Muzi Kult n°26 - Luglio/Agosto 2016

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Muzi Kult

pag. 60 Umberto Maria Giardini "...tra Presente e Futuro !"

bimestrale anno 5° | n° 26

LO STATO SOCIALE Il Movimento e Fermo

pag. 70

pag. 64

pag. 10

CRLN (Caroline) in Highlights

Intervista a Daniele Celona

Suoni Pindarici "Immagini, Suoni e Ironia, La musica del nuovo cinema Italiano"



MUZI KULT anno 05 n° 26

Direttore Editoriale: Gennaro de Rosa Produzione: MUZI KULT Editore: Edizioni Emmekappa Responsabile grafico: Salvatore Greco Capo-Redattore: Monica Reale Redazione: Monica Reale, Paolo Fulciniti, Marianna Chiarelli, Gennaro de Rosa Hanno Collaborato a questo numero: Monica Reale, Miriam Caruso, Debora Borgese, Salvatore Greco, Fabio Nirta, Antonella De Cesare, Grazia Celico, Claudia Palermo, Gennaro de Rosa, Victor Solaris, Loredana Ciliberto, Max Sannella, Simone Arminio, Vladimir Costabile, Luisa Marini, Lo Staff di ‘Musica contro le mafie’ (Mary Chiarello) Concessionaria Esclusiva per la Pubblicità: OnMagPromotion onmagpromotion@gmail.com Pubblicato su www.issuu.com Distribuito gratuitamente © 2012 - Tutti i diritti riservati

OSPITI: LO STATO SOCIALE Un incontro informale, intimo, sincero, una lunga chiacchierata durante la quale non sono mancati racconti, metafore, digressioni, non è mancata Bologna, né la politica intesa come una vera e propria presa di posizione rispetto alla realtà. Claudia Palermo ha incontrato Lodo che è stato esaustivo, senza peli sulla lingua e molto simpatico, come piace a Noi!

UMBERTO MARIA GIARDINI Umberto Maria Giardini, cantautore e padre. Quando in Italia molti valori musicali vanno a sfumare, c’è ancora chi, con una chitarra in spalla e un furgone, riesce a emozionare il proprio pubblico, semplicemente raccontando la verità dei propri sentimenti. Miriam Caruso ha incontrato UMG per Muzi Kult.

DANIELE CELONA Sentimenti e riflessione, sincerità e passione: queste le parole migliori per descrivere in breve l’arte di Daniele Celona; in Highlights con la nostra Claudia.

CRLN CRLN, si pronuncia Caroline ed è il lato femminile della famiglia Macro Beats. Abbiamo fatto due chiacchiere con questa giovanissima voce e ne sono venute fuori di belle.

CHOP CHOP BAND Artista del Mese alla reggae band pugliese, che dopo un po di anni di silenzio ritorna con un nuovo album che non le manda a dire. “Chop Chop”...e correte a leggere di loro nelle pagine centrali.

RONNIE Ronnie W. McAdoo è un artista italiano che a quattordici anni ha iniziato la sua avventura Nell’ intervista in Highligts ci racconta un po’ della sua vita passata e di questa nuova avventura. Lo ha incontrato Alessandra Margiotta

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LE RUBRICHE DI

Promo Highlights Artists Artists 8-27

28-33

34-49

50-77

Live 78-79

EDITORIALE ...................................................... 6 LE RUBRICHE DI MUZI KULT

Camere a Sud “I Crociati del Vinile!”

[Peppe Voltarelli - Renato Caruso - Mau Mau]

................................................... 8 Suoni Pindarici “Immagini, Suoni e Ironia, La musica del nuovo cinema Italiano - Michele Braga e Umberto Scipioni” di Loredana Ciliberto ....... 10 Muzi Glam: Brigantini di Debora Borgese ............. 12 Muzi Fieber di Fabio Nirta ..................................... 14 Onde Social di Antonella De Cesare ........................ 16 Chiamatemi Max... di Max Sannella ...................... 18 Rosso Fisso [Criticare, Apprezzare, Recensire] di Vladimir Costabile .. 19 La Musica è Lavoro: “Le Cooperative e La Partita Iva” di Victor Solaris .................................. 22 Greatest Eats di Dinastia (Maurizio Musumeci) ........ 24 di Simone Arminio

SPECIALE “Musica contro le mafie”

Premio “Musica contro le mafie” 7^ Edizione .. 30 Io Sostengo ...................................................... 32

MUZI KULT “PHONE CHARTS” .................... 34

LO STATO SOCIALE

“Il Movimento è Fermo” pag. 52

PROMO ARTISTS

Fabio Criseo ..................................................... 36 Giulia Calì ......................................................... 37 L’Artista del Mese: Chop Chop Band ............. 40 Meet’n’Radio ..................................................... 42 Meet’n’TV .......................................................... 46

HIGHLIGHTS ARTISTS

Lo Stato Sociale ................................................ 52 Umberto Maria Giardini .................................. 60 Daniele Celona ................................................... 64 Crln (Caroline) .................................................... 70 Ronnie ................................................................. 74

LIVE

In Tour .............................................................. 78

MUZI RECENSE .............................................. 80

UMBERTO MARIA GIARDINI in Highlights pag. 60

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L’EDITORIALE

di Gennaro de Rosa

Io sto Bene, Io sto Male !! “E’ una questione di qualità - o una formalità - non ricordo più bene, una formalità - come decidere di radersi i capelli - di eliminare il caffè, le sigarette - di farla finita con qualcuno - o qualcosa, una formalità una formalità - o una questione di qualità - io sto bene sto male - io non so come stare - io non so dove stare - non studio non lavoro non guardo la TV - non vado al cinema non faccio sport - io sto bene io sto male io non so cosa fare non ho arte non ho parte - non ho niente da insegnare - è una questione di qualità - o una formalità - non ricordo più bene, una formalità” Questo è il primo numero del quinto anno che passiamo insieme a voi. Oggi portare avanti un progetto editoriale (per quanto piccolo come il nostro) non è cosa semplice, ce la mettiamo tutta, ce la mettono tutta i nostri collaboratori esterni, i ragazzi della redazione, il nostro grafico, impaginatore, i nostri amici fotografi che di tanto in tanto ci regalano degli scatti che, almeno noi, riteniamo bellissimi. Questo sì…è une editoriale di ringraziamenti, un editoriale retorico e pieno di cose belle e che vanno bene…per quanto siamo tutti indecisi, ancora, se “stiamo bene o stiamo male”; lo stiamo decidendo e in alcuni casi lo stanno decidendo per noi. Ringraziamo tutti, tutti davvero, i collaboratori che dal primo numero più di 4 anni fa hanno iniziato insieme a noi questa avventura, nata per gioco e che pian piano sta diventando un appuntamento importante (almeno per noi…eh!) e seguito da più di tremila lettori per numero. Un gioco un pochino più serio. Oggi ci sentiamo più responsabili di ciò che scriviamo e che pubblichiamo rispetto a prima. Ringraziamo quelli che non scrivono più per noi, grazie per essere stati con noi, e grazie anche di non essere più con noi (in alcuni casi). In questo numero due nuovissime rubriche con due persone che reputiamo speciali e dalle idee speciali: Fabio Nirta e Antonella De Cesare, seguiranno due rubriche che in questi giorni di preparazione ci hanno fatti innamorare della loro penna. “Muzi Fieber”, misurerà la temperatura, rigorosamente in tedesco, visto che di qui a poco dovremmo sostituire l’inglese come lingua comunitaria, ci portiamo avanti e quotiamo la lingua teutonica come probabile sostituta. Fabio ci parlerà degli artisti italiani che hanno ottenuto successo all’estero e che lì spaccano di brutto, perchè la musica frontiere non ne ha e se dovesse incontrarle ha la forza per abbatterle. Antonella è e sarà la curatrice di “Onde Social”, uno sguardo alla musica che passa nelle radio indipendenti e con poche lapidarie battute (140 caratteri + un emoticon) ci dirà cosa ne pensa

in perfetto stile social. Proseguono alla grande le rubriche storicizzate, che ci auguriamo di avere con noi per lungo tempo ancora, come “Camere a Sud” di Simone Arminio che battezziamo come la più longeva delle rubriche di questo magazine. Suoni Pindarici e le bellissime interviste doppie che ci portano a scoprire, come in questo numero, chi c’è dietro le colonne sonore del cinema italiano. Le Recensioni del mitico Max Sannella con “Chiamatemi Max!” e del nostro Vladimir Costabile con “Rosso Fisso” continuano ad avere un grosso successo di condivisioni insieme alla nuovissima “Muzi Recense”. “Muzi Glam” ci porta, anche stavolta, a scoprire qualcosa di nuovo, come spesso accade. Muzi Kult non dimentica mai che “La musica è lavoro” e lavoro vuol dire professionalità e conoscenza di ciò che si fa, e in questi numeri ci sta dando una mano a scoprire i meandri del, sconosciuto ai più, mondo dell’ enpals e affini, Victor Solaris. “Greatest Eats” questo mese ha come ospite un rapper siciliano, che abbiamo scoperto ottimo cuoco, Dinastia. Tuffatevi oltre che in mare, visto che il tempo lo richiede, nelle interviste in highlights con Lo Stato Sociale, Umberto Maria Giardini, Daniele Celona, Crln e Ronnie… e poi tanto, tanto altro che vi invito a scoprire sfogliando come al solito e senza leccarvi le dita… ehehehe ! “Io sto bene io sto male io non so - cosa fare non ho arte non ho parte - non ho niente da insegnare - è una questione di qualità - o una formalità - non ricordo più bene, una formalità”

Questo è il primo numero del quinto anno che passiamo insieme a voi. Muzi Kult 07


CAMEREASUD di Simone Arminio

Una finestra aperta, magari sul mare. Le tende che volano, attirate dal vento. Il luogo, comprensibilmente, è a Sud, e ciò influisce non poco sulla musica. Da quando l’ho capito faccio sempre lo stesso esperimento: giudico un disco solo dopo almeno due ascolti. La prima volta mi direziono a nord. Fermo e concentrato, a finestre chiuse. La seconda volta guardo a Sud. L’attenzione tutta rivolta agli errori, la finestra aperta, a volte reale, altre immaginaria, ma quasi sempre orientata a Sud.

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I CROCIATI DEL VINILE Dice: compro il nuovo album dei Red Hot Chili Peppers. Ma compro l’LP, perché, vuoi mettere?, si sente meglio. E qui si apre un mondo, credo abbastanza divisivo. L’universo degli amanti della musica si divide, difatti, più o meno in tre categorie. I Compilationisti. Sono, ahinoi, i più diffusi. Amano la musica, ma a prescindere dal supporto. Non seguono il contesto, l’ordine delle tracklist, il senso di un album. Loro conoscono quel brano, quell’artista, e del processo creativo, del supporto, della copertina poco gli importa. Sono la diretta evoluzione, per intenderci, dei “Mipiacelacinque” (alternativa: i “Mipiacequellachefanananana”), che ascoltano la musica un tanto al chilo e per loro un brano non ha neppure un titolo: è la 5, la 2, la 3, e ti sfidano a riconoscerla da questo semplice numero pure se, in realtà, si riferiscono a una compilation fatta da loro stessi. La seconda categoria è quella dei Dischiani, alla quale, mi denuncio subito, mi sento di appartenere. Perciò, per coerenza, userò il ‘noi’. A noi piace il disco, la sua integrità, la sua interezza. E’ il motivo per cui rifuggiamo la compilation, se non in casi particolari (devo conquistare una ragazza, le faccio una compilation di pezzoni inauditi: devo per forza mescolare un po’ le carte). Per noi, insoma, il supporto è importante, ma prima ancora viene il contenuto. Che dev’essere coeso, pensato, organico, ed è il motivo per cui disdegnamo le radio per artista, le discografie complete, i the best of o altre amenità contemporanee. Siamo a metà, insomma, in mezzo al guado. Più in alto di noi ci sono i puristi, o “Vinilisti”. Per loro, oltre al contenuto, conta il supporto. E il disco di vinile, che te lo dico a fare? E’-il-top! Cioè, vuoi mettere? Il fruscio, l’analogico, la completezza dei suoni, una questione di puntina e di granelli di polvere. Particolari che, mi denuncio ancora, fanno impazzire pure me. Ma c’è un limite, ed è dato dall’ultimo Lp dei Red Hot Chili Peppers, ‘The Getaway’. Un capolavoro, io credo, ma questo è un altro discorso. Il punto è che un amico mi ha infamato perché, potendo scegliere, ho preso il cd e non il vinile che, pure, era disponibile. Ecco perché. Il supporto conta, eccome. Un disco dei Beatles, è un disco di vinile, è fatto così. E’ pensato per avere due facce, due aperture, due chiusure, due intermezzi di metà lato. Nasce e rappresenta, per farla breve, l’era tecnologica in cui è nato e che, che lo si voglia o no, ne condiziona anche i contenuti, il flusso creativo, l’identità musicale. E’ una roba vera, scientifica, chiariamo: qualcuno che conosco, io, ci ha scritto una tesi di laurea. Ma un disco dei Red Hot Chili Peppers, concepito e registrato nel 2016, in piena epoca digitale, come può risentire del supporto analogico? E’ una forzatura, una riduzione, una poesia che si trasforma in prosa o viceversa. Ed ecco il punto: chi nasce analogico può morire digitale, a patto di perdere qualcosa nel tragitto, ma non può certo valere il contrario. Eppure il mondo dei vinili è rinato per i classici, ma sta prosperando per gli inediti. Perché? Feticismo dell’oggetto, certo: è più grande, più bello, più collezionabile. Fin qui posso accettarlo. Ma migliore nella resa sonora no. Prendete un filmato full hd, e cacciatelo con forza nel vostro vecchio televisore a tubo catodico. Cosa vedete? Una schifezza. Ora prendete un vecchio film in bianco e nero, e sparatelo su megaschermo hd... Sul vecchio tubo catodico, certo, era più romantico. Ma la poesia è rimasta intatta. Ci siamo intesi? Ah, a proposito del disco dei Red Hot: la 6, ve lo dico, spacca di brutto.


Voto

8

Da ascoltare in macchina, senza aria condizionata, col braccio di fuori.

PEPPE VOLTARELLI Voltarelli Canta Profazio (Squilibri) Prima di tutto c’era Otello Profazio, il primo a rompere, negli anni 60, la breccia localistica di certi stornelli popolari meridionali, e a pubblicare con Fonit Cetra, era il 1963. Ovviamente i patti erano chiari: il sud, all’epoca, culturalmente parlando, era una cosa vaga, e la Calabria chissà poi se esisteva davvero. Occorreva mescolarsi coi siciliani, quindi (lui che è cosentino di nascita), ma anche coi pugliesi e i lucani. Campani no, ché la melodia napoletana era l’unica a non aver bisogno di scudieri. Profazio in una vita di attività e decine di dischi ha cantato praticamente tutto, reinterpretando vecchi canti locali, traducendo poesie in musica, scrivendo di suo pugno decine di inediti canti tradizionali, anche se poi è una contraddizione in termini. Prefazio, questo è il punto, ha imperato perlomeno finché non è scoppiata, negli anni ’90, la musica popolare italiana. A quel punto di Otello non c’è più stato bisogno: i vecchi canti erano sdoganati, le folle di giovani conquistate, i dialetti internazionalizzati. Modena City Ramblers, Parto delle Nuvole Pesanti, Vinicio Capossela e molti, molti altri. Anche per questo fa piacere il tributo che Peppe Voltarelli ha appena fatto al Maestro, con la M maiuscola: “Voltarelli canta Profazio” (2015, Squilibri) è il giusto dazio che qualcuno ha finalmente il coraggio di pagare a chi, quelle strade le ha aperte negli anni, per permettere poi agli altri di batterle. Un tributo in vita, vivaio, con l’aiuto dello stesso Profazio, che per sa arricchirsi di attualità, di note nuove e sfumature impensate. Un giusto megafono all’opera riposta ingiustamente in soffitta, quindi, ma anche un lavoro di ricerca, di quelli che a Voltarelli da sempre escono così bene, per ricreare originalità dall’edito. Un ottimo disco per chi non conosceva Otello Profazio, una piacevole scoperta per chi ne reclamava da tempo lo spazio che gli spetta.

RENATO CARUSO Aram (Gne Records)

Voto

8

Voto

7

Da ascoltare nel bosco, possibilmente dal vivo.

Da ascoltare a bordo di una Mercedes vecchia di vent’anni, e chi vuol capire capisca.

Ecco un bel disco strumentale: chitarra pura, nel suo milione di sfaccettature. E’ Aram’, (2016, Gne Records) di Renato Caruso. Un disco a cui manca il La, così come manca la linea, la struttura. Suona da classica, mescola il folk, richiama il pop, gioca col jazz, ammicca al rock, sembrerebbe fusion. Un guazzabuglio di suoni e colori che non accosteresti mai, e che pure nella chitarra di Caruso si parlano alla perfezione. Morbide pennellate, vibrazioni di corde a vuoto e dita saltellanti come fossero slides, che si inseguono negli arpeggi e nelle scale cromatiche a dimostrare un mucchio di cose in un quarto di battuta. Poi vecchi da carillon, antichi stornelli di un epico folk, e corde a vuoto lancinanti, virate tonali, inattese, discordanti, luminosissime. Aram in questo richiama i maestri ma li guarda da lontano, omaggiandoli sinceramente prima di scappare per altri lidi, in un intreccio di suoni in cui torna tutto: lo stornello, l’elettrica, Jimi Hendrix, la passione sconfinata, i falò d’estate, l’ozio, le corde riannodate, i mi cantini saltati e riadattati con un si. Classicamente pop. Come Mozart, che ai suoi tempi componeva le hit da ballo, e scalava le classifiche.

MAU MAU 8000 Km (Godzillamarket/Universal) Un disco da ascoltare, anche se i tempi non sono più gli stessi, e la patchanka nessuno sa più cosa sia. D’altronde è normale: Manu Chao suona sempre più di rado, Capossela a fa il poeta e i Modena City Ramblers - una volta onnipresenti -, oggi sempre meno nominati. Eppure, del gran casino fatto dalla parchanka negli anni, questo 8000 km conserva tutta l’energia, preziosa e intatta. Sarà l’estro dei fuoriclasse di Morino, dei Barovero e dei Tatè Nsongan, o forse c’è dell’altro. Ad esempio la di fermarsi, dopo tanta festa. E capire che a saltellare su di un palco ogni sera, a vent’anni come a cinquanta, c’è una gran bella differenza. “Per fermarsi ci vuol talento”, dicono infatti i Mau Mau, nel brano che chiude il disco, e mai è stato così vero. Come sarebbe stato questo album, se non fossero passati dieci anni esatti di oblio dall’ultimo ‘Dea’, a sua volta frutto di una pausa? Meglio non domandarselo. Molto meglio chiudere gli occhi e sognare il circo immortale di ‘Moira’, viaggiare nella ‘Grande pianura’ che rinasce dopo il terremoto, attraversare con lo sguardo quegli ‘8000 km’ che ci separano dall’Africa e prendere questo disco come un regalo inaspettatodella maturità e del tempo. Dono di chi ha ancora voglia di ballare e mescolare. E se ci riesce ancora è perché ha capito quando è il momento di riprendere fiato. Dosando il fiato, e apprezzando il silenzio. Serenamente pronti a scatenare l’inferno. Muzi Kult 09


SUONI PINDARICI Immagini, suoni e ironia. La musica del nuovo cinema italiano

di Loredana Ciliberto

UMBERTO SCIPIONE

La nostra rubrica non è certo nuova al connubio “musica-immagini”, e questa volta entriamo nel vivo del tema, con questa intervista a due dei principali autori di colonne sonore del cinema italiano campione di incassi degli ultimi anni. Nostri graditi ospiti: Michele Braga e Umberto Scipioni. Umberto Scipione, compositore, direttore d’orchestra, pianista, clarinettista e arrangiatore, è docente presso il Conservatorio di Musica “S. Cecilia” di Roma. Per la RAI ha realizzato le colonne sonore di circa duecento tra documentari (molti dei quali con Alberto Angela), sceneggiati e sigle per trasmissioni televisive. È autore di innumerevoli colonne sonore per film, fiction, cortometraggi, programmi e sceneggiati radiofonici. Nella sua filmografia troviamo, tra tantissimi altri: “Sotto una buona stella” (di Carlo Verdone) e la doppietta campione di incassi “Benvenuti al Sud” e “Benvenuti al Nord”. Michele Braga è autore di tante colonne sonore per cinema, documentari e fiction tv. Sua ultima e apprezzatissima fatica sono le musiche di “Lo chiamavano Jeeg Robot” (con Claudio Santamaria), ma nella sua filmografia troviamo anche: “Un Natale stupefacente” (con Lillo & Greg e Ambra Angiolini), “Come tu mi vuoi” (con Vaporidis e Capotondi), “Good as You” (per il quale produce ed arrangia anche la title track interpretata dalle gemelle Kessler). Perfino i Coldplay notano il suo brano “Anywhere we want to” e lo inseriscono nell’homepage del loro sito. Musicista autodidatta e poliedrico, dal 2004 al 2006 collabora stabilmente con Piero Pelù. Nel 2015 inizia a collaborare con la Nazionale Italiana di Nuoto Sincronizzato, componendo brani per i Campionati Mondiali in Russia e per le qualifiche Olimpiche di Rio.

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MICHELE BRAGA


Quando (e perché) hai deciso che la tua vita sarebbe stata la musica? C’è stato un momento preciso? Una folgorazione? Oppure si è trattato di un percorso più lento? è stata una cosa automatica. Mio padre e mio nonno erano musicisti. Sono cresciuto, ho imparato ad alzarmi in piedi e a camminare reggendomi al pianoforte. Cosa che ritengo un privilegio, perché io oggi adoro il mio lavoro e sono contento di averlo potuto fare. Fin da bambino ho sempre avuto un rapporto speciale con la musica. Non mi bastava mai, ne ascoltavo in continuazione. Se mi piaceva un brano, potevo riascoltarlo anche 50 volte di fila, senza mai stancarmi. Ed ogni volta mi emozionavo di nuovo. Era come se fossi dipendente da quella emozione, che mi faceva sentire vivo.

Suoni e immagini, musicisti e registi, quale dei due binomi è più difficile mettere insieme? Questa è una bellissima domanda! E si potrebbe aprire una intera tavola rotonda! Il primo binomio lo reputo la mia vita, perché da subito il mio desiderio è stato quello di poter sottolineare, enfatizzare un’immagine, e farlo per il cinema. Quando c’è una forte passione è più facile questo rapporto che non quello con alcuni registi. Io, già come carattere, non sono uno a cui viene facile litigare, perciò, quando lavoro con un regista faccio di tutto per entrare in sintonia con quella che è la sua idea. Nel film è il regista che comanda, il prodotto esce a firma sua e ritengo sia corretto, anche con la musica, cercare di restituire quella che è la sua idea del film. Questo mi pone in una condizione psicologia giusta e difficilmente mi capita di dover imporre le mie idee. Se il regista ha le idee poco chiare, io preferisco proporre più soluzioni, in modo da metterlo davanti ad un ventaglio di possibilità. Tieni anche presente che la musica che componi, poi non la butti mai. Perciò preferisco fare delle proposte in più, senza imporre nulla. In realtà nessuno dei due, l’importante è liberarsi dalle aspettative e dai pregiudizi, ed essere liberi di collaborare, avendo come unica condizione l’esaltazione dell’immagine e del suono.

Sicuramente una delle componenti fondamentali della commedia all’italiana è la musica. Esiste un segreto per restituire il suono dell’ironia? Assolutamente sì. Mi capita spesso di confrontarmi con psicologi, che sembra non c’entrino nulla col mio lavoro, invece loro lavorano molto sull’autoironia. Per il prossimo film di Alessandro Siani ho utilizzato un linguaggio colto, ispirato a Mozart, questo contrasto crea l’ironia. Alle volte la sorpresa ti aiuta. Mi capita che mentre suono una melodia classica, ci metto dentro un pezzo che spiazza. In questo senso l’accompagnamento musicale è fondamentale. Ci sono scene nelle quali una musica leggermente diversa cambia tutto. Ho provato a far vedere la scena in “Benvenuti al sud” in cui i colleghi di Bisio lo inseguono per dirgli che gli hanno preparato casa, con una musica diversa, e l’effetto è veramente rovesciato. Sembra che lo vogliano uccidere! La musica accompagna il linguaggio dell’ironia e lo enfatizza, facendoti ridere di più.

Non credo. In generale, se una commedia non riesce a far ridere, non sarà la musica a renderla divertente.

Ti capita di andare ai concerti di musicisti che non conosci? Hai avuto qualche folgorazione in questo senso negli ultimi tempi? Devo confessare che negli ultimi anni non riesco ad andare ai concerti, semplicemente per questioni di tempo. Ho ben poco tempo libero, ma è anche vero che, quando lavoro ad un progetto, mi dedico esclusivamente a quello, mi immergo nel lavoro. E in effetti non prendo mai due lavori contemporaneamente, proprio per potervi dedicare in maniera esclusiva ad un progetto. Fino al ’94 ho fatto molti concerti, poi c’è stato un periodo di pausa, ma da un po’ di tempo ho ripreso l’attività concertistica e anche questo, oltre alla composizione e al Conservatorio, non mi permette di avere molto tempo libero. Si, e di solito mi piace molto. Un anno fa ad esempio andai ad un concerto di D’Angelo, fu una folgorazione.

Che musica ascolti solitamente? C’è qualche musicista col quale ti piacerebbe particolarmente collaborare? Ascolto naturalmente molta musica, il mio idolo assoluto per quanto riguarda la tradizione italiana è Nino Rota, che è il mio maestro. Poi anche Morricone, ma se devo fare un nome su tutti, questo nome è sicuramente quello di John Williams. Le sue colonne sonore mi travolgono, lui ha una capacità di composizione e un’ispirazione unica. Per il resto, non prenderla come una questione di presunzione, ma non credo che riuscirei a comporre con altre persone. È forse un po’ di sana gelosia. Non saprei. Io per esempio non riesco a far arrangiare le miei musiche da altri. Trovo che l’orchestrazione e l’arrangiamento siano una parte fondamentale. Certo, mi chiamasse John Williams… che dire? Anche a fare le pulizie a casa sua. Ma normalmente non riesco a condividere facilmente. Si tratta di un lavoro delicato, parliamo di creatività, ci deve essere un affiatamento davvero difficile. Ce ne sono moltissimi! se dovessi dirne uno solo, direi Hans Zimmer.


MUZI GLAM di Debora Borgese

Cos’è la Musica dovremmo saperlo tutti anche se, a volte, ci capita di ascoltare qualcosa o qualcuno che ci fa, quantomeno, venire il dubbio…che sia così. Ma in questa rubrica vogliamo darlo per scontato: “Tutti Sappiamo cos’è la Musica!” (ed anche con la “M” maiuscola). Il Glamour, ahinoi, invece non è così diffuso e di mostruosità al suo riguardo ci capita di vederne tante e, come si suol dire, “L’occhio vuole la sua parte”…e la vuole anche buona; eleganza, sensualità, seduzione…e soprattutto “fascino” gli ingredienti fondamentali di questa rubrica. “Muzi Glam” unisce ciò che tutti pensiamo di sapere cos’è con ciò che tutti dovremmo sapere cos’è. Vi avvisiamo, in questa rubrica “l’abito fa il monaco”…e anche “la monaca”.

UN “GAY SPRAY” IN DIFESA DELLE DONNE, L’ULTIMA GENIALE PROVOCAZIONE DEI BRIGANTINI In testa? Le donne. Potrebbe essere altrimenti? A qualche uomo però, l’irrefrenabile desiderio di possederle, sfugge di mano, e le cronache riportano fatti di violenza rivolta, in particolare, nei confronti del genere femminile.

Intervengono perciò i Brigantini con il loro marchio di fabbrica: una pungente ironia dominante nel terreno del surreale, scandita da una preparazione e competenza tecnico-musicale assolutamente versatile in ogni lavoro discografico come nelle live performance. “Gay Spray” è una riflessione intelligente sul rapporto delle donne con l’altro sesso: è vero, le donne preferiscono le amicizie omosessuali per sintonia e affinità. Quindi la brillante idea di un gay spray per omosessualizzare non solo i malintenzionati ma tutto il genere maschile per rispondere alla reale esigenza femminile di essere capite.

Il valore aggiunto è il film breve per la regia di Nanni Musiqo che anche in quest’occasione attesta la sua spiccata sensibilità artistica capace di dare vita ai pensieri espressi nel testo che accompagna la musica in perfetta sintonia di gioviale ilarità. Sebbene il brano e il video viaggiano tranquillamente nelle acque della viralità mediatica, aver scelto di coinvolgere gli amici tra le figure del film breve amplificherà notevolmente la risonanza: i Brigantini se lo meritano e gli amici credono fortemente in loro.

Lunga vita ai Brigantini!

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Muzi FIEBER di Fabio Nirta

1

Mind Enterprises è Andrea Tirone, talentuoso e poliedrico musicista che da Torino si è spostato molti anni fa a Londra. Reduce dalla fortunata esperienza con DID (oggi DYD), si è accasato con la prestigiosissima Because Music, label francese già casa di artisti come Prince, Justice o Django Django. L’abum di esordio “Idealist” è nu funk di bellezza rara. Il Singolo “Chapita” è utilizzato dalla Durex, la celebre marca di anticoncezionali, come colonna sonora della nuova pubblicità in tutto il mondo. Il mio disco pop dell’anno.

MIND ENTERPRISES - CHAPITA https://www.youtube.com/watch?v=CtVIP_3vrTI

3

“Sand” è il nuovo singolo di GIUNGLA, ovvero Emanuela Drei, già voce e chitarra nei Heike Has the Giggles e basso nel progetto His Clancyness. E’ il secondo dei quattro brani che andranno a comporre l’EP di debutto, Camo, stampato su vinile 12” da Factory Flaws. La ragazza sa il fatto suo ed i risultati, dopo questo convincentissimo inizio che l’ha portata ad invadere molti blog e testate straniere importanti, non tarderanno ad arrivare.

GIUNGLA - SAND https://www.youtube.com/watch?v=bOQgnukldYE

5

L’italia è terra di psych ed all’estero abbiamo un credito mica da ridere. Fatto sta che Gioele, in arte Juju, ha messo su un album di una bellezza incredibile, finendo su ogni testata internazionale di genere, osannato in Inghilterra, dove molti del settore parlano del disco come probabile disco dell’anno. Il singolo scelto è un pop filtrato psych e shoegaze di “Samael”, anche se del disco la mia preferita è la cavalcata acida finale “Bring ‘em War”, consigliatissima agli amanti di Death in Vegas e Primal Scream.

JUJU - SAMAEL BRING ‘EM WAR https://www.youtube.com/watch?v=GRyDZB_E2bU

2

His Clancyness è la band di Jonathan Clancy, già sugli scudi con Settlefish e A Classic Education. L’album di tre anni fa, uscito per Fat Cat, etichetta anche dei Sigur Ros, fa fece gridare al miracolo a moltissimi, seguito da un tour europeo infinito. Il nuovo singolo “Pale Fear”, pubblicato in vinile 7 pollici da Maple Death, è stato realizzato negli Invada Studios dei Portishead a Bristol da Stu Matthews dei Portishead che si è occupato del missaggio. Aspettando il disco, è un gran bell’attendere.

HIS CLANCYNESS - PALE FEAR https://www.youtube.com/watch?v=eskC492PbqU

4

SUMMERISE è il nuovo lavoro dei Flowers or Razorwire, fuori per la prestigiosa etichetta americana di settore KEATS//COLLECTIVE (label americana già di Saint Pepsi, Skylar Spence, Basement Love, Slow magic, etc.). Il disco, un cocktail fresco e fruttato di french house, tropical e chillwave, è il diario di una nuova possibile estate italiana. “Lifeboat” è la prima traccia dell’album ed anche il nuovo freschissimo video. Il disco è perfetto se messo su ad orario aperitivo o per viaggi in macchina con finestrino aperto e sorriso stampato in faccia.

FLOWERS OR RAZORWIRE - LIFEBOAT https://www.youtube.com/watch?v=TsPRI8uedUY

6

Niagara sono probabilmente tra le esperienze live più interessanti che l’Italia ha da proporre oggi. Contemporanei, visionari e pop allo stesso tempo, concettuali ma accessibili. Il loro modo di proporre e proporsi e la loro estetica fanno di loro qualcosa di assolutamente credibile e di certo le continue collaborazioni con grandi artisti e band internazionali, non sono situazioni casuali. Credo che di loro se ne parlerà a lungo e bene qui e altrove. Indeciso fino alla fine se inserire “Hyperocean” (title track dell’album remixata dagli Animal Collective) o “Escher Surfers” in compilation, ho deciso per la seconda solo per una motivazione squisitamente legata alla stagione.

NIAGARA- ESCHER SURFERS https://www.youtube.com/watch?v=u27IV-o5FsY

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Europei di calcio, il sole che toglie il fiato, la tua bibita ghiacciata preferita, il gelato artigianale, mare profumo di mare… e cosa resterà di quest’estate 2016? Di certo il ricordo di un referendum che scontenta tutti, dove l’esclusione vince ancora facile contro ogni principio umano e inclusivo, peggio ancora se, a ben rifletterci, il segnale di chiusura arriva dalla nazione che ha consegnato al mondo moderno la propria lingua, ormai universalmente riconosciuto come l’idioma universale. E noi italiani, cresciuti con il mito del London Calling e del chi se ne frega se poi si finisce a vivere lavando piatti in qualche ristorante, abbiamo sempre sognato di raggiungere con la nostra musica altri lidi e il maggior numero di ascoltatori oltre le Alpi, affidandoci all’inglese come nave della speranza. Di cosa stavamo parlando? Di sogni? Si, di sogni. Fantasie che a volte si realizzano ed a volte no, ma che lasciano comunque la soddisfazione di averci tentato, e non è mica roba da poco. E allora ecco per voi, in ordine sparso, una possibile compilation dell’estate, stravagante alternativa a quella selezionata per voi dalle radio che ancora puzzano troppo di FestivalBar, tra suoni e visioni, come diceva Bowie: dodici canzoni di altrettanti progetti musicali italiani, dodici come i mesi dell’anno, come una squadra di calcio ed il suo mister.

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Inude è la band del momento. Un ep, “Love Is In The Eyes Of The Animals”, uscito da poco più di un mese per Panorama Musique e 80 date di tour, festival prestigiosi, ovunque. Il loro nu soul conquista, convince, avvolge. Tra ritmiche e romanticismo, voce e suoni, la band ha tutto ciò che serve ad una band per fare grandi cose. Il loro nuovo video “Hudea”, ispirato alla storia della dolcissima e ormai famosa bimba siriana che scambia la macchina fotografica per un fucile ed alza le mani in senso di resa, commuove e incanta, impossibile non inserirlo in compilation, è il pezzo di giugno ma anche di settembre, è già un classico.

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JOLLY MARE - TEMPER https://www.youtube.com/watch?v=4KzglODYCgI

INUDE - HUDEA https://www.youtube.com/watch?v=ZZ4oHhbwcfs

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YOMBE è un duo composto da Alfredo Maddaluno e Cyen, già ex membri dei Fitness Forever La traccia scelta “Vulkaan” è una vera gemma pop, quella da far leccare le orecchie a qualsiasi discografico del mondo. Il video, realizzato in maniera impeccabile ed in rotazione su MTV, rappresenta una vera manifestazione d’intenti. L’esotismo insito nella scelta del nome, non è solo un richiamo estetico alla cultura africana, ma il leitmotiv dell’intero progetto: Yombe riesce a fondere l’elettronica e il soul con le sonorità più oscure e tribali degli strumenti primordiali. Il risultato è assolutamente radiofonico ed allo stesso tempo non convenzionale. L’ep da cui è estratto il singolo selezionato è un contenitore di singoli, a voi, se avete voglia e tempo, di scegliere il vostro preferito.

YOMBE - VULKAAN https://www.youtube.com/watch?v=CTzMxL0VqCY

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Non poteva di certo mancare in compilation, il nuovo singolo del nuovo album “Recover” di Casa del Mirto, alfieri silenziosi da dieci anni della rivoluzione chillwave che ci ha marginalmente colpito, ma che all’estero ha regalato al progetto soddisfazione incredibili, come prima band italiana a bucare il muro del mezzo milione di vendite su Itunes con la hit “The Haste”, prima di mostri sacri quali Vasco o Ligabue, prima che in Italia si parlasse di vendite digitali come qualcosa che non appartenesse ad una piccola nicchia. CdM, fresca di festeggiamenti per i dieci anni di attività e di grossissime soddisfazioni internazioanli, torna con un singolo fresco ed italo, a cavallo tra Tom Tom Club e synth pop 80.

CASA DEL MIRTO feat. MIA - HUSH https://www.youtube.com/watch?v=vexq9ywBpyc

Jolly Mare è Jolly Mare, una vera e propria istituzione dietro ai piatti prima, e da adesso anche come produttore. Fabrizio, infatti, ha dato alla luce un primo album di bellezza rara. Dove il jazz, il funk, la italo, la disco convivono serenamente, è merito della classe del produttore pugliese che ne sa cogliere ogni sfumatura e renderla attuale e personale. Il suo “Mechanics” è stato pubblicato da 42 records ma anche dall’americana Bastard Jazz rec. ed è finito praticamente su ogni sito specializzato e sulle radio inglesi nazionali più importanti. “Temper” è il singolo, buon viaggio.

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Birthh è l’oscuro alter-ego di Alice Bisi, folk singer di grandissimo spessore. Lei stessa definisce così il suo disco “Born In The Woods”:”Ho preferito che i suoni del Wurlitzer e di gran parte delle chitarre avessero un certo timbro lo-fi, a fare da contrasto ai suoni precisi e netti dei beat e degli arpeggiatori. Anche l’organo e l’armonium sono stati inseriti con lo stesso scopo. Mancano quasi del tutto gli elementi della batteria acustica. Abbiamo lavorato molto per aggiungere suoni percussivi presi dalla quotidianità (snap, battiti di mani, acqua, porte che sbattono…) e integrarli dentro ritmi frammentati, a volte disorientanti. In gran parte dei brani non abbiamo usato nemmeno il basso: mi piaceva l’idea di poter fare un disco di musica elettronica senza l’ausilio di questo elemento centrale: per ottenere quella profondità abbiamo optato per delle casse con una frequenza bassissima”. Malinconia livello massimo.

BIRTHH - CHLORINE https://www.youtube.com/watch?v=UYpaA_Y-sn0

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Not Waving è il progetto del produttore e musicista elettronico Alessio Natalizia. Originario di Vasto, una piccola città italiana sulla costa adriatica, Alessio si trasferisce prima a Torino, dove realizza una indimenticabile esperienza con il post punk / punk funk dei Disco Drive, per poi spostarsi a Londra nel 2006. “La sua musica spazia dalla sontuosità delle sonorità analogiche ad un polveroso turbinio spinto da pulsanti arpeggi ed adrenalinica quanto fredda EBM. Eternamente intangibile e spettrale, fuori dallo spazio e dal tempo”. Prima di Not Waving, pubblicato per la Kompakt un disco ambient-techno con l’alias Walls, assicurandosi una discreta fama. Curiosità: in 24, singolo che ha preceduto e promosso l’album pubblicato da Diagonal, è stata inserita una italianissima conversazione in cui Berlusconi chiede a Dell’Uri di procurargli della “polvere nera”.

NOT WAVING - I KNOW I KNOW I KNOW https://www.youtube.com/watch?v=z1IX5s8uCNI Muzi Kult 15


( ONDESOCIAL ( ( di Antonella De Cesare

#1

#2

# IMANY – DON’T BE SO SHY (FILATOV&KARAS REMIX)

# COME ON - CHIARA GRISPO BARAONDA ED. MUSICALI

TIME RECORDS

# E chi se l’aspettava che fosse proprio lei la voce! Dance anno 2016 con lo sforzo di fare qualcosa di un pochino diverso! Da ascoltare almeno una volta giorno, passeggiando!

# Giovanissima ma piena di grinta. Pronta a diventare un’icona dance con questo brano che potrebbe essere un perfetto tormentone dell’estate. # https://www.facebook.com/ChiaraGrispoOfficial/

# https://www.facebook.com/imanymusic/

#3

#4 # REALITY - LOST FREQUENCIES FEAT JANIECK DEVY

# QUELLO CHE RIMANE – JULICO 22R

STUDIO 54 NETWORK

#Rimanere fermi è impossibile. I piedi, le mani, le spalle si muovono da sole con questo ritmo. Chissà poi cos’è che rimane…sarà forse il ritornello nella testa?

# Ed eccolo, il brano da cocktail in spiaggia, magari al tramonto. Un giusto mix tra ritmo dell’estate e il vento tra i capelli, in una decapottabile, in viaggio.

# https://www.facebook.com/julicojulico/

# https://www.facebook.com/LostFrequenciesMusic/

#5 # L’ULTIMA FESTA - COSMO 42 RECORDS

# “Ci stanno cacciando via, mi sa che chiudono il locale” dicono nel testo e il brano, infatti, potrebbe essere proprio quello conclusivo di una serata di festa. # https://www.facebook.com/cosmoitaly/

16 Muzi Kult


Avete sentito cosa c’è di nuovo nei meandri delle classifiche radio? Io qualcosina si ed è più forte di me, devo commentare! Così nasce “Onda Social”! Come in un tweet, le sensazioni di un brano in 140 caratteri, e immancabili faccine! Fidarsi è bene, Ascoltare è meglio!

#6

#7

# CLAUDIA – DINASTIA

# RIVOLUZIONE – RENATO ZERO

RISERVA SONORA

TATTICA

Un allegro rap che racconta la storia di una ragazza che crescendo risolve i suoi problemi. Un nuovo omaggio ad un nome femminile, stavolta è Claudia! Dedicabile!

Torna nelle classifiche il Renatone nazionale con un brano con cui non si snatura. Può piacere o no ma il messaggio è sempre forte e chiaro! “devi metterci la faccia”!

# https://www.facebook.com/dinastiaofficialpage

# https://www.facebook.com/renatozero/

#8

#9

# GET IN ON – 19EIGHTY7

# LA VITAMINA – STREET CLERKS

D:VISION

SAMANTHA IORIO MANAGEMENT

Il classicissimo disco dance da nottata estiva. Eppure ci sono tre particolari: ricorda gli anni ’90, la voce è meravigliosamente soul e il testo suona familiare. Vi dice niente Marvin Gale?

Ancora non ho capito quanto mi piace! Però i primi 10 secondi hanno attirato la mia attenzione ed è stato semplice ascoltare tutti e 3 i minuti! “Dammi la Vitamina, la mattina presto!”

# https://www.facebook.com/19EIGHTY7official/

# https://www.facebook.com/streetclerksofficial/

# 10 # L’AMORE 3.0 – DOREMIFLO RISERVA SONORA

Il sound e il testo rispecchiano perfettamente il titolo. L’amore ai tempi dei social e dell’uso spasmodico della tecnologia! E allora cosa succede se la vita reale e surreale si confondono? # https://www.facebook.com/doremiflo/

#ONDESOCIAL


CHIAMATEMI...

MAX

a cura di Max Sannella

“L’intera gamma della pittura, scrittura, musica, film è lì perchè voi la usiate…!”

KELEVRA CRONACHE PER POVERI AMANTI

(W.Burroughs)

ENDLESS HARMONY

GASPARAZZO BANDA BASTARDA

LE PINNE

HYPERSPACE

FORASTICO

AVETE VINTO VOI

Vrec

New Model Label

Costello’s Records

Vrec

Album dai tratti amarognoli con brio questo Cronache per poveri amanti dei fiorentini Kelevra, disco avvolto in un disincanto “cantato” encomiabile, che miete ascolti e riascolti entusiasti. Dieci tracce radiofoniche e piene di riflessioni che sono all’altezza – anche superata – di far parte oramai del mainstream e approcciare il grande pubblico. Esistenzialità e pop, voglia di rivoluzioni interiori e mid cantautorato rock le stelle appese a questa disco, disco che fa immaginare e spostare la visuale di tanti sulle inquadrature della vita, e per questo un piccolo tesoro di suoni e parole. Due su tutte Non hai gravità feat Davide Toffolo e il beat di Acrobata, il rimanente tutto da scoprire.

18 Muzi Kult

Un bel mix di Elisa, Alanis Morissette e Sandra Nasic tra le corde vocali di Pamela Pèrez, nonchè in quelle elettriche generali della band, i veronesi Endless Harmony, tutte evoluzioni stilistiche pigiate ottimamente in Hyperspace, undici incursioni su territori epic rock, ombre metallizzate, melodie verticali e tanta voracità espressiva, che lasciano di stucco ogni ascolto primaticcio. Un lavoro di cui viene spontaneo dire che cosa ci fa a gironzolare nell’underground quando ha tutte le certificazioni per volare alto. Undici tracce boombastiche, energia e grazia urlata, tra lampi di luce e saette oscure, un’operazione sonica che spacca qualsiasi resistenza tanto da rimbalzare tra cuore e testa come un flipper impazzito d’amore. Segnaliamo lo spasimo di chitarra Love is in the eyes of the player, il pathos profondo Make me feel e il trip a rotta di collo di Cyborg, ma il seguito è ancor di più!

Zumpa zumpappà. Variegato di colori sonici come da marchio, il nuovo disco di Gasparazzo Banda Bastarda, Forastico, un circus di stili, cuori infiammati e spicchi di mondi che fanno ballare e pensare a sfinimento, nove tremori che accumulano rock’n’roll, folk, reggae, profumi gitani, Mediterraneo, cosmi paralleli e tutto quello che fa bazar espressivo, un vortice assoluto di goduria e “semo tutti fratelli” che apre il cuore e lubrifica l’anima.

Basta poco per stare bene e riempire l’animo di dolcezze senza ingrassare, per esempio mettere su questo disco nello stereo e aspettare che la sua dinamica “gattona” faccia il miracolo. Avete vinto voi del duo milanese Le Pinne (Simona Severini voce e chitarra/Irene Maggi voce e tastiere), è un otto tracce fantasmagorico, ibrido al 100% che da confidenza agli alieni con verve e stimolo indie rock, quella metafisica fatta musica, teatralità Il prete e poesia stramba che colora benissimo qualsiasi La formazione emiliana è una for- momento di buio quotidiano. za propulsiva di istinti, un motore a scoppio che istiga muscoli e cer- Sì, disco indipendente al cubo, livello di chi ascolta, una patchan- riche e refrain radiofonici Avete ka nostrana che mette in circolo vinto voi, lontani Ustmamò Voglio voglie e rivoluzioni interiori che un jet, Tu mi piaci, la dilatazione a stento si reprimono, se poi non elegante di Frau Mescaline, piccosfogarli in poghi e balli frenetici le grandi tracce che tra sensualità come a spurgare una umanità che finto sbarazzina e tentazioni inteldal basso vuole salire in superfi- ligenti confermano che con queste cie. Sudori copiosi assicurati e se pinne si può “andare lontano”. Vito il pistolero vi farà affaticare, il dopo vi tramortirà.


“Chiamatemi…Max” è la nuova rubrica di recensioni di dischi del panorama indipendente a cura del giornalista e Critico Musicale, Massimo Sannella. Max nella sua vita ha ascoltato milioni di dischi e ha scritto migliaia di recensioni per decine di testate italiane. Vive nella musica e per la musica; la passione per i suoni, i sogni e i segni lasciati dalle opere delle quali scrive, rende le recensioni di Max Sannella un modo unico per ‘impaginare gli sforzi di chi dai sistemi sonori e dalle alchimie delle parole vuol tirar fuori il ritmo vitale dell’anima’. Nel 1965 viene pubblicato un disco dal titolo “Call me Burroughs” ne è l’autore William S. Burroughs, tutti i brani provenivano da letture dei suoi romanzi Naked Lunch, The Soft Machine, Nova Express. I romanzi di Burroughs hanno influenzato generazioni intere di musicisti, scrittori, pittori, registi e quant’altro… hanno influenzato noi. Il parallelo e l’omaggio a Burroughs lo abbiamo trovato nelle parole di un altro grande maestro della Beat Generation : Jack Kerouac «Ci vorrebbe una notte intera a raccontare del vecchio Bull Lee; per ora, diciamo soltanto che era un maestro, e si può affermare che aveva tutti i diritti di insegnare perché aveva passato tutta la sua vita ad imparare». Così Jack Kerouac presenta William Seward Burroughs, nelle pagine di “On the Road” (una pietra miliare della letteratura ‘interplanetaria’)…così noi vogliamo presentare: Max Sannella.

LEGENDA SIMBOLI

ADORE

LOVE

ENJOY

LIKE

DISLIKE

HATE

LES JEUX SONT FUNK

OFFICINA DELLA CAMOMILLA

PERSIAN PELICAN

TUBAX

ERASING ROCK

PALAZZINA LIBERTY

SLEEPING BEAUTY

GOVERNO LASER Autoproduzione

Garrincha Dischi/Panico Dischi

La Famosa Etichetta Trovarobato/ Malintenti Dischi/Bomba Dischi

Musica al top per godere notti estive dove sbattersi e fantasticare con la mente. I trentini Les Jeux Sont Funk apparecchiano l’ascolto con Erasing Rock, dieci motivi da ballare in cui si ritrovano i flussi musicali più disparati, dal funk, al pop, elettronica e la bramosia di evadere oltre i confini della solita routine.

Che dire, Francesco De Leo, con il disco numero 4, Palazzina Liberty, a elgida Officina Della Camomilla fa le cose in grande, sferraglia, distorce, mette echi, riverberi, poesia urgente e ballate alte per un ascolto mattiniero e frenetico che fa subito presa diretta tra energia e consapevolezza in men che si dica.

Quello che il marchigiano Andrea Pulci, in arte Persian Pelican, mette in mostra con Sleeping Beauty, terzo disco di carriera, è un piccolo cosmo di cinematica, cantautorato d’oltre oceano e bagliori delicati quanto dreaming che agevolano l’immaginazione libera, un’oasi stupenda di ballate e occhi chiusi che riscuotono ascolti raccolti.

Non la classica manfrina godereccia, ma una attenta selezione di stile e d estetica che tra luci stroboscopiche e bollori clubbing spiega le sue ali al comando della bella voce di Elisa fino ad arrivare a straniare nel bello pensieri e arti d’amore.

Tredici piccole scosse espressive che riflettono, immaginano, si scazzano e - perché no – sognano altro e che portano la band milanese ad un livello molto in su dell’underground da tran tran, tracce che fanno scattare la molla di un cantautorato indie, fiocchi pop e una verve complessiva da sfigati che tanto piace al di qua delle barricate alternative. Tre tracce su tutte, le visioni di Penelope, il senso elettrico liberatorio di Ex-Darsena e la malinconia straniante di Signora del mare. Diamantino controcorrente.

Raffinatamente melodiche, slowy, tra mellotron e ukulele, echi ed elettricità, le tredici tracce del disco giocano, riflettono e volano come un aquilone slegato nel vento, tracce che non si catturano con l’ambizione del “tutto e subito”, piuttosto con la grazia volitiva di un poetico approdo dondolante. Il clubbing notturno White noise, lo slow liquido Somber times e il macramè a saudade Sleeping beauty fatturano la bellezza del totale.

Irma Records

Nel lotto peschiamo il pop di Trouble no more, gli 80,s convulsi Erasing rock e lo shuffle brillante di Motorbike, poi un bel tuffo in mare a mezzanotte o più in la.

Da Bologna il “groviglio” espressivo dei Tubax con Governo Laser, punto d’incontro sonoro e scatenante di funk, ellittiche progressive, sperimentazione e una sgusciante libertà di direttrici estetiche che fanno massa all’ascolto, schizzando come una anarchica pallina da flipper. Otto spinte speciali di rimbalzi e fughe elettriche che danno una carica inimmaginabile, otto cortocircuiti di ritmi, vortici e straniamenti che rendono “perfetto” questo disco per chi cerca – nella musica – approdi di carattere convulso e mai in linea con l’ovvietà, e in questo i Tubax sono maestri assoluti, eroi di un marasma tecnico e d’anima già riconosciuto oltre cortina. Disco detonante e imprevedibile, meraviglia di “agguati sonori improvvisi” che nella sintomatologia aliena di Su gorroppu, nelle epilessie di Zenigata o dentro le asimmetrie di Fungar Pt.I eII vive i propri picchi verticali.

Muzi Kult 19


di Vladimir Costabile

ROSSOFISSO CRITICARE – APPREZZARE – RECENSIRE

“Parliamo di musica e balliamo d’architettura”

Ho sempre pensato che il deserto fosse un’idea troppo lontana da noi da non riuscire a capirla. Quando ci sei immerso e cammini senza sosta per quasi 100 km, con il caldo che sfiora i 40 gradi, con il pericolo che finisca la benzina da un momento all’altro capisci che il Messico e la Sicilia sono davvero poco lontani. Viaggiare in solitudine, con il sole che ti entra nel cervello e il caldo che rende difficile anche respirare è una sensazione mistica. Ritrovare te stesso nel viaggio. Avere una destinazione ma non sapere come si raggiunge, lottare per arrivare nell’unico fottutissimo posto che ti interessa è l’unica cosa che realmente ti rende vivo e consapevole. Si procede finchè la benza c’è, si arriva dove la benza dice che devi arrivare e in un modo o in un altro quello sarà il posto dove dovrai essere. Arrivare e acquisire consapevolezza e poi nella strada del ritorno perdere tutto il misticismo è una corsa breve. Il nulla del deserto ha sempre camminato a braccetto con l’apertura della percezione, con l’acquisizione del te stesso nascosto, fare pace con i tuoi demoni, metterli in quarantena e farli sfogare finchè non si addormentano per sempre. Continuo finchè la vegetazione inizia a colorarsi, finchè il deserto non si addormenta e fa passare la collina, un cambio di vita, di genere dalla psichedelia al Blues il passo è breve…

SALVO MIZZLE Belzebù pensaci tu

GAETANO SAVIO Evan

BON.NOT Tre

VIRGO Virgo

Autoprodotto

Autoprodotto

Alka Record Label

Autoprodotto

Cantautorato Rock maturo e VOTO: malinconico, figlio della “cattiva scuola” dei folk singer americani, ma anche del Pop d’autore e della nostra scuola cantautoriale maledetta/benedetta. Interessante lavoro d’arrangiamenti e testi mai banali tessono le trame per un lavoro cupo, malinconico e ben suonato. Questo disco è per me la conferma che il sottobosco della canzone italiana è vivo e lotta insieme a noi. C’è Speranza anche per noi comuni mortali, Belzebù aiutaci tu!

20 Muzi Kult

Si può prendere il Jazz, contaminarlo, presenVOTO: tarlo alle giovani generazioni e farlo sembrare figo? Gaetano Savio ci riesce a mio parere bene. Consolidato musicista/ compositore/dj/producer mette una squadra niente male, registra un disco bello e lo fa ascoltare a chi deve. Dopo tutto in salita, Il singolo Fall in Love part 1 fa il giro delle radio europee, Bertallot e Dj Aladyn lo “spingono” nelle radio italiane che dettano legge. Un disco da ascoltare, da lasciare sullo sfondo e da cui farsi trasportare.

Suono complesso e meticcio quello di Bon. VOTO: not che ci riporta alla mente atmosfere di Bristoliana memoria. Atmosfere cupe e ritmiche dure e spigolose fanno da traino a suoni rarefatti. Tutto ben curato ma poco personale. I testi un pò deboli rispetto all’impianto musicale. Derivativi ma con enormi potenzialità.

Un disco suonato e registrato magistralmente VOTO: ma dai contenuti non innovativi. Il terreno dello Stoner Rock oramai è di difficile percorrenza, non bastano suoni e tecnica, servono contatti con il deserto e metabolizzare realmente la lezione. Tutto troppo pulito, i testi poco intellegibili rendono difficile l’arrivo delle canzoni.


::: IL DISCO CONSIGLIATO :::

In tema di deserto vorrei parlarvi di un disco che ho scoperto troppo tardi QUEEN OF THE STONE AGE - Songs for the Deaf Un disco che suona sporco di valvola, Rock and roll d’annata, psichedelia on the road e polvere di deserto. Le linee melodiche si intrecciano in maniera magica, i ritmi del grande Dave Grohl incalzano veloci e precisi. Inquietudine e disordine sottolineano tutti i brani che regalano viaggi infiniti. Blues dal cuore inquieto condito da un pizzico humor e qualche bicchiere di Mescal di troppo. Disco da ascoltare a palla per ricercare la voglia di R’n’r forse da troppo tempo dimenticata…

BOXES Boxes

NEED HER LIVER Nuna

Autoprodotto/(R)esisto

Autoprodotto

VUOI INVIARE IL TUO DISCO DA RECENSIRE a “ROSSO FISSO” ? Invia il tuo disco in streaming o in altro modo da concordare via email a: rossofisso.muzikult@gmail.com

MILF God save the Teen

PAPEROGA Te Amo Autoprodotto

Grammofono Alla Nitro

Arriva fuori tempo massimo questo disco. VOTO: Fusion pulita, con basso predominante e voce quasi in falsetto. Un disco bello ma che nasce vecchio. Un genere senza più, ahimè, niente da dire, se non il parlare di se stesso e Boxes ne paga il conto.

In bilico tra lo stoner e il Grunge colto dei PeVOTO: arl Jam, la band di Ancona attiva dal 1999 disegna, scrive e suona un piccolo capolavoro. Un viaggio tra riffoni Blues, Psichedeliche visioni e una voce che ci riporta nei mitici 90 e nella loro sporcizia. Ottimo lavoro! Spero presto di sentirli con dei suoni degni della loro capacità di scrittura e compositiva.

I Milf sono la band più senVOTO: suale e pornografica che abbia sentito negli ultimi 2 anni. Hanno una capacità di mettere insieme tutto quello che darebbe fastidio alle nostre mamme: Sana Pornografia, suoni duri e ritmiche veloci, voci fastidiosamente in linea con il pornometal o math HC. i brani sono una bella follia. un Circo di suoni e personaggi strani, paurosi ma allo stesso tempo attraenti.

VOTO:

Il Grind è un genere per i forti di stomaco. Non si torna indietro, ti butti e poghi, in

maniera violenta. 8 canzoni per circa 20 minuti di puro terrorismo sonoro. Il gruppo si etichetta come Shitcore-band e non si deve aggiungere niente se non lasciarsi andare a questo dischetto breve ma iper veloce e incazzato.

Muzi Kult 21


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VICTOR SOLARIS nome d’arte di Vittorio Di Menno Di Bucchianico, 67 anni, musicista professionista fin dalla giovane età. Da circa venti anni dedica gran parte della propria esistenza al sociale, per la soluzione del noto caos legislativo che mortifica il comparto degli artisti dello spettacolo. Nel 2012 ha fondato SOS MUSICISTI, associazione nazionale di categoria unica nel suo genere, il cui nome dice tutto. E’ autore del MANIFESTO DEI MUSICISTI, in evidenza sul sito www.sosmusicisti.it e di se ama ripetere: “sono un musicista fortunato: sono un pensionato Enpals… Dio esiste!”.

victor.solaris@alice.it

22 Muzi Kult

La Rubrica di Muzi Kult che si occupa, grazie ad esperti e operatori del mondo della musica e della cultura, dei risvolti tecnici, burocratici e del lavoro nel campo della musica.


LE COOPERATIVE E LA PARTITA IVA Cari lettori, nella puntata precedente, col sistema dei F.A.Q., ho descritto il Certificato di Agibilità e a cosa serve. Ho anche evidenziato che questa incombenza, il versamento dei contributi che ne consegue e altro ancora, non è in capo al musicista (salvo eccezioni) ma al datore di lavoro, cioè, nel nostro caso, all’organizzatore o al produttore dell’evento; insomma, l’obbligo ricade su “colui che paga”. La conclusione, purtroppo, fu che la procedura è così complessa che gli organizzatori, facendo leva sul fatto che, a particolari condizioni, i musicisti possono provvedere autonomamente, pretendono l’Agibilità dai musicisti stessi. Come dire: “io ti pago e al resto pensaci tu”. E quali sono queste particolari condizioni? Nel caso di una band, dove è d’uso fare un contratto unico a nome della band stessa (per poi dividersi gli utili - non importa come), è evidente che si tratta di una forma societaria e le società possono/devono “mettersi in regola” autonomamente. Pensate a 4/5 muratori che si mettono insieme per costruire una casetta, è facile immaginare che, prima di iniziare il lavoro, si costituiscano in “impresa edile”, assolvano a tutte le incombenze per poi presentare il conto al termine del lavoro, a mezzo di una fattura “tutto compreso”. Sì, ma 4/5 muratori, per fare una casetta, formano una ditta che dura mesi, forse anche più di un anno. Una band non dura mai così tanto. Può persino accadere che si faccia un solo concerto e poi ci si sciolga! Appunto! E’ proprio a questo che mi riferivo all’inizio della prima puntata quando accennavo al caos legislativo del nostro settore. Sono quasi quarant’anni che ci rifilano leggi scritte per gli edili, i metalmeccanici, ecc. … E ad ogni riforma sul lavoro non fanno che peggiorare la situazione dimenticandosi che il nostro è un settore totalmente atipico. E allora? Allora è accaduto che, già a inizio degli anni ‘80, furono i commercialisti stessi a pensare alla unica forma di società che, in qualche modo, poteva fare al caso dei musicisti. Una società dove ad ogni cambiamento di soci non occorre tornare dal notaio. La cooperativa. Più musicisti che operano all’interno di una cooperativa possono facilmente interagire tra di loro e formare quante band si desiderano. Alla contabilità, all’Agibilità e a quant’altro provvedono gli amministratori della cooperativa e agli organizzatori non resta che “pagare” a fronte di fatture “tutto compreso”. Le buone cooperative, poi, provvedono anche ad altro: corsi di antinfortunistica (obbligatori per legge), organizzazione di manifestazioni, fiere, ecc. e quant’altro occorre per agevolare il lavoro dei soci. Ovviamente, far parte di una cooperativa significa anche concorrere alle spese di amministrazione e accollarsi i costi per i propri contributi previdenziali e assistenziali. In sostanza, quando si fa un accordo per una serata, è bene fare attentamente i conti. E’ impensabile infatti che si possa “suonare in regola” per dei compensi che vanno poco al di la del rimborso delle spese. Ma appare anche che far parte di una cooperativa sia una forzatura. Se in origine le incombenze ricadono sui datori di lavoro, perché mai i costi li devono sostenere i lavoratori? In effetti è una forzatura, ma è la migliore via d’uscita e, in quanto ai costi bisogna riflettere: i denari escono sempre dallo stesso cassetto! E questa regola vale per qualsiasi lavoro! Pensate che le spese che un imprenditore sopporta per mettere in regola un dipendente vengano

dal Cielo? Pensate che non ricadano sempre e comunque sul lavoratore? … Magari ?!? In alternativa, un musicista può lavorare “a partita Iva”, ad es. al pari degli artigiani? Una volta non era possibile perché la legge istitutiva dell’exEnpals (del ’47) nasceva dal presupposto che il lavoratore dello spettacolo, proprio perché è soggetto a non avere mai un “posto fisso” (salvo che negli enti lirici), era considerato un soggetto “debole”, precario a vita e da tutelare in maniera particolare. Però, nel 2013 (con legge n. 350), in tre frettolosi articoletti è stata introdotta la figura del “lavoratore autonomo esercente attività musicali”. A partire dal 1° luglio dell’anno successivo, data in cui la norma entrò in vigore, i musicisti possono prendere la partita Iva, richiedere autonomamente l’Agibilità e ottemperare altrettanto autonomamente al pagamento dei propri contributi. Probabilmente l’innovazione fu dovuta a lobby di “impresari” supportati da ingenui musicisti che pensavano di agevolare il proprio lavoro con la Partita Iva. Perché “frettolosamente? “Perché ingenuamente”? C’è qualcosa che non va in quella norma? A parte il fatto che non sono definite quali siano le caratteristiche che individuano il “lavoratore autonomo esercente attività musicale” e quindi la norma stessa è di dubbia applicabilità, la “leggina” si trascina una cantonata incredibile! I contributi previdenziali si pagano sul lordo del compenso! … Se un musicista, ad esempio, per un concerto da 1.000 euro (che è un sogno) deve fare un lungo viaggio, pernottare in hotel, ecc., spendendo oltre la metà del compenso, deve versare all’INPS il 33% del fatturato imponibile. … Per la serie: …”Hai voluto la bicicletta? … Adesso pedala !!!” In parole povere, gli restano in tasca poco più di 100 euro! Qualcuno dirà: roba da matti! … Sì! Roba da matti !?! … E in questo mese la “leggina” festeggia il 12° compleanno !?! … Hip Hip Hurra !?! Ma possibile che non ci sia una soluzione? In effetti, taluni commercialisti suggeriscono ai malcapitati di “spezzare” il contratto e la fattura in due parti, una per il concerto vero e proprio e una per il rimborso delle spese. Ma comunque si tratta di una soluzione funambolica, oltretutto: umiliante e anche ai limiti della legalità. Commercialista? Quindi bisogna mettere in conto anche la spesa per il commercialista? Certo, e un buon commercialista costa più o meno come le quote sociali (o di sostegno) di una cooperativa. Nella puntata precedente ho parlato anche di una riepilogo mensile telematico che si chiama UNIEMENS. Qualcosa di diabolico. Far da se è impossibile! Inoltre, tornando alle cooperative, c’è da aggiungere che ci sono anche altri vantaggi tipici del lavoro subordinato, quali le tutele per disoccupazione, maternità e INAIL. Tutti sapete quanto sia alto il rischio di incidenti stradali nel nostro mestiere. Ebbene: se si è in regola, l’Inal “risarcisce”. Per contro, tornando alla partita Iva: Ma v’immaginate la scena di una band di 4/5 musicisti “autonomi” mentre passano dal gestore ciascuno con la propria “fatturina” in mano ?!? Per questa puntata vi saluto e vi anticipo che nella prossima vi parlerò di “lavoro autonomo senza partita Iva” e delle pericolose associazioni no-profit di copertura.

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DINASTIA

(MAURIZIO MUSUMECI)


di Maurizio Musumeci

Greatest Eats

Prosegue, risultando ancora tra le rubriche più seguite dai lettori di Muzi Kult, “Greatest Eats”; lo spazio nel quale invitiamo artisti e operatori del mondo musicale italiano a mettersi dietro i fornelli. In Questo numero uno Chef d’eccezione con ricetta “tematica” da non perdere per nulla al mondo. Nella cucina di Greatest Eats in questo numero c’è Maurizio Musumeci (Dinastia)! Buon Appetito

“Risotto Pistacchio e pancetta” alla DINASTIA Ingredienti • 500 gr di Riso Carnaroli (ho preparato per 5 persone) • ½ cipolla di Tropea tritata • 150 gr di pancetta dolce a dadini ( se non piace la pancetta in alternativa potete utilizzare lo speck a dadini) • 100 gr di parmigiano reggiano • 150 gr di pistacchio tritato (se trovate quello di Bronte avete vinto!) • Una noce di burro

Motivazione della scelta Adoro preparare i risotti, condirli, mantecarli, impiattarli…Il pistacchio poi è il mio ingrediente preferito. Bronte non è tanto distante da Paternò (la mia città) e quindi abbiamo il top dalle nostre parti. Preferisco usare la pancetta piuttosto che lo speck perché in cottura si mantiene più morbida. Questo piatto, essendo già saporito per i suoi ingredienti, necessita di pochissimo sale e, a seconda dei gusti, potreste anche ometterlo, come faccio io. Quella che vi propongo è un’ottima alternativa all’arancino al pistacchio.

• 1 e ½ di bicchiere di vino bianco ( potete anche mettere meno vino e più acqua in fase di cottura del riso) • 150 ml di panna da cucina • Acqua q.b.

in cuffia “Ad esempio a me piace il sud” – Rino Gaetano https://www.youtube.com/watch?v=bE2TB5Sc3nM


Preparazione Quando si cucina un risotto la cosa più importante di tutte è GIRARE IL RISOTTO fino a fine cottura. Mai allontanarsi dai fornelli. È un piatto facile ma vi ruberà del tempo nella sua preparazione. Non è un piatto adatto a chi va di fretta. Io adoro perdermi in cucina, mi rilassa, mi fa pensare e stimola spesso anche la mia creatività musicale. Cominciamo mettendo nella nostra casseruola la noce di burro, il trito di cipolla e la pancetta. Lasciate cuocere per 2-3 minuti, girando la pancetta con un cucchiaio (rigorosamente di legno) per non farla bruciare. È il momento di aggiungere il riso e di farlo tostare per qualche minuto girando sempre col cucchiaio (ve lo dirò ad ogni passaggio). Una volta tostato il riso, sfumate col vino bianco e continuate la cottura aggiungendo di volta in volta dell’acqua, sempre girando col cucchiaio (mi raccomando!!!!). Quando il riso sarà al dente (di solito il tempo di cottura impiegato è di 15 minuti) aggiungete il resto degli ingredienti, ovvero il parmigiano, la panna e il pistacchio (lasciandone un po’ da parte per guarnire il piatto, mentre fate ciò CONTINUATE A GIRARE COL CUCCHIAIO il vostro risotto. Una volta mantecato il riso per qualche minuto è il momento di impiattare. Su un bel piatto piano versate una generosa porzione di risotto e guarnitelo con del pistacchio.

in cuffia “Funk Shui Project” - SoulFul

“Costruire” – Niccolò Fabi

“Anna e Marco” – Lucio Dalla

https://www.youtube.com/watch?v=yb6A1T-n-X0

https://www.youtube.com/watch?v=VXa9tXcMhXQ

https://www.youtube.com/watch?v=r7wvmPM8LYA

...Ora possiamo mangiare Cucinare per gli altri è una cosa che mi gratifica molto. È un modo per dire “ti voglio bene” a chi mi sta accanto…Che sia in famiglia o con gli amici, il momento in cui mi metto davanti ai fornelli è amore! Quindi il mio consiglio è di consumare il piatto con le persone che vi fanno star bene.

in cuffia “Il mio fuoco” - Articolo 31 https://www.youtube.com/watch?v=t5HukeuEjkc

“Vado al sud” - Brusco https://www.youtube.com/watch?v=xvKbyqDp-u8

“Ready or Not” - The Fugees https://www.youtube.com/watch?v=aIXyKmElvv8

Vini consigliati • Vino bianco siciliano “Insolia” • Cerasuolo di Vittoria • Vino bianco siciliano “Grillo”


SPECIALE 16

LE MAFIE 28 Muzi Kult


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IO SOSTENGO

MUSICA CONTRO LE MAFIE Continuano le Adesioni di Nuovi Artisti al Progetto “Musica contro le mafie” Qui alcuni degli artisti che fino ad oggi abbiamo incontrato sul nostro cammino, amici che fanno già parte del gruppo di artisti di “Musica contro le mafie” e altri nuovi amici. Se vuoi conoscere tutti gli artisti di “Musica contro le mafie” clicca su : www.musicacontrolemafie.it

Tre Allegri Ragazzi Morti

32 Muzi Kult


Brunori Sas

Vallanzaska

Lo Stato Sociale

Apres la Classe

L’Orso

Ondanomala

(MimmoCrudo & Lady U)

Muzi Kult 33


MuziKult Phone Chart

muzikultphonechart.altervista.org

Le Classifiche dalla Cabina !! ...dall’indice 34 Muzi Kult


J-AX & FEDEZ Vorrei ma non posto

1

1

(S.M.Entertainment)

(S.M.Entertainment) - regia: Mauro Russo

ELISA No Hero

2

2

(Sugar)

3

(Musica Posse)

4

CLE-

MARCO MENGONI Parole in circolo

5

(S.M.Entertainment)

6

7

CLEMENTINO Quando sono Lontano (U.M Italia)

FRANCESCO GABBANI Amen (BMG)

8

DANIELE SILVESTRI Quali Alibi (S.M.Entertainment)

9

SALMO FT.V.KWALITY & T.BARKER Il Messia (S.M.Entertainment)

10

FRANCESCA MICHIELIN Nessun grado di separazione

(S.M. Entertainment) - regia: Giacomo Triglia

TIROMANCINO Piccoli Miracoli

(S.M.Entertainment)

TOP TEN VIDEO CHART

TOP TEN SINGLES CHART

(S.M.Entertainment)

5

ROCCO HUNT Wake up

(S.M.Entertainment) - regia: Alberto Salvucci

ROCCO HUNT Wake up

4

SALMO FT.V.KWALITY & T.BARKER Il Messia (S.M.Entertainment) - regia: Alberto Salvucci

99 POSSE Combat Reggae

3

J-AX E FEDEZ Vorrei ma non posto

ELISA No Hero

(Sugar) - regia: Alessandra Alfieri

6

FEDEZ & MIKA Beautiful Disaster

(W.M.Italy) - regia: Mauro Russo

7

DANIELE SILVESTRI Quali Alibi

(S.M. Entertainment) - regia: Fernando Luceri

8

ALESSIO BERNABEI Noi siamo infinito

(W.M.Italy) - regia: Mauro Russo

9

MARCO MENGONI Parole in circolo

(S.M.Entertainment) - regia: Antonio Usbergo & Niccolò Celaia

10

CLEMENTINO Quando sono lontano

(U.M. Italia) - regia: Mauro Russo

CLICCA E GUARDA LA CLASSIFICA COMPLETA PARAMETRI per le Classifiche : La presenza in classifica viene definita dalle segnalazioni dei “Muzi Kult Friends” che si dividono in : ‘TV Friends’ (direttori artistici, conduttori di Tv e web tv italiane) che segnalano una Playlist di 5 videoclip ognuno. ‘Radio Friends’ (speaker, dj, conduttori di Radio e Web Radio Italiane) che segnalano una playlist di 10 singoli ognuno. ‘Muzi Kult Friends’ (giornalisti, critici musicali, operatori del settore) che segnalano 2 playlist: una di 5 videoclip e una di 10 singoli. (Tutt i ‘Friends’ cambiano ogni 2 mesi e segnalano le loro preferenze ogni 15 giorni) In base a queste segnalazioni vengono stilati due elenchi di artisti per i videoclip e per i singoli. La presenza in più playlist dei Friends è il parametro di maggior influenza. (50% dell’influenza) La presenza in una playlist assegna un valore che va da 10 (dieci) del 1° (primo posto) a 1 (uno) del 10° (decimo posto) per i singoli e a 5 (cinque) del 1° (primo posto) a 1 (uno) del 5° (quinto posto) per i videoclip. Parametro importante inoltre per la classifica video e singoli sono le visualizzazioni ‘Youtube’ (35% dell’influenza) e la presenza in altre classifiche (Mtv, Deejay ecc) (15% dell’influenza)

MuziKult Friends - likes SIMONE ARMINIO Giornalista, critico musicale, scrittore, operatore culturale Cronista presso Il Resto del Carlino, Già vicedirettore di Pop-On e redattore con il quotidiano Terra

LOREDANA CILIBERTO Coord.ass “Fata Morgana” Curatore di eventi Musicali (More, Suoni Pindarici…) Eventi cinematografici (Corti di Memoria, Moda Movie…)

CLICCA E GUARDA LA CLASSIFICA COMPLETA

LEGENDA: in salita

in discesa

Radio Friends - likes

new entry

stabile

rientrato

I Singoli preferiti dai nostri amici delle Radio

ALESSANDRO ROVINALTI

ANDREA MANTELLI Autore del libro+cd ‘Un Passo di Bachata’ (Ed. Zona) Curatore dello spazio ‘Laboratorio One – Spazio ai Talenti Emergenti’

Dj e speaker radiofonico Radio Fly Web (Bologna)

RADIO NA.SO.NE.

ENZO SPRECACENERE

Redazione

Condutttore e Fondatore Studio 1 Abruzzo

Radio Napoli Sound Neapolis

ALESSANDRA MARGIOTTA Critico musicale, Giornalista fondatrice del sito “Music In Black” Scrive per il periodico “Spagine”

TV Friends - likes

I Videoclip preferiti dai nostri amici delle TV

VALTER CIRILLO REDAZIONE MUZIKULT

TELE CLIP (Ch52)

Giornalista – Direttore Responsabile Antenna Sud Pop TV

(Redazione)

LA WEB TV.Com

TELE BO

(Redazione)

(Redazione)

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FABIO CRISEO

Promo Artists Tra l’ironia e il sociale, tra satira e poesia, sulla scia di Edoardo Vianello, Stefano Rosso e Rino Gaetano, la nuova romanita’ nelle canzoni di Fabio Criseo.

Guarda il video “Tengo Mucho Dinero” di FABIO CRISEO su youtube: https://www.youtube.com/watch?v=CKHpeGEro9M

Acquista il singolo “Tengo Mucho Dinero” di FABIO CRISEO su ITunes

https://itunes.apple.com/it/album/tengo-mucho-dinero-single/ id1113413113

FABIO CRISEO on Facebook:

https://www.facebook.com/Fabio-Criseo-389332074591242/

INTERBEAT LABEL Official Site: http://www.interbeat.it

TENGO MUCHO DINERO “Tra ballottaggi e veleni, il canto di gioia di un uomo che non risente della crisi” Ad un anno esatto di distanza dal suo grande insuccesso «MisonoinnamorataDjAx» torna Fabio Criseo con la sua nuova Hit «Tengo Mucho Dinero», un brano che in veste ironica e ballabile racconta la corruzione ed il malcostume che non riguarda solamente Roma ma tutto lo stivale. Il brano si candida a diventare uno dei tormentoni dell’estate di Ostia, Fiumicino e Fregene con possibilità di espansione a Rimini, Forte dei Marmi e nel Salento. Si narra che qualcuno abbia sentito dei pastori sardi intonare il brano a cappella dentro un nuraghe dopo averlo ascoltato in anteprima sul Web. Insomma questa canzone ha buone possibilità di divenire il nuovo cinecocomero dell’estate!.

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GIULIA CALÌ

Promo Artists Giulia Calì, cantautrice fiorentina, nasce il 25 febbraio 1993. Nel 2012 apre un canale YouTube dove posta cover dei più grandi artisti del panorama musicale raggiungendo quasi 100.000 ascolti in 3 anni. Nel 2013 debutta con il suo primo album, Vola,autoprodotto e composto da 6 brani inediti ed una versione acustica. Nel 2016 ottiene un finanziamento dalla Regione Toscana grazie a Toscana100band che le permette di pubblicare il suo secondo album, Giulia sta bene, firmando con l’etichetta discografica Red Cat.

Guarda il video “Happiness” di GIULIA CALÌ su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=UODg7BxAPAA

GIULIA CALÌ on Facebook:

https://www.facebook.com/giuliacaliofficial

GIULIA STA BENE La semplicità di una chitarra e di una voce dà vita a “Giulia sta bene”, album composto da 11 brani inediti tutti in chiave acustica. Con brani sia in italiano sia in inglese, “Giulia sta bene” cerca di riportare la canzone al suo aspetto più minimale dando un forte peso alle parole. I temi trattati sono vari, ma tutti accumunati da un percorso introspettivo alla ricerca di se stessi e dalla consapevolezza della forza e della fragilità che ci caratterizza.

Muzi Kult 37



MKLIVECONCERTI

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L’ARTISTA DEL MESE Ascolta CHOP CHOP BAND on Soundcloud: www.soundcloud.com/chop-chop-band

Acquista “Rialimenta” della CHOP CHOP BAND su Itunes:

https://itunes.apple.com/it/album/rialimenta/id1093236001

CHOP CHOP BAND on Facebook: https://www.facebook.com/chopchopband/

CHOP CHOP BAND on Instagram: www.instagram.com/chopchopband

40 Muzi Kult

CHOP CHOP BAND

Ancora spazio in ogni numero per gli artisti Indipendenti…. Un nuovo interessantissimo artista selezionato dalla redazione di «Muzi Kult» tra decine di proposte. Conosceremo la sua musica, l’attività che ha in ‘highlights’ in questo momento, e scambieremo con lei due chiacchiere. Come sempre, vi daremo la possibilità di conoscere da vicino realtà emergenti ed emerse, alternative e interessanti del panorama indipendente italiano e del suo vastissimo ‘undergound’ fatto di musica di qualità.


L’ARTISTA DEL MESE “…Credo che essere influenzati dalla musica del passato sia quasi inevitabile…” (CHOP CHOP BAND)

DUE CHIACCHIERE CON PINO PEPSEE A distanza di sei anni tornate sulla scena con ‘Rialimenta’, quali sono le novità in questo lavoro e le differenze rispetto ai precedenti? La novità principale di “Rialimenta” è il ritorno alle origini reggae e rocksteady che hanno caratterizzato le prime nostre produzioni, si tratta di un album tutto suonato live in studio e registrato quasi interamente in analogico su nastro, come si faceva una volta. Abbiamo fatto questa scelta perché ci piace variare, sentirci liberi di esprimerci attraverso le varie sfaccettature della musica, l’album precedente “Sunshine” era invece molto elettronico e con la collaborazione di molti dj e producers, questa volta abbiamo scelto i musicisti! L’album è uscito il 15 Aprile 2016 per Fridge records –Goodfellas e grazie all’apporto di Puglia Sound. Come mai “Chop Chop Band” e perchè questi anni di silenzio?

La Chop Chop Band si è formata in Puglia 25 anni fa intorno alla figura carismatica di Pino Pepsee, cantante, chitarrista e compositore. Con ‘Rialimenta’ la celebre band pubblica il suo quinto lavoro e torna sulle scene dopo un lungo silenzio artistico. I primi anni di vita della Chop Chop band sono stati spesi suonando dal vivo, spandendo vibrazione viva e ribelle nei centri sociali e di tutto il paese, da Catania e Perugia, da Matera a Roma. Nel 1995 la band incide il demo “Revolution Reggae” e contribuisce alla compilation “Sonica 96”con la canzone “Questione Di Valori”. Cresce la convinzione nei propri mezzi e cresce anche l’organico, con la presenza di una sezione fiati in stile ska per il totale di una decina di elementi. Nel 1997 la fama della Chop Chop Band si allarga grazie alla pubblicazione del disco “Fiore Di Terra”, distribuito in 40mila copie insieme al settimanale Avvenimenti. Prosegue senza soste l’attività dal vivo, che trova la sua prima consacrazione con l’esibizione nel 1998 al Rototom Sunsplash (e da qui in poi i Chop Chop saranno ospiti di tutte le edizioni del celebre festival reggae italiano). Nel 1999 viene pubblicato ‘Sveglia’, svolta roots reggae che piace e convince gli amanti del sound caraibico e la critica italiana. Nel 2001 il gruppo pubblica il singolo “L’Isola Che C’é” con la collaborazione del Sud Sound System. Nel 2004 esce il disco “Ci Sei O No!?” per V2. Nel 2009 viene pubblicato l’album ‘Sunshine’. Dal 2010 la Chop Chop Band si rimette al lavoro tornando al reggae che ha contraddistinto gli esordi e oggi eccoli tornare con un nuovo lavoro in uscita il 15 Aprile per Goodfellas Records e Fridge Records.

# Chop Chop è un’espressione slang o se vogliamo volgare, o di strada, per dire basta, dacci un taglio, chiudi!! La stessa espressione che Joe Strummer al termine della canzone “Jimmy Jazz”, dall’album London Calling, rivolge al tecnico del suono che stava registrando la loro canzone!! Quelle due parole le abbiamo colte per dare il nome alla Band in modo che racchiudesse il nostro dire, in maniera spicciola, Basta a determinati cliché e standard sociali, attraverso le nostre canzoni utilizzando il Reggae come veicolo in modo del tutto personale ed originale! In Chop stile insomma!! # Un silenzio volontario, che ci ha portato ad affrontare esperienze artistiche e umane delle quali ognuno dei componenti sentiva l’esigenza di compiere. Ma la musica non si può fermare ed eccoci più determinati di prima con “Rialimenta”! Quindi buon ascolto e aiutateci a diffondere positività! Grazie per l’intervista un saluto a tutti voi! Bless!

“CANZONI INEDITE” Rialimenta’ è il disco del ritorno della Chop Chop Band, alfieri del reggae e del rocksteady made in Italy e tra le band di punta della scena pugliese. Il nuovo disco della Chop Chop Band sarà in tutti i negozi e digital store dal 15 Aprile per Goodfellas Records e Fridge Records con il sostegno di Puglia Sounds. “Il nuovo disco è stato per noi un atto dovuto, riconoscenza verso i fan che ci hanno sempre seguito e che affollano i nostri concerti”. Pino Pepsee continua dicendo che ‘Rialimenta’ è nato per diffondere positività senza essere banali, cercando di ironizzare per trasmettere la voglia di continuare a credere nel futuro. “RIALIMENTA” indica una rinascita, la voglia di tornare a mettersi in gioco senza timore!! I dieci brani contenuti in ‘Rialimenta’ sono stati registrati dalla Chop Chop Band nel corso degli ultimi due anni, noce inediti e la caldissima cover di ‘Una Carezza in un Pugno’ di Adriano Celentano. L’anno scorso era stato presentato il singolo e relativo video del brano ‘Un Po’ di Volume’.

Muzi Kult 41


MK

Oltre 600 i singoli diffusi da «MEET’n’RADIO» in un anno. E’ un servizio di Delivery di Singoli alle Radio del Circuito attraverso una eterogenea Compilation. On Mag Promotion realizza ogni mese una compilation digitale selezionando proposte provenienti da tutto il mondo indipendente. La Compilation digitale viene inviata a tutte le Radio e web-Radio legate al Circuito radiofonico «Meet’n’Radio» rinsaldato e rafforzato dal lavoro dell’uff. Stampa, ideatore delle iniziative di promozione «Meet’n’Radio» e «Meet’n’TV» . Oltre 400 le Radio e oltre 500 le Web-Radio che ricevono la Compilation Digitale di «Meet’n’Radio» ogni mese. Tantissime le Radio che continuano a trasmettere le nostre proposte e che hanno portato e continuano a portare gli artisti da noi promossi in tante delle classifiche radiofoniche indipendenti. I brani continuano ad arrivare anche all’estero: Argentina, Germania, Stati Uniti, Perù, Uk, Mexico, Colombia, Uruguay, Paraguay, grazie alla collaborazione delle radio vicine al circuito Meet’n’Radio e di On Mag Promotion.
 Oltre a tutto ciò, è già di per se esclusivo essere selezionati fra i Brani del Mese.

www.onmagpromotion.com/meet.html MEET’n’RADIO - n° 4 (QUATTRO) ESTATE 2016 (NINO MANFREDI) http://www.onmagpromotion.com/meet_quattro16.html

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1. CHOP CHOP BAND – SE LEI DOMANI (Guaglione) – Fridge - Ed. Fridge/Goodfellas 2. SNERV – LA FESTA ADESSO E’ QUI (A.Papagni) – Goodfellas - Ed Goodfellas 3. DELY DE MARZO – NON VOGLIO ANDARE AL MARE (G.De Marzo) – Goodfellas - Ed Goodfellas 4. EUGENIO RIPEPI & CHIARA RAGNINI – SEGUI L’HASHTAG (E.Ripepi) – Crea Media 5. ONDANOMALA (Mimmo Crudo & Lady U) - SALTA ANITA (D.Crudo/F.Salerno) - MkRecords – Ed. Emmekappa 6. CARMEN VILLALBA – E ALLORA STOP (M.Caso/C.Villalba) - MTM Metamorfosi – Ed. Mtm Metamorfosi 7. ELEONORA BONANNI – EXPLOSIONS (E.Bonanni/C.Bastianelli) – GDE Records – Ed. Gde Edizioni Musicali 8. GIULIA CALI’ – HAPPINESS (G.Calì) – Red Cat Records 9. FRANCESCA VACCARO – NON ME NE FREGA NIENTE (G.Cocco/G.Cocco/A.Cecchini) – CV Music Label – Ed. G.Cocco 10. AMNESIA ft Zaion – DOMANI (Mas Davide) – Goodfellas 11. WHAT A FUNK ?! – KINGS OF FUNK (G.Guldoni/L.G.Pretorius/S.Bassoli) – IndieBox Music – Ed. Le Parc Music 12. IL LACRIMO – NO LONGER (D.Kristof Acs/F.S.Falletta) - Autoprodotto 13. JOE e I FRATELLI – BRICIOLE (G.Peltrini/M.Ghidina/F.Renna/Y.Chemlali/R.Deganis/R.Deganis/A.Fapanni) – IndieBox Music – Ed. Le Parc Music 14. BYE BYE JAPAN – TIME TO DO SOMETHING (M.Amoroso/V.Cassarino) – Autoprodotto 15. DOPPIO NERO ft. Luce – ACQUA (A.Rinella) – MTM Metamorfosi – Ed. Mtm Metamorfosi 16. KRONAX – RIGHT OR WRONG (Clazy/L.Piergiovanni) – Interbeat – Ed. Interbeat 17. COFFEE CUPS – STELLE DI PLASTIKA (S.Confortino) - Autoprodotto 18. PAOLO SOFIA – IL NAVIGANTE DEL 3000 (P.Sofia) – Autoprodotto 19. KUMBA’ – ‘NA SERA ‘E MAGGIO (G.Cioffi/G.Pisano) – Interbeat – Ed. Interbeat 20. LEON – LASCIA STARE TUTTO (V.Consiglio/C.Omaggio) – Interbeat – Ed. Interbeat 21. FABIO CRISEO – TENGO MUCHO DINERO (L.Piergiovanni/F.Criseo) – Interbeat – Ed. Interbeat 22. DIEGO SPINOLA – TRA FUMO e STRESS (D.Spinola/S.Sanna) – MTM Metamorfosi – Ed. Mtm Metamorfosi 23. FABIO FANUZZI ft. Mario Sboarina & Charleen – FREE TO LOVE (F.Fanuzzi) - Fuzz Recording 24. EMILIO – DOVE SI VA (Bellina/Magnisi) – T–Records 25. WALTER FIAMOZZI – MASSIMO CONCESSO (W.Fiamozzi) – Autoprodotto 26. GIO FILICE – TAKE ME OVER (G.Filice) – Suoneria Mediterranea – Ed. Suoneria Mediterranea srl 27. FOUR CLUB – JUMP (F.Falasca/W.Sciortino/C.Giambarresi/S.Cupellaro) -GDE Records – Ed. Gde Edizioni Musicali Muzi Kult 43


MEET’N’RADIO

gli artisti scelti dalla redazione ...vi segnaliamo inoltre 4 artisti selezionati dalla redazione tra quelli presenti nella Compilation «n° 4 - QUATTRO del 2016» e «NINO MANFREDI»

DELY DE MARZO Giuseppe «Dely» De Marzo (classe ’77), barese di nascita, è un artista poliedrico le cui esperienze di vita e professionali fatte con un pubblico eterogeneo sono il cilindro da cui attingere la realtà ‘fantastica’ che racconta nelle sue canzoni. Il suo rapporto con la musica nato già nei primi anni 90 è cresciuto ed è maturato passando anche attraverso altre forme d’espressione: la commedia ed il teatro per ragazzi, ed in particolare la clowneria e la focoleria di strada che lo hanno portato in giro per le varie piazze d’Italia. Da queste ultime Dely ha imparato ad interagire con il pubblico e ad entrarci in sintonia. Nel 2007 nasce «Dely», attraverso un percorso fatto di trasformazione e di fusione con le altre arti: non a caso un po’ cantastorie, un po’ teatrante, un po’ circense, dalla scelta di stile retrò e bohémien.

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ONDANOMALA

(MIMMO CRUDO & LADY U) Dopo l’uscita dal «Parto delle Nuvole Pesanti» il nuovo percorso musicale di Mimmo Crudo continua con “OndAnomala» progetto musicale Rock con venature etno-folk e sonorità elettroacustiche. Il progetto OndAnomala è, inoltre, influenzato dalla presenza dei suoni della chitarra di Checco Salerno, prematuramente scomparso e al quale non è stato concesso di vedere il disco completo. Mimmo, Checco e Francesca, amici fin dall`adolescenza ed in grande sintonia; condividono quasi tutto, soprattutto, la musica. A «vent`anni» fondano insieme ai fratelli Cefaly, la loro band, che ha un sapore di rock e mediterraneo, gli Uvistra (band che purtroppo, dopo i primi riconoscimenti, si sfascia, deludendo le aspettative di molti). Mimmo Crudo sarà il solo a continuare il percorso «nella musica», diventando un elemento fondante de «Il Parto delle Nuvole Pesanti».

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MEET’N’RADIO gli artisti scelti dalla redazione

ELEONORA BONANNI Eleonora Bonanni è una cantautrice che nasce a Roma il 30 Agosto 1997. Dall’età di undici anni frequenta la scuola di musica Music Ranch nella città di Velletri (RM) ma già dalla tenera età si avvicina alla musica che diventa la sua più grande passione, dimostrando particolari doti in particolare nell’ambito del canto. Ben presto inizia a comporre motivetti, qualità che, negli anni successivi, attraverso un attento studio della materia, viene a concretizzarsi nella stesura di veri e propri testi. Attualmente frequenta l’ultimo anno di liceo classico nella città di Albano Laziale (RM).

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SNERV Musicista Creativo, Compositore, Multistrumentista, Producer e Sound engineer. Sperimenta e mixa linguaggi che trovano espressione in altrettanti progetti artistici e musicali. Cantautore, compositore e arrangiatore, nel 2009 percorre l’Italia con il suo camper che diventa studio di registrazione e palco per il Girovago Tour con incursioni musicali nei parcheggi dei principali concerti di quell’anno. Dal 2011 è voce e bassista dei KARMA IN DISTORSIONE, trio rock crossover in stile cinematografico. L’omonimo album d’esordio esce nel 2012 e il loro live attraversa l’Italia per oltre due anni. Con i KID firma anche la colonna sonora di Non Cresce L’Erba, docu-fiction sul calcio scommesse e, nel 2015, scrive brani originali per il lungometraggio Una meravigliosa stagione fallimentare, regia di Mario Mucci distribuito dalla Dinamo Film. Il suo stile si nutre di ispirazioni diverse e molteplici, un viaggio che esplora e racconta paesaggi sonori e immagini in movimento.

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TV «Meet’n’TV» nasce, come «Meet’n’Radio (il tuo singolo in tutte le Radio del circuito «Meet’n’Radio») da un’idea dell’Uff. Stampa On Mag Promotion. Meet’n’TV nasce per venire incontro alle esigenze di coloro i quali vogliono veicolare e diffondere le loro opere senza costi onerosi. «Meet» sott’intende l’incontro di una serie di realtà musicali differenti che si ritrovano insieme per approdare «on/in TV». In ogni numero gli artisti di Meet’n’TV avranno un accompagnatore d’eccezione. Per oltre un anno siamo stati in compagnia degli ospiti della storica trasmissione «Il Musichiere» per passare poi ai «pupazzi» più famosi della storia della Tv. Leggendo la parola «Meet’n’TV», noi italiani non possiamo fare a meno di notare l’assonanza con le parole «Miti in TV». Ed è per questo motivo che abbiamo pensato che personaggi, reali e di fantasia, mitici della TV avrebbero fatto da accompagnatori degli artisti. Un Mito della TV che vi farà idealmente da «garante» e vi fa incontrare (Meet) le TV locali Italiane e le web Tv. Tutti gli artisti di «Meet’n’TV» in ogni numero si presenteranno alle TV locali e web Italiane presentati da Mitici personaggi della TV. La Nuova Serie di Meet’n’TV è partita con uno dei «personaggi d’invenzione» o «pupazzi» più rappresentativi della Musica in TV: il «SUPER TELEGATTONE». Proseguita poi con «Musichieretto, Provolino, Four, Five, Uan e ora Pompeo e Carlotta».

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1. CHOP CHOP BAND – SE LEI DOMANI regia Scar 2. SNERV – LA FESTA ADESSO E’ QUI regia Gummo Produzioni 3. DELY DE MARZO – NON VOGLIO ANDARE AL MARE regia Scar 4. AMNESIA ft.Zaion – DOMANI regia Maurizio Ghiotti 5. CARMEN VILLALBA – E ALLORA STOP regia Ezio Cosenza 6. DOPPIO NERO ft.Luce – ACQUA regia Elio Rinella 7. FABIO CRISEO – TENGO MUCHO DINERO regia Luca Zeta 8. KRONAX – RIGHT or WRONG regia Luca Zeta 9. LEON – LASCIA STARE TUTTO regia Teresa 10. KUMBA’ – NA SER ‘e MAGGIO regia Teresa 11. GIULIO RIPEPI & CHIARA RAGNINI – SEGUI L’HASHTAG regia Simone Caridi 12. GIULIA CALI’ – HAPPINESS regia The Factory Prd 13. PAOLO SOFIA – IL NAVIGANTE del 3000 regia Maurizio Albanese 14. FRANCESCA VACCARO – NON ME NE FREGA NIENTE regia Ilaria Verona

MEET’n’TV - n°1 (uno) Anno III (Raimondo Vianello) http://www.onmagpromotion.com/meettv_uno1anno3.html

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In ogni numero di Muzi Kult, nello spazio di Meet’n’Tv - la prima ed unica Video-Compilation di Musica Indipendente Italiana, diamo uno spazio a due artisti scelti dalla redazione tra quelli inseriti nelle ultime due videocompilation.

CARMEN VILLALBA “E ALLORA STOP”

https://www.youtube.com/watch?v=rOjh4xNHOoU

“E ALLORA STOP”

Nasce in Sicilia ma il cognome ci richiama subito a quelle che sono le sue origini, spagnole da parte paterna. Ha iniziato la sua carriera giovanissima partecipando a molti concorsi regionali. Vince diversi premi e diventa protagonista indiscussa delle piazze siciliane con la sua voce dal timbro caldo e vibrante, frutto di numerosi anni di studio di tecnica vocale che le permettono di spaziare nei vari generi musicali con una sorprendente versatilità. Carmen ama moltissimo la sua Sicilia e tale è l’affezione che sviluppa tutte le sue doti artistiche nella terra del sole.

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“E allora Stop” è il brano dell’estate 2016 di Carmen Villalba. “Allegria, un po’ di ironia e tanta pazzia”: questi sono gli elementi principali di tutte le estati e sono anche le parole chiave attorno cui la cantautrice Carmen Villalba costruisce il testo del suo nuovo brano “E allora Stop” (MTM Metamorfosi). Dopo il successo ottenuto con i precedenti singoli, “Movida” e “Guarda come ballano” (anche in versione remix), Carmen Villalba ritorna nelle vesti di cantautrice con un brano dance-funky “contro la noia e la malinconia”, che si propone di ritagliare il proprio spazio come colonna sonora dell’estate 2016. “Una donna che, stanca della routine di tutti i giorni, decide di cambiare, e di vivere fino in fondo la propria vita – racconta Carmen Villalba – “Come recita il testo: ‘Oggi cambierò un po’, un’altra donna sarò, qualcosa m’inventerò per stupirti sai. Butterò via noia e malinconia, aggiungerò allegria, ancora un po’ di ironia e tanta tanta pazzia. Voglio vivere in libertà, voglio fare quello che mi va, voglio credere sempre in me e ballare la mia musica.’” “E allora Stop” sarà accompagnato dal videoclip, a breve on line, realizzato da The Cube Production con la regia di Ezio Cosenza. (Stylist: Helene Emulo) Il brano è stato scritto da Carmen Villalba in collaborazione con Massimo Caso (compositore) ed è stato registrato presso “Il Cortile studio” di Milano e arrangiato da Massimo Caso in collaborazione con Francesco Corvino. I musicisti che hanno collaborato sono: Francesco Corvino (programmazione ritmica e pianoforte), Rossano Eleuteri (basso), Massimo Caso (chitarre e programmazione Sint), Ilaria Canelli (arrangiamento, cori) e Eduardo Cespedes (cori).

facebook.com/carmen.villalba.374


MEET’N’TV i due ARTISTI scelti dalla Redazione

LEON

“LASCIA STARE TUTTO” https://www.youtube.com/watch?v=BINaBpTxIZY

“LASCIA STARE TUTTO”

Un uomo che nella sua vita ha sempre combattuto per i suoi ideali e dunque si paragona al leone. Dal 2010 attivo nella scena rap partenopea e non solo, militando in diverse formazioni di successo su tutto il territorio. Dal 2012 la crew si allarga e si sviluppa trasformandosi in vere e proprie comuni di contaminazione e scambi, crescita e scrittura creativa. nel 2015 decide di intraprendere la strada da solista componendo sullo stile Raggae/Hip Hop dando vita agli Street Lion. L’anno 2016 è anno di cambiamenti, di incontri, di featuring anche provenienti da altri generi musicali...e sempre sulla scia “Dance e Rock” partecipa al nuovissimo progetto “Kumbà”.-

Il nuovo videoclip di Ciro Omaggio, meglio conosciuto come Leon, che arriva in radio e Tv con la promessa di restarci per tutta l’estate. Si intitola “Lascia stare tutto”, un cocktail di Rap e grandissima tradizione campana, melodie e quel piglio commerciale che arriva ovunque.

facebook.com/IPoToDic/

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HIGHLIGHTS

ARTISTS

In ogni numero, la redazione di Muzi Kult, dedicherà ad artisti del mondo Indipendente Italiano, monografie, pagine dedicate con notizie sulle loro attività, articoli, interviste, recensioni e tanto altro. La sezione “Highlights Artists” mette”Sotto i Riflettori” le attività degli artisti provenienti dal mondo della musica italiana di ogni tipo.

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LO STATO SOCIALE Muzi Kult 53


di Claudia Palermo Qualche estate fa, in macchina, tra il caldo e la spensieratezza, la mia migliore amica mi fece ascoltare Vado al mare. “Ascolta questi ragazzi. Sono dei pazzi, ma originalissimi.” Effettivamente funzionavano! In pochi minuti mi ritrovai a cantare a squarciagola “Non ci sei, allora vado al mare”, e pensai che, comunque sarebbe andato il loro percorso musicale, avrei continuato a stimarli anche solo per quel pezzo. Ho continuato ad ascoltarli, apprezzando la loro ribellione rispetto alle parole scelte, agli argomenti, alla musica, non immaginando che, qualche anno dopo, sarei riuscita ad intervistarli. Incontrare Lodo è stato stranissimo. Considerando la storia del gruppo e i loro numerosi sold-out, ero leggermente in tensione: temevo che si sarebbe rivelato uno di quegli artisti che, per la troppa notorietà, diventano superbi e poco disponibili. Ma i miei

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sospetti non sono stati confermati, in pochi minuti sono crollati tutti i miei pregiudizi. Oggi posso dire che ho un bellissimo ricordo del nostro incontro. È stato informale, intimo, sincero, una lunga chiacchierata durante la quale non sono mancati racconti, metafore, digressioni, non è mancata Bologna, né la politica intesa come una vera e propria presa di posizione rispetto alla realtà. Lodo è stato esaustivo, senza peli sulla lingua e molto simpatico, come piace a me! Essere indipendenti nel mondo musicale è rischioso, ma significa anche essere liberi, lontani da quelle deformazioni di cui spesso è “vittima” l’artista se troppo attaccato al mezzo televisivo o radiofonico. Significa arrivare al pubblico senza alcun filtro, presentando la propria verità nel modo più immediato. Forse è questo il segreto del loro successo.


MUZI KULT: Nei vostri brani sono presenti molte citazioni di grandi riferimenti artistici, citazioni spesso stravolte o sotto forma di ironia: “Spesso il male di vivere ho incontrato, l’ho salutato e me ne sono andato”, “Piove, piove e allora me ne vado chissà dove”, “C’eravamo tanto sbagliati”... Perché questa scelta? Lo Stato Sociale (Lodo): È un po’ il bello delle canzoni, in cui si può inserire un patrimonio molto pop di cose che tutti conoscono provando a disegnarci una strada personale. Ad esempio C’eravamo tanto sbagliati forse è un titolo non proprio aderente al testo a cui si riferisce, rappresenta uno di quei casi in cui si sceglie prima il titolo e poi la canzone stessa. Però funziona, è qualcosa che fa pensare che abbiamo raccolto una serie di fallimenti. Noi scriviamo in tre. Alberto, soprattutto all’inizio, partiva spesso da una citazione, io, invece, preferisco quei giochini umoristici come “pensavo fosse amore, invece era un infarto”. MUZI KULT: Possiamo considerare i vostri testi come poesia contemporanea senza censure? Lo Stato Sociale (Lodo): No, io non dirò mai che i nostri testi sono poesia contemporanea. Testi senza censure sì, non ci censuriamo, è nella natura delle cose che facciamo. In questo ha senso essere indipendenti. È tutto abbastanza libero, e la libertà, di solito, paga. MUZI KULT: “Mi sono rotto il cazzo di questa città” è un riferimento a Bologna o parlate di città in senso metaforico?

MUZI KULT: “Nudi si è tutti più brutti e più veri”. Metaforicamente possiamo associare questa frase ai vostri testi: privi di eleganti perifrasi, ma ricchi di sfrontata verità? Lo Stato Sociale (Lodo): Io credo che siamo onesti. La verità è un concetto un po’ troppo impegnativo e relativo. Quello che noi scriviamo è composto da un’estrema onestà che riguarda uno stato d’animo: non scriviamo verità assolute, che dureranno per sempre, ma che riguardano una realtà interiore. In questo caso, la dinamica del tempo è importante, è qualcosa che ha a che fare con la voglia di fotografare un momento. Forse per questo la parola verità per la nostra musica mi sembra un po’ troppo.

MUZI KULT: Ribellione, rivolta, rivoluzione, parole chiave nei vostri testi. Siete riusciti a concretizzarle attraverso la vostra musica? Lo Stato Sociale (Lodo): La risposta facile è no. Credo che nella nostra parabola ci sia qualcosa di rivoluzionario che, forse, non è esattamente la rivoluzione che speravamo noi, ma, se considerata da un giusto punto di vista, ha un valore: cinque amici che registrano dei dischi in campagna di un sesto amico, non curandosi di non utilizzare termini abbastanza forti, non rispettando il taglio radiofonico, e poi magari suonando di fronte a un pubblico di molte persone, in quattro anni crea uno spazio che non c’era, e porta della gente ad ascoltare musica che prima non ascoltava. Questa, in qualche modo, è una rivoluzione.

Lo Stato Sociale (Lodo): È proprio un riferimento a Bologna. Noi siamo perdutamente innamorati di Bologna, e, come ogni amore, è molto conflittuale. Penso che si capisca anche venendo da fuori quanto sia difficile andarsene da qui. È una città diversa da tutte le altre, è fatta di chiacchieroni, è colta, è una città in cui la cultura è anche usata per fare socialità nei bar, in cui c’è sempre la politica di mezzo, in cui ci sono numerosi artisti; però è anche una città che si muore addosso ogni giorno di più. Questo a Bologna si nota chiaramente, il degrado e le degenerazioni si notano. MUZI KULT: Quindi Bologna ha influenzato le vostre canzoni? Lo Stato Sociale (Lodo): Sì, direi che la risposta è sì.

MUZI KULT: Il vostro rapporto con la politica? Lo Stato Sociale (Lodo): Direi viscerale. È il brodo in cui siamo cresciuti. È un lato non solo della nostra esperienza, ma della nostra personalità.

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La domanda è: quanto viene colta questa cosa? Se viene capito il nostro percorso, se, tra le trecentomila persone che hanno seguito il tour, anche solo cinquecento dei ragazzi presenti che hanno una band, decidono di fare quello che preferiscono, senza star dietro a nessuna dittatura di mercato, senza dover forzatamente scegliere la televisione, scegliendo quindi la libertà, correndo anche dei rischi, allora qualcosa secondo me abbiamo fatto. Succederà? Non succederà? Non lo so, non ne ho la percezione. Noi arriviamo nei posti da padroni, senza scendere a compromessi, senza nessuno che ci dica cosa dobbiamo fare o chi dobbiamo essere. La TV e le radio sono lontane dalla realtà, non la raccontano, vivono in un mondo parallelo. De André, uno dei cantautori più famosi degli anni settanta, è andato in televisione pochissime volte, così come Gaber. Ligabue, Vasco Rossi, Jovanotti non vanno in televisione, è la televisione ad andare da loro. MUZI KULT: Il vostro ultimo album è una forte critica all’Italia, ai suoi vizi, alle bassezze, alla corruzione. Qualcosa si è salvato secondo voi? Pensate che esista ancora un’Italia migliore? Lo Stato Sociale (Lodo): Sì, è l’Italia composta da chi è pronto a migliorare le cose e a proporre iniziative interessanti già a partire dal proprio luogo di origine, dove spesso la loro riuscita è molto difficile: mostre, festival, eventi artistici e culturali. L’Italia peggiore è una citazione di Brunetta, per certi versi rivendicativa.

MUZI KULT: Cosa mi dici del parlamentare Civati che, con un video pubblicato sul suo canale You Tube, ha invitato a scaricare il singolo C’eravamo tanto sbagliati? Lo Stato Sociale (Lodo): È una persona molto elegante e gentile, abbiamo un amico vero in comune. MUZI KULT: Vi ha stupiti questo suo intervento? Lo Stato Sociale (Lodo): No, glielo abbiamo chiesto noi! È stato un gioco. MUZI KULT: C’è una persona ben precisa alla quale vi riferite nelle vostre canzoni d’amore? Lo Stato Sociale (Lodo): Essendo in tre a scrivere, non c’è una referente ben precisa. Le canzoni d’amore sono il risultato di una fusione di esperienze, è questa la cosa bella, perché si comincia con una storia e si finisce con un’altra. MUZI KULT: Anche i brani che trattano l’amore sono affrontati in maniera

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cruda e poco poetica. Volete evitare di cadere in quella che Flaiano chiamerebbe “Pornografia Sentimentale”? Lo Stato Sociale (Lodo): Non so se lo abbiamo evitato! Credo che siamo un po’ più bravi a scrivere di quello che ci manca, e, in questo caso, non è mai una favola a lieto fine. MUZI KULT: La musica è una cosa seria? Lo Stato Sociale (Lodo): Seria è una bruttissima parola. Scrivere canzoni che non sono destinate a noi stessi o ai nostri amici, ma ad un pubblico più ampio, è una battaglia. Tutto questo funziona se rimane un gioco, se si perde il senso del gioco si è finiti. MUZI KULT: “Solo l’aria ci salverà, una casa in campagna, una tazza di tè, un letto grande e tutte le mele che vuoi”. Possiamo considerare questa frase come la vostra concezione di vita in contrasto agli eccessi e al materialismo futile che ci circondano? Alla fine a salvarci saranno le cose semplici e vere. Lo Stato Sociale (Lodo): Questa canzone l’ha scritta Alberto e, conoscendolo, ti rispondo di sì. MUZI KULT: “Il movimento è fermo” è il vostro primo libro appena pubblicato. Me lo descrivi in poche parole? Lo Stato Sociale (Lodo): Io non ho scritto neanche una riga! Fa ridere, ha dei momenti che mi hanno emozionato, non so se riesco ad essere oggettivo perché i personaggi che sono al suo interno hanno a che fare con delle figure che hanno fatto veramente parte della nostra vita, e questo è molto strano da leggere. È un romanzo con due filoni: uno molto “nostro” che riguarda Bologna e il movimento, l’altro che riguarda il complotto internazionale. Queste due realtà si scontrano creando una strana collisione. I ragazzi sanno scrivere bene, io non saprei farlo. MUZI KULT: Sui social siete molto presenti, addirittura anticipate testi di canzoni non ancora esistenti. Quanto è stato importante per voi questo mezzo? Lo Stato Sociale (Lodo): Molto, perché è un mondo che creiamo da soli. In questo modo si può anche decidere di essere la pubblicità, senza pagare nessuno per farla e presentandola con la massima libertà. Il fatto di costruire un legame affettivo con centinaia di migliaia di persone per la curiosità di sapere come saranno le parole di determinate canzoni, secondo me è un passaggio che deve esistere nella comunicazione musicale. Magari si rivelerà come qualcosa di stupido, ma io sento la necessità di farlo.



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di Miriam Caruso

Umberto Maria Giardini, cantautore e padre. Quando in Italia molti valori musicali vanno a sfumare, c’è ancora chi, con una chitarra in spalla e un furgone, riesce a emozionare il proprio pubblico, semplicemente raccontando la verità dei propri sentimenti. Miriam Caruso ha incontrato UMG per Muzi Kult.

Quattro Chiacchiere con UMBERTO MARIA GIARDINI MUZI KULT: Chi è Umberto Maria Giardini? Umberto Maria Giardini: UMG è un musicista che da molti anni si occupa di produrre cantautorato e non. MUZI KULT: I tuoi testi ci portano in un mondo onirico, incentivando una riflessione in chi ascolta. Ci racconti il tuo lavoro di scrittura? Umberto Maria Giardini: Il mio lavoro legato alla scrittura nasce e si sviluppa attorno all’amore per la poesia, acutizzatosi quando ero ragazzo. Il piacere di scrivere poi frasi e pensieri da incastrare con la mia attività musicale è diventato un passaggio naturale e necessario solamente più tardi, tant’è che all’inizio della mia carriera scrivevo tutto strumentale e senza parole.

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MUZI KULT: Abbiamo saputo del tuo ritorno in studio per la registrazione di un nuovo lavoro in autunno, puoi svelarci qualche dettaglio? Umberto Maria Giardini: Entreremo in studio presumibilmente attorno alla seconda settimana di Ottobre, ma i dettagli ancora non li conosco poiché debbo ancora capire alcune cose. Questo terzo album per me è molto importante... una sorta di conferma della conferma. MUZI KULT: Per il nuovo disco possiamo aspettarci qualche particolare collaborazione? Umberto Maria Giardini: Assolutamente no, ma come accennavo pocanzi manca ancora del tempo e nessuno può escluderlo. Negli ultimi anni ho riscoperto il bello di non partecipare a dischi di nessuno e di eseguire i miei solamente con la presenza e l’aiuto della mia produzione. MUZI KULT: Come nasce il sodalizio tra UMG e Hibou Moyen? Umberto Maria Giardini: Sono stato semplicemente contattato, poi ho detto di si a questa produzione perché tutto ciò che ascoltavo giorno dopo giorno di questo ragazzo mi piaceva. Stop. MUZI KULT: Dal tuo profilo social traspare la particolare ricerca di suoni che sperimenti assieme a Hibou Moyen, ce ne puoi parlare? Umberto Maria Giardini: Evidentemente traspare qualcosa di non vero. Non ho sperimentato nessun suono nuovo. Abbiamo lavorato in maniera classicissima avendo nella mia testa due riferimenti degli ultimi anni molto importanti per me. Il primo senza alcun dubbio è stato Elliott Smith, musicista straordinario che amo e del quale conosco tutto ciò che ha prodotto (grazie a Shannon Wright anche pezzi inediti). L’altro è Kurt Vile, stella brillante della scena odierna di Philadelphia, songwriter ancora molto sottovalutato, che ascoltando Giacomo Radi (questo il vero nome di Hibou Moyen) me l’ha fatto rivalutare. Pensando quindi ad alcuni loro lavori sono/siamo andato/i in quella direzione di suono. Volevamo ottenere qualcosa di assolutamente scarno, spesso con pochissimi strumenti, ma con un anima estremamente perforante, facendo così delle scelte poi risultate azzeccate, siamo giunti ad un lavoro qualitativamente splendido. Diverso da tutte quelle super produzioni stucchevoli che capita di ascoltare in giro. Presto mixeremo e chiuderemo il cerchio già perfetto.

Umberto Maria Giardini: Sono molto gratificato da queste numerose date che ho realizzato in club e location tra le più svariate del territorio e spero in futuro di ripetere l’esperienza che considero sia stata molto positiva. Mi ha fatto prima di tutto riscoprire il contatto che avevo parzialmente perso con la gente e con i promoter di piccoli posti, poi mi ha fatto anche riscoprire l’effetto che fa viaggiare per molti km da solo…io, il mio furgone, la strumentazione e la destinazione da raggiungere (ovviamente senza satellitare). Infine mi è servito molto rimettermi in gioco e vedere se da solo con la chitarra e la mia voce riuscivo ancora ad emozionare gli spettatori, spesso che neppure mi conoscevano. Questo ha accresciuto e solidificato molto il mio lavoro di pre-produzione che sto facendo per il nuovo album e poi mi ha reso felice. MUZI KULT: UMG cantautore e Umberto padre e marito, come riesci a conciliare questi tuoi due importanti ruoli? Umberto Maria Giardini: Li concilio benissimo (sorride). Per la prima volta ho vissuto assieme alla mia compagna e a mio figlio anche l’emozione del live con la famiglia al completo, ed è stato divertente e bellissimo. In stile un po’ statunitense, mentre papà lavorava, il piccolo assieme alla mamma si distraevano in città sempre diverse, è stato anche un buon pretesto per far viaggiare il nostro piccolo, che a soli due anni ha già visto tante cose, tanta gente, tanti posti, e tanta vita. MUZI KULT: Quali sono i tuoi progetti musicali futuri? Umberto Maria Giardini: Guardo al mio futuro sempre in maniera propositiva, ma non riesco a metterlo a fuoco. Cambio spesso idea su ciò che vorrò fare e come vorrò farlo, nonché con chi, quindi faccio difficoltà nel prevederlo. Continuerò a fare solamente ciò che mi piace e in modo autentico, sempre ad alti livelli di professionalità, anche a discapito di tutto ciò che ruota attorno o lontano da questi concetti.

MUZI KULT: Hai portato in giro per l’Italia un tour elettrico molto particolare, “Dovunque e da nessuna parte”, in cui, con solo la tua chitarra e la voce, hai creato momenti intimi e caldi per il tuo pubblico. Ci racconti questa esperienza?

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DANIELE CELONA Muzi Kult 65


di Claudia Palermo

Sentimenti e riflessione, sincerità e passione: queste le parole migliori per descrivere in breve l’arte di Daniele Celona. La sua musica si fa veicolo pronto ad arrivare al cuore di tutti, diventa rito di condivisione che, tra verosimiglianza e forti contrasti nella scelta delle parole, annulla le distanze tra sé e il pubblico.

Quattro Chiacchiere con DANIELE CELONA MUZI KULT: La tua musica nasce dal tentativo di cantare la disillusione rispetto alla realtà che ci circonda? Daniele Celona: No, non è un processo ragionato. Assorbo quanto succede intorno. Ciò che mi riguarda direttamente o che coinvolge altri. Osservo, leggo. Il tutto crea un bagaglio, un campo magnetico instabile che talvolta restituisce quanto lo perturba, con una forza uguale e contraria. Il più delle volte non si tratta neanche di uno sfogo. E’ più una rappresentazione teatrale. Un gioco di incastri di personaggi, immersi in delle circostanze più o meno verosimili. A dirla tutta, spesso è la metafora che colpisce più in profondità rispetto a una didascalia precisa, e lo fa quando meno te lo aspetti. E’ un effetto assai gratificante per chi ha ambizione e desiderio di scrivere.

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MUZI KULT: Perché la scelta di un linguaggio spesso molto aspro? Daniele Celona: Adoro la nostra lingua. Mi diverte utilizzare un italiano desueto e subito dopo accostarne uno più grezzo, non canonico. Spesso la ragione è scritta nella sceneggiatura, nel registro del personaggio che sta parlando in quel momento. L’uomo della strada non può esprimersi come un dotto professore, l’accostamento striderebbe e il “canta come mangi” è in quel caso decisamente più indicato. Infine può capitare mi dia semplicemente gusto gridare un insulto nel climax di un brano. Lì, in quel punto dove magari è nato, quel gergo volgare rimane, in barba a edulcorazioni da revisione. MUZI KULT: Domanda banale, ma la cui risposta varia da cantautore a cantautore: come nascono le tue canzoni? Daniele Celona: Negli anni ho finito per mettere a punto, più o meno coscientemente, diverse tecniche. In particolare per la parte di arrangiamento e costruzione, per il taglia e cuci di testi e giri armonici. Rimane pur sempre una parte iniziale decisamente più inconsapevole, ed è forse quella più affascinante. Talvolta sfocia in un vero e proprio flusso di coscienza, più lungo e strutturato, vicino al concetto di improvvisazione. Talvolta è solo un frammento. In entrambi i casi, si vive una sorta di “infatuazione da brano nuovo”, che il tempo mette poi alla prova dando vita a materiale di scarto o a una base su cui proseguire il lavoro. Da quel punto in poi, di lavoro, per quanto creativo, si tratta.

occidentale è portata a sostenere nella società attuale. Verosimilmente una madre affettuosa, un’amante sensuale, una lavoratrice capace, ma che spesso deve rendere il doppio per essere considerata credibile quanto un uomo. Io amo porre la lente di ingrandimento là dove c’è l’ostacolo, il bivio, dove la tensione e il conflitto interiore possono generarsi. Si può dire che l’universo femminile offra maggior possibilità di “studio” rispetto a quello di noi maschietti. MUZI KULT: La vita spesso ci porta a “giocare d’azzardo”. Quanto è importante rischiare? Daniele Celona: Beh, innanzitutto occorre farlo sulla propria pelle. E poi dipende dal tipo di aleatorietà in questione. Un conto è affidarsi alla fortuna, un conto è scommettere sulle proprie capacità, un altro ancora è prendersi la briga di scoprire la verità, a dispetto del prezzo che tale conoscenza comporti. Quello che torna ciclicamente nei miei pezzi è più che altro un incitamento alla non omologazione, laddove il non accontentarsi, per provare a seguire ciò per cui ci si sente nati è pur sempre una piccola rivoluzione, un atto di splendida incoscienza, tanto più illuminante in un momento di crisi economica e non solo, come questo. Vale per tutti gli ambiti, lavorativo, artistico, sportivo. Ovunque ci sia un’aspirazione che arde. MUZI KULT: Il testo Precarion presenta una pungente ironia. Il precario è presentato come un privilegiato e la sua depressione è quasi

MUZI KULT: Nell’Album Amantide Atlantide sei accompagnato, nel brano Atlantide, dalla bellissima voce di Levante. Com’è stato collaborare con lei? Come vi siete conosciuti? Daniele Celona: Siamo amici da anni ormai, da prima che uscissero i nostri dischi. In quel tempo era normale far ascoltare le canzoni nuove l’uno all’altra. Mi fece ascoltare per la prima volta Alfonso nel mio salotto suonandolo alla chitarra e risi di gusto di quel testo così splendidamente ironico, senza poter immaginare che sarebbe finito on-air sui principali network radiofonici. Per Atlantide andò più o meno così, con un cd in macchina con i provini di Amantide Atlantide. Qui ti riconosco – mi disse – questa canzone è quella che rimane. Si scelse il brano da sola in pratica e mi aiutò a portare il peso della storia descritta al suo interno. MUZI KULT: Il testo della canzone Amantide possiamo accostarlo, allegoricamente, alla figura della mantide religiosa? Sembra esserci un forte legame tra l’insetto e “l’istinto assassino” della donna di cui parli. Daniele Celona: Il ritratto femminile in questione è più complesso, e non è necessariamente negativo. Fa riferimento ai diversi ruoli che la donna

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un lusso. Quanta rabbia c’è nelle tue parole rispetto ad un’Italia che non risponde alle esigenze del popolo? Credi che arriverà il nostro momento? Daniele Celona: Io fornisco solo delle immagini, degli spunti di riflessione. E’ pur vero che quando eseguiamo quel brano dal vivo, la partecipazione è sempre palpabile, si trasforma in un rito collettivo di condivisione e invettiva. Sono i corollari non previsti, che la scrittura ogni tanto ti regala. Il nostro momento? E’ adesso. Sempre. Dipende dalla capacità di costruire il nostro destino in faccia alle avversità. Banale, lo so. Ma credo non ci sia altro mezzo, una sfida alla volta. MUZI KULT: In Amantide Atlantide troviamo un’esplicita denuncia riguardante la figura del politico. Pensi che l’arte possa essere un buon mezzo per smuovere le coscienze dei “grandi” che spesso, pur rappresentando il popolo, pensano soltanto a soddisfare i propri bisogni? Daniele Celona: Non lo so. Onestamente non ho questa pretesa quando scrivo. Metto certi concetti nero su bianco e poi ne canto davanti ad altri perché questo mi fa stare meglio, mi fa sentire vivo. Ma è pur sempre un atto politico, certo. Tutto è politica, ogni nostra presa di posizione, la nostra stessa condotta di vita. Ed è politica attiva, più contagiosa, più importante forse della semplice recriminazione verso il potere. L’ arte ha sempre avuto anche questo ruolo, dare chiavi di lettura diverse, aumentare l’autoconsapevolezza, lo spirito critico. MUZI KULT: “Noi che diventa poi/ che diventa mai e/ mai diventa mai più/ diventa solo io/ diventa solo tu.” È più facile scrivere d’amore quando una storia finisce? Daniele Celona: Forse è solo più facile sentire il bisogno di scriverne. Mera statistica. Io poi, scrivo quasi sempre e solo di contrasti, con un interlocutore immaginario a sorbirsi il mio sbraitare. Giocoforza, la mancanza e l’abbandono sono miei terreni privilegiati di indagine. MUZI KULT: Dalla guerra alla Luna è il tuo ultimo EP formato da cinque brani live. Perché la scelta del live? Daniele Celona: E’ nato tutto quasi per caso. Con l’idea iniziale di fare una live session in studio e riprenderla. Venuti a conoscenza che la data finale dell’Atlantide tour l’avremmo fatta al Diavolo Rosso e che il locale era a rischio chiusura, abbiamo deciso di fare una bella festa di commiato e l’idea di registrare live in quell’occasione è venuta di conseguenza. Doveva essere un semplice regalo a chi ci ha seguito dall’ uscita del disco o da ancor prima. E’ diventato qualcosa di più, un piccolo punto fermo, prima di provare a scrivere per il terzo disco.

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CRLN (Caroline) Muzi Kult 71


di Miriam Caruso foto di Ciro Galluccio

CRLN, il lato femminile della famiglia Macro Beats. Abbiamo fatto due chiacchiere con questa giovanissima voce, che ci ha raccontato come ha conosciuto il produttore Macro Marco, dando così vita a questa interessante collaborazione.

Quattro Chiacchiere con CRLN (Caroline) MUZI KULT: Chi è CRLN? CRLN: CRLN nasce con l’incontro con Macro Marco, un mio modo per presentare me stessa e la mia musica al mondo. Si scrive CRLN e si legge Caroline, ma dietro a CRLN c’è la Carolina di sempre che pare abbia trovato la giusta identità. MUZI KULT: Come e quando hai mosso i tuoi primi passi nel mondo della musica? CRLN: Ho avuto i miei primi veri contatti con la musica quando avevo 12 anni. Lasciai la danza classica e iniziai a prendere lezioni di canto e per qualche anno di chitarra, ho avuto poi alcune esperienze con delle piccole band di san Benedetto del Tronto fino a quando non ho deciso di scrivere e cantare le mie canzoni.

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MUZI KULT: Prima voce femminile nella famiglia Macro Beats. Com’è nato questo sodalizio? CRLN: E’ nato per caso, grazie ad instagram principalmente. Attraverso dei video di cover con l’ukulele ho attirato l’attenzione di Macro Marco, che già seguivo. Ci scambiavamo parecchi like e dal momento che c’era rispetto reciproco ho deciso di scrivergli. Poi abbiamo scoperto di essere vicini di casa a Roma e da lì è iniziato tutto. MUZI KULT: I tuoi testi in italiano riescono a comunicare molto di te, un lato quasi malinconico. Ci racconti il tuo lavoro di scrittura? CRLN: La scrittura dei testi avviene in modo molto naturale. Scrivere è stato sempre un bisogno che avevo sin da piccola. Quando mi succede qualcosa di forte a livello emotivo tendo sempre ad appuntarmi qualche frase. Con l’EP e l’affiancamento a un produttore del calibro di Macro Marco, ho avuto la fortuna di potermi sfogare e poter scrivere come mi sentivo. Scrivo quasi sempre di me, e solitamente la scrittura di un testo viene da un’emozione che provo in quel momento.

MUZI KULT: Com’è stato presentare questo nuovo progetto al pubblico? CRLN: Sono state delle giornate belle. Emozionanti ma anche piene di ansia. Poi alla fine quando sei sopra al palco, ti scordi di ogni cosa che ti turba e fila tutto liscio. E’ pace. MUZI KULT: Con quale artista di piacerebbe collaborare per un tuo prossimo lavoro? CRLN: Ci sono tanti artisti che seguo tra cui Ainè, Dream Koala, GodblessComputers, Nicholas Jaar, L I M e davvero tanti tanti altri, ma non so ancora quale artista sia veramente compatibile con il mio lato artistico. MUZI KULT: Quali sono i tuoi progetti futuri? CRLN: Ovviamente il progetto futuro principale è quello di scrivere un album, ma continuerò con i live per tutta l’estate e poi con il tour invernale. Per rimanere sempre aggiornati potete consultare la mia pagina di Facebook, le date sono in continuo aggiornamento.

MUZI KULT: Hai iniziato a farti conoscere grazie ai Social, ti saresti mai aspettata di lavorare assieme a Macro Marco? CRLN: Mai. Forse solo nei sogni. Se penso a me un anno esatto fa, ricordo che neanche ci speravo. Non sapevo cosa avesse in mente Macro Marco, quindi mi accontentavo di questa bella amicizia con il “Boss” dei miei artisti preferiti. Davvero non credevo di poter diventare una di loro. MUZI KULT: E’ da poco uscito il tuo EP, Caroline, anticipato dal singolo Parlami di Te. Come nasce questo pezzo? CRLN: Parlami di te è una love story triste ma speranzosa accompagnata da sonorità allegre. Credo che sia un pezzo estivo. La strumentale è di Macro. Me la inviò un pomeriggio in cui avevo delle cose da dire e infatti gli rimandai un provino nel giro di due ore. E’ venuta tutta di getto. MUZI KULT: Un viaggio senza fine, produzione di Yakamoto Kotzuga. Ci racconti la gestazione di questo pezzo? CRLN: La strumentale, prima che diventasse Un viaggio senza fine, era stata forse un po’ scordata da Yakamoto Kotzuga. Me la fece sentire Macro e io me ne innamorai subito. Era un pezzo con sonorità cupe ma importanti allo stesso tempo. Per me poteva parlare solo di un momento “tragico”, così quando mi sono ritrovata a stare male per delle situazioni mie, l’ho usato come valvola di sfogo ed è uscito il pezzo.

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RONNIE W. MCADOO Muzi Kult 75


di Alessandra Margiotta

Ronnie W. McAdoo è un artista italiano che si occupa di musica da sempre e a quattordici anni ha iniziato la sua avventura suonando nei primi gruppi. Ha partecipato con ‘Fuga dall’odio’ al #Want #More Riddim prodotto da Rising Time Production. Nell’ intervista ci racconta un po’ della sua vita passata e di questa nuova avventura. Lo ha incontrato Alessandra Margiotta

Quattro Chiacchiere con RONNIE W. MCADOO MUZI KULT: Ciao Ronnie w. McAdoo, da quanto ti occupi di musica e da dove nasce l’idea del tuo nome? Ronnie W. McAdoo: Mi occupo di musica da sempre: mio padre mi ha trasmesso questa passione fin da piccolo, quando ascoltandolo suonare cantavo insieme a lui. A 14 anni è cominciata l’avventura dei primi gruppi con gli amici, suonavo la chitarra, scrivevo i testi e cantavo nei Wix, un gruppo di Siracusa che faceva una sorta di funkyrock, con loro ho fatto anche le prime esperienze live. Sempre in quel periodo, verso i 16 anni, ho iniziato a selezionare musica alle prime feste scolastiche. La passione per i vinili, cre-

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scendo negli anni, mi ha avvicinato al mondo dei Sound System Reggae. Quando vivevo a Napoli facevo parte del Kinky Sound di cui ero MC e Selecter. Anche a Firenze ho collaborato con diverse realtà: Banpay Crew, Tsunami Movement, Jaka per citarne alcuni. Proprio a Firenze ho ripreso a produrre musica “suonata” e a cantare in duo con Junior Frankie col quale in questi ultimi due anni sono nati una decina di singoli con produzioni targate Ciro Princevibe, Jah Sazzah e Tkay Numa Crew. Il mio nick è una versione inglese del mio vero nome, nato per gioco fra colleghi quando lavoravo in aeroporto, con l’aggiunta della W in onore di Delroy Wilson. MUZI KULT: Ultimamente hai partecipato al #Want #More Riddim. Perché hai deciso di partecipare? Raccontaci qualcosa a proposito di questa nuova uscita discografica. Ronnie W. McAdoo: Quando Andrea di Maria mi ha proposto questa collaborazione ne sono stato subito entusiasta. Appena ascoltato il riddim, un rifacimento di Want More di Bob Marley, in realtà ho sentito subito il peso della responsabilità di scrivere qualcosa su un’opera del Re del reggae. Era un periodo in cui sentivo la necessità di urlare al mondo il mio disgusto per quello che sta succedendo in Europa riguardo i migranti. Una notte mi sono messo a scrivere di getto e così è nato il ritornello “Fuggo dall’odio, dalla follia delle tue guerre del petrolio”. Ha inoltre collaborato alla stesura del testo, per le parti in dialetto, l’amico e poeta napoletano Pasquale Rea.

MUZI KULT: È uscito anche il video del tuo brano ‘Fuga dall’Odio’, cosa vuoi dirci a riguardo? Ronnie W. McAdoo: Ricevuto il master definitivo di Fuga dall’odio, l’ho inviato come sempre per condividerlo e chiedere un parere a Luca Hosseini, che mi ha sempre accompagnato con un pugno di amici dal day one di questa esperienza canora, con la realizzazione di tutti gli altri video. Luca in quei giorni si trovava ad Idomeni per girare un reportage. Ascoltato il pezzo più volte mi scrive di aver visto con i suoi occhi ciò che racconto nella canzone. Abbiamo quindi deciso di unire queste esperienze e realizzare un video-doc con le sue immagini accompagnate dalla mia canzone. MUZI KULT: Dove è possibile ascoltare il Riddim? Se è in vendita, dove è possibile acquistarlo? Ronnie W. McAdoo: Il riddim con la mia versione insieme a quelle di Teo Rootical, Nukleo Man, Mr Bobcat e Kayaman è ascoltabile ed acquistabile in rete sulle principali piattaforme: Spotify, Itunes, Amazon e SoundCloud. MUZI KULT: Dove si può ascoltare la tua musica? Ronnie W. McAdoo: Mi potete seguire sulla pagina Facebook Ronnie McAdoo, mentre su SoundCloud trovate tutte le mie produzioni.

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GLI ARTISTI in Tour: Umberto Maria Giardini

CRLN

20/08/16 @ Vinadio - Balla coi Cinghiali Festival

08/07/16 @ Bergamo - Bangherang Festival 09/07/16 @ Roma - Roma Brucia Festival 30/07/16 @ Montesaro (MC) - Mond Festival 23/08/16 @ Asolo (TV) - Ama Muisc Festival 03/09/16 @ Putignano (BA) - Sparks

Daniele Celona

17/06/16 @ Giulianello (LT) - Inkiostro 18/06/16 @ Buttigliera D’Asti (AT) - Colonia Roak 19/06/16 @ Milano - Pimp My Prode, Santeria S.c. 10/07/16 @ Desio - Parco Tittoni 15/07/16 @ Parma - Festival Controtempi 29/07/16 @ Torvaianica (RM) - Klepsydra 30/07/16 @ Latina - Sottoscala9 06/08/16 @ Cagliari - Corto Maltese 10/08/16 @ Tindari - Indiegeno Fest 13/08/16 @ Grottaglie (TA) - Porta San Giorgio 26/08/16 @ Capodarco (FM) - Musiklarenia

Segnalateci i Tour dei vostri artisti a: muzikult@tiscali.it con oggetto: Segnalazione Tour per “Muzi Kult”



MU ZI RE CE NSE

I NASTRI

A SAFE SHELTER

Sonorità elettroniche e sperimentazione al potere. Ritmo, atmosfere pathos, emozioni e motivi, a tratti, “orecchiabili” nell’accezione più positiva di questo termine inflazionato. Interessante l’uso della voce di tutti i tre membri de “i Nastri”. Un po’ criptici i testi. Al loro secondo disco in un percorso di crescita esponenziale. Il nostro brano preferito è “Synthologia”.

A Safe Shelter è Simone Zagari, producer milanese con una serie di esperienze e collaborazioni alle spalle. Elettronica contemplativa e meditativa. “Ambient-alismo” musicale di derivazione “Eno-ica”. Il modo migliore per godere delle atmosfere di “On a Quest” è chiudere gli occhi, auricolari nelle orecchie, nessuna importanza sul luogo di ascolto...il viaggione è assicurato.

(Monica Reale)

(G.M.)

COS’HAI IN MENTE ? (Costello’s Records)

LE CHIAVI DEL FARO

ON A QUEST (Sherpa Records)

MORFEMA

DENTRO (Autoprodotto)

IL MARE D’INVERNO (Autoprodotto)

Trio proveniente da Gubbio, alla loro seconda prova discografica con “Dentro”. L’esperimento è riuscito con dei minimi nei che in una terza opera, della quale restiamo in attesa, potranno di certo essere superati. Libertà compositiva, si coglie la gioia della creatività e la rudezza del Rock che trasuda dai pori del disco. Non è ancora l’opera perfetta ma la strada è quella giusta. (G.M.)

Post-Rock a tinte forti quello dei Morfema, fondono piacevolmente noise, pop e rock. Il titolo del disco “il Mare d’inverno” sembra essere la perfetta sintesi e manifesto del contenuto musicale dei solchi di questo album. Cinque musicisti bergamaschi confezionano 6 tracce ben strutturate, congegnate e composte. Ottima seconda tappa per il loro percorso che ci auguriamo possa essere il più duraturo possibile. (G.M.)

QUALUNQUE

GRANDMOTHER SAFARI

Sono otto le tracce che compongo il disco di Luca, perchè questo è il vero nome dell’uomo “Qualunque. Ispirato, concentrato, critico al punto giusto, senza pianti e lamenti. Interpretazione carica e ricca di sfumature. Di cantautori ne abbiamo a iosa e diventa sempre più complicato riuscire a discernere. “Mafalda, il meteo e tutto il resto” spicca e sottolinea le differenze che ci piace cogliere perchè Luca è “diverso” e non uno “qualunque”.

Da quella stupenda isola non te lo aspetti un disco così, con queste atmosfere, questo stile e fascino. E’ Jazz, per quanto possa sembrare strano quello che dico, il mood di questo album che mi richiama alla mente tutto ciò che di più bello mi ha regalato l’ascolto del Kraut-rock tra Can, Faust e Neu. Era ora che qualcuno facesse un disco così, è una boccata d’aria pura che finalmente riesco a respirare. Non fermatevi datecene ancora...per molto tempo.

MAFALDA, il METEO e TUTTO IL RESTO (Panico dischi)

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(G.M.)

GRANDMOTHER SAFARI (Autoprodotto)

(Monica Reale)


THE BIDONS

HARD RESET

LUIGI MARIANO

Puzza di vero come tutti i dischi registrati in presa diretta, ha il sapore acre e forte di quel garage che sa di sottoscala e noise/fuzz. Dodici brani sparati dritti in faccia tra piano, organo e theremin (ben dosato). Punk lo spirito irrequieto e immediato delle note sporche e maledette di Clamarama. Ci sono i colori sgargianti degli anni in cui non c’eravamo ma ci saremmo voluti essere, c’è il sudore che sa di buono quello che appiccica i corpi rende tutto squisitamente folle e proibito.

L’esordio del trio toscano “Hard Reset” funziona e non è poco. Composto con oculata parsimonia e dosato come si deve. Un Alt-rock dal sound robusto valorizzato dai virtuosismi vocali del leader. “Changing” “Venice Souvenir” sono i brani meglio riusciti in un compact di pregevole manifattura. Quindici brani, qualcuno in meno avrebbe affilato maggiormente le potenti armi bianche degli “Hard Reset”... vi aspettiamo.

Album ben riuscito quello del cantautore Salentino, Luigi Mariano. Simone Cristicchi e Neri Marcorè sugellano con la loro collaborazione la qualità del frutto della creatività. Ironia, Intimismo, denuncia sociale, satira 2.0 sono gli ingredienti fondamentali dei testi, mai banali. Un disco che ci fa piacere segnalare e dal quale ci aspettiamo interessanti sorprese. Big Up !

CLAMARAMA (Mia Cameretta)

MACHINERY & HUMANITY (SlipTrick Records)

CANZONI ALL’ANGOLO (EsorDisco)

(G.M.)

(Monica Reale)

(G.M.)

SINE FRONTERA

ENTROFOBESSE

WINTER SEVERITY INDEX

Il titolo non lascia dubbi, la voce di Arrigoni li fuga totalmente. Combat folk, reggae, balkan compongono la Patchanka dei Sine Frontera. Mantova e la città dalla quale partono per il loro viaggio su e giù per il Mediterraneo. C’è quella luce fatta di protesta e proposta che ha illuminato le notti degli anni ‘90 e che continua a splendere, benchè più fioca, ancora oggi... Restiamo Umani !

E’ psichedelico, space, noise e tanto retrò il disco dei siciliani Entrofobesse. “Black Empire”, “Big Black Heart” e “Suzanne’Silver” i brani che spiccano e che muovono all’impazzata le nostre papille gustative. La Musica è al centro del cosmo, il cosmo è il luogo verso cui sono orientati gli sguardi gioiosi e aperti di chi compone. Un momento musicale ben riuscito e con alcune cose che hanno bisogno di maggior maturazione.

Sono Simona Ferrucci e Alessandra Romeo le protagoniste incontrastate del disco realizzato dal duo darkwave “Winter Severity Index”. Elegante, Nordico dal lontano sapore New Wave. Le due riescono a fondere atmosfere reali e analogiche con quel sound finto “plasticone” e digitale. Testi criptici condiscono quella freddezza tutta deutch che si assapora in ogni minimo solco dell’album. Un esperimento riuscito, peccato forse, ma non so’...per la scelta di nascere negli anni 2.0.

RESTIAMO UMANI (IndieBox Music)

SOUNDS OF A PAST GENERATION (Seltz)

(G.M.)

(G.M.)

HUMAN TAXONOMY (Manic Depression Records)

(Monica Reale)

LE HIBOU

JUMPIN’ QUAILS

ERRI

Ben Tessute le trame pop rock del disco di “Le Hibou”, cesellate e impreziosite da un tessuto vocale di un certo peso. Chitarre grosse e possenti si contrappongono in maniera ben bilanciata con i vocalizzi caldi e profondi della voce. Mirrors ha più facce e una capacità quasi camaleontica di mutare ad ogni ascolto. “Wendy” è per noi la traccia meglio riuscita dell’intero album che lascia spazio a orizzonti più aperti e “azzurri” ancora.

Nove le tracce che compongono il nuovo disco dei Jumpin’Quails che cambiano rotta ma non abbassano il livello qualitativo della loro proposta musicale e creativa. Strutture piene, grosse e ben architettate, da gustare e ascoltare in pieno stile anni ‘80 con tanto di cuffioni e stereone al proprio fianco. Breakin’ The Glass resta dopo numerosi ascolti il brano meglio congegnato e disegnato in un incrocio spasmodico di chitarre, bassi e synth dal sapore tardo new wave e psycho pop. Da Ascoltare e Ri-Ascoltare.

Interessante side-project del cantautore Carlo Natoli. Nove Brani che compongono un concept album, un racconto, un percorso che porta l’ascoltatore tra crisi, individualismo e nichilismo. Tante e di livello le collaborazione del disco, da Riccardo Armeni a Saverio Malaspina che portano le tracce dell’ “esperimento” sui solchi del “ben riuscito”. E’ un viaggio, quello che sognamo tutti di fare, partendo per luoghi interiori o esteriori, conosciuti e sconosciuti... è un disco di un cantautore ma per fortuna non lo è fino in fondo.

(G.M.)

(Monica Reale)

MIRRORS (Rocchenrolla Label)

GOGOL MOGOL (Edison Box)

(Monica Reale)

DENTRO LA STESSA TEMPESTA (The Prisoner Rec.)


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CRLN (Caroline) in Highlights

Intervista a Daniele Celona

Suoni Pindarici "Immagini, Suoni e Ironia, La musica del nuovo cinema Italiano"

pag. 14 Pierpaolo Capovilla in "Suoni Pindarici"

pag. 70

pag. 64 La Scapigliatura in Highlights

"L'Orso", le rivoluzioni e i luoghi sicuri

pag. 76 "Eugenio in via di Gioia" tra leggerezza e riflessione

anno 4° | n° 25

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