Oristano 2012

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ORISTANO Monumenti Aperti

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13 Maggio 2012

COMUNE DI ORISTANO


Gruppo Locale di Coordinamento Oristano

Comune di Oristano Antonello Ghiani Commissario Straordinario Maria Grazia Zoccheddu Dirigente II Settore Elena Sechi Servizio P. I., cultura, sport e spettacolo Sandro Pisu Ufficio Stampa Francesca Pinna Maurizio Casu Antiquarium Arborense Cooperativa La Memoria Storica Francesco Obino Fondazione Sa Sartiglia onlus Un vivo ringraziamento è rivolto all’Arcivescovo, alla Curia Arcivescovile, ai Parroci, ai Rettori e ai Superiori religiosi per la disponibilità e la sensibilità dimostrate. Si ringraziano inoltre: il Prof. Raimondo Zucca per la consulenza scientifica e la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle Province di Cagliari e Oristano per la collaborazione. Le Associazioni culturali e di volontariato e gli Istituti Scolastici che hanno aderito alla manifestazione. Il personale dell’Archivio Storico e della Biblioteca comunali, dell’Archivio di Stato, dell’Ufficio turistico provinciale, dell’Antiquarium Arborense - Museo Archeologico “G. Pau” di Oristano, gestione cooperativa La Memoria Storica e della Fondazione Sa Sartiglia Onlus. Le famiglie Loddo e Palmieri per la disponibilità.

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aluto con speciale simpatia tutti coloro che a vario titolo prendono parte alla edizione 2012 di Monumenti Aperti. Permettetemi di farlo considerando - in questo momento - Oristano la mia città: trovandomi ad occupare pro tempore il ruolo di Commissario straordinario, desidero ringraziare quanti si stanno adoperando per rinnovare questa rilevante occasione capace di unire cultura, storia e socialità, all’insegna della riscoperta dell’identità. Se, infatti, non c’è identità senza luogo, ciò che dà significato alla nostra specificità è lo spirito del territorio che caratterizza la Città di Eleonora, e che sarà bello conoscere e riscoprire attraversando strade e piazze di Oristano, visitandole con maggiore attenzione, sull’onda di quella sana curiosità da turisti in casa nostra. A quanti poi vorranno assaporare - per la prima volta - le peculiarità ambientali ed architettoniche della Città vada il benvenuto più sincero e cordiale da parte dell’Amministrazione civica – oltre che degli animatori, delle associazioni e dei volontari - coinvolti in queste dense giornate di valorizzazione dei beni culturali, minutamente descritti nel programma che il lettore ha tra le mani. Monumenti Aperti rende agibile la visita di itinerari, plessi ed angoli non sempre accessibili: sta qui l’originalità di un’iniziativa straordinariamente efficace, e che coniuga la finalità di sollecitare l’attenzione verso il rapporto vivo ed in continua evoluzione del tessuto urbano – e non solo di esso – con la sensibilizzazione verso il patrimonio - materiale ed immateriale, simbolico e storico - di opere memorabili, di chiese, piazze e musei, con quanto d’irripetibile e prezioso questo patrimonio ci comunica, facendo di una Città una vera Comunità. Antonello Ghiani Commissario straordinario del Comune di Oristano

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Il Comitato Scientifico Regionale Consiglio Regionale della Sardegna Claudia Lombardo Maria Santucciu Regione Autonoma della Sardegna Assessorato al Turismo Luigi Crisponi Artigianato e Commercio

Assessorato alla Pubblica Istruzione, Sergio Milia Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport

Direzione Regionale per i Beni Culturali Maria Assunta Lorrai e Paesaggistici della Sardegna Sandra Violante

M.I.U.R. Ufficio Scolastico Regionale Enrico Tocco per la Sardegna Rosalba Crobu

Comune di Cagliari Massimo Zedda Enrica Puggioni

Provincia di Cagliari Angela Maria Quaquero Ufficio Regionale Francesco Tamponi Beni Culturali Ecclesiastici

UPI Sardegna Francesco Putzu

ANCI Sardegna Cristiano Erriu Umberto Oppus Università degli Studi di Cagliari Giovanni Melis Università degli Studi di Sassari Attilio Mastino Pinuccia Simbula Imago Mundi Associazione Culturale Fabrizio Frongia Armando Serri onsorzio CAMU’ Centri d’Arte e Musei Francesca Spissu C Giuseppe Murru Società Cooperativa Sociale Il Ghetto Alessandro Piludu Nicoletta Manai

Confesercenti Regione Sardegna Marco Sulis Confcommercio Sardegna Gavino Sini

Agenzia Nazionale Gianpiero Liori Sviluppo Autonomia Scolastica

Sardegna Solidale Roberto Copparoni Centro Servizi per il volontariato

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urismo, identità e cultura, una combinazione ideale per una terra depositaria di tradizioni millenarie. Oltre che da spiagge bianche e mare cristallino, i viaggiatori sono sempre più attratti da manifestazioni e itinerari culturali e da località d’arte della Sardegna. Una recente indagine conferma il trend, nel primo semestre 2011 nell’Isola è cresciuta del 20% la frequentazione di luoghi di interesse storico - artistico, un dato con pochi confronti in Italia. Fra le motivazioni alla vacanza, spiccano le visite al patrimonio artistico e monumentale: ‘uno scrigno di tesori’ composto in Sardegna da antichi palazzi e castelli, basiliche e musei, parchi minerari e archeologici, e disseminato sull’intero territorio. Un patrimonio da preservare innanzitutto, poi da riscoprire per i sardi e, nel contempo, da condividere con i visitatori con l’accoglienza della quale l’Isola è capace. Da condividere con itinerari culturali, come appunto Monumenti aperti, evento che suscita suggestioni ed emozioni uniche. La domanda turistica è orientata alla ‘memoria’ e alla cultura, perciò la Regione Sardegna promuove l’architettura storico - artistica, simbolo di identità, così da assecondare anche il profilo moderno dei nostri visitatori, culturalmente preparati, rispettosi e desiderosi, oltre che di ‘vivere’ l’unicità di paesaggi incantevoli, anche di conoscere beni culturali e manifestazioni tradizionali. Luigi Crisponi Assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio

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nno dopo anno, Monumenti Aperti rappresenta un momento importante che va oltre la semplice manifestazione culturale. È la condivisione della conoscenza del nostro patrimonio di cultura, di memoria e di storia condivisa. È la consapevolezza che i beni culturali rappresentano veramente noi stessi, la nostra espressione artistica e creativa, interprete dell’epoca che li ha visti nascere. È la testimonianza di quanto la cultura non sia un bene privato, ma collettivo, che aspetta di essere riscoperto, esposto, valorizzato, divulgato, fruito. Con Monumenti Aperti si vive un momento popolare e di festa dove un pubblico sempre più attento e consapevole delle potenzialità del nostro patrimonio artistico-architettonico, diventa protagonista della storia della nostra Isola. La promozione del nostro grande patrimonio culturale si è trasformata nel corso degli anni, proprio grazie a questa manifestazione, in un momento festoso e popolare che raduna giovani e meno giovani, studiosi della materia e semplici curiosi, studenti e volontari culturali. Tutti ugualmente coinvolti in un’attesa opportunità di arricchimento storico e culturale dove il nostro passato e il nostro presente si fondono per dare a tutti la consapevolezza che dobbiamo tramandarlo gelosamente, nel migliore dei modi, alle generazioni future. Sergio Milia Assessore regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport monumentiaperti

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onumenti Aperti, un’occasione per visitare Oristano, la città e la campagna, il centro e le frazioni, le chiese e i palazzi, la storia e le tradizioni, l’arte e la cultura; da scoprire e ritrovare, con gusto. Con piacere la Camera di Commercio di Oristano ha accolto l’invito a collaborare giunto dal Comune di Oristano. I monumenti presentati dai giovani studenti offrono ai visitatori e ai cittadini la possibilità di vivere i luoghi della storia cittadina, e con essi delle donne e degli uomini che li hanno abitati. E sono le donne e gli uomini che hanno fatto e fanno impresa che ancora animano la città e danno un senso alla suo storia. Per questo da diversi anni l’esposizione dei migliori prodotti dell’agricoltura e dell’artigianato artistico della provincia nei palazzi del centro storico della città, in occasione della Sartiglia, costituisce il filo conduttore di “Mediterranea”. In queste due giornate di Monumenti Aperti il piacere di entrare nel cuore di Oristano si rinnova e nell’occasione si potrà gustare la città anche nei bar e ristoranti che grazie alla collaborazione di Confcommercio e Confesercenti resteranno aperti per proporre l’ospitalità e la qualità della nostra enogastronomia. Pietrino Scanu Presidente della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Oristano

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Informazioni utili

I Monumenti saranno visitabili gratuitamente nelle giornate di sabato 12 e domenica 13 maggio sia di mattina che di pomeriggio, secondo gli orari indicati per ciascun sito. Nelle chiese le visite verranno sospese durante le funzioni religiose. Si invitano i visitatori a tenere un atteggiamento di rispetto verso il luogo di culto e i fedeli raccolti in preghiera. Notizie ed informazioni saranno disponibili nei punti informativi presso: - l’Ufficio Turistico della Provincia di Oristano, piazza Eleonora; - l’Antiquarium Arborense - Museo Archeologico di Oristano, piazzetta Corrias. Sarà attivo un trenino turistico gratuito che permetterà di visitare il centro storico con il seguente itinerario: piazza Eleonora, corso Umberto (via Dritta), piazza Roma, via Garibaldi, via Santa Chiara, via Parpaglia, via Lamarmora, via Solferino, piazza Manno, via Vittorio Emanuele II, via Duomo, via Sant’Antonio, via Diego Contini, piazza Roma, corso Umberto, piazza Eleonora Il servizio sarà attivo dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00 È facoltà dei responsabili e degli organizzatori della manifestazione limitare o sospendere, per la sicurezza dei beni o dei visitatori, in qualsiasi momento, le visite ai monumenti.

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Monumenti Aperti in internet

Informazioni e dati sulla manifestazione in www.monumentiaperti.com Informazioni anche su www.comune.oristano.it e su www.sardegnagrandieventi.it

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Eventi collaterali Sabato 12 maggio Chiesa di San Mauro Abate, via Sant’Antonio ore 10.30: Le Torri e le Mura di Oristano medievale, a cura dell’ISTAR (Istituto Storico Arborense). Inaugurazione Mostra di plastici storici ideali in scala delle fortificazioni della città murata, a cura di Augusto Schirru maestro d’arte in architettura. Chiesa del Carmine, via Carmine ore 11.00 e ore 17.00: concerto degli alunni della Sezione musicale della Scuola Media “Grazia Deledda” di Oristano. Chiesa di San Martino, piazza San Martino, ore 19.00: concerto per organo con musiche di Girolamo Frescobaldi, Athanasius Kircher e altri compositori del ‘600 di Fabio Frigato ed Enrico Correggia

Domenica 13 maggio Durante la mattina concerto itinerante, nel centro storico, della Banda Musicale Santa Cecilia di Oristano Chiesa di San Giovanni Battista, Loc. San Giovanni ore 12.00 concerto del Coro Polifonico Palmarese di Palmas Arborea (maschile) e del Coro “Sa Pintadera” di Oristano (femminile), diretti dal Maestro Costantino Mirai. Chiostro del Carmine, via Carmine ore 17.00 concerto per pianoforte, fagotto e flauto con musiche di Georg Friedrich Händel, Ludwig van Beethoven, di Diana Pinna Petrova (pianoforte), Alice Strazeri (fagotto) e Arianna Baldoni (flauto). Chiesa di San Giovanni Battista, Loc. San Giovanni ore 18.00 concerto del Coro Ars Antiqua di Seneghe (voci miste) diretto dal Maestro Marco Sotgiu, del Coro “Vadore Sini” di Sarule (maschile) e del Coro “Sa Pintadera” di Oristano (femminile) diretti dal Maestro Costantino Mirai.

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Chiesa di San Sebastiano, via Mazzini, ore 19.00: concerto per organo con musiche di Johann Sebastian Bach, César Franck, Felix Mendelssohn di Fabio Frigato e Giacomo Graniti. Teatro Garau, via Parpaglia, ore 21.00: Recital dal titolo "Donna abitata da memoria" con Paola Gassman e Luigi Puddu. A cura dell'Ente Concerti "Alba Pani Passino" di Oristano. Ingresso a pagamento Mostre Nei giorni della manifestazione sarà possibile visitare le seguenti mostre: Mostra espositiva con equipaggiamenti e armi, coniatura di monete, strumenti medici, medicina, cibo e alimentazione dall’età repubblicana al periodo tardo imperiale a cura dell’Associazione Culturale “Sardinia Romana” (Associazione culturale di rievocazione storica del periodo romano in Sardegna dal 238 a. C. al 476 d. C.). Presso l’Antiquarium Arborense in piazzetta Corrias. Mostra di plastici storici ideali in scala delle fortificazioni della città murata, a cura di Augusto Schirru maestro d’arte in architettura. Presso la chiesa di San Mauro Abate. Dal 12 al 20 maggio, ore 9,00-13,00 / 17,0020,00

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Itinerari A Itinerario “De sa Ruga de Santa Maria” 1 Antica Canonica della Cattedrale 2 Cattedrale di Santa Maria Assunta 3 Seminario Tridentino 4 Chiesa di San Francesco 5 Chiesa del Santo Spirito 6 Chiesa e ospedale di Sant’Antonio Abate 7 Biblioteca comunale 8 Centro di Documentazione sulla Sartiglia 9 Chiesa di San Mauro Abate 10 Cinta Muraria 11 Cinta Muraria (casa Loddo) B Itinerario “De sa Ruga Maista” 12 Archivio di Stato 13 Chiesa di San Sebastiano 14 Torre Mariano II 15 Palazzo Arcais 16 Antiquarium Arborense 17 Piazza e statua di Eleonora d’Arborea 18 Archivio storico comunale C Itinerario “De sa Prazza de Cittadi” 17 Piazza e statua di Eleonora d’Arborea 18 Archivio storico comunale 19 Palazzo degli Scolopi 20 Palazzo di Città 21 Palazzo Campus - Colonna 22 Sede del Gremio dei Falegnami D Itinerario “De sa ruga de Santu Dominigu” 17 Piazza e statua di Eleonora d’Arborea 23 Chiesa e Monastero del Carmine 24 Chiesa di San Domenico 25 Chiesa e Monastero delle Cappuccine 26 Chiesa di Santa Lucia E Itinerario “De sa ruga de Santa Crara” 14 Torre di Mariano II 27 Casa di Eleonora 28 Teatro civico “Garau” 29 Chiesa e Monastero di Santa Chiara 30 Torretta medievale (casa Palmieri) 31 Torre di Portixedda F Itinerario “Extra muros” 32 Chiesa di San Saturnino (intra muros) 33 Chiesa della Vergine Immacolata, convento dei Cappuccini 34 Chiesa di San Martino 35 Cimitero di San Pietro 36 Chiesa di San Giovanni Battista 37 Chiesa di Sant’Efisio Martire 10

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G Itinerario delle frazioni 38 Chiesa di Santa Maria Maddalena (Silì) 39 Chiesa di San Nicola - Oratorio delle Anime (Massama) 40 Chiesa di Santa Petronilla (Donigala) 41 Santuario Basilica di Nostra Signora del Rimedio (Rimedio) 42 Portale Vito Sotto (Rimedio) 43 Cantina della Vernaccia di Oristano 44 Gran Torre (Torregrande) Itinerari tematici in bicicletta Sabato 12 ore 9.30-13.00; 15.00-17.00 Iscrizioni e partenza da piazza Eleonora d’Arborea. I partecipanti dovranno essere muniti di bicicletta.

Itinerario 1 “Le chiese” Durata 50 minuti circa 1 Piazza e statua di Eleonora d’Arborea 2 Cattedrale di Santa Maria Assunta 3 Chiesa di San Francesco 4 Chiesa di San Sebastiano 5 Chiesa e Monastero di Santa Chiara 6 Chiesa e Monastero del Carmine Itinerario 2 “Luoghi storici” Durata 50 minuti circa 1 Piazza e statua di Eleonora d’Arborea 2 Palazzo Arcais 3 Torre di Mariano II 4 Teatro civico “Garau” 5 Antiquarium Arborense 6 Palazzo degli Scolopi Visite guidate a cura degli studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale “Sergio Atzeni”, nell’ambito del progetto “Professioni di qualità: itinerari urbani di mobilità sostenibile - ITER Indirizzo Turistico” con il coordinamento della Cultour Società Cooperativa.

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Canonica della Cattedrale ITINERARIO A Antica

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La struttura, sita nella via Vittorio Emanuele II, è di proprietà della Parrocchia della Cattedrale di Santa Maria Assunta, e sino agli anni ‘50 del Novecento è stata utilizzata come casa canonica. L’edificio, che si sviluppa in profondità rispetto alla strada e si conclude con uno stretto cortile superiore, è costruito in muratura con tecnica mista di pietra e laterizi, con elementi angolari in pietra squadrata e nel suo complesso rappresenta una pregevole costruzione nobiliare risalente al XVII secolo. La composizione della facciata, nei suoi elementi più rappresentativi, è attribuibile alla corrente barocca piemontese, mentre risalgono all’Ottocento e ai primi anni del Novecento le ultime modifiche intervenute, consistenti nell’inserimento delle aperture più recenti e dei balconcini con balaustre in ferro battuto e lavorato. Al piano terra il muro maestro, che corre parallelo alla profondità dell’edificio, è forato da archi che collegano gli ambienti in senso trasversale nella dimensione più corta. Alcuni di questi ambienti, che presentavano una volta a calotta, denunciano la loro antica funzione di magazzini, probabilmente depositi di derrate alimentari o di altri prodotti. Con ogni probabilità gli ambienti aperti sulla pubblica via erano utilizzati come botteghe, con accesso separato rispetto alla parte residenziale. Dal 2002, con il completo restauro della struttura, dichiarata di interesse culturale, l’edificio ospita una accogliente struttura ricettiva, l’hotel “Il Duomo”, in attività da circa un decennio. In occasione della manifestazione “Monumenti Aperti 2011”, oltre alla bellezza dell’antica struttura, sarà possibile ammirare all’interno l’esposizione di antichi manufatti di ceramica e di arte tessile sarda. Indirizzo: Via Vittorio Emanuele II Apertura a cura dell’hotel “Il Duomo”. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 11.00-13.00; 15.30-19.00.

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Cattedrale di

Santa Maria Assunta

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ITINERARIO A La cattedrale arborense, dedicata alla Vergine Assunta, sorge su una preesistente ecclesia di età bizantina, forse intitolata all’Arcangelo Michele. Menzionata in un atto del 1131, nel 1195 fu danneggiata nell’occupazione della città da parte del giudice di Calari Guglielmo di Massa e riedificata, nel 1228, dall’arcivescovo d’Arborea Torchitorio de Muru e dal sovrano Mariano II di Torres. Nel XIV secolo l’impianto romanico venne modificato, e risalgono a quel periodo le cappelle del Rimedio e del Battistero. Nel 1335 il giudice Ugone II scrive nel suo testamento che dovrà essere sepolto nella Chiesa di Santa Maria in Oristano, dove si è soliti seppellire i giudici arborensi, nell’attesa che la cappella di San Bartolomeo, eretta presso la stessa Cattedrale ma ancora da terminare, potesse accogliere la sepoltura sia dei suoi predecessori che dei successori. Proprio tali sepolture, non ancora individuate, rendono ancora oggi fitto il mistero riguardante la sepoltura dei giudici arborensi. Il duomo, come detto, subì ulteriori ampliamenti tra il 1336-1349, come induce a credere la tomba del giureconsulto Filippo Mameli, morto nel 1349. Dello stesso periodo sono la statua dell’Annunziata e quella in pietra policroma della Madonna del Rimedio. Ricavato nel 1632 a ridosso del presbiterio, l’archivietto custodisce il tesoro e le più antiche memorie della cattedrale arborense. Nella parete dell’ingresso principale sono appesi quattro stendardi che le armate sarde tolsero ai francesi durante il saccheggio perpetuato ai danni della città nel 1637. Tra il 1729 e il 1745 l’intero edificio venne riedificato secondo gli schemi di un elegante barocco piemontese. Caratteristiche, la cappella del patrono della diocesi Sant’Archelao e quella del Gremio dei Falegnami. Il campanile, a canna ottagonale, di origine gotica del tardo Trecento - primi del Quattrocento, fu arricchito di un ultimo piano con cupolotto a corona imperiale nel Settecento. Per l’occasione saranno visitabili le Tombe Bizantine presenti nella scalinata e le Prigioni Ecclesiastiche con ingresso di fianco al Palazzo Arcivescovile. Indirizzo: Piazza Duomo Visite guidate a cura di: Istituto Tecnico Commerciale “Sergio Atzeni” e Scuola Media “L. Alagon” dell’Istituto Comprensivo n. 4, con la collaborazione dell’Associazione Garibaldini a cavallo – Ripartimento Ichnusa. Visite guidate alle tombe bizantine a cura di Obler Luperi e Alessandra Marchello. Orario di apertura: Sabato 12 ore 9.30-17.30. Orario Messa: 18.00 Domenica 13 ore 14.00-19.00. Orario messe: 10.00 e 12.00

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Seminario Tridentino

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ITINERARIO A Tra i documenti degli anni 16191623, custoditi presso l’Archivio Storico del Comune di Oristano, vi sono le disposizioni inerenti la fondazione del Seminario Tridentino a Oristano, inaugurato dall’Arcivescovo Francesco Masones Nin il 1 maggio 1712 e intitolato a Santa Maria Assunta. Negli anni 1744-1746, l’edificio si dimostrò insufficiente e l’Arcivescovo Maurizio Fontana lo fece ampliare al fine di accogliere trenta alunni. Dal 1746 al 1772 l’Arcivescovo Emanuele De Carretto dispose di far erigere un altro Seminario molto più stabile e di forme ampie e grandiose che venne aperto nel 1794, quando guidava l’arcidiocesi l’Arcivescovo Giuseppe Luigi Cusano. Nel 1828 l’Arcivescovo Giovanni Maria Bua optò per un nuovo ampliamento dell’edificio, affidandone i lavori all’Architetto Giuseppe Cominotti da Cuneo; i lavori terminarono nel 1833, mentre nel 1834 venne edificata la nuova cappella, dedicata all’Immacolata. Nel 1876, Monsignor Antonio Soggiu volle accrescere di un altro piano il braccio occidentale dell’edificio e ulteriori rinnovamenti vennero operati dall’Arcivescovo Paolo Maria Serci nell’anno 1882. Nel 1910 si dà inizio alla costruzione di un nuovo piano sopra la biblioteca e, durante tali lavori, venne eretta anche la maestosa scala di ingresso a doppia rampa, tutta in calcare bianco di Nuraminis, su progetto dello scultore Giuseppe Sartorio. Così il Seminario, ampliato e abbellito, poté celebrare con feste solenni il bicentenario della sua fondazione, nei giorni dal 27 al 30 ottobre del 1912. L’edificio, che subì altri cambiamenti agli inizi degli anni sessanta del XX secolo, conserva importanti collezioni storiche e archeologiche e una biblioteca straordinaria ricca di incunaboli e cinquecentine, oltre a preziosi volumi dell’Encyclopédie des Sciences, una Bibbia poliglotta e altri volumi del XVI e XVII secolo. Indirizzo: Piazza Duomo Visite guidate a cura di: Seminaristi del Seminario Tridentino e studenti della Scuola Media “L. Alagon” dell’Istituto Comprensivo n. 4, con la collaborazione dell’Associazione Ex Alunni del Seminario. Orario di apertura: Sabato 12 ore 9.30-13.00; 15.00-17.30 Domenica 13 ore 11.00-13.00; 16.00-18.30

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Chiesa e Convento di

San Francesco

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ITINERARIO A Documentati già dal 1252, la chiesa e il convento dei francescani in Oristano furono realizzati forse da maestranze venute dalla penisola, ispirate alla corrente costruttiva dei cistercensi. Il complesso, ricordato nel testamento del 1335 di Ugone II, fu dotato nel 1382 per ordine di Ugone III di una campana, detta la Martinella, conservata oggi al Museo Archeologico di Cagliari. Nel 1388, presso il refettorio del convento, dove era solito riunirsi il consiglio cittadino, Eleonora d’Arborea firma la pace con il re catalano-aragonese Giovanni I il Cacciatore. Riferibili al XIV e al XV secolo sono la statua di marmo raffigurante San Basilio Vescovo di Nino Pisano, una croce processionale d’argento e un prezioso reliquario. Documenti cinquecenteschi registrano la particolare venerazione presso i francescani del crocefisso detto di Nicodemo. La straordinaria scultura policroma, forse di scuola valenzana, ascrivibile al tipo doloroso, è riferibile al nascente espressionismo tedesco diffusosi in Europa nel Trecento. Nel 1533, le tavole realizzate dal Maestro Pietro Cavaro, oggi custodite presso la sagrestia della chiesa e l’Antiquarium Arborense, costituivano il prezioso retablo del Santo Cristo. Purtroppo agli inizi dell’Ottocento il vasto complesso perdeva coesione e consistenza. L’incarico di eseguire la nuova opera, che eliminasse il presbiterio della vecchia struttura, fu dato al sassarese fra’ Antonio Cano ma l’intero edificio crollò l’8 settembre del 1838. La ricostruzione, terminata nel 1847, fu affidata all’architetto Gaetano Cima che, in stile neo-classico, realizzò un edificio a pianta centrale con un pronao a 4 colonne. Nel 1866, con l’incameramento fatto dal demanio, i religiosi continuarono a officiare il culto nella chiesa mentre il Distretto Militare occupò una buona parte del convento, attualmente oggetto di importanti lavori di restauro a cura della Soprintendenza ai Beni Architettonici di Cagliari e Oristano. Indirizzo: Via Sant’Antonio Visite guidate a cura dell’Istituto Magistrale “San Giuseppe”. Orario di apertura: Sabato 12 ore 9.30-13.00; 15.30-18.30. Orario messe: 19.00. Domenica 13 ore 10.30-13.00; 15.30-18.30. Orario messe: 7.30-9.30-19.00.

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Chiesa del

Santo Spirito

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ITINERARIO A

La chiesa del Santo Spirito risulta citata in alcuni documenti del XVI secolo, ma solo un’indagine archeologica potrebbe rivelare con esattezza le origini più antiche di questo edificio, che secondo alcune ipotesi rimanderebbero all’età bizantina, come fa supporre lo stessa intitolazione. Al suo interno, fino al 1958, trovava sede una delle più antiche confraternite cittadine denominata del Santo Spirito. Annesso alla chiesa si ricorda inoltre un Oratorio dedicato alla Maddalena in cui aveva sede un’altra storica Confraternita, quella della Misericordia, i cui confratelli avevano l’onere di portare al cimitero i defunti della parrocchia della Cattedrale. La chiesa, essendo stata inglobata da tempo all’interno di un cortile dotato di cancello di ingresso e chiusa per lunghi anni a causa della sua inagibilità interna dovuta a cedimento dell’antico tetto, nonostante l’importante lavoro di ristrutturazione di recente eseguito, risulta ancora isolata dalle visite esterne, pur trattandosi di uno degli edifici storici che anticamente si affacciavano nella Ruga Mercatorum, a partire dalla Cattedrale, la chiesa di San Francesco e al pari di quelle prospicienti ad essa come le chiese di Sant’Antonio e San Mauro. Indirizzo: Via Sant’Antonio Apertura a cura del Centro Sportivo Italiano. Visite guidate a cura della Scuola dell’Infanzia di via Lanusei e della Scuola Primaria del Sacro Cuore dell’Istituto Comprensivo n. 3. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-12.30; 16.00-18.00.

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Chiesa e ospedale di

Sant’Antonio Abate

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ITINERARIO A L’ospedale di Sant’Antonio, citato nel testamento di Ugone II d’Arborea del 1335 e situato all’interno della città murata, era adibito all’assistenza di malati al pari dell’ospedale di San Lazzaro, posto fuori le mura, ma riservato ai lebbrosi. I mezzi di sussistenza per l’ospedale di Sant’Antonio, con circa 12 posti letto, furono le provvidenze prima giudicali, poi quelle provenienti dall’autorità spagnola, ed erano quantificate con la destinazione del così detto quartu de Sant’Antoni, un quarto di starello, ossia 13 litri di frumento, su ogni 40 are di terreno coltivato a grano. Nel secolo XVI, l’ospedale necessitò di importanti interventi e manutenzioni. Il 24 aprile 1640 l’edificio venne affidato all’Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio, i Fatebenefratelli, ma dopo quasi due secoli fu nuovamente in rovina e nel 1834 venne sostituito dai locali della chiesa e del monastero di San Martino extra muros. I vecchi locali dell’ospedale di Sant’Antonio furono destinati alle Pie Maestre Venerine, per aprirvi il primo Asilo Infantile della città. Tale istituto di accoglienza e assistenza per bambini fu fondato da un ente morale con l’opera del conte Pietro Nieddu, dell’avvocato Salvatore Parpaglia e di altri notabili oristanesi e, inaugurato il 20 aprile 1866, accolse le giovani generazioni oristanesi sino a pochi decenni fa. La chiesa di Sant’Antonio, annessa all’ospedale, risulta a lato dell’ex Distretto Militare. Da una fotografia dell’800 la chiesa, di origine gotica (tardo XIII secolo), presenta un campanile a vela a due luci e risulta con l’orientamento della facciata a ovest. Indirizzo: Via Sant’Antonio Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00

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Biblioteca comunale

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ITINERARIO A La Biblioteca comunale di Oristano è stata fondata nel 1953. Dal maggio 2009 ha sede presso i locali del monumentale ex ospedale ed asilo infantile di Sant’Antonio, ristrutturato con i fondi POR Sardegna 2000-2006 e utilizzato per attività espositive, culturali e di spettacolo. L’Hospitalis Sancti Antoni è una collocazione prestigiosa per la biblioteca che occupa il primo piano dove sono stati predisposti spazi confortevoli e funzionali alle attività come la sala consultazione e studio, ricavata nell’ex cappella che fu dedicata all’Immacolata, e la Sala Sarda situata nell’ampio salone dal soffitto a capriate. I servizi principali messi a disposizione sono il prestito locale e interbibliotecario, l’informazione bibliografica, la lettura e lo studio, la mediateca dove è possibile collegarsi a internet e vedere film. I servizi della biblioteca sono gratuiti e l’iscrizione aperta a tutti. La sezione ragazzi presenta una ricca raccolta, costantemente aggiornata, con i migliori titoli, un’angolo morbido con cuscini e tappeti a disposizione dei più piccoli. e conduce progetti di promozione della lettura oltre alle visite guidate. La sezione antica comprende un migliaio di volumi del ‘600, ‘700, ‘800 e ca. 100 cinquecentine. La biblioteca fa parte della Rete bibliotecaria regionale della Sardegna, polo aderente al Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN). Oltre alla struttura centrale sono aperte cinque sedi decentrate nelle frazioni di Donigala, Massama, Nuraxinieddu, Silì e Torregrande. Orario abituale (in vigore dal 1 ottobre di ogni anno al 30 giugno dell’anno successivo) Mattino: dal Lunedì al Venerdì 9.00-14; Orario di apertura: Sabato 9.00-13.00 Pomeriggio: dal Lunedì al Giovedì 15.30-19.00 Orario estivo (in vigore dal 1 luglio al 30 settembre di ogni anno) Mattina: dal lunedì al venerdì 9.00-14.00 Pomeriggio: martedì e giovedì 16.00-19.00. Tel. 0783-73119 - fax 0783-763675 email: biblioteca@comune.oristano.it Per una completa informazione si rimanda al sito: www.biblioteca.oristano.it Indirizzo: Via Sant’Antonio Visite guidate a cura del personale della Biblioteca Comunale di Oristano. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00

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Centro di documentazione sulla

Sartiglia

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ITINERARIO C Il Centro di Documentazione sulla Sartiglia di Oristano, realizzato dalla Fondazione Sa Sartiglia in collaborazione con l’Archivio Storico Comunale, custodisce preziose testimonianze dell’antica giostra equestre oristanese. La mostra permanente, realizzata nei locali del Centro di Documentazione, vede esposti i preziosi documenti che, provenienti dall’Archivio Storico Comunale, dall’Archivio Diocesano e dagli Archivi del Gremio dei Contadini e del Gremio dei Falegnami, testimoniano la storia della Sartiglia dal XVI sino al XX secolo. Arricchiscono il percorso espositivo gli antichi abiti de is Componidoris, i capi corsa che sovrintendono alla giostra, e gli antichi strumenti della corsa, stocchi, spade e stelle, risalenti tutti al XIX secolo e da sempre custoditi dai Gremi. Inoltre, attraverso i documenti filmati e i documenti fotografici proiettati nei video, è possibile ripercorrere le edizioni della Sartiglia dai primi del Novecento sino ai giorni nostri. Il Centro di Documentazione, impegnato nella continua ricerca e nello studio dei documenti che testimoniano la storia della giostra, rappresenta uno spazio culturale che promuove la storia e la tradizione della Città di Oristano facendo vivere tutto l’anno ai turisti e agli appassionati l’emozione della Sartiglia. Indirizzo: Via Sant’Antonio Apertura a cura della Fondazione Sa Sartiglia Onlus. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.00-13.00; 16.00-19.00.

monumentiaperti

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Chiesa di

San Mauro Abate

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ITINERARIO A La chiesa di San Mauro Abate sorge in prossimità del lato occidentale della cinta muraria medievale di Oristano. Il recente rinvenimento di documenti ad opera dello studioso oristanese Gabriele Luperi ha consentito di individuare con certezza tale monumento. Tali documenti, tutti del XVII e XVIII secolo, sono costituiti dai registri manoscritti del Gremio dei Calzolai e della Confraternita della Pietà che qui avevano sede. Si apprende inoltre che nella chiesa di San Mauro Abate vi erano le cappelle dei Santi Crispino e Crispiniano di pertinenza del Gremio dei Calzolai, e quella della Santissima Vergine della Pietà relativa alla Confraternita della Pietà. Nei secoli XVIII e XIX, attraverso l’esame dei registri contabili, si nota che la chiesa aveva come seconda titolatura quella della Ss.ma Virgen de la Piedad. La chiesa di San Mauro Abate presenta attualmente la facciata originale visibile sul lato nord, e una facciata laterale costruita in stile tardo neoclassico nel 1878, prospiciente sulla via Sant’Antonio. Per quanto riguarda la facciata antica sul lato breve dell’edificio attualmente è possibile osservarla sul lato del cortile interno, oggi adibito a piazzetta. All’interno della chiesa di San Mauro vi sono tre navate, che si prolungano fino ad inglobare il presbiterio. Sulla navata meridionale si apre una porta per dare accesso al locale della sacrestia. In seguito ai recenti lavori di restauro dell’edificio, si sono potute evidenziare le tre fasi edilizie della chiesa: quella più antica riferibile all’epoca bizantina, una databile tra il 1500-1600 e infine una settecentesca. Attualmente l’edificio ospita la Pastorale Giovanile Diocesana Indirizzo: Via Sant’Antonio Visite guidate a cura dell’Istituto Magistrale “San Giuseppe” e Pastorale Giovanile Diocesana. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00. In questo sito si terranno degli eventi collaterali, ti invitiamo a scoprirli a pagina 8.

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Cinta muraria

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medievale ITINERARIO A

Due documenti epigrafici, anticamente collocati sulle torri di San Filippo e San Cristoforo, situate rispettivamente agli ingressi nord e sud della città e oggi custoditi presso l’Antiquarium Arborense, rappresentano le fonti principali della realizzazione della fortificazione oristanese ad opera del giudice Mariano II sul finire del XIII secolo. Il circuito murario si snodava per un percorso di 2 km lungo le attuali vie Mazzini, Angioi, V. Emanuele, Duomo e De Castro, rafforzato da torrioni difensivi merlati in corrispondenza delle porte e da 28 torrette quadrilatere. La pianta più antica in cui compare il perimetro della mura fu realizzata dall’ingegnere Rocco Capellino nel 1554, al quale fu assegnato l’incarico di realizzare un progetto di restauro dell’intera fortificazione. Su Portu, ossia la città all’interno delle mura, era diviso nei quartieri di Port’a Ponti, Port’a Mari, Sant’Antonio, Sa ruga Noa e Santa Chiara, derivando la denominazione dall’edificio, civile o religioso, più rilevante. I piccoli agglomerati posti fuori le mura erano detti borghi. Dai documenti si evince che le mura sin dal XV sec. avevano bisogno di restauro. È del 1907 la delibera dell’amministrazione comunale dell’abbattimento della Porta a Mare. Dell’antica fortificazione, oltre alle torri di Mariano II e di Portixedda e quella minore sita nella via Mazzini, si possono osservare i frammenti di cinta muraria nelle vie Cagliari e Sant’Antonio e all’interno di edifici privati nelle vie Ichnusa e Diego Contini (Casa Loddo). Brevi segni, ma comunque utili per fornire dati sulle caratteristiche dell’intera opera, realizzata in muratura di tipo affogata, cioè costruita da pietrame eterogeneo per qualità e dimensione, legato dalla malta nella quale veniva gettato alla rinfusa e poi livellato. Indirizzo: Via Sant’Antonio ang. Via Cagliari e Via Diego Contini ang. Vico Umberto I. Presso la casa Loddo, visite guidate in Italiano e Inglese a cura dell’Istituto Magistrale “Benedetto Croce”. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 10.00-12.30; 16.00-18.00. Si ringrazia la famiglia Loddo per la disponibilità.

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Archivio di

Stato

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ITINERARIO A L’Archivio di Stato di Oristano è un ufficio periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La sua missione istituzionale è la tutela, la conservazione e la valorizzazione degli archivi “storici” degli uffici statali presenti, o cessati, nella Provincia, afferenti a diversi Ministeri (Interno, Difesa, Giustizia, Finanze, Lavoro, Pubblica Istruzione, etc.). Benché istituito nel 1975, a seguito dell’Istituzione della Provincia, l’Archivio di Stato di Oristano conserva un patrimonio documentario che in lunghezza si sviluppa per circa 3 chilometri e i documenti partono in alcuni casi (atti notarili) dalla metà del Settecento. Relativamente alla pubblica istruzione vanta una cospicua documentazione: circa 12.000 registri di tutte le scuole elementari della Provincia dal 1860 e circa 200 registri delle scuole superiori, sempre dal 1860. La mostra di documenti e registri del De Castro che, in occasione della manifestazione Monumenti Aperti 2011, sarà allestita e illustrata dagli allievi del Liceo, punta a far conoscere le tappe che hanno segnato la nascita e lo sviluppo della prestigiosa scuola, a partire dall’istituzione del Ginnasio (1860), sorto a seguito della legge Casati come trasformazione del Collegio Filosofico gestito dai Padri Scolopi fin dalla metà dei Seicento, per arrivare all’istituzione del triennio liceale nel 1935. La mostra, che vuole essere un omaggio ad una scuola che ha appena festeggiato i 150 anni della sua attività, è dedicata ad alcuni ex allievi del Ginnasio che, per i prestigiosi traguardi raggiunti nell’ambito della politica e della cultura, costituiscono l’orgoglio del liceo “De Castro”, della città di Oristano e della sua provincia. Nell’ambito dell’esposizione si potranno dunque vedere - il primo registro del Ginnasio con l’elenco degli iscritti alle 5 classi nell’anno 1860-61; - il registro dei voti dei primi studenti del Liceo nell’anno scolastico 1935-36, e il registro dei primi alunni che hanno conseguito il diploma; - registri di verbali che documentano la vita della scuola dalla fine dell’Ottocento alla prima metà del Novecento (ad es. deliberazioni del Comitato dei Padri di Famiglia; deliberazioni del Collegio dei Professori); - registri e documenti riferiti a tre studenti illustri del De Castro: Antioco Zucca, Antonio Gramsci, Raimondo Carta Raspi. Indirizzo: Piazza Ungheria, 9 Visite guidate a cura di: Liceo Classico “De Castro”, con la collaborazione del personale dell’Archivio di Stato. Orario di apertura: Sabato 12 ore 9.30-13.00.

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Chiesa di

San Sebastiano

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ITINERARIO A

Edificata sul finire del XVI e gli inizi del XVII secolo, la chiesa di San Sebastiano è considerata la più antica chiesa parrocchiale dei borghi della città. I libri parrocchiali registrano nascite, battesimi, matrimoni e decessi a partire dal 1615, anni segnati dall’imperversare della peste anche nel territorio di Oristano. Lo stesso edificio ecclesiastico venne eretto e quindi dedicato al martire invocato contro questo male. Per diversi secoli, il 20 gennaio, giorno di San Sebastiano, una lunga processione dalla Cattedrale si indirizzava verso la chiesa dedicato al Santo che in più occasioni liberò la nostra città dalla peste. L’edificio, che presenta una facciata di recente restaurata, presenta all’interno un’unica navata e alcune cappelle su entrambi i lati. L’abside della chiesa è rivolta verso la via figoli, sa ruga de is congiolargius, l’antica strada che come ricorda ancora oggi il nome, un tempo era occupata dalle botteghe degli artigiani della ceramica che, famosi in tutta l’isola ma non solo, producevano eccellenti stoviglie, vasellame e brocche in terracotta. Un’ampia scalinata conduce verso l’ingresso dell’edificio al quale, un tempo, era annesso un antico cimitero. Un ex voto del 1860, custodito in chiesa, documenta come le esondazioni del fiume Tirso, ancora sprovvisto di solidi argini, allagavano l’intera piazza Roma. L’intero isolato, occupato dalla chiesa di San Sebastiano, dalle sue pertinenze e dagli altri edifici compresi nelle vie Figoli, Mazzini, vico Mazzini e piazza Roma, sino agli anni Cinquanta costituivano il teatro dell’Ardia di San Costantino, la tradizionale corsa di cavalli che si correva in città il 6 e 7 luglio in onore del Santo Imperatore la cui statua ancora oggi si trova in chiesa. Indirizzo: Piazza Roma, 59 Visite guidate a cura della Scuola Primaria di via Bellini dell’Istituto Compensivo n. 2 Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00;15.30-19.00. Orari messe: Sabato ore 19.00, Domenica ore 8.00, 10.00 In questo sito si terranno degli eventi collaterali, ti invitiamo a scoprirli a pagina 8.

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Torre di

Mariano II

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ITINERARIO A Un’iscrizione, originariamente posta sull’arco della porta d’ingresso e oggi conservata presso l’Antiquarium Arborense, consente di datare con precisione la torre, eretta nell’ingresso nord della città nel 1290, e attribuirla all’opera di Mariano II. L’accesso era dotato presumibilmente di ponte levatoio, difeso da un piombatoio e da un doppio sistema di chiusura che prevedeva una saracinesca, azionata da argani sistemati al secondo piano, ed una seconda porta a battenti. La torre, innalzata su un filare di blocchi in basalto, è costruita per il resto interamente in conci squadrati d’arenaria che fino ad una altezza di m. 5,20 presentano una lavorazione a bugnato, utilizzata anche nei conci che inquadrano il fornice a tutto sesto dell’ingresso. L’impianto architettonico si compone di due volumi sovrapposti; il corpo principale a base quadrata, alto 19 metri, è sovrastato da merli guelfi. Chiuso solamente su tre lati, tale corpo era ripartito in tre piani tramite tavolati lignei poggianti su travi. Al primo piano si aprivano due porte che mettevano in collegamento con il camminamento di ronda della muraglia e due feritoie. Altre tre feritoie, di cui una sul prospetto principale, si aprono al secondo piano. Il terzo piano costituisce infine la base per una torretta alta quasi dieci metri, con una rastremazione scandita da due lesene e sovrastata da tre merli guelfi per lato. Nella torretta trova posto una campana, posta sotto il marchesato di Antonio Cubello, eseguita nel 1430 da Bernardo Guardia, raro esempio in Sardegna di campana ad uso civico, che riporta ripetuta per 24 volte la salutazione angelica Ave Maria intervallata da piccoli tralci di rosa. È del 1500 il primo documento che cita la torre denominandola Torre de Port’e Ponti, mentre nelle delibere comunali dei secoli XIX-XX è menzionata come Torre di San Cristoforo, da un retablo cinquecentesco del santo che un tempo era custodito al suo interno. Indirizzo: Piazza Roma Visite guidate a cura della Scuola Primaria di via Solferino dell’Istituto Comprensivo n. 1 con la collaborazione della Cooperativa La Memoria Storica, dell’Associazione Avidicaf e Cisom Sezione di Oristano. Sabato 12 e domenica 13 ore 9,30-13,00; 15,30-19,00.

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Palazzo

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Arcais ITINERARIO A

Il palazzo prende il nome dal titolo nobiliare di Don Damiano Nurra Conca che viene insignito del titolo di Marchese d’Arcais dal re sabaudo Carlo Emanuele III, con Diploma del 23 agosto 1767. Il titolo d’Arcais deriva dal nome di due peschiere, Arcai Mannu e Arcai Pittiu, situate nei pressi di Zerfaliu, che facevano parte del patrimonio immobiliare del Marchese. Il titolo di Marchese venne concesso in questo caso a persona non nobile, quale in effetti era Damiano Nurra. Il facoltoso possidente oristanese, venuto a conoscenza del progetto di popolamento della penisola del Sinis da parte del Regno sabaudo, in vista di una miglior difesa del Golfo di Oristano da sempre minacciato dalle incursioni barbaresche, chiese allo stesso viceré di Sardegna Alfieri di Cortemiglia l’infeudazione del territorio, proponendo il pagamento di 216 mila lire di Piemonte pari a 254 mila scudi sardi. Il Palazzo di residenza di Don Damiano Nurra Conca venne edificato nel corso Umberto, nel cuore della città; alla sua munificenza si deve inoltre la costruzione di una chiesa e un convento donato dallo stesso Marchese all’ordine dei Carmelitani il 27 aprile 1782. Il palazzo presenta un’austera facciata appena movimentata dalle mostre modanate in pietra trachitica rossa; una nota decisamente più frivola è data invece dai balconcini semicircolari che ornano le aperture al piano nobile. Un cupolino campaniforme ricoperto di maioliche policrome dà luce allo scalone interno che, dopo la prima rampa, si biforca e conduce ai piani alti del palazzo. Attualmente il Palazzo, di proprietà dell’Amministrazione Provinciale di Oristano, di recente restaurato, è destinato a sede del futuro Museo Regionale della Sardegna Giudicale. Indirizzo: Corso Umberto Edificio in restauro Visibile solo esternamente

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Antiquarium Arborense

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ITINERARIO A Il museo comunale Antiquarium Arborense di Oristano nasce nel 1938 come terzo polo museale pubblico della Sardegna, con l’acquisizione da parte della municipalità della collezione archeologica dell’Avv. Efisio Pischedda. Costui abbinò alla quotidiana attività forense la passione per l’archeologia, riuscendo a comprendere numerose raccolte archeologiche e realizzando nel XIX sec. la più cospicua collezione privata della Sardegna, con preziosi reperti provenienti da Tharros e dal territorio del Sinis. L’importante collezione è oggi ospitata nell’elegante palazzo neoclassico appartenuto all’onorevole Salvatore Parpaglia, prestigioso avvocato oristanese del tardo Ottocento. Durante il periodo fascista il palazzo divenne la Casa del Fascio oristanese; in seguito, divenuto proprietà comunale, ospitò uffici comunali, una scuola media e la sede dell’ambulatorio dell’ufficiale sanitario. Nel 1983 iniziarono importanti lavori di restauro e nel 1992 il palazzo divenne la nuova sede del Museo Archeologico cittadino Antiquarium Arborense, dedicato al suo primo curatore Giuseppe Pau. Ai reperti, che abbracciano un arco cronologico che va dall’età preistorica a quella medievale, si affiancano due interessanti plastici ricostruttivi: la città romana di Tharros del IV sec. d.C. e la capitale giudicale arborense del XIV secolo. Sono custoditi inoltre tre deliziosi retabli testimonianza della scuola pittorica sardo iberica: il retablo del Santo Cristo, opera di Pietro Cavaro del 1533, quello della Madonna dei Consiglieri, realizzato nel 1565 da Antioco Mainas, e il prezioso retablo di San Martino di scuola catalana, risalente al primo Quattrocento. L’Antiquarium Arborense è l’unico museo dell’isola a disporre di una sezione espositiva dedicata ai non vedenti e agli ipovedenti, dove è possibile toccare con mano alcuni fra i più bei manufatti esposti al Museo o facenti parte del patrimonio culturale cittadino. Ingresso in Piazza Corrias. Visite guidate a cura di: personale dell’Antiquarium Arborense, Cooperativa La Memoria Storica. La visita guidata alla sezione tattile sarà a cura delle guide dell’Unione Italiana Ciechi. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.00-14.00; 15.00-20.00. In questo sito si terranno degli eventi collaterali, ti invitiamo a scoprirli a pagina 9.

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Piazza e statua di

Eleonora d’Arborea

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ITINERARIO A La statua di Eleonora d’Arborea insiste sull’omonima piazza che, situata nel cuore del centro storico, ha mantenuto l’impronta classicista conferitagli nella prima metà dell’Ottocento. Su di essa si affacciano alcuni dei più significativi edifici della città: sul lato nord il complesso architettonico degli Scolopi, oggi adibito a Palazzo Civico, all’angolo del corso Umberto I l’elegante palazzo CorriasCarta, e al lato opposto il settecentesco palazzo Mameli dai raffinati balconcini in ferro battuto e il Palazzo Campus-Colonna. Al centro della piazza è collocato il monumento ad Eleonora d’Arborea, opera celebrativa dello scultore Ulisse Campi e dell’architetto Mariano Falcini, inaugurata con solennità il 22 maggio 1881. Nei bassorilievi in bronzo vi sono scolpite la messa in rotta del campo aragonese nel Castello di Sanluri e la promulgazione della Carta de Logu. La giudicessa d’Arborea, nata forse nel 1347 e morta probabilmente di peste nel 1403, andò in sposa a Brancaleone Doria dal quale ebbe due figli, Federico nel 1377 e Mariano nel 1379. Nel marzo del 1383 le giunse la notizia della morte del fratello, il giudice Ugone III. A partire da quel momento resse come giudicessa reggente in nome e per conto dei figli ancora minorenni le città, le terre e i castelli del regno dell’Arborea. Per sua volontà nel 1388 stipulò col sovrano catalano-aragonese Giovanni I il Cacciatore una pace che segnò dopo oltre trent’anni l’interruzione della guerra tra i due popoli. Durante la tregua la stessa giudicessa decise di aggiornare il codice di leggi già emanato da suo padre Mariano IV promulgando, nell’ultimo scorcio del Quattrocento, una nuova Carta de Logu d’Arborea, raccolta di norme di diritto processuale e positivo, civile e penale che rispondesse ad una nuova esigenza di certezza del diritto; a partire dal 1420 e sino al 1827 tali norme saranno estese a tutto il Regno di Sardegna, seppure con l’introduzione di profonde modifiche. Indirizzo: Piazza Eleonora d’Arborea

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Archivio

Storico Comunale

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ITINERARIO B-C L’Archivio Storico del Comune di Oristano, nella sede del Convento degli Scolopi nella Piazza Eleonora d’Arborea, offre uno spaccato straordinario della storia della città dal 1479, data in cui, in seguito alla caduta del Marchesato oristanese, il centro di Oristano fu elevato al rango di Città Regia, sino ai documenti più recenti prodotti nel corso dell’attività amministrativa della città. Nel 1937 il professor Antonio Era dell’Università di Sassari redige il primo inventario della Sezione Antica dell’Archivio. L’intera documentazione è stata di recente oggetto di un lungo intervento finalizzato al riordino delle carte. Gli atti riguardanti la Città Regia (1479-1848) sono stati interamente digitalizzati e sono quindi agevolmente consultabili nelle postazioni informatiche presenti nella sala studio. A seguito dell’intervento di riordino, l’Archivio è stato suddiviso in due Sezioni: quella antica che conserva i documenti dal 1479 al 1848, e la sezione storica per gli anni 1848-1958. Si segnalano, fra i tanti documenti della sezione più antica, alcuni frammenti di codici miniati risalenti al medioevo giudicale, recuperati in fase di restauro, le pergamene contenenti i privilegi concessi alla città dai sovrani spagnoli, gli atti parlamentari e i registri di Consiglieria, ossia le raccolte di delibere del Consiglio civico a partire dal 1500. Tra la documentazione storica, si segnalano le lettere di Carlo Pisacane e la corrispondenza con Giuseppe Garibaldi al quale fu concessa la cittadinanza onoraria oristanese. Va ricordata, infine, la Sezione di deposito che interessa gli anni dal 1959 al 1995 e contenente i documenti più recenti prodotti nel corso dell’attività amministrativa della città. Indirizzo: Piazza Eleonora d’Arborea Apertura a cura del personale del Comune di Oristano e della cooperativa La Memoria Storica. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.

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Palazzo degli

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Scolopi ITINERARIO C

Il Convento degli Scolopi, situato all’angolo tra piazza Eleonora e corso Umberto, ospita l’aula consiliare e diversi uffici dell’amministrazione comunale. Le prime notizie storiche che testimoniano l’esistenza del complesso risalgono al 1535 e sono tratte dai verbali delle riunioni consiliari. Nel 1676 il ricco mercante oristanese Michele Pira decise di far costruire a sue spese un collegio per dodici religiosi accanto alla chiesa di San Vincenzo, nella cui costruzione era già intervenuto venticinque anni prima. Sorsero così il 17 luglio 1681 le scuole Pie curate dagli Scolopi. La fondazione rimase attiva fino al 1866, anno di soppressione degli ordini religiosi. Con la soppressione del Convento degli Scolpi i beni in esso custoditi passarono allo Stato. Al posto del Convento fu aperto il Regio Ginnasio e successivamente l’edificio fu destinato a sede del Tribunale. L’ingresso della Sala Consiliare è segnato da un imponente portale in arenaria. All’interno la sistemazione della platea e del controsoffitto ne nascondono l’antica vocazione religiosa. Nel XIX secolo Antonio Cano, scultore e architetto attivo a Cagliari, intervenne sulla chiesa. Della sua opera rimangono le 4 statue degli Evangelisti a tutt’oggi collocate nelle nicchie dell’ex chiesa di San Vincenzo. Infine è da segnalare, come particolare elemento decorativo, il grazioso balcone in ferro battuto della finestra che si affaccia sull’aula e permette una visuale completa della sala. Sullo stesso piano, percorrendo un corridoio cadenzato dalle scansioni ritimiche degli archi, si giunge alla Sala Giudicale in cui sono custoditi due grandi dipinti di Antonio Benini sulla vita della giudicessa oristanese: Matrimonio di donna Eleonora e Proclamazione della Carta de Logu. In questa sala ha trovato giusta collocazione la corona in bronzo che le donne veneziane hanno donato nel 1884 al Comune di Oristano in onore di Eleonora d’Arborea. Indirizzo: Piazza Eleonora d’Arborea Apertura a cura del personale del Comune di Oristano. Visite guidate a cura dell’Associazione Italia Nostra - Sezione Provinciale di Oristano (Sinis-Cabras- Oristano). Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.

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1 Antica Canonica della Cattedrale 2 Cattedrale di Santa Maria Assunta 3 Seminario Tridentino 4 Chiesa di San Francesco 5 Chiesa del Santo Spirito 6 Chiesa e ospedale di Sant’Antonio Abate 7 Biblioteca comunale 8 Centro di Documentazione sulla Sartiglia 9 Chiesa di San Mauro Abate 10 Cinta Muraria 11 Cinta Muraria (casa Loddo) 12 Archivio di Stato 13 Chiesa di San Sebastiano 14 Torre Mariano II 15 Palazzo Arcais 16 Antiquarium Arborense 17 Piazza e statua di Eleonora d’Arborea 18 Archivio storico comunale 19 Palazzo degli Scolopi 20 Palazzo di Città 21 Palazzo Campus – Colonna 22 Sede Gremio dei Falegnami

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23 Chiesa e Monastero del Carmine 24 Chiesa di San Domenico 25 Chiesa e Monastero delle Cappuccine 26 Chiesa di Santa Lucia 27 Casa di Eleonora 28 Teatro civico “Garau” 29 Chiesa e Monastero di Santa Chiara 30 Torretta medievale (casa Palmieri) 31 Torre di Portixedda 32 Chiesa di San Saturnino (intra muros) 33 Chiesa della Vergine Immacolata, convento dei Cappuccini 34 Chiesa di San Martino 35 Cimitero di San Pietro 36 Chiesa di San Giovanni Battista 37 Chiesa di Sant’Efisio Martire 38 Chiesa di Santa Maria Maddalena (Silì) 39 Chiesa di San Nicola – Oratorio delle Anime (Massama) 40 Chiesa di Santa Petronilla (Donigala) 41 Santuario Basilica di Nostra Signora del Rimedio 42 Portale Vito Sotto (Rimedio) 43 Cantina della Vernaccia di Oristano 44 Gran Torre (Torregrande)

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Palazzo di Città

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ITINERARIO C L’edificio all’angolo tra piazza Eleonora e piazza Martini, oggi sede dell’ufficio tecnico, era il Palazzo di Città e, secondo le magistrature che si sono succedute, del Podestà. La sua lunga storia ha inizio nel XV secolo. il 15 maggio 1481 il Procuratore Generale concedeva in enfiteusi ai consiglieri di Oristano una casa distrutta, situata dentro le mura della città, per costruirvi la Casa del Consiglio. Prima della costruzione di questo fabbricato le riunioni consiliari si tenevano nella chiesa di San Vincenzo, dove si svolgono attualmente, e dove si sono svolte anche dal 1535 al 1536. Nel 1540 si ha notizia della costruzione della Casa di Città, la quale fu inaugurata nel 1563 come ricorda una lapide affissa all’interno dell’edificio, tutt’ora visibile. Il 13 novembre del 1554 il Viceré de Heredia, rispondendo ad una lettera del Consiglio civico dava la facoltà di acquistare i cortili confinanti con la Casa della Città. In un’altra lettera del 22 marzo 1556 Jaume Nosho vende al Consiglio un’appezzamento di terreno, anche questo acquistato con lo scopo di ampliare e allargare l’edificio comunale. Nel 1564-65 si stipula il contratto con mestre Antioco Majnas pintor dela ciutat de Caller, con il quale questi si impegnava a dipingere un retablo destinato alla Cappella della Casa della Città, composto da sei riquadri superiori e sette inferiori. La parte centrale di questo retablo, oggi conservato nella Pinacoteca dell’Antiquarium Arborense, rappresenta la Madonna in trono, con ai piedi cinque consiglieri, i cui nomi sono riportati sulla toga di ciascuno. Nel 1873 il muro della facciata dell’antica casa comunale cedette. Le uniche testimonianze che rimangono dunque sono il retablo dei consiglieri e la lapide citata precedentemente. Un’opera artistica di sicuro interesse che possiamo ammirare oggi in questo palazzo è la grande tela romboidale l’Apoteosi di Eleonora realizzata nel 1931 da Carlo Contini per il soffitto dell’aula consiliare del Palazzo di Città. Degno di nota, infine, l’ufficio al primo piano, destinato, come recita l’Inventario degli Uffici Comunali del 1930, a Ufficio di Gabinetto del Podestà. Il soffitto e gli arredi sono stati realizzati in legno sapientemente intagliato in un insieme di cornici e finte mensole. Indirizzo: Piazza Eleonora d’Arborea Visibile solo esternamente

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Palazzo

Campus - Colonna

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ITINERARIO C Il Palazzo Campus Colonna è uno storico edificio signorile acquistato solo in tempi recenti dall’Amministrazione Comunale. La struttura attuale ha preso il posto di un precedente edificio, dalle linee più semplici, del quale sono state mantenute le finestre della facciata principale, rese più aggraziate da particolari decorativi. Nei locali del palazzo è esposta un’ampia rassegna di quadri realizzati da artisti che hanno fatto la storia del Novecento sardo come Antonio Ballero, Mario Delitala, Carmelo Floris, Foiso Fois, Pietro Manca. L’ingresso si apre al pubblico con tre grandi quadri, due del ‘800 e uno del ‘900, che arricchiscono la scalinata principale. Si tratta di due rappresentazioni dei reali di casa Savoia commissionati dall’Amministrazione Comunale dell’epoca agli artisti isolani Marghinotti e Caboni e di una rappresentazione della Giudicessa Eleonora d’Arborea di Antonio Corriga donata dalla famiglia Aiello-Dettori. Al primo piano la Sala della Giunta offre la possibilità di ammirare alcuni dipinti che rappresentano altrettante feste cittadine: La fiera di Santa Croce di Antonio Corriga, La Sagra del Cristo e Sa Sartiglia di Carlo Contini. L’arredamento di questa sala, oltre al grande tavolo ovale utilizzato per le riunioni della Giunta, comprende i mobili d’epoca provenienti dall’eredità Molino, tra i quali merita particolare attenzione l’armadio realizzato artigianalmente utilizzando come ante i pannelli di un’antica porta. Una vetrina custodisce gli stendardi cittadini e gli argenti che facevano parte del corredo da scrittoio del Consigliere Capo. Il pezzo più interessante è la mazza cerimoniale in argento sbalzato e inciso realizzata dagli argentieri sassaresi Del Piano e Frigido nel 1651. Questa mazza era utilizzata per il rito dell’insacolazione, l’elezione dei consiglieri, che consisteva nell’estrazione dei nomi da cinque sacchetti nel giorno di Sant’Andrea e veniva portata in processione nelle feste in onore di Santi Alessandro, Archelao, Giovanni, Maria e Vincenzo. Negli uffici del Sindaco oltre agli arredi di notevole pregio quali una specchiera con cornice finemente lavorata della fine del XVIII secolo e i mobili d’epoca provenienti dall’eredità Molino è da segnalare un’opera della fine dell’Ottocento del pittore Antonio Benini raffigurante Eleonora d’Arborea. Indirizzo: Piazza Eleonora d’Arborea Apertura a cura del personale del Comune di Oristano. Visite guidate a cura dell’Associazione Italia Nostra - Sezione Provinciale di Oristano (Sinis-Cabras- Oristano). Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.

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Sede del

Gremio dei falegnami

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ITINERARIO C La sede del gremio dei falegnami rappresenta l'antico luogo di riunione dei soci di una delle istituzioni più antiche della città di Oristano. La corporazione, posta sotto l'invocazione di San Giuseppe, la cui elegante cappella si trova nell'adiacente Cattedrale di Santa Maria Assunta, nasce intorno al XVI-XVII secolo per riunire i maestri falegnami che esercitavano l'arte in città. Tra le attività del gremio, il cui più antico statuto risale al 1693, per antica tradizione, vi è l'organizzazione della Sartiglia dell'ultimo martedì di carnevale. Presso i locali della sede, che per lunghi anni sino alla metà del secolo scorso hanno ospitato la cerimonia di svestizione de su Componidori della Sartiglia del martedì, sono custodite le memorie del gremio e numerose testimonianze legate all'organizzazione dell'antica giostra. Indirizzo: Via Eleonora d'Arborea Apertura a cura del Gremio dei Falegnami di San Giuseppe Orario di apertura Sabato 12 e Domenica 13 ore 10.0012.00; 16.00-19.00

Laboratorio di Restauro

Restauro Arborense

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ITINERARIO C In occasione di Monumenti Aperti il laboratorio propone una due giorni di restauro di opere sacre, attraverso cui saranno svelati alcuni misteri e tecniche legate a questo percorso d’arte e consentiranno al pubblico un accesso diretto a questo storico ed impegnativo mestiere. Indirizzo: Via Ciutadella de Menorca Apertura a cura del Laboratorio di Restauro, Direzione artistica Alberto Severino. Orari di apertura Sabato 12 e Domenica 13 ore 10.00-13.00; 16.00-20.00

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Chiesa e Monastero del

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Carmine

ITINERARIO D La chiesa e il monastero del Carmine costituiscono un unico fabbricato di stile rococò realizzato tra il 1776 e il 1785. L’opera, attribuita all’architetto piemontese Giuseppe Viana, fu realizzata a spese di Don Damiano Nurra Conca, Marchese d’Arcais, che il 27 aprile 1782 la donò all’Ordine dei Carmelitani. La chiesa, costruita su pianta ovoidale, è movimentata dall’inserimento di quattro cappellette e dall’altare maggiore. Lo schema del monastero si snoda attorno ad un chiostro quadrangolare bordato ai lati da un percorso scandito da una successione, per tutti i tre piani, di volte a vela, che si prolunga sul lato ovest con un’alternata cadenza di volte a crociera. Soppresso nel 1866, a seguito alla confisca dei beni ecclesiastici da parte del Regno Sabaudo, dal 1962 fino al 1986 fu utilizzato come caserma di una Compagnia di Carabinieri e in seguito ospitò degli uffici amministrativi. Dal 1997 ospita la sede universitaria decentrata di Oristano, con i corsi di laurea in Economia e Gestione dei Servizi Turistici e in Biotecnologie Industriali dell’Università di Cagliari, il corso di laurea in Tecnologie Viticole, Enologiche, Alimentari dell’Università di Sassari, con i curricula in Tecnologie Alimentari e in Viticoltura ed Enologia, e la Scuola di Specializzazione in Archeologia Subacquea e dei Paesaggi Costieri, oltre agli uffici del Consorzio UNO, ente di promozione degli studi universitari in provincia di Oristano. Tutte le info sulla sede universitaria di Oristano sul sito www.consorziouno.it Indirizzo: Via del Carmine. Visite guidate a cura di: Sezione musicale della Scuola Media “G. Deledda” dell’Istituto Comprensivo n. 3, con la collaborazione dell’Associazione Garibaldini a cavallo e del Consorzio UNO. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00. In questo sito si terranno degli eventi collaterali, ti invitiamo a scoprirli a pagina 8.

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Chiesa e convento di

San Domenico

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ITINERARIO D La chiesa ed il convento di San Domenico vennero edificati nel 1634 ad opera del nobile oristanese Don Baldassarre Paderi. L’intero complesso ospitò i frati domenicani che già officiavano il culto nel complesso del San Martino, posto fuori dalle mura cittadine. In seguito alla soppressione degli ordini religiosi, i domenicani dovettero lasciare il convento nel 1832, mentre la chiesa è ancora retta dal delegato ecclesiastico dell’Arciconfraternita del Santissimo Nome di Gesù, che era presente fin dall’erezione della chiesa e che rimase incaricata dell’edificio. Nel 1920, grazie alle cure dell’Arciconfraternita e del Canonico Rettore A. Melis, la chiesa, dopo essere stata utilizzata dai militari durante la Prima Guerra Mondiale, fu decorosamente riabbellita. L’edificio, che tra gli antichi monumenti religiosi cittadini rappresenta la chiesa più grande e spaziosa dopo la cattedrale, completamente pavimentato, con la realizzazione dell’altare maggiore e del retablo ligneo in stile gotico e arricchito con deliziose decorazioni, fu restituito al suo primo splendore. La chiesa con alto prospetto timpanato, presenta una navata unica e due cappelle sul lato destro, una dedicata a San Vincenzo e l’altra, direttamente legata all’Arciconfraternita, al Santissimo Nome di Gesù. Nell’ingresso della chiesa vi è una gran pila in marmo per l’acqua benedetta del 1633, donata dal Canonico Mancosu Dessì, forse nel momento in cui venne fabbricata la stessa chiesa. Nel XIX secolo nei locali del convento vennero aperti gli uffici dei preposti alle gabelle, in seguito, nel 1924, divennero sede della Caserma delle Guardie di Finanza mentre attualmente ospita gli uffici del Demanio. Di recente l’edificio ecclesiastico ha subito un importante intervento di restauro che ha messo in evidenza nel presbiterio la bellissima volta costolonata in stile gotico catalano, attualmente, sede dell’Azione Cattolica cittadina, l’edificio costituisce un Auditorium per piccoli congressi, conferenze e concerti musicali. Indirizzo: Via Lamarmora Visite guidate a cura di: Liceo Classico “De Castro”. Apertura a cura dell’Azione Cattolica. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.

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Chiesa e monastero delle

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Cappuccine ITINERARIO D

L’intero complesso religioso della chiesa e del convento delle monache cappuccine venne edificato nel 1739 ad opera del facoltoso cittadino oristanese Pietro Ibba, il quale appagò in questo modo il desiderio delle sue due figlie di monacarsi. La prima comunità di monache cappuccine si fondò con l’arrivo in città di tre suore spagnole provenienti da Ozieri. Nel monastero le suore svolgevano una vita di clausura, nella preghiera e nel lavoro, inizialmente seguendo la regola di Santa Colletta, successivamente quella di Santa Chiara. La chiesa, annessa al complesso claustrale, è dedicata all’Immacolata il cui simulacro è esposto al centro dell’altare maggiore, vi sono inoltre altri due altarini di cui uno dedicato al Sacro Cuore di Gesù, che si festeggia nel mese di giugno. Indirizzo: Via Lamarmora Visite guidate a cura dell’Istituto Magistrale “San Giuseppe”, con la collaborazione dell’Associazione Culturale Tamburini e Trombettieri Città di Oristano. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 10.00-12.00; 16.30-18.30.

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Chiesa di

Santa Lucia

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ITINERARIO D La chiesa di Santa Lucia risale ai secoli XVI e XVII. L’attuale prospetto, realizzato nella prima metà dell’Ottocento, si mostra in stile neoclassico, con un timpano sostenuto da quattro colonne massicce. La chiesa è la cappella del Gremio dei Muratori. A partire dal XVI secolo, in Oristano, contadini, sarti, falegnami, muratori, vasai o figoli, calzolai e fabbri, erano riuniti in corporazioni, chiamate originariamente maestranzas o confrarias, poi gremi, ovvero posti in grembo sotto la protezione di un Santo patrono. Tali associazioni erano governate da statuti che dettavano norme per la costituzione, l’amministrazione, i doveri religiosi, la disciplina professionale, gli esami per i nuovi soci, le controversie di lavoro, le norme per la conservazione dei libri amministrativi e contabili e la cura delle cappelle. Ogni associato era vincolato al rispetto di molteplici doveri religiosi, morali e sociali, poiché il principio di mutualità tra i soci era alla base del Gremio. Durante la festa del patrono, il Gremio sorteggiava o eleggeva i nuovi amministratori: i maggiorales, ovvero i massimi r a p p re s e n t a n t i , i probiuomini e altre cariche. Ogni gremio aveva una propria sede e, per gli uffici divini, aveva una cappella in una chiesa accanto alla sede della congregazione, dove gli iscritti solevano radunarsi. L’attività dei Gremi è documentata fino alla seconda metà del XIX secolo: una legge del 29 maggio 1864 li abolì de iure, obbligandoli alla trasformazione in società di mutuo soccorso. Attualmente, solo a Sassari e ad Oristano queste istituzioni non hanno interrotto la propria attività. Nella città di Oristano risultano ancora oggi costituiti i Gremi dei contadini di San Giovanni Battista, dei falegnami di San Giuseppe e dei muratori di Santa Lucia. Le prime due corporazioni, per antica tradizione, organizzano la Sartiglia, secolare competizione equestre che ancora oggi si corre l’ultima domenica di carnevale e il martedì grasso. Indirizzo: Via Parpaglia Visite guidate a cura di: Scuola Primaria del Sacro Cuore dell’Istituto Comprensivo n. 3. Apertura del sito a cura del Gremio dei Muratori di Santa Lucia con la collaborazione dell’Associazione Culturale Tamburini e Trombettieri Città di Oristano. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.

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Casa di

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Eleonora ITINERARIO E

Nel centro storico di Oristano, lungo la via Parpaglia, si trova la cosiddetta Casa di Eleonora. Tale attribuzione risulta impropria sia per la tipologia dell’edificio, sia perché la giudicessa probabilmente resse le sorti del giudicato abitando nel palazzo di residenza dei giudici in Piazza de sa Maioria, ovvero nell’attuale piazza Manno ove attualmente si trovano le carceri. Se alcune parti dell’edificio possono verosimilmente ascriversi al periodo giudicale, ad allontanare l’ipotesi di residenza dei giudici è il fatto che la tipologia della struttura sarebbe più riferibile a delle scuderie piuttosto che a un palazzo di corte. Il piano rialzato dell’edificio, aggiunto in epoca spagnola, presenta un soffitto con grandi capriate lignee recentemente restaurate. La differente epoca di costruzione dei due piani si manifesta con assoluta chiarezza negli ornamenti decorativi posti in facciata, meno ricchi e sfarzosi al piano terra rispetto al primo piano. La facciata principale presenta aperture disposte in maniera asimmetrica e irregolare fra i due piani, sottolineate da una cornice spezzata marcapiano in trachite verde. Nel primo piano le finestre del lato destro sono inquadrate da una cornice modanata, sormontata da un coronamento arricchito da due stemmi. Malgrado l’ultimo intervento di restauro che ha scagionato il rischio di caduta dei fregi calcarei, solo uno di essi risulta tutt’oggi leggibile e raffigura uno scudo bipartito sulla cui parte sinistra è rappresentato l’albero diradicato d’Arborea contrapposto al quale, sulla destra, si staglia un cavallo rampante. Probabilmente, nel corso dei secoli la presenza dello stemma dell’albero deradicato ha spinto le fantasie di appassionati e curiosi a voler individuare in questo edifico sa domu de Eleonora. Le finestre del lato sinistro, sormontate da un timpano, sono incorniciate da modanature riccamente decorate arricchite da colonnine, disegno che richiama modelli tardo gotico catalani. Indirizzo: Via Parpaglia Visibile solo esternamente

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Teatro civico

Antonio Garau

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ITINERARIO E

Nella centralissima via Parpaglia, a pochi passi dalla Torre di Mariano II e dirimpetto alla cosi detta Casa di Eleonora, troviamo il Teatro Civico “Antonio Garau”. L’edificio, recentemente restaurato, rappresenta il salotto cittadino che ospita importanti eventi legati alla cultura, dalla prosa al teatro, dai concerti alle conferenze. Il teatro, che nei suoi due ambienti, della sala al piano terreno e nella galleria, può ospitare circa 400 posti a sedere, è dedicato al noto commediografo oristanese Antonio Garau. Straordinario testimone della cultura sarda ed oristanese in particolare, Antonio Garau nelle sue opere, scritte in lingua sarda campidanese, ripropone i temi della vita e della tradizione della sua terra. Intrise di un umorismo talvolta sanguigno, talvolta malinconico, sempre profondamente calate nella realtà quotidiana della gente da lui frequentata, le opere di Antonio Garau hanno varcato i confini regionali, facendo di lui nel dopoguerra una delle principali personalità della cultura del popolo sardo. Indirizzo: Via Parpaglia Visibile solo esternamente

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Chiesa e monastero di

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Santa Chiara ITINERARIO E

Nel 1343 venne edificato il complesso conventuale di Santa Chiara ad opera del giudice Pietro III d’Arborea, eretto su una preesistente chiesa dedicata a San Vincenzo. La chiesa, edificata in forme gotiche, conserva ancora l’antica abside e non pochi avanzi dell’antico monastero. Nell’arcone dell’abside e in un concio situato nella facciata della chiesa, sopra la porta d’ingresso, sono ancora evidenti gli emblemi della famiglia regnante. Tra i preziosi frammenti di affreschi trecenteschi conservati all’interno, uno sembra riprodurre il giudice Mariano IV, che pone il primogenito, futuro giudice Ugone III, sotto la protezione della Santa. Si conserva inoltre l’importante iscrizione del 1348 che ricorda la sepoltura nel complesso claustrale di Costanza di Saluzzo, moglie del giudice Pietro III. A partire dalla erezione del convento i giudici arborensi stabiliranno un rapporto particolare con il monastero e con la chiesa, da alcuni definita cappella palatina. È del 1356 il documento del pontefice Innocenzo VI che autorizza Timbora di Roccabertì, moglie del Giudice Mariano IV, ad avere libero accesso nel monastero, in compagnia delle due figlie Eleonora e Beatrice, per sette volte l’anno. Con un documento datato 19 aprile 1369, il sovrano Mariano IV fece al monastero una larga donazione annuale in favore di 13 suore, destinando al servizio religioso due suoi cappellani. Numerosi sono inoltre i documenti che testimoniano l’interesse dei Re Cattolici verso il monastero. L’archivio del convento custodisce documenti preziosi, sigilli di abbadesse e registri contabili del XV e XVI secolo che hanno rappresentato fonti straordinarie per lo studio della storia arborense. A partire dal 1420 in numerosi documenti viene nominato il Quartiere di Santa Clara, la Contrada Santa Chiara e la Ruga di Santa Clara. Il quartiere occupava tutta l’area compresa fra la chiesa e il monastero delle clarisse e l’attuale via Carmine e il corso Umberto. Indirizzo: Via Santa Chiara Visite guidate a cura di: Scuola Primaria Sa Rodia Istituto Comprensivo n. 4 Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.45-12.00; 15.00-17.00. Orario messa: 8.30.

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Torretta medievale

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ITINERARIO E Sulla via Mazzini, una delle strade che delimitavano le antiche mura giudicali, all’interno di un cortile privato emerge una delle cinque torrette quadrilatere che rafforzavano la cinta muraria di Oristano sul lato settentrionale della città. Le torrette, in numero di 27, aggettavano sulla cortina muraria per rendere più difficile l’assedio secondo le tattiche militari del Medioevo. Attualmente si conservano brevi tratti dell’antica fortificazione medievale. Inglobati all’interno di edifici privati, si individuano nelle vie Solferino, Cagliari, Sant’Antonio e De Castro, particolarmente interessante risulta il tratto conservatosi nella via Diego Contini che raggiunge ancora oggi l’altezza di cinque metri per una lunghezza di altri quaranta. L’unica torretta superstite, realizzata in conci di arenaria squadrata, probabilmente provenienti dall’antica area di Tharros, è visibile all’interno del cortile privato di una abitazione. Indirizzo: Via Garibaldi, 78. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 11.00-13.00; 16.00-19.00 Si ringrazia la famiglia Palmieri per la disponibilità.

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Torre di Portixedda

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ITINERARIO E

La torre detta di Portixedda si apre nell’angolo in cui la cinta muraria di nord-est si univa con quella di sud-est. L’individuazione delle fondamenta di una torre quadrata entro il torrione circolare, scoperta durante i lavori di restauro, induce a riportare la torre primitiva al XIII secolo, all’epoca della costruzione della cinta muraria e delle torri maggiori, sotto il regno di Mariano II d’Arborea, mentre il torrione circolare si dovrebbe assegnare all’epoca della dominazione spagnola (secoli XV-XVI). La fortificazione era dotata di feritoie strombate, a diversi livelli, da cui vennero tratte le tre saettiere riusate con adattamenti nel torrione circolare. Numerosi documenti relativi al XVI e XVII secolo, conservati nell’Archivio Storico di Oristano, menzionano la torre con il titolo di Porta de su Castellanu, testimonianza che secondo alcune ipotesi storiche rimanderebbe all’antica presenza presso la torre di un comandante, un funzionario, o ancora a un Castellanu, ovvero un’autorità di un castello. Dopo un primo restauro avvenuto nel 1950, gli scavi svoltisi nel 1992 e nel 1994 permisero una lettura delle fasi edilizie della torre. Durante le indagini archeologiche furono ritrovati diversi materiali, fra questi un denaro reale di Alfonso V d’Aragona (1416 - 1458), coppe di botteghe di Montelupo e piatti ingobbati e graffiti di produzione oristanese, databili al XVI secolo. Nel piano di camminamento di ronda si trova, sul lato prospiciente la piazza Mariano, un foro di circa 30 cm. di diametro, che costituiva un pozzetto nel quale veniva gettato l’olio bollente o più propriamente acqua e pece bollente, che arrestava coloro che tentavano l’assalto diretto alla torre. Indirizzo: Confluenza tra via Mazzini e piazza Mariano Visite guidate a cura di: Visite guidate a cura della Scuola Secondaria di piazza Manno dell’Istituto comprensivo n. 1. Apertura a cura del personale della Cooperativa La Memoria Storica. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.

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Chiesa di

San Saturnino

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ITINERARIO F La chiesa di San Saturnino, riedificata nel 1901, risulta sovrapposta ad un antichissimo edificio chiesastico intitolato al martire cagliaritano San Saturno. L’antico edificio, che nella sua struttura originaria, riferibile all’età bizantina, presentava probabilmente una pianta quadrata con corpo cruciforme cupolato, del tutto simile alla chiesa omonima cagliaritana, in età giudicale dà il nome all’intero quartiere detto di “Santu Sadurru”, posto a ridosso della reggia giudicale e di una parte della cinta muraria. L’attuale edificio ripete, con i mattoni in laterizio rosso, il profilo e le linee delle aule chiesastiche romaniche, orientate con l’abside semicircolare verso Est. La chiesa, che offre un altare maggiore realizzato in pregevole marmo toscano, dopo la ricostruzione avvenuta nel secolo scorso, è inoltre denominata Oratorio dell’Immacolata ed è annessa ad un complesso che è stato fondato nel 1901 grazie all’intervento dei nobili coniugi oristanesi Vincenzo Boy e Vincenzina Carta. L’Istituto, destinato all’accoglienza in città delle piccole orfanelle, fu retto per oltre cinquant’anni dalla figlia dei fondatori, Suor Maria Vincenzina Boy. Attualmente l’Istituto Immacolata Concezione, che dal 1951 è gestito dalle Suore Francescane Missionarie di Assisi, ospita una scuola dell’infanzia e un semiconvitto. Indirizzo: Via San Saturnino Visite guidate a cura della Scuola dell’Infanzia dell’Istituto Immacolata Concezione. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-12.00; 15.30-18.00. Orario messa: 8.30.

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Chiesa della Beata

Vergine Immacolata, Convento dei Cappuccini

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ITINERARIO F

La chiesa della Beata Vergine Immacolata e l’annesso convento furono eretti nel 1608 ad opera della munificenza del nobile oristanese Domenico Paderi. Il complesso, edificato subito fuori della cinta muraria, sulla strada che porta verso la chiesa e il convento di San Martino, sin dalle origini ospita i padri Cappuccini. L’edificio ecclesiastico, eretto su un piccolo terrapieno, si mostra su una posizione rialzata rispetto al piano stradale. La chiesa, ad unica navata, presenta un tetto a doppia falda e una serie di cappelle disposte sul lato destro. Il prospetto appare di assoluta semplicità con una modesta lunetta sormontante il portale ed un oculo ottagonale. L’edificio religioso conserva un calice d’argento del 1609 e sulla parete a sinistra si erge imponente un delizioso quadro del 1626 che rappresenta l’albero genealogico dell’intera famiglia francescana, raffigurante San Francesco ai piedi di una maestosa quercia. Il chiostro, luogo di meditazione e di preghiera, ha una forma quadrangolare e negli anni è stato ripetutamente ristrutturato. Fino al 1970 era ricco di alberi da frutta. Al centro esiste ancora la cisterna che anticamente raccoglieva le acque piovane utilizzate per irrigazione dell’orto. Questo occupava anche l’area dell’attuale campo sportivo e i frati coltivavano tutto ciò che occorreva al loro sostentamento. Dal 2005 sono state posizionate, in apposite nicchie di mattoni le quindici stazioni della Via Crucis, donate da un benefattore di Cagliari. Durante la manifestazione saranno esposti nel chiostro alcuni importanti libri conservati nella biblioteca del convento. Indirizzo: Viale San Martino. Visite guidate a cura dell’Istituto Magistrale “Benedetto Croce”. Orario di apertura: Sabato 12 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00. Orario messe: 19.00. Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00. Orario messe: 8.00-10.00-19.00

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Chiesa di

San Martino

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ITINERARIO F La prima menzione dell’edificio figura in un atto del 1228 del giudice d’Arborea Pietro II, di dubbia autenticità. La chiesa, citata nel testamento di Ugone II del 1335, fu edificata in epoca imprecisata, mentre è possibile datare gli avanzi dell’abside al periodo fra il 1325-1350, dove si possono riconoscere gli stemmi con i pali d’Aragona affiancati all’albero deradicato d’Arborea, scolpiti in un capitello. Dal libro di conti del monastero, il Condaxi Cabrevadu, steso tra il 1415 e il 1550, si evince che fino alla prima metà del 1500 il monastero fu abitato dalle monache benedettine. Il 29 marzo 1410 l’edificio accolse la stesura del trattato di pace in cui l’Aragona vincitrice soppresse il giudicato d’Arborea, dando origine al Marchesato di Oristano. Dal 1570 il complesso religioso è occupato dai domenicani, che vi istituirono delle scuole sino al 1832; in tale anno si trasferì l’ordine degli Ospedalieri che, lasciando il vecchio ospedale cittadino di Sant’Antonio Abate, chiamò il nuovo con la denominazione di “Ospedale di San Martino”. Nel 1861 i religiosi furono costretti al licenziamento e a lasciare la chiesa e l’ospedale che, sino al 1973, avrà una sua particolare amministrazione con l’arrivo delle Suore Vincenziane. Nel soffitto della chiesa un cappello cardinalizio ricorda la visita nel XVIII secolo del padre generale dell’Ordine dei Domenicani, il seneghese Agostino Pippia. Nella parete absidale una epigrafe ricorda i dati drammatici della peste del 1652-1656. Nel Seicento la grande cappella a sinistra accoglieva per le preghiere i condannati a morte nell’ultima notte della loro esistenza; quella a destra, dedicata alla Madonna con il titolo di Vergine d’Itria, custodisce le sepolture di alcuni esponenti della famiglia dei marchesi De Roma. Attualmente la chiesa è sede delle due Arciconfraternite cittadine, del Santissimo Nome di Gesù e del Rosario e costituisce il luogo di partenza delle processioni della Settimana Santa. Indirizzo: Piazza San Martino Visite guidate a cura di: Istituto d’Istruzione Superiore “G. Galilei - C. Contini”, con la collaborazione delle Arciconfraternite del Santissimo Nome di Gesù e del Rosario. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.

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Cimitero di

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San Pietro ITINERARIO F

L’edificazione del Cimitero di San Pietro risale al 1835, anno in cui Monsignor Giovanni Bua, rettore del seggio arcivescovile arborense dal 1828 al 1840, individuò la zona di Cuccuru de Santu Perdu, di proprietà arcivescovile, come la più idonea per la costruzione del locale camposanto. Nonostante la recente estensione del cimitero, la sua parte più antica – la sezione quadrangolare a cui si accede giungendo da Viale Cimitero – resta praticamente inalterata. Superato il grande arco di ingresso, ai lati del viale adorno di alti cipressi ancora trionfano alcune tra le tombe più antiche di Oristano. Queste, se da un lato perpetrano la memoria di alcune delle personalità più nobili e autorevoli della città alla fine dell’Ottocento, come l’Arcivescovo Zunnui Casula o Diego Contini, dall’altro rappresentano dei perfetti esempi di scultura funeraria sarda a cavallo tra XIX e XX secolo, periodo in cui artisti come Ciusa e Biasi iniziarono a soffiare sull’isola una ventata di novità in campo artistico, aprendo le porte della Sardegna all’ingresso dell’arte moderna. Le tombe di inizio Novecento dimostrano come i gusti della borghesia di un centro periferico qual era Oristano restassero ancorati ad un linguaggio scultoreo classicista, in parte permeato da una vena romantica. Buona parte dei monumenti funerari furono commissionati alla bottega di Giuseppe Maria Sartorio, scultore piemontese attivo in Sardegna già dal 1885: la sua firma è ancora leggibile nella tomba del Commendatore Giuseppe Corrias (1890), o in quelle dei Baroni Enna, o nel monumento a parete dedicato a Melchiorre Mameli. Altri, come la cappella dei Girelli, sono opera di Usai, un altro importante scalpello del periodo. Procedendo con gli anni, le tombe tendono ad essere meno complesse e il gusto volge verso il liberty e il decò. Tra le testimonianze del ventennio fascista, la tomba del piccolo Fausto Atzori Poddighe, sormontata dal ritratto di un giovanissimo Balilla. Indirizzo: Viale Cimitero Visite guidate: Sabato 12 alle ore 10.00, 11.30, 16.00 a cura di Stefano Figus e Alessandra Recupero

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Chiesa di

San Giovanni Battista

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ITINERARIO F

La Chiesa di San Giovanni Battista o Santu Giuanni de Froris, ubicata a sud-ovest della Chiesa di San Martino, si trova a circa un km dal centro della città e a 200 metri dal cimitero di San Pietro. La struttura, tipica delle chiese campestri, presenta una pianta quadrata ripartita da quattro pilastri racchiudenti una navata centrale coperta con un tetto poggiante su capriate. All’esterno mostra un porticato poggiante su pilastrini di arenaria che sorreggono una copertura a canne protetta da tegole. Sui lati si collocano la sagrestia e un gruppo di stanze. L’attuale struttura architettonica si può riportare all’epoca spagnola, precisamente al XVI secolo. Ciò nonostante la chiesa ebbe probabilmente origini giudicali testimoniate da molteplici documenti, tra cui il testamento del 1335 del Giudice d’Arborea Ugone II de Bas-Serra che stabiliva un lascito per la chiesa di cui s’apprende la titolatura originaria: Sancti Johannis de Venis, ovvero San Giovanni delle acque sorgive. Per antica tradizione la chiesa è la cappella del Gremio dei Contadini di San Giovanni Battista, l’antica associazione di mestiere che sovrintende all’organizzazione della Sartiglia dell’ultima domenica di carnevale, e viene aperta in occasione di tutte le feste del Gremio. All’interno dell’edificio vi è l’altare maggiore dedicato a San Giovanni Battista, affiancato da due altari minori dedicati uno a Sant’Isidoro Agricoltore e l’altro allo stesso Santo precursore. Nella chiesa si conserva inoltre un interessante quadro, restaurato di recente, raffigurante il martirio di San Giovanni Battista, che riporta oltre al nome dell’autore i nomi de Is Oberajus Majoris, le massime autorità dell’associazione, e di altri soci che sul finire del 1700 commissionarono l’opera. Indirizzo: Loc. San Giovanni dei Fiori Visite guidate a cura di: Istituto d’Istruzione Superiore “L. Mossa - F. Brunelleschi”, con la collaborazione del Gremio dei Contadini di San Giovanni Battista e dell’Associazione culturale “Aristiane”. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00. In questo sito si terranno degli eventi collaterali, ti invitiamo a scoprirli a pagina 8.

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Chiesa di

Sant’Efisio Martire

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ITINERARIO F La chiesa si trova nel quartiere storico di Su Brugu, antico borgo contadino che risultava fuori dalla cinta muraria medievale. La posa della prima pietra di questo edificio religioso, il primo che si incontra nel tragitto che porta dalla stazione ferroviaria al centro della città, avvenne il 2 dicembre 1793. L’intitolazione al santo guerriero, al quale si votarono i sardi già in occasione delle terribili pestilenze che colpirono l’isola nel Seicento, si deve alla speciale protezione che il martire di Nora riservò all’isola il 17 febbraio 1793, giorno della vittoria dei sardi contro l’armata francese che, spinta dal vento della rivoluzione, tentò di penetrare nel Golfo di Cagliari il 22 gennaio dello stesso anno. L’edificio, eretto inizialmente nelle forme stilistiche vicine al barocco piemontese, al pari della coeva chiesa del Carmine, subì dei rifacimenti all’inizio del 1900. Sino ai primi decenni del Novecento, in occasione della festa il simulacro del Santo veniva adagiato su un carro trainato dai buoi e accompagnato da numerosi fedeli a piedi e a cavallo nel lungo pellegrinaggio verso Tharros, luogo in cui, secondo la passio, approdò lo stesso guerriero prima di dirigersi verso la capitale della provincia, Karales, e il luogo del martirio. La chiesa, che in origine dipendeva dalla parrocchia di San Sebastiano, divenendo autonoma nel 1930 ospitò il Gremio dei Congiolargios, l’antica corporazione dei Figoli, di cui si conserva ancora la Cappella dedicata alla Santissima Trinità. Di recente sono stati fatti dei lavori di ammodernamento degli arredi sacri, tra i quali spicca un nuovo pulpito marmoreo e l’intero presbiterio, opere del Maestro oristanese Carmine Piras. La parrocchia riveste da sempre nella comunità del quartiere un importante ruolo sociale, mantenendo sempre vivo quel legame particolare che contraddistingue gli abitanti dei brugus, gli agglomerati sorti fuori le mura. Indirizzo: Piazza Sant’Efisio Orario di apertura: Sabato 12 Orario messa: 18.30. Domenica 13 Orario messe: 8.00-10.30.

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Chiesa di

S. Maria Maddalena

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ITINERARIO G La chiesa si trova a due chilometri a nord della città di Oristano nella frazione di Silì. La sua prima menzione si trova nel testamento di Ugone II del 1335 e la si può inquadrare, in riferimento alla sua costruzione, tra gli anni 1325-1350 in uno stile che vede ancora motivi legati al romanico ma con inserimenti gotici. L’impianto dell’edificio, mononavato, era caratterizzato da un alto soffitto con grandi travature e copertura lignea, sorrette da dieci mensoloni a forme sia umane che animali. Tali sostegni, che si possono vedere del tutto simili ma di fattura più accurata all’interno della chiesa di Santa Chiara di Oristano, sono stati recentemente restaurati e ricollocati, anche se a quota differente, nella loro originaria posizione. Con le chiese di Santa Chiara, San Martino e la Cattedrale, la chiesa della Maddalena condivide la bella bifora archiacuta della sua abside, esposta a est secondo i canoni dell’asse liturgico delle chiede medievali. La chiesa è stata testimone di fatti storici importanti del Giudicato di Arborea durante il regno di Mariano IV. Annesso alla chiesa sorge il convento costruito nel 1459 che ospitò i Frati Minori Osservanti (Ordine dei Francescani). In seguito all’incameramento dei beni ecclesiastici da parte dello Stato, la chiesa e il convento caddero in grave stato di abbandono e vennero utilizzati come rifugio per il bestiame. Nei primi anni del 1900 vennero restaurati a spese del Comune di Oristano e ospitarono alcune classi ginnasiali dirette dai Padri Scolopi. Durante la seconda guerra mondiale, tutto l’edificio venne adibito a presidio militare e successivamente fornì asilo e ricovero a poveri emarginati. Dal 1967, dopo anni di ulteriori restauri da parte della Soprintendenza ai Monumenti con finanziamento della Regione Sardegna, la struttura ospita le suore della Redenzione. Indirizzo: Frazione di Silì Visite guidate a cura dell’Istituto Villa Maria Regina dei Cuori di Silì. Orario di apertura: Sabato 12 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00. Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00. Orario messa: 9.00.

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San Nicola Oratorio delle Anime Chiesa di

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ITINERARIO G

L’oratorio delle Anime, antica chiesa di San Nicola, si trova adiacente alla chiesa parrocchiale del XV secolo dedicata a Santa Maria Assunta, nell’abitato di Massama, frazione della città di Oristano. Il toponimo Marsima, documentato dal 1357-59, potrebbe essere di origine punica e denominerebbe l’insediamento cartaginese individuato presso il sagrato nell’oratorio. L’attribuzione altomedievale della chiesa è data, oltre dall’antica dedica al vescovo di Mira tipico del menologio orientale, dalle sue caratteristiche architettoniche. L’oratorio delle Anime di Massama è, infatti, un piccolo edificio a croce greca libera, e rappresenta un interessante esempio di monumento della Sardegna medievale. Il suo impianto potrebbe risalire all’epoca altomedievale, mentre gli interventi successivi sono di epoca romanica, probabilmente della prima metà del XIII secolo. L’edificio, realizzato in conci di calcare e pietra vulcanica, ha pianta cruciforme; il braccio est è sostituito da un’ampia abside, caratterizzata dal profilo a ferro di cavallo sia in pianta, sia in alzato. All’incrocio dei bracci si innalza un tiburio ottagonale che cela quasi totalmente la cupola. La facciata a spioventi presenta un paramento liscio privo di finestre o parti aggettanti; l’unica interruzione nella muratura in conci di arenaria e basalto di media pezzatura è rappresentata dal portale d’accesso, caratterizzato da estrema semplicità. Poco sopra il portale si può notare un filare di conci in arenaria in cui sono state scavate le sedi per i bacini ceramici. Si osserva inoltre come il campanile non sia dello stesso materiale della facciata, bensì in mattoni cotti, fatto che induce a ritenere si tratti di un aggiunta. Indirizzo: Frazione di Massama Apertura del sito a cura della Parrocchia di Santa Maria Assunta di Massama e delle Confraternite. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 10.00-13.00; 16.00-19.00.

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Chiesa di

Santa Petronilla

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ITINERARIO G

La chiesa di Santa Petronilla si trova nelle campagne di Donigala Fenughedu, frazione a nord di Oristano. L’edificio di origine medievale, immerso nell’ombra di tre olivastri secolari, nel corso dei secoli ha subito numerosi interventi. La chiesa, di origine romanica, documentata già dal 1341, si presenta con un impianto mononavato. All’interno dell’edificio si conservano gli antichi simulacri lignei della santa titolare della chiesa che, secondo le fonti, sarebbe sepolta nelle catacombe di Domitilla, situate nei sotterranei della basilica di San Pietro a Roma. Nel mese di maggio, in occasione della ricorrenza della santa, gli abitanti di Donigala Fenugheduorganizzano i festeggiamenti in questo parco straordinario. La chiesa campestre offre nella sua semplice facciata un campanile a vela e, sul lato destro della porta d’ingresso, un profondo incavo utilizzato come acquasantiera. Visibile solo esternamente

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Santuario Basilica di

N. S. del Rimedio

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ITINERARIO G Divenuto nei secoli centro di devozione mariana di grande rilievo, non solo locale, il Santuario di Nostra Signora del Rimedio, è la superstite chiesa parrocchiale di Nuracraba, un piccolo villaggio sorto probabilmente in epoca medievale e scomparso per alluvioni e pestilenze intorno al 1730. La prima menzione si ha nell’atto di donazione del 28 marzo 1665. Tra i principali interventi che trasformarono l’antico edificio ricordiamo, nel 1903, la costruzione della vecchia torre campanaria che insisteva al centro dell’area dell’attuale navata destra. Negli anni venti un ampio intervento portò alla radicale modifica del prospetto principale, sostituendo la facciata dalle linee classiche ottocentesche con l’attuale, ispirata alle forme architettoniche lombarde. Negli anni trenta, a tale intervento, si aggiunse la costruzione della cupola ottagonale che sovrasta il Santuario. Intorno al 1940 fu demolita la torre campanaria costruita nel 1903 al fine di liberare la navata destra e realizzare la cappella centrale di essa. Solo più tardi, negli anni 1945-49, fu realizzata la nuova torre campanaria sul lato sinistro della facciata del Santuario. La celebrazione giubilare dell’Incoronazione del simulacro ha dato il via ad un nuovo ed ambizioso programma di restauri che, iniziati nel 2003, riguardano la struttura muraria e la copertura dell’edificio sacro, il loro risanamento, recupero e conservazione. Altri importanti interventi di restauro hanno interessato l’antico organo a canne e il recupero di cinque statue lignee, antiche e di pregevole fattura, tra cui il Simulacro di Nostra Signora del Rimedio. Indirizzo: Frazione di Donigala Fenughedu, Località Rimedio Orario di apertura: Sabato 12 ore 9.00-12.00; 15.30-19.30. Orario messa: 18.00. Domenica 13 ore 10.30-12.00; 15.30-19.30. Orario messe: 8.00-9.30-18.00

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Portale di

Vito Sotto

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ITINERARIO G In località Il Rimedio, a circa cinquecento metri dalla basilica, si incontra il gigantesco portale realizzato in conci di arenaria e decorato con eleganti paraste scanalate e dentellate in trachite viola. Un lungo muro in mattoni cotti ci accompagna al grande arco che, eretto nel tardo Settecento con un gusto barocco, rappresenta il più grande ed elegante portale di campagna realizzato in Sardegna. L’opera, commissionata dal facoltoso oristanese Vito Sotto, raggiunge l’altezza di otto metri, ed è l’elegante risultato architettonico di un’impostazione triangolare che, slanciata, lascia scorrere lo sguardo verso l’alto. L’impressione di stabilità offerta all’osservatore oltre che dalla stessa mole dell’edificio, deriva dal notevole equilibrio dell’insieme che nasce dall’unione delle linee curve con le rette e dal giusto valore che il vuoto del fornice ha rispetto alla massa muraria, piena ma leggera. Anche il cancello, con la fastosa rosta che riporta le iniziali del notabile oristanese che volle l’opera, si inserisce perfettamente nel monumento, completandolo. I problemi di prospettiva e di movimento della massa oltre al sapiente gioco di colori dei materiali e di linee risultano quindi perfettamente in equilibrio, in un opera che si offre in perfetta armonia col il paesaggio in cui è immersa. Indirizzo: Frazione di Donigala Fenughedu, Località Rimedio Visibile solo esternamente

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Cantina della

Vernaccia di Oristano

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ITINERARIO G

La Cantina della Vernaccia di Oristano, in località Il Rimedio, dal 1953 rappresenta con la sua produzione di vernaccia e vini, una della principali realtà produttive del territorio oristanese. La Cantina, nata con l’intento di consacrare e valorizzare in ambito nazionale ed internazionale la vernaccia di Oristano, è rinomata, oltre che per i numerosi premi e le menzioni speciali conseguiti nel corso di oltre cinquanta anni di produzione, per la preziosa presenza nei suoi locali di opere dell’artista oristanese Carlo Contini, noto Lelletto. L’artista, che nel 1921 partecipò all’Esposizione Biennale di Roma e che nel 1925 aprì la sua bottega a Venezia, partecipa a numerosi concorsi ed esposizioni, rappresentando negli anni quaranta, uno degli artisti più creativi dell’espressionismo e del neorealismo sardo e non solo. Rientrato nella sua città natale ed impegnato nella sua attività di insegnamento presso l’Istituto d’Arte, attualmente a lui intitolata, Carlo Contini realizza per la cantina cinque grandi tele raffiguranti temi tratti dalla storia giudicale arborense e ispirati ad alcuni articoli della Carta de Logu d’Arborea inerenti l’importanza dell’agricoltura nel nostro territorio sin da quei lontani secoli. Apprezzato ceramista, si possono inoltre osservare nei locali della cantina delle eccezionali fruttiere traboccanti di uva realizzate con i suoi allievi della Scuola d’Arte. Indirizzo: Frazione di Donigala Fenughedu, Località Rimedio Apertura a cura del personale della Cantina della Vernaccia. Orari di apertura: Sabato 12 ore 9.00-13.00 Domenica 13 ore 15.30-19.00

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Gran Torre

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ITINERARIO G La Gran Torre è la maggiore delle torri litoranee erette fra il tardo Cinquecento e i primi del Seicento per la difesa antibarbaresca. Le dimensioni straordinarie di questa torre, dotata di bocche da fuoco, devono attribuirsi alla sua funzione di presidio difensivo del porto di Oristano. La costruzione della torre, infatti, fu attuata fra il quinto ed il settimo decennio del secolo XVI, in relazione proprio al port de Gugutço: fu infatti nel 1542 che La ciutat de Oristany obtengue gracia de sa magestat por fabricar una torre e fortalesa en la platga y port de Gugutço per la guardia e custodia dels vaxsells venen ab merchaderies en dita ciutat. Il porto giudicale di Aristanis era raccordato alla città da una strada che utilizzava il grande ponte romano sul Tirso, costruito in opera quadrata in basalto, come messo in evidenza dallo studioso Salvatore Sebis. Il documento principe per la topografia del portus Arestagni è costituito da un atto rogato in Oristano il 9 giugno 1317, conservato nell’Archivio di Stato di Pisa. In esso è riferito che una nave detta Sanctus Johannes era pronta a partire dal portus Cuchusii Arestagni alla volta di Genova. Il sito di Cucuzzu è localizzato immediatamente a nord della borgata marina di Torre Grande e risulta delimitato ad occidente dal compendio lagunare di Sa Mardini e dai canali emissari della vasta laguna di Mar’e Pontis (o di Cabras). Recentemente uno studioso locale, Piero Ortu, ha proposto come ubicazione del Portus Cuchusii Arestagni il sistema di canali occupati attualmente dalla peschiera di Pontis. La presenza di un pozzo d’acqua dolce (Funtana is Sarraccus), costruito con l’utilizzo di blocchi in basalto di una struttura antica nell’ area di Su Cuguzzu, immediatamente a ridosso del canale di Bau Mannu, il più orientale dei quattro emissari dello Stagno di Cabras, rafforza la possibilità di un utilizzo dello stagno di Sa Mardini e dei suddetti quattro canali per l’approdo di imbarcazioni.

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Gusta la città

Sabato 12 MAGGIO C. e D. Cafe’ – Bar Via Tirso 21, tel. 329-0672658 Risotrante Il Pomodoro Via Beatrice d’Arborea, tel. 0783-769055 Ristorante Pizzeria La Pantera Via Vittorio Veneto 163, tel. 0783-73325 Snack bar Oristano 2000 Via Dorando Petri, tel. 0783-75012 Trattoria Gino Via Tirso 13, tel. 0783-71428 Sabato 12 e Domenica 13 MAGGIO Bar Eleonora Piazza Eleonora 1, tel. 0783-71454 Bar Tonietto Arru Piazza Roma 1, tel. 0783-777106 Bar Valentina Via delle Grazie loc. Rimedio, tel. 0783-33492 Cafe’ Mazzini – Bar Via Mazzini 17, tel. 348-6904489 Diego Bar – Massama Via Carlo Emanuele 8, tel. 340-5389824 Ele’ Cafe’ – Bar Via Parpaglia 6, tel. 0783-71672 Fritteria da Poldo Via De Castro, 9 – tel. 3661346489

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Garibaldi Cafè – Bar Via Garibaldi 15, tel. 0783-094184 Il Parco – Paninoteca Via Fosse Ardeatine 9, tel. 0783-310478 Latte e Miele – Bar Via De Castro, tel. 0783-71209 Lola Mundo Cafè - Bar Piazza Corrias Ele’ Bistrot - Ristorante Via Parpaglia, tel. 0783-71672 Ristorante Cocco&Dessì Via Tirso 31, tel. 0783-252648 Ristorante Io sto al Duomo Via Vittorio Emanuele II 34, tel. 0783-778061 Ristorante Sole e Mare in città Via Solferino 26, tel. 3488926118 Ristorante Pizzeria Bussu Piazza Roma 54, tel. 0783-73761 Ristorante Pizzeria La Torre Piazza Roma 52, tel. 0783-301494 Pizzeria Taverna Via Garibaldi 2, tel. 0783-72500 In collaborazione con: Camera di Commercio, Confesercenti e Confcommercio

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Partecipano alla manifestazione Scuole Scuola dell’Infanzia dell’Istituto Immacolata Concezione Scuola dell’Infanzia dell’Istituto Comprensivo n. 3 Scuola Primaria di via Solferino dell’Istituto Comprensivo n. 1 Scuola Primaria di via Bellini dell’Istituto Comprensivo n. 2 Scuola Primaria di Silì dell’Istituto Comprensivo n. 2 Scuola Primaria di via Amsicora dell’Istituto Comprensivo n. 3 Scuola Primaria di Sa Rodia dell’Istituto Comprensivo n. 4 Scuola Secondaria “E. d’Arborea” dell’Istituto Comprensivo n. 1 Scuole Secondaria di viale Marconi dell’Istituto Comprensivo n. 2 Scuola Secondaria “G. Deledda” dell’Istituto Comprensivo n. 3 Scuola Secondaria “L. Alagon” dell’Istituto Comprensivo n. 4 Istituto d’Istruzione Superiore “G. Galilei - C. Contini” Istituto d’Istruzione Superiore “L. Mossa - F. Brunelleschi” Istituto Magistrale “Benedetto Croce” Istituto Magistrale “San Giuseppe” Istituto Tecnico Commerciale “Sergio Atzeni” Liceo Classico “S. A. De Castro” ENTI, Associazioni Antiquarium Arborense - Museo Archeologico “G. Pau” Arciconfraternita del Rosario Arciconfraternita del Santissimo Nome di Gesù Archivio di Stato di Oristano Associazione Culturale Aristiane Associazione Culturale BES – Best Events Sardinia Associazione Culturale “Sardinia Romana” Associazione Culturale Tamburini e Trombettieri Città di Oristano. Associazione Ex Alunni del Seminario Associazione Garibaldini a cavallo – Ripartimento Ichnusa Associazione Italia Nostra – Sezione Provinciale di Oristano (Sinis-Cabras-Oristano) Associazione Italiana Persone Down Azione Cattolica Oristano Banda Musicale Santa Cecilia

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Biblioteca Comunale Cantina Sociale della Vernaccia Centro Sportivo Italiano Confraternite di Massama Consorzio UNO Consulta Giovanile del Comune di Oristano Cooperativa Cultour Cooperativa La Memoria Storica Coro “Ars Antiqua” di Seneghe Coro Polifonico Femminile “Sa Pintadera” Coro Polifonico Maschile “Palmarese” di Palmas Arborea Coro “Vadore Sini” di Sarule Ente Concerti “Alba Pani Passino” Fondazione Sa Sartiglia onlus Gremio dei Contadini di San Giovanni Battista Gremio dei Falegnami di San Giuseppe Gremio dei Muratori di Santa Lucia Hi Fi Service di Elio Orrù ISTAR – Istituto Storico Arborense Istituto Villa Maria Regina dei Cuori – Silì Pastorale Giovanile Diocesana SarGea di Gianfranco Casu Seminaristi del Seminario Tridentino Ufficio Turistico Provinciale Unione Italiana Ciechi Andreina e Manuela Deidda Stefano Figus Obler Luperi Alessandra Marchello Alessandra Recupero

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