Gli strumenti della Scienza

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La scala monumentale attraverso un arco di accesso impreziosito dal rivestimento in pietra della ghiera, si accede al vano dello scalone che collega il piano terra a quello superiore (figura 8). Questo elemento ripetuto in molti degli edifici progettati da Castellucci, rispetta in generale il medesimo schema: un ampio e alto vano con doppia rampa (che diviene tripla in Palazzo Gentile e Bitonto) che smonta in una porta ad arco al primo piano che può o meno presentare un pianerottolo balaustrato con affaccio19. L’ampio vano è in genere illuminato da finestre sulla parete di fondo o lateralmente, a seconda dello spazio libero sull’esterno della scatola muraria che contiene il tutto. In molte occasioni si è potuto constatare che lo scalone è impreziosito da balaustre in marmo o ringhiere in ghisa (come in questo caso) di alta fattura dalle quali deriva una l’efficace valore estetico. In altre occasioni lo scalone è per così dire declassato alla sua semplice funzione poiché libero di questi felici episodi decorativi, ma mai privo – come in questo caso – del particolare distintivo delle scale del Castellucci è cioè la comodità dell’alzata dei gradini che permette di compiere l’arrampicata senza alcun minimo sforzo. Qui il pregevole decoro della ringhiera è purtroppo vagamente offuscato dallo scivolo di sollevamento per i disabili. La cappella Al piano superiore una serie di ambienti sono adibiti ad aule e laboratori scolastici disposti tutt’intorno al corridoio che li racchiude snodandosi con l’affaccio sul cortile. Un’interessante variante nella regolarità dell’impianto è rappresentata dalla cappella attualmente adibita a sala conferenze. Vi si accede tramite una sobria porta con timpano che appare letteralmente appiattito dalla recente tinteggiatura che - ci duole constatare - non ha risparmiato nemmeno i gattoni e le mensole che risultano anch’esse private del cromatismo materico della pietra lavorata oramai spogliata della propria naturale essenza (figura 9). All’interno, pur nella sua esigua essenza, l’ambiente è piacevolmente corredato da cornici che corrono sui pilastri, sulle linee di imposta degli archi e lungo i pennacchi delle volte a vela. La bicromia dei colori provvede ad ampliare la sintetica spazialità movimentandola; mentre la pavimentazione presenta ampie parti con maioliche originali magnificamente conservatesi e risarcite in alcuni tratti con altre di moderna fattura eseguite in occasione dell’ultimo restauro, che riproducono fedelmente il modello autentico. Nella parete di fondo, opposta all’unica finestra che dà luce all’ambiente, si apre una nicchia muraria con una decorazione in stucco a forma di conchiglia. Nell’insieme architettonico l’edificio nella sua serena severità si riporta all’estetica propriamente funzionale di una sede ecclesiastica, quale luogo di 19 Si confrontino in merito Palazzo Gentile a Bitonto, Antonacci-Telesio a Trani, Palazzo Prelatizio di Acquaviva, Palazzo Jatta a Ruvo e Palazzo Comunale di Gioia del Colle dove appare il singolare doppio abbinamento d’archi accesso-affaccio balaustrato.

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