Cagliari MA 2012

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Cagliari Monumenti Aperti

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6 Maggio 2012

COMUNE DI CAGLIARI


Sedicesima Edizione. Dedicata a Roberto Coroneo Cagliari 5/6 Maggio 2012 L’adesione del Presidente della Repubblica Per il settimo anno consecutivo la manifestazione ha ottenuto l’Adesione concessa dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il riconoscimento era stato attribuito per la prima volta nel 2006 dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Con una lettera inviata al Comitato Scientifico Regionale di Monumenti Aperti, il Presidente della Repubblica ha formulato fervidi auguri per il successo dell’iniziativa destinandole una quarta medaglia. © Sono vietati l’utilizzo e la riproduzione anche parziale dei testi e delle immagini.

© Associazione Culturale Imago Mundi MONUMENTI APERTI è un marchio registrato. L’Assessorato alla Cultura e il Comitato Tecnico ringraziano gli Assessorati e i Servizi Comunali, in particolare del Turismo, Politiche Sociali, Tecnologico, Igiene del Suolo, Economato, Verde Pubblico, Polizia Municipale, Viabilità e Traffico, Commercio e Artigianato, Cantieri, le Istituzioni, gli Enti, le Scuole, le Associazioni e tutti coloro che con la loro collaborazione danno un insostituibile contributo alla realizzazione della Manifestazione. Un doveroso ringraziamento infine deve essere riconosciuto a tutto lo staff organizzativo dell’Associazione Imago Mundi e del Consorzio Camu’.

Fotografie: Pierluigi Dessì/Confinivisivi Le foto del Museo Archeologico e della Scala di Ferro sono su concessione del MIBAC - Sopr. per i Beni Archeologici delle province di Cagliari e Oristano Pozzo di San Pancrazio: Marco Mattana. Parco Molentargius: Teravista. Teatro Lirico: Priamo Tolu Un Euro per la Cultura Il libretto di Monumenti Aperti di questa edizione è realizzato anche grazie al tuo contributo.

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uest’anno il tanto atteso appuntamento con Monumenti Aperti si dà un titolo e rafforza la sua vocazione: scoprire, riscoprire, disegnare o più semplicemente ricucire le trame di una memoria millenaria che, lungo percorsi aerei e sotterranei, tra discese nelle viscere nascoste della città e risalite nei suoi vertici più alti, dischiude luoghi noti e altri decisamente inediti. Quindi sentieri (in)interrotti, sentieri da percorrere, tracciando linee che raccolgano e ricompongano uno spesso frammentato tessuto urbano e paesaggistico collegandolo con l’oltre del territorio regionale. Sentieri che non portino in vicoli ciechi ma che siano capaci di aprire, grazie alle visite e alla partecipazione della cittadinanza, le frontiere di pietra dei singoli monumenti per farli dialogare tra loro e con noi, perché lungo la via e le vie emerga la storia di Cagliari. Quella profonda che risale dai fondali del mare, quella che è racchiusa nei sotterranei e nei percorsi ipogeici, quella che ci sta di fronte, sulle facciate dei palazzi e nelle pieghe dei monumenti di epoca punica e romanica, quella che scorre lungo mura medievali, quella che è scolpita nei siti archeologici così come quella che, silenziosa, attraversa i parchi e i paesaggi mozzafiato della città. Una storia che appartiene a tutti noi, alla nostra identità intrecciata, e che racchiude in sé l’apertura verso i racconti che provengono da tutta la Sardegna. Monumenti aperti quest’anno è un invito a mettersi in cammino lungo sentieri non più interrotti ma circolari, sentieri che partono da un punto della città per approdare in altrettanti suggestivi e millenari punti dell’isola. Aggirandosi nella necropoli punica di Tuvixeddu l’eco di Nora risuona… Massimo Zedda Sindaco Comune di Cagliari Enrica Puggioni Assessore alla Cultura Comune di Cagliari

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Comitato Tecnico Cagliari Comune di Cagliari Assessorato alla Cultura e Pubblica Istruzione Assessorato ai Servizi Sociali

Enrica Puggioni Serenella Piras Luisa Lallai Susanna Orrù

Assessorato al Turismo Barbara Argiolas e Attività Produttive Soprintendenza B.A.P.S.A.E. Gabriele Tola per le province di Cagliari ed Oristano Marcella Serreli

Soprintendenza per i Beni Archeologici Marco Minoja per le province di Cagliari ed Oristano Donatella Mureddu

Soprintendenza Archivistica Monica Grossi

Biblioteca Universitaria Ester Gessa Annamaria Tinari Provincia di Cagliari Angela Maria Quaquero Piero Comandini Francesco Siciliano

Università degli Studi di Cagliari Giovanni Melis

M.I.U.R. Ufficio Scolastico Regionale Enrico Tocco per la Sardegna Rosalba Crobu

Ufficio Beni Culturali della Curia Lucia Baire

Teatro Lirico di Cagliari Oscar Serci Viviana Gimelli Imago Mundi Associazione Culturale Fabrizio Frongia Armando Serri Alessandra Spissu Consorzio Camù Centri d’Arte e Musei Francesca Spissu Giuseppe Murru Alessandra Corona Associazione Italia Nostra Centro Servizi Cultura Anfiteatro Confesercenti Provinciale Cagliari

Luisa Marini Drò

Confcommercio Cagliari CTM SpA ANISA

Giancarlo Deidda Giuseppe Scura

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Francesco Randaccio Antonello Fruttu Roberto Bolognese Nicola Murru

Ezio Castagna Stefania D’Arista Franco Masala


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a nuova Giunta alla guida della Città avvia questa XVI edizione di Monumenti Aperti all’insegna di una forte e convinta adesione al progetto, per la sua crescita e capillare espansione in tutto il tessuto educativo cittadino. Di tutto ciò ci rallegriamo. Purtroppo, però non sarà più come prima. Una delle più vivaci e dinamiche personalità del Comitato Tecnico Scientifico della manifestazione ci ha lasciato prematuramente. Non è l’unica figura di grande spicco e spessore che nel recente passato è venuta meno, e di cui noi tutti sentiremo la mancanza, ma la perdita di Antonio Romagnino, professore ed intellettuale e di Giovanni Lilliu, decano dell’archeologia, Accademico dei Lincei e Sardus Pater era nell’ordine naturale delle cose. La scomparsa del Prof. Roberto Coroneo, del compagno di strada di tanti anni, è giunta invece, inaspettata. La sua disponibilità, guida originale e brillante saranno difficilmente sostituibili. Insostituibile ed altissimo l’apporto scientifico e il costante e generoso sostegno assicurato, sia in termini di partecipazione agli incontri preparatori di Monumenti Aperti, che in merito alle idee suggerite nell’ambito delle riunioni del Comitato della Manifestazione di cui è stato a lungo validissimo componente. Anche Monumenti Aperti ha dunque i suoi eroi da ricordare, dopo la prematura scomparsa di Patrizia Cianchi, la perdita del Professore che ha saputo interpretare il suo ruolo di docente all’insegna della migliore tradizione accademica italiana e che tanto amore ha dedicato alla cultura e alla storia dell’arte non solo della nostra città, ma di tutta l’Isola, ci priva del suo sostegno. Per dare voce ad un nostro bisogno interiore e cercare di trasmettere la passione civile che lo animava, in questa edizione che rivede la proposta al pubblico di Tuvixeddu (monumento finalmente riaperto dopo la sua prima presentazione nella manifestazione nel 1997) abbiamo deciso di dedicare l’edizione di quest’anno alla memoria di Roberto Coroneo. Un’altra delle novità di questa XVI edizione è la Chiesa di San Francesco di Stampace, monumento non più visibile, ma che simbolicamente ci riporta al periodo storico che con maggior passione e dedizione il Prof. Coroneo ha studiato e a cui ha indirizzato il suo ingegno. Rendere omaggio alla sua memoria è anche evidenziare uno dei tratti caratteristici che ci ha accomunato nel progetto di valorizzazione del patrimonio culturale della Sardegna: la narrazione dei monumenti a cui la Storia non ha dato la possibilità di essere tramandati, ma che il racconto delle guide volontarie può far tornare a vivere per far emozionare e vibrare le corde della curiosità. Grazie per averlo condiviso con noi e per averlo ricordato sottovoce. Con signorilità e sobrietà.

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Il Comitato Scientifico Regionale Consiglio Regionale della Sardegna Claudia Lombardo Maria Santucciu Regione Autonoma della Sardegna Assessorato al Turismo Luigi Crisponi Artigianato e Commercio

Assessorato alla Pubblica Istruzione, Sergio Milia Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport

Direzione Regionale per i Beni Culturali Maria Assunta Lorrai e Paesaggistici della Sardegna Sandra Violante

M.I.U.R. Ufficio Scolastico Regionale Enrico Tocco per la Sardegna Rosalba Crobu

Comune di Cagliari Massimo Zedda Enrica Puggioni

Provincia di Cagliari Angela Maria Quaquero Ufficio Regionale Francesco Tamponi Beni Culturali Ecclesiastici

UPI Sardegna Francesco Putzu

ANCI Sardegna Cristiano Erriu Umberto Oppus Università degli Studi di Cagliari Giovanni Melis Università degli Studi di Sassari Attilio Mastino Pinuccia Simbula Imago Mundi Associazione Culturale Fabrizio Frongia Armando Serri onsorzio CAMU’ Centri d’Arte e Musei Francesca Spissu C Giuseppe Murru Società Cooperativa Sociale Il Ghetto Alessandro Piludu Nicoletta Manai

Confesercenti Regione Sardegna Marco Sulis Confcommercio Sardegna Gavino Sini

Agenzia Nazionale Gianpiero Liori Sviluppo Autonomia Scolastica

Sardegna Solidale Roberto Copparoni Centro Servizi per il volontariato

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urismo, identità e cultura, una combinazione ideale per una terra depositaria di tradizioni millenarie. Oltre che da spiagge bianche e mare cristallino, i viaggiatori sono sempre più attratti da manifestazioni e itinerari culturali e da località d’arte della Sardegna. Una recente indagine conferma il trend, nel primo semestre 2011 nell’Isola è cresciuta del 20% la frequentazione di luoghi di interesse storico - artistico, un dato con pochi confronti in Italia. Fra le motivazioni alla vacanza, spiccano le visite al patrimonio artistico e monumentale: ‘uno scrigno di tesori’ composto in Sardegna da antichi palazzi e castelli, basiliche e musei, parchi minerari e archeologici, e disseminato sull’intero territorio. Un patrimonio da preservare innanzitutto, poi da riscoprire per i sardi e, nel contempo, da condividere con i visitatori con l’accoglienza della quale l’Isola è capace. Da condividere con itinerari culturali, come appunto Monumenti aperti, evento che suscita suggestioni ed emozioni uniche. La domanda turistica è orientata alla ‘memoria’ e alla cultura, perciò la Regione Sardegna promuove l’architettura storico - artistica, simbolo di identità, così da assecondare anche il profilo moderno dei nostri visitatori, culturalmente preparati, rispettosi e desiderosi, oltre che di ‘vivere’ l’unicità di paesaggi incantevoli, anche di conoscere beni culturali e manifestazioni tradizionali. Luigi Crisponi Assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio

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nno dopo anno, Monumenti Aperti rappresenta un momento importante che va oltre la semplice manifestazione culturale. È la condivisione della conoscenza del nostro patrimonio di cultura, di memoria e di storia condivisa. È la consapevolezza che i beni culturali rappresentano veramente noi stessi, la nostra espressione artistica e creativa, interprete dell’epoca che li ha visti nascere. È la testimonianza di quanto la cultura non sia un bene privato, ma collettivo, che aspetta di essere riscoperto, esposto, valorizzato, divulgato, fruito. Con Monumenti Aperti si vive un momento popolare e di festa dove un pubblico sempre più attento e consapevole delle potenzialità del nostro patrimonio artistico-architettonico, diventa protagonista della storia della nostra Isola. La promozione del nostro grande patrimonio culturale si è trasformata nel corso degli anni, proprio grazie a questa manifestazione, in un momento festoso e popolare che raduna giovani e meno giovani, studiosi della materia e semplici curiosi, studenti e volontari culturali. Tutti ugualmente coinvolti in un’attesa opportunità di arricchimento storico e culturale dove il nostro passato e il nostro presente si fondono per dare a tutti la consapevolezza che dobbiamo tramandarlo gelosamente, nel migliore dei modi, alle generazioni future. Sergio Milia Assessore regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport monumentiaperti

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Informazioni Utili i

Informazioni Monumenti Aperti ha sede a Cagliari presso Il Ghetto, via Santa Croce 18, tel. 070.6402115, dove è possibile rivolgersi per informazioni relative alla promozione ed organizzazione della manifestazione. Un servizio informativo sarà disponibile presso gli Uffici dell’Assessorato alla Cultura di Cagliari ai seguenti numeri: 070.6776470 e 070.6776471 e nei seguenti orari: sabato dalle 16.00 alle 20.00 e la domenica dalle 9.00 alle 20.00. INFO POINT Cagliari Informazioni e materiali sulla manifestazione anche in lingua straniera, presso gli Infopoint del Comune di Cagliari. Orario dalle 8.00 alle 20.00. Ufficio del Turismo presso SEARCH Sede Espositiva Archivio Storico Comunale, Sottopiano Palazzo Civico, Largo Carlo Felice, 2 tel. 070.6777187 Infopoint Molo Sanità - Porto Infopoint piazza Costituzione Infopoint piazza Indipendenza www.infopointcagliari.it - email: infopoint.cagliari@gmail.com Infopoint Mediateca del Mediterraneo, via Mameli, Cell 3423422010, Xmem Cagliari Orari della Manifestazione • I monumenti saranno visitabili dalle 16.00 alle 20.00 del sabato e dalle 9.00 alle 20.00 della domenica. • L’orario di apertura di alcuni monumenti potrebbe non coincidere con quelli della manifestazione. • In alcuni monumenti l’accesso sarà permesso esclusivamente con visita guidata. • Nelle Chiese le visite guidate verranno sospese durante le funzioni religiose.

@ Monumenti Aperti in Internet Informazioni e dati sulla manifestazione e sui monumenti di Cagliari agli indirizzi: www.monumentiaperti.com, www.camuweb.it Monumenti Aperti, Cagliari MONUMENTI APERTI @monumentiaperti Informazioni anche su www.sardegnagrandieventi.it Ufficio Stampa a cura del Consorzio Camù C/o Centro Comunale d’Arte e Cultura Ghetto, via Santa Croce 18, 09124 Cagliari, tel. 070.6402115; cell. 346.6675296 email: ufficiostampa@camuweb.it Di seguito si segnalano i monumenti che non seguono interamente gli orari della manifestazione e i punti di partenza per i percorsi disponibili per questa edizione: PERCORSI NATURALISTICI Percorso Sella del Diavolo, partenza da Piazzale Calamosca Orari: sabato 5 maggio ore 16.00 e 17.30;

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domenica 6 maggio alle ore 10.00, 11.30, 15.00, 16.00,17.00. Durata un’ora e mezzo circa. Percorso lungo appuntamento ore 8.30 della domenica, max partecipanti 30 persone. Si consiglia vivamente di indossare calzature adeguate. Percorso Colle di Sant’Ignazio, partenza Faro Calamosca. Orari: domenica 6 maggio dalle 10.00 alle 17.30, partenza ogni ora. Chiesa di San Lucifero Visitabile sabato 5 maggio dalle ore 16.00 alle 17.45, domenica 6 maggio dalle ore 11.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 17.45. Cripta di San Lucifero Visitabile sabato 5 maggio dalle ore 16.00 alle 19.00, domenica 6 maggio dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00. Teatro Lirico Visitabile solamente nella giornata di domenica 6 maggio dalle ore 9.00 alle ore 20.00, le visite partiranno ad ogni ora con una pausa tra le 13.00 e le 15.00. Museo del Tesoro e Area Archeologica di Sant’Eulalia Visitabile sabato 5 maggio dalle 16.00 alle 20.00, domenica 6 maggio dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 20.00. Museo del Duomo Visitabile sabato 5 maggio dalle 16.00 alle 20.00, domenica 6 maggio dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Orto Botanico Visitabile sabato 5 maggio e domenica 6 maggio fino alle ore 19.00. Museo di Fisica Visitabile sabato 5 maggio dalle ore 15.00 alle 18.00; domenica 6 maggio dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Archivio di Stato Visitabile solo nella giornata di domenica 6 maggio dalle 9.00 alle 20.00. Museo di Mineralogia L. De Prunner e Geologia Lovisato Visitabile sabato 5 maggio fino alle ore 19.00 e domenica 6 maggio dalle ore 10.00 alle 19.00. Auditorium del Conservatorio G. P. L. da Palestrina Visitabile sabato 5 maggio dalle ore 16.00 alle 20.000 e domenica 6 maggio dalle ore 9.00 alle 13.00. Convoglio ferroviario storico Visitabile domenica 6 maggio dalle ore 9.00 alle 18.30, binario 8 (stazione F.S. piazza Matteotti. Museo di Bonaria Visitabile sabato 5 maggio dalle 16.00 alle 19.30, domenica 6 maggio dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30. Palazzo Siotto Visitabile sabato 5 maggio dalle 18.00 alle 20.00, domenica 6 maggio dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 16.30 alle 19.30. Chiesa di San Giuseppe Domenica 6 maggio le visite guidate saranno sospese dalle 13.00 alle 15.00. Museo di Fisica Visitabile sabato 5 maggio dalle ore 16.00 alle 20.00, domenica maggio 6 dalle ore 9.00 alle 13.00 e 16.00 alle 20.00. Teatro Massimo Visite guidate solo sabato 5 maggio. Durata visite circa un’ora gruppi di max 25 visitatori. Partenze visite: 16.00 – 17.00 – 18.00 – 19.00 Durante le visite guidate si potrà assistere alle prove aperte del nuovo spettacolo del Teatro Stabile della Sardegna I miracoli del barone Munchausen diretto da Laura Pazzola.

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Monumenti in Musica & Spettacoli SABATO 5 MAGGIO Chiostro di San Domenico, ore 17.00 I racconti di Monumenti Aperti, Paolo Fresu. Chiesa di Sant’Efisio a Giorgino, ore 17.00 Omaggio dell’Istituto Comprensivo Colombo al barocco e la città di Venezia. Soprano: Alessandra Mei, Tenore: Luigi Masala. Cavità Via Vittorio Veneto, ore 18.00 Glee’s, musiche di Irlanda e Sardegna proporrà una raccolta di canzoni tradizionali dove le sonorità delle due isole si fondono insieme per diventare un’unica melodia. Cortile del Palazzo Civico alle 18.30 Concerto della Banda Musicale Città di Cagliari, dirige Ottavio Sitzia. Galleria Comunale d’Arte, ore 18.30 Concerto Melodie immortali, soprano Valentina Marghinotti, tenore Luigi Masala, pianista Valerio Carta. A cura dell’Associazione Amici della Musica. Chiesa di Santa Maria del Monte, ore 19.00 Concerto della Corale polifonica di Santa Cecilia. Chiesa di Santa Chiara, ore 19.00 Concerto per coro e organo dal titolo MusicaInsieme per Monumenti Aperti, Coro Musica Insieme. Palazzo Siotto, Sala dei Ritratti, ore 19.00 Concerto - Conferenza con video-proiezione Ciro Paduano dal titolo Il metodo Orff a cura della Fondazione Giuseppe Siotto. DOMENICA 6 MAGGIO Sottopiano Palazzo Civico, ore 10.00 Concerto del Coro Polifonico Cantores Mundi con brani del repertorio sacro, profano e tradizionale. Palazzo Siotto, ore 10.30 Concerto di musica classica, a cura della Fondazione Siotto. Ghetto, ore 11.00 Concerto della Corale del Gruppo Folkloristico di Monserrato con repertorio sacro e profano. Dirige il M° Giovanni Pani. Teatro Massimo, ore 11.00 I racconti di Monumenti Aperti, Davide Catinari. Chiesa di Santa Chiara, ore 11.30 Concerto Coro Polifonico Cantores Mundi, brani del repertorio sacro. Biblioteca Universitaria, Sala Settecentesca, ore 12.00 Concerto della Corale Claudio Monteverdi di Cles da Bach a Marghinotti. Dirige Caterina Centofante. Palazzo Siotto, ore 12.00 Concerti della Fondazione Giuseppe Siotto. Musiche di Beetho-

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ven, Chopin, Prokofiev, Stefano Ferra al pianoforte; Bach-Busoni, Liszt, al pianoforte Lorenzo Erdas. Grotta di Marcello, ore 17.00 I racconti di Monumenti Aperti, Rossella Faa. Palazzo Siotto, ore 18.00 Concerti della Fondazione Giuseppe Siotto. Al pianoforte Roberta di Franco, Gianluca Onnis, Cinzia Piredda. Chiesa di Santa Chiara, ore 18.00 Concerto Arpeggiando della classe d’arpa Suzuki di Tiziana Loi e della classe di violoncello Suzuki del M° Pischedda. A cura della Società di Sant’Anna e dell’Associazione Culturale Musicale Arpeggiando. Galleria Comunale d’Arte, ore 18.00 Concerto Melodie senza tempo, soprano Cinzia Todde, baritono Angelo Romero, pianista Valerio Carta. A cura dell’Associazione Amici della Musica. Chiesa di Santa Lucia, ore 18.30 Concerto Sacre Armonie, Gruppo Vocale Cantigos diretto dal M° Barbara Mostallino e del Gruppo Vocale N.S. di Monserrato diretto dal M° Francesco Marceddu. Basilica di San Saturnino, ore 18.30 Concerto della Corale Perosi e del Coro di Voci Bianche Musica Insieme. Dirigono i Maestri Ivana Busu, Roberta Dessì e Alessandro Mameli. Basilica di Santa Croce, ore 19.00 Concerto del Coro Collegium Karalitanum I colori della musica... dal colto al popolare, brani di musica colta e brani tradizionali popolari della Sardegna. Dirige il M° Giacomo Medas. Palazzo Viceregio, ore 19.00 Concerto della Corale Polifonica Santa Cecilia con la partecipazione della 1° classe di Canto corale della Scuola Civica di Musica di Cagliari. Dirige il M° Giovanni Pani. Exma’ ore 19.30 Performance: Corpi che suonano Il nostro corpo? Uno strumento ritmico di precisione! Esecutori: Ensemble estemporaneo dei partecipanti al laboratorio, direttore Ciro Paduano. Chiesa di Sant’Alenixedda, ore 20.00 Il Coro Musica Viva eseguirà un concerto di musica vocale e strumentale “Ensemble Discanto”. Dirige Maria Paola Nonne. Teatro Lirico, Teatro Massimo, Auditorium del Conservatorio G. P. Luigi da Palestrina Durante le due giornate le visite guidate saranno allietate da interventi musicali dei giovani strumentisti del Conservatorio G. P. Luigi da Palestrina che eseguiranno celebri arie e composizioni musicali. Cittadella dei Musei, Palazzo dell’Università Durante la manifestazione rievocazioni storiche in costume di epoca romana a cura dell’Associazione Memoriae Milites. Appuntamento alle ore 11.00 e alle ore 17.00, partenza dalla Cittadella dei Musei per arrivare al Palazzo dell’Università (cortile interno al piano terra).

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I racconti di Monumenti Aperti I racconti di Monumenti Aperti, nasce nel maggio del 2009 all’interno dell’esperienza Cagliari Monumenti Aperti. Dalla manifestazione “madre” desume il suo ambito, quello legato alla sfera del racconto: in Cagliari Monumenti Aperti affidato alle migliaia di volontari provenienti prevalentemente da scuole e associazioni, ne I racconti a scrittori, sardi ma non solo. Ed è anche con il desiderio di “intercettare” questo movimento, di chiamarlo a raccolta attorno all’esperienza virtuosa di Monumenti Aperti, chiedendo di farsi testimone della città, che nasce questa idea. I RACCONTI 2012 Paolo Fresu, Davide Catinari e Rossella Faa. Tre musicisti prestati alla letteratura. Sono loro i protagonisti della quarta edizione de I racconti di Monumenti aperti. Sabato 5 ore 17.00 - CHIOSTRO SAN DOMENICO Si inizia dal Chiostro di San Domenico con Paolo Fresu, autore del racconto Un Revox e una Gretsch rosso scuro, dedicato alla memoria dell’amico batterista Roberto “Billy” Sechi, scomparso prematuramente nel 2005. Il racconto rievoca il primo concerto di Fresu a Cagliari, tenuto proprio a San Domenico nel 1984 in duo con Billy Sechi nell’ambito di una manifestazione organizzata da teatroCorposcena di Maria Cristina Madau e Eugenio Ravo. A leggerlo sarà il fratello di Billy, Ignazio Sechi, ad aggiungere emozioni a questo appuntamento. La lettura sarà accompagnata dalle musiche del concerto dell’ ’84 restituite a nuova vita dopo un’opera di restauro dall’originale nastro Revox. Domenica 6 ore 11.00 - TEATRO MASSIMO (SALA MINIMAX) Ancora sul filo della memoria, Davide Catinari farà rivivere, fra realtà e finzione, il concerto di una celebre band della scena rock nazionale tenutosi al Massimo nel 1974, scenario di una frattura generazionale ancora presente. Anni di scontri e tensioni politiche che anche a Cagliari, in occasione del concerto, sfociarono in scontri fra autonomi, pubblico e forze dell’ordine. Catinari sarà sul palco insieme ai Dorian Gray e all’attore Stefano Ledda, voce narrante. Domenica 6 ore 17.00 - GROTTA MARCELLO (piazza Yenne) «Con un carico di merci, arrivato dalle lontane Americhe, è sbarcata in città una grande Blatta rossa, Raimunda Periplaneta è il suo nome». Decisamente nei territori della fantasia muove il racconto di Rossella Faa che chiuderà I Racconti. Con lei i musicisti insieme ai quali ha appena realizzato il nuovo disco. Nelle tre precedenti edizioni hanno scritto Marcello Fois, Gianluca Floris, Michela Murgia, Enrico Pau, Massimiliano Medda e Mario Gelardi, Vito Biolchini, Armando Serri, Paolo Maccioni e Giorgio Todde. A cura di Giuseppe Murru Coordinamento scrittori Francesco Abate

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Attività per bambini

S-guarda la città - VIII Edizione S-guarda la Città! incontra le FACCE in mostra al Castello San Michele e invita tutti i bambini ad andare in giro per i monumenti di Cagliari a cercare facce curiose, facce allegre, facce serie, facce di mille facce, facce che raccontano storie e facce che osservano in silenzio. Segui le orme del leone e cercale anche tu: • Centro Comunale d’Arte e Cultura Il Ghetto, via Santa Croce • Piazza Carlo Alberto • Cripta di Santa Restituta, via S. Efisio Qui ti verrà dato quanto serve per disegnare, trasformare e colorare le facce che riuscirai a vedere. Completa la tua raccolta e portala al CASTELLO SAN MICHELE, dove potrai continuare a giocare con la mostra FACCE. Segni linee e textures per occhi nasi bocche… S-guarda la Città! è promosso da Imago Mundi, ideato e curato da Emanuele Scotto e Alessandra Spissu La mostra FACCE. Segni linee e textures per occhi nasi bocche… è organizzata dal Consorzio Camu’ e curata da Lidia Pacchiarotti e Carla Orrù. Si ringraziano tutti i volontari per la loro preziosa collaborazione alla riuscita di S-guarda la Città! S-guarda la Città! vi aspetta sabato dalle 16.00 alle 20.00 e domenica dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 19.30. Si può salire al Castello San Michele anche tramite gli ascensori presenti all’interno del parco. Teatro Lirico La corona di Re Diesis, visita - gioco per bambini dai 3 ai 9 anni. Si tratta di una caccia al tesoro, alla ricerca della corona perduta di Re Diesis, che permetterà ai bambini di conoscere “giocando” il “dietro le quinte del Teatro. I gruppi, saranno costituiti da circa 10 bambini. Solo domenica 6 maggio 10.30/11.30/12.30; 16.30/17.30/18.30 Museo Pedagogico del Sacro Cuore Nelle due giornate della manifestazione: laboratori di lettura, teatro del bambini, giochi e animazione. Clinica Pediatrica G. Macciotta AOU Cagliari, via Porcell, 1 Il Ludohospital, l’angolo creativo della Clinica Pediatrica G. Macciotta AOU Cagliari, presenta Tra sogno e realtà. Percorsi fantastici nell’antico ospedale cagliaritano San Giovanni di Dio, viaggio tra le bellezze artistiche e i “misteri” sotterranei dell’Ospedale Civile, attraverso la narrazione creativa dei piccoli ospiti del reparto pediatrico. Per l’occasione è stato costruito un insolito libro che accoglie le creazioni dei piccoli artisti. Sarà organizzato un mini laboratorio didattico per i bambini, con colori e storie da inventare. Media Sponsor

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Cultura senza barriere Monumenti aperti a tutti

Monumenti Aperti è uno straordinario momento di festa. Ci offre l’occasione di ritrovarci tutti quanti abbracciati intorno alla nostra città. Ritroviamo i nostri luoghi, recuperiamo la nostra memoria, ci si aprono nuovi punti di osservazione, condividiamo in forma collettiva una sorta di rito per rinsaldare il legame sentimentale tra la città e coloro che la amano, cittadini stabili o in transito. Tutta la comunità è chiamata a partecipare. Perché la cultura non deve avere barriere, confini, vincoli. In quei giorni, nella relazione con il nostro bene comune primario, cioè la storia e la cultura di Cagliari, tendiamo ad abolire tutte le differenze, proviamo ad offrire a tutti lo status pieno di cittadino. Ricco e povero, adulto e bambino, donna e uomo, giovane e anziano, persone diversamente abili, ciascuno di noi ha la possibilità di dedicare tempo a sé stesso e alla riscoperta del proprio spazio di vita. E’ proprio in questo grande abbraccio tra le persone e i segni vitali della nostra città che possiamo rafforzare le ragioni dello stare insieme; particolarmente importante in questa fase difficile della nostra storia che necessita di un grande sforzo collettivo e comunitario. I monumenti non sono soltanto tracce di storia; accolgono il presente e prefigurano le ipotesi del domani. Ed intorno alla nostra ricchezza materiale ed immateriale abbiamo il dovere di ricostruire il nostro futuro. Susanna Orrù, Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Cagliari Chiesa della Purissima Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus e l’U.N.I.Vo.C, in collaborazione con la Soprintendenza BAPSAE per le Province di Cagliari e Oristano. Il 5 maggio alle ore 16.00 i Servizi Educativi della Soprintendenza BAPSAE organizzeranno una visita tattile alla chiesa della Purissima di Cagliari. L’incontro è rivolto agli utenti UICI interessati al patrimonio culturale della città e alla conoscenza di un monumento poco noto. È prevista la consultazione di una pianta in scala, realizzata a rilievo e una visita tattile all›architettura e agli altari barocchi. Durata circa un’ora. Il servizio porta a porta di CTM SpA dedicato alle persone che non possono utilizzare il servizio di trasporto pubblico di linea, con disabilità, invalidi civili, anziani ultrassessantenni non autosufficienti ed altri con limitazioni psicofisiche, beneficiari di agevolazioni tariffarie regionali sui trasporti pubblici. Il costo del servizio è di un biglietto di corsa semplice a tratta. Per accedere al servizio è necessario effettuare una prenotazione al n. verde 800259745, dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 13.00, il venerdi dalle ore 15.00 alle ore 19.00 e il sabato dalle ore 8.00 alle ore 10.00. Prenotazione dal sito internet: www.ctmcagliari.it cliccando sul link “servizio a chiamata”. Il servizio normalmente è programmato dal lunedì al sabato mattina, ma in occasione di Cagliari Monumenti Aperti 2012, CTM attiverà Amicobus nelle giornate di sabato 5 maggio, dalle ore 16.00 alle ore 20.00 (con prenotazione fatta il venerdì entro le 18.00) e domenica 6 Maggio dalle ore 9.00 alle ore 20.00 (con prenotazione fatta il sabato entro le 10.00), prevedendo come destinazioni i soli Monumenti interessati dalla manifestazione. Nelle giornate di sabato e domenica non è prevista la presenza dell’assistente di bordo.

ENS (Ente Nazionale Sordi) Sezione Provinciale di Cagliari L’Ente Nazionale Sordi effettuerà la visita guidata per i sordi in

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lingua italiana dei segni (LIS) domenica 6 maggio alle 10.00 al Consiglio Regionale Sardegna, Aula Consiliare, Percorso Nivola e Area Archeologica. Informazioni utili per le mamme Nella Chiesa di santa Chiara e nella Società di Sant’Anna saranno allestite apposite postazioni per il cambio bebè e l’allattamento. Questi loghi inseriti nella scheda del monumento in corrispondenza della linea bus, indicano le diverse modalità di accesibilità ai mezzi del CTM Anche quest’anno, grazie alla collaborazione dell’Associazione Bambini Cerebrolesi Abc, delle Consulte provinciale e comunale dei disabili si terrà un mini tour in due monumenti in cui sarà possibile fruire di una visita guidata dedicata. La partenza è prevista per sabato 5 maggio alle ore 16.00 dal Cimitero Monumentale di Bonaria. Il tour si concluderà con la visita al Centro Comunale d’Arte e Cultura Exmà. Per ulteriori informazioni contattare l’Associazione ABC ai numeri 070.401010 - 070.488222 e-mail abc@abcsardegna.org. L’Associazione Cittadinanza Attiva Cagliari è a disposizione per accompagnare le persone con disabilità domenica 6 maggio dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle 16.00 alle ore 20.00 Per prenotare il servizio di accompagnamento contattare il n. 070486118 L’Associazione sarà presente nel monumento Exmà. Mediazione Culturale Servizio di visita guidata e informazioni in lingua straniera realizzato con la collaborazione di Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Cagliari e Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Cagliari - Centro di Mediazione Linguistica e Culturale della Provincia di Cagliari, Università di Cagliari Direzione Relazioni Attività Internazionali, A.C.I.F., Circolo Europeo della Sardegna, Barvinok, Aidos Sardegna, A.C.I.T., Alliance Française, Associazione ERASMUS, Associazione Interculturale NUR, Associazione Quisqueya. Mediateca - Mostra I volontari italiani e stranieri dell’Associazione Interculturale NUR, nel quadro del progetto FEI 8556 “Parlo dunque sono”, realizzeranno i ritratti fotografici dei visitatori. Le foto saranno proiettate su schermo e verranno pubblicate sul sito www.ital2.it Mediateca - Pranzo etnico - ore 13.00 A cura delle donne straniere di Aidos Sardegna e nel quadro del progetto FEI 8556 “Parlo dunque sono”, sarà possibile degustare piatti etnici che ci portano i saperi e i sapori di Terre lontane: India, Senegal, Nigeria, Ucraina, Guatemala, Cuba, Bolivia, Russia…..Per ricreare un ponte fra il passato e il futuro. Per significare che da sempre il cibo rappresenta un momento di condivisione, di incontro tra le culture, di socializzazione, di scambio relazionale. Villa Clara, nuova sede Biblioteca Provinciale Il Centro di Accoglienza Attiva per cittadini stranieri dell’Assessorato Politiche Sociali, Famiglia e Immigrazione della Provincia di Cagliari sarà presente attraverso un proprio punto informativo presso il quale saranno reperibili notizie sui servizi rivolti all’integrazione sociale ed economica dei cittadini stranieri attivati dalla Provincia di Cagliari.

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Iniziative speciali MOSTRE Archivio di Stato Mostra Mario De Candia: l’uomo, l’artista una mostra sulla figura del tenore e patriota cagliaritano Mario De Candia. A cura de l’Archivio di Stato e della Soprintendenza Archivistica. Castello di san Michele Mostra-laboratorio di grafica Facce. Segni linee e textures per occhi nasi bocche. In mostra settanta opere dei grandi maestri dell’arte grafica dal ‘500 al ‘900, un occasione per allenare all insegna del gioco, i visitatori piccoli e grandi, a saper guardare e interpretare segni e simboli che compongono un ritratto. Ghetto Mostra di archeologia subacquea Le stive e gli abissi. Durante la manifestazione, gli alunni del Liceo Artistico Foiso Fois presenteranno al pubblico un’attività artistica dimostrativa, riproducendo con tecniche plastiche alcune opere esposte. Exma’ Mostra ricamo e artigianato curata dall’Associazione sarda Cefalalgici. Mostra d’arte contemporanea Reverse Progetto di Alessandro Biggio e Marco Lampis, a cura di Micaela Deiana. Una sperimentazione in cui cinque artisti agiscono sullo stesso spazio. Mostra collettiva Lasciare un segno, curata del Poliartstudio, Centro di sperimentazione grafica di Cagliari fondato da Gianni Atzeni, opere grafiche di 55 artisti, realizzate su lastre di zinco con la tecnica della puntasecca. Parco Naturale Regionale Molentargius – Edificio Sali Scelti Esposizione di alcune tavole tematiche rappresentative delle ciclovie di collegamento tra il Parco e l’area metropolitana di Cagliari presentate durante il convegno promosso da Città Ciclabile il 29 marzo scorso. A cura di Città Ciclabile Biblioteca Universitaria Mostra L’occhio del Cronista. La Germania sulle pagine del “Corriere della Sera” dal 1960 al 2000, mostra documentaria basata su materiale giornalistico storico dell’Archivio del Corriere della Sera. A cura di ACIT-Cagliari, Associazione Culturale Italo-Tedesca e Centro di Certificazione del Goethe-Institut. Mostra Preziose immagini nelle edizioni dei secoli XV e XVI della Biblioteca Universitaria di Cagliari. In mostra circa una trentina di esemplari figurati dell’editoria italiana ed estera. A cura di Giorgia Atzeni, Barbara Cadeddu e dalla Biblioteca Universitaria di Cagliari. Museo Archeologico Nazionale Mostra archeologica: Nel Blu - Rimandi espositivi alla Mostra “Le Stive e gli Abissi”. Mostra di materiali relativi a ritrovamenti e a scavi subacquei avvenuti nelle acque del territorio delle province di Cagliari e Oristano. L’esposizione è un rimando espositivo alla mostra “Le Stive e gli Abissi” ospitata al Ghetto. A cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici in collaborazione con il Comune di Cagliari C.R.E.A.T. Centro Ricerche Educazione Ambiente e Territorio, Viale Trieste 27. Mostra entomologica didattica Cicirigolla va in città. Sabato pomeriggio 16.00-18.00 visita guidata alla mostra entomologica, conversazioni sul tema della biodiversità degli Artropodi sardi ed esotici e su Insetti ed altri Artropodi di interesse sanitario. Domenica mattina 10.00-12.00 laboratorio didattico per i piccoli dai 6 ai 12 anni. A cura dell’Associazione Sardegna, l’Isola dei Sardi Associazione Culturale S’UMBRA, via San Giuseppe 17 Mostra di trenta stampe realizzate in camera oscura dagli allievi del corso fotografico 2011-12. All’esterno installazione di parte del re-

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portage fotografico dal titolo NAMASTE realizzato tra India e Nepal dalla fotografa Martina Naitana. Laboratorio 1984, via Lanusei 9. Mostra dal titolo GOCCE, gli artisti Federico Carta e Tellas esporranno alcune opere interagendo con pareti, pavimenti e con l’intero spazio della sala espositiva. Orari sabato 17.00 - 21.00, domenica 11.00 - 13.00 / 17.00 - 21.00. Spazio 61, via dei Genovesi 48 Mostra collettiva d’arte contemporanea Ciao Primavera Orari sabato 17.30 - 20.00 domenica 10.00 - 13.00; 16.00 - 20.00. www.spazio61.it Scala di Ferro Esposizione di abiti di fenici e romani realizzati dal corso di Abbigliamento e Moda dell’Istituto Professionale Pertini. Tuvixeddu Esposizione di abiti di fenici e romani e foto di reperti archeologici, a cura dell’Associazione Amici di Sardegna. Laboratorio di restauro, Via Ravenna s.n.c tel. 070.348178342 Il Laboratorio di didattica e di ricerca per la salvaguardia delle opere di interesse storico-aristiche del Cimitero di Bonaria è ubicato all’interno del parco archeologico. La nuova struttura e la sua gestione integrata vedono impegnati: il Comune di Cagliari, l’Università degli Studi di Cagliari, la Soprintendenza B.A.A.P.S.A.E. e la Direzione Reg. dei Beni Culturali e del Paesaggio. Eccezionalmente aperto per la prima volta al pubblico, il Laboratorio ospiterà una mostra sulle attività che si svolgono. Visite guidate a cura dell’Università di Cagliari: Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Chimica e dei Materiali (DIMCM) e del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura(DICAR) Palazzo Viceregio, stanza di Maria Cristina Mostra iconografica e di cimeli storici riguardanti la vita della prossima Beata Maria Cristina Efisia di Savoia. Qust’anno ricorre il duecentesimo anniversario della nascita a Cagliari, il 14 novembre 1812, di Maria Cristina di Savoia. A cura dell’Associazione Storia del Regno di Sardegna. Parco Naturale Regionale Molentargius Mostre, laboratori, attività ricreative. Programma disponibile al punto di accoglienza Edificio Sali Scelti. www.parcomolentargius.it CONFERENZE Sabato 5 maggio alle ore 17.00 Fattoria Sa Illetta, SS 195 Km 3,00 Cagliari Conferenza dal titolo: Isole e approdi: Santa Gilla e Sa Illetta nella navigazione antica, mito e realtà Mediateca Sabato 5 maggio ore 17.00 Conferenza: Via Pola: la metamorfosi di un luogo della memoria. Dal Campo del Cagliari alla Mediateca del Mediterraneo Interverranno Concettina Ghisu e Luisa Corda, Enrico Pau e Puppo Gorini, giornalista sportivo ed ex calciatore del Cagliari di Via Pola. Sabato 5 Maggio ore 18.30 Conferenza presentazione libro su testimonianze di Cagliari, a cura della Biblioteca Comunale Domenica 6 maggio ore 11.00 Presentazione del libro: Distacchi. Lo svezzamento dei bambini stranieri a Cagliari di Alessandra Guigoni. Saranno ospiti della presentazione: Felice Tiragallo Università di Cagliari, M.Gabriella Da Re Università di Cagliari, Giulio Angioni Università di Cagliari. A cura dell’Associazione AIDOS

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Gusta la città Monumenti Aperti fonda le sue radici nell’interazione tra l’offerta culturale e quella turistica cui si affianca da 9 anni l’evento Gusta la città, un momento esperienziale che vede l’enogastronomia e i servizi di ristorazione protagonisti della cultura cagliaritana del buon vivere e del buon cibo. Monumenti Aperti è un importante progetto legato alla comunità locale, che pone sempre maggiore attenzione alla conoscenza del patrimonio culturale, della vita e dei costumi, dei prodotti dell’enogastronomia cagliaritana. È quindi un momento di promozione turistica della città di Cagliari straordinario, una manifestazione sintesi dell’ospitalità della nostra comunità non come luogo comune ma come scambio di conoscenza, scoperta dei prodotti, ascolto e racconto. Grazie alla ricchezza che Cagliari è capace di offrire e al suo gusto contemporaneo di millenni di storia. Barbara Argiolas Assessore al Turismo e Attività produttive del Comune di Cagliari Bar Avion’s Bar, via Roma 149, 3929287716 Bar Floriana, Piazza Garibaldi 22, 070403060 Bar Lilliu, via Roma 45, 070.654841 Bar Sardinia, via Bacaredda 45, 070.44359, 3381415312 Bar Do Re Mi, via S. Lucifero 63, 3888729767 Cafè du Port, viale Regina Margherita 25, 3701132987 Caffè Punto Cagliari, piazza del Carmine 12, 070.657366 Caffè Roma, via Roma 111, 070.653399, 3290618506 Caffè Savoia, via Savoia 14, 070.651981 Deiana Walter, via Cavour 107, 070654010 Landis Bar, via Sonnino 33, 070 665891, 3460848352 L’isola del Gelato, piazza Yenne 32, 070.659824 Nuovo Caffe Torino, via Roma 123, 070 664765 Tattoo’s Bar, via S. Margherita 25, 3336594738 Ristoranti Ampurias, via Savoia 4, 070666566 Antica Hostaria Gran Chef, via Cavour 60, 070665870, Caras, via Dei Genovesi 111, 070.6494147, 3929714207 Enò Ristorante Vineria, vico Carlo Felice 10/12, 3351454463 Grotta Marcello, piazza Yenne 26, 3277323040 Il Corsaro, viale Regina Margherita 28, 070.664318, 3277984390 La Cantina, via Dei Mille 3, 070672039 La Kasbah da Wahid, via Santa Margherita 10, 070.654267 MacDonald, via Bacaredda 97, 070.4525660, 3402256860 Manà Manà, piazza Savoia 15, 070651759 Ristorante 4 Mori, via Angioy 93, 070650269 Ristorante del Teatro Lirico L’Arcimboldo, via Santa Alenixedda Ristorante La Tavernetta, Via Conte di Cavour 83, 070660046 Ristorante Lo Scoglio, Borgo S. Elia, 070.371927 Ristorante Sa Illetta SS 195 Km 3.00, Loc. Sa Illetta, 3933173581 Ritual Caffè, via Universita’ 33, 070.652071, 3488239169 Trattoria Ci Pensa Cannas, via Sardegna 37, 070667815 Trattoria Gennargentu, via Sardegna 60/C, 070658247 Valburger, via Crispi 17, 070662794, 3488281591 Esercizi Commerciali Delizie di Sardegna, via Sardegna 22, 070664380 CTM Open: scopri Cagliari da un bus aperto! Partenza dal Capolinea situato in piazza Yenne Biglietto con validità giornaliera. Costo adulti Promozione Cagliari Monumenti Aperti: E 8,00; bambini da 4 a 12 anni: E 5,00; bambini fino a 4 anni: gratis.

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Sentieri (in)interrotti Itinerari L’edizione 2012 presenta una nuova proposta introducendo per la prima volta un unico tema e un solo titolo. Per quest’anno il tema è quello dell’abitare la città e attraversare i suoi infiniti percorsi. Partendo da un bene culturale - un’area archeologica, un dipinto, un edificio - gli itinerari hanno l’ambizione di ricostruire idealmente l’insieme degli aspetti sociali, economici, culturali che lo radicano alla storia della città di Cagliari. Il suggerimento diventa quello di ricostruirne il contesto per inserire il “monumento” in una visione più ampia che permetta di individuare un itinerario nell’insediamento urbano di oggi e di vederne le relazioni. Quindi, non più il “monumento” a sé stante bensì al centro di un percorso, per ritrovare i legami e le connessioni. I sentieri (in)interrotti nella città suggeriscono quindi una prosecuzione verso l’oltre, nel territorio regionale o anche altrove, affinché l’esperienza di conoscenza del nostro patrimonio culturale sia sempre un’interessante occasione di confronto e una fonte inesauribile di nuove scoperte. A cura di Franco Masala, Donatella Mureddu, Marcella Serreli, Tiziana Sassu, Università di Cagliari, Laboratorio di Didattica e Comunicazione dei Beni Culturali Karales e le sue necropoli La Grotta della Vipera è la prima tappa di un itinerario alla scoperta del sistema delle necropoli nella Cagliari romana che consente di comprendere come l’ubicazione delle aree funerarie nelle città antiche fosse connessa alla viabilità extraurbana. Così le aree archeologiche di Bonaria, di S. Saturno e S. Lucifero e della Scala di Ferro ma anche i numerosi reperti conservati al Museo Archeologico, provenienti da siti non più visibili o distrutti, divengono punti di riferimento per un discorso sull’organizzazione di Karales. Itinerario suggerito: Grotta della Vipera Villa di Tigellio Orto Botanico - Cisternone Tempio Punico romano proprietà Orofino Tuvixeddu Museo di Bonaria Basilica di San Saturnino Chiesa e Cripte San Lucifero Fullonica Scala di Ferro, area archeologica Area archeologica S. Eulalia Area archeologica Chiesa S. Lucia della Marina Museo Archeologico

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Dalla Pinacoteca al territorio, dal territorio alla Pinacoteca L’itinerario cha ha fulcro nella Pinacoteca nazionale ci mostra i vari luoghi che hanno contribuito alla formazione del Museo, creando una connessione culturale tra il territorio e la “sede”della memoria, intesa come Pinacoteca. Le opere d’arte sono il riflesso delle epoche e dei costumi che hanno caratterizzato la città, e lega con i fili della memoria fatti e successioni temporali che devono essere conosciuti o riconosciuti nelle realtà architettoniche ancora esistenti, protagonisti dei Monumenti Aperti. I punti di riferimento, sui luoghi che hanno permesso la costituzione della raccolta pittorica, saranno individuabili nelle testimonianze di chiese ormai inesistenti come San Francesco e Santa Lucia della Marina e in quelle che ancora sono presenti e visitabili come San Benedetto, San Domenico e N.S. di Bonaria, dando un senso alle vicissitudini storiche sulla creazione dei pubblici Musei Itinerari suggeriti Pinacoteca - Chiesa Santa Lucia di Marina Cittadella dei Musei Torre di San Pancrazio Chiesa della Purissima Torre dell’Aquila - Palazzo Boyl Piazza Martiri Chiesa Santa Rosalia Chiesa Santa Teresa (attuale Piccolo auditorium comunale) Chiesa Santa Lucia di Marina (attuale area archeologica) Pinacoteca - Santuario di Bonaria Cittadella dei Musei Torre di San Pancrazio Chiesa di Santa Lucia di Castello Piazza Palazzo - Palazzo Viceregio/Cattedrale/Palazzo di Città Chiesa della Speranza Torre dell’Aquila - Palazzo Boyl Bastione - Piazza Costituzione Chiesa di san Lucifero Basilica di San Saturnino Santuario e Museo di Bonaria Cimitero di Bonaria Pinacoteca - San Benedetto Cittadella dei Musei Porta s’avanzada Chiesa San Giacomo Oratorio SS Crocifisso Chiesa e Chiostro San Domenico Chiesa san Vincenzo De’Paoli Chiesa di San Benedetto

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Il sistema dei Teatri a Cagliari Partendo dal Teatro Lirico, oggi la realtà attuale più importante di Cagliari per gli spettacoli, si ripercorre l’ubicazione degli altri spazi teatrali cittadini, sia in modo reale - i teatri ancora esistenti - sia in modo virtuale, riguardo agli spazi distrutti o scomparsi, affrontando nello stesso tempo il loro rapporto con la città, la storia, la società, l’economia, le persone. Seguendo a ritroso il sistema teatrale cagliaritano, i cenni sulle forme di teatro religioso e edificante consentono di giungere fino all’Anfiteatro romano, usato impropriamente quale sede per spettacoli teatrali e musicali. Itinerario suggerito: Teatro Lirico Parco della Musica Teatro Civico di Castello Casa Massonica (già Palazzo Sanjust, già teatro) Politeama Regina Margherita (oggi area dell’hotel Regina Margherita) Teatro Massimo via De Magistris (già Cine Giardino) Chiesa Santa Teresa (attuale Piccolo auditorium comunale) Auditorium del Conservatorio di musica Ex Palazzo di Città (già Conservatorio di musica e Sala Scarlatti) Teatro delle Saline (già Dopolavoro Monopoli del sale) Fullonica (poi Eden Park/Villaggio del soldato/Excelsior, oggi sede INPS) Chiesa di S. Maria del Monte (teatro religioso) Chiesa di S. Croce (teatro religioso) Chiesa di S. Giuseppe (teatro religioso) Area antistante Cattedrale (teatro religioso) Piazza Palazzo (teatro religioso) Anfiteatro romano CAGLIARI, NATURAlmente! Tappe di un itinerario per conoscere la storia dei siti cittadini che promuovono la cultura scientifica e naturalistica cagliaritana e riallacciare i fili che legano ambiente urbano, ambiente naturale e ambiente rurale: dalla scuola agraria di Sante Cettolini, all’orto botanico di Patrizio Gennari, dalla raccolta paleontologica di Domenico Lovisato, alla collezione di cere anatomiche di Clemente Susini, dal Parco Naturale di Molentargius ai Parchi urbani di Monte Urpinu, Monte Claro e San Michele. Un patrimonio prezioso per ricchezza di contenuti didattici e per bellezza, che stimola la curiosità, favorisce il benessere psico-fisico e aiuta a riconoscere l’identità dei luoghi e a sviluppare il senso d’appartenenza.

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Itinerario suggerito: Centro della Cultura Contadina - Villa Muscas Orto Botanico Museo di Geologia e Paleontologia Lovisato Parco San Michele Parco Monte Claro Parco naturale regionale Molentargius Percorso Sella del Diavolo Percorso Colle Sant’Ignazio Itinerario quartiere Marina Il Trentapiedi dei Monumenti è un sistema progettato dagli studenti dell’Università di Cagliari che partecipano al “Laboratorio di Didattica e Comunicazione dei Beni Culturali” per guidare i visitatori alla scoperta del quartiere storico di Marina. Si tratta di un’iniziativa pilota che vuole raccordare la visita ai numerosi siti del quartiere portuale di Cagliari, creando un circuito da compiere a piedi: in questo modo la Marina nel suo complesso potrà essere riscoperta come sito culturale di cui riappropriarsi. Un convoglio pedonale, dotato di capotreno e locomotore umano, partirà dal capolinea, nei pressi della Banca d’Italia (via del Mercato Vecchio, angolo Largo Carlo Felice) e percorrerà le vie del quartiere, segnalando monumenti, siti archeologici e scorci particolari. Il circuito è organizzato in 12 stazioni: oltre al capolinea, 3 fermate o 8 stazioni di scambio. Queste ultime corrispondono ad altrettanti luoghi visitabili con la guida di volontari e studenti: Nelle “stazioni di scambio” è possibile lasciare il convoglio umano per partecipare alla visita al singolo sito o monumento oppure proseguire secondo il percorso guidato. La partenza della prima corsa dal capolinea è fissata per sabato alle ore 16.30, l’ultima alle 19.00; domenica la prima partenza è fissata alle ore 10.30, l’ultima alle 19.00. Percorso Rosso: Banca d’Italia Via Napoli Area archeologica e Chiesa di Santa Lucia Consiglio Regionale Sant’Eulalia Piazza Dettori Scala di Ferro Chiesa di Santa Rosalia Convitto Nazionale Chiesa di Sant’Antonio Chiesa del Santo Sepolcro Chiesa di Sant’Agostino Banca d’Italia

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Percorso Blu: Banca d’Italia Chiesa di Sant’Agostino Chiesa del Santo Sepolcro Chiesa Sant’Antonio Convitto Nazionale Chiesa di Santa Rosalia Scala di Ferro Piazza Dettori Sant’Eulalia Consiglio Regionale Area archeologica e Chiesa Santa Lucia Via Napoli Banca d’Italia


Archivio di Stato Via Gallura, 2

BUS 1/M

L’ a t t u a l e sede monumentale dell’Archivio di Stato di Cagliari fu inaugurata nel 1927 e rappresentò in quegli anni uno dei primi esempi di moderna edilizia archivistica. Le origini dell’Archivio però sono molto antiche: fu creato nel 1332 da Alfonso il Benigno, re d’Aragona, ad appena nove anni dallo sbarco dei conquistatori nell’isola. Situato nel quartiere storico di Castello e dentro il Palazzo Regio, fu destinato ad esercitare funzioni di archivio generale del Regno. La sua storia è quindi strettamente legata agli eventi politici che videro la città svolgere per secoli il ruolo di capitale del Regno di Sardegna, passando attraverso le dominazioni aragonese, spagnola, austriaca e piemontese. La documentazione conservata riflette la peculiarità della storia sarda in quanto l’isola ebbe proprie istituzioni politiche, amministrative e giudiziarie sino alla cosiddetta “fusione perfetta” con il Piemonte del 1847. Dopo l’Unità d’Italia, l’Archivio si è man mano arricchito delle carte provenienti dagli uffici periferici statali; possiede inoltre una ricca documentazione notarile, una raccolta di pergamene ed importanti archivi privati. Tra gli archivi del periodo aragonese e spagnolo si segnalano l’Antico Archivio Regio, il Regio Demanio e la Reale Udienza; all’amministrazione sabauda appartengono la Regia Segreteria di Stato e di Guerra, l’Intendenza generale e gli Atti governativi e amministrativi. Testimonianza del periodo postunitario e contemporaneo sono: Prefettura di Cagliari, Alto Commissariato e Consulta regionale della Sardegna, Partito Nazionale Fascista, Comitati di liberazione nazionale, Manifattura Tabacchi. Di particolare rilevanza anche gli archivi cartografici (Real Corpo di Stato Maggiore Generale, Ufficio Tecnico Erariale di Cagliari), quelli giudiziari (Tribunale di Cagliari e Corte d’Appello) e sanitari (Ospedale sant’Antonio Abate e san Giovanni di Dio). L’Archivio è dotato di una sala di studio per la consultazione del materiale, di una ricca biblioteca, e di altri servizi sussidiari.

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Area Archeologica e

Chiesa Santa Lucia Via Sardegna ang. via Napoli

BUS 6/M

Ricordata nel 1119 col nome di Santa Lucia di Civita, sorgeva un secolo prima della fondazione del Castello pisano presso l’insediamento mercantile portuale di Cagliari, allora detto Bagnaria. La chiesa, concessa in quella data ai monaci di San Vittore di Marsiglia insediati nell’abbazia di San Saturno, era parte di un articolato sistema monumentale, luogo notevole presso il mare, al tempo vicino all’attuale linea dei portici. Della sua fase medievale non conosciamo la forma esatta, forse modificata a seguito del ridisegno urbanistico dell’area bassa del quartiere Lapola, nel primo Trecento riformato per iniziativa aragonese tramite un reticolo di strade ortogonali. Il monumento, oggi ridotto alle cappelle di destra e a parte del presbiterio, testimonia la radicale ricostruzione databile tra la fine del Cinquecento e i primi anni del Seicento. Altre chiese della città, tra le quali Santa Restituta e Santa Caterina, furono riedificate in quegli anni con analoghe forme. I numerosi rifacimenti di arredi e pavimentazioni, evidenziati dalla campagna archeologica in atto, confermano la centralità culturale della chiesa; nel Museo di Sant’Eulalia si conserva una parte del ricco patrimonio di opere d’arte, arredi marmorei e argenti, frequentemente oggetto di donazioni e commissionati ad importanti artisti come Scipione Aprile (1600) o Giovanni Battista Franco (1802). La fortuna del monumento declina progressivamente durante l’Ottocento: solo lievemente danneggiato dai bombardamenti del 1943, fu intenzionalmente demolito nel 1947 al fine di ottenere un finanziamento nazionale dedicato alle ricostruzioni post belliche. Il Piano di Ricostruzione, che ampliava una linea prevista dal Piano Regolatore del 1858 redatto dall’architetto Gaetano Cima, prevedeva la parziale demolizione della chiesa e la trasformazione della stretta via Sardegna in un viale. Ma la piazza immaginata nel 1947 non venne mai realizzata. L’area di Santa Lucia è interessata dal 2002 da un articolato programma di recupero. Sistematiche ricerche di archivio stanno restituendo nuova dignità all’architettura tardo rinascimentale; la campagna archeologica in atto sta mettendo in evidenza la pianta della chiesa e registrando dati nuovi sul monumento, tra cui pavimenti di varie epoche, un pozzo obliterato, sepolture presso l’altare, una cripta e un “cisterna”.

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Auditorium

Conservatorio di Musica Piazza Porrino

BUS 6/M

Il progetto esecutivo approvato nel 1964, prevedeva un complesso di lavori distinti in due corpi: la scuola e l’Auditorium. Nel 1971 il Conservatorio si trasferì dall’antica sede di piazza Palazzo, mentre l’Auditorium venne progettato successivamente. progettista e direttore dei lavori di entrambe le strutture fu Paolo Porceddu, ingegnere e musicista. Il progetto, pensato in origine come spazio per le esercitazioni musicali e per piccole rappresentazioni sceniche, venne in seguito ampliato e modificato dallo stesso Porceddu, per dare alla sala, oltre che una maggiore ampiezza di scena e una superiore capienza di pubblico anche una più ampia disponibilità di locali tecnici. Si arriva, così, ad un vero e proprio Teatro, dall’eccellente acustica, completo di foyer, guardaroba, servizio bar e in grado di ospitare circa 1200 posti tra platea e galleria. L’Auditorium venne inaugurato nel giugno del 1977 con un concerto degli allievi del Conservatorio diretti da Nino Bonavolontà, direttore del Conservatorio e direttore artistico dell’Istituzione dei Concerti e del Teatro Lirico “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari. Dopo l’approvazione, nel 1967, della “Legge Corona” che istituiva i 13 Enti lirici della Stato Italiano, l’Istituzione dei Concerti diventa Ente Autonomo, sotto la guida di un sovrintendente nominato dal Consiglio comunale e di un direttore artistico, carica ricoperta automaticamente dal direttore del Conservatorio (caso unico in Italia). L’Auditorium del Conservatorio diventa così, fino al 1992, la sede ufficiale delle stagioni concertistiche, liriche e di balletto della città di Cagliari. Nonostante, in quegli anni, i più famosi ed illustri artisti del panorama internazionale abbiano calcato, in memorabili serate, il palcoscenico dell’Auditorium, gli studenti e i docenti del Conservatorio dovevano limitare la loro attività musicale, a causa di una produzione e di una richiesta sempre più alte da parte dell’esigente pubblico. L’Auditorium, dopo l’apertura nel settembre del 1993 del Nuovo Teatro Comunale, oggi Teatro Lirico di Cagliari, rimarrà chiuso tredici lunghi anni per un accurato restauro conservativo e un lavoro di riassestamento e riabilitazione alle nuove norme di sicurezza, creando numerosi disagi all’attiguo Conservatorio di Musica. Il 18 dicembre 2005, l’Auditorium è stato riaperto ed inaugurato nuovamente con un concerto degli allievi e degli insegnanti del Conservatorio.

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Basilica di

San Saturnino Piazza San Cosimo, entrata da via San Lucifero

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La prima menzione documentata della basilica di San Saturnino risale agli anni 533-34 d.C.. La basilica esisteva già all’epoca e gli storici ritengono che la sua fondazione risalga alla metà del V secolo d.C.. Essa sarebbe sorta come martyrium del martire cagliaritano Saturnino, decapitato secondo la Passio sancti Saturni il 23 novembre del 304 d. C. per non aver voluto rinnegare la sua fede cristiana. Nel 1089 il giudice di Cagliari Costantino Salusio II de Lacon-Gunale fece dono della basilica ai monaci benedettini di San Vittore di Marsiglia che vi istituirono la sede de priorato sardo dell’Ordine e ne ristrutturarono la chiesa, secondo modi protoromanici. Il convento, gravemente danneggiato già nella prima metà del 1300 durante l’assedio catalano, cadde del tutto in rovina un secolo dopo. La chiesa fu restaurata nuovamente intorno al 1484. Nel 1614 ebbero inizio, per volontà dell’arcivescovo Francisco Desquivel, i celebri scavi per la ricerca de los cuerpos santos. Due disegni dello studioso Francisco Carmona del 1631 ci mostrano la pianta ed una veduta esterna dell’edificio che risultava ancora integro. Nel 1669 la basilica fu in parte smantellata per ricavarne materiali utili alla ristrutturazione della Cattedrale di Cagliari. Concessa nel 1714 alla corporazione dei Medici e degli Speziali, fu reintitolata ai Santi Cosma e Damiano. Agli inizi del 1900 la chiesa subì vari restauri. Nuovi interventi furono necessari dopo i bombardamenti del 1943. Chiusa al pubblico nel 1978, è stata riaperta nel luglio del 1996. L’area circostante, oggetto di scavi archeologici, ha restituito numerose sepolture di età romana e bizantina.

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Basilica di

Santa Croce Via Santa Croce

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La chiesa di Santa Croce, oggi nel quartiere Castello di Cagliari, sorse come sinagoga forse già nei primi anni della fondazione della città, nel 1216 anche se non si hanno attestazioni certe. Sicuramente, come luogo di culto ebraico, gia esisteva quando Cagliari, conquistata dai Catalano-Aragonesi, divenne nel 1326 la capitale del Regno di Sardegna ed ospitò una fiorente comunità semita. Nel 1492 gli Ebrei furono espulsi da tutti gli Stati della Corona di Spagna, compreso il Regno di Sardegna, e la sinagoga di Cagliari fu prima sigillata e poi subito reimpostata come chiesa cattolica dedicata alla Santa Croce. Dal XVI secolo fu officiata dalla Compagnia di Gesù, l’Ordine religioso fondato nel 1534 da Sant’Ignazio di Loyola. L’edificio, semplice, venne ampliato nel corso del XVII secolo su progetto dell’architetto Giandomenico da Verdina. Fu completato nel 1661 grazie alla generosità dei Brondo, marchesi di Villacidro, come si evince dall’iscrizione posta sulla facciata sotto lo scudo araldico della famiglia. Cinquantatré anni dopo il passaggio del Regno di Sardegna alla Casa Savoia, nel 1773 i gesuiti furono sciolti dal papa Clemente XIV, e la chiesa passò nelle mani dello Stato fino a quando, nel 1809, il re Vittorio Emanuele I assegnò l’edificio all’Ordine cavalleresco dei Santi Maurizio e Lazzaro, e l’elevò al rango di basilica magistrale. Ancora oggi la chiesa appartiene ai Cavalieri Mauriziani.

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Batteria C 135 Colle Sant'Ignazio

BUS

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L’esigenza di garantire protezione alla città di Cagliari ed alle sue importanti installazioni militari, a partire dalla seconda metà degli anni Trenta comportò la progettazione e l’allestimento di un adeguato sistema difensivo. Prime ad essere realizzate furono le tre batterie antinave di Capo Sant’Elia, Capo Pula e Torre Mortorio, costituenti il cosiddetto “Fronte a Mare” (F.A.M). Affiancarono questo primo gruppo tre postazioni antiaeree che, sistemate in prossimità delle opere antinave, ebbero il compito di fornire a queste protezione e, eventualmente, coadiuvarle nell’azione di fuoco. Identificate mediante l’attribuzione di un codice alfa numerico, queste furono: la batteria C. (Cagliari), 146 di Pula, la C. 135 di Capo Sant’Elia e la C.165 di Capitana. Le strutture della batteria C.135 sono ben visibili sul Capo Sant’Elia, sistemate sul pianoro situato tra il faro ed il forte Sant’Ignazio. Disposte a semicerchio, si individuano ancora oggi 6 piazzole scavate nel terreno roccioso. Un basso edificio, dislocato poco lontano, ospitava la funzionale centrale di tiro, dotata di stereo telemetro San Giorgio, centrale automatica “Gamma” modello “G” e centralina manuale tipo “Bragadin”. Gli ambienti conservano ancora oggi l’elegante pavimento alla veneziana che ornava il quadrato ufficiali. L’armamento principale era costituito da 6 cannoni a doppio compito da 102/35. Alla difesa ravvicinata provvedevano 2 mitragliatrici Oerlikon da 20 mm e 2 Colt 1915 da 6,5 mm. Nel marzo del 1939 l’impianto passò in forza alla neo costituita 4° Legione MILMART, con un organico di 5 Ufficiali, 6 Sottufficiali ed 88 militi. Nel giugno 1944 fu ceduta al Regio Esercito con la nuova denominazione di Batteria 285, rimanendo operativa fino al termine del conflitto.

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Cagliari


Biblioteca

Militare di Presidio Viale Buoncammino, 2

BUS 58/20

La biblioteca militare di Presidio di Cagliari è stata fondata nel 1856. Infatti in quell’anno Vittorio Emanuele II, su proposta del Ministro della Guerra Generale Alfonso della Marmora, ne sanzionò ufficialmente la costituzione. La biblioteca, unica nel suo genere nell’isola, ha iniziato la sua attività nei locali dell’ex Arsenale. Dopo essere stata sistemata provvisoriamente nella caserma Carlo Alberto, oggi sede della Polizia di Stato in Viale Buon Cammino, fu trasferita nella casermetta Boyl, in Via Porcile, nei locali dell’ex Tribunale Militare. Qui, il 13 maggio del 1943, subiva gravi danni a seguito di un bombardamento aereo. Infatti una bomba colpì in pieno i locali provocando la perdita di almeno 5.000 volumi. Riaperta al pubblico nel 1947, fu prima spostata in Viale Buon Cammino nei locali della caserma Fadda, oggi sede degli Uffici Giudiziari Militari, e dal 1992 si trova nell’attuale sede, un tempo Forte S. Filippo, costruito negli anni 1726/1733 su progetto dell’ingegnere militare De Vincenti e utilizzato, fino al momento della chiusura dell’Arsenale, quale laboratorio delle polveri da sparo. La biblioteca possiede circa 12.000 volumi di cui 113 del ‘700 e circa 1.800 dell’800. La maggior parte dei volumi antichi è in lingua francese. Sono presenti, tra l’altro, anche oltre 300 volumi sulla Sardegna, 1.500 pubblicazioni propriamente militari e la raccolta delle Gazzette Ufficiali dal 1948 ad oggi. È consentito l’accesso, oltre che ai dipendenti del Ministero della Difesa anche al pubblico, su richiesta. Per quest’ultimo è prevista solo la consultazione interna dei volumi. La catalogazione delle pubblicazioni è informatizzata: è possibile infatti la ricerca rapida per autore, per titolo, per argomento o per soggetto.

monumentiaperti

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Universitaria

Biblioteca e Sala Settecentesca Via Università, 32/a

BUS

6/7

La Biblioteca viene istituita nel 1764 con le “Costituzioni” per la riforma dell’Università, riceve un regolamento da Vittorio Amedeo III nel 1785 e viene aperta al pubblico nel 1792 nella Sala Settecentesca, al primo piano del nuovo palazzo dell’Università. Il nucleo iniziale è costituito dai testi tratti dalla Biblioteca privata del sovrano, da doni di personalità di rilievo come il ministro Bogino, dai fondi acquisiti dalla soppressione dell’Ordine dei gesuiti, dalle copie delle opere che i docenti erano tenuti a fornire alla Biblioteca, dalle pubblicazioni degli stampatori del Regno, dalle opere stampate a Torino dalla Tipografia Regia. Nel 1843 viene acquisita la raccolta Baylle di opere di interesse sardo, fondamentale per le ricerche di storia locale. Dal primitivo ristretto nucleo di volumi (ca. 8.000) la Biblioteca passa ai 14.000 del 1842, ai 22.000 del 1865, ai ca. 70.000 alla fine del 1800. Nel 1946 su iniziativa viene istituito il Gabinetto delle Stampe intitolato ad Anna Marongiu Pernis. Nel piano seminterrato dello stesso palazzo che ospita la Biblioteca Universitaria, si trova la Cappella domestica delle Suore della “Congregazione delle Figlie di San Giuseppe di Genoni. La Congregazione delle Figlie di San Giuseppe di Genoni vide la luce proprio in questo palazzo nel 1888 per volontà del P. Felice Prinetti, allora rettore del Seminario, che riunì il nucleo di Suore che svolgevano il loro servizio nel Seminario Tridentino in Congregazione. Questa svolse il suo servizio ecclesiale dal 1888 al 1956 e la Cappella domestica rappresentava il cuore del piano abitato dalle Suore. Nel 1955 il Vescovo di Cagliari, cedette i locali del Seminario Tridentino all’Università. Attualmente, la Cappella domestica si trova all’interno della Direzione Reti e Servizi Informatici dell’Università; essa è stata restaurata tra il 2002 ed il 2004 proprio per conservare la memoria storica di un luogo tanto insigne e per rendere omaggio alla Congregazione religiosa che proprio in questo edificio iniziò il suo servizio ecclesiale.

30

Cagliari


Casa Massonica Piazza Indipendenza, 1

BUS

7

Rilevato alcuni anni fa dal Grande Oriente d’Italia (GOI) per ospitare la sede delle logge cittadine, l’edificio era stato costruito dalla famiglia Sanjust di Teulada. È evidente l’ispirazione alla tradizione del gusto classico: aperture riquadrate e sormontate da cornici, fasce a riquadro delle finestre. Il nuovo palazzo sostituì il vecchio edificio che fu sede dell’Università voluta da Filippo IV e, successivamente dal settecento, caserma e scuderia militare. Una delle sale venne adibita anche a teatro pubblico. In seguito al crollo di alcune volte fu abbandonato definitivamente nel 1852 ed acquistato per la costruzione del nuovo palazzo. Il prospetto principale sulla piazza dell’Indipendenza si articola su due livelli: il piano terra, semplicemente intonacato, nel quale si aprono le finestre e il portale ad arco a tutto sesto con cornice a piccole bugne e il primo piano scandito da una cornice continua sulla quale si aprono le finestre sormontate da cornici rettilinee poggiate su mensole. Il prospetto sulla via Lamarmora ha due piani alti poggiati su un basamento ricoperto di fasce orizzontali ad intonaco. Il piano più alto continua lo schema del corrispondente piano primo, che si affaccia sulla Piazza dell’Indipendenza, mentre il piano intermedio contiene aperture riquadrate da finte bugne.

monumentiaperti

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Castello e Parco di San Michele

Colle di San Michele, via Sirai

BUS

511

Il castello di San Michele è situato sull’omonimo colle, oggi circondato da una notevole quantità di costruzioni, ma un tempo isolato nel territorio nordoccidentale esterno a Cagliari. I recenti scavi hanno riportato alla luce i resti di una chiesa alto-medioevale, sulla quale sorse il castello, munito di torri e fossato, dopo la conquista degli Aragonesi, a partire dalla prima metà del sec. XIV. Il complesso fortificato ebbe poi notevoli rimaneggiamenti anche per le necessità difensive e per l’adeguamento delle mura all’evoluzione delle tecniche di guerra. Nella storia dell’edificio il periodo più importante e ricco di documentazione è forse il Quattrocento, quando fu utilizzato anche come abitazione dalla famiglia Carroz, alla quale è legata indissolubilmente la sua vicenda. Abbandonato e progressivamente decaduto, il castello fu usato come lazzaretto durante la peste “di Sant’Efisio” (1652-1656), e nuovamente fortificato in occasione degli attacchi francesi del Seicento e del Settecento. Usato come caserma nel primo Ottocento, fu cancellato dall’elenco delle fortificazioni nel 1867 per essere venduto al Marchese Roberti di San Tommaso, che lo fece restaurare e fece rimboschire parte del colle con pini d’Aleppo. Nel XX secolo, fu occupato dalla Marina Militare e poi sdemanializzato fino a passare allo Stato e al Comune che a metà degli anni Ottanta promossero un intervento F.I.O. (Fondo di Investimento per l’Occupazione). Oggi il castello conserva le tre torri e la cortina muraria, circondata dal fossato, ma ha subito una profonda trasformazione con strutture di acciaio e policarbonato, che hanno interamente occupato la parte interna dell’edificio.

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Cagliari


Cattedrale

e Cripta dei SS Martiri Piazza Palazzo, 4/a

BUS

7

La chiesa intitolata a S. Maria venne elevata a Cattedrale della città dopo la conquista e il successivo abbandono di S. Igia nel 1258, capitale del Giudicato di Cagliari, dove aveva sede l’Episcopio. Dell’impianto medioevale originario permangono soltanto il campanile a sezione quadrata, i bracci del transetto, con le due porte laterali di schema romanico (quella meridionale), e la cosiddetta “cappella pisana”, dedicata al Sacro Cuore e posta a sinistra del presbiterio quadrangolare. In posizione simmetrica rispetto alla cosiddetta “cappella pisana” sorge un’altra elegante cappella trecentesca, dedicata alla “Sacra Spina”, edificata secondo i moduli stilistici gotico aragonesi. La prima trasformazione della Cattedrale avvenne tra il 1664 ed il 1674 ad opera dell’architetto genovese Domenico Spotorno, che rifece completamente l’interno ampliandone la superficie. In questa occasione le due cappelle medioevali vennero coperte e nascoste. Ai lavori di restauro parteciparono numerosi maestri scalpellini, autori delle belle formelle che decorano gli intradossi degli archi. Nel 1702 l’architetto Pietro Fossati diede inizio ai lavori di rifacimento della facciata, che venne adattata al gusto barocco dell’epoca e terminata l’anno successivo. Nel 1930, infine, nel corso degli ultimi e definitivi restauri ad opera dell’architetto Francesco Giarrizzo, la chiesa poté recuperare le due cappelle trecentesche nascoste e acquisì l’attuale nuova facciata neoromanica in sostituzione della marmorea facciata barocca. Sotto il presbiterio della Cattedrale, l’arcivescovo Francisco Desquivel fece costruire nel 1618 una cripta-santuario: tre grandi cappelle intercomunicanti parallele, interamente rivestite di marmi intarsiati policromi, per custodire le reliquie dei numerosi martiri cagliaritani riportate in luce a partire dal 1614.

monumentiaperti

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Cavità

di via Vittorio Veneto Via Vittorio Veneto, 40

BUS

8/20

La cavità si apre in Via Vittorio Veneto, di fronte al numero civico 40. L’ampio ingresso è interamente obliterato da un doppio muro in pietra in cui sono state risparmiate delle piccole porte non in asse fra loro. Di forma irregolare, la cavità ha un perimetro di circa 150 metri ed uno sviluppo interno di circa 800 metri quadri. Metà della cavità si sviluppa su un cono detritico di forma irregolarmente romboidale, l’altra metà su una superficie piana creata da terreno di riporto, che comunque non rappresenta il pavimento originale della cavità. L’ambiente sotterraneo nacque per attività di cava: in fase di scavo furono risparmiati nella roccia cinque tozzi pilastri a base quadrata per conferire solidità alla volta ed evitare crolli, mentre tracce di un sesto pilastro, eliminato successivamente, sono riconoscibili nella volta. Cessata l’attività di cava seguì probabilmente quella di utilizzo come serbatoio d’acqua. Tale utilizzo, a giudizio del Canonico Giovanni Spano, sarebbe iniziato in epoca cartaginese e proseguito in epoca romana. Attualmente alle pareti della cavità non si notano malte di impermeabilizzazione, ma potrebbero esserci state in antico, o esserci tuttora nelle parti ricoperte da detriti. Nel 1943, durante il II conflitto mondiale, la cavità fu riutilizzata come rifugio contro i bombardamenti e fu anche realizzato un rudimentale impianto elettrico all’interno. Terminata la guerra, la grotta diede per qualche tempo precario asilo a quegli sfollati che, al loro rientro a Cagliari, trovarono le loro case distrutte dai bombardamenti. È opera degli ultimi decenni la sistemazione della Via Vittorio Veneto e la demolizione di alcune fatiscenti abitazioni addossate al muro esterno della cavità.

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Cagliari


Centro di

Cultura Contadina Via Sant’Alenixedda, 2

BUS 6/M

Villa Muscas, che ospita il Centro della Cultura Contadina, è sede di un ricco museo e di locali adibiti ad incontri e conferenze; fu edificata in periodi diversi con tecniche costruttive differenti, su un impianto di chiara impronta monastica. La struttura si pone come centro di conservazione di oggetti e macchinari legati al mondo rurale sardo, di divulgazione mediante manifestazioni che vogliono coinvolgere la gente in un percorso di conoscenza delle problematiche connesse alla produzione agraria, e offre i suoi spazi ad altre attività culturali. Il percorso museale si articola in tre livelli: cortile, chiostro, ambienti del primo piano. Nel cortile si trovano macchinari significativi che rappresentano la produzione tradizionale e industriale della Sardegna. Il piano terra è articolato in sei sale, contenenti macchinari e oggetti utilizzati per la lavorazione della terra, per la trasformazione e misurazione dei prodotti agricoli. Sul chiostro si affacciano tre ambienti, due dei quali destinati alla vinificazione e distillazione, mentre l’ultimo offre una nutrita collezione di finimenti ed arnesi per animali da lavoro. Ambienti del primo piano: di notevole interesse il pozzo di età romana databile tra il I e il III sec. d.C.; la mostra fotografica permanente dedicata alla memoria storica dell’edificio, con inserzioni di foto d’epoca relative a scene di vita rurale. Notevole l’enoteca, importante collezione (820 bottiglie) di vini sardi che abbraccia un periodo compreso tra il 1950 e i giorni nostri. Lungo il percorso sono esposti numerosi oggetti tradizionali legati all’attività domestica (bilance, cestini, mortai, ferri da stiro, macinini ecc.), ed un pregevole telaio completo risalente al settecento. L’ultima sala, dedicata all’editoria storica dell’agricoltura, contiene libri rari e di pregio: da segnalare la presenza di un testo risalente al 1545 dedicato allo studio della viticoltura.

monumentiaperti

35


Chiesa della

Purissima Via Lamarmora

BUS

7

La Chiesa della Purissima venne probabilmente costruita dopo il 1540, quando la nobildonna Gerolama Rams Dessena, che insieme ad altre figlie della nobiltà cagliaritana si era dedicata alla vita monastica, fece edificare l’adiacente monastero di clausura delle Clarisse, secondo l’insegnamento del Poverello d’Assisi e di S. Chiara da cui ne deriva il nome. Nel 1554, poi, fu previsto l’ampliamento del monastero e l’edificazione della chiesa; tale iniziativa fu appoggiata dall’arcivescovo Domenico Pastorelli che concesse alle religiose, come sede provvisoria, la chiesetta romanica di S. Elisabetta. Sull’impianto di quest’ultima, infatti, sorge la Chiesa della Purissima, come dimostrano gli scavi effettuati nell’area del presbiterio nel 1989, che hanno riportato alla luce numerosi reperti databili tra il XIV e il XVI secolo. L’interno della chiesa si distingue per l’eleganza formale con la quale l’architetto che la progettò, del quale non si conosce il nome, seguì i precetti dell’architettura gotico-catalana. La struttura, in pietra cantone, disegna una navata unica divisa da un arco a sesto acuto in due campate voltate a crociera in pietra a vista con gemma pendula al centro. Raccordato mediante un arco a sesto acuto, il presbiterio (capilla mayor), a pianta quadrata e di dimensioni ridotte rispetto all’aula, è situato al di sopra di una cripta ed è coperto da una bella volta stellare, con nervature e gemme pendule e peducci istoriati. La chiesa rimase in uso fino al 1867 quando il monastero venne soppresso e acquisito dallo Stato che in seguito lo adibì a scuola. Chiuso il monastero, disperse le monache, anche la chiesa venne abbandonata e chiusa al culto. Solo nel 1903-4, in occasione del cinquantenario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione la chiese venne scelta per le celebrazioni solenni e restaurata. Caduta nuovamente nell’oblio la chiesa venne, nel 1933, assegnata alla congregazione delle “Ancelle della Sacra Famiglia” che tutt’ora la custodisce. La chiesa è dal 1867 di proprietà dello Stato Italiano, attraverso il FEC, Fondo Edifici dei Culto del Ministero degli Interni. Grazie ad uno stanziamento del 2009 da parte della Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato ai Beni Culturali e sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza BAPSAE di Cagliari e Oristano, il Comune di Cagliari ha curato la progettazione e la direzione dei lavori.

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Cagliari


Chiesa della

Speranza Via Duomo, angolo Piazza Palazzo

BUS

7

La cappella, di proprietà della nobile famiglia Aymerich, sorge nella via del Duomo, strada anticamente chiamata Carrer dels Pelliciers, la via degli artigiani delle pellicce, poi Carrer de la Seu, della sede per eccellenza: la Cattedrale. Ma i cagliaritani l’hanno chiamata a lungo Sa ruga de sa Speranza, la via dove si venera, almeno una volta all’anno, Nostra Signora della Speranza, cioè la Madonna in attesa della nascita di Nostro Signore (dallo spagnolo esperanza). L’edificazione della chiesa è probabilmente posteriore al 1535: lo stemma della famiglia Aymerich presenta infatti l’aquila bicipite, concessa alla casata da Carlo V dopo la battaglia di Tunisi (1535). La chiesa presenta le caratteristiche usuali delle architetture sardocatalane. La facciata è priva di risalti e ornati, tranne il portale, che presenta un’apertura architravata. L’interno è un ambiente rettangolare, coperto da tre volte di cui la centrale è una crociera di ogive, le altre due sono mezze crociere. A destra tre cappelle, realizzate successivamente all’edificazione della chiesetta. La storia della chiesetta è legata anche al Parlamento Sardo in epoca spagnola, che si divideva in Stamenti: infatti il Braccio militare, o nobiliare, aveva qui la propria sede.Dopo la cacciata dell’Ordine dei Gesuiti dall’Isola, fu per breve tempo sede dell’antica Congregazione degli Artisti (artigiani). La campana di bronzo sul piccolo campanile a vela suonava ancora negli anni ’50, per chiamare i tanti fedeli a festeggiare ogni 18 dicembre la Madonna della Speranza: in particolare i componenti delle principali famiglie gentilizie di Castello, che proprio nel piccolo tempio celebravano la novena di Natale.

monumentiaperti

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Ruderi della Chiesa di

San Francesco di Stampace Postazione informativa in Piazza Yenne

BUS

1/8

La chiesa di S. Francesco sorgeva nel quartiere storico di Stampace, tra l’attuale corso Vittorio Emanuele II e via Mameli. Il complesso, comprendente la chiesa, il chiostro e il monastero, fu ampliato a partire dal XV secolo con l’aggiunta di cappelle laterali. I Francescani vi restarono fino alla rimozione forzata nel 1861; in seguito il complesso fu adattato a caserma dei Carabinieri, ed ebbe a patire un progressivo degrado: nel 1871 un fulmine danneggiò il campanile della chiesa che portò al successivo crollo del tetto nel 1875, con la conseguente rovina delle murature perimetrali e il graduale smantellamento dell’edificio. Attualmente sono sopravvissuti e parzialmente visibili solo pochi resti: alcuni metri dei 35 del chiostro definito dal Canonico Spano “il più bel chiostro dei conventi della Sardegna formato in quadrato con architettura gotica, e con archi che nei capitelli e nel mezzo della volta sono ornati di Santi, e di figure mostruose scolpite”, il portale della chiesa rimontato nella facciata del Santuario di Bonaria e alcune cappelle voltate a crociera e costolonate, con gemma pendula visibili dall’interno di alcuni locali commerciali lungo il corso Vittorio Emanuele II. Il convento rappresentava la sede francescana più prestigiosa dell’Isola. L’impianto originario della chiesa, a navata unica con copertura lignea, e le successive modifiche si conoscono grazie al rilievo eseguito da Carlo Pizzagalli nel 1874. Sono numerose le testimonianze artistiche superstiti, tra cui sepolcri, stemmi e retabli, che indicano la straordinaria attenzione della classe nobile e mercantile cagliaritana per la chiesa di San Francesco, spesso scelta come sede di sepoltura. La chiesa custodiva inoltre opere di grande impegno artistico come “Il trittico della Consolazione” di Michele Cavaro, “L’icona dell’Annunziata” di Juan Mates e “Il retablo di San Bernardino” di Juan Figuera. Conoscere e conservare la memoria della vicenda del complesso del San Francesco di Stampace è il modo migliore per far rivivere un’importante pagina della storia della città di Cagliari e per rendere omaggio a quegli appassionati storici dell’arte che con le loro ricerche e i loro studi hanno dato dignità e vita a questo importante monumento.

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Cagliari


Chiesa di

San Giuseppe Piazza San Giuseppe

BUS

7

Il complesso architettonico di San Giuseppe, che comprende la Chiesa e l’ex Collegio, rappresenta un monumento significativo della storia della città di Cagliari e del quartiere di Castello: fu sede fin dal 1640 del “primo Ostello” dei religiosi e successivamente delle antiche “Scuole Pie”, la cui nascita si deve alla figura del presbitero spagnolo Giuseppe Calasanzio. I lavori di costruzione, avviati a partire dal 1663, proseguirono fino al 1700 e, dopo vent’anni di interruzione a causa delle guerre di Successione spagnola, verranno ripresi nel 1720, per concludersi nel 1735. In questa chiesa emergono connotati formali tipici dell’architettura sacra in epoca controriformista che si rifanno all’esempio della chiesa del Gesù a Roma. L’organismo architettonico si sviluppa in senso longitudinale tra le vie S. Giuseppe, Genovesi e Università, a ridosso della torre dell’Elefante. La pianta della chiesa presenta un corpo longitudinale a navata unica, con volta a botte. I suoi prospetti appaiono variamente articolati per il dislivello esistente tra le strade che la delimitano. La facciata della Chiesa, introdotta da una breve scala asimmetrica, risulta piatta, modulata dalle sole lesene con capitelli di ordine ionico. Il portale è sovrastato da un timpano a cornice curva spezzata, con all’interno lo stemma degli Scolopi, al di sopra del timpano si trova un vano cieco che contiene una piccola finestra. All’interno si trovano l’imponente altare maggiore in marmi policromi, risalente al 1777, opera dello scultore Giovanni Battista Franco, il pulpito e la balaustra del presbiterio anch’essi marmorei e presumibilmente coevi. Nel corso del XVIII secolo subì numerosi bombardamenti: nel 1708, nel 1717 e nel 1793, durante l’assedio della città da parte delle truppe francesi: è conservata all’interno della Chiesa una delle bombe cadute sul Collegio, con una lapide commemorativa incastonata in uno dei piedritti. La chiesa è proprietà del F.E.C. Ministero degli Interni.

monumentiaperti

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Chiesa di

San Lorenzo Via SS Lorenzo e Pancrazio, viale Buoncammino

BUS M

L’edificio, documentato dalla seconda metà del XIII secolo, era un tempo dedicato a S. Pancrazio. In età spagnola passò sotto il titolo di Nostra Signora del Buen Camino e solo nel Settecento venne intitolata al protomartire Lorenzo. La fabbrica romanica, realizzata in conci calcarei, presenta la caratteristica pianta a due navate divise da arcate su colonne e volte a botte con sottarchi, tutti elementi tipici delle architetture medievali dei monaci vittorini di Marsiglia risalenti al primo quarto del XII secolo. Nel settecento venne demolita l’antica facciata, della quale restano i conci d’imposta del campanile a vela, e costruita l’attuale con l’atrio porticato, vennero aperte le cappelle laterali ed eliminate le due absidi semicircolari. All’interno sono visibili i cantoni con gli alloggi per i bacini ceramici, riutilizzati per restaurare la volta a botte della navata; si conservano inoltre, due bacini frammentari: uno decorato in cobalto e manganese su smalto bianco di produzione magrebina islamica della fine del XII secolo e del XIII secolo, l’altro in ramina e manganese con motivi floreali stilizzati appartiene alle protomaioliche prodotte nell’Italia meridionale e in Sicilia nella prima metà del XIII secolo.

40

Cagliari


Chiesa e Cripta di

San Lucifero Via San Lucifero

BUS

6/1

Il complesso di San Lucifero comprende tre edifici funerari tardoromani, risalenti al III e IV secolo d.C. riutilizzati in fase successiva come sepolture cristiane. Sacello di San Lucifero Attualmente il monumento si presenta molto rimaneggiato e diviso su due livelli sotto il presbiterio della chiesa. L’intero locale, a pianta quadrata, fu voltato a botte dopo il restauro effettuato prima del 1640. Caduta in abbandono, lungo i secoli conservò visibile al centro del pavimento il sepolcro vuoto di San Lucifero, mentre le sue reliquie furono traslate nella Cattedrale. Cripta della Chiesa o Sacello di Rude ed Eliano È così chiamato per un sarcofago qui ritrovato e contenente i resti di un Elianus e di un Rudis. L’esterno si presenta realizzato con mattoni alternati a blocchetti di calcare, spesso su due file. L’interno presenta due ambienti: uno rettangolare, anticamente con volte a crociera sostenute da quattro pilastri, e uno più piccolo sul lato ovest, voltato a botte, con nicchie alle pareti. Nel 1937 fu messo in luce e reso comunicante col sacello di San Lucifero; nella stessa occasione fu realizzato il pavimento in mattoni e vennero adattate le finestre già esistenti. Sacello di San Lussorio È il sacello conservato in condizioni peggiori ed è visibile solo la parte comunicante con quello di Rude ed Eliano. Della stessa tipologia di quello accanto, aveva l’ingresso allineato con quello ma presenta quattro arcate laterali. Questo sacello non fu recuperato e si preferì invece, dopo un suo breve utilizzo come ambiente a cielo aperto, interrarlo dopo averne effettuato il completo svuotamento. In questo sacello fu scoperto un sepolcro attribuito al martire Lussorio di Fordongianus. L’identificazione, che trovava conferma in documenti del XII secolo e che alimentò una confusione fra i luoghi di martirio di questo martire sardo molto venerato, si basava essenzialmente sull’iscrizione tombale.

monumentiaperti

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Chiesa di

San Michele Via Ospedale

BUS

58

La chiesa dell’ordine gesuitico sorge nel quartiere di Stampace vicino alla porta detta dello Sperone su un preesistente oratorio dedicato ai santi Michele ed Egidio. Fu costruita grazie ad un lascito del benefattore Francesc’Angelo Dessì morto nel 1647. La chiesa venne consacrata nel 1738, come ricorda la lapide murata all’ingresso. Benché i lavori si siano protratti per quasi un secolo, la costruzione appare fortemente unitaria sia nell’impianto architettonico che decorativo e risponde pienamente ai dettami ideologici del potente e colto ordine gesuitico, all’interno di una concezione culturale tipicamente barocca. L’edificio è sorto su un’area di piccole dimensioni attigua alla casa del Noviziato con il quale ha in comune una loggia di ingresso con una monumentale facciata prospiciente la Via Azuni. La sua fabbrica, coeva ai lavori della Cattedrale, ha visto la partecipazione di maestranze continentali e locali. Queste ultime hanno lasciato la loro impronta soprattutto nei lavori di intaglio lapideo in cui si combinano elementi tardo gotici con moduli classicisti, secondo un gusto tipicamente ispanico. Gli arredi marmorei, completati intorno al 1764, rivelano nell’apparato decorativo e cromatico, un forte legame con la coeva produzione genovese. Sempre con il lascito del Dessì, nel corso del Settecento, fu costruita la sagrestia a pianta rettangolare e volta lunettata; essa rappresenta, con il complesso di affreschi, stucchi, portali, pavimenti marmorei e arredo ligneo, un raro esempio nell’isola di rococò con influssi d’oltralpe. La sagrestia comunica con la chiesa tramite un ambiente quadrato voltato a crociera, dove si possono ammirare le tele raffiguranti i Misteri del Rosario di Giuseppe Deris e le sculture lignee con i Misteri della Passione di G. Antonio Lonis.

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Cagliari


San Vincenzo de’ Paoli Chiesa di

Via Bosa

BUS

M

La Chiesa di San Vincenzo dÈ Paoli o Chiesa della Missione è situata nell’isolato compreso tra la via e la piazza San Domenico, ove sorgono la Congregazione ed il Collegio delle Missioni. Fu edificata nel 1950 come riparazione ai danni di guerra, in seguito ai bombardamenti della II Guerra Mondiale, che avevano distrutto una precedente grande cappella, integrata nella Casa della Missione, costruita nel 1915 e consacrata nel 1921, situata parallelamente alla via Bosa con ingresso dall’esterno laterale. La lapide che ne commemora la consacrazione è visibile sull’esterno dell’abside. La nuova costruzione, inaugurata il 13 luglio 1951, venne progettata dall’architetto Augusto Valente (disegnò anche la stazione marittima di Cagliari distrutta dai bombardamenti del 1943, e le case popolari INCIS in via Bacaredda, Piazza Galilei), si presenta in stile neoromanico-pisano. Sopra il portale d’ingresso troviamo una lunetta a mosaico dedicata al Santo titolare. La copertura della Chiesa è a padiglione con rivestimento di tegole. Il campanile, situato sulla sinistra dell’abside, è a pianta quadrata, e presenta lungo la sua altezza, bifore, trifore e archetti ciechi. La pianta è a croce latina. Il fedele entrando è portato a rivolgere lo sguardo verso l’altare, il punto più rappresentativo dell’edificio perché, simbolicamente rappresenta il cuore di Cristo in Croce. La sua semplicità ed essenzialità stilistica e la sua dimensione, a misura umana, invitano il fedele al raccoglimento spirituale. È a tre navate, la centrale più alta e larga rispetto a quelle laterali suddivise da colonne di ordine composito. La copertura è in legno a capriate. Il pavimento è realizzato in marmettoni con disegno a losanghe. L’illuminazione naturale all’interno della Chiesa è data dall’oculo posto nella facciata, dalle monofore laterali, da quelle inserite nell’abside e dalle trifore poste agli estremi del transetto. I confessionali lignei, disposti lungo le navate laterali riportano ancora il motivo del rombo gradonato.

monumentiaperti

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San Simone e Fattoria di Sa Illetta Chiesa di

Loc. Sa Illetta S.S. 195

BUS

8A

La chiesa di San Simone sorge sull’isolotto denominato Sa Illetta, che presentava in origine una superficie di circa 160 ettari, ora ridotti a 40 a seguito della realizzazione del porto canale. L’isola fu probabilmente uno scalo marittimo fenicio, cartaginese e poi romano. È certamente ipotizzabile anche una fase medievale, ricostruibile quasi esclusivamente dai documenti della fine del XVII secolo, che descrivono emergenze architettoniche di un certo rilievo, pertinenti alla Villa di Santa Gilla che si estendeva tra il borgo di Sant’Avendrace, il Fangario, la sponda dello stagno di Santa Gilla e la collina di San Michele. In questo territorio, la cui esistenza è documentata in una carta databile tra il 1066 e il 1071-1073, fu fondata la capitale del giudicato di Cagliari, distrutta nel 1258 per mano pisana e soppiantata da Castel di Castro. Dell’epoca romana restano alcune cisterne, mentre un vasto ambiente con volta a crociera sorretta da una colonna in posizione centrale testimonia la frequentazione del sito in epoca altomedievale. Benché non siano state trovate tracce concrete della capitale giudicale a Sa Illetta, è tuttavia possibile rilevare testimonianze del periodo nella chiesa di San Simone. La fase più antica dell’edificio, potrebbe essere individuata nell’abside ascritta all’XI-XII secolo. Entro la lunetta è dipinta la figura di San Simone, realizzata su bozzetto del pittore cagliaritano Felice Melis Marini (1871-1953). La mancanza di attestazioni scritte non consente di datare precisamente la chiesa, che viene tuttavia menzionata in un documento del 14 ottobre 1406. In questa data l’edifico e l’isolotto di San Simone vengono ceduti al priorato di San Saturnino dall’arcivescovo di Cagliari, che in cambio ottiene la chiesa di Santa Lucia di Lapola e l’annesso monastero, oggi riconoscibili solo dai resti archeologici nel quartiere cagliaritano della Marina. La chiesa di San Simone e l’annessa fattoria sono attualmente di proprietà privata. Il primo impianto della fattoria risale al 1567, periodo in cui il facoltoso notaio cagliaritano Sabater la fece costruire. Nel 1716, dopo diversi passaggi ereditari, la proprietà giunse nelle mani di Michele Cervellon che ampliò l’estensione dei fabbricati e costruì il secondo piano. La casa raggiunse la sua dimensione definitiva ai primi dell’ottocento, quando divenne proprietario il barone di Sorso Vincenzo Amat. Il 24 marzo 1915 la proprietà fu acquistata da Giovanni Balletto.

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Cagliari


Chiesa di

Sant’Alenixedda Via Parigi, Quartiere Europeo

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30/31

La chiesetta di S. Alenixedda, costruita nell’antichissimo sito di S. Vetrano dove sono state trovate vestigia romane, è un piccolo gioiello architettonico medioevale databile intorno al XIII secolo. Si compone di una navata unica dalle linee semplici, così come semplice ed elegante si presenta la facciata. Questa è divisa in tre parti da quattro lesene: quella centrale si caratterizza per il robusto arco che dà rilievo all’ingresso e per il campanile a vela di elegante sobrietà, mentre i due specchi laterali ricevono slancio da archetti lobati ascendenti poggianti su mensole. Alenixedda è un diminutivo del nome Aleni, che in sardo sta per Elena, madre dell’imperatore Costantino, anch’egli venerato nell’isola come santo. Il diminutivo, quasi certamente, aveva lo scopo di distinguere due luoghi di culto assai diversi fra loro, ma dedicati alla stessa santa. Quello piccolo appunto, eretto nel sito di S. Vetrano, e quello al confronto ben più grande, eretto successivamente nella vicina villa di Quartu.

monumentiaperti

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Chiesa di

Sant’Antonio Abate Via Manno, 58

BUS

10

La chiesa, che si trova nell’antica strada detta della Costa (l’attuale Via Manno), apparteneva al complesso omonimo dell’antico Ospedale. Dalla fine del XVII secolo esso era stato assegnato agli Ospedalieri di S. Giovanni di Dio, ai quali forse si deve l’attuale impianto della chiesa, che era in costruzione nel 1704, e che fu consacrata nel 1723 dal Vescovo Sellent, come risulta da una piccola lapide murata nel suo ingresso. Il prospetto riprende le formule del barocco tardo. È risolto in una quinta muraria, che maschera all’esterno la forma ottagonale dell’edificio. Vi risaltano lievemente larghe incorniciature e riquadri appena incavati, due per parte ai lati di una finestra, in cui si trovano ghirlande di fiori e frutta a rilievo. Nella parte alta una nicchia valviforme ospita la statua tardo cinquecentesca del santo titolare, attribuita allo scultore Scipione Aprile, nella consueta iconografia che lo vede portare il bastone e il fuoco. La nicchia è affiancata da due corpose volute e da cascate di melagrane che alludono all’ordine degli Ospedalieri. Il complesso sistema di pilastri e paraste di ordine composito che lo inquadra, includendo un grande stemma degli Ospedalieri e sostenendo altre due volute, con la sua concavità accentua il tono scenografico del prospetto. All’interno lo spazio accentrato dell’aula, che ha pianta ottagonale leggermente allungata, si apre in una cappella presbiteriale quadrangolare e in sei cappelle poco profonde disposte a raggiera, una per ogni lato dell’ottagono, tutte coperte da una volta a botte. Le alte paraste all’imboccatura delle cappelle, di ordine composito lisce e allungate, sottolineano il movimento ascensionale dello spazio accentrato, in sintonia con la modesta profondità delle cappelle. La decorazione attuale della cupola è opera del pittore Guglielmo Bilancioni (1886), sostituisce una ricca decorazione ad affresco con episodi, distrutti dall’umidità e asportati nel 1914, della vita di S. Antonio e con l’immagine della Madonna d’Itria.

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Cagliari


Chiesa di

Sant’Efisio a Giorgino Località Giorgino S.S. 195

BUS

8A

La corte in Giorgino è un complesso di notevole valore storico, vincolato dal Ministero dei Beni culturali, del quale fa parte la chiesetta di S. Efisio nella quale, viene da sempre accolto il martire S. Efisio, in quella che è la prima tappa del lungo percorso verso il luogo del suo martirio a Nora. L’impianto edilizio è costituito dalla Chiesetta e dalla corte dedicate a S. Efisio, dichiarato, dal Ministero dei Beni Culturali, di interesse artistico e storico ai sensi della Legge 1089 del 1939. La Chiesa, e gli adiacenti locali di sacrestia, il deposito del cocchio e le sale laterali aderiscono alla casa padronale per formare un unico complesso che richiama il modulo della “corte”, cioè della villa suburbana che faceva parte in origine della proprietà di campagna dei conti Ciarella, avi dei conti Ballero, alla cui famiglia appartiene, tuttora, la proprietà del complesso. Nel 2004 la chiesa è stata restaurata per volontà della famiglia Ballero e del Comune di Cagliari. L’edificio è di linee architettoniche seicentesche, con cupola ottagonale, semplice facciata con campanile a vela, nel quale si trova la campana, originale datata 1679, aula coperta a due falde, con altare settecentesco e pavimento originario in maiolica dipinta a mano nel XVII secolo. Nella chiesetta di Giorgino avviene la prima sosta della lunga processione in onore di Sant’Efisio. Qui il 1 Maggio avviene il cambio delle vesti e dei gioielli preziosi sostituiti con altri più modesti adatti al viaggio verso Nora, ed il cambio del cocchio settecentesco con un altro più robusto, detto “cocchio di campagna”, custodito per tutto l’anno nel locale annesso alla cappella, operazione che vede coinvolti i componenti della famiglia Ballero, soprattutto le giovani generazioni. Il 4 maggio viene compiuta l’operazione inversa per il rientro in città. È difficile datare l’inizio di questa cerimonia della quale, comunque, si ha traccia anche in atti riportanti una seduta dell’Arciconfraternita di S. Efisio del 1787 nella quale si discute della sosta a Giorgino.

monumentiaperti

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Chiesa di

Santa Chiara Scalette Santa Chiara, piazza Yenne

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1/8/10

Il convento delle monache di S.Chiara venne edificato agli inizi del secolo XIV nelle pendici occidentali della collina di Castello. L’esistenza del convento è attestata da due documenti: la prima testimonianza risale al 1328, anno in cui il re aragonese Alfonso III concesse alle monache una quantità annuale di grano per il loro sostentamento. Nel 1353 una lettera del padre provinciale Bernardo Bruni nomina il monastero con la più antica denominazione a S. Margherita. La chiesa risale, nella sua attuale sistemazione, alla fine del XVII secolo, come dimostrano sia l’impianto architettonico, sia l’iscrizione “S. MARGARITA V.M. 1690” posta all’esterno, sull’architrave della porta laterale. La semplice facciata è caratterizzata da un portale, sormontato da una nicchia e da due finestre rettangolari disposte simmetricamente. La soglia della chiesa è costituita da una lastra tombale decorata con motivi araldici. L’edificio presenta all’interno una decorazione di gusto barocco nelle paraste che delimitano le cappelle, nei capitelli e nel sovrastante fregio. Al centro della navata si trovavano due lastre marmoree recentemente sistemate nella parete d’ingresso. La balaustra della cantoria, dalla quale le monache potevano partecipare alle funzioni religiose, è ornata da uno stemma nobiliare sorretto da due angeli. L’altare ligneo, di gusto squisitamente barocco, che occupa la parete di fondo, ospita nella nicchia centrale la statua della Madonna di Loreto. Nel corso dei lavori di restauro effettuati negli anni ’80 sono venute alla luce le fondazioni della chiesa trecentesca e alcune tombe a cassone fasciate. Alcune vestigia del campanile del convento sono visibili sul lato nord della chiesa.

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Cagliari


Chiesa di

Santa Lucia Via Martini, 13

BUS

7

La chiesa è situata lungo la via Martini, nel quartiere di Castello, e presenta una facciata estremamente semplice e poco appariscente, che non fa immaginare la costruzione interna. L’edificio fa parte di un complesso monastico, donato nel 1539 dal viceré di Sardegna alle Clarisse e divenuto patrimonio dello Stato nella seconda metà dell’Ottocento in seguito alla soppressione degli ordini religiosi. Oggi la chiesa, riaperta al culto nel 1898, è interna all’Ente Asilo Umberto e Margherita, nato nel 1888 e sede della scuola materna ed elementare, ospitate nell’ex monastero. L’interno della chiesa si inserisce nell’architettura di influsso tardogotico ed ha una sola navata, divisa in due campate voltate a crociera con gemme pendule, e un presbiterio o capilla mayor coperto con volta a crociera stellare. Una cantoria, sorretta da volta con arco ribassato, sovrasta l’ingresso principale. Le due cappelle della parte destra sono uguali per dimensioni e superficie, ma non per il tipo di copertura: la più vicina al presbiterio ha una volta a crociera e mezza, molto singolare e del tutto simile a quella costruita nella chiesa della Speranza, cappella gentilizia degli Aymerich vicina alla Cattedrale; la seconda è coperta da una volta a botte con lunette ed è riferibile ad un periodo più tardo rispetto alla navata (fine Cinquecentoprimi Seicento). L’arredo odierno della chiesa è quello legato alla permanenza delle Suore della Carità. All’esterno dell’edificio, nella parte che si affaccia verso il Terrapieno, è visibile una torre, parte delle fortificazioni pisane del Castello, alla quale si addossa la sacrestia.

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Chiesa di

Santa Maria del Monte Via Corte d’Appello

BUS

7

La piccola chiesa di Santa Maria del Monte di Pietà, sede dell’omonima Confraternita costituita con Bolla papale nel 1530 e confermata nel 1551, composta di nobili persone il cui compito principale consisteva nell’offrire assistenza e dare sepoltura ai condannati a morte, fu edificata a partire dal 1568. Dal punto di vista architettonico si distinguono due fasi costruttive: una, la parte anteriore, sicuramente gotica, l’altra già rinascimentale. Il prospetto, a semplice parete, presenta nella parte alta un tratto di arco con cornice conglobato nell’apparato murario e interrotto da un finestrone centinato a semicerchio. L’edificio presenta un’unica navata senza transetto, col presbiterio sviluppato come una vera e propria cappella a pianta quadrata e più stretta, a differenza delle due campate della navata che sono a pianta rettangolare. Anche nelle coperture superiori si notano diversi sistemi: nel presbiterio la volta è stellare con ogive e cinque gemme pendule; nelle campate della navata si trovano semplici volte a costoloni diagonali. Si può ricondurre, nell’ambito delle chiese sarde, alla tipologia della parrocchiale di Padria e a Cagliari alle chiese vicine della Purissima e di S. Eulalia. Dopo la soppressione della Confraternita, nel 1866, la chiesa ha avuto diverse destinazioni: seconda sede della Corte d’Assise, scuola comunale di musica fino al 1921, dormitorio e refettorio della piccola casa della Provvidenza.

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Cagliari


Chiesa di

Santa Rosalia Via Torino

BUS

7

Situata nella parte alta del quartiere della Marina, nelle adiacenze di piazza Costituzione, la chiesa nasce nel XV secolo come piccolo oratorio, voto a Santa Rosalia da parte delle autorità cittadine per una delle ricorrenti pestilenze. Si deve alla Congregazione dei siciliani, ai quali l’edificio fu affidato nel 1695, l’ampliamento e il miglioramento della struttura religiosa, ceduta nel 1740 dalla Congregazione dei Frati Minori Osservanti. La facciata si ispira alle linee del barocchetto piemontese con cornici, timpani e lesene disposti in due ordini. Eleganti nicchie nella parte superiore della facciata ospitano le statue dei santi francescani Bonaventura e Antonio da Padova. L’interno della chiesa presenta un’unica navata con volta a botte, cupola ottagonale sul presbiterio e quattro cappelle per lato. Nella seconda cappella, entrando sulla destra, dal 1844 al 1931 sono state conservate le reliquie di San Salvatore da Horta, poi sistemate nell’altare maggiore, rinnovato per l’occasione dallo scultore Andrea Usai. Per questo motivo la chiesa è nota anche con il nome di San Salvatore, uno dei santi più cari e venerati dai sardi, il cui processo di canonizzazione è durato, con alterne vicende, dal 1586 fino al 1938. In seguito all’emanazione delle nuove norme della riforma liturgica del Concilio Vaticano II, nel 1967 il presbiterio della chiesa è stato radicalmente modificato con l’inserimento di un’urna nell’altare centrale, affiancata da due angeli in marmo di Carrara reggenti la mensa, opera dello scultore romano Antonio Bellini, un grande organo alle pareti, una decorazione a mosaico nell’abside realizzata da Franco D’Urso. Un portico sopra la via Principe Amedeo raccorda la facciata della chiesa all’edificio dove era ospitato l’antico convento, incamerato dallo stato sabaudo nella seconda metà del 1800, dove oggi ha sede il Comando Militare della Sardegna. Per la prima volta sarà aperta al pubblico la Pinacoteca del Convento dei dei Frati Minori di Santa Rosalia che ospita tra le tante, alcune opere di artisti sardi: i cagliaritani Giovanni Marghinotti (1798-1865) della scuola del vecchio quartiere Marina, autore del cuore Immacolato di Maria e la Madonna della Purificazione e Pietro Cavaro (1460?-1538), della scuola stampacina, autore dell’Addolorata o Madonna dei sette dolori (1520).

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Chiesa e Cripta del

Santo Sepolcro Piazza San Sepolcro

BUS

10/1

La chiesa del Santo Sepolcro si trova nella parte alta del quartiere di Marina, a ridosso della scalinata di Sant’Antonio. La sua storia è strettamente legata a quella della Confraternita dell’Orazione e della Morte (o del Santo Sepolcro), che curava la sepoltura dei poveri abbandonati, e che vi ebbe probabilmente la sua prima sede nell’area attualmente occupata dalla cappella sotterranea recentemente ripulita e recuperata. La intitolazione è da mettere in relazione con la grande suggestione esercitata nel corso dei secoli dal Santo Sepolcro di Cristo di Gerusalemme. La sua fisionomia attuale appare come il risultato di diversi interventi costruttivi a partire dalla seconda metà del Cinquecento fino ai primi anni del secolo attuale, quando fu abbandonato il cimitero che le stava accanto per realizzare la Piazza S. Sepolcro. Dall’esterno appare come un corpo sviluppato parallelamente alla piazza che conserva, ad occidente, una facciata dal terminale piano in cui si aprono un portale ad arco e una finestra circolare. L’interno è a navata unica, con presbiterio coperto da volta a crociera costolonata e gemmata, e cappelle laterali, secondo un impianto tardogotico; la copertura, più tarda, è invece voltata a botte. Alla fase barocca si deve la grande Cappella della Pietà, a pianta centrale ottagonale coperta da una cupola, che fu costruita nel 1686 dal Viceré Lopez de Ayala, e nella quale si trova uno splendido retablo ligneo intagliato e policromato che ospita una antica immagine della Vergine in pietà. Alle spalle dell’altare recenti lavori nella sacrestia hanno evidenziato preesistenze archeologiche di notevole interesse, attualmente in fase di studio, tra cui una vasca circolare munita di tre gradini, quasi completamente scavata nella roccia.

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Cagliari


Chiesa, Chiostro e Cripta di

San Domenico Via XXIV Maggio, 5

BUS

1/7/M

Il Convento di S. Domenico fu fondato nel 1254 sul luogo dell antica chiesa benedettina dedicata a Sant Anna nel quartiere di Villanova. Il primo impianto del complesso aveva stretti rapporti con le fabbriche toscane e con le regole costruttive degli ordini mendicanti. La chiesa fu impostata su un unica navata con forti affinità al modello gotico italiano di S. Francesco di Stampace. Dopo l inserimento politico culturale della Sardegna nella Corona d Aragona, le modifiche successive alle strutture architettoniche del convento mutarono in senso gotico-iberico. Nel XVI secolo la copertura della chiesa fu sostituita con volte stellari i bracci a sud ed ovest del chiostro subirono elaborazioni di gusto tardo gotico, con archi, capitelli e gemme riccamente scolpiti. Nel 1580 fu istituito il cappellone del Rosario, una delle rare testimonianze di sincretismo architettonico gotico-rinascimentale; furono realizzati dei raccordi angolari di sostegno della cupola ancora di gusto gotico, mentre il vano d’ingresso fu decorato con volta a botte e cassettoni in pietra, scolpiti con motivi vegetali di gusto rinascimentale. Il complesso domenicano, insieme a quello conventuale di S. Francesco di Stampace, s’impose nella storia cittadina come fervido centro religioso e culturale; ospitava, infatti, la sede della confraternita dei calzolai, il tribunale dell’inquisizione e la Regia Stamperia. I suoi importanti arredi pittorici e scultorei furono dispersi in collezioni pubbliche e private per cui, attualmente, gli spazi possono essere apprezzati soprattutto per la loro valenza architettonica. Nel Maggio 1943, la città di Cagliari fu sottoposta a duri e ripetuti bombardamenti, né venne risparmiato il complesso architettonico di San Domenico. Rimasero in piedi una parte del convento e il lato più importante del chiostro aragonese. Si pensò alla difficile opera di ricostruzione. Tra il 1952 e il 1954 l’architetto toscano Raffaello Fagnoni risolvette il caso in modo intelligente, usando l’unica aula della chiesa originaria, parzialmente conservata, come base della nuova che la sovrasta e ricalcando gli spazi dell’antica struttura.

monumentiaperti

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Cimitero Monumentale di Bonaria Piazza Cimitero

BUS 5/6/30

Il cimitero monumentale di Bonaria sorge a ridosso della collina omonima, su un’area precedentemente utilizzata come necropoli già nella fase punico-romana e paleocristiana della città. In prossimità dell’ingresso principale del Cimitero, fino ai primi del secolo, esisteva la chiesa benedettina di Santa Maria de Portu (poi S. Bardilio) eretta nell’XI secolo, con trasformazioni successive. Il Cimitero di Bonaria fu progettato dal Capitano del genio Luigi Damiano, con un impianto regolare quadripartito, ed inaugurato il primo gennaio del 1829. In precedenza a Cagliari si seppelliva nelle chiese o nelle aree immediatamente limitrofe, spesso con rilevanti problemi igienici. Già durante l’epidemia di colera del 1816 era stato necessario reperire d’urgenza alcune aree limitrofe alla città da adibire a luogo di sepoltura, per cui l’esigenza di un grande camposanto cittadino era particolarmente sentita. Ad appena trent’anni dall’inaugurazione, il cimitero era già insufficiente per cui si diede mandato all’architetto Gaetano Cima di progettare un primo ampliamento, a cui seguirono altri ancora che portarono l’area a raggiungere la cima del colle. Un’apposita area fu destinata agli acattolici, inglesi, francesi e tedeschi di religione protestante ed anglicana. Oggi il cimitero di Bonaria è una grande galleria d’arte all’aperto che raccoglie le sculture di artisti sardi e della penisola, operanti a Cagliari (Fadda, Sartorio, Sarrocchi, Galavoni) dalla seconda metà dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento. In questa eccezionale galleria è presente una singolare varietà di stili, dal neoclassicismo, al realismo al simbolismo, al liberty. Questa produzione artistica così variegata riflette bene il gusto della città di fine Ottocento, culturalmente vivace ed economicamente attiva per la presenza di imprenditori dell’Italia settentrionale e provenienti dall’estero.

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Cagliari


Cittadella dei Musei e Fortificazioni Piazza dell’Arsenale

BUS 7/58/20

La cittadella dei Musei è situata nella parte settetrionale del colle sul quale sorge l’antico quartiere di Castello. A tutt’oggi pochi indizi, due cisterne, ci indicano una frequentazione dell’area in età feniciopunica e romana. In periodo pisano dopo la costruzione nel 1305 della Torre di San Pancrazio, l’area venne separata da quest’ultima da un grande fossato e collegata da un grande ponte levatoio. L’attuale area della Cittadella dei Musei venne edificata in periodo spagnolo a partire dal 1552 allorquando fu costruito un importante sistema difensivo denominato “la Tenaglia”, ad opera del cremonese Rocco Capellino. La veloce evoluzione dei potenti mezzi di artiglieria imposero nel 1573 di rettificare l’impostazione delle corrispondenze dei bastioni, così la Tenaglia venne in parte demolita: oggi, di questa struttura, rimangono alcuni tratti di mura nella Pinacoteca Nazionale e nel Museo Archeologico, oltre che il grande fossato. In periodo sabaudo l’area fu oggetto di lavori di perfezionamento difensivo, quali la costruzione intorno al 1727 della Porta dei Cappuccini e della sua casamatta e la Porta del Regio Arsenale nel 1825. L’area già nel 1727 venne denominata “Regio Arsenale”: vi era una grande fonderia e vi si costruivano armamenti militari; nel 1832 quest’ultima venne trasferita nei locali del Nuovo Regio Arsenale costruito sul fossato attiguo. Da questo momento l’area venne utilizzata come casermaggio e scuderia fino al 1870, quando fu trasformata in distretto militare. Mantenne questo uso fino agli anni Venti per divenire quindi Caserma militare intitolata all’eroe quartese Eligio Porcu, morto nella prima guerra mondiale. Nel febbraio del 1943, durante la II guerra mondiale, venne duramente bombardata e distrutta, e quindi successivamente abbandonata. Dal 1965 al 1979 si procedette all’edificazione dell’attuale struttura, progettata dagli architetti Cecchini e Gazzola.

monumentiaperti

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Sala Consiliare, Percorso Nivola

Consiglio Regionale della Sardegna

BUS 1/M/31

Via Roma, 25

Il Consiglio Regionale è l’organo legislativo della Regione Autonoma della Sardegna, esercita funzioni di indirizzo e controllo sull’attività della Giunta Regionale, organo esecutivo delle Leggi e delle deliberazioni del Consiglio, ed assume il ruolo e le funzioni, politiche e rappresentative, di Parlamento del popolo sardo. Il palazzo del Consiglio Regionale, dal 1988, ha sede nella Via Roma, copre un’area di 3200 mq ed è articolato in tre distinte strutture comunicanti tra di loro. L’elemento visivo che più caratterizza l’edificio è costituito dal materiale di cui è uniformemente rivestito nelle pavimentazioni interne ed esterne: il granito. Le grandi e specchianti lastre di granito sembrano creare una sorta di suggestivo “lago salato”, effetto fortemente voluto da Costantino Nivola per ambientare le sue sculture. L’artista sardo, infatti, è l’autore delle otto monumentali sculture che contornano il palazzo realizzate, tra l’86 e l’87, in marmo, travertino e granito che rappresentano figure femminili legate ai valori ancestrali della natura, della vita, della fertilità, della forza e alla memoria antropologica della terra sarda. Queste figure sono espressione di una straordinaria capacità di sintesi linguistica che mette insieme ispirazioni differenti, cubiste, surrealiste e primitiviste. Nivola, inoltre, ha graffito, su disegno dell’artista dorgalese Salvatore Fancello, gli enormi pannelli granitici posti su alcune facciate esterne del palazzo. I lavori per la realizzazione di un parcheggio interrato nell’area retrostante il palazzo hanno condotto, nel 1994, al rinvenimento di manufatti scavati nella roccia di grande interesse archeologico per il quartiere e per la città. Si tratta di pozzi, cisterne, vasche e canalizzazioni per la conservazione dell’acqua; e, ancora, di cavità contenenti offerte funerarie di epoca romana, residui del lembo meridionale della necropoli che, in epoca imperiale, occupava l’area della parte alta del Viale Regina Margherita. Quest’anno viene aperta al pubblico l’Aula consiliare, un’ampia struttura semicircolare sovrastata da un imponente lampadario composto da oltre 3000 gocce di cristallo, all’interno del quale si svolgono i lavori consiliari.

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Cagliari


Convitto Nazionale Via Manno, 16

BUS

10

I Convitti Nazionali, istituti educativi dello Stato, nascono nel periodo immediatamente precedente all’unità nazionale. Alle origini il compito di questi istituti era essenzialmente quello di favorire l’accesso allo studio dei ragazzi appartenenti ai piccoli centri periferici, consentendo loro la frequenza nelle scuole, nei licei. Oggi queste istituzioni, presenti su tutto il territorio nazionale, pur continuando ad assolvere anche alle funzioni originarie, svolgono un ruolo diversificato in sintonia con le attuali esigenze della moderna società, sempre più caratterizzata da processi di rapida e costante evoluzione. Il Convitto Nazionale di Cagliari, intitolato a “Vittorio Emanuele II” (primo re del riunificato stato Italiano) che ufficialmente nasce a Cagliari con la legge 4 ottobre 1848 n. 819, in realtà ha una storia ancor più antica. Infatti, trae le sue origini dal “Seminario Calaritano”, successivamente chiamato “Collegio dei nobili”, esistente fin dal 1618 e definitivamente passato allo stato con la legge Casati del 1859. In questi quattro secoli di storia, presso il Convitto, si è formata gran parte della classe dirigente della città e della Sardegna. La sede storica di via Manno è ubicata nell’antico palazzo, già sede del Seminario cagliaritano, nel quartiere “Marina,” cuore della città. In questo edificio attualmente è funzionante sia il “Convitto”, che il “Semiconvitto”. In questo edificio, recentemente oggetto di interventi di ristrutturazione, sono presenti locali di particolare pregio, come: la Sala Udienze, idonea ad ospitare conferenze e manifestazioni culturali anche di alto livello; la Biblioteca Storica, a sua volta ristrutturata, con moderni e funzionali arredi in piena sintonia con lo stile architettonico preesistente, che accoglie una delle più importanti e belle collezioni di testi antichi di Cagliari.

monumentiaperti

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Cripta di

Santa Restituta Via Sant’Efisio, 14

BUS

7/10

La cripta di S. Restituta è un ipogeo in parte naturale e in parte scavato nella roccia, utilizzato in epoca tardo-punica, romana e probabilmente paleocristiana, come testimoniano i numerosi reperti di tali epoche, venuti alla luce nel corso dei lavori di restauro effettuati negli anni Settanta. L’ambiente ha pianta irregolare allungata lungo il cui perimetro si aprono numerosi vani di svariate forme e dimensioni, utilizzati come altari o come cisterne. Dopo un lungo periodo di abbandono, nel XIII secolo, la cripta ebbe nuova vita e venne decorata con affreschi di gusto tardo bizantineggiante di cui rimane un brandello raffigurante S. Giovanni Battista. Vi si impiantò inoltre il culto della S. Restituta di origine africana, le cui reliquie, giunte nell’isola già nel V secolo, furono raccolte in una olla di terracotta, rinvenuta nel ‘600 durante gli scavi alla ricerca dei Corpi Santi. Agli inizi del XVII secolo, terminati i lavori di scavo, fu costruita un’edicola sacra in laterizio per ospitare il simulacro in marmo della Santa, a cui furono attribuite origini locali (Restituta cagliaritana, madre di S. Eusebio) e una piccola cripta destinata ad ospitare la cosiddetta colonna del martirio. Altri rudimentali altari furono costruiti a breve distanza: vennero realizzati in pietrame e malta e decorati nel frontespizio in pietra. La cripta fu utilizzata durante il secondo conflitto bellico come rifugio antiaereo.

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Cagliari


Exma’ Via San Lucifero, 71

BUS 1/M

L’Exma’ è l’antico Mattatoio di Cagliari; la sua costruzione risale alla metà del 1800 per opera di Domenico Barabino. Il progetto originario prevedeva un caseggiato al centro di un vasto piazzale e quattro edifici minori agli angoli del recinto; un’enorme cisterna, situata nello spazio aperto, assicurava l’approvvigionamento idrico per le attività mattatoie. Il complesso si estendeva su una superficie più ampia, ridotta a causa dei lavori di ampliamento della via Sonnino effettuati negli anni Trenta. In quell’occasione furono demoliti gli ambienti angolari addossati alla cinta muraria, speculari a quelli ancora visibili sulla via S. Gregorio Magno. L’ingresso principale era in Via San Lucifero, costituito da un ampio portale, decorato da una protome bovina al centro, e da due di montone ai lati, tutte in marmo. Il mattatoio fu attivo fino al 1966, data in cui fu completato il nuovo edificio in Via Po. L’amministrazione comunale ha restituito alla città questo spazio destinandolo a luogo di cultura, dopo un accurato lavoro di recupero delle strutture ottocentesche e di organizzazione degli spazi aperti.

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Monumenti esterni alla mappa

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1. Archivio di Stato 2. Area archeologica Santa Lucia Marina 3. Auditorium del Conservatorio 4. Basilica San Saturnino 5. Basilica Santa Croce 6. Batteria C 135 Colle S. Ignazio 7. Biblioteca militare di Presidio 8. Biblioteca universitaria e sala settecentesca 9. Casa Massonica 10. Castello e Parco di San Michele 11. Cattedrale e Cripta dei SS Martiri 12. Cavità di Via Vittorio Veneto 13. Centro della Cultura Contadina 14. Chiesa della Purissima 15. Chiesa della Speranza 16. Chiesa di San Francesco a Stampace 17. Chiesa di San Giuseppe 18. Chiesa di San Lorenzo 19. Chiesa di San Michele 20. Chiesa di San Simone e Fattoria Sa Illetta 21. Chiesa di San Vincenzo de Paoli, via Bosa 22. Chiesa di Sant’Alenixedda 23. Chiesa di Sant’Efisio in Giorgino 24. Chiesa di Santa Chiara

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Cagliari

25. Chiesa di Santa Lucia 26. Chiesa di Santa Maria del Monte 27. Chiesa di Santa Rosalia 28. Chiesa di Sant’Antonio Abate 29. Chiesa e Cripta del Santo Sepolcro 30. Chiesa San Lucifero 31. Chiesa, Chiostro e Cripta di San Domenico 32. Cimitero Monumentale di Bonaria 33. Cittadella dei Musei e fortificazioni 34. Collezione L. Piloni 35. Collezione delle Industrie Litiche Preistoriche 36. Consiglio Regionale Sardegna 37. Convitto Nazionale 38. Cripta di Santa Restituta 39. Exma’ 40. Facoltà di Architettura 41. Fortino di Sant’Ignazio 42. Fullonica 43. Galleria Comunale d’Arte e Giardini Pubblici 44. Galleria Rifugio via Don Bosco 45. Ghetto 46. Grotta della Vipera 47. Istituto del Sacro Cuore 48. Lazzaretto di Sant’Elia


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49. Liceo Artistico San Giuseppe e Sotterranei 50. Mediateca Mediterraneo 51. Museo Archeologico Nazionale 52. Museo Cere Anatomiche Susini 53. Museo d’arte Siamese S. Cardu 54. Museo del Duomo 55. Museo delle Ferrovie dello Stato 56. Museo di Biologia animale ed Ecologia 57. Museo di Fisica 58. Museo di Mineralogia e Geologia 59. Museo di N.S Bonaria 60. Oratorio SS Crocifisso 61. Orto Botanico 62. Palazzo Civico e Sottopiano 63. Palazzo dell’Università 64. Palazzo di Città e Museo Torri 65. Palazzo Fois, laboratorio Sorelle Piredda 66. Palazzo Siotto 67. Palazzo Viceregio 68. Parco dell’Autonomia di Villa Devoto 69. Parco delle Rimembranze 70. Parco di Molentargius e Città del Sale 71. Parco di Monte Claro 72. Percorso Edilizia ‘900 Piazza del Carmine

73. Percorso Edilizia ‘900 MEDIATECA 74. Percorso naturalistico Sella del Diavolo 75. Percorso storico-naturalistico Colle S. Ignazio 76. Pinacoteca Nazionale 77. Pozzo san Pancrazio 78. Sale Rappresentanza T.A.R. 79. Sant’Eulalia, Museo e Area Archeologica 80. Scala di Ferro e Fortificazioni 81. Scuola Elementare Carlo Felice 82. Società degli Operai 83. Società di Sant’Anna 84. Teatro Civico via Università 85. Teatro Lirico di Cagliari 86. Teatro Massimo 87. Tempio punico romano di viale Trento 88. Torre dell’Elefante 89. Torre di San Pancrazio 90. Tuvixeddu 91. Vetreria di Pirri e Museo Aquilegia 92. Villa Clara 93. Villa di Tigellio 94. Villa Vivaldi

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Facoltà di

Architettura Via Corte d’Appello, 87

BUS

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La Facoltà di Architettura dell’Università di Cagliari è stata istituita nel 2006. Occupa due attigui edifici storici nel quartiere di Castello che sono fra i più rappresentativi esempi di architettura religiosa e privata ancora visibili. Complesso Mauriziano Situato nella parte alta di via Corte d’Appello fra le chiese di Santa Maria del Monte e di Santa Croce, l’ex Collegio dei Gesuiti, ha seguito le sorti della Compagnia fino al 1773, quando l’ordine fu soppresso e il convento passò allo stato sabaudo. In seguito il complesso degli edifici fu smembrato e il Collegio fu ampliato dall’architetto piemontese Antonio Felice De Vincenti tra il 1725 e il 1773. È in questo periodo che fu collegato all’altro corpo di fabbrica mediante un portico. Divenne prima sede della Stamperia Reale, situata nel 1775 al piano terra dell’edificio e attiva fino al 1848. Il canonico Giovanni Spano ricorda che vi fu installata anche una fonderia per caratteri a stampa. Successivamente i locali ospitarono il Monte di Pietà, il Regio Archivio fra il 1776 e il 1849, la Reale Udienza per poi diventare fino al 1940 la Corte d’Appello, da cui il nome della via. Nel 1941, l’Università di Cagliari acquistò i locali. Palazzo Cugia Il prospetto principale del Palazzo Cugia, o Palazzo Nieddu, si affaccia sulla via dei Genovesi, strada che ha sempre avuto nel tessuto edilizio della Cagliari storica importanza, testimoniata anche dal nome che aveva assunto in epoca spagnola: Calle de los Palacios. Risale all’Ottocento la nascita in Castello di una nuova tipologia edilizia, il palazzo gentilizio, grazie anche all’opera dell’architetto Gaetano Cima, attivamente impegnato nel processo di trasformazione urbanistica di Cagliari. Il Palazzo Cugia si inserisce in questa nuova tendenza. È probabilmente opera dell’architetto sabaudo Giuseppe Viana, nella seconda metà del Settecento e poi ristrutturato nell’Ottocento dal Cima. Il Palazzo emerge per la sua notevole mole, occupa quasi per intero l’isolato all’angolo fra la via Genovesi e la via Santa Croce. L’ala settentrionale è oggi di proprietà dell’Università di Cagliari ed è stata oggetto di un importante intervento di restauro.

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Cagliari


Fortino di

Sant’Ignazio Viale Calamosca

BUS

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La costruzione del Forte di Sant’Elia, oggi conosciuto, seppur impropriamente, come Fortino di Sant’Ignazio, fu avviata a partire dalla fine del 1792. Posto a circa 94 metri sul livello del mare, il forte fu progettato dal Maggiore Aiutante di Battaglione, Franco Lorenzo, un ingegnere militare che s’ispirò ai principi della più moderna architettura militare di scuola Vaubaniana, concependo una fortificazione efficiente, dotata d’una potenza di fuoco eccezionale per l’epoca. Tuttavia, tra l’originario progetto, e l’effettiva costruzione di quanto previsto sulla carta, vi fu una grande differenza. Come testimoniato da alcuni documenti del 1797, il Fortino non venne mai ultimato: solo una delle torri venne casamattata, il fossato non fu completato, mentre la cisterna non fu mai costruita. Durante lo scontro con i Francesi, sia l’acqua, sia le munizioni provenivano dalla zona di San Bartolomeo, dove erano la fontana, i magazzini e le polveriere. Dei cinquanta e più cannoni previsti per armare la fortificazione, ne vennero trasportati non più di cinque o sei, e solo tre o quattro spararono realmente contro la flotta rivoluzionaria, nei mesi di gennaio e febbraio di quel 1793. Piccole e ristrette guarnigioni furono di stanza nella fortificazione, rimasta incompiuta fino alla sua dismissione militare, avvenuta l’11 gennaio 1804, giorno in cui il Fortino divenne una succursale del Lazzaretto per il ricovero dei malati contagiosi. Il Lamarmora, durante i suoi lavori per l’istituzione del moderno catasto, posizionò sul tetto dell’unica torre casamattata del Fortino, un punto geodetico, ancora oggi visibile. Durante la seconda Guerra Mondiale, il Fortino riacquistò importanza militare. Alcune fotografie dell’inizio degli anni quaranta, ci mostrano la postazione di un aerofono adibito all’“avvistamento acustico” dei temuti bombardieri alleati.

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Fullonica Via XX Settembre, Palazzo INPS

BUS 6/M

Nel 1956 gli sterri per la costruzione di un nuovo corpo di fabbrica dell’I.N.P.S., nell’area tra la via XX Settembre ed il Viale Regina Margherita, evidenziarono antiche strutture murarie e determinarono l’intervento della Soprintendenza Archeologica, allora diretta da Gennaro Pesce. Gli scavi riportarono alla luce i resti di un ambiente con un pozzo ed alcune vasche, pertinente, secondo un’analisi del Pesce, ad una fullonica, cioè un laboratorio adibito al lavaggio ed alla tintura delle stoffe, in cui il ciclo di lavorazione prevedeva l’immersione dei tessuti in vasche contenenti miscele sbiancanti o coloranti. Il locale era pavimentato con un lastricato in pietra, includente un’ampia fascia in cocciopesto nella quale erano inseriti piccoli tasselli di marmo colorato e pannelli di mosaico che, nel perimetro intorno al pozzo, presentava motivi di ambito marino come delfini, ancore ed alligatori in tessere nere su fondo bianco. Ai piedi di un bancale in muratura un altro tratto di mosaico recava l’iscrizione M. Ploti Silisonis F. Rufus, forse un’insegna indicante il nome ed il patronimico del proprietario dello stabilimento. Sui ruderi del complesso, datato alla fine del I sec. a.C., fu costruita, in epoca tardo romana, una struttura quadrangolare in blocchi di riutilizzo, inserita in un sistema murario da interpretare, forse, come una tarda opera difensiva. Al di sotto del palazzo dell’I.N.P.S. un angusto locale racchiude un lembo dell’area scavata dal Pesce, comprendente una parte dell’ambiente pavimentato in cocciopesto e mosaico con il pozzo, un bancale e due vasche. Della struttura quadrangolare, quasi completamente distrutta, restano alcuni filari di blocchi, alcuni dei quali bugnati, e due conci calcarei isolati dei quali l’uno con iscrizione funeraria e l’altro con un fregio dorico. Prima di essere riutilizzati nelle murature tardo romane i due elementi lapidei facevano parte di un monumento funerario dedicato ad un Apsena, datato al I sec. a.C..

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Cagliari


Comunale d’Arte

Galleria e Giardini Pubblici Largo Dessì

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La Galleria Comunale ha sede nel verde dei Giardini Pubblici. Il prospetto principale, in stile neoclassico, fu realizzato nel 1828 su progetto di Carlo Boyl di Putifigari mentre il blocco originario del fabbricato risale alla fine del 1700. In origine sede della polveriera regia, alla fine degli anni ’20 fu oggetto di una radicale ristrutturazione che coinvolse anche l’area dell’attuale terrapieno, ad opera del raffinato progettista cagliaritano Ubaldo Badas. Nel 1928 venne trasformato in galleria d’arte permanente. In seguito al dono nel 1999 della “Collezione d’Arte Francesco Paolo Ingrao”, la Galleria è stata rinnovata. La Collezione copre un arco temporale che dalla metà dell’Ottocento, attraversa tutto il secolo XX e testimonia soprattutto i movimenti artistici sviluppatisi a Roma: dal Secessionismo degli anni Dieci ai travagliati anni della seconda guerra mondiale, dal dopoguerra agli anni ´80. Nel 2003 nuovi restauri hanno ulteriormente ampliato gli spazi espositivi, che sono stati occupati dalla Collezione Sarda del Novecento. Il Giardino fu acquisito, per divenire giardino pubblico, dal Municipio di Cagliari nel 1840. Il giardino acquista la sua fisionomia definitiva nella seconda parte de XIX secolo, quando le piante arrivano a piena maturazione. Il viale principale è abbellito da piazzole circolari poste all’inizio del percorso, ornato da fontane e elementi scultorei. I percorsi sono in terra battuta secondo una prassi corrente nei giardini dell’epoca, sedute in pietra affiancano il viale. L’ingresso ai Giardini Pubblici, opera di Ubaldo Badas, fu completato nel 1939. Nel 2005 è l’Amministrazione comunale ha deciso di restaurare e rinnovare i Giardini. Il progetto è stato preceduto da un rilievo attento dell’architettura e delle specie vegetali. Supportato da una approfondita ricerca delle fonti, dei materiali cartografici d’archivio, delle immagini fotografiche d’epoca, a supporto delle scelte progettuali.

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Galleria Rifugio Via Don Bosco

BUS

8

Il rifugio si sviluppa per circa 180 metri, lungo un asse parallelo ed equidistante dal viale Merello e dal viale Sant’Ignazio. L’ingresso principale era su via Don Bosco, in una parete di roccia di fronte alla quale, dall’altro lato della strada, attualmente sorge la clinica oculistica Maria Ausiliatrice. Alcuni corridoi trasversali rispetto all’asse principale del rifugio, lunghi mediamente qualche decina di metri, consentivano di accedere al rifugio non solo dall’ingresso principale, ma da altri ingressi posti in cortili privati di vie attigue. Attualmente questi ingressi risultano tutti obliterati. Per quasi tutta la lunghezza del tunnel sono presenti panchine con funzione di sedile addossate al muro su entrambi i lati. Lungo la galleria sono presenti, inoltre, 14 vani laterali, ad una distanza abbastanza costante fra loro, tutti sullo stesso lato, con lunghezza variabile tra i nove ed i tre metri. Il tunnel non nacque come rifugio di guerra durante la seconda guerra mondiale, ma faceva parte di una articolata serie di percorsi sotterranei ancora esistenti, con analoghe dimensioni e caratteristiche di scavo, che si distribuiscono lungo tutto il versante nord della città, dai bastioni di Buoncammino all’area del mercato di Via Pola, e che furono probabilmente realizzati nel 1700 dai Piemontesi all’ esterno delle mura per scopi militari, probabilmente come vie di fuga o gallerie di contromina. Buona parte di questa preesistente rete di gallerie fu velocemente riadattata agli inizi del secondo conflitto mondiale come rifugio per la popolazione civile, con interventi di pulizia, costruzione di doppi e tripli ingressi in cemento armato a prova di bomba e realizzazione di sedili alle pareti. Il tunnel assolse egregiamente il suo compito, ed a memoria degli abitanti del quartiere alcune famiglie avevano addirittura attrezzato i vani laterali a piccola stanza di abitazione personale. Alla fine della guerra il tunnel venne dimenticato, ed i vari ingressi, compreso quello principale su via Don Bosco, murati. Ciò ha consentito di farlo pervenire quasi integro fino ai giorni nostri.

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Cagliari


Ghetto Via Santa Croce, 18

BUS

7/58

Il complesso delle costruzioni erroneamente noto come “Ghetto degli Ebrei” sorge sul bastione di Santa Croce, tra la via omonima e il Cammino Nuovo, a picco sulle mura di cinta del quartiere di Castello. L’edificio nasce nel 1738 come caserma militare intitolata al regnante sabaudo Carlo Emanuele III. L’opera, progettata dagli ingegneri militari piemontesi, doveva ospitare il reparto dei “Dragoni”, ed ebbe funzioni militari fino al XIX secolo. Nel 1863, forse momento di massima attività, la caserma conteneva più di 300 uomini e 40 cavalli, alloggi per veterani, scuderie dei Carabinieri, magazzini del Genio e l’Intendenza militare. Alla fine dell’800, cessato l’uso militare l’edificio fu ceduto a privati e trasformato in piccole abitazioni. L’impropria denominazione di “Ghetto degli Ebrei” deriva dal fatto che poco più avanti realmente esisteva il quartiere dove essi abitavano, zona delimitata fra la via Santa Croce e la via Stretta. La presenza dei Giudei a Cagliari durò fino al 1492, anno di promulgazione dell’editto con il quale i reali di Castiglia ed Aragona (allora la Sardegna faceva parte di quel regno) scacciavano gli Ebrei da tutti i loro territori. Il Ghetto è stato recuperato tramite un complesso restauro curato dal Comune di Cagliari e restituito alla città nell’edizione di Monumenti Aperti del 2000. È diventato un centro culturale polifunzionale che ospita mostre, convegni, seminari e concerti.

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Grotta della

Vipera Viale Sant’Avendrace, 87

BUS 1/9

Il sepolcro gentilizio, sito in viale S. Avendrace nei pressi della necropoli punica di Tuvixeddu, fu dedicato dal romano Lucio Cassio Filippo, tra la fine del I ed il II secolo d.C., alla moglie Atilia Pomptilla. La leggenda narra che, ammalatosi gravemente L.C. Filippo, la donna pregò gli dei così ardentemente da riuscire ad ottenere la salvezza del marito, morendo al suo posto. Fu così eretto questo tempietto sepolcrale nel quale le spoglie di Pomptilla furono deposte. Il nome “Grotta della Vipera”, già nota nel Seicento come Cripta serpentum, ha origine dai fregi dell’architrave: due serpenti, simbolo della vita eterna e della fedeltà coniugale. Il monumento fu costruito su una grotta preesistente che subì un ampliamento, con un prospetto al quale fu dato l’aspetto di un tempio ionico. Ma la Grotta della Vipera, più che per la struttura, è importante per le iscrizioni con le quali sono arricchite le sue pareti: sono dodici poesie, alcune in greco ed altre in latino, che con riferimenti mitologici e letterari esaltano la figura di Pomptilla e il suo amore coniugale. Il valore e la suggestione del luogo furono riconosciuti ampiamente già nel secolo scorso quando famosi studiosi sardi le dedicarono particolare attenzione, ma è Alberto La Marmora che dobbiamo ringraziare se noi, ancora oggi, la possiamo visitare: infatti, nel 1822 impedì che venissero fatte brillare le mine poste in prossimità della Grotta, durante i lavori per la realizzazione della strada Cagliari-Sassari.

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Cagliari


Istituto del

Sacro Cuore Via Macomer, 29

BUS 1/10/M

Cappella Il complesso dell’istituto Sacro Cuore delle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli costituisce un interessante esempio di integrazione con la città, programmato nel momento in cui Cagliari, in piena espansione, ricuciva il tessuto urbano e sociale del quartiere storico di Villanova con l’espansione del quartiere S. Benedetto, tra l’inizio del secolo scorso e gli anni ‘30. Le architetture, improntate ad una grande semplicità formale, sono un interessante esempio di come l’architettura italiana tra gli anni trenta e cinquanta del secolo scorso fosse in grado, anche in opere minori, di coniugare coscientemente e positivamente i paradigmi della architettura moderna europea con la necessità di armonizzare gli edifici al tessuto storico, senza anacronismi ma anche senza forzare le geometrie secondo modelli funzionalistici. Particolare attenzione viene posta nella composizione e collocazione della cappella dell’Istituto, che presenta una struttura con navata unica, con ingresso laterale sulla sinistra e ingresso frontale principale. L’interno dell’edificio è completamente affrescato dal pittore Giovanni Bacicia Scano. Si trovano tre grandi affreschi simili a grandi quadri per lato, tre sul lato destro e tre sul lato sinistro. Museo Pedagogico Il museo pedagogico della scuola magistrale “Niccolò Tommaseo” è un’originale e nutrita collezione di materiale didattico ideato da alcuni tra i più noti e importanti pedagogisti dell’epoca moderna e contemporanea. Allestito per iniziativa di Suor Vincenza Puggioni, suora della Congregazione delle Figlie della carità di San Vincenzo de’Paoli, insegnante per molti anni presso la scuola materna dell’Istituto Sacro Cuore. La raccolta, contempla un centinaio di pezzi autentici ideati. Il materiale più antico fa parte del corredo didattico ideato e sperimentato da Federico Frobel per i suoi Giardini d’infanzia. Di notevole importanza anche tutti pezzi di Maria Montessori: i telai per le abbottonature e le allacciature, le scatole dei rumori, le pezze e i nastri di seta, le tavolette a superficie liscia o ruvida. Delle sorelle Agazzi nel Museo sono conservati i contrassegni, le tombole e le cianfrusaglie, del Piaget alcuni degli strumenti utilizzati dal grande psicologo e pedagogista svizzero per indagare lo sviluppo cognitivo del bambino. La raccolta si arricchisce inoltre di altro materiale prodotto negli anni dalle aspiranti maestre.

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Lazzaretto Via dei Navigatori

BUS

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Il Lazzaretto era un luogo preposto al ricovero in quarantena di uomini, merci e animali provenienti da paesi in cui erano diffuse epidemie di peste, colera, tifo, vaiolo, lebbra, o qualsiasi altra malattia contagiosa. L’imperversare di queste epidemie e di conseguenza il tentativo di arginarne la diffusione, sono la dimostrazione che la scelta del sito di Sant’Elia non fu casuale. Infatti, il luogo, lontano dalla città, pressoché disabitato e cosparso di fortificazioni, aveva le caratteristiche per ricevere malati in isolamento e quarantenati. Dai documenti conservati all’Archivio di Stato di Cagliari si apprende che il primo nucleo dell’impianto risale al ‘600, come attesta lo stemma marmoreo collocato sopra l’ingresso, rappresentante la città di Cagliari fra i pali di Aragona. Sembra che allora l’edificio fosse formato da un lungo e stretto magazzino coperto per le mercanzie, da due stanze dove venivano ospitati gli uomini, e da un basso muro di cinta. Il dilagare delle epidemie ed i conseguenti problemi di spazio resero indispensabili degli ampliamenti alla struttura e fosse comuni destinate a ricevere i defunti. Fu per questo motivo che nel 1720, Vittorio Amedeo II trasformò il primo nucleo del lazzaretto in un ospedale per malattie contagiose ed emanò un regolamento che, attraverso una serie di norme anticontagio, era atto alla conservazione della salute pubblica. Agli inizi dell’800 l’imperversare di nuove pestilenze ripresentò il problema dello spazio all’interno del lazzaretto, e per questo motivo furono predisposti altri ampliamenti. La struttura che oggi vediamo, anche se debitamente restaurata, è quella risalente agli ultimi ampliamenti del 1835. Nel secondo dopoguerra si animò di una nuova umanità costituita dagli sfollati provenienti dalle grotte di Bonaria, e da numerose famiglie che diedero vita al primo nucleo del quartiere di Sant’Elia. Negli anni cinquanta il Lazzaretto venne abbandonato. La struttura rinacque a nuova vita solo nell’ottobre del 2000, in occasione della manifestazione “Monumenti aperti”, dopo un impegnativo restauro diretto dall’architetto Andrea de Eccher.

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Cagliari


Foiso Fois

Liceo Artistico Ex Collegio San Giuseppe e sotterranei Via San Giuseppe

BUS

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Il Collegio di San Giuseppe e l’omonima Chiesa costituiscono il complesso edificato nella seconda metà del XVII secolo dai Padri Scolopi giunti a Cagliari su invito dei Consoli municipali il 6 novembre del 1640. L’Ordine degli Scolopi era stato fondato a Roma nel 1617 da S. Giuseppe Calasanzio, con lo scopo di provvedere all’istruzione della gioventù. Si trattava di una proposta scolastica estremamente innovativa, perché rivolta ai poveri e completamente gratuita; coerentemente con questo progetto educativo, le Case di accoglienza volute dagli Scolopi possedevano una caratteristica ricorrente: nonostante il gusto barocco dominante in quel periodo, l’aspetto esteriore delle architetture scolopiane si presentava semplice e misurato. Infatti l’edificio ha forme sobrie e decorazioni essenziali. Il Collegio, anticamente Istituto delle Scuole Pie, a partire dalla fine dell’Ottocento ha avuto diverse destinazioni: è stato sede, tra l’altro, di Uffici Pubblici e Commerciali, del Liceo Ginnasio Siotto Pintor, della Procura Regia, dell’Ufficio del Registro e della Ricevitoria. Dalla metà degli anni Settanta, dopo un radicale restauro è diventata una delle sedi del Liceo Artistico Statale “Foiso Fois”. Recenti restauri hanno messo in luce gli interessanti ambienti sotterranei. Si tratta di vani utilizzati come cantine e stalle. Si possono vedere durante la visita: una parte di strada “acciottolata”, alcune cisterne, un abbeveratoio e una mangiatoia, probabilmente di epoca precedente agli Scolopi. Spesso gli edifici fatti erigere dai Padri, inglobavano preesistenti cortine consentendo di sfruttare la stabilità delle antiche strutture murarie e contemporaneamente di ridurre le spese di costruzione.

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Mediateca del

Mediterraneo Via Mameli

BUS 1/5/10

La MEM, è sorta nel quartiere storico di Stampace, nello spazio che fu dal 1923 per 28 anni teatro delle gesta del Cagliari e poi dagli anni ’50 sede del Mercato Civico. Il progetto ha visto la realizzazione di una struttura di valenza sovralocale: la Mediateca del Mediterraneo. Lo spazio della corte, un giardino geometrico costituito da due ampie vasche di terra e aranci i cui bordi fungeranno da sedute, è il cuore del sistema. Le facciate in vetro trasparente mostrano le funzioni ospitate all’interno, i luoghi dello studio, della fruizione culturale. La forma planimetrica allungata è bilanciata dalla deformazione delle facciate che si allargano nella parte mediana a segnare la centralità degli ingressi principali alla MEM. Posta sulla testata verso la Via Pola e il centro della città la piazza si trasforma in un ampio piano leggermente inclinato che la collega con l’ingresso della MEM. Un sistema di muretti e scale collega lateralmente le diverse quote,consentendo anche un’accessibilità dai lati della piazza. La MEM è un polo culturale innovativo con aree accoglienza, esposizioni e prestito, spazi commerciali, area formazione, laboratorio fotografico, area convegni e proiezioni, spazi di distribuzione che, con il concorso di una pluralità di soggetti, rappresenti un punto di riferimento e di confronto per un pubblico vasto ed eterogeneo. Ospita la sede dell’Archivio Storico e della Biblioteca generale centrale e di Studi Sardi e dà vita ad un completamente rinnovato servizio bibliotecario e di archivio storico rispondente alla ricchezza e all’importanza del patrimonio posseduto, alle esigenze di studio e ricerca, al compito di diffondere la sensibilità per la conservazione della memoria storica e di promuovere l’utilizzazione dell’archivio.

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Cagliari


Musei e Collezioni

Università di Cagliari • Via Università 32/a • Piazza dell’Arsenale

BUS

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• Collezione Piloni La raccolta, che comprende oltre novecento oggetti, costituisce una ricca collezione di opere d’arte e di artigianato sardo, riunite in lunghi anni di ricerca guidata da rigorosi criteri selettivi, donata all’Università degli Studi di Cagliari nel 1980 da Luigi Piloni, uomo di cultura ed appassionato ricercatore. La collezione ha arricchito il patrimonio universitario, favorendo la maturazione e la crescita del sentimento civico per la dovizia, la varietà ed il pregio artistico dei manufatti legati alla memoria della nostra Isola. Si articola in sei sezioni comprendenti dipinti, tra cui le tempere di Philippine Della Marmora, carte geografiche e piante di città, stampe, disegni, acquerelli, effigi di personaggi storici, costumi sardi, iconografia religiosa, vedute della Sardegna, tessuti, “mantas”, “coberibancus”, “bertulas” e gioielli in argento. • Museo Cere Anatomiche Clemente Susini Le cere anatomiche nascono in seguito al viaggio di studio a Firenze compiuto dal professore Francesco Antonio Boi, docente di Anatomia Umana dell’Università di Cagliari, e furono modellate da Clemente Susini tra il 1803 e il 1805 nel laboratorio di ceroplastica del Museo della Specola di Firenze. Esse furono acquistate dal viceré Carlo Felice per il Museo di Antichità e Storia Naturale ospitato nel Palazzo Viceregio di Cagliari. Nel 1923 furono trasportate nella vecchia sede dell’Istituto di Anatomia. Dal 1991, per iniziativa del professor Alessandro Riva, le cere sono esposte nella sala pentagonale della Cittadella dei Musei. L’originale collezione comprende una raccolta di 23 modelli anatomici in cera policroma, ottenuti da calchi in gesso di reperti anatomici, che riproducono minuziosamente, in sezione, le diverse parti del corpo umano, sia maschile che femminile.

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Musei e Collezioni

Università di Cagliari • Cittadella Universitaria SS 554 - Monserrato • Cittadella dei Musei, Piazza Indipendenza

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• Museo di Fisica Il museo di Fisica è una struttura prestigiosa che si situa nella metà superiore dei Musei scientifici nazionali per abbondanza dei reperti, per il loro pregio e stato di conservazione. La vasta esposizione (alcune migliaia di pezzi) si sviluppa lungo tutta la grande galleria al piano terra del Dipartimento di Fisica. È visibile la dinamo originale di A. Pacinotti, gloria della Fisica di Cagliari, una delle dieci invenzioni che sconvolsero il mondo, ed una sua copia funzionante. La sezione interattiva degli Esperimenti di Fisica è a disposizione del pubblico. Un Museo moderno e vivo è un luogo nel quale le persone possono interagire in prima persona con esperimenti ed exhibit messi a loro disposizione. Fra le altre installazioni spettacolari, si può ammirare la rotazione del nostro Globo con il più grande Pendolo di Foucault della Sardegna. È disponibile su richiesta il catalogo in due volumi della collezione di apparecchi e strumenti del ‘700 e dell’800. • Collezioni Litiche Nelle Collezioni Litiche preistoriche dell’Università di Cagliari, afferenti al C.I.M.A.S confluiscono le due cospicue raccolte di manufatti preistorici in pietra, già appartenenti alle collezioni didattiche del Laboratorio di Antichità Sarde e Paleontologia della Facoltà di Lettere e Filosofia. Il primo e più consistente lotto delle Collezioni è frutto delle ricerche di superficie condotte personalmente dal prof. Enrico Atzeni lungo la fertile pianura del Campidano negli ultimi 50 anni. Esso consta in particolare di strumenti riferibili al vasto settore prenuragico e nuragico delle Antichità Sarde. La raccolta è caratterizzata da un vasto assortimento di armi e da centinaia di manufatti in pietra scheggiata e levigata, per lo più in ossidiana e selce e, in minor misura, su altre rocce dure quali le pietre verdi, il basalto, l’andesite, la porfirite, il granito. La seconda sezione della raccolta, è costituita da strumenti dell antica età della pietra databili a partire da circa 1 milione di anni. Si tratta in particolare di amigdale e tipici ciottoli a scheggiature bifacciali, di provenienza prevalentemente africana. I reperti furono raccolti gradualmente, attraverso fortuite acquisizioni operate dal prof. Atzeni presso collezionisti privati. I preziosi fossili guida della ricerca archeologica preistorica sono conservati ed esposti nelle vetrine della Sala allestita a fronte del Laboratorio di Antichità Sarde e Paletnologia (L.A.S.P.), nel cortiletto in sottopiano affrontato al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.

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Cagliari


Musei e Collezioni

Università di Cagliari • Viale Poetto 1, Ponte Vittorio • Via Trentino 51

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3/5/6

• Museo di Biologia Animale Le Collezioni Zoologiche dell’Università di Cagliari hanno una storia vecchia di almeno 200 anni con alcuni reperti risalenti al “Gabinetto di Storia Naturale” di Carlo Felice della fine del XVIII secolo. Comprendono alcune migliaia d’esemplari di notevole pregio e valore storico, ma soprattutto di grande interesse scientifico e didattico. Nel museo sono esposti esemplari di tutti i principali tipi animali, vertebrati e invertebrati, provenienti da diverse regioni geografiche con specie esotiche dei diversi continenti, ma soprattutto sono presenti gli animali della fauna italiana e sarda, i più conosciuti e comuni accanto alle specie esotiche e rare. La fauna sarda è rappresentata da una collezione molto ricca con molte specie endemiche dell’isola. In particolare, la collezione ornitologica si segnala per la sua organicità e completezza includendo tutti i rapaci della fauna sarda presenti ed estinti, nonché molti uccelli della fauna nazionale e alcune specie esotiche come la colomba migratrice americana di cui esistono solo altri sette esemplari impagliati nel mondo. • Museo di Geologia e Paleontologia Domenico Lovisato Il museo Mineralogico e Paleontologico dell’Università di Cagliari nacque nel 1806 dalle ricche collezioni del Viceré di Sardegna Carlo Felice, già in esposizione dal 1802. Nel 1857 il Museo diventò pubblico e fu arricchito dalle collezioni donate da Alberto La Marmora e, due anni dopo, diviso in Museo Archeologico e Museo di Storia Naturale. Nel 1864 la parte zoologica venne separata dal Museo Mineralogico e Geologico che, in seguito, venne notevolmente sviluppato grazie all’operato del prof. Lovisato (1842-1916), che ha dato il nome al museo. Il criterio adottato per l’allestimento del museo è di tipo cronologico. Inoltre si segnala la presenza di un’interessante collezione di strumenti scientifici dell’Ottocento, la collezione di Alberto Ferrero conte de La Marmora di rocce della Sardegna di grande valore storico-scientifico e gli “atlanti” che corredavano la sua opera Voyage en Sardigne.

monumentiaperti

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Archeologico Nazionale Museo

Cittadella dei Musei, Piazza Arsenale, 1

BUS 7/58/20

Il museo Archeologico ha sede, dal 1993, nel complesso della Cittadella dei Musei in piazza Arsenale. L’esposizione del primo piano ha i caratteri di una “mostra” compendiaria dei fatti culturali intervenuti nell’Isola dal Neolitico Antico all’alto Medioevo. I tre restanti piani espositivi sono allestiti secondo criteri topografici, con la presentazione, per località, dei contesti più significativi. Per quanto riguarda l’età preistorica, di rilevante interesse è la sezione riservata al Neolitico Medio, in cui spiccano i corredi funerari di Cuccuru is Arrius (Cabras) con le enigmatiche statuine femminili di pietra, associate a vasellame di impasto, e valve di molluschi. Anche il Neolitico Recente è ben rappresentato dai reperti pertinenti alla cultura di Ozieri, caratterizzata da vasi e pissidi dalle superfici lucidate a stecca con raffinate decorazioni incise e sovradipinte. La collezione di maggiore rilievo è indubbiamente quella costituita dai piccoli bronzi figurati, caratteristici della civiltà nuragica nelle sue fasi finali. Numerosi reperti da stipi votive e necropoli documentano la forte impronta, nella storia della Sardegna, della civiltà fenicio-punica e di quella romana. Accanto ai reperti provenienti o connessi alle aree archeologiche ancora visitabili, sono conservati quelli sopravvissuti ai luoghi scomparsi, che delineano alcuni aspetti poco conosciuti della storia di Cagliari. Il paesaggio con i suoi insediamenti prima della nascita della città è evocato dai reperti preistorici di capo S. Elia e della collina di Monte Claro ed il quadro ampio ed articolato della storia e delle vicende della Karales punica e romana si completa attraverso le testimonianze archeologiche connesse al tempio-teatro di via Malta, alla villa suburbana del Predio Ravenna, alle tombe dei militari di un reparto della flotta del Capo Miseno, ad un tempio dedicato ad Iside, ad impianti termali nell’area di viale Trieste.

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Cagliari


Museo d’Arte

Siamese

Stefano Cardu

Cittadella dei Musei, Piazza Arsenale, 1

BUS 7/58/20

Il museo d’Arte Siamese nasce in seguito alla donazione di Stefano Cardu (Cagliari 1849 - Roma 1933) nel 1914 al Municipio di Cagliari. Cardu mise insieme questa eccezionale raccolta di oggetti preziosi durante i circa venti anni trascorsi in Oriente, soprattutto nel Siam, dove creò un’ingente fortuna come impresario di grandi opere pubbliche. Tornato a Cagliari nel 1914 scrisse al sindaco Ottone Baccaredda per offrire in dono al Comune di Cagliari una “modesta raccolta” così lui la chiamò, di oggetti e armi orientali. La sua prima esposizione fu realizzata presso il Palazzo Civico di Via Roma e, dopo svariate vicissitudini, i materiali furono trasferiti nella Galleria Comunale d’Arte nel 1977. Dal 1981 la Collezione ha sede in un padiglione della Cittadella dei Musei. La collezione raccoglie un ricco patrimonio di circa 1300 manufatti di carattere sia artistico sia etnologico di culture asiatiche diverse, tra cui porcellane, argenti, avori, armi, monete, dipinti, etc. La preponderanza di oggetti siamesi è la principale caratteristica di questa raccolta, che non ha uguali in altri musei italiani sia per numero che per la varietà dei pezzi esposti. Gli oggetti che appartengono principalmente al XIX secolo, rappresentano una significativa testimonianza del gusto, della cultura e della civiltà della classe sociale nobile, a cui erano destinati. Il Museo d’Arte Siamese “Stefano Cardu” si è recentemente arricchito di una nuova collezione birmana. Si tratta di una raccolta di opere, giunta a Cagliari grazie ad un comodato d’uso concesso dal proprietario, Silvio Canese. Il fondo, appartenuto precedentemente ad Antonio Gallo, già ambasciatore vicario in Myanmar, oggi, console dell’Ambasciata Italiana di Gedda, è costituito da circa cinquanta sculture in legno, bronzo, lacca e pietra, comprendenti immagini di Buddha, due coppie di Nat, vasi, punzoni per tatuaggi oltre ad alcuni libri manoscritti e a due ventagli in lacca forniti di asta di legno. Le opere, tutte datate tra la fine del XVIII e il XIX secolo, arricchiscono il percorso espositivo del Museo nella sua sezione birmana e si integrano perfettamente con l’allestimento preesistente.

monumentiaperti

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Museo del

Duomo Via Fossario, 1/5

BUS

7

Il Museo del Duomo si trova nei locali attigui la Cattedrale di Santa Maria, restaurati con i fondi del Giubileo 2000, nasce con l’intento di rappresentare un luogo di incontro culturale in cui l’arte sacra è testimonianza del sentimento religioso della comunità cristiana e strumento di evangelizzazione. Il percorso espositivo si sviluppa su quattro piani e permette di ammirare gran parte del Tesoro della Cattedrale. L’esposizione comprende lasciti degli Arcivescovi che si sono succeduti nella Chiesa di Cagliari, donazioni di oggetti utilizzati nelle celebrazioni liturgiche ed include numerosi argenti tra cui calici, pissidi, ostensori, croci processionali, crocifissi, paramenti, statue lignee e dipinti. Tra le opere più importanti vi è il Retablo dei Beneficiati: una pala d’altare di tipo catalano a doppio trittico, di ambito sardo databile alla prima metà del XVI secolo. Un’altra preziosa opera in esposizione al museo è il Trittico di Clemente VII, costituito da tre pannelli: nello scomparto centrale l’Addolorata e il Cristo in Pietà, nel laterale sinistro la Madonna col Bambino e Sant’Anna, nel destro Santa Margherita e il drago. L’opera giunge a Cagliari in seguito al sacco di Roma del 1527 e mostra caratteristiche attribuibili alla scuola fiamminga. Il gruppo del Compianto sul Cristo morto, databile tra la seconda metà del XV e i primi del XVI secolo, è composto da sette statue. Di notevole interesse è la Sala delle volte nella quale sono visibili le tracce della decorazione esterna del transetto sud della Cattedrale.

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Cagliari


Museo di

N. S. di Bonaria Piazza Bonaria

BUS

511

Il santuario di Bonaria sede dell’ordine dei mercedari, preposto alla redenzione degli schiavi, è noto per il simulacro ligneo della Madonna, che secondo la tradizione approdò prodigiosamente sulla spiaggia di Bonaria nel 1370. I doni offerti dai fedeli alla Madonna di Bonaria, soprattutto ex voto, costituiscono oggetto di una raccolta museale che nei locali attigui al santuario. Nella prima sala sono raccolte le testimonianze archeologiche del colle di Bonaria. Frequentato nel prenuragico e noto ai Fenici, il colle ospitò una necropoli tardo-punica e romana. Vi è inoltre ricostruita la storia del Castello di Bonaria e dell’ordine della B.V. Maria della Mercede, presente in Sardegna sin dagli inizi del 1300. Nel corridoio sul chiostro sono esposti quadretti votivi principalmente di tema marinaresco, risalenti al XVIII-XIX sec. ed ex voto donati da fedeli scampati alla schiavitù o al naufragio. Lungo il corridoio è apprezzabile la parte superiore di una cisterna scavata nella roccia, con volta a botte, utilizzata dai frati del convento fino agli inizi del secolo scorso. Nella seconda sala sono esposti i più antichi e preziosi modelli navali di cui è ricco il santuario (attualmente se ne contano circa 150). Essi costituiscono una importante antologia della storia dell’arte navale, dall’età delle galere a quella dell’introduzione del vapore e delle innovazioni adottate dalle navi più moderne. I modellini di vascelli esposti nel museo sono quasi tutti di pregevole fattura artigianale. In questa stessa sala sono visibili anche i corpi mummificati di alcuni membri della nobile famiglia degli Alagon, morti di peste nel 1605 e sepolti nelle adiacenze del santuario. Troviamo infine l’àncora d’argento offerta dalla regina Margherita nel 1899 per il felice esito della spedizione al Polo Nord, guidata dal figlio, il duca degli Abruzzi, con la nave “Stella Polare”. Nella terza sala sono esposti il tesoro del santuario e preziosi arredi sacri offerti da sovrani e personalità illustri. Tra questi le corone d’oro donate dal re Carlo Emanuele I e dalla consorte, ricchissimi paramenti offerti da nobildonne e i doni dei papi Pio XI e Paolo VI.

monumentiaperti

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Museo delle

Ferrovie dello Stato Piazza Matteotti

BUS 8/29/M

A seguito delle testimonianze di interesse, manifestate dai numerosi visitatori della mostra retrospettiva allestita nel luglio 1984 nella Cittadella dei Musei di Cagliari per celebrare i 100 anni delle ferrovie in Sardegna, nel 1985 è stato allestito un museo, con lo scopo di fissare una testimonianza di archeologia industriale delle Ferrovie Reali Sarde e delle “Concesse”. Il museo, ubicato all’interno della stazione di Cagliari, raccoglie più di 100 testimonianze che ripercorrono le più importanti tappe della storia sarda delle ferrovie: le foto dell’Ing. Benjamin Piercy, carte, foto e disegni d’epoca, modelli di ponti e locomotive, modello funzionante della nave traghetto Gennargentu, mobili per biglietteria e sala d’attesa, lampade, orologi, strumenti di lavoro ferroviari, casseforti a muro con aperture segrete, ed addirittura il salotto proveniente dalla carrozza reale, con sede a Cagliari, distrutta da un incendio durante i bombardamenti della II guerra mondiale, con le poltroncine ad altezza ridotta, realizzate su misura per il Re Vittorio Emanuele III. Nell’atrio della stazione di Cagliari è pure esposta la locomotiva a vapore D744.003, locomotiva a quattro assi accoppiati ad asse portante anteriore (rodiggio 1-4-0) a vapore surriscaldato e semplice espansione, a due cilindri esterni, distribuzione Walschaert, una delle poche sopravvissute della serie, utilizzata per lungo tempo nei collegamenti Cagliari-Olbia. Al Binario 8, in occasione di Monumenti Aperti, è possibile visitare il treno storico, di proprietà di Trenitalia spa, e curato dall Associazione Sarda Treni Storici “SARDEGNAVAPORE” composto da una locomotiva a vapore, da due carrozze di 3ª classe serie Cz 36000 e 37000, e da un bagagliaio serie DI 92000. La locomotiva, il cui numero di servizio è 740.423, appartiene al Gruppo 740, costituito da ben 470 esemplari, il più numeroso della Rete FS Italiana. Le carrozze del treno sono state ricostruite negli anni ‘30 su telai di carrozze degli anni ‘10. Sono più conosciute col nome di Centoporte, per via dei numerosi accessi. Hanno i sedili di legno ed hanno circolato in Sardegna sino alla metà degli anni ‘70.

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Cagliari


Orto Botanico Viale Sant’Ignazio, 11

BUS

5/8

Il progetto iniziale dell’Orto Botanico è dell’architetto Gaetano Cima (1853), in parte modificato dal fondatore Prof. Patrizio Gennari. L’inaugurazione dello “stabilimento” avvenne il 15 novembre 1866. L’Orto Botanico è situato nella valle di Palabanda; le caratteristiche microclimatiche dell’area hanno favorito l’acclimatazione e lo sviluppo di piante suddivise nei seguenti settori: 1 - Settore mediterraneo; 2 - Settore tropicale; 3 - Settore piante succulenti; 4 - Settore medicinale. Le collezioni che annoverano in totale circa 2000 esemplari sono totalmente curate in pieno campo. In questi ultimi anni è stata cura degli operatori focalizzare il proprio impegno su l’incremento delle collezioni, obiettivo acquisito dai compiti istituzionali. Di recente costituzione (1996) è il settore delle piante medicinali che presenta 150 specie raggruppate in subsettori a seconda dei loro usi terapeutici. Nell’Orto Botanico si possono contare circa 600 alberi, con esemplari monumentali appartenenti ai generi Ficus, Phytolacca, Dracena, Casuarina, Eucalyptus, Dasylirion, Nolina. Non privo di significato l’esemplare di Argania Sideroxylon Roem, endemica del Marocco, unico negli Orti Botanici italiani e forse europei. Spettacolare l’esemplare di Euphorbia canariensis sistemato al confine con l’Anfiteatro Romano che occupa circa 100 mq di superficie. L’Orto Botanico comprende anche zone di notevole interesse archeologico per la presenza di pozzi e cisterne di età romana. Di queste la più grande è visitabile: del tipo cosiddetto a “bottiglia”, presenta l’imboccatura originaria ostruita e, realizzato in fase successiva, un lungo canale finalizzato a regolare il deflusso e la portata delle acque. Le antiche opere idrauliche dell’Orto Botanico sono state poste in relazione con l’esistenza, in questo lembo della Cagliari romana, di una sorta di giardino attrezzato con canalizzazione artificiali e giochi d’acqua.

monumentiaperti

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Oratorio

Santissimo Crocifisso Piazza San Giacomo

BUS

6/10

Conosciuto anche con il nome di S. Cristo, l’oratorio è situato nella piazza San Giacomo a fianco a quello delle Anime Purganti. La facciata, non comune alle chiese “minori” cagliaritane, testimonia uno spiccato gusto per il decorativismo. Sebbene l’oratorio si presenti come una struttura unitaria nel suo insieme, ha avuto genesi piuttosto complessa legata alle vicende della Confraternita che qui ha la sua sede. Edificato tra il 1665 e il 1667 su una precedente aula costruita dopo la fondazione della Confraternita nel 1616, ha subito radicali cambiamenti tra il 1770 ed il 1725. In seguito alle nuove disposizioni nella liturgia il vecchio altare, sistemato tra le due porte, venne smantellato e sostituito con uno più grande e prezioso, sistemato nella zona sopraelevata destinata alla sagrestia, e quindi di fronte rispetto all’ingresso. L’interno è costituito da un’aula rettangolare, voltata a botte, con presbiterio sopraelevato e cinto da balaustra lignea. Lungo l’imposta della volta corre una cornice in forte aggetto. Sulla parete laterale di sinistra si aprono tre nicchie, mentre gli ingressi sono sormontati da una cantoria cui si accede tramite a scala a chiocciola. Un grandioso retablo ligneo ricoperto da una patina d’oro zecchino, è posto a fondale dell’altare maggiore. La chiesa ospita le statue lignee dei sette misteri di Cristo, commissionate allo scultore Giuseppe Antonio Lonis nel 1758, che tuttora vengono portate in processione durante le cerimonie della Settimana Santa.

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Cagliari


Palazzo

Civico e Sottopiano SEARCH Via Roma 145 ang. Largo Carlo Felice

BUS 8/30/P

Nel 1897 veniva indetto un concorso nazionale per il nuovo Palazzo Municipale, dopo la decisione di trasferire la sede del Comune di Cagliari dal vetusto e scomodo edificio di piazza Palazzo verso il nuovo asse politico e commerciale della città che si apriva sul mare, la via Roma. La competizione fu vinta da un progetto firmato da Crescentino Caselli, ma in realtà elaborato da Annibale Rigotti. La posa della prima pietra fu effettuata durante la visita dei re d’Italia Umberto I e Margherita di Savoia nel 1899, ma la costruzione vera e propria durò diversi anni. Fu gravemente danneggiato durante i bombardamenti del 1943, e successivamente restaurato secondo il progetto originario. L’edificio presenta forme che si ispirano all’architettura gotica catalana, richiamata dalle aperture del porticato, mentre la facciata si inserisce nella corrente internazionale dell’art nouveau. L’utilizzo dei conci in calcare bianco faccia a vista e il motivo delle due torri poligonali, è forse un richiamo alle torri pisane dell’Elefante e di S. Pancrazio, simboli del potere e della città stessa. Interessanti opere di alcuni artisti sardi (Ciusa, Delitala, Marghinotti, Melis Marini), sono conservate all’interno del Palazzo; nelle sale più importanti, l’Aula Consiliare e la Sala dei matrimoni, sono esposte imponenti tele di Filippo Figari. Nel Gabinetto del Sindaco è il grande arazzo del fiammingo Franciscus Spierink (1620) e nella Sala della Giunta, dove si conserva anche una delle due chiavi simboliche della città, è il retablo “dei Consiglieri”, del cinquecentesco Pietro Cavaro. Nel 2008 è stata inaugurata, completamente restaurata e rinnovata l’area sottostante il Palazzo, ribattezzata Sottopiano. Storicamente è stato la sede dell’Associazione “Amici del Libro”, sicuramente la più longeva delle associazioni culturali cagliaritane. In questo spazio è ospitato il SEARCH: Sede Espositiva Archivio Storico Comunale, sezione tematica dedicata alla Cagliari del Novecento. Offre una ricca documentazione: 1.500 foto a partire dalla fine del XIX secolo, 822 cartoline, centinaia di stampe e saggi su Cagliari. Diverse risorse, infine, sono presenti sia in formato cartaceo che digitale.

monumentiaperti

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Palazzo

dell’Università Via Università, 32

BUS

7

L’Università degli Studi fu istituita nel 1626 durante il regno di Filippo IV, re di Spagna. Sotto Carlo Emanuele III, re di Sardegna, nel 1764 l’ingegnere militare Saverio Belgrano di Famolasco elaborò il progetto per sistemare in un unico complesso il palazzo dell’Università, il Seminario Tridentino ed il Teatro, quest’ultimo mai realizzato. Una volta rientrato a Torino l’ingegnere Famolasco, il progetto originario venne in parte snaturato e realizzato diversamente anche per gli aspetti stilistici. Si tratta di uno dei più importanti edifici costruiti dall’amministrazione sabauda nel Settecento nell’Isola e si lega al programma illuministico di Carlo Emanuele III, che comportava, tra l’altro, la riforma delle Università sarde come sedi massime di formazione di professionalità scientifiche ed intellettuali. La facciata, semplice e lineare, comprende tre ordini di finestre, il primo caratterizzato da una cornice aggettante, il secondo da un timpano curvilineo. L’ampio portale si apre sull’atrio, dal quale si accede al cortile centrale a pianta quadrata. Una doppia scala simmetrica dal cortile porta al bastione retrostante, mentre una semplice scala laterale conduce ai piani superiori dove si trovano l’aula magna con soffitto a cassettoni e interessanti dipinti alle pareti, e le sale del rettorato.

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Cagliari


Palazzo di Città e Museo delle Torri Piazza Palazzo

BUS

7

L’ex Palazzo di Città è sede della municipalità cagliaritana dal Medioevo fino ai primi anni del XX secolo, precisamente fino a quando, durante una riunione del Consiglio Comunale presieduto dal sindaco Ottone Bacaredda, in data 14 dicembre 1896, si decretò il trasferimento del Comune dall’antica alla nuova sede, ancora da costruirsi sulla via Roma. Le origini del palazzo si potrebbero far risalire al 9 ottobre del 1331, quando Alfonso IV concesse l’area dove sorgeva una lotgiam regalem (risalente forse alla dominazione pisana) ai consiglieri della città, affinché vi edificassero un palazzo per tenervi le loro riunioni. L’aspetto attuale dell’ex Palazzo di Città si deve alle ristrutturazioni settecentesche, che lo trasformarono secondo il gusto del barocchetto piemontese. Nella facciata principale, si apre un elegante portale ad arco con sopra lo stemma della Città e una lapide che ricorda il soggiorno, nel 1535, dell’Imperatore Carlo V. Anche il prospetto sulla via Canelles, che si affaccia sulla sottostante piazza Carlo Alberto, è elegantemente elaborato. Un’epigrafe ricorda l’anno in cui il palazzo venne ristrutturato (1787) e i nomi dei cinque consiglieri ai quali, insieme a cinquanta giurati e un vicario, era affidata l’amministrazione del Castello. Le sale interne ospitavano numerose opere, tra le quali si ricordano alcune tele del Marghinotti e il prezioso Retablo dei Consiglieri di Pietro Cavaro, opere che furono portate nei locali del nuovo municipio in via Roma. Nel piano alto furono sistemate alcune aule per gli alunni delle scuole elementari. Il primo piano ospitò il Conservatorio di Musica Pier Luigi da Palestrina, voluto e creato dall’avvocato Gavino Dessì Deliperi, fino al 1970, anno in cui venne trasferito nella nuova e attuale sede di via Bacaredda. Dopo anni di abbandono, in seguito ad accurati lavori di restauro, il Palazzo è stato restituito alla cittadinanza. Dal 2011 il Palazzo si è arricchito del Museo delle Torri e Castelli di Sardegna, costituito dalla Collezione Monagheddu-Cannas composta da ricostruzioni filologiche in scala di edifici militari appartenenti a varie epoche, costruiti a difesa della Sardegna. Ogni torre è stata ricostruita non come rudere ma nello stato in cui si trovava quando era in funzione. La Collezione è il risultato di un’indagine di ricerca accurata e rigorosa eseguita nei più importanti archvi pubblici e privati.

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Palazzo Fois Piazza San Giuseppe, 4

BUS

7

Il palazzo si estende su un’area irregolare piuttosto vasta tra la via dei Genovesi, il vico I Genovesi e la via Corte d’Appello. Presenta tre piani alti sulla via Genovesi, che diventano cinque sulla parallela via Corte d’Appello grazie alla pendenza fra le strade. Di gusto neoclassico, la facciata presenta un basamento liscio a fasce orizzontali e cornici marcapiano modanate ai piani superiori. Le finestre dei piani alti sono incorniciate da cornici semplici modanate, quelle sulle due strade parallele presentano anche balconi in ferro battuto, aggettanti, poggianti su mensole. L’arretramento rispetto alla linea stradale sulla via Genovesi risulta dal progetto di allargamento del Cima approvato nel 1857, per cui si ritiene che gli interi prospetti del palazzo siano stati in tale occasione rivisti dallo stesso architetto Cima. Dalla matricola possessori del Vecchio Sommarione risulta che l’edificio allora indicato col n. di mappa 4327 di via S. Giuseppe (riferito al vico 1° Genovesi, allora chiamato discesa S. Giuseppe, dove è l’ingresso principale) era di proprietà del canonico Don Giovanni Vargiu della Cattedrale di Cagliari. In seguito passò alla nipote Giuseppa Medda Vargiu moglie dell’avv. Giovanni Fois di Ozieri, figlio di quel Giuseppe Fois che possedeva un altro palazzo nella stessa via Genovesi ai numeri 110-112. Nell’ingresso di piazza San Giuseppe n. 4, al suo interno è ancora possibile vedere una cisterna del periodo Punico-Romano, che anticamente veniva utilizzata per la raccolta dell’acqua piovana. Si ipotizza che successivamente la cisterna venisse utilizzata come via di fuga, in caso di assedio da parte del nemico, per uscire fuori dalle mura della Città. Qui nel 2009 le Sorelle Piredda hanno trasferito il loro laboratorio sartoriale

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Cagliari


Palazzo Siotto Via dei Genovesi, 114

BUS

7

Il palazzo è la sede della Fondazione Giuseppe Siotto, costituita nel 1990 con lo scopo di favorire lo studio e la divulgazione della storia sarda. Realizzato nel 1850, l’edificio ha subito una importante ristrutturazione nel 1927 su progetto dell’Ing. Giacomo Crespi. Presenta tre facciate, che chiudono la testata dell’isolato nel quale è compreso il palazzo Cugia. La più significativa è quella nella via dei Genovesi, caratterizzata da un ampio portale, sormontato da un balcone. Lo stabile, che accorpa dieci unità immobiliari in parte locate, è utilizzato dalla Fondazione soltanto nel piano nobile, arredato anche con mobili appartenuti allo storico dell’Ottocento, Giuseppe Manno, autore di una fondamentale “Storia della Sardegna”. La Fondazione custodisce importanti fondi librari, provenienti dalle biblioteche di Giuseppe Siotto, Renzo Laconi, Francesco Accardo e Girolamo Sotgiu, e rari volumi risalenti anche al ‘500. Nella Sala dei ritratti e nella Sala verde si possono ammirare pregevoli quadri di Marghinotti, Figari, Morgari e di scuola piemontese del ‘600. Notevole rilevanza assume inoltre il fondo archivistico, nel quale si segnala quello dell’Azienda agraria “Casa Siotto”, una delle più importanti nell’isola tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Importanza documentaria e storica riveste la collezione fotografica d’epoca che ritrae la famiglia e il personale dell’azienda Siotto. Infine, dal 1999, la Fondazione custodisce la raccolta di armi del Generale Luigi Accardo. In seguito a recenti lavori di recupero edilizio di uno spazio destinato ad ospitare eventi culturali, è stata ritrovata una cisterna di epoca medioevale, perfettamente conservata, forse realizzata ampliando una pre-esistente cisterna di epoca romana, inglobata nel basamento di fondazione del palazzo.

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Palazzo Viceregio Piazza Palazzo

BUS

7

L’aspetto attuale del Palazzo Viceregio è il risultato di trasformazioni e adattamenti avvenuti nel corso di diversi secoli. Già a partire dalla prima metà del sec. XIV il luogo fu sede della residenza vicereale di Catalani e Aragonesi, alla quale si aggiunsero via via anche gli uffici amministrativi e politici. L’intervento più importante è dovuto ai Savoia e comincia intorno al 1729-30 ad opera degli ingegneri militari piemontesi. Le parti interessate furono gli ambienti interni del piano nobile, oltre che l’atrio, lo scalone ed il portale: sopra questo un’iscrizione datata 1769 ricorda il re Carlo Emanuele III e il viceré Hallot. A tale momento si fa risalire la facciata odierna, caratterizzata da paraste che segnano verticalmente l’edificio, inquadrando le aperture che si ripetono per diversi piani. Tra il 1779 e il 1815 il Palazzo ospitò la corte sabauda, “esule” da Torino per l’occupazione francese. Dopo la “fusione perfetta” della Sardegna con gli Stati di Terraferma (1847), l’edificio perse la sua destinazione originaria fino a che fu acquisito dalla Amministrazione Provinciale (1885) che continuò le trasformazioni. La più importante è il salone consiliare, per il quale nel 1892 fu bandito un concorso nazionale, vinto dal pittore perugino Domenico Bruschi. Tra il 1894 e il 1895 questi eseguì i dipinti con soggetti legati a momenti della vita dei Sardi dall’età romana a quella moderna, fino alla celebrazione allegorica dell’isola che custodisce lo scudo dei Savoia. In un momento successivo (forse tra il 1896 e il 1898) il Bruschi decorò la Sala Gialla con scene mitologiche e di danza. Nell’edificio figura anche la Quadreria con i ritratti dei viceré, interessanti dal punto di vista storico più che da quello artistico. Oggi l’edificio ospita alcuni uffici della Prefettura ed è stato sottoposto ad un intervento di restauro che ha ripristinato anche parte delle finiture delle sale di rappresentanza.

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Cagliari


Parco delle

Rimembranze Via Sonnino, Piazza Gramsci

BUS 1/M

Il razionalismo è quel criterio ordinatore, figlio dell’ottocento positivista, che si vestirà, nel ventesimo secolo, di vetro e di cemento armato e brandirà, rivoluzionario, l’angolo retto e i piani essenziali del cubismo come spade purificatrici nel nome assoluto della geometria. “Spirito nuovo” di Le Corbusier, Gropius e Melnikov che troverà alla fine, nell’Italia di Bardi, Terragni e Pagano, affinità ideale - e ideologica - con un regime che invoca uguali rigori, uguale urgenza dell’ordine. Il triennio fondante per il razionalismo a Cagliari va dal 1933 al ’35 e deve leggersi necessariamente insieme a due nomi: Ubaldo Badas e Salvatore Rattu, giovani tedofori di quella “nuova sobrietà” nel capoluogo isolano. Spavaldo e perfetto di coraggioso rigore innovativo il primo, più moderato l’altro, ma ibridato a volte di arditi entusiasmi futuristi. Nel Parco delle Rimembranze, finito nel 1934, Badas modula un raffinato spunto culturalista e si rivolge con piglio moderno e innovatore alle forme di un glorioso passato “nazionale”. Riduce insomma al minimo razionale una tipologia corrente nel romanico locale: innalza due alte pareti “littorie” a serrare la soglia calcarea di una navata unica - spazio sacro alla memoria degli eroi - che si allunga, aperta sotto la volta del cielo, si solleva nel presbiterio in trachite, per concludersi nell’esedra-abside finale, dominata dalla Croce. Tutto il monumento - uno dei più riusciti del genere, nel contesto del razionalismo italiano - è governato da un’ortogonale, calcolata compostezza, animata dal ricercato cromatismo dei materiali lapidei: sapientemente abbinati e alternati a evocare antiche tarsie “pisane” ma anche, i rossi e i bianchi - stilizzati delle mostrine della mitica “Sassari”. La modernissima “macchina” monumentale di Badas, è voluta con acuta consapevolezza semantica, dal Podestà Enrico Endrich ad affiancarsi, in schietta contrapposizione, all’eclettismo vistoso della caserma della Legione dei Carabinieri.

monumentiaperti

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Parco dell’Autonomia di

Villa Devoto Via Oslavia

BUS

1/10

La Villa, edificata tra il 1915 ed il 1919 da Gerolamo e Oddone Devoto imprenditori commerciali, è divenuta nel 1955 di proprietà della Regione ed ospita attualmente gli uffici della Presidenza. Il parco della villa, esteso circa 17.000 metri quadrati, presenta degli aspetti assai interessanti, soprattutto perché conserva ancora le eleganti linee di progettazione iniziale, risalente agli anni Venti dello secolo scorso. Sul piano tecnico il parco si distingue per alcune gradevoli originalità: prima fra tutte spicca l’impiego del terebinto, di cui si contano alcuni begli esemplari di portamento arboreo. Questa specie è assente da qualunque altro giardino o parco della Sardegna. Interessanti anche la Cussonia spicata, il fruttifero sudafricano Aberia caffra, ambedue unici esemplari, e i fruttificanti Ficus pumila. Rimarchevole anche la presenza di alcuni esemplari di Casuarina stricta, di Genista monosperma e quella di un imponente soggetto di Sterculia diversifolia che per longevità potrebbe competere con un analogo esemplare a dimora nel Terrapieno. Sul piano scenografico sono rilevanti le snelle silhouettes della Washingtonia robusta, dei sempre verdi Pinus Canariensis ed il bel complesso di Palma nana, all’ingresso secondario sul viale Merello.

90

Cagliari


Parco Naturale Regionale

Molentargius e Città del Sale

BUS

3

Via La Palma

Il Parco Naturale Regionale Molentargius - Saline si trova nella Sardegna meridionale in prossimità di due tra le maggiori città della Sardegna, Cagliari e Quartu S. Elena, all’interno di un’area urbana nella quale vivono circa 400.000 abitanti. Prima di diventare un parco naturale regionale il sito è stato riconosciuto dalla Convenzione di Ramsar nel 1977 come area umida di valore internazionale per la presenza dell’avifauna. Comprende bacini di acqua dolce (Bellarosa Minore e Perdalonga), di acqua salata (Bellarosa Maggiore o Molentargius e le vasche costiere tra cui lo stagno di Quartu) e una piana di origine sabbiosa (Is Arenas). La presenza di zone a diversa salinità favorisce una ricca varietà di specie vegetali ed animali e infatti l’ecosistema del Molentargius rappresenta uno dei siti più importanti in Europa per la sosta, lo svernamento e la nidificazione di numerose specie di uccelli acquatici. Inoltre la flora è varia ed eterogenea: sono presenti specie endemiche ed elementi della flora iscritti nella “Lista rossa” delle piante in pericolo di estinzione. La storia del Molentargius è strettamente legata alla storia delle Saline, infatti il Bellarosa Maggiore è stato utilizzato come vasca di prima evaporazione nel ciclo di produzione e raccolta del sale, ciò che lo ha trasformato da stagno temporaneo a bacino idrico perenne grazie ai canali di collegamento col mare che ne assicurano il ricambio idrico. Oggi avvicinandosi alla sede del Parco si attraversa la Città del Sale della Palma realizzata alla fine degli anni venti del 1900 e ultima rappresentante della lunga storia delle Saline di Cagliari iniziata con i Fenici e terminata nel 1985 in seguito alla tracimazione delle acque dolci inquinate del Bellarosa Minore nel Bellarosa Maggiore. Lungo la strada di accesso al Parco e alle Saline si trova il fabbricato industriale dei Sali Scelti. L’edificio realizzato negli anni Trenta del XX secolo, veniva utilizzato per la purificazione del sale ad uso alimentare. Oggetto di un recente intervento di recupero è destinato a sede della direzione del Parco. All’interno del parco sono inoltre presenti diversi manufatti appartenenti alle fortificazioni e ai sistemi difensivi di interesse storicoartistico del “Fronte Terra di Cagliari” relative al periodo bellico 1940-1943 tra cui il Caposaldo XV costituito da un fortino mimetizzato da torre o serbatoio e il Caposaldo XVI “Augusta” mimetizzata da costruzione.

monumentiaperti

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Parco di

Monte Claro Via Cadello

BUS 8/3

Il Parco di Monte Claro deriva il suo nome dal latino “mons clarus”, probabilmente a causa della natura geologica, in calcare bianco, dell’omonimo colle su cui è situato. Gestito dalla Provincia di Cagliari, rientra a pieno titolo fra i principali parchi urbani della città, per l’importanza che ricopre in termini di superficie (circa 25 ettari) e di fruibilità per i cittadini e i visitatori. Il colle fa parte del cosiddetto “sistema dei colli cittadini” del quale fanno parte anche il Parco di Monte Urpinu e quello di San Michele, il Colle di Tuvumannu ed il Colle di Tuvixeddu. Nel Parco di Monte Claro trovano spazio tutte quelle attività ricreative, ludiche, educative e sportive atte a soddisfare le esigenze dei cittadini. Dall’ingresso principale di via Cadello, costituito dalla monumentale cancellata in ghisa, architettura voluta dal direttore dell’ex manicomio, si accede ad un viale perpendicolare di lecci, annunciato nel lato destro e sinistro, dalle famose pietre sonore dell’artista sardo Pinuccio Sciola. Il viale costeggia sul lato destro un laghetto artificiale attraversato da numerosi anatidi, in prevalenza anatre germane e mute, e collegato da una serie di ponticelli in legno. Proseguendo lungo il rettilineo incontriamo la “fontana logo”, dal simbolo del parco riportato nella parete in erba che fa da sfondo alla fontana: riproduce la decorazione a solcature e costolature parallele di una scodella rinvenuta nell’ipogeo funerario riportato alla luce nel 1905, quando iniziarono le campagne di scavo archeologico nel colle. Dall’analisi dei numerosi oggetti di corredo funebre ritrovati, caratterizzati da una specifica connotazione tipologica e morfologica - le situle e gli orci, assieme agli altri reperti ceramici sono esposti al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, in piazza Arsenale - si scoprì che la zona del colle fu frequentata dall’età del rame, l’Eneolitico (2700-2200 a.C.), e diede origine alla cosiddetta “cultura di Monte Claro”. Sulla sommità del colle è ubicata la Villa Clara.

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Cagliari


Percorsi nel ‘900

via Pola: la metamorfosi di un luogo della memoria MEM, Via Mameli

BUS 1/5/10

C’era una volta un campo di calcio dove giocava la squadra della città, e poi c’era un mercato che doveva essere bellissimo, a guardare i disegni preparatori del 1949, ma poi diventò un po’ meno bello, però funzionale, con i suoi mattoni rossi a vista e i suoi travertini che mostravano degli strani accenti classici che non avevano molto a che fare con la sua funzione. Via Pola aveva anche un gemello nato nel quartiere di San Benedetto, più fortunato, più popolare, meglio collegato al cuore della città, all’idea del mare e della campagna che riverbera da ogni parte a San Benedetto dove c’è il mercato del pesce forse più poetico del mediterraneo. Via Pola invece non ebbe mai lo stesso successo, la sua storia fu il lento racconto di un declino. Fino ad oggi quando il vecchio mercato è rientrato nella storia della città subendo una trasformazione che l’ha reso l’attuale mediateca. Un luogo fascinoso, che in pochissimo tempo ha trovato il suo pubblico e una sua funzione sociale nuova e inedita per Cagliari. E il segreto del fascino di questo luogo è forse tutto legato alla sua storia, al fatto che il restiling, la riscrittura architettonica, perfetta, non ha cancellato l’antica funzione di contenitore. Un tempo conteneva passione sportiva, poi carni, verdure e formaggi, oggi contiene, con i suoi archivi e i suoi libri, qualcosa che è molto importante nella nostra città: la memoria. Una memoria che ci rimanda al 1925 quando ,alla fine della Via Mameli, il Comune di Cagliari decise di creare un campo di calcio, uno sterrato con delle tribune, conosciuto come il Campo di Via Pola, la cui storia è legata alle vicende sportive e calcistiche del Cagliari, come dimostra la targa commemorativa che si affaccia sulla omonima via. Una storia eroica, scritta da giovani sportivi, spesso cagliaritani, che per amore dello sport affrontarono viaggi epici nel continente e gettarono le basi per quello che venne dopo: il Cagliari dello Scudetto. Nel 1951 quando il campo venne sostituito dall’edificio del Mercato Civico di via Pola, progettato dall’Ingegner Crespi, la storia cambiò, ma quel luogo, rimase sempre legato al cuore di chi vide nel calcio il sogno di avvicinare il continente alla Sardegna a una città allora remota, isolata, lontana da tutto ma viva. Il miracolo di avvicinare Cagliari a l’Europa oggi passa attraverso la sua nuova funzione una Mediateca pensata come se Cagliari fosse una grande capitale europea, pensare in grande, lo ha fatto lo sport nella nostra città oggi può farlo anche l’architettura.

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Percorsi nel ‘900 Piazza del Carmine

BUS 8/30/31

Un tempo foro della Karales romana, fu in città la prima sistemazione urbanistica nello stile nazionale teorizzato da Camillo Boito: lettura in chiave eclettica dei cosiddetti stili storici (classico, gotico, rinascimentale) stemperati dalla nascente Art Nouveau. Promotore del progetto l’avvocato Francesco Todde Deplano, che, nel 1886 presenta al Comune un intervento di riqualifica di un’area per la quale tra il 1839 e il 1842 il misuratore Giuseppe Sbressa prima, e l’architetto Gaetano Cima poi, avevano immaginato la costruzione di palazzi con i portici, che non videro mai la luce, lasciando l’area alla sua vocazione industriale e artigianale con la presenza di mulini, concerie e fabbriche di laterizi. Il progetto di Todde Deplano, del quale sono rimasti i disegni del prospetto, avrebbe regalato alla città una piazza porticata, perfettamente simmetrica, una grande quinta scenografica con una fuga prospettica sull’ attuale viale Trieste, evidente citazione delle piazze di Torino, prima capitale d’Italia. Il progetto “Piazza del Carmine” fallì per i costi eccessivi e i troppi debiti contratti con le banche. Il 17 marzo del 1891 crollò l’unico edificio che intanto era stato avviato, sotto le cui macerie rimase per un tragico destino lo stesso Todde Deplano con altre quattro persone, evento che suscitò grande commozione in città. Sull’area del disastro vennero edificati, in tempi differenti, alcuni palazzi di proprietà della ricca borghesia cagliaritana: quello degli Aurbacher, progettato da Dionigi Scano, i palazzi Boscaro, Chapelle, Rocca e Cocco. Più tardi il monumentale palazzo delle Poste Centrali, il Provveditorato alle Opere Pubbliche (oggi T.A.R.) e il casamento scolastico “S. Satta”, realizzato tra il 1899 e il 1904 in stile neogotico su progetto degli ingegneri Fulgenzio Setti e Dino De Gioannis; si tratta della prima scuola cittadina a sviluppo longitudinale e con pianta a U (per meglio consentire l’esposizione luminosa delle aule), ricalcata su modelli nord e mitteleuropei. Al centro della piazza, su basamento neomedievale, venne collocata una statua dell’Immacolata Concezione opera dello scultore Luigi Guglielmi.

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Cagliari


Percorso Naturalistico

Sella del Diavolo Partenza da Piazza Calamosca

BUS

511

La sella del Diavolo, come tutto il promontorio di S. Elia, è costituita da rocce sedimentarie di età miocenica, quindi geologica mente piuttosto giovani. All’interno di questo tipo di rocce carsificabili, si sono formate diverse piccole grotte, le quali sono risultate essere abitate dall’uomo sin dal VI millennio a.C.. Nel pianoro sommitale, in prossimità del punto più elevato del promontorio (m 135 slm), esisteva nel periodo punico un luogo di culto dedicato ad Astarte. È tuttora visibile una cisterna punica, di forma allungata, dalle dimensioni veramente notevoli: 27 metri di lunghezza per 4,5 metri di profondità. Non lontana è un’altra cisterna romana, della classica forma a sezione troncoconica. Al periodo romano risalirebbe il martirio di S. Elia, che sarebbe stato ucciso, secondo la tradizione, in questi luoghi, durante le persecuzioni di Diocleziano. L’intero promontorio porta oggi il suo nome. Nell’XI secolo tutta l’area venne affidata ai monaci Vittorini che costruirono un vero e proprio monastero e si presero cura di saline, peschiere e aree coltivabili delle zone circostanti. La torre, ormai semidiroccata, presente nel punto più elevato e panoramico del promontorio è da considerarsi, invece, come facente parte del sistema di difesa ed avvistamento creato dagli spagnoli nel XVI secolo; tuttavia sembrerebbe che già durante il periodo pisano fosse presente una torre, detta “della Lanterna”, con funzioni di segnalazione. In seguito la medesima torre venne denominata anche torre del pouhet, cioè del pozzetto, poiché situato nei pressi della cisterna romana. L’intera zona sarebbe poi stata denominata “pouhet”, da cui il nome di “Poetto” attribuito alla spiaggia dei cagliaritani. Le torri costiere continuarono ad essere usate anche in epoca sabauda. Durante la seconda guerra mondiale vennero realizzati un fortino e altre costruzioni, tuttora ben visibili. Con ogni probabilità vennero riutilizzate le pietre dei resti della chiesetta di S. Elia, della quale, purtroppo, oggi si può appena apprezzare il perimetro

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Percorso Naturalistico

Colle di S. Ignazio Partenza dal Faro di Calamosca

BUS

511

Il colle di S. Ignazio è formato da rocce calcaree d’origine marina, ricche di fossili, prevalentemente molluschi bivalvi risalenti al miocenico. Su una di queste rocce poggia la Torre del Lazzaretto, chiamata anche torre del Prezzemolo (34 m sul livello del mare), realizzata prima del 1600. La torre controllava l’ingresso agli antichi porti di Cagliari e vigilava sul Lazzaretto. Dalla Torre del Prezzemolo il sentiero porta alla batteria antiaerea della seconda guerra mondiale formata da sei piazzole che ospitavano i cannoni e le mitragliatrici. Nella sala comando è tutt’ora visibile un mosaico realizzato in stile veneziano. Sono visitabili anche i tunnel che erano utilizzati come deposito di munizioni e rifugio durante i bombardamenti. Lasciata la batteria antiaerea, l’escursione prosegue verso il Forte di S. Ignazio (XVIII secolo - 94 m sul livello del mare), realizzato in previsione della guerra contro i francesi (1792-1793); dopo il suo disarmo fu utilizzato prima come succursale del Lazzaretto e successivamente durante la seconda guerra mondiale come punto d’ascolto per il passaggio degli aerei. Durante il percorso, tra la Torre del Lazzaretto ed il Forte di S. Ignazio, è possibile ammirare le piante tipiche della flora mediterranea come il lentisco (utilizzato in passato per l’estrazione dell’olio dalle sue bacche), il ginepro, il cisto, l’euphorbia (utilizzata in passato per la pesca di frodo), oltre ad erbe officinali come il timo, l’elicriso, l’assenzio marino, ecc. Il colle assume colorazioni diverse in base alle stagioni, grazie alla presenza di alcune piante a carattere infestante come l’iris, la borracina azzurra, la ginestra ed altre. Nel corso dell’escursione è possibile ammirare i diversi panorami che offre il colle, come il Poetto, le saline, Calamosca e la città.

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Cagliari


Pinacoteca

Nazionale Cittadella dei MuseI Piazza Arsenale, 1

BUS

7/58/20

La pinacoteca Nazionale è situata all’interno del perimetro dell’antico Arsenale, nell’attuale Cittadella dei Musei. L’edificio che la ospita, progettato dagli architetti veronesi Cecchini e Gazzola negli anni ’60, si snoda su tre livelli, inglobando e adattandosi alle emergenze preesistenti, costituite dalle fortificazioni di età spagnola e sabauda. Il più antico nucleo pittorico della collezione si è costituito nell’Ottocento, in seguito alle leggi di liquidazione dell’asse ecclesiastico e alla dispersione degli arredi della chiesa stampacina di San Francesco. Altre opere confluirono nel patrimonio dello Stato attraverso donazioni e acquisti sul mercato antiquariale. La raccolta pittorica più significativa è costituita dai retabli quattro-cinquecenteschi. Ad essi la committenza, prevalentemente legata ai nuovi ordini mendicanti, affidava il messaggio religioso, oltre che la funzione più strettamente ornamentale. Tra i maestri catalani emergono i nomi di Joan Mates, Joan Figuera, Raphael Thomas, Joan Barcelo, mentre alla fine del ‘400 spiccano forti personalità come gli anonimi Maestri di Castelsardo e di Sanluri. La scuola pittorica sarda del ‘500 è rappresentata dalla bottega di Stampace in cui operò la famiglia Cavaro, il cui massimo esponente è Pietro, artista documentato tra il 1508 e il 1538. La collezione pittorica della Pinacoteca comprende inoltre dipinti databili tra il XVII e il XX secolo, di varie correnti artistiche italiane, napoletana e genovese in particolare. La Pinacoteca custodisce anche una significativa raccolta etnografica, comprendente manufatti tessili, gioielleria sacra e profana, intrecci e arredi lignei di manifattura locale, numerosi documenti lapidei, una collezione di ceramiche ispanomoresche e italiane, armi bianche e da fuoco, e oggetti d’arte di varia natura, tra cui un raro acquamanile islamico del XII secolo.

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Pozzo di

San Pancrazio Piazza Indipendenza

BUS

7/58

Come testimoniato da un’iscrizione oramai andata persa, il pozzo di San Pancrazio fu realizzato, nel 1235, al centro dell’attuale piazza Indipendenza, nel quartiere di Castello, per garantire l’approvvigionamento idrico della roccaforte. Oggigiorno il pozzo non è più visibile dai passanti poiché nella prima metà dell’800, al fine di dare una sistemazione più decorosa alla piazza, che costituisce uno dei principali ingressi di Castello, l’imboccatura del pozzo fu abbassata al di sotto del piano stradale e, congiuntamente, vennero trasferiti nel sottosuolo tutti i servizi pertinenti, come la noria per attingere l’acqua ed i ricoveri per gli animali ad essa addetti. Venne quindi realizzata anche una galleria, scavata nella roccia e con la volta in muratura, per consentire l’accesso al pozzo ed il transito degli animali fino alla noria. Attualmente il pozzo è ancora visitabile tramite questa galleria, il cui ingresso è posto in prossimità del vecchio Museo Archeologico Nazionale. Al visitatore che vi accede si presenta subito, sulla sinistra, un ampliamento voltato con un pilastro centrale che doveva servire come alloggio per gli animali della noria, come è testimoniato dalla presenza di anelli di ferro nelle pareti e di un abbeveratoio, quest’ultimo probabilmente realizzato riutilizzando un antico sarcofago romano. Da qui si sviluppa la galleria, lunga circa 30 metri, che conduce fino al pozzo; questo si presenta coperto da una volta in mattoni, munita di due aperture per il funzionamento della noria, della quale rimangono ora solo poche tracce. Il pozzo, che è stato esplorato in più riprese dal Gruppo Speleo Archeologico Giovanni Spano di Cagliari, che nel 1998 ne ha curato il rilievo anche della parte sommersa, presenta una forma quadrata con i lati di 6 metri per 6 metri nella parte alta e di 4 metri per 5 metri nella parte più profonda, attraversa la roccia fino alla profondità di 77 metri, dove incontra la falda acquifera, che ha una profondità di ulteriori 11 metri.

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Cagliari


Sale di Rappresentanza del

T.A.R. Via Sassari, 17

BUS 30/1/5

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna ha sede in un edificio inaugurato nel 1927, che completa il lato sud-ovest della Piazza del Carmine e che ospitava inizialmente il Provveditorato alle Opere Pubbliche. L’edificio caratterizzato da motivi di stampo eclettico, prevalentemente rinascimentali e manieristi, venne costruito su progetto dell’architetto Augusto Valente tra il 1925 e il 1927 da maestranze calabre. La costruzione ha un piano parzialmente seminterrato sul quale si collocano il pianterreno rialzato e i tre piani superiori. Il piano inferiore è segnato dai finestroni balaustrati e decorati con finti conci a ventaglio, separati da fasce aggettanti sovrapposte, mentre i tre piani hanno finestre simmetriche sovrastate da timpani e cornici progressivamente meno ricche. Il prospetto su piazza del Carmine è concluso da un fastigio decorativo a salienti. Al terzo piano dell’edificio, si trovano in quella comunemente chiamata “sala di rappresentanza”, quattro dipinti del maestro Filippo Figari, eseguiti tra il 1928/29 appositamente per le pareti di una stanza del primo piano dalla quale furono appunto traslati nell’attuale. Il ciclo ricostruisce in quattro momenti (nell’ordine da sinistra a destra L’aia, La chiesa, La casa e Il villaggio) le consuetudini agresti, religiose e domestiche della Sardegna. Le scene vengono concepite come una sequenza di stralci di vita quotidiana, messi a fuoco con precisione quasi fotografica rilevabile nella composizione come nella fissità delle immagini. Da ciò si può intendere la forte influenza esercitata nel Figari dalla fotografia del celebre fotografo August Sander che l’artista accompagnò nella sua visita della Sardegna documentata in un reportage del 1927.

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Sant’Eulalia

Area archeologica e Museo del Tesoro Vico Collegio, 2

BUS

6/1/10

Sotto il rilievo su cui sorge la chiesa di S. Eulalia è stato posto in luce un sito monumentale caratterizzato dalla sovrapposizione di molteplici fasi di frequentazione, distribuite tra l’età repubblicana e l’età moderna. Nel 1990, durante lavori di adattamento della sagrestia, il ritrovamento dell’imboccatura di un pozzo colmo di detriti, sotto il pavimento demolito perché deteriorato dall’umidità, è stato l’inizio di una ricerca che, nata come una breve esplorazione speleo archeologica, ha fornito elementi di così grande interesse da estendersi gradatamente a tutto lo spazio sottostante il museo, per poi raggiungere, in diverse campagne di scavo, il presbiterio e, ora, l’intera chiesa restituendo, a poco a poco, una viva immagine della Cagliari antica ed alto-medioevale segnata da manufatti di straordinario significato storico e monumentale visibili. In un percorso sotterraneo di suggestivo interesse è possibile vedere un tratto di una ripida strada lastricata, larga più di 4 metri, ora percorribile per un tratto di tredici metri, verosimilmente collegata con le attività del vicino porto di cui costituiva un importante elemento di collegamento. Non si conosce ancora la connessione di queste strutture con cospicui resti di un’altra costruzione trovata, nell’indagine attualmente in corso, circa sette metri al di sotto del piano della chiesa. Si tratta di un vasto ambiente di cui è visibile parte di un lato costituito da un colonnato - occluso da una più tarda tamponatura in blocchi - connesso con un pavimento in tasselli irregolari di calcare e marmo. Le colonne, calcaree e rivestite di stucco, poggiano su basi marmoree attiche e presentano caratteristiche tipologiche riferibili alla tarda età repubblicana. Adiacente alla sagrestia è visitabile il Museo del Tesoro di S. Eulalia. L’esposizione include numerosi argenti facenti parte del corredo liturgico tra cui calici, pissidi, ostensori, croci professionali ed altri oggetti provenienti da botteghe sarde e liguri operanti tra il XVI e il XIX secolo.

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Cagliari


Scala di Ferro e Fortificazioni Via Porcile, 1

BUS 7/10

L’area archeologica è racchiusa entro i confini del cinquecentesco bastione di N.S. di Monserrato, originariamente denominato di S. Jacopo, costruito, a difesa della cinta muraria, contro il costone roccioso delimitante la parte orientale del quartiere portuale della Marina. L’ottocentesco albergo denominato “ La Scala di ferro” fu fondato in parte sulle mura perimetrali del bastione ed in parte sopra sostruzioni ad archi su pilastri, realizzate, nella seconda metà dell’Ottocento, in profonde trincee scavate nella terra del riempimento del bastione. Lavori per la realizzazione di parcheggi interrati hanno evidenziato, dal 2000 al 2002, buona parte delle strutture cinquecentesche ed ottocentesche e, al di sotto degli strati di riempimento, fasi di frequentazione pertinenti ad un arco di tempo compreso tra l’età repubblicana e l’Alto Medioevo. Un’indagine condotta dalla Soprintendenza Archeologica ha posto in luce un nuovo lembo della necropoli orientale di Karales, affiorata già in antico in occasione della costruzione del bastione, nella seconda metà del XVI secolo, e successivamente venuta in luce, in diverse occasioni, tra la fine dell’800 ed i primi decenni del secolo scorso. In seguito al rinvenimento, il progetto originario - che prevedeva tre piani di parcheggi - è stato modificato: il primo piano del parcheggio ha lasciato il posto ad una piccola area archeologica dove sono conservate, nel luogo del loro ritrovamento, le tombe di una famiglia vissuta a Cagliari tra la fine del I ed il III sec. d.C. Tombe ad incinerazione sormontate da cippi in pietra con iscrizioni e sobrie decorazioni si affiancano a più tardi sarcofagi in calcare, testimonianza del passaggio al rito dell’inumazione. Adiacente all’area archeologica è uno spazio destinato ad ospitare una piccola esposizione museale.

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Scuola Elementare

Carlo Felice Via San Giacomo

BUS

6

L’istituto venne fondato con Regio Biglietto il 9 Marzo 1827 allo scopo di promuovere ed incoraggiare nell’isola l’educazione morale, letteraria ed industriale della gioventù. Nel 1856, dietro i suggerimenti dell’abate Aporti, l’Istituto creava l’asilo infantile sotto la direzione di una maestra laica, mentre l’asilo venne fondato nel 1854 con un assegno dato dal Municipio. Nel 1861, l’incarico della direzione e del suo funzionamento passò alle suore della Comunità delle Figlie della Carità di San Vincenzo De Paoli, incarico che ininterrottamente hanno mantenuto fino ad oggi. Il contributo delle suore si rivelò molto positivo, ma il loro ruolo si precisò meglio a partire dal 1868 con l’arrivo di Suor Maria Calcagno come Superiora, donna di doti eccezionali in cui lo spiccatissimo sentimento della carità si univa ad un’inesauribile volontà di fare e infatti si adoperò immediatamente per accrescere i locali del tutto inadeguati ad accogliere una massa sempre crescente di ospiti. Successivamente oltre alle scuole per l’infanzia si provvedete alla creazione di un educandato destinato alla formazione delle future maestre dell’istituto, che poteva essere frequentato sia dalle famiglie abbienti che potevano pagare la retta ma anche tra le famiglie più povere, avviando un processo di alfabetizzazione della città. Le attività dell’Istituto proseguirono in relazione all’andamento economico della società del periodo fino alla vigilia della seconda guerra mondiale. Il 13 maggio 1943 una grandine di ordigni cadde su Villanova e vennero rasi al suolo, fra gli altri, la chiesa di San Domenico e l’edificio dell’asilo. Le bombe centrarono in pieno il caseggiato polverizzando aule, refettori, il parlatorio, sale di ricreazione, le stanze delle suore, i servizi e di i cortili. Le suore furono fatte sfollare nel centro Sardegna. Fra le poche cose che si salvarono ci fu un registro con l’inventario della corrispondenza della Cassa Carlo Felice dal 1809 al 1912, che ha permesso di ricostruire in parte le vicende dell’Asilo. Finita la guerra, il prestigio e l’eccellenza didattico-educativa dell’Istituto, portò in pochi anni alla completa ricostruzione dell’edificio.

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Cagliari


Società degli

Operai BUS 1/M

Via XX Settembre, 80

La fondazione della Società degli Operai di Mutuo Soccorso della Città di Cagliari risale al 1855: ebbe allora la sua prima sede provvisoria nel quartiere di Castello, nell’aula consiliare del vecchio Palazzo Civico. Dopo diverse sedi provvisorie, nel 1912 fu edificata l’elegante palazzina in stile Liberty ancora oggi sede di questo Sodalizio. Fu l’allora presidente Carlo Concas che pose il problema della costruzione, e donò l’area su cui, in meno di due anni, sorse la palazzina. La redazione del progetto e la direzione dei lavori furono affidati all’Ingegner Riccardo Simonetti, che eseguì disinteressatamente l’opera. Gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, fu perfettamente riparata e nel corso degli anni è stata più volte sottoposta ad attenta opera di restauro. Potranno essere osservati, nelle bacheche e nelle teche della Società, documenti di vario genere che ne ricordano i 147 anni di storia: documenti storici, fondatori, gli avvenimenti che hanno caratterizzato il periodo delle guerre; inoltre saranno oggetto della mostra diversi attrezzi da lavoro utilizzati dagli artigiani ed operai di altri tempi, e la Sede Sociale stessa. Via Sonnino

Società di

Sant’Anna

BUS 1/7

Via Cammino nuovo, 9

La società di Sant’Anna fu in origine una Congregazione, fondata con atto firmato dal vescovo Vittorio Filippo Melano il 24 dicembre 1782. La Congregazione, composta da laici sin dall’origine, ebbe lo scopo di fornire aiuto ai ceti meno abbienti del quartiere e si dotò nella seconda metà del 1800 di uno Statuto Organico, per curare i festeggiamenti per la Santa Patrona di Stampace e provvedere ai bisogni dei singoli associati. Nel 1931, in un’area adiacente al monastero di Santa Chiara fu istituito il primo campo di bocce. la Società di Sant’Anna allestì nel 1950 nel Largo Carlo Felice il palco per le cerimonie dell’anno santo, negli stessi anni fu la prima associazione ad organizzare il Carnevale Cagliaritano. La Sede Sociale, originariamente situata all’interno del quartiere di Stampace dal luglio del 1947 si trova in Via Cammino Nuovo 9, al confine tra i quartieri storici di Castello e Stampace. Nella stessa sede sono attualmente in attività due campi di bocce, adibiti a gare provinciali, regionali e nazionali di categoria. L’impegno societario è attualmente rivolto ai cambiamenti sociali del quartiere, alla promozione della cultura e dello sport anche fra le giovani generazioni, alla cura e alla conservazione dei monumenti della nostra città.

monumentiaperti

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Teatro Civico Via Università

BUS

7

Cagliari, intorno alla metà del XVIII sec., nonostante fosse piazzaforte di primaria importanza per il controllo di tutto il Mediterraneo, non possedeva ancora un vero e proprio teatro. Nel 1755 l’ing. Belgrano, propose al governo sabaudo uno studio progettuale per la realizzazione di una struttura destinata a teatro. Tale proposta non fu approvata dal governo, ma trovò l’interesse del nobile cagliaritano, don Francesco Zapata barone di Las plassas, che, tra il 1764 e il 1766, realizzò il progetto. Il teatro, noto come Teatro Las plassas, assunse presto la denominazione di Teatro Regio. La capienza complessiva del teatro era di circa mille spettatori. La gestione e manutenzione del teatro divenne, col tempo, un costo notevole per la famiglia Zapata, tanto che intraprese delle trattative con il governo francese per la vendita del teatro che si conclusero nel 1831, e, nello stesso anno, iniziarono i lavori di restauro su progetto dell’arch. Melis. Nel 1833, della redazione del progetto del teatro, venne incaricato Gaetano Cima, al quale fu richiesto di ricavare quattro ordini di palchi e di modificare l’ingresso a ponente e quello dal Castello. Nel 1836 iniziarono i lavori di demolizione del teatro di Belgrano e di costruzione del nuovo teatro del Cima. Durante la seconda guerra mondiale, i bombardamenti del 1943 procurarono notevoli danni al Teatro Civico; vennero, infatti, completamente distrutti il palcoscenico, i palchi, la platea e il tetto, mentre rimasero in buono stato di conservazione i muri perimetrali, l’atrio d’ingresso, la sala caffè, la torre scenica e le scale di collegamento al Palazzo Zapata. L’edificio, abbandonato e in notevole stato di degrado fino a pochi anni fa, è stato sottoposto ad un elaborato restauro conservativo e da un delicato lavoro di recupero della linea architettonica originaria da parte della amministrazione cittadina, che lo ha inserito nel più vasto progetto di recupero socio-culturale del quartiere di Castello.

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Cagliari


Teatro Lirico Via Santa Alenixedda

BUS M/6

Il teatro Lirico è stato inaugurato nel 1993, al termine di una lunghissima stagione di lavori cominciata nel 1964, con il bando di concorso per la realizzazione di un edificio teatrale per la città che sostituisse il Teatro Civico, distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Approvato nel 1967 il progetto degli architetti bergamaschi Ginoulhiac e Galmozzi, si da il via alla costruzione della grande struttura: 5.000 metri quadri, i foyer, la sala di 1650 posti distribuiti fra platea e due ordini di gallerie, il palcoscenico (22 metri di larghezza per 14 di profondità) rivestito di pannellature di gesso e legno per una resa acustica ottimale e il golfo mistico sistemato su una doppia piattaforma mobile che permette diverse possibilità di utilizzo. Negli anni successivi all’inaugurazione vengono realizzate sale-prova, laboratori, magazzini e locali per uffici. Il Teatro Lirico di Cagliari, sede dell’omonima Fondazione, è attivo tutto l’anno con stagioni sinfonicocameristiche, liriche e di balletto. Sul palcoscenico, insieme all’Orchestra e al Coro del Teatro Lirico, protagonisti di molte produzioni di prestigio, si sono succeduti artisti di ottimo livello, che hanno concorso a determinare il rilancio dell’attività musicale cagliaritana. Sono da ricordare: Riccardo Muti, Georges Prêtre, Mstislav Rostropovich, Zubin Mehta, Carlo Maria Giulini, Lorin Maazel, Carlos Kleiber, Dario Fo, Luca Ronconi, Pier Luigi Pizzi, Murray Perahia, Mikhail Pletnev, Salvatore Accardo, Bruno Canino, Uto Ughi. Tra i molti allestimenti lirici, sono particolarmente importanti quelli di opere in prima esecuzione italiana o di nuova produzione: Dalibor di B. Smetana, Le fate di R. Wagner, Gli Stivaletti e Opricnik di P. I. Tchaikovsky, Elena egizia di R. Strauss, Euryanthe di C. M. von Weber, Romeo e Giulietta del villaggio di F. Delius, Alfonso und Estrella di F. Schubert, Hans Heiling di H. Marschner, Oedipe di G. Enescu, Chérubin di J. Massenet.

monumentiaperti

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Teatro Massimo Via de Magistris, ang.viale Trento

BUS

1/5/10

La storia del teatro Massimo inizia in seguito a due eventi che cancellarono i due più importanti teatri cagliaritani: l’incendio del 1942 che distrusse il Politeama e i terribili bombardamenti del 1943 che, devastarono il Teatro Civico. Tra il 1944 ed il 1947 si realizzò perciò il teatro Massimo. Il progetto fu predisposto da due giovani architetti cagliaritani, Oddone Devoto ed Emilio Stefano Garau e prevedeva la nascita del “Massimo” dalle mura di un vecchio mulino a vapore di proprietà degli imprenditori Merello. Il progetto originario non si limitava alla ristrutturazione e trasformazione del mulino a teatro, ma prevedeva, occupando una superficie complessiva di 7500 mq, anche la realizzazione di un cine-teatro all’aperto, immerso nel verde, in quella parte dell’isolato “Su Brughixeddu” che accoglieva la semoleria e gli stabilimenti dei Merello. Fu costruito a tempo di record e le prime rappresentazioni furono subito un successo. Consentì ad una città ancora provinciale di apprezzare i grandi della lirica, come Maria Callas, Beniamino Gigli, Tito Schipa, o i grandi interpreti del teatro come Gassman ed Eduardo De Filippo. Gli spettacoli continuarono sino agli anni settanta, poi, a causa della volontà dei Merello di demolire il Teatro ci fu una lunga pausa. Nel Marzo del 1981 riaprì i battenti per la rappresentazione di una commedia, ma fu una riapertura parziale con l’impossibilità di utilizzare il palcoscenico per gli spettacoli più complessi. Il Massimo continuò così la sua attività fino al rovinoso incendio, che ha segnato la fine del teatro; infatti nonostante i danni non furono ingenti e che l’aspetto e le caratteristiche del teatro non furono cancellate, negli anni a seguire non fu fatta alcuna azione per recuperarlo o riutilizzarlo, fino al 2005, data in cui il Comune di Cagliari ha appaltato i lavori per il totale recupero. È stato inaugurato nel febbraio del 2009. Durante i lavori di restauro sono state rinvenute nove cisterne di epoca romana, rivestite di coccio pesto e un pozzo di sfiato a imboccatura quadrata, utilizzato per la manutenzione dell’acquedotto di epoca romana.

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Cagliari


Tempio

Punico Romano Viale Trento, 10

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Il tempio Punico-Romano è stato scoperto durante i lavori di costruzione dell’Agenzia Orofino Viaggi in Viale Trento 10. L’area archeologica costituisce solo una porzione di un edificio di grandi dimensioni che, poggiandosi sulla roccia affiorante occupava il declivio naturale. Tale struttura, di età punico-romana, forse risalente al III/II sec. a.C. è di eccezionale importanza. Una iscrizione punica, ritrovata agli inizi del Novecento, in quello che veniva definito Giardino Birocchi a ovest dell’area di scavo, fornisce, in maniera insperata, la genealogia di chi realizzò l’opera. L’edificio, di indubbia imponenza, doveva essere arricchito da elementi architettonici: basi, colonne, resti di cornici e altri elementi modanati, rimossi in età romano repubblicana (II sec. a.C.) sono stati ritrovati durante gli scavi non solo ex voto - statuine di figure maschili e femminili, piccoli piedi e gambe, ma anche offerte alimentari contenute in piccole fosse appositamente scavate. Sono state avanzate numerose ipotesi tese a spiegare l’oggetto del culto ma, al momento, ciò risulta ancora difficile da stabilire. Certi studiosi asseriscono che le raffigurazioni votive sembrerebbero riferirsi al sincretismo religioso di età repubblicana con valenza salutifera, è nota infatti l’esistenza a Cagliari di un tempio di Esculapio. Peraltro, è noto che siffatti luoghi di culto venivano costruiti all’interno delle mura cittadine mentre all’epoca, la zona di viale Trento, si trovava all’esterno di esse. Stante le variegate offerte rinvenute nell’area di deposito, alcuni studiosi ritengono che questi ex voto non rispecchino una richiesta di guarigione per particolari patologie degli arti, ma si configurino piuttosto come buon auspicio per la partenza ed il ritorno da un viaggio. Quest’ultima tesi, seppure non appieno suffragata dagli elementi presenti allo stato attuale, appare la più suggestiva alla luce del fatto che questa area costituisce oggi la base dell’edifico che ospita una importante agenzia di viaggi.

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Torre dell’

Elefante

Piazza San Giuseppe

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La grande torre pisana detta “dell’Elefante” venne progettata dall’architetto Giovanni Capula agli inizi del XIV secolo, e completata nel 1307. Intorno al 1328 venne chiuso il lato nord dell’edificio per ricavarne magazzini e abitazioni per funzionari. Nel ‘600 e ‘700 vennero addossati alla costruzione nuovi edifici che nascosero in parte la sua imponenza. Inoltre, nella seconda metà del XIX secolo, fu adibita a carcere. Il restauro effettuato nel 1906, con la liberazione del lato murato in età aragonese, permise il ripristino delle sue condizioni originarie. Pressoché identica alla torre di San Pancrazio, ha conservato sino ad oggi la funzione di ingresso al Castello. Presenta quattro piani su soppalchi lignei aperti, secondo il modello pisano, verso l’interno del Castello, offrendo invece sull’esterno della città tre massicci lati in bianco calcare di Bonaria, solo traforati dalle sottilissime aperture delle feritoie. La porta era difesa da numerosi sbarramenti, tre robusti portoni e due saracinesche, mentre, a coronamento dell’edificio, una serie di mensole reggeva un’impalcatura lignea per la difesa dall’alto. Sulla facciata sud, a qualche metro dal selciato, c’è la scultura dell’elefante, forse coeva alla torre. Ben conservati, a varie quote, sono gli stemmi dei castellani pisani di Cagliari, e, a fianco all’ingresso, è ancora leggibile l’epigrafe in memoria delle maestranze e dell’artefice Giovanni Capula “mai nelle opere sue trovato incapace”.

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Cagliari


Torre di

San Pancrazio Piazza Indipendenza

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7

La torre pisana di S. Pancrazio venne progettata dall’architetto Giovanni Capula nel 1305, a difesa dell’ingresso settentrionale del Castello. Costruita nel punto più alto della collina, dalla sua sommità, ad oltre 130 metri sul livello del mare, era possibile controllare il territorio circostante la città. Nel 1328 il lato aperto veniva tamponato dagli Aragonesi per trasformare l’edificio in abitazione di funzionari, e parte in magazzino. Dal ‘600, con l’apertura del passaggio nell’attiguo Palazzo delle Seziate, la torre perdeva la funzione d’ingresso alla città, e veniva adibita a carcere sino alla fine dell’800. Agli inizi del XX secolo venne restaurata e riportata alle condizioni originarie, con la riapertura del lato rivolto a Piazza Indipendenza, ed il ripristino dei ballatoi in legno. Un recente restauro ne ha rinforzato le strutture e riscoperto parte dell’apparato difensivo. Insieme alla gemella Torre dell’Elefante, è una delle poche costruzioni medioevali di Cagliari che si sono conservate pressoché intatte. Sono da evidenziare varie soluzioni difensive, come le diverse feritoie che si affacciano a varie altezze, le tracce dei numerosi sbarramenti della sottostante porta, comprendenti due saracinesche e tre portali, e infine, sulla sommità, il coronamento di mensole da cui si potevano bombardare eventuali attaccanti. La torre era circondata da una muraglia detta “barbacane”, oltre la quale era un fossato. A varie quote nel lato Nord sono murati stemmi pisani, mentre sull’arcata della porta, dal lato opposto, c’è una iscrizione latina che ricorda i castellani pisani di Cagliari all’epoca della sua costruzione, l’impresario che eseguì i lavori e l’architetto progettista Giovanni Capula.

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Necropoli di

Tuvixeddu Via Falzarego

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Il colle di Tuvixeddu ospita quella che già nell’Ottocento era considerata la più vasta e significativa necropoli punica del Mediterraneo. Per quanto sia stata in seguito e a lungo danneggiata dalla coltivazione delle cave che rifornivano la cementeria, la necropoli conserva ancora gran parte della sua suggestiva estensione. La fascia digradante del colle rivolta verso la laguna, sulle cui sponde sorgeva la città dei vivi, è percorsa dal fitto succedersi dei tagli regolari delle sepolture, costituite da un pozzo di discesa, della profondità media di circa 3 metri, dal quale si accede alla vera e propria cella funeraria ricavata a monte. Di piccole dimensioni ed in asse con il pozzo, la cella ospitava uno o più defunti, accompagnati dal corredo ceramico (brocche, piatti, lucerne) e a volte dagli oggetti personali (scarabei, collane in pasta di vetro, amuleti di varia foggia). La porta della cella veniva poi chiusa da un lastrone di pietra ed il pozzo era riempito con il pietrame prodotto con lo scavo. Nel corso dei lavori che si sono svolti fra il 2004 ed il 2007 sono state scavate, o soltanto ripulite, oltre 770 tombe, tutte comprese in un settore della necropoli che è stato per molto tempo in totale abbandono. Nonostante questo un certo numero di sepolture è stato ritrovato intatto. Alle novità derivanti dagli oggetti, talvolta rari e di grande interesse scientifico - che è ancora possibile vedere al quarto piano del Museo Archeologico Nazionale, - si sono aggiunte le novità rappresentate dalla decorazione di alcuni pozzi con motivi dipinti o a rilievo (ad esempio il segno di Tanit) e di alcune celle decorate da disegni geometrici - a linee parallele, a rombi, a reticolo, - tracciati in rosso sulle pareti. Le tombe a pozzo furono in uso dal VI al III secolo a.C.. In età romana una piccola parte dell’area fu per qualche tempo utilizzata per ricavare pietre da taglio: la cava, di cui si vedono i tagli a gradoni ed i blocchi accatastati, fu più tardi, intorno al II secolo d.C., attraversata dal tracciato dell’acquedotto romano.

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Cagliari


Vetreria di Pirri e Museo di Aquilegia Viale Italia, Pirri

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La vetreria di Pirri in via Italia consente una lettura dell’archeologia industriale cagliaritana che riporta al progresso economico e all’espansione delle attività dei primi del secolo scorso. Si tratta di uno stabilimento enologico - distilleria a cui negli anni successivi si affianca una vetreria, tanto che è ancora possibile individuare gli antichi forni di cottura del vetro in mattoni rossi refrattari con una interessante architettura a voltina. Il fabbricato su viale Italia è a corte, con torretta annessa, muri originari in terra cruda e pietra, mentre la torretta “ex Rocca”, sulla Via Ampere, presenta fregi Liberty ed indica ancora il nominativo del primo proprietario, “Stefano Rocca Ancis: produzione vini e spiriti”. A partire dagli anni ’60 lo stabilimento venne abbandonato e lasciato al degrado. La Circoscrizione di Pirri, successivamente, utilizzò gli spazi per attività culturali, quali il teatro dell’Aspis, corsi di pittura e scultura, spettacoli estivi. Il Comune di Cagliari ha recentemente provveduto al restauro e recupero della struttura, nel rispetto delle sue originarie caratteristiche architettoniche, per offrire alla popolazione residente e ai turisti un centro polifunzionale per manifestazioni culturali e attività di carattere sociale. Museo di Aquilegia Dal settembre del 2010 il museo è stato trasferito nel Centro Comunale di Arte e Cultura “La Vetreria” a Pirri. Il museo per l’occasione, ha rinnovato l’allestimento con una innovativa esposizione, tracciando un percorso geo-cronologico, legando le vicissitudini geologiche del nostro pianeta con l’evolversi della vita. Le attrazioni principali sono costituite da uno scheletro di Allosauro (dinosauro del Giurassico) della lunghezza di quasi 8 metri per 2,5 di altezza; ed uno pterodattilo (rettile volante del Cretaceo) con apertura alare di circa 3 metri. Sono stati ricostruiti anche due diorami tematici, sulla vita nei boschi e nelle zone umide costiere. Altre ricostruzioni ambientali, riguardano i fondali tropicali e mediterranei ed una ricostruzione di un evento vulcanico che coinvolse la Sardegna 20 milioni di anni fa.

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Villa Clara Via Romagna

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3/6/M

L’Amministrazione Provinciale di Cagliari, considerata la inadeguatezza delle sedi attualmente occupate, ha deciso di trasferire la Biblioteca Provinciale di Vico XIV San Giovanni e il Centro Servizi Bibliotecari di via Cadello, nella cosiddetta Villa Clara, posta sulla sommità del parco di Monte Claro, realizzando un progetto di ristrutturazione e di ampliamento della Villa e dei fabbricati attigui. La Biblioteca Provinciale, istituita a partire dal 1962, è una importante realtà regionale con circa 75.000 volumi di patrimonio editoriale. Dai documenti rinvenuti in archivio, la Provincia dispone della proprietà immobiliare già dal 1889, anno in cui fu registrato il compromesso di vendita, dai fratelli Ruiseco alla Provincia, dell’intera proprietà di 45 ettari distinta, in casa civile (villa), fabbricati rustici, vigneto, mandorleto, orto, pineta, come descritto nei documenti catastali. Durante la seduta del consiglio provinciale del 17 agosto del 1901, si approvò una prima parte di spesa di lire 500.000, per iniziare la costruzione del nuovo manicomio e acquisire al patrimonio dell’ente la Villa Clara: proprio qui, infatti, nel sito di Monte Claro dove già da un decennio si trovavano distaccati i pazienti, la Provincia di Cagliari aveva deciso di costruire il nuovo ospedale psichiatrico, su suggerimento del prof. Sanna Salaris, primario del reparto psichiatrico del San Giovanni di Dio. Fu incaricato del progetto l’ing. Stanislao Palomba dell’Ufficio Tecnico Provinciale, che scelse la soluzione “a padiglioni”, adatta a gestire meglio i vari stadi della malattia mentale. Nel 1907 i primi padiglioni del manicomio cagliaritano cominciarono a funzionare, rimanendo in attività fino alla chiusura degli ultimi reparti, avvenuta nel 1998, per effetto della cosiddetta legge Basaglia. L’ing. Palomba non fece demolire la Villa, che fu restaurata e destinata ad alloggio del direttore e della sua famiglia. I rustici posti dietro la villa, dove già erano stati ricoverati dei pazienti, furono invece adattati a stalle, magazzini e alloggi della colonia agricola, impiantata allo scopo di consentire la terapia del lavoro ai malati validi e, nel contempo, di costituire un mezzo di auto sostentamento per il manicomio.

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Villa di Tigellio Via Tigellio

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Il complesso noto con il nome di Villa di Tigellio perché originariamente attribuito al cantore omonimo, contemporaneo dell’imperatore Augusto e noto per la sua ricchezza e per le sue stravaganze, è in realtà un lembo di un elegante quartiere residenziale della Karales romana, sorto alla fine del I sec. a.C. e frequentato, con varie trasformazioni fino al VI-VII d.C. Sono attualmente visibili i resti di tre abitazioni adiacenti affiancate ad uno stretto vicolo che le separa da un area in cui sorgeva il complesso termale, di cui sono conservati i resti del pavimento del calidarium. Le tipologie edilizie, in parte condizionate dall’andamento del declivio roccioso sul quale i vari ambienti si disponevano a più livelli, richiamano quelle della domus romana, articolata longitudinalmente in vani la cui disposizione e funzione obbedivano a canoni ben determinati. Nelle domus cagliaritane è ben riconoscibile l’atrio, in cui l’impluvium, sorretto da quattro colonne, consentiva la raccolta dell’acqua piovana in una cisterna posta al di sotto del pavimento, e, comunicante con l’atrio, il tablino, sorta di studiolo di pertinenza del padrone di casa. Piccoli ambienti destinati alla notte, i cubicola, erano disposti ai lati o posterormente all’atrio. È più difficile individuare gli ambienti posti nella parte retrostante delle tre domus, in cui più drastiche sono state le trasformazioni ed i riadattamenti. Gli scavi, effettuati in varie riprese a partire dal secolo scorso, avevano restituito decorazioni murali e mosaici pavimentali di pregio, da cui erano derivate, a due delle domus, le denominazioni di “casa degli stucchi” e “casa del tablino dipinto”. Attualmente sono visibili alcuni frammenti di affreschi, un lembo di mosaico pavimentale policromo, un pavimento costruito nella tecnica dell’opus signinum, con tessere in marmo bianco inglobate nel coccio pesto.

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Villa Vivaldi Pasqua Vico XII S. Giovanni, 1a

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La villa Vivaldi Pasqua, il cui primo impianto risale alla fine del ‘700, sorse nei pressi dell’antico convento di San Mauro, nel quartiere di Villanova. Nel 1799, il proprietario, Pietro Vivaldi Zatrillas, marchese di Trivigno Pasqua, dichiara “un giardino per diporto d’estensione uno starello (4000 mq) di terreno, piantato ad agrumi”. In un atto notarile del 1801 il marchese elenca dei lavori nel giardino e nella villa che possiede a Villanova in località Su Lioni. La famiglia Vivaldi Pasqua, di origine genovese, si era trasferita in Sardegna alla fine del 1600 per gestire - tra le altre - la tonnara di Portoscuso e la peschiera Pontis nell’oristanese. La villa fu probabilmente una residenza di villeggiatura e di caccia, e forse ospitò un’attività di tessitura della seta. Acquistata dall’industriale Marino Cao negli anni ’40, insieme all’adiacente villa Calvi (XIX secolo), fu negli anni ’70 oggetto di un accurato restauro da parte della figlia Rosabianca, attuale proprietaria. Il giardino è diviso in una parte bassa, anticamente destinata ad orti, e una pensile, raccordata da una scala a doppia rampa. Nella parte inferiore del giardino si possono ammirare gli archetti pensili della chiesa romanica di san Bardilio, demolita nel 1929. Il giardino pensile è incorniciato da una scenografica gloriette e da due quinte murarie, che gli conferiscono l’aspetto di una grande stanza all’aperto. La facciata della villa è in stile tardo settecentesco. Sulla porta di accesso un bassorilievo raffigura un moro in catene che si dibatte tra le onde, riferimento ai possedimenti dei Vivaldi di Portoscuso, e alle lotte contro gli arabi. Lo stemma dei Vivaldi Pasqua è invece collocato al piano nobile. Nella sala interna sono conservate le pitture murarie originarie, a motivi fitomorfi con uccelli. L’antica scuderia, oggi sala banchetti e ricevimenti, ha cinque campate con volte a pseudo vela in mattoni a vista e pilastri in tufo bianco.

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Cagliari


Partecipano alla

Manifestazione Enti, Scuole e Associazioni

A.C.I.F. Associazione Culturale Italia-Francia A.C.I.T. - Cagliari onlus Associazione Culturale Italo-Tedesca A.N.F.I. (Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia) ACHENTANNOS Afrodite AIDOS Sardegna ALLIANCE FRANCAISE AMBIENTESARDEGNA Amici della MUSICA AMICI DI SARDEGNA ANAMNESYS srl ANFFAS Onlus Cagliari ARCHIVIO DI STATO Arciconfraternita della Ss. Vergine d’Itria Arciconfraternita SS. Crocifisso ARTEFICIO ASAP (Associazione Sarda Paraplegici) Associazione Bambini Cerebrolesi Sardegna Associazione Culturale Il Paese delle Meraviglie Associazione Culturale MUSICA INSIEME Associazione Culturale MUSICA VIVA Associazione Culturale SA ILLETTA Associazione ERASMUS CAGLIARI Associazione Glee’s Associazione Interculturale NUR Associazione L’Isola che vorrei Associazione LUNA D’ORIENTE Associazione Musicale Corale Lorenzo Perosi Associazione Nazionale Carabinieri - Nucleo Volontari A.N.C. Associazione Nazionale Polizia di Stato-Sez. prov. di Cagliari Associazione per il Parco Molentargius Saline Poetto Associazione QEDORA Associazione QUISQUEYA Associazione Sarda CEFALALGICI Associazione SARDEGNA, L’ ISOLA DEI SARDI Associazione Storia del REGNO di SARDEGNA Associazione STORIA DELLA CITTA’ Associazione Studium Canticum Associazione Villa Muscas Azienda Ospedaliero Universitaria CA BARVINOK Associazione Comunità Ucraina in Sardegna Casa dei Padri Gesuiti Casa Massonica Cagliaritana Cattedre di Archeologia Cristiana e Medievale Centro Scuola LUIGI PIRANDELLO Centro Servizi Cultura Anfiteatro Circolo Didattico Is Mirrionis Circolo Didattico Santa Caterina Circolo Europeo della Sardegna Circolo Speleologico Sesamo 2000 CITTA’ DI CAGLIARI Associazione Musicale Cittadinanza Attiva Onlus Club Alpino Italiano - C.A.I. Gruppo Grotte Cagliari Club Modellismo Storico Club Unesco Cagliari

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Comando Militare Autonomo della Sardegna (Biblioteca militare) Comitato pro Fondazione Aquilegia Museo Storia Naturale Comune di Cagliari Divisione Socio Assistenziale - Direzione Cimiteri Ufficio di Gabinetto del Sindaco Conservatorio Statale di Musica G.P. DA PALESTRINA Consulta Comunale Associazioni disabili - Comune di Cagliari Consulta Provinciale delle persone con disabilità - Provincia di Cagliari Convento P.P. Domenicani Convitto Nazionale scuola Media Coop. Sociale La Sella del Diavolo Onlus COOPERATIVA SANT’ELIA 2003 Corale Polifonica Santa Cecilia di Cagliari Coro Collegium Karalitanum Coro Polifonico Cantores Mundi CULTARCH - Architettura e Cultura E.N.S. Ente Nazionale Sordi - Sez. di Cagliari Ente Parco Naturale Regionale Molentargius -Saline F.I.D.A.P.A. (Federazione italiana donne, arti, professioni e affari) Fondazione GIUSEPPE SIOTTO Fondazione Istituto CARLO FELICE Fondazione UMBERTO E MARGHERITA GALLERIA COMUNALE Gruppo Scout Agesci CA 3 SAN PIO X Gruppo Speleo-Arch. Cavita’ Cagliaritane Cagliari Gruppo Speleo-Archeologico Giovanni Spano Gruppo Studenti Beni Culturali Gruppo Vocale CANTIGOS I.D.E.A.’S Interaction Design Experience Associatio Sardegna I.N.P.S. Direzione Provinciale Cagliari III Millennio Futuro Imago Mundi Inmediarte Istituto Comprensivo Istituto Comprensivo COLOMBO Istituto Comprensivo Don Milani -Tuveri Istituto Comprensivo ELMAS Istituto Comprensivo PIRRI 2 (Media Dante Alighieri) Istituto Comprensivo QUARTUCCIU Istituto Comprensivo Spano - De Amicis Istituto Comprensivo Via Stoccolma (Media REGINA ELENA) Istituto Magistrale E. D’ARBOREA Istituto Magistrale F.DE SANCTIS Istituto Professionale Alberghiero GRAMSCI Istituto Professionale industria e artigianato MEUCCI Istituto Professionale Sandro PERTINI Istituto Secondario di 1° grado ROSAS Quartu Istituto Statale Istruzione Superiore SERGIO ATZENI Istituto Tecnico Agrario Statale DUCA DEGLI ABRUZZI Istituto Tecnico Commerciale F. BESTA Istituto Tecnico Commerciale LEONARDO DA VINCI Istituto Tecnico Commerciale MARTINI Istituto Tecnico Commerciale MATTEI Istituto Tecnico Geometri O.Bacaredda Istituto Tecnico Industriale G. MARCONI Istituto Tecnico Industriale M. GIUA Istituto Tecnico Industriale SCANO Istituto Tecnico Nautico BUCCARI Istituto Tecnico per le Attività Sociali G. DELEDDA Istituzione Nazionale per la Guardia reali tombe del Pantheon Italia Nostra sezione di Cagliari Itinerarte srl Itzokor O.N.L.U.S. Liceo Artistico Statale FOISO FOIS

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Liceo Classico e Scientifico San Giovanni Bosco Liceo Classico G.SIOTTO PINTOR Liceo Ginnasio Statale G.M. DETTORI Liceo Scientifico A. PACINOTTI Liceo Scientifico L. B. ALBERTI Liceo Scientifico MARCONI San GAVINO Liceo Scientifico PITAGORA Liceo Scientifico Statale MICHELANGELO Liceo Scientifico Tecnologico GIUA ASSEMINI LUDOHOSPITAL A.O.U 1° Clinica Pediatrica Marina Nuovo Giorno Memoriae Milites della Polisportiva Oratorio S.Pio X Museo Archeologico Nazionale Museo Ferrovie dello Stato TRENITALIA S.p.A. Nuovo Collegio della Missione O.R.S.A.C. Opera Sant’Eulalia Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro ORIENTARE OROFINO VIAGGI Padri Mercedari del Santuario di N.S. Bonaria PENTY SERVICE s.a.s. Prefettura di Cagliari PROVINCIA DI CAGLIARI Ass. alle Politiche Sociali MEDIAZIONE LINGUISTICA Presidenza PALAZZO VICEREGIO Servizi tecnici e Patrimonio REGIONE SARDEGNA Presidenza della Giunta Ufficio di Gabinetto Rotaract Club Golfo degli Angeli Sardegnavapore - Associazione Sarda Treni Storici Sardinia Living Scuola Elementare paritaria I Pini Scuola Elementare RANDACCIO Scuola Magistrale N. TOMMASEO Scuola Media Statale FOSCOLO Scuola Media Statale V. ALFIERI Scuola Paritaria Primaria Infanzia Lieta Scuola Primaria Collodi Scuola Primaria Italo Stagno Scuola Secondaria I grado Manno - Cima - Conservatorio SIRAI s.n.c. Società Cooperativa Lugori Societa’ degli Operai di Mutuo Soccorso Societa’ di Sant’Anna onlus Sorelle PIREDDA Sovrano Militare Ordine di Malta T.A.R. SARDEGNA -Tribunale Amministrativo Regionale Teatro Stabile della Sardegna Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti Onlus Università della TERZA ETA’ Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Architettura - Dipartimento di Architettura Museo sardo di antropologia ed etnografia Dip. di Biologia Animale ed Ecologia Museo Zoologia Dip.Citomorfologia Museo delle Cere Anatomiche C. Susini Dipartimento di Fisica Museo di Fisica di Sardegna Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche Dipartimento Storia, beni culturali e territorio Direzione Relazioni ed Attività Internazionali Orto Botanico Rettorato e Collezione Piloni Villa Vivaldi

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Indice Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag.

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3 Saluti 4 Comitato Tecnico Cagliari 5 Presentazione 16a Edizione 6 Comitato Scientifico Regionale 7 Saluto degli Assessori Regionali 8 Informazioni utili 10 Monumenti in Musica 12 I racconti di Monumenti Aperti 13 Attività per bambini 14 Cultura senza barriere 16 Iniziative speciali 18 Gusta la città 19 Sentieri (in)interrotti 23 Archivio di Stato 24 Area archeologica e Chiesa di Santa Lucia 25 Auditorium Conservatorio Musica 26 Basilica di San Saturnino 27 Basilica di Santa Croce 28 Batteria C 135 29 Biblioteca Militare di Presidio 30 Biblioteca Universitaria e Cappella Figlie San Giuseppe 31 Casa Massonica 32 Castello e Parco di San Michele 33 Cattedrale e Cripta dei SS Martiri 34 Cavità di via Vittorio Veneto 35 Centro della Cultura Contadina 36 Chiesa della Purissima 37 Chiesa della Speranza 38 Chiesa di S. Francesco Stampace (ruderi) 39 Chiesa di San Giuseppe 40 Chiesa di San Lorenzo 41 Chiesa e cripte di San Lucifero 42 Chiesa di San Michele 43 Chiesa di San Vincenzo de’ Paoli 44 Chiesa di San Simone e Fattoria Sa Illetta 45 Chiesa di Sant’Alenixedda 46 Chiesa di Sant’Antonio Abate 47 Chiesa di Sant’Efisio a Giorgino 48 Chiesa di Santa Chiara 49 Chiesa di Santa Lucia 50 Chiesa di Santa Maria del Monte 51 Chiesa di Santa Rosalia 52 Chiesa e Cripta del Santo Sepolcro 53 Chiesa, Chiostro e Cripta di San Domenico 54 Cimitero Monumentale di Bonaria 55 Cittadella dei Musei e Fortificazioni 56 Consiglio Regionale della Sardegna 57 Convitto Nazionale 58 Cripta di Santa Restituta 59 Exma’ 60 Mappa 62 Facoltà di Architettura 63 Fortino di Sant’Ignazio

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Indice Pag. 64 Fullonica Pag. 65 Galleria Comunale e Giardini Pubblici Pag. 66 Galleria Rifugio Via Don Bosco Pag. 67 Ghetto Pag. 68 Grotta della Vipera Pag. 69 Istituto Sacro Cuore, Cappella e Museo Pedagogico Pag. 70 Lazzaretto Pag. 71 Liceo Artistico Foiso Fois, sede San Giuseppe Pag. 72 Mediateca del Mediterraneo Pag. 73 Musei Università, Collezione Piloni, Museo Cere Susini Pag. 74 Musei Università, Musei di Fisica e Collezioni Litiche Pag. 75 Musei Università, Musei di Biologia Animale e Geologia Pag. 76 Museo Archeologico Nazionale Pag. 77 Museo d’Arte Siamese Stefano Cardu Pag. 78 Museo del Duomo Pag. 79 Museo di N. S. Bonaria Pag. 80 Museo delle Ferrovie dello Stato, Trenitalia Pag. 81 Orto Botanico Pag. 82 Oratorio SS Crocifisso Pag. 83 Palazzo Civico e Sottopiano Pag. 84 Palazzo dell’Università Pag. 85 Palazzo di Città e Museo delle Torri Pag. 86 Palazzo Fois Pag. 87 Palazzo Siotto Pag. 88 Palazzo Viceregio Pag. 89 Parco delle Rimembranze Pag. 90 Parco Autonomia Villa Devoto Pag. 91 Parco Naturale Regionale Molentargius e Città del Sale Pag. 92 Parco di Monte Claro Pag. 93 Percorsi nel Novecento, Mediateca Pag. 94 Percorsi nel Novecento, Piazza del Carmine Pag. 95 Percorsi Naturalistico Sella del Diavolo Pag. 96 Percorsi Naturalistico Colle S. Ignazio Pag. 97 Pinacoteca Nazionale Pag. 98 Pozzo di San Pancrazio Pag. 99 Sale Rappresentanza T.A.R. Pag. 100 Sant’Eulalia Museo del Tesoro e Area Archeologica Pag. 101 Scala di Ferro Pag. 102 Scuola Elementare Carlo Felice Pag. 103 Società degli Operai e Società di Sant’Anna Pag. 104 Teatro Civico in Castello Pag. 105 Teatro Lirico Pag. 106 Teatro Massimo Pag. 107 Tempio Punico Romano Pag. 108 Torre dell’Elefante Pag. 109 Torre di San Pancrazio Pag. 110 Tuvixeddu, necropoli Pag. 111 Vetreria di Pirri e Museo di Aquilegia Pag. 112 Villa Clara Pag. 113 Villa di Tigellio Pag. 114 Villa Vivaldi Pasqua Pag. 115 Partecipanti Pag. 120 Calendario Regionale 2012

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