Muzi Kult n°29 - Gennaio/Febbraio 2017

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Muzi Kult

pag. 56 Molla "La Notte Sopra il Mare"

bimestrale anno 5° | n° 29

GHEMON Dj Set Raccontati

pag. 72

pag. 80

pag. 14

Hyst "Taiyo Yamanouchi” ... Non Solo Rap!

Il Rock Arberesh della Peppa Marriti Band

Ulan Bator e Bachi da Pietra: Istruzioni per Rendersi Compiuti



MUZI KULT anno 05 n° 29

Direttore Editoriale: Gennaro de Rosa Produzione: MUZI KULT Editore: Edizioni Emmekappa Responsabile grafico: Salvatore Greco Capo-Redattore: Monica Reale Redazione: Monica Reale, Paolo Fulciniti, Marianna Chiarelli, Claudia Palermo, Miriam Caruso Hanno Collaborato a questo numero: Monica Reale, Miriam Caruso, Debora Borgese, Salvatore Greco, Antonella De Cesare, Victor Solaris, Claudia Palermo, Loredana Ciliberto, Roberto Paola, Pasqualino Caparello, Max Sannella, Simone Arminio, Vladimir Costabile, Luisa Marini, Lo Staff di ‘Musica contro le mafie’ (Mary Chiarello) Concessionaria Esclusiva per la Pubblicità: OnMagPromotion onmagpromotion@gmail.com Pubblicato su www.issuu.com Distribuito gratuitamente © 2012 - Tutti i diritti riservati

OSPITI: GHEMON La scena del rap italiano riserva molteplici realtà, alcune delle quali superano le aspettative degli ascoltatori. Abbiamo avuto il piacere di parlare con Gianluca Picariello, in arte Ghemon, che ci ha raccontato un po’ del suo mondo e di come vive l’amore per la musica.

HYST - Taiyo Yamanouchi E’ noto nell’ambito HipHop con lo pseudonimo di HYST e lavora sia come produttore di basi musicali che come Rapper. Se il viso non vi è nuovo (come diceva Totò) sarà perché l’avete visto nei programmi in Tintoria, Sugo, nella fiction Un Medico in Famiglia. Dopo queste esperienze televisive si è dedicato alla musica entrando a far parte del collettivo di artisti HipHop Blue-Nox.

MOLLA Da quest’anno, all’interno del Premio “Musica contro le mafie”, la nostra redazione ha deciso di assegnare un riconoscimento ad uno spazio importante ad uno degli artisti partecipanti. Abbiamo scelto “Molla” per la sua capacità di unire tempi importanti e profondi con “quella leggerezza che non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto senza avere macigni sul cuore”.

PEPPA MARRITI BAND Il gruppo Peppa Marriti Band nasce a Santa Sofia d’Epiro, un piccolo paese di origine Albanese in provincia di Cosenza; coniugano le radici del rock con la tradizione e la cultura “Arbëresh” (Italo-Albanese). Il loro è un mix molto particolare, un meltin-pot di generi e sensazioni che abbiamo cercato di apprfondire con loro alla vigilia dell’uscita del loro album.

DAVIDE CASTROGIOVANNI Medico, musicista e cantautore da qualche anno catanese d’adozione. Veste la sua musica di sentimenti, emozioni ed esperienze vissute. Una ricerca della verità, un dialogo con la vita, un viaggio tra sogno e realtà attraverso metafore e variegati tagli melodici.

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LE RUBRICHE DI

Promo Highlights Artists Artists 8-27

28-45

46-61

Live

62-91

EDITORIALE ...................................................... 6 LE RUBRICHE DI MUZI KULT

Camere a Sud - “Ma Sgt. Peppers avrà sempre quella copertina lì…” di Simone Arminio ............... 8 Onde Social di Antonella De Cesare ........................ 10 Muzi Glam: Samuela Schilirò di Debora Borgese . 12 Suoni Pindarici “Amaury Cambuzat e Bruno Dorella: istruzioni per rendersi compiuti” di Loredana Ciliberto e Roberto Paola ... 14 Chiamatemi Max... di Max Sannella ...................... 16 Rosso Fisso [Criticare, Apprezzare, Recensire] di Vladimir Costabile .. 18 La Musica è Lavoro: ““Legge sulla musica Verba Volant” di Victor Solaris .............................. 20 Greatest Eats di Molla ........................................ 24

SPECIALE “Musica contro le mafie”

I Vincitori .......................................................... Le Premiazioni ................................................ 5 Giorni di Musica contro le mafie ! ............... Io Sostengo ......................................................

30 34 36 45

GHEMON

“Dj Set Raccontati” pag. 64

PROMO ARTISTS

Bionic Visions ................................................... 46 Motelnoire ........................................................ 47 Elisabetta Guido ............................................... 48 Gianluca Di Bonito ............................................ 49 L’Artista del Mese: Gianluca Corrao .............. 52 Meet’n’Radio ..................................................... 54 Meet’n’TV .......................................................... 58

HIGHLIGHTS ARTISTS

Ghemon ........................................................... 64 Hyst .................................................................. 72 Molla ................................................................... 76 Peppa Marriti Band ........................................... 80 Davide Castrogiovanni ...................................... 86

MOLLA

in Highlights pag. 76

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L’EDITORIALE

di Gennaro de Rosa

Ci rendiamo conto e ammettiamo di essere un po in ritardo ultimamente. Stiamo seriamente considerando di essere affetti da “ritardo cronico”. Uno scienziato americano ipotizza che chi ne soffre in modo costante e compulsivo abbia un vero e proprio disturbo. Ma altre ricerche non sono d’accordo che si tratti di un disordine medico e il DSM-5 (il famso manuale dei problemi mentali) non ne fa menzione quindi noi ci sentiamo esenti da essere dei malati. La verità, e noi questa verità amiamo raccontarla, è che ci sono grandi rivoluzioni in casa Muzi Kult, grandi cambiamenti che inizierete a vedere già dal prossimo numero; nuove rubriche, nuovi collaboratori e tanto tanto altro… Con il numero precedente abbiamo concluso il breve percorso della rubrica Muzi Fieber che ritornerà tra qualche tempo, ci sarà una trasformazione della rubrica “Rosso Fisso” e ci lascia Max Sannella, che salutiamo e ringraziamo, con la sua rubrica che sarà sostituita da una nuovissima e più ricca rubrica di ascolti e recensioni. Le novità sono tantissime e per questo numero non ho da dirvi altro…se non Buona Lettura e a prestissimo…tenetevi pronti !

Ci rendiamo conto e ammettiamo di essere un po in ritardo ultimamente. Stiamo seriamente considerando di essere affetti da “ritardo cronico”. Muzi Kult 07


CAMEREASUD di Simone Arminio

MA SGT. PEPPERS AVRÀ SEMPRE QUELLA COPERTINA LÌ… Una finestra aperta, magari sul mare. Le tende che volano, attirate dal vento. Il luogo, comprensibilmente, è a Sud, e ciò influisce non poco sulla musica. Da quando l’ho capito faccio sempre lo stesso esperimento: giudico un disco solo dopo almeno due ascolti. La prima volta mi direziono a nord. Fermo e concentrato, a finestre chiuse. La seconda volta guardo a Sud. L’attenzione tutta rivolta agli errori, la finestra aperta, a volte reale, altre immaginaria, ma quasi sempre orientata a Sud.

08 Muzi Kult

Mio figlio non ha neppure tre anni e già sta in fissa con i Beatles. Ma non è questa la notizia sconvolgente. Piuttosto, fa impressione vederlo scegliere ‘Sgt. Peppers’ dalla libreria, metterlo nello stereo, poi premere play. Subito dopo, le poche volte che gli permetto di prendere in mano il mio cellulare, clicca su Spotify e trova quello stesso disco che stava ascoltando prima. Succede anche con Youtube: nel suo mondo facile, questo è il bello, non c’è alcuna differenza di supporto. C’è Sgt. Peppers, che è quella cosa lì, è riconoscibile dalla sua copertina, ed è accessibile allo stesso modo da mille dispositivi diversi. Il rovescio della medaglia? Si innervosisce pericolosamente quando clicca sullo schermo del computer e si rende conto che non è touch. Oppure quando prende con due mani il telecomando della tv, ci urla dentro ‘Bitolhsh’ e scopre che questi maledetti telecomandi dei televisori non hanno Siri e il riconoscimento vocale. La domanda che questa storiella porta con sé si è già capita: come ascolteranno la musica i nostri figli, e i figli dei nostri figli? Attenzione: non quale musica, ma come. Anche perché, se mezzo secolo dopo la sua uscita, Sgt Pepper’s ha conquistato un’intera classe di asilo nido, così come fece con me e prima ancora con mio padre, ci sono buone speranze che certa buona musica non si estinguerà mai. Il ‘quibus’ è il come. Lo strumento da usare. Lo strumento è importante, condiziona la musica che ascoltiamo. Chi si ricorda quanto ci siamo strappati le vesti, qualche anno fa, quando sono spariti i vinili? E se quell’assenza è durata pochi anni, e oggi il mercato discografico è tenuto su proprio dai cari, vecchi 33 giri, poco importa: qualcosa è cambiato. C’è chi dice in meglio: il disco più venduto del 2016 non è stato un album di repertorio, bensì il nuovissimo e digitalissimo Blackstar di David Bowie. Spinto dalla morte del suo autore, ok. Però la maggior parte di chi lo ha comprato ha scelto il vinile, non il cd o lo streaming. In compenso la musica da disk jockey, che viaggiava su vinile anche negli anni in cui i dischi erano spariti, oggi viaggia rigorosamente su mp3. Già, il digitale. Abbiamo creduto che l’avvento degli mp3 avrebbe polverizzato i dischi, gli album, in una miriade di singoli senza storia né copertina. E in fondo è vero, è successo davvero: la musica negli anni Duemila è uscita dai dischi, si è polverizzata in milioni di mp3, poi in pacchi di discografie complete. Solo che poi, e lo dimostra mio figlio, dopo un lungo giro è ritornata lesta lesta a nascondersi dietro a una copertina. Cos’è Sgt. Pepper’s? Un insieme di canzoni tenuto insieme da una foto molto affolltata e dallo sfondo rosso, sia se lo ascolti sul giradischi che sul cellulare. Alleluja, allora: il disco è rimasto, ma ha solo cambiato forma. Perché succede lo ha già spiegato molto tempo fa un tizio chiamato Roger F. Fidler. L’ha chiamata ‘mediamorfosi’ sostenendo che i media non muoiono ma cambiano le loro funzioni, così come noi cambiamo il loro modo di usarli. L’esempio classico è la radio, che sarebbe dovuta morire alla nascita della tv, e invece oggi è più viva che mai, perché ci permette di ascoltarla facendo qualcos’altro, ad esempio guidare o lavorare. La radio cambiata per non cambiare, e così i dischi dei Beatles, che io ascolto su cd, mio figlio su Spotify e suo figlio, chi lo sa?, se li sparerà direttamente in testa con un microchip. La mediamorfosi è imperscrutabile. Ma Sgt. Peppers avrà sempre quella copertina lì.


CONSIGLI CISCO, ALBERTO COTTICA E GIOVANNI RUBBIANI I dinosauri

Voto

7

Mai titolo fu più azzeccato. Cosa sono, se non dei dinosauri, questi tre avanzi di anni Novanta? Sia inteso in senso affettuoso, perché l’album che i tre ex Modena City Ramblers hanno confezionato è già spietato di per sé. Ci ricorda com’eravamo, cosa facevamo e cosa ascoltavamo quando i telefoni andavano a gettoni e negli stereo impazzava “Quarant’anni”, “In un giorno di pioggia” o la loro epica versione di “Contessa”. I tre sono invecchiati. Noi siamo invecchiati. Non è il caso di nasconderlo, ma di cantarci e riderci sopra. Onore all’onestà.

NOBRAINO 3460608524

Voto

Cosa diventeranno Lorenzo Kruger e soci? Non sono più dei giovani indie, non sono ancora delle rockstar. Il limbo di mezzo è il più faticoso, e lo dimostra questo disco, così come il precedente. Il gurppo romagnolo non è immobile, sia chiaro. Semplicemente è un po’ indeciso, Cincischia a suon di musica, e noi con loro. Ancora fiduciosi, ballando col piedino. In attesa di una svolta epica, e certi che verrà.

6,5 LIGABUE Made in Italy

Voto

8

Il coordinatore di questa fanzine ora mi leverà il saluto. Ma la scelta è onesta, e va difesa: Ligabue ha finalmente fatto un buon disco. Ben scritto nei testi, lontano da certi incubi (“Eri bellissima, lasciatelo dire”) e più vicino a quelle storie che invece ce lo hanno fatto amare quando non era ancora un divo da teenagers. Musicalmente è tornata la qualità. Melodica, e negli arrangiamenti. Impreziositi da tre fiati che sanno arricchire senza sovrastare. E da una base ritmica che ha dimenticato i computer ed è tornata a sudare. Bravo. Il Voto ci sta tutto!!!

THE MONOCRHOME SET Cosmonaut

Voto

9

Una storia cominciata nel 1979 quella dei Monocrhome set. La band inglese è di quelle che ha fatto la storia, a suo modo, senza strafare. Spesso ha finito la sua spinta, poi ha ricominciato. L’ultima volta che si è sciolta è accaduto nel 2012, e sembrava l’ultima. Anche perché la band si era rimessa insisme solo per festeggiare i suoi 30 anni: una scelta di scopo, come direbbero quelli bravi. E stop lì, fino a che lo scorso anno, questi signori non hanno deciso di vedersi in una saletta e buttare sul piatto i pezzi di questo ‘Cosmonaut’. Puro divertimento personale, zero pretese. I dischi migliori.

MANNARINO Apriti cielo

Voto

Apriti cielo, è tornato Mannarino. Dopo qualche anno vissuto male (beghe legali, una rissa, un arresto, i domiciliari) il cantore romano è uscito di nuovo allo scoperto. Gli strumenti, in realtà, non li aveva mai mollati. E anche lo schema è il solito. Nulla di nuovo, eccetto gli echi etnici molti spinti e qualche inedito fiato. Un nuovo album di Mannarino non è mai qualcosa di davvero originale, ma forse ci basta così. Finché diverte, si può fare.

6,5 Muzi Kult 09


( ONDESOCIAL ( ( di Antonella De Cesare

#1

#2

# RAG’N’BONE MAN - HUMAN

# RAPHAEL GUALAZZI LOTTA THINGS

SONY

SUGAR MUSIC Ebbene si! Questa voce, il ritmo sincopato hanno fatto breccia in me! Sognate e urlante, da risentire più volte, perché ad ogni riascolto si può scoprire la presenza di qualcosa di nuovo. Felice che abbia “imbroccato” il brano giusto! #Love!

# Il secondo singolo edito del suo nuovo album! Lui è eclettico, un genere solo non riesce a farlo (per fortuna) e così viene fuori un brano vintage ma attuale; è in inglese, ed infatti lo stile è poco italiano; è ballabile. #Merita!!! # https://www.facebook.com/Raphael.Gualazzi/

# https://www.facebook.com/ragnbonemanuk/

#3

#4 # STEVIE WONDER feat ARIANA GRANDE - FAITH

# TOMMASO PINI COSE CHE DANNO ANSIA

UNIVERSAL

# Sound contemporaneo ma voce curiosa, testo curioso! Percepisco un pazzo tutto a scoprire! Caro Tommaso non mi hai conquistato per il ritornello che rimane in testa ma perchè anche io “odio le cose che prima o poi mi danno l’ansia”!

# Colonna sonora del film “Sing”. Divertente! Istintivamente muovi la testa, poi le spalle e poi il ghigno divertito!..aspettate sto ballando…! Rieccomi! No scusate, ho voglia di sentirmi ancora un po’ bambina! Daccapooooo

# https://www.facebook.com/pinitommasoofficial/

# https://www.facebook.com/StevieWonder/ # https://www.facebook.com/arianagrande/

#5 # FIORELLA MANNOIA NESSUNA CONSEGUENZA OYA

# Brano bello e utile affidato alla calda e penetrante voce di Fiorella Mannoia, che da sempre impengata, stavolta ricorda alle donne che possono scappare dalle violenze! #NessunaConseguenza! # https://www.facebook.com/fiorellamannoiaofficial/

10 Muzi Kult


Avete sentito cosa c’è di nuovo nei meandri delle classifiche radio? Io qualcosina si ed è più forte di me, devo commentare! Così nasce “Onda Social”! Come in un tweet, le sensazioni di un brano in 140 caratteri, e immancabili faccine! Fidarsi è bene, Ascoltare è meglio!

#6

#7

# BRUNORI SAS - LA VERITÀ

# VIOLA MARTINSSON - MADE OF

PICICCA DISCHI

D:VISION

# Arriva il primo brano dell’album “A Casa tutto Bene” che si prospetta .. “terapeutico”! Ci sono volte come questa in cui il testo quasi mi distrae dalla musica! Morale: Non vedo l’ora di ascoltare tutto l’album! #Curiosità!

# Mi ha “intrippato” sin dai primi silenzi. I cambi di ambientazione musicale ad occhi aperti o chiusi portano in viaggio che potrebbe essere intorno al mondo. Originale da ascoltare dall’inizio alla fine. #ComplessaSemplicità

# https://www.facebook.com/brunorisaspage/

# https://www.facebook.com/dvisionrecords/

#8

#9 # BRUNO MARS - 24KMAGIC

# NATHAN GOSHEN THINKING ABOUT IT (LET IT GO) # è si un brano contemporaneo ma per un’adolescente degli anni 90 mi ha colpita perché mi ha ricordato l’esordio di un altro artista: Craig David! Il ritmo è piacevole, accompagna, rimane! Stiamo a vedere come sarà il secondo brano! #BelloEBravo

# Bisogna dargliene atto! Non sbaglia un colpo. Ogni volta che esce con un brano fa qualcosa che piace, orecchiabile, non banale. Si riconosce la sua firma! Ad essere sincera non è uno dei miei preferiti ma si fa #ballare

# https://www.facebook.com/nathan.goshen.official.fan.page/

# https://www.facebook.com/brunomars/

# LOREDANA BERTÈ, NOEMI, ELISA - E LA LUNA BUSSÒ

# 10

OYA E BANDABEBÈ

# E chiudo la classifica, come già capitato, con la chicca trovata negli airplay! La versione a tre splendide voci di un brano con cui sono cresciuta! Fa parte del progetto “Amiche” tutto da seguire! “e allora giù…” #cheglivuoidire # https://www.facebook.com/Boomdabash-354138944714882/

#ONDESOCIAL


MUZI GLAM di Debora Borgese

Cos’è la Musica dovremmo saperlo tutti anche se, a volte, ci capita di ascoltare qualcosa o qualcuno che ci fa, quantomeno, venire il dubbio…che sia così. Ma in questa rubrica vogliamo darlo per scontato: “Tutti Sappiamo cos’è la Musica!” (ed anche con la “M” maiuscola). Il Glamour, ahinoi, invece non è così diffuso e di mostruosità al suo riguardo ci capita di vederne tante e, come si suol dire, “L’occhio vuole la sua parte”…e la vuole anche buona; eleganza, sensualità, seduzione…e soprattutto “fascino” gli ingredienti fondamentali di questa rubrica. “Muzi Glam” unisce ciò che tutti pensiamo di sapere cos’è con ciò che tutti dovremmo sapere cos’è. Vi avvisiamo, in questa rubrica “l’abito fa il monaco”…e anche “la monaca”.

SAMUELA SCHILIRÒ C’È SEMPRE UN MOTIVO L’immagine di Samuela Schilirò rispecchia perfettamente quello che è: una bella persona, saggia e intelligente. Un fascino intrigante che cattura chi si accinge a conoscere la sua musica, senza pentirsene.

Se pensate di inquadrarla in un genere ben definito perdete il vostro tempo. Il suo ricco background le permette di coniugare sonorità polverose che si lasciano scalfire da nuove sperimentazioni. D’altra parte, è la dimensione perfetta per esaltare quello che il cuore e la mente scrivono nei suoi testi alla ricerca di un motivo in ogni cosa vissuta così per come è venuta.

C’è sempre un motivo. E quel motivo è l’Amore inteso quale sentimento ed energia universale che tutto può, con il suo potere salvifico. Ma soprattutto ha potuto lei, Samuela Schilirò! Nella sua turbolenta vita e negli incontri e nelle collaborazioni che hanno reso quest’album decisamente più maturo rispetto al precedente.

Hanno lasciato il loro contributo il maestro Denis Marino (Carmen Consoli, Nada, Luca Madonia e Toni Carbone dei Denovo, Gabriella Grasso, Malmaritate) in qualità di co-arrangiatore del disco assieme a Samuela, e di nomi storici della discografia italiana: Riccardo Parravicini (Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Max Gazzè, Marlene Kuntz) per il missaggio e Giovanni Versari (Muse, Irene Grandi, Fabi Silvestri Gazzè, Il Teatro degli Orrori) per il mastering. Hanno partecipato alla realizzazione del disco in studio: Burhanuddin Herrmann, Michele Musarra, Giando Militello, Giusi JP Passalacqua, Toni Carbone, Peppe Civiletti, Gabriella Grasso, oltre al già citato Denis Marino. Tanti amici che messi insieme hanno il loro peso! Samuela Schilirò continua la sua crescita, promossa a pieni voti in tutti gli aspetti a cui si deve tenere conto quando si valuta un artista di spessore.

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SUONI PINDARICI AMAURY CAMBUZAT e BRUNO DORELLA

di Loredana Ciliberto e Roberto Paola Foto Pasqualino Caparello

AMAURY CAMBUZAT

istruzioni per rendersi compiuti

Due protagonisti eccezionali per questo numero. Due musicisti che amano e vivono profondamente il loro rapporto con la musica e che, grazie alla musica, possono sempre dire di “sentirsi a casa”. Siamo orgogliosi di aver fatto due chiacchiere con Amaury Cambuzat (Ulan Bator, Faust) e Bruno Dorella (Bachi da pietra, Ovo, Ronin).

Quando (e perché) hai deciso che la tua vita sarebbe stata la musica? C’è stato un momento preciso in cui lo hai scelto? Oppure si è trattato di un percorso più lento? Ho iniziato a studiare solfeggio e musica fin da piccolo. A Parigi dove sono cresciuto, c’era la possibilità di imparare le basi dell’armonia al “giardino musicale”, un corso settimanale presso il conservatorio del mio quartiere. La musica quindi, fin da piccolo, è diventata una materia come le altre, come la matematica o la geografia… Qualcosa di importante quanto il resto. Dopo di che, ho scelto il pianoforte come strumento di studi al conservatorio. Durante la mia adolescenza ero indeciso fra musica, fotografia e belle arti. Comunque sapevo che avrei finito per fare qualcosa di artistico. Accorgendomi in fretta che ero più portato per la musica, ho scelto quella strada. C’è stato un momento preciso, un punto di non ritorno. È stato il natale del (credo) 1985. Mio cugino Mauro mi regalò una chitarra classica ed una cassetta degli U2, contenente “War” e “The Unforgettable Fire”. Da quel momento seppi con assoluta, ineludibile precisione che avrei suonato nella vita. Vidi chiaramente tutto. Vidi che non sarei mai stato una star, ma un musicista rispettato. Non ho più avuto un solo dubbio al riguardo, era scritto. Mi appassionai molto anche alla cassetta degli U2, decisi che il mio obiettivo nella vita

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BRUNO DORELLA


sarebbe stato imparare l’arpeggio iniziale di “Sunday Bloody Sunday”. Sei mesi dopo lo sapevo suonare, quindi capii che potevo alzare il tiro. La musica ti ha portato in molti luoghi diversi, ma c’è un posto in cui ti senti di più “a casa”? È una domanda difficile. Credo che ti senti a casa dove ti senti desiderato, gradito, aspettato. Di conseguenza diventa il posto dove decidi di appoggiare la tua valigia. Questo posto per quanto mi riguarda non è necessariamente fisso. Basta che mi accompagni sempre con me la persona della mia vita. Potrei dire ovunque ed in nessun posto. Quando sono in giro molto raramente mi sento nel posto sbagliato. Quando capita è orribile. Mi sento bene praticamente ovunque. Ma allo stesso tempo soltanto casa è casa. Una serata da solo con mia moglie Nathalie è una cosa speciale, un privilegio raro e stupendo. Allo stesso tempo, il mio posto è in tour. È una doppia vita, che trovo molto bella, mi impedisce di annoiarmi e di dare le cose per scontate. Aborro la routine. La tua carriera di musicista, con le sempre più numerose collaborazioni, sembra dimostrare che la musica è anche condivisione. Qual è il tuo approccio verso la creazione condivisa? Ci sono e, nel caso, quali sono le differenze tra il lavoro fatto insieme in studio e la condivisione di un palco? Ho sperimentato già tante delle più diverse formule compositive, credo… Dall’improvvisazione totale con i Faust fino alla scrittura solista di Ulan Bator: “Abracadabra”. Sono cambiato rispetto a prima. Ho un’idea ben precisa di come deve suonare Ulan Bator. Porto avanti il progetto da più di vent’anni. Questo significa che oggi preferisco comporre tutto da solo per poi lasciare tanto spazio ai musicisti nell’arrangiamento dei brani per il live. Nel caso del nostro nuovo album “Stereolith”, che uscirà a febbraio, ho tenuto a fare registrare le batterie e i sassofoni da Sergio Pomante e i bassi da Mario Di Battista, sono i due musicisti che mi accompagnano oggi dal vivo. Per me registrare un disco e suonarlo dal vivo sono due cose distinte e diverse. Un album deve poter comunicare una certa intimità. Suonato dal vivo diventa qualcosa che si trasforma, subisce una metamorfosi secondo il pubblico che viene a sentirti. Ogni collaborazione fa veramente storia a sé, davvero, è difficile spiegare certe cose, anche perché la comunicazione maggiore avviene attraverso i non detti, gli istinti, la conoscenza reciproca attraverso il suonare. Mi vengono in mente due esempi, così, al volo, senza la pretesa di esaurire l’argomento, ma solo per dirti che dinamiche inattese ci possono essere. Mi è capitato spesso di suonare in studio e dal vivo con Francesco Giampaoli dei Sacri Cuori. Suoniamo insieme anche in un’orchestra (la Byzantium Experimental Orchestra). La prima volta che suonammo dal vivo, in un Teatro Alighieri di Ravenna stracolmo, dopo che avevamo fatto tante prove insieme, mi sembrava che stesse “tirando indietro”, ovvero che stesse andando troppo piano rispetto a me, che sono il batterista e sono abituato a condurre il gioco, dando il tempo a tutti. L’ho guardato, e non ho visto un uomo, ma una montagna. Una montagna forte che stava tenendo tutti compatti, mi stava dicendo “stai andando troppo veloce, segui me, appoggiati alla montagna”. Me lo diceva con la musica. L’ho seguito, ho impercettibilmente rallentato il tempo, ho “tirato indietro” anch’io, e tutto girava meglio, più naturale.

Un esempio in studio invece è stato con Carla Bozulich e la sua band, per il disco degli OvO “Abisso”. Dopo aver provato il pezzo un paio di volte, in modo inizialmente più rarefatto e statico, cominciava a girare bene, io ed i suoi musicisti abbiamo cominciato a divertirci, a suonare di più, a suonare meglio. Proprio in quel momento lei ci ha fermati. Ha detto “questa cosa che state suonando è già sentita. Possiamo tornare alla tensione di prima?”. Aveva ragione, accidenti. Ci eravamo fatti prendere dalla gioia di suonare, veleggiavamo verso territori comodi, ed avevamo perso di vista l’intensità, quella magia della scoperta reciproca che si ha quando si è in un territorio sconosciuto. Abbiamo ricominciato a suonare rarefatti, come degli animali che si temono, ed è venuto fuori un pezzo da brividi (“Fly Little Demon”). Ti capita di andare ai concerti di band e musicisti che non conosci? Hai conosciuto qualche band o musicista particolarmente interessante, negli ultimi tempi? Ad essere sincero, esco pochissimo. Una volta cercavo, mi interessavo, avevo anche creato un’etichetta per produrre gruppi emergenti. Oggi sento troppo egocentrismo. Non mi va più di alimentare questo. Esistono i social per farsi i selfie, per fare finta di essere qualcuno... Se la musica torna sotto forma “grezza, vera”, allora si che tornerò a vedere gruppi dal vivo. Oggi vedo troppi prodotti. Progetti che nascono con un’estetica perfetta, un piano marketing impeccabile ma spesso senza una storia, senza un’anima musicale vera e propria. Tutto ciò inquina parecchio il panorama musicale e fa che tanti giovani preferiscono oggi guardare X Factor e confondono celebrità, successo (effimero!) e musica. Vado a più concerti possibile, nei limiti del fatto che suono tantissimo io stesso e che ho bisogno a volte di riposarmi e stare con Nathalie. Andare a vedere concerti è ancora il mio modo preferito di passare una serata fuori casa, il mio hobby. E credo che la maggior parte dei musicisti ascolti troppo poco la musica che fanno gli altri. Spessissimo vado a vedere gruppi che non conosco. Recentemente mi hanno impressionato tanto gli Ooopopoiooo e Tegu.

Negli anni hai conosciuto e suonato con tanti musicisti. Ma c’è qualcuno col quale ti piacerebbe particolarmente poter suonare? Un sogno nel cassetto? Ho tanti miti, padri, Dei viventi, si…Avrei voluto avere la possibilità di lavorare con tantissimi nomi e di epoche diverse… Da John Cale a Brian Eno, o ancora Tony Visconti come produttore… (solo per fare alcuni nomi). Bisogna continuare a sognare sempre, ma mi sono anche accorto che una vita sola non basta per realizzare tutti i propri sogni. Spesso rispondo a questa domanda in maniera scherzosa, perché è chiaro che alcuni sogni in questo senso possono sembrare anche un po’ ridicoli. Anche se poi la storia dice che amici e collaboratori come Asso Stefana ed Enrico Gabrielli finiscono a suonare con PJ Harvey, quindi i sogni non sono così impossibili. Io però mi limito a dire che mi piacerebbe collaborare con un grande produttore di musica elettronica o con un grande solista di musica classica, per vedere coi miei occhi come lavorano musicisti di estrazione totalmente diversa dalla mia.


CHIAMATEMI...

MAX

a cura di Max Sannella

“L’intera gamma della pittura, scrittura, musica, film è lì perchè voi la usiate…!”

(W.Burroughs)

MALKOVIC

PHIDGE

BAD DINOSAUR

LIEDE

MALKOVIC

PARIS

BITES

STARE BRAVI

Autoproduzione

Riff Records

Autoproduzione

Costello’s Records

Post rock fino e ben strutturato in questo Ep dei Malkovic, trio dedito a suonare foschie e brume elettriche, e queste tracce (4) tirano l’ascoltatore in terre di American Football, ma sono solo dei pizzicori di rimando quando invece l’intera ossatura del lotto e forte e coesa. Il disco non disdegna anche spiaggiamenti di emo contemporaneo, ma nel giro generale della tracklist l’odore di un “dischetto” non male si fa forte ed elettrizzante, specie quando l’arpeggio di Tre comincia a fluttuare e far salire il tutto a livelli entusiasmanti. Da cercare!

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I bolognesi Phidge escono con un bel disco, Paris, 10 brani diretti e con una radiofonicità inimmaginabile, nebbie inglesi, chitarre limpide, ritmiche educate e un cantato piacevolmente narrativo come da migliore tradizione. Solchi in cui si riversano diversi toni e influenze disparate, un disco multi sfaccettato che inizia e finisce educato e che trasporta l’ascolto in quel triangolo Parigi/Londra con piglio indifferente e con “mestiere”, cosa che a questa band non manca di certo. Travolgente.

Una bella e calda ondata Seventies cola da questo Bites dei bresciani Bad Dinosaur, un pugno di brani, 5, del miglior rock’n’roll a stelle e strisce che una formazione underground possa mettere su solco. Chitarre dai profondi rifferama alcaloidi e una voce vissuta fanno a mille con l’ascoltatore rapito tra ritmi, saguari, America blu e ricordi a manciate intere. Niente di nuovo ci mancherebbe, solamente che la band suona divinamente e il cuore si gonfia di rock. Ottimo

Un pop raffinato, leggermente nebbioso, intimista e rarefatto questo Stare Bravi di Francesco Roccati in arte Liede, la sua è una creatività artistica quasi in punta di piedi, elettricità ed elettronica in un abbraccio intimista perfetto nel suo asse. Nove brani tutti da ingoiare in silenzio e a volume alto per poterne carpire le linee e le profondità, dopodiché il tasto repeat subirà un leggero stress ma il giro di queste canzoni è una piccola manna di cantautorato di quello che vive di sogni reali e di realtà sognanti. Bello!


“Chiamatemi…Max” è la nuova rubrica di recensioni di dischi del panorama indipendente a cura del giornalista e Critico Musicale, Massimo Sannella. Max nella sua vita ha ascoltato milioni di dischi e ha scritto migliaia di recensioni per decine di testate italiane. Vive nella musica e per la musica; la passione per i suoni, i sogni e i segni lasciati dalle opere delle quali scrive, rende le recensioni di Max Sannella un modo unico per ‘impaginare gli sforzi di chi dai sistemi sonori e dalle alchimie delle parole vuol tirar fuori il ritmo vitale dell’anima’. Nel 1965 viene pubblicato un disco dal titolo “Call me Burroughs” ne è l’autore William S. Burroughs, tutti i brani provenivano da letture dei suoi romanzi Naked Lunch, The Soft Machine, Nova Express. I romanzi di Burroughs hanno influenzato generazioni intere di musicisti, scrittori, pittori, registi e quant’altro… hanno influenzato noi. Il parallelo e l’omaggio a Burroughs lo abbiamo trovato nelle parole di un altro grande maestro della Beat Generation : Jack Kerouac «Ci vorrebbe una notte intera a raccontare del vecchio Bull Lee; per ora, diciamo soltanto che era un maestro, e si può affermare che aveva tutti i diritti di insegnare perché aveva passato tutta la sua vita ad imparare». Così Jack Kerouac presenta William Seward Burroughs, nelle pagine di “On the Road” (una pietra miliare della letteratura ‘interplanetaria’)…così noi vogliamo presentare: Max Sannella.

LEGENDA SIMBOLI

ADORE

LOVE

ENJOY

LIKE

DISLIKE

HATE

MANTOVANI

ANGRY PUNX

ELK

AVVOLTOI

SOGNI LUCIDI

L’ERA CANNIBALE

ULTRAFUN SWORD

CONFESSIONI DI UN POVERO IMBECILLE

Duff Records

Costello’s Records

Go Down Record

Chains

Marco Mantovani è un cantautore che credo non ci leveremo da torno tanto facilmente, non per chissa che cosa, ma per la bellezza del suo intendere “cantautorato”, mette in parole e musica quello che sogna, e Sogni lucidi è il segno vero e volante della sua creatività artistica. Nove tracce che si ascoltano come un goccio di Bourbon, che vanno giù e continuano la loro benefica azione di rilassamento, elettricità, poesia ed intimità a spasso nella mente, a spasso dentro il cuore. Disco di razza.

Dalla toscana il ringhio amperico degli Angry Punx formazione adrenalinica con un punk riffato all’inverosimile, e l’Era Cannibale è la loro ultima fatica discografica, un gioco di elettricità che da il fiatone all’ascoltatore e mette in moto flussi di sangue compulsivi. Energia e tatuaggi per una formazione che sa cosa vuole e alza la mira con questo ottimo disco, non un semplice blaterare NO, ma un rivalsa umana e reale a far si che le cose cambino: in poche parole distorsori cuore e anima slegati per una libertà incondizionata e urlata. Ce ne fossero….

Gli Elk ci fanno tuffare in un post rock di eccellente fattura, un nero striato di grigia elettricita che, tra il soave e interiore rilascia ombre e lampi che rimangono in circolo anche dopo che il disco, Ultrafun Sword, finisce la sua corsa meccanica sullo stereo. Otto tracciati multiformi nella loro traiettoria, un lontano Bowie berlinese tra le righe della voce, colori ora sottili ora tumultuosi portano l’ascolto in un mondo a parte, e gli Elk riescono a trasportare l’orecchio nel loro mondo tagliuzzato, tra le loro impastate e belle storie magmatiche. Da possedere.

Un non indifferente cantautorato con punzecchiature progressive vintage, una piccola lezione di parole e suoni settanti anni fanno bella mostra in questo bel disco del quintetto degli Avvoltoi, Confessioni di un povero imbecille, un dieci tracce più due bonus che si fa valere sia per concettualità quanto per la facile fruizione nelle tematiche (intelligentissime) che legano assieme un passato con la contemporaneità. Voce e arrangiamenti che sembrano passati per la gloriosa Decca lasciando un segno duraturo all’ascolto e simpatizzato a josa con il lettore ottico. Bel colpo dall’underground di quello sincero.

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di Vladimir Costabile

ROSSOFISSO CRITICARE – APPREZZARE – RECENSIRE

“Parliamo di musica e balliamo d’architettura”

Mi ritrovo bloccato dalla neve, spia rossa accesa, freddo che entra nelle ossa, ma perchè cazzo sono uscito co’ sto tempo! Freno a mano alzato, due tacche come diceva zio Franco ...e ti saluto neve!!!! Zio Franco era il migliore in Paese a guidare sulla neve con la sua vecchia Panda 850 non lo fermava nessuno. Appena iniziava a nevicare lui era subito a fare il giro delle vecchiette del paese, vedere se avessero latte e pane in casa. Un lavoro non retribuito che la comunità amava. Ci insegnava come si guida sulla neve, il freno a mano su di due tacche, le contro sterzate, il pedale del freno che non va mai premuto. Ai tempi si poteva mettere la nafta agricola che, faceva la fumata nera, ma giravi tutta la notte con tre mila lire. Poi ho lasciato il paese, zio Franco e la sua Panda non so che fine abbiano fatto. In paese c’è sempre qualcuno che fa lavori non retribuiti, ma solo per il bene del paese, quella comunità che ti adotta come figlio, ti rende uomo e ti restituisce al mondo. Se tu sei bravo ad andare via e ritornarci nel momento giusto, il Paese ti restituirà amore. La cosa mistica è il viaggio verso il paese, esci dalla tua casetta perfetta, nella tua città caotica ma perfetta fatta da aperitivi perfetti e un lavoro creativo perfetto, mal-pagato che ancora mi devo inserire ma almeno esco e vado in teatro. Entri in macchina e piano piano ti lasci alle spalle il cemento, ritorna il verde, i rumori cambiano, l’ossigeno inizia ha darti una leggera euforia, incroci macchine senza tempo, Panda, 127. Andatevi a farvi fottere, voi e il vostro cemento, noi di paese sappiamo come camminare anche sulla neve! Voi cittadini dovreste imparare a finire la benzina e ricominciare a respirare! Zio Franco non percepiva un soldo per il suo lavoro, lavorava per il bene del Paese. Anni dopo ho scoperto che faceva il taglialegna, con il suo silenzio da asceta andava in montagna e per ogni albero tagliato ne piantava 10. La montagna oggi ha uno squarcio ben visibile dalla città… Zio Franco è in pensione e la nafta agricola costa troppo. Anche oggi, faccio benzina domani...

ANDREA PIERMATTEI Ogni parola suona

BACIANO LE MANI Cardio tonic

ARGO Ep

La Corriera Produzioni

Alka record label

IRMA records

Andrea Piermattei è un cantauVOTO: tore incastonato nella scuola dei giovani talenti italiani. La scuola è quella “romana” dedita al pop/folk. La strada percorsa è facile e ben assestata e Andrea si muove agile, scrive bene e suona in maniera chiara e senza distrazioni. Un lavoro non super originale ma con il suo perchè artistico. In attesa del brano che possa far emergere le sue doti di scrittura, ascoltiamo piacevolmente questo disco da cui è stato tratto un EP nella collana “Mi sento Indie”.

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Ascolto leggero e divertente quello di Cardio VOTO: Tonic, Il lavoro è ben confezionato, la cura dei suoni in linea con l’aria irriverente e facilona del disco. Un lavoro frizzante ed estivo, la scrittura è pungente e si rifà alla scuola del non sense degli Elii o dei Kutso. Consigliato per i pomeriggi di riposo. Le premesse mi lasciano presaggire un ottimo live.

ESPANA CIRCO ESTE Scienze della Maleducazione

Ottimo esorGarrincha dischi dio discografico quello degli Argo VOTO: Non si sopravviVOTO: che arrivano con ve alla Patchanun EP fresco, ka! radiofonico e assolutamente non Direi anche meno male, per noi banale. nostalgici un disco del genere reSuoni che strizzano l’occhio all’e- gala sempre forti emozioni. lettronica ma con un’ottima base Lo sprint che la band provoca nei post rock. ricordi e nell’animo è enorme. Ci Il quartetto marchigiano scrive regala sempre la speranza che bene e arrangia il lavoro alla gran- Manu Chao arrivi con i radio bemde. ba in classifica e che i Gogol BorAspettiamo il disco a breve ma- dello facciano un disco nuovo. gari con una produzione artistica/ Gli ECE suonano bene e incarnano tecnica che riesca a valorizzare al in pieno la filosofia della patchanmeglio il loro potenziale. ka o come si definiscono loro tangopunk. Un disco che a me piace molto ma sicuramente il mio parere è di parte.


::: IL DISCO CONSIGLIATO :::

CAPTAIN QUENTIN - We’re turning again In queste pagine spesso ho scritto che il math rock è vivo e vive una nuova stagione underground fatta da giovani talenti. Ma quando cresci, è possibile uscirne vivi? Il disco che vi voglio consigliare è un disco che avrei voluto produrre io. Loro sono i miei amici Captain Quentin e il loro disco si chiama “we’re turning again” Un disco epocale per chi ama il gruppo e il genere (nella sua declinazione italiana ovviamente), un disco che segna una maturazione artistica che poche band riescono a raggiungere in poco più di 10 anni di attività. Gestire le forze e le distanze passati i 30 diventa difficile, ma i capitani riescono a regalarci un disco compatto, dal sapore vagamente melanconico, dai suoni perfetti. Un lavoro questo da ascoltare rigorosamente da soli consapevoli di avere in mano una perla rara nata nel profondo sud ma matura per diventare mondiale.

VALENTINA CASESA Orior

MOTTA La fine dei vent’anni

Almendra Music

Woodworm / Audioglobe

Fare un disco di solo piano e fare VOTO: i conti con i mostri sacri (commerciali sicuramente a sempre mostri) non è facile. Tenere alto il livello di attenzione in un disco del genere non è facile. Valentina riesce bene ma si contiene troppo nella realizzazione della scrittura. Bisogna osare in un lavoro come questo e far capire che la tecnica pianistica cammina di pari passo all’estetica musicale. Presupposti ottimi.

Qualcosa sta cambiando, i miei VOTO: ascolti difficilmente mi spingono a seguire le mode e difficilmente ascolto un lavoro di cui si parla molto senza preconcetti. Motta invece scrive canzoni che mi hanno attraversato. Non solo per essermi riconosciuto in alcune di esse ma per l’aria che mi ha fatto respirare. Emotivamente mi ha sconbussolato, lo ha fatto senza chiedermi il permesso e mi ha lasciato letteralmente senza parole. Il sistema ha capito che aveva bisogno di linfa vitale e come nel 97 con l’effetto mescal il mercato cambiò e virò verso l’alternative, gente come Motta ha il diritto di avere più di quello che gli diamo. Faccio ammenda e mi complimento. Uno dei dischi italiani più belli del momento

VUOI INVIARE IL TUO DISCO DA RECENSIRE a “ROSSO FISSO” ? Invia il tuo disco in streaming o in altro modo da concordare via email a: rossofisso.muzikult@gmail.com

LORENZO SENNI Persona

LNDFK Lust Blue

Warp Lab

Feelin’ Music

Parli di Warp Rec e immediatamente salgono VOTO: in testa dei suoni che spaziano dallo sperimentale al glitch. Lorenzo Senni pubblica un disco che incarna la filosofia Warp in pieno. un disco che non ha drum machine ma ha un senso del ritmo unico nelle uscite del genere. Questo è un lavoro che mi riempie di orgoglio, un lavoro italiano prodotto da un’etichetta estera. Le aspettative per questo producer sono alte anzi altissime!

Voce delicata e groove costruiti in maniera VOTO: eccelsa. Sperimentazioni Hip Hop degne di nota per quest’artista a cavallo tra la tunisia e napoli. Il meltin’pot che ne esce è tipico dell’incrocio delle culture arabe e napoletane. Groove Funk Nu soul convivono in maniera gentile e stilosa. Un EP di sole 4 track che però sicuramente faranno parlare ancora di questa giovane artista.

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VICTOR SOLARIS nome d’arte di Vittorio Di Menno Di Bucchianico, 67 anni, musicista professionista fin dalla giovane età. Da circa venti anni dedica gran parte della propria esistenza al sociale, per la soluzione del noto caos legislativo che mortifica il comparto degli artisti dello spettacolo. Nel 2012 ha fondato SOS MUSICISTI, associazione nazionale di categoria unica nel suo genere, il cui nome dice tutto. E’ autore del MANIFESTO DEI MUSICISTI, in evidenza sul sito www.sosmusicisti.it e di se ama ripetere: “sono un musicista fortunato: sono un pensionato Enpals… Dio esiste!”.

victor.solaris@alice.it

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La Rubrica di Muzi Kult che si occupa, grazie ad esperti e operatori del mondo della musica e della cultura, dei risvolti tecnici, burocratici e del lavoro nel campo della musica.


LEGGE SULLA MUSICA? VERBA VOLANT !!! Su Facebook, il maggiore “social media” del momento, si accendono, incessanti quanto fervide, le discussioni sulla necessità di una LEGGE PER LA MUSICA. Poi, nell’arco di poche ore “gli amici” si defilano e i post, a volte fittissimi di commenti, finiscono nel dimenticatoio. Spesso si formano addirittura “gruppi” specifici sull’argomento e tanti arrivano persino a scambiare i gruppi stessi per associazioni sindacali! Anche questi gruppi, sistematicamente, dopo qualche giorno si bloccano e potrebbero tranquillamente essere chiusi, ma la procedura è complessa … e chi ha aperto il gruppo non sa come si fa (ah! Mr. Zuckerberg)! … Accade quindi che il “gruppo” rimanga abbandonato, … con le date del primo e ultimo post a rivelarne l’esistenza effimera come quella delle farfalle. In verità, il problema del comparto della musica è enorme, serissimo e meritevole di ben altra attenzione che gli sfoghi su Facebook. Ma purtroppo in noi musicisti (spiace dirlo) manca quel minimo di conoscenza per valutare correttamente e avanzare proposte sostenibili, e soprattutto per capire quanto sia fondamentale unirsi “sotto una unica bandiera” per ottenere risultati.

E’ inimmaginabile, il sindacato dei musicisti classici, dei jazzisti, di quelli del liscio, ecc.

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Ma andiamo con ordine. Personalmente in una legge sulla musica non ci credo più. La situazione è così incancrenita (specie sotto gli aspetti burocratici) che, a fronte di governi che durano non più di tre anni, una legge quadro non avrebbe il tempo di arrivare a compimento. … Seguo le vicende da oltre vent’anni. Abbiate fede. Sono anni infatti che, come SOS MUSICISTI, propongo mirate pur piccole riforme delle leggi che già ci sono? Per di più, posto che lo Stato, in questi momenti di crisi non potrebbe di certo permettersi di aprire la borsa per il nostro settore, è anche una questione economica. Le defiscalizzazioni non hanno costi.

COSA FARE QUINDI? Tra le oltre duecentomila leggi del nostro ordinamento legislativo, occorre cercare quelle cui appigliarsi e farle modificare! Eccone una!

A evitare improvvisi attacchi di orticaria, le enunciazioni legislative “per esteso” sono state messe a fondo pagina; vediamo prima e in parole povere cosa dice questo “sottocomma m”, che in origine era stato scritto solo per lo sport amatoriale. La norma prevede una area no-tax fino a 7.500 euro, sia ai fini fiscali che previdenziali, per tutte le figure dello sport amatoriale e per alcune dello spettacolo. L’area no-tax si riferisce in particolare agli allenatori, agli sportivo stessi a persino al personale addetto alla contabilità. Poi, in una successiva modifica del 2006, nella stessa norma furono ricomprese anche alcune figure artistiche che nulla hanno a che vedere con lo sport: i collaboratori tecnici e i direttori artistici di bande musicali, corali e filodrammatiche. Stendiamo un velo pietoso sulla confusione generata negli ultimi anni dalla modifica del 2006. Cosa s’intende per “collaboratori tecnici”? … Mah! … E concentriamoci su quello che serve a noi. Ebbene, per quanto riguarda i problemi delle scuole di musica, delle orchestre e del “live” in genere, sarebbe sufficiente inter-

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venire con mirate ulteriori modifiche e soprattutto estendendo la norma anche al settore non amatoriale. La motivazione c’è a tutto tondo. Si tratta di un comparto dal profilo altamente sociale e culturale, dove spesso si opera, come si diceva sopra, ai limiti del volontariato. Quindi, suggerisco di stralciare dalla lettera “m” la parte riguardante lo Spettacolo (riportandola allo Sport, come era in origine) e di creare una specifica norma “m-bis”, dove ricomprendere nell’area no-tax gli insegnanti notoriamente sottoccupati delle scuole di musica, i musicisti che operano in orchestre precarie della classica, nelle big band del settore jazz, nel live in genere e, in qualche modo, gli artisti di altri settori di spettacolo quali la danza e il teatro. Si tratta in massima parte di soggetti che, non potendo pagare tasse e contributi … in assenza di controlli, semplicemente … “non pagano”! Ecco perché non ci sarebbero costi per lo Stato! Siamo di fronte, come detto all’inizio, a una sorta di sommerso tollerato, che però priva la categoria di uno degli elementi fondamentali del vivere civile: la dignità!

Ci sono anche dei buoni motivi per pretendere che, allorché nella fascia no-tax si trovino ad operare degli artisti professionisti senza altra occupazione, i contributi previdenziali siano riconosciuti a titolo gratuito. Utopia? No, affatto! I fondi ci sono. Vale la pena di ricordare che nel 2012 l’Enpals (fatto unico nella storia della previdenza pubblica) confluì nell’INPS con un avanzo (tesoretto) di ben due miliardi di euro. E l’avanzo è aumentato di anno in anno. A tutt’oggi, sono stati superati abbondantemente i quattro miliardi. Sono soldi della categoria e devono essere utilizzati per la categoria!

ENUNCIAZIONE DELLA NORMA STRALCIATA DALLO SPORT E RIFORMULATA m-bis) le indennità di trasferta, i rimborsi forfettari di spesa, i premi e i compensi erogati ai direttori musicali ed ai musicisti, ai coristi e agli attori, nell’ambito della costituzione di cori, bande musicali, orchestre di qualsiasi genere musicale e filodrammatiche che perseguono finalità amatoriali o culturali e quelli erogati nell’ambito della educazione artistica dell’infanzia e della gioventù, in spettacoli DAL VIVO in esercizi pubblici fino ad una capienza di (… duecento ?) posti in presenza di almeno tre musicisti, o in eventi con capienza di pubblico superiore, se in presenza di formazioni artistiche di almeno (… sette ?) elementi. nota 1. L’area no-tax di 7.500, è descritto nel successivo art. 69, comma 2 del TUIR nota 2. Laddove nella riformulazione ci sono i punti interrogativi, ovviamente, occorre perfezionare con dei numeri equi da stabilire in apposito Tavolo di confronto con le istituzioni.

LA PRECEDENTE ENUNCIAZIONE m) le indennità di trasferta, i rimborsi forfettari di spesa, i premi e i compensi erogati ai direttori artistici ed ai collaboratori


tecnici per prestazioni di natura non professionale da parte di cori, bande musicali e filodrammatiche che perseguono finalità dilettantistiche o amatoriali, e quelli erogati nell’esercizio diretto di attività sportive dilettantistiche dal CONI, dalle Federazioni sportive nazionali, dal l’Unione nazionale per l’incremento delle razze equine (UNIRE), dagli enti di promozione sportiva e da qualunque organismo, comunque denominato, che persegua finalità sportive dilettantistiche e che da essi sia riconosciuto (omissis).

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© GHIBLI


IN CUCINA CON…

MOLLA

Molla è un ragazzo di 33 anni che ha lasciato tutto per fare musica, un ragazzo con una folta barba rossa che 365 giorni all’anno suona, canta, compone, scrive, stona, salta e lavora per la musica. Molla è un musicista che tra l’amicizia e l’amore sceglie l’amore, è un bambino che gioca con i suoi mille strumenti, è una persona che se deve sognare lo fa alla grande senza sconti.


di Molla

Greatest Eats

Per questo numero abbiamo coinvolto ai “fornelli musicali” di Greatest Eats… Molla.!

IN CUCINA CON… MOLLA

Pappardelle ‘Svuota Frigo’ alla MOLLA Ingredienti • Mezza Cipolla Bianca (se non si piange non funziona) • 2 zucchine (belle verdi verdi prese dal frigo fredde) • 1 vaschetta di pancetta • Olio EVO quanto basta • 6 Pomodorini ciliegino (anche 8 non succede nulla) • Pan Grattato quanto basta

Motivazione della scelta La famosa ricetta ‘Pappardelle Svuota Frigo’ nasce dal bisogno di terminare le ultime cose che un ragazzo ha nel frigo per poi convincersi di andare a fare la spesa il giorno dopo. In Puglia la cucina viene prima di tutto anche del calcio (Forse!) e quindi non mi permetterai mai di proporre una tipica ricetta barese, mi limito a mangiarle con gusto. Vi propongo pappardelle con zucchine, pancetta, pomodorini e pangrattato.

• 250gr di pappardelle

in cuffia “Lucio Battisti – Ancora Tu” https://www.youtube.com/watch?v=qe2-gdYLjdo


Preparazione • In una padella soffriggere mezza cipolla tagliata a dadini in olio Evo • Aggiungere pancetta • Dopo qualche minuto aggiungere le zucchine tagliate a cubetti • Quando le zucchine sono quasi pronte aggiungere 6/8 pomodorini ciliegino • “Buttare” le pappardelle nell’acqua bollente precedentemente salata • “Scolare” la pasta e amalgamare molto bene a fuoco basso con il condimento • Aggiungere pan grattato e viaaaaa…!

in cuffia “Nicola Arigliano – Colpevole”

“Daniele Silvestri – Le Cose che Abbiamo in comune”

“Neri per Caso – Le Ragazze”

https://www.youtube.com/watch?v=yb-TeK_BEdM

https://www.youtube.com/watch?v=CGdKLPTW0KI

https://www.youtube.com/watch?v=fLs2uiLkaxM

...Ora possiamo mangiare A casa con tanti amici, tv spenta, musica a palla

in cuffia “Ghemon – Adesso sono Qui” https://www.youtube.com/watch?v=G2fkmiTzYHo

“Neffa – Molto Calmo” https://www.youtube.com/watch?v=bp5oAy482ZQ

Vini consigliati • Negroamaro bello rosso


SPECIALE 16

LE MAFIE 28 Muzi Kult


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I VINCITORI Dopo un lungo percorso iniziato a Settembre 2016 e le finali svolte a Cosenza il 16 e 17 Dicembre, all’interno della “5 Giorni di Musica contro le mafie“, che hanno dato ai partecipanti il modo di poter vivere momenti importanti di condivisione, abbiamo finalmente i nomi dei “2 VINCITORI” del Premio “Musica contro le mafie” 7^ Edizione. I brani sono stati scelti tenendo conto del numero di voti della giuria Responsabile in sala (valore 70%) e dei voti degli Studenti in platea, che hanno espresso le loro preferenze attraverso WhatsApp (30%) . Tutti gli iscritti avrebbero meritato di vincere un premio per la capacità di condensare in un brano musicale messaggi profondi e musica di qualità, per cantare e suonare desideri di giustizia, per scuotere dall’indifferenza dall’apatia e dalla rassegnazione. Mettersi insieme e condividere per costruire legalità, per costruire più partecipazione, per favorire forme di protagonismo come

attenzione agli altri, per dare una mano a far capire a tante persone che è importante spendere ‘NON la VITA per L’io ma L’io per la VITA’. Anche quest’anno è stato difficile per i giurati di tutte le fasi scegliere tra i finalisti, tutti con brani di grande spessore, sensibilità e impegno concreto nella loro attività musicale. I Vincitori ed i 2 artisti che hanno ricevuto le due menzioni speciali saranno premiati e si esibiranno l’8 febbraio 2017 presso la Casa del Jazz di Roma in una speciale giornata con Don Luigi Ciotti; i due Vincitori si esibiranno anche il 7 Febbraio 2017 a Casa Sanremo presso il Palafiori della città ligure. I nomi dei vincitori e le motivazioni dei premi assegnati agli Artisti :

MUJURA – “A Crapa” :

“Una canzone forte, dura e aspra, una discesa dentro il “reale” della calabresità, senza filtri, senza “interpretazioni”. Linguaggio che richiama immagini che sottolineano il racconto di una terra arcaica, di rituali scuri, natura selvaggia. È la percezione che Mujura ha della sua della sua terra in un riuscitissimo tentativo di calarsi e far calare l’ascoltatore dentro essa per guardarla così com’è. Una linea musicale innovativa che racconta le contraddizioni di una terra preda d’abbandono, deturpazione, malavita, lentezza e isolamento in un mondo veloce e globalizzato. La ndrangheta è una struttura complessa, un insieme variegato di elementi che si rinviano e si intrecciano: un “fatto sociale totale”, che tutto contagia, inquina e contamina. Una sorta di catastrofe che devasta l’Italia intera e non solo. Raccontare il male significa sforzarsi di capire quanto di quel male ci appartiene. “Alla ‘ndrangheta bisogna dire no. Bisogna voltargli le spalle e combattere questo male prendendone dolorosa coscienza e trasformando la sofferenza in volontà di fare. Fare qualcosa per vivere nella legalità”.


MOLLA – “La Notte Sopra il mare”

“Far coincidere il parere di giuria Responsabile e Studenti è già di per se un merito che va premiato. Ne “La Notte sopra il mare” il problema dell’immigrazione è visto attraverso gli occhi e il cuore di una donna innamorata che resta “a casa” mentre il suo amore è costretto ad affrontare un’avventura piena di incognite su “una barca sporca di sale”. “Se c’è un domani lo affronto, non mi interessa vado fino in fondo – cammino su un filo, trattengo il respiro, ad ogni dolore riparto da zero”… Amore e Resilienza come leve del riscatto sociale. La società multietnica è una realtà di tutti i paesi sviluppati, ma in Italia il fenomeno migratorio è oggetto di semplificazioni, misure demagogiche e impraticabili, cinici giochi di potere. Solo da noi una vicenda umana che riguarda il destino di migliaia di persone pare scivolare in una china di inciviltà e disumanità. E’ solo insieme alle persone straniere che possiamo pensare di avere un futuro, una nuova ricchezza culturale e un nuovo sviluppo economico. Le organizzazioni criminali nel Mediterraneo hanno fatto piu’ vittime che le guerre di mafia. Basta ai venditori di illusioni, chiediamo speranza e concretezza a gran voce.”

Quest’anno su segnalazione del “Club Tenco” è stata assegnata una ‘Menzione Speciale’ a:

FEDERICO SIRIANNI – ‘Ascoltami o Signore’

“Canzone d’autore e contenuti importanti. Una preghiera scomoda per suscitare dubbi, per invitarci a guardare nelle nostre contraddizioni e ad assumerci le nostre responsabilità. Una preghiera per gli ultimi e contro le disuguaglianze. Don Milani diceva che non c’è nulla di più ingiusto che dividere parti eguali tra persone diseguali; servono politiche di redistribuzione del reddito, che assegnino le risorse tenendo conto dei reali bisogni della gente, così da ridurre le disuguaglianze. Una preghiera che ci ricorda, inoltre, le parole di Don Ciotti: «Voglio saldare terra e cielo, con il Vangelo e la Costituzione Italiana»”

L’Associazione “Musica contro le mafie” ha assegnato una ‘Menzione Speciale’ a:

MUD – ‘Metti che un giorno ti svegli (Tu da che parte stai?)’

“Oggi sappiamo scegliere da quale parte stare?…e sappiamo essere coerenti con la nostra scelta? É questo quello che si chiede e ci chiede Mud nella sua canzone. La legalità, la responsabilità sono scelte; scegliere significa valutare consapevolmente da che parte stare. Dobbiamo acquisire la capacità di distinguere, per non confondere; di essere capaci non solo di trovare informazioni, ma di cercare sempre, andando in profondità. Dobbiamo conoscere per diventare più responsabili. E’ la cultura che sveglia le coscienze. Non possiamo essere cittadini a intermittenza, che si commuovono di fronte alle tragedie, ma che poi non si muovono. “Tu da che parte stai ? … forse allora sarà già tardi, è meglio alzarsi ora!”


I Premi Speciali “Musica contro le mafie” assegnati dai Partner :

Targa SIAE Società Italiana Autori ed Editori (Giovani Autori) (Borsa di Studio)

Premio assegnato da ICompany (Direttamente tra gli 80 finalisti di “1MNext” + Partecipazione eventi circuito IEvent)

Premio assegnato da ACEP, UNEMIA, L’ASSOCIAZIONE (Borsa di Produzione)

Premio assegnato da CASA MEMORIA FELICIA e PEPPINO IMPASTATO (Esibizione, Partecipazione e Ospitalità a Cinisi-PA 39° Anniversario Assassinio Mafioso Peppino Impastato )

Premio Testo in Con-Testo (Pubblicazione e distribuzione singolo attraverso Mkrecords)

Premio assegnato da MUZI KULT

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Premio assegnato da MK LIVE (Partecipazione a Festival/Evento della rete MKLIVE )

Premi assegnati da On Mag Promotion

L’organizzazione e il coordinamento di “Musica contro le mafie”, vi invitano a restare collegati con le pagine social e con il sito. Per proposte e adesioni alle date del Tour di “Musica contro le mafie” con stand, proiezioni del documentario, presentazioni, artisti aderenti e quant’altro scriveteci alle nostre email. Per il Premio Musica contro le mafie 8^ Edizione vi diamo appuntamento a presto con tantissime novità e cambiamenti che saranno annunciati nei prossimi appuntamenti e premiazioni. “Musica contro le mafie è un progetto che nasce con l’intento di unire sotto la bandiera della legalità le voci di tanti artisti italiani. Gli artisti diventano testimoni di un messaggio di impegno e consapevolezza, di riflessione e invito alla “cittadinanza attiva”. La Musica, il più popolare e universale dei linguaggi, per veicolare messaggi profondi, per cantare e suonare desideri di giustizia, per scuotere dall’indifferenza dall’apatia e dalla rassegnazione. Musica contro le mafie è un contesto di cui tutti possono essere autori; un’associazione che grazie all’impegno degli artisti coinvolti dà sostegno ed è, a sua volta, sostenuta da Libera (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie).”

(coordinamento Musica contro le mafie)

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LE PREMIAZIONI

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Si conclude la lunga maratona del Premio “Musica contro le mafie” 7^ Edizione con la premiazione dei vincitori in un evento speciale promosso da Libera e dall’Associazione Musica contro le mafie. Da sette anni il Premio assegna dei riconoscimenti ad artisti che coniugano la musica con l’impegno sociale. L’8 Febbraio 2017 alle ore 11:00 l’Associazione Musica contro le mafie premierà i vincitori della 7^ edizione del Premio con la presenza di don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Un momento per ricordare che la musica può essere uno strumento efficace per la diffusione di messaggi profondi, per cantare e suonare desideri di giustizia, per scuotere dall’indifferenza, dall’apatia e dalla rassegnazione. Dalle ore 11:00 (a.m), presso la Casa del Jazz in via di Porta Ardeatina, 55, saranno premiati il cantautore calabrese “Mujura” per il brano “a’ Crapa” e il polistrumentista barese “Molla” per “La Notte sopra il mare”. Il matinee avrà come ospite Piotta uno degli artisti da sempre vicini a “Musica contro le mafie”, che premierà uno dei vincitori. La conduzione sarà affidata alla speaker Antonella De Cesare. Insieme ai due vincitori si esibiranno e saranno premiati con 2 menzioni speciali: una assegnata dal Club Tenco a Federico Sirianni per il suo brano “Ascoltami o Signore” e l’altra dall’Associazione Musica contro le mafie a Mud per “Metti che un giorno ti svegli. (Tu da che parte stai ?)”. Insieme ai partner e agli artisti saranno presenti delegazioni di scuole della città. I due vincitori saranno reduci dall’esibizione di “Casa Sanremo” presso il Palafiori della città ligure del 7 Febbraio 2017, nella quale condivideranno i contenuti delle loro opere in uno tra i più importanti momenti dedicati alla canzone italiana. Il Premio “Musica contro le mafie 7^Ed.” è stato ideato, diretto e organizzato dall’ Associazione “Musica contro le mafie”, rientra tra gli eventi promossi e finanziati da Avviso Cultura 2016 della Regione Calabria, e sponsorizzato da MkRecords, SIAE, Acep, Unemia, L’Associazione, BCC Mediocrati, Banca Etica sotto l’egida di Libera (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie), con la partnership di Casa Sanremo, I-company, Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, Club Tenco, Muzi Kult, Gruppo Eventi, Narcomafie, Michele Affidato.

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Sono passate poche ore dalla conclusione della “5 giorni di Musica contro le mafie” e non riesco ancora a sviluppare interamente il rullino delle sensazioni, delle emozioni, delle immagini, dei suoni, delle parole, degli scambi, delle riflessioni, delle risate, dei momenti di condivisione pubblica e di quelli ancor più profondi della condivisione degli “abbracci”. Ho stampati nella mente volti, sorrisi, parole e cerco di farli coincidere con momenti, sensazioni ed emozioni. Un esercizio complesso che cerco di fare da ieri notte, quando per mettere un punto (anzi un punto e virgola) abbiamo deciso di attendere il giorno seguente facendo quattro salti “senza pinzier” in una commercialissima discoteca. Per riuscire a razionalizzare e mettere in chiaro le cose a volte ho bisogno di dedicarmi ad attività frivole, forse totalmente in contrasto con il mio modo di essere. Nella mattinata ho deciso di fare anche un tuffo in un centro commerciale e come al solito, nonostante gli sforzi ho ceduto alla tentazione di dare un occhio in libreria, non guarirò mai fino in fondo. Comunque, sempre per la strampalata teoria di cui vi parlavo cercavo copertine e titoli che potessero aiutarmi a staccare. Ha attirato la mia attenzione un libro con una foto in bianco e nero e un nome “Vince Lombardi”, il nome non mi era nuovo ma non sapevo benissimo chi fosse, ho sfogliato e incredibilmente mi si è messa a fuoco davanti agli occhi una frase in mezzo a migliaia di altre parole: “i risultati di un’organizzazione sono i risultati dello sforzo combinato di ciascun individuo” e ho pensato in un attimo alle note musicali che compongono un accordo, combinazione di suoni differenti che crea l’armonia. I tasti di questo pianoforte avevano le nostre facce ed erano di colori e sfumature differenti. Quest’anno quando si è deciso di utilizzare come “slogan” del premio la frase “Il Noi vince” non avrei mai immaginato che avesse avuto la capacità di influenzare gli eventi così tanto. Stamattina, la sveglia, dopo le danze sulle note di “maracaibo”, non è stata semplice ma avevo una cosa importante da fare: accompagnare Antonella De Cesare - Speaker in stazione, lei è stata una nota con un suono molto forte, deciso, sicuro, netto; in 5 giorni siamo passati dall’imbarazzo di un rapporto di conoscenza a distanza e di un rapporto social alla realtà della condivisione quotidiana, fino allo scambio legale di farmaci per curarci dagli acciacchi di una delle settimane più fredde degli ultimi anni. Un freddo che però i cuori pulsanti di tutti noi non hanno sentito, il nostro corpo un po di più ad esser sinceri. Antonella con la sua professionalità, cura, garbo, competenza, ascolto è stata ancor di più di quello che io ero certo avrebbe potuto dare. Penso di avere una nuova amica con la quale cercherò di condividere tanti e tanti altri pezzi di percorso…se lei vorrà. Tasto doppio di questa 5 Giorni, che di solito ringrazio sempre alla fine, ma stavolta no…è mio fratello Marco, è stato puntuale come mai, pronto, competente, avanti; ché dire… un vero professionista ma non solo, un cuore pulsante appassionato e accordato Dario Brunori e con un bpm sincronizzato.

Gennaro de Rosa

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Mentre scrivo penso a tutti voi e ho la sensazione che avrò da scrivere tutta la notte perchè non vorrei tralasciare nessuno e l’ordine con il quale mi ricorderò di tutti sarà solo casuale e affidato ai miei neuroni stanchi e raffreddati.

Marco Verteramo e Antonella De Cesare

Cataldo Perri

Il 13 mattina mi sembra lontanissimo e invece sono davvero solo pochissimi giorni. Nella cittadella della Regione Calabria, quella che deve essere la nostra casa, abbiamo dato inizio a questa avventura. Ringrazio Dario Brunori e penso che se, alle porte dell’uscita del suo nuovo singolo, ha deciso di accettare il nostro invito sprizzo felicità da tutti i pori per la fiducia, l’affetto e la stima che ci ha tributato. Dario è un artista riconosciuto che non ha bisogno del mio rimarcare, ma soprattuto è un accordo tanto complesso quanto naturale; un accordo importante di quelli che quando li ascolti ti fanno vibrare…poi lui è anche e soprattutto “bello e affascinante” e questo è il motivo principale che ci porta a coinvolgerlo..e lui lo sa (ehehehe). Per qualche ora, nel viaggio tra Cosenza e Catanzaro e per un po di orette in aeroporto ho avuto la possibilità di sintonizzare i battiti con quelli di Michele Gagliardo, responsabile nazionale Formazione di Libera . Quando ti trovi a intrecciare note con un “compositore di vite” come lui che ha fatto della modestia, dell’umiltà e del lavoro costante e instancabile il tema principale della sua esistenza capisci che il motivo per il quale vorrai continuare a stare con loro è proprio questo, insieme ad altri compositori irreprensibili e instancabili come Giuseppe Parente che da lontano ha contribuito costantemente a questa opera. Quel martedì, poi, ho pensato di condividere la fortuna che abbiamo di conoscere Cataldo Perri, la sua sensibilità, il suo essere “artista totale” con tutti. La sua storia di musicista, scrittore, poeta e soprattutto quella di uomo d’amore che ha scelto i suoni e le pulsazioni della sua terra come pentagramma della sua composizione. La giornata l’abbiamo conclusa con un musicista con la M maiuscola come quella di Musica sul nostro logo, Massimo Garritano, che usa i plettri con la mano sinistra e quando suona si sente che il cuore batte a pochi centimetri.

Massimo Garritano

Conferenza Stampa Presentazione

Michele Gagliardo

Antonella De Cesare e Edoardo Stefano

Ri-Scatti (Mostra Fotografica)

Le ragazze dello Staff

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Il 14 è stato un giorno di sorprese, quelle che ti bagnano gli occhi e senti il groppone in gola e ti ricordi che se fai tutto questo è anche perchè hai voglia di emozionarti e i bambini delle scuole primarie accostati ad artisti come Giulia Rubenni di Ghibli creative Room e Monia Balsamello, ti fanno scoprire che il bambino dentro di te è più presente che mai e spesso ti guida attraverso l’istinto. Se chiudo gli occhi sento ancora cantare “Sophia, Sophia…” e vedo l’immagine di un direttore d’orchestra lucido e matto allo stesso tempo che ha la capacità incredibile di tirar fuori dai bambini riflessioni che stenti a credere di averle sentite nel momento stesso in cui le ascolti. Andrea Lucisano, con la sua compagna Evelyn Egner, è un artista, un filosofo, ma anche un bambino come quelli con i quali interagisce, perchè i piccoli lo sanno che “gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre costretti a spiegar loro le cose”. Poi ci sono adulti che decidono di impiegare la loro vita al servizio della collettività, con la politica, perchè in fondo ci sono quelli che ancora oggi conoscono il valore alto della parola “politica” e gli amici di Avviso Pubblico lo sanno bene e grazie a Maria Antonietta Sacco, con quel sorriso coinvolgente e quella luce negli occhi che ti cattura, saranno al nostro fianco in questa nuova avventura editoriale che abbiamo presentato nonostante in quel momento la mia voce avesse deciso di fare un passo indietro. Maurizio aka Dinastia poi ci ha fatto ricordare “chi gliel’ha fatto fare” a far parte di questo Noi condividendo la sua musica e la sua esperienza. I Mr.Peach nel momento di relax che ci prendevamo la sera ci hanno ricordato che il soul è “l’anima” e la bellissima voce di Mattia Tenuta ne è lo specchio.

Giulia Rubenni (Ghibli Creative Room)

Andrea Luccisano

Le ragazze dello Staff

Street Art School

Dinastia

Mr. Peach

La Volpe Sophia

Auditorium Guarasci

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Giovanni Impastato

Salvo Ruvolo

Maurizio Capone

La mattina del 15 eravamo tutti consapevoli che saremmo entrati nel vivo della “5 Giorni”, e quella mattina è iniziata molto presto, fuori era buio e faceva freddissimo, ho sbrinato i vetri ghiacciati della macchina e dall’hotel Excelsior di Cosenza sono partito verso Rende, direzione Hotel San Francesco. Mi aspettava Giovanni, poterlo chiamare per nome e aver avuto l’opportunità di invitarlo e passare con lui un po di giorni è stata un esperienza che ha dell’incredibile. Giovanni è Giovanni Impastato, quello che per far uscire fuori la verità sull’assassinio di suo fratello Peppino Impastato ha impiegato la sua vita, 40 anni di militanza a servizio della verità e della giustizia, per dare un nome e un volto agli assassini di quel ragazzo che non voleva rassegnarsi all’idea che le cose “vanno così, funzionano così”…perchè non è vero e voleva urlarlo, suonarlo, cantarlo, scriverlo. Un ragazzo che era come tutti Noi… e che in questi giorni negli occhi dei ragazzi era ancora vivo, perchè non ce l’hanno fatta e non ce la faranno mai a levarci l’anima. Salvo Ruvolo vive tra Cinisi e Terrasini, due luoghi simbolo della vita di Peppino, è il presidente dell’Associazione “Musica e Cultura” che ha preso il nome dal circolo fondato da Peppino tanti anni fa. Io amo ascoltarlo parlare, è competente, attento, amante della musica come pochi, conoscitore e ascoltatore di spessore, sa parlare ai ragazzi e farsi ascoltare e poi con la sua fine ironia, battutista di livello e raccontatore impareggiabile ci ha catturati tutti. Marcello Ravveduto lo conoscevo come professore universitario, guida e riferimento importante per noi di Musica contro le mafie, ma in questi giorni ho scoperto un “matto” come noi e questa cosa ha completato in me un quadro che non dico perfetto solo perchè lui mi direbbe che esagero….ma dentro di me so che è così. Giovedì è stato il giorno dell’arrivo di un Amico con la A gigante…una A così grande che non entrerebbe nemmeno in uno di quegli schermi che coprono intere pareti di alcune case; Maurizio Capone quando ero un giovane aspirante percussionista lo ascoltavo e lo vedevo come un alieno, da percussionista cresciuto e in giro per l’Italia a suonare continuavo ad ascoltarlo e pensare che fosse comunque un alieno…oggi ho la fortuna di incontrarlo spesso, di fare delle cose belle con lui di godere della sua arte molto spesso, della sua lucidità. Maurizio ha la capacità di dire la cosa giusta al momento giusto, di essere saggio e allo stesso tempo “fanciullino”, di spiegarti una cosa complicata con un esempio facile facile, di mettere d’accordo tutti grazie alla sua capacità di avere un punto di vista diverso, di giocare e nobilitare una vecchia scopa, di trasformare un battiscopa in una marimba, un bidone in una tammorra…forse anche una zucca in una carrozza, devo provare a chiederglielo. Maurizio è un alieno del pianeta Capone & BungtBangt che mi da la possibilità di sentirmi suo amico e imparare da lui tante cose…quando è andato via le ragazze dello staff continuavano a cantare “Si te ne Vaje” è stata una specie di colonna sonora delle nostre ultime giornate…perchè quando Maurizio se ne va te ne accorgi…è tutto un po più vuoto. Insieme a Maurizio ho ritorvato un vecchio amico come Nuccio Barillà di Legambiente Onlus, ci eravamo conosciuti su un palco un po di anni fa: io suonavo, lui portava avanti battaglie, come continua a fare oggi come allora, senza esitazione…ci siamo scambiati delle magliette come fanno i calciatori, anche se le nostre magliette per quanto diverse avevano i colori della stessa squadra. A Sera, in quella che era diventata casa nostra “il Caffè Telesio” c’era un mio amico di vecchia data, uno con il quale ho condiviso tante cose, tanti giochi, tante cose serie, tante cose belle, fatte con entusiasmo, tanti viaggi…risate a crepapelle…e non potevo non condividere anche questo momento con Alessandro Castriota.

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Nuccio Barillà e Gennaro de Rosa

Marta Perrotta

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Marcello Ravveduto

Skanderbeg duo


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La mattina di venerdì 16 ero emozionato come ogni anno, iniziavano le finali del premio che portiamo avanti da tanti anni e quest’anno sarebbe stato più bello di sempre, su un palco bellissimo, in un contesto ancora più incantevole e con due veri e propri mattatori della conduzione. Kiave lo conosco da un bel po di anni ormai, lo stimo tanto, condivido il suo modo di vedere le cose, ammiro la capacità che ha di dirle, la potenza della sua voce, il legame fortissimo con la sua terra, la sua città, la sua gente…se fossi stato un rapper Mirko sarebbe stato il mio punto di riferimento e avrei fatto di tutto per far parte della sua crew. Ha le cose che mi piacciono, cuore, rabbia, passione, competenza, consapevolezza, umiltà e tanto altro… Con Musica contro le mafie cerchiamo da sempre di mettere insieme “note” che possano tutte insieme essere la chiave del cambiamento, quindi avere con noi uno con un nome come il suo non può che essere una forza pazzesca in più. Taiyo Yamanouchi aka HYST lo conoscevo da telespettatore, lo ricordo come conduttore di una trasmissione di rai 3 “Tintoria”, poi lo scopri come attore e come rapper… da questi giorni come fine pensatore, comunicatore di spessore, compagnone di risate e momenti di riflessione… un supporto importantissimo per il futuro di Musica contro le mafie che ci piacerebbe avere ancora vicino in tantissimi ruoli e nei nostri progetti con i ragazzi. Alessandro Angrisano negli ultimi anni è diventato un amico e un sostenitore di prima linea del percorso e dell’evoluzione di Musica contro le mafie, in questi giorni ha messo a disposzione dei giovani la sua competenza in tema di diritto d’autore applicato ai new media e ai social network, è stato protagonista di un bellissimo incontro insieme ad un altro esplosivo esperto di social network e strategie digitali come Luigi Zanardeschi Vite. Alle 18 dello stesso giorno avremmo dovuto parlare del Lavoro del musicista con Massimo Bonelli che per motivi indipendenti dal suo volere non è potuto essere dei nostri, sono certo però che continuerà ad esserlo perchè la sua storia ha un comune denominatore che è quello della passione sfrenata, quella che fa raggiungere risultati importanti, come piace a noi. Nel 2012 ho conosciuto Mad Simon, da un po posso dire di essere suo amico, lo stimo come artista e per le sue scelte, e mi fido di lui. Grazie a lui ho conosciuto Kento, un rapper con una storia resistente pregna di impegno. Alla sera abbiamo bevuto insieme a tanti amici ascoltando la musica di un dj storico del circuito cittadino e non solo…Robert-eno. Per le “altre arti” l’incontro con Armandino Kalipé Di Lorenzo e i suoi Riscatti è stato importante, insieme ad un artista sensibile e impegnato scopri una bella persona con la quale proseguire il cammino…e poi uno che era raffreddato come me mi faceva sentire meno solo. Grazie a Brò crew e Street Art School Cosenza e Amaele Serino per aver realizzato un murales dedicato a Radio Aut e quindi alla diffusione di “buone idee”.

Kiave e Hyst

Maurizio Capone, Kiave e Hyst

22esimo Quartiere

Jimmy Ingrassia

Mud

Mujura

Kento

Robert-eno

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Il Palco della Finale

Kento, Kiave e Hyst

Sancto Ianne

Sabato abbiamo vissuto una seconda finale con la stessa emozione della prima con amici importanti in giuria in sala, il giornalista, scrittore, critico musicale Gianluca Veltri, con il quale spesso ho l’onore di poter scambiare piacevoli chiacchierate dalle quali prendo spunti di riflessione per costruire ogni giorno cose nuove. Il giorno finale è arrivato e insieme a lui due persone alle quali voglio molto bene, gliene voglio da quando li ho conosciuti, mi piacciono e a me quando piace una persona si vede, non sono capace di nascondere e forse neanche ci provo… loro sono Daniela Serra e Vincenzo Russolillo, con loro mi piace chiacchierare per ore di qualunque cosa, mi piace ascoltare i loro consigli, le loro idee, osservare il loro lavoro, raccogliere perle e farle diventare un principio da seguire…io sono un tipo fumantino ma un giorno in un incontro Daniela disse una cosa sul self control e sulla modalità e l’atteggiamento nella gestione di un evento. Da quel momento non ho pensato ad altro che ad aver un occasione di metterlo in pratica, e ci ho provato in questa 5 giorni e funziona, tanto… Ho un fratello da un po di anni, uno dei pochi che è una costante dal mio periodo da musicista ad oggi, quando ci siamo conosciuti eravamo persone diverse da quelle che siamo oggi…ci siamo scambiati e siamo cambiati tanto, abbiamo condiviso tante tappe dei nostri percorsi, della nostra musica, della nostra espressione, delle nostre visioni… lui oggi è uno stimatissimo sound designer, costruisce ambienti musicali nei quali ti catapulta, coinvolgendo tutti i sensi…perche la musica non si ascolta soltanto, ma si tocca, si respira, si assapora e si vede…e lui lo sa e lo sa bene e chi lo ascolta lo scopre… lui è Imago - Gianfranco De Franco…e l’idea che lui è una costante nella mia vita mi fa stare più bene. L’Aftershow lo abbiamo passato insieme alla musica di un amico e un dj di un certo spessore: Dj Kerò sulla sua musica abbiamo fatto i primi salti insieme a tanti ragazzi. Alla sera è arrivato il momento conclusivo e di condivisione con 3 artisti che abbiamo cercato e voluto per quello che sono e rappresentano, EMAN era stato già nostro ospite qualche anno fa, avevo apprezzato la sua bravura, i suo contenuti e la sua umanità…stamattina ci siamo visti davanti all’hotel e abbiamo parlato di Sole e di quanto è importante per noi che sia presente nella nostra vita e nelle nostre giornate. Il sole è simbolo di vita, illumina e scalda…proprio come ha fatto lui, Emanuele, con il pubblico del Morelli. Ghemon ha portato sul palco di Musica contro le mafie la sua vita, i suoi racconti, i suoi amori, i suoi incontri importanti…abbiamo cenato insieme ed era completamente vestito di bianco…il Bianco esprime speranza per il futuro, fiducia nel prossimo e nel mondo in genere…e non potevamo scegliere immagine e artista migliore per dare inizio alla serata finale della “5 Giorni”. Il finale era affidato a Fabrizio Moro, con lui ci eravamo incontrati qualche anno fa a Reggio Emilia in occasione di un concerto per ricordare Don Gallo, parlammo di tante cose nel suo furgone, del caso Cucchi che lo aveva portato a scrivere “fermi con le mani”, delle nostre differenti calabresità. Ieri sera ho ritrovato quella persona sensisbile, accorata, affettuosa, palpitante…e pronta a quell’abbraccio produttore di ossitocina, il famoso ormone dell’amore. “La bocca per parlare le orecchie ascoltano...Non solo musica non solo musica…Gli uomini passano e passa una canzone…Ma nessuno potrà fermare mai la convinzione che la giustizia no... non è solo un’illusione”.

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Molla

Cicciuzzi

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Fabrizio Moro


Ma… i tasti di questo grande piano, che è la “5 giorni di Musica contro le mafie”, sono tanti ancora…e molto importanti, tanto quanto quelli che ho ricordato finora. Mi rendo conto che questo scritto è un “papiello” ma Noi siamo un “papiello” ma chiaro e comprensibile…però ! Grazie ai partner SIAE, Mk Records, ACEP, Unemia, L’Associazione, Banca Etica, BCC Mediocrati, Club Tenco - Premio Tenco, Casa Sanremo Official, Michele Affidato Orafo, iCompany, Consorzio Gruppo Eventi, Mk Live, Narcomafie, Avviso Pubblico, Legambiente Onlus… Voglio ringraziare per prima Anna Infante che ci sta accompagnando in questo viaggio nei meandri dei linguaggi della pubblica amministrazione e non solo, il suo garbo, la sua dolcezza, il suo tatto, la competenza e la responsabilità, lei è un po Mrs Wolf… quella che risolve problemi e non te ne fa nemmeno accorgere che c’è stato il problema, perchè ti ha fatto andare già oltre quando lo scopri. Grazie anche a Raffaella Santoro, esperienza, professionalità e pragmatismo applicati ad un lavoro complicato come quello del giornalista e dell’ufficio stampa. Ancor più complicato se devi condividerlo con un rompiscatole come me…e Anna più di chiunque altro ne sa qualcosa ! Grazie….. al dottore Capone e Luigi de Rosa che mi hanno presentato e guidato in giro per le scuole della città facendosi portatori del nostro messaggio con colleghi, dirigenti, insegnanti…e ci hanno dato la possibilità di vivere questi momenti con più di due migliaia di studenti. A Gaspare Prete che ogni volta ci fa essere orgogliosi di avere dei tecnici che ci invidiano in tutt’Italia, io mi sento sicuro solo se ci sono loro…e loro ci sono…e so che andrà tutto bene. A Gaetano Bonofiglio e Max Prete che sono stati capaci di trasformare in realtà i miei schizzi visionari…rendendo il palco migliaia di volte più bello di quello che avessi mai potuto immaginare. A Salvatore Greco che da anni traduce in immagini righe e righe di miei scritti, sempre con professionalità e puntualità rare. Roberto Gentili con il quale ho conidiviso un lungo periodo di preparazione e graficizzazione di deliri… un artista garbato, paziente e creativo. Agli amici di Libera Cosenza, Edoardo, Marta, Emanuela, Giuseppe, Giuseppe Lo Gatto…per il sostegno, i consigli e il supporto. A Sabrina…forse è proprio vero che se le ferite non sono già cicatrici si rimarginano con un abbraccio, ma facciamolo ancora. A Erika Liuzzi, una conoscenza recente, che si sta trasformando in quello che mi auguro possa diventare un rapporto solido di collaborazione. Acuta, presente, efficace… con la risposta sempre pronta come piace me e con la soluzione per ogni problema…. perchè lei lo sa che c’è sempre un “piano b”. A Miriam Caruso, con la quale abbiamo in comune altri progetti che porta avanti con entusiasmo, umiltà, competenza, studio, approfondimento…e che in questa occasione ha mostrato il suo lato appassionato e votato ad una causa comune. A Giovanna Mulè e Gabriella…che sono due matte amanti della musica e dell’impegno civile, due Educatrici vere, due amiche dei loro ragazzi, due guide…sono partite con 16 studenti da Latina a far parte del Noi per 3 giorni, il prossimo anno dovranno essere loro il nostro primo ospite. A Cristian Romeo e Fabrizio Cariati che ci hanno dato e ci daranno sostegno con espe-

Chop Chop Band

Vincenzo Russolillo e Daniela Serra

Gianfranco De Franco

Il Palco del Concerto Finale

Fabrizio Moro

Eman

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rienza, capacità e professionalità, quella che li rende risaputamente tra i promoter più stimati della nostra regione. Giovanni De Marco e Peppe Pascale, una delle cose migliori di questa “5 giorni”, in un solo incontro ci siamo capiti…non mi era mai capitato in un contesto come quello di Musica contro le mafie di non dover aggiustare il tiro, fare una correzione, un appunto, dare un suggerimento…nulla. Sapevate cosa fare e lo facevate prima che io lo pensassi, avete reso realtà, ampliandola, una idea. Siete stati il nostro volto social con il tatto necessario, il giusto linguaggio come se foste da sempre al nostro fianco…e vorremmo che fosse così davvero. A Sara Grassini, una persona alla quale affiderei anche le mie cose più care. Affidabilità, generosità, dolcezza insieme a fermezza, pugno e rigore quando richiesto. A lei ho affidato 5 pezzi di cuore…quelle che in questi giorni erano riconosciute come le “ragazze dello staff”, ma che sono 5 tasti dalle sfumature accesissime, fortissime, sonorissime, armoniosissime… il cartone animato Anna Forte, un furetto schizzatissimo e pieno di energia, pronta a combattere al fianco delle sue “sorelle” qualsiasi sia la causa; la dolcezza di Noemi Garasto ho visto il suo sorriso e gli occhi pieni di luce quando gli parlai della possibilità di vivere questa esperienza, ho visto il suo broncio e gli occhi lucidi quando questa possibilità sembrava potesse sfumare e poi la felicità e un sorriso a 165 denti nei corridoi del teatro Morelli; Alessia Candia un vulcano inarrestabile, una molla, una “teppista” dalla lunga chioma rossa, imperscrutabile…ci siamo conosciuti mesi fa con uno scontro e ci siamo salutati poche ore fa con un abbraccione forte forte….già ci manchiamo; Serena Fiorentino, un caleidoscopio di emozioni, sentimenti e comportamenti, apparentemente anaffettiva e imbronciata, testarda e matta da legare. Paracula quanto basta a volte anche di più; una corazza di 20 centimetri di spessore a protezione di un cuore gigante, faccia da muro e timida al tempo stesso, eccentrica e aperta a tutti gli input dell’esterno. Curiosa e assetata, amante della musica, del cinema e delle cose di qualità. Una spugna con due fari abbaglianti al posto degli occhi e una furbetta capace di eludere anche la sicurezza di un concerto come quello di ieri; e infine …il “capo”… (alias Ale Presta) Io la chiamo così. Sicura, adulta, maggiorenne…fatevi sotto sembra dirvi quando vi guarda in faccia… una esplosione di creatività e di perle di saggezza popolare; occhio realista da “i vestiti nuovi dell’imperatore”. Lei è stata la miccia che ha fatto scoccare la bomba…ha fatto in modo che lei e le sue compagne potessero vivere con noi questa “5 giorni”. Dura e spietata se lo ritiene necessario ma al tempo stesso sensibile e fragile. Non ci perdiamo mai ci siamo detti… io non ci penso affatto perchè siete voi il motore e le autiste di questa macchina, io solo un passeggero pro tempore. Infine Marianna Chiarelli, la compagna che ho sognato per una vita, fianco a fianco nelle difficoltà e nelle cose belle, pronta a sostenermi nei momenti complicati, comprensiva e pronta a capire cose che questa avventura si porta con se che non tutte comprenderebbero …se Musica contro le mafie c’è è anche perchè ci sei tu.

Ghemon

Il Pubblico del Concerto

Fabrizio Moro

Con un pianoforte così davanti, con tutti questi tasti e questi colori ti accorgi che se vuoi davvero che tutto funzioni per bene devi scegliere di essere il tasto piccolino, quello li giù in fondo quello più nuovo di tutta la tastiera che serve solo per completare, perchè un orchestra così…ha solo un direttore che si chiama CUORE. Ora…una musichina dell’infanzia mi gira per la mente…e fa : “…Finisce così, questa favola breve se ne va. Ma aspettate e un’altra ne avrete: C’ era una volta il cantastorie dirà e un altra favola comincerà…” …Noi siamo già al lavoro venite a dare il vostro contributo…!! Gennaro de Rosa Coord.e direttore Artistico “ Musica contro le mafie “

Dj Kerò


IO SOSTENGO

MUSICA CONTRO LE MAFIE Continuano le Adesioni di Nuovi Artisti al Progetto “Musica contro le mafie” Qui alcuni degli artisti che fino ad oggi abbiamo incontrato sul nostro cammino, amici che fanno già parte del gruppo di artisti di “Musica contro le mafie” e altri nuovi amici. Se vuoi conoscere tutti gli artisti di “Musica contro le mafie” clicca su : www.musicacontrolemafie.it

Levante

Roy Paci

Daniele Sanzone

Fiorella Mannoia

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BIONIC VISIONS

Promo Artists I Bionic Visions sono una band nata nel 2016, formata da due Cyborg: Erik Borg K1.0 ed Alex Borg P2.0. Il loro genere musicale è l’elettronica, con varie contaminazioni che vanno dall’elettronica pura a quella più danzereccia. Hanno accettato la sfida di proporre testi in italiano. Cosa assai rara per il genere. Nei loro testi svariano dalla parte umana e sentimentale, fino alla loro parte robotica ed esasperata, parlando del loro mondo ambientato in un futuro non troppo lontano (2048), ma così diverso da quello in cui viviamo, a causa di un’apocalisse che causerà l’estinzione del genere umano.

Ascolta “Demo” di BIONIC VISIONS su youtube:

https://www.youtube.com/watch?v=aBXhOeM1XuM

BIONIC VISIONS on Facebook: https://www.facebook.com/bionicvisions

Il Sito di ENRICO “KNOB” TAVERNINI: http://www.knoblandia.com

SYNTHETIC SYNDROME Il loro album di debutto è Synthetic Syndrome, a breve sia su cd che in digitale. Ma hanno anche una doppia uscita con l’album doppio, a tiratura limitata e reperibile solamente su cd, denominato The Final Destination. Le contaminzaioni musicali sono molteplici, con brani che variano da atmosfere alla Jarre, fino a ritmiche in stile Kraftwerk, passando da ritmiche Morodiane e Depeche Mode. Brani strumentali, cantati ed alcune cover, tra le quali Smalltown Boy, famosa Hit degli anni 80.

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MOTELNOIRE

Promo Artists MotelNoire nasce dall’incontro di Domenico “Nik» Castaldi (chitarrista), Christian “Kris» Del Giudice (cantante) ed Enrico “Enrik” Tantussi (percussionista/batterista) nel 1999 nelle periferie di Milano. In quegli anni la musica era tutto per i MotelNoire e le colaborazioni furono numerose e molte le esperienze. A distanza di anni, impiegati nel mondo del professionismo, completano la formazione con Danilo Di Lorenzo (tastiere/programmazione), Eugenio Ventimiglia (batterista), Tony Corizia (bassista) e decidono di racchiudere tutto il loro passato in un sogno presente, attraversandolo in questo album che porta il nome di On Tv. Una vibrazione che si esprime attraverso l’Anima. I MotelNoire oggi hanno un solo obiettivo. Vivere un sogno.

Ascolta “On Tv” di MOTELNOIRE su Spotify: https://play.spotify.com/album/41hggJbv3KttIKv6Hv0XuK

Guarda il videoclip “Welcome to my Life” di MOTELNOIRE su Yotube: https://www.youtube.com/watch?v=3PrUlibea8s

MOTELNOIRE on Facebook:

https://www.facebook.com/motelnoire

ON TV Una miscela di puro rock italiano distribuito su 13 tracce inedite per l’album d’esordio della band milanese MotelNoire. “On TV” è uscito lo scorso 30 Settembre 2016 in tutti negozi di dischi per Sony Music Entertainment. Un album dai temi attuali che riprende le sonorità del grande rock italiano, completandole con un’aura noir, che ricorda una stanza abbandonata di un motel sperduto. L’album di inediti è frutto di un’intensa attività divisa tra produzione artistica e concerti, dividendo il palco con artisti di fama internazionale quali Lacuna Coil, Rezophonic, Modena City Ramblers e molti altri ed è impreziosito da collaborazioni internazionali come Gary Wallis e Alex Meadows, Nathan East ma anche nazionali come Federico Zampaglione.

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ELISABETTA GUIDO

Promo Artists Elisabetta Guido è una cantante, pianista ed autrice. E’ anche direttrice di un noto coro gospel (A.M.Family) ed autrice di colonne sonore. Ha al suo attivo numerose collaborazioni in vari ambiti musicali, da R. Arbore, R. Cocciante, R. Zero, P. Belli ed altri per i quali ha collaborato come vocalist di accompagnamento per le Produzioni di Rai 1 «Grandi Eventi», a notissimi artisti dell’ambito jazz, come J. Girotto, R. Ottaviano, F. Bosso, A. Tavolazzi, P. Di Sabatino ed altri. E’ stata anche «Artista del mese» di «Muzi Kult» con un precedente suo lavoro discografico.

Guarda il videoclip “Funkattivo” di ELISABETTA GUIDO su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=m9p7vPstQEs

Ascolta il singolo “Funkattivo” di ELISABETTA GUIDO su Soundcloud: https://soundcloud.com/elisabetta-guido/funkattivo-e-guido

ELISABETTA GUIDO on Facebook: https://www.facebook.com/elisabettaguidovoce

FUNKATTIVO Il nuovo videoclip di Elisabetta si intitola «Funkattivo»ed è tratto da un suo brano contenuto nel suo cd «The good storyteller» (Dodicilune Records), che racconta storie di donne. In particolare «Funkattivo» tratta l’amore di una ragazza per un narcisista sadico manipolatore. La regista del video è Agnese Correra, che ne è anche coproduttrice con A. Baccassino di Abac Digital Studio. La giovane donna è interpretata da Flavia Mancinelli, il narcisista da Damiano Perrons. Io interpreto la coscienza adulta di questa ragazza, che la fa ribellare all’aguzzino. Un tema scottante, che, a poco più di 1 mese dall’uscita, è valso al video più di 70.000 visualizzazioni su Facebook ed oltre 10.000 su Youtube. Suonano nel brano R. Ottaviano, D. Tarso, S. Rielli e F. Pennetta.

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GIANLUCA DI BONITO

Promo Artists Cantautore di matrice rock nato a Pozzuoli in provincia di Napoli nel 1973. Il primo approccio con la musica avviene in giovane età, in quel periodo la scena rock-metal è fonte di ispirazione. «La chitarra diventa una spada» (cit.).Verso la fine degli anni ‘90 si fa forte il desiderio di creare canzoni di proprio pugno ma è solo nel 2008 che inizia un nuovo percorso, una strada che porta diritto verso il cantautorato. Dal 2009 a oggi vengono pubblicati i seguenti album: Inganni Piaceri e Storie Sospese (2009/2014 - triplo album),THE gULP! Live @ Goodfellas (2013), Una Storia Da Inventare (2014), dibonito_g Edit 2015 (2015) e D-vErSi (e.p. 2016).

Ascolta il singolo “D-vErSi” di GIANLUCA DI BONITO su youtube: https://www.youtube.com/watch?v=G5r71HDAuGw

GIANLUCA DI BONITO on Facebook:

https://www.facebook.com/gianlucadibonitomusica

D-VERSI D-vErSi ha vari significati, dal senso stretto della parola fino a un livello più profondo. Diverso mi sento io rispetto a qualche anno fa, diversi sono i generi musicali racchiuso in questo E.P.., D-vErSi è anche un gioco di parole, dove D sta per Di Bonito e VERSI sono i miei pensieri...

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MKLIVECONCERTI

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L’ARTISTA DEL MESE Guarda il videoclip “Simona e Milano” di GIANLUCA CORRAO su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=K-gbZx4s4O0

Guarda il videoclip “Simona e Milano” di GIANLUCA CORRAO sul sito di TGCOM24: http://www.tgcom24.mediaset.it/televisione/mia-cellini-dopo-il-gf13-protagonista-nel-video-di-simona-e-milano-_3050565-201702a.shtml

Acquista il singolo “Simona e Milano” di GIANLUCA CORRAO su Itunes: https://itunes.apple.com/it/album/simona-e-milano/id1176085395?i=1176085610

Ascolta il singolo “Simona e Milano” di GIANLUCA CORRAO su Spotify: https://open.spotify.com/artist/2cTyHj4LUGjnqjARlQJ374

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GIANLUCA 52 Muzi CORRAO Kult Official Site: http://www.gianlucacorrao.com

GIANLUCA CORRAO

Ancora spazio in ogni numero per gli artisti Indipendenti…. Un nuovo interessantissimo artista selezionato dalla redazione di «Muzi Kult» tra decine di proposte. Conosceremo la sua musica, l’attività che ha in ‘highlights’ in questo momento, e scambieremo con lei due chiacchiere. Come sempre, vi daremo la possibilità di conoscere da vicino realtà emergenti ed emerse, alternative e interessanti del panorama indipendente italiano e del suo vastissimo ‘undergound’ fatto di musica di qualità.


L’ARTISTA DEL MESE “Tratto argomenti scomodi dall’amore per i propri figli, ai saldi rapporti d’amicizia fino alle canzoni a sfondo sociale.”

(GIANLUCA CORRAO)

DUE CHIACCHIERE CON GIANLUCA CORRAO E’ da poco finito il 2016, qual’è il bilancio di questo anno appena trascorso e cosa ti aspetti dal 2017? Sono molto felice perché il 2016 è andato alla grande con il singolo “Amanti d’Estate” uscito ad aprile scorso. Il brano mi ha dato tante soddisfazioni ottenendo degli ottimi risultati sia livello di pubblico che di critica, con un ampissimo air-play radiofonico. Per il 2017 sono già molto contento perché con il nuovo singolo “Simona e Milano”, uscito a fine novembre, stiamo avendo ottimi risultati con il brano ai vertici delle classifiche dei brani più trasmessi dalle radio. Ottimi consensi anche dal pubblico che lo sta apprezzando e condividendo tantissimo Qual’è il sogno nel cassetto di Gianluca Corrao? Il mio sogno è quello di avere, un giorno, l’opportunità di partecipare al festival di Sanremo che credo sia una vetrina molto importante per tutti gli artisti italiani. Altro desiderio che coltivo da sempre è quello di continuare a suonare e fare concerti.

Gianluca Corrao artista emergente di Genova, ha sempre avuto la passione fin da ragazzo, dopo una lunga gavetta pubblica il suo primo singolo “Desy” con la collaborazione della Maia records. A dicembre 2012 pubblica il singolo “La verità” che è anche il nome dell’album. Nel 2013 inizia la collaborazione con Giulio Iozzi autore di spessore e con lui collabora ad un singolo per l’estate 2013. Il singolo è “Fermiamoci” e vede alla regia Daniele Ciampi. Il video ottiene gran riscontro ottenendo tantissime visualizzazioni in pochissimo tempo. Gianluca fa la conoscenza di Lorenzo Malvezzi e inizia a lavorare ad un progetto con lui, un album di 10 brani. Esce a natale 2013 “Come una stella”, Il singolo che lancia l’album è “Cosa sarà” subito in classifica rockol e in rotazione su tantissime radio italiane. A settembre 2014 con la pubblicazione del videoclip “il resto non è niente” (regia di Piero Passatore) girato a Torino l’artista totalizza più di 730.000 visualizzazioni in un anno. Nel 2015 esce il suo terzo disco “#TRE” distribuito da SELF e prodotto dalla Smilax Publishing. E’ nel 2016 che pubblica il suo nuovo singolo “Amanti d’estate” che è entra subito in claissifica Radio Airplay degli indipendenti nei primi 15. A giugno dello stesso anno viene girato il videoclip con la partecipazione di Laura del Gf9 che lo porta in anteprima su Tgcom Mediaset. Da pochissimi mesi è stato pubblicato “Simona e Milano” (con la collaborazione di Francesco Mignogna e Giovanni Germanelli) già tra i primi posti della classifica Airplay dei brani più trasmessi e entra anche in classifica iTunes. A Gennaio viene pubblicato il videoclip con la presenza di Mia Cellini del Gf13 e il video è ancora una volta anteprima Tgcom. In poche ore il video fa più di 40.000 visualizzazioni. Nell’autunno di quest’anno è prevista l’uscita del suo 4° disco.

“SIMONA E MILANO” In radio dal 28 Novembre con il nuovo singolo “Simona e Milano”, disponibile su iTunes. Il brano, scritto da Francesco Mignogna e Giovanni Germanelli, che farà parte del suo nuovo album che uscirà in autunno 2017, tratta argomenti forti. E’ la storia di una ragazza madre che per vivere è costretta a fare qualsiasi tipo di lavoro, anche prostituirsi; sogna di fuggire e portare sua figlia via con sé. La canzone è accompagnata da un videoclip girato tra Milano e Livorno, uscito a Gennaio per la regia di Simone Gazzola, già autore del video “Amanti d’estate” (anteprima TGCOM). Gianluca Corrao, dopo il grande successo del singolo “Amanti d’estate” si piazza ai primi posti delle classifiche radio airplay. Continua ad avere consensi di critica e pubblico “#TRE”, il suo terzo disco distribuito da Self e prodotto dalla Smilax Publishing.. Undici brani che trattano argomenti scomodi dall’amore per i propri figli, ai saldi rapporti d’amicizia fino alle canzoni a sfondo sociale.

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MK

Oltre 600 i singoli diffusi da «MEET’n’RADIO» in un anno. E’ un servizio di Delivery di Singoli alle Radio del Circuito attraverso una eterogenea Compilation. On Mag Promotion realizza ogni mese una compilation digitale selezionando proposte provenienti da tutto il mondo indipendente. La Compilation digitale viene inviata a tutte le Radio e web-Radio legate al Circuito radiofonico «Meet’n’Radio» rinsaldato e rafforzato dal lavoro dell’uff. Stampa, ideatore delle iniziative di promozione «Meet’n’Radio» e «Meet’n’TV» . Oltre 400 le Radio e oltre 500 le Web-Radio che ricevono la Compilation Digitale di «Meet’n’Radio» ogni mese. Tantissime le Radio che continuano a trasmettere le nostre proposte e che hanno portato e continuano a portare gli artisti da noi promossi in tante delle classifiche radiofoniche indipendenti. I brani continuano ad arrivare anche all’estero: Argentina, Germania, Stati Uniti, Perù, Uk, Mexico, Colombia, Uruguay, Paraguay, grazie alla collaborazione delle radio vicine al circuito Meet’n’Radio e di On Mag Promotion.
 Oltre a tutto ciò, è già di per se esclusivo essere selezionati fra i Brani del Mese.

www.onmagpromotion.com/meet.html

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1. PEPPA MARRITI BAND – AJERET (A.Conte/P.Murano/Castrovillari) – Mkrecords - Ed. Emmekappa 2. CHOP CHOP BAND – LIBERERA’ (Guaglione/de Leo) – Fridge Records/Goodfellas - Ed. GoodFellas (Musica contro le mafie 7^ Ed.) 3. 22ESIMO QUARTIERE – LIBERTA’ (D.Battaglia/N.Chiara/N.Faranda) – ZM Records (Musica contro le mafie 7^ Ed.) 4. ELENA SANCHI – GOODBYE (E.Sanchi) – Autoprodotto (MartePress) 5. MOTELNOIRE ft. Federico Zampaglione – STREET OF ANGELS (D.Castaldi/E.Tantussi) - Sony Music Entertainment (MartePress) 6. ELISABETTA GUIDO – FUNKATTIVO (E.Guido) - Koinè – Dodicilune Records 7. GARCINO – IT’S A SLOW FOOD TALK! (N.Garassino/R.Bella) – Autoprodotto 8. MAVERIK – LA PARTE MIGLIORE (R.Bettelli) – Autoproduzione 9. IL GRANDE CAPO – IL MARE E’ TROPPO GRANDE (E.D’Alessandro) – Beta Produzioni (MartePress) 10. NICOLA CABOTO – HEY CABOTO (N.Palmari) – BuC8 Records (MartePress) 11. SIXTYNINE – RUGGINE (G.Lettieri) – XXXV (MartePress) 12. CAFEAMARO – DROPLESS (D.Peters/A.Ponzoni) – Autoprodotto (MartePress) 13. MEMA – NON CHIEDO NIENTE (E.Bonanata) - Autoprodotto (MartePress) 14. ELEKTRA NICOTRA – HERMIT (E.Nicotra) – Freecom (MartePress) 15. GOMENA – SUONA UNA SVEGLIA (F.Minoia) – PA74 Music – Ed. Bideri 16. BYE BYE JAPAN – TIME TO DO SOMETHING (M.Amoroso/V.L.Cassarino) – Autoprodotto 17. BIONIC VISIONS – BIONIC VISIONS (E.Tavernini) – Ingra Records – Ed. PA74 Music 18. YLENIA GALLI – PENTIMENTO (C.Bastianelli) - GDE Records – Ed. Gde Edizioni Musicali 19. VALENTINA LIBERTI – CHE BELLA SORPRESA (C.Bastianelli) – GDE Records – Ed. Gde Edizioni Musicali 20. GABRIEL TECCHI (JEYM) - RAGAZZO DA QUARTIERE (G.Tecchi/C.Bastianelli) – GDE Records – Ed. Gde Edizioni Musicali 21. STEFANO FERRO & BAND – IL MERCANTE DI PENSIERI (S.Ferro) - UDU Records - Ed. Davverocomunicazione 22. RAZZI TOTALI – MASTICATI (A.Maule) – IndieBox Music – Ed. Le Parc Music 23. MORHENA – SOLA TRA LE STELLE (M.Burattini/L.Piergiovanni/M.Lizzi) – Interbeat – Ed. Interbeat 24. CAFÈ NOIR – L’INIZIO e LA FINE (A.Carta) – Autoprodotto MEET’n’RADIO - n° 1 (UNO) del 2017 (ANNA MARCHESINI) http://www.onmagpromotion.com/meet_uno17.html

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MEET’N’RADIO

gli artisti scelti dalla redazione ...vi segnaliamo inoltre 4 artisti selezionati dalla redazione tra quelli presenti nella Compilation «n° 1 - UNO del 2017» e «ANNA MARCHESINI»

NICOLA CABOTO Nicola Caboto, nato e cresciuto a Perugia suona la chitarra dall’etá di 11 anni e inizia poco dopo a scrivere canzoni. Tra la fine degli anni 90 e i primi 2000 suona in band attive sia nella sua cittá che fuori (Zonaplayd, Figli di John) sempre impegnandosi come strumentista e soprattutto autore di canzoni. Tra il 2010 e il 2014 Nicola Caboto lascia per 5 anni la sua cittá vivendo per 4 anni a Torino. Dopo anni di inattivitá live, ma di incessante scrittura, nel 2015 decide di incidere le sue ultime composizioni decidendo per la prima volta di interpretarle in prima persona dando vita alla sua opera prima in uscita il 29 novembre. Un groove sorretto da una chitarra elettrica in overdrive semplice e graffiante che ben rappresenta lo spirito dell’album omonimo Hey Caboto uscito il 29 novembre per BuC8 records. Il brano racconta il ritorno a casa di Nicola Caboto da un suo viaggio andato male.

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SIXTYNINE I Sixtynine si formano nel dicembre del 2008 da un’idea di Guido e Roberto e dalla passione in comune per la chitarra e i suoni acustici. Dopo un anno di lavoro decidono, nel 2009, di dare vita al progetto Bananas From Space, una full band con cui esplorano i territori che spaziano dal nu metal all’altern rock. È proprio questa esperienza che formerà il sound dei Sixtynine. Le chitarre acustiche diventano la base di scrittura per un percorso che avrebbe rivelavo una nuova maturità artistica. Prendono vita i primi brani che li porteranno a partecipare a vari live e contest di musica emergente. Nel 2014 esce Disappear, un EP di quattro tracce con testi in inglese, che richiama le atmosfere garage anni ’90. Grazie a questo lavoro i Sixtynine iniziano un tour che li porterà in giro per l’Italia, partecipando anche a diversi festival come Foodstock, Campania ECO Festival e la RIDDA. Il 2015 è l’anno del cambiamento. La formazione si allarga con Domenico alla batteria e Diego al basso. Pur mantenendo uno stile acustico, i Sixtynine hanno l’esigenza di maturare, di trovare un nuovo modo per comunicare la loro esperienza personale. Nascono così i nuovi pezzi, stavolta in italiano che, grazie alla stima e all’amicizia con Johnny Paglioli e Nicodemo (Studio XXXV), trovano sfogo nell’album in uscita Denti.Kult 56 Muzi

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MEET’N’RADIO gli artisti scelti dalla redazione

ELENA SANCHI

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Elena Sanchi cresce tra i vinili del padre, strumenti musicali da collezione, cianfrusaglie da mercatino delle pulci e i libri della madre dalla quale eredita la passione per la scrittura. Si definisce avvocantessa, infatti, parallelamente al percorso artistico, segue gli studi giuridici laureandosi in Giurisprudenza con una tesi sulla tutela dei minori che la porta in Africa come operatrice volontaria. A quel primo viaggio ne susseguirono altri ancora e dal diario di quelle esperienze nasce l’idea di scrivere il suo primo progetto artistico. Il 10 aprile 2015 esce il primo singolo “Amami” che annuncia l’uscita di “Cuore migrante”, il suo primo album, scritto con il compositrice Daniele Di Gregorio (Paolo Conte) e Filippo Fucili. Elena Sanchi viene definita come una cantautrice dall’acuta sensibilità e dalla dolce delicatezza della voce e dell’anima. Un esordio molto apprezzato dalla scena musicale italiana d’autore e candidato alla Targa Tenco 2015 nella sezione “Miglior opera prima”. Nel settembre 2016 termina il lavoro sul primo disco. Da gennaio 2017, la cantautrice riparte con Insolita, una nuova musica interamente dedicata all’amore, interpretando, in chiave tutta femminile, le più belle canzoni d’autore del mondo cantautorale maschile.

MEMA I mema sono un gruppo pop/rock italiano dell’oltrepò pavese. Nascono nel 2013 dall’unione di elena bonanata, andrea scano, maurizio desortes e marco ricotti. Anni di precedenti collaborazioni e una lunga attività live nel nord italia si compiono in un progetto originale, nuovo, dove la musica è al centro, e dove l’amicizia che li lega da sempre si trova a fare da collante. Nel 2015 entrano in studio per realizzare il primo lavoro che prende il nome dal singolo di apertura «il sole non e’ irraggiungibile». Questo ep contenente cinque brani rappresenta il loro esordio discografico.Il 6 febbraio aprono il concerto di paolo belli and big band, in piazza cavalli a piacenza. Nel frattempo realizzano una campagna crowdfunding per sostenere spese di ufficio stampa riuscendo a raggiungere il 115% dell’obiettivo prefissato.il 26 novembre escono con l’omonimo album «Mema». Attualmente sono impegnanti nel #nonchiedonientetour dove avranno l’onore anche di presentare la propria musica anche su palchi insieme a grandi artisti come perturbazione e andrea mirò come opening act.

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TV «Meet’n’TV» nasce, come «Meet’n’Radio (il tuo singolo in tutte le Radio del circuito «Meet’n’Radio») da un’idea dell’Uff. Stampa On Mag Promotion. Meet’n’TV nasce per venire incontro alle esigenze di coloro i quali vogliono veicolare e diffondere le loro opere senza costi onerosi. «Meet» sott’intende l’incontro di una serie di realtà musicali differenti che si ritrovano insieme per approdare «on/in TV». In ogni numero gli artisti di Meet’n’TV avranno un accompagnatore d’eccezione. Per oltre un anno siamo stati in compagnia degli ospiti della storica trasmissione «Il Musichiere» per passare poi ai «pupazzi» più famosi della storia della Tv. Leggendo la parola «Meet’n’TV», noi italiani non possiamo fare a meno di notare l’assonanza con le parole «Miti in TV». Ed è per questo motivo che abbiamo pensato che personaggi, reali e di fantasia, mitici della TV avrebbero fatto da accompagnatori degli artisti. Un Mito della TV che vi farà idealmente da «garante» e vi fa incontrare (Meet) le TV locali Italiane e le web Tv. Tutti gli artisti di «Meet’n’TV» in ogni numero si presenteranno alle TV locali e web Italiane presentati da Mitici personaggi della TV. La Nuova Serie di Meet’n’TV è partita con uno dei «personaggi d’invenzione» o «pupazzi» più rappresentativi della Musica in TV: il «SUPER TELEGATTONE». Proseguita poi con «Musichieretto, Provolino, Four, Five, Uan e ora Pompeo e Carlotta».

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1. PEPPA MARRITI BAND – AJERET regia Arash Rapdour 2. JIMMY INGRASSIA – ALZA LA BANDIERA regia Marco Gallo 3. SANCTO IANNE ft.Shark Emcee – GUARDAME SIENTEME regia Valerio Vestoso 4. ONDANOMALA – SALTA ANITA regia Paola Salerno 5. ELISABETTA GUIDO – FUNKATTIVO regia A.Correra 6. MIRKO COLOMBARI – MAGIKA regia Mirko Colombari, Vanni Francia e Niki Lugli 7. BYE BYE JAPAN – TIME TO DO SOMETHING regia Antonino Venezia 8. MAVERIK – LA PARTE MIGLIORE regia Francesco Biccheri 9. MORHENA – SOLA TRA LE STELLE regia ElleZeta 10. GARCINO – IT’S A SLOW FOOD TALK regia Mauro Colombo 11. CAFE’ NOIR – L’INIZIO E LA FINE regia Giulio Pizzato

MEET’n’TV - n°3 (Tree) Anno III (Mike Bongiorno) http://www.onmagpromotion.com/meettv_tre3anno3.html

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In ogni numero di Muzi Kult, nello spazio di Meet’n’Tv - la prima ed unica Video-Compilation di Musica Indipendente Italiana, diamo uno spazio a due artisti scelti dalla redazione tra quelli inseriti nelle ultime due videocompilation.

JIMMY INGRASSIA “ALZA LA BANDIERA”

https://www.youtube.com/watch?v=22hEGLlTLN0

“ALZA LA BANDIERA”

Jimmy Ingrassia è un cantante siciliano che ha già collezionato diverse importanti esperienze nel settore musicale e televisivo italiano. Ha all’attivo un EP, 4 singoli, ed un album, è stato finalista e vincitore di diversi prestigiosi concorsi canori quali Premio Musicultura, festival internazionale Tour Music Fest , Festival Di Sanremo, Sanremolab, Deejay On Stage, Primo Maggio Di Taranto ecc. ed ha avuto l’onore di cantare in mondovisione per Papa Francesco. Vanta inoltre diverse importanti esperienze televisive quali: The Voice Of Italy, Domenica In, Doreciakgulp, Roxy Bar Di Red Ronnie, Ecc.. Attualmente è in promozione con il suo ultimo album dal Titolo Sotto I Piedi Dei Giganti uscito il 15 ottobre 2016.

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Un brano che parla di giustizia, parità e dignità. Una bandiera bianca segno di resa ma che è al tempo stesso simbolo di una protesta libera da ogni colore politico: “… Ci hanno messo le ali ma strisciamo per terra/ci hanno dato un domani di sogni e speranze che fanno la guerra/Io non voglio restare silenzioso a guardare/brindiamo alla vita, guardiamo alla vita, a che cosa è davvero/Politicanti dai grandi discorsi/la dignità non prevede rimborsi…”. facebook.com/jimmyingrassia


MEET’N’TV i due ARTISTI scelti dalla Redazione

SANCTO IANNE

“GUARDAME SIENTEME” https://www.youtube.com/watch?v=emVAKoBu0jk

“GUARDAME SIENTEME”

La band sannita Sancto Ianne, nel 2017 festeggia venticinque anni di carriera, ha tenuto centinaia di concerti in Italia e all’estero, ha partecipato ai più importanti festival di musica folk italiani, ha vinto diversi premi ed ha all’attivo quattro dischi, tutti prodotti dalla storica etichetta piemontese Folkclub Ethnosuoni. Il loro neo folk d’autore è diventato ormai un vero e proprio marchio di fabbrica, una miscela sonora decisamente originale in cui il ritmo ipnotico della tammurriata campana si fonde con le pulsioni del rock e del blues o con le sonorità arabe, balcaniche e Irish. Il brano “Guardame Sienteme” vede la partecipazione di Fabio Fallarino aka Shark Emcee, giovane rapper dallo stile originale e pungente.

La regia del video, le cui riprese sono state effettuate a Massa di Faicchio, è del beneventano Valerio Vestoso e vede la partecipazione, tra gli altri, del giovane rapper sannita Shark Emcee e dell’attore Riccardo Zinna. Il brano, scritto da Raffaele Tiseo e Ciro Schettino, affronta un tema, purtroppo, di grande attualità, ovvero quello del dramma di chi perde il lavoro e sale su una gru per reclamare la propria dignità e il proprio diritto a vivere.

sanctoianne.com

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HIGHLIGHTS

ARTISTS

In ogni numero, la redazione di Muzi Kult, dedicherà ad artisti del mondo Indipendente Italiano, monografie, pagine dedicate con notizie sulle loro attività, articoli, interviste, recensioni e tanto altro. La sezione “Highlights Artists” mette”Sotto i Riflettori” le attività degli artisti provenienti dal mondo della musica italiana di ogni tipo.

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GHEMON Muzi Kult 65


di Miriam Caruso foto di copertina: Michele Costa foto articolo: Giovanni De Marco

La scena del rap italiano riserva molteplici realtà, alcune delle quali superano le aspettative degli ascoltatori. Abbiamo avuto il piacere di parlare con Gianluca Picariello, in arte Ghemon, che ci ha raccontato un po’ del suo mondo e di come vive l’amore per la musica. Ci ha colpito la sincerità e la passione con cui ci ha parlato dei suoi progetti e del suo rapporto con i fan. Lo ha incontrato la nostra Miriam in occasione del concerto finale della “5 giorni di Musica contro le mafie” di Cosenza del 17 dicembre scorso...

MUZI KULT: Chi è Ghemon? Ghemon: Ghemon è un rapper che canta e un cantante che rappa. MUZI KULT: Dopo due anni di tour e dall’uscita del tuo ultimo album, Orchidee, sei tornato in studio. Ci racconti qualche curiosità sui tuoi nuovi brani? Ghemon: Sono composti da me in prima persona. Se prima collaboravo spesso con altre persone per la composizione, adesso sono io stesso a scrivere le musiche con la mia band. Diciamo che questa è una curiosità rilevante. Poi per il resto continuiamo a mantenere tutto segreto, top secret. MUZI KULT: Quanto è cambiato il tuo sound nel corso degli anni?

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Ghemon: Moltissimo. Ma ciò è solo frutto di un’evoluzione di ciò che erano già le mie basi. Più che cambiato sarebbe meglio definirla evoluzione. La matrice rimane la stessa, si sono aggiunti un po’ di elementi in più, come la musica dal vivo. MUZI KULT: Sui tuoi social hai scritto che sarà un album più suonato. Hai avuto, inoltre, modo di sperimentare le sonorità durante l’ultimo tour. Hai previsto anche qualche nuova collaborazione dopo l’ultima con Neffa? Ghemon: No, per adesso non ho ancora previsto collaborazioni perché il disco è molto intimo. Non ho intenzione di domandare ad altri le cose da dire, almeno per adesso. Visto che siamo ancora nella fase di scrittura, non escludo che possa esserci un’altra voce, magari femminile questa volta.

punto siamo arrivati. MUZI KULT: Hai un legame molto stretto con i fan, soprattutto grazie ai messaggi molto forti che comunichi grazie ai tuoi pezzi. Ci racconti come vivi questo tuo rapporto con loro? Ghemon: I fan per me sono come una piccola famiglia, cerco di trattarli come se fossi uno di loro. Non cerco di stare troppo distaccato, anche se mi piace l’idea che l’artista sia ancora l’artista. Internet rende tutto molto rapido, il contatto ecc. Salta un pochino quel rapporto che c’era una volta, il sognare il tuo artista preferito. Cerco, in ogni caso, di dare informazioni in maniera più personale possibile, non distaccata. Essere uno di loro e coinvolgerli.

MUZI KULT: Ci racconti la tua esperienza sul set di “The Get Down”? Ghemon: Una bella esperienza, sono stato due volte sul set di “The Get Down”, è sempre bello per me andare negli Stati Uniti, soprattutto se si tratta di occasioni di lavoro e non per turismo. E’ molto stimolante, perché si assiste al massimo che possa dare l’industria cinematografica. Un ambiente spettacolare, che dà molta ispirazione. Poi lavorare in America è una cosa fantastica, quindi è stata una bellissima esperienza.

MUZI KULT: Hai partecipato assieme a Danilo Gallinari alla presentazione di ‘NBA 2K17’, rinomato per essere uno dei giochi più realistici sul Basket. Com’è avere un proprio pezzo all’interno di un videogame? Ghemon: Guarda, una figata! Una cosa che sognavo da bambino. Sapere che in giro per il mondo qualcuno sta giocando alla play station con la mia canzone in sottofondo è quanto di più gratificante una persona possa avere facendo questo lavoro. Sapere che la tua musica è andata anche in giro per il mondo e non solo per l’Italia è una cosa bellissima. MUZI KULT: Cosa ne pensi della scena hip hop in Italia? Ghemon: Che è molto variegata, ci sono tante cose diverse ed io auspicavo ad una situazione del genere perché non amo la monotonia. Ci sono tanti ragazzi nuovi che fanno cose interessanti, anche se totalmente distanti dalle mie. Altre magari sono più osannate dai ragazzini però meno interessanti. Le guardo con un occhio più critico, da adulto. Per tutti i ragazzi che fanno musica è il tempo a dare il responso sul loro lavoro, non io, quindi li aspettiamo tra dieci anni e vediamo a che

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MUZI KULT: Parliamo della tua partecipazione a “Musica contro le mafie”. Può la musica essere un veicolo per trasmettere il più possibile ai giovani le informazioni necessarie per poter prendere le distanze da questa realtà che attanaglia soprattutto il sud? Ghemon: Assolutamente si. Lo dico da ragazzo del sud. La musica è uno strumento di informazione, di cultura, di liberazione. Le mafie sussistono anche dove c’è poca volontà di parlare tra i ragazzi, stando all’interno di un sistema e accettandolo. La musica ti aiuta anche un po’ a spezzare le catene, quindi è importantissimo che ci siano manifestazioni come questa. Sono molto contento, sposo la causa al 100% e spero di aver dato il mio contributo. MUZI KULT: Oltre al nuovo album, cosa ci dobbiamo aspettare da Ghemon in futuro? Ghemon: Tutto. L’unica cosa che voglio dalla vita è TUTTO. Qualsiasi cosa mi capiti sotto mano, se sono interessato, la faccio. MUZI KULT: Quando ti vedremo di nuovo suonare sui palchi italiani? Ghemon: Mi vedrete appena esce il disco nuovo, che spero sia già per l’estate.

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di Antonella De Cesare

Taiyo Yamanouchi (Hyst): E’ noto nell’ambito HipHop con lo pseudonimo di HYST e lavora sia come produttore di basi musicali che come Rapper. Se il viso non vi è nuovo (come diceva Totò) sarà perché l’avete visto nei programmi in Tintoria, Sugo, nella fiction Un Medico in Famiglia. Dopo queste esperienze televisive si è dedicato alla musica entrando a far parte del collettivo di artisti HipHop Blue-Nox. Ha all’attivo due album ufficiali, Alto e Mantra, e numerose featurings e partecipazioni. Saltuariamente insegna combattimento freestyle e autodifesa perché non bisogna mai farsi mancare niente! E infatti ha presentato le finali della 7° edizione di Musica Contro le Mafie, tenutesi a Cosenza il 16 e il 17 Dicembre 2016. Essendo stato anche relatore nell’incontro conclusivo “La Musica può fare”, vogliamo approfondire insieme a lui alcuni dei temi protagonisti della manifestazione.

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Quattro Chiacchiere con HYST MUZI KULT: Ciao Hyst. Cominciamo proprio dalla tua recente esperienza di presentatore sul palco di Musica Contro le Mafie. Cose ne pensi di questi progetto? Hyst: E’ un progetto che io sposo in tutte le sue forme da quella dell’esibizione dei musicisti a quella dei piccoli momenti di dibattito e di confronto. Sono convinto, e l’idea fa proprio parte della mia natura artistica, che certi fenomeni sociali, culturali o politici distorti possono essere combattuti mettendo in scena la bellezza di quello che è invece il percorso legale, il percorso alto, usando un buon livello di spettacolarità. E’ stato fondamentale anche rivolgersi ad un pubblico come quello che abbiamo avuto noi, fatto di studenti, ragazzi, che in questa in questa fase sono delle spugne e hanno bisogno che certi concetti e modi di vivere gli vengano suggeriti con il loro linguaggio, con le loro vibrazioni. Devono vedere che queste cose, questi temi si possono vivere con gioia.


MUZI KULT: Tu sei un eclettico e di cose ne fai a milioni, tra queste il rapper. Si sente spesso dire che Rap e Hip Hop siano, ad oggi, adatti strumenti per cambiare le cose. Tu cosa ne pensi? Hyst: Credo che lo siano come lo sono tutte le forme d’arte nel momento in cui vengono fatte da personaggi che hanno questa istanza dentro di loro. Anche la letteratura, il cinema e altre forme di cultura possono essere degli strumenti di cambiamento e di miglioramento. Certo senza nulla togliere a chi predilige temi già leggeri. MUZI KULT: A questo proposito, non sempre gli artisti che fanno Rap o Hip Hop, nonostante la natura storica di genere,scrivono testi di denuncia, formativi o informativi. Perché secondo te? Hyst: Non tutti gli artisti, in tutti i tipi di media e arti, interagiscono con il resto del mondo ponendosi il problema o sentendo la responsabilità dei contenuti della loro comunicazione, e non penso di poter condannare un atteggiamento leggero o inconsapevole in questo senso. In altri casi, invece, mi accorgo che ci sono persone che, consapevoli di quelle che sono le forze in gioco da un punto di vista sociale e politico, scelgono di schierarsi da un’altra parte, per convenienza o per ritorno personale. Nel mondo esiste una istanza che promuove il materialismo, il raggiungimento di successi facili, la scaltrezza, il cinismo, e fa comodo a tanti far credere che la furbizia sia la strada semplice, comoda per il raggiungimento di obiettivi. Nella pratica è diverso: se fossimo tutti iene, finiremmo per mangiarci a vicenda e questa prospettiva di esistenza per il genere umano è fallimentare. Si tratta della promozione di piani sbagliati, fatti male che creano difficoltà anche a quelli che hanno un piano giusto. In conclusione, non tollero gli artisti che si sono schierati da questa parte perché se consapevolmente fanno questo tipo di scelte stanno facendo un danno agli altri e anche a me.

MUZI KULT: Alla luce anche di questa risposta mi chiedo, chi è Hyst? e che artista è? Hyst: Non ne ho idea neanche io! Allora io nasco, campo e morirò e fin qua. Scherzi a parte, ho un problema: non sono mai riuscito a fare un mestiere solo e ad un certo punto ho capito perché! Non riuscirò mai sentirmi quieto in veste sola perché di fatto quello che io sono bravo a fare non è un singolo mestiere. Non sono eccellente come rapper o come attore o come cantante o come disegnatore. L’unica cosa in cui sono veramente eccellente è nell’analizzare, scannerizzare le diverse discipline, capirne le basi fondamentali e trovare un modo per veicolare quelli che sono i miei valori, i miei concetti, il mio sistema di osservazione, il mio punto di vista sulla vita attraverso quel nuovo media. Devo dire che questa grande varianza di attività dal punto di vista economico non mi conviene perché l’Italia non è un posto che premia il multitasking e quindi probabilmente sarò povero tutta la vita ma continuerò ad imparare a fare cose perché sono bravo a raccontare e ad imparare nuovi strumenti per raccontare. Non morirò ricco non garantirò grandi lasciti alla mia famiglia però mi sarò divertito come un pazzo! MUZI KULT: Cosa c’è da aspettarsi dal tuo prossimo futuro? I Camillas: Aspettatevi grandi cose perché sto iniziando la carriera da regista, tra un po’ inizierete a vedere film. Poi sto facendo un fumetto, insomma cose pazze perché io sono ribelle anche nei confronti del sistema del lavoro. Anche nella figura dell’artista non riesco ad essere canonico pure come artista devo ribellarmi: è una condizione esistenziale.

MUZI KULT: Un ultima battuta sul tema: “La mafia uccide, il silenzio pure” (Cit. dal film “I Cento Passi) ma voi musicisti fate casino! Hyst: Noi facciamo abbastanza casino, tutto quello che riusciamo! Devo dire che io cerco di misurare le parole, quando possibile, e non amo il caos perché credo che una mole di suono possa equivalere al silenzio. Insomma non sono un tifoso del super casino sono più un amante del suono giusto al momento giusto, della parola giusta al momento giusto. Forse questa è la parte del corredo genetico orientale, quel qualcosa di minimale. Per tornare alla tua domanda, in sintesi, noi facciamo silenzio solo quando il silenzio è pausa tra una nota e l’altra, tra una battuta e l’altra, quando è un arricchimento strumentale, un tempo di riflessione per capire una frase che si è appena conclusa. Ecco questo è un senso che posso accettare.

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MOLLA Muzi Kult 77


di Miriam Caruso

Da quest’anno, all’interno del Premio “Musica contro le mafie”, la nostra redazione ha deciso di assegnare un riconoscimento ad uno spazio importante ad uno degli artisti partecipanti. Abbiamo scelto “Molla” per la sua capacità di unire tempi importanti e profondi con “quella leggerezza che non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto senza avere macigni sul cuore”. Miriam Caruso ha intervistato Luca Giura, in arte Molla. Un giovane capace di raccontare in musica amore, rabbia, desideri e libertà arrivando ai più giovani e lasciando loro riflessioni e messaggi profondi.

Quattro Chiacchiere con MOLLA MUZI KULT: Chi è Molla? Molla: Molla è un ragazzo con una folta barba rossa e due orecchini tipo pirata, scrive canzoni da un po’ di anni e suona la batteria da quando è nato. Molla è una persona che ama poche cose e che ogni giorno tocca uno strumento musicale, in casa o durante i suoi concerti. E’ ambizioso, inizia i suoi progetti, li spinge fino al massimo, poi lascia tutto e ricomincia da zero. MUZI KULT: Come nasce il tuo amore per la musica e il successivo bisogno di scrivere i tuoi brani? Molla: Il mio amore per la musica nasce a 13 anni quando, giocando con

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mio fratello a palla nel corridoio di casa (adesso non esistono più quei giochi), sono andato a sbattere ad un grande armadio dove all’interno c’era nascosta la batteria di mio padre. Da quel momento dopo averla montata non ho mai smesso. Invece la voglia di scrivere canzoni mie e di raccontarle è nato dal fatto che dentro di me avevo voglia di dire delle cose al mondo a modo mio, con semplicità, come fa un animatore nei villaggi, trattando temi d’amore ma anche temi importanti e quindi ho fatto un “salto” dalla batteria alla voce. MUZI KULT: Parliamo del tuo ultimo album, 365, con una copertina molto particolare che racconta ciò che hai voluto incidere nel disco al suo interno. Molla: Il disco 365 è uscito sei mesi fa, ma credimi ogni giorno guardo quella copertina. Ne vado fiero! Sono riuscito, grazie al fotografo e all’artista che ha realizzato l’Arcimboldo che ho in testa, a mettere su un foglietto quadrato l’idea esatta che avevo in mente. I miei 365 giorni fatti di poche ore di sonno e tanta musica, di concerti in giro, di prove nel box, di strumenti nuovi, di testi presi e buttati, parla della mia storia d’amore coltivata ogni giorno, delle mie poche amicizie e dei miei viaggi in treno. MUZI KULT: Sei diventato da poco padre di una bimba, come riesci a conciliare la musica con la famiglia? Molla: Si , ha 4 mesi adesso. Nina è meravigliosa ed è una mia fan, ride ed emette suoni strani quando canto a casa ed è già venuta a due concerti del papà. Mi sono fermato solo un paio di mesi, quando è nata Nina, perché credo che i primi momenti siano davvero fondamentali, poi sono ripartito alla grande più carico di prima, sia perché ho una donna al mio fianco che sa benissimo che la musica è un lavoro e sia perché stavo iniziando a impazzire a casa senza l’odore del legno del palco.

emozioni. Dalle note di chitarra, dalle luci…..dal mare. MUZI KULT: Molla cantautore del sud: può la musica essere veicolo di informazioni per i giovani nella lotta contro le mafie? Molla: Assolutamente sì! La musica ha un grande potere, ho visto proprio lì da voi tutti i ragazzi cantare “Pensa” di Fabrizio Moro come una poesia. Bè, questo è un messaggio forte, cantare quelle parole e capirle a quell’età è importante. Il mio brano nello specifico è una grande voglia di rialzarsi nonostante tutto e parla di immigrazione e dei lunghi viaggi che queste persone sono disposte a fare lasciando a casa tutto, anche il proprio amore. MUZI KULT: Tramite i social hai un forte rapporto con i fan, che chilometro per chilometro, live dopo live, aumentano travolti dal tuo forte carisma. Come vivi questo legame con chi inizia a seguire la tua musica? Molla: Si sono fortissimo sui social ( Ride ndr ), pubblico tanti post e racconto sia la vita di “Molla” sia quella di Luca. Mi piace postare foto che raccontano le prove e lanciare stimoli e idee a chi mi segue. Diventeremo sempre di più, come i cinesi. MUZI KULT: Quali sono i tuoi progetti futuri? Molla: Mi aspettano tantissimi concerti, dalla Sicilia a Sanremo, a Roma, a Bologna. Sto scrivendo brani nuovi, per me e per altri, voglio uscire con un singolo che non riesco più a canticchiare solo nell’ascensore, poi voglio andare a tantissimi concerti e far ridere mia figlia.

MUZI KULT: Hai partecipato e vinto il premio “Musica Contro le mafie” col brano La notte sopra il mare. Raccontaci questa tua nuova esperienza. Molla: Esperienza stupenda, ho partecipato al Premio Bruno Lauzi , agli Mtv New Generation, al Premio Lunezia e tanti altri e sono contento di vedere che in Italia esistono vetrine cosi potenti per noi artisti. Un contest si trasforma in un momento, la gara si trasforma in voglia di condivisione, come ho detto prima sono uno che crede tanto in quello che fa e che ha grandi obiettivi per il futuro, quindi in quei 4 minuti a disposizione ho dato davvero il massimo con la voce, con il ritmo, con la mia personalità a volte folle, con la mia polo rossa ed è andata bene, davvero bene. Cantare per i ragazzi è meraviglioso, loro che hanno la vita davanti, che non devono scegliere per forza domani cosa fare, possono sbagliare e ripartire. Io mi sono sentito così in quei 4 minuti, come un ragazzo che non aveva mai visto Cosenza , che raramente aveva cantato in un teatro così bello e mi sono fatto trasportare dalle

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di Monica Reale

Dopo l’uscita del videoclip e del singolo omonimo la Peppa Marriti Band pubblica “Ajëret”, 12 tracce eterogenee ma con la lingua Arbëreshë come comune denominatore. Il gruppo Peppa Marriti Band nasce a Santa Sofia d’Epiro, un piccolo paese di origine Albanese in provincia di Cosenza; coniugano le radici del rock con la tradizione e la cultura “Arbëresh” (Italo-Albanese). Il loro è un mix molto particolare, un meltin-pot di generi e sensazioni che abbiamo cercato di apprfondire con loro alla vigilia dell’uscita del loro album prevista per il 17 febbraio per Mkrecords/Self. Abbiamo incontrato Bobo (Angelo Conte - Voce) e Pino (Pino Murano - Violino) i due fondatori della band; li ha intervistati per noi la nostra Monica Reale, che ritorna ai microfoni della nostra redazione dopo un lungo periodo di coordinamento della redazione.

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Quattro Chiacchiere con BOBO e PINO MUZI KULT: Da dove viene il nome Peppa Marriti? Peppa Marriti Band: Bobo: Peppa Marriti era un falegname di Santa Sofia d’Epiro, il nostro piccolo paesino di origine Arbëresh. Aveva problemi di alcolismo e spesso lo incontravamo nelle notti sofiote e si parlava dei fumetti di Tex Willer e di tanto altro. Era un modo di tenerci compagnia a vicenda nonostante eravamo di generazioni diverse. Lui si chiamava Diacono Atanasio ma era conosciuto da tutti come Peppa Marriti. Dare il nome alla band è stato un modo di dare voce a chi non ha voce, agli emarginati, a chi per qualche problema cade e non ha la forza di rialzarsi, a chi vive ai margini della società, agli invisibili che popolano le nostre città. In un bellissimo libro di Demetrio Corino, bassista del gruppo, dal titolo Rockarbëresh (https://www.ibs.it/rockarberesh-peppa-marriti-band-tra-libro-demetrio-corino/e/9788865983362#) si parla della figura di Peppa Marriti. Morì a metà degli anni ’90.


Pino: l’unica cosa che posso aggiungere a quanto già detto da Angelo è che Peppa era il suo soprannome e Marriti quello della famiglia. Questa è una cosa moto tipica delle nostre comunità, avere un soprannome di famiglia e uno personale, penso non solo nostre ma un po’ di tutto il sud Italia. MUZI KULT: Scrivete in Arbëreshe, un dialetto o una lingua vera e propria? Peppa Marriti Band: Bobo: L’Arbëreshe è una vera e propria lingua che ancora si parla in molte comunità del Sud-Italia, le più numerose si trovano in provincia di Cosenza in Calabria. Nonostante le difficoltà a mantenerla in vita, questa lingua ancora resiste e noi la usiamo nelle nostre composizioni. La lingua Arbëresh è comunque una lingua arcaica risalente al 1500 circa, quando iniziarono le prime migrazioni del popolo albanese verso il Sud-Italia. Ma è anche una lingua che naturalmente si è trasformata nei secoli contaminandosi ed evolvendosi con molti fonemi calabresi e italiani. La lingua Arbëreshe ha molto in comune con l’Albanese di oggi, in particolare con l’albanese meridionale. Pino: per noi scrivere in questa lingua arcaica è un privilegio, non solo perché è la lingua della cultura a cui apparteniamo e con cui siamo cresciuti ma perché ci stiamo rendendo conto che è una lingua destinata a scomparire se non si fa in modo che essa si possa esprimere attraverso le varie arti, quali la musica, il teatro, la poesia etc. etc. Il nostro è un progetto molto ambizioso, da anni la gente continua a chiederci il perché di una scelta così di nicchia. L’idea di abbinare L’Arbëreshe a un genere musicale vicino ai giovani dovrebbe essere da stimolo a portare avanti anche altri progetti, ad oggi esistono altre realtà che

hanno condiviso questa scelta e ne siamo veramente orgogliosi. Ci auguriamo che L’Arbëreshe non faccia la fine di altre lingue racchiuse in grossi volumi e dimenticate in biblioteca, ma che viva in qualche modo anche nelle nostre canzoni. MUZI KULT: Anni di storia alle spalle, concerti in tutt’europa e un approccio sempre molto indipendente alla musica. In che modo, secondo voi, il mondo del music business edulcora la musica? Peppa Marriti Band: Bobo: Per noi la musica è sempre stata innanzitutto una passione, qualcosa che ci ha aiutato a trascorrere i noiosi pomeriggi in un piccolo paese di provincia. Il fatto di essere indipendenti non è stata una nostra scelta perché vivendo in provincia di Cosenza, in Calabria, in un piccolo paesino, non ci ha aiutati molto a far conoscere il progetto Peppa Marriti. Nonostante queste difficoltà abbiamo comunque avuto grandi soddisfazioni e abbiamo partecipato a numerosi festival. Il music business non ci appartiene, è qualcosa lontano che passa soprattutto dalla televisione e dai talent show ma se dovesse presentarsi qualsiasi opportunità, siamo pronti a sfruttarla perché il nostro fine è quello di far conoscere la cultura Arbëreshe, attraverso nostra musica, a più persone possibili. Pino: purtroppo basta accendere la radio per capire quanto il business abbia a che fare con il mondo della musica. Per noi l’omologazione musicale e i vari vincoli commerciali sono cose che non ci appartengono, questa probabilmente è stata la nostra condanna a non essere popolari ma anche la nostra forza a continuare il nostro sogno. Penso che il nostro progetto musicale non ha come scopo primario quello di arricchirsi con la musica,

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anche se il veicolo è quello della musica moderna e attuale. Il messaggio che vogliamo mandare è quello di esprimere pensieri ed emozioni liberamente senza costrizioni, nel nostro caso attraverso una lingua che per molti è morta ma che ancora ha molto da dire con grande forza. MUZI KULT: “Ajëret” vuol dire venti, è il titolo del vostro singolo appena uscito ed anche quello del nuovo disco. Quando uscirà ? Con chi? Cosa dobbiamo aspettarci? Peppa Marriti Band: Bobo: Si il vento è protagonista della title track e vuole rappresentare la forza dei venti, del cambiamento e della speranza perché il vento non è statico ma crea movimento. Il nuovo disco uscirà il 17 Febbraio 2017 con l’etichetta Mkrecords. Siamo molto felici di questa collaborazione, conosciamo i responsabili dell’etichetta da sempre e finalmente al terzo disco abbiamo avuto una collaborazione che per noi è molto importante. Il disco, come anche i precedenti, è molto vario e credo più curato negli arrangiamenti. Sono sparite le tastiere che invece erano presenti negli altri lavori e siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto. È stato un lavoro che ha visto la collaborazione tecnica dei fratelli Copat che hanno curato il missaggio, mentre il mastering finale è stato realizzato a Miami (USA) da Antonio Baglio che è uno dei più apprezzati sound engineer del momento. Pino: non a caso abbiamo scelto come copertina del nostro disco un quadro di Franco Azzinari, la tela rappresenta del grano tinto di rosso e mosso dal vento, creando quasi dei vortici. Appena abbiamo visto questo dipinto siamo rimasti folgorati dalla sua carica espressiva perché in esso abbiamo visto il contenuto delle nostre canzoni, dopo che la scelta è ricaduta su quest’opera con nostro grande stupore abbiamo scoperto che l’artista viene denominato “il pittore del vento”. MUZI KULT: Nel vostro disco vengono trattate tematiche sociali, di denuncia ma anche, in un certo modo, d’amore e di sentimenti. Parlate degli ultimi e dei dimenticati. Qual’è il vostro approccio alla composizione? Peppa Marriti Band: Bobo: Succede che si arriva in sala prove con pochi accordi e insieme si incomincia a lavorare sul pezzo. I testi sono principalmente scritti da me e comunque aperti a varie soluzioni che si possano avere insieme al resto del gruppo. Altre volte si attinge alla grande quantità di canti tradizionali che abbiamo cantato e suonato in compagnia. Succede spesso che con una chitarra si cantano i canti tradizionali che fanno parte del nostro bagaglio culturale che ci portiamo dentro dalla nostra infanzia. Anche in questo disco abbiamo interpretato e recuperato dei canti tradizionali portandoli avanti nel tempo, cercando di non perderli. Pino: da un punto di vista musicale e compositivo vengono tenute in considerazione tutte le idee provenienti da ciascuno di noi, con i vari gusti musicali, che vi assicuro sono diversissimi, poi il lavoro viene sviluppato, e dopo una lunga gestazione, scatta qualcosa di magico e il gioco è fatto, sembra che le varie idee

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si coalizzino in un fine ultimo. A mio dire questa è la forza della Peppa Marriti Band. MUZI KULT: Il vostro nome contiene al suo interno la parola “band”, cosa che rende chiarissimo un approccio da collettivo. La formazione è rimasta da sempre immutata o ha avuto evoluzioni e cambiamenti negli anni ? Peppa Marriti Band: Bobo: La formazione ha avuto molti cambiamenti, io e Pino Murano (violino) siamo nella formazione dall’inizio. Demetrio Corino (basso) è arrivato qualche anno dopo, mentre Antonio Castrovillari (chitarra elettrica) e Nunziato di Benedetto (batteria) sono gli ultimi arrivati. Molti sono i musicisti che sono passati nelle formazioni in questi anni e molti ancora collaborano con noi nei concerti dal vivo. In fondo, si può dire che la Peppa Marriti è un collettivo di musicisti che si alternano e che collaborano tra loro. Pino: Io la chiamerei una grande famiglia MUZI KULT: Prima di salutarci vogliamo chiedervi quali sono i prossimi appuntamenti e dove i nostri lettori potranno incontrarvi. Peppa Marriti Band: Bobo: Stiamo organizzando una presentazione ufficiale del disco e una serie di concerti anche in versione acustica per promuovere questo nuovo lavoro. Potete seguirci sul web (https://www.facebook.com/peppamarriti/) (https://www.facebook.com/groups/64782986653/) (http://www.peppamarriti.com/) dove pubblicheremo di volta in volta gli appuntamenti dal vivo. Vi aspettiamo! Pino: ciao a presto. MUZI KULT: Ci piacerebbe che ci salutaste con un saluto agli amici di “Muzi Kult” in arbereshe. Peppa Marriti Band: Bobo: Të fala gjithve miqët çë djovasnjen “Muzi Kult”, shihami! (Un saluto a tutti gli amici che leggono “Muzik Kult”, ci vediamo!) Pino: come cita una vecchia canzone di un nostro caro amico Pino Cacozza “Jemi një kulturë çë ngë mënd vdes” (Siamo una cultura che non può morire)



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di Claudia Palermo

“Chi ha accecato Polifemo?” è l’album d’esordio del giovane agrigentino Davide Castrogiovanni, da qualche anno catanese d’adozione, che veste la sua musica di sentimenti, emozioni ed esperienze vissute. Una ricerca della verità, un dialogo con la vita, un viaggio tra sogno e realtà attraverso metafore e variegati tagli melodici in grado di catturare l’ascoltatore in un mondo in cui a salvarci sono l’amore, l’autenticità e la bellezza.

Quattro Chiacchiere con DAVIDE CASTROGIOVANNI: MUZI KULT: Medico, musicista, cantautore. Come nasce il tuo amore per la musica? Davide Castrogiovanni: Ho cominciato a suonare all’età di sette anni, studiando pianoforte. La musica mi è sempre piaciuta e non l’ho mai lasciata andare. MUZI KULT: “Chi ha accecato Polifemo?” è il tuo primo album completamente autoprodotto. È stato difficile realizzare questo progetto senza un’etichetta discografica alle spalle? Dove e come hai registrato l’album? Davide Castrogiovanni: Sono stato aiutato da degli amici musicisti che mi hanno ospi-

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tato per alcuni giorni a Milazzo dove abbiamo registrato alcuni brani che avevo scritto. Questo mi ha dato la giusta spinta per continuare a registrare le mie canzoni a casa, attraverso il mio Computer. Non è stato difficile proprio perché non ho avuto alcuna costrizione, mi sono preso il tempo necessario per la realizzazione dell’album, e ho potuto esprimere con estrema libertà i suoni che ho scelto di usare, anche se limitato da un basso livello di competenza tecnica, infatti è tutto come se fosse registrato per la prima volta.

MUZI KULT: Come lavori sulle tue canzoni? Nasce prima il testo e poi la musica o viceversa? Davide Castrogiovanni: Solitamente scrivo le canzoni di getto dopo averle canticchiate dal nulla, quindi melodia e testo nascono insieme. È molto difficile per me musicare un testo precedentemente scritto o, al contrario, scrivere le parole per una melodia già esistente, altrimenti avrei centinaia di canzoni!

MUZI KULT: Il titolo non passa inosservato e le interpretazioni potrebbero essere tante. Qual è quella giusta? Davide Castrogiovanni: Se lo dicessi non desterebbe più quell’interesse che potrebbe destare un titolo come questo che parte già con un punto di domanda, posto, non a caso, prima del titolo stesso. MUZI KULT: Dieci tracce molto diverse tra loro e apparentemente senza continuità. C’è il tentativo di raccontare una storia o sono brani indipendenti l’uno dall’altro? Davide Castrogiovanni: Sono tutti brani scritti in periodi diversi che possono anche avere dei punti in comune, ma non c’è un nesso logico nella composizione del disco, frutto di una raccolta delle canzoni che pensavo fossero le più belle. MUZI KULT: Astronauta è la canzone che apre l’album. Sembra anticipare l’attenta ricerca musicale, che caratterizza le tue canzoni, intenta, in questo caso, a trasportare l’ascoltatore in una dimensione “aliena”. È così? L’astronauta rappresenta una salvezza rispetto ad una realtà spesso cinica e crudele? Chi o cosa è l’astronauta per te? Davide Castrogiovanni: Non c’è stato questo tipo di intento. Possibilmente ero io, quando ho scritto questa canzone, a trovarmi in una dimensione aliena! Il brano è come una preghiera, la richiesta di poter essere illuminato rispetto alle verità del mondo. Non rappresenta la salvezza da una condizione di depressione o negatività riguardante me o l’uomo in generale, ma una ricerca di conoscenza, rivolgendomi ad un’identità che non conosco, che non conosciamo. Avrei potuto anche pregare Dio, invece ho scelto di pregare un astronauta, qualcuno che, comunque, appartiene ad un mondo lontano dal nostro. MUZI KULT: La Mosca è il brano che più di tutti sembra smascherare il tuo amore per le metafore. Con un ritmo quasi ipnotico e incalzante, offri all’ascoltatore delle immagini più o meno nitide del ciclo dell’animale di cui parli. Cos’è la mosca per te? Davide Castrogiovanni: Ho cominciato a scrivere questa canzone prendendo in giro una ragazza, quindi direi che lei stessa è la mosca!

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MUZI KULT: Il terzo brano è un vero e proprio dialogo a tu per tu con la vita, che personifichi e a cui parli sfrontatamente. La vita dona gioie e dolori con noncuranza, ma non bisogna farsi travolgere e sconvolgere completamente da ciò a cui essa ci costringe, continuando ad amare ciò che di bello c’è intorno a noi: “Io sono innamorato del mondo… in mezzo al vuoto guardo oltre, vado lontano”. Possiamo considerare questo brano come la tua visione della vita? Davide Castrogiovanni: Sì, esprimo molto di quello che penso su come affrontare la vita in questo brano, che nasce dalla fine di una storia d’amore. In questo caso, la parola vita è carica di doppio senso, si riferisce anche ad una persona.MUZI KULT: Tra la musica e il sogno, Piazza Meraviglia: una sospensione in una dimensione onirica marcata dal disegno melodico e dall’uso, non certo casuale, del controcanto. Davide Castrogiovanni: Piazza Meraviglia è stato il testo più difficile da scrivere, quello che mi ha richiesto più tempo. A differenza delle altre canzoni, che nascono spontaneamente, in questo brano ho voluto descrivere attentamente qualcosa di molto importante per me legato ai miei ultimi tre anni di vita a Catania: attraverso allegorie e metafore, dipingo il quartiere in cui vivevo. Ogni frase contiene un riferimento ad una persona, ad un’attività commerciale, ad una strada, a tutto quello che mi circondava in quel periodo. Questa canzone suscita in me un’immagine fortemente connessa a ciò che vedevo dalla finestra di casa mia. MUZI KULT: “Io per salvarmi dovrei fingere che è tutto giusto. Non so salvarmi.” Un inno contro l’ipocrisia che la società ci impone. Meglio rifugiarsi nei sogni per salvarsi? Davide Castrogiovanni: Meglio scrivere una canzone e cantarla! È una buona evasione.

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MU ZI RE CE NSE

FREQUENZE RETRO’

PETER PIEK

Quartetto palermitano di sole corde, da quelle vocali di Valeria Graziani a quelle dei cordofoni di Salvo Agate, Maurizio Crivello e Luca De Lorenzo. Con un orecchio ben teso alle sonorità di Django Reinhardt e del suo manouche ma con una contaminazione attiva e ricercata. Un disco di qualità che arricchisce un genere solitamente strumentale di una voce che fa la differenza.

Nuovo album per l’eclettico artista tedesco Peter Piek. Arte, pittura, musica, liriche e tanta atmosfera nordica fanno da sfondo ad un disco carico di sentimento e pathos. Il singolo “I Want You” è la corniche ideale che racchiude al suo interno un opera di qualità dipinta con la voce dolce e acuta del “cantante-pittore”.

NEL CILINDRO DI UN MAGO (Autoprodotto)

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(Monica Reale)

FRANKY MAZE

ROCCO TRAISCI

NIGHT/FLOOD (Autoprodotto)

L’AMORE AL TEMPO DELLA COLLERA

(Autoprodotto)

Country Folk americano ma di matrice italiana quello di Francesco Mazzi. Un EP di cinque brani nel quale fanno capolino elementi dark/new wave dalle sonorità originali ricavate da un banjo o da un cembalo. Lo spirito “blues” dell’intero album con arrangiamenti molto curati non lo fa decollare come, invece, avrebbe meritato.

Cantautore appartenente alla schiera della vecchia scuola. Una proposta variegata e al tempo stesso, a tratti, scontata quella del partenopeo Traisci. Disco ben suonato da musicisti dell’area vesuviana, da sempre fucina di qualità ed estro. Un esordio da solista che ha bisogno di trovare un equilibrio che siamo certi di trovare in un prossimo lavoro.

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(G.M.)

SOFIA SARRI

IL DILUVIO

Un Meltin-pot di suoni misitici e bizzarri quelli proposti da Sofia Sarri in “Euphoria”. Suoni dal sapore folk e strumenti di casa propria come la magia ancestrale della Lira di Creta. Storie da raccontare e ben raccontate nei solchi pulsanti e ricchi del disco d’esordio della musicista greca. Ambizioso esperimento ben riuscito. La nostra preferita è “the moon”.

‘Indie Rock’ a tratti interessante quello de “Il Diluvio”. Ben suonato, ottima la produzione di un opera che entra nel gran calderone di un genere abusato e ancora non ben centrato. Richiami altisonanti in tutto l’album; interessante la fusione armonico-ritmica in “Get to the moon”, momento migliore dell’intero Ep. Chissà l’uso dell’italiano che sorprese avrebbe riservato !?

IL DILUVIO (Indiebox)

EUPHORIA (Inner Ear Records)

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+ (Autoprodotto)

(G.M.)

(Monica Reale)


KACHUPA

SARA ROMANO

SILVANO STAFFOLANI

Nuovo disco per una band dal lungo percorso artistico. Una produzione diretta in linea con la precedente produzione del gruppo piemontese. Denuncia, ironia, impegno, società. Un disco pieno di commistioni nelle tematiche e nelle atmosfere. I Katchupa sfornano un lavoro a conferma della motivazione della loro longevità.

Cantastorie moderna dalla vocalità calda e sudista. Composizioni dirette e scarne tra arpeggi e ritmiche minimali. Un disco autobiografico e profondo quello della siciliana Sara Romano. Una buona penna che avrebbe bisogno di un alter ego musicale per dare pieno sbocco al fiume in piena che sembra trattenuto in argini, a volte, troppo stretti. “Mi Casa” che sembra aprire le porte verso altri territori potrebbe essere il nuovo punto di partenza.

Un disco semplice e senza fronzoli quello del marchigiano Silvano Staffolani. Valori di un tempo andato e sonorità ancient, di questo si fa portatore con Abusivo. Emozione, passione e voglia di comunicare traspaiono dalle tracce del suo quarto lavoro. Una produzione più curata e di spessore potrebbe essere il valore aggiunto di un prossimo episodio.

GIU’ LA MASCHERA (Anteros Prod.)

ABUSIVO (Little Bitty Records)

CIRICO’ (Appaloosa Records)

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ANDREA FORNARI

FITZCATALDO

RADAR

Sospiri, malinconia, dolcezza, cura, semplicità, minimalismo, eleganza e verità. Sono questi gli ingredienti che Andrea Fornari miscela sapientemente in “Home”. Attenzione ai particolari in liriche interessanti ben architettate e costruite. Sapido esperimento ben riuscito all’interno di un genere sempre più abusato.

Sonorità anni novanta inserite in un contesto e in atmosfere noise dal piglio decisamente pop. Una miscela particolare dalla ritmica rocciosa e credibile. Chitarre che tracciano la linea ad un cantato tutt’altro che scontato. Una interessante proposta che avrebbe trovato più spazio in un album completo.

Il loro esordio risale al 1982; i veronesi Radar ritornano con un album di dieci tracce in trio. Nicola Salerno, Gaetano Lonardi, Jojello Triolo compongono un disco surreale, ironico tutt’altro che demenziale. Re-pop è un ritorno interessante, ottima la produzione artistica e le architetture strumentali in un disco mai scontato e ben calibrato.

(G.M.)

(G.M.)

(Monica Reale)

HOME (Ghost Records)

FITZCATALDO (Artist First)

RE-POP (Kutmusic)

BIOSOUND

SENHOR MUTRIO

COSTANZA PATERNO’

Pop rock da sapore Vintage quello dei Biosound. Interessante l’idea delle 4 stagioni di classico e vivaldiano richiamo che avrebbe richiesto, probabilmente, un maggiore approfondimento e spazio. “Stagioni” lascia ben sperare in una proposta futura piò corposa e completa.

Jazz, Blues e Latin per una fusione raffinata e ben suonata. Conoscono la musica e i loro strumenti i componenti dell’ensemble palermitano e danno saggio di grandi capacità esecutive. Proposta non orginalissima ma con interessanti spunti e trovate melodiche accattivanti. Leggeri ma non superficiali; Monte Cuccio n°5 da ascoltare certamente.

Intrecci ritmici e stilistici ben congegnati quelli dell’esordio discografico di Costanza Paternò. Cantautrice innovativa, per quanto possa essere possibile farlo all’interno di un genere così tanto battuto. Richiami mediorientali tra elettronica, jazz, latin e folk. Un Meltin-pot azzardato che Costanza riesce a tenere in bilico senza cadere, quasi mai. Dodici tracce eterogenee ma legate ad un unico filo quello dell’ “incostanza” come tratto positivo e arricchente.

STAGIONI (Autoprodotto)

MONTE CUCCIO n°5 (n.d.)

(Monica Reale)

INCOSTANZA (Rocketta Records)

(G.M.)

(Monica Reale)


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