerzion è stata la dichiarata compatibilità di questo con le apparecchiature prodotte da diversi costruttori di classe elevata, fra i quali quelli che già utilizzavamo per le nostre attività quotidiane. Questo ci ha consentito di continuare a sfruttare e a trarre profitto dagli investimenti che avevamo effettuato in passato, e fra questi vorrei ricordare il sistema di 64 B R O A D C A S T

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comportare il costo aggiuntivo di una ulteriore workstation, quindi ancora una volta aiutandoci a ottimizzare l'efficienza e riducendo i costi operativi complessivi della nostra emittente. L'ultimo aggiornamento che abbiamo effettuato al nostro NVerzion lo ha messo in grado di automatizzare completamente la nostra master control e la pianificazione del traffico, riducendo quindi ulteriormente il numero di persone richieste per assicurare l'operatività del nostro master control e del sistema di gestione delle news, passando da due persone ad una sola. Abbiamo ora il modo di dedicare queste persone ad altri compiti, come riprese e contributi dal vivo, che ovviamente richiedono la presenza di un operatore. La conclusione è che l’automazione NVerzion si è rivelata uno strumento estremamente affidabile, che ha messo in grado la nostra emittente di risparmiare un importo significativo sia in termini di spesa iniziale che di costi operativi, mettendoci al contempo in condizione di produrre segnali di alta qualità per i nostri telespettatori. Skip Orvis è il responsabile esercizio diWJRT-TV, ed ha maturato oltre 30 anni di esperienza nelle tecniche del broadcasting. Può essere contattato all'indirizzo e-mail skip.orvis@abc12.com Per ulteriori informazioni, visitare: www.nverzion.com

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Una stazione Tv in un Mac Mini con Toolsonair

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Sono ormai oltre 300 i canali in oltre 60 paesi realizzati con le soluzioni di ToolsOnAir, che ha superato il concetto di Channel in a Box ed ha creato una potente stazione Tv in un Mac Mini che utilizza hardware Apple e interfacce I / O di AJA e Blackmagic Design. Il tutto anche all’insegna della massima convenienza. ToolsOnAir utilizzando la Thunderbolt è in grado di risolvere situazioni anche con configurazioni complesse; lo ha fatto sviluppando Ultra Studio TOA su Mac Mini, così da dare una soluzione a buon mercato a partire dal settore delle emittenti televisive regionali: una possibilità di playout su file 24/7. Il Mac Mini è stato utilizzato come un media server e grazie alla Thunderbolt si propone come dispositivo di riproduzione molto attraente ed interessante. Basta il collegamento ad un computer portatile per eseguire FCPX UltraStudio 3D e il tutto si trasforma in una soluzione economica per mettere in onda le news, o la programmazione di un’intera emittente televisiva. In combinazione con il dispositivo video AJA Video IoXT, collegato tramite la tecnologia Thunderbolt, un canale può offrire un programma no stop, anche con video in alta definizione e con una grafica avanzata in tempo reale. Quindi, utilizzando semplicemente la soluzione offerta dal software di ToolsOnAir, un qualsiasi Apple Mac Mini diventa un playout televisivo con qualità HD, automazione e real time server grafico, oltretutto consumando un’inezia di potenza e occupando una sola unità rack (1RU).

Connettori HDTV 3K.93C Ibridi 2 Fibra ottica + 2 connessioni di potenza + 2 basso voltaggio Aderiscono agli standard ARIB + ANSI / SMPTE + EBU Più di 30.000 cicli di connessione / sconnessione Possibilità di fornire cavi precablati sul territorio italiano

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Automazioni, newsroom e storage

Axle è un MAM "radicalmente semplice" "Radically Simple" è il software di media asset management progettato da Axle per gestire progetti nel mondo dei media, con l'obiettivo di costare solo una frazione rispetto al sistemi analoghi. Consente all'utilizzatore di guardare, indicizzare e loggare i diversi asset da qualsiasi postazione remota, attraverso un browser Web. L'applicazione può girare direttamente su un Mac Mini, oppure, attraverso una rete locale, può operare su sistemi di archiviazione SAN, NAS, RAID, indifferentemente basati su sistema operativo Mac, Windows o Linux. Il prodotto di Axle è completo di un sistema di catalogazione automatica, di generazione automatica dei proxies, campi per i metadati completamente personalizzabili, sistemi di lavoro

collaborativi e altro ancora. È prevista anche l'opzione per un cloud server. Può supportare formati media più

diffusi, fra i quali .mov, .mxf e .avi. Per ulteriori informazioni, visitare: www.axlevideo.com

On-Air Systems e Oasis Media Manager L'Oasis Media Manager di On-Air Systems è in grado di controllare i dispositivi per l'archiviazione centralizzata di file multimediali, e viene utilizzato dall'Oasis Player nella stessa azienda per caricare contenuti non disponibili su una media cache locale. Può essere integrato con dispositivi di

archiviazione di terze parti con possibilità di accesso SMB/CIFS e reporting. Oasis Media Manager può essere utilizzato per gestire contenuti condivisi sia su dischi locali sia su dispositivi di archiviazione "Network Attached". Può indicizzare tutti i contenuti archiviati e trasferisce i

metadati su ogni clip archiviata. Il processo di indicizzazione è costruito con una architettura memory-centric, con archiviazione su memoria RAM dei dati di ciascun asset per consentire una operatività più veloce e più affidabile. Per ulteriori informazioni, contattare: www.on-air-systems.com

GV: sistema automatizzato di produzione Ignite Il sistema automatizzato di produzione Ignite di Grass Valley è completamente scalabile che può essere configurato per i diversi requisiti di broadcasters televisivi operanti su tutti i mercati, piccoli o grandi che siano. Il sistema modulare può essere configurato per soddisfare le più complesse specifiche in

termini di ingressi e uscite audio video e di controllo. La piattaforma hardware e software di Ignite consente di produrre programmazione dal vivo impiegando un ridotto numero di operatori, potendo anche effettuare automaticamente il controllo dei movimenti delle camere. È completo dell'operatività nei due formati

SD ed HD, può effettuare in modo semplice le transazioni fra i newscasts backto-back, è dotato di workflow MOS-driven, di controllo di sovracapacità e può essere dotato di pannelli di commutazione media opzionali per l'operatività manuale. Per ulteriori informazioni, contattare: www.grassvalley.com

Skylark SL NEO 3000 "Channel in a box" I sistemi di automazione Skylark della serie "Hybrid channel in a box" sono in grado di gestire il processo completo di registrazione a qualità broadcast. Si può interfacciare con sistemi di gestione del traffico e dei flussi di lavoro e può inoltre controllare molti fra i più diffusi dispositivi di terze parti. Questo sistema si propone come un’alternativa di 66 B R O A D C A S T

costo competitivo all'insieme di apparati convenzionali che sono tipicamente richiesti per svolgere le medesime funzionalità (ad esempio video server e matrici di commutazione audiovideo). Occupa uno spazio decisamente contenuto e vanta un ridottissimo consumo di energia, oltre alla poca manutenzione richiesta; dunque &

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permette di ridurre in modo sensibile i costi operativi. Integra transcoder, multiplexer, demultiplexer e multiviewer per formati SD e HD. Converte, trascodifica e genera proxy in modo assolutamente flessibile e secondo ogni esigenza. Per ulteriori informazioni contattare: www.skylark.tv

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Automazioni, newsroom e storage

Arctic Palm installa Center Stage in KADI di Rod Kittleman Springfield, Missouri - Abbiamo cercato per più di sei Queste pagine sono anni di integrare il realizzate nostro sistema di automazione Simian in collaborazione con una serie di altre con la redazione di applicazioni e apparecchiature che Radio World utilizziamo: la nostra unità Inovonics RDS, il nostro sito www.99hitfm.com, le funzioni di messaggistica, i collegamenti a Facebook e Twitter. Il nostro obiettivo era interagire con i nostri utenti a tutti i livelli, ma non si è rivelata una cosa facile da fare. Almeno fino ad ora. Infatti, grazie ai consigli del nostro consulente broadcast Doug Raines, siamo finalmente riusciti a trovare il modo di integrare tutto questo. L'anello mancante si è rivelato essere il Center Stage di Arctic Palm. In combinazione con la nostra automazione Simian, Center Stage ci permette di mandare l'etichetta "now playing" alla nostra unità Inovonics713

RDS. È stato anche connesso al nostro website player di Secure Systems, che alimenta le apps 99HITFM KADI per iPhone e Android. L'installazione di Center Stage è stata semplice come fare una passeggiata, grazie all'aiuto impeccabile di Stu Buck di Arctic Palm. Stu ha lavorato fianco a fianco con i programmatori di Secure System per riuscire a fare accadere l'impossibile. Ma questa è solo la punta dell'iceberg di Arctic Palm, se mi premettete il gioco di parole. Center Stage ha una serie di caratteristiche che lo rendono estremamente utile quando ci si trova a realizzare trasmissioni in diretta. Ha un modulo per la programmazione degli eventi che può essere usato non solo per la trasmissione di notiziari, previsioni metereologiche, stacchi pubblicitari, avvisi di pubblica utilità (come allerta meteo e le ultime notizie su eventuali chiusure delle scuole), ma anche per la loro pubblicazione sui servizi di webfeeds, RDS, messaggistica e social media.Il nostro ufficio commerciale è in grado di offrire anche messaggi sponsorizzati che appaiono sul display

degli apparecchi radio dotati di RDS o di altre caratteristiche simili. Ogni messaggio può essere programmato e trasmesso contemporaneamente al messaggio pubblicitario in onda, quindi a orari e giorni specifici. Center Stage permette di gestire veramente un alto numero di opzioni, e tutti gli eventi sono tracciati per eventuali verifiche di funzionamento. Mi spiace solamente che un programma del genere non possa essere minimizzato sul desktop del computer, girando in background mentre sul monitor appare solo l'icona. Stiamo ancora esplorando tutte le funzionalità di Center Stage, che, devo dire, è un programma veramente ben strutturato e organizzato. Per me, direttore della programmazione che adesso deve sovrintendere ben più di una stazione radio, Center Stage di Arctic Palm è decisamente uno strumento da consigliare. Rod Kittleman è Program director di KADI(FM). Per ulteriori informazioni: Stu Buck, Arctic Palm Technology, Canada Web: www.arcticpalm.com

Simian di BSI da vicino e da lontano Springfield, Oregon - BSI (Broadcast Software International) ha rilasciato l'ultima versione (2.2) del suo software di automazione Simian Pro. Sono anche state contemporaneamente pubblicate le due applicazioni Simian Gateway e Simian Remote Clients per iPad e PC. Simian Gateway permette di gestire un portale TCP/IP collegato a Simian 2.2 Pro, per rendere più immediate e facili le connessioni del nuovo Simian Remote Clients. E Simian Remote Clients, a sua volta, permette il controllo in real-time del sistema Simian 2.2 Pro: start/stop per il playback audio, la ricerca sugli archivi sonori di un’emittente, la modifica del log dei programmi, il bilanciamento dei mixer, e altro ancora, a secondo del cliente. Ma Simian Remote Clients non solo permette di collegarsi da remoto, ma consente anche di registrare da 68 B R O A D C A S T

remoto: il suo sofisticato Voice Track Editor consente di scaricare i pezzi introduttivi e finali che il Simian Gateway crea sui brani musicali prima e dopo la parte registrata. In questo modo, gli utenti possono impostare il punto di cross-over tra canzoni e registrazione, ma soprattutto possono controllare l'anteprima della registrazione, e tutto questo da remoto. Simian Gateway sarà distribuito sul mercato come add-on di Simian 2.2 Pro ad un prezzo contenuto, mentre sia Simian Remote per iPad e Simian &

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Remote per PC, da utilizzare attraverso Simian Gateway, sono totalmente gratuiti. Per ulteriori informazioni, visitare: www.bsiusa.com

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Netia rinnova la programmazione musicale Netia comunica che la propria famiglia di software per l'automazione dell'audio digitale Radio-Assist, utilizzato dai vari broadcaster per velocizzare e semplificare i flussi di produzione e di broadcasting, è stata arricchita di un ultimo sviluppo: Radio-Assist 8.1, che include due nuove funzionalità in grado di aumentare la flessibilità con cui è possibile selezionare e rinviare i contenuti per la messa in onda: un nuovo sistema di programmazione musicale e strumenti per l'editing video. Oltre ai consueti strumenti di navigazione e di pubblicazione, in grado di consentire varie funzionalità multimediali, il software di Netia è dotato di strumenti per gestire l'acquisizione, l'editing dei file audio, la produzione di musica e di spot pubblicitari, sistemi di newsroom, pianificazione, multicasting ed amministrazione. La nuova versione Radio-Assist 8.1 aggiunge a queste apprezzate funzionalità un nuovo sistema integrato di programmazione musicale. Con i nuovi strumenti di gestione dei brani musicali integrati nel modulo di preparazione delle playlist FederAll di RadioAssist 8.1, gli utilizzatori possono automatizzare anche la creazione delle playlist in base a criteri predefiniti, che possono includere anche i diversi

modelli di business, con una ampia scelta di opzioni evolute per la definizione delle sequenze musicali. Un nuovo strumento di editing video è ora disponibile con Radio Assist 8.1, e si va ad aggiungere al già conosciuti strumenti per l'editing audio Snippet e Snippet+. La possibilità di disporre una semplice, ma efficace, soluzione per l'editing dei contenuti è uno strumento che può mettere in grado i broadcaster radiofonici di gestire e associare contenuti video attraverso portali Web o altri strumenti. Questo strumento di editing, davvero semplice da usare, può essere utilizzato con la medesima interfaccia utente che gestisce ora lo strumento Snippet, rivelandosi così familiare per gli operatori già abituati ad usare le precedenti versioni, che possono quindi passare all'editing di clip video con un percorso di formazione davvero ridotto ai minimi termini.

E Amhara Radio ha scelto Radio-Assist Netia ha fornito la propria suite software per l'automazione dell'audio digitale "Radio-Assist" ad Amhara Radio, una emittente radiofonica regionale di proprietà pubblica situata nel nord est dell'Etiopia. Netia comunica che questa installazione servirà al broadcaster per semplificare la propria transizione al digitale. Secondo l'azienda francese, la soluzione Radio Assist ad Amhara Radio permetterà di coprire l'intera catena di produzione, dall'acquisizione alla delivery, con circa 30 utilizzatori al lavoro sul sistema. Il system integrator Fortune Enterprise PLC ha collaborato con Netia su questo progetto, che per Netia rappresenta la terza esperienza in Etiopia, e segue all'installazione di Radio Assist presso l'Ethiopian Radio Television Agency (ERTA) e Radio Fana. Per ulteriori informazioni, visitare: www.netia.com

iMediaTouch 4.3 è puntuale come un orologio, tanto da vicino quanto da lontano Winnipeg, Manitoba - OMT Technologies ha introdotto la versione 4.3 di iMediaTouch. È in grado di inviare notifiche e-mail in automatico con cadenza oraria per tenere al corrente l'utilizzatore di quanto sta accadendo nel sistema di automazione, come pure per informare di ogni contenuto mancante. Fra le caratteristiche, ricordiamo un "auto-failover" del database nel caso di commutazione sul sistema principale (di rete) verso il sistema secondario locale. La manutenzione del sistema è resa più facile, in quanto l'utilizzatore può commutare fra lo storage primario e quello secondario per la messa in onda

delle tracce audio. Riferisce OMT che la funzionalità Automatic Storeforward audio, scaricando via rete nel sistema locale, è stata aumentata del 200% e questo consente di realizzare tempi di download estremamente rapidi. Una nuova caratteristica che permette di assegnare automaticamente una priorità elevata ai contenuti del log del giorno corrente al momento di effettuare il backup audio utilizzando Storeforward. La versione 4.3 contiene inoltre aggiornamenti alle applicazioni iMediaTouch On-Air, Production,

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Remote Voice Tracking e Scheduling. Per ulteriori informazioni, visitare: www.imediatouch.com &

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Automazioni, newsroom e storage

Zetta si integra con altri strumenti RCS White Plains, New York - RCS ha annunciato che il proprio sistema di automazione per la radio digitale Zetta è ora integrato con i sistemi di pianificazione musicale GSelector, RCSnews e con il sistema di gestione del traffico Aquira, tutti della stessa RCS. Zetta è stato scritto utilizzando le più recenti evoluzioni dell'ambiente Microsoft.net. Una nuova concezione è stata introdotta in Zetta, prevedendo un modo di operare semplificato, più veloce e progettato in modo da consentire ai nuovi utilizzatori di ottenere il massimo da questo sistema

senza la necessità di fare corsi specifici, dice la stessa RCS, secondo la quale l'interfaccia utente di Zetta si rivela immediatamente familiare e semplice da utilizzare a tutti i tecnici che siano veterani della radiofonia o che abbiano iniziato la propria attività "un giorno fa". In aggiunta RCS comunica che il proprio programma di pianificazione musicale GSelector4 utilizza un motore di pianificazione "demand-based". È sufficiente creare una nuova stazione all'interno del sistema, predisporre i clock di riferimento, caricare e codificare i brani, e quindi lasciare che gli algoritmi di GSelector4 trovino il miglior brano possibile per ogni posizione della pianificazione. Gli attributi in base ai quali viene definita la rotazione dei programmi

musicali possono essere individualmente personalizzati, consentendo quindi di ottimizzare, variare, personalizzare il "sound" di ogni stazione. Il nuovo Selector2Go permette di effettuare da postazioni esterne lo scheduling di GSelector4, come pure di lavorare da remoto sui log. Gli operatori possono programmare una lista di navigazione, definire e personalizzare la navigazione, gestire la programmazione degli show, copiare le griglie orarie fra diverse stazioni, evitare la ripetizione dei brani in base ai gruppi di appartenenza e altro ancora. RCS comunica infine che anche il proprio sistema di gestione del traffico, Aquira, è stato aggiornato. Aquira Online consente la gestione remota dagli client e dei dati di accesso, permettendo quindi gli utilizzatori di rimanere in contatto con lo staff di gestione del traffico che si trova all'interno della stazione. Per ulteriori informazioni, visitare: www.rcsworks.com

Wedel fa risparmiare tempo, anche a Radio Nova di Cesco Van Gool Helsinki - 10 anni fa la numero uno fra le stazioni radiofoniche commerciali della Finlandia, Radio Nova, ha scelto il sistema Traffic 2000 di Wedel Software per gestire il proprio traffico e la relativa fatturazione. "Si è sicuramente rivelata un'ottima scelta - dice Anni Isotalo, station manager dell'emittente -; in tutti questi anni ha sicuramente svolto molto bene il proprio compito". Ma quando Anni ha potuto vedere da vicino il nuovo MediaSales Traffic ha iniziato a pensare che forse era giunto il momento di fare un passo avanti. Anni ricorda: "Il nuovo sistema ha un aspetto sicuramente moderno e tecnologico, ma conserva un’pparenza familiare ed un modo di procedere intuitivo, quasi come a lavorare in Office 2010. Definire i break è facile e veloce. Sembra quasi che suonino al meglio. È molto semplice modificare il layout del report: possiamo aggiungere campi, gruppi, report riepilogativi, e richiamare successivamente il report attraverso un semplicissimo doppio clic. Non c'è più 70 B R O A D C A S T

alcun vantaggio nell'esportare i report in Excel, come prima facevamo per dare loro un aspetto grafico migliore: quello che otteniamo da MediaSales può essere inviato direttamente anche al consiglio di amministrazione. L'intero sistema è stato personalizzato alle nostre specifiche richieste, e si integra perfettamente con il nostro sistema di playout RCS Master Control". Grazie alla stretta integrazione con Telmar (un programma che calcola il "reach" di una campagna radiofonica) possiamo importare direttamente nelle proposte che inviamo ai nostri clienti tutte le informazioni di rating, senza la necessità di doverle calcolare manualmente, e tutto questo con una gran facilità. Anni è particolarmente impressionata dalla &

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possibilità di ottimizzare automaticamente il broadcast log. È possibile cambiare l'ordine e il contenuto di tutti gli sport in un break, riuscendo quindi a creare facilmente la successione ottimale. Anni dice ancora: "grazie a questo, fare l'editing dei log è ormai diventato un gioco da bambini. Nella schermata principale, dal look inconfondibilmente simile ad "Outlook", posso aprire

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contemporaneamente diverse campagne, lavorando su ciascuna di esse in diverse finestre separate allo stesso tempo. Per me è un enorme risparmio di tempo". Il nuovo pianificatore manuale è estremamente flessibile, e anche questo aiuta a risparmiare tempo. Dice Anni: "è difficile da spiegare, ma poiché adesso siamo in grado di cambiare rapidamente il layout dello schermo di scheduling manuale, effettuare la pianificazione è diventato più veloce;

possiamo vedere in un attimo quali sono le interruzioni sovraffollate, anche grazie alla specifici codici colore che evidenziano i conflitti". Sebbene il sistema MediaSales Traffic integri un proprio sistema CRM nativo, può anche essere integrato con il sistema CRM che Radio Nova condivide con la propria capogruppo MTV Oy, di proprietà del gruppo Bonnier. MTV controlla inoltre MTV3, la più grande rete commerciale attiva in Finlandia.

Anni conclude dicendo che "l'implementazione dell'intero aggiornamento software è stata eseguita durante la notte, e grazie all'assistenza di Wedelsoft abbiamo sempre avuto la sensazione di poter contare su un supporto continuo e professionale per ogni possibile inconveniente che si fosse manifestato". Per ulteriori informazioni, visitare: www.wedelsoft.com

Rilasciata la versione 5 di StationPlaylist Tauranga, Nuova Zelanda StationPlaylist.com ha rilasciato la nuova versione 5.0 del proprio software per il broadcasting radiofonico basato su Windows. Secondo l'azienda, i due moduli principali, "Creator" e "Studio" possono ora contare su nuove funzionalità e un'interfaccia utente migliorata, tenendo in considerazione i commenti pervenuti negli ultimi tre o quattro anni dai propri clienti. Il pianificatore di musica e spot pubblicitari Creator presenta una nuova interfaccia che consente operazioni di manutenzione più semplici. Sono disponibili nuove regole per separare brani musicali dello stesso genere, ritmo, mood, energia, genere e perfino la decade di appartenenza. Assegnare ai brani musicali differenti categorie è ancora più facile, grazie alla nuova applicazione Track list. Altre funzionalità includono un semplice registratore di tracce vocali e l'integrazione con il software di gestione della fatturazione del traffico. L'interfaccia di Studio, il software di automazione e di assistenza alla messa in onda live, è stato aggiornato tenendo in

considerazione i suggerimenti che provenivano dagli utilizzatori dei sistemi touchscreen. I sottofondi musicali possono essere riprodotti indipendentemente dal contenuto principale, e possono avere un fading manuale o automatico. Tutte le uscite possono ora essere indirizzate a diverse interfacce audio, per riuscire ad avere un controllo completo da una console o da un mixer. Fra le altre caratteristiche di Studio, ricordiamo il crossfading intelligente e automatico, un compressore limitatore configurabile a cinque bande, e il supporto per annunci automatizzati tipo segnale orario o temperatura. L'integrazione con un sito Web della radio può mostrare quello che è stato riprodotto, e gli ascoltatori possono ricercare fra i brani contenuti nella Library principale ed inviare una richiesta che rispetti le regole di separazione dei

brani definiti dal broadcaster. Una nuova aggiunta a questa suite è il modulo per il voice track remoto. Il voice track recording ora può essere effettuato da casa o mentre si è in movimento su una strada. Sono inoltre disponibili moduli per effettuare lo streaming su Internet e lo stream hosting. Il software è stato inoltre testato per essere pienamente compatibile con i sistemi operativi Windows 8, Windows 7, Vista, XP e Windows Server. Per ulteriori informazioni, visitare: www.stationplaylist.com

Come virtualizzare un sistema di automazione con ENCO1 di Enco Systems Southfield, Michigan - Enco Systems comunica che il proprio sistema ENCO1, vincitore del premio "Cool Stuff " permette a una stazione di virtualizzare completamente il proprio sistema di automazione. Secondo ENCO, il proprio ENCO1 è un deciso passaggio generazionale rispetto al modello tradizionale

impiegato nelle installazioni di broadcasting per la progettazione e l'integrazione del sistema di automazione. Permette ai broadcaster di entrare nel mondo dei sistemi di automazione radiofonica, sfruttandone appieno i diversi vantaggi, ma virtualizzare l'intero sistema utilizzando le

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tecnologie audio IP esistenti , due server specializzati e un insieme di semplici ed economici terminali "thin client". ENCO1 si basa sul fatto che le infrastrutture IP tradizionali sono state perfezionate nel corso degli anni per renderle adeguate alla virtualizzazione, e ora ENCO1 è in grado di portare questi vantaggi nel mondo &

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Automazioni, newsroom e storage

dell'automazione broadcast. Un ambiente virtualizzato semplifica l'implementazione, aumenta l'efficienza, a bassi costi operativi e offre un’elevata disponibilità in quanto i rischi di downtime sono praticamente eliminati. ENCO1 è basato sul software di layout e automazione audio DAD della sstessa ENCO ed è in grado di prendere il posto di 5, 10, 20 o un numero ancora più grande di postazioni di lavoro e server all'interno di una singola installazione.

L'installazione di un sistema ibrido può costituire un punto di partenza per la transizione alle tecnologie di virtualizzazione e di audio su IP. Per ulteriori informazioni, visitare: www.enco.com

Un nuovo sistema di automazione da 42Net Budapest, Ungheria - 42Net è una nuova società, ma fa sapere che i propri fondatori provengono da un’esperienza ultradecennale nel software di automazione radiofonica e nelle soluzioni per l'industria del broadcast. La propria piattaforma di automazione radiofonica, chiamata 42Net Radio Automation System, ha fatto il proprio debutto alla fiera IBC2012 di Amsterdam. L'azienda comunica che tutto cominciò quando fu necessario fornire un supporto con la programmazione e l'esercizio a diverse stazioni radio in Ungheria, e si pensò quindi di costruire un sistema di automazione che potesse comprendere al proprio interno tutti i processi di una produzione radiofonica: dalla gestione del traffico pubblicitario, all’editing della musica, pianificazione, layout singoli o multipli, media asset management e

diversi strumenti di database, tutto in un unico sistema. In aggiunta, 42Net permette agli utilizzatori di accedere da un numero illimitato di stazioni di lavoro o con un numero illimitato di utenti, in quanto il modello di licenza è basato su un numero delle playlist master, piuttosto che sulle dimensioni del database, sul numero del server o di postazioni di lavoro collegate. Questo nuovo approccio può essere estremamente conveniente, secondo quanto dice 42Net. Inizialmente 42Net era un fornitore di voice track per stazioni multicanale, ma lo sviluppo e l'espansione delle funzionalità del sistema è continuata in modo costante. Questo ha consentito di acquisire numerosi clienti fra le stazioni radio locali e le stazioni radio su Internet. Il feedback dai clienti, sempre costante, ha

consentito di conoscere ogni nuova necessità nel momento in cui questa si presentava, come pure la richiesta di nuovi processi, e questo ha aiutato a individuare i percorsi di sviluppo del sistema 42Net. 42Net è inoltre in grado di fornire un servizio di assistenza tecnica 24/7, oltre a un completo servizio di supporto post vendita. Per ulteriori informazioni, visitare: www.42netmedia.com

XAutomation di XDevel è una soluzione Xautomation FM è il software di regia automatica che gestisce in maniera completa tutte le esigenze delle emittenti radiofoniche. Il software si basa su semplici e intuitive funzioni ed è adatto a tutti i tipi di messa in onda, sia automatica che

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manuale. La semplicità di installazione lo rende portabile e utilizzabile su Pc portatili e durante le dirette esterne. Sviluppato per gli ambienti Windows, è compatibile con la maggior parte delle schede audio disponibili in commercio. Ed ecco alcune tra le molte caratteristiche tecniche: supporta file audio MP2, WAV, ADPCM, OGG; archivio virtualmente illimitato (l'unico limite è rappresentato dalla memoria del disco e dalla velocità del Pc); precisione al millisecondo nell'editing del file audio; editing non distruttivo dei file (ovvero possibilità di impostare punti di IN, INTRO vocale, MIX e OUT per ciascun brano, senza modificare il file &

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originale su disco); ogni brano può avere differenti punti di editing (ad es. per mandare in onda in certe situazioni solo i ritornelli dei brani); vanta 5 differenti tipi di fade per mixaggi di precisione; visualizzazione della forma d'onda nell'editing dei file MPEG; permette di organizzare l'archivio secondo le proprie necessità, e soprattutto di personalizzarlo per ciascun disc jockey; consente di creare playlist manuali o automatichte (secondo percentuale o secondo sequenze stabilite a priori); inserisce automaticamente i jingle identificativi della radio a seconda del tempo o del genere del brano Per ulteriori informazioni, visitare: www.xdevel.com

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OTS Labs lancia OTSav Radio Broadcaster 1.90 Stoccolma - il nuovo rilascio di OtsAV Radio Broadcaster di Ots Labs, giunto alla versione 1,90, presenta una interfaccia aggiornata con un libreria media veloce ed efficiente. OtsAV è stata a lungo elogiata per il proprio sistema di fade-mixing IntelliFade, che non richiede i fin troppo noti e difficoltosi periodi di messa a punto, che invece sono comuni a molti altri applicativi per radio. OTS sostiene che il proprio processore dinamico integrato è stato paragonato per le prestazioni che permette di ottenere a processori hardware di costo di svariate migliaia di euro; il processore OTS è invece incluso nel software. OtsAV Radio Broadcaster include un sistema integrato di pianificazione che conosce la durata precisa di ogni combinazione di brani inclusa nella playlist, permettendo di effettuare con la massima precisione le pianificazioni orarie del palinsesto giornaliero (con precisione tipica inferiore ad 1 secondo). I broadcaster usano questa tecnologia applicata ad un palinsesto basato su una pianificazione oraria settimanale.

La stabilità del sistema OtsAV Radio Broadcaster, che si basa su piattaforma Windows, è tale da consentire una operatività 24/7 per periodi di tempo estremamente lunghi senza mai dover procedere a reboot. La possibilità di esportare diversi campi

del log in formato CSV permette di confezionare formati di report adatti per ogni necessità, fra cui i registri ufficiali di messa in onda. Per ulteriori informazioni, visitare: www.otsav.com

WO mobile lavora con WO traffic

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la capacità di condividere registrazioni audio su diverse emittenti. Per ulteriori informazioni, visitare: www.wideorbit.com

VETRINA COMMERCIALE

Coppell, Texas - WO mobile è una piattaforma mobile di WideOrbit che permette alle emittenti di lanciare programmi e campagne specifiche per i ricevitori in mobilità, allo scopo di entrare in contatto con un numero maggiore di potenziali acquirenti, aumentare il valore della pubblicità, ed aumentare in ultima analisi i propri ricavi. WO mobile consente di integrare messaggi SMS, video MMS, concorsi a premi e buoni sconto e si può combinare con WO traffic per tutto quanto riguarda l'aspetto economico: fatture, pagamenti e altri documenti.

WO mobile offre un numero rilevante di modelli (come ad esempio i modelli standard per i feed RSS) per campagne pubblicitarie texting, in modo tale da garantire la massima flessibilità sulle richieste del cliente. E tutte le campagne che vengono programmate con WO mobile possono essere collegate a ordini caricati su WO Traffic per la necessaria fatturazione. È da poco uscita anche la versione 3.3 di WOAutomation for Radio, dotata di nuove caratteristiche come gli annunci sulle temperature, l'integrazione IP con le consolle Wheatstone Blade, e

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INDICE INSERZIONISTI

Azienda

pag.

Azienda

pag.

3D Storm

pag. II

Lynx Technik

pag. 21

Aldena

pag. 30

Movie People

pag. 17

Blackmagic

pag. 5

M-Three Satcom

IV cop.

BLT Italia

pag. XIII

M-Three Satcom

I cop.

Blueshape

pag. 15

NAB Show 2013

pag. XV

BV Media

pag. I

Octoshape

pag. VII

BV Media

II cop.

Photoshow 2013

pag. 67

Delo Instruments

pag. 23

RO.VE.R.

pag. 59

Diem Technologies

pag. 19

Rohde & Schwarz

pag. 11

DVB World 2013

III cop.

SIRA

pag. 57

Elber

pag. 63

Sitel

pag. 53

Elle Erre Elettronica

pag. 72

Sony

pag. 9

Eutelsat Italia

pag. 7

TDE Techno Design Eng. pag. 61

Eutelsat Italia

pag. V

Telsat

pag. 55

Lemo

pag. 65

Videocine 2000

pag. 47

Lupo Light

pag. 13

Presidente Steve Palm Vice Presidente Carmel King Direttore Vendite Eric Trabb Direttore Responsabile e Publisher B&P Andrea Rivetta

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Broadcast & Production - Febbraio/Marzo 2013

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(1) Tipo di azienda ❏ A Emittente Radio ❏ B Emittente TV

❏ 1 Nazionale ❏ 2 Locale ❏ 3 Satellite ❏ 4 Web ❏ C Centro di Produzione A/V ❏ D Centro di Postproduzione A/V ❏ E Azienda Distributrice/Rappresentante

❏ F Azienda Produttrice ❏ G Fotografo Prof. ❏ H Consulente ❏ I Ag. Pub/Concess. ❏ J Laboratorio A/V. ❏ K Altro _____________ _______________________

(2) Funzione in azienda ❏ A Proprietario/Presidente ❏ B Ammininistratore Delegato/Direttore Generale ❏ C Dirigente o Funzionario Tecnico ❏ D Dirigente o Funzionario Commerciale ❏ E Produzione o Programmazione

❏ F Redazione ❏ G Comp. Grafica ❏ H Montaggio ❏ I Altro _____________ _______________________

Spazio per richieste, consigli e critiche:

INVIARE VIA FAX AL N° 02 70 300 211 (3) Ruolo nel processo decisionale d’acquisto ❏ A Raccolta informazioni

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❏ B Decisione finale

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Massima Riservatezza. NewBay Media Italy srl, ai sensi della L. 196/2003, garantisce la massima riservatezza e la possibilità di chiedere la cancellazione o rettifica dei dati personali.

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fe feature eature key indu industry ustr y figur figures es and rrenowned enowned e experts xperts in their field field.. P Program rogram topics topics will include: changes es in media cconsumption onsumption ttechnology e echnology and beha behavior; vior; public p and private pr ivate br broadcaster oadcaaster str strategies; ategies; spectrum spec trum issues; s; O OTT T T + CDN ttechnology; echnology; LTE LLTE, TEE, mobile video; SSecond econd SScreen creen ttechnologies; echnologies; Cloud TTV; V; video o ccoding oding and HEVC; HE VC; UHD UHDTV; T V; 3D 3 3DTV T V and of ccourse ourse upda updates tess on a multitude of DVB standar standards. d. ds More M ore details can n be ffound ound o on th DVB W the World orld w website. ebsit b ite.

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