Gli strumenti della Scienza

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fatto cenno. Sino all’epico 1799 quando anche i frati domenicani nei giorni che precedettero l’assedio e la conquista della città da parte dell’armata detta della Santa Fede comandata dal famigerato Cardinale Fabrizio Ruffo furono coinvolti nei terribili avvenimenti con arresti e fucilazioni perché accusati di essere simpatizzanti per la Monarchia borbonica e quindi nemici della Repubblica Napoletana nella quale invece si identificava la maggioranza della popolazione. Con l’arrivo delle soldataglie provenienti dalla Calabria lo stesso convento fu occupato divenendo il quartier generale degli assalitori.7 Superati i momenti tragici la comunità monacale riprese a vivere coltivando, per quasi un decennio, oltre che la preghiera e la missione, i suoi molteplici interessi fino al 1808 quando, occupando Gioacchino Murat il reame di Napoli, questi soppresse tutti gli Ordini religiosi, con la finalità - purtroppo puramente teorica - di distribuire, a pagamento, i beni confiscati alle povere popolazioni8 i numerosi pascoli ed i terreni seminativi venduti a dei signori napoletani. Con la confisca, il grande manufatto, dapprima occupato da soldataglie francesi e poi da miserevoli, andò presto in rovina. Come andò in declino l’intera città con l’economia, la stessa cultura, la ricerca, gli studi e la Università dissestata finanziariamente e con i suoi uomini liberali di ‘belle lettere’ e di talento inquisiti, fuggiaschi, epurati. Nel 1811 un “Progetto per l’organizzazione della Pubblica Istruzione” che individua strategicamente nel Regno quattro Atenei: a Napoli, Altamura, Chieti e Catanzaro, ciascuno dei quali dotato di cinque facoltà non troverà alcun seguito né attuazione. Intanto intorno alle cospicue rendite di beni confluiti e gestiti sotto la denominazione di “Monte a Moltiplico” di appannaggio Vescovile9 ed in sua mancanza destinate all’istruzione, si accende una annosa accanita disputa senza esclusione di colpi tra il Clero e la Municipalità, che si concluderà dopo che fu prodotto Appello alla Corte di Trani con Atto del 1 gennaio 1889, «con istrumento per Notar Surdi di Altamura del 5 novembre 1890, approvato e reso esecutivo con R. Decreto del 25 Dicembre 1890» col quale i beni del Monte passavano al Comune che s’impegnava devolvere una rendita annua di L. 2.782 per istituire quattro borse di studio a favore di alunni altamurani in carriera ecclesiastica.10 Documenti rinvenuti nella Collezione delle Leggi del 1813, evidenziano il Decreto n. 1750: «...così questo Municipio per non essersi dalla Prelatura né offerte né restituite le rendite del Monte a Moltiplico, giusta gli ordini Superiori, e per essere questo Edificio di S. Domenico proprietà Comunale, come dal Decreto del 25 aprile 1813, è nel pieno dritto di riprendersi l’anzidetto locale 7 M. Rotunno, Notizie raccolte sui fatti del 99, Altamura, Portoghese, 1899. 8 T. Berloco, Le chiese di Altamura in «Altamura, Rivista storica/Bollettino dell’ABMC»., n. 16, 1974, p. 70. 9 Sul principio del XVII sec. gli altamurani misero insieme un cospicuo capitale costituito da beni immobili, armenti e danaro, che avrebbe dovuto fruttare la ‘rendita’ o ‘congrua’ per un vagheggiato Vescovo. Svanita questa aspettativa tale ricchezza fu destinata col nome di Monte a Moltiplico, Monte degli Studi o Monte delle Scuole a sostenere il Regio Studio o Università di Studj. 10 Cfr. il manoscritto a firma “Il Segretario V. Mirizzi in Altamura 10 ottobre 1893” in appendice al volumetto Dritti del Comune di Altamura sul Monte a Moltiplico, Deliberazione Cons. Com. nel 5 dic. 1862, Bari, Tip. Cannone.

il seminario in san domenico ad altamura

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