Dossier Luiss Sostenibile

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Presentazione della Proposta Lettera aperta "Se non ora, quando? Se non io, chi?"

La nostra iniziativa nasce dalla consapevolezza di una sensibilità diffusa tra gli studenti nei confronti di tematiche e stili di vita che pongano l’equilibrio ambientale al centro dell’azione umana. Il progetto parte dall’urgenza nella nostra università di operare interventi piccoli e grandi che mirino a raggiungere un più razionale utilizzo delle risorse, al fine di partecipare concretamente alla lotta ai cambiamenti climatici. La determinazione e la passione mostrate da parte di molti studenti ci hanno permesso di presentare una proposta seria e strutturata che crediamo possa dare vita ad un radicale cambiamento del nostro campus. In queste pagine presentiamo un Dossier che indica le nostre finalità generali, il contesto in cui ci troviamo ad agire ed infine le iniziative concrete da intraprendere. In aggiunta agli obiettivi generali di un azione contro i cambiamenti climatici e lo spreco delle risorse naturali, la proposta riconosce (e individua precisamente) la possibilità di reinvestire in borse di studio per gli studenti i risparmi che verranno realizzati. I punti di questo programma mirano infatti a realizzare un significativo risparmio economico grazie agli interventi di efficienza dei consumi energetici (acqua, elettricità, riscaldamento), della mobilità (car pooling, bike sharing) e degli stili di vita universitari. Il primo passo di questo lungo cammino partirà necessariamente dalla raccolta differenziata e da alcuni piccoli accorgimenti di più immediata attuazione ma di grande impatto. Partendo da questi e dal loro successo, si dovrà successivamente aprire un dialogo per la (ri)costruzione di un campus sostenibile e moderno. Il surriscaldamento globale è la sfida più importante che l’umanità sarà chiamata ad affrontare in questo secolo. È questa la conclusione principale cui giunge il Rapporto Stern, uno studio commissionato dal Governo britannico per approfondire le conseguenze dei cambiamenti climatici. Secondo il rapporto pubblicato nel 2006 da Sir Nicholas Stern, ex capo economista della Banca Mondiale, nei prossimi anni i cambiamenti del clima influiranno sugli aspetti basilari della vita delle popolazioni di tutto il mondo, come l’accesso all'acqua, la produzione di cibo, la salute e l'ambiente. Nei fatti, la comunità scientifica mondiale è unanime al riguardo: i cambiamenti climatici rappresentano un problema globale che può essere risolto solo grazie ad una risposta internazionale fondata su una visione condivisa degli obiettivi a lungo termine. Il surriscaldamento globale non è più visto come un’ipotesi frutto di esagerati allarmismi; al contrario, è ormai

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considerato un’emergenza da affrontare seriamente per non compromettere le capacità di sviluppo economico delle prossime generazioni. Sulla base del nostro programma, ci impegniamo a partecipare attivamente alla lotta contro il surriscaldamento globale, nella consapevolezza che il superamento di tale sfida passi innanzitutto attraverso i comportamenti individuali. Piccoli cambiamenti nelle abitudini dei singoli possono contribuire enormemente a ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Per questo motivo chiediamo che i consumi del nostro campus siano organizzati all’insegna di una maggiore sobrietà e razionalità.

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Finalità dell’iniziativa Le nostre motivazioni "Visto che il mondo sta prendendo una direzione delirante, è il caso di assumere un punto di vista delirante."

Jean Baudrillard, 1929

Da sempre amiamo definirci utopisti. Noi, giovani, ne abbiamo credute di tutte i colori. Abbiamo creduto alla dittatura del proletariato e al mito americano, a Dio‐ patria‐ e‐ famiglia come valori eterni e alla libertà conquistata a colpi di reggiseni bruciati in piazza. Poi, un bel giorno, c’hanno detto che la rivoluzione era finita, che era stato un errore delirante. Che si chiudevano i battenti e potevamo pure scordarci libretti rossi e neri. Grazie, ma ci eravamo già arrivati da soli. E da tempo. Mentre voi giocavate a fare a volte gli incendiari a volte i pompieri, noi eravamo già da un pezzo sulla strada della ragione. E all’incrocio fra rivoluzione e conservatorismo, non abbiamo avuto dubbi di sorta. Abbiamo però imboccato la strada della rivoluzione nel senso di marcia corretto. Quello del libero arbitrio. E mentre scarrozzavamo in lungo e in largo, abbiamo girato lo sguardo alla nostra destra e abbiamo visto la strada della responsabilità scorrere veloce al nostro fianco. E lungo il percorso abbiamo compreso che non c’è libero arbitrio senza senso di responsabilità. Così, deliranti utopisti, abbiamo fatto il passo inevitabile: assecondare la lenta persuasione che la ragione con i suoi finiti mezzi esercita su di noi. Ecco allora giunto il compito di affascinarvi. Non arduo, a dir la verità, dato che questa volta non sarà necessaria la coperta troppo corta della retorica affabulatrice che tutto descrive e nulla spiega. Sono i fatti, i dati e le statistiche che sorreggono le nostre teorie sul mondo, che seppur fallibili, ci sembrano meritare un po’ della vostra attenzione. Da buoni utopisti deliranti crediamo, senza retorica, che un mondo migliore sia possibile. Ma illuminati dalla ragione che a suo tempo c’ha già persuasi, non staremo certo aspettare che giunga per necessità storica. Per questo, lasciando da parte la falsa modestia che non appartiene certo a giovani genuini come noi, scopriamo subito le nostre carte. Le nostre finalità sono banali quanto deliranti: vorremmo contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici che osserviamo avvenire da decenni. Questo vuol dire promuovere una forma di partecipazione responsabile al mondo globale. Partecipazione dovuta vista la nostra fiducia nelle potenzialità uniche della globalizzazione come spontanea tendenza umana; responsabile, perché non pensiamo affatto che la libertà di coscienza significhi libertà di non aver coscienza. Perché crediamo, come recitava nel 1987 il Rapporto Brundtland della Commissione Mondiale su Ambiente e Sviluppo delle Nazioni Unite,

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che lo sviluppo sostenibile è “uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i proprio bisogni”. Quindi, ci impegniamo con voi per una maggiore sobrietà nei consumi. Che non significa certo alcuna inquisitoria morale sul comportamento individuale. Ma la sensata convinzione che con la collaborazione di tutti, università compresa, piccoli ma al tempo stesso grandi risultati possono essere conseguiti. Come una efficiente raccolta differenziata, che coinvolga noi studenti quanto il personale universitario. Come una efficienza dei consumi che miri a investire nelle fonti rinnovabili. Come la promozione di stili di vita sostenibili che sottolineino quanto il progresso non vada sempre e per forza di pari passo con la crescita economica. Dunque, offriamo una ottimistica possibilità a chi vive e condivide con noi l’università ed i suoi spazi. Quella di vivere e condividere secondo assoluto libero arbitrio e rigoroso senso di responsabilità, appunto. La possibilità di essere parte attiva di un “fare” ambizioso e delirante che solo dei giovani utopisti come noi è proprio. Possibilità che, ne siamo certi, non sarà lasciata cadere nel vuoto dagli studenti delle scienze sociali della Luiss Guido Carli. Non crediamo potranno rinunciare ad essere veramente giovani, e dunque utopisti e deliranti, proprio ora che il mondo sta prendendo una direzione decisamente delirante.

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Contesto e Obiettivi La Luiss e le “Green Universities” Pensare globalmente e agire localmente

Uno stile di vita sostenibile è lo strumento più opportuno per far fronte al surriscaldamento del pianeta, alla “questione” rifiuti che tanto pesa sull’Italia e più in generale è la consapevole risposta al limite posto dalla natura alle risorse da poter utilizzare. Ecco dunque le ragioni per un cambiamento radicale degli “stili di vita” della nostra università. Tuttavia difficilmente si prende in considerazione l’impatto ambientale di un ateneo, quasi come se le esternalità che esso produce siano un prodotto pur criticabile ma tuttavia necessario della sua attività! In realtà, un’istituzione importante e autorevole come l’Università può (e deve) essere determinante per incidere sui comportamenti degli studenti che la frequentano, così da poter meritatamente essere considerata qualcosa in più di un luogo di passaggio e di studio. Un ateneo “sostenibile” può inoltre diventare un modello positivo per le altre istituzioni pubbliche e testimoniare così l’errore di chi è convinto che la strada della sostenibilità sia incerta e dai costi elevati. I punti operativi riportati nelle pagine seguenti mirano difatti ad una riduzione dei costi e delle spese e, in definitiva, all’accrescimento di un comportamento ambientale virtuoso e consapevole. Crediamo che la nostra università – con i suoi spazi ampi e la sua ambizione di essere un campus di respiro internazionale – debba cambiare radicalmente l’approccio con il quale oggi progetta e disegna le attività universitarie. Perché la strada della sostenibilità non è incerta né dai costi elevati? In primo luogo, non è incerta perché già numerose Università straniere hanno discusso, ragionato e affrontato nel concreto l’impegno ambientale della loro attività. Già da diversi anni sono nate infatti le “Green Universities”, atenei che – in virtù di una elevata consapevolezza ecologica – hanno investito in risorse alternative e brillanti incentivi per dare attuazione pratica al loro impegno ambientale. Grazie alla loro azione quotidiana, esse hanno dato vita ad Accordi, Dichiarazioni e Piani d’azione e ad una estesa rete di collaborazione tra università sostenibili. Se studenti, docenti e l’intero staff universitario della Luiss si mostreranno sensibili a tali temi e determinati ad agire coerentemente, la nostra università potrà certamente puntare ad unirsi al network delle Green Universities, per giungere a rappresentare l’unico faro di eccellenza italiana tra i chiaroscuri dell’orizzonte della sostenibilità del nostro paese. In secondo luogo, la strada della sostenibilità non ha costi elevati perché essa porterebbe ad una significativa riduzione delle risorse consumate quotidianamente (basti pensare alla carta o alle bottigliette d’acqua distribuite nella mensa) e della bolletta energetica nel lungo periodo. Tale risparmio economico, come proposto dalla nostra amministrazione, sarebbe reinvestito in borse di studio per gli studenti, così da chiudere simbolicamente il cerchio di un impegno che vede sempre i ragazzi al centro dell’attività universitaria.

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PUNTI OPERATIVI I 20 punti (per Aree Tematiche) Migliorare l’efficienza energetica e dei consumi 1. Assicurare un ottimale isolamento termico degli edifici, regolando la temperatura sui 20° centigradi, e garantendo la minima dispersione di calore da mura e superfici vetrate. Applicare le valvole termostatiche a tutti i termosifoni, di modo che si spengano una volta raggiunta la temperatura massima. 2. Cambiare apparecchiature elettroniche e sistemi di illuminazione, in modo da adottare solo

lampadine a basso consumo (led inclusi) e ed altri apparecchi con certificazione di risparmio energetico. 3. Introdurre modalità più sobrie di utilizzo delle apparecchiature elettriche. Richiedere di ricorrere allo standby qualora non si utilizzino i pc negli uffici e a fine giornata scollegare tutte le apparecchiature o spegnere l’interruttore generale. 4. Realizzare un efficace sistema di risparmio dell’acqua utilizzata. Si può ridurre del 50% il consumo di acqua calda e fredda dai rubinetti attraverso l’installazione di riduttori di flusso (che mescolano aria e acqua, sono poco costosi e montabili in pochi minuti).

Adottare un piano di riduzione e raccolta differenziata dei rifiuti 5. Sistemare dei cestini per la differenziazione dei rifiuti (Carta, Vetro e plastica, Alluminio, Indifferenziata) nei corridoi delle aule universitarie e nei pressi di distributori di snack e bevande. 6. Sistemare dei cestini per il recupero della carta e dei toner di fianco ad ogni stampante e fotocopiatrice. 7. Incentivare il riuso dei fogli di stampa scartati, stampati solo da un verso, per stampa di bozze o supporti per lucidi. Programmare la stampante affinché utilizzi automaticamente la carta riciclata e la funzione fronte‐retro. Utilizzare carta riciclata in tutte le stampanti e dotare un solo cassetto di normale carta bianca. Lo studente stamperà in carta bianca solo se lo riterrà necessario. Utlizzare toner ricaricabili.

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8. Acquistare prodotti con marchio Ecolabel: carta per fotocopie, carta igienica, detergenti (Ecolabel è un marchio di qualità ecologica dell’Unione Europea che attesta il ridotto impatto ambientale di tutto il ciclo di vita del prodotto) 9. Estendere il sistema di raccolta differenziata agli uffici, al bar, alla mensa e agli altri spazi pubblici del campus.

Introdurre modifiche nelle scelte della mensa universitaria 10. Introdurre nel menù della mensa cibi prodotti da agricoltura biologica, che rispettano la natura e la salute dei consumatori, rifiutando l’utilizzo di diserbanti e prodotti chimici. 11. Fare riferimento al principio del Chilometro 0 nella scelta della provenienza dei cibi per la mensa. Cibi prodotti in aree a poca distanza da Roma necessitano di minori costi (in denaro e di inquinamento) per il trasporto. Tale scelta permette anche di sostenere la produzione locale. 12. Evitare i prodotti con imballaggi voluminosi e inutili ed evitare i prodotti usa e getta. Dare preferenza all’acqua del rubinetto (servita in caraffa) rispetto alle bottigliette di plastica. Fare la raccolta dell’umido.

Promuovere stili di vita più sostenibili 13. Realizzare degli zampilli nei corridoi o nei bagni (così come ci sono nella sede di Viale Pola) per incentivare a bere l’acqua di rubinetto che è buona, controllata, comoda (arriva direttamente in università) e poco costosa. Così facendo si aiuterebbe a ridurre l’inquinamento prodotto dall’alto numero di bottiglie di plastica e le emissioni di CO2 necessarie per il loro trasporto. Utilizzare esclusivamente bicchierini biodegradabili in mensa, al bar ed al distributore. 14. Stimolare l’impresa di pulizie ad usare prodotti “ecologici” in imballaggi e detersivi alla spina e biodegradabili al 100% per la pulizia degli spazi universitari. Acquistare asciugamani a rullo in tessuto lavabile anziché a getto d’aria oppure “usa e getta” in carta. Ricorrere a saponi biodegradabili per lavarsi le mani.

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15. Promuovere l’utilizzo di bici e bici elettriche, installare delle raggiere nei parcheggi dell’università e pensare ad un sistema di bike sharing (sul modello di successo di alcune grandi città europee). Realizzare un piano di car pooling (consiste nel percorrere il tragitto casa‐lavoro con uno o più colleghi che condividano destinazione, orari e spese), sistema già in uso in molte aziende. 16. Introdurre su base volontaria la figura del mobility manager, responsabile di una più razionale pianificazione del sistema di spostamenti dei dipendenti (tale figura è già resa obbligatoria per legge per aziende ed enti pubblici con più di 300 dipendenti e imprese con più di 800 dipendenti). 17. Introdurre nel Bookstore la vendita di prodotti “verdi” (ad esempio i quaderni con fogli riciclati).

Passare a fonti di energia rinnovabile 18. Installare pannelli solari, per catturare l’energia del sole ed utilizzarla per la produzione di acqua calda, da destinare a diversi utilizzi (bagni, riscaldamento degli ambienti) 19. Installare pannelli fotovoltaici, per trasformare l’energia solare in elettrica ed utilizzarla per i consumi quotidiani di strumentazioni elettroniche ed illuminazione. 20. Acquistare energia elettrica con certificazioni di garanzia che sia stata prodotta da fonti rinnovabili.

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"Se non ora, quando? Se non io, chi?"

Gruppo Luiss sostenibile http://www.facebook.com/group.php?gid=19024911082 CONTATTI Elena Schirinzi 604982@luiss.it Francesco Graziano 605811@luiss.it

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