Cagliari Monumenti Aperti 2013

Page 1



Cagliari Monumenti Aperti

11

12 Maggio 2013

COMUNE DI CAGLIARI


Diciassettesima Edizione Cagliari 11/12 Maggio 2013 L’adesione del Presidente della Repubblica Al momento della stampa della guida si è in attesa di ricevere l’Alto Patronato come già avvenuto nei sette anni precedenti in conseguenza del rinnovo della carica di Presidente della Repubblica Italiana. Il ministro Ornaghi ha concesso il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali a Monumenti Aperti. © Sono vietati l’utilizzo e la riproduzione anche parziale dei testi e delle immagini.

© Associazione Culturale Imago Mundi Onlus MONUMENTI APERTI è un marchio registrato. L’Assessorato alla Cultura e il Comitato Tecnico ringraziano gli Assessorati e i Servizi Comunali, in particolare del Turismo, Politiche Sociali, Tecnologico, Igiene del Suolo, Economato, Verde Pubblico, Polizia Municipale, Viabilità e Traffico, Commercio e Artigianato, Cantieri, le Istituzioni, gli Enti, le Scuole, le Associazioni e tutti coloro che con la loro collaborazione danno un insostituibile contributo alla realizzazione della Manifestazione. Un doveroso ringraziamento infine deve essere riconosciuto a tutto lo staff organizzativo dell’Associazione Imago Mundi e del Consorzio Camu’. Si ringraziano l’Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport della Regione Autonoma della Sardegna e l’Agenzia Governativa Regionale Sardegna Promozione per il supporto alla manifestazione. Si ringrazia Franco Masala per aver messo a disposizione immagini e materiali dal suo archivio privato. Fotografie: Pierluigi Dessì/Confinivisivi La foto del Museo Archeologico su concessione del MIBAC Soprintendenza per i Beni Archeologici delle province di Cagliari e Oristano Parco Molentargius: Teravista Teatro Lirico: Priamo Tolu Foto di copertina: Giulio Masala Un Euro per la Cultura Il libretto di Monumenti Aperti di questa edizione è realizzato anche grazie al tuo contributo.

2

Cagliari


Q

uest’anno Monumenti aperti dedica i suoi “sentieri (in)interrotti alla ricostruzione delle tracce storiche legate ai bombardamenti del 1943. In tal senso, i sentieri (in)interrotti di Monumenti Aperti costituiranno l’approdo di un più lungo “itinerario” culturale volto al coinvolgimento attivo della cittadinanza in percorsi di scoperta/riscoperta/ricostruzione della memoria di Cagliari, all’incrocio tra la Storia piovuta dall’alto e le storie radicate sulle strade, strappate alle case e scovate negli angoli di una città dove, improvvisamente, si scatena l’inferno. La Diciassettesima Edizione di Monumenti Aperti sarà arricchita dalla contaminazione tra spazi pubblici e privati, tra memorie intime e racconti ufficiali, in un cammino plurimo nel quale partecipare alla ricostruzione e al racconto corale del tessuto urbano in tutti i suoi aspetti, dalla distruzione alla ricostruzione. Siamo convinti che la valorizzazione dei beni culturali sia un veicolo unico, non solo per affermare il concetto vivo ed essenziale di cittadinanza culturale, ma anche per promuovere una ricucitura del tessuto urbano che si (ri)scopre attraverso il disvelamento dei segni stratificati nei luoghi e negli spazi. Con Monumenti Aperti il nostro “Viaggio al termine della Notte” giunge alle sue ultime battute, accompagnandoci sino alle soglie del 13 Maggio, ultimo appuntamento con la Storia e per noi giornata di inaugurazione dell’atto conclusivo della mostra “Memorie dal sottosuolo” dedicato alle storie del ritorno e della ricostruzione della città. I sentieri (in)interrotti di quest’anno partono dalle tracce, visibili e nascoste, del presente per condurci indietro nei meandri di una memoria mai sopita che, se indagata, forse può contribuire a guardare al futuro con maggiore consapevolezza e senso di appartenenza. Massimo Zedda Sindaco Comune di Cagliari Enrica Puggioni Assessore alla Cultura Comune di Cagliari

monumentiaperti

3


Comitato Tecnico Cagliari Comune di Cagliari Assessorato alla Cultura e Pubblica Istruzione Assessorato ai Servizi Sociali

Enrica Puggioni Gianbattista Marotto Luisa Lallai Susanna Orrù

Assessorato al Turismo Barbara Argiolas e Attività Produttive Soprintendenza B.A.P.S.A.E. Francesca Casule per le province di Cagliari ed Oristano Marcella Serreli

Soprintendenza per i Beni Archeologici Marco Minoja per le province di Cagliari ed Oristano Donatella Mureddu

Soprintendenza Archivistica Monica Grossi

Biblioteca Universitaria Ester Gessa Annamaria Tinari Provincia di Cagliari Angela Maria Quaquero Piero Comandini Francesco Siciliano Università degli Studi di Cagliari Giovanni Melis Fabio Pinna

M.I.U.R. Ufficio Scolastico Regionale Francesco Feliziani per la Sardegna Rosalba Crobu Ufficio Beni Culturali della Curia Ferdinando Caschili

Teatro Lirico di Cagliari Marcella Crivellenti Viviana Gimelli Imago Mundi Onlus Fabrizio Frongia Associazione Culturale Armando Serri Alessandra Spissu Consorzio Camù Centri d’Arte e Musei Francesca Spissu Giuseppe Murru Alessandra Corona Associazione Italia Nostra Centro Servizi Cultura Anfiteatro Confesercenti Provinciale Cagliari

Luisa Marini Drò

Confcommercio Cagliari CTM SpA ANISA

Giancarlo Deidda Giuseppe Scura

4

Cagliari

Francesco Randaccio Antonello Fruttu Roberto Bolognese Nicola Murru

Ezio Castagna Stefania D’Arista Franco Masala


L

a XVII edizione Monumenti Aperti 2013 è incentrata su un momento particolarmente doloroso della recente storia di Cagliari: i bombardamenti che, ripetutamente, colpirono la città tra il 17 febbraio e il 13 maggio 1943. Le tonnellate di bombe rovesciate dagli aerei angloamericani fecero numerosissime vittime anche tra la popolazione civile, distruggendo e danneggiando, contemporaneamente, centinaia di edifici pubblici e privati, tra i quali insigni e antichi monumenti. Il quadro desolante di quei giorni tragici è ben rappresentato nella mostra Memorie dal sottosuolo, allestita nel SEARCH situato nel sottopiano del Palazzo Civico. Le immagini, gli oggetti, i documenti esposti danno la misura della vita spezzata di una città operosa, fermata nel pieno delle sue vicende quotidiane. Quanto di quei momenti è ancora presente nella città di oggi? Quanti segni della guerra sono visibili nella città odierna? Quanti conoscono a fondo lo sforzo gigantesco della ricostruzione? La XVII edizione Monumenti Aperti 2013 ha proprio il compito di aiutare a individuare, a scorgere, a visitare con consapevolezza i luoghi che furono teatro di quegli avvenimenti, senza dimenticare che il gran numero di vittime valse alla città intera la medaglia d’oro al valor militare, concessa dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi nel 1950 e appuntata sul gonfalone da un altro Presidente, Giovanni Gronchi, nel 1958. Le giornate di maggio 2013 forniranno quindi l’occasione per meditare sugli effetti devastanti della seconda guerra mondiale e delle bombe ma anche per ripercorrere gli anni “eroici” della ricostruzione. Le gravissime distruzioni subite dalla città di Cagliari imposero infatti una ricostruzione iniziale piuttosto rapida e non sempre rispettosa delle regole. Il piano di ricostruzione, approvato nel 1947, fu parzialmente disatteso, ma soprattutto si perse l’occasione di dare un volto differente e migliorativo alla città. Anche l’atteggiamento verso il ripristino di monumenti danneggiati o distrutti non fu sempre costante, oscillando tra la ricostruzione dell’edificio “com’era e dov’era” e rifacimenti radicali, talvolta discutibili ma comunque interessanti. La XVII edizione Monumenti Aperti 2013 è dedicata a tutte le vittime innocenti e inconsapevoli dei tragici avvenimenti del 1943 e a tutti coloro che si prodigarono per la rinascita di una città ferita a morte. Gli studenti-guide, le scuole, le associazioni, i volontari avranno il compito di aiutare a leggere queste tracce. Per non dimenticare.

monumentiaperti

5


Il Comitato Scientifico Regionale Consiglio Regionale della Sardegna Claudia Lombardo Maria Santucciu Regione Autonoma della Sardegna Assessorato al Turismo Luigi Crisponi Artigianato e Commercio

Assessorato alla Pubblica Istruzione Sergio Milia Beni Culturali, Informazione Spettacolo e Sport M.I.B.A.C.Direzione Regionale per i Maria Assunta Lorrai Beni Culturali e Paesaggistici Sandra Violante della Sardegna M.I.U.R. Ufficio Scolastico Regionale Francesco Feliziani per la Sardegna Rosalba Crobu

Comune di Cagliari Massimo Zedda Enrica Puggioni

Provincia di Cagliari Angela Maria Quaquero Ufficio Regionale Francesco Tamponi Beni Culturali Ecclesiastici

ANCI Sardegna Cristiano Erriu Umberto Oppus Università degli Studi di Cagliari Giovanni Melis Università degli Studi di Sassari Attilio Mastino Pinuccia Simbula

Imago Mundi Onlus Fabrizio Frongia Associazione Culturale Armando Serri

onsorzio CAMU’ Centri d’Arte e Musei Francesca Spissu C Giuseppe Murru Società Cooperativa Sociale Il Ghetto Alessandro Piludu Nicoletta Manai

Confesercenti Regione Sardegna Marco Sulis Confcommercio Sardegna Gavino Sini

Agenzia Nazionale Gianpiero Liori Sviluppo Autonomia Scolastica

Sardegna Solidale Roberto Copparoni Centro Servizi per il volontariato

6

Cagliari


Monumenti Aperti

Calendario Regionale maggio / giugno 2013 4/5 MAGGIO Calasetta Capoterra Oristano Portoscuso Sassari Sanluri Sant’Antioco San Gavino Monreale

25/26 MAGGIO Arbus Buggerru San Giovanni Suergiu Santa Giusta Serdiana Sestu Siddi Telti

11/12 MAGGIO Cagliari Villanovafranca

1/2 GIUGNO Bosa Carloforte Dolianova Gonnesa Iglesias Olbia Porto Torres Quartucciu Settimo San Pietro

18/19 MAGGIO Alghero Cabras Carbonia Fluminimaggiore Sadali

monumentiaperti

7


Informazioni Utili Orari della Manifestazione • I monumenti saranno visitabili dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00 del sabato e dalle 9.00 alle 20.00 della domenica. • L’orario di apertura di alcuni monumenti potrebbe non coincidere con quelli della manifestazione. • In alcuni monumenti l’accesso sarà permesso esclusivamente con visita guidata. • Nelle Chiese le visite guidate verranno sospese durante le funzioni religiose.

i Informazioni

Monumenti Aperti ha sede a Cagliari presso Il Ghetto, via Santa Croce 18, tel. 070.6402115, dove è possibile rivolgersi per informazioni relative alla promozione ed organizzazione della manifestazione. INFO POINT Grazie al contributo dei volontari della manifestazione, sabato e domenica dalle 9.00 alle 20.00, saranno presenti in punti strategici della città sei punti di informazione. Verranno date informazioni sui monumenti, sulle attività collaterali e suggerimenti di visita. Sponsor Tecnici: Piazza Yenne Piazza Garibaldi Piazza Indipendenza Piazza Costituzione Piazza del Carmine Bastione Saint Remy lato via de Candia In collaborazione con: Associazione L’Isola che Vorrei, Associazione ESN Cagliari, Laboratorio di Didattica e Comunicazione dei Beni Culturali, Università degli Studi di Cagliari. Informazioni e materiali sulla manifestazione saranno disponibili anche presso Ufficio del Turismo presso SEARCH Sede Espositiva Archivio Storico Comunale, Largo Carlo Felice, 2, tel. 070.6777187 www.cagliariturismo.it Xmem Cagliari Infopoint Mediateca del Mediterraneo, via Mameli, Cell 342.3422010

@ Monumenti Aperti in Internet Informazioni e dati sulla manifestazione e sui monumenti di Cagliari agli indirizzi: www.monumentiaperti.com, www.camuweb.it Monumenti Aperti, Monumenti Aperti Sardegna @monumentiaperti Informazioni anche su www.sardegnagrandieventi.it Ufficio Stampa a cura del Consorzio Camù C/o Centro Comunale d’Arte e Cultura Ghetto email: ufficiostampa@camuweb.it, cell. 346.6675296

8

Cagliari


Audioguida Victoria: al numero 06 54564001. Seguendo le istruzioni vocali, potrai ascoltare le informazioni di tuo interesse. Sardinia Diary Con il progetto Sardinia Diary per il secondo anno verrà realizzata un’attività di live blogging e social media management che vedrà i Monumenti Aperti delle città di Sassari, Cagliari e Alghero, protagonisti di una narrazione 2.0 con la collaborazione della community Instagramers Sardegna.

Di seguito si segnalano i monumenti che non seguono interamente gli orari della manifestazione e i punti di partenza per i percorsi disponibili per questa edizione: Archivio di Stato Visitabile solo nella giornata di domenica 12 dalle ore 9.00 alle ore 20.00. Bastione di Saint Remy Le visite guidate saranno sabato 11 dalle ore 16.00 alle ore 19.00 e domenica 12 dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00. Bunker II guerra mondiale - Parco Naturale Regionale di Molentargius Le visite guidate saranno sabato 11 dalle ore 16.00 alle ore 20.00 e domenica 12 dalle ore 9.00 alle ore 20.00. Chiesa della Purissima Le visite guidate saranno sabato 11 e domenica 12 dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 20.00. Cripta di San Domenico Le visite guidate saranno interrotte durante la celebrazione delle messe, sabato 11 alle ore 9.00 e 19.00, domenica 12 alle ore 9.00, 11.00 e 19.00. Chiesa di Santa Caterina e San Giorgio Le visite guidate saranno interrotte durante la celebrazione delle messe, sabato 11 alle ore 19.00, domenica 12 alle ore 9.30, 12.00 e 19.00. Chiesa di Sant’Efisio a Giorgino Visitabile sabato 11 dalle ore 9.00 alle ore 17.30 e domenica 12 dalle ore 10.30 alle ore 19.00. Legione dei Carabinieri Visitabile sabato 11 e domenica 12 dalle ore 09.00 alle ore 12.30 e dalle ore 16.00 alle ore 19.30. I visitatori potranno accedere alla mostra dall’ingresso in Via Grazia Deledda 3. Palazzo Civico Domenica 12 maggio sospende le visite dalle ore 13.00 alle 14.30. Complesso mercedario Nostra Signora di Bonaria Il complesso mercedario, museo e santuario, di N.S. di Bonaria sarà visitabile sabato 11 maggio e domenica 12 maggio dalle ore 9.30 alle ore 13.00 e dalle ore 16.30 alle ore 19.30. Teatro Lirico Visitabile solo domenica 12 maggio dalle 09.00 alle ore 20.00, le visite partiranno ogni ora con pausa dalle ore 13.00 alle ore 15.00.

monumentiaperti

9


Monumenti in Musica & Spettacoli SABATO 11 MAGGIO Chiesa del Carmine, ore 10.30 e ore 11.00 Concerto degli alunni della Scuola Secondaria di 1° grado Rosas. Esecuzione strumentale e corale con clarinetto, pianoforte, violino e chitarra di brani in lingua sarda. Teatro Auditorium, via G. Cantore 62, Pirri, ore 11.00 e ore 19.00 Spettacolo a cura dell’Associazione Culturale Theandric, dal titolo 1943-2013 No a tutte le guerre. Il potere di rompere il silenzio lettura del discorso di M. L. King interpretato da Maria Virginia Siriu, interventi di composizione musicale istantanea a cura di Daniele Ledda. Meditazione attiva per la pace condotta da Giusi Palomba. Ghetto Cannoniera, ore 11.30 e ore 18.00 Performance della Scuola di danza contemporanea e teatro Tersicorea. Installazione di corpi danzanti a cura della Compagnia Danzalabor, coreografie di Simonetta Pusceddu, e della Compagnia Danzatori del Sole coreografia di Paola De Felice. Teatro Massimo, ore 16.00 e ore 19.00 Proiezione del documentario Quando scappavamo col cappotto sul pigiama di Pierpaolo Piludu. A seguire reading dal titolo Cadevano le bombe come neve. Piccola antologia letteraria di cronache di guerra, produzione del Teatro Stabile della Sardegna, a cura di Rosalba Zicheddu con Corrado Giannetti e Isella Orchis. Accompagnamento musicale degli alunni del Conservatorio Statale di Musica G.P. Da Palestrina. Chiesa di Santa Chiara, ore 17.30 Concerto dell’Associazione Musicale Arpeggiando in collaborazione con la Società di Sant’Anna, dirige Tiziana Loi. Ghetto Sala delle Mura, ore 17.30 Concerto lirico e vocale dal titolo Tra Musica e Parole eseguito dall’Associazione Amici della Musica. Musiche di J.S. Bach, M. Giuliani, G. Verdi, G. Puccini, F. Schubert, V. Bellini. Chiostro di San Domenico, ore 17.45 Concerto del coro dell’Associazione Culturale Musica Viva Cagliari. Dirige Maria Paola Nonne. MEM - Mediateca del Mediterraneo, ore 18.00 Installazioni audiovisive, esecuzioni dal vivo di musica, reading e danza Tracce Belliche nella città di Cagliari, da un’idea di Carlo Antonio Borghi, a cura dell’Associazione Carovana S.M.I con la collaborazione della MEM Mediateca del Mediterraneo, Scuole Medie Ugo Foscolo e Giuseppe Manno. Chiesa di San Michele, ore 18.00 Concerto dell’Associazione Musicale Musica Insieme, musiche di Gabriel Fauré e di Anton Diabelli.

10

Cagliari


Chiesa e Cripta di Sant’Agostino, ore 18.00 Concerto Gioco, prego…e spero. I bambini e la guerra, Coro di voci bianche dell’Associazione musicale Studium Canticum, Scuole in Coro. Al pianoforte Andrea Macis, dirige Stefania Pineider. Palazzo Siotto, Sala dei Ritratti, ore 18.00 Concerto per pianoforte e viola eseguito dai giovani interpreti del Conservatorio G.P. Da Palestrina. A cura della Fondazione Giuseppe Siotto. Cavità Via Vittorio Veneto, ore 18.30 Concerto musiche di Irlanda e Sardegna. L’Associazione Glee’s proporrà una raccolta di canzoni tradizionali dove le sonorità delle due isole si fondono insieme per diventare un’unica melodia. Chiesa della Purissima, ore 18.45 Concerto del Gruppo Vocale Cantigos, dirige il Maestro Barbara Mostallino. Lettura del brano di Luigi Cioffi Cagliari: 28 Febbraio 1943 dal libro Poeti e Prosatori del Solstitium, legge Alessandra Cioffi. Chiesa di Santa Lucia, ore 19.00 Concerto del Coro Collegium Karalitanum I colori della voce… tra colto e popolare. Dirige Giacomo Medas. Ghetto, Sala delle Mura, ore 19.00 Concerto Omaggio a Giuseppe Verdi eseguito dalla Corale Polifonica Santa Cecilia di Cagliari. Chiesa di Santa Rosalia, ore 20.00 Letture sui bombardamenti tratte dal libro Cara Cagliari di Anna Rosa Zedda accompagnate da sonate per organo di Bach. Il Coro Polifonico concluderà la serata con l’esecuzione del Gloria di Vivaldi. Dirige il Maestro Sandro Medda. A cura dell’Associazione Culturale Luna d’Oriente. DOMENICA 12 MAGGIO Cavità via Vittorio Veneto, ore 11.00 Concerto dell’Associazione Musicale Musica Insieme, musiche di Gabriel Fauré e di Anton Diabelli. Teatro Massimo, ore 11.00 e ore 17.00 Proiezione del documentario Quando scappavamo col cappotto sul pigiama di Pierpaolo Piludu. A seguire reading dal titolo Cadevano le bombe come neve. Piccola antologia letteraria di cronache di guerra, produzione del Teatro Stabile della Sardegna, a cura di Rosalba Zicheddu con Corrado Giannetti e Isella Orchis. Accompagnamento musicale degli alunni del Conservatorio Statale di Musica G.P. Da Palestrina. Teatro Auditorium, via G. Cantore 62, Pirri, ore 11.00 e ore 19.00 Spettacolo a cura dell’Associazione Culturale Theandric, dal titolo 1943-2013 No a tutte le guerre. Il potere di rompere il silenzio lettura del discorso di M.L.King interpretato da Maria Virginia Siriu, interventi di composizione musicale istantanea a cura di Daniele Ledda. Sceno-mostra di Batash, esposizione monumentiaperti

11


di un’opera inedita Potere al Cuore a cura di Efisio Carbone. Meditazione attiva per la pace condotta da Giusi Palomba. Ghetto Cannoniera, ore 11.30 e ore 17.00 Performance della Scuola di danza contemporanea e teatro Tersicorea. Installazione di corpi danzanti a cura della Compagnia Danzalabor, coreografie di Simonetta Pusceddu, e della Compagnia Danzatori del Sole coreografia di Paola De Felice. Pinacoteca Nazionale, ore 11.30 Concerto degli alunni dell’Istituto Comprensivo C. Colombo. Musiche di G.Verdi e F. Lehar, soprano Loredana Aramu, tenore Luigi Masala. Dirige Giacomo Medas. Scuola Media Manno, ore 11.30 Installazioni audiovisive, esecuzioni dal vivo di musica, reading e danza Tracce Belliche nella città di Cagliari, da un’idea di Carlo Antonio Borghi, a cura dell’Associazione Carovana S.M.I. Chiesa di Santa Chiara, ore 12.00 Concerto dell’Associazione Musicale Cantores Mundi, dirige il Maestro Boris Smocovich. Palazzo Siotto, Sala dei Ritratti, ore 18.00 Concerto per pianoforte e viola eseguito dai giovani interpreti del Conservatorio G.P. Da Palestrina. A cura della Fondazione Giuseppe Siotto. Ghetto, Sala delle Mura, ore 18.30 Concerto lirico e vocale dal titolo Tra Musica e Parole eseguito dall’Associazione Amici della Musica. Musiche di J.S. Bach, M. Giuliani, G. Verdi, W. A. Mozart, F. Schubert, G. Donizetti, E. De Curtis. Chiesa della Purissima, ore 19.00 Concerto Agnus Dei eseguito dal Coro dell’Associazione musicale Studium Canticum. Al pianoforte Andrea Macis, dirige Stefania Pineider. Palazzo Viceregio, ore 19.00 Concerto Omaggio a Giuseppe Verdi eseguito dalla Corale Polifonica Santa Cecilia di Cagliari. Teatro Lirico, ore 21.00 Fondazione Teatro Lirico, Concerto sinfonico. Musiche di Toru Takemitsu, J. Haydn, L.V. Beethoven, dirige Giovan Battista Rigon. A seguire la proiezione nella parete esterna del teatro (lato Conservatorio) dei quattro filmati realizzati dai registi Pau, Marcias, Columbu e Mereu in occasione della ricorrenza dei 70 anni dei bombardamenti. Teatro Lirico, Chiesa di Sant’Anna, Chiesa di San Giuseppe, Chiesa di Santa Rosalia Durante le due giornate le visite guidate saranno accompagnate da interventi musicali dei giovani strumentisti del Conservatorio Statale di Musica G.P. da Palestrina.

12

Cagliari


I racconti di Monumenti Aperti I racconti di Monumenti Aperti, nasce nel maggio del 2009 all’interno dell’esperienza Cagliari Monumenti Aperti. Dalla manifestazione “madre” desume il suo ambito, quello legato alla sfera del racconto: in Cagliari Monumenti Aperti affidato alle migliaia di volontari provenienti prevalentemente da scuole e associazioni, ne I racconti a scrittori, sardi ma non solo. Ed è anche con il desiderio di “intercettare” questo movimento, di chiamarlo a raccolta attorno all’esperienza virtuosa di Monumenti Aperti, chiedendo di farsi testimone della città, che nasce questa idea. Nell’edizione 2013 anche questa iniziativa partecipa alla commemorazione del settantesimo anniversario dei bombardamenti sulla città. E lo farà dedicando a quei drammatici giorni un racconto scritto per l’occasione dal giornalista e scrittore Gianni Zanata. Il luogo scelto è la stazione ferroviaria di piazza Matteotti, uno dei luoghi simbolo della Cagliari sotto le bombe. Gianni Zanata Nel buio e nel vento Scritto e letto da Gianni Zanata Sonorizzazioni live di Francesco Bachis Domenica 12 maggio ore 17.00, Stazione Ferrovie F.S., piazza Matteotti. Sei personaggi, sei microstorie che si intrecciano a Cagliari il pomeriggio del 13 maggio 1943, giorno in cui i bombardieri alleati distrussero ciò che restava della città, già pesantemente colpita a febbraio. Nel buio e nel vento è un racconto corale, un tessuto di paure, tormenti e speranze che si mescolano in una cantata a più voci, sullo sfondo di una Cagliari stremata dalla guerra. Potete leggere l’intero racconto a pag. 90. Gianni Zanata è nato, vive e lavora a Cagliari. Fa il giornalista, scrive storie, romanzi, racconti. Adatta i testi di narrativa anche per performance letterarie, teatrali e musicali. Tra le ultime pubblicazioni: il romanzo “Dettagli di un sorriso” (Quarup) e i racconti all’interno delle antologie “La cella di Gaudì” (Arkadia) e “Piciocus” (Caracò). Nelle precedenti quattro edizioni hanno scritto Marcello Fois, Gianluca Floris, Michela Murgia, Enrico Pau, Massimiliano Medda e Mario Gelardi, Vito Biolchini, Armando Serri, Paolo Maccioni e Giorgio Todde, Paolo Fresu, Davide Catinari e Rossella Faa. A cura di Giuseppe Murru Coordinamento scrittori Francesco Abate

monumentiaperti

13


Attività per Bambini Segni di Bombe, Sogno di Città. Cagliari 1943 - 2013 Domenica 12 maggio dalle ore 10.00 alle ore 19.00 Centro Comunale d’Arte e Cultura Il Ghetto

Due grandi quadri bianchi vi aspettano per raccontare con i vostri segni la storia delle bombe su Cagliari e della sua ricostruzione. Appena arrivati al Ghetto verrà consegnata a tutti i partecipanti, piccoli e grandi, una scheda con le immagini di ciò che è ancora visibile dei bombardamenti nel quartiere di Castello. La scheda servirà come guida per andare a cercare questi segni negli edifici del quartiere. Un percorso alla ricerca delle tracce della nostra storia che sono ancora intorno a noi ma che in pochi conoscono. Tornati al Ghetto si parteciperà alla realizzazione in progress di due grandi lavori collettivi: uno sul tema della distruzione e l’altro su quello della ricostruzione della città. Il laboratorio, curato da Carla Orrù e Lidia Pacchiarotti e realizzato da Imago Mundi Associazione Culturale Onlus, è rivolto a tutti, bambini, ragazzi, genitori, nonni, famiglie, adulti. Con la collaborazione di Volponi Legnami Il Ludohospital Il Sole Clinica Macciotta, via Porcell 1 L’Atelier Pedagogico della Clinica Pediatrica “G. Macciotta” AOU di Cagliari, presenta “L’Ospedale dei grandi e i suoi segreti”. Si tratta di un percorso di ri-scoperta delle bellezze artistiche del San Giovanni di Dio, viste attraverso le storie e le creazioni pittoriche dei bambini ospedalizzati. Un occhio di riguardo è stato dedicato ai misteriosi cunicoli sotterranei dell’Ospedale Civile di Cagliari, che sono diventati i protagonisti indiscussi delle narrazioni dei piccoli ospiti. Durante la manifestazione verrà esposto un insolito libro che custodisce i lavori dei bambini e un plastico del presidio pediatrico “G. Macciotta”, entrambi costruiti con materiale di riciclo. Per maggiori informazioni sulle attività del Ludohospital “Il Sole” è possibile consultare il sito: pacs.unica.it/ludohospitalilsole. Liceo Artistico Foiso Fois, sede di via San Giuseppe Sabato 11 maggio, ore 16.00-20.00; domenica 12 maggio, ore 9.00-20.00. Laboratori e Mostra: nella sede del Liceo Artistico si svolgeranno le attività del progetto sperimentale Se ascolto dimentico, Se vedo ricordo, Se faccio capisco: mostre e laboratori rivolti a bambini, ragazzi, adulti sul tema arte, architettura e scienza e l’esposizione di opere e installazioni L’albero della vita. A cura degli studenti e dei docenti della scuola. Piccoli Reporter Anche quest’anno prosegue l’iniziativa Piccoli Reporter. Fra le strade del quartiere Castello venti piccoli studenti della Scuola Elementare di Elmas Monsignor Saba, fotograferanno la città e i suoi monumenti segnati dai bombardamenti. Le foto raccolte diventeranno un originale video racconto della manifestazione vista ad altezza di bambino! A presto sul sito monumenti aperti.com

14

Cagliari


Cultura senza barriere Monumenti aperti a tutti

Anche quest’anno Cagliari si ritrova intorno ai suoi “Monumenti Aperti”. Anche quest’anno celebriamo una festa dedicata alla cultura e all’incontro. Perchè cultura è incontro. Incontro diacronico in primo luogo. Lungo le traiettorie del tempo. Ogni manufatto ci racconta una storia. Una storia di ingegno e di lavoro. Ha il potere magico di proiettarci all’indietro nel tempo, connettendoci, cittadini del presente, ai nostri progenitori. Ci regala insieme la consapevolezza di una responsabilità nei confronti del futuro e delle generazioni che verranno, tutte le volte che assumiamo un comportamento trasformativo della nostra città. Incontro sincronico. Condivisione identitaria dello spazio di vita. Una comunità, trasversalmente alle classi sociali, alle generazioni, alle abilità individuali, ritrova se stessa in quest’abbraccio con la propria storia. Ognuno riconosce l’altro attraverso un gioco di rimandi e rispecchiamenti multipli. Perchè la cultura è e deve essere senza barriere. Fruibile, valorizzata, arricchita, facilitata. Attraverso il lavoro e l’applicazione di operatori qualificati. La cultura è Bene Comune. Come l’acqua, come il mare, come il bosco. E in quanto tale nessuno può esserne escluso; l’esclusione di uno solo tra i cittadini è la sconfitta di tutti. Anche quest’anno attendo con gioia questa straordinaria manifestazione. Con lo sforzo e l’impegno di contribuire a rendere pratica quotidiana la lotta alle barriere immateriali e materiali. Susanna Orrù Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Cagliari Conferenza e Laboratorio Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus e l’U.N.I.Vo.C, in collaborazione con la Soprintendenza BAPSAE per le Province di Cagliari e Oristano. Sabato 11 maggio dalle ore 10.00 alle 12.00 I Servizi Educativi della Soprintendenza BAPSAE propongono una conferenza che descriverà i provvedimenti per la tutela delle opere d’arte adottati in epoca di guerra, attraverso un itinerario storico ricostruito grazie ai documenti d’archivio ministeriali. Al termine si potrà partecipare ai laboratori descrittivi delle opere principali del fondo antico della Pinacoteca. L’incontro è rivolto non solo agli utenti UICI e UNIVOC interessati al patrimonio culturale della città, ma a tutti i cittadini. Visite guidate – Percorsi ENS (Ente Nazionale Sordi) Sezione Provinciale di Cagliari L’Ente Nazionale Sordi effettuerà la visita guidata per i sordi in lingua italiana dei segni (LIS) domenica 12 maggio alle ore 11.00 all’Ospedale Civile San Giovanni di Dio (visita all’interno dell’ospedale e visita al sotterraneo). Associazione Turistabile e Associazione Bambini Cerebrolesi Sardegna Anche quest’anno, grazie alla collaborazione dell’Associazione Tu-

monumentiaperti

15


ristabile, dell’Associazione Bambini Cerebrolesi Abc, delle Consulte Provinciale e Comunale dei disabili si terrà un mini tour. La partenza è prevista per sabato 11 maggio alle ore 16.30 dal Museo delle Ferrovie dello Stato. Il tour proseguirà con la visita alle Sale di Rappresentanza del T.A.R., Percorso Edilizia ‘900 di Piazza del Carmine, e si concluderà con la visita alla Chiesa di Nostra Signora del Carmine. Per ulteriori informazioni contattare l’Associazione Turistabile al numero 3880562952 email francesco.siciliano919@alice.it. Il servizio porta a porta di CTM SpA dedicato alle persone che non possono utilizzare il servizio di trasporto pubblico di linea, con disabilità, invalidi civili, anziani ultrassessantenni non autosufficienti ed altri con limitazioni psicofisiche, beneficiari di agevolazioni tariffarie regionali sui trasporti pubblici. Il costo del servizio è di un biglietto di corsa semplice a tratta, intendendo come tratta l’andata o il ritorno (es. per il viaggio di andata e ritorno bisogna obliterare 2 biglietti di corsa semplice). Per accedere al servizio è necessario effettuare una prenotazione al n. verde 800259745, dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 13.00, il venerdi dalle ore 15.00 alle ore 19.00 e il sabato dalle ore 8.00 alle ore 10.00. La prenotazione può essere effettuata anche attraverso il sito internet: www.ctmcagliari.it cliccando sul link “servizio a chiamata”, e deve pervenire il giorno prima l’utilizzo del servizio. Il servizio normalmente è programmato dal lunedì al sabato mattina, ma in occasione di Cagliari Monumenti Aperti 2013, CTM attiverà Amicobus nelle giornate di sabato 11 Maggio, dalle ore 10.00 alle ore 20.00 (con prenotazione fatta il venerdì entro le 18:00) e domenica 12 Maggio dalle ore 9.00 alle ore 20.00 (con prenotazione fatta il sabato entro le 10:00), prevedendo come destinazioni i soli Monumenti interessati dalla manifestazione. Nelle giornate di sabato e domenica non è prevista la presenza dell’assistente di bordo. Questi loghi inseriti nella scheda del monumento in corrispondenza della linea bus, indicano le diverse modalità di accesibilità ai mezzi del CTM Progetto TuristAbile – turisti senza chiedere Turistabile è un programma integrato per la realizzazione di attività di formazione e creazione di servizi per il miglioramento delle condizioni di vita delle persone con disabilità. Il progetto concluso nel 2012 ha avuto come obiettivo quello di promuovere un sistema di certificazione volontario, attraverso la realizzazione di un “marchio di fruibilità” dei servizi turistici, per rendere riconoscibile e visibile il livello di accessibilità delle strutture ricettive di accoglienza ai disabili che vogliono usufruirne. Il progetto è stato realizzato da Confcommercio Cagliari , Centro Servizi Imprese della Camera di Commercio di Cagliari, Confcooperative, ANCI Sardegna e a Funditec, e finanziato dalla Regione Autonoma Sardegna. A conclusione del progetto si è costituita un omonima associazione che persegue gli stessi obiettivi, che per il primo anno collabora con Monumenti Aperti. In alcune schede dei monumenti aperti è presente il logo turistabile. È un sito di cui è stata valutata accessibilità e fruibilità da parte di persone con disabilità motoria, accertata dai tecnici esperti in materia. Cultura senza barriere è realizzata in collaborazione con

16

Cagliari


Mediazione Culturale

Ghetto, domenica 12 maggio dalle ore 11.00 alle 13.00 Conflitti e parole Le associazioni NUR, Aidos e Oci, in collaborazione con il Centro di accoglienza attiva per cittadini stranieri, dell’Assessorato alle Politiche Sociali, Famiglia e Immigrazione della Provincia di Cagliari, presentano un momento di testimonianze e letture sul tema della guerra e, più in generale, del conflitto. Le esperienze, dirette o letterarie, dei partecipanti concorreranno a mostrare, con un punto di vista parziale, personale ed emotivo come guerra, conflitto e scontro si consumano e si sono consumati in tempi e luoghi differenti, da un capo all’altro del pianeta. Il filo conduttore della rassegna sarà quindi non l’analisi o il racconto istituzionale delle guerre, bensì il lato umano, la soggettività, il confronto del singolo con il conflitto, nei contesti più reconditi e disparati. Testimonianze da: Albania, Bielorussia, Bosnia, Cina, Colombia, Egitto, Italia, Marocco, Moldavia, Panama, Romania, Russia, Ucraina, Venezuela Grazie ad una collaborazione con l’Ufficio Culturale della Ambasciata d’Egitto a Roma al Ghetto sarà esposta la mostra fotografica Scatti dalla strada: la rivoluzione Egiziana del 25 Gennaio 2011. Le fotografie ritraggono i volti e le emozioni del popolo Egiziano della ormai nota Piazza Tahrir al Cairo nel giorno in cui i giovani e tutto il popolo egiziano è sceso a manifestare contro l’ex presidente Egiziano. Una delegazione dell’Ambasciata sarà presente per Monumenti Aperti per portare un saluto alla città d Cagliari, in questa speciale edizione della manifestazione, che ricorda le vittime del 1943 così come tutte le vittime delle guerre. A cura dell’Ufficio Culturale della Ambasciata d’Egitto a Roma. L’ACIF, Associazione Culturale Italia Francia, presenta la mostra La Malvagità Umana ospitata alla Casa Massonica. Vedi p. 19.

monumentiaperti

17


Iniziative speciali TRW presenta: RADICI AEREE a cura di Emanuela Falqui In occasione del settantesimo anniversario dei bombardamenti su Cagliari, l’associazione culturale TRW propone un itinerario sul recupero della memoria tra spazi privati e pubblici, in una dialettica tra il passato, la sua trasformazione nel tempo e l’attualità del presente. Questo itinerario si sviluppa su tre diversi progetti. LA RADIO DELLO SPAZIO Per le strade della città e sulle frequenze di Radio X - FM 96.8, 11 e 12 maggio, di Valeria Muledda La Radio dello Spazio è l’archivio sonoro progettato da Valeria Muledda (Studio Vuoto), composto dai racconti degli abitanti della città di Cagliari tra il 1943 e 2013. Storie che scaturiscono da immagini, ricordi fotografici o materiali evanescenti, frammenti dotati della speciale consistenza del ricordo. L’11 e 12 maggio le narrazioni possono essere ascoltate sulle frequenze di Radio X FM 96.8 nella diretta di Monumenti Aperti e componendo i numeri di telefono indicati nei luoghi narranti della città disponibili per tutto il mese di maggio. Una piccola mappa di questi numeri si trova presso i siti della manifestazione di Monumenti Aperti. WARLOOPS Palazzo Aymerich, via dei Genovesi, sabato 11 maggio dalle 21.00 alle 23.00, di Elisabetta Saiu L’installazione audiovisiva Warloops sulle rovine di Palazzo Aymerich mette in relazione la memoria del passato con il divenire dei conflitti attuali. Questo vuoto urbano diventa catalizzatore della ripetizione del dramma delle guerre nel corso della storia in cui la visione dell’artista si offre in una rilettura dei processi storici. I canti, i pianti e le grida delle popolazioni colpite della Siria, Afghanistan, Mali, risuonano tra le mura delle rovine di Palazzo Aymerich alternandosi alle pacate lezioni di mister bomba. In collaborazione con: Henning Friman, Lau Lindqvist, Dj-Hvad L’ARCHITETTO VERDE Palazzo Assessorato Urbanistica Comune di Cagliari, viale Trieste ang. via Nazario Sauro, domenica 12 maggio dalle 21.00 alle 23.00, di Marta Anatra L’Architetto Verde è un progetto di ricerca sulla vita di quattro ficus cresciuti all’interno dell’area abbandonata della ex-caserma Trieste attualmente chiusa al pubblico. L’intervento sonoro e l’istallazione video proiettata sulla parete dell’Assessorato all’urbanistica del Comune di Cagliari, mostra questo mondo altrimenti invisibile. Le radici aeree dei ficus raccontano una storia parallela della città, la trasformazione di questo luogo e spalancano prospettive differenti. In collaborazione con: Fabrizio Frisan, Marco Tanca Maggiori informazioni su: trw.altervista.org

In collaborazione con:

18

Cagliari

www.eurocopy.org La

Copisteria

al Centro di

Cagliari


Mostre Biblioteca Universitaria Mostra dal titolo Memorie di Guerra nella Biblioteca Universitaria. Attraverso una scelta di documenti conservati nei propri fondi – bibliografico, iconografico, fotografico - la Biblioteca Universitaria allestisce una mostra che ha lo scopo specifico di contribuire alle celebrazioni del 70° anniversario dei tragici bombardamenti del 1943 sulla città di Cagliari. Convitto Nazionale Presso il Convitto sarà visitabile una mostra documentaria sulla Chiesa di Santa Caterina di via Manno, prima e dopo la guerra. Saranno mostrate foto d’epoca, progetti e planimetrie della chiesa nuova di via Scano. A cura del Liceo Scientifico Alberti Casa Massonica, Grande Oriente d’Italia Mostra La Malvagità Umana Mostra di manifesti originali francesi al fine di non dimenticare la follia e malvagità umana nei confronti di popoli, gruppi religiosi o etnici. La mostra propone 23 manifesti originali del periodo della seconda guerra mondiale. Alla fine del percorso sarà proiettato il filmato sui bombardamenti subiti dalla città di Cagliari, realizzato da Sergio Orani. Mostra a cura dell’Associazione ACIF. Castello San Michele Mostra dal titolo SPAZI. Da Dürer a Picasso. Il paesaggio letto nelle opere grafiche di venti artisti, la mostra presenta quasi novanta capolavori provenienti dalla Collezione ArtCamù dedicati al paesaggio. A cura di Lidia Pacchiarotti e Carla Orrù. Ghetto Mostra dal titolo Piranesi ritrovato. L’ideologia del bene comune per la città, una scoperta, un grande nome, una città contemporanea. Exma’ VAMP Rassegna d’arte contemporanea a cura di Giacomo Pisano. Fotografia, street art, grafica, pittura, installazioni sono gli strumenti con cui Vamp racconta i percorsi di alcuni tra i più innovativi, giovani e capaci artisti sardi. Dal 10 maggio al 2 giugno esposizione dal titolo Nuove tipologie di ritratto, collettiva fotografica. Legione Carabinieri Sardegna, Sala della Memoria “I Carabinieri di Sardegna” Mostra di uniformi, documenti e cimeli dell’Arma dei Carabinieri Lo spirito e le tradizioni dei Carabinieri di Sardegna sono un sentimento vivo e profondo. La consapevolezza di ciò e il rispetto di quanti, nei 189 anni di presenza dell’Arma in Sardegna, hanno donato la vita nel rispetto del giuramento prestato, superando difficoltà di ogni genere, hanno indotto ad una profonda ricerca storica degli eventi che hanno caratterizzato la storia dell’Arma, attraverso documenti storici che saranno studiati e poi utilizzati per migliorare le conoscenze di tutti i carabinieri. MEM, Mediateca del Mediterraneo Nell’ambito di Monumenti Aperti, l’associazione Carovana SMI, le scuole secondarie di 1° grado Ugo Foscolo e Giuseppe Manno di Cagliari, promuovono i risultati raggiunti con i progetti “Una città bombardata senza preavviso” e “Tracce belliche nella città di Cagliari”, condivisi e realizzati nel 2011, da un’idea di Carlo Antonio Borghi, nell’ambito del programma Sa Die de sa Sardinia della Regione Autonoma della Sardegna. Le azioni proposte durante le due giornate di Monumenti Aperti dell’11 e 12 maggio a Cagliari, alla MEM, Mediateca del Mediterraneo

monumentiaperti

19


e alla sede della Scuola Manno, comprendono: installazioni audiovisive, esibizioni dal vivo di musica, reading di testi creati dagli studenti delle due scuole ed interventi di artisti coinvolti nel progetto. Sempre alla MEM saranno visibili per l’occasione le copie originali del quotidiano l’Unione Sarda con le cronache dei terribili eventi del 1943. MEM, Mediateca del Mediterraneo Maratona di lettura pubblica LeggiGiaime La Soprintendenza Archivistica per la Sardegna organizza, dalle ore 17.00 alle ore 20.00 di domenica, la maratona di lettura pubblica LeggiGiaime, aperta a tutti i partecipanti. Con questa iniziativa si intende diffondere, attraverso lettere, saggi e poesie, la conoscenza di Giaime Pintor, intellettuale di origini cagliaritane morto a soli 24 anni a Castelnuovo al Volturno, durante la sua prima missione partigiana. L’evento apre le manifestazioni che la Soprintendenza dedicherà alla figura di Giaime per tutto il 2013, nel 70° anniversario della sua morte. LeggiGiaime è ospitata nei locali della Mediateca del Mediterraneo. Palazzo di Città Mostra arte contemporanea Gli spazi dell’Arte Mostra grafica e incisione Piranesi ritrovato, esposizione delle opere di 12 artisti contemporanei che si sono ispirati al grande artista veneto. Palazzo Siotto Esposizione dal titolo Ca.Ri. 43: rivivendo il dramma dei bombardamenti. Un tentativo di esprimere l’incompiutezza che resiste al tempo ed alla memoria della Città. SEARCH sottopiano Palazzo Civico Mostra Memorie dal sottosuolo. 1943 –2013 Quando la Storia e le storie si incontrano Mostra partecipata in 3 atti: 26 febbraio L’attesa e lo scoppio - 15 marzo L’esodo - 13 maggio Il ritorno Sono esposte negli spazi del SEARCH le memorie che nutrono questa mostra partecipata, nella quale tutti i cagliaritani sono stati chiamati a dare il proprio apporto di conoscenza, suggestione, sentimento, nostalgia, dolore e memoria. Teatro Auditorium, via Generale Cantore 62, Pirri Sceno-mostra di Batash, esposizione di un’opera inedita Potere al Cuore a cura di Efisio Carbone. Laboratorio di didattica e di ricerca per la salvaguardia dei Beni Culturali Colle di Bonaria, Via Ravenna s.n.c, tel. 070. 348178342 Il Laboratorio è ubicato all’interno del parco archeologico attiguo alla Basilica e al Cimitero Monumentale di Bonaria. La nuova struttura e la sua gestione integrata vedono impegnati: il Comune di Cagliari, l’Università degli Studi di Cagliari, la Soprintendenza per i Beni Architettonici per le province di Cagliari e Oristano (BAPSAE) e la Direzione Regionale per i Beni Culturali e il Paesaggio. La struttura opera nell’ambito della Diagnostica e della Conservazione dei Beni Culturali con dotazioni strumentali all’avanguardia con programmi di ricerca e di didattica attiva. Aperto per la seconda volta al pubblico della Manifestazione Monumenti Aperti, il Laboratorio e il personale che vi opera presenterà le attività che si svolgono, guidando i visitatori in un’affascinante percorso all’interno della filiera del Restauro e della Conservazione in tutte le sue articolate fasi. Visite guidate a cura dell’Università di Cagliari: Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Chimica e dei Materiali (DIMCM) e del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura (DICAAR).

20

Cagliari


Gusta la città Monumenti Aperti fonda le sue radici nell’interazione tra l’offerta culturale e quella turistica cui si affianca da 10 anni l’evento Gusta la città, un momento esperienziale che vede l’enogastronomia e i servizi di ristorazione protagonisti della cultura cagliaritana del buon vivere e del buon cibo. Monumenti Aperti è un importante progetto legato alla comunità locale, che pone sempre maggiore attenzione alla conoscenza del patrimonio culturale, della vita e dei costumi, dei prodotti dell’enogastronomia cagliaritana. È quindi un momento di promozione turistica della città di Cagliari straordinario, una manifestazione sintesi dell’ospitalità della nostra comunità non come luogo comune ma come scambio di conoscenza, scoperta dei prodotti, ascolto e racconto. Grazie alla ricchezza che Cagliari è capace di offrire e al suo gusto contemporaneo di millenni di storia. Barbara Argiolas Assessore al Turismo e Attività produttive del Comune di Cagliari Aperti sabato 11 e domenica 12 maggio Bar Avion’s Bar, via Roma 147, 392.9287716. Per l’occasione proporrà i “gelati soft carpigiani” con uno sconto famiglia: ogni 4 gelati a due gusti uno sarà in omaggio. Bar della Stazione, via Roma 8, 070.242018 L’isola del Gelato, piazza Yenne 32, 070.659824 Nuovo Caffè Torino, via Petrarca 1, 070.400564 Nuovo Caffè Torino, via Roma 123, 070.664765 Bar Pasticceria Floriana, piazza Garibaldi 22, 070 403060 Caffè Savoia via Savoia 14, 070.651981 L’Elfo, salita Santa Chiara, 4/6, 070.682399 Ristoranti Ammentos, via Sassari 120, 070.651075, 347.7059649 Aperto con menù per l’occasione. Burgerlandia Fast Food, via Barcellona 2a, 070.670863. Come Si Chiama, via Napoli 71, 342.7838876. Aperto con menù per l’occasione. Enò Ristorante Vineria, vico Carlo Felice 10/12, 335.1454463. Aperto con menù per l’occasione (h 10.00/16, 19.00/24.00). Mec Puddu’s, via Sassari 136, 320.2783444. Aperto con menù per l’occasione h 12.30/15.30, 19.30/23.00. Su Milese, via Barcellona 32/34, 070.680957. Aperto con menù per l’occasione Milestone Pizzorante via Corte d’Appello, 33, 070.7564335 Old Square - Corso V. Emanuele, 44, 070.658099 Trattoria Gennargentu, via Sardegna 60/c, 070658247 Vinvoglio Wine Jazz Cluc, via Lamarmora 45, 328.3592877; 070.2042094

monumentiaperti

21


Sentieri (in)interrotti Le bombe del 26 febbraio le sentii dentro uno scantinato di via Sulis, a due passi dal Bastione. Quattro pali che ne rinforzavano il soffitto l’avevano fatto diventare un rifugio. Se ci fosse caduta sopra una bomba non starei qui a raccontarla, per me tutto si risolse in un gran frastuono: solo uscendo dal portone, quando la sirena ululò il cessato allarme, potei misurare la fortuna che m’aveva assistito. Mi ritrovai in un denso polverone e, svoltando da via Sulis nella piazza, vidi il Bastione decapitato. Vittorino Fiori Tratto da Sardegna 1940-45. La guerra, le bombe la libertà. Ed. Tema.

Percorso Castello Passeggiata guidata alla scoperta dei monumenti e della storia del quartiere Castello. Sarà un momento di riflessione e ricordo di quei “terribili giorni” del 1943, che videro Cagliari triste protagonista dei bombardamenti alleati. All’interno del quartiere saranno individuati dei punti di sosta dove verranno raccontate le vicende e testimonianze con l’ausilio di brevi contributi audio-video che mostrano la città devastata dalla offensiva aerea anglo-americana. Laddove possibile, i partecipanti saranno guidati nell’individuazione delle parti ricostruite dei monumenti o di edifici non più esistenti nel quartiere. Ogni spiegazione sarà accompagnata da supporti tecnologici che ne permetteranno una completa fruizione dei contenuti: immagini di particolari architettonici, piante dei monumenti, foto di interni, immagini e filmati relativi alle testimonianze della città bombardata nel ’43 della durata di 1 minuto circa. Luogo di partenza: Bastione di Saint Remy, via de Candia Durata: 1h e ‘45min c.a. Orario partenza: mattina ore 10.30; ore 11.00 pomeriggio ore 17.00; ore 17.30 Itinerario: Bastione di Saint-Remy Teatro Civico Torre dell’Elefante Chiesa di Santa Croce Chiesa della Purissima Torre di San Pancrazio Palazzo Vice-Regio Cattedrale Palazzo di Città Ideazione percorso e visite guidate: Associazione Sardegna AlternAttiva

22

Cagliari


Percorso Villanova, Il Trentapiedi Dopo il successo riscosso lo scorso anno per le vie del quartiere di Marina, per l’edizione 2013 il Trentapiedi dei Monumenti si aggirerà per Villanova. Grazie al sistema progettato dagli studenti dell’Università di Cagliari coinvolti nell’attività del Laboratorio di Didattica e Comunicazione dei Beni Culturali, il quartiere storico nel suo complesso potrà essere riscoperto come sito culturale di cui riappropriarsi. Un convoglio pedonale, dotato di capotreno e locomotore umano, partirà a intervalli regolari dal capolinea, in Piazza Costituzione (ai piedi del Bastione S. Remy) e percorrerà le vie del quartiere, segnalando monumenti, siti archeologici e scorci particolari. Rispettando il tema della manifestazione, incentrata sulla commemorazione del settantesimo anniversario dei bombardamenti su Cagliari, il Trentapiedi dei Monumenti guiderà i visitatori alla scoperta della ricostruzione, anche culturale, della città, sottolineando le fasi di vita di Villanova prima e dopo il bombardamento aereo del 1943. Il circuito è organizzato in 12 tappe: oltre al capolinea, sei fermate e cinque stazioni di scambio. Queste ultime corrispondono ad altrettanti luoghi, in cui sarà possibile lasciare il convoglio umano per visitare – con la guida di studenti e volontari - il singolo sito o monumento, oppure proseguire l’esplorazione del quartiere secondo il percorso guidato. Luogo di partenza: Piazza Costituzione Sabato e domenica mattina prima corsa ore 10.00, ultima ore 12.15. Pomeriggio prima corsa ore 15.00, ultima ore 18.30. La durata di ciascun percorso è di 90 minuti. Itinerario Percorso Rosso: P.zza Costituzione Palazzo Valdès Chiesa di S. Giacomo Portico Romero Chiostro di S. Domenico Scuola Alberto Riva Chiesa di S. Vincenzo de Paoli Chiesa di S. Cesello Scuola Carlo Felice Chiesa di S. Domenico Chiesa di S. Giovanni P.zza Marghinotti

Percorso Blu: P.zza Costituzione P.zza Marghinotti Chiesa di S. Giovanni Chiesa di S. Domenico Scuola Carlo Felice Chiesa di S. Cesello Chiesa di S. Vincenzo de Paoli Scuola Alberto Riva Chiostro di S. Domenico Portico Romero Chiesa di S. Giacomo Palazzo Valdès

Ideazione percorso e visite guidate: Laboratorio di Didattica e Comunicazione dei Beni Culturali, Università degli Studi di Cagliari

monumentiaperti

23


I Monumenti L’edizione 2013 continua la precisa volontà iniziata nella scorsa edizione di rinnovamento dei contenuti: il tema di questa edizione è interamente dedicato alla celebrazione del 70° anniversario dei bombardamenti su Cagliari del 1943 e alla fase di ricostruzione della città. Per questo si è scelto di includere unicamente monumenti e percorsi che appartengano a queste due categorie intimamente segnate dai fatti storici del 1943, la distruzione e la ricostruzione. Una scelta che inevitabilmente ha portato ad una riduzione dei siti che saranno aperti l’11 e il 12 maggio. L’amministrazione comunale comunque, unitamente ai proprietari di alcuni monumenti qui sotto elencati, non ha voluto rinunciare a dare la possibilità ai visitatori di accedere ad alcuni dei monumenti simbolo della città, anche in questa particolare edizione di Cagliari Monumenti Aperti. Monumenti Bottega Santa Croce, via Santa Croce 35 Casa Massonica Grande Oriente d’Italia, Piazza Indipendenza, 1 Chiesa di San Simone e Fattoria Sa Illetta, SS 195 km 3 Collezione sarda Luigi Piloni, Via Università, 32/a Facoltà di Architettura, Via Corte d’Appello, 87 Liceo Artistico, sede via San Giuseppe Museo Stefano Cardu, Cittadella dei Musei, Piazza Arsenale, 1 Palazzo Siotto, Via dei Genovesi, 114 Palazzo Fois, piazza San Giuseppe 4 Palazzo dell’Università, Atrii e Sale del Rettore, Via Università, 32 Torre dell’Elefante, Piazza San Giuseppe Torre di San Pancrazio, Piazza Indipendenza Villa Devoto, via Oslavia Musei e Collezioni Museo di Mineralogia Dipartimento Scienze della terra, Via Trentino, 51 Museo di Fisica, Cittadella Universitaria SS 554 - Monserrato Museo Antropologico, Cittadella Universitaria SS 554 - Monserrato Museo Zoologico di biologia animale ed ecologia, Viale Poetto 1, Ponte Vittorio Museo di Chimica, Cittadella Universitaria SS 554 - Monserrato Orto botanico e museo herbarium, Viale Sant’Ignazio, 11 Di seguito le schede dei monumenti aperti della XVII edizione Coordinamento scientifico: Franco Masala Antonia Giulia Maxia Donatella Mureddu Marcella Serreli Revisione schede monumenti Franco Masala Coordinamento redazionale Alessandra Corona

24

Cagliari


Romano

Anfiteatro e Cisternone

Viale Sant’Ignazio, 19

BUS

5/7/58

L’anfiteatro di Cagliari, il più importante tra gli edifici pubblici della Sardegna romana, con la cavea ellissoidale di m. 88 x 72 e l’arena di m. 47 x 31, si incunea in una valletta naturale alle pendici meridionali del colle di Buon Cammino. I costruttori, forse a più riprese, tra I e II secolo d.C., intagliarono nel banco roccioso gran parte delle gradinate, l’arena, vari corridoi (vomitoria) e altri ambienti di servizio ad essi collegati, mentre la monumentale facciata rivolta a sud, che superava i 20 metri d’altezza, e il settore diametralmente opposto, a cavallo di una stretta gola rocciosa, furono edificate con i blocchi calcarei estratti da varie cave aperte nelle vicinanze. Dall’anfiteatro, fino alla metà dell’Ottocento, si continuarono ad asportare materiali da costruzione, finché il Comune non acquisì l’intera area, affidandone gli scavi al Canonico Giovanni Spano. Questi, tra gli altri reperti, riportò alla luce una grande quantità di sottili lastrine marmoree, a riprova di come i gradini fossero originariamente rivestiti di materiale pregiato. Anche nel monumento cagliaritano, come in altri anfiteatri, le gradinate risultano divise in tre ordini (ima, media e summa cavea), riservati alle differenti classi sociali di cui si componeva l’antica società romana (senatores, equites, plebei, servi). Lungo il corridoio attorno all’arena si affacciavano le gabbie (cryptae) per gli animali feroci (claustra), mentre altri ambienti scavati sotto l’arena (fossae), servivano a contenere i macchinari scenici. L’anfiteatro di Cagliari aveva una capienza stimata in circa 10.000 spettatori, i quali potevano assistere a lotte tra uomini e belve feroci (venationes) all’esecuzione di sentenze capitali e a combattimenti all’ultimo sangue tra gladiatori (munera). Dal fondo dell’arena, un corridoio tuttora percorribile, lungo 95 metri, attraversa il banco roccioso e conduce alla visita di una grande cisterna sotterranea, ubicata nell’Orto dei Cappuccini. Durante la guerra i sotterranei dell’Anfiteatro, scavati nella roccia, furono utilizzati dalla popolazione come rifugio di fortuna. In seguito, dopo la fine delle ostilità, una ventina di famiglie occuparono l’edificio, abitandovi per circa cinque anni fino alla consegna dei nuovi alloggi popolari realizzati nel quartiere di S. Michele. Visite guidate a cura di: Liceo Scientifico Pitagora

monumentiaperti

25


Archivio di Stato Via Gallura, 2

BUS 1/M

L’attuale sede monumentale dell’Archivio di Stato di Cagliari fu inaugurata nel 1927 e rappresentò in quegli anni uno dei primi esempi di moderna edilizia archivistica. Le origini dell’Archivio però sono molto antiche: fu creato nel 1332 da Alfonso il Benigno, re d’Aragona, ad appena nove anni dallo sbarco dei conquistatori nell’isola. Situato nel quartiere storico di Castello e dentro il Palazzo Regio, fu destinato ad esercitare funzioni di archivio generale del Regno. La sua storia è quindi strettamente legata agli eventi politici che videro la città svolgere per secoli il ruolo di capitale del Regno di Sardegna, passando attraverso le dominazioni aragonese, spagnola, austriaca e piemontese. La documentazione conservata riflette la peculiarità della storia sarda in quanto l’isola ebbe proprie istituzioni politiche, amministrative e giudiziarie sino alla cosiddetta “fusione perfetta” con il Piemonte del 1847. Dopo l’Unità d’Italia, l’Archivio si è man mano arricchito delle carte provenienti dagli uffici periferici statali; possiede inoltre una ricca documentazione notarile, una raccolta di pergamene ed importanti archivi privati. Tra gli archivi del periodo aragonese e spagnolo si segnalano l’Antico Archivio Regio, il Regio Demanio e la Reale Udienza; all’amministrazione sabauda appartengono la Regia Segreteria di Stato e di Guerra, l’Intendenza generale e gli Atti governativi e amministrativi. Testimonianza del periodo postunitario e contemporaneo sono: Prefettura di Cagliari, Alto Commissariato e Consulta regionale della Sardegna, Partito Nazionale Fascista, Comitati di liberazione nazionale, Manifattura Tabacchi. Di particolare rilevanza anche gli archivi cartografici (Real Corpo di Stato Maggiore Generale, Ufficio Tecnico Erariale di Cagliari), quelli giudiziari (Tribunale di Cagliari e Corte d’Appello) e sanitari (Ospedale sant’Antonio Abate e san Giovanni di Dio). L’Archivio è dotato di una sala di studio per la consultazione del materiale, di una ricca biblioteca, e di altri servizi sussidiari Tra i fondi più significativi del periodo a cavallo della seconda guerra mondiale il Provveditorato alle Opere Pubbliche (1904-1960), l’Alto Commissariato per la Sardegna (19431949) e il Comitato di Liberazione Nazionale (1944-1948).

Visite guidate a cura di: Liceo Scientifico Michelangelo

26

Cagliari


Area archeologica e Museo del Tesoro

Sant’Eulalia

BUS

Vico Collegio, 2

6/1/10

Sotto il rilievo su cui sorge la chiesa di S. Eulalia è stato posto in luce un sito monumentale caratterizzato dalla sovrapposizione di molteplici fasi di frequentazione, distribuite tra l’età re p u b b l i c a n a e l’età moderna. Nel 1990, durante lavori di adattamento della sagrestia, il ritrovamento dell’imboccatura di un pozzo colmo di detriti, sotto il pavimento demolito perché deteriorato dall’umidità, è stato l’inizio di una ricerca che, nata come una breve esplorazione speleo archeologica, ha fornito elementi di così grande interesse da estendersi gradatamente a tutto lo spazio sottostante il museo, per poi raggiungere, in diverse campagne di scavo, il presbiterio e, ora, l’intera chiesa restituendo, a poco a poco, una viva immagine della Cagliari antica ed alto-medioevale segnata da manufatti di straordinario significato storico e monumentale visibili. In un percorso sotterraneo di suggestivo interesse è possibile vedere un tratto di una ripida strada lastricata, larga più di 4 metri, ora percorribile per un tratto di tredici metri, verosimilmente collegata con le attività del vicino porto di cui costituiva un importante elemento di collegamento. Non si conosce ancora la connessione di queste strutture con cospicui resti di un’altra costruzione trovata, nell’indagine attualmente in corso, circa sette metri al di sotto del piano della chiesa. Si tratta di un vasto ambiente di cui è visibile parte di un lato costituito da un colonnato - occluso da una più tarda tamponatura in blocchi - connesso con un pavimento in tasselli irregolari di calcare e marmo. Le colonne, calcaree e rivestite di stucco, poggiano su basi marmoree attiche e presentano caratteristiche tipologiche riferibili alla tarda età repubblicana. Adiacente alla sagrestia è visitabile il Museo del Tesoro di S. Eulalia. L’esposizione include numerosi argenti facenti parte del corredo liturgico tra cui calici, pissidi, ostensori, croci professionali ed altri oggetti provenienti da botteghe sarde e liguri operanti tra il XVI e il XIX secolo. L’adiacente Chiesa di S. Eulalia nella facciata subì danneggiamenti durante i bombardamenti del 1943, che furono in seguito ripristinati. Visite guidate a cura di: Scuola secondaria di I grado Don Milani -Tuveri

In prosecuzione del progetto Turistabile.

monumentiaperti

27


Area Archeologica e

Chiesa Santa Lucia Via Sardegna ang. via Napoli

BUS 6/M

Ricordata nel 1119 col nome di Santa Lucia di Civita, sorgeva un secolo prima della fondazione del Castello pisano presso l’insediamento mercantile portuale di Cagliari, allora detto Bagnaria. La chiesa, concessa in quella data ai monaci di San Vittore di Marsiglia insediati nell’abbazia di San Saturno, era parte di un articolato sistema monumentale, luogo notevole presso il mare, al tempo vicino all’attuale linea dei portici. Della sua fase medievale non conosciamo la forma esatta, forse modificata a seguito del ridisegno urbanistico dell’area bassa del quartiere Lapola, nel primo Trecento riformato per iniziativa aragonese tramite un reticolo di strade ortogonali. Il monumento, oggi ridotto alle cappelle di destra e a parte del presbiterio, testimonia la radicale ricostruzione databile tra la fine del Cinquecento e i primi anni del Seicento. Altre chiese della città, tra le quali Santa Restituta e Santa Caterina, furono riedificate in quegli anni con analoghe forme. I numerosi rifacimenti di arredi e pavimentazioni, evidenziati dalla campagna archeologica in atto, confermano la centralità culturale della chiesa; nel Museo di Sant’Eulalia si conserva una parte del ricco patrimonio di opere d’arte, arredi marmorei e argenti, frequentemente oggetto di donazioni e commissionati ad importanti artisti come Scipione Aprile (1600) o Giovanni Battista Franco (1802). La fortuna del monumento declina progressivamente durante l’Ottocento. Nonostante i lievi danni causati dai bombardamenti del 1943, fu intenzionalmente demolito nel 1947 al fine di ottenere un finanziamento statale dedicato alle ricostruzioni post belliche. Il Piano di Ricostruzione prevedeva la parziale demolizione della chiesa e l’allargamento della stretta via Sardegna e una piazza, riprendendo alcune indicazioni del Piano Regolatore redatto dall’architetto Gaetano Cima nel 1858. Dal 2002 l’area di Santa Lucia è interessata da un articolato programma di recupero. Sistematiche ricerche di archivio stanno restituendo nuova dignità all’architettura tardo rinascimentale; la campagna archeologica in atto sta mettendo in evidenza la pianta della chiesa e registrando dati nuovi sul monumento, tra cui pavimenti di varie epoche, un pozzo obliterato, sepolture presso l’altare, una cripta e una “cisterna”. Visite guidate a cura di: Liceo Classico G.M. Dettori

28

Cagliari


Basilica di

San Saturnino Piazza San Cosimo, entrata da via San Lucifero

BUS 6/29

La prima menzione documentata della basilica di San Saturnino risale agli anni 533-34 d.C.. La basilica esisteva già all’epoca e gli storici ritengono che la sua fondazione risalga alla metà del V secolo d.C.. Essa sarebbe sorta come martyrium del martire cagliaritano Saturnino, decapitato secondo la Passio sancti Saturni il 23 novembre del 304 d. C. per non aver voluto rinnegare la sua fede cristiana. Nel 1089 il giudice di Cagliari Costantino Salusio II de Lacon-Gunale fece dono della basilica ai monaci benedettini di San Vittore di Marsiglia che vi istituirono la sede de priorato sardo dell’Ordine e ne ristrutturarono la chiesa, secondo modi protoromanici. Il convento, gravemente danneggiato già nella prima metà del 1300 durante l’assedio catalano, cadde del tutto in rovina un secolo dopo. La chiesa fu restaurata nuovamente intorno al 1484. Nel 1614 ebbero inizio, per volontà dell’arcivescovo Francisco Desquivel, i celebri scavi per la ricerca de los cuerpos santos. Due disegni dello studioso Francisco Carmona del 1631 mostrano la pianta ed una veduta esterna dell’edificio che risultava ancora integro. Nel 1669 la basilica fu in parte smantellata per ricavarne materiali utili alla ristrutturazione della Cattedrale di Cagliari. Concessa nel 1714 alla corporazione dei Medici e degli Speziali, fu reintitolata ai Santi Cosma e Damiano. Agli inizi del 1900 la chiesa subì vari restauri. I bombardamenti del 1943 causarono danni notevoli che furono risarciti da Raffaello Delogu con un accurato lavoro di recupero dei materiali originari. Chiusa al pubblico nel 1978, è stata riaperta nel luglio del 1996. L’area circostante, oggetto di scavi archeologici, ha restituito numerose sepolture di età romana e bizantina.

Visite guidate a cura di: Istituto Tecnico Commerciale F. Besta

monumentiaperti

29


Bastione di

Saint Remy Piazza Costituzione

BUS

6/10

Il Bastione Saint Remy fu costruito fra il 1896 e il 1902, sugli antichi bastioni spagnoli della Zecca e dello Sperone per collegare la città alta ai quartieri di Villanova e della Marina. Il progetto fu realizzato dagli ingegneri comunali Fulgenzio Setti e Giuseppe Costa che ripresero un’idea dell’architetto Gaetano Cima. Lo scenografico scalone, che parte dalla piazza Costituzione, a metà presenta un largo pianerottolo che introduce alla Passeggiata Coperta – Galleria Umberto I, che fino al secondo dopoguerra è stata il luogo di ritrovo preferito dai Cagliaritani. Nel corso degli anni, la Passeggiata Coperta ebbe diverse destinazioni: infermeria durante la prima guerra mondiale, nel secondo dopoguerra divenne sede di Uffici del Ministero del Tesoro, abitazione per i senzatetto, poi, ancora nel 1949, ospitò la prima edizione della Fiera Campionaria della Sardegna. Fu, infine, oggetto, alla fine degli anni ‘80, di un significativo intervento di restauro e consolidamento, che a fasi alterne è durato sino a qualche anno fa. Durante recenti i lavori di risanamento sono stati messi in luce nuovi ambienti, oggi visitabili, che si aprono sull’antemurale di Castello, presso la Porta dei due Leoni, e dai quali si accede alla cannoniera, anch’essa ritrovata durante gli attuali restauri; quindi il complesso dei cunicoli storici, di origine militare (XV e XVI secolo). Nel 1943 la costruzione subì gravissimi danni causati dai bombardamenti, in particolare nel grande arcone centrale e lungo le scale prospicienti la via De Candia. Dopo varie proposte oscillanti tra diverse soluzioni (troncone conservato a ricordo dell’evento, attico con una lapide dedicata alle vittime dei bombardamenti) l’edificio venne ricostruito com’era e terminato nel 1958. Visite guidate a cura di: Centro Scuola Luigi Pirandello

30

Cagliari


Batteria C 135 Colle Sant'Ignazio

BUS

511

L’esigenza di garantire protezione alla città di Cagliari ed alle sue importanti installazioni militari comportò la progettazione e l’allestimento di un adeguato sistema difensivo a partire dalla seconda metà degli anni Trenta. Prime ad essere realizzate furono le tre batterie antinave di Capo Sant’Elia, Capo Pula e Torre Mortorio, costituenti il cosiddetto “Fronte a Mare” (F.A.M). Affiancarono questo primo gruppo tre postazioni antiaeree che, sistemate in prossimità delle opere antinave, ebbero il compito di fornire a queste protezione e, eventualmente, coadiuvarle nell’azione di fuoco. Identificate mediante l’attribuzione di un codice alfa numerico, queste furono la batteria C. (Cagliari), 146 di Pula, la C. 135 di Capo Sant’Elia e la C.165 di Capitana. Le strutture della batteria C.135 sono ben visibili sul Capo Sant’Elia, sistemate sul pianoro situato tra il faro ed il forte Sant’Ignazio. Disposte a semicerchio, si individuano ancora oggi 6 piazzole scavate nel terreno roccioso. Un basso edificio, dislocato poco lontano, ospitava la funzionale centrale di tiro, dotata di stereo telemetro San Giorgio, centrale automatica “Gamma” modello “G” e centralina manuale tipo “Bragadin”. Gli ambienti conservano ancora oggi l’elegante pavimento alla veneziana che ornava il quadrato ufficiali. L’armamento principale era costituito da 6 cannoni a doppio compito da 102/35. Alla difesa ravvicinata provvedevano 2 mitragliatrici Oerlikon da 20 mm e 2 Colt 1915 da 6,5 mm. Nel marzo del 1939 l’impianto passò in forza alla neo costituita 4° Legione MILMART, con un organico di 5 Ufficiali, 6 Sottufficiali ed 88 militi. Nel giugno 1944 fu ceduta al Regio Esercito con la nuova denominazione di Batteria 285, rimanendo operativa fino al termine del conflitto.

Visite guidate a cura di: Club Modellismo Storico

monumentiaperti

31


Biblioteca

Militare di Presidio Viale Buoncammino, 2

BUS 58/20

La biblioteca militare di Presidio di Cagliari è stata fondata nel 1856 quando Vittorio Emanuele II, su proposta del Ministro della Guerra Generale Alfonso della Marmora, ne sanzionò ufficialmente la costituzione. La biblioteca, unica nel suo genere nell’isola, ha iniziato la sua attività nei locali dell’ex Arsenale. Dopo essere stata sistemata provvisoriamente nella caserma Carlo Alberto, oggi sede della Polizia di Stato in Viale Buon Cammino, fu trasferita nella casermetta Boyl, in Via Porcile, nei locali dell’ex Tribunale Militare. Qui, il 13 maggio del 1943, subiva gravi danni a seguito di un bombardamento aereo: una bomba colpì in pieno i locali provocando la perdita di almeno 5.000 volumi. Riaperta al pubblico nel 1947, fu prima trasferita in Viale Buon Cammino nei locali della caserma Fadda, oggi sede degli Uffici Giudiziari Militari, e dal 1992 si trova nell’attuale sede (un tempo Forte S. Filippo, costruito negli anni 1726/1733 su progetto dell’ingegnere militare De Vincenti e utilizzato, fino al momento della chiusura dell’Arsenale, quale laboratorio delle polveri da sparo. La biblioteca possiede circa 12.000 volumi di cui 113 del ‘700 e circa 1800 dell’800. La maggior parte dei volumi antichi è in lingua francese. Sono presenti, tra l’altro, anche oltre 300 volumi sulla Sardegna, 1500 pubblicazioni propriamente militari e la raccolta delle Gazzette Ufficiali dal 1948 ad oggi. È consentito l’accesso, oltre che ai dipendenti del Ministero della Difesa anche al pubblico, su richiesta. Per quest’ultimo è prevista solo la consultazione interna dei volumi. La catalogazione delle pubblicazioni è informatizzata: è possibile infatti la ricerca rapida per autore, per titolo, per argomento o per soggetto.

Visite guidate a cura di: Personale della Biblioteca Militare di Presidio

32

Cagliari


Universitaria

Biblioteca e Sala Settecentesca

BUS

Via Università, 32/a

6/7

La Biblioteca viene istituita nel 1764 con le “Costituzioni” per la riforma dell’Università, riceve un regolamento da Vittorio Amedeo III nel 1785 e viene aperta al pubblico nel 1792 nella Sala Settecentesca, al primo piano del nuovo palazzo dell’Università. Il nucleo di rilievo come il ministro Bogino, dai fondi acquisiti dalla soppressione della Compagnia di Gesù, dalle copie delle opere che i docenti erano tenuti a fornire alla Biblioteca, dalle pubblicazioni degli stampatori del Regno, dalle opere stampate a Torino dalla Tipografia Regia. Nel 1843 viene acquisita la raccolta Baylle di opere di interesse sardo, fondamentale per le ricerche di storia locale. Dal primitivo ristretto nucleo di volumi (ca. 8.000) la Biblioteca passa ai 14.000 del 1842, ai 22.000 del 1865, ai ca. 70.000 alla fine del 1800. Nel 1946 su iniziativa di Nicola Valle viene istituito il Gabinetto delle Stampe intitolato ad Anna Marongiu Pernis. Nel piano seminterrato dello stesso palazzo che ospita la Biblioteca Universitaria, si trova la Cappella domestica delle Suore della “Congregazione delle Figlie di San Giuseppe” di Genoni che vide la luce proprio in questo palazzo nel 1888 per volontà del P. Felice Prinetti, allora rettore del Seminario situato nell’edificio che oggi ospita la Biblioteca. Durante il secondo conflitto mondiale i preziosi volumi furono trasferiti al sicuro nel rifugio blindato del Palazzo Universitario, ma, fortunatamente, l’edificio ebbe soltanto lievi danni causati dagli spostamenti d’aria dovuti alle esplosioni dell’area circostante dove il Teatro Civico, il Bastione di Saint Remy e la chiesa di S. Giuseppe subirono distruzioni ingenti.

Visite guidate a cura di: Istituto di Istruzione Superiore S. Atzeni

monumentiaperti

33


Bunker

Seconda Guerra Mondiale Via Rolando

BUS 3/PF/PQ

Il bunker di via Rolando, nel quartiere di Monte Mixi, è uno dei due costruiti durante la seconda guerra mondiale ideato come deposito di carburante. Fu progettato dal Genio Civile e realizzato dall’impresa romana Ansoldi nel 1942. Risulta visibile a destra del tratto di strada che da viale Diaz conduce verso viale Poetto. Nell’area di circa sette ettari erano presenti anche altre costruzioni tutt’ora esistenti come la ex-circoscrizione di San Bartolomeo ed il presidio della Polizia Municipale; altre costruzioni sono state demolite nel primo dopoguerra per far posto alle palazzine ad uso residenziale. L’altro bunker dista circa 150 metri ed è localizzato in via Montemixi , vicino al palazzetto dello sport. Originariamente destinati a contenere carburante per aerei, entrambi furono dismessi attorno agli anni Ottanta. Il primo e il solo oggetto della visita è ubicato al livello del piano stradale mentre l’altro è leggermente interrato. La pianta è quadrata e misura 36 metri per lato mentre l’interno ha un’altezza di circa 6 metri e cinquanta ed immette in un secondo ambiente soprastante. Una serie di sostegni tiene la struttura che risulta completamente incamiciata in ferro, in modo da essere impermeabilizzata, fino a sei metri di altezza, livello massimo raggiunto dal carburante. La struttura è sorretta da 36 colonne a sezione circolare rivestite da lastre di ferro. Al livello superiore si poteva accedere dal sottostante serbatoio tramite scale in ferro, non essendovi originariamente accessi dal piano di campagna. La separazione dei due livelli si nota facilmente dall’esterno. Attualmente l’accesso è facilitato dalla presenza di una serranda sul piano stradale, ricavata tagliando parte del muro e lo strato di ferro. In seguito alla dismissione da parte dell’Aeronautica Militare, agli inizi degli anni Ottanta, oggi vi è un ingresso carrabile già utilizzato negli anni precedenti per il passaggio di mezzi, essendo stato riutilizzato come deposito comunale, Si notano, all’interno, residui delle tubature e del galleggiante utilizzati per il rifornimento di carburante e per il suo successivo prelievo. Visite guidate a cura di: Circolo Speleologico Sesamo 2000

34

Cagliari


Castello e Parco di San Michele

Colle di San Michele, via Sirai

BUS 511

Il castello di San Michele è situato sull’omonimo colle, oggi circondato da una notevole quantità di costruzioni, ma un tempo isolato nel territorio nordoccidentale esterno a Cagliari. I recenti scavi hanno riportato alla luce i resti di una chiesa alto-medioevale, sulla quale sorse il castello, munito di torri e fossato, dopo la conquista degli Aragonesi, a partire dalla prima metà del sec. XIV. Il complesso fortificato ebbe poi notevoli rimaneggiamenti anche per le necessità difensive e per l’adeguamento delle mura all’evoluzione delle tecniche di guerra. Nella storia dell’edificio il periodo più importante e ricco di documentazione è forse il Quattrocento, quando fu utilizzato anche come abitazione dalla famiglia Carroz, alla quale è legata indissolubilmente la sua vicenda. Abbandonato e progressivamente decaduto, il castello fu usato come lazzaretto durante la peste “di Sant’Efisio” (1652-1656), e nuovamente fortificato in occasione degli attacchi francesi del Seicento e del Settecento. Usato come caserma nel primo Ottocento, fu cancellato dall’elenco delle fortificazioni nel 1867 per essere venduto al Marchese Roberti di San Tommaso, che lo fece restaurare e fece rimboschire parte del colle con pini d’Aleppo. Nel XX secolo fu occupato dalla Marina Militare e utilizzato anche durante la seconda guerra mondiale (stazione radio). Negli anni Settanta fu sdemanializzato fino a passare allo Stato e al Comune che a partire dal 1985 promossero un intervento F.I.O. (Fondo di Investimento per l’Occupazione). Oggi il castello conserva le tre torri e la cortina muraria, circondata dal fossato, ma ha subito una profonda trasformazione con strutture di acciaio e policarbonato, che hanno interamente occupato la parte interna dell’edificio

Visite guidate a cura di: Scuola primaria paritaria I Pini

monumentiaperti

35


Cattedrale

e Cripta dei SS Martiri Piazza Palazzo, 4/a

BUS

7

La chiesa intitolata a S. Maria venne elevata a Cattedrale della città dopo la conquista e il successivo abbandono di S. Igia nel 1258, capitale del Giudicato di Cagliari, dove aveva sede l’Episcopio. Dell’impianto medioevale originario permangono soltanto il campanile a sezione quadrata, i bracci del transetto, con le due porte laterali di schema romanico (quella meridionale), e la cosiddetta “cappella pisana”, dedicata al Sacro Cuore e posta a sinistra del presbiterio quadrangolare. In posizione simmetrica rispetto alla cosiddetta “cappella pisana” sorge un’altra elegante cappella trecentesca, dedicata alla “Sacra Spina”, edificata secondo i moduli stilistici gotico aragonesi. La prima trasformazione della Cattedrale avvenne tra il 1664 ed il 1674 ad opera dell’architetto genovese Domenico Spotorno, che rifece completamente l’interno ampliandone la superficie. In questa occasione le due cappelle medioevali vennero nascoste. Ai lavori di restauro parteciparono numerosi maestri scalpellini, autori delle belle formelle che decorano gli intradossi degli archi. Nel 1702 l’architetto Pietro Fossati diede inizio ai lavori di rifacimento della facciata, che venne adattata al gusto barocco dell’epoca e terminata l’anno successivo. Nel 1930, infine, nel corso degli ultimi e definitivi restauri ad opera dell’architetto Francesco Giarrizzo, la chiesa poté recuperare le due cappelle trecentesche nascoste e acquisì l’attuale nuova facciata neoromanica in sostituzione della marmorea facciata barocca, già demolita nel 1902-1903. Sotto il presbiterio della Cattedrale, l’arcivescovo Francisco Desquivel fece costruire nel 1618 una cripta-santuario: tre grandi cappelle intercomunicanti parallele, interamente rivestite di marmi intarsiati policromi, per custodire le reliquie dei numerosi martiri cagliaritani riportate in luce a partire dal 1614. Durante la seconda guerra mondiale le parti più preziose furono protette con impalcature di legno (l’esterno dei due transetti e i pulpiti di Maestro Guglielmo nella controfacciata) o con sacchetti di sabbia (i leoni romanici alla base del presbiterio) senza subire danni. Visite guidate a cura di: Istituto Salesiano Don Bosco

36

Cagliari


Cavità

di via Vittorio Veneto BUS

Via Vittorio Veneto, 40

8/20

La cavità si apre in Via Vittorio Veneto, di fronte al numero civico 40. L’ampio ingresso è interamente obliterato da un doppio muro in pietra in cui sono state risparmiate delle piccole porte non in asse fra loro. Di forma irregolare, la cavità ha un perimetro di circa 150 metri ed uno sviluppo interno di circa 800 metri quadri. Metà della cavità si sviluppa su un cono detritico di forma irregolarmente romboidale, l’altra metà su una superficie piana creata da terreno di riporto, che comunque non rappresenta il pavimento originale della cavità. L’ambiente sotterraneo nacque per attività di cava: in fase di scavo furono risparmiati nella roccia cinque tozzi pilastri a base quadrata per conferire solidità alla volta ed evitare crolli, mentre tracce di un sesto pilastro, eliminato successivamente, sono riconoscibili nella volta. Cessata l’attività di cava seguì probabilmente quella di utilizzo come serbatoio d’acqua. Tale utilizzo, a giudizio del Canonico Giovanni Spano, sarebbe iniziato in epoca cartaginese e proseguito in epoca romana. Attualmente alle pareti della cavità non si notano malte di impermeabilizzazione, ma potrebbero esserci state in antico, o esserci tuttora nelle parti ricoperte da detriti. Nel 1943, durante il II conflitto mondiale, la cavità fu riutilizzata come rifugio contro i bombardamenti e fu anche realizzato un rudimentale impianto elettrico all’interno. Terminata la guerra, la grotta diede per qualche tempo precario asilo a quegli sfollati che, al loro rientro a Cagliari, trovarono le loro case distrutte dai bombardamenti. È opera degli ultimi decenni la sistemazione della Via Vittorio Veneto e la demolizione di alcune fatiscenti abitazioni addossate al muro esterno della cavità. Visite guidate a cura di: Scuola secondaria di I grado Spano - De Amicis Club Alpino Italiano Gruppo Grotte Cagliari

monumentiaperti

37


Centro della

Cultura Contadina Via Sant’Alenixedda, 2

BUS 6/M

Villa Muscas, che ospita il Centro della Cultura Contadina, è sede di un ricco museo e di locali adibiti ad incontri e conferenze; fu edificata in periodi diversi con tecniche costruttive differenti, su un impianto di chiara impronta monastica. La struttura si pone come centro di conservazione di oggetti e macchinari legati al mondo rurale sardo, di divulgazione mediante manifestazioni che vogliono coinvolgere la gente in un percorso di conoscenza delle problematiche connesse alla produzione agraria. Il percorso museale si articola in tre livelli: cortile, chiostro, ambienti del primo piano. Nel cortile si trovano macchinari significativi che rappresentano la produzione tradizionale e industriale della Sardegna. Il piano terra è articolato in sei sale, contenenti macchinari e oggetti utilizzati per la lavorazione della terra, per la trasformazione e misurazione dei prodotti agricoli. Sul chiostro si affacciano tre ambienti, due dei quali destinati alla vinificazione e distillazione, mentre l’ultimo offre una nutrita collezione di finimenti ed arnesi per animali da lavoro. La Villa Muscas, durante il periodo della seconda guerra mondiale svolse un importante ruolo militare, di ricovero di feriti e deposito di maschere a gas, munizioni e divise, e come foresteria. La scuola e la sua infrastruttura didattica ed amministrativa vennero spostate a Nurri tra il 1941 e il 1945; nei locali lasciati vuoti si trasferì il genio militare con le suddette funzioni. Nella scuola un pregevole bassorilievo di Tilocca ricorda gli studenti caduti in guerra. Ancora, si possono vedere lungo tale lato della struttura, i fori di proiettile (quelli sopravvissuti alla ristrutturazione della facciata) del frazionamento effettuato nel 1943, in ricognizione sia del deposito militare succitato e, più avanti, dell’aeroporto di Monserrato. Visite guidate a cura di: Scuola primaria paritaria Infanzia Lieta Istituto Agrario Duca degli Abruzzi

38

Cagliari


Chiesa di Nostra Signora

del Carmine Viale Trieste

BUS

5

L’edificio sorge sull’area, peraltro ampliata, dell’antica chiesa costruita all’esterno del quartiere di Stampace probabilmente nel XVI secolo. Realizzata con una grande volta a botte, conservava ancora riferimenti gotici con archi a sesto acuto per le cappelle. Tra queste, però, la più importante in prossimità dell’ingresso era la cappella Ripoll, risalente alla fine del ‘500. Preceduta da una volta a botte cassettonata e coperta da una cupola, era tra i pochi esempi di architettura rinascimentale a Cagliari come il S. Agostino e la cappella del Rosario in S. Domenico, ancora conservati. Il convento dei Carmelitani fu espropriato nella seconda metà del sec. XIX e venduto a privati: nella sua area sorge tuttora il palazzo Picchi, contiguo alla chiesa. I bombardamenti del 1943 provocarono danni gravissimi all’edificio religioso e dopo varie indecisioni circa la possibilità di un recupero, si giunse ad approvare il progetto dell’architetto Ghino Venturi per una ricostruzione ex novo. La chiesa attuale, inaugurata nel 1953, ha una facciata moderna che mescola elementi “romanici” nelle arcate superiori e “gotici” nel rosone. L’interno, ampio e luminoso, ha tre navate con una travatura in legno nella centrale ed è segnato dal grande catino absidale con i coloratissimi mosaici di Aligi Sassu. Custodisce alcuni dei dipinti appartenenti all’antico edificio e salvatisi dalle bombe dal momento che erano stati trasportati al sicuro durante il secondo conflitto mondiale. L’alto campanile è una totale novità rispetto alla costruzione antica, come quello costruito nel nuovo S. Domenico negli stessi anni.

Visite guidate a cura di: Scuola secondaria di I grado Rosas

monumentiaperti

39


Chiesa della

Purissima Via Lamarmora

BUS

7

La Chiesa della Purissima venne probabilmente costruita dopo il 1540, quando la nobildonna Gerolama Rams Dessena, si era dedicata alla vita monastica, fece edificare l’adiacente monastero di clausura delle Clarisse. Nel 1554, poi, fu previsto l’ampliamento del monastero e l’edificazione della chiesa; tale iniziativa fu appoggiata dall’arcivescovo Domenico Pastorelli che concesse alle religiose, come sede provvisoria, la chiesetta romanica di S. Elisabetta. Sull’impianto di quest’ultima, infatti, sorge la Chiesa della Purissima, come dimostrano gli scavi effettuati nell’area del presbiterio nel 1989, che hanno riportato alla luce numerosi reperti databili tra il XIV e il XVI secolo. L’interno della chiesa si distingue per l’eleganza formale con la quale l’architetto che la progettò, del quale non si conosce il nome, seguì i precetti dell’architettura gotico-catalana. La struttura, in pietra cantone, disegna una navata unica divisa da un arco a sesto acuto in due campate voltate a crociera in pietra a vista con gemma pendula al centro. La chiesa rimase in uso fino al 1867 quando il monastero venne soppresso e acquisito dallo Stato che in seguito lo adibì a scuola. Chiuso il monastero, disperse le monache, anche la chiesa venne abbandonata e chiusa al culto. Solo nel 1903-4, in occasione del cinquantenario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione la chiese venne scelta per le celebrazioni solenni e restaurata. Caduta nuovamente nell’oblio la chiesa venne, nel 1933, assegnata alla congregazione delle “Ancelle della Sacra Famiglia” che tutt’ora la custodisce. La chiesa è dal 1867 di proprietà dello Stato Italiano, attraverso il FEC, Fondo Edifici dei Culto del Ministero degli Interni. Grazie ad uno stanziamento del 2009 da parte della Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato ai Beni Culturali e sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza BAPSAE di Cagliari e Oristano, il Comune di Cagliari ha curato la progettazione e la direzione dei lavori. Durante i bombardamenti del 1943 ebbe lievissimi danni, riparati tra il giugno e l’ottobre 1948. Visite guidate a cura di: Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e Ristorazione A. Gramsci

40

Cagliari


Chiesa di

San Giuseppe Piazza San Giuseppe

BUS

7

Il complesso architettonico di San Giuseppe, che comprende la Chiesa e l’ex Collegio, fu sede fin dal 1640 del “primo Ostello” dei religiosi e successivamente delle antiche “Scuole Pie”, la cui nascita si deve al presbitero spagnolo Giuseppe Calasanzio. I lavori di costruzione, avviati a partire dal 1663, proseguirono fino al 1700 e, dopo vent’anni di interruzione a causa delle guerre di Successione spagnola, verranno ripresi nel 1720, per concludersi nel 1735. In questa chiesa emergono connotati formali tipici dell’architettura religiosa della Controriforma che si rifanno all’esempio della chiesa del Gesù a Roma. L’organismo architettonico si sviluppa in senso longitudinale tra le vie S. Giuseppe, Genovesi e Università, a ridosso della torre dell’Elefante. La pianta della chiesa presenta un corpo longitudinale a navata unica, con volta a botte. I suoi prospetti appaiono variamente articolati per il dislivello esistente tra le strade che la delimitano. La facciata, introdotta da una breve scala asimmetrica, risulta piatta, modulata dalle sole lesene con capitelli di ordine ionico. Il portale è sovrastato da un timpano a cornice curva spezzata, con all’interno lo stemma degli Scolopi, mentre al di sopra del timpano si trova un vano cieco che contiene una piccola finestra. All’interno si trovano l’imponente altare maggiore in marmi policromi, risalente al 1777, opera dello scultore Giovanni Battista Franco, il pulpito e la balaustra del presbiterio anch’essi marmorei e presumibilmente coevi. Nel corso del XVIII secolo subì numerosi bombardamenti: nel 1708, nel 1717 e nel 1793, durante l’assedio della città da parte delle truppe francesi: è conservata all’interno della Chiesa una delle bombe cadute sul Collegio, con una lapide commemorativa incastonata in uno dei piedritti. La chiesa è proprietà del F.E.C. Ministero degli Interni. Nel 1943 la chiesa subì danni gravissimi nel prospetto, nelle cappelle e nelle coperture che furono ripristinati a cura del Genio Civile tra il 1948 e il 1952. Visite guidate a cura di: Liceo Artistico F. Fois

monumentiaperti

41


Chiesa di

San Michele Via Ospedale

BUS

8

La chiesa dell’ordine gesuitico sorge nel quartiere di Stampace vicino alla porta detta dello Sperone su un preesistente oratorio dedicato ai santi Michele ed Egidio. Fu costruita grazie ad un lascito del benefattore Francesc’Angelo Dessì morto nel 1647. La chiesa venne consacrata nel 1738, come ricorda la lapide murata all’ingresso. Benché i lavori si siano protratti per quasi un secolo, la costruzione appare fortemente unitaria sia nell’impianto architettonico che decorativo e risponde pienamente ai dettami ideologici del potente e colto ordine gesuitico, all’interno di una concezione culturale tipicamente barocca. L’edificio è sorto su un’area di piccole dimensioni attigua alla casa del Noviziato con il quale ha in comune una loggia di ingresso con una monumentale facciata prospiciente la Via Azuni. La sua fabbrica, coeva ai lavori della Cattedrale, ha visto la partecipazione di maestranze continentali e locali. Queste ultime hanno lasciato la loro impronta soprattutto nei lavori di intaglio lapideo in cui si combinano elementi tardo gotici con moduli classicisti, secondo un gusto tipicamente ispanico. Gli arredi marmorei, completati intorno al 1764, rivelano nell’apparato decorativo e cromatico, un forte legame con la coeva produzione genovese. Sempre con il lascito del Dessì, nel corso del Settecento, fu costruita la sagrestia a pianta rettangolare e volta lunettata; essa rappresenta, con il complesso di affreschi, stucchi, portali, pavimenti marmorei e arredo ligneo, un raro esempio nell’isola di rococò con influssi d’oltralpe. La sagrestia comunica con la chiesa tramite un ambiente quadrato voltato a crociera, dove si possono ammirare le tele raffiguranti i Misteri del Rosario di Giuseppe Deris e le sculture lignee con i Misteri della Passione di G. Antonio Lonis. Durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale la chiesa subì danni alla cupola e alla volta che furono riparati tra il 1945 e il 1947. Visite guidate a cura di: Istituto Tecnico - Liceo Scientifico delle Scienze Applicate M. Giua

42

Cagliari


San Vincenzo de’ Paoli Chiesa di

Via Bosa

BUS

M

La Chiesa di San Vincenzo de’ Paoli o Chiesa della Missione è situata nell’isolato compreso tra la via e la piazza San Domenico, ove sorgono la Congregazione ed il Collegio delle Missioni. Fu edificata nel 1950 come riparazione ai danni di guerra, in seguito ai bombardamenti della II Guerra Mondiale, che avevano distrutto una precedente grande cappella, integrata nella Casa della Missione, costruita nel 1915 e consacrata nel 1921, situata parallelamente alla via Bosa con ingresso dall’esterno laterale. La lapide che ne commemora la consacrazione è visibile sull’esterno dell’abside. La nuova costruzione, inaugurata il 13 luglio 1951, venne progettata dall’architetto Augusto Valente (disegnò anche la stazione marittima di Cagliari distrutta dai bombardamenti del 1943, e le case popolari INCIS in Piazza Galilei), si presenta in stile neoromanico-pisano. Sopra il portale d’ingresso vi è una lunetta a mosaico dedicata al Santo titolare. La copertura della Chiesa è a padiglione con rivestimento di tegole. Il campanile, situato sulla sinistra dell’abside, è a pianta quadrata, e presenta lungo la sua altezza, bifore, trifore e archetti ciechi. La pianta è a croce latina. Il fedele entrando è portato a rivolgere lo sguardo verso l’altare, il punto più rappresentativo dell’edificio perché, simbolicamente rappresenta il cuore di Cristo in Croce. La sua semplicità ed essenzialità stilistica e la sua dimensione, a misura umana, invitano il fedele al raccoglimento spirituale. È a tre navate, la centrale più alta e larga rispetto a quelle laterali suddivise da colonne di ordine composito. La copertura è in legno a capriate. Il pavimento è realizzato in marmettoni con disegno a losanghe. L’illuminazione naturale all’interno della Chiesa è data dall’oculo posto nella facciata, dalle monofore laterali, da quelle inserite nell’abside e dalle trifore poste agli estremi del transetto. I confessionali lignei, disposti lungo le navate laterali riportano ancora il motivo del rombo gradonato.

Visite guidate a cura di: Scuola secondaria di I grado paritaria Nuovo Collegio della Missione

monumentiaperti

43


Chiesa di

Sant’Efisio a Giorgino Località Giorgino S.S. 195

BUS

8A

La corte in Giorgino è un complesso di notevole valore storico, vincolato dal Ministero dei Beni culturali, del quale fa parte la chiesetta di S. Efisio nella quale, viene da sempre accolto il martire S. Efisio, in quella che è la prima tappa del lungo percorso verso il luogo del suo martirio a Nora. L’impianto edilizio è costituito dalla Chiesetta e dalla corte dedicate a S. Efisio, dichiarato, dal Ministero dei Beni Culturali, di interesse artistico e storico ai sensi della Legge 1089 del 1939. La Chiesa, e gli adiacenti locali di sacrestia, il deposito del cocchio e le sale laterali aderiscono alla casa padronale per formare un unico complesso che richiama il modulo della “corte”, cioè della villa suburbana che faceva parte in origine della proprietà di campagna dei conti Ciarella, avi dei conti Ballero, alla cui famiglia appartiene, tuttora, la proprietà del complesso. Nel 2004 la chiesa è stata restaurata per volontà della famiglia Ballero e del Comune di Cagliari. L’edificio è di linee architettoniche seicentesche, con cupola ottagonale, semplice facciata con campanile a vela, nel quale si trova la campana, originale datata 1679, aula coperta a due falde, con altare settecentesco e pavimento originario in maiolica dipinta a mano nel XVII secolo. Nella chiesetta di Giorgino avviene la prima sosta della lunga processione in onore di Sant’Efisio. Qui il 1 Maggio avviene il cambio delle vesti e dei gioielli preziosi sostituiti con altri più modesti adatti al viaggio verso Nora, ed il cambio del cocchio settecentesco con un altro più robusto, detto “cocchio di campagna”, custodito per tutto l’anno nel locale annesso alla cappella, operazione che vede coinvolti i componenti della famiglia Ballero, soprattutto le giovani generazioni. Il 4 maggio viene compiuta l’operazione inversa per il rientro in città. È difficile datare l’inizio di questa cerimonia della quale, comunque, si ha traccia anche in atti riportanti una seduta dell’Arciconfraternita di S. Efisio del 1787 nella quale si discute della sosta a Giorgino. La chiesa si trova lungo il percorso di Sant’Efisio verso Nora, effettuato eccezionalmente il 1° maggio 1943 a bordo del camioncino del latte della ditta Gorini anziché sul tradizionale cocchio. Visite guidate a cura di: Famiglia Ballero

44

Cagliari


Chiesa dei Santi

Giorgio e Caterina Via Gemelli

BUS

3/6

La chiesa dei Santi Giorgio e Caterina appartiene all’Arciconfraternita dei Genovesi (1591), istituita a Cagliari dai mercanti del capoluogo ligure operanti in Sardegna. La moderna chiesa di via Gemelli sostituisce quella barocca che un tempo sorgeva in via Manno, edificata a partire dal 1599 e distrutta dal bombardamento del 13 maggio 1943 perché nei pressi di un presidio militare. Nel dopoguerra, l’allora arcivescovo di Cagliari, il genovese monsignor Botto, decide di ricostruire la chiesa non più nella sede originaria ma nel quartiere di Monte Urpinu, che già si appresta a divenire residenziale. Il progetto viene realizzato nel 1957 dal giovane architetto romano Francesco Giachetti, in collaborazione con l’ingegner Marco Piloni, mentre la direzione dei lavori è affidata all’ingegner Luigi Pani. Il 7 giugno del 1958 viene posata la prima pietra, con l’apertura al culto il 15 novembre 1964. La nuova chiesa dei Santi Giorgio e Caterina domina una piccola altura ai piedi del colle di Monte Urpinu, presenta una pianta centrale di base ottagonale da cui si innalzano altissimi archi paraboloidi in cemento armato, quattro dei quali, alternandosi alla muratura piena, sono riempiti da enormi vetrate policrome astratte opera di Rolando Monti, artista cortonese dai trascorsi cubisti. Le vetrate della chiesa (le prime astratte in Europa a quel tempo) sono divise in coppie secondo la prevalenza di toni caldi e toni freddi. Le pareti interne sono decorate dal pittore Dino Fantini. Nella chiesa dei Santi Giorgio e Caterina si possono ammirare alcune sculture e apparati decorativi che ornavano l’antica sede, rinvenuti tra le macerie- tra questi il bassorilievo marmoreo con lo scudo di Genova che sormonta l’arco d’ingresso -, nonché, nell’attigua sede del Museo dell’Arciconfraternita dei Genovesi, una collezione di dipinti, argenti, vesti e arredi liturgici di raro valore. Visite guidate a cura di: Scuola primaria via Garavetti

monumentiaperti

45


Chiesa di

Santa Chiara Scalette Santa Chiara, piazza Yenne

BUS

1/8/10

Il convento delle monache di S.Chiara venne edificato agli inizi del secolo XIV nelle pendici occidentali della collina di Castello. L’esistenza del convento è attestata da due documenti: la prima testimonianza risale al 1328, anno in cui il re aragonese Alfonso III concesse alle monache una quantità annuale di grano per il loro sostentamento. Nel 1353 una lettera del padre provinciale Bernardo Bruni nomina il monastero con la più antica denominazione a S. Margherita. La chiesa risale, nella sua attuale sistemazione, alla fine del XVII secolo, come dimostrano sia l’impianto architettonico, sia l’iscrizione “S. MARGARITA V.M. 1690” posta all’esterno, sull’architrave della porta laterale. La semplice facciata è caratterizzata da un portale, sormontato da una nicchia e da due finestre rettangolari disposte simmetricamente. La soglia della chiesa è costituita da una lastra tombale decorata con motivi araldici. L’edificio presenta all’interno una decorazione di gusto barocco nelle paraste che delimitano le cappelle, nei capitelli e nel sovrastante fregio. Al centro della navata si trovavano due lastre marmoree recentemente sistemate nella parete d’ingresso. La balaustra della cantoria, dalla quale le monache potevano partecipare alle funzioni religiose, è ornata da uno stemma nobiliare sorretto da due angeli. L’altare ligneo, di gusto squisitamente barocco, che occupa la parete di fondo, ospita nella nicchia centrale la statua della Madonna di Loreto. Nel corso dei lavori di restauro effettuati negli anni ’80 sono venute alla luce le fondazioni della chiesa trecentesca e alcune tombe a cassone fasciate. Alcune vestigia del campanile del convento sono visibili sul lato nord della chiesa. L’area dove oggi sorge il mercato civico e un tempo pertinenza del convento fu danneggiata dai bombardamenti del 1943. Visite guidate a cura di: Istituto Tecnico Industriale M. Giua Società di S. Anna

46

Cagliari


Chiesa di

Santa Lucia Via Martini, 13

BUS

7

La chiesa è situata lungo la via Martini, nel quartiere di Castello, e presenta una facciata estremamente semplice e poco appariscente, che non fa immaginare la costruzione interna. L’edificio fa parte di un complesso monastico, donato nel 1539 dal viceré di Sardegna alle Clarisse e divenuto patrimonio dello Stato nella seconda metà dell’Ottocento in seguito alla soppressione degli ordini religiosi. Oggi la chiesa, riaperta al culto nel 1898, è interna all’Ente Asilo Umberto e Margherita, nato nel 1888 e sede della scuola materna ed elementare, ospitate nell’ex monastero. L’interno della chiesa si inserisce nell’architettura di influsso tardogotico ed ha una sola navata, divisa in due campate voltate a crociera con gemme pendule, e un presbiterio o capilla mayor coperto con volta a crociera stellare. Una cantoria, sorretta da volta con arco ribassato, sovrasta l’ingresso principale. Le due cappelle della parte destra sono uguali per dimensioni e superficie, ma non per il tipo di copertura: la più vicina al presbiterio ha una volta a crociera e mezza, molto singolare e del tutto simile a quella costruita nella chiesa della Speranza, cappella gentilizia degli Aymerich vicina alla Cattedrale; la seconda è coperta da una volta a botte con lunette ed è riferibile ad un periodo più tardo rispetto alla navata (fine Cinquecentoprimi Seicento). L’arredo odierno della chiesa è quello legato alla permanenza delle Suore della Carità. Nel 1943 l’adiacente Asilo Istituto Umberto e Margherita, sfollò. L’edificio venne occupato dagli uffici della Sezione provinciale per l’alimentazione (SEPRAL), istituita con r.d.l. 18 dicembre 1939, che funzionava da organo periferico del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste, per quanto riguardava il “Servizio degli approvvigionamenti per l’alimentazione nazionale in periodo di guerra”, e del Ministero delle Corporazioni, relativamente al “Servizio della distribuzione dei generi alimentari e del controllo degli stabilimenti dell’industria alimentare”.

Visite guidate a cura di: Scuola primaria paritaria Fondazione Umberto e Margherita

monumentiaperti

47


59 14

11 29 36

35

51 1

30

8

41

19

53 16

27 23 46 12

34

44

37

43

13

42

60

33 25

17

22

18

9

54

58 6

40

32 24

26

15 50

55

3

52 4 45

Monumenti esterni alla mappa

57

20

1. Anfiteatro romano

16. Chiesa della Purissima

2. Archivio di Stato

17. Chiesa di San Giuseppe

3. Area archeologica Sant’Eulalia e Museo

18. Chiesa di San Michele

4. Area archeologica e Chiesa di Santa Lucia

19. Chiesa di San Vincenzo de Paoli

5. Basilica San Saturnino

20. Chiesa di Sant’Efisio in Giorgino

6. Bastione di S. Remy

21. Chiesa di Santa Caterina e San Giorgio

7. Batteria C 135 Colle S. Ignazio

22. Chiesa di Santa Chiara

8. Biblioteca militare di Presidio

23. Chiesa di Santa Lucia

9. Biblioteca universitaria

24. Chiesa di Santa Rosalia

10. Bunker via Rolando

25. Chiesa di Sant’Anna

11. Castello di San Michele

26. Chiesa e Cripta di Sant’Agostino

12. Cattedrale e Cripta dei SS Martiri

27. Chiesa e Cripta di San Domenico

13. Cavità di Via Vittorio Veneto

28. Cimitero Monumentale di Bonaria

14. Centro della Cultura Contadina

29. Cimitero San Michele

15. Chiesa 48 del Carmine Cagliari

30. Cittadella dei Musei e fortificazioni


48 49

21

39 47

5

2

56

7

28

38

31

10

31. Complesso dei Mercedari N.S. Bonaria

46. Palazzo Viceregio

32. Convitto Nazionale

47. Parco delle Rimembranze

33. Cripta di Santa Restituta

48. Parco Regionale di Molentargius

34. Croce Rossa Italiana,sede

49. Fortini II guerra mondiale

35. Galleria Comunale d’Arte

50. Percorso Edilizia ‘900 Piazza Carmine

36. Galleria Rifugio Via Don Bosco

51. Pinacoteca Nazionale

37. Ghetto

52. Sale Rappresentanza T.A.R.

38. Lazzaretto

53. Scuola Elementare Carlo Felice

39. Legione dei Carabinieri

54. Scuola Elementare Santa Caterina

40. Mediateca del Mediterraneo

55. Scuola Media Manno

41. Museo Archeologico Nazionale

56. Società degli Operai

42. Museo del Duomo

57. Stazione delle F.S. e Museo

43. Ospedale Civile e Sotterranei

58. Teatro Civico

44. Palazzo di Città

59. Teatro Lirico

45. Palazzo Civico

60. Tuvixeddu

monumentiaperti

49


Chiesa di

Santa Rosalia Via Torino

BUS

7

Situata nella parte alta del quartiere della Marina, nelle adiacenze di piazza Costituzione, la chiesa nasce nel XV secolo come piccolo oratorio, voto a Santa Rosalia da parte delle autorità cittadine per una delle ricorrenti pestilenze. Si deve alla Congregazione dei siciliani, ai quali l’edificio fu affidato nel 1695, l’ampliamento e il miglioramento della struttura religiosa, ceduta nel 1740 dalla Congregazione dei Frati Minori Osservanti. La facciata si ispira alle linee del barocchetto piemontese con cornici, timpani e lesene disposti in due ordini. Eleganti nicchie nella parte superiore della facciata ospitano le statue dei santi francescani Bonaventura e Antonio da Padova. L’interno della chiesa presenta un’unica navata con volta a botte, cupola ottagonale sul presbiterio e quattro cappelle per lato. Nella seconda cappella, entrando sulla destra, dal 1844 al 1931 sono state conservate le reliquie di San Salvatore da Horta, poi sistemate nell’altare maggiore, rinnovato per l’occasione dallo scultore Andrea Usai. Per questo motivo la chiesa è nota anche con il nome di San Salvatore, uno dei santi più cari e venerati dai sardi, il cui processo di canonizzazione è durato, con alterne vicende, dal 1586 fino al 1938. In seguito all’emanazione delle nuove norme della riforma liturgica del Concilio Vaticano II, nel 1967 il presbiterio della chiesa è stato radicalmente modificato con l’inserimento di un’urna nell’altare centrale, affiancata da due angeli in marmo di Carrara reggenti la mensa, opera dello scultore romano Aroldo Bellini, un grande organo, una decorazione a mosaico nell’abside realizzata da Franco D’Urso. Un portico sopra la via Principe Amedeo raccorda la facciata della chiesa all’edificio dove era ospitato l’antico convento, incamerato dallo stato sabaudo nella seconda metà del 1800, dove oggi ha sede il Comando Militare della Sardegna.La Pinacoteca del Convento dei Frati Minori di Santa Rosalia ospita tra le tante, alcune opere di artisti sardi: i cagliaritani Giovanni Marghinotti (1798-1865), autore del cuore Immacolato di Maria e la Madonna della Purificazione, e Pietro Cavaro (1460?-1538), della scuola stampacina, autore dell’Addolorata o Madonna dei sette dolori (1520). L’edificio sorge lungo la via Torino, ma oggi è visibile già dal viale Regina Margherita dopo l’apertura della via San Salvatore da Horta, avvenuta in seguito al Piano di Ricostruzione per i gravi danni dei bombardamenti in quell’area. Visite guidate a cura di: Istituto Tecnico Industriale D. Scano Associazione Luna d’Oriente

50

Cagliari


Chiesa di

Sant’Anna BUS

Via Azuni

1/8

La costruzione della chiesa di Sant’Anna iniziò nel 1785, con la demolizione dell’antico edificio ricompreso nell’area attuale, ma la consacrazione avvenne soltanto nel 1817 e, infine, nel 1938 fu completato il prospetto con l’erezione della torre campanaria destra. Non a caso a Cagliari “sa fabrica de Sant’Anna” indica qualcosa che non ha mai fine. Attribuita all’architetto Giuseppe Viana per la particolare impostazione volumetrica, la chiesa appare come un’imponente sequenza ritmica di blocchi ben distinti che, innestandosi l’uno nell’altro, conferiscono all’interno grande spazialità, grazie al sapiente uso della luce che ha funzione costruttiva dello spazio. Un simile effetto, all’esterno, è ottenuto mediante le tre cupole di altezza e diametro differente. Il prospetto acquista sviluppo in altezza per l’affiancarsi delle due torri campanarie, mentre la concavità della parte centrale ha il suo riferimento stilistico nell’architettura rococò piemontese. Sono evidenti alcuni elementi decorativi barocchi come l’oculo ornato da volute, sul portale, e l’uso di capitelli compositi. Il re Carlo Felice contribuì all’edificazione della chiesa e volle intitolare una cappella ad un membro della famiglia reale, commissionando allo scultore Andrea Galassi la statua del Beato Amedeo IX di Savoia. L’opera giunse a Cagliari nel 1828 e si inserisce nel filone purista del Neoclassicismo. Tra i dipinti si segnalano le due tele databili al secondo quarto del XVII secolo, con San Girolamo e con la Maddalena penitente, eseguite da un pittore che si firma Rafaele Romano Cappuccino, influenzato dal naturalismo caravaggesco e dal classicismo emiliano; è opera di Giovanni Marghinotti il Cristo Redentore tra gli angeli e il Santissimo Sacramento databile al 1830. Appartiene alla fine del XVIII secolo il gruppo ligneo di Maria bambina con Sant’Anna e San Gioacchino eseguito dallo scultore Giuseppe Antonio Lonis. Gravemente danneggiato dai bombardamenti del 1943, soprattutto nella cupola centrale e nel lato destro, l’edificio fu ricostruito secondo le forme originali tra il 1946 e il 1950 e oggi si presenta privo di tutti gli ornamenti - stucchi, dorature, affreschi - che lo arricchivano. Visite guidate a cura di: Scuola secondaria di I grado Ugo Foscolo

monumentiaperti

51


Chiesa e Ipogeo di

Sant’Agostino Via Baylle - Largo Carlo Felice

BUS

1/7/10

La chiesa venne edificata a partire dal 1577 su progetto dell’ingegnere Giorgio Palearo, detto “il Fratino”, quando si prese la decisione di abbattere l’antico convento degli Agostiniani che impediva la costruzione delle nuove fortificazioni del quartiere della Marina. Nella seconda metà del XIX secolo il convento fu espropriato ed in parte demolito mentre la chiesa venne affidata al Comune di Cagliari che l’adibì a diversi usi. Durante i bombardamenti del 1943 non subì particolari danni nonostante le gravi distruzioni delle aree limitrofe, ma poi andò incontro a un lungo periodo di degrado e di abbandono. È stata riaperta al culto da poco più di vent’anni, in seguito ad alcuni interventi di restauro che hanno messo in luce, sotto il pavimento, resti romani e altomedioevali, nonché alcune cisterne. La chiesa è uno dei pochi esempi in Sardegna di arte rinascimentale: ha una pianta a croce greca con i quattro bracci voltati a botte e una cupola semisferica nel loro incrocio. La semplice facciata di forma quadrangolare presenta un portale ad arco, racchiuso tra due lesene ed un architrave. Nella controfacciata è addossata la cantoria, sostenuta da una volta ad arco ribassato. La volta del presbiterio è abbellita da motivi a cassettoni e rosette di gusto classico. Interessanti le nicchie con cornici e timpani che sovrastano gli altari laterali. Si conservano dipinti di vari autori, l’antica statua del santo e un barocco altare in legno dorato. Visite guidate a cura di: Scuola secondaria di I grado Via Stoccolma

52

Cagliari

In prosecuzione del progetto Turistabile.


Chiesa, Chiostro e Cripta di

San Domenico Via XXIV Maggio, 5

BUS

1/7/M

Il Convento di S. Domenico fu fondato nel 1254 sul luogo dell’antica chiesa benedettina dedicata a Sant’Anna nel quartiere di Villanova. Il primo impianto del complesso aveva stretti rapporti con le fabbriche toscane e con le regole costruttive degli ordini mendicanti. La chiesa fu impostata su un’unica navata con forti affinità al modello gotico italiano di S. Francesco di Stampace. Dopo l’inserimento politico culturale della Sardegna nella Corona d’Aragona, le modifiche successive alle strutture architettoniche del convento mutarono in senso gotico-iberico. Nel XVI secolo la copertura della chiesa fu sostituita con volte stellari i bracci a sud ed ovest del chiostro subirono elaborazioni di gusto tardo gotico, con archi, capitelli e gemme riccamente scolpiti. Nel 1580 fu istituito il cappellone del Rosario, una delle rare testimonianze di sincretismo architettonico gotico-rinascimentale. Il complesso domenicano, insieme a quello conventuale di S. Francesco di Stampace, s’impose nella storia cittadina come fervido centro religioso e culturale; ospitava, infatti, la sede della confraternita dei calzolai, il tribunale dell’inquisizione e la Regia Stamperia. I suoi importanti arredi pittorici e scultorei furono dispersi in collezioni pubbliche e private per cui, attualmente, gli spazi possono essere apprezzati soprattutto per la loro valenza architettonica. Nel maggio 1943, la città di Cagliari fu sottoposta a duri e ripetuti bombardamenti che non risparmiarono il complesso architettonico di San Domenico. Rimasero in piedi una parte del convento e il lato più importante del chiostro aragonese. La difficile opera di ricostruzione ebbe diverse vicende tra l’ipotesi di un ripristino, caldeggiato da Raffaello Delogu, e la totale ricostruzione. Tra il 1952 e il 1954 l’architetto toscano Raffaello Fagnoni adottò un’intelligente soluzione, usando l’unica aula della chiesa originaria, parzialmente conservata, come base della nuova che la sovrasta e ricalcando gli spazi dell’antica struttura così da rendere perfettamente riconoscibili le parti integrate rispetto ai resti antichi. Visite guidate a cura di: Scuola secondaria I grado Manno - Cima - Conservatorio Istituto Professionale per i Servizi Sociali S. Pertini

monumentiaperti

53


Cimitero Monumentale di Bonaria Piazza Cimitero

BUS 5/6/30

Il cimitero monumentale di Bonaria sorge a ridosso della collina omonima, su un’area p re c e d e n t e m e n t e utilizzata come necropoli già nella fase punico-romana e paleocristiana della città. In prossimità dell’ingresso principale del Cimitero, fino ai primi del secolo, esisteva la chiesa benedettina di Santa Maria de Portu (poi S. Bardilio) eretta nell’XI secolo, con trasformazioni successive. Il Cimitero di Bonaria fu progettato dal Capitano del genio Luigi Damiano, con un impianto regolare quadripartito, ed inaugurato il primo gennaio del 1829. In precedenza a Cagliari si seppelliva nelle chiese o nelle aree immediatamente limitrofe, spesso con rilevanti problemi igienici. Già durante l’epidemia di colera del 1816 era stato necessario reperire d’urgenza alcune aree limitrofe alla città da adibire a luogo di sepoltura, per cui l’esigenza di un grande camposanto cittadino era particolarmente sentita. Ad appena trent’anni dall’inaugurazione, il cimitero era già insufficiente per cui si incaricò l’architetto Gaetano Cima di progettare un primo ampliamento, seguito da altri fino a raggiungere la cima del colle. Un’apposita area fu destinata agli acattolici e a inglesi, francesi e tedeschi di religione protestante ed anglicana. Oggi il cimitero di Bonaria raccoglie le sculture di artisti sardi e della penisola, operanti a Cagliari (Fadda, Sartorio, Sarrocchi) dalla seconda metà dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento. In questa eccezionale galleria d’arte è presente una singolare varietà di stili (Neoclassicismo, Realismo, Simbolismo,Liberty) che riflette bene il gusto della città di fine Ottocento, culturalmente vivace ed economicamente attiva per la presenza di imprenditori dell’Italia settentrionale e provenienti dall’estero. Durante i bombardamenti del 1943 molte delle tombe della parte più antica furono sconvolte dalle esplosioni che colpirono il camposanto. È possibile visitare il Laboratorio di didattica e ricerca per la salvaguardia dei Beni Culturali Colle di Bonaria, Via Ravenna snc, collegato alle attività di diagnostica per il restauro e la conservazione delle opere scultoree del Cimitero. Ved pag. 20. Visite guidate a cura di: Istituto di Istruzione Superiore S. Atzeni Istituto Tecnico per le Attività Sociali G. Deledda Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Chimica e dei Materiali

54

Cagliari


Cimitero di San Michele Piazza dei Castellani

BUS

1/3

Previsto in una vasta area tra la Tanca Pias e la Bingia Matta, allora lontane dall’abitato, il nuovo camposanto aveva il compito di integrare quello monumentale di Bonaria, di impianto ottocentesco, ormai completamente circondato dall’espansione urbana. Ad un primo progetto elaborato nel 1933 da Cesare Valle, architetto di origine sarda, seguì quello dell’anno successivo, realizzato poi in modo non completamente fedele. Nel primo caso erano previsti due porticati paralleli interrotti da esedre con 25 m di raggio per i “monumenti privati di 1^ classe” secondo un principio gerarchico che permetteva ai tombini di 3^ classe soltanto l’appoggio al muro esterno. Sempre in parallelo, ma più esterne erano previste le aree per una doppia fila di cappelle private. Nella versione poi adottata i loculi sono sistemati in fabbricati che si sviluppano su due lati in asse con l’ingresso con un salto di livello crescente a mano a mano che si avvicina verso la chiesa. I prospetti esterni sono in pietra trachitica di Serrenti con lo zoccolo e i pilastri ricoperti in travertino. L’aspetto monumentale e austero sottolinea i volumi squadrati ma ben articolati del complesso che prevedeva un vivaio e il cimitero degli acattolici. Il cimitero si riempì rapidamente con le sepolture delle vittime dei bombardamenti del 1943 e dei caduti in guerra, divisi per nazionalità, per i quali fu eretto il sacrario, sempre in pietra trachitica, che somiglia a una costruzione nuragica. A sinistra, rispetto all’ingresso, sul luogo delle fosse comuni legate a quel tragico evento, sorge l’Albero della vita, voluto dai clubs Rotary e Lions: è una scultura in ferro (Tore Pintus, 1984) davanti alla quale ogni anno il 2 novembre si celebra un rito funebre per commemorare i caduti civili.

Visita libera

monumentiaperti

55


Cittadella dei Musei e Fortificazioni Piazza dell’Arsenale

BUS

7/8

La cittadella dei Musei è situata nella parte settentrionale del colle sul quale sorge l’antico quartiere di Castello. A tutt’oggi pochi indizi, due cisterne, ci indicano una frequentazione dell’area in età feniciopunica e romana. In periodo pisano dopo la costruzione nel 1305 della Torre di San Pancrazio, l’area venne separata da quest’ultima da un grande fossato e collegata da un grande ponte levatoio. L’attuale area della Cittadella dei Musei venne edificata in periodo spagnolo a partire dal 1552 allorquando fu costruito un importante sistema difensivo denominato “la Tenaglia”, ad opera del cremonese Rocco Capellino. La veloce evoluzione dei potenti mezzi di artiglieria imposero nel 1573 di rettificare l’impostazione delle corrispondenze dei bastioni, così la Tenaglia venne in parte demolita: oggi, di questa struttura, rimangono alcuni tratti di mura nella Pinacoteca Nazionale e nel Museo Archeologico, oltre che il grande fossato. In periodo sabaudo l’area fu oggetto di lavori di perfezionamento difensivo, quali la costruzione intorno al 1727 della Porta dei Cappuccini e della sua casamatta e la Porta del Regio Arsenale nel 1825. L’area già nel 1727 venne denominata “Regio Arsenale”: vi era una grande fonderia e vi si costruivano armamenti militari; nel 1832 quest’ultima venne trasferita nei locali del Nuovo Regio Arsenale costruito sul fossato attiguo. Da questo momento l’area venne utilizzata come casermaggio e scuderia fino al 1870, quando fu trasformata in distretto militare. Mantenne questo uso fino agli anni Venti per divenire quindi Caserma militare intitolata all’eroe quartese Eligio Porcu, morto nella prima guerra mondiale. Nel febbraio del 1943, durante la II guerra mondiale, venne duramente bombardata e gravemente danneggiata per essere successivamente abbandonata. Sulle antiche strutture superstiti tra il 1965 e il 1979, si procedette all’edificazione dell’attuale costruzione, realizzata con un intelligente progetto che unisce recupero e innovazione dagli architetti Piero Gazzola e Libero Cecchini.

Visite guidate a cura di: Associazione III Millennio Futuro

56

Cagliari


Complesso Mercedario di

N. S. di Bonaria Piazza Bonaria

BUS

5

Il santuario di Bonaria sede dell’ordine dei Mercedari, preposto alla redenzione degli schiavi, è noto per il simulacro ligneo della Madonna, che secondo la tradizione approdò prodigiosamente sulla spiaggia di Bonaria nel 1370. I doni offerti dai fedeli alla Madonna di Bonaria, soprattutto ex voto, costituiscono oggetto di una raccolta museale che nei locali attigui al santuario. Nella prima sala sono raccolte le testimonianze archeologiche del colle di Bonaria. Frequentato nel prenuragico e noto ai Fenici, il colle ospitò una necropoli tardopunica e romana. Vi è inoltre ricostruita la storia del Castello di Bonaria e dell’ordine della B.V. Maria della Mercede, presente in Sardegna sin dagli inizi del 1300. Nel corridoio sul chiostro sono esposti quadretti votivi principalmente di tema marinaresco, risalenti al XVIII-XIX sec. ed ex voto donati da fedeli scampati alla schiavitù o al naufragio. Lungo il corridoio è apprezzabile la parte superiore di una cisterna scavata nella roccia, con volta a botte, utilizzata dai frati del convento fino agli inizi del secolo scorso. Nella seconda sala sono esposti i più antichi e preziosi modelli navali di cui è ricco il santuario (attualmente se ne contano circa 150). Essi costituiscono una importante antologia della storia dell’arte navale, dall’età delle galere a quella dell’introduzione del vapore e delle innovazioni adottate dalle navi più moderne. I modellini di vascelli esposti nel museo sono quasi tutti di pregevole fattura artigianale. In questa stessa sala sono visibili anche i corpi mummificati di alcuni membri della nobile famiglia degli Alagon, morti di peste nel 1605 e sepolti nelle adiacenze del santuario. Troviamo infine l’àncora d’argento offerta dalla regina Margherita nel 1899 per il felice esito della spedizione al Polo Nord, guidata dal figlio, il duca degli Abruzzi, con la nave “Stella Polare”. Nella terza sala sono esposti il tesoro del santuario e preziosi arredi sacri offerti da sovrani e personalità illustri. Tra questi le corone d’oro donate dal re Carlo Emanuele I e dalla consorte, ricchissimi paramenti offerti da nobildonne e i doni dei papi Pio XI e Paolo VI. Durante i bombardamenti del 1943 la basilica subì danni soprattutto alla cupola, ripristinata dopo la guerra quando fu ripresa e terminata la fabbrica di origine settecentesca. Visite guidate a cura di: Liceo Scientifico L.B. Alberti

monumentiaperti

57


Convitto Nazionale Via Manno, 16

BUS

10

I Convitti Nazionali, istituti educativi dello Stato, nascono nel periodo immediatamente precedente all’unità nazionale. Alle origini il compito di questi istituti era essenzialmente quello di favorire l’accesso allo studio dei ragazzi appartenenti ai piccoli centri periferici, consentendo loro la frequenza nelle scuole, nei licei. Oggi queste istituzioni, presenti su tutto il territorio nazionale, pur continuando ad assolvere anche alle funzioni originarie, svolgono un ruolo diversificato in sintonia con le attuali esigenze della moderna società, sempre più caratterizzata da processi di rapida e costante evoluzione. Il Convitto Nazionale di Cagliari, intitolato a “Vittorio Emanuele II” (primo re del riunificato stato Italiano) che ufficialmente nasce a Cagliari con la legge 4 ottobre 1848 n. 819, in realtà ha una storia ancor più antica. Infatti, trae le sue origini dal “Seminario Calaritano”, successivamente chiamato “Collegio dei nobili”, esistente fin dal 1618 e definitivamente passato allo stato con la legge Casati del 1859. In questi quattro secoli di storia, presso il Convitto, si è formata gran parte della classe dirigente della città e della Sardegna. La sede storica di via Manno è ubicata nell’antico palazzo, già sede del Seminario cagliaritano, nel quartiere “Marina,” cuore della città. In questo edificio attualmente è funzionante sia il “Convitto”, che il “Semiconvitto”. In questo edificio, recentemente oggetto di interventi di ristrutturazione, sono presenti locali di particolare pregio, come: la Sala Udienze, idonea ad ospitare conferenze e manifestazioni culturali anche di alto livello; la Biblioteca Storica, a sua volta ristrutturata, con moderni e funzionali arredi in piena sintonia con lo stile architettonico preesistente, che accoglie una delle più importanti e belle collezioni di testi antichi di Cagliari. Durante i bombardamenti del 1943 la costruzione ebbe danni limitati nonostante le gravissime distruzioni subite dalla contigua chiesa di Santa Caterina dei Genovesi, poi ricostruita e trasferita nella via Scano.

Visite guidate a cura di: Scuola secondaria di I grado Convitto Nazionale

58

Cagliari


Cripta di

Santa Restituta BUS

Via Sant’Efisio, 14

7/10

La cripta di S. Restituta è un ipogeo in parte naturale e in parte scavato nella roccia, utilizzato in epoca tardo-punica, romana e probabilmente paleocristiana, come testimoniano i numerosi reperti di tali epoche, venuti alla luce nel corso dei lavori di restauro effettuati negli anni Settanta. L’ambiente ha pianta irregolare allungata lungo il cui perimetro si aprono numerosi vani di svariate forme e dimensioni, utilizzati come altari o come cisterne. Dopo un lungo periodo di abbandono, nel XIII secolo, la cripta ebbe nuova vita e venne decorata con affreschi di gusto tardo bizantineggiante di cui rimane un brandello raffigurante S. Giovanni Battista. Vi si impiantò inoltre il culto della S. Restituta di origine africana, le cui reliquie, giunte nell’isola già nel V secolo, furono raccolte in una olla di terracotta, rinvenuta nel ‘600 durante gli scavi alla ricerca dei Corpi Santi. Agli inizi del XVII secolo, terminati i lavori di scavo, fu costruita un’edicola sacra in laterizio per ospitare il simulacro in marmo della Santa, a cui furono attribuite origini locali (Restituta cagliaritana, madre di S. Eusebio) e una piccola cripta destinata ad ospitare la cosiddetta colonna del martirio. Altri rudimentali altari furono costruiti a breve distanza: vennero realizzati in pietrame e malta e decorati nel frontespizio in pietra. Durante il secondo conflitto mondiale la cripta fu utilizzata come rifugio antiaereo e proprio davanti al suo ingresso il 17 febbraio 1943 le bombe fecero moltissime vittime, tra le quali l’artista Tarquinio Sini, abitante nel quartiere di Stampace.

Visite guidate a cura di: Istituto Tecnico Commerciale E. Mattei Istituto Tecnico Commerciale Leonardo da Vinci

monumentiaperti

59


Sede

Croce Rossa Italiana Viale Merello

BUS

5/8

Gli eventi bellici della II guerra mondiale videro la Croce Rossa Italiana impegnata su tutto il territorio nazionale, nelle colonie e sui campi di battaglia africani, balcanici e russi; anche in Sardegna, la Croce Rossa Italiana fornì il suo contributo attraverso le sue strutture ed i suoi reparti presenti in loco. A Cagliari, a partire dal 1941, fu realizzata una ampia struttura sanitaria, l’Ospedale San Giorgio, voluto dalla Croce Rossa Italiana per fronteggiare le esigenze belliche. Fu realizzato all’interno di grotte nella zona di Viale Merello, intelligente scelta logistica che teneva conto dell’opportunità di fornire ai degenti ed ai rifugiati un adeguato ricovero antiaereo. È da sottolineare che senza il San Giorgio non ci sarebbe stata nessuna assistenza ospedaliera d’emergenza a Cagliari; dunque a questa struttura spetta un ruolo di primo piano nella storia della città. L’apocalisse della guerra investì anche Cagliari e i pesanti bombardamenti del 17 febbraio, 26 e 28 febbraio, 31 marzo e 13 maggio 1943 causò molte vittime e seminarono la distruzione. La popolazione si rifugiò nei paesi all’interno e i pochi cagliaritani rimasti trovarono rifugio nelle grotte cosicché per la maggior parte di loro il punto di riferimento era l’Ospedale della Croce Rossa Italiana. In quella immane tragedia fu l’unica struttura sanitaria operativa in città durante le incursioni aeree degli alleati. Tra gli edifici colpiti ci furono l’ospedale S. Giovanni di Dio e l’Ospedale Militare che dovettero sfollare; rimase operativo proprio perché in grotta l’Ospedale della Croce Rossa. La sua attività non conobbe interruzioni tanto da poter calcolare 1628 interventi tra piccola e grande chirurgia. Cessata la grande emergenza dei bombardamenti, dopo il fatidico 8 settembre 1943, l’Ospedale continuò la sua opera meritoria curando i malati generici. L’utilizzo dell’Ospedale San Giorgio della Croce Rossa Italiana venne rapidamente dimenticato, ma non può essere cancellato, vera e propria pagina di storia scritta dalla Croce Rossa Italiana in soccorso di Cagliari. Nella impossibilità di visitare l’Ospedale, sarà allestita nei locali della sede, una mostra fotografica sull’Ospedale San Giorgio e sull’attività della Croce Rossa durante la guerra.

Visite guidate a cura di: Personale della Croce Rossa Italiana Associazione AEGEE

60

Cagliari


Comunale d’Arte

Galleria e Giardini Pubblici

BUS 6/7

Largo Dessì

La Galleria Comunale ha sede nel verde dei Giardini Pubblici. Il prospetto principale, in stile neoclassico, fu realizzato nel 1828 su progetto di Carlo Boyl di Putifigari mentre il blocco originario del fabbricato risale alla fine del 1700. In origine sede della polveriera regia, alla fine degli anni ’20 fu oggetto di una radicale ristrutturazione che coinvolse anche l’area dell’attuale terrapieno, ad opera del raffinato progettista cagliaritano Ubaldo Badas. Nel 1933 l’edificio venne trasformato in galleria comunale d’arte. In seguito al dono nel 1999 della “Collezione d’Arte Francesco Paolo Ingrao”, la Galleria è stata rinnovata. La Collezione copre un arco temporale che dalla fine dell’Ottocento, attraversa tutto il secolo XX e testimonia soprattutto i movimenti artistici sviluppatisi a Roma: dal Secessionismo degli anni Dieci ai travagliati anni della seconda guerra mondiale, dal dopoguerra agli anni ´80. Nel 2003 nuovi restauri hanno ulteriormente ampliato gli spazi espositivi, che sono stati occupati dalla Collezione Sarda del Novecento. Il giardino fu acquisito, per divenire giardino pubblico, dal Municipio di Cagliari nel 1840, acquista la sua fisionomia definitiva nella seconda parte de XIX secolo, quando le piante arrivano a piena maturazione. L’ingresso ai giardini pubblici, opera di Ubaldo Badas, fu completato nel 1939. Nel 2005 il Comune ha deciso di restaurare e rinnovare i giardini. Il progetto è stato preceduto da un rilievo attento dell’architettura e delle specie vegetali. Il giardino, prolungamento ideale dei percorsi artistici sviluppati all’interno della Galleria Comunale, è anche sede espositiva di sculture di arte contemporanea arricchita nel 2012 da 5 opere di Mimmo Paladino I dormienti che “giacciono”, alla fine del viale principale, nelle due fontane di fronte al Museo. La Galleria Comunale fu risparmiata dai bombardamenti del ’43 e le grotte adiacenti furono un sicuro ricovero per le collezioni civiche d’arte e un rifugio per i cittadini. Visite guidate a cura di: Istituto di Istruzione Superiore Primo Levi Istituto Agrario Duca degli Abruzzi

monumentiaperti

61


Galleria Rifugio Via Don Bosco

BUS

8

Il rifugio si sviluppa per circa 180 metri, lungo un asse parallelo ed equidistante dal viale Merello e dal viale Sant’Ignazio. L’ingresso principale era su via Don Bosco, in una parete di roccia di fronte alla quale, dall’altro lato della strada, attualmente sorge la clinica oculistica Maria Ausiliatrice. Alcuni corridoi trasversali rispetto all’asse principale del rifugio, lunghi mediamente qualche decina di metri, consentivano di accedere al rifugio non solo dall’ingresso principale, ma da altri ingressi posti in cortili privati di vie attigue. Attualmente questi ingressi risultano tutti obliterati. Per quasi tutta la lunghezza del tunnel sono presenti panchine con funzione di sedile addossate al muro su entrambi i lati. Lungo la galleria sono presenti, inoltre, 14 vani laterali, ad una distanza abbastanza costante fra loro, tutti sullo stesso lato, con lunghezza variabile tra i nove ed i tre metri. Il tunnel non nacque come rifugio di guerra durante la seconda guerra mondiale, ma faceva parte di una articolata serie di percorsi sotterranei ancora esistenti, con analoghe dimensioni e caratteristiche di scavo, che si distribuiscono lungo tutto il versante nord della città, dai bastioni di Buoncammino all’area del mercato di Via Pola, e che furono probabilmente realizzati nel 1700 dai Piemontesi all’ esterno delle mura per scopi militari, probabilmente come vie di fuga o gallerie di contromina. Buona parte di questa preesistente rete di gallerie fu velocemente riadattata agli inizi del secondo conflitto mondiale come rifugio per la popolazione civile, con interventi di pulizia, costruzione di doppi e tripli ingressi in cemento armato a prova di bomba e realizzazione di sedili alle pareti. Il tunnel assolse egregiamente il suo compito, ed a memoria degli abitanti del quartiere alcune famiglie avevano addirittura attrezzato i vani laterali a piccola stanza di abitazione personale. Alla fine della guerra il tunnel venne dimenticato, ed i vari ingressi, compreso quello principale su via Don Bosco, murati. Ciò ha consentito di farlo pervenire quasi integro fino ai giorni nostri.

Visite guidate a cura di: Scuola secondaria di I grado Spano - De Amicis Liceo Scientifico Pitagora

62

Cagliari


Ghetto Via Santa Croce, 18

BUS

7/8

Il complesso delle costruzioni erroneamente noto come “Ghetto degli Ebrei” sorge sul bastione di Santa Croce, tra la via omonima e il Cammino Nuovo, a picco sulle mura di cinta del quartiere di Castello. L’edificio nasce nel 1738 come caserma militare intitolata al regnante sabaudo Carlo Emanuele III. L’opera, progettata dagli ingegneri militari piemontesi, doveva ospitare il reparto dei “Dragoni”, ed ebbe funzioni militari fino al XIX secolo. Nel 1863, forse momento di massima attività, la caserma conteneva più di 300 uomini e 40 cavalli, alloggi per veterani, scuderie dei Carabinieri, magazzini del Genio e l’Intendenza militare. Alla fine dell’800, cessato l’uso militare l’edificio fu ceduto a privati e trasformato in piccole abitazioni. L’impropria denominazione di “Ghetto degli Ebrei” deriva dal fatto che poco più avanti realmente esisteva il quartiere dove essi abitavano, zona delimitata fra la via Santa Croce e la via Stretta. La presenza dei Giudei a Cagliari durò fino al 1492, anno di promulgazione dell’editto con il quale i reali di Castiglia ed Aragona (allora la Sardegna faceva parte di quel regno) scacciavano gli Ebrei da tutti i loro territori. Il Ghetto è stato recuperato tramite un complesso restauro curato dal Comune di Cagliari e restituito alla città nell’edizione di Monumenti Aperti del 2000. È diventato un centro culturale polifunzionale che ospita mostre, convegni, seminari e concerti. La caserma compare tra gli edifici colpiti dai bombardamenti e ospitò casermaggi durante la II guerra mondiale.

Visite guidate a cura di: Scuola primaria I. Stagno Associazione Qedora

monumentiaperti

63


Lazzaretto Via dei Navigatori

BUS

6

Il Lazzaretto era un luogo preposto al ricovero in quarantena di uomini, merci e animali provenienti da paesi in cui erano diffuse epidemie di peste, colera, tifo, vaiolo, lebbra, o qualsiasi altra malattia contagiosa. L’imperversare di queste epidemie e di conseguenza il tentativo di arginarne la diffusione, sono la dimostrazione che la scelta del sito di Sant’Elia non fu casuale. Infatti, il luogo, lontano dalla città, pressoché disabitato e cosparso di fortificazioni, aveva le caratteristiche per ricevere malati in isolamento e quarantenati. Dai documenti conservati all’Archivio di Stato di Cagliari si apprende che il primo nucleo dell’impianto risale al ‘600, come attesta lo stemma marmoreo collocato sopra l’ingresso, rappresentante la città di Cagliari fra i pali di Aragona. Sembra che allora l’edificio fosse formato da un lungo e stretto magazzino coperto per le mercanzie, da due stanze dove venivano ospitati gli uomini, e da un basso muro di cinta. Il dilagare delle epidemie ed i conseguenti problemi di spazio resero indispensabili degli ampliamenti alla struttura e fosse comuni destinate a ricevere i defunti. Fu per questo motivo che nel 1720, Vittorio Amedeo II trasformò il primo nucleo del lazzaretto in un ospedale per malattie contagiose ed emanò un regolamento che, attraverso una serie di norme anticontagio, era atto alla conservazione della salute pubblica. Agli inizi dell’800 l’imperversare di nuove pestilenze ripresentò il problema dello spazio all’interno del lazzaretto, e per questo motivo furono predisposti altri ampliamenti. La struttura che oggi vediamo, anche se debitamente restaurata, è quella risalente agli ultimi ampliamenti del 1835. Nel secondo dopoguerra si animò di una nuova umanità costituita dagli sfollati provenienti dalle grotte di Bonaria, e da numerose famiglie che diedero vita al primo nucleo del quartiere di Sant’Elia. Negli anni cinquanta il Lazzaretto venne abbandonato. La struttura rinacque a nuova vita solo nell’ottobre del 2000, in occasione della manifestazione Monumenti Aperti, dopo un impegnativo restauro diretto dall’architetto Andrea de Eccher. Visite guidate a cura di: Istituto Magistrale E. d’Arborea

64

Cagliari


Legione dei

Carabinieri Via Sonnino ang. Via Grazia Deledda

BUS

1/M

Il Provveditorato della Opere Pubbliche affida, a Flavio Scano insieme ad Angelo Binaghi e Aldo Pacca la progettazione e la direzione dei lavori di uno dei più importanti interventi di edilizia realizzati dall’ente a Cagliari: il Palazzo della Legione dei Carabinieri. Da un resoconto storico stilato da un anonimo maresciallo dei Carabinieri leggiamo: “la costruzione che comportò la spesa di 6.400.000 di Lire venne affidata alla Società An.It. Ferrobeton, sotto la personale direzione dell’ing. Aldo Pacca, ed i lavori iniziati il 10 dicembre 1930, vennero ultimati nel marzo del 1933.” Il progetto per il Palazzo della Legione, presentato nell’autunno del ’30, viene definitivamente approvato dall’ufficio tecnico del Comune di Cagliari il 31 gennaio del 1931 e l’edificio venne inaugurato con particolare solennità dopo due anni, il 21 aprile del 1933. La Legione occupa un’area di 7.800 metri quadrati, con il solenne prospetto principale sulla via Sonnino, è disposta su quattro piani e presenta una muratura in calcare e malta cementizia con decorazioni in pietra artificiale. La scelta di Scano di rappresentare le funzioni e i meriti dell’Arma dei Carabinieri attraverso immagini legate all’universo iconografico della romanità risponde ad un programma culturale e politico imposto dalla dittatura fascista. Sul cornicione poggiano quattro statue in bronzo, opera dello scultore ogliastrino Albino Manca, autore anche di cinque medaglioni in bronzo, tutti inseriti nella facciata. Le colossali statue di Manca simboleggiano valori indispensabili per il soldato-eroe: il sacrificio, l’eroismo, la fede e la disciplina. Alle loro spalle, campeggia uno storico motto dell’Arma: pro patria contra omnes pro me contra neminem. Durante i bombardamenti l’edificio subì notevoli danni, soprattutto nell’ala prospiciente il Parco delle Rimembranze, poi riparati dopo le guerra. Visite guidate a cura di: Legione dei Carabinieri

monumentiaperti

65


Mediateca del

Mediterraneo Via Mameli

BUS 1/5/10

La MEM, è sorta nel quartiere storico di Stampace, nello spazio che fu dal 1923 per 28 anni teatro delle gesta del Cagliari e poi dagli anni ’50 sede del Mercato Civico. Il progetto ha visto la realizzazione di una struttura di valenza sovralocale: la Mediateca del Mediterraneo. Lo spazio della corte, un giardino geometrico costituito da due ampie vasche di terra e aranci i cui bordi fungeranno da sedute, è il cuore del sistema. Le facciate in vetro trasparente mostrano le funzioni ospitate all’interno, i luoghi dello studio, della fruizione culturale. La forma planimetrica allungata è bilanciata dalla deformazione delle facciate che si allargano nella parte mediana a segnare la centralità degli ingressi principali alla MEM. Posta sulla testata verso la Via Pola e il centro della città la piazza si trasforma in un ampio piano leggermente inclinato che la collega con l’ingresso della MEM. Un sistema di muretti e scale collega lateralmente le diverse quote,consentendo anche un’accessibilità dai lati della piazza. La MEM è un polo culturale innovativo con aree accoglienza, esposizioni e prestito, spazi commerciali, area formazione, laboratorio fotografico, area convegni e proiezioni, spazi di distribuzione che, con il concorso di una pluralità di soggetti, rappresenti un punto di riferimento e di confronto per un pubblico vasto ed eterogeneo. Ospita la sede dell’Archivio Storico e della Biblioteca generale centrale e di Studi Sardi e dà vita ad un completamente rinnovato servizio bibliotecario e di archivio storico rispondente alla ricchezza e all’importanza del patrimonio posseduto, alle esigenze di studio e ricerca, al compito di diffondere la sensibilità per la conservazione della memoria storica e di promuovere l’utilizzazione dell’archivio. Durante la seconda guerra mondiale la biblioteca aveva sede nel lato del Palazzo Civico antistante la via Crispi: la distruzione dovuta alle bombe del 1943 causò la perdita di molti volumi o il loro danneggiamento. Alcuni di questi sono esposti nella mostra “Memorie dal sottosuolo” allestita nel Sottopiano del Palazzo Civico. Visite guidate a cura di: Liceo Scientifico Michelangelo

66

Cagliari


Archeologico Nazionale Museo

Cittadella dei Musei, Piazza Arsenale, 1

BUS 7/8/20

Il museo Archeologico ha sede, dal 1993, nel complesso della Cittadella dei Musei in piazza Arsenale. L’esposizione del primo piano ha i caratteri di una “mostra” compendiaria dei fatti culturali intervenuti nell’Isola dal Neolitico Antico all’alto Medioevo. I tre restanti piani espositivi sono allestiti secondo criteri topografici, con la presentazione, per località, dei contesti più significativi. Per quanto riguarda l’età preistorica, di rilevante interesse è la sezione riservata al Neolitico Medio, in cui spiccano i corredi funerari di Cuccuru is Arrius (Cabras) con le enigmatiche statuine femminili di pietra, associate a vasellame di impasto, e valve di molluschi. Anche il Neolitico Recente è ben rappresentato dai reperti pertinenti alla cultura di Ozieri, caratterizzata da vasi e pissidi dalle superfici lucidate a stecca con raffinate decorazioni incise e sovradipinte. La collezione di maggiore rilievo è indubbiamente quella costituita dai piccoli bronzi figurati, caratteristici della civiltà nuragica nelle sue fasi finali. Numerosi reperti da stipi votive e necropoli documentano la forte impronta, nella storia della Sardegna, della civiltà fenicio-punica e di quella romana. Accanto ai reperti provenienti o connessi alle aree archeologiche ancora visitabili, sono conservati quelli sopravvissuti ai luoghi scomparsi, che delineano alcuni aspetti poco conosciuti della storia di Cagliari. Anche il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari dovette fronteggiare il problema della sicurezza dei reperti dai danni che avrebbero potuto causare i bombardamenti. Dopo un attento esame delle possibili soluzioni Raffaello Delogu, allora Soprintendente, decise di ricoverare gli oggetti negli spazi del cosiddetto Carcere di S. Efisio, a Stampace. Vennero approntate capaci casse lignee e sistemati all’interno dell’ipogeo ventilatori per permettessero un’adeguata ventilazione.

Visite guidate a cura di: Liceo Classico G. Siotto Pintor Istituto Tecnico Industriale G. Marconi

monumentiaperti

67


Museo del

Duomo Via Fossario, 1/5

BUS

7

Il Museo del Duomo si trova nei locali attigui la Cattedrale di Santa Maria, restaurati con i fondi del Giubileo 2000, nasce con l’intento di rappresentare un luogo di incontro culturale in cui l’arte sacra è testimonianza del sentimento religioso della comunità cristiana e strumento di evangelizzazione. Il percorso espositivo si sviluppa su quattro piani e permette di ammirare gran parte del Tesoro della Cattedrale. L’esposizione comprende lasciti degli Arcivescovi che si sono succeduti nella Chiesa di Cagliari, donazioni di oggetti utilizzati nelle celebrazioni liturgiche ed include numerosi argenti tra cui calici, pissidi, ostensori, croci processionali, crocifissi, paramenti, statue lignee e dipinti. Tra le opere più importanti vi è il Retablo dei Beneficiati: una pala d’altare di tipo catalano a doppio trittico, di ambito sardo databile alla prima metà del XVI secolo. Un’altra preziosa opera in esposizione al museo è il Trittico di Clemente VII, costituito da tre pannelli: nello scomparto centrale l’Addolorata e il Cristo in Pietà, nel laterale sinistro la Madonna col Bambino e Sant’Anna, nel destro Santa Margherita e il drago. L’opera giunge a Cagliari in seguito al sacco di Roma del 1527 e mostra caratteristiche attribuibili alla scuola fiamminga. Il gruppo del Compianto sul Cristo morto, databile tra la seconda metà del XV e i primi del XVI secolo, è composto da sette statue. Di notevole interesse è la Sala delle volte nella quale sono visibili le tracce della decorazione esterna del transetto sud della Cattedrale. Il Museo si trova in prossimità dell’area occupata dal Palazzo Pes di Villamarina, distrutto dai bombardamenti del 1943.

Visite guidate a cura di: Associazione FIDAPA

68

Cagliari


Ospedale Civile

S. Giovanni di Dio Via Ospedale

BUS

8

Essendo ormai insufficiente ed in pessime condizioni igieniche l’antico ospedale Sant’Antonio Abate di via Manno, le autorità cittadine incaricarono Gaetano Cima, architetto in primo di Città, di predisporre il progetto per la realizzazione di un nuovo ospedale, fuori dal centro abitato. La prima pietra fu collocata il 4 novembre del 1844, in un sito isolato, ma collegato ai punti nodali della città, Castello e piazza Yenne. L’Ospedale Civile di Cagliari, cui il Cima dedicò gran parte della sua vita professionale, è l’opera che meglio rappresenta la sua formazione neoclassica di stampo purista, la concezione etica dell’arte, la semplicità stilistica e compositiva. Tutto l’impianto architettonico è teso al raggiungimento di una composizione lineare, armonica nelle proporzioni e nella disposizione spaziale, pratica e funzionale alla sua finalità. La facciata di 180 metri, ampia e imponente, è ritmata da tre avancorpi, due alle estremità dei bracci e uno centrale. Sei colonne doriche giganti, sormontate da un attico con triglifi e metope, introducono al pronao e quindi all’atrio circolare, con volta a spicchi e ampie vetrate. All’interno di questo solenne spazio sono esposti busti marmorei di benefattori che, con i loro lasciti, hanno contribuito alla realizzazione dell’ospedale. Dipinti e altri busti si trovano nell’emiciclo adiacente. La particolarità di questo edificio, che lo avvicina alle più avanzate architetture mondiali e che meglio denota le conoscenze dell’insigne architetto, è l’impianto architettonico a raggiera, costituito dai corpi di fabbrica, dove i reparti, distribuiti a ventaglio, sono intervallati ma comunicanti tra loro. Molto curate anche le eleganti inferriate e le ringhiere in ghisa delle scale. L’ospedale San Giovanni di Dio fu aperto parzialmente nel 1858, ma ultimato soltanto nel 1890. I sotterranei saranno visitabili per la prima volta e rivestono particolare interesse dal momento che vi trovarono ricovero le barelle con i malati durante i tragici avvenimenti della seconda guerra mondiale. Visite guidate a cura di: Associazione Culturale Il Paese delle Meraviglie Associazione Nazionale Carabinieri - Nucleo Volontari A.N.C.

monumentiaperti

69


Sotterranei Ospedale Civile

S. Giovanni di Dio Via Ospedale

BUS

8

Cagliari arrivò impreparata al momento più tragico della sua esistenza. Nessuno poteva immaginare che una pioggia di bombe l’avrebbe veramente devastata. Sebbene ci fossero state ordinanze e fossero state emanate disposizioni in merito, poi rivelatesi inadeguate, il pericolo bombardamento fu in larga parte sottovalutato. L’UNPA,Unione Nazionale Protezione Antiaerea, responsabile della protezione dei civili, emanò un regolamento preciso rispetto a cosa fare in caso di pericolo, ma il vero problema fu che la città non aveva rifugi anti-aerei e le grotte naturali, erano poche. Si cercò di rimediare costruendo rifugi rinforzati con cemento armato e scavando gallerie. Come il sotterraneo dell’Ospedale civile. Il sotterraneo denominato camminamento, per la prima volta aperto al pubblico, si sviluppa dal cortile interno dell’Ospedale San Giovanni di Dio con accesso da due gradinate contrapposte ed è costituito da una galleria della larghezza di 3 metri circa e altezza superiore ai 2 metri nella maggior parte del proprio sviluppo. La galleria è lunga 180 metri, di cui percorribili circa 100. Nel punto di incrocio della due gradinate d’entrata è visibile una grande cisterna di origine romana. Il sotterraneo fu ricavato nel 1942-1943 proprio per essere adibito a rifugio antiaereo per i prevedibili bombardamenti, poi regolarmente avvenuti. Lungo il percorso, a distanze più o meno regolari, sono presenti 8 diramazioni laterali lunghe circa 4 - 5 metri, probabilmente aree adibite allo stazionamento dei rifugiati durante i bombardamenti.

Visite guidate a cura di: Gruppo Speleo Archeologico Giovanni Spano

70

Cagliari


Palazzo di Città BUS

Piazza Palazzo

7

Il Palazzo di Città è sede della municipalità cagliaritana dal Medioevo fino ai primi anni del XX secolo, precisamente fino a quando, durante una riunione del Consiglio Comunale presieduto dal sindaco Ottone Bacaredda si decretò il trasferimento del Comune dall’antica alla nuova sede, ancora da costruirsi sulla via Roma. Le origini del palazzo si potrebbero far risalire al 9 ottobre del 1331, quando Alfonso IV concesse l’area dove sorgeva una lotgiam regalem (risalente forse alla dominazione pisana) ai consiglieri della città, affinché vi edificassero un palazzo per tenervi le loro riunioni. L’aspetto attuale del Palazzo di Città si deve alle ristrutturazioni settecentesche, che lo trasformarono secondo il gusto del barocchetto piemontese. Nella facciata principale, si apre un elegante portale ad arco con sopra lo stemma della Città e una lapide che ricorda il soggiorno, nel 1535, dell’Imperatore Carlo V. Un’epigrafe sulla via Canelles ricorda l’anno in cui il palazzo venne ristrutturato (1787) e i nomi dei cinque consiglieri ai quali, insieme a cinquanta giurati e un vicario, era affidata l’amministrazione del Castello. L’edificio ospitò in seguito il Conservatorio di Musica G. P. da Palestrina, fino al 1970, anno in cui venne trasferito nella nuova sede. Dopo anni di abbandono, in seguito ad accurati lavori di restauro, il Palazzo è stato restituito alla cittadinanza. Dal 2011 è diventato una delle sedi dei Musei Civici di Cagliari. Ospita le collezioni comunali etnografiche del fondo “Manconi Passino” e le raccolte di ceramiche del fondo “Ingrao”. Ha, inoltre, orientato la sua vocazione espositiva verso l’arte contemporanea. Il Palazzo non venne particolarmente danneggiato dai bombardamenti del 1943 al contrario della vicinissima Piazza Carlo Alberto che venne devastata.

Visite guidate a cura di: Istituto Tecnico per le Attività Sociali G. Deledda

monumentiaperti

71


Palazzo Civico e search

Via Roma 145 ang. Largo Carlo Felice

BUS 8/30/P

Nel 1897 veniva indetto un concorso nazionale per il nuovo Palazzo Municipale, dopo la decisione di trasferire la sede del Comune di Cagliari dal vetusto e scomodo edificio di piazza Palazzo verso il nuovo asse politico e commerciale della città che si apriva sul mare, la via Roma. La competizione fu vinta da un progetto firmato da Crescentino Caselli, ma in realtà elaborato da Annibale Rigotti. La posa della prima pietra fu effettuata durante la visita dei re d’Italia Umberto I e Margherita di Savoia nel 1899, ma la costruzione vera e propria durò diversi anni. L’edificio presenta forme che si ispirano all’architettura gotica catalana, richiamata dalle aperture del porticato, mentre la facciata si inserisce nella corrente internazionale dell’art nouveau. L’utilizzo dei conci in calcare bianco faccia a vista e il motivo delle due torri poligonali, è forse un richiamo alle torri pisane dell’Elefante e di S. Pancrazio, simboli del potere e della città stessa. Interessanti opere di alcuni artisti sardi (Ciusa, Delitala, Marghinotti, Melis Marini), sono conservate all’interno del Palazzo; nelle sale più importanti, l’Aula Consiliare e la Sala dei matrimoni, sono esposte imponenti tele di Filippo Figari. Nel Gabinetto del Sindaco è il grande arazzo del fiammingo Franciscus Spierink (1620) e nella Sala della Giunta, dove si conserva anche una delle due chiavi simboliche della città, è il retablo “dei Consiglieri”, del cinquecentesco Pietro Cavaro. Nel 2008 è stata inaugurata, completamente restaurata e rinnovata l’area sottostante il Palazzo, ribattezzata Sottopiano, e già sede storica dell’Associazione “Amici del Libro”, sicuramente la più longeva delle associazioni culturali cagliaritane. In questo spazio è ospitato il SEARCH: Sede Espositiva Archivio Storico Comunale, dove è allestita la mostra “Memorie dal sottosuolo” sulle vicende della seconda guerra mondiale. Il Palazzo Civico fu gravemente danneggiato durante i bombardamenti del 1943 soprattutto nella parte antistante la via Crispi e nel cortile centrale, per essere successivamente restaurato secondo il progetto originario. Visite guidate a cura di: Istituto Tecnico Commerciale P. Martini

72

Cagliari


Palazzo Viceregio Piazza Palazzo

BUS

7

L’aspetto attuale del Palazzo V i c e re gio è il risultato di trasformazioni e adattamenti avvenuti nel corso di diversi secoli. Già a partire dalla prima metà del sec. XIV il luogo fu sede della residenza vicereale di Catalani e Aragonesi, alla quale si aggiunsero via via anche gli uffici amministrativi e politici. L’intervento più importante è dovuto ai Savoia e comincia intorno al 1729-30 ad opera degli ingegneri militari piemontesi. Le parti interessate furono gli ambienti interni del piano nobile, oltre che l’atrio, lo scalone ed il portale: sopra questo un’iscrizione datata 1769 ricorda il re Carlo Emanuele III e il viceré Hallot. A tale momento si fa risalire la facciata odierna, caratterizzata da paraste che segnano verticalmente l’edificio, inquadrando le aperture che si ripetono per diversi piani. Tra il 1779 e il 1815 il Palazzo ospitò la corte sabauda, “esule” da Torino per l’occupazione francese. Dopo la “fusione perfetta” della Sardegna con gli Stati di Terraferma (1847), l’edificio perse la sua destinazione originaria fino a che fu acquisito dalla Amministrazione Provinciale (1885) che continuò le trasformazioni. La più importante è il salone consiliare, per il quale nel 1892 fu bandito un concorso nazionale, vinto dal pittore perugino Domenico Bruschi. Tra il 1894 e il 1895 questi eseguì i dipinti con soggetti legati a momenti della vita dei Sardi dall’età romana a quella moderna, fino alla celebrazione allegorica dell’isola che custodisce lo scudo dei Savoia. In un momento successivo (forse tra il 1896 e il 1898) il Bruschi decorò la Sala Gialla con scene mitologiche e di danza. Nell’edificio figura anche la Quadreria con i ritratti dei viceré, interessanti dal punto di vista storico più che da quello artistico. Oggi l’edificio ospita alcuni uffici della Prefettura ed è stato sottoposto ad un intervento di restauro che ha ripristinato anche parte delle finiture delle sale di rappresentanza. Il grandioso edificio non fu colpito dalle bombe del 1943 ma i danni subiti dalla parte settentrionale della piazza, ancora visibili, hanno alterato notevolmente il rapporto tra lo spazio antistante e il Palazzo. Visite guidate a cura di: Scuola secondaria di I grado Rosas Associazione Polizia di Stato ANFFAS Onlus Cagliari Istituzione Nazionale per la Guardia reali tombe del Pantheon

monumentiaperti

73


Parco delle

Rimembranze Via Sonnino, Piazza Gramsci

BUS 1/M

Il razionalismo è quel criterio ordinatore, figlio dell’ottocento positivista, che si vestirà, nel ventesimo secolo, di vetro e di cemento armato e brandirà, rivoluzionario, l’angolo retto e i piani essenziali del cubismo come spade purificatrici nel nome assoluto della geometria. “Spirito nuovo” di Le Corbusier, Gropius e Melnikov che troverà alla fine, nell’Italia di Bardi, Terragni e Pagano, affinità ideale - e ideologica - con un regime che invoca uguali rigori, uguale urgenza dell’ordine. Il triennio fondante per il razionalismo a Cagliari va dal 1933 al ’35 e deve leggersi necessariamente insieme a due nomi: Ubaldo Badas e Salvatore Rattu, giovani tedofori di quella “nuova sobrietà” nel capoluogo isolano. Spavaldo e perfetto di coraggioso rigore innovativo il primo, più moderato l’altro, ma ibridato a volte di arditi entusiasmi futuristi. Nel Parco delle Rimembranze, finito nel 1934, Badas modula un raffinato spunto culturalista e si rivolge con piglio moderno e innovatore alle forme di un glorioso passato “nazionale”. Riduce insomma al minimo razionale una tipologia corrente nel romanico locale: innalza due alte pareti “littorie” a serrare la soglia calcarea di una navata unica - spazio sacro alla memoria degli eroi - che si allunga, aperta sotto la volta del cielo, si solleva nel presbiterio in trachite, per concludersi nell’esedra-abside finale, dominata dalla Croce. Tutto il monumento - uno dei più riusciti del genere, nel contesto del razionalismo italiano - è governato da un’ortogonale, calcolata compostezza, animata dal ricercato cromatismo dei materiali lapidei: sapientemente abbinati e alternati a evocare antiche tarsie “pisane” ma anche, i rossi e i bianchi - stilizzati - delle mostrine della mitica “Sassari”. La modernissima “macchina” monumentale di Badas, è voluta con acuta consapevolezza semantica, dal Podestà Enrico Endrich ad affiancarsi, in schietta contrapposizione, all’eclettismo vistoso della caserma della Legione dei Carabinieri. Durante i bombardamenti del 1943 subì danni in prossimità dell’ala della Legione dei Carabinieri, gravemente colpita dalle incursioni aeree.

Visite guidate a cura di: Scuola secondaria di I grado V. Alfieri

74

Cagliari


Parco Naturale Regionale

Molentargius BUS 3 Via La Palma

Il Parco Naturale Regionale Molentargius - Saline si trova nella Sardegna meridionale in prossimità di due tra le maggiori città della Sardegna, Cagliari e Quartu S. Elena, all’interno di un’area urbana nella quale vivono circa 400.000 abitanti. Prima di diventare un parco naturale regionale il sito è stato riconosciuto dalla Convenzione di Ramsar nel 1977 come area umida di valore internazionale per la presenza dell’avifauna. Comprende bacini di acqua dolce (Bellarosa Minore e Perdalonga), di acqua salata (Bellarosa Maggiore o Molentargius e le vasche costiere tra cui lo stagno di Quartu) e una piana di origine sabbiosa (Is Arenas). La presenza di zone a diversa salinità favorisce una ricca varietà di specie vegetali ed animali e infatti l’ecosistema del Molentargius rappresenta uno dei siti più importanti in Europa per la sosta, lo svernamento e la nidificazione di numerose specie di uccelli acquatici. Inoltre la flora è varia ed eterogenea: sono presenti specie endemiche ed elementi della flora iscritti nella “Lista rossa” delle piante in pericolo di estinzione. Oggi avvicinandosi alla sede del Parco si attraversa la Città del Sale della Palma realizzata alla fine degli anni venti del 1900. Lungo la strada di accesso al Parco e alle Saline si trova il fabbricato industriale dei Sali Scelti. L’edificio realizzato negli anni Trenta del XX secolo, veniva utilizzato per la purificazione del sale ad uso alimentare. Oggetto di un recente intervento di recupero è destinato a sede della direzione del Parco. All’interno del parco sono inoltre presenti diversi manufatti appartenenti alle fortificazioni e ai sistemi difensivi di interesse storico del “Fronte Terra di Cagliari” risalenti al periodo bellico 1940-1943 tra cui il Caposaldo XV costituito da un fortino mimetizzato da torre o serbatoio e il Caposaldo XVI “Augusta” mimetizzata da costruzione. Visite guidate a cura di: Istituto Tecnico per le Attività Sociali G. Deledda Associazione per il Parco Molentargius Saline Poetto

monumentiaperti

75


Fortificazioni del Fronte a Terra

Molentargius

BUS 3 Via La Palma

Con il termine “caposaldo” si individua un sistema difensivo organizzato per resistere a oltranza, anche se circondato o superato dal nemico. I capisaldi nel Parco Molentargius Saline sfruttavano gli ostacoli presenti (saline, canali) ed erano parte del “Fronte a Terra” di Cagliari, linea difensiva voluta dal Regio Esercito e costituita da almeno 85 postazioni in calcestruzzo, realizzate perlopiù nel 1943 con tipologie standardizzate: postazione in casamatta o in barbetta per armi automatiche e postazione in barbetta per cannone, con ricoveri. L’andamento delle difese era: foce del Rio Fangario, Viale Elmas, cava Capitzudu, “Carlo Felice”, Casa Pernis, colle S. Michele, Pirri, Via Archimede, passaggio a livello Viale Marconi, Molentargius, Monte Sant’Elia. Furono previsti 20 capisaldi, non tutti completati. Nell’estate 1943 vi si trovavano schierate due Compagnie Mitraglieri rinforzate e 12 cannoni da 100 mm, con compito controcarro. Era previsto il supporto delle altre unità presenti in Cagliari (una Compagnia Presidiaria, una Compagnia Mortai, batterie di artiglieria, ecc.). Nel luglio 1943 il “Settore Militare Marittimo” fu sciolto e subentrò il “Comando Difesa Porto Cagliari”, dipendente dal Comando 203ª Divisione Costiera. Tra le postazioni del Molentargius, il caposaldo “Augusta” (nome in codice, presente in una carta d’epoca) sorveglia l’intersezione tra Canale Mortu, Canale vecchio Stagno di Mezzo, Canale Palma e Canale vecchio di Pala Montis. Conserva le sue tre postazioni “monoarma”, per mitragliatrice o fucile mitragliatore. Rispetto agli standard dell’Ispettorato Arma Genio, due manufatti presentano impianti leggermente diversificati, come un interessante ingresso a pozzo e camminamento coperto sino al ricovero, o un pregevole mascheramento da caseggiato, con serbatoio e fontanella, oggi rovinata. La postazione rimanente, di tipo standard, è sul fianco della strada e non visitabile

Visite guidate a cura di: Associazione Progetto Quartu 900 Associazione Studi Storici Fortificazioni Sardegna

76

Cagliari


Percorsi nel ‘900 Piazza del Carmine

BUS 8/30/31

Un tempo foro della Karales romana, fu in città la prima sistemazione urbanistica nello stile nazionale teorizzato da Camillo Boito: lettura in chiave eclettica dei cosiddetti stili storici (classico, gotico, rinascimentale) stemperati dalla nascente Art Nouveau. Promotore del progetto l’avvocato Francesco Todde Deplano, che, nel 1886 presenta al Comune un intervento di riqualifica di un’area per la quale tra il 1839 e il 1842 il misuratore Giuseppe Sbressa prima, e l’architetto Gaetano Cima poi, avevano immaginato la costruzione di palazzi con i portici, che non videro mai la luce, lasciando l’area alla sua vocazione industriale e artigianale con la presenza di mulini, concerie e fabbriche di laterizi. Il progetto di Todde Deplano, del quale sono rimasti i disegni del prospetto, avrebbe regalato alla città una piazza porticata, perfettamente simmetrica, una grande quinta scenografica con una fuga prospettica sull’ attuale viale Trieste, evidente citazione delle piazze di Torino, prima capitale d’Italia. Il progetto “Piazza del Carmine” fallì per i costi eccessivi e i troppi debiti contratti con le banche. Il 17 marzo del 1891 crollò l’unico edificio che intanto era stato avviato, sotto le cui macerie rimase per un tragico destino lo stesso Todde Deplano con altre quattro persone, evento che suscitò grande commozione in città. Sull’area del disastro vennero edificati, in tempi differenti, alcuni palazzi di proprietà della ricca borghesia cagliaritana: quello degli Aurbacher, progettato da Dionigi Scano, i palazzi Boscaro, Chapelle, Rocca e Cocco. Più tardi il monumentale palazzo delle Poste Centrali, il Provveditorato alle Opere Pubbliche (oggi T.A.R.) e il casamento scolastico “S. Satta”, realizzato tra il 1899 e il 1904 in stile neogotico su progetto degli ingegneri Fulgenzio Setti e Dino De Gioannis; si tratta della prima scuola cittadina a sviluppo longitudinale e con pianta a U (per meglio consentire l’esposizione luminosa delle aule), ricalcata su modelli nord e mitteleuropei. Al centro della piazza, su basamento neomedievale, venne collocata una statua dell’Immacolata Concezione (Luigi Guglielmi, 1882) che durante i bombardamenti del 1943, a causa di uno spostamento d’aria dovuto alle esplosioni, subì una rotazione sul suo piedistallo, mai corretta. Visite guidate a cura di: Associazione Cultarch

monumentiaperti

77


Pinacoteca

Nazionale Cittadella dei Musei Piazza Arsenale, 1

BUS

7/8/20

La pinacoteca Nazionale è situata all’interno del perimetro dell’antico Arsenale, nell’attuale Cittadella dei Musei. L’edificio che la ospita, progettato dagli architetti veronesi Cecchini e Gazzola negli anni ’60, si snoda su tre livelli, inglobando e adattandosi alle emergenze preesistenti, costituite dalle fortificazioni di età spagnola e sabauda. Il più antico nucleo pittorico della collezione si è costituito nell’Ottocento, in seguito alle leggi di liquidazione dell’asse ecclesiastico e alla dispersione degli arredi della chiesa stampacina di San Francesco. Altre opere confluirono nel patrimonio dello Stato attraverso donazioni e acquisti sul mercato antiquariale. La raccolta pittorica più significativa è costituita dai retabli quattro-cinquecenteschi. Ad essi la committenza, prevalentemente legata ai nuovi ordini mendicanti, affidava il messaggio religioso, oltre che la funzione più strettamente ornamentale. Tra i maestri catalani emergono i nomi di Joan Mates, Joan Figuera, Raphael Thomas, Joan Barcelo, mentre alla fine del ‘400 spiccano forti personalità come gli anonimi Maestri di Castelsardo e di Sanluri. La scuola pittorica sarda del ‘500 è rappresentata dalla bottega di Stampace in cui operò la famiglia Cavaro, il cui massimo esponente è Pietro, artista documentato tra il 1508 e il 1538. La collezione pittorica della Pinacoteca comprende inoltre dipinti databili tra il XVII e il XX secolo, di varie correnti artistiche italiane, napoletana e genovese in particolare. Alla vigilia della seconda guerra mondiale la Pinacoteca Nazionale aveva sede nel palazzo delle Seziate in piazza Indipendenza. L’allora soprintendente ai Monumenti e Gallerie della Sardegna, Raffaello Delogu, già dal 1939 mise in atto un piano di protezione delle opere d’arte dai danni della guerra sulle direttive del ministro Giuseppe Bottai. Le “Misure per la protezione del patrimonio artistico nazionale dalle offese della guerra aerea” erano molto chiare: le opere mobili dovevano essere imballate, riposte dentro casse o gabbie secondo le dimensioni, e trasportate in luogo sicuro anche dal punto di vista ambientale e lontano da snodi ferroviari, porti e aeroporti. I dipinti furono portati a Siligo, località Mesu Mundu, presso l’Istituto Agrario Murgia Vivanet. Rientrarono a Cagliari il 15 dicembre 1944. Visite guidate a cura di: Scuola secondaria di I grado Colombo Associazione ST.ART

78

Cagliari


Sale di Rappresentanza del

T.A.R. Via Sassari, 17

BUS 30/1/5

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna ha sede in un edificio inaugurato nel 1927, che completa il lato sud-ovest della Piazza del Carmine e che ospitava inizialmente il Provveditorato alle Opere Pubbliche. L’edificio caratterizzato da motivi di stampo eclettico, prevalentemente rinascimentali e manieristi, venne costruito su progetto dell’architetto Augusto Valente tra il 1925 e il 1927 da maestranze calabre. La costruzione ha un piano parzialmente seminterrato sul quale si collocano il pianterreno rialzato e i tre piani superiori. Il piano inferiore è segnato dai finestroni balaustrati e decorati con finti conci a ventaglio, separati da fasce aggettanti sovrapposte, mentre i tre piani hanno finestre simmetriche sovrastate da timpani e cornici progressivamente meno ricche. Il prospetto su piazza del Carmine è concluso da un fastigio decorativo a salienti. Al terzo piano dell’edificio, si trovano in quella comunemente chiamata “sala di rappresentanza”, quattro dipinti del maestro Filippo Figari, eseguiti tra il 1928/29 appositamente per le pareti di una stanza del primo piano dalla quale furono appunto traslati nell’attuale. Il ciclo ricostruisce in quattro momenti (nell’ordine da sinistra a destra L’aia, La chiesa, La casa e Il villaggio) le consuetudini agresti, religiose e domestiche della Sardegna. Le scene vengono concepite come una sequenza di stralci di vita quotidiana, messi a fuoco con precisione quasi fotografica rilevabile nella composizione come nella fissità delle immagini. Da ciò si può intendere la forte influenza esercitata nel Figari dalla fotografia del celebre fotografo August Sander che l’artista accompagnò nella sua visita della Sardegna documentata in un reportage del 1927. Durante e dopo la seconda guerra mondiale il Provveditorato alle Opere Pubbliche ebbe un ruolo importantissimo per la ricostruzione della città, anche attraverso l’attività del Genio Civile. Visite guidate a cura di: Personale del T.A.R.

In prosecuzione del progetto Turistabile.

monumentiaperti

79


Scuola Elementare

Carlo Felice Via San Giacomo

BUS

6/M

L’istituto venne fondato con Regio Biglietto il 9 Marzo 1827 allo scopo di promuovere ed incoraggiare nell’isola l’educazione morale, letteraria ed industriale della gioventù. Nel 1856, dietro i suggerimenti dell’abate Aporti, l’Istituto creava l’asilo infantile sotto la direzione di una maestra laica, mentre l’asilo venne fondato nel 1854 con un assegno dato dal Municipio. Nel 1861, l’incarico della direzione e del suo funzionamento passò alle suore della Comunità delle Figlie della Carità di San Vincenzo De Paoli, incarico che ininterrottamente hanno mantenuto fino ad oggi. Il contributo delle suore si rivelò molto positivo, ma il loro ruolo si precisò meglio a partire dal 1868 con l’arrivo di Suor Maria Calcagno come Superiora, donna di doti eccezionali in cui lo spiccatissimo sentimento della carità si univa ad un’inesauribile volontà di fare e infatti si adoperò immediatamente per accrescere i locali del tutto inadeguati ad accogliere una massa sempre crescente di ospiti. Successivamente oltre alle scuole per l’infanzia si provvedete alla creazione di un educandato destinato alla formazione delle future maestre dell’istituto, che poteva essere frequentato sia dalle famiglie abbienti che potevano pagare la retta ma anche tra le famiglie più povere, avviando un processo di alfabetizzazione della città. Le attività dell’Istituto proseguirono in relazione all’andamento economico della società del periodo fino alla vigilia della seconda guerra mondiale. Il 13 maggio 1943 molte bombe caddero su Villanova, colpendo, fra gli altri, la chiesa di San Domenico e l’edificio dell’asilo. Fu centrato in pieno il caseggiato con la grave perdita di aule e refettori, del parlatorio, delle sale di ricreazione, oltre che delle stanze delle suore, i servizi e i cortili. Le religiose furono fatte sfollare nel centro Sardegna. Fra le poche cose che si salvarono ci fu un registro con l’inventario della corrispondenza della Cassa Carlo Felice dal 1809 al 1912, che ha permesso di ricostruire in parte le vicende dell’Asilo. Finita la guerra, il prestigio e l’eccellenza didattico-educativa dell’Istituto, portò in pochi anni alla completa ricostruzione dell’edificio Visite guidate a cura di: Scuola primaria paritaria Fondazione Istituto Carlo Felice Istituto Magistrale E. d’Arborea

80

Cagliari


Scuola Elementare

Santa Caterina Via Canelles 1

BUS

7

Nel 1641 viene eretto il Monastero di Santa Canterina appartenente all’Ordine delle Domenicane, con annessa chiesa. Lo Spano, nella Guida di Cagliari del 1861 scrive: nel 1882 il giornale L’Avvenire di Sardegna riporta la notizia dell’ avvio dei lavori di demolizione del tratto di Bastione di Santa Caterina e della torretta attigui al Palazzo Boyl. Nel 1893 il monastero è in pessime condizioni, viene ceduto al Comune per risanare via Canelles e prolungare la passeggiata del Bastione. Il Consiglio Comunale nel 1896 si pone il problema di edificare scuole per il quartiere Castello e decide di costruirne una nel Bastione di Santa Caterina, occupando parte dell’area in cui sorge il monastero. Ovviamente è necessario sgomberare l’edificio, poiché vi soggiornano ancora due suore ottuagenarie. Nel 1908 le immagini storiche ci danno indicazione di alcuni ponteggi esistenti e del completamento dei lavori. La scuola di Santa Caterina ha recentemente restaurato una Stamperia dei primi del ‘900, ha ripulito la cisterna punico-romana, ha riportato alla luce diverse strumentazioni belliche, ha ripristinato un antico gabinetto dentistico e ricostruito un’aula d’epoca. La scuola promuove una miriade di iniziative per consolidare una memoria storica importante per il quartiere e per la città, mantenendo la sua destinazione originale ma in stretta relazione con le didattiche più avanzate. “Il nemico ha fatto stasera sulla città una incursione che ha causato molte vittime. Al fischio delle sirene ho condotto i bambini nel rifugio, ma stavano ancora scendendo le scale quando si sono sentiti i primi spezzoni. I bambini… si sono molto spaventati e qualcuno si è messo a piangere. L’incursione di ieri ha seminato il panico per la popolazione di Cagliari. Le autorità hanno creduto opportuno sospendere le lezioni”. (Dal Giornale di classe, 17 febbraio 1943, un’insegnante della Scuola Elementare Santa Caterina). La lettura di queste fonti, conservate nell’archivio dell’Istituto, consente di ricostruire la storia dei bombardamenti sulla città di Cagliari negli anni 1942 e 1943.

Visite guidate a cura di: Scuola primaria Santa Caterina

monumentiaperti

81


Manno

Scuola Media Mostra documenti d’archivio Via del Collegio

BUS

6/7

La Scuola Media Statale G. Manno è la scuola media di Cagliari di più antica e illustre tradizione formativa per molte generazioni di cagliaritani; la sua sede principale occupa, fin dalle origini, una parte dell’antico Collegio gesuitico di Santa Teresa risalente al 1631. Con la legge Casati del 13 novembre 1859 nel Collegio di S. Teresa furono istituiti le scuole elementari di S. Teresa, la Regia scuola tecnica A. Cima e il Regio Liceo Dettori. La storia della Manno comincia il 1 ottobre 1940: con la legge Bottai, le tre prime classi del ginnasio si staccano dalle ultime due del liceo Dettori costituendo la Regia Scuola Media n. 2. Lo stesso preside del liceo-ginnasio fungeva da preside per la nuova scuola media che rimane nello stesso edificio ed occupa i locali prospicienti la via del Collegio, con ingresso dall’ottocentesco portone con la lunetta. La porta centrale è riservata alle classi femminili del liceo, mentre le classi maschili accedono all’istituto dalla piazzetta Dettori. Nel 1948 la Regia Scuola Media n. 2 cambia l’intestazione e viene intitolata al Barone Giuseppe Manno. L’archivio della scuola conserva la memoria storica degli anni della seconda guerra mondiale: pagelle, certificati di razza, tessere balilla, richieste di nulla-osta a causa dello sfollamento, foglietti con le relazioni dei docenti sull’andamento della guerra puntualmente riferito agli studenti, registri che interrompono l’annotazione delle lezioni nel febbraio del ‘43, quando l’allora Preside G. Corrias è costretto, in seguito ai bombardamenti, a chiudere l’edificio e a trasferire l’archivio nella propria abitazione. Il caseggiato, completamente ristrutturato tra il 1994 e il 1997, conserva al suo interno i segni dell’architettura dell’antico collegio e della storia cittadina: i cortili di collegamento con la chiesa e il resto del convento, il grande portale, le volte arcuate a sesto ribassato e a crociera, stucchi seicenteschi e del periodo fascista, un piccolo monumento ai caduti della I guerra mondiale.

In prosecuzione del progetto Turistabile.

Visite guidate a cura di: Scuola secondaria I grado Manno - Cima - Conservatorio

82

Cagliari


Società degli

Operai BUS 1/M

Via XX Settembre, 80

La fondazione della Società degli Operai di Mutuo Soccorso della Città di Cagliari risale al 1855: ebbe allora la sua prima sede provvisoria nel quartiere di Castello, nell’aula consiliare del vecchio Palazzo Civico. Dopo diverse sedi provvisorie, nel 1912 fu edificata l’elegante palazzina in stile Liberty che ancora oggi ospita il Sodalizio, sorta per la necessità di avere una dimora propria, imposta dal sempre crescente numero dei soci e da esigenze di carattere amministrativo. Fu l’allora presidente Carlo Concas che pose il problema della costruzione, e donò l’area su cui, in meno di due anni, sorse la palazzina. La redazione del progetto e la direzione dei lavori furono affidati all’Ingegner Riccardo Simonetti, che eseguì disinteressatamente l’opera. La sede si compone di un piano terra e di un primo piano, dove hanno sede gli uffici e la sala per le riunioni e per le diverse attività della Società. Il portone d’accesso e le inferriate che delimitano lo scalone che porta al piano superiore si caratterizzano per lo stile liberty elegante e leggero, opera di un fabbro cagliaritano. Gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, soprattutto nelle parti decorative, fu perfettamente riparata e nel corso degli anni è stata più volte sottoposta ad attenta opera di restauro. Potranno essere osservati, nelle bacheche e nelle teche della Società, documenti di vario genere che ne ricordano i 147 anni di storia: documenti storici, fondatori, gli avvenimenti che hanno caratterizzato il periodo delle guerre; inoltre saranno oggetto della mostra diversi attrezzi da lavoro utilizzati dagli artigiani ed operai di altri tempi, e la Sede Sociale stessa.

Visite guidate a cura di: Società degli Operai di Mutuo Soccorso

monumentiaperti

83


Stazione e Museo delle

Ferrovie dello Stato Piazza Matteotti

BUS 8/29/M

La Stazione della Compagnia Reale delle Ferrovie, successivamente denominate Ferrovie dello Stato, fu inaugurata nel 1879 su progetto dell’ingegnere Polese con una veste classicheggiante parzialmente mutata nel corso degli anni. Intorno agli anni ‘30 del Novecento, infatti, l’edificio fu innalzato nelle parti laterali, assumendo il volume odierno. Durante i bombardamenti del 1943 subì gravissimi danni che causarono sia la perdita di parti dell’edificio sia lo spostamento del punto di partenza dei treni verso la zona di San Paolo. Nel 1985 è stato allestito un museo con lo scopo di fissare una testimonianza di archeologia industriale delle Ferrovie Reali Sarde e delle “Concesse”. Ubicato all’interno della stazione di Cagliari, raccoglie più di 100 testimonianze che ripercorrono le più importanti tappe della storia sarda delle ferrovie: le foto dell’Ing. Benjamin Piercy, carte, foto e disegni d’epoca, modelli di ponti e locomotive, il modello funzionante della nave traghetto Gennargentu, mobili per biglietteria e sala d’attesa, lampade, orologi, strumenti di lavoro ferroviari, casseforti a muro con aperture segrete, ed addirittura il salotto proveniente dalla carrozza reale, con sede a Cagliari, distrutta da un incendio durante i bombardamenti della II guerra mondiale (sono curiose le poltroncine ad altezza ridotta, realizzate su misura per il Re Vittorio Emanuele III). Nell’atrio della stazione è pure esposta la locomotiva a vapore, una delle poche sopravvissute della serie utilizzata per lungo tempo nei collegamenti Cagliari-Olbia.

Visite guidate a cura di: Scuola secondaria di I grado Mons. Saba Sardegnavapore - Associazione Sarda Treni Storici

84

Cagliari

In prosecuzione del progetto Turistabile.


Teatro Civico BUS

Via Università

7

Cagliari, intorno alla metà del XVIII sec., non possedeva ancora un vero e proprio teatro. Nel 1755 l’ing. Saverio Belgrano di Famolasco propose al governo sabaudo un progetto per la realizzazione di una struttura destinata a teatro nel luogo dove oggi sorge il Rettorato dell’Università e comprendente anche il Seminario Tridentino. Tale proposta non fu approvata dal governo, ma trovò l’interesse del nobile cagliaritano don Francesco Zapata, barone di Las Plassas, che, tra il 1764 e il 1766, realizzò il progetto. Il teatro, noto come Teatro Las Plassas, assunse presto la denominazione di Teatro Regio. La sua capienza complessiva era di circa mille spettatori. La gestione e manutenzione del teatro divenne, col tempo, un costo notevole per la famiglia Zapata, tanto che intraprese delle trattative con il Comune per la vendita concluse nel 1831. Nello stesso anno iniziarono i lavori di ricostruzione su progetto dell’arch. Giuseppe Cominotti, al quale subentrò Gaetano Cima. A questi fu richiesto di ricavare quattro ordini di palchi e di modificare l’ingresso a ponente e quello dal Castello. Nel 1836 iniziarono i lavori di demolizione del teatro di Belgrano e di costruzione del nuovo teatro del Cima, ormai chiamato Teatro Civico. Durante la seconda guerra mondiale, i bombardamenti del 1943 distrussero il palcoscenico, i palchi, la platea e il tetto, mentre rimasero in stato di conservazione accettabile i muri perimetrali, l’atrio d’ingresso, la sala caffè, la torre scenica e le scale di collegamento al Palazzo Zapata. L’edificio, abbandonato e in notevole stato di degrado per circa settanta anni, è stato sottoposto, da parte della amministrazione cittadina, ad un recupero della linea architettonica originaria della sala, ma senza ripristinarne la copertura. L’inaugurazione è avvenuta in occasione dell’edizione 2006 di Monumenti Aperti.

Visite guidate a cura di: Istituto di Istruzione Superiore D.A. Azuni

monumentiaperti

85


Teatro Lirico Via Santa Alenixedda

BUS M/6

Il teatro Lirico è stato inaugurato nel 1993, al termine di una lunghissima stagione di lavori cominciata nel 1964, con il bando di concorso per la realizzazione di un edificio teatrale per la città che sostituisse il Teatro Civico, distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Approvato nel 1967 il progetto degli architetti bergamaschi Ginoulhiac e Galmozzi, si diede il via alla costruzione della grande struttura: 5.000 metri quadri, i foyer, la sala di 1650 posti distribuiti fra platea e due ordini di gallerie, il palcoscenico (22 metri di larghezza per 14 di profondità) rivestito di pannellature di gesso e legno per una resa acustica ottimale e il golfo mistico sistemato su una doppia piattaforma mobile che permette diverse possibilità di utilizzo. Negli anni successivi all’inaugurazione vengono realizzate sale-prova, laboratori, magazzini e locali per uffici. Il Teatro Lirico di Cagliari, sede dell’omonima Fondazione, è attivo tutto l’anno con stagioni sinfonico-cameristiche, liriche e di balletto. Sul palcoscenico, insieme all’Orchestra e al Coro del Teatro Lirico, protagonisti di molte produzioni di prestigio, si sono succeduti artisti di ottimo livello, che hanno concorso a determinare il rilancio dell’attività musicale cagliaritana. Oggi fa parte del compendio Parco della Musica.

Visite guidate a cura di: Conservatorio Statale di Musica G.P. Da Palestrina Associazione Italia Nostra sezione di Cagliari

86

Cagliari


Necropoli di

Tuvixeddu BUS

Via Falzarego

8/20

Il colle di Tuvixeddu ospita quella che già nell’Ottocento era considerata la più vasta e significativa necropoli punica del Mediterraneo. Per quanto sia stata in seguito e a lungo danneggiata dalla coltivazione delle cave che rifornivano la cementeria, la necropoli conserva ancora gran parte della sua suggestiva estensione. La fascia digradante del colle rivolta verso la laguna, sulle cui sponde sorgeva la città dei vivi, è percorsa dal fitto succedersi dei tagli regolari delle sepolture, costituite da un pozzo di discesa, della profondità media di circa 3 metri, dal quale si accede alla vera e propria cella funeraria ricavata a monte. Di piccole dimensioni ed in asse con il pozzo, la cella ospitava uno o più defunti, accompagnati dal corredo ceramico (brocche, piatti, lucerne) e a volte dagli oggetti personali (scarabei, collane in pasta di vetro, amuleti di varia foggia). La porta della cella veniva poi chiusa da un lastrone di pietra ed il pozzo era riempito con il pietrame prodotto con lo scavo. Nel corso dei lavori che si sono svolti fra il 2004 ed il 2007 sono state scavate, o soltanto ripulite, oltre 770 tombe, tutte comprese in un settore della necropoli che è stato per molto tempo in totale abbandono. Nonostante questo un certo numero di sepolture è stato ritrovato intatto. Alle novità derivanti dagli oggetti, talvolta rari e di grande interesse scientifico - che è possibile vedere al quarto piano del Museo Archeologico Nazionale, - si sono aggiunte le novità rappresentate dalla decorazione di alcuni pozzi con motivi dipinti o a rilievo (ad esempio il segno di Tanit) e di alcune celle decorate da disegni geometrici - a linee parallele, a rombi, a reticolo, - tracciati in rosso sulle pareti. Le tombe a pozzo furono in uso dal VI al III secolo a.C.. In età romana una piccola parte dell’area fu per qualche tempo utilizzata per ricavare pietre da taglio: la cava, di cui si vedono i tagli a gradoni ed i blocchi accatastati, fu più tardi, intorno al II secolo d.C., attraversata dal tracciato dell’acquedotto romano. Già durante la seconda guerra mondiale ospitò molte persone che avevano perduto la casa per i bombardamenti, in uno stato di degrado che ebbe una lunga durata anche dopo la fine del conflitto. Visite guidate a cura di: Istituto Professionale per i Servizi Sociali S. Pertini Scuola secondaria di I grado Spano - De Amicis Associazione Legambiente Associazione Amici di Sardegna

monumentiaperti

87


Proprietari e Gestori Si ringraziano gli Enti, le Istituzioni e i privati che hanno gentilmente aderito alla manifestazione mettendo a disposizione i monumenti aperti in questa edizione Ancelle della Sacra Famiglia Archivio di Stato Associazione Villa Muscas Azienda Ospedaliero Universitaria Cagliari Direzione dell’Ospedale S. Giovanni di Dio Biblioteca Universitaria Casa dei Padri Gesuiti Casa Massonica Grande Oriente d’Italia Centro Servizi Cultura Anfiteatro Comando Carabinieri Comando Militare Autonomo della Sardegna (Biblioteca militare) Comune di Cagliari Divisione Socio Assistenziale - Direzione Cimiteri Comune di Cagliari Ufficio di Gabinetto del Sindaco Consorzio CAMU’ Consulta Comunale Associazioni disabili - Comune di Cagliari Consulta Provinciale delle persone con disabilità Provincia di Cagliari Convento Padri Domenicani Convitto Nazionale Cooperativa Sant’Elia 2003 Croce Rossa Italiana Diocesi di Cagliari Direzione didattica Santa Caterina Direzione Trenitalia Ente Parco Naturale Regionale Molentargius - Saline Esercito Italiano Famiglia Ballero Fondazione Giuseppe Siotto Fondazione Istituto Carlo Felice Fondazione Teatro Lirico Fondazione Umberto e Margherita Galleria Comunale d’Arte Itinerarte srl

88

Cagliari


Ministero per i Beni e le Attività Culturali Museo Archeologico Nazionale Museo Ferrovie dello Stato TRENITALIA S.p.A. Nuovo Collegio della Missione Opera Sant’Eulalia Orientare Padri Gesuiti Padri Mercedari del Santuario di N.S. Bonaria Parrocchia Sant’Eulalia Parrocchia Santa Cecilia – Cattedrale Parrocchia Santa Rosalia Parrocchia Santi Giorgio e Caterina Parrocchia Nostra Signora del Carmine Parrocchia Sant’Anna Polizia Municipale Prefettura di Cagliari – Fondo Edifici di Culto Provincia di Cagliari Assessorato alle Politiche Sociali Mediazione Linguistica Presidenza Palazzo Viceregio Servizi Tecnici e Patrimonio Regione Autonoma della Sardegna Presidenza della Giunta Regionale Assessorato degli Enti Locali Finanze ed Urbanistica Rettoria Sant’Agostino Società degli Operai di Mutuo Soccorso Società di Sant’Anna onlus Soprintendenza BAPSAE prov. Cagliari e Oristano Soprintendenza Beni Archeologici prov. Cagliari e Oristano Sorelle Piredda T.A.R. Sardegna -Tribunale Amministrativo Regionale Teatro Stabile della Sardegna Università degli Studi di Cagliari Corso di Laurea in Beni Culturali Università degli Studi di Cagliari Settore Amministrativo e Dipartimenti

monumentiaperti

89


I racconti di monumenti aperti Nel buio e nel vento Scritto da Gianni Zanata

Maria cammina, si guarda attorno. Occhi azzurri ha questo bambino, pensa. Occhi belli e grandi, mi scrutano, mi fanno sentire persino un po’ a disagio. Occhi che mi ricordano quelli di Raffaele, l’amore mio. L’amore mio che vedrò stasera, se avrò fortuna e se il buon Dio vorrà. Occhi azzurri e belli ha questo bambino che fissa ancora il suo sguardo al mio, mentre mi viene incontro, la mano stretta nella mano della madre, il passo ciondolante e strascicato dei bambini che han poca voglia di camminare. Sorrido al bimbo, sorrido alla madre, ché di sorrisi non ce n’è mai abbastanza in giornate come queste, gonfie di miseria e lutti, intanto che restiamo appesi allo sconforto, nel buio di una guerra che sembra senza fine. È guerra anche adesso, benché non paia, dentro una stazione, tra il vociare, gli annunci, lo sferragliare dei vagoni, la gente che si affretta e i fischi dei capotreni. È guerra nonostante i sorrisi e questa mamma e questo bimbo con gli occhi del colore che a Cagliari ha il cielo di maggio, luce che sgocciola dai bordi delle finestre e dai lucernari dell’atrio dove aspetto il convoglio che mi porterà in paese. Non arrendiamoci Maria, non arrendiamoci. Prendiamo il mondo, facciamolo sorridere. Così l’amore mio mi dice sempre. Come quel bimbo ha gli occhi azzurri e belli, Raffaele che vedrò stasera, se avrò fortuna e se il buon Dio vorrà. Non arrendiamoci, prendiamo il mondo, facciamolo sorridere. Il nostro canto danzerà sull’acqua. La libertà sarà la nostra forza; con lei il coraggio, la pace e l’onestà. Così l’amore mio mi dice sempre. Raffaele, che il fascismo non l’ha mai potuto soffrire. Figurarsi le armi, la guerra. Siam nati nel posto sbagliato al momento sbagliato, gli dico io. Ma lui s’arrabbia a sentir questi ragionamenti. Riscriveremo il nostro destino, combatteremo la nostra battaglia. Esseri liberi, esseri giusti: saremo uomini, nello scacciare l’arroganza della guerra. Ché un giorno i nostri figli ci ringrazieranno, per aver dato loro un mondo senza affanni. Così l’amore mio mi dice sempre. Raffaele, che adesso mi aspetta in paese, dove siamo sfollati a marzo, giorni freddi e bui, in fuga dagli spettri della città, vuota e triste come la pancia di un cane affamato. Raffaele, che andrò a cercare nel rifugio di campagna, nell’ovile in cui da disertore si sottrae alle milizie, riempiendo di sogni e di ottimismo l’angoscia della contumacia. Ma che succede? Di nuovo le sirene. Cos’altro ancora c’è da bombardare? Sguardi impauriti. Un ferroviere che si avvicina, mi fa cenno di seguirlo. Corriamo, dice. Corriamo al rifugio. Aldo cammina e si guarda attorno. Ancora un’ora e smonto, pensa, un’ora ancora.

90

Cagliari


Ferroviere, un lavoro che con questi chiari di luna è come avere un tesoro sotto il materasso. Così mi dicono gli amici. Un lavoro che non parti per il fronte, che non vai a far la guerra. Ferroviere, mestiere di cui andar fieri, mi dicono gli amici, ché da quando c’è lui, il Cavaliere, i treni sì che arrivano in orario. Così mi dicono gli amici. Che sanno un bel niente. Sanno un bel niente dei treni in orario. Ché noi ci facciamo un mazzo così, turni da schiattare, e disciplina da caserma. Vengano, signori, vengano pure a controllare. Ne muore di gente sulle rotaie, per far arrivare i treni in orario. Condizioni di lavoro disumane: più aumentano le ore di servizio, più diminuiscono i salari. Ecco com’è. Sa proprio un bel niente, la gente, dei treni in orario. Adesso, poi, in guerra, sotto le bombe, è già molto che ci siano, i treni. Altro che orari. E poi, a dirla tutta, io il ferroviere non lo volevo nemmeno fare. Se avessi potuto scegliere, avrei fatto il romanziere. Raccontar storie: questo il mio diletto. Raccontar storie, d’amore e d’avventura. Come i romanzi di quei tali americani, che la censura li ha fatti sparire subito dalla circolazione. Ché se gli italiani avessero letto quei romanzi, secondo me si sarebbero resi conto, avrebbero intuito che la cultura del mondo non finisce mica coi fasci. Magari avrebbero persino detto no alla guerra. Scrivo la notte, di giorno, quando capita. La gente non lo sa che ci vuol tempo, a scrivere storie. È lavoro di pazienza e di sudore, non è mica come scendere e salire dalle carrozze. Anche se a scendere e salire dalle carrozze s’incontrano certi tipi che ne avrebbero tante, di storie da raccontare. A pensarci, ognuno di noi è una storia silenziosa, un racconto nomade. Mi viene da pensare a Luigi, mio cognato, carabiniere, che ogni giorno, chiusa la caserma, si fa venti chilometri, a piedi, per tornare a casa dalla moglie, a Serdiana. Anche lui è una storia nomade e silenziosa. Ma che succede? Di nuovo le sirene. Cos’altro ancora c’è da bombardare? Sguardi impauriti. Una donna che mi viene incontro. Le faccio cenno di seguirmi. Corriamo, dico. Corriamo al rifugio. Luigi socchiude gli occhi, distende le gambe sotto la scrivania. La libertà non ha prezzo, pensa. La libertà è preziosa, la libertà è rara. La libertà va strappata dalle mani degli oppressori. Quando gli ho detto così, al piccolo Piero, lui ha sgranato gli occhi, è rimasto a bocca aperta. Chissà che cosa gli è passato per la testa, a sentir quelle parole. E non è vero che a tre anni i bambini non capiscano. Capiscono eccome. Babbo, la guerra è brutta. Mi ha detto dopo una lunga pausa, la mano sulla fronte per ripararsi dal sole di maggio. L’altra mattina, seduti su un muretto lungo la strada che da Dolianova porta a Serdiana, nemmeno mi pareva vero di poter stare

monumentiaperti

91


con mio figlio, un paio d’ore, prima di rientrare in caserma, in città. Certo che la guerra è brutta, gli ho detto. La guerra è inutile, la guerra è folle, la guerra è solo sete di potere. L’umanità purtroppo s’è smarrita. Nel buio e nel vento è l’odore del sangue, e della sconfitta. Ma tu sei un soldato, mi ha detto Piero, riccioli ribelli dietro la nuca. Non proprio ma quasi. Gli ho carezzato il viso con dolcezza. Non proprio ma quasi. Piero mi ha sorriso. Crescerlo in guerra costerà fatica. Ma ce la faremo, appena quest’inferno passerà. Gli altri due figli son già grandi, e Nina, mia moglie, è una donna che Dio solo sa quant’è bella e forte e coraggiosa, che a dodici anni sapeva domare gli asini, cavalcare a pelo ed eseguire acrobazie con il cavallo lanciato al galoppo. Bella e forte come questa terra che ringrazio la provvidenza per avermela fatta conoscere. Ché dal Veneto alla Sardegna di strada ce n’è tanta, ma ne è valsa la pena di arrivare sin qua. La libertà è preziosa, la libertà è rara. Ripeto ad alta voce, come se davanti a me avessi Piero, e non questo ladro patentato, vestito di tela grezza, toppe, scarpe senza lacci. Sciacalli: così li chiamano, quelli come lui. Gente senza scrupoli che entra nelle case degli sfollati, a far razzia, a rubar le poche cose ancora rimaste nei palazzi, abbandonati da chi è fuggito dalla città dopo le bombe di febbraio. Sciacalli li chiamano, quelli come Paolo, che margianeddu fa di soprannome. Trent’anni già compiuti, il delinquente. Fedina da provetto farabutto: quattr’anni di galera, sei condanne. In stato di flagranza è stato colto. Ceppi ai polsi e sguardo menzognero, sbircia e sorride, fa finta di non saperne niente. La refurtiva dentro un sacco lurido, merce da scambiare con formaggi, pasta, forse un pollo, che è tutta roba da mercato nero, che si compra a sa martinica, come dicono i cagliaritani, settecento lire per un fiasco d’olio, o cento lire per due chili di patate. Ma che succede? Di nuovo le sirene. Cos’altro ancora c’è da bombardare? Guardo Paolo che guarda me. Un gendarme e un brigante. In guerra la paura di morire è la stessa. Paolo ha solo voglia di scappare. Si guarda attorno e sospira. È stato Gavino, pensa. È stato cussu scimpru di Gavino, una sera mentre fumavamo in cella, a mettermi questo soprannome. Siccome sono piccolo e furbo, dice che margianeddu mi calza a pennello. Gli stavo per dare una sussa, ma di quelle brutte, il giorno che m’ha detto questa cosa. Ché anche se sono piccolo e magrolino, uno alto e grosso come Gavino ne manco lo temo, ché ne ho buttato giù di più alti e di più grossi di lui. La vita è furto e amore. Mi hanno detto che questa cosa qui l’ha scritta un poeta, un sacco di tempo fa. E io ai poeti ci credo, anche se a scuola ci sono andato poco o nulla. Però so leggere e scrivere, la terza elementare l’ho fatta due volte. Che mondo sarebbe, se non credessimo ai poeti. Loro hanno un dono: vedono ciò che tutti noi vediamo, ma lo vedono in modo più nitido, da ogni lato, da ogni prospettiva. Alcuni lo chiamano talento, altri semplicemente genio. Io non lo so, non saprei spiegarlo. Non sono un poeta, e il mio talento non l’ho mai trovato. La vita è furto e amore. Diceva così anche Mariano, che di furti e

92

Cagliari


d’amori era uno che se ne intendeva, che la sapeva lunga. Donne e denari, hai voglia a cercar talenti, mi diceva. Se hai donne e denari, nient’altro ti occorre. Ora è in Argentina, Mariano. Qui non posso stare, m’aveva detto una mattina al porto. Non gli avevo chiesto perché. Ma avevo intuito, non sono come cussu scimpru di Gavino, che gli devi spiegare sempre tutto. E comunque sapevo. I crastuli hanno gambe veloci. L’aveva combinata grossa, Mariano. Che se l’intendeva con la moglie del vice podestà, e all’occorrenza persino con la figlia. Furto d’amore, non senza rischi. Tant’è che una sera il vice podestà, una merdona stontonara, rientrando a casa senza preavviso li aveva colti sul più bello, si fa per dire. Faccenda delicata. Sulla quale, temendo scandali di certo inopportuni per la sua carriera politica, il cornuto aveva imposto il massimo riserbo. A suon di bigliettoni. È così che Mariano s’è fatto un bel gruzzolo. Con l’obbligo di levar le tende dalla città, s’intende. E un bel giorno è partito. Senza dir nulla, senza nemmeno salutare. La vita è furto e amore, maresciallo. Ma glielo giuro, non ce la faccio più. Voglio cambiare. Se lei mi aiuta, se lei mi lascia libero, glielo assicuro, non ruberò mai più. La fame è brutta, la fame è cosa orrenda. Sono sciacallo, sì, ma solo per disperazione. Non tolgo nulla a chi nulla non ha. La guerra, la violenza, la miseria: queste sì, son cose disumane. La prego maresciallo. Sono un ladruncolo, ma di mezza tacca. I delinquenti veri sono altrove. Gente spietata che non si commuove, che nulla sa di inedia e carestia. Qui, sotto la casacca, batte un cuore. Se son sciacallo, non è colpa mia. La prego maresciallo. Mia moglie aspetta alla stazione. Abbiamo un bimbo, dieci anni a giugno deve fare. Guardi la foto: occhi azzurri ha Giulio, il mio bambino. Occhi grandi che a volte mi scrutano e mi fanno sentire persino un po’ a disagio. Ma che succede? Di nuovo le sirene. Cos’altro ancora c’è da bombardare? La prego Maresciallo, andiamo via. Gendarmi, briganti: la morte in guerra non fa differenza. La prego Maresciallo, andiamo via. Al suono della sirena Giulio solleva il capo, si guarda attorno. Lo so cosa significa, pensa. Anche se ho solo nove anni e undici mesi, dieci a giugno, lo so cosa significa, cosa bisogna fare quando suona la sirena. Quando suona la sirena bisogna scappare, correre al rifugio. Ché arrivano gli aerei. E le bombe. L’ultima volta che ha suonato la sirena mi sono preso uno spavento grande così. Uno di quegli spaventi che anche mamma ha iniziato a tremare. Da quando son cadute le bombe di febbraio, ogni volta che suona la sirena le viene la tremarella alle gambe, e ce ne vuole del tempo prima che passi. A volte giorni interi. Ne è morta di gente, l’altra volta. Pure zia Bonaria, che poverina quando andavo a trovarla mi regalava le caramelle e mi portava a fare le passeggiate in spiaggia. E una volta m’aveva portato a vedere anche il teatro, non da dentro, ma da fuori, vicino al Bastione. I signori in nero, agghindati a festa, e le donne con il cappello, i vestiti lunghi ed eleganti. Da fuori, li abbiamo visti, ché il biglietto per lo spettacolo costa troppo, aveva detto zia Bonaria con un’espressione sconsolata.

monumentiaperti

93


Erano belli, quei signori agghindati. Ed erano belle le dame. Che se avessi avuti i soldi per i biglietti avrei fatto un regalo a zia Bonaria, per ringraziarla delle caramelle e tutto il resto. Quel teatro adesso non c’è più, l’han distrutto le bombe, qualche giorno dopo la morte di zia Bonaria, uccisa pure lei, mentre correva al rifugio di Stampace. E non lo so, ma è da quel giorno lì, dal giorno che è venuto giù il teatro, che penso a una cosa. Da quel giorno lì penso che quando sarò grande, quando la guerra sarà finita e avrò un lavoro e guadagnerò denaro, quando anche le sirene non suoneranno più, io, con il denaro guadagnato, farò una cosa che se zia Bonaria fosse viva, adesso, e le parlassi e le raccontassi i miei pensieri, lei mi sorriderebbe. Da quel giorno lì penso che quando sarò grande, io lo ricostruirò, quel teatro. Più bello e più grande di prima. Chiunque potrà entrarvi, e dei biglietti non importerà a nessuno. Ci penso sempre, a quando sarò grande. Ci penso anche ora che mamma mi tiene stretta la mano e mi dice di correre. Anche ora che il ferroviere ci dice di far presto, ché non c’è tempo da perdere. Lo so, gli dico. Anche se ho solo nove anni e undici mesi, dieci a giugno, lo so che quando suona la sirena bisogna correre al rifugio. John cammina a passi misurati verso l’hangar. Ogni volta è diverso, pensa, scrutando il cielo mentre un caccia s’alza in volo. Ogni volta è diverso. Eppure inspiegabilmente uguale, nella sua diversità: disporre il rifornimento, controllare la strumentazione di bordo, l’equipaggiamento. In guerra ogni nuova azione sembra identica alla precedente. Ogni bomba uguale all’altra, anche se ognuna andrà per conto suo. Ogni volta mi chiedono di mettermi in posa per una foto. Comandante, si metta qui. Così. Perfetto. Sorrida. Metta la firma sulla bomba. Questa è per la tua casa. Bene. La pubblicheremo sul giornale. Ogni volta è diverso. Ma in guerra no, non è così. Tutto sembra uguale, anche le foto sui giornali. Qual è l’obiettivo di oggi, comandante? Cagliari, Sardegna. Il cielo è limpido, c’è il sole. Tutto sarà più facile.

94

Cagliari


Indice Pag. 3 Saluti Pag. 4 Comitato Tecnico Cagliari Pag. 5 Presentazione 17a Edizione Pag. 6 Comitato Scientifico Regionale Pag. 7 Calendario Regionale 2013 Pag. 8 Informazioni utili Pag. 10 Monumenti in Musica Pag. 13 I racconti di Monumenti Aperti Pag. 14 Attività per bambini Pag. 15 Cultura senza barriere Pag. 18 Iniziative speciali Pag. 21 Gusta la città Pag. 22 Sentieri (in)interrotti Pag 24 I Monumenti Pag. 25 Anfiteatro romano Pag. 26 Archivio di Stato Pag. 27 Area archeologica di S. Eulalia e Museo Pag. 28 Area archeologica e Chiesa di Santa Lucia Pag. 29 Basilica di San Saturnino Pag. 30 Bastione di Saint Remy Pag. 31 Batteria C 135 Pag. 32 Biblioteca Militare di Presidio Pag. 33 Biblioteca Universitaria Pag. 34 Bunker II guerra mondiale via Rolando Pag. 35 Castello e Parco di San Michele Pag. 36 Cattedrale e Cripta dei SS Martiri Pag. 37 Cavità di via Vittorio Veneto Pag. 38 Centro della Cultura Contadina Pag. 39 Chiesa di Nostra Signora del Carmine Pag. 40 Chiesa della Purissima Pag. 41 Chiesa di San Giuseppe Pag. 42 Chiesa di San Michele Pag. 43 Chiesa di San Vincenzo de’ Paoli Pag. 44 Chiesa di Sant’Efisio a Giorgino Pag. 45 Chiesa dei Santi Giorgio e Caterina Pag. 46 Chiesa di Santa Chiara Pag. 47 Chiesa di Santa Lucia Pag. 48 Mappa Pag. 49 Mappa Pag. 50 Chiesa di Santa Rosalia Pag. 51 Chiesa di Sant’Anna Pag. 52 Chiesa di Sant’Agostino Pag. 53 Chiesa, Chiostro e Cripta di San Domenico Pag. 54 Cimitero Monumentale di Bonaria Pag. 55 Cimitero di San Michele Pag. 56 Cittadella dei Musei e Fortificazioni Pag. 57 Complesso Mercedario di N. S. Bonaria Pag. 58 Convitto Nazionale Pag. 59 Cripta di Santa Restituta Pag. 60 Croce Rossa Italiana, sede Pag. 61 Galleria Comunale e Giardini Pubblici Pag. 62 Galleria Rifugio Via Don Bosco Pag. 63 Ghetto

monumentiaperti

95


Indice Pag. 64 Pag. 65 Pag. 66 Pag. 67 Pag. 68 Pag. 69 Pag. 70 Pag. 71 Pag. 72 Pag. 73 Pag. 74 Pag. 75 Pag. 76 Pag. 77 Pag. 78 Pag. 79 Pag. 80 Pag. 81 Pag. 82 Pag. 83 Pag. 84 Pag. 85 Pag. 86 Pag. 87 Pag. 88 Pag. 90

96

Lazzaretto Legione dei Carabinieri Mediateca del Mediterraneo Museo Archeologico Nazionale Museo del Duomo Ospedale Civile Ospedale Civile - Sotterranei Palazzo di CittĂ Palazzo Civico e Search Palazzo Viceregio Parco delle Rimembranze Parco Naturale Regionale Molentargius Fortini II guerra mondiale Percorsi nel Novecento, Piazza del Carmine Pinacoteca Nazionale Sale Rappresentanza T.A.R. Scuola Elementare Carlo Felice Scuola Elementare Santa Caterina Scuola Media Manno SocietĂ degli Operai Stazione delle Ferrovie dello Stato e Museo Teatro Civico in Castello Teatro Lirico Tuvixeddu, necropoli Proprietari e Gestori monumenti Racconto Nel buio e nel vento di Gianni Zanata

Cagliari




Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.