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Nella Nebbia

Moglie, madre, star di Francesco Canino

“La bellezza è un privilegio. E io ci sto meravigliosamente dentro”. Maestra di sensualità al contempo sussurrata ed esibita, matronale capolavoro ammaliante, sublime concentrato di rinascimentale femminilità. Monica Bellucci se non ci fosse bisognerebbe inventarla, con quel suo incedere da diva, quel fare da seduttrice nata e l’inconfondibile erre arrotata che fa tanto lungo Senna. Moglie (sposata col Vincent Cassel), madre di due figlie (Deva e Leonie), star da esportazione, in pochi anni è riuscita a diventare una delle rare attrici italiane conosciute in tutto il mondo. Con sfacciato cerchiobottismo veste Dolce e Gabbana, di cui è musa incontrastata, ma Dior, griffe emblema dello stile francese, l’ha voluta come testimonial. Del resto la Francia l’ha adottata ed è a Parigi che ha avuto la prima chance di approdare al cinema. “Era l’unica cosa che volevo fare. La solita modella che vuole diventare attrice, dicevano. Giudicata senza avere il tempo di crescere, ho pagato questo scotto, non è in Italia che potevo cominciare” racconta. Oggi passa con disinvoltura da un set all’altro rispettando sempre un imperativo: “Se un film m’interessa lo faccio anche per pochi soldi”. Bellucci dicotomica, gira in Turchia col regista impegnato iraniano Bahman Ghobadi mentre in Italia fa mezzo flop al botteghino con “Manuale d’amore 3”, commedia pop di Giovanni Veronesi al fianco di Robert De Niro. “Potevo forse dire di no alla Bellucci?” ha detto l’attore americano. Le sue doti di attrice dividono il pubblico e la critica: c’è chi la esalta e chi la detesta, c’è chi invoca per lei una doppiatrice in italiano e chi la vorrebbe Senatrice a vita. Deliri ai tempi di Facebook. “Non si può piacere a tutti”, replica pacata anche ai giudizi più ingenerosi. E incassa, a 46 anni, una biografia per immagini targata Rizzoli. Nel volume cult scatti privati, posati tratti da calendari e servizi patinati, e soprattutto i suoi ritratti più belli fatti dagli artisti di cui è stata ed è icona amata, tra cui Peter Lindbergh, Helmut Newton, Fabrizio Ferri, Richard Avedon. “Considero questo libro una sorta di addio alla giovinezza. La bellezza e gli anni passano e devi prenderne atto. O lo fai o sei infelice per sempre”.

Simona Atzori

Scimmie Nude

© dell’immagine: aventi diritto

Numero 34 Aprile 2011

NN

®

Casale Monferrato


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10-01-2011

15:57

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ISTITUTO DI PATRONATO E DI ASSISTENZA SOCIALE

Dal 1967 l’Istituto di Patronato e di Assistenza sociale 50&Più Enasco costituito da Confcommercio – Imprese per l’Italia, è al servizio dei cittadini, offrendo assistenza gratuita in Italia e nel mondo per ogni pratica da richiedere all’INPS, all’Enasarco, alle Asl e all’Impdap. 50&Più Enasco ha l'obiettivo di affiancare coloro che necessitano di assistenza in materia previdenziale e assistenziale con competenza e capacità, individuando per ogni persona la migliore soluzione. Consulenti esperti controllano i contributi versati ed accreditati presso l'Inps e in altri Istituti previdenziali valutando velocemente la posizione assicurativa e anticipando al cittadino la propria futura situazione pensionistica. I professionisti di 50&Più Enasco sono in grado di verificare e di ricongiungere le diverse posizioni assicurative per ottenere un'unica e più vantaggiosa prestazione previdenziale. Inoltre sono in grado di consigliare i migliori percorsi contributivi per raggiungere il diritto alla pensione e di presentare in via telematica le domande di prestazione agli istituti previdenziali.

PRINCIPALI SETTORI DI INTERVENTO � pensioni di vecchiaia � pensioni di anzianità � pensioni ai superstiti � assegno di invalidità � pensioni di inabilità � supplementi � ricostituzioni e riliquidazioni di pensione � assegni sociali � prosecuzione volontaria

� indennizzi e indennità di maternità � riscatti (laurea, lavoro all’estero,ecc.) � ricongiunzioni periodi assicurativi � verifiche e aggiornamenti posizioni assicurative � prestazioni a favore degli invalidi civili � prestazioni a carico dell’Enasarco � pensioni in convenzione internazionale � rinnovo permessi di soggiorno per gli extracomunitari � contenzioso amministrativo e legale

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Vercelli Via Duchessa Jolanda 26 tel. 0161- 250045 0161- 215344 email: enasco.vc@enasco.it - l.lisco@enasco.it Borgosesia Viale Varallo 35 tel. 0163 - 25804 Varallo Corso Roma 74 tel. 0163 - 53193

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Sommario Aprile 2011

Editoriale Ricicliamo?

04 – Simona Atzori Joie de vivre

Si è appena conclusa la “I° Fiera di Design Autoprodotto e Design Innovativo

06 – perversioni: terzo capitolo Trilogia d’indagine sull’uomo

zione con La Cittadella del Mastro Artigiano di Prarolo.

del Vercellese” organizzata dall’Associazione Culturale AMARTE® in collabora-

08 – contessa bathory Alle origini del sadismo

Innanzitutto per invitarvi a visitarne la location, una struttura mastodontica, ricca di sorprese e curiosità, di primo acchito quasi inquietante, alle porte di Vercelli, sorta in uno spazio in cui un tempo Giorgio Sambonet, per sua stessa ammissione, si recava “in camporella” (dichiarazione rilasciata in occasione

09 – Mario conte Dolorosa lucidita’

della presentazione della fiera di cui ci accingiamo a dirvi; n.d.r.). http://www.prarolo.com

10 – We love rock Una ventata di primavera

In secondo luogo, desideriamo parlarvi dell’evento recentemente concluso per la qualità e quantità delle presenze che la pirotecnica organizzatrice, Dott.

11 – bandiere d’italia 12 – pedalando la cultura

ssa Serena Mormino, è riuscita ad offrirci: oltre a quella straordinaria di Alessandro Ciffo con la sua Fiat 500 “ciffecento”, abbiamo ammirato le creazioni di Libero Stile di Davide Vercelli, Glocal Design con opere di Daniele Basso, Luciano Angeleri Design, A.A.A.®, 13Ricrea, Anonimi Creativi, Arsalitartes di Michela

13 – la siena del piemonte

Cavagna, Corrado Fileppo e Marina Maffei, Stolen Art di Lello Ardizzone, AlchimiadellaformA, Andrea Perotto Designer, Progetto c73 di Carola Pasquino,

15 – pin up

Streetrack di Paolo De Marco, ArteSuperfici, Reba Resine di Massimiliano Re.

19 – parole 20 –

Perché vogliamo parlarvene?

E c’eravamo anche noi di Nella Nebbia, con un progetto denominato RICI-

una seconda vita in cucina

22 – nessun uomo e’ un’isola 24 –

ora i piu’ piccoli festeggiano in hotel

25 –

survival rulez

26 –

Rubriche

28 –

Agenda

30 –

Fumetto

CLARTE. Approfittiamo per condividere con tutti i lettori la nostra esperienza e renderla di piena condivisione: se volete anche voi realizzare una poltrona, una sedia o un divanetto riciclando bottigliette di plastica vuote, consultate le istruzioni a questo indirizzo: http://www.nellanebbia.it/wp/riciclarte/ Buon divertimento!

Studio Kaboom

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NellaNebbia ® Mensile Gratuito di Arte & Cultura

Editore:

p.zza Risorgimento, 12 13100 Vercelli tel. + 39 0161 1850396 Registr. Tribunale di Vercelli n.347/2008 del 15/04/2008

N.34 Aprile 2011 Rivista Mensile

Redazione Biella E20PROGETTI via Milano, 94 13900 Biella ITALY tel. +39 015 25.29.201 fax +39 015 25.29.193 Redazione Novara Via Giovanni De Agostini, 2 28100 Novara tel: + 39 0321. 393756 email: nn.novara@gmail.com Redazione Casale Monferrato Kumooku Piazza S.Francesco 4, 15033, Casale Monf. (AL Tel/Fax: +39.0142.455279 info@kumooku.com

Direttore Responsabile Andrea Bellavita Editor Testi: Eliana Frontini Grafica: StudioKaboom Hanno collaborato Laura Albergante, Guido Andrea, Alessandro Barbaglia, Federico Bassano, Marco Cassisa, Elisabetta DellaValle, Eliana Frontini, Veronica Gallo, Serena Galasso, Roberta Invernizzi, Elena Leone, Gianluca Mercadante, Simon Panella, Marco Pozzo, Alberto Salvalaio, TreMi, Emanuele Zimbardi, Simone Zimbardi

PER LA TUA PUBBLICITA’ SU NELLA NEBBIA: Concessionaria pubblicitaria StudioKaboom s.n.c. / Ufficio Commerciale cell. 334.6741727 / tel. 0161 1850396 commerciale@nellanebbia.it Ufficio Commerciale Biella E20PROGETTI tel. +39 015 25.29.201 7 fax +39 015 25.29.193 Ufficio Commerciale Novara Roberto Pronzello cell 347.2225068 nn.novara@gmail.com Stampa: Sarnub Via Santhià, 58 13881 Cavaglià (BI)


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danza

testo: Gianluca Mercadante

vercelli

A N O M I S ATZORI e r v i v joie de

E

sprimere sé stessi a tutti i costi. Seguire la propria vocazione, alimentare il proprio talento senza scuse, senza distrazioni. Abbattendo, semmai, numerosi muri, anche qualora si nasca sprovvisti delle braccia e delle mani per poterci riuscire. Simona Atzori quei muri li ha buttati giù uno dopo l’altro, invece, e il suo sorriso riluce di una contagiosa joie de vivre che da tutta la vita lei trasmette al mondo col corpo, quando danza sul palcoscenico – e non solo. Simona Atzori è anche una pittrice molto stimata; da qualche tempo le sue principali passioni si stanno fondendo sempre più in qualcosa di unico, forse ancora in là dall’assumere una concretezza completa, eppure già abbastanza definita e definibile. Tale è perlomeno l’impressione che se ne ricava, ammirandola volteggiare fra i suoi quadri che le fanno da sfondo, com’è di recente accaduto al Teatro Civico di Vercelli, per conto dell’associazione umanitaria “Dodici Dicembre”. La danza e la pittura: quali punti fanno sì che queste due espressioni coincidano? Mi rendo conto che i termini, allo sguardo di un osservatore esterno, possano apparire tanto distanti. Per me, dal momento in cui mi hanno permesso di esprimere il mio mondo, il mio dentro, non lo sono affatto. Parliamo di due arti meravigliose, da sempre il tramite fra me stessa e le persone con cui entro in contatto: ho iniziato a dipingere a quattro anni e a danzare quando ne avevo sei. A quell’età è senz’altro difficile scegliere di fare qualcosa con una certa consapevolezza, perciò penso sia avvenuto piuttosto il processo inverso: la pittura e la danza hanno scelto me, o almeno mi piace credere che siano state proprio loro, in qualche modo, a suggerirmi di servirmene per fare e dire qualunque cosa avessi voluto. Sono del resto cresciuta accanto

a una sorella un po’ più grande di me, che già danzava e dipingeva.

Non pensa che anche danzare sia un modo per dipingere? Le sensazioni che si provano mentre si danza sono così particolari, e così profonde, che io le definirei “magiche”, perché tali da proiettarti in una dimensione sicuramente un po’ surreale. In questo senso, muovere passi e corpo sulla musica è come tracciare linee, scegliere colori, stemperandoli o addensandoli dove serve. Si rappresentano di fatto delle immagini, delle azioni narrative, come per un quadro. A differenza però di una creazione pittorica, tutto quello che con la danza hai provato e trasmesso al pubblico non resta lì con te. A poco a poco svanisce. Ho perciò cercato di portare la danza nei miei dipinti e i miei dipinti nella danza, per fare in modo che quelle sensazioni continuassero a vivere. Col coreografo Paolo Londi, qualche anno fa siete riusciti davvero a unire le due cose. Come si è sviluppata l’idea di portare danza e pittura sullo stesso palcoscenico? Dal proposito di dipingere in scena, ballando. Terminata poi la collaborazione con questo coreografo, ho pensato a un nuovo spettacolo in cui avrei voluto utilizzare i miei quadri come scenografia, come sfondo assoluto dei miei balletti. La loro presenza sul palco sarebbe servita a significare un’ideale “trasfigurazione” fra le mie arti e le mie passioni. Lo spettacolo ora esiste e s’intitola “Me”, ha avuto una primissima a Madrid e un’altra primissima, solo italiana, a Vigevano. Lo porteremo il 31 Maggio a Padova, con la mia compagnia e alcuni ballerini del Teatro alla Scala di Milano, che mi accompagnano in quello che mi piace definire il “nostro” spettacolo: ognuno di noi ci ha infatti aggiunto del suo, dalle coreografie alle semplici idee. A Vercelli ne ho appena eseguita una suite di tre parti.

Sempre a Vercelli ha incontrato allievi e allieve della locale accademia di danza. Da tempo lei viene chiamata a tenere corsi motivazionali presso scuole, aziende e comuni: a chi sono rivolti? Quello a Vercelli è stato un incontro informale, organizzato su richiesta del corpo insegnante e degli allievi stessi. È stata una chiacchierata fra me e loro, molto piacevole e per lo più incentrata sul mio personale iter nel mondo della danza. I corsi motivazionali sono invece rivolti a un pubblico eterogeneo, ne ho fatti spesso addirittura per conto di alcuni istituti bancari. Il target varia a seconda dell’ente e del tipo di messaggio che si decide di trasmettere. L’obiettivo finale che incontri del genere intendono ottenere, è quello di invogliare le persone a ritrovare un lucido senso di motivazione nella propria vita, professionale e privata. Io che sono nata senza le braccia, non ho mai avuto scuse per non realizzare i miei sogni. Dunque, se ce l’ho fatta io, non vedo perché debbano fallire gli altri.

Ha detto una cosa molto bella: lei non ha mai avuto scuse… È umano averne, siamo chi più chi meno alle prese con vicissitudini, mutamenti, problematiche di ogni tipo. Tuttavia, se analizziamo a fondo determinati comportamenti, è palese che spesso ricorriamo a delle scuse per non impegnarci come dovremmo. Oggi non ho tempo, domani non ho voglia… si prova paura, anche, e ci si trascina in questo modo, magari per anni, magari per una vita intera. La mia, per esempio, poteva essere davvero un’ottima scusa. Il fatto di arrendermi a fronte di una difficoltà che a sguardi esteriori appare come oggettiva e insormontabile, è qualcosa che sul serio non mi è mai passata per la mente. Anzi: l’ho usata allo scopo di fare di me stessa quello che volevo diventare.


vercelli E questo esempio, alla fine, passa? Credo di sì, o almeno: stando a quello che mi dicono al termine dei corsi, pare che io riesca a trasmettere tanta voglia di vivere. Forse perché a me sembra la cosa più naturale del mondo comunicare agli altri quanto la vita sia un’esperienza assolutamente meravigliosa, di cui non va sprecato un solo istante, perché tutti gli istanti tornano utili a raccoglierne le mille sfaccettature, quelle piccole cose che è bello continuare a notare, benché le vicissitudini e le quotidiane afflizioni possano distrarci dal farlo. C’è sempre un punto nella carriera di un artista in cui si decide di comporre la propria biografia. Qual è stato per lei questo punto, ora che sta scrivendo la sua? Ho iniziato a razionalizzare questo genere di urgenza con gli incontri motivazionali, perché in quelle particolari circostanze ho capito che alla gente non bastava conoscermi soltanto attraverso i balletti e i quadri, ma voleva approfondire anche cosa ci fosse dietro. Come faccio a fare tante cose, chi sono e cosa provo. Per quanto siano aspetti della mia vita che diverse volte sono stati raccontati da altri – e la persona che in assoluto ha saputo farlo meglio è stato Candido Cannavò, nel suo libro “E li chiamano disabili” -, ho cominciato a nutrire il desiderio di farlo io, in prima persona, per confidare alla pagina ricordi e momenti della mia vita magari più intimi, o che non sono riusciti a trovare finora il giusto canale di sfogo né con la danza né con la pittura. Dunque non so se ci sia stato davvero un “punto” in cui ho deciso di scrivere. Sono del resto un’appassionata di scrittura da molti anni, penso sia senz’altro un modo in più per poter, ancora una volta, esprimere me stessa. Oltre allo spettacolo e all’autobiografia, c’è in ballo qualche altro progetto a breve scadenza in cui la vedremo coinvolta? Sarò testimonial dei Campionati Mondiali di Danza, che si terranno a Castiglioncello, in Toscana, dal 25 al 31 Maggio di quest’anno. Sono molto felice di poter rappresentare la danza a 360°, spero pertanto che la mia passione e la mia esperienza possano, nel vero senso della parola, testimoniare quanto la danza sia un’arte e una passione favolosa.

Bio: Simona Atzori è nata a Milano nel 1974 si è avvicinata alla pittura all’età di quattro anni come autodidatta e all’età di sei inizia a seguire corsi di danza classica. Nel 1983 entra a far parte dell’Associazione dei Pittori che Dipingono con la Bocca e con il Piede (V.D.M.F.K.). Dona a Papa Giovanni Paolo II il ritratto del Santo Padre. Nel 2001 si laurea in “Visual Arts” presso la University of Western Ontario in Canada. Partecipa a mostre collettive e personali in tutto il mondo: Italia, Cina, Canada, Portogallo, Svizzera, Spagna, Austria. Alla sua brillante carriera di pittrice si aggiungono numerosi successi nel campo della danza che permettono a Simona di portare avanti le sue due grandi passioni: la pittura e la danza. Ambasciatrice per la Danza nel Grande Giubileo del 2000, ha portato per la prima volta la danza nella storia della Chiesa, con la coreografia ”Amen” di Paolo Londi, che è stata inserita nella Grande Enciclopedia Multimediale del Vaticano. Testimonial del Pescara Dance Festival, nell’edizione 2003, ha avuto il grande onore di danzare, sempre su coreografia di Paolo Londi, con Marco Pierin, grande etoile della danza classica. Un premio dell’arte ha preso il suo nome e dall’edizione 2002 del Pescara Dance Festival, Simona ha avuto l’onore di donare il premio “Atzori” a Luciana Savignano, Micha Van Hoecke, Caroline Carlson, Vladimir Vasiliev, Carla Fracci, Liliana Cosi, Vladimir Derevianko. È stata inoltre ritratta nella copertina del libro di Candido Cannavò, “E li chiamano Disabili”. È stata protagonista della cerimonia di apertura delle Paralimpiadi di Torino 2006. Ha partecipato alla trasmissione “Amore” di Raffaella Carrà, danzando due coreografie di Franco Miseria. Dal 2008 i suoi quadri sono in Mostra Permanente nella città di London Ontario, Canada. Attualmente è impegnata in numerosi appuntamenti mondiali anche con mostre personali e collettive raccogliendo consensi da parte di stampa e pubblico.

www.simonarte.it

10 aprile, h. 15: Dal museo alla città. Le opere di Bernardino Lanino al Museo Borgogna e nella chiesa di San Paolo a Vercelli. Percorso guidato a cura di Alessia Meglio. 17 aprile, h. 16: Strappi d’arte. Gli affreschi della chiesa del Carmine di Vercelli al Museo Borgogna. Conversazione con proiezione di immagini a cura di Cinzia Lacchia e Paola Manchinu. 1 maggio, h. 16: Una Repubblica fondata sul lavoro. I lavoratori protagonisti della pittura italiana nelle opere del Museo Borgogna. Percorso guidato a cura di Roberta Musso. 8 maggio, h. 17: Franz Listz. I colori del virtuosismo. Concerto con lettura teatrale dedicato a Franz Listz in occasione del bicentenario della nascita. A cura della Società del Quartetto di Vercelli. Con Marlena Macieikowicz, pianoforte; Roberto Sbaratto, voce recitante.

Per info: www.museoborgogna.it / tel. 0161-252.776

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teatro

testo e foto: davide vergnano

: I N IO S R E PERV

PITOLO A C O M RZO O TE U ’ LL U S E N GI A D N I ’ D A TRILOGI

I

l Teatro della Contraddizione di Milano è andato in scena dal 24 febbraio al 6 marzo lo spettacolo Perversioni, terzo capitolo di una trilogia di indagine sull’uomo portato avanti dalla compagnia Scimmie Nude, che indaga sull’assurdità e sulla crudeltà nascosta nelle relazioni e nelle dinamiche familiari. Lavorando sulle problematiche legate alle relazioni, alla vita corporea, emotiva e spirituale, viene sviluppata un’analisi della società vista attraverso le dinamiche perverse di una famiglia in cui vittime e carnefici si inseguono senza un senso apparente, diventando simulacri del fallimento delle relazioni. I personaggi in scena sono una madre isterica e depressa, un padre dispotico, un figlio terrorizzato, uno zio perverso, una nipote

maliziosa, le azioni dei quali sezionano impietosamente l’apparente normalità della società, dietro alla quale si nascondono miserie e crudeltà senza una speranza apparente. La perversione è considerata uno dei mezzi creativi essenziali che l’uomo utilizza allo scopo di indagare circa il suo ‘essere’ ed il suo ‘fare’ afferma Gaddo Bagnoli, autore e regista dello spettacolo - l’uomo, con la sua infinita curiosità, può spostare in avanti le frontiere del possibile, riguardo a sé ed alle relazioni con gli altri. Nessuno vuole che la realtà resti fissata una volta per sempre. Ed esiste un nucleo perverso in ognuno di noi che può attivarsi in determinate circostanze. La scena è nuda, unico oggetto è un tavolo/specchio che si sposta


letteratura

LAVORO STRAORDINARIO E NOTTURNO Quando si ha diritto al rimborso

I lavoratori dipendenti del settore privato possono chiedere il rimborso dell’imposta pagata in più sulle somme percepite nel 2008/2009 relative a: - Premi per incremento produttività, innovazione ed efficienza organizzativa, o competitività dell’impresa in caso di prestazione di lavoro notturno. - Indennità o maggiorazioni di turno o di retribuzione corrisposte per orario su turni. - Straordinario per incremento produttività.

Quali sono le agevolazioni

L’agevolazione prevista sulle somme percepite per incremento della produttività consiste nell’applicazione di un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionale, pari al 10%.

Rimborsi per gli anni 2008 e 2009

I lavoratori possono chiedere il rimborso delle maggiori imposte.

e si trasforma con i personaggi a seconda delle situazioni: è uno scivolo, un letto di sofferenze, un pulpito da cui il potere patriarcale impone la sua inutile autorità. Lo spazio scenico è rosso e circolare, delimitato da lampadine, metafora circense dello spettacolo delle perversioni umane. Tutte le relazioni fra i personaggi sembrano essere mosse dalla crudeltà, per colmare l’assenza di relazioni positive ed evolutive. L’uomo sembra voler sfuggire alla condizione sociale e personale cui è condannato per tutta la vita - dice ancora Bagnoli - una fuga dalle regole e dalle relazioni che ha intrecciato dentro e attorno a se stesso. L’Umanità è di per sè perversa e questa sua peculiarità nascosta emerge, spesso a livello sociale. Oggi ci sembra quanto mai necessario indagare in questo campo, travolti, come siamo, da una rete di occupazioni e di relazioni che ci schiacciano sotto il peso della loro molteplicità, delle troppe libertà del corpo, del cuore e dello spirito: libertà che impediscono di scegliere veramente, quindi, di essere. In questa prospettiva si sviluppa il lavoro di ricerca del gruppo, per costruire azioni sceniche non convenzionali, lontane dal teatro naturalistico e descrittivo, per lasciare spazio all’espressione corporea e alla voce, così che siano gli attori stessi con la loro sensibilità a

costruire la rappresentazione scenica, per coinvolgere e trasportare altrove lo spettatore, stimolandolo a sentire lo spettacolo diventandone parte. La compagnia, attiva a Milano dal 2003, nasce dall’incontro del regista e attore Gaddo Bagnoli e l’organizzatrice teatrale Francesca Audisio, con l’obiettivo di sperimentare nuove metodologie teatrali. Accanto alle produzioni di ricerca il gruppo organizza corsi di teatro per adulti e bambini, seminari di formazione teatrale e percorsi di studio della comunicazione come mezzo di trasmissione dei valori. La compagnia è attiva inoltre in ambito sociale, portando avanti progetti teatrali e cinematografici in alcune case circondariali della Provincia di Milano. Nello spazio Scimmie Nude vengono organizzati laboratori di didattica teatrale suddivisi in livelli di studio nei quali gli attori della compagnia, Claudia Franceschetti, Igor Loddo, Andrea Magnelli, Marco Olivieri e Laura Rinaldi, lavorano insieme ad altri attori su temi d’interesse legati alle diverse produzioni. Interessante è l’origine del nome Scimmie Nude, ispirato al libro omonimo dell’etologo Desmond Morris. Come Desmond Morris studia l’animale uomo, attraverso studi scientifici legati all’etologia – dice Francesca Audisio - le Scimmie Nude cercano di individuare i cardini fondamentali del comportamento e dell’esistenza umana. L’uomo rimane essenzialmente un primate, una scimmia in crisi, che segue nella vita sociale e sessuale i modelli di comportamento fissati dalla società ma spesso si lascia andare ai suoi istinti primari e, di fronte ad essi, si ritrova smarrito e ferito. Quello delle Scimmie Nude vuole dunque essere un Teatro d’Indagine sull’uomo, un teatro che sia luogo di incontro e di confronto con il pubblico, che deve sempre identificarsi in quello che vede. Partire da noi stessi, dal nostro modo di muoverci, di interagire, di amare e di scontrarci l’uno con l’altro attraverso lo studio scientifico delle tecniche teatrali.

Per le somme percepite nel 2008: - Se nel 2007 hanno percepito un reddito di lavoro dipendente non superiore a €30.000 - Se nel 2008 hanno percepito somme per incremento produttività/straordinari non superiori a €3.000 Per le somme percepite nel 2009: - Se nel 2008 hanno percepito un reddito di lavoro dipendente non superiore a €35.000 - Se nel 2009 hanno percepito somme per incremento produttività/straordinari non superiori a €6.000 Per le somme percepite nel 2010: -Controlla il punto 101 del CUD 2011 e vieni al CAAF CGIL per verificare se la tassazione è corretta. L’attestazione del datore di lavoro per le somme erogate è utile usclusivamente in caso di istanza di rimborso

Documenti indispensabili per la richiesta

- CUD 2011 - Modelli presentati: 730/2008 e/o UNICO 2008; 730/2009 e/o UNICO 2009; 730/2010 e/o UNICO 2010. - CUD 2008, CUD 2009, CUD 2010 - Attestazione del datore di lavoro per le somme erogate.

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storie

y r o h t Ba sadismo 08 La contessa l de i n i g i r Alle o testo: Simone zimbardi

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na donna bella, vanesia, ligia fino alla paranoia nella meticolosa cura dei suoi lunghi capelli, scuri per natura, ma tinti di biondo grazie agli artifici della cosmesi. La contessa Báthory trascorreva lunghe ore dinnanzi allo specchio e, mentre una damigella d’onore era intenta a pettinarla, Erzsébet osservava, compiaciuta, la sua immagine riflessa, il suo viso estremamente pallido, illuminato da quei penetranti occhi neri che tanto inquietavano il suo sposo, il conte Ferencz Nádasdy. Sofferente di epilessia, malattia ereditaria nella sua nobile casata, all’improvviso balzava in piedi, si dimenava, imprecava, gridava di avvertire forti dolori alla testa. Le serve, allora, assistevano l’inquieta e collerica padrona con erbe, droghe e pozioni magiche. Viziosa e superba, nata da generazioni di consanguinei unitisi in matrimonio per ottemperare a convenzioni aristocratiche, Erzsébet Báthory trovò nella tortura fisica delle sue serve uno svago con cui sfuggire ad una monotona vita di provincia, lontana dagli sfarzi della Vienna asburgica di Massimiliano II, e nei bagni di sangue un segreto, certo inconfessabile, per mantenere perpetua la sua bellezza. Nel XVI secolo, l’Ungheria, terra d’origine di Erzsébet Báthory, era una regione selvaggia, feudale, culturalmente arretrata se paragonata ai regni ed alle signorie dell’Europa occidentale, pervasi dagli splendori del Rinascimento; dominava la magia, nei suoi aspetti più ingenui e crudeli, il culto pagano di ancestrali divinità sopravviveva nell’adorazione delle sorgenti e degli alberi, gli aristocratici bevevano sangue di cavallo e combattevano incessantemente contro le popolazioni turche. Erzsébet Báthory nacque nel 1560 da György e Anna Báthory, cugini e membri dell’antica famiglia dei Báthory, nel cui stemma campeggiano tre denti di lupo, simbolo del coraggio degli appartenenti a questa dinastia; da parte di madre, ella era nipote del re Stefano di Polonia. Nel 1571, dopo la morte del padre, Erzsébet venne fidanzata al nobile quindicenne Ferencz Nádasdy, trasferendosi a vivere con la futura, austera suocera Orsolya Kanizsay. La sottomissione al rigido sistema educativo di Orsolya contribuì ad accentuare il carattere autoritario che Erzsébet manifestò, dopo il suo matrimonio, avvenuto nel 1575, come castellana, finalmente libera di agire a suo piacimento, orgogliosamente arroccata nella sua privilegiata posizione di aristocratica. Ferencz ed Erzsébet scelsero come loro residenza principale il castello di Csejte, posto su uno sperone protetto dai Piccoli Carpazi. Edificato nel XIII secolo, il castello, una costruzione scabra, priva di comodità interne, sviluppava un labirintico complesso sotterraneo: e proprio in queste segrete erano esiliate le giovani e bellissime serve della contessa, oggetti da utilizzare per un divertimento sadico e intimissimo. Il conte Ferencz era spesso lontano, impegnato negli aspri combattiC

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menti contro i turchi, ed Erzsébet trascorreva troppo tempo in solitudine, chiusa nei suoi appartamenti, a Csejte, a Léká, a Bezcó, o in un’altra delle sue residenze. Nelle lunghe lettere allo sposo, ella raccontava le sue giornate, non tralasciando di narrare le sevizie fisiche a cui sottoponeva le serve più indisciplinate, sevizie che il conte suo marito reputava assolutamente necessarie nell’assicurare il mantenimento di una rigorosa autorità domestica. Quando Ferencz non era impegnato nelle guerre, conduceva Erzsébet a Vienna, e qui ella s’inorgogliva nello sfoggiare i suoi gioielli e gli abiti più belli durante i balli di corte; poi, stanca dalle danze, tornava nella sua casa sulla Schülerstrasse, e si rintanava nelle sue stanze per infilzare le braccia delle serve con degli aghi e godere, quindi, alla vista del sangue che coagulava sulla pelle bianchissima delle fanciulle. Ma, se Ferencz era lontano, la contessa si isolava e, nel tentativo di alleviare le sofferenze derivate da quella boriosa clausura di cui, tuttavia, avvertiva la necessità, Erzsébet tagliava la pelle delle servette, o ne mordeva le carni, masticandone i pezzi che era riuscita a strappare via. Solo così riusciva a calmare la sua ingiustificata e irrazionale rabbia. Si circondò di fattucchiere e di depravati, crudeli quanto lei: il nano Ficzkó, Jó Ilona, la nutrice dei quattro figli di cui non si occupò mai personalmente, e Dorkó, Darvulia e Erza Majorova, esperte di magia nera. Questi grotteschi personaggi avevano il compito di persuadere le contadine più avvenenti ad entrare a servizio della contessa per svolgere rispettabili e ben retribuite mansioni domestiche. La morte del marito, nel gennaio 1604, lasciò ad Er- zsébet la gravosa eredità di diciassette castelli, ma anche un’assoluta libertà, in particolare a Csejte, provincia lontana e arretrata. La sua posizione di aristocratica, legata alla corona polacca dal sangue e a quella austriaca dal rispetto di cui aveva goduto Ferencz, le garantirono, per un certo limite di tempo, una scandalosa immunità da qualsiasi condanna legale. Le torture ai danni delle serve divennero più crudeli dopo la morte del conte: Erzsébet giocava a cucire loro la bocca con degli aghi, oppure a ustionarle con un ferro rovente, o a bruciare loro il sesso con una candela, o, ancora, a tagliare le loro carni, a cuocerle e obbligare altre serve a nutrirsene. In molti sapevano quanto accadeva negli appartamenti privati e nelle segrete dei castelli della potente contessa Báthory, eppure nessuno era disposto a mettere in pericolo la propria vita con una denuncia. A Vienna e a Presburgo, capitale dall’Alta Ungheria, Erzsébet era già soprannominata Contessa sanguinaria. Il pastore di Csejte, János Ponikenus, veniva obbligato a dire messa di notte, nei campi, sopra a tumuli di terra sotto cui erano stati sepolti, in gran fretta, i cadaveri mutilati delle serve della contessa. Anch’egli sapeva, ma non diceva nulla. La vedova Nádasdy viaggiava spesso, ospite dei suoi depravati e folli parenti, come la lussuriosa zia Klára, omicida di due dei suoi quattro mariti. Durante gli spostamenti da un castello all’altro, viaggiava con un gruppo di servette e, quando avvertiva un insano desiderio di sangue, le pungeva con spilli o le mordeva, mentre esse si dimenavano tentando di libeK rarsi dalla presa della possente Jó Ilona o da quella di Dorkó. Una volta, in pieno inverno, durante un viaggio, fece denudare totalmente una ragazza per strada e diede ordine di gettarle continuamente dell’acqua fredda addosso, sino a quando la sciagurata fanciulla, resa un iconico blocco di ghiaccio, morì. Minacciata dall’avanzare dell’età e dall’inesorabile declino della sua bellezza fisica, la contessa diventava ogni giorno più collerica. Fu la strega Darvulia a confessarle il segreto dell’eterna giovinezza: il bagno di sangue. Le vergini più belle e in salute venivano legate con corde, facendo ben attenzione a stringere il più possibile i nodi; poi, le vecchie al servizio della contessa recidevano loro le vene superficiali, e il sangue raccolto era versato sul corpo della contessa. Talvolta, Erzsébet ricorreva alla tortura della gabbia, un congegno costi-

tuito da strisce cilindriche con delle punte di ferro rivolte all’interno. La gabbia, in cui era posta una fanciulla, veniva sollevata verso il soffitto; la contessa si adagiava sotto di essa, e una delle sue fattucchiere iniziava a torturare la sventurata all’interno del diabolico congegno con un ferro acuminato; e quella, per sfuggire alla punta brandita dalla vecchia, andava a infilzare la sua carne negli aghi della gabbia, e il sangue cominciava così a colare dall’alto, bagnando l’estasiata contessa Báthory. Nel 1607, Erzsébet venne obbligata dalle rigide regole dell’etichetta aristocratica a presenziare alle nozze e ai successivi festeggiamenti di Judith, figlia di un suo cugino acquisito, György Thurzó, un tempo, forse, suo amante. La grandiosa cerimonia si svolse a Bicse, e i festeggiamenti durarono nove mesi, un arco di tempo troppo lungo per la capricciosa contessa, voluttuosa di torture e di bagni di sangue, ma fortemente limitata nel suo sadismo dalla presenza dei numerosissimi ospiti. Tuttavia, Erzsébet non rinunciò ai suoi piaceri violenti, e le voci sulle sue notti di sangue si moltiplicarono, incitando György Thurzó, nominato Grande Palatino dell’Alta Ungheria nel 1609, a raccogliere informazioni su quei sinistri avvenimenti. Malgrado i quotidiani bagni di sangue, la contessa si guardava allo specchio e vi vedeva, con orrore, un’immagine di donna invecchiata. Erza Majorova, la guaritrice e strega della foresta di Miawa, individuò nel sangue di semplici contadine la causa dell’insuccesso della pratica. Immediatamente, l’orrido corteo delle subdole vecchie agli ordini di Erzsébet partì per il paese, alla ricerca di ragazze aristocratiche disposte a trascorrere l’inverno del 1610 con la contessa Báthory. Circa venticinque fanciulle furono condotte a Csejte, e in due settimane vennero assassinate tutte, eccetto una, che si sgozzò nella sua cella. Nel dicembre 1610, un drappello di nobili si mosse in direzione di Csejte, una delle tappe di un viaggio che li avrebbe condotti a Presburgo, dove il re Mattia aveva indetto una speciale seduta di parlamento. Tra questi nobili, anche György Thurzó, ormai risoluto nel voler aprire un’inchiesta ai danni della folle cugina. Gli stessi abitanti di Csejte, coalizzatisi tra loro, richiesero l’intervento delle autorità. Elegantissima, ammantata in una calda pelliccia e agghindata di perle bianche e di ipocrisia, la contessa accolse i nobili giunti nel suo castello a Csejte e festeggiò con loro il santo giorno del Natale. Ma Erzsébet aveva già compreso che quei nobilissimi giunti da ogni regione dell’Ungheria si sarebbero riuniti a Presburgo per decretare la sua condanna e decise, allora, di trasformare quel giorno di festa in un’ecatombe, tentando di avvelenare tutti i presenti; tuttavia, il suo complotto scellerato fallì, e solo un ristretto gruppo di ospiti si ammalò. Il 27 dicembre, un gruppo di armati al comando del palatino György Thurzó fece irruzione nell’addormentato castello di Csejte; negli scantinati, i soldati rinvennero il cadavere mutilato di una ragazza e i corpi straziati, ma vivi, di altre due fanciulle che, ricoperte di sangue coagulato, si torcevano in un’atroce agonia. Nelle celle e nelle lavanderie, decine di ragazze denutrite imploravano a gran voce di essere liberate da quell’assurda prigionia. Durante la perquisizione del castello, si trovò anche un’agenda in cui erano stati annotati i nomi e i connotati di 610 fanciulle assassinate. La fiera contessa Báthory non negò nulla. Il processo si svolse a Bicse, dal 2 al 7 gennaio 1611, ma Erzsébet non vi prese parte, esonerata dal suo altissimo a rango a comparire dinnanzi ai giudici. Il 7 gennaio, la sentenza: il sadico nano Ficzkó fu decapitato, Jó Ilona e Dorkó vennero arse vive, ma solo dopo che furono loro strappate le dita di mani e piedi, e la contessa, la Belva, come la si prese a chiamare, fu condannata ad essere murata viva nella camera da letto del suo castello a Csejte. E in quella gelida stanza, circondata dagli enormi specchi in cui un tempo ammirava la sua bellezza, ella visse in una drammatica solitudine per oltre tre anni, sopravvivendo grazie al cibo inviatole da uno dei suoi generi. Non chiese mai perdono o pietà. Morì il 21 agosto 1614.


arte

testo: marco cassisa

A S O R O L O D LA I D ’ A T I D I C LU E T N O C O I MAR

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on è affatto facile trovare le parole per descrivere il silenzio, la condizione individuale verso cui si è portati nel tentativo di descrivere il lavoro artistico di Mario Conte (nato a Biella, dove vive e lavora), manipolatore di materie diverse, attivo e autodidatta in fuga volontaria da ogni affiliazione, dai correntismi del mondo, non solo nell’arte. Un irregolare, spesso dall’animo solitario ma non per questo autorecluso, ispirato a sperimentare tecniche e materiali diversi per aver respirato con la curiosità dell’adolescente la Torino dove da poco era nata l’Arte Povera e affine per sensibilità a tutto il mondo concettuale. Conte, narratore per immagini e oggetti spesso portatori di molteplici letture, porta a riflettere, dunque, sul silenzio: non l’assenza di parola assoluta e definitiva ma, piuttosto, la condizione, come del

corridore prima dello scatto, in cui ogni riflessione abbisogna, prima di scaturire, di una pausa, una sospensione silenziosa, per prendere fiato, per riordinare le idee e cominciare il racconto. L’impressione è che in quel silenzio, della durata di una frazione che si può serenamente tralasciare di misurare, ci sia ancora parte dell’opera: un lascito che dalla tela (se è tela, o dalla tavola, dal manufatto, dalla stampa, bronzo, ferro, piombo, cera, miele…) passa, attraverso gli occhi, alla sede anatomica che governa la parola nello spettatore e lì staziona, richiedendo una pausa prima che si possa udire un suono verbale. È il raccoglimento, verrebbe da dire, necessario a metabolizzare gli impulsi dell’arte, tanto più pieno, in questo caso, poiché Conte nella sua poetica non di rado affronta il tema del Sacro, del superiore all’uomo terreno, dell’esistenza, o meno, di un più alto solutore di interrogativi.

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musica e arte

k c o r e v o l e W testo: Laura albergante

rofumo di vinile per la mostra “We love rock”, chiusasi sabato 12 marzo. Basexaltezza, uno degli spazi espositivi più interessanti sul territorio della città di Novara, nonché associazione culturale per la supervisione dei curatori Emiliana Biondi e Riccardo Casari, ha chiesto ad alcuni collezionisti novaresi di individuare le copertine più amate e i dischi che ritengono più rappresentativi del proprio gusto e di quello del grande pubblico, senza dimenticare qualche concessione a pezzi rari e ad alcune chicche poco conosciute. Novanta i pezzi esposti: novanta cover che spaziano dal rock’n’roll, al beat, al progressive, al metal, per ripercorrere la storia della musica rock ed illustrare il dialogo serrato tra artisti visivi e musicisti. Un’arte in cui si sono cimentati grandi artisti, noti a livello internazionale: Paul Whitehead, autore di numerose copertine per i Genesis, Van Der Graaf Generator e Le Orme; Mario Schifano, considerato uno dei grandi esponenti della pop art italiana, titolare di uno dei dischi più ricercati e ambiti dai collezionisti, Le stelle di Mario Schifano; Andy Warhol, che ha realizzato la cover del primo, epocale album dei Velvet Underground, The Velvet Underground & Nico. Warhol, icona pop prima ancora che artista, ha lavorato sia dal punto di vista pittorico sia fotografico prestando le proprie idee ad alcuni dischi dei Rolling Stones e alla magnifica voce della soul queen Aretha Franklin. I quattro collezionisti di vinile interpellati da Basexaltezza sono Ferruccio De Santis, Raffaele Fiore detto “Flos”, l’avvocato Antonio Costa Barbé e Claudio Sassi. Quattro menti indipendenti, con diverse passioni, accomunate però dall’amore per la forma

a r e v ma i r p i d a t a t una ven

espressiva viscerale e ribelle del rock angloamericano. Le pareti di Basexaltezza hanno ospitato copertine storiche come Sticky Fingers dei Rolling Stones, che nelle prime stampe aveva una zip apribile sotto la quale faceva bella mostra una foto della zona pelvica del protegé di Warhol, Joe Dallesandro; Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band dei Beatles, cover “esoterica”, ricca di significati e personaggi più o meno oscuri del Novecento; il primo album dei Gentle Giant, cbe raffigura il “gigante gentile” simbolo della storica band del rock progressivo inglese; il David Bowie berlinese di Lodger, Are You Experienced?della Jimi Hendrix Experience e Led Zeppelin III, quello del “disco di cartone psichedelico che gira”. Queste sono solo alcune delle copertine che i quattro collezionisti hanno scelto per noi. Forse non saranno i dischi più importanti delle band più famose, ma gli album che hanno colorato le pareti di Basexaltezza costituiscono un omaggio affettuoso nei confronti della musica rock, che si nutre dell’interesse sincero e generoso di alcuni appassionati, convinti che nei solchi del vinile, nelle cover grandi e leggibili ci sia il segreto della magia che ci infiamma da più di cinquant’anni. Sabato 9 aprile 2011 alle ore 18.30 in galleria inaugurazione della mostra “A tinte forti: opere calligrafiche di Alessandra Barocco”, aperitivo e dj set Sir Heavy Soul. Come un auto-racconto, da rivelare tra le trasparenze della texture, l’artista lascia tracce di sé in ogni parola, in ogni lettera, in ogni numero: tutto si trasforma in un gioco di specchi, di rimandi mnemonici e allusivi al di là dell’opera. La mostra sarà aperta dal 9 al 23 aprile giovedì, venerdì, sabato ore 16.30 – 19.30

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arte

E / A R E I D N BA A I L A D’IT

BIELLA

TESTO: MARCO CASSISA

Una marea di bandiere sventola nel cielo: sono tutte d’Italia, non una uguale all’altra. (anonimo)

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ventola, segnala, riunisce, divide; si lacera o scolorisce, viene esposta, commuove. Questo, a tuttavia anche molto altro, una bandiera è in grado di fare. Stalker Teatro/Officine CAOS, il cui nucleo artistico è attivo professionalmente da trenta anni nel campo dell’educazione e della sperimentazione teatrale, riconosciuta dal Dipartimento dello Spettacolo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, ha proposto a numerosi artisti, di diversa formazione ed esperienza, conosciuti e stimati dai componenti della compagnia, di partecipare ad una grande mostra collettiva dal titolo “Bandiera/e d’Italia”, chiedendo loro di creare per l’occasione opere su questo soggetto, da esporre in tre diversi spazi del territorio in cui opera: la Circoscrizione 5 di Torino, il teatro Officine CAOS in piazza Montale 18/a a Torino e la Città di Biella nei prestigiosi spazi di Palazzo Ferrero al Piazzo. Le opere, la cui tecnica impiegata è lasciata alla libertà degli autori, non potranno essere più di due per ciascun invito e della misura non superiore a 1 x 1,50 mq. L’occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, è la proposta di Stalker Teatro, da cogliere come circostanza favorevole per riflettere insieme a tutti gli abitanti del nostro Paese: il periodo di crisi stimola riflessioni e azioni che coinvolgono, vista la problematica comune, tutta la popolazione. «Sono tempi di analisi, di critica, ma anche di una possibile proiezione nel futuro, su cui ci si interroga sviluppando ipotesi e quindi immaginazione – scrive il direttore artistico Gabriele Boccaccini -. Consideriamo quindi la bandiera italiana non solo un simbolo della nazione, ma anche un vero e proprio campo di intervento, il supporto su cui realizzare una ricerca, un’elaborazione fantastica, che si traduce nel campo dell’arte in un’azione concreta, possibile ed esemplare in ogni sua specifica esperienza estetica». Il tema della mostra è quindi centrato sulla coincidenza tra lo spazio fisico dell’opera, la bandiera italiana, e il territorio che da quella bandiera viene simbolicamente rappresentato, con una estensione del soggetto classico dal “paesaggio” al ” paese” e a tutto quello che lo riguarda. “Bandiera/e d’Italia” vuole dunque essere un contributo al libero confronto fra gli artisti e il pubblico su di un argomento di comune interesse, affrontato tramite le riflessioni e le emozioni degli artisti partecipanti alla mostra che si adoperano, con le proprie visioni, a stimolare i diversi punti di vista dei visitatori. Molto corposo l’elenco degli artisti che hanno accettato l’invito a partecipare e che riferiamo in rigoroso elenco alfabetico, evidenziando la presenza dei biellesi, Gigi Piana (immagine in basso), Luciano Pivotto, Massimo Corona (immagine in alto), Mario Conte ed Alessandro Ciffo e dell’artista vercellese Lucia Ferrara (a firma Marlene Esteban): Aiello Dina, Albinger Daniela, Balma Mion Bruna, Barboni Sergio, Baroni Sergio, Barovero Ermanno, Bassignana Laura, Biffaro Mauro, Bisio Paola, Boccaccini Pietro, Boccacini Gabriele, Bonanni Gianluca, Bruna V, Bruni Maria, Cianporciero Cristiana, D’Angelo Claudio, De Felice Pier, Di Giulio Marta, Estelle F, Fioretti Maria Cristina, Galbusera Renato, Gallenca Elisa, Ghirlanda Sara, Gioanola Vincenzo, Girocelli Raffaella, Guiffrey Angela, Ingoglia Carmen, Jannelli Maria, Petrini Maria, Pisapia Moreno, Preverino Francesco, Racca Serena, Riehle Erika, Simone Stefano, Tribolo Maria Luisa, Vernett Maria, Vigna Maria Luisa, Vottero Rosanna, Zanini Claudio, Zicca Marco.

Al momento sono tre, come detto, le inaugurazioni previste per questo progetto di esposizione itinerante: la prima avverrà giovedì 7 aprile alle ore 18.00 nello spazio espositivo della Circoscrizione 5 in via Stradella 192 a Torino; giovedì 13 maggio, sempre alle ore 18.00 avverrà la seconda, nello spazio espositivo di Officine CAOS in piazza Montale 18/A a Torino; la terza inaugurazione, infine, è prevista per venerdì 8 luglio alle ore 18.00 nello spazio espositivo di Palazzo Ferrero dove ha sede “Residenza Arte Transitiva” di Stalker Teatro in Corso del Piazzo 25 a Biella. Stalker Teatro sviluppa la propria ricerca nel rapporto fra teatro e arti visive e nella produzione di spettacoli, performance ed eventi di teatro ambientale a percorso, che spesso prevedono il coinvolgimento diretto degli spettatori. La compagnia opera principalmente a Torino, dove ha creato in intesa con il Comune, l’Officina per lo Spettacolo e l’Arte Contemporanea “Caos” e nel Biellese dove svolge un programma articolato di “Residenza Multidisciplinare” sul territorio e dove, anche in collaborazione con la Fondazione Pistoletto – Cittadellarte, organizza il Festival Internazionale delle Arti “Differenti Sensazioni”, attività promosse dagli Enti Locali e dalla Regione Piemonte.

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cultura

testo: a cura di Università popolare di vercelli

O D N A L A PED A R U LT U C LA 1 1 0 2 o i g mag vercelli

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Amore per il sapere, la bicicletta e un pizzico di allegria: sono questi i requisti richiesti ai partecipanti all’iniziativa “Pedalando la Cultura”, tra arte, storia e sport. Un progetto di condivisione del sapere, tra arte e natura, alla scoperta delle ricchezze storicoartistiche della città di Vercelli e del territorio vercellese, proposto per la prima volta nella programmazione dell’Università Popolare di Vercelli nell’Anno Accamdeico 2009/2010 con un ottimo riscontro in termini di partecipazione

Università Popolare: Via Attone Vescovo 4 - Vercelli Tel.: 0161/56.285 e-mail: unipopvc@tiscali.it www.unipopvercelli.it http://www.facebook.com/UniPopVc

La Segreteria è aperta al pubblico: Lunedì e Giovedì dalle ore 9 alle 12 e dalle 16.30 alle 19.30 Martedì dalle ore 9 alle 12

Ebbene, in considerazione soprattutto delle caratteristiche del territorio di Vercelli città, con tante piste ciclabili e tante iniziative mirate ad una sempre maggiore cultura del movimento su due ruote a pedali quale mezzo di trasporto, si è pensato di proporre una “lezione su due ruote”. I partecipanti, al momento dell’iscrizione, vengono informati sull’orario e il luogo di partenza e l’indicativo orario di arrivo e dove. L’itinerario è una sorpresa che si scopre pedalando, con delle tappe intermedie, tra partenza e arrivo, che prevedono delle lezioni in loco. Lo scorso anno furono proposte due pedalate distinte, in due giorni differenti, prima una in città e poi l’altra con un’uscita alla scoperta di alcune ricchezze del territorio vercellese. Stabilito e raggiunto un numero massimo di 50 partecipanti, per mo-

tivi di gestione organizzativa dell’evento, è andato tutto bene sabato 15 e domenica 23 maggio 2010. Quest’anno si è deciso di concentrare l’impegno in un solo giorno, nello specifico domenica 15 maggio. Inizio della giornata di “bicicultura” con due tappe in città, alla scoperta di curiosità storiche e artistiche della nostra bella Vercelli, poi un tragitto, quasi interamente su strade sterrate ma perfettamente transitabili in bicicletta per raggiungere Olcenengo, il traguardo. Un punto d’arrivo che vedrà i corsisti dei Corsi di Cucina proposti dall’Università Popolare (e diretti negli ultimi anni da Vittorio Ferraresi in qualità di docente) predisporre un piccolo buffet-rinfresco da offrire ai partecipanti.

LA FORTEZZA DI VERRUA SAVOIA

TORINO MAGICA

NOTTURNO AL NINFEO DI VILLA LITTA BORROMEO

VENERDI’ 29 APRILE 2011

GIOVEDI’ 12 MAGGIO 2011

SABATO 4 GIUGNO 2011

Un Tour serale di grande suggestione, alla luce di torce e candele, accompagnato da una rappresentanza del Coordinamento rievocazioni storiche 1600-1700 di Torino alla scoperta della Fortezza, situtata sulle colline del Po, teatro di numerosi assedi per la sua strategica posizione. A precedere il Tour ci sarà un aperitivo-degustazione, realizzato secondo le ricette di Giovanni Vialardi, capo cucina di Casa Savoia.

Un viaggio serale di assoluto interesse nel capoluogo del Piemonte, tra luoghi conosciuti ed amati da uomini come Nostradamus e Cagliostro. Da piazza Statuto, tradizionalmente centro della Magia Nera, alla leggenda del Portone del Diavolo e i suoi delitti e ai sinistri guardiani dei palazzi barocchi, per culminare nei misteri della Gran Madre di Dio: la donna velata che regge in mano il calice del Santo Graal, sotto l’occhio attento dei fantasmi torinesi più famosi.

Visita serale guidata alla Villa Borromeo Visconti Litta, che sorge nel territorio di Lainate. Alla scoperta del complesso ideato da Pirro I Visconti, e del suo Ninfeo, la parte più suggestiva, un incanto accompagnato da splendidi giochi d’acqua tra gallerie e balaustre che sfilano eleganti verso il Pronao, con lo spettacolo scenografico dell’atrio dei Quattro Venti, le sale dell’Uovo e le grotte con i loro antri magici.

La domanda dalla quale ha avuto origine l’iniziativa “Pedalando la Cultura” è stata: PUO’ LA BICICLETTA ESSERE UN MEZZO PER FARE CULTURA?

Prossimi appuntamenti

Per informazioni e prenotazioni occorre contattare la Segreteria dell’Università Popolare di Vercelli (Tel: 0161/56.285 – e-mail: unipopvc@tiscali.it)


benvenuti!

casale monferrato

ese t n o em i p ena i la s stupirvi

testo: marco guerrieri

sapremo

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asale Monferrato, Casal in piemontese, si presenta a noi di “Nella Nebbia” in tutta la sua bellezza e ricchezza di storia in una quasi estiva mattinata di aprile e non è ormai più un mistero che, grazie agli sforzi congiunti con lo studio Kumooku, il nostro amichevole mensile di arte e cultura stia per invaderne bar, uffici e luoghi di ritrovo! Come sarebbe bello succedesse in tutti i posti in cui NN viene distribuito, incontriamo una persona che di arte e cultura si occupa quotidianamente e alla quale desideriamo presentarci e, con un paio di domande, farci raccontare meglio i segreti di questa cittadina, vero scrigno di gioielli di raro fascino. Che momento culturale sta vivendo Casale Monferrato? Lo chiediamo alla persona più adatta a darci una risposta, l’Assessore alla Cultura Giuliana Romano Bussola, che spiega: “a causa dei continui tagli dei fondi, è sempre più difficile occuparsi di cultura e riuscire a promuovere le iniziative artistico-culturali nel mio ruolo: ci si deve ingegnare e si devono orientare le scelte in maniera molto ponderata e mirata”. In particolare, la scelta della dott.ssa Bussola è stata quella di dare un taglio molto “alto” alle iniziative culturali casalesi, puntando su mostre, conferenze e occasioni per la concreta valorizzazione delle bellezze architettoniche della città. Per citarne alcune, ricordiamo la Notte Tricolore svoltasi il 16 marzo con l’esposizione di divise storiche dell’Arma dei Carabinieri, l’omaggio a Pietro Abbà Cornaglia, compositore alessandrino le cui musiche meritano di essere riscoperte e maggiormente diffuse, spettacoli teatrali e lirici; infine, l’attesissimo spettacolo del 3 maggio a cura dell’Accademia Europea delle Arti, Professioni e Mestieri di Milano, intitolato “La Contessa

www.comune.casale-monferrato.al.it/

dina medioevale in grado di affascinare, incuriosire e trattenere nelle sue vie e presso i suoi palazzi molte persone. Abbiamo un teatro stupendo e un Duomo che risale al 1106, con archi rampanti che ci danno una precisa e maestosa idea di quello che erano le cattedrali di quell’epoca! La chiesa di S. Domenico, tardo gotica, con una interessante facciata con frontone rinascimentale che armonizza anziché contrastare con il resto dell’edificio, può essere considerata un vero e proprio museo, con mirabili tele del Guala e del Moncalvo. Casale è anche città barocca rinascimentale e via Mameli, con i suoi sobri palazzi del ‘700, linee curve e splendidi affreschi, ne sono magnifica testimonianza.” Diversi mesi fa ci eravamo già interessati alle bellezze di Casale e avevamo scoperto il Museo Civico, nel quale la sala del Risorgimento ospita,tra le altre tele, anche uno stupendo ritratto di Giuseppe Garibaldi realizzato da Eleuterio Pagliano, che fu non solo contemporaneo, ma vero compagno d’avventura dell’eroe; ci ha colpito anche l’autoritratto di Niccolò Musso che, insieme a Tanzio da Varallo, rappresenta significativamente il Caravaggismo in Piemonte. Ma forse il maggior vanto in assoluto della città, da noi già descritta in termini autenticamente entusiastici, è la gipsoteca Bistolfi. Leonardo Bistolfi è considerato un sommo artista liberty e contemporaneamente simbolista, accostando quindi nella sua produzione due orientamenti apparentemente contrastanti, ma che di fatto troviamo perfettamente conciliate nelle sue opere. “Il monumento ai Caduti, dice la Bussola, con la Primavera che sparge fiori, è forse l’esempio più evidente dell’armonizzazione che il Bistolfi riesce a realizzare fra le linee liberty e i contenuti del simbolismo. La nostra gipsoteca meriterebbe di essere maggiormente conosciuta perché, oltre alla qualità delle opere, anche la quantità delle stesse risulta un grande valore. La strutturazione del percorso espositivo è stata elaborata in modo da raccontare fase per fase tutto il percorso artistico del Bistolfi, dal Naturalismo alla Scapigliatura, fino all’approdo al Liberty e al Simbolismo”. Non ci resta che ringraziare per la disponibilità della dott.ssa Bussola che con tanta passione ci ha introdotti a questi tesori e cominciare a raccontare ai nostri lettori, di mese in mese, quanto è viva culturalmente e artisticamente Casale Monferrato.

Maffei invita… nel più celebre salotto risorgimentale”, rappresenta uno dei veri fiori all’occhiello di questa programmazione: il salotto Maffei rappresentò un crocevia di personalità del massimo rilievo, in cui s’incontrarono i più importanti artisti, letterati, compositori e patrioti del Risorgimento, come Massimo d’Azeglio, Alessandro Manzoni, Giuseppe Verdi e Giovanni Prati. “Casale è una sorta di Siena del Piemonte, dice la Bussola, nel senso che sta a Torino un po’ come Siena a Firenze; nonostante non sia il turismo la nostra risorsa economica primaria, viviamo in una citta-

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BIELLA

testo: marco cassisa

Dopo questo momento Dopo questo momento senza parole, che si invera senza parole, che si invera sistematicamente nell’ossistematicamente nell’osservatore sin dalle prime servatore sin dalle prime personali e collettive datate personali e collettive datate 1988, il meccanismo si avvia 1988, il meccanismo si avvia con grande energia: non lacon grande energia: non lasciano indifferenti i lavori di sciano indifferenti i lavori di Mario, anzi portano sempre Mario, anzi portano sempre a svolgere i diversi piani che a svolgere i diversi piani che comprendono. Piani che comprendono. Piani che per un tratto conducono per un tratto conducono lungo la strada della pura lungo la strada della pura estetica, ma è un percorso estetica, ma è un percorso breve: il disegno così come breve: il disegno così come il colore esistono ma solo il colore esistono ma solo in funzione evocativa, nel in funzione evocativa, nel giallo della luce che punteggiallo della luce che punteggia o scheggia il nero/grigio gia o scheggia il nero/grigio predominanti, utilizzati nel predominanti, utilizzati nel lungo ciclo intitolato “Free lungo ciclo intitolato “Free Night” del 2007, nel celeste Night” del 2007, nel celeste di smalto che avvolge fin di smalto che avvolge fin quasi a coprire l’immagine quasi a coprire l’immagine della Madonna in “Di più…” della Madonna in “Di più…” del 2002, speculare al celedel 2002, speculare al celeste che sbuca dagli interstizi ste che sbuca dagli interstizi dell’opera “sorella”, intitolata dell’opera “sorella”, intitolata “Di tutto…” che raffigura 25 “Di tutto…” che raffigura 25 figurine di Papa Giovanni Pafigurine di Papa Giovanni Paolo II, identiche, ma di volta olo II, identiche, ma di volta in volta orientate a sinistra o in volta orientate a sinistra o a destra, fino a rivelare, nelle a destra, fino a rivelare, nelle sette orientate in quest’ulsette orientate in quest’ultimo verso, il simbolo della timo verso, il simbolo della croce. croce. Il silenzio affiora allo stesso Il silenzio affiora allo stesso modo davanti ad un opera modo davanti ad un opera carica di forza e densissima carica di forza e densissima di autobiografia, pur nella di autobiografia, pur nella costante che vuole Conte, per sua stessa ammissione, legare ogni costante che vuole Conte, per sua stessa ammissione, legare ogni suo lavoro a una propria esperienza di vita, realizzando l’arte come suo lavoro a una propria esperienza di vita, realizzando l’arte come sublimato delle sofferenze individuali: “Untermeschen” ha la viosublimato delle sofferenze individuali: “Untermeschen” ha la violenza atroce di un richiamo all’Olocausto (con tale termine tedesco, lenza atroce di un richiamo all’Olocausto (con tale termine tedesco, subumani, i nazisti descrivevano i “popoli inferiori”, specialmente “i subumani, i nazisti descrivevano i “popoli inferiori”, specialmente “i popoli dell’Est”, cioè gli ebrei, gli zingari, i bolscevichi sovietici e ogni popoli dell’Est”, cioè gli ebrei, gli zingari, i bolscevichi sovietici e ogni altra persona che non fosse di “razza ariana”), l’impatto duro delle 6 altra persona che non fosse di “razza ariana”), l’impatto duro delle 6 lettere in bronzo che formano la scritta “Parole”, ciascuna delle quali, lettere in bronzo che formano la scritta “Parole”, ciascuna delle quali, a ben guardare, è riempita di scritte e poi da uno strato di sapone. a ben guardare, è riempita di scritte e poi da uno strato di sapone. Sono le frasi che Conte si è sentito dire da galleristi, mercanti, opeSono le frasi che Conte si è sentito dire da galleristi, mercanti, operatori culturali, “padroni del vapore artistico” nei lunghi anni in cui ratori culturali, “padroni del vapore artistico” nei lunghi anni in cui proponeva i suoi lavori in giro per l’Italia e il sapone è richiamo se proponeva i suoi lavori in giro per l’Italia e il sapone è richiamo se possibile ancor più bruciante al destino dei poveri corpi martoriapossibile ancor più bruciante al destino dei poveri corpi martoriati e vilipesi dalla ferocia hitleriana. La lettera O, reca spine vegetali, ti e vilipesi dalla ferocia hitleriana. La lettera O, reca spine vegetali, lunghe e ancora appuntite a ricordare le punture di una “passione” lunghe e ancora appuntite a ricordare le punture di una “passione” cui ogni individuo passa attraverso lungo il suo personale cammino. cui ogni individuo passa attraverso lungo il suo personale cammino. Ecco subito spostarsi, anche questa volta, il racconto dalla biografia Ecco subito spostarsi, anche questa volta, il racconto dalla biografia

dell’autore a spunti riconoscibili in quella di ciascun osservatore; è il dell’autore a spunti riconoscibili in quella di ciascun osservatore; è il legame che Conte cerca e trova con immediata, ancorché dolorosa, legame che Conte cerca e trova con immediata, ancorché dolorosa, lucidità: nelle storie di ciascuno c’è stato spazio per una domanda, lucidità: nelle storie di ciascuno c’è stato spazio per una domanda, spesso inevasa, di placazione dalle sofferenze, c’è stata e c’è ancora spesso inevasa, di placazione dalle sofferenze, c’è stata e c’è ancora la tendenza verso quella luce gialla seppur fioca, intesa come spela tendenza verso quella luce gialla seppur fioca, intesa come speranza, divinità, fiducia. ranza, divinità, fiducia.

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A

eccellenza

A D N O C E S UNA A N I C U C N I A VIT

TESTO: MARZIO PALADINO

ugusto e Giancarlo dicono che, alle volte, può capitare di avere una seconda vita. Non quelle parallele, che spesso nascondono intenti per nulla nobili; qui si parla di trasformare la fine, della propria vita lavorativa, in un inizio completamente diverso e però, finalmente, libero da routine, scelto, desiderato e coronato come il sogno di una vita. Alle Volte è il nome di un ristorante un po’ speciale, perché speciale e consistente è l’idea che sta dietro la sua apertura, così come la passione per la cucina di qualità dei due soci. Un ristorante che prima non c’era, ricavato da una vecchia cantina (datata 1880) in una delle zone più vive di Biella, il quartiere Riva, cuore della vita notturna della città. L’ultimo tratto del vecchio stabilimento Menabrea ospita, scesi alcuni scalini, due incredibili sale con volte in mattone e pilastri di un tempo lontano, che si fondono perfettamente con gli arredi semplici ma di grande qualità per creare un ambiente accogliente, privo di luci che urlano e confondono, dove trascorrere buon tempo a tavola, tra i diversi tempi della vita quello che il mondo intero invidia all’Italia. Il locale, si diceva, apre nel mese di maggio sulla spinta di alcune idee innovative, tanto forti come solo le idee “antiche” sanno ancora essere: per restaurare e arredare il ristorante, i titolari hanno voluto privilegiare aziende artigiane del Biellese, un’apertura di credito

importante, e in qualche modo una “vetrina”, per le tante nicchie dell’eccellenza e del saper fare locale, con la fedeltà all’antico detto biellese che tradotto significa più o meno “se posso fare un piacere è meglio farlo al mio vicino di casa”. Concordando o meno, il risultato è lì da vedere. Anche nel piatto la ricerca e la fedeltà alle radici non è persa, ma difesa e ricercata con cura: pasta fresca fatta in casa tutti i giorni, anche ripiena, carni di solo Fassone Piemontese tagliate e selezionate dalla rinomata macelleria Mosca, formaggi esclusivamente degli affinatori Botalla, birra Menabrea, acqua Lauretana, paletta della Valsesera, farine per polenta e non solo dei mulini locali e, secondo stagioni, funghi porcini della Alta Valle del Cervo oltre alla volontà di riportare nei menù le rare trote Fario dei nostri torrenti.; per chiudere in pasto, il dono di una mela da parte dei titolari che ripetono ciò che si faceva una volta: Tutta questa profondità delle radici, valutata attentamente come uno dei “conci” con cui costruire un arco solido, capace di reggere un impresa nuova, sostenibile economicamente e nel gradimento della clientela, si armonizza con altrettanta modernità, al contempo intellettuale e tecnologica: la cucina sarà il fiore all’occhiello tra i fiori all’occhiello, unica praticità e innovazione, ad induzione senza uso di fiamma ma elettrica, non produce calore, con piani di lavoro senza soluzioni di continuo e nel grande ambiente ad essa riservato (27 mq), visibile per i clienti attraverso un grande vetro (2 metri per 1), “la strada del pulito e dello sporco” saranno perfettamente separate,

permettendo di risparmiare almeno 2 dipendenti con gli stessi risultati in relazione alla qualità resa. Già, i dipendenti: altra idea segno dei tempi è la scelta di offrire lavoro, in cucina, a due “nuove biellesi”, di origine rumena l’una, bosniaca l’altra, che dopo diversi anni di lavori nel campo dell’assistenza alle persone, decidono di accettare l’offerta dei titolari e accompagnarli in questo “cambio di vita”, a questo punto contagioso. Il futuro è in sala, con i 4 figli di Augusto e Giancarlo, due di loro anche soci dell’attività, che si alterneranno nel servizio. Al cliente, detto ciò, l’onere della prova: non si sa mai, “Alle Volte”…

APERTURA MAGGIO 2011



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C’

eco

TESTO: MARZIO PALADINO

O M O U N U S S E N , A L O S I ’ N E’ U A C I T S A L P DI

è un’isola in mezzo al mare che nessun tour operator consiglierebbe per una vacanza. Quest’isola non si trova sulle mappe perché è in costante movimento sugli oceani e non rappresenta nessuno Stato, non ci sono nella sua consistenza ed estensione misure precise che vengono, piuttosto, stimate da calcoli, modelli matematici e numerosi parametri scientifici. Quest’isola, in verità, nasce a terra con il “contributo” talvolta inconsapevole di tutti gli abitanti del Pianeta. L’isola è fatta di rifiuti, ed stata “scoperta” lo scorso anno grazie alla preliminare individuazione di un fenomeno denominato Pacific Trash Vortex, un vortice di correnti che ha prodotto, nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, questo enorme “oggetto”, la cui superficie dovrebbe essere compresa dai 700.000 e i 15 milioni di kmq. Stiamo parlando di una superficie tre volte superiore a quella della penisola iberica! L’isola è traslucida e non localizzabile dai satelliti. E’ infatti composta da pezzi di plastica che si sono fotodegradati in pezzi sempre più piccoli, fino alle dimensioni dei polimeri che la compongono (la cui ulteriore biodegradazione è molto difficile), mentre i pezzi più grossi stanno normalmente sotto il livello dell’acqua. L’Onu parla di 6,4 milioni di tonnellate di marine litter, cioè rifiuti sversati ogni anno in mare, che distruggono habitat e catene alimentari. E il problema, come detto, nasce sulla terra ferma: l’80 per cento dei rifiuti plastici umani viene dalle coste e in alcuni punti delle aree marine si registrano dai 3 ai 6 kg di pattume per ogni kg di plancton. Per combattere l’emergenza da cinque anni si tiene la International marine debris conference, organizzata dalla National oceanic and

atmospheric administration Usa (Noaa) e dall’United Nations environment programme (Unep), riunendo governi, imprese e ricercatori con l’impegno comune di arginare l’inquinamento marino. La conferenza di quest’anno, conclusasi nel mese di marzo alle Hawaii, ha portato alla firma, da parte delle Associazioni di tutto il mondo coinvolte nella filiera delle materie plastiche, di una risoluzione che definisce alcuni chiari obiettivi per l’industria della plastica e sollecita una stretta collaborazione con tutte le parti interessate per ridurre i danni arrecati all’ambiente marino. Ci troviamo di fronte, è evidente, a problemi di livello planetario che quindi coinvolgono sfere del potere considerate spesso come irraggiungibili, nelle decisioni da adottare per ridurre e tentare di risolvere il problema. Sembrerebbe impossibile ma anche il singolo, di fronte alla mastodontica mole del problema, ha spazio di azione per fare qualche cosa di significativo, con i suoi comportamenti, attraverso ad una loro modifica consapevole, a volte anche accompagnato in questo dalle istituzioni. In Italia, dal 1° gennaio 2011, ad esempio, i sacchetti di plastica per fare la spesa non sono più in vendita nei negozi, a partire dai supermercati (attenzione, nessuno deve più farli pagare..); continueranno, però a essere distribuirli fino a esaurimento scorte. Si tratta, dopo tre proroghe, dell’addio definitivo alle buste inquinanti, anche se serviranno diversi mesi – forse anni – per farle scomparire del tutto. Vengono banditi tutti i sacchetti non rispondenti ai criteri fissati dalla norma tecnica comunitaria EN 13432. Lo stop alle shopper di plastica consentirà di mettere al bando le buste realizzate in polietilene, un materiale i cui tempi di degradazione vanno dai 100 ai mille anni. Al suo posto sono già arrivati materiali biodegradabili e quindi più ecologici. Uno dei brevetti è di una azienda di Novara: si tratta delle shopper realizzate con l’amido, prodotte ad oggi in 200mila tonnellate a Terni , che consentono il loro riutilizzo per più volte, reggono differenze termiche fino a 50 gradi, e quelle di ultima generazione sono così impermeabili da superare anche la prova-pioggia. Tuttavia, dopo circa sei mesi, sono a rischio strappo. Certo, il problema del costo è ancora in via di regolazione: il prezzo degli shopper biodegradabili è attualmente superiore del 30%-40% a quelli di plastica, ma la maggiore presenza sul mercato dovrebbe riallineare i costi per gli esercenti.

Altro ambito di azione consapevole per ridurre individualmente la produzione di rifiuti plastici (va da sé che la raccolta differenziata, più spinta possibile, dovrebbe già essere entrata nelle abitudini di ciascuno…) sta nella possibilità di acquistare merce sfusa, come ad esempio i detersivi alla spina. Il lavaggio dei capi di abbigliamento e della casa è uno dei fattori che determina alti volumi di produzione di rifiuto plastico, come flaconi, bottiglie e bidoni. Oltre a ciò, spesso capita di poter acquistare alla spina detersivi che hanno un minore impatto inquinante quando finiscono nello scarico una volta utilizzati. Non secondario, infine, il fattore del risparmio economico: i detersivi alla spina costano meno dei detersivi in flacone, mantenendo il più delle volte il medesimo livello di qualità del prodotto rispetto ai più blasonati “colleghi imbottigliati”. Anche a livello della loro produzione e distribuzione, prima ancora cioé di arrivare nella bottiglia, rigorosamente riutilizzata e riempita alla spina dall’acquirente, i detersivi alla spina generano meno rifiuti perché non sono imbottigliati, poi inscatolati, poi incellophanati (3 livelli di imballaggio che andrà a finire nella pattumiera, benché differenziata) e diminuiscono il traffico e l’inquinamento atmosferico, perché generalmente vengono trasportati in tank, senza interstizi tra un flacone e l’altro, ottimizzando così lo spazio ed il numero di camion necessari al trasporto. Di lavaggio in lavaggio, una ulteriore nuova tendenza si sta affacciando da qualche tempo nelle nostre città. Le lavanderie a gettone altrimenti dette “self service”, non fanno più parte solo dell’immaginario metropolitano in cui studenti o immigrati, sia per questioni di tempo che di esclusiva economicità del servizio e, infine, per mancanza di una lavatrice in casa (il suo costo, il suo ingombro nei micro appartamenti delle grandi città), affollano in tutte le ore, prediligendo quelle serali o notturne, questi grandi negozi illuminati e affollati di cestelli che girano, musica diffusa, cestini per il bucato. Nella nostra declinazione, italiana e, ancor di più, di provincia, la lavanderia a gettone si sta diffondendo in tutti gli strati sociali: non sono poche le casalinghe che ne approfittano, specie in orario diurno, e mentre il bucato è “in macchina” possono sbrigare altre faccende in città o la spesa, badando oltre al risparmio economico rispetto alla tradizionale lavasecco, all’importante risparmio di tempo.


Domenica 8 maggio 2011, ore 9-19.30 Corso Sant’ignazio, Corso Nuova Italia, Piazza Aldo Moro, Piazza Vittorio Veneto e via Tagliamento

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I L O C 24 ORA I PIU’ PIC O N A I G G E T FES L E T O IN H TESTO: MARZIO PALADINO

biella

RISTORANTE I T T U T A O T R APE

A

lle porte della città c’è un edificio elegante, una signorile villa d’epoca, con una veranda porticata cui si accede dopo una breve rampa di scale, che già da sola basterebbe a far sembrare la struttura capace di portare l’osservatore indietro nel tempo. Questa palazzina, dai tenui toni pastello e bianco, ospita l’hotel Bugella, una delle ormai consuete scelte del viaggiatore che raggiunge Biella, sia esso mosso da spirito turistico che da motivi professionali. Noto ormai anche nei siti specializzati per la sua accogliente semplicità e comoda ubicazione, l’hotel Bugella racchiude due altri aspetti meno noti che meritano certamente di essere raccontati. Gli ampi spazi a disposizione degli ospiti, che prevedono anche una depéndance con giardino recintato, hanno permesso ai titolari della struttura di ampliare l’offerta di servizi alla clientela. Il salone principale, che può ospitare fino a 80 coperti, racchiude un ristorante aperto al territorio e non solo riservato agli ospiti che dimorano nell’albergo; a pranzo così come a cena, la carta del menù riserva interessanti sorprese ai commensali e gustose incursioni in diversi territori gastronomici d’Italia. Oltre alla consueta espressione della cucina territoriale biellese, con una speciale predilezione per i risotti, la biografia dei titolari

porta una ventata di sapori dalla Sardegna, dove i piatti di pesce più delicati, con qualche specialità disponibile soprattutto su ordinazione, si alternano al gusto robusto della bottarga di muggine e del maialino al forno, per giungere fino alla specialità della casa, quella padella dell’ortolano dove carni e verdure, cotte al forno e alla griglia si abbinano in un completo e felice connubio per il palato. La cantina, ovviamente, è fornita di numerosi vini sardi, sia bianchi che rossi, mentre la carta dei dessert prevede esclusivamente dolci di produzione propria. La seconda iniziativa che merita una attenzione particolare è riservata ai più piccoli e si chiama “Bugella’s Young”: nella dépendance con accesso al giardino attrezzato anche con giochi gonfiabili, una sala di oltre 100mq è stata pensata apposta per ospitare feste per bambini, dal classico compleanno ad altre liete ricorrenze. L’alle-

stimento a tema adatto ai piccoli ospiti, tavoli e sedie disposti con cura a seconda delle esigenze e delle idee di mamma e papà, per trascorrere sereni momenti di festa a misura di tutti gli invitati. La cucina servirà i menù concordati, torte comprese e, a richiesta, un servizio di animazione con personale qualificato e con esperienza nel settore, potrà intrattenere tutti i partecipanti. Sarà un’ottima occasione per festeggiare in modo insolito, affidandosi all’esperienza dei titolari per organizzare una spettacolare festa di compleanno in hotel, in un’atmosfera di grande allegria soprattutto per i bambini che potranno vivere un evento davvero speciale, interamente dedicato a loro, organizzata con gustose merende e attività di gioco e intrattenimento, in una speciale area addobbata per l’occasione.


danza

biella BIELLA

TESTO: MARCO CASSISA E GIULIA PERONA

L A V I V R SU Z E L RU

H

ip hop, house dance e breakdance sono al centro di “Survival Rulez” l’evento che si terrà a Biella sabato 30 aprile e domenica 1 maggio al Palasarselli di Via Coda 36/bis. Questa competizione porta nel Biellese una cultura molto diffusa a livello mondiale ospitando professionisti internazionali che dovranno giudicare i gruppi partecipanti in due fasi: un concorso coreografico il sabato ed un contest di freestyle la domenica. Per danza hip hop si intende una cultura molto ampia che, nata a partire dagli anni ‘70, si divide in breaking, locking, unprock, popping e nuovi generi sviluppatisi negli ultimi anni: ognuna di queste tipologie ha regole e tratti distintivi propri, ma ciò che accomuna la danza hip hop nella sua interezza è la peculiare caratteristica di essere una danza per lo più improvvisata in cui i ballerini, posizionati in modo circolare, si sfidano in “battles”. L’aggressività di questa danza, nata per strada, fa sì che le esibizioni si trasformino in vere e proprie battaglie in cui la competizione rimane ai massimi livelli. Negli ultimi anni la danza e la musica hip hop hanno avuto una grande diffusione in tutto il mondo anche grazie al cinema, basti pensare al successo di pellicole come “Save The Last Dance”, “Step Up” e “Street Dance Fighters”. Survival Rulez farà apprezzare molte delle nuove tendenze di questa cultura rappresentate dagli ospiti internazionali presenti che, oltre ad essere giudici del contest, saranno anche insegnanti d’eccezione. Sabato mattina protagonisti degli stage saranno: P. Fly, breaker francese che ha iniziato a ballare guardando gli street dancers di New York e Parigi negli anni ‘90, per poi specializzarsi nel New Style, una forma di breakdance che predilige passi in piedi anziché “a terra”,

Kapela, giudice e vincitore in diverse battles europee (Svezia, Danimarca, Belgio, Russia) che porta la sua esperienza con l’House Dance, genere di musica dance influenzata da elementi di musica disco, soul e funk e Gemini, per tre anni campione mondiale di Locking a Los Angeles, un videoclip con Madonna e diverse sfilate di moda nel curriculum. A Biella si occuperà di Waacking (genere fortemente stilizzato che porta a muovere in maniera innaturale ed accentuata gambe e braccia) sabato, e Locking domenica. Il secondo giorno gli stage saranno tenuti da Franqey, uno dei migliori ballerini francesi di Popping (misto di funk ed hip hop basato sulla rapida contrazione e successivo rilassamento dei muscoli per produrre una sorta di scatto nel movimento), vincitore di oltre quaranta battles in Francia e nel mondo, ballerino con celebrità come Busta Rhymes e protagonista di uno spettacolo televisivo francese. L’ultimo giudice che rimane da conoscere è Lamine, Bboy parigino, co-fondatore della leggendaria Vagabonds Crew, che terrà lo stage di Breaking. Survival Rulez però non è solo stage e lezioni; è soprattutto competizione ed esibizione aperta al pubblico: il concorso coreografico del sabato pomeriggio ha un target molto ampio, chiunque può partecipare ed i gruppi di ballerini saranno divisi nelle categorie Baby (inferiore ai 12 anni), Junior (tra in 13 e 16 anni), Senior (età superiore ai 17 anni) e Pro (a discrezione dei gruppi). Il contest di freestyle, che si terrà domenica, è aperto a tutti i ballerini senza limite di età ed è diviso in categorie rispetto allo stile di danza scelto: Breaking, Popping, Locking, New Style e House. Per altre informazioni c’è il sito ufficiale: www.csenbiella.it/survivalrulez.

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parola alla psicologa

Punto informativo di Vercelli - Ordine degli Psicologi del Piemonte

infovercelli@ordinepsicologi.piemonte.it

l’Io virtuale e l’Io reale

Provando ad ampliare il discorso introdotto con l’articolo precedente nel confronto tra l’essere e l’apparire, se chiedessimo ai ragazzi “cosa ti piace di te stesso?”, “come vorresti che fosse la tua vita?”, quali potrebbero essere le loro risposte? Si tratta di domande che mirano a scoprire se stessi ed è proprio la ricerca dell’identità che spinge i giovani a continue trasformazioni per abbandonare ciò che è familiare e conquistare faticosamente qualcosa di completamente nuovo.

Come avviene questo processo oggi? I media elettronici come Messenger, Twitter e Facebook sembrano essere risorse importanti a disposizione dei giovani per la ricerca di se stessi: offrono modelli di ruolo, stili di vita e mode fino a giungere a proporre soluzioni a conflitti e decisioni difficili. La novità dei media elettronici è che permettono un intervento attivo: i giovani sono utenti partecipi e non solo spettatori passivi. Per esempio, su Facebook entrano in scena direttamente, creano il loro profilo personale, raccontano di sé, commentano sulla propria bacheca avvenimenti, film e concerti. Il carattere interattivo dei nuovi media può portare gli adolescenti a crearsi un universo tutto loro, andando al di là di un mondo quotidiano percepito a volte come inospitale, poco formativo e legato a valori di competizione esasperata. Questo tipo di percezione può portare a pensare che la realizzazione personale possa avvenire, almeno per chi è più fragile, in Internet. Qui si possono trovare e costruire amicizie virtuali presentandosi con simboli, parole e immagini adattati a come si vuole essere visti. Per esempio, molti si servono di mondi virtuali come Second Life per indossare altre vesti

e sperimentare nuove identità. Facendo una riflessione dal punto di vista psicologico, l’universo virtuale che i giovani si creano nella rete di Internet, è il “loro” mondo e questo può indurre alcuni a viverlo come se fosse un diario segreto, dimenticando o negando che in rete nulla è segreto; altri invece possono essere portati a rendere il loro mondo privato volutamente pubblico. In entrambi i casi il rischio è quello di allontanarsi dalla realtà o percepirla come eccessivamente faticosa e frustrante. Spesso nelle consultazioni in studio, come psicologi ci troviamo di fronte ad alcuni giovani che vivono profondi disagi relazionali derivati dalla comunicazione virtuale: essa seduce e confonde poiché è difficile cogliere davvero l’aspetto emotivo di ciò che si scrive. Facendo riferimento a quanto sopra espresso, se probabilmente è chiaro cosa intendiamo per sedurre, forse è bene precisare cosa intendiamo per confondere. L’interlocutore in alcuni casi, pensiamo ad esempio alle chat, non si sa chi sia e non si sa quali siano le intenzioni reali che lo spingono a comunicare; inoltre, si può essere portati ad interpretare le frasi di chi sta scrivendo secondo il proprio punto di vista, che non è necessariamente lo stesso. In conclusione, questo mondo apre ai giovani fantasie di onnipotenza, offrendo loro la possibilità di essere qualcun altro, capace, ammirato, quasi invincibile e tutto ciò, dal punto di vista psicologico, è molto pericoloso perché chi ne rimane affascinato può allontanarsi dalla reale conoscenza delle proprie risorse e dei propri limiti. I media elettronici hanno dunque le loro trappole! D’altra parte, si tratta di una realtà da non demonizzare a priori e con cui non si può fare a meno di rapportarsi. La rete, infatti, non è un “altro mondo”, ma un’estensione immateriale della vita reale, dove però i confini dell’individuo devono essere rispettati; essa è sopratutto un’occasione per sentirsi parte di un’umanità più vicina nella condivisione degli eventi della vita.

Terapia e borsette di Veronica Gallo

Alle tarme non piacciono le tutine verde bottiglia Prima premessa a questo articolo: mia suocera non legge solitamente la mia rubrica, a meno che non sia io a passarle il giornale e questa volta non lo farò. Seconda premessa: se conoscete mia suocera, non fatele leggere questo numero di “Nella Nebbia”, se non volete che il Battesimo del mio pupo si trasformi nella battaglia di Waterloo (con me al posto di Napoleone) e non mi fido degli asili di Sant’Elena! Ed ora veniamo al tema di questo mese, o sfogo per meglio dire. Molti penseranno che sparerò a zero sull’ingerenza delle suocere in una famiglia da poco allargata, che lei abbia da dire su come allatto, come lo cambio o quanto può restare su una sdraietta auto cullante senza patire il mal di mare. Magari avrei potuto sopportare, anzi accettare di buon grado, consigli e suggerimenti su questi temi in cui non posso dire di avere esperienza. Invece la mia adorabile suocera, che rispetta tutta l’educazione che sto dando al pargolo, che non piomba in casa senza avvertire, che non si perde in frasi orrende come “Quando ero mamma io..” compie ai miei occhi il peggior peccato: mi porta i vestitini di suo figlio vecchi di 37 anni! Avete presente quelle tutine di improbabili colori e tessuti tipicamente anni Settanta? Ecco, mia suocera ne ha conservate decine! E che ne dite di mini canottiere in pura lana color guscio d’uovo? Tutte suddivise per età del pupo che evidentemente metteva la maglia della salute pure in agosto. E poi cuffiette, piccoli cardigan con mutandoni in coordinato, scarpine in lana con fiocchetto e maglion-

cini con trine e ricami che spiegano molto sul fatto che scambiavano mio marito per una femminuccia! Con tanto amore mia suocera ha conservato tutto per quasi quarant’anni: non c’era un parente a cui prestare il tutto, non c’era bisogno di spazio per una collezione di tazze inglesi e soprattutto, com’è che io, se ritiro un cappottino per l’inverno, me lo ritrovo tutto

buchi e lei tira fuori chili di vestiti intatti come usciti dal negozio? Invece del patto col diavolo lei stringe accordi con le tarme! In qualsiasi modo lei li conservi il problema resta: come mi tiro fuori dall’impiccio? Come le dico che non mi sfiora l’idea di vestire il mio pupo così, senza ferire il suo amore di nonna? Prima gliele provo queste tutine seventies, tanto al mio bimbo piace un sacco cambiarsi d’abito. È il suo gioco preferito, io lo vesto di tutto punto e poi lo metto davanti allo specchio: voi non ci crederete, ma mi fa le facce da modello come Ben Stiller in Zoolender! E nella prova, ecco la soluzione al problema: tutto il corredino è completamente fuori taglia. Ma com’è possibile: padre e figlio sono nati nello stesso giorno quindi il “peso” dell’abbigliamento dovrebbe essere lo stesso. Ad essere diverso è il peso del “piccolo”: mentre senior era già appena nato lungo lungo e secco secco, junior gli somiglierà nel carattere pacifico, avrà pure gli stessi lineamenti, ma per il fisico bello tondo e cortino non ci sono dubbi, è tutto sua madre!


rubriche

ABITARE SOSTENIBILE di Marco Pozzo

Demo Sometimes I feel like I don’t have a partner Sometimes I feel like my only friend Is the city I live in, the city of angels Lonely as I am, together we cry Under the bridge, RHCP

Una buona idea finalmente. Potrebbe risolvere problemi, magari non eliminare la fame nel mondo, però migliorare la vita di molti. Come posso fare per farla conoscere al mondo? Come posso convincere la gente che la mia idea è quella buona? A quanto si dice questa è l’epoca in cui questo desiderio sia uno dei più facili da esaudire: le informazioni raggiungono ogni luogo sul globo terrestre e moltissimi esseri umani vivono e lavorano basandosi su di esse. L’esperienza ci insegna però che la parte difficile dell’informazione è quella di trasmetterla, svegliando l’attenzione della nostra platea, piccola o mondiale che sia. Tutti quanti confidiamo che chi possiede l’arte di coinvolgere ed interessare il prossimo sia anche cosciente delle responsabilità che questo dono comporta. La responsabilità ritorna però su di noi quando costruiamo una nostra personalissima gerarchia che, ad esempio, ci porta a pensare che ciò a cui la televisione dà maggiore importanza sia anche quello che deve maggiormente influire sulle nostri abitudini quotidiane, dimenticandoci che, così come demandiamo ai rappresentanti dei partiti l’amministrazione dei nostri soldi e del nostro territorio, allo stesso modo affidiamo agli artisti ed ai loro esperimenti la verifica continua della nostra cultura. Una giovane ragazza americana con gli occhi a mandorla sta da qualche tempo dimostrando come il concetto un po’ stantio di urbanistica possa diventare improvvisamente attraente e stimolare l’interesse utilizzando alcune buone idee che, sconfinando forse nell’arte, aiutano a cambiare il volto della periferia degradata. Facendo base a New Orleans la giovane Candy Chang, diplomata in graphic design e laureata in pianificazione urbana, è riuscita a mettere in piedi alcuni eventi che uniscono il divertimento con

una reale utilità urbana grazie al coinvolgimento che hanno suscitato. uno - Semplificando fino allo scheletro la stessa idea che sta alla base dei “luoghi del cuore” censiti dal FAI in Italia (sondaggio popolare indetto per segnalare luoghi di pregio bisognosi di cure) Candy, supportata da due gallerie d’arte, ha stampato e diffuso gratuitamente per tutta la città degli adesivi con la scritta: I WISH THIS WAS ... (vorrei che questo fosse ...) invitando a completare la frase e ad appiccicarli (tranquilli: non c’è colla e non si lascia nessuna traccia) in giro per la città. Su alcuni edifici abbandonati sono state riempite le pareti di adesivi in bianco per chiedere suggerimenti. Questi sono arrivati a migliaia dal novembre scorso e ancora oggi si può camminare attraverso una mappa dei sogni, delle preoccupazioni e delle malinconie degli abitanti che sono stati registrati in una rassegna fotografica ad alto tasso di poesia. due - Prima all’interno di una galleria d’arte di Dallas e poi su un muro di una casa abbandonata Candy ha installato una grande lavagna con verniciata 80 volte la scritta BEFORE I DIE I WISH TO .... (prima di morire vorrei...). Ebbene, quell’angolo di strada malfamata è diventato un luogo di incontro e di passaggio obbligato per tutti gli abitanti del quartiere che vogliono leggere le novità sui sogni dei loro vicini prima che avvenga il quotidiano lavaggio del muro (non senza aver prima ricopiato e fotografato tutto quanto). Se invece che nel profondo Sud degli Stati Uniti vi trovate in Piemonte nell’aprile del 2011, ma siete, come Candy, affascinati da come funzionano i meccanismi di comunicazione e di controllo del sapere, potete partecipare alla Biennale Democrazia 2011, che avrà il suo culmine a Torino dal 13 al 17 di questo mese, con una serie di spettacolari incontri pubblici alla presenza di personaggi italiani e stranieri che meglio stanno interpretando le novità che la società delle informazioni sta imponendo al pensiero politico. Scorro l’elenco dei relatori: ... filosofi, ... scrittori, ... architetti, ... ex giornalisti, ... Eco, Benigni, Vattimo, Augias, Koolhaas, Giorello, Scalfari... no; mi spiace. Nessun rappresentante di partito. D’altronde qui si parla di politica e di pensiero. Ahhh no! Che sbadato. Eccone una. Un’europarlamentare svedese di 24 anni. Attenti allo scalpo: il suo partito si chiama piratpartiet.

Palinsesto da Lunedì a Venerdì e Sabato mattina 6:00 LA CITTA’ SI SVEGLIA Programma di informazione

All’interno: GR Nazionale: 7:00, 8:00 Meteo, EcoCity, Infomobilità Piemonte: 7:05, 7:30, 8:15, 8:30 Minuto :20 – Il GR del Piemonte Orientale (ed. completa): 6:20, 7:20, 8:20 Titoli delle principali notizie locali: 6:50, 7:50, 8:50 Prima di tutto (riflessione): 6:40, 7:50 Rassegna stampa nazionale: 7:40 Stretta di mano (solidarietà), CSV Biella (volontariato): 8:40

9:00 OGNI GIORNO IL SOLE Conduzione della mattina in diretta, con ospiti e temi diversi All’interno: GR Nazionale: 9:00, 10:00, 11:00, 12:00 Meteo, EcoCity, Infomobilità Piemonte: 9:05, 10:05, 11:05, 12:05 Minuto :20 – Il GR del Piemonte Orientale (ed. breve): 9:20, 10:20, 11:20, 12:20 MyCity (interazione con gli ascoltatori): 9:26, 10:26, 11:26, 12:26 Rubrica a tema o con ospiti/interviste: 9:40, 10:40, 11:40, 12:40 Informagiovani: Lun., Mar. e Mer. 11:40 I Motori di Biella Style: Mer. 12:40 Associazione Consumatori Biella: Giov. 9:40 Università Popolare di Vercelli: Giov. 12:40 Informazione medica: Ven. 9:40 StarCity (interviste musicisti nazionali e internazionali): Ven. 12:40

13:00 INFOCITY – LA VOCE DELLA CITTA’ CHE VIVE Servizio All News di metà giornata All’interno: GR Nazionale: 13:00 Meteo, EcoCity, Infomobilità Piemonte: 13:10 Minuto :20 – Il GR del Piemonte Orientale (ed. completa): 13:20 Zoom, dentro la notizia (approfondimento): 13:24

13:30 SPIRITO LIBERO Musica e informazione

All’interno: GR Nazionale: 14:00, 15:00, 16:00 Meteo, EcoCity, Infomobilità Piemonte: 14:05, 15:05, 16:05 Minuto :20 – Il GR del Piemonte Orientale (ed. breve): 14:20, 15:20, 16:20 Rubriche a tema o con ospiti/interviste: 13:40, 15:40, 16:40 Spazio Scuole: 14:40

17:00 CITY LIGHTS Radio City accende le luci sugli eventi del Piemonte Orientale

All’interno: GR Nazionale: 17:00, 18:00, 19:00, 20:00 Meteo, EcoCity, Infomobilità Piemonte: 17:05, 17:30, 18:10, 18:30, 19:05, 19:30, 20:05 Minuto :20 – Il GR del Piemonte Orientale (ed. completa): 17:20, 18:20, 19:20 Minuto :20 – Il GR del Piemonte Orientale (cinema e spettacoli): 20:20 Titoli delle principali notizie locali: 17:50, 18:50, 19:50 Cultura e Segnalibri (ospiti esponenti della cultura nel Piemonte Orientale): 17:40, 18:40 Insieme (notizie della Diocesi di Vercelli): 19:40 GR Sport (nazionale): 20:40

21:00 LE EMOZIONI DELLA MUSICA/COMMUNITY Programma musicale e serate a tema 24:00 ROCK CITY Musica rock e alternative fino alle 6 del mattino

Palinsesto Sabato pomeriggio e sera 13:00 RADIO CITY WEEK END Più musica e solo le notizie che ti servono 17:00 HAPPY CITY – L’HAPPY HOUR DELLA CITTA’ CHE VIVE Solo musica anni ‘80 21:00 CITY IN LOVE – CANZONI D’AMORE Richieste a diretta@radio-city.it 24:00 ROCK CITY Musica rock e alternative fino alle 6 del mattino

Palinsesto Domenica 06:00 RADIO CITY WEEK END Più musica e solo le notizie che ti servono Al Pomeriggio CITY SPORT Radiocronaca Pro Vercelli per le partite in trasferta 18:05 CITY SPORT Radiocronaca Pallacanestro Biella, Campionato nazionale Serie A

Province di Biella, Novara e Vercelli: fm 89.9 Vercelli città: fm 103.9

www.radio-city.it diretta@radio-city.it

0161 255.233 - 015 015.1961 347 87.51.716 (pubblicità)

Radio Ufficiale Pallacanestro Biella

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AGENDA aprile

9 Sabato

Musica/Concerti

Vercelli XII Viotti Festival esibizione di Ranieri Paluselli alle percussioni con l’Orchestra della Camerata Ducale Teatro Civico Ore: 21.00 info: Camerata Ducale 011.75.57.91 Officine Sonore Music Contest 2011 Semifinali Via U. Schilke Ore: 21.00 info: info@officinesonore.org Tel. 0161 255642 Casale Monferrato Nabucco Teatro Municipale Ore: 20.30 info: 0142 444314

Incontri/Conferenze

Novara Paolo Roversi presenta il suo libro “Milano criminale” Ore: 17.30 info: Libreria Lazzarelli (Portici Teatro Coccia) Biella Il volontariato patriottico risorgimentale e l’emigrazione in Italia in età regia e repubblicana: testimonianze della Sardegna e del Biellese sale del Circolo Su Nuraghe Ore: 9,30 e 15.00 info: Provincia di Biella Tel. 015 8480646

Cinema/Teatro

Biella Una luce d’Amore di e con Peppe Quintale ed i suoi amici Spettacolo di beneficenza in favore dell’Associazione Scientifica Retinoblastoma ed Oncologia Oculare. Teatro Sociale Villani Ore: 21.00 info: Assessorato alla Cultura del Comune - Tel. 015 4507212 Casale Monferrato Toccata e fuga Con Antonella Elia, Gigi Sammarchi, Marco Vaccari. Scoppiettante commedia dell’autore inglese contemporaneo Derek Benfield. Teatro Besostri info: 0384822203

10 Domenica Arte/Mostre

Vercelli L’Arte si fa sentire - Appuntamenti al Museo Borgogna Dal museo alla città. Le opere di Bernardino Lanino al Museo Borgogna e nella Chiesa di San Paolo a Vercelli. Percorso guidato a cura di Alessia Meglio. Ore: 15.00 info: Museo Borgogna

0161.25.27.64

Teatro Civico Ore: 21.00 info: Camerata Ducale 011.75.57.91

Pella Arte e storia nella riviera di San Giulio – scopriamo Girolago La partecipazione è a numero chiuso. costo di 5/10 € Ore: 09.00 info: Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone tel. 0323/.89622 ecomuseo@lagodorta.net

13 Mercoledi Musica/Concerti

Sport

Vercelli Trofeo Internazinale di Spada a squadre “Marcello e Franco Bertinetti” trofeo tra Italia, Svizzera, Germania e Ungheria Teatro Civico info: Ass. Scherma ProVercelli 0161.59.72.82

Vercelli Officine Sonore Laboratorio di Scrittura Creativa 2.0 primo dei tre incontri a scadenza trisettimanale tenuto da Giuseppe Guidott Via U. Schilke Ore: 19.00 info: info@officinesonore.org Tel. 0161 255642

11 Lunedi

Musica/Concerti

Vercelli opera lirica “Elisir d’amore” di Donizzetti Teatro Civico info: Tel 0161.596.369/277

Incontri/Conferenze

Biella “Biellesi Tessitori di Unità”, celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia Museo del Territorio Biellese Via Quintino Sella Ore: 16.00 info: Tel. 015 2529245 www.biellesitessitoridiunita.it info@museodelterritorio.biella.it

12 Martedi

Vercelli Conferenza sull’ambiente, paesaggio e letteratura. Relatore prof.ssa Laura Minghetti Museo Salone Dugentesco Ore: 17.30 info: URP 0161.596.333 Novara incontro dal titolo “In che cosa credono gli stupidi?”, con Paolo Legrenzi, Ordinario di Psicologia Cognitiva all’Università di Venezia. Fondazione Faraggiana in via Bescapè 12 Ore: 18.00 Casale Monferrato Convegno “Quando il figlio è minacciato” Maltrattamento e tutela esibizione di Ranieri Paluselli alle percussioni con l’Orchestra della Camerata Ducale

Biella opera lirica “Elisir d’amore” di Donizzetti Teatro Odeon Ore: 21.00 info: 015 21802 www.onlinesymphony.it

Incontri/Conferenze

Cossato Torneo di golf Torneo benefico pro Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) Golf Club Living Garden Ore: 11.00 info: IEBcomunicazione Tel. 015 8555777

Incontri/Conferenze

Vercelli “Emozioni leggere ma non troppo” si esibirà Michele Zarrillo Teatro Civico Ore: 21.00 info: tel.0161596.369/277

Biella Il sonno: che cosa disturba i nostri sonni, che cosa ci aiuta a riposare meglio Teresita Bracci, ginecologa Via Quintino Sella Ore: 21.00 info: Associazione di volontariato Donne Nuove - Tel. 015 26196 www.donne-nuove.it donnenuove@gmail.com

14 Giovedi Musica/Concerti

Novara Manami Hama e Gianfranco Iuzzolino, soprano e pianoforte, proporranno musiche di vari autori Teatro Coccia Ore: 21.00 info: tel. 0321/620400, da martedì a sabato dalle ore 11.30 alle 17.30.

Incontri/Conferenze

Vercelli Cristina Giudice parlerà di “Da Bice Lazzari alle Artiste di oggi - uno sguardo differente sul mondo” e StudioDieci about BIG art: “Claudio Rotta Loria about Giacomo Balla”. Salone Dugentesco Ore: 17.30 info: URP Tel. 0161.596333 Biella “Biellesi Tessitori di Unità”, celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia Palazzo Ferrero Ore: 21.00 info: Tel. 015 4507212 www.biellesitessitoridiunita.it palazzoferrero@comune.biella.it Biella

3^ Edizione della Fiera del Lavoro Sala Convegni Banca Sella, Costa delle Noci 2 Ore: 21.00 info: Segreteria GGI, Paolo Monfermoso - Tel. 015 8483290 Fax. UIB, Nicoletta Bonino – tel. 015 8483228

Incontri/Conferenze

Cinema/Teatro

Novara Presentazione del libro ‘Fare psicoanalisi, vivere la clinica, sognare la teoria’ di Mauro Manica. introdurrà il Prof. Eugenio Borgna. Libreria Lazzarelli (Portici Teatro Coccia) Ore: 17.30

Biella Ale e Franz presentano “Aria Precaria”, spettacolo benefico a favore degli alluvionati del Veneto. Teatro Odeon Ore: 21.00 info: Tel. 015 4507212 www.eventi.comune.biella.it palazzoferrero@comune.biella.it

Musica/Concerti

Musica Officine Sonore Music Contest 2011 Semifinali Via U. Schilke Ore: 21.00 info: info@officinesonore.org Tel. 0161 255642

www.progettob9.it

Vercelli InnamorArte! spettacoli itineranti nelle vie del centro Ore: dalle 15.30 alle 18.30 info: URP 0161.596.333

Vercelli “L’opera pittorica di Gustav Klimt” a cura del Dott. Pier Luigi Pensotti. Salone Dugentesco Ore: 21.00 info: URP Tel. 0161.596333

Cinema/Teatro

Vercelli “Edipo re” con Federico Grassi, Sandro Gino, Renato Fusaro Teatro Civico Ore: 21.00 info: tel.0161596.369/277

Novara Grafò mostra dedicata esclusivamente a disegno, incisione e fotografia. centro artistico e culturale “La Riseria” di via Conti di Biandrate 11/a Ore: 17.30 info: tel. 0321/611645

Sandigliano 3° Correndo con l’Avis Corsa podistica non competitiva di km 8 Ore: 19.00 info: A.V.I.S. Biella - Tel. 015 26332 www.avisbiella.it biella.comunale@avis.it

Fiere/Mercatini

Vercelli Fora Tut di Primavera davanti ai negozi shopping con le bancarelle dalle offerte imperdibili Ore: dalle 9.00 alle 21.00 info: ASCOM 0161.25.00.45

16 Sabato

Vercelli B9 - Tre città per la musica Workshop “Dj e Musicisti, dal conflitto alla collaborazione” con Color, Ciaffo, Nitro eTosses (Turntablism) Cristian Milani (Production) Cripta S. Andrea Ore: 16.00 info: www.porgettob9.it oppure Informagiovani 0161.25.27.40 Officine Sonore KALI LIVE SET + SIR HEAVY SOUL DJ SET Via U. Schilke Ore: 21.00 info: info@officinesonore.org Tel. 0161 255642

Novara Chopin Imaginaire Balletto dell’Opera di Stato di Cottbus. Musiche di Frederich Chopin. Coreografie Giorgio Madia. Teatro Coccia Ore: 21.00 info: tel. 0321/620400, da martedì a sabato dalle ore 11.30 alle 17.30.

Arte/Mostre

Sport

Biella Mercatino dell’Associazione Gruppo Hobbisti Biellesi si terrà nella diagonale dei giardini Zumaglini e parte taxi di P.za Vittorio Veneto info: Tel. 328 3475808 Casale Monferrato Mercatino Biologico Mercatino mensile diprodotti biologici e della biodiversità. Si svolge il terzo sabato del mese. Centro storico - Piazza Mazzini.

17 Domenica Arte/Mostre

Vercelli L’Arte si fa sentire - Appuntamenti al Museo Borgogna

“Cultura”

C.so Libertà, 300 - 13100 Vercelli Tel. 0161.25.27.40 - Fax 0161.54.384

www.informagiovanivercelli.it

Cinema/Teatro

Incontri/Conferenze

INFORMAGIOVANI CITTA’ DI VERCELLI

informagiovani@comune.vercelli.it

Il Piemonte che si fa Italia: 17 marzo 1861. Il territorio novarese alla nascita dello Stato Unitario. Sala Est Sesia di via Negroni. Ore:alle ore 9.30 alle 18.30 info: 0321/394059

15 Venerdi

Musica/Concerti

Vercelli Parola all’Autore - Antonio Pennacchi Salone Dugentesco Ore: 17.30 info: URP Tel. 0161.596333

“Segnalibri”

da Lun. a Ven. alle ore 17.40 da Lun. a Ven. alle ore 18.40 1 6 aprile 2011 – Workshop “Dj e Musicisti, dal conflitto alla collaborazione” con Color, Ciaffo, Nitro e Tosses (Turntablism), Cristian Milani (Production)

Michele Trecate

www.vercellink.com


agenda

“Strappi d’Arte. Gli affreschi della chiesa del Carmine di Vercelli al Museo Borgogna”: conversazione con proiezioni di immagini a cura di Cinzia Lacchia e Paolo Manchinu. Ore: 16.00 info: Museo Borgogna 0161.25.27.64 Biella “Biellesi Tessitori di Unità”, celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia Garibaldi: un uomo, un mito e le sue camicie rosse esposizione storico-documentaria con allestimento scenografico delle camicie rosse. In collaborazione con Biblioteca Civica, Archivio di Stato, Museo del Territorio Ore: giovedì e venerdì dalle ore 16 alle 19 – sabato e domenica dalle ore 10 alle 12,30 e dalle ore 16 alle 19 info: Tel. 015 2529245 www.biellesitessitoridiunita.it info@museodelterritorio.biella.it Novara Dalla battaglia all’Unità. Il percorso di Novara nel Risorgimento sino al 5 giugno 2011 Arengo del Broletto Ore: tutti i giorni eccetto il lunedì, dalle ore 14.00 alle 19.00, domenica dalle ore 10.00 alle 19.00

Musica/Concerti

Novara Le Stagioni del Barocco concerto con musiche di A. Caldara e A. Vivaldi eseguite da Fabio Bellofiore, violino barocco, e Mauro Righini, viola d’amore chiesa San Marco in via Negroni Ore: 21.00

Cinema/Teatro

Vercelli Eduardo: più unico che raro! quattro atti unici di Eduardo De Filippo, con Rocco Papaleo e Giovanni Esposito. Regia di Giancarlo Sepe. Teatro Civico Ore: 17.00 info: tel.0161.596.369/277 Casale Monferarto Sesso e gelosia di M. Camoletti. Laboratorio Teatrale Terzo Millennio di Cengio (Sv); regia di Carlo Deprati. Auditorium Santa Chiara Via Facino Cane, 35 info: Compagnia Teatrale Nuovo Palcoscenico tel. 0142-781716

Fiere/Mercatini

Vercelli Fora Tut di Primavera davanti ai negozi shopping con le bancarelle dalle offerte imperdibili Ore: dalle 9.00 alle 21.00 info: ASCOM 0161.25.00.45 Borgo d’Inglesia Party grande festa in cui il made in Italy si sposa con lo stile d’oltre Manica: mecatino, sapori e musica Porta Torino (corso M. Prestinari) Ore: dalle 9.00 alle 20.00 info: ASCOM 0161.25.00.45 Arona Arti e Sapori del Nord Ovest gusto e tradizione tra monti e laghi. Numerose e folkloristiche bancarelle con prodotti enogastronomici e la partecipazione di un gruppo folcloristico proveniente dal Varesotto. info: 349/5608408

19 Martedi Arte/Mostre

Vercelli Giorgio Sambonet mostra di circa 40 opere dell’ultima produzione. fino al 27 aprile. Porticato di Casa Alciati info: URP 0161.596.333

Incontri/Conferenze

Musica/Concerti

22 Venerdi

Officine Sonore IL VILE in concerto Via U. Schilke Ore: 21.00 info: info@officinesonore.org Tel. 0161 255642

Biella “Biellesi Tessitori di Unità”, celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia Museo del Territorio Biellese Via Quintino Sella Ore: 16.00 info: Tel. 015 2529245 www.biellesitessitoridiunita.it info@museodelterritorio.biella.it

Musica/Concerti

Musica Officine Sonore La Fonderie live Via U. Schilke Ore: 21.00 info: info@officinesonore.org Tel. 0161 255642

Incontri/Conferenze

Vercelli Processione delle Macchine partenza dalla Basilica di S. Andrea per proseguire per le vie del centro. In piazza Cavour grande suggestione con l’illuminazione architetturale dei portici e la proiezione di immagini sulle facciate degli edifici. Ore: 20.30 info: Associazione Il Porto 0161.25.10.37

23 Sabato Musica/Concerti

Musica Officine Sonore Music Contest 2011 Finali Via U. Schilke Ore: 21.00 info: info@officinesonore.org Tel. 0161 255642 LOVE MACHINE (Reunion Tour) + BATTLEFIELD + LEGION WARCRY in concerto Rock n Roll Arena Romagnano Sesia Ore: 21.00 info: www.rocknrollclub.it

25 Lunedi Fiere/Mercatini

Vercelli Ghemme al ricetto si terrà la 41a mostra del Vino Ghemme D.O.C.G., con degustazioni dei prodotti tipici del territorio con abbinamenti ai vini delle colline novaresi .Visite guidate ai monumenti e alle cantine e convegno tematico. Fino all’8 maggio

26 Martedi Cinema/Teatro

Casale Monferarto Don Chisciotte di Ruggero Cappuccio con Roberto Herlitzka e Lello Arena musiche di Paolo Vivaldi regia di Nadia Baldi Teatro Municipale - Piazza Castello info: tel.0142 444314

28 Giovedi Musica/Concerti

Novara duo Bianchi - Demicheli (violino/viola e pianoforte) proporranno musiche di R. Schumann, C. Rossaro, L. Perosi, A. Glzunov, A. Piazzolla. Teatro Coccia Ore: 21.00 info: tel. 0321/620400, da martedì a sabato dalle ore 11.30 alle 17.30.

29 Venerdi

Vercelli Festival della Via Francigena “I suoni del cammino”, concerto Sala Capitolare S. Andrea Ore: 17.45 info: sig. Franco 340.80.52.277

i

Biella “Il pianoforte in recital” serata dedicata a Franz Liszt con Konstantin Bogino e Friends Teatro Sociale Villani Ore: 21.00 info: Il Contato del Canavese - Tel. 0125 641161

Sport

Vercelli 8° Maratona del Riso Maratona del Riso e il Gran Premio dei 10 km. Tutto accompagnato dal Festivale del Riso e delle Terre d’Acqua, fiera espositiva, spettacoli, concerti, ristorazione. info: Tel. 011.91.43.0852

Arte/Mostre

Vercelli Festival della Via Francigena mostra fotografica “Apiedi in Terra Santa” Chiostro Sant’Andrea info: sig. Franco 340.80.52.277 Novara The idiots of art: abbiamo provato ad essere normali, ma ci annoiamo… con Anto&Ste. La mostra sarà visitabile fino al 14 maggio negli orari di apertura della biblioteca Biblioteca Civica

30 Sabato Musica/Concerti

Vercelli esibizione di Isabelle Faust vilino solista con l’Orchestra della Camerata Ducale Teatro Civico Ore: 21.00 info: Camerata Ducale 011.75.57.91 Officine Sonore PARK AVENUE in concerto Via U. Schilke Ore: 21.00 info: info@officinesonore.org Tel. 0161 255642 Biella Brera con gusto - Le Cantate: Haendel e Scarlatti Maria Grazia Nobili (soprano), Laura Calderara (flauto), Antonella Panighini (cembalo Auditorium del Civico Istituto Musicale Brera Ore: 21.00 info: Tel. 0321/623354

Incontri/Conferenze

Vercelli Festival della Via Francigena Assaggiando la via Francigena percorso di andata e di ritorno tra Vercelli e Lignana con tappa a Sali Vercellese per aperitivo, a Lignana per il pranzo e a Casalrosso per la merenda dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 16.30 presso il Piccolo Studio “Raccontate le vostre storie: parole e immagini” dalle 11.00 alle 11.30 presso il sagrato del S. Andrea dimostrazione di Tai Chi info: sig. Franco 340.80.52.277

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