Muzi Kult n°19 - Maggio/Giugno 2015

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di Vladimir Costabile

ROSSOFISSO CRITICARE – APPREZZARE – RECENSIRE

“Parliamo di musica e balliamo d’architettura”

Anime Migranti, lo siamo tutti, anche se non per necessità, scappiamo sempre per poi tornare, impauriti da quel mondo che spesso non capiamo. In questo periodo parlare di migranti diventa o doveroso o scomodo o semplicemente moda. Siamo tutti Anime Migranti, migriamo per cercare quello che in realtà abbiamo sotto gli occhi ma non abbiamo il coraggio di vederlo. Corriamo, dicendoci stronzate davanti allo specchio, cercando un perché, analizzando e trovando nella fuga spesso una soluzione troppo facile. Penso a un vecchio del mio paese che un giorno mi disse “U vì, ni stannu tagliannu l’arberi, ni stannu cacciannu l’aria!” Si riferiva al disboscamento senza regole della montagna vicino casa dei miei. L’analogia romantica tra l’albero tagliato e la mancanza d’aria l’ho sempre pensata e vissuta come mancanza di libertà. La libertà si conquista, “l’aria” è un sentimento di ricerca e non può essere privato. L’anima Migrante spesso ci spinge a ricercare l’aria dove vera aria non c’è. Mentre scrivo, su questa corriera ripulita e modernizzata, salgono persone dai volti mangiati dal tempo, giovani pieni di speranze e con le valigie piene di sogni. Ci fermiamo, solito autogrill, solito caffè, solita sigaretta. Il bus non è mai a rosso fisso, corre e non si ferma, non è mai in emergenza, i suoi ospiti lo sono. La fuga è importante per cercare rifugio… Continuo il mio viaggio, provo a dormire, ma nel pullman non si riesce mai a dormire, il mio vicino mi offre del pane e salame e mi racconta di quella volta che da giovane partì per la Germania.

APPINO Grande raccordo animale ANTEPRIMA

Appino non ha bisogno di presentazioni, in tutte le sue versioni è bravo e riesce bene. Questa volta si fa affascinare dal mondo dei ritmi in levare e si fa accompagnare per mano da Paolo Baldini, che insieme a Madaski, sicuramente è il nostro cavallo di punta nel panorama del dub internazionale. Questa volta l’esperimento riesce, liriche oniriche e di spessore si fondono con suoni al limite tra il dub e il rock. La scrittura è matura e ancor più la realizzazione che stupisce e convince. Un disco che non stanca e che sicuramente si farà apprezzare anche in ambienti atipici per il frontman degli 22 Muzi KultZen Circus. VOTO:

A3 APULIA PROJECT Murex

La musica etnica ha ancora da dire qualcosa? Dopo anni di soVOTO: vraesposizione è difficile trovare progetti che ancora riescano a farlo. Murex è un disco suonato bene, che arriva dopo lo splendido Odysseia, un disco fatto di immagini e suoni del sud che però poco aggiunge a quello che già è stato fatto. Un lavoro che riconferma le doti Di Fabio Bagnato e soci, ma che forse risulta essere arrivato fuori tempo massimo. Gli innesti e i tentativi di contaminazione convincono poco, troppo lunghe le stesure e le incursioni in territori lontani dall’etno risultano troppo semplicistici rispetto alla complessità esecutiva delle parti più roots.

ALESSIO CALIVI Sirene, Vetri, Urla e Paperelle Cantautorato, noise, postgrunge, minimalismi VOTO: e rumori vivono e convivono senza stridere (o a giudicare dal livello di distorsioni Stridono parecchio). Canzoni ben articolate con atmosfere claustrofobiche. Ritmiche potenti, ricami chitarristici eleganti, melodie sinuose e liriche oniriche. Il disco è benfatto, confezionato con suoni marcatamente ’90. I terreni su cui si muove sono consolidati da una scuola italiana fatta da giganti, ma Alessio si difende bene. Unica remora: un brano come “Berlino” a mio parere rovina la bellezza di un disco che poteva far luccicare gli occhi agli amanti del post-grunge made in Italy come me.

KAMERA KUBICA Kamera Kubica La post-adolescenza scorre a fiumi nell’album d’esordio dei KaVOTO: mera Kubica, ma non coinvolgono l’ascoltatore. Suoni, melodie e testi che navigano in territori già abbondantemente esplorati. La band ha ascoltato tutte le produzioni indipendenti italiane dai fottuti 90, fino alla nuova ondata di cantautori degli anni zero, ma senza riuscire a farne propria la lezione. Manca un vero e proprio singolo al disco che non decolla mai e rimane sempre fermo in posizione di preparazione al volo. Sicuramente gli spunti ci sono e anche le premesse, speriamo in un prossimo lavoro più maturo e personale.


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