Giornale delle Giudicarie ottobre 2022

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Giorgia Meloni si è mangiata Lega e Forza Italia

Come era ampiamente previsto, Giorgia Meloni ha vinto le elezioni del 25 settembre, Fratelli d’Italia è il primo partito italiano con il 26% dei voti. Solo due-tre anni fa nessuno lo avrebbe potuto prevedere. Il centro-destra non c’è più, con le le elezioni del 25 settembre si sono celebrati i suoi funerali. Adesso c’è solo Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, il partito di destra che ha fagocitato gli altri due, Lega e Forza Italia. E’ evidente che la Meloni s’è mangiata la Lega di Matteo Salvini (che è uno dei grandi sconfitti del 25 settembre) e anche Forza Italia dell’attempato Silvio Berlusconi, dunque si assiste a pesi diversi all’interno della destra.

Con questi numeri, l’incarico di formare il nuovo governo toccherà a lei, prima donna a ricevere questo onore e prima esponente nostalgica ad essere indicata come nuova Presidente del Consiglio del nostro paese. Bisognerà capire come si organizzerà l’opposizione fortemente sconfitta, e si vedrà se Salvini e Berlusconi le metteranno subito i bastoni fra le ruote, a cominciare dai nomi dei ministri, ma quel che è certo è che Giorgia Meloni, presidente, si troverà fra le mani patate bollenti come l’impegno italiano in una situazione internazionale che rischia di diventare estremamente difficile da governare come le difficoltà economiche, le emergenze ambientali e la guerra in Ucraina. A pag. 4

Dal 2010 chi detiene la presidenza della commissione europea presenta a metà settembre al parlamento europeo un rapporto sullo Stato dell’Unione europea. Una relazione con la quale si fanno valutazioni sul passato e si delineano prospettive per il futuro. Quest’anno il documento è stato presentato dalla presidente Ursula von der Leyen lo scorso 14 settembre in un clima di gravi difficoltà di varia natura che pesano sull’Europa come una cappa di piombo. A pagina 15

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L’EDITORIALE di Adelino Amistadi
Scuola, le studentesse intervistano i prof. Scuola A PAGINA 24 Lupo, primi cuccioli giudicariesi Ambiente A PAG. 20 Lo stato dell’Unione PER LA VOSTRA PUBBLICITÀ SUL GIORNALE DELLE GIUDICARIE sponsorgdg@yahoo.it - 3356628973 - 338 9357093 EUROPA di Paolo Magagnotti Alle pagine 8 e 9 ESTATE Le proposte culturali della Valle del Chiese A pag PORTO FRANCO Orsi sì, orsi no A pag. 8 GIOVANI InPrendi, sei giovani per sei idee d’azienda A pag 17 Rsa, tanti costi e poco personale, ma dopo la pandemia si ritorna alla massima operatività ANNO 20 - OTTOBRE 2022- N 10 - MENSILE FONDATO NEL 2002 - Distribuito da www.giornaledellegiudicarie.it il iornale delle iudicarie Mensile di informazione e di approfondimento iudiG www.lacassarurale.it www.prendiilvolo.it Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella Le buone azioni... www.lacassarurale.it www.prendiilvolo.it Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella ...per la crescita del nostro territorio Elezioni, l’Italia svolta a destra Artigiani Dipendenti Familiari Artigiani Dipendenti Familiari A pagina 4

DALLE GIUDICARIE RASSEGNA STAMPA SETTEMBRE 2022 DALLA PROVINCIA

Ritrovo in festaper i cavalieri

BORGO LARES - Una giornata di festa, per rinsaldare e fortificare il comune spirito cavalleresco, con un ricordo speciale per l’amico cavaliere Pierino Mantovani venuto a mancare il giorno prima del ritrovo. È questo quanto hanno vissuto domenica tutti i Giudicariesi che sono stati insigniti del titolo di Cavaliere d’Italia. La giornata di festa, proposta ed organizzata dal cavalier Gilberto Artini di Zuclo (frazione del comune di Borgo Lares) delegato per le Valli Giudicarie della sezione provinciale di Trento “Cavalieri d’Italia”, si è tenuta nella sug-

gestiva location della “Madonna del Lares”, nel territorio comunale del comune di Borgo Lares, e si è aperta con la messa celebrata da don Marcello Farina. Presenti al ritrovo, con il pranzo in compagnia, anche il cavalier ufficiale Berghi della sezione provinciale ed il segretario provinciale cavalier Angheben. «È stata - ha commentato a margine della giornata di festa il coordinatore delle Valli Giudicarie Artini - una giornata davvero piacevole e all’insegna dell’amicizia. C’è stato anche un ricordo speciale per il cavalier Mantovani e auspichiamo di riproporre in futuro ritrovi di questo genere». M.Mae.

Spazio Argento: estensione del modulo a tutto il territorio provinciale Sarà esteso a tutto il territorio provinciale il modulo “Spazio Argento”, dopo l’avvio sperimentale nei tre territori della Valle dell’Adige, delle Comunità delle Giudicarie e del Primiero. In base alle Linee di indirizzo approvate, gli enti locali istituiranno fra il 1° ottobre e il 31 dicembre 2022 le 6 Cabine di Regia Territoriali afferenti a sei raggruppamenti individuati nell’ambito dei tre distretti sanitari e, salvo gli enti locali che hanno già provveduto in sede di sperimentazione, realizzeranno l’analisi di contesto, la mappatura dei bisogni e della rete degli stakeholders coinvolti nel welfare anziani, identificheranno il personale da includere nell’Équipe Spazio Argento.

Piscina 3/tre di Campiglio, pubblicato il bando di gara L’Agenzia provinciale per gli appalti e i contratti (Apac) ha pubblicato mercoledì 28 settembre il bando di gara telematica per l’affidamento dei lavori di manutenzione straordinaria per la messa a norma della piscina 3/tre a Madonna di Campiglio. La procedura è svolta su delega del Comune di Pinzolo. Il bando prevede una procedura aperta sopra soglia comunitaria con il criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa per un importo complessivo a base di gara di 5.599.659,84 euro.

tal senso. Dal 1° ottobre, dunque, tutti liberi. Con alcune eccezioni: negli ospedali e nelle strutture sanitarie si continuerà ad accedere solo se muniti di mascherina. Il governo ha annunciato una proroga di un mese. Una seconda, importante scadenza arriverà i invece il 31 ottobre quando cesseranno i protocolli di sicurezza sui luoghi di lavoro, che tra le altre cose prevedono in alcuni casi la misurazione della temperatura all’entrata e l’uso delle mascherine al chiuso quando non si può mantenere il distanziamento.

Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni – 2022

Dal 30 settembre al 22 dicembre 2022 si svolgerà la nuova edizione del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, che coinvolge, come ogni anno, solo un campione rappresentativo di famiglie.

A partire dal 2018, l’Istituto nazionale di Statistica (Istat) ha avviato la nuova stagione dei censimenti permanenti della popolazione e delle unità economiche, che vede la realizzazione di rilevazioni a cadenza annuale e pluriennale. Per la popolazione si è concluso nel 2021 il primo ciclo quadriennale ed ora prende avvio il quinquennio censuario 20222026.

In Trentino, la rilevazione, prevista dal Regolamento europeo n. 763/2008 e inserita nel Programma statistico nazionale, è condotta dall’Istat in collaborazione con l’Istituto di Statistica della provincia di Trento (ISPAT).

All’Assemblea di Funivie Pinzolo Spa presentato il progetto della nuova telecabina a 10 posti

ll’Assemblea ordinaria degli azionisti di Funivie Pinzolo Spa grande interesse ha suscitato la presentazione del progetto della nuova telecabina che andrà a sostituire la seggiovia 4 posti che da Prà Rodont raggiunge la sommità del Doss del Sabion.

I principi generali che hanno “guidato” la società nella progettazione di questo investimento «riguardano la riqualificazione generale (ambientale e paesaggistica) delle aree, la valorizzazione di presenza naturalistiche e segni geologici, lo sviluppo dell’inserimento architettonico e un progetto che si integri con le progettualità in essere e future».

Il nuovo impianto che sarà realizzato nella finestra che va da aprile a novembre 2023, coprirà il dislivello di quasi 600 m per uno sviluppo di 1.650 m,

in circa 4 minuti e mezzo ad una velocità di esercizio pari a 6,00 m/s. La portata oraria sarà di 2.800 p/h rispetto agli attuali 1.700 p/h, su comode telecabine panoramiche da 10 posti (con porta sci interno).

Il gruppo alpini di Condino si aggiudica la 7° edizione del Festival della Polenta. Il responso popolare premia i cimighesi con la macafana. - Il responso tecnico prevale su tutto e (domenica 2 ottobre ) a Storo in occasione della 7° edizione del Festival della Polenta a vincere, davanti ad una marea di gente e in una giornata a dir poco estiva, è stato ancora una volta il gruppo alpini di Condino. Questi ultimi, seppur di poco, hanno superato rispettivamente la fondazione Rape di Bondo e i colleghi del gruppo Ana di Storo.

Il verdetto popolare ha dato modo ai cimighesi di portare avanti il proprio marchio di

famiglia mediante la polenta macafana. Dietro di loro i polentèr di Storo e Condino, la fondazione Rape di Bondo, la polenta cucia di Strada, quella di patate dei sampietrini di Praso e di noci del Bleggio.

La “Bocciofila Giudicariese Tione” in campo da 50 anni!

Domenica 25 settembre grande festa nel Bocciodromo di Sesena a Tione per i festeggiamenti della Bocciofila Giudicariese che ha compiuto i suoi ‘primi’ 50 anni di attività.

Nella sede ufficiale della Bocciofila – ossia il Bocciodromo di Sesena appunto – sono intervenute ben otto società maschili trentine, una proveniente dal Veneto e sei società femminili. In occasione del 50° di fondazione è stata organizzata una gara provinciale a terne “ad invito” maschile e femminile.

Un trentino segretario generale del Parlamento europeo Alessandro Chiocchetti,nato a Moena il 4 novembre 1968, sposato con una signora belga, tre figli, è stato nominato segretario generale del Parlamento europeo, la più la più alta carica di un’amministrazione Ue. Chiocchetti ha fatto le elementari e le medie a Moena, poi il liceo a Cavalese, quando c’era ancora una sede staccata del Galilei. Laureato in Scienze politiche a Padova, a Bruxelles è arrivato da stagista e ha percorso molti step di carriera. Entrerà in carica nel gennaio 2023 e oggi è il capo di gabinetto della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.

Domenica la cultura è gratuita in Trentino Tornano gli ingressi gratuiti nei musei e nei castelli provinciali ogni prima domenica del mese. A partire dal 2 ottobre, e fino al 5 marzo 2023, sono tante le iniziative sul territorio: a Trento si possono visitare MUSE, Buonconsiglio, Palazzo delle Albere, Galleria Civica, Museo Caproni e S.A.S.S., lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, sotto piazza Cesare Battisti. A Rovereto vi sono Mart e Casa Depero; a San Michele all’Adige il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina. A Fiavé il Parco Archeo Natura e il Museo delle Palafitte. Accesso libero anche a Castel Beseno, Castel Thun e Castel Stenico.

Nuovo ospedale, si ricomincia

La Giunta provinciale ha incluso il progetto del Nuovo polo ospedaliero e universitario nell’elenco degli interventi da affidare al commissario straordinario, dopo che si è chiusa la procedura giudiziaria che, di fatto, costringe a ricominciare da zero la progettazione e realizzazione del nuovo polo ospedaliero trentino.

Torna il “Cinema di Qualità in Trentino”

Torna la rassegna del Cinema di Qualità in Trentino che, quest’anno, sarà proposta da fine settembre a fine novembre nelle sale cinematografiche associate FICE - Federazione Italiana Cinema d’Essai di Trento, Rovereto, Borgo Valsugana e Mezzolombardo. Oggi la Giunta provinciale, su indicazione dell’assessore all’istruzione, università e cultura, ha stanziato un contributo di 36.600 euro, affidando l’incarico per la realizzazione ad AGIS - Associazione Nazionale Esercenti Cinema, Sezione Interregionale delle Tre Venezie con sede a Padova.

Imprese agricole ed attività extra agricole: bandi prorogati al 30 novembre

La Giunta provinciale ha stabilito di prorogare al 30 novembre 2022 le scadenze dei bandi relativi agli investimenti per le imprese agricole, misura 4.1.1 del programma di Sviluppo Rurale (PSR), e del relativo bando al sostegno e sviluppo delle attività extra agricole, con particolare riferimento alla qualificazione dell’attività agrituristica, misura 6.4.1 del PSR. La misura disposta dall’esecutivo consente di sincronizzare le scadenze con quella del bando a sostegno dell’insediamento di giovani agricoltori, misura 6.1.1, che scade appunto a fine novembre. Il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.

Covid, si cambia: dal 1° ottobre addio all’obbligo delle mascherine su treni, autobus e corriere Venerdì 30 settembre scade infatti la norma che impone l’uso della mascherina FFp2 sui mezzi di trasporto pubblico. Per ora non ci saranno ulteriori proroghe. Toccherà semmai al nuovo governo adottare provvedimenti in

PAG. 2 OTTOBRE 2022 A cura della REDAZIONE
Rassegna Stampa
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Meloni scalza Salvini, la destra vince ma gli equilibri cambiano

È cambiato molto, se non proprio tutto, in tre anni. C’è chi - come dargli torto - è convinto che anche solo fra tre mesi la volubilità degli italiani, orfani di riferimenti valoriali e sempre più concentrati sulle difficoltà e le paure del momento, porterebbe a ribaltare anche il risultato attuale. I risultati: nei collegi uninominali, tre nuovi parlamentari sono di centrodestra, uno di centrosinistra. Nel collegio di Trento per il Senato vince Pietro Patton (Alleanza democratica per l’Autonomia, 41,10% contro Martina Loss, Lega), mentre a Rovereto Michaela Biancofiore (centrodestra, 36,79%) supera di pochi voti Donatella Conzatti. A Pergine - Val di Fiemme e Fassa si conferma Elena Testor (44,35%). Alla Camera, doppietta del centrodestra: sono stati eletti Vanessa Cattoi (42,53%) e Andrea de Bertoldi (40,91%). Alla Camera vengono eletti, con il proporzionale, anche Dieter Steger (Svp), Alessia Ambrosi (Fratelli d’Italia) e Sara Ferrari (Pd). In tre anni, almeno per la Lega, è cambiato tutto. Il 24 maggio del 2019 nella nostra provincia il Carroccio vinceva 6-0 contro il centrosinistra: con il 37,7% dei voti, in numeri parliamo di 95.135 preferenze, prendeva agevolmente il potere mentre Fratelli d’Italia si fermava a 12 mila voti, il 5%.

In Trentino la coalizione Alleanza democratica per l’Autonomia, formazione tutta locale che rispetto al resto d’Italia ha tenuto assieme Pd, Azione, Italia Viva, l’Alleanza Verdi Sinistra, + Europa e Campobase, ha eletto Pietro Patton. Il Patt che ha corso da solo ha incassato un buon risultato.

Lo scorso 25 settembre la Lega è crollata all’11%, incassando 30.978 voti dai trentini, mentre Fratelli d’Italia ha triplicato arrivando al 25,4% ovvero 69.773 preferenze. E non è solo davanti ai vincitori indiscussi dell’ultima tornata elettorale che il partito capitanato da Matteo Salvini ha perso contatto: anche il Pd ha doppiato i voti leghisti questa volta, con 61.848 preferenze, oltre il 22%. La destra, a cui la Lega appartiene, ha vinto ma il partito di Salvini in questa destra è fragile: a fare le spese di questa debacle anche il deputato giudicariese Diego Binelli a cui la rielezione non è riuscita. Come non è riuscita a Martina Loss, mentre le altre due deputate uscenti, Vanessa Cattoi ed Elena Testor, torneranno a Roma. Per il Trentino, dove tre anni fa il Carroccio aveva trionfato, questo risultato è più importante che altrove, non solo per-

ché la giunta provinciale ha ben 5 esponenti (con il presidente) su 8 del Carroccio, ma soprattutto in vista delle elezioni locali del 2023.

Peculiarità tutta locale di queste elezioni è stata l’Alleanza democratica per l’Autonomia, la coalizione che è riuscita a fare nella nostra provincia ciò che al segretario nazioanle Enrico Letta non è riuscito: si cercava il campo laargo, fallito ovunque tranne che in Trentino dove l’Alleanza ha tenuto sotto lo stesso tetto, nei tre collegi senatoriali, Pd, Azione, Italia Viva, l’Alleanza Verdi Sinistra, + Europa e Campobase. A riuscire, nel loro piccolo, dove Letta è mancato sono stati Lorenzo Dellai, Paolo Piccoli e il sindaco di Trento Franco Ianeselli, i più convinti sostenitori dell’alleanza “larga”. Ill progetto ha permesso di eleggere al senato Pietro Patton, ex dirigente generale del Comune di

Trento e uomo da sempre impegnato nella cooperazione. Patton è uomo di ampia esperienza, ma un volto nuovo della politica. A Rovereto la vittoria dell’Alleanza è stata solo sfiorata: Donatella Conzatti è stata superata da Michaela Biancofiore per 217 voti, Nel complesso di un’elezione già data alla vigilia in tasca alla destra e poi da questa vinta oltre le più rosee previsioni, l’Alleanza democratica per l’Autonomia ne esce bene.

Continuando a guardare la Trentino, non si può dimenticare il Patt e la sua scelta di correre da

solo. Il segretario Simone Marchiori è soddisfatto del risultato: a Trento le stelle alpine sono arrivate all’8,43%, a Rovereto al 9,43%, a Pergine addirittura al 10,08%. «Gli elettori hanno capito il nostro progetto politico – affermava a caldo il segretario Marchiori. E il presidente del partito, Franco Panizza, rimarcava con pari entusiasmo: «Dai 16 mila voti siamo arrivati a oltre 25 mila, nonostante il calo dei votanti, nonostante nel 2018 avessimo il presidente della Provincia e la squadra parlamentare uscente in carica e quindi più visibilità. Questo voto

conferma la presenza forte degli autonomisti e la bontà dell’alleanza con la Svp». Marchiori porta a casa un risultato elettorale positivo e non si sbilancia sul futuro, ma chiude le porte a Fratelli d’Italia. Con questi risultati, ma anche la consapevolezza che come è stato per la Lega il vento può cambiare velocemente e l’inverno che si presenta è molto difficile da gestire, il Trentino entra in campagna elettorale per il prossimo anno. Nonostante il netto risultto di questa tornata nazionale, di scontato non c’è proprio nulla.

Continua dalla Prima Anche lei, passato il momento di euforia, potrebbe preoccuparsi e non poco nel gestire, con gli alleati che si ritrova, una situazione difficile e complessa da far tremare le vene e i polsi per almeno un paio di motivi:il primo perché la situazione del paese è di una gravità mai verificatasi dal dopoguerra ad oggi; il secondo perché sarebbe estremamente pericoloso discostarsi dal modello Draghi e non proseguire lungo il tracciato che ha delineato. E’ cominciata la quarta Repubblica e l’Italia è in crisi profonda, dovrà

Giorgia Meloni si è mangiata Lega e Forza Italia

inoltre vedersela con gli alleati, Salvini in testa, che non le daranno tregua fin dal primo giorno. Il presidenzialismo, l’autonomia differenziata (da fare al primo consiglio dei ministri come vuole Salvini), la flat tax, il casino delle bollette, il rincaro dei beni alimentari, l’inflazione in agguato, le aziende in crisi, costituiscono problematiche di difficile soluzione. Gli occhi dell’Europa e dell’America sono puntati

sull’Italia e la Meloni dovrà muoversi con i piedi di piombo. Oggi si proclama atlantista, anti Putin e a favore dell’Ucraina europea, anche se poi dice che in “Europa è finita la pacchia” e farà prevalere gli interessi nazionali come se questi non si identificassero con quelli europei. Poi si proclama amica di Orban d’Ungheria e della Polonia. Ma se anche le sue convinzioni fossero davvero cambiate, i suoi alleati

accetterebbero un cambiamento di programma così radicale? Lo si vedrà già dalle prime mosse e dalle nomine dei ministri. Di certo questa donna è fortemente determinata e difficilmente cederà alle difficoltà quotidiane.

Chi vivrà vedrà! Certamente l’autunno e l’inverno saranno freddi, con i caloriferi al minimo e, in molte famiglie, con le cene al lume di candela. Speriamo in bene!

PAG. 4 OTTOBRE 2022 Elezioni
di Denise Rocca
di Adelino Amistadi
L’EDITORIALE

Finite le elezioni, avuti i risultati, la gente non perde tempo, cominciano a girare le prime camicie nere. Non si sa mai, meglio essere dalla parte dei vincitori, c’è tutto da guadagnare. Di camicie verdi ne girano sempre meno, sembra pesi su di loro la gravosa sconfitta del loro partito. Qualcuno già se l’è squagliata, come si usa da sempre in Italia, appena un partito perde, sono in molti pronti a cambiare casacca, tutti alla ricerca di nuove avventure più rosee, più promettenti. C’è qualche camicia gialla, di stelle in cielo ne sono rimaste molte, per fortuna, in paese poche davvero 5 o 6 non di più. Di rosso in giro c’è solo il naso gigantesco del Giorgetto, detto il Lanterna, che non sa più come nasconderlo. Bei tempi quando il rosso ad ogni elezione sventolava vincitore, coi tempi che corrono il rosso tende a svanire e buona notte agli ultimi nostalgici. Con queste premesse non poteva mancare la riunione dei saggi del paese presso l’osteria della Maroca. Il tavolo è preparato da tempo, la Maroca già se l’aspettava e quindi è tutto pronto per iniziare il dibattito, compreso un paio di fiaschi di quello buono per dare brio alla discussione. Il sindaco (ex) Filippo come sempre fa da moderatore, con lui non si scherza, i ragionamenti dovranno essere profondi e sensati. Non ammetterà deroghe. E così introduce: “Finite le elezioni, abbiamo i risultati, c’è poco da dire, c’è chi ha perso e chi ha vinto...a quanto pare chi ha vinto ha già cambiato maglia...” E l’Aristide vestito di nero come a un funerale: “E’ finita la pacchia, abbiamo vinto noi, ha vinto la Meloni e noi ci siamo portati avanti, ci siamo da tempo forniti di camicie nere e oggi le indossiamo con orgoglio...” “Questa è bella, sei sempre stato democristiano, vecchio

Camicie di tutti i colori...

puttaniere, adesso ti sei gia messo in nero...non ti vergogni?” Dice l’Abele comunista sin dalla nascita, sovietico, ed ora putiniano, con tanta di camicia rossa. “Non me ne vergogno per niente, col casino che regna in Italia è ora di cambiare, noi siamo pronti...” conviene l’Archimede. L’Osvaldo Caccola va giù ancor più duro: “Ehi, martedì, quando arriva in piazza il banco dei vestiti, sarà meglio che facciate la spesa giusta, non sarà facile nei mesi prossimi girare senza camicia nera...” Subito interrotto da Baldovino, amante del buon vino: “Non dir sciocchezze, Caccola, ci siamo noi a difendere la democrazia, c’è Berlusconi vigile, noi garantiremo la libertà, l’europeismo, l’atlantismo, ecc. ecc. con Berlusconi non si scherza.” “Già, il Berlusca, sperando che non si addormenti, mentre dorme può succedere di tutto...” dice Gennaro, l’unico terrone del paese. Gli risponde Perofomble, verdastro in faccia e nel vestire :“Che vuoi che succeda… noi ormai siamo in pochi, ma staremo all’erta, Salvini è un cane da guardia inesorabile...” “Un cane che abbaia e poco altro, per niente domenica non avete perso anche le mutande oltre ai pantaloni...” dice Gennaro, il maleducato. “Non ti permettere, non è che le vostre “stelle” siano andate molto meglio, ma noi saremo al governo e rimetteremo le cose a posto in Italia e in Europa...” aggiunge Perofomble sempre più verde per la rabbia che stenta a contenere. “Intanto neanche sa se potrà fare il

ministro...dove lo metti un laido simile...” dice saggiamente l’Orsolina, anche le donne hanno un loro saggio pensiero. “Credo anch’io che non potrà tornare al Viminale, già la prima volta che fu ministro degli Interni, riuscì a mettere a rischio centinaia di immigrati sui barconi in mezzo al mare…” si permette di intervenire il sindaco (ex) Filippo, che continua: “Dicono che potrebbe fare il Ministro della Difesa, io direi di no, quello si mette subito con Putin contro l’Ucraina, noooo!, è pericoloso...” “Allora lo facciano Ministro alla Cultura e alla Istruzione...non sarebbe male...”dice l’Oreste, botanico di mestiere. “Già, fin’ora la sua cultura ha strabiliato il mondo, l’istruzione poi, forse dovrebbe fare qualche corso d’aggiornamento...ma tutto sommato, in un Paese come il nostro, potrebbe funzionare...”dice la sua Gennaro, che se la ride.

“Speriamo che intervenga il suo amico Putin, potrebbe nominarlo governatore del Donbass… potrebbe essere il modo giusto per liberarsene...”conclude l’Orsolina. “Io lo relegherei al Papeete, l’unico posto dove si è trovato bene e dove potrebbe godersi il suo futuro ormai senza grandi speranze...” sentenzia Gennaro, biricchino. “Ehi tu, non alzare troppo la cresta, non è che i cinque stelle sono andati tanto meglio...” lo interrompe l’Ezio, con la camicia nera nuova di zecca. “Beh..il doppio, più o meno, della Lega, e siamo partiti da zero...” risponde al volo Gennariello. “Si certo, i voti li avete presi tutti dalle tue parti, nel Sud, li avete comprati con il reddito di cittadinanza, avete dato soldi a tutti, compresi i carcerati e i mafiosi, regalato soldi senza alcun controllo, per forza vi hanno votato, non potevano farne a meno...”spara l’Ari-

stide, della ghenga dei FdI. “Che dici? Non è vero...Conte ha detto che...” osa dire Gennariello. “Lasciamo stare Conte, l’abbiamo già visto all’opera che neanche sapeva come girarsi...e poi senza Grillo alle spalle, sta a malapena in piedi...quello non ha niente da dire all’Italia, altro che avvocato del popolo, quello è si e no, l’avvocato dei sassi di Matera e giù di lì...” dice severo l’Oreste il botanico. Il silente Baldovino crede sia giunta l’ora di dire la sua: “Calma amici, manteniamo le buone maniere, nulla c’è da temere, Berlusconi fa le cose bene, è una persona seria, farà da garante per il prossimo futuro, nulla accadrà senza il suo permesso...” “Come persona seria non c’è male, ha fatto eleggere la sua ragazza, si fa per dire, la Marta Fascino nel collegio di Marsala, sembra che la Fascino Marsala neanche sappia dove sia, non l’ha mai visitata né s’è fatta vedere, oibo!...questa è la tanto conclamata rappresentanza del popolo, la Marta come potrà rappresentare il popolo di Marsala che neanche conosce. E’ una legge elettorale assurda, tutta da rifare, gli eletti non rappresentano nessuno, il popolo non centra, rappresentano solo i loro leader e del popolo chissene frega!” spiega la situazione un indomito Abele, con tanta di camicia rossa che continua: “E’ la stessa cosa successa anche qui da noi, roba da matti, a rappresentare al Senato le nostre valli è stata eletta la Biancofiore (FdI), fiore per modo di dire, fiore un po’ ap-

passito, ma chi la conosce questa signora? come fa a rappresentarci se neanche ci conosce e su di noi dice un sacco di sciocchezze, come può rappresentarci una donna che non si è mai fatta vedere, che viene da chissà dove (Bolzano?)? Sembra che in un filmetto elettorale diffuso su una Tv locale abbia parlato del Bleggio come terra di alcoolisti, e il resto delle Giudicarie come una serie di paesini senza storia e senza importanza...fossi il sindaco del Bleggio la denuncerei...e quella sarebbe la rappresentanza della nostra gente, del popolo giudicariese..? Ehi, voi, camicie nere avete qualcosa da dire in proposito?” spara a raffica l’Abele. Attimo di silenzio e di ristorazione per rendere più fluidi i ragionamenti e tirare fino alla fine. Riprende la tenzone il silente Briscola che quando sente parlare un comunista, gli si rizza tutto il pelo ed altro ancora: “Cosa vuoi, tu, comunista dei miei stivali, i tuoi rappresentanti in lista erano meglio? Non parliamone neanche...avete perso finalmente, siete vicini alla disfatta, ormai siete quattro “fighetti” con la puzza sotto il naso, che non hanno più niente da dire, e nessuno più li ascolta...avete abbandonato i lavoratori per anni nel vostro cuore di proletari, i poveri, il popolo minuto, per ritrovarvi in quattro gatti, per sentirvi diversi dagli altri, più intelligenti, più colti, più progressisti (?), senza sapere cosa sia la cultura ed il progresso...tornato alle origini se volete tornare a respirare, siate umili, popolari, che la saggezza sta nel popolo e nella sua quotidianità...e forse vi salverete, eliminate la puzza che vi contraddistingue, eliminate l’elite fasulla delle vostre amicizie, tornate fra i lavoratori, fra il popolo che lavora, che fatica e che non vi capisce più, anche se credo che sia troppo tardi...” e il Briscola l’ha indovinata. I sodali, ormai esauriti, sono rimasti basiti dalla conclusione del Briscola, la Maroca è corsa in aiuto con un altro fiasco di quello buono, e tutti, chi prima chi dopo tornarono a casa ognuno con le proprie convinzioni più che mai consolidate. Il vostro Saltaro ha assistito attento all’interessante dibattito e subito è salito al cielo per informare le alte sfere di come il popolo sulla terra giudichi l’ultima tornata elettorale, non male, un po’ confusa, ma tutto sommato accettabile.

PAG. 6 OTTOBRE 2022
Il Saltaro

Se conosci a fondo il tuo lavoro di artigiano, se rappresenti un punto d’incontro tra tradizione ed innovazione, se comprendi l’evoluzione del mercato ed accogli i cambiamenti per restare aggiornato, se ami il tuo mestiere e vuoi migliorarti

diventa Maestro Artigiano

Se togliessimo dalla nostra vista tutti gli oggetti e i servizi opera di artigiani, resterebbe ben poco! Pur rivestendo un ruolo fondamentale, quelle degli artigiani spesso sono attività poco appariscenti: dall’edilizia, alla cura alla persona, al cibo... tanti sono i settori che li hanno come protagonisti assoluti; eppure spesso, per attitudine personale o consuetudini sociali, l’artigiano resta sullo sfondo. Negli anni abbiamo investito molto per colmare questa lacuna di “immagine” a fronte del valore di chi con mestiere e con arte “crea” con le proprie mani: in questo ambito �������������������������������������������������������

estro Artigiano, un titolo previsto dalla legge conferito ad oggi a 400 artigiani su tutto il territorio provin-

ciale. Il titolo può essere ottenuto dall’imprenditore artigiano il quale, rispondendo a precisi requisiti che ne dimostrino l’esperienza, partecipa con successo ����������������������������������������������������

giano negli ultimi anni è stato oggetto da parte del mio Assessorato d’una serie di campagne promozionali: dai quotidiani alle televisioni locali, dai nuovi media ai canali “social”. Oggi con questa iniziativa si vuole sensibilizzare maggiormente gli imprenditori residenti nelle Giudicarie sulla possibilità di iscriversi ��������������������������������������������������������� che in questo territorio il numero di maestri artigiani appare basso in rapporto al numero e all’importanza delle imprese, se confrontato con altre comunità.

I Maestri Artigiani del nostro territorio:

“In un mercato sempre più competitivo il costante aggiornamento professionale risulta un’opportunità in più per valorizzare le imprese artigiane, da sempre le colonne portanti dell’economia trentina.”

PAG . 7OTTOBRE 2022 Sapere. Fare. Trasmettere.
Acconciatrice Spiazzo Rendena
Silvana
Albertini
Pasticciere M.
Carlo Carlone
di Campiglio
Falegname serramentista Strembo
Cortella Termoidraulico Storo
Valenti Pittore edile Sella Giudicarie
Manrico
Moschetti
Pietro
Remo
Lattoniere Sella Giudicarie
Chinetti Elettricista S. Lorenzo Dorsino
Pollini Acconciatrice Tione Luca Delaidotti Pittore edile S. Lorenzo Dorsino
Ambrosi Acconciatore Pinzolo
Autoriparatore Borgo Chiese
Giuliano Amistadi
Paolo
Meri
Michele
Mauro Bertini
Acconciatore Carisolo
Marco Povinelli
Spada Falegname d’arredo Borgo Chiese
Arturo
Acconciatrice M.
Chiara
Maturi
di Campiglio
Cosi Acconciatore Stenico
Maicol
Falegname
Strembo Cercaci online sul sito Web di
www.maestroartigiano.tn.it
Mirco Valentino Masè
d’arredo
Maestro Artigiano:
Roberto Failoni Assessore all’artigianato, commercio, promozione, sport e turismo

Sono passati due anni e mezzo dallo scoppio del COVID-19 che ha rivoluzionato la nostra vita e soprattutto quella degli anziani nelle Case di Riposo. Quali conseguenze ha lasciato la pandemia sulla funzionalità, le pratiche e le consuetudini nelle strutture per anziani?

Risulta evidente che la situazione attuale, post fase emergenziale, presenta difficoltà operative legate all’applicazione di procedure e protocolli sanitari che di fatto appesantiscono lo svolgimento del servizio agli ospiti e condizionano pesantemente le relazioni sociali. Le attività di socializzazione hanno avuto un ridimensionamento e anche gli accessi in struttura dei visitatori (famigliari, referenti, amici…) sono vincolati alla situazione emergente. Purtroppo recentemente, in seguito a piccolo focolaio interno, siamo stati costretti a sospendere temporaneamente gli accessi dei visitatori e le uscite ed i rientri a domicilio degli ospiti.

Quale è la situazione attuale in termini di occupazione dei posti letto e qualità dei servizi erogati? Per quanto riguarda l’occu-

Sono passati due anni e mezzo dallo scoppio del COVID-19 che ha rivoluzionato la nostra vita e soprattutto quella degli anziani nelle Case di Riposo. Quali conseguenze ha lasciato la pandemia sulla funzionalità, le pratiche e le consuetudini nelle strutture per anziani?

La pandemia da Covid-19 ha naturalmente rivoluzionato le nostre vite: sono stata incaricata a capo della struttura da un anno, quindi ho vissuto solo in parte il Covid-19 all’interno della casa di riposo. Confrontandomi con collaboratori e collaboratrici, ho potuto constatare che nella nostra struttura chi ha sofferto maggiormente sono state le famiglie, che non hanno potuto – per diverso tempo – fare visita ai residenti e successivamente hanno potuto incontrarli in salette dedicate. I contatti sono avvenuti inoltre tramite videochiamate. Per quanto riguarda i nostri residenti, per loro la vita è proseguita, anche durante il Covid, con una buona qualità: hanno potuto mantenere relazioni sociali fra loro e con il personale, dal momento che non c’è stata una vera e propria compartimentazione in questi due anni e mezzo: le persone risultate positive venivano assegnate a un’ala specifica della struttura, all’interno della quale potevano muoversi liberamente. Il personale ha patito il Covid19, all’inizio, chiaramente, con l’ansia di vivere qualcosa di totalmente nuovo e angosciante, dal momento che nessuno sapeva con che

pazione dei posti letto negoziati con APSS la stessa risulta essere tornata alla copertura totale già da tempo; riguardo ai posti letto Rsa fuori convenzione di cui dispone la nostra struttura, siamo quasi ritornati alla situazione pre-Covid e comunque in aumento rispetto alle previsioni per l’anno 2022. L’azienda si sta impegnando, nonostante le difficoltà di reperimento di personale formato, a mantenere la qualità dei servizi da sempre erogati.

Gli aumenti sull’energia incidono sui servizi

cosa avessimo a che fare. Man mano che la situazione è evoluta, si è imparato a conoscere meglio il virus, sono stati resi disponibili i dispositivi di protezione (mascherine ecc.) ed è stato possibile proteggersi con i vaccini: ciò ha consentito loro una maggiore serenità.

A causa dell’avvento della pandemia e della chiusura - quando è stato necessario - della struttura alle visite, l’accesso ai piani è consentito ancora eccezionalmente: naturalmente, è ammesso sempre nel fine vita, mentre viene consentito di visionare la stanza del residente al momento dell’accoglienza in struttura o in altri casi valutati dal nostro medico coordinatore.

Fino alla fine dell’anno, presso le nostre strutture, vige ancora l’obbligo di mascherina che viene indossata dal personale e dai visitatori, nonché la necessità di green pass valido per accedere ai

Ci sono sempre maggiori difficoltà nel reperire personale preparato. Quali sono le prospettive?

Il personale rappresenta la risorsa principale per l’erogazione dei servizi socio sanitari; al momento attuale, sia per carenza di numero di persone adeguatamente formate che per la minore attrattività, soprattutto rispetto all’A.P.S.S, sia in termini economici che operativi, risulta difficile reperire tale personale. Pur comprendendo che la situazione

attuale risulta complessa e le eventuali soluzioni sono difficilmente individuabili, a livello di sistema APSP si stanno definendo le linee di intervento per superare le criticità sopra evidenziate.

Adesso si prospetta una nuova preoccupazione do-

vuta all’aumento vertiginoso dei costi dell’energia e del gas. Che ripercussioni ci saranno sulle tariffe praticate agli ospiti?

La nostra azienda, sia perché insiste su una zona non ancora servita da metanizzazione sia per la diversificazione delle risorse ener-

getiche attuata (biomassa – gasolio – gpl) risente dell’aumento dei costi energetici in maniera minore rispetto ad altre situazioni. Il problema principale quindi non è rappresentato dell’aumento diretto dei costi energetici ma dagli effetti che questi hanno sui costi delle forniture delle materie prime e dei beni di consumo.

Emerge l’impossibilità di riuscire ad ottenere contratti di fornitura a medio e lungo termine stante il continuo aumento dei prezzi. Questo risulta l’impatto maggiore con conseguente riflesso sui costi delle tariffe dei servizi; è auspicabile che la Provincia possa intervenire, come previsto in altri settori di attività. Perdurando la situazione attuale, purtroppo, la previsione nel medio periodo è quella di un graduale aumento delle tariffe.

ai posti letto pre-Covid

e del gas. Che ripercussioni ci saranno sulle tariffe praticate agli ospiti?

locali interni alla struttura.

Quale è la situazione attuale in termini di occupazione dei posti letto e qualità dei servizi erogati?

Nella nostra struttura i posti letto sono pressoché completamente coperti: si è ritornati, quindi, alla situazione pre-covid.

La nostra struttura ha sempre cercato di garantire la massima qualità, grazie all’impegno e alla dedizione del mio predecessore, il direttore Silvano Stefani, al medico coordinatore dr. Augusto Gallucci, alla coordinatrice dei servizi Lorena Dalbon, in servizio fino a maggio 2021, nonché all’attuale coordinatrice Sonia Bomè, nonché, naturalmente, a tutta la nostra squadra di persone che quotidianamente si impegna nell’assicurare il massimo comfort ai nostri residenti. Sono quindi loro molto grata per aver costruito solide basi di un servizio di qualità che,

dal canto mio, voglio mantenere con tutte le mie forze.

Ci sono sempre maggiori difficoltà nel reperire personale preparato. Quali sono le prospettive?

Le prospettive, in generale, a livello non solo provinciale ma anche nazionale, non sono propriamente confortanti, viste le previsioni che da diversi anni annunciano, per il prossimo futuro, sempre maggiori difficoltà nel reperire personale medico e infermieristico, sia nel mondo sanitario che socio assistenziale. Dopo aver lavorato per più di vent’anni in sanità, da quando sono arrivata in casa di riposo, ho scoperto un mondo molto gratificante, che consente di costruire relazioni significative con i residenti, grazie alla condivisione del loro vissuto, del-

le loro emozioni e sentimenti. Tutto ciò si traduce nel portare benessere ai nostri anziani e alle nostre anziane. Quando parlo con persone che hanno lavorato in casa di riposo, a vari livelli (direttori, operatori, animatori, cuochi) la risposta è sempre la stessa: “È stato l’ambito lavorativo più soddisfacente della mia vita”. A mio parere, occorre mostrare come si lavora, concretamente, nelle nostre strutture e quindi sensibilizzare in tal senso chi sia in procinto di scegliere un percorso lavorativo, invitandolo a interrogarsi su quanto sia importante, per lui o lei, accogliere e prendersi cura dell’Altro.

Adesso si prospetta una nuova preoccupazione dovuta all’aumento vertiginoso dei costi dell’energia

Grazie alla lungimiranza del mio predecessore Silvano Stefani e del Consiglio di amministrazione, la nostra struttura dispone di un impianto geotermico e di un impianto fotovoltaico che ci assicurano fonti diversificate dalle quali attingere risorse energetiche. La Provincia Autonoma di Trento inoltre ci ha consentito l’approvvigionamento di energia elettrica a prezzi contenuti.

Siamo consapevoli delle attuali difficoltà: i rincari energetici si ripercuotono anche sui contratti di lavori, forniture e servizi. Come casa di riposo, abbiamo in programma interventi strutturali tali da consentire, si auspica, significativi risparmi per i prossimi anni. Tali interventi sono possibili grazie all’intervento, ancora una volta, della Provincia Autonoma di Trento e del Comune di Pinzolo, che ci hanno dato costante supporto.

La revisione delle tariffe costituisce l’extrema ratio e diventa necessaria solo quando non vi siano altre alternative possibili: si è sempre cercato di rivedere le tariffe nella misura minima possibile e sarà ancora così.

PAG. 8 OTTOBRE 2022
Focus: Case di Riposo
Il direttore di Apsp Giudicarie Esteriori Paolo Schoensberg: “ Il problema principale per noi non è l’aumento diretto dei costi energetici ma gli effetti che hanno sui costi delle forniture di materie prime e beni di consumo”.
Pinzolo, ritorno
Valeria Giovannini, direttrice dell’Apsp Centro Residenziale Abelardo Collini di Pinzolo: “Per i residenti la vita è proseguita con una buona qualità anche durante il Covid. A soffrire maggiormente sono state le famiglie”.

Sono passati due anni e mezzo dallo scoppio del COVID19 che ha rivoluzionato la nostra vita e soprattutto quella degli anziani nelle Case di Riposo. Quali conseguenze ha lasciato la pandemia sulla funzionalità, le pratiche e le consuetudini nelle strutture per anziani?

L’anno 2020 e 2021 hanno segnato profondamente la vita nelle strutture, si è rivista tutta l’organizzazione interna, gli spazi, l’attività, la gestione del tempo, focalizzando comunque sempre l’attenzione sulla persona per rendere più vivibile la vita in un periodo di pandemia che ha cambiato il mondo. I familiari, se vaccinati, possono entrare in struttura liberamente, senza vincoli o prenotazioni per 6 ore al giorno. I volontari hanno ripreso la loro fondamentale attività a supporto dei residenti. A tutti i residenti è permesso uscire dalla struttura e vi è stata una ripresa delle attività. La struttura di Spiazzo già nel 2021 ha avviato il progetto Pet therapy, seguito dal progetto danza terapia, musico terapia e nel 2022 il progetto ippoterapia e le uscite in piscina e le varie gite. Nel 2020 si è organizzato un primo convegno per spiegare ai familiari dei residenti ed alla popolazione cosa il Covid ha cambiato nelle strutture e come si è affrontata la situazione, convegno poi ripetuto nel 2021 con la tematica della ripresa della vita. Il prossimo 5 ottobre 2022 abbiamo organizzato un terzo convegno che

Sono passati due anni e mezzo dallo scoppio del COVID-19 che ha rivoluzionato la nostra vita e soprattutto quella degli anziani nelle Case di Riposo. Quali conseguenze ha lasciato la pandemia sulla funzionalità, le pratiche e le consuetudini nelle strutture per anziani?

Gli anni della pandemia hanno privato le case di riposo della socialità che le contraddistingueva. Fortunatamente nel 2022 l’allentamento delle restrizioni ci ha permesso di recuperare quasi completamente le nostre abitudini e le relazioni sociali. Oggi, infatti, familiari e amici dei nostri anziani, se vaccinati, possono entrare in struttura liberamente, senza vincoli o prenotazioni. I volontari hanno ripreso la preziosa attività a sostegno delle strutture. Agli utenti è consentito uscire dalla casa di riposo e questo ci ha permesso di riprendere anche le attività sul territorio.

Manteniamo comunque alta l’attenzione e speriamo che l’arrivo della stagione invernale non faccia risalire i contagi.

Quale è la situazione attuale in termini di occupazione dei posti letto e qualità dei servizi erogati? Nella nostra struttura i posti letto sono completamente coperti fatta eccezione per

terapia con gli animali e sport, tutte le attività post-Covid

costi dell’energia e del gas. Che ripercussioni ci saranno sulle tariffe praticate agli ospiti?

spiegherà dal punto di vista scientifico ed organizzativo i progetti con gli animali che la struttura ha erogato nel 2021 e 2022 e concluderà la serata il vescovo Mons. Lauro Tisi con la relazione di cura in RSA. Dal 2020 la struttura sempre ha seguito in maniera molto precisa le linee guida per contenimento della pandemia e questo ha comportato una importante formazione su tutto il personale che ha dimostrato una buona competenza e capacità di adattamento al cambiamento. Vi è sempre stato un confronto propositivo con il direttore in ogni situazione di criticità, che insieme si è andati ad affrontare in questi due impegnativi anni di pandemia.

Quale è la situazione attuale

in termini di occupazione dei posti letto e qualità dei servizi erogati?

I primi mesi del 2022 sono stati davvero difficili, in quanto le famiglie erano piuttosto restie nell’inserire l’anziano in RSA, per cui vi è stata una significativa riduzione di numero di residenti e questo ha comportato una riduzione nei bilanci. Dal mese di luglio la struttura ha raggiunto il numero previsto di residenti. I servizi erogati sono rimasti invariati, in quanto pasti a domicilio e punto prelievi sono attivi. All’interno della struttura, come descritto sopra si procede ad attività quotidiana con molteplici attività per i nostri residenti.

Ci sono sempre maggiori difficoltà nel reperire personale

preparato. Quali sono le prospettive?

Nel corso del 2022 la struttura ha agito sul mercato estero nel reperire Infermieri; è stato attivato un progetto con il Paraguay e nel corso del mese di febbraio sono arrivati 4 Infermieri ed in agosto ulteriori 4. Tutti i professionisti hanno una formazione universitaria. La struttura ha seguito tutto il percorso di predisposizione della documentazione per l’arrivo in Italia, il reperimento dell’alloggio ed attualmente stanno seguendo un corso di apprendimento della lingua Italiana. Le prospettive sono di fornire una stabilità alla struttura in quanto questi infermieri pos-

sono lavorare fino al 31 dicembre 2023 e speriamo vi sia una proroga a livello nazionale. E’ sicuramente un impegno organizzativo notevole per tutto lo staff di direzione e il presidente, questa comunque è la strada che ha permesso alla struttura di rispettare in pieno i parametri infermieristici di personale in quanto gli infermieri italiani preferiscono lavorare in Azienda Sanitaria, vista la maggiore retribuzione e possibili sviluppi di carriera. Al momento la struttura è nel rispetto del parametro.

Adesso si prospetta una nuova preoccupazione dovuta all’aumento vertiginoso dei

La nostra struttura risulta essere molto datata ed in attesa di ristrutturazione, il prezzo dell’energia elettrica in questo momento è rimasto invariato. La situazione è ben diversa sul versante gasolio, il suo valore è decisamente aumentato e questo influisce significativamente sui bilanci; inoltre vi sono servizi che andiamo a garantire mediante contratti d’appalto, i quali prevedono una revisione prezzi annuale collegata all’indice inflattivo ISTAT, che nel 2022 è molto elevato; il rinnovo dei contratti di lavoro recentemente approvato prevede che una parte dei costi rimarranno a carico delle APSP. A fronte di tutto questo chiederemo un confronto, sempre propositivo, con la Provincia per affrontare questi significativi aumenti di costi. Sulle rette faremo una riflessione in base alle risposte che avremo dalla Provincia; ovviamente ci auspichiamo tutti che eventuali aumenti siano minimi.

Case per anziani poco attrattive per il personale sanitario

2 posti riservati a persone autonome. Anche il centro diurno è tornato a pieno regime sollevando molte famiglie che si prendono cura degli anziani a domicilio.

Per quanto riguarda la qualità dei servizi posso comunicare che abbiamo recentemente concluso un’indagine anonima tra utenti e familiari che ha dato risultati estremamente positivi. Direi che i dati sono del tutto sovrapponibili a quelli che ottenevamo prima della pandemia. Per questi risultati devo ringraziare il personale dipendente che in questi anni

ha dimostrato un impegno straordinario.

Ci sono sempre maggiori difficoltà nel reperire personale preparato. Quali sono le prospettive?

Fra tutti i problemi che stiamo attraversando, (COVID, rincari energetici, aumento dei costi), il reperimento del personale è quello che mi preoccupa maggiormente. Se infatti si fatica a trovare personale sanitario, in particolare infermieristico, ci si rende anche conto che in questa situazione di scarsità di professionisti le case di

riposo risultano essere gli ambienti meno attrattivi. Questo fatto può far addirittura peggiorare la situazione. Se infatti il PNRR darà ulteriori incentivi al servizio sanitario per l’assunzione di nuovi professionisti il rischio che corriamo è quello che ci venga portato via anche il personale che abbiamo.

Adesso si prospetta una

nuova preoccupazione dovuta all’aumento vertiginoso dei costi dell’energia e del gas. Che ripercussioni ci saranno sulle tariffe praticate agli ospiti?

Fortunatamente la nostra struttura negli anni scorsi ha portato avanti delle strategie di differenziazione energetica che oggi si stanno dimostrando azzeccate. Oltre infatti al metano ed all’energia elettrica siamo

allacciati all’impianto di teleriscaldamento comunale e disponiamo di un impianto geotermico e di un grande impianto fotovoltaico. Dobbiamo ringraziare il comune di Borgo Chiese per il teleriscaldamento e la Provincia Autonoma di Trento per l’energia elettrica perché in entrambi i casi ci hanno garantito dei prezzi di fornitura molto contenuti per il 2022. Credo che nel 2023 saremo obbligati ad aumentare le tariffe ma non solo per i rincari energetici. Segnalo infatti che i servizi che garantiamo mediante contratti d’appalto prevedono una revisione prezzi annuale collegata all’indice inflattivo ISTAT, che come sappiamo nel 2022 sarà molto elevato. C’è da considerare inoltre che il rinnovo dei contratti di lavoro recentemente approvato prevede che alcuni costi rimangano a carico delle APSP. Come sempre faremo del nostro meglio per garantire un aumento il più contenuto possibile.

PAG . 9OTTOBRE 2022
danza,
Focus: Case di Riposo Matteo Radoani, direttore della Casa di Riposo “Rosa dei Venti” di Condino: “Se il PNRR darà ulteriori incentivi al servizio sanitario per l’assunzione di nuovi professionisti il rischio è che ci venga portato via anche il personale che abbiamo” Il direttore dell’APSP S. VigilioFondazione Bonazza di Spiazzo Roberto Povoli: “Infermieri dal Paraguay per sopperire alla mancanza di personale. Così rispettiamo i parametri personale/ residenti”
Musica,

Il gruppo Innova ha realizzato uno dei suoi più importanti investimenti degli ultimi anni, finanziando una nuova attività rivolta alla sola ricerca e sviluppo.

La nuova azienda, Innova Engineering si trova a Tione nell’area industriale della località Basso Arnò, L’investimento è stato di più di 6 milioni di euro ed ha consentito di strutturare uno dei migliori centri d’Europa per l’innovazione nel settore delle macchine per il riscaldamento e la climatizzazione residenziale.

In particolare l’area di competenza è quella: delle pompe di calore, dei terminali per il riscaldamento ed il condizionamento estivo e dei sistemi di ventilazione, con recupero di calore degli ambienti.

Innova ha sempre messo al centro della propria azione la ricerca e sviluppo attraverso la quale è stato possibile generare nuove idee di prodotto e renderle concrete dal punto di vista industriale e commerciale.

Questo ha consentito all’azienda di raggiungere una dimensione importante in pochi anni dalla sua nascita. Il gruppo occupa ora più 300 dipendenti con un fatturato che quest’anno supererà i 100 mil.

Nella nuova struttura lavorano già 15 ricercatori (in gran parte ingegneri), esperte nelle varie discipline alla base dello sviluppo dei prodotti: termodinamica e fluidodinamica, elettronica ed informatica, meccanica strutturale. Nel breve tempo l’organico salirà a venti ricercatori. Grazie a questa attività che ha iniziato ad operare nel gennaio di quest’anno, ci sarà un’ulteriore accelerazio-

Cosa comporta l’innovazione?

ne nell’innovazione di prodotto con soluzioni sempre più globali ed assolutamente in linea con la impellente necessità di riqualificazione energetica degli impianti residenziali.

Il laboratorio dispone di modernissime attrezzature come: le camere climatiche multiple, la camera anecoica termoregolata per la misura del rumore, apparecchiature per l’analisi di parametri elettrici e per le verifiche di sicurezza e compatibilità normativa.

All’interno vi è anche un moderno workshop per la prototipazione con centri di lavoro a controllo numerico, stampati 3D ed altre attrezzature per completare in autonomia quanto definito nella progettazione teorica.

I ricercatori utilizzano software di simulazione avanzati per la definizione e verifica delle soluzioni ideate.

La scelta di non localizzare questa entità nella immediata

prossimità dello stabilimento di Innova (che si trova a Storo) e di definirla come una vera e propria società autonoma, è stata dettata dalla volontà di dare alla ricerca e sviluppo indipendenza ed obbiettivi mirati.

Il lavoro di ricerca infatti è estremamente impegnativo dal punto di vista della concentrazione richiesta a chi opera in questo settore. E’ molto difficile conciliare problemi operativi di breve termine che ogni giorno nascono nelle fabbriche con i programmi di sviluppo prodotti di lungo termine, assolutamente indispensabili per garantire alle aziende la propria competitività nel futuro.

Le idee innovative comportano tantissimo lavoro con continue sperimentazioni di ipotesi teoriche che nella maggior parte dei casi, non vengono confermate nella sperimentazione pratica. Occorre quindi avere la pos-

sibilità di provare e riprovare senza abbattersi e senza nessuno che “mette fretta” in questo processo complesso ed incerto, inevitabilmente difficile da tempificare. Questa è in fondo la storia delle soluzioni Innovative (Dyson solo per fare un esempio, ha creato il suo rivoluzionario aspirapolvere che ora domina il mondo in quel settore, dopo il 5147simo prototipo !). Stiamo ora sviluppando in Innova Engineering, macchine e sistemi che consentiranno una rapida riqualificazione energetica degli impianti di riscaldamento e condizionamento degli edifici, distinguendoci da soluzioni molto intrusive e costose che ora

sono le uniche disponibili.

Ci saranno macchine che sostituiranno i comuni radiatori e le caldaie garantendo caldo da energia rinnovabile (senza quindi bruciare nulla) e fresco d’estate convertendo l’energia solare.

Un’altra importante innovazione generata nel nuovo centro, saranno sistemi di accumulo termico per le abitazioni che consentiranno di ridurre la necessità di grosse batterie elettriche abbinate agli impianti fotovoltaici.

Attraverso queste nostre innovazioni sarà sempre più semplice quindi passare da unità a combustione (caldaie o generatori di calore in genere) a macchine come le pompe di calore che utilizza-

no energia rinnovabile.

Questo permetterà di ridurre drasticamente le emissioni di CO2 e di contenere fortemente i costi dell’energia. Per i ricercatori e progettisti è molto sfidante lavorare con questa forte spinta all’innovazione insita nel DNA di Innova. A volte il duro lavoro e le molte delusioni che si incontrano nei percorsi di sviluppo mettono a dura prova il team ma altrettanto, il raggiungimento di traguardi che altri non sono riusciti a conseguire, infonde alla fine il coraggio di porsi ancora e più importanti obbiettivi. Come ben sappiamo, ogni grande vittoria arriva se si è capaci di reagire a molte sconfitte.

Bollette energia alle stelle. Ma la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare

«Ho ricevuto la bolletta di agosto. Per 5829 kwh ho pagato 4829 euro. Lo scorso anno per 5910 kwh avevo pagato 1240 euro. A luglio stessa cosa: quest’anno ho pagato 3600 euro anche se ho consumato meno dello scorso anno che ho speso 1200 euro». A testimoniare la situazione folle nella quale ci troviamo, un esercente con una piccola attività in Val Rendena che si è visto recapitare una bolletta quadruplicata. E lo stesso è successo più o meno a tutti coloro che hanno un’attività. Si salvano dal collasso coloro per i quali la voce energia incide poco sulle spese totali. Ma la situazione potrebbe anche peggiorare. Secondo il direttore del-

la Divisione Energia di Arera, Massimo Ricci, in vista dell’aggiornamento del prezzo dell’elettricità per il mercato tutelato, che verrà comunicato dall’Autorità sono in arrivo “prezzi mai visti prima” per le bollette della luce degli italiani. “Indipendente dalla percentuale di aumento, è una percentuale che si applica su prezzi già molto alti e quindi si arriva a prezzi mai visti prima”, spiega Ricci. La Commissione Ue proporrà “entro metà ottobre”, dopo aver raccolto i pareri dei governi, un aggiornamento del quadro temporaneo di crisi degli aiuti di Stato per continuare a sostenere le aziende.

Ma basterà? Cosa potrebbe fare la

politica per calmierare i prezzi delle bollette? Lo ha chiesto il giornalista Lorenzo Torrisi a Michele Marsiglia, Presidente di FederPetroli. «Bisognerebbe prendere la Gran Bretagna come modello: la Premier Truss

appena insediata ha messo un tetto alle bollette di famiglie e imprese fino al 2024. Il differenziale per arrivare al prezzo di mercato verrà coperto dallo Stato».

Ma servirebbero moltissimi soldi. Dove li po-

trebbe trovare l’Italia?

«Con tutti i fondi per il Pnrr o quelli europei saremo capaci anche noi di trovarli- spiega Marsiglia - . Meglio pagare oggi le bollette e semmai tra qualche anno un po’ di tasse in più piuttosto che non pagare le bollette oggi, condannare a morte le imprese, mettere le famiglie in crisi e vedere calare poi il gettito fiscale, che poi è la strada verso cui ci siamo messi, che farà perdere competitività al Paese e determinerà una grossa crisi. I soldi per l’invio delle armi all’Ucraina si sono trovati, mentre quelli per le bollette non ancora...».

«È l’unico modo per far sì che vengano poi pagate le tasse. E forse anche

per evitare che vi siano problemi sociali su cui sarebbe poi complicato intervenire. Abbiamo, infatti, parlato delle difficoltà delle aziende, ma non dimentichiamo quello che può succedere nelle utenze residenziali, nei condomini: sul principale quotidiano economico del Paese è stata pubblicata la notizia che in caso di morosità protratta per un semestre, e senza l’autorizzazione preventiva dell’assemblea, l’amministratore può sospendere la fruizione dei servizi comuni suscettibili di godimento separato al condomino moroso. Non so se è chiaro, ma vuol dire lasciare qualcuno senza riscaldamento e/o acqua calda».

PAG. 10 OTTOBRE 2022 Economia
A Tione un centro per l’innovazione nel settore delle macchine per il riscaldamento e la climatizzazione residenziale. Lo ha realizzato, con un investimento di oltre 6 milioni di euro, Innova Engineering.
di Oreste Bottaro

Martedì 6 settembre 2022: la Comunità di Valle delle Giudicarie riparte. Dove andrà? Questo è un altro discorso. Intanto è ripartita, dopo la riforma della Giunta provinciale che ha tolto gli enti cui un certo Bruno Kessler affidava il decentramento delle competenze provinciali. Dopo qualche decennio la domanda è quella di sempre: progetto realizzato o occasione mancata?

Partiamo dalla fine. In settembre il Consiglio dei sindaci ha ricostituito il governo, rappresentato da quattro persone, una per ogni ambito. E’ cosa nota per chi ama informarsi sui mass media, ma ricapitoliamo: in rappresentanza della valle del Chiese, il presidente, Giorgio Butterini (già presidente e negli ultimi due anni, in attesa della riforma, commissario della Comunità, professione dirigente cooperativo, sindaco di Borgo Chiese): manterrà le competenze in materia di rapporti istituzionali, bilancio, gestione del personale e investimenti strutturali. Assessori: in rappresentanza della Busa di Tione, Romina Parolari (medico di medicina generale, unica donna e unica non sindaca della compagnia): politiche sociali, salute pubblica, edilizia abitativa; in rappresentanza della Rendena, Marcello Mosca (titolare di auto officina, sindaco di Caderzone Terme): politiche ambientali ed energetiche, sviluppo turistico; per le Giudicarie Esteriori, Flavio Riccadonna (commercialista, sindaco di Bleggio Superiore): politiche economiche, mense scolastiche, diritto allo studio e cultura, associazionismo e sport.

Bene. Ciò detto, cosa accadrà? Il neo presidente ha dichiarato di volersi muovere su due direttrici fondamentali, che poi sono le direttrici su cui dovrebbe muoversi la Comunità: “Servizi formalmente affidati dalla Provincia alle Comunità; ulteriori competenze di rilevanza strategica che l’ente può ‘liberamente’ attribuirsi nella propria funzione di istituzione intermedia”.

Ma quanto “liberamente” può muoversi l’ente che fu pensato come intermedio fra i Comuni e la Provincia?

Quanto quest’ultima è disponibile a togliersi la divisa del comandante in capo per lasciar decidere anche a soggetti esterni come le Comunità?

Il Butterini-pensiero: imperativo fare rete “L’ho anticipato nel mio discorso di insediamento alla presidenza della Comunità”, esordisce Giorgio Butterini, “ed è la necessità di coordinamento fra gli enti pubblici o di interesse pubblico. Penso, insieme alla Comunità ed ai Comuni, alle due società ‘in house’, Geas ed Esco Bim del Chiese; penso ai due Consorzi Bim del Sarca e del Chiese; penso all’Apt Madonna di Campiglio ed al Parco naturale Adamello Brenta. In particolare penso che con le società ‘in house’ e con i Bim si possa intraprendere un percorso ambizioso rispetto ai grandi investimenti. Il primo passo che stiamo facendo riguarda la rete acquedottistica”.

Ossia? “Ne avevamo già consapevolezza, ma l’emergenza climatica ha messo a nudo la vetustà della rete degli acquedotti. In pratica una parte non irrilevante dell’acqua raccolta dalle sorgenti invece di viaggiare dentro gli acquedotti si perde a causa di tubature colabrodo. Per questo, agire concretamente significa fare un piano per tutti i Comuni”. E’ immaginabile che Geas possa funzionare da braccio operativo, visto il suo ruolo di controllo della rete... “Sì – risponde Butterini – ma anche Esco Bim del Chiese ha un ruolo. Tanto per capirci, nel mio Comune (Borgo Chiese, ndr) ha dato una mano per la ricognizione. Tornando al tema generale, la Comunità può diventare capofila. Ci abbiamo già provato cinque anni fa con il Piano strategico delle opere pubbliche. Teniamo presente che si sono fatti passi in più: le nostre società di sistema hanno dimostrato di avere una grande capacità operativa. La Comunità da sola non può fare granché; coordinata con Bim e società di sistema può affrontare progetti ambiziosi. Se oggi parliamo della rete acquedottistica – conclude Butterini – domani non si può pensare ad una viabilità ambiziosa?”. Attenzione, perché sono proprio le vie per l’inferno ad essere lastricate di buone intenzioni.

Un po’ di storia C’era una volta il Comprensorio, termine inventato da una Provincia che cercava di essere mamma e non matrigna. Il significato? Scaricare sulle periferie competenze che il centro avrebbe fatto fatica a tenere, sia nel senso delle difficoltà pratiche, sia

soprattutto nella logica della democrazia partecipata. Il Comprensorio, con un’Assemblea eletta dai Consigli comunali fra le maggioranze e le minoranze, fu per qualche lustro una palestra di democrazia partecipata, appunto. All’oratorio all’inizio, nella sala di quella che

oggi è la Comunità di Valle alla fine, si trovavano qualcosa come cento rappresentanti dei quaranta Comuni giudicariesi. E furono battaglie, spesso ideologiche (prima del terzo millennio esistevano barriere chiare), ma altrettanto spesso di contenuti. Basti pensare al

Piano urbanistico comprensoriale, che avrebbe dovuto determinare una pianificazione sovracomunale e che invece è finito nel cestino delle carte inutili.

Poi arrivò il terzo millennio, e ci si convinse che la democrazia può essere gestita in maniera più tranquilla, più domestica: in fondo per risolvere le questioni bastano pochi consiglieri (meno di venti) e tutto va bene.

Ad un certo punto ci si rese conto che non aveva senso votare i rappresentanti nei Consigli comunali, perciò si pensò ad una riforma. Quindi i Comprensori (che nel frattempo si erano trasformati in Comunità di Valle) furono addirittura commissariati.

In effetti, non è che si siano accorti in tanti della differenza, anche perché i servizi (rifiuti, attività sociali, edilizia abitativa, mense scolastiche e poco altro) continuavano a funzionare grazie all’apparato burocratico.

Due anni fa il commissariamento: Giunta e Consiglio

a casa; spazio per un uomo solo al comando: il presidente diventato commissario. Studio approfondito della materia da parte della Giunta provinciale, con una conclusione firmata dall’assessore agli enti locali Mattia Gottardi. Basta Assemblee (un modo per perdere tempo), basta nomine da parte dei Consigli comunali. La Comunità di Valle può e deve essere gestita dalla Conferenza dei sindaci, che nomina una Giunta, composta da tre membri più il presidente. Disagio. Già, perché qualche disagio si vive. Anzitutto i sindaci non possono essere rappresentati dai vicesindaci in caso di impossibilità ad essere presenti. In secondo luogo, esiste un Comitato esecutivo (una Giunta, per dirla alla vecchia), ma gli assessori hanno solo potere consultivo. Tradotto: alla fine della fiera a deliberare, e quindi a mettere la firma in calce ai provvedimenti, è sempre e solo il presidente. Durerà?

PAG. 12 OTTOBRE 2022 Politica
Comunità di valle, si riparte dopo la riforma Per le Giudicare confermato il presidente uscente, Giorgio Butterini
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Giuliano Beltrami

Omne agens agendo perficitur

Chi aspira a cariche pubbliche, o si trova già in una posizione di potere all’interno di un’istituzione elettiva, deve porre alla base del suo comportamento il perseguimento del bene comune in termini di massima coerenza fra la posizione assunta nei confronti degli elettori e il suo agire

La promozione del bene comune, in un quadro che veda sussidiarietà e solidarietà darsi la mano, deve rappresentare impegno fondamentale della politica. Questo è l’obiettivo che deve darsi chiunque si candidi per essere eletto in una pubblica istituzione. Bene comune significa creare tutte quelle condizioni necessarie per consentire ad un cittadino, singolarmente o nelle aggregazioni nelle quali desidera liberamente di unirsi, di soddisfare legittimamente bisogni e aspirazioni utilizzando innanzitutto le proprie forze ricorrendo, in termini sussidiari, all’aiuto della società.

Al riguardo, quando una persona decide di candidarsi, deve presentare al corpo elettorale principi, valori, idee e progetti che si impegnerà ad affermare qualora venga eletto; qualora ottenga il consenso necessario per entrare a far parte di un’istituzione deve agire con coerenza rispetto a quanto detto in campagna elettorale.

Seicentomila euro. Tanti ne ha messi a disposizione delle proprie comunità il Bim del Chiese, il Consorzio che raggruppa i Comuni della valle (Bondone, Borgo Chiese, Castel Condino, Pieve di Bono-Prezzo, Sella Giudicarie, Storo e Valdaone, oltre a Ledro) sotto forma di bandi per più progetti.

Nel mese di settembre ha organizzato (con la presenza dei sindaci, del presidente Claudio Cortella e dei membri del Direttivo Michele Poletti ed Andrea Amistadi) un tour de force di incontri in tutti i Comuni con la partecipazione di rappresentanti della Provincia (il vicepresidente Mario Tonina, sempre presente, e di volta in volta dei funzionari del dipartimento energia) per illustrare le occasioni di investimento per la popolazione.

I bandi. Partiamo dal bando dell’energia, che in tempi in cui il costo del gas e dell’energia elettrica è salito alle stelle è di particolare attualità. Non a caso è il settore su cui stanno scommettendo i Bim trentini, grazie alla regia della Provincia, come ha sempre sottolineato il vicepresidente Tonina.

Ampio lo spettro degli impianti ammessi a contributo: i collettori termici solari (pannelli solari), gli impianti fotovoltaici, le batterie di accumulo per il fotovoltaico, le caldaie a condensazione e

Una politica seria e responsabile non deve orientare proposte e promesse basate sui risultati di sondaggi per accattivarsi gli elettori e accrescere il consenso per poter ottenere un seggio. Il politico deve lottare per ciò di cui è convinto che sia utile per il bene della comunità. È certamente doveroso ascoltare e conoscere le esigenze dei cittadini, ma il politico non deve dare ragione a chiunque chieda qualcosa e promettere di dare soddisfazione alle richieste qualora venga eletto. Comportarsi in tale maniera significa praticare un populismo deleterio per la società e degradante nei confronti della nobiltà della politica in un sistema democratico. Il politico non deve comportarsi come un notaio, il quale dà corso alla volontà di un cittadino qualunque essa sia, purché posta nel binario della legalità.

Come la certezza del diritto fa parte di un sistema di libertà e la demo-

Il politico non deve comportarsi da notaio

luta tenga presente delle istanze delle minoranze perché la democrazia non significa solo potere dei centouno sui cento.

crazia, la certezza della coerenza fra quello che si dice e ciò che si fa deve essere un imperativo della politica. Tale doveroso comportamento favorisce nei cittadini la fiducia nella politica stessa anche se talvolta possono essere scontenti del fatto che le aspirazioni non sono state soddisfatte come ci si aspettava.

Una politica responsabile deve sempre penare quello che dice, e solo in casi particolari è consentito

–nell’interesse della comunità – di rimandare il dire quello che si pensa. La politica seria e nobile non si esaurisce nella lotta per il potere, ma consiste essenzialmente nell’uso della stessa viene fatto ossia dei provvedimenti politici che si vogliono promuovere e realizzare nel detenere il potere. Una volta ottenuto il potere è certamente necessario confrontarsi con la realtà della società e dei rapporti fra forze

politiche.

Essenziale è che, anche se nel corso di una legislatura dovessero crearsi condizioni che non consentono di dar corso a ciò che è stato promesso perché vi sono ostacoli insuperabili, è necessario che qualsiasi decisione alternativa venga sostenuta sulla base di valori e principi di riferimento ai quali è stato chiesto il consenso elettorale. È anche necessario che una maggioranza asso-

Per rapporto al soddisfacimento delle esigenze dei cittadini si ribadisce l’imperativo di utilizzare in primo luogo il potere politico per creare le condizioni affinché una persona possa soddisfare in primo luogo i propri sogni utilizzando proprie forze e risorse, aprendo i canali delle finanze pubbliche per aiutare chi si trova veramente nelle condizioni di soddisfare adeguatamente i propri bisogni.

Le finanze pubbliche non sono alimentate solamente da contribuenti facoltosi, ma anche da persone o famiglie che per rispettare il loro dovere di contribuenti devono fare molti sacrifici. Sarebbe pertanto ingiusto, oltre che non etico e immorale, elargire soldi pubblici a chi ha la facoltà - o ai quali viene offerta la possibilità - di soddisfare autonomamente i propri bisogni.

i generatori di calore a biomassa, le pompe di calore, gli impianti di ventilazione con recuperatore, le colonnine domestiche di ricarica dei veicoli elettrici.

Parliamo degli importi concessi. Ogni tipologia di intervento ammesso prevede criteri per la determinazione del contributo. Una cosa è certa: l’ammontare massimo del contributo non potrà essere in ogni caso superiore al 90% della spesa sostenuta ed ammessa. Il contributo assegnabile alle domande in caso di cumulo di più interventi non potrà superare il limite massimo di 7.000 euro. Il

termine ultimo per presentare le domande è fissato per le ore 12 del 14 ottobre prossimo.

Agricoltura e paesaggio. E’ un bando atteso da tempo dagli operatori. Anche perché l’agricoltura e la montagna sono temi tradizionali di intervento del Bim, che in molti anni ha dato una mano forte allo sviluppo. Le domande vanno presentate entro l’11 novembre, simbolica data che segna tradizionalmente la fine della stagione agricola con conseguente Festa del Ringraziamento. Cosa prevede il bando? Realizzazione di impianti per la

coltivazione di piccoli frutti, vite, noce, ciliegio, alberi da frutto ad alto fusto e/o arbustive, realizzazione di prato stabile e arativo. Queste le categorie ammesse a contributo. Gli importi ammissibili vanno da un minimo di 3.000 ad un massimo di 15.000 euro a metro quadrato. La novità di quest’anno è l’apertura ai Consorzi di miglioramento fondiario con una filosofia: l’incentivo a recuperare terreni incolti. Terzo ed ultimo, ma non ultimo, bando, rivolto a studenti che frequentano un corso di laurea presso una università o altro istituto rilasciante ti-

tolo di studio equiparato. E’ una forma di aiuto per chi viene da una zona svantaggiata come la nostra. Come per tutti i bandi, ci si può iscrivere online sul sito del Consorzio, www.bimchiese.tn.it, nella sezione bandi, oppure si può spedire la domanda tramite pec. Gli importi concessi per gli studenti vanno da 300 euro a 2.000 euro in relazione all’attestazione ISEE. Il termine per la presentazione della domanda scadeva il 31 agosto.

Venendo ai premi di laurea, il bando era rivolto ai laureati che hanno conseguito il

titolo nell’anno accademico 2020-2021. Gli importi: 800 euro per le lauree triennali conclusive, 1.000 per le lauree magistrali e 1.200 per i dottorati. Nel caso di conseguimento della lode gli importi vengono aumentati del 25%.

Negli incontri, tenuti tutti alle 18, si è registrata una buona partecipazione, con abbondanza di domande, soprattutto per i primi due bandi, considerando che quello delle borse di studio e delle lauree era scaduto a fine agosto, e soprattutto a causa dell’estrema attualità dei bandi agricoltura ed energia. Da sottolineare per quest’ultimo la partecipazione dei funzionari della Provincia, che hanno illustrato un altro argomento caldo: l’introduzione delle Comunità energetiche rinnovabili, sempre nella logica del risparmio in un tempo in cui fra speculazioni e guerra rischiamo di dover pagare caro il nostro benessere.

PAG . 13OTTOBRE 2022Riflessioni
Chiese, bandi per seicentomila euro Energia, Agricoltura e Paesaggio, e Studenti. Tutti i dettagli dei bandi promossi dal Consorzio che raggruppa i Comuni della valle (Bondone, Borgo Chiese, Castel Condino, Pieve di Bono-Prezzo, Sella Giudicarie, Storo e Valdaone, oltre a Ledro)
Bim del

Tentiamo una analisi veloce dei risultati elettorali in provincia di Trento: il centro destra vince sull’onda del successo registrato a livello nazionale. All’interno di questa vittoria c’è però un dato che merita una riflessione attenta: la Lega passa dal 27,09 delle elezioni provinciali del 2018 a circa il 10 per cento. In compenso Fratelli d’Italia passa dall’1,4 del 2018 a circa il 25 per cento di oggi. Sono due dati che fanno comunque impressione: un partito – FDI – che in 4 anni fa un balzo enorme e un altro partito – la Lega – che perde ben 17 punti. Qui non c’è lo spazio per un’analisi approfondita però vien da chiedersi: la stangata è per la Lega o per Fugatti? Probabilmente per entrambi. Per la Lega trentina è venuto a mancare il vento favorevole che Salvini portava nel 2018 e quindi pare inevitabile una ripercussione negativa. Però il risultato negativo potrebbe suonare anche come un primo giudizio dei trentini sull’operato di Fugatti in questi quattro anni. Non è qui il caso di entrare nel merito ovvero di tentare un’analisi dell’operato di Fugatti. Sicuramente non ha aiutato Fugatti l’atteggiamento rancoroso che ha dimostrato in questi

Un campanello d’allarme per Fugatti

di Ettore Zampiccoli

mesi verso Fratelli d’Italia. Non solo non ha preso in considerazione l’ipotesi di un rimpasto di giunta, nel momento in cui Fratelli d’Italia ha schierato tre suoi consiglieri, ma si è rifiutato persino di incontrare il nuovo coordinatore regionale di Forza Italia, Alessandro Urzì, che inutilmente da un anno ha chiesto un colloquio. Così almeno ha scritto Urzì in un suo post su Facebook.

Ora che Fratelli d’Italia ha il 25 per cento pensiamo

che Fugatti sarà, volente o volente, costretto a cambiare stile. Al di là di questo pensiamo che dovrebbe meditare sul risultato e sui motivi di insoddisfazione che i trentini hanno dimostrato, togliendogli in un colpo solo ben 17 punti. Un momento di riflessione, come dicevamo i democristiani quando prendevano una batosta.

Una domanda che viene spontanea: ma con un dieci per cento la Lega potrà pretendere il prossimo anno la

riconferma di Fugatti come candidato presidente o dovrà passare la palla ad altri? E’ ben vero che in queste ora abbiamo sentito dichiarazioni signorili di Fratelli d’Italia che quasi giurano che per loro importante è la tenuta della maggioranza e escludono ribaltoni. D’altro canto occorre anche ricono-

scere che oggi come oggi all’interno del centro destra non si vedono personaggi che abbiamo l’imprinting per ergersi a possibili sostituti di Fugatti. Però un anno, quello che ci separa dal 2018, è lungo e magari qualche sorpresa potrebbe riservarla. Magari ci potrebbe essere qualche altro

partito dell’attuale maggioranza che tira fuori dal cilindro un nuovo, autorevole candidato. Non a caso in ambienti politici vicini a FDI e all’Udc già in questi giorni non si esclude che Fugatti per il 2018 possa essere sostituito. In politica mai dire mai e quindi aspettiamo.

“Re della Valle di Daone”. Credo non ci sia titolo onorifico più degno di questo, da attribuire al cavalier Pierino Mantovani.

Pierino è lassù in Valle di Daone dal 1956, da quando il parroco don Giuseppe Pellegrini lo chiama a fare il barista nei suoi due spacci delle Acli, per le migliaia di operai occupati nei grandi lavori delle dighe.

Per scrivere di Pierino ci vorrebbe un libro intero. Classe 1931, nasce a Bondone, il paese dei carbonai, l’amato paese a cui dedicherà il suo libro ”Ricordi di un carboner”, grazie al contributo dell’amico fraterno, il maestro, storico e pubblicista Mario Antolini “Muson”.

Fino a circa vent’anni la sua vita è quella del carbonaio, in montagna con i genitori Andrea ed Enrichetta, i fratelli Zelindo, Giovanni e le sorelle Silvia, Luisa e Onorina.

Quel lavoro gli sta stretto ed ecco che apre a Bondone un piccolo negozio di frutta e verdura “Al Bregn”.

Tempi poveri e di poco lavoro, ma ecco che don Giuseppe Pellegrini vede in Pierino un giovane volenteroso e affidabile; così lo porta con sé in Valle di

Daone a fare il barista, dove rimarrà fino ad ora, fino a pochi giorni dalla sua dipartita.

Verso il 1960 i lavori in Valle di Daone terminano e Pierino si trasforma in ristoratore aprendo lì vicino alla grande diga il “Ristorante da Pierino”.

La valle velocemente si sta sviluppando nella sua forma turistica e Pierino coadiuvato dalla moglie Lucia diventa punto di riferimento per chi si reca lassù: da Pierino si trova cordialità, semplicità dei modi… Si sta bene.

In inverno, naturalmente, Pierino ritorna nella sua natia Bondone ed ecco che si improvvisa tassista. È con la sua mitica seicento multipla (la mono volume di quegli anni) che trasporta tutti e di tutto.

L’asilo, per i due paesi di Bondone e Baitoni è unico e Pierino trasporta per anni prima dell’arrivo dei pulmini, i bambini di Baitoni fino lassù, a Bondone.

I tempi cambiano arrivano le macchine ed ecco Pierino che cessata l’attività invernale di tassista, da bravo cuoco quale è, va a fare “le stagioni” nei ristoranti della Rendena.

Lo si vedrà negli anni ‘90 come gestore invernale del ristorante “Le Sole” sui monti di Tione.

A completamento della sua vita imprenditoriale apre il bar “Alla diga” gestito per parecchi anni dalla sorella Luisa.

La sua opera finale (anni duemila) è la costruzione dello splendido garni, gestito dalla figlia Silvia, proprio in fronte alla diga di Bissina.

Pierino è un vulcano di iniziative rinomatissime, le sue oltre quaranta edizioni della “Mostra Micologica”, grazie alla collaborazione del gruppo micologico “don Giovanni Corradi”, tenute presso il suo ristorante con esperti rinomati provenienti da varie parti di Italia.

Pierino che ha solo la licen-

za elementare si trasforma anche in scrittore.

Vuol talmente bene al suo paese e ai suoi carbonai che esce negli anni ‘90 il libro “Ricordi di un Carboner”

Il grande successo lo ottiene con il libro scritto in collaborazione con Alessandro Togni, grafico e critico di arte, con studio a Tione, dal titolo “Valle di Daone, o delle sorgenti nel giardino dei ginepri”: di cui sono state prodotte ben tre edizioni, la prima nel 1994.

Pierino è diventato anche la memoria storica dei grandi lavori idroelettrici in Valle

di Daone, li ha vissuti appieno e nei suoi appassionati ricordi, nei suoi tanti passaggi televisivi, mette il cuore di chi ha visto gli oltre 5000 mila operai lavorare indefessamente, quegli operai che nelle ventiquattro ore facevano anche due turni pur di sfamare le loro famiglie. Ha fatto loro da fratello aiutandoli in tutte le loro necessità.

Negli anni sono saliti alla diga di Bissina personalità di ogni genere, tutti sempre accolti da Pierino con cordialità e calore, pronto a rispondere ad ogni loro do-

manda.

Tanti anche gli ex parroci di Bondone, a cui era molto legato, saliti lassù per la celebrazione della Santa Messa in occasione della sua festa del carbonaio che teneva ogni anno.

Padre Pietro Oliana legato da profonda amicizia a Pierino è salito lassù fino alla sua morte.

Pierino lascia la moglie Lucia (sposata nel 1966 al santuario di Pinè dall’amico don Mansueto Bolognani, “El pret dei Carboner”) e i figli Andrea e Silvia A Pierino, nei primi anni del duemila è stato conferito il titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana; conferimento meritatissimo.

L’addio a Pierino è avvenuto a Bondone nel pomeriggio di lunedì 26 settembre 2022.

Centinaia di persone giunte dalla Valle del Chiese e non solo, si sono strette attorno alla famiglia nella santa messa presieduta da don Andrea Fava e concelebrata da don Luigi Mezzi, don Michele Canestrini e dal salesiano don Paolo Bolognani.

Ciao Pierino, uomo semplice, cordiale e generoso. Ciao Pierino da “Carboner... a Cavalier”!

PAG. 14 OTTOBRE 2022 Porto Franco
I risultati delle elezioni hanno risvolti anche sugli equilibri provinciali, Fratelli d’Italia ora si fa sentire anche con Fugatti dopo il tracollo leghista
Ciao Pierino, Re della Valle
Daone Piero Mantovani, titolare dello storico “Ristorante da Pierino”, era in Valle di Daone dal 1956. di Gianpaolo Capelli
di

Lo stato dell’Unione

Dal 2010 chi detiene la presidenza della commissione europea presenta a metà settembre al Parlamento europeo un rapporto sullo Stato dell’Unione europea. Una relazione con la quale si fanno valutazioni sul passato e si delineano prospettive per il futuro. Quest’anno il documento è stato presentato dalla presidente Ursula von der Leyen lo scorso 14 settembre in un clima di gravi difficoltà di varia natura che pesano sull’Europa come una cappa di piombo. Alla seduta del Parlamento era presente con atto molto simbolico la moglie del presidente dell’Ucraina, signora Olena Zelenska. La tragedia ucraina ha occupato - e non poteva essere altrimenti - la parte iniziale dell’intervento durante il quale è stata messa in evidenza l’unità che vi è stata fra gli Stati dell’Unione nel reagire all’invasione del Paese da parte della Russia di Putin ed è stata confermata la forte determinazione nel continuare a contrastare con ogni mezzo possibile “una guerra contro la nostra energia, la nostra economia, i nostri valori e il nostro futuro”.

L’Unione europea desidera perseguire l’obiettivo di portare l’Ucraina nella comune casa delle democrazie europee agevolando in ogni modo le possibilità di collaborazione e collegamento, compresa l’inclusione dell’Ucraina nello spazio europeo del roaming gratuito.

Lo scorso anno il gas russo rappresentava il 40% delle importazioni di gas nei paesi dell’Unione europea e oggi la percentuale è scesa al 9% per il gas via gasdotto; impegno su questo fronte continuerà senza sosta.

La presidente ha peraltro ricordato come sia necessario essere più preveggenti di fronte alle crisi, richiamando al riguardo la mancanza di una vera risposta alla crisi petrolifera di inizio degli anni Settanta. In merito è stato ricordato l’esempio della Danimarca la quale con un eccezionale sforzo finanziario ha portato il paese a essere quasi autonomo in termini di energia con numerosi impianti eolici. Nel campo energetico è stato ricordato l’impegno della commissione per la creazione di una nuova Banca europea dell’idrogeno con il raddoppio degli impegni finanziari comunitari nell’anno prossimo. Non poteva mancare evidentemente nel rapporto della presidente il riferimento al massiccio finanziamento europeo attraverso il programma “Next Generation EU” attuato nei vari paesi con il PNRR, ritenendo che gli Stati membri dovrebbero disporre di una maggiore flessibilità nel loro percorso di riduzione del debito. Un nuovo pacchetto di interventi per le piccole medie imprese aiuterà un comparto che costituisce colonna vertebrale dell’economia europea.

Forte è stato il richiamo alla necessità di arricchire

di competenze tutti i tessuti economici, culturali e sociali dell’Unione europea, attirando forze creative. Al riguardo ha proposto che il 2023 diventi “Anno europeo delle competenze”, puntando molto sulla formazione continua.

Forte preoccupazione è stata espressa in particolare il riferimento all’approvvigionamento di materie prime: nella previsione che la sola domanda di terre rare (importante gruppo di elementi chimici) sarà quintuplicato entro il 2030, ha espresso la determinazione della Commissione europea nel favorire il reperimento di elementi di assoluta necessità per le nuove tecnologie e nello sforzo nel sostenere il “Green Deal europeo”.

La Commissione europea continuerà in termini forte-

mente rafforzati la costruzione di una rete di rapporti istituzionali e fra attori della società civile a livello mondiale per favorire lo sviluppo sostenibile in un

contesto di democrazia e solidarietà. E proprio solidarietà e democrazia sono stati principi e valori nei quali la Presidente ha collocato l’intera

struttura del suo rapporto. Una solidarietà che dovrà essere portata avanti sulla scia di quanto auspicato dai padri fondatori dell’Unione europea. Una democrazia che sta per essere sempre più minacciata dal crescente affermarsi di preoccupanti autocrazie. “Se tuteliamo la nostra economia - ha sottolineato von der Leyen - non dovremmo fare altrettanto con i nostri valori?” La risposta a tale interrogativo è stata precisa: “Presenteremo un pacchetto per la difesa della democrazia, per individuare influenze straniere occulte e finanziamenti sospetti. Non permetteremo a nessuno Stato autocratico di ingannarci per attaccare le nostre democrazie dall’interno”.

Un pacchetto che dovrà contenere anche l’impegno di noi tutti, anche solo per portare un granello di sabbia alla costruzione di una barriera ideale che impedisca l’avanzata di chi vuole annientare il nostro insopprimibile desiderio di vivere in libertà nella democrazia.

PAG . 15OTTOBRE 2022Europa
commissione europea continuerà in termini fortemente rafforzati la costruzione di una rete di rapporti istituzionali e fra attori della società civile a livello mondiale per favorire lo sviluppo sostenibile in un contesto di democrazia e solidarietà.
di Paolo Magagnotti
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PAG. 16 OTTOBRE 2022
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Attualità

C’è una casa per gli anziani di Roncone. Ma c’è ancora? Certamente sì, e si vede. Ma ultimamente

il Comune di Sella Giudicarie ha stipulato un accordo con l’Azienda pubblica di servizio alla persona (insomma, la casa di riposo) Padre Oddone Nicolini di Strada per la gestione. Allora qualcuno nel paesone dell’alto Chiese si preoccupa: “Vuoi vedere che lo spirito con cui la casa era nata viene svilito? Vuoi vedere che non ospiterà più nessuno di Roncone?”.

E’ così? Partiamo dall’inizio con una domanda: perché ristrutturare un vecchio edificio per trasformarlo in casa di assistenza per anziani? Nelle Giudicarie c’era un esempio: la casa di assistenza aperta di San Lorenzo in Banale, gestita da una Cooperativa con a capo Apollonia Baldessari, esempio di volontaria senza pari.

Fine anni Novanta: l’Amministrazione comunale di Roncone decise di fare il passo della ristrutturazione della casa per dare un domicilio ad alcune persone che per età o per problemi avessero dovuto abbandonare la propria abitazione, ma avrebbero potuto rimanere in paese.

Operazione compiuta, con finanziamento della Provincia, che credette nel progetto. Ricorda l’ex sindaco Adelino Amistadi che “si faceva pagare poco grazie ai proventi della centrale elettrica del paese voluta dal sindaco Costantini, il quale, prima di morire, mi raccomandava di mantenere in piedi la casa anziani proprio con i soldi della centrale”.

Ci tiene Amistadi a ricordare che “l’edificio è in uno dei più bei posti di Roncone, con un anfiteatro esterno, esposta al sole. Ci premeva pensarla con la sala del circolo per anziani, il museo etnografico. A dire la verità, avevo pensato che con la fusione di Roncone con Lardaro, Bondo e Breguzzo, il giro si sarebbe allargato. Invece, evidentemente, i tempi cambiano e si complicano”.

PARLA FRANCO

BAZZOLI

Il sindaco di Sella Giudicarie, Franco Bazzoli, ci tiene a dare delle spiegazioni. “Attenzione, perché questo è un progetto partito ancora nella nostra prima consiliatura, nel 2016, quando abbiamo avviato un percorso con il Servizio sociale della Comunità di Valle e la casa di riposo di Strada. E’ un percorso cui hanno collaborato la vicesindaca Susan Molinari, il presidente ed il direttore della Apsp di Strada, Michele Bazzoli e Giovanni Antolini, nel quale si è cercato di analizzare tutte le problematiche inerenti alla necessità di dare un servizio ai nostri cittadini. Perché abbiamo pensato ad un progetto simile? Perché obiettivamente esistono delle difficoltà per un Comune a gestire in proprio un servizio impegnativo come questo. Il

Novità alla casa per anziani di Roncone

che si liberino posti a Strada. Non dimentico che il Covid ci ha messo sotto pressione ulteriormente. La casa rimane attrattiva anche perché mantiene all’interno il museo etnografico, gli uffici, la sala per le riunioni del gruppo anziani e gli spazi per il ritrovo delle associazioni”.

Comune non ha né le capacità, né le competenze, né le deleghe”.

Alla fine del percorso si è raggiunto un accordo. Quali i punti principali? “Il Comune ha dato la casa in comodato gratuito alla Apsp, la quale si incarica di gestire il progetto denominato ‘Abitare accompagnato per anziani’, seguito direttamente dalla casa di riposo insieme al Servizio della Comunità di Valle”. Dato che c’è, il sindaco osserva che “la ristrutturazione della vecchia casa di Roncone è avvenuta con il contributo per il recupero degli insediamenti storici; e poi l’allora Amministrazione comunale di Roncone ha destinato l’edificio come centro di assistenza. Già allora la Provincia, destinando il contributo, aveva fatto presente che il Comune da solo avrebbe fatto fatica, tant’è che fu data delega alla Comunità per la gestione”. Parliamo di una residenza per autosufficienti... “In effetti – chiosa Bazzoli – viviamo un problema: le persone autosufficienti si spostano difficilmente dalla loro casa per andare in un’altra residenza. E quando scoppiano i problemi per cui una persona diventa non autosufficiente non può stare in una residenza senza assistenza, senza guardiania, senza attività di supporto. I numeri sono lì a dimostrarlo. Dai calcoli fatti, dal 2005 al 2015 le persone di Roncone che hanno abitato nella casa per un periodo di nove mesi ammontano al 3,9%, mentre per tutta Sella Giudicarie sono il 3,3. Difficile tenere in piedi una simile struttura con questi numeri. Ora, con il catalogo di Spazio Argento, le cose sono destinate a cambiare. Assieme alla casa di riposo di Pieve di Bono possiamo ampliare i servizi per le nostre comunità. Fra l’altro il Comune di Roncone prima, di Sella oggi, fa parte del Consiglio di Amministrazione della casa di Strada quale ente fondatore, per cui non è stato difficile trovare un’intesa”. Obiettivi? “Migliorare il servizio di assistenza sanitaria, di cui oggi la nostra casa è sprovvista”. Nella sostanza, chi viene portato a Roncone? Autosufficienti o non auto-

sufficienti? “Sempre autosufficienti, come nello spirito iniziale, ma con assistenza, con un controllo continuo da parte dell’Apsp e con strutture di supporto. Può avere un ruolo di supporto in attesa

Quindi nessun timore che la casa scompaia. “L’’obiettivo - tiene a sottolineare Franco Bazzoli – non era di sbolognare qualcosa, ma di offrire un servizio migliore rispetto a quello elargito finora”.

PAG . 17OTTOBRE 2022
Il Comune di Sella Giudicarie ha stipulato un accordo con l’Azienda pubblica di servizio alla persona Padre Oddone Nicolini di Strada per la gestione. SCONTO FINO A 40€ SE ACQUISTI MAK LOAD 5/ LOAD 6 ice black gloss black silver Load 5 15” 16” 17” Load 6 - 16” MAK ZENITH hyper silver / matt black 14” 15” 16” 17” 18” 19” MAK HIGHLANDS / KÖLN black mirror matt black / silver 16” 17” 18” 19” 20” 21” MAK ARROW / ARROW-D black mirr. /gl. bl. mir. ring m-titan 17” 18” 19” 20” 21” MAK DAVINCI black mirror gloss black light titan 16” 17” 18” 19’’ MAK QVATTRO black mirror / gloss black m-titan 18” 19” 20” 21” SCEGLI L’ABBINAMENTO PERFETTO PER L’ AUTUNNO/INVERNO 2022/2023 MAK LARIO black mirror / gun met. mirr. / gloss black 17’’ 18” 19” 20” 17 18 19 20 21 MAK MAGMA black mirr. / matt titan 15’’ 16’’ 17” 18” MAK MARK / MARK-D black mirror gun met. mirr. gl. bl. 17” 18” 19’’ 20’’ MAK KASSEL bl. mir. bl. & br. / gl. bl. light titan 17’’ 18” 19” 20” Se acquisti 4 pneumatici MICHELIN vettura, SUV o trasporto leggero delle gamme estate, all season o inverno, avrai diritto ad uno sconto su un’ampia serie di prodotti e servizi di manutenzione auto (ad esclusio ne di acquisto, montaggio e smontaggio pneumatici): 40€ se il diametro è 16”, 70€ se il diametro è 17”, 80€ se il diametro è 18”, 100€ se il diametro è pari o superiore a 19”. Potrai fruire dello sconto contestualmen te all’acquisto degli pneumatici o in una data successiva, entro il 15 marzo 2023. Il buono non sarà frazionabile. Regolamento su www.euromaster-pneumatici.it. PROMOZIONE VALIDA DAL 1 OTTOBRE AL 30 NOVEMBRE 2022. Rilascio certificazione per OMOLOGAZIONE RUOTE MAGGIORATE PRENOTA IL TUO APPUNTAMENTO: Tel. 0465 621962 WhatsApp Business info@mazzacchigomme.it Se acquisti 4 pneumatici BFGOODRICH vettura, SUV o trasporto leggero delle gamme estate, all season o inverno, avrai diritto ad uno sconto su un’ampia serie di prodotti e servizi di manutenzione auto (ad esclusione di acquisto, montaggio e smontaggio pneumatici): 20€ se il diametro è 14”/15”/16”, 30€ se il diametro è 17”, 40€ se il diametro è pari o superiore a 18”. Potrai fruire dello sconto contestualmen te all’acquisto degli pneumatici o in una data successiva, entro il 15 marzo 2023. Il buono non sarà frazionabile.. Regolamento su www.euromaster-pneumatici.it. PROMOZIONE VALIDA DAL 1 OTTOBRE AL 30 NOVEMBRE 2022. Te l . 0 4 6 5 6 2 1 9 6 2 W h a t s A p p B u s i n e s s SERVIZI PER PNEUMATICI E MANUTENZIONE VEICOLI ARRIVA LA STAGIONE INVERNALE! MAZZACCHI GOMME CONDINO - BORGO CHIESE TN Tel. 0465 621962 - info@mazzacchigomme.it CAMBIO PNEUMATICI ESTIVI INVERNALIPERIODO PER IL CAMBIO 15 OTTOBRE 15 NOVEMBRE SCONTO FINO A 100€ SE ACQUISTI Giuliano Beltrami

Dal Covid al Vaiolo delle scimmie

“Si definisce Zoonosi ogni infezione animale trasmissibile agli esseri umani. Non tutte le malattie emergenti sono Zoonosi ma la maggior parte si. D’altronde da dove potrebbe saltar fuori un patogeno, se non da un altro organismo ?” Così scriveva David Quammen nel 2012, l’autore di Spillover. L’idea che un virus sconosciuto potesse passare da un animale selvatico alla specie umana, acquisendo la capacità di trasmettersi da uomo a uomo, causando una pandemia globale, sembrava in passato alla maggior parte della gente una possibilità remota. Non siamo ancora fuori dalla pandemia da SARS CoV 2 (Covid19), anche se per opportunità politica Biden ha annunciato “pandemic over”, subito smentito dal Washington Post che ha ribadito “ no president Biden, the pandemic is not over, no presidente non siamo proprio fuori dalla pandemia“; che già purtroppo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il 23 luglio 2022 ha dichiarato che il Vaiolo delle Scimmie (monkeypox) è un’emergenza di salute pubblica internazionale. Il vaiolo delle scimmie è appunto un’infezione virale trasmessa dagli animali all’uomo da un virus chiamato “monkeypox virus”, appartenente alla stessa famiglia del virus del vaiolo. In Africa l’infezione è nota e presente da molto tempo. La sua prima scoperta risale agli anni 50

Una storia lunga nel tempo, che ha segnato delle vittorie importanti ad iniziare dagli anni ‘70. In Italia vi sono 834.200 donne con tumore del seno. A 5 anni è vivo e/o è guarito l’88%. E questo grazie ai progressi diagnostico-terapeutici. Nel 1882 William Halsted, un chirurgo americano, realizza la prima operazione del tumore del seno. Intervento molto invasivo : asportazione di tutta la ghiandola mammaria e della muscolatura della parete toracica. Bisogna aspettare il1971 perché venga proposta la mastectomia radicale che prevedeva il risparmio dei muscoli della parete toracica. Nel 1975 Gianni Bonadonna (INT-Mi) introduce la chemioterapia adiuvante con il compito di distruggere le eventuali cellule migrate fuori dal seno (“i buoi potrebbero essere usciti fuori dalla stalla”) sono parole sue. I risultati : il rischio di riammalarsi diminuisce nelle donne che fanno la chemioterapia. Nel 1981 Umberto Veronesi

In Africa l’infezione è nota e presente da molto tempo. La sua prima scoperta risale agli anni 50 del secolo scorso e la prima infezione trasmessa all’uomo fu identificata e documentata negli anni ‘70.

del secolo scorso e la prima infezione trasmessa all’uomo fu identificata e documentata negli anni ‘70. Possiamo affermare che nelle regioni dell’Africa centrale l’infezione è endemica, cioè è costantemente presente negli abitanti del posto. Come sempre succede in questi casi prima o poi l’infezione si espande e non resta localizzata, infatti la prima comparsa nel mondo occidentale è del 2003 negli USA in seguito all’importazione di animali infetti. Fino al 2021 i casi segnalati erano molto pochi. L’esplosione è avvenuta nel 2022 quando si è avuta la comparsa di persone infette anche anche in molti altri stati al di fuori dell’Africa fra cui l’Europa. Come si manifesta? I sintomi possono essere anche molto lievi, come segnalato in alcuni paesi occidentali. Di solito compare febbre, stanchezza, mal di testa, linfonodi che si ingrossano, dolori muscolari generalizzati e dopo tre quattro giorni si ha

una eruzione cutanea caratteristica che è quella che denuncia la presenza della malattia. L’eruzione cutanea tipica si manifesta con vescicole, che si infettano e successivamente diventano crostose. Sono segnalate anche delle varianti specie in occidente; infatti le vescicole possono essere anche molto scarse e limitate alle sole aree genitali e peri-anali e precedere i sintomi generali. Di solito le lesioni cutanee si localizzano a tutto il corpo. Ci si contagia col contatto diretto con animali infetti e la trasmissione da uomo a uomo avviene sempre per “contatto stretto” da persona a persona. Bisogna ricordarsi che il virus è presente nelle lesioni cutanee e che la trasmissione avviene col contatto pelle a pelle, ma anche, non è escluso, con gli oggetti che il soggetto infetto può aver toccato. Per questo è fondamentale isolarsi completamente una volta che siano comparse le manifestazioni cutanee. Non è nemme-

no chiaro per quanto tempo si resta infetti, di solito si presume che ci si può considerare guariti quando non vi sono più sintomi e le croste lasciano il posto a nuova pelle sana. Viene segnalata dalle autorità competenti una prevalenza di infezioni fra soggetti maschi che praticano sesso con altri uomini, forse perché è molto frequente la localizzazione delle vescicole a livello perianale. In Italia sono segnalati circa 650 casi, di cui quasi 200 collegati a viaggi all’estero, per la maggior parte uomini solo dieci donne. Le regioni di appartenenza Lombardia, Veneto, Lazio, Emilia e Romagna; nessun caso in Umbria, Molise, Lucania, Calabria e Valle D’Aosta. La malattia non dura a lungo, di solito nel giro di tre quattro settimane i sintomi come la febbre, i dolori muscolari o la stanchezza scompaiono, come pure le vescicole che si trasformano in croste e cascano lasciando la pelle integra. Le complicanze

gravi si hanno nei bambini e nelle persone immunodepresse. Va ribadito che vanno evitati i contatti stretti con persone o animali e che l’igiene personale deve essere la più attenta possibile. Non vi sono cure particolari, si usano gli antidolorifici e gli antipiretici per i dolori e la febbre. Nelle persone vaccinate contro il vaiolo esiste una protezione crociata; come è noto la vaccinazione contro il vaiolo in Italia è stata sospesa nel 1977 e abrogata nel 1981 a seguito di una campagna vaccinale mondiale che ha praticamente eradicato il vaiolo. Il problema si pone per i non vaccinati contro il vaiolo. Comunque non è al momento raccomandata una campagna vaccinale di popolazione. Il direttore dell’OMS Ghebreyesus ha dichiarato che “la vaccinazione mirata è consigliata per chi ha avuto contatti stretti con chi ha contratto il vaiolo delle scimmie e per le fasce di popolazione ad alto rischio come

operatori sanitari, tecnici di laboratorio e immunodepressi. Il Ministero della Sanità ha emanato una circolare nel mese di agosto u. s. dove vengono riportate le indicazioni vaccinali che riguardano solo le persone a rischio. Esiste un vaccino disponibile in EU approvato dall’EMA e dall’AIFA, nome commerciale Jynneos/Imvanex che contiene una forma attenuata del virus vaccinico vivo Ankara modificato e che appartiene alla stessa famiglia del virus del vaiolo. Si consigliano due dosi a distanza di 28 giorni una dall’altra. Per i vaccinati contro il vaiolo consigliabile una sola dose di richiamo. La diagnosi è eminentemente clinica, esistono dei test diagnostici su materiale prelevato dalle lesioni cutanee ma non tutti i laboratori sono abilitati ad eseguirli. E’ bene attenersi alle regole emanate dal Ministero della Sanità e ricordarsi che in gravidanza può essere pericoloso, nei bambini può essere confuso con altre malattie esantematiche dell’infanzia tipo varicella, non c’è rischio maggior se si ha il Covid19, pazienti HIV positivi sono a maggior rischio e che TUTTI possono ammalarsi per contatto STRETTO di qualsiasi tipo con un soggetto affetto. E che non è contagioso come altre infezioni perché richiede il contatto STRETTO con persone o animali infetti.

Tumore della mammella,

importanti dalla ricerca

dimostra che nei tumori piccoli non è necessario rimuovere l’intera mammella. I risultati sono simili se si opera solo il tumore e si irradiava il resto della mammella. Nasce l’indicazione della Quadrantectomia. E’ una rivoluzione! Nel 1986 si scopre che i tumori della mammella si dividono in due grandi categorie: quelli ormono-sensibili e

quelli no. Inizia così l’era del Tamoxifene che riduce il rischio di ripresa di malattia in maniera considerevole. Negli anni 90, sempre il gruppo di Veronesi, sviluppa la tecnica del linfonodo Sentinella. Non era necessario svuotare tutta l’ascella se il primo linfonodo era negativo. Era presumibile che anche gli altri linfonodi fossero negativi. Nel1997

si scopre l’esistenza di un gene chiamato BRCA nelle cellule tumorali e che quando questo presenta delle mutazioni, il rischio di sviluppare tumori della mammella e delle ovaie aumenta. Nasce l’indicazione alla mastectomia profilattica. Alla fine del

secolo scorso si afferma il concetto di chemioterapia neo-adiuvante : la possibilità cioè di ridurre le dimensioni del tumore facendo la chemioterapia prima dell’intervento chirurgico. Il tumore si riduce e la chirurgia è meno invasiva. Dal 2000 in poi

si afferma la terapia con gli anticorpi monoclonali (Trastuzumab), a bersaglio molecolare (CDK inibitori) e si riesce perfino a determinare che se vi sono alcune varianti genetiche nel tessuto tumorale si può anche evitare di somministrare la chemioterapia. Le ultime risultanze scientifiche permettono di fare delle scelte terapeutiche che possono portare alla cronicizzazione della malattia nelle fasi metastatiche, con aumento molto significativo della sopravvivenza. Ma è chiaro, visto che siamo alle porte del mese Rosa (Ottobre), che la prevenzione è l’arma migliore: da un tumore piccolo si guarisce. ( G.A. )

PAG. 18 OTTOBRE 2022
Rubrica Salute
Ottobre è il Mese Rosa della Lilt, che ricorda, sostiene e ribadisce il valore della prevenzione nella cura del cancro al seno. Tante le iniziative di sensibilizzazione.
vittorie
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Il lupo è tornato a riprodursi in Giudicarie dopo che è scomparso dal Trentino a metà Ottocento. Dopo i numerosi avvistamenti e predazioni estive, ora anche le foto: sono sei i cuccioli del branco di Bleggio-Fiavè ripresi da Paolo Berasi lo scorso agosto in Val Marcia. Ce ne parlano Enrico Ferraro e Michele Rocca, Tecnici Faunistici dell’Associazione Cacciatori Trentini.

Per cominciare qualche informazione sugli esemplari

Si tratta della prima riproduzione del branco nelle zone tra Bleggio e Fiavé, si contano due adulti e sei cuccioli. La coppia alpha è l’unica che continuerà a riprodursi nei prossimi anni, alcuni dei cuccioli rimarranno come subadulti stabili, altri si sposteranno altrove.

Di più sul branco...

Sono unità familiari impegnate in difesa del territorio, caccia e allevamento della prole. Il branco occupa un’area stabile ed esclusiva – da 120 a 200 km2 di estensione sulle Alpi – che delimita con segnali sonori, ululati, e marcature odorose, escrementi ed urina in punti strategici. Conta generalmente 4-5 individui, numero variabile da 2 a 11 a seconda del periodo dell’anno. Tra gennaio e marzo la coppia alpha si accoppia e dà alla luce 4-8 cuccioli tra aprile e giugno. Ciechi e sordi in una tana, sono quasi completamente dipendenti per i primi due mesi. Bisogna attendere che sappiano spostarsi prima che in autunno possano ricevere lezioni di caccia. Crescono in dimensioni fino al primo anno di età, al secondo raggiungono la maturità sessuale. Possono quindi rimanere come “helper” e aiutare nell’allevamento delle nuove cucciolate del branco, o allontanarsi definitivamente. I giovani lupi “in dispersione” possono percorrere centinaia di chilometri alla ricerca di territori liberi da altri

Lupo, avvistati i primi cuccioli “giudicariesi”

lupi, per fermarsi e creare, una volta incontrato un individuo del sesso opposto, un nuovo branco.

Cosa mangiano?

Si va da diete basate quasi solo su ungulati selvatici, a diete che includono anche alimenti di origine antropica come bestiame, carcasse e rifiuti. Sugli Appenini, secondo alcuni lavori, il cinghiale è la principale preda dei lupi (49% della dieta), seguito dal capriolo (24%). Nella realtà alpina, le proporzioni tra specie di ungulati variano, rispecchiando in parte le loro densità sul territorio.

La specie del lupo Ordine dei Carnivori, famiglia dei Canidi: il lupo era in origine il mammifero con la più estesa distribuzione nel mondo, poi ristretta causa la persecuzione dell’uomo. Si è estinto in Messico, Stati Uniti, Giappone e in gran parte dell’Europa occidentale. Capace di adattarsi alle più varie condizioni ambientali - dai deserti alle fredde pianure della tundra, dalle foreste mediterranee a quelle boreali – si è differenziato in varie sottospecie per dimensioni corporee, peso, colorazione del mantello. In Trentino è considerato estinto

dalla seconda metà dell’Ottocento, l’ultimo abbattimento nell’arco alpino risale al 1929 in provincia di Belluno, mentre nell’Appenino centrale non si è mai estinto. A partire dal 1971, a seguito della protezione legale, è tornato a ripopolare la penisola, dagli anni 90 anche le Alpi.

Com’è quello presente da noi?

Il maschio adulto pesa in media tra i 25-35 kg - non supera i 45 kg – mentre la femmina leggermente meno; lunghezza dalla testa alla base della coda di 110-148 cm, altezza al garrese tra 50-70 cm. In Italia il lupo è grigio fulvo, con sfumature marrone-rossiccio nei periodi estivi. Presenta colorazioni scure tendenti al nero su dorso, coda, orecchie ed arti anteriori, mentre più chiare tendenti al crema su ventre e muso.

Dalle prime segnalazioni ad oggi, da avvistamenti e predazioni

Sono diverse le segnalazioni recuperate, ma in particolare fototrappolaggi, lo strumento più utile per recuperare informazioni relative al lupo, e in generale ai grandi carnivori. Sarà in inverno che con le tracce su neve sarà faci-

le recupere escrementi ed analizzare genetica degli esemplari, alimentazione ed eventuali predazioni.

Dicci di più sul monitoraggio

La gestione della specie, monitoraggio incluso, è in capo alla Provincia, attraverso gli agenti del Corpo forestale. L’associazione dei Cacciatori Trentini, come già con Life Ursus, collabora con il proprio personale dipendente, tecnici e guardiacaccia, e più in generale grazie alle osservazioni dei cacciatori.

Il branco di Bleggio Fiavé, cosa aspettarsi?

Il territorio di un branco è stabile, può variare per interazioni con branchi vicini. Non è il nostro caso: i branchi di Bondone e Baldo da un lato, Folgarida e Val di Sole dall’altra, sono troppo distanti. Nei prossimi anni ci si aspetta la formazione, da Ledro a Rendena, di nuovi gruppi fino a colonizzare tutte le aree attualmente disponibili.

Primo branco in Giudicarie, in realtà un ritorno. Cause dell’estinzione?

Il motivo principale è stato la persecuzione diretta dell’uomo, tra Bleggio Superiore e Val Marcia esisteva una “loera”, fossa scavata in cui cadevano i lupi per essere catturati ed uccisi: prima del 1971 i lupi potevano essere uccici e con qualsiasi mezzo che fosse tagliola, fucile o veleno. Altri fattori sono stati la minor estensione dei boschi e la minor disponibilità di prede selvatiche, si pensi solo a cervo o camoscio.

Oggi? La relazione con l’ecosistema locale Quelle di preda-predatore sono dinamiche difficili da comprendere. Lo sciacallo dorato, presente nella Torbierà di Fiavé, tende ad evitare il lupo, che lo caccia direttamente, si prevede che esemplari locali possano sparire o quasi. Il muflone è stato inserito e non è abituato a sopravvivere alla predazione del lupo, anche le colonie di questa specie rischiano la quasi scomparsa. Il caso degli ungulati selvatici è più complesso, si instaureranno nuovi equilibri, differenti per specie, ma non spariranno. Anche in

altri contesti all’estero, il capriolo risente maggiormente della predazione del lupo in caso di inverni nevosi, mentre il camoscio registra per lo più l’attuazione di nuovi comportamenti antipredatori; si starà a vedere per il cervo, ma non sembra servire un reale controllo sulla specie. Per approfondire queste dinamiche, per quantificare l’effetto della predazione sulle varie specie, l’Associazione Cacciatori Trentini si impegna da tempo in progetti di ricerca svolti in collaborazione con altre strutture.

Il Giornale delle Giudicarie

Presidente:

Coordinatore

Rocca

Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Denise Rocca

Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Achille Amistadi, Adelino Amistadi, Virginio Amistadi, Mario Antolini Musòn, Matilde Armani, Enzo Ballardini, Giuliano Beltrami, Dario Beltramolli, Giacomo Bonazza, Alberto Carli, Massimo Ceccherini Podio, Chiara Garroni, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Tiziano Salvaterra, Martina Sebastiani, Alessandro Togni, Ettore Zampiccoli, gli studenti dell’Istituto Guetti

Per la pubblicità 3356628973 - 338 9357093 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3286821545) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it

Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 4 ottobre 2022 da Athesia - Bolzano

Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

PAG. 20 OTTOBRE 2022 Ambiente
sei i piccoli del branco di Bleggio-Fiavè ripresi lo scorso agosto in Val Marcia. Si tratta della prima riproduzione del branco in queste zone. di Mar tina Sebastiani
mensile di informazione e approfondimento Anno 20 ottobre2022 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Tel: 0465 349020
Sono
Bottaro
Oreste
Direttore responsabile: Paolo Magagnotti
di Redazione: Denise
PAG . 21OTTOBRE 2022 Il fiume DAL GRUPPO UNIKA ORTISEI il maestro GIOVANNI DEMETZ Scuola del Legno di Praso Corsi 2022-23 CORSI TEMPO LIBERO CORSI SCUOLA DEL LEGNO In collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Valdaone SCONTO 10% perragazzi under 20 APS LA BUSIER fraz. Praso - Valdaone info@busier.it - www.busier.it � � SERATA INFORMATIVA per tutti gli interessati ai corsi Venerdì 28 ottobre 2022, ore 20:30 Via dei Forti, 3 - fraz. Praso - Valdaone ISCRIZIONI entro 28 ottobre 2022 I corsi sono a numero chiuso e l’iscrizione sarà registrata in base all’ordine di prenotazione. ISCRIZIONI Tel: 346 3236193 dalle 18:30 alle 21:00 Online: www.busier.it/corsi-2022-23/ LAVORIAMO IL LEGNO PER RAGAZZI BASSORILIEVO SCULTURA BASE AVANZATA WEEK-END SCULTURA AVANZATA PIROGRAFIA DEL LEGNO RESTAURO MOBILI L’ARTE DELLA GRIGLIACUCITO DECORIAMO LA PRIMAVERA DISEGNO MATITA E COLORE SCULTURE IN FIL DI FERRO E CARTA CERAMICA RAKU

Si allarga ogni anno di più il successo del progetto “Ci sto? Affare fatica!”, destinato ai giovani tra i 14 e i 19 anni che l’estate desiderano fare qualcosa di utile per la comunità ‘guadagnando’ un ‘buono fatica’ settimanale spendibile in alcuni esercizi commerciali del territorio. I partecipanti sono stati impegnati in svariate attività di cura del bene comune: dalla pulizia dei centri abitati e delle vie dei quartieri, alla manutenzione dei parchi gioco e delle fontane e moltissimo altro ancora. Una movimentazione a tutti i livelli che ha riempito di entusiasmo e significato l’estate di ragazzi e ragazze e che ha anche consentito loro di stringere nuove amicizie.

Il progetto investe su bisogni ed obiettivi trasversali. La dimensione intergenerazionale: investire sulla formazione degli adulti coinvolti, fornendo competenze nella rela-

“Ci sto? Affare fatica”, un progetto per i giovani

promossa in Giudicarie

zione con gli adolescenti e condividendo l’obiettivo prettamente educativo del progetto; individuare le attività di impegno secondo il criterio inderogabile di una presenza adulta stabile al fianco dei ragazzi coinvolti; creare un intreccio tra competenze creative giovanili (soprattutto in ambiente digitale) e abilità tradizionali artigianali da “maestri d’arte”. Il valore della fatica: individuare con le comunità adulte del territorio un’attività

prettamente manuale e che richieda l’acquisizione di alcune competenze (in diversi ambiti/settori); accompagnare la fatica dei ragazzi, dando loro tempi organizzativi e regole chiare. L’investimento educativo sul tempo estivo: informare i Servizi Sociali locali per programmare interventi ad hoc con i giovani in difficoltà, spesso acuite dal “vuoto” estivo; convogliare le energie progettuali delle amministrazioni in un grande

contenitore collettivo dove ciascun Comune/ contesto possa attivare le proprie risorse di comunità. La dimensione del gruppo: allestire contesti educativi dove al centro siano le relazioni tra pari, affiancate da giovani e adulti; organizzare attività importanti, che possano restituire alle ragazze/ i il riconoscimento della comunità; formare le gio-

vani generazioni al lavoro in team, con riconoscimenti e gratificazioni collettive. Non da ultimo la cura dei beni comuni: educare le giovani generazioni a un processo virtuoso di custodia del territorio, fornendo loro l’occasione di sentirsene responsabili; accompagnare le amministrazioni in un processo di parziale restituzione ai cittadini di

alcune responsabilità nella manutenzione di luoghi e strutture locali; stimolare le persone a sentirsi portatrici non solo di bisogni ma anche di capacità messe a disposizione della comunità per contribuire a migliorarla; avvicinare le giovani generazioni al patrimonio culturale e artistico locale, in una logica di cura e custodia al fianco della comunità adulta. In tutte le Giudicarie, lo sponsor principale è stata la Cassa Rurale, che ha finanziato circa un terzo del costo del progetto; nella Valle del Chiese all’istituto di credito cooperativo si è aggiunto il Bim del Chiese, e la Comunità delle Regole di Spinale e Manez ed ha visto l’adesione di numerosi Comuni tra i quali Bleggio Superiore, Borgo Chiese, Comano Terme, Fiavé , Pieve di Bono-Prezzo, Pinzolo, Sella Giudicarie, San Lorenzo-Dorsino, Spiazzo, Stenico, Storo, Tre Ville.

Par Ieri, a Stenico un tuffo nel passato

In una domenica pomeriggio molto soleggiata, era proprio l’11 settembre, mi trovai a percorrere la strada del Lisano che porta a Stenico. La meta era quella di visitare la Casa della Comunità, dove – mi hanno detto – c’è la Collezione Etnografica ”Par ieri” veramente interessante.

Ebbene entrai, poco dopo la rampa che porta al Castello di Stenico, e vi rimasi per oltre un’ora e mezza, a farmi da guida un mio carissimo amico - Marco Sottopietra - che non vedevo da molti anni. Fu di una gentilezza davvero sorprendente e di una competenza altrettanto profonda e meticolosa. Insieme attraversammo tutti i ‘padiglioni’ scoprendo un mondo fantastico ricco di oggetti sorprendenti per la genialità delle loro forme per i diversi utilizzi nella società contadina dalla fine ‘800 agli anni 60 del ì900.

La Collezione Etnografica Giudicariese racconta una storia da non dimenticare: oggetti e fotografie appartenenti a un passato relativamente recente rappresentano il patrimonio della cultura rurale giudicariese e

ricordano i valori e la ricchezza di esperienze della vita di cento e più anni fa. Due raffinate riproduzioni di abitazioni tradizionali giudicariesi con tetto in paglia introducono il percorso espositivo che è articolato per temi e ambienti.

Ma facciamo un passo indietro nella recente storia di questa comunità del Banale: Stenico, per capire come è stato possibile realizzare tutto questo.

Negli anni 2000 Marco Sottopietra - maestro in pensione e appassionato di storia – aveva una grande preoccupazione per i giovani che si affacciavano alla vita. Cercava un’iniziativa, un qualcosa che li interessasse. Alcune proposte furono la realizzazione di un orto sperimentale, oppure impa-

rare a modellare e cuocere l’argilla. Insomma dare loro delle occasioni per trovarsi insieme e fare qualcosa di utile: farli lavorare!

Scartate le prime due idee, si pensò che sarebbe stato molto interessante, per l’intera comunità, realizzare qualcosa che raccogliesse al suo interno “la nostra storia”, la vita dei tempi passati, attraverso i racconti degli anziani, le foto e le testimonianze fornite dai diversi attrezzi e strumenti della quotidianità. Fu deciso di realizzare un Museo. Fu così – continua Marco – che si incominciò a chiedere alla gente, di cercare nelle soffitte se avesse qualcosa di interessante, magari dimenticato in un angolo da molto tempo. Molte persone contattate furono felici e contente di poter donare e quindi far rivivere questi

attrezzi in una sede a disposizione del pubblico.

Abbiamo così raccolto una buona e ricca serie di attrezzi di una volta, la cui catalogazione fu curata da Paolo Gasperi, che meticolosamente raccolse i diversi materiali , li misurò, li fotografò, li classificò per tipologia, creando delle schede adeguate da conservare in archivio. La collaborazione di Aldo Allegretto architetto di Verona, fu determinante. Egli non presentò un progetto strutturato, ma seguì passo passo il lavoro. Ogni settimana dava ai volontari un “compito” da eseguire, finchè si arrivò a completare il salone e di

sotto la sala della filatura e della tessitura. L’arredo fu realizzato con materiale di recupero, ricoperto con teli di juta e con le teche di vetro donateci dal Castello. In questo modo l’esposizione diventava sempre più avvincente..

La sindaca Monica Mattevi visto l’enorme interesse che stava prendendo questa attività decise di darci l’intero salone, oltre alle due sale sottostanti dove attualmente è visitabile una mostra temporanea fino al 2023 di giocattoli di una volta.

I volontari che accompagnano i visitatori, sono diventati ormai un gruppo di amici, che molto volentieri dedicano qualche ora nel-

l’accompagnamento dei visitatori. Tutto questo fa parte delle attività del Circolo Culturale Stenico 80 Giuseppe Zorzi.”

Proseguendo nella visita Marco si sofferma sul carro che rappresenta la somma della tradizione e della cultura contadina, poi mi presenta gli oggetti del boscaiolo, del contadino e gli attrezzi dell’artigianato, gli arredi della stanza da letto e della cucina, gli strumenti musicali, l’attività del casaro e del vignaiolo. Particolarmente interessante l’angolo dedicato alle tradizioni di Bersone. Di sotto, poi, la sorprendente sala della filatura e della tessitura: lana, lino, canapa e seta. Dopo questo excursus storico sulla nascita della “Collezione Etnografica Giudicariese” desidero ringraziare chi ha avuto l’idea e tutti i volontari che l’hanno portata avanti e sono stati molti, augurando a quanti – tra i lettori di questa mia testimonianza - si sono incuriositi leggendola e osservando le fotografie, di visitarla. Ne vale la pena!

PAG. 22 OTTOBRE 2022 Cooperando
È l’iniziativa
dalla Fondazione don Lorenzo Guetti che nel corso dell’estate ha coinvolto ragazzi dai 14 ai 19 anni in iniziative di volontariato dedicate a prendersi cura del proprio territorio.
di Alberto Carli
La Collezione etnografica giudicariese raccolta e curata da Marco Sottopietra è una di quelle perle nascoste di cui visitatori bramosi di uscire dai soliti circuiti sono a caccia.

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e idee utili per tutta la comunità giudicariese, e oltre. gli studenti che lasceremo riposare nel periodo estivo potrà essere un utile esercizio per sentirsi maggiormente partecipi e protagonisti della vita culturale e socioeconomica della loro terra, sulla quale sapranno pure far riflettere raggi di quegli orizzonti europei e internazionali più ampi verso i quali desiderano proiettare il proprio futuro. L’iniziativa potrà pure contribuire a realizzare un ulteriore raccordo fra la stessa

Come ben sappiamo, ad essere tornati a scuola non sono stati solo gli alunni, ma anche i professori.Per questo motivo abbiamo intervistato alcuni docenti del progetto “Attenzione al Biennio”, che si occupano dell’accoglienza degli studenti e delle studentesse della classi prime, per fare loro alcune domande a proposito del rientro tra le mura scolastiche.

Alla domanda sul se avessero notato qualche particolare cambiamento nei ragazzi (sia nuovi che non), ci è stato svelato che l’entusiasmo iniziale non è cambiato, menzionando anche la voglia di inserirsi dei ragazzi, che tuttavia, spesso, soprattutto nel caso delle classi prime, è contrastata dalla paura di non riuscire ad interagire l’uno con l’altro come si vorrebbe.

“C’è il desiderio di strutturarsi come gruppo”, ha proseguito una professoressa , “creare una classe partendo proprio da loro stessi”, sottolineando anche il cambiamento avvenuto per quanto riguarda l’arrivo dei ragazzi di pri-

al Biennio” per l’accoglienza degli studenti e delle studentesse della classi prime.

ma che, nel caso di quest’anno, hanno avuto modo di vivere “un’entrata davvero di scoperta: dell’edificio agli insegnanti, fino ad arrivare a scoprire il passaggio dalle medie alle superiori”.

Possiamo quindi dire che, nonostante il processo di esplorazione della scuola sia stato compresso ( basti pensare al progetto” Vieni al Guetti”, che le classi prime non hanno avuto modo di sfruttare durante l’ultimo anno di scuola media), possiamo affermare con certezza che la voglia di fare non manca.

Alcuni docenti, a differenza di altri, ci hanno confessato di aver effettivamente notato alcuni cambiamenti

per quanto riguarda il comportamento dei ragazzi: “sembrano molto più grandi”, ci rivelano, marcando la possibilità che questo possa avere a che fare con il fatto di avere a loro disposizione i punti di vista degli studenti più grandi. Una professoressa ha inoltre aggiunto che “i ragazzi sembrano avere le idee più chiare ed essere più consapevoli delle loro scelte rispetto agli anni scorsi.”

A questo punto abbiamo proseguito con l’intervista passando alla seconda domanda: “Spesso l’accoglienza viene giudicata inutile e ridotta ad una semplice perdita di tempo; secondo voi è invece importante?”

Senza alcuna esitazione, la risposta è stata: “Assolutamente sì”.

Il discorso è poi proseguito ed è stato sottolineato che l’inizio della scuola è uno dei momenti più cruciali, in quanto è in questo periodo che si vanno a creare legami e ad instaurare rapporti umani.

Una docente ci ha poi illustrato come si sarebbe svolta l’accoglienza: ci sarebbe stata una prima parte dedicata alla conoscenza della classe e della

struttura, seguita poi da un tour della scuola, concluso da un coinvolgimento degli studenti tutor in modo da chiudere la mattinata facendo attività legate all’indirizzo dedicato.

La seconda parte invece prevede l’allestimento di un meeting sportivo organizzato dai docenti di scienze motorie, volto “non alla competizione, bensì al fairplay e alla socializzazione”. Per concludere, abbiamo pensato che fosse bene approfittare di

questa occasione per chiedere alle docenti se avessero qualche buon consiglio da dare anche a noi, ormai veterane del Guetti, in modo da iniziare l’anno scolastico al meglio.

Il segreto di una professoressa consiste nel leggere attentamente un articolo di Alessandro d’Avenia, scrittore e professore di lettere, insieme ai suoi stessi studenti: “per vivere continuando a cogliere quel che c’è di bello anche nelle piccole cose” ci ha rivelato, concludendo il nostro incontro con una spiegazione di ciò di cui parla l’articolo: “Bisogna imparare a non cadere nella routine di tutti i giorni, uscire dagli schemi. Conoscere la differenza tra ripetere e riprendere, e quindi non limitarsi a replicare sempre le stesse azioni, ma riuscire a trovare in queste ultime sempre qualcosa di nuovo che ci possa arricchire”.

E al Guetti si riparte, con i nuovi arrivati e noi che ci apprestiamo a salutare.

Il primo giorno alle superiori

classe sono state inoltre proposte attività di conoscenza dell’indirizzo e altre finalizzate alla socializzazione tra i nuovi compagni.

Abbiamo chiesto agli studenti tutor e ai nuovi arrivati di parlarci delle loro esperienze.

In particolare abbiamo chiesto di raccontarci le loro impressioni e sentimenti riguardo le attività del primo giorno di scuola. Le emozioni prevalenti tra gli studenti di prima sono state di ansia e smarrimento, come quando avviene un grande cambiamento: “Ero molto agitata, non sapevo dove andare e avevo paura di perdermi, visto che non avevo mai visitato la scuola”, ci ha raccontato una ragazza di prima indirizzo Scientifico per le professioni del turismo di montagna. Quando invece hanno scoperto che sarebbero stati accompagnati passo per passo in questo loro inizio, si

Per i giovani arrivati dalle scuole medie il Guetti ha proposto dei tutor che li accompagnassero nella nuova scuola. di Pellizzari Alba, Vaia Susanna, Floriani Anna

sono liberati di questa ansia, riuscendo a godersi al meglio questo primo giorno.

I tutor si sono detti molto soddisfatti di aver partecipato a questo percorso di accoglienza, perchè hanno potuto mettersi in relazione diretta con un’età

così vicina a loro, ma allo stesso tempo così diversa e fatta anche di esperienze diverse. Le studentesse tutor di quinta scientifico intervistate, raccontano di aver vissuto questa esperienza come un ritorno al passato e si sono ritenute contente di aver trascor-

so il loro ultimo “primo giorno di scuola” al Guetti rendendo il primo “suono della campanella” dei nuovi alunni una bella esperienza. “Io durante il mio primo giorno mi sono persa, avrei davvero avuto bisogno di un tutor, è per questo motivo che ho accettato di partecipare a questa attività”; queste sono le parole di una studentessa tutor frequentante il quarto anno del liceo delle scienze umane. Per comprendere quale sia stata l’importanza di questa mattinata riportiamo i due approcci diversi: i ragazzi di prima rac-

contano di un’esperienza pragmatica, della preoccupazione di trovarsi in un posto nuovo, in mezzo a sconosciuti, senza sapere come muoversi; i tutor hanno risposto a questa esigenza occupandosi anche del lato relazionale all’interno delle classi.

L’accoglienza dei nuovi arrivati, che fa parte del progetto “Attenzione al biennio”, non si è fermata a questo primo giorno da noi raccontato: sono infatti in programma moltissime altre attività che vanno da incontri sportivi per i ragazzi, a lezioni sul metodo di studio da parte di alcuni docenti fino a pomeriggi in cui gli studenti tutor metteranno a disposizione la loro esperienza per aiutare i nuovi arrivati a destreggiarsi tra studio e compiti.

PAG. 24 OTTOBRE 2022
Focus sui docenti che si occupano del progetto “Attenzione
Rientrati a scuola: intervista ai prof. Scuola Le voci dei nostri studenti
di Eloisa Tisi e Sofia Surci
questo numero il
“Giornale
delle Giudicarie” riserva ogni mese
una sua
intera pagina al contributo degli studenti dell’Istituto “Lorenzo Guetti”, dando loro spazio e
voce
La direzione e tutta
la redazione del Giornale attribuiscono molta importanza all’apporto di informazioni, conoscenze, riflessioni e proposte che essi potranno offrire. Vi è nell’Istituto un’eccezionale ricchezza di giovani menti che, contando su uno str aordinario corpo docenti, può esprimere, con conoscenza e creatività, importanti riflessioni Il mese di settembre arriva e, come per magia, riprendono tutte le attività della nostra scuola. Per il primo numero della nostra collaborazione con il GdG abbiamo deciso di portarvi nel nostro primo giorno di scuola, raccontando delle attività che sono state svolte con l’obiettivo di inserire nell’istituto i nuovi studenti e le nuove studentesse delle classi prime. La mattinata del 12 settembre si è strutturata in quattro parti; gli studenti, fin dalla prima ora, non sono stati lasciati soli, ma sono stati accolti dai propri tutor, cioè studenti e studentesse delle classi quarte e quinte dei singoli indirizzi, che si sono presi cura dei compagni più giovani per accompagnarli in auditorium, dove sono stati tutti accolti dal dirigente scolastico Alessandro Fabris, dal vicepreside Claudio Pucci, dall’assessore provinciale Mattia Gottardi e dal saluto dei rappresentanti degli studenti, che si sono presentati ai nuovi arrivati. A seguire, sempre accompagnati dai tutor, si è svolto il Tour Guetti, con attività di conoscenza dell’ambiente scolastico. Per creare un ambiente favorevole all’interno dei nuovi gruppi
Nuovo anno scolastico al Guetti, nuova normalità post-covid e nuovo impegno nei confronti dei nuovi studenti.

Il 31 ottobre vedremo ancora riproporsi quella sorta di caricatura macabra dei morti e dei fantasmi che si chiama Halloween, parola anglosassone nata dalla frase “All Hallows Eve”, letteralmente la notte di Ognissanti.

È stata importata dai paesi nordici, infatti si fa risalire ad una tradizione dell’Irlanda Celtica, che sanciva la fine dell’estate. Per quelle popolazioni contadine, era un momento importante che andava festeggiato per ringraziare gli spiriti per i raccolti ottenuti. I colori di questa ricorrenza ricordavano la mietitura con l’arancio e la fine dell’estate con il nero, a simboleggiare il buio dell’inverno. La ricorrenza veniva chiamata “Samhain”, e la tradizione di Halloween risale proprio a questa celebrazione dell’anno nuovo per l’antico popolo celtico. La data del 31 ottobre era infatti considerata dai Celti un forte e magico momento di transizione, e non si limitava alle stagioni; si riteneva che in questo periodo le barriere tra i vivi e i morti quasi si annullassero, e venissero sovvertite le leggi fisiche conosciute. Era credenza diffusa che gli spiriti potessero tornare in vita sulla terra per possedere i vivi. Un mito che terrorizzava tutti gli abitanti dei villaggi. Per sfuggire alla possessione degli spiriti, venivano

Halloween, una festa anglosassone sbarcata in Italia

spenti i camini delle case, che divenivano buie ed inospitali, e ci si mascherava, per rendere i propri corpi orribili, e dunque poco appetitosi agli occhi dei morti che sarebbero scappati per lo spavento.

Durante il Medioevo, per Ognissanti era usanza preparare la “soul cake”, la torta dell’anima. Un dolce semplice fatto di pane con uva sultanina e ribes. A questo era legata una tradizione

chiamata “souling”: i bambini giravano di casa in casa chiedendo una fetta di dolce. Per ogni pezzo ricevuto, avrebbero dovuto dire una preghiera per l’anima di un parente defunto, aiutandolo così ad uscire dal purgatorio per andare in paradiso. Era anche molto diffusa la canzone delle soul cake che diceva: “A soul cake!

A soul cake! Have mercy on all Christian souls, for a soul cake!” (Abbi pietà per

tutte le anime Cristiane per una torta dell’anima).

Dalla “soul cake” al “trick or treating” il passo è breve. “Trick-or-treat, trickor-treat, give me something good to eat.” (Dolcetto o Scherzetto, dammi qualcosa di buono da mangiare). Nel 1800 gli immigranti Irlandesi e Scozzesi portarono le loro tradizioni di Halloween nel Nord America. Da allora la festività si è evoluta, e le feste legate ad Ognissanti

e al Giorno dei Morti sono diventate sempre meno importanti, per lasciare il posto a celebrazioni svuotate del loro significato religioso e protese verso il divertimento. Negli USA e in Canada è tradizione diffusa tra i bambini, uscire di casa travestiti e chiedere dolciumi ai vicini con la celebre formula “trick-or-treat”. Guai a chi si fa trovare impreparato!

Durante tutto il mese di ottobre, molte attività sono legate ad Halloween e conservano lo spirito pauroso e sovrannaturale delle origini. Su Halloween è stata prodotta una grande quantità di film, decorazioni, gadget e costumi. Una sorta di Carnevale in versione vampiresca, che fino a pochi anni fa era del tutto estraneo alla nostra cultura. Qualcuno dice che è un modo per esorcizzare la morte. Non so, forse sarebbe meglio non considerare la morte uno “scherzetto”. Sarebbe paradossale che dopo oltre 2 anni in cui siamo stati in preda alla paura collettiva

del Covid ora tornassimo alla banalizzazione del cadavere, e a giocare con gli spettri. Forse ci gioverebbe dedicare i giorni fra ottobre e novembre alle tradizioni nostrane, alla riflessione, al ricordo amorevole dei nostri cari che non ci sono più. Un pensiero non banale al tema del morire, che nessuna nuova tecnologia potrà mai cancellare. In tanti paesi c’erano belle tradizioni intorno ai morti, vissute in un giusto equilibrio tra l’affetto per i defunti e l’amore per la vita. Dolcetti e biscotti erano assai diffusi, e creavano una sorta di familiarità coi defunti, una sorta di circuito affettivo coi propri avi. La morte era vicina, ma abitata da persone care e non da spettri paurosi. L’augurio è che riusciamo a vivere un rapporto non grottesco e artificiale con “sorella morte”, ma naturale e, per chi ha fede, soprannaturale.

Ricordare chi non c’è più è una forma d’amore che ci rasserena, e il culto dei morti è il segno di una civiltà.

PAG . 25OTTOBRE 2022
Attualità
la torta
dolce semplice fatto di pane
uva sultanina e ribes.
legata una tradizione
“souling”:
Durante il Medioevo, per Ognissanti era usanza preparare la “soul cake”,
dell’anima. Un
con
A questo era
chiamata
i bambini giravano di casa in casa chiedendo una fetta di dolce. È l’antenato del “dolcetto o scherzetto”.

In questo numero cerchiamo di capire quale sia l’andamento dei costi relativi al gas e all’energia elettrica.

L’argomento è estremamente complesso in quanto di tratta di una tematica fortemente interconnessa con il settore finanziario, regolata da una legislazione nazionale e comunitaria e con le diverse tipologie contrattuali poste in essere dai diversi soggetti economici.

Prima di procedere con l’analisi, segnaliamo la possibilità, per chi fosse interessato, di accedere via web a tutte le informazioni relative ai propri contratti in essere per la parte luce e gas con il dettaglio delle letture riportate in bolletta per anno e per trimestre direttamente dal portale https://www. consumienergia.it

Si tratta di un servizio pubblico gratuito al quale si accede via SPID.

La regolazione e il controllo nei settori dell’energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del telecalore è svolta dall’ Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA).

ARERA è una autorità amministrativa indipendente che opera a livello nazionale per garantire la promozione della concorrenza e dell’efficienza nei servizi di pubblica utilità e tutelare gli interessi di utenti e consumatori; esercita attività consultiva e di segnalazione al Governo e al Parlamento nelle materie di propria competenza, anche ai fini della definizione, del recepimento e della attuazione della normativa comunitaria.

Sul sito di ARERA (https://www.arera.it/) è disponibile una vasta sezione di dati statistici tra i quali abbiamo scelto di proporre gli andamenti dei prezzi di luce e gas per trimestre e i dati di stima della spesa annuale

Gli aumenti nel costo dell’energia in numeri

per famiglia in riferimento ai prezzi aggiornati al terzo trimestre del 2022. Tutti i dati fanno riferimento a contratti a maggior tutela che, a quanto ci risulta, sono l’offerta standard sia di Giudicarie Gas che di Trenta.

Nella prima tabella (Tab. A) sono riportati gli andamenti dei prezzi di luce e gas per trimestre a partire dal 2019 che, di fatto, rappresenta l’ultimo anno del mondo pre-covid. E’ da notare come l’aumento dei prezzi dell’energia, nell’immaginario comune associato alla guerra tra Russo/Ucraina, in realtà

Anno Trimestre Spesa per materia gas

Spesa per trasporto e gestione del contatore

Spesa per oneri di sistema

Imposte totale spesa per materia energia

Spesa per trasporto e gestione del contatore

spesa per oneri di sistema

imposte totale 2019 I 37,29 14,51 2,94 30,21 84,95 10,83 3,92 4,21 2,78 21,74 II 29,72 14,62 3,23 28,93 76,51 8,41 3,92 4,95 2,62 19,89 III 25,25 14,61 3,23 28,13 71,22 8,89 3,92 4,81 2,65 20,27 IV 27,51 14,67 3,23 28,55 73,96 9,49 3,92 4,70 2,70 20,80

2020 I 28,33 14,42 3,18 28,63 74,56 8,986 3,91 4,18 2,60 19,67 II 20,52 13,75 3,16 27,11 64,54 5,71 3,91 4,18 2,28 16,08 III 16,68 13,92 3,16 26,46 60,22 6,2 3,91 4,18 2,32 16,61 IV 22,85 13,57 3,16 27,5 67,08 8,55 3,91 4,18 2,56 19,20

2021 I 25,64 13,76 3,22 28,04 70,66 9,24 4,01 4,18 2,63 20,06 II 28,07 13,68 3,22 28,45 73,42 9,94 4,01 4,18 2,70 20,83 III 36,86 13,68 3,96 30,17 84,67 13,55 4,01 2,44 2,89 22,89 IV 58,62 14,96 1,34 21,93 96,85 22,18 4,01 0 3,51 29,7 2022 I 96,64 15,48 1,34 23,86 137,32 37,2 3,84 0 4,99 46,03 II 94,99 15,59 -10,16 23,20 123,62 32,93 3,84 0 4,57 41,34 III 114,03 19,71 -33,32 23,20 123,62 33,08 3,85 0 4,58 41,51

Fonte: https://www.arera.it

*Prezzo Gas: famiglia con riscaldamento individuale e consumo annuo di 1.400 m³

**Prezzo Energia elettrica: famiglia residente con un consumo annuo di 2.700 kWh e una potenza impegnata pari a 3 kW 1

Tab. B) Stima spesa annua per fornitura di gas naturale in base alle condizioni economiche dell’Autorità, escluse le imposte, calcolata sulla base dei corrispettivi aggiornati al terzo trimestre 2022. Ambito tariffario: settore Nord Orientale.

Consumo annuo (Smc) Spesa stimata (Euro) 120 193,52 480 518,92 700 739,39 1.400 1.382,26 2.000 1.931,11 5.000 4.671,36

Fonte: https://www.arera.it

era già evidente nel terzo trimestre del 2021, molti mesi di anticipo rispetto all’invasione russa del febbraio 2022. Qualcosa stava quindi già accadendo sui mercati. Del resto nel periodo della pandemia i prezzi erano diminuiti significativamente e probabilmente nell’aumento attuale è presente anche una componente economica di recupero dei margini persi nel periodo

2020/21. Per calmierare i prezzi finali si è finora intervenuti sulla riduzione delle spese per oneri di sistema, soprattutto per quanto riguarda il Gas. Le imposte presentano un andamento discordante con una lieve diminuzione per la parte gas ed un aumento significativo per la parte elettricità.

ARERA propone una stima della spesa annua del-

Tab. C) Stima spesa annua per la fornitura di energia elettrica in base alle condizioni economiche dell’Autorità, escluse le imposte, calcolata sulla base dei corrispettivi al terzo trimestre 2022. Profilo tipo (prezzo monorario).

Consumo annuo (kWh) Spesa stimata (Euro) 1.500 595,86 2.200 812,41 2.700 967,09 3.200 1.121,77

Fonte: https://www.arera.it

le forniture prendendo a riferimento i dati relativi all’ultimo trimestre disponibile che riportiamo nelle tabelle di seguito. Si

tratta di valori puramente indicativi che ci permettono comunque di quantificare le spese alle quali potremmo andare incon-

tro nei prossimi mesi stante la situazione attuale di mercato e in assenza di provvedimenti.

PAG. 26 OTTOBRE 2022 Giudicarie in numeri
zioni sui propri contratti sono accessibili online, usando lo
Le informa-
SPID.
di Virginio Amistadi Tab. A) Prezzo di Gas e Energia elettrica per una famiglia tipo servita alle condizioni di tutela Prezzo GAS (c€/m3)* * Prezzo Elettricità c€/kWh*

Arte

Mi piace accostare metaforicamente all’antica pratica della spigolatura, letteralmente la raccolta a terra delle spighe di grano avanzate dalla mietitura, il nostro curioso vagare di paese in paese, di chiesa in chiesa, alla ricerca di “chicchi” d’arte, o “chicche” come dir si vuole, e rallegrarsi ad ogni scoperta di questi frammenti di bellezza, così come per motivi assai più stringenti, legati alla sopravvivenza, si rallegrava la povera gente nel trovare qua e là briciole di prezioso nutrimento. Il nostro spigolare, per fortuna, non è dettato dallo stesso bisogno primario, dovuto ad ataviche indigenze, ma da un altrettanto insopprimibile bisogno di cose belle, che possano nutrirci spiritualmente, intellettualmente, sensorialmente. Non occorre dire qui del potere “elevativo” dell’arte, solo del suo uso terapeutico, a piccole dosi, iniziando dalla conoscenza del patrimonio che ci circonda, spesso a torto considerato di second’ordine, per connettersi a circuiti di bellezza sempre più larghi ed accattivanti. Non c’è chiesa delle Giudicarie che non conservi almeno una testimonianza artistica di valore, grazie all’incrociarsi nel suo territorio, lungo il corso dei secoli, di mille attraversamenti e di mille apporti, dovuti ad un posizionamento geografico davvero strategico. Dentro simile ricchezza artistica, disseminata sull’intero ambito valligiano, la spigolatura oggetto di questo breve contributo si limita giocoforza a due opere, comunque esemplificative di raccordi importanti, sia per la loro qualità intrinseca, sia per i collegamenti alla storia dell’arte più “grande”. Di ottima fattura è la pala (ca. 1793) che troneggia nell’abside, sopra l’altare maggiore, nella chiesa di San Zeno a Bolbeno, una “Madonna col Bambino e i Santi Zenone e Luigi Gonzaga”, con il patrono che presenta alla Vergine il giovane santo mantovano; tipica pittura di stampo devozionale, intrisa di pietismo ma anche di gradevole pathos. L’autore, Saverio Dalla Rosa (1745-1821), è un valente pittore veronese, nipote e discepolo del più celebre Giambettino Cignaroli (17061770), stella tra le più fulgide del firmamento pittorico veronese settecentesco e fondatore nel 1764 dell’Accademia di Belle Arti che porta ancora il suo nome. Documentato pure nelle chiese di Martignano e Mori, il Dalla Rosa è un esponente di quella corrente pittorica veronese, tra rimandi a delicati cromatismi veneziani e saldezza compositiva di stampo classico, che si afferma particolarmente nel Trentino meridionale e nell’Alto Garda a tutto il Settecento, raccontata in maniera esaustiva nella mostra “I colori della Serenissima. Pittura veneta del Settecento in Trentino” in corso fino al 23 ottobre 2022 presso il Castello del Buonconsiglio di Trento. Anche Saverio Dalla Rosa rivestirà, a partire dal 1805, il prestigioso ruolo di

Spigolature d’arte

di Gia como Bonazza

Foto 2 - Saverio Dalla Rosa: Ritratto di W.A. Mozart - (1770)

2

Foto 3 - Giovanni Pock: “Evangelista Luca” (ca. 1810) - Chiesa Vecchia di Sant’Andrea, Breguzzo

Foto 4 - Giovanni Pock: “Evangelista Marco” (ca.1810) - Chiesa Vecchia di Sant’Andrea, Breguzzo

3 4 5

direttore dell’Accademia veronese di pittura e scultura e si distinguerà per farsi promotore della salvaguardia del patrimonio artistico della sua città al tempo delle soppressioni napoleoniche. Ci rimangono di lui, oltre dei bei ritratti in stile neoclassico, un famoso ritratto (1770) del quattordicenne Mozart, nel suo passaggio veronese in occasione del suo primo viaggio in Italia.

La tela “bolbenata”, di incerta committenza, non è escluso possa riferirsi ad un omaggio alla loro chiesa di cittadini bolbenesi dimoranti nella città

scaligera per lavoro e devoti al medesimo patrono. Anche in questo caso si conferma il rapporto davvero speciale che lega Bolbeno a Verona, attestato prima dell’anno Mille nel ‘mitico’ testamento (927 d.C.) del vescovo di Verona Notkerio, dove “Belveno” è uno dei dei dei villaggi della Judicaria facenti parte della piccola isola immunitaria all’interno dei territori vescovili trentini, lasciati in eredità dal presule al capitolo della cattedrale veronese.

La nostra spigolatura prosegue in quel di Breguzzo, presso l’antica chiesa di Sant’Andrea, dove il magnifico restauro effettuato tra il 2009 ed il 2013, oltre rimettere in luce i preziosi lacerti di affreschi cinquecenteschi di probabile ambito lombardo, ha ridato nuova lucentezza ai colori spenti dei quattro evangelisti effigiati nei pennacchi della volta del presbiterio da Giovanni Pock Jr. (17861842) attorno al primo decennio dell’Ottocento. Si tratta di un lavoro giovanile del pittore boemo, approdato con il padre maestro vetraio in Rendena presso la Fabbrica dei Cristalli di Carisolo, che proprio tra Giudicarie e Riva del Garda inizia la sua avventura artistica che lo porterà prima ad importanti committenze nella Trento napoleonica, per chiudere la sua decorosa carriera nella Milano asburgica dominata dalla pittura storica e romantica di Francesco Hayez, e lì spegnersi a 56 anni. Gli affreschi di Breguzzo, dal disegno incerto e di

qualità cromatica assai limitata, non sono certamente all’altezza delle pale d’altare che il Pock maturo predispone per gli altari maggiori delle parrocchiali di San Udalrico di Lavis (1822) e di San Stefano di Mori (1824), quest’ultima esposta all’Accademia di Belle Arti di Venezia prima della sua definitiva collocazione moriana; neanche a livello dei ritratti dei personaggi eminenti, tratteggiati nei salotti milanesi, di cui risulterà abile esecutore. Lui stesso nelle sue memorie, oggetto dell’interessante approfondimento a cura dello storico dell’arte Roberto Pancheri sulla rivista Judicaria nr. 60 del 2005, ricorda in questo modo il suo apprendistato giudicariese: “In quel tempo, mentre si fabbricava in Rendena, miniai in quella vallata, molti de’Cavoli, Monarchini, Bertelli, Stefanini (alcune famiglie facoltose della valle, ndr), ed a quest’ultimo dipinsi a fresco una cappella, ed in Breguzzo i Evangelisti nella chiesa, alla meglio che poteva!”, avendo ben presente le asprezze della sua prima fase creativa. Alfine vogliamo ricordare Giovanni Pock come amico di Antonio Canova, il grande scultore neoclassico di cui quest’anno celebriamo il bicentenario dalla morte, che ospita il giovane pittore boemo/trentino nel suo atelier di Possagno incoraggiandolo a proseguire e a perfezionarsi nel suo cammino artistico. Sarà proprio Giovanni Pock a fissare nella tela la cerimonia della posa della prima pietra (11 giugno 1819) per la costruzione del Tempio Canoviano di Possagno: un documento pittorico che consegnerà per sempre il nome del suo autore alla grande storia dell’arte.

PAG . 27OTTOBRE 2022
L’insopprimibile bisogno di cose belle. Saverio Dalla Rosa a Bolbeno, Giovanni Pock a Breguzzo. 1
Foto 1 - Saverio Dalla Rosa: “Vergine col Bambino e i Santi Zeno e Luigi Gonzaga” (ca.1793) - Chiesa di San Zeno, Bolbeno
Foto 5 - Giovanni Pock: “Canova pone la prima pietra per la costruzione del Tempio di Possagno” (1819)

Centocinquanta e uno anni e volerli dimostrare con orgoglio. Ecco, se così si può dire, il motto del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di Condino che quest’anno ha raggiunto questo importante anniversario di fondazione. Il prossimo weekend tra il 22 e il 23 ottobre sarà quindi festa davvero.

Afferma a questo proposito il Vicepresidente del Corpo Bandistico “G. Verdi” Ovidio Pellizzari: “Sarebbe stato da festeggiare nel 2021 ma le continue ondate di pandemia hanno impedito di organizzare una degna celebrazione. Avevamo tante idee, far raccolte documentali da inglobare in un libro o un video, ma alla fine abbiamo scelto di dare priorità alla parte musicale del progetto, la più importante per una banda, e realizzare questo fine settimana di musica con il direttore belga Jan Van der Roost”.

Già nel 2015 la banda di Condino aveva avuto come ospite il direttore e compositore olandese Jacob de Haan. Le bande che allora avevano partecipato alle masterclass con questo compositore, ricorda il referente per questo progetto Gianluca Rosa, avevano molto apprezzato questa possibilità. Soprattutto il fatto che nel suonare con lui non ricevevano giudizi sul proprio operato ma piuttosto stimoli costruttivi al proprio modo di fare musica. Ecco per cui la decisione di ricalcare anche in quest’occasione lo stesso format e invitare Van der Roost per delle masterclass e un concerto d’assieme. A lui si è arrivati grazie alle relazioni che l’ex direttore e pilastro portante

La Banda di Condino festeggia i 150 anni

della banda condinese Giuseppe Radoani ha con molti esimi maestri in Italia, in particolare con il direttore, compositore, insegnante di conservatorio e fondatore della rassegna “Filicorno d’Oro” Daniele Carnevali. “È stato il tramite per raggiungere ed invitare nel 2015 Jacob de Haan e quest’anno Jan Van der Roost. Non tutte le bande hanno avuto la fortuna di avere adesioni simili. Per noi che siamo una piccola entità riuscire ad attirare nomi simili è motivo di grande orgoglio: calcisticamente parlando è come avere in loco un allenatore della serie A” racconta soddisfatto Rosa. “Un evento simile inoltre - prosegue - serve anche a valorizzare i membri del corpo bandistico di Condino e delle varie bande locali che nonostante le tante difficoltà attraversate in pandemia sono riusciti a rimanere ed operare all’interno di queste associazioni”.

Di fatto venerdì 21 ottobre Jan Van der Roost arriverà a Condino e in serata farà una prima prova con la banda di Condino. Sabato 22 mattina inizierà invece a dirigere le prove delle bande partecipanti alle masterclass provenienti da tutte le Giudicarie, dalla Valle di Ledro e da Casto, in Val Sabbia. Dopo la lettura di una breve biografia del maestro che dirige e della storia del corpo bandistico di turno, ogni banda dovrà presentare due brani scritti da Van der Roost, per una durata di cinquanta minuti totali. Al termine poserà per una foto ricordo con il maestro belga. Nel pomeriggio alle 18, alla Sala Consigliare del Municipio di Condino, il direttore Daniele Carnevali attraverso un’intervista condotta assieme al maestro Stefano Torboli e al presidente della banda Michele Pernisi presenterà la kermesse per il 150° centenario e in particolare il compo-

La Canapa

Una pianta che nel passato ha accompagnato per tanto tempo la quotidianità della comunità giudicariese e che ora registra un ritorno sui nostri campi. Un libro di Maria Pia Macchi e Ivan Montagni ne racconta storia e rinascita.

Quotidianità e vicinanza; in queste due parole si può riassumere il rapporto delle persone della Judicaria con la pianta di canapa fino agli anni 50 del secolo scorso. Vicinanza perché la pianta era presente in quasi tutti gli orti delle famiglie, quotidianità perché

dalla semina del seme alla filatura del filato passavano molti mesi durante i quali la canapa veniva trasformata...gh’era na gran manutenzion da far alla canapa... mi ha detto un testimone che ho intervistato durante la mia ricerca antropologica sul territorio della Judicaria.

Il libro è diviso in due parti, una introduzione generale curata dall’antropologa Maria Pia Macchi e un diario canapologico che riporta la mia indagine nei nostri paesi.

Il lavoro di Maria Pia è prezioso perché consente di inserire la storia della canapa in Judicaria all’interno di una storia molto più grande che si perde nella notte dei tempi e che accomuna molti popoli della terra.

Una pianta speciale, dal triplice uso: tessile, alimentare e medicinale, diffusa in tutto il mondo da tempi antichissimi.

Oggi si assiste ad un ritorno di questa pianta, si ricomincia a vedere nei campi la sua bella figura e le sue foglie seghettate, a sentire il suo dolce aroma nell’aria.

Chi è Jan Van der Roost Ha studiato trombone, storia della musica ed educazione musicale a Lovanio (Belgio) e al Royal Conservatoires di Gand e Anversa come compositore e direttore d’orchestra. Insegnante al Lemmensinstituut a Lovanio, professore ospite speciale al “Shobi Institute of Music” di Tokyo, insegnante ospite alla “Nagoya University of Art”, professore visitatore al Senzoku Gakuen di Kawasaki (Giappone), prolifico compositore, è molto richiesto come membro di giuria, conferenziere, insegnante in masterclass in tutto il mondo.

sitore Jan Van der Roost a tutta la popolazione. Domenica 23 quindi sarà nuovamente dedicata alle prove di altre bande. In serata, alle 21, al Palazzetto Polifunzionale di Condino si terrà infine il con-

certo conclusivo del Corpo Bandistico “G. Verdi” sotto la direzione comune dei direttori Stefano Torboli e Jan Van der Roost. “Si tratta di un weekend molto intenso: in media avremo in loco circa

quattrocento bandisti”, conclude Rosa. “C’è sempre da crescere nel confronto”, gli fa eco saggiamente Pellizzari. “È davvero una bella iniziativa - commenta il direttore della Banda di Condino Stefano Torboli - ha fatto sì che potessimo organizzare questo concerto finale che ci impegna molto come banda, assieme una decina di strumentisti esterni provenienti da tutte le Giudicarie, nel provare alcuni pezzi di Van der Roost, che vogliamo preparare al meglio. Anche le bande che verranno ne trarranno sicuramente beneficio”.

La si coltiva per i suoi semi molto nutrienti, già usati nella preparazione di zuppe nel medioevo; i semi si aggiungono alle insalate o al pane oppure li si macina per ricavare olio e farina.

Oggi è anche possibile coltivare alcune varietà selezionate di canapa a basso contenuto di thc, il principio attivo responsabile degli effetti psicotropi, per ottenere fiori ricchi di altri principi attivi, tra cui il cbd o cannabidiolo, sul cui utilizzo terapeutico si stanno facendo molti promettenti studi.

La ricerca antropologica sul campo ha fatto emergere che c’è molta ignoranza, pregiudizi e cattiva informazione sulla canapa.

Questo lavoro invita a considerare la canapa una pianta utile e preziosa, necessaria per la vita futura dell’animale umano sulla Terra e a seminare canapa affinché torni ad essere una pianta vicina e quotidiana, una pianta da non temere ma un’amica da rispettare.

PAG. 28 OTTOBRE 2022 Attualità
Concerto e Masterclass con il compositore Van der Roost per festeggiare, con un anno in ritardo a causa della pandemia, il ragguardevole compleanno.
di Mariachiara Rizzonelli

Care lettrici, cari lettori, ottobre, tempo di scuola. In verità, oggi la scuola inizia in settembre. Chi ha superato gli “anta” ricorderà che il primo di ottobre era il giorno fatidico in cui si entrava a scuola. Poi, capitava che il 4 si facesse già festa, perché era San Francesco. Ma del primo giorno salta alla mente l’odore del cuoio delle cartelle, il profumo dei quaderni nuovi, quello un po’ acre delle gomme e delle matite...

Nostalgia? Bah! Chi non prova un pizzico di nostalgia per l’età dell’infanzia? Certo, si capisce, chi ha passato un’infanzia felice può permettersi di provare nostalgia. In realtà si tratta di un insieme di sentimenti che vanno oltre il banco di scuola. Escono in cortile per la ricreazione, prendono la strada di casa per tornare alla fine dell’orario scolastico, sentono il profumo della pasta preparata dalla mamma. Insomma, ammettiamolo: sì, un po’ di nostalgia per quel tempo andato c’è.

APRIRE L’ARMADIO DEI RICORDI

Com’è noto, esistono due tipi di persone: quelli che buttano via tutto e quelli che... non si getta via niente. Questi ultimi sono capaci (parlando sempre e solo della scuola) di riempire armadi con quaderni, fogli di protocollo con temi di italiano, diari nei quali si scri vevano i compiti da fare a casa, ma anche i pensieri pungenti dell’adolescenza, le fotografie della classe. Già, perché una volta si facevano senza tanti problemi per la privacy.

Chi getta tutto, perché lo fa? Bella domanda! Probabilmente perché non conserva bei ricordi del periodo passato fra i banchi; oppure semplicemente per cultura sua tende a guardare solo avanti, dimenticando il passato. Ecco, chi appartiene a questa categoria non si è tenuto nemmeno le pagelle, che magari non erano bellissime (scherziamo, naturalmente!); e non ricorda né compagni di scuola, né insegnanti. Diciamo che questa pagina si deve a chi si è tenuto pagelle, foto, libri e quaderni. Parliamo (come si vede e com’è nello spirito della pagina) di un tempo andato, di un tempo in cui in ogni villaggio esisteva una scuola, magari con la stufa in classe per scaldarsi, e poteva capitare che agli alunni la maestra chiedesse di portare la legna. Capitava spesso che fossero pluriclassi: prima, seconda e terza in un’aula, quarta e quinta in un’altra.

Finita la scuola, si correva a casa; giusto il tempo di mangiare un piatto di pasta, e poi, via in piazza a giocare a guardia e ladri. Le voci dei ragazzini riempivano la strada del paese.

Nei ricordi è immerso anche il carattere dei maestri: spesso rude, soprattutto fra i maestri maschi, più materno nel caso delle donne. Questa pagina vuole che perdiate qualche minuto per immergervi anche voi nei ricordi. Provate a ripensare ai vostri compagni, agli insegnanti, alle scuole, alle avventure, alle sgridate, all’odore della classe, agli scherzi. In fondo si tratta di un bell’esercizio.

Primi ‘900. Scolaresca maschile - Roncone 1956-57. Classe elementare - Agrone 1924. Maestro Forleo Festa degli alberi - Prezzo
PAGINA A CURA DEL CENTRO STUDI JUDICARIA 1912. Tema sul bravo studente
1962-1963. Classe II e III anno scolastico 25-5-1933. Condino Balilla al saggio ginnico 1931. San Lorenzo (Spiazzi) - Tesseramento Balilla Giuliano Beltrami

Coopera, quattro giorni sulla cultura cooperativa

I primi dieci anni di vita dedicati a studiare, rinnovare e rilanciare quei valori cooperativi che don Lorenzo Guetti, proprio in Giudicarie, ha sviluppato. Dieci anni operando sul territorio con sguardi vicini e lontani. Per festeggiare il compleanno, la Fondazione Guetti ha pensato ad un evento con quattro percorsi dedicati ad altrettanti pubblici della comunità giudicariese. «Abbiamo voluto - spiega il direttore della Fondazione Guetti Michele Dorigatti - organizzare l’evento su due territori che in realtà corrispondono all’antica Judicaria, ovvero le Giudicarie e l’Alto Garda, con l’idea di rilanciare da una parte il discorso sul rinnovo e la crescita della vallata e dall’altra ragionare sulla cultura cooperativa». Sono quattro i percorsi immaginati per l’evento che si svolgerà da giovedì 13 a domenica 16 ottobre. Anzitutto le scuole proprio a studenti e studentesse delle superiori la Fondazione proporrà incontri e storie di legalità, cittadinanza attiva, cooperazione, ac-

coglienza, integrazione, tutti temi che proprio don Guetti ha affrontato nel suo pensiero e nelle sue opere. Poi una parte del programma sarà dedicata ai cooperatori, con l’intervento del professore Stefano Zamagni che affronterà, a suon di parole è il caso di dirlo, un tema tanto sottile quanto determinante: che differenza corre fra cooperare e collaborare? Spesso appaiono e vengono usati come sinonimi, ma il cooperare ha caratteristiche proprie, e molo diverse, dal semplice collaborare, innesca meccanismi nella società e nella quotidianità delle persone molto diversi. Un altro pensatore profondo è stato coinvolto per ragionare nuovamente, e con lo sguardo puntato sui bisogni dell’oggi,

sulla vita di don Guetti: don Marcello Farina ha infatti arricchito, grazie a nuovi documenti, il suo libro sulla figura del cooperatore giudicariese, tracciandone un profilo in parte nuovo. Un percorso specifico sarà dedicato

agli amministratori con la presentazione di Avviso Pubblico, un network di soggetti impegnati dal 1996 nella promozione della cultura della legalità e della trasparenza, in lotta contro mafie e corruzione in quello che è anche il trentennale dall’assassinio di Falcone e Borsellino. Negli eventi aperti al pubblico l’attenzione è sul futuro delle Alpi e la valorizzazione dell’acqua, ma anche l’attività sportiva come strumento di crescita per i giovani. Un progetto

speciale - che ha richiesto nei mesi scorsi lo sguardo “carismatico” di quaranta persone della società civile giudicariese - è quello che mira a riaprire il dibattito sul futuro delle Giudicarie, come se le immaginano coloro che le amano? E non poteva mancare uno sguardo oltre i propri confini naturali, con la prima conferenza nazionale sulla cultura cooperativa che si svolgerà, con ospiti provenienti da tutto il territorio nazionale, a Castel Campo con l’obiettivo di far incontrare tutto coloro che a vario titolo, in Italia presidiano e vivacizzano questo ambito.

La rassegna culturale è promossa dalla Provincia Autonoma di Trento, dalla comunità di Valle, dai comuni delle Giudicarie Esteriori e dalla Federazione Trentina della Cooperazione, con il sostegno della Cassa rurale Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella e della Cassa Rurale Alto Garda, del Bim del Sarca e del Bim del Chiese, accanto alle impese del tavolo intercooperativo che su questo territorio operano.

Hockey Val Rendena, partita la stagione

Fondata nel 1982 con l’obiettivo di promuovere questo meraviglioso sport, la società è cresciuta nel tempo contando ad oggi più di 70 atleti distribuiti nelle varie categorie di appartenenza

Con il mese di ottobre è ufficialmente partita la stagione sportiva dell’Hockey Club Valrendena, al traguardo dei quarant’anni di attività agonistica. Fondata nel 1982 con l’obiettivo di promuovere questo meraviglioso e poco conosciuto sport, la nostra società è cresciuta nel tempo contando ad oggi più di 70 atleti distribuiti nelle varie categorie di appartenenza. La stagione post-covid ha portato un incoraggiante

aumento dei piccoli iscritti, che ci permette di schierare ben quattro squadre giovanili oltre alla prima squadra militante nel campionato Dolomiti Hockey League: Under 7, Under 9, Under 11 ed Under 13, quest’ultima in partnership con l’HC Trento. Si aggiungono alle squadre così formate un ulteriore gruppo di ragazzi che, in prestito all’ HC Trento per le categorie superiori (under 15 e under 17), ne costituiscono

dei pilastri fondamentali. La società ha la fortuna di avere a disposizione una struttura coperta che, nonostante la crisi energetica contingente e grazie allo sforzo e alla sensibilità del Comune di Pinzolo e del Gestore, che ringraziamo, permette ai nostri giovani valligiani lo svolgimento dell’attività in quasi tutti i mesi dell’anno.

Si è conclusa il 20 agosto, infatti, l’edizione 2022 del Hockey Summer Camp che

ha coinvolto 30 piccoli atleti in attività di perfezionamento e allenamento intensivo tra pista da ghiaccio e attività off-ice.

Sono impegno e passione a muovere i nostri ragazzi, alcuni dei quali chiamati a rappresentare il Trentino e l’Italia nelle varie competizioni cui partecipano. A dispetto di facili stereotipi su questo sport possiamo vantare ben tre ragazze locali tra le fila della Nazionale

femminile, impegnate nel massimo campionato italiano, ed altre, più giovani, con tutte le carte in regola per raggiungere grandi obiettivi.

A fine estate è ripartita l’attività di avviamento all’hockey rivolta a bambine e bambini dai 4 ai 10 anni; la rodata macchina organizzativa propone 5 lezioni di prova gratuite durante tutto l’autunno, con una maestra di pattinaggio e gli allenatori della squadra ad accompa-

gnare i bimbi che, una volta raggiunta l’indipendenza sui pattini e adeguatamente protetti, saranno pronti per imbracciare la stecca e divertirsi con i loro amici.

Fate provare ai vostri bimbi questa avventura, ne saranno entusiasti.

Per le informazioni necessarie è possibile visitare il nostro sito internet ed i nostri canali social.

www.hcvalrendena.com

PAG. 30 OTTOBRE 2022 Cultura
La Fondazione Guetti celebra il suo decennale con un grande evento di comunità. Dal 13 al 16 ottobre, in Giudicarie e Alto Garda.

GIOVEDÌ 13 OTTOBRE

ore 09.00 - Incontro con l’autore

VIA DALLA PAZZA GUERRA

Un ragazzo in fuga dall’Afghanistan

Con Alidad Shiri

ITET Istituto Giacomo Floriani - Riva del Garda

ore 10.30 - Laboratorio creativo sui graphic novel

LORENZO GUETTI

Un tempo per seminare e un tempo per mietere F.W. RAIFFEISEN

L’economia del bene comune

Con la partecipazione degli autori Gabriele Ba, Riccardo Pagliarini e Silvia Cucchi Gardascuola - Arco

ore 17.30 - Incontro ad invito L’IMPEGNO DEGLI ENTI PUBBLICI PER LA TRASPARENZA E LA LEGALITÀ Testimonianze di sindaci e presentazione di Avviso Pubblico

Partecipano Maurizio Fugatti*, Paride Gianmoena Claudio Mimiola, Roberto Montà, Damiano Tommasi Fabio Berasi

Modera Pierpaolo Romani

Auditorium Sighele - Riva del Garda

ore 20.30 - Dialogo con Damiano Tommasi LO SPORT COME STRUMENTO DI INCLUSIONE SOCIALE

Modera Stefano Bizzotto

Auditorium Sighele - Riva del Garda

VENERDÌ 14 OTTOBRE

ore 08.05 - Incontro con l’autore

VIA DALLA PAZZA GUERRA

Un ragazzo in fuga dall’Afghanistan

Con Alidad Shiri

Istituto Lorenzo Guetti - Tione di Trento

ore 08.30 - Incontro con l’autrice

UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO!

Storia di don Lorenzo Guetti

Con Annalisa Strada e Luca Riccadonna Scuola secondaria di primo grado Lorenzo MilaniOratorio di Storo

ore 08.50 - Incontro e dibattito

IL FUTURO DEL LAVORO E I GIOVANI

Dialogo degli studenti

ore 11.00 - Incontro tra nuove generazioni PARLARE DI GIOVANI E COOPERAZIONE con la Cooperativa INOUT

UPT Scuola delle Professioni per il Terziario - Arco

ore 11.00 - Incontro con l’autrice UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO! Storia di don Lorenzo Guetti

Con Annalisa Strada e Anna Formilan

Scuola secondaria di primo grado Giovanni Pascoli Centro di Aggregazione giovanile - Pieve di Bono - Prezzo

ore 14.00 - Incontro con l’autrice UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO! Storia di don Lorenzo Guetti

Con Annalisa Strada e Giorgio Corradi Scuola secondaria di primo grado Giovanni PratiComano Terme

ore 14.30 - Incontro ad invito 1° CONFERENZA NAZIONALE SULLA CULTURA COOPERATIVA

Introducono Michele Dorigatti e Tito Menzani Saluti Francesca Zanoni, Marina Clerici Rasini, Fabio Berasi

Relatori PierLuigi Sacco e Vera Negri Zamagni Castel Campo - Fiavè

ore 17.30 - Lectio cooperativa di Stefano Zamagni COOPERARE È PIÙ DI COLLABORARE

Introducono Enzo Zampiccoli e Daniela Cortella Incontro in collaborazione con Cassa Rurale AltoGarda - Rovereto

Auditorium Palazzo dei Panni - Arco

ore 21.00 - Incontro con l’autore ERO UN BULLO

La vera storia di Daniel Zaccaro

Con Andrea Franzoso

Incontro rivolto a genitori ed educatori

In collaborazione con la Cooperativa Eliodoro

Sala della Cassa Rurale AltoGarda e RoveretoBolognano di Arco

SABATO 15 OTTOBRE

ore 10.00 - Workshop cooperativo

LA COOPERAZIONE SPIEGATA FACILE

Con Tito Menzani e Monia Bonenti

Maso al Pont - Stenico

ore 10.50 - Incontro con l’autore #DISOBBEDIENTE

Essere onesti è la vera rivoluzione

Con Andrea Franzoso

Istituto Lorenzo Guetti - Tione di Trento

ore 14.00 - Incontro con l’autrice

UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO!

Storia di don Lorenzo Guetti

Con Annalisa Strada e la partecipazione di Mirko Bisesti* Liceo Andrea Maffei - Riva del Garda

ore 16.00 - Dialogo con i presidenti dei tre consorzi elettrici cooperativi trentini

L’ACQUA COME BENE COMUNE

Con Annibale Salsa Giancarlo Pederiva (CEP), Giorgio Rossi (CEDIS), Dino Vaia (CEIS)

Saluto di Fabio Zambotti Modera Stefano Zanoni

Sala Dolomiti - Grand Hotel Terme - Comano Terme

ore 17.30 - Incontro con l’autore Marcello Farina E PER UN UOMO LA TERRA

Lorenzo Guetti, curato di montagna Saluti di Fabio Berasi, Flavio Riccadonna, Roberto Simoni, Mario Tonina Relatori Alberto Ianes e Andrea Leonardi Modera Diego Andreatta Teatro di Larido - Bleggio Superiore

ore 20.30 - Visione del documentario Un viaggio sulle Alpi DIALOGO SUL FUTURO DELLE ALPI

Con Annibale Salsa e Alessandro De Bertolini Modera Roberta Bonazza Saluti di Michele Cereghini e Walter Ferrazza Evento organizzato in occasione dell’Anno internazionale

DOMENICA 16 OTTOBRE

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con Giancarlo Bregantini Istituto Lorenzo Guetti - Tione di Trento
ore 11.00 - Incontro con l’autore LEGALITÀ E SPORT. UNA SCELTA DI CAMPO Simone Perrotta e Pierpaolo Romani UPT Scuola delle Professioni per il Terziario - Arco
dello sviluppo sostenibile delle montagne In collaborazione con il Parco Naturale Adamello Brenta Paladolomiti - Pinzolo
ore 09.00 - Presentazione del progetto con la testimonianza di alcuni autori del volume LA COMUNITÀ CHE VORREI 40 sguardi carismatici sulle Giudicarie Relazioni di Luigino Bruni e Annibale Salsa Saluti Fabio Berasi Ne discutono Monia Bonenti, Mattia Gottardi*, Roberto Failoni*, Mario Tonina, Giorgio Butterini Modera Walter Nicoletti Sala delle Sette Pievi della Comunità di Valle - Tione di Trento *in attesa di conferma Illustrazione di Anna Formilan

dovremmo recuperare apprezzarli almeno occasioni.

La festa dell’agricoltura, la mostra delle giovenche di razza Rendena, la desmalgada, mondo contadino... e chi più ne ha più ne metta…, ormai negli ultimi venti-trent’anni sono diventate giornate importanti nelle Giudicarie.

Io ho sempre pensato fossero, anzitutto, iniziative per far conoscere la nostra storia, la vita dei nostri genitori, nonni e nonne, la tradizione contadina; per ricordare che “il paesaggio”, prati coltivati, boschi, malghe..., e tutto quanto offre il nostro territorio è il risultato combinato di elementi naturali e delle fatiche, degli stenti per coltivare una terra aspra e ostile. Per i “contadini”, o meglio agricoltori di oggi, queste feste e mostre sono l’occasione per far capire ai turisti e alla popolazione che il lavoro e la fatica esistono ancora in questa attività e dimostrare, attraverso i discorsi e le sfilate, che la vera manutenzione del verde dipende dal loro impegno quotidiano senza ferie o giorni di riposo.

Vestiti e cultura, alla ricerca delle nostre origini

delle inoltre, riconoscere e adottare tradizioni, la nostra ignorarla e addirittura questo per non che sottende: passione per il territorio, condivisione di beni proprio il contrario della cultura sudtirolese che privilegia la proprietà privata non malghe e boschi ), per tramandarli ai nostri figli fissata di localismo, ma secondo una corretta visione antropologica modelli culturali estranei (questo vale anche per la globalizzazione esasperata) sia negativo perché sostituisce una cultura radicata di valori positivi con surrogati solo simpatizzante del Tirolo, dell’Austria, ma proprio perché quelle popolazioni si la fermezza ed il rigore nel sostenere e difendere le loro radici e non nello scippare l’ una cultura appartenente ad altri. Piuttosto consiglierei fortemente di osservare come si paesi in Tirolo: i centri storici e tutte le case private addobbate e curate che non hanno nostri; quello potremmo copiare, perché la cura e la bellezza da mostrare ogni giorno biglietto da visita e possono buona promozione turistica, sbandieramento di una falsa folklore di un giorno.

Penso che dovremmo recuperare quei vestiti e apprezzarli almeno in queste

particolare

dovremmo recuperare e apprezzarli almeno occasioni. organizzatori delle manifestazioni, inoltre, riconoscere e adottare tradizioni, la nostra ignorarla e addirittura ; questo per non valori che sottende: passione per il territorio, condivisione di beni proprio il contrario della cultura sudtirolese che privilegia la proprietà privata non malghe e boschi ), per tramandarli ai nostri figli una fissata di localismo, ma secondo u scimmiottare modelli culturali estranei (questo vale anche per la globalizzazione esasperata) sia negativo perché sostituisce una cultura radicata di valori positivi con surrogati solo

Noi abbiamo una cultura ed un passato di cui vantarci e non dobbiamo nasconderci dietro ad altre culture che non ci appartengono. Mi riferisco in particolare alla moda esasperata nel copiare il vestire tirolese, fenomeno di tutte queste manifestazioni contadine.

come vestivano le nostre nonni austroungarici di un filò del 1914 Grande guerra culturale laCumpagnìadalCastél

I vestiti tirolesi fanno colore e allegria senza dubbio. “Sono belli!” mi dicono, “Sì belli come immagine”, dico io (e un po’ me ne intendo dato che ho venduto vestiti di grandi stilisti per più di quarant’anni), ma non c’entrano proprio nulla con la sfilata delle mucche; noi seppur appartenenti allo storico Welschtirol, non abbiamo mai avuto la cultura dei tirolesi. In parti-

dovrebbero riconoscere e adottare le nostre tradizioni, la nostra cultura, non ignorarla e addirittura stravolgerla; questo per non perdere i valori che sottende: lavoro e passione per il territorio, sacrificio e condivisione di beni collettivi (proprio il contrario della cultura sudtirolese che privilegia la proprietà privata non collettiva di malghe e boschi ), per tramandarli ai nostri figli Non sono una fissata di localismo, ma secondo una corretta visione antropologica penso che scimmiottare modelli culturali estranei (questo vale anche per la globalizzazione esasperata) sia fenomeno negativo perché sostituisce una cultura radicata di valori positivi con surrogati solo folcloristici.

valore della cultura locale di cui godiamo tutti, residenti e turisti.

La mostra delle manze “Rendena” a Pinzolo il 27 settembre era, una volta, un momento “sacro” perché rappresentava il risultato della fatica di tutto l’anno: se la selezione era buona in occasione della fiera di San Michele il 29 settembre (stravolta anche questa tradizione cente-

Insomma erano giorni di grande valore non solo per i ricavi, ma soprattutto giorni di emozione, di collaborazione e di solidarietà, valori tramandati che hanno contraddistinto la nostra esistenza, e noi ci vergogniamo di vestirci come loro per un giorno per ricordarli?

Gli organizzatori delle manifestazioni, inoltre, dovrebbero riconoscere e adottare le nostre tradizioni, la nostra cultura, non ignorarla e addirittura stravolgerla; questo per non perdere i valori che sottende: lavoro e passione per il territorio, sacrificio e condivisione di beni collettivi (proprio il contrario della cultura sudtirolese che privilegia la proprietà privata non collettiva di malghe e boschi), per tramandarli ai nostri figli.

Anch’io sono simpatizzante del Tirolo, dell’Austria, ma proprio perché quelle popolazioni si distinguono per la fermezza ed il rigore nel sostenere e difendere le loro radici e non nello scippare l’ Piuttosto consiglierei fortemente di osservare come si i paesi in Tirolo: i centri storici e tutte le case private addobbate e curate che non hanno quello potremmo copiare, perché la cura e la bellezza da mostrare ogni giorno

Vestiti pesanti di DRAP per le donne, grezzi, realizzati con filati di canapa e lino, tessuti a mano (che

Non sono una fissata di localismo, ma secondo una corretta visione antropologica penso che scimmiottare modelli culturali estranei (questo vale anche per la globalizzazione esasperata) sia fenomeno negativo perché sostituisce una cultura radicata di valori positivi con surro-

sono simpatizzante del Tirolo, dell’Austria, ma proprio perché quelle popolazioni si per la fermezza ed il rigore nel sostenere e difendere le loro radici e non nello scippare l’ di una cultura appartenente ad altri. paesi in Tirolo: i centri storici e tutte le case private addobbate con i nostri; quello potremmo copiare, perché la cura e la bellezza da mostrare ogni giorno biglietto da visita e possono una buona promozione turistica, sbandieramento di una falsa folklore di un giorno.

e resistenza ineguagliabili, insomma virtù e valori.

Anch’io sono simpatizzante del Tirolo, dell’Austria, ma proprio perché quelle popolazioni si distinguono per la fermezza ed il rigore nel sostenere e difendere le loro radici e non nello scippare l’ “immagine” di una cultura appartenente ad altri. Piuttosto consiglierei fortemente di osservare come si presentano i paesi in Tirolo: i centri storici e tutte le case private addobbate e curate che non hanno confronto con i nostri; quello potremmo copiare, perché la cura e la bellezza da mostrare ogni giorno sono il biglietto da visita e possono sostenere una buona promozione turistica, non lo sbandieramento di una falsa cultura e del folklore di un giorno.

* Esperta di Usi e costumi, dialetto e tradizioni

PAG. 32 OTTOBRE 2022 Cultura
alla moda esasperata nel copiare il vestire tirolese, fenomeno di tante manifestazioni contadine”.

Attualità

Il primo sparo lo scorso 4 settembre ha dato il via alla stagione della caccia che durerà tutto l’autunno. Nelle Valli Giudicarie il primo step per il camoscio termina alla metà di dicembre, per cervo e capriolo alla fine dello stesso mese, poi avanti a gennaio con la caccia alla cesena da capanno.

E’ essenzialmente di caccia agli ungulati in effetti che si parla. All’Associazione Cacciatori Trentini è delegata la loro gestione, ma cosa significa?

“Ogni anno il piano di abbattimento indica il numero massimo di capi da abbattere per ciascuna specie – così Severino Nicolini dalla Giunta dell’Associazione.

- Quest’anno in Giudicarie parliamo di circa 600 cervi, 800 caprioli e 900 camosci.”

Numeri che non devono essere necessariamente raggiunti, in ogni caso calcolati sulla base di diversi fattori tra cui censimenti e precedenti storici.

“Svolgiamo i censimenti di cervo e capriolo in primavera, di camoscio tra luglio e agosto. Siamo accompagnati sul territorio da tecnici faunistici e guardiacaccia e organizzati in squadre. Per il camoscio la conta degli animali avviene a fasce e in contemporanea, come ad esempio quando ci organizziamo per censire tutto il versante dell’Adamello dalla Val di Daone fino all’Alta Val Rendena nello stesso giorno e

Caccia, aumentano i periodi di abbattimento dei cinghiali

le. Le uscite di monitoraggio dello stesso cinghiale, per esempio, durano ben oltre la mezzanotte e il giorno dopo andiamo a lavorare. Siamo laboriosi, curiamo sentieri e baite, ci occupiamo del mantenimento del territorio per tutto l’anno.”

alla stessa ora. Per il cervo si svolgono uscite in notturna con faro, quello è il momento in cui si vedono e si possono contare”. Detto questo, la domanda sorge spontanea: cosa è emerso quest’anno? Popolazioni in salute?

“Il camoscio è in fase di mantenimento, i numeri sono buoni. C’è da dire che l’inverno scorso è stato poco nevoso, molti più piccoli sono sopravvissuti che infatti oggi troviamo con le femmine.

Per il capriolo la situazione è più critica ma è così già da tempo. Si trova in difficoltà per il cervo che ora invade i suoi habitat. Ma non solo. Il capriolo è più piccolo, i pesi sono diversi da quelli di qualche anno fa, forse dovuto a colture diverse, forse legato

a pascoli e imboschimento. Il cervo, come detto, è invece in forte espansione. Quest’anno è cresciuta la domanda di abbattimenti, questo crea problemi legati ad agricoltura, rimboscamento forestale e gestione stradale.”

Ed ad una settimana dall’inizio della caccia, il bilancio parla di buoni ritmi. Si parte di norma con il capriolo, ma è il cervo che si nota, ormai lo si caccia anche nel fondovalle. Ogni Riserva, a detta di Nicolini, tende poi ad autoregolarsi nel distribuire gli abbattimenti nel tempo.

Se la gestione degli ungulati è una delle attività fondanti dell’Associazione, altre si affiancano e riguardano in particolare collaborazioni nel monitoraggio di altre specie.

Sappiamo perciò che il gallo forcello, gestito dal Servizio faunistico della Provincia, registra numeri in positivo. Anche la situazione del cinghiale, per cui l’Associazione opera un controllo alla specie, è quest’anno degna di nota.

“In Giudicarie il cinghiale costituiva un problema nel Basso Chiese, da Storo a Cimego, sul versante di Castello e Brione fino a Boniprati, dove provocava danni alla colture. Quest’anno la nuova disciplina calata dal Servizio faunistico della Provincia

ha aumentato il periodo di controllo sulla specie. Con appostamenti specifici e accompagnati dai tecnici siamo riusciti ad incidere molto sui numeri e già si nota un minor danno sul territorio.”

“Sì, perchè non è la prima caratteristica con cui veniamo riconosciuti – riflette Nicolini – ma curiamo l’ambiente, siamo legati a natura e tradizioni. Quando vedo un terreno dissestato dai cinghiali, mi piange il cuore. Eppure c’è chi pensa che per noi la caccia sia solo divertimento. E’ anche un impegno socia-

Ok, quindi chi è oggi questo cacciatore giudicariese? “Per la maggioranza si parla di popolazione più anziana. Sono quasi prevalentemente uomini, ma si conta anche qualche quota femminile. C’è buona richiesta per entrare anche da parte dei giovani, spesso però bloccati negli esami di accesso. Diventare cacciatore richiede uno sforzo importante, per raggiungere competenze teoriche e tecniche, dalla conoscenza delle specie al maneggio delle armi.”

Quindi conclude con un auspicio per il futuro: “Sarebbe utile avere più sostegno dalle Amministrazioni locali, a volte non del tutto consapevoli della risorsa che costituiamo con la nostra costante presenza sul territorio.”

PAG . 33OTTOBRE 2022
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Il dottor Mario Romanelli in pensione

Quarantuno anni di (e al) servizio nelle comunità della busa della Pieve di Bono. Quarantuno anni di diagnosi ma, soprattutto (e ai tempi moderni, è merce rara), di confronti e di forti rapporti umani con tutti i pazienti. Giovedì 1 settembre 2022 ha sancito, per le comunità di Pieve di Bono-Prezzo e Valdaone, la chiusura di un’era sanitaria: il dottore di medicina generale Mario Romanelli è andato in pensione. Un medico vecchio stampo ma che ha saputo, grazie alla professionalità che lo ha sempre contraddistinto, restare al passo con i cambiamenti, positivi e negativi, che anche la sanità ha subito in questi anni. Da inizio settembre “Il Mario”, conosciuto e chiamato così dalle comunità locali ad ulteriore testimonianza del forte e personale legame che ha saputo tessere con i pazienti, è sostituito dalla Dottoressa Carla Artini, brillante e giovane medico giudicariese.

Occorre però riavvolgere il nastro della cassetta per ripercorrere un percorso professionale così importante.

Tutto inizia nell’ottobre 1983 con il dottor Romanelli che sostituisce l’allora dottoressa Alberta Benini insediata a Daone. Nell’aprile 1984 vince il concorso per la zona carente di Daone e con il pensionamento del dottor Mario Piffer (medico storico e maestro) trasferisce il suo ambulatorio principale a Pieve di Bono e da allora ad oggi ha esercitato nelle comunità di Pieve di BonoPrezzo e Valdaone. Nel corso della propria carriera lavorativa ha ricoperto anche il ruolo di Medico del soccorso alpino per vent’anni, di Ufficiale Sanitario per i comuni della Pieve (che allora erano cinque) per sei anni e da sempre si occupa dell’assistenza medica de-

gli ospiti dell’APSP Padre Odone Nicolini di Strada (quest’ultima l’unica attività che manterrà attiva ndr). Il dottor Romanelli è stato inoltre, con altri col-

telemedicina. Internet ha stravolto, in certi casi, la gestione dei pazienti e non sempre in modo positivo. Mi sembra di percepire una certa deresponsabilizzazione per quanto riguarda la propria salute: “il medico vede gli esami ed i referti e se c’è qualcosa che non va mi avvisa”. Non è così: la valutazione, insieme, dei risultati è uno dei momenti più importanti e qualificanti dell’atto medico: a monto di ciò c’è un percorso diagnostico terapeutico di cui il paziente deve essere informato. Spiegare con semplicità referti a volte incomprensibili fa parte del nostro lavoro; spiegare il percorso che si ha davanti, i rischi e i benefici che qualsiasi atto medico comporta, fa parte del compito del medico di medicina generale che grazie alle sue conoscenze e frequentazioni con i pazienti saprà trovare il tempo ed il modo per comunicare. Non siamo tutti uguali ed anche i pazienti non sono tutti uguali.

attimi di vita ad una persona, affrontare situazioni tragiche per la comunità portando il proprio contributo e le proprie conoscenze.

Un bilancio quindi positivo.

Assolutamente si. Voglio ringraziare tutti i miei pazienti per la fiducia accordatami, i colleghi del territorio, i medici e gli operatori sanitari dell’ospedale di Tione, del Distretto e gli infermieri, con cui ho sempre collaborato costantemente in modo costruttivo. Ringrazio, inoltre, i sindaci che, oltre alla messa a disposizione dei vari ambulatori sul territorio, hanno saputo collaborare attivamente per il bene della comunità. Ringrazio, infine, la mia famiglia che mi è sempre stata vicina sopportando le mie assenza e supportandomi nei momenti di tensione e stanchezza.

leghi giudicariesi, tra gli artefici del progetto di informatizzazione della medicina generale chiamato Gabriele: progetto sperimentale voluto dall’allora Assessore alla sanità Provinciale Remo Andreolli, per favorire la periferia ed i suoi abitanti. Dopo questa esperienza ha partecipato al gruppo di lavoro per la creazione del progetto “Ampere” volto all’informatizzazione della Medicina Generale di tutto il territorio provinciale e permettendo alle varie componenti dell’APSS di essere interconnesse e di ricevere i referti in tempo reale. Fu inoltre tra i firmatari, insieme agli altri medici di medicina generale delle Giudicarie, del manifesto “L’ospedale che vogliamo”: testo dell’ottobre

2013 volto ad incentivare un miglioramento sostanziale della struttura ospedaliera di Tione di Trento e che il dottor Romanelli, ha sempre tenuto esposto nella sala d’attesa del suo ambulatorio.

Dal primo di settembre quindi le serrande dello storico ambulatorio, che sorge al piano terra dell’abitazione privata in Via Vecchia 23 a Creto, si sono abbassate.

Dottor Romanelli, come vive questo momento? Francamente, sono un po’ frastornato. Fatico ancora a rendermi conto che la mia routine quotidiana è cambiata radicalmente. Ma sono felice, è stata una mia scelta. Lascio consapevole di aver dato il massimo per i pazienti e per la nostra comunità. E lascio con un

auspicio. Prego?

Auspico che la figura del medico di medicina generale possa diventare centrale per il paziente. Una figura che possa essere davvero il medico di famiglia di cui soprattutto le nostre comunità, hanno necessità. Nel corso del mio servizio sono entrato nelle famiglie ed ho costruito u rapporto sincero e diretto con ogni singolo paziente. Il medico di medicina generale dovrà tornare ad essere un punto di riferimento per il paziente e dovrà essere il collante ed il coordinatore di tutte le figure sanitarie che ruotano attorno alla salute. Un ruolo difficile, complesso che abbisogna di competenze specifiche ed un’esperienza pluriennale.

Quarantuno anni non sono pochi. Com’è cambiata negli anni la sanità locale.

Servirebbe uno spazio ben più ampio per trattare un argomento così complesso. Con l’avvento della tecnologica informatica tutto è cambiato. Soprattutto dopo la pandemia è cambiato il rapporto con il paziente. L’ambulatorio oggi, infatti, non è più luogo di socialità come lo era un tempo. Si riceve su appuntamento e anche la gestione di atti medici semplici e cornici viene fatto in via telematica: si parla molto di

Lei, dalla comunità, è riconosciuto come un vero medico di famiglia. Qual è il rapporto avuto con il territorio? Mi fa enorme piacere sapere che il mio operato è stato apprezzato. Il rapporto con il territorio è sempre stato ottimo. Ho cercato di dare la massima disponibilità alla comunità soprattutto in situazioni in cui si deve accompagnare il paziente in percorsi di salute difficili, far vivere nel miglior modo possibile gli ultimi

Ed ora che farà “il Mario”? Non so e, sinceramente, non ci voglio pensare. Devo ancora focalizzare bene che il percorso è giunto al termine. Vedremo quello che ci riserva il futuro. Sicuramente farò il nonno…

Per il momento, quindi, non resta (come fatto dai sindaci anche a nome delle comunità di Pieve di Bono-Prezzo e Valdaone) che rivolgere al dottor Romanelli un caloroso ringraziamento e augurare una buona pensione.

PAG. 34 OTTOBRE 2022 Il personaggio
Per 41 anni si è dedicato alla salute delle comunità di Pieve di BonoPrezzo e Valdaone
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CONCLUSO IL PROGETTO 2022

Quest’estate 108 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni si sono messi in gioco per prendersi cura dei beni pubblici presenti nel nostro territorio.

“Ci

sto? Affare fatica!” è il titolo del progetto di cittadinanza attiva coordinato dalla Fondazione don Lorenzo Guetti e convintamente promosso da La Cassa Rurale Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella, che lo ha sostenuto insieme al Bacino Imbrifero Montano del Chiese, alla Comunità delle Regole di Spinale e Manez e ai comuni di Bleggio Superiore, Borgo Chiese, Comano Terme, Fiavè, Pieve di Bono - Prezzo, Sella Giudicarie, Spiazzo, Storo e Tre Ville

Il progetto mirava a sviluppare il senso civico delle nuove gene razioni attraverso azioni concrete di cura e abbellimento degli spazi e delle strutture presenti all’interno dei comuni coinvolti.

I ragazzi hanno dedicato le loro mattinate alla pulizia delle fontane e alla sistemazione delle canalette sulle strade di montagna. Hanno spazzato strade e piazze, riverniciato i giochi del parco comunale, ridi pinto le panchine e pulito le pensiline dell'autobus. Si sono presi cura dei parchi e hanno dato sfogo alla loro fantasia creando sedie e fioriere partendo da dei semplici pallet. Hanno collaborato con le associazioni locali per l’organizzazione e la gestione di eventi sul territorio.

La manodopera dei giovani volontari è stata ripagata con un “buono fatica” del valore di €50 da spendere nei negozi e negli eser cizi commerciali locali.

Monia Bonenti · Presidente de La Cassa Rurale “Siamo venuti a conoscenza del progetto “Ci sto? Affare fatica!” grazie alla Fondazione don Lorenzo Guetti, che lo aveva già sperimentato nel 2021 in 4 comuni delle Giudicarie Esteriori e, ritenendolo di alto valore educativo per i nostri giovani, ci siamo da subito impegnati per coinvol gere quanti più comuni possibile. Quest’estate sono state attivate ben 12 squadre in 9 comuni delle Giudicarie coinvolgendo in totale 108 ragazzi e 22 adulti in qualità di tutor e coadiuvanti. Questo progetto è stata la dimostrazione che i nostri ragazzi sanno lavo rare in squadra, con senso del dovere e maturità. Spesso i giovani vengo no ingiustamente screditati con l’accusa di non saper fare, di non sapersi sacrificare e di non volersi stancare: con questo progetto invece si sono

sporcati le mani, hanno fatto fatica, d'estate, sotto il sole, hanno preso contatto con il proprio territorio e si sono confrontati con volontari di altre generazioni, che li hanno aiutati nelle varie attività. La responsabilità del domani è dunque in capo a noi adulti, che oggi abbiamo il dovere morale di coinvolgere i giovani e renderli protagonisti delle nostre comunità.”

Fabio Berasi · Presidente della Fondazione Don Lorenzo Guetti “Negli ultimi anni, la Fondazione ha rivolto una parte significativa della sua attività a favore dei giovani, che non sono il futuro della società, come spesso si sente dire, ma sono il presente. Né va dimenticato che l’impresa cooperativa è, per sua natura, un’impresa inter-generazionale: gli adul ti passano il testimone ai più giovani che con la loro energia e la loro creatività portano dentro il movimento cooperativo innovazione e futuro. “Ci sto? Affare fatica!” è quindi un vero e proprio “progetto di comunità” perché serve la partecipazione convinta dei comuni, serve la disponibilità delle associazioni che mettono a disposizione i volontari, serve l’adesione degli esercenti locali (dove i giovani possono spendere i buoni fatica), serve il coinvolgimento di giovani che si mettono a disposizione come tutor e sono fondamentali gli sponsor che credono nel progetto. Questa estate i giovani sono stati protagonisti all’interno delle loro comunità, prendendosi cura dei beni comuni e pubblici. Il maggior risultato? Forse per la prima volta, essi confessano, si sono sentiti utili alla comunità!”

Mariella Bonomini · Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Storo “Abbiamo accolto con convinzione questa iniziativa rivolta agli ado lescenti, la generazione che ha più sofferto in questi anni, riscontrando un’ottima adesione. Nel nostro comune sono state attivate 3 squadre per un totale di 28 ragazzi coinvolti, di cui 2 hanno addirittura voluto ripetere l’esperienza. Inoltre, abbiamo potuto contare sul preziosissimo supporto di 6 adulti in pensione, che si sono dichiarati onorati per aver avuto l’occasione di trasmettere il loro sapere ai più giovani. Anche i ragazzi e loro famiglie hanno riferito la loro soddisfazione per tutte le attività svolte sul campo, che subito hanno dato i loro frutti anche a casa! Un ringraziamento a tutti i promotori e sostenitori del progetto per questa importante opportunità!”

Un patrimonio famigliare di legno

37OTTOBRE 2022Territorio
Pre
COMANO TERME TRE VILLE SPIAZZO
“CI STO? AFFARE FATICA!”
Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella A TUTTI! Grazie BLEGGIO SUPERIOREPIEVE DI BONO  PREZZO SELLA GIUDICARIE STORO BORGO CHIESE STORO STORO FIAVÈ

Il calcio femminile parla giudicariese

Dopo una stagione trionfale, si lavora già da settimane in maniera intensa in casa dell’Alta Giudicarie femminile, per curare bene i dettagli e i particolari inerenti l’attività della stagione sportiva 2022/23. Una realtà nata ormai sette anni fa con l’intento di sbloccare la situazione del calcio femminile in Valle, dando l’opportunità ad atlete già tesserate o a nuove appassionate di cimentarsi con lo sport più bello del mondo senza doversi spostare troppo. Dalla prima stagione 2015-16 ne è stata fatta di strada e la compagine è andata sempre più consolidandosi fino allo scorso anno quando c’è stato un vero e proprio boom di risultati.

Un’Alta che ha vinto tutto quello che si poteva vincere. Dal primo posto nel “Campionato Regionale Trentino Alto Adige”, racimolando la bellezza di 42 punti vincendo tutte e quattordici le partite, fino alla conquista della “Coppa Italia Regionale” in entrambi i casi vantando il miglior attacco e la miglior difesa. Senza tralasciare il merito della “Coppa Disciplina”, a

È notorio che la pratica sportiva inneschi numerosi benefici più o meno tangibili per la collettività e il singolo: favorisce la socialità e il senso di benessere individuale, riduce le malattie contribuendo al contenimento della spesa sanitaria, incentiva fruizione e cura del territorio. Inoltre rappresenta un importante volano per l’economia locale. ‘Mens sana in corpore sano’ dicevano gli antichi. Qui in Trentino lo sappiamo bene, tanto da aver fatto della vocazione sportiva un fiore all’occhiello riconosciuto a livello nazionale e non solo, certificato da numeri e primati diventati consolidata routine. A ulteriore conferma di ciò il Trentino, per la sesta volta su 16 edizioni fin qui tenutesi, si è piazzato sul gradino più alto del podio dell’Indice di Sportività 2022, precedendo le province di Bolzano e Trieste. La prestigiosa indagine, elaborata dal Pts per Il Sole 24 Ore, misura qualità, cultura e diffusione della pratica sportiva nelle 107 province italiane. La classifica è costruita sulla base di diversi indicatori, ben 32 suddivisi in quattro categorie: strutture sportive, sport di squadra, sport individuali e relazioni tra sport e società. Nei 32 para-

cui la società tiene particolarmente, registrando una sola ammonizione. Con la vittoria del campionato, l’Alta femminile avrebbe dovuto accedere alla fase A2. Ma si sa, più si sale di categoria e più le cose si

complicano. «Per questioni tecniche e finanziarespiega il presidente Alberto Milanesi - abbiamo dovuto rinunciare al salto di categoria: le trasferte diventano molto più lunghe, gli allenamenti aumentano e ciò

non è compatibile con gli impegni delle nostre ragazze, tutte impegnate tra studio e lavoro. Perciò anche quest’anno disputeremo il campionato di serie C». Capitan Debora Ghezzi e

se esperienze nel calcio A5 maschile, ma che da ormai tre annate segue la compagine femminile giudicariese dove ha creato un gruppo molto compatto e con la sua indiscussa pazienza ha insegnato parecchi schemi di gioco determinanti alla squadra. «Punta molto sulle giovani - prosegue Milanesi - lavora parecchio su di loro ed è bravo a dare ad ognuna il giusto spazio: è la nostra forza.». Ci sono poi il preparatore atletico Stefano Mussi e la preparatrice dei portieri Debora Rambaldini che insieme si occupano di mantenere costantemente in forma il gruppo, «Siamo felicissimi - sottolinea il presidente - abbiano accettato di stare con noi anche quest’anno.».

e che svolgono una preparazione tecnica ed atletica non indifferente. Se ne sono accorte anche le avversarie.

Visto l’en plein dello scorso anno, sono tra le favorite e l’auspicio è quello di poter continuare ad occupare anche quest’anno i vertici della classifica provando a togliersi diverse soddisfazioni sia in campionato sia in coppa, che avrà inizio sabato 1 ottobre nella partita con il Piedicastello che si disputerà presso la palestra comunale del “centro sportivo Fiana” di Bondo alle ore 21.

compagne si sono ritrovate ad agosto con tanto entusiasmo e allegria, agli ordini e sotto lo sguardo vigile del confermatissimo staff tecnico. Ad allenarle è mister Marco Montagni di Arco, trainer con diver-

La società conferma la fiducia riposta nella rosa dello scorso anno, fatta eccezione per qualche nuova aggiunta. Un gruppo giovane composto da un totale di venti ragazze di età comprese tra i 14 e 28 anni, alcune anche con esperienze calcistiche a livelli superiori, animate da una passione travolgente, con una voglia di vincere impressionante

Trentino al top nella

metri la Provincia di Trento compare 14 volte tra le prime dieci posizioni. Tra queste è prima in ‘strutture sportive’, ‘sport e società’ e ‘attrattività eventi nazionali e internazionali’, seconda in ‘sport individuali’ e ‘ciclismo’. L’ultima affermazione trentina in questa speciale classifica risale al 2019. Podio raggiunto anche nelle due edizioni precedenti (secondo posto nel 2021 e terzo nel 2020) che danno la misura di un trend in costante aumento. La radicata vocazione sportiva del Trentino ha origini precise e non casuali. Legittimo l’orgoglio dell’assessore provinciale allo sport e al turismo Roberto Failoni: ‘Il successo è la naturale conseguenza di massicci e continui investimenti fatti nel settore. Dal 2108 ad oggi la Provincia ha sovvenzionato interventi su 122 impianti e ha contribuito al 50% alla spesa sostenuta dalle società per l’acquisto di più di

200 pulmini. A breve partirà inoltre la ristrutturazione del polo di arrampicata sportiva ad Arco sfruttando i 4 milioni che arriveranno dal Pnrr.’ Molto proficua anche la collaborazione con le realtà locali. Comu-

ni, aziende del turismo, società ma anche volontari e forze dell’ordine creano un eccellente lavoro di squadra che permette di organizzare al meglio piccole e grandi manifestazioni agonistiche. ‘Puntiamo a far conoscere

anche le località meno note e a promuovere eventi dodici mesi l’anno’ conclude l’assessore. Tra gli eventi che hanno contribuito al primato ne ricordiamo alcuni: per il ciclismo le tappe del Giro d’Italia e gli Europei su strada del 2021, le competizioni internazionali di vela e windsurf tra Riva del Garda e Torbole, di pesca a mosca a Campiglio, di triathlon, di arrampicata sportiva (Arco), mountain bike (Val di Fassa, Rendena e Sole), le gare di coppa del Mondo di sci alpino (a Campiglio), combinata nordica (Val di Fiemme) e sci di fondo. E nell’immediato futuro altre prestigiose competizioni saranno ospitate nelle nostre valli. Il tutto in attesa delle Olimpiadi Invernali 2026 Milano – Cortina, che vedranno la Val di Fiemme sede delle gare di sci di fondo, para biathlon, salto con gli sci, combinata nordica e pattinaggio di velocità.

In attesa degli impegni ufficiali, le atlete hanno già centrato il primo successo alla 24^ edizione del trofeo Avis Comunale di Trento. L’appuntamento le ha viste impegnate a Ravina, nella palestra Navarini, domenica 18 settembre insieme alle avversarie di Piedicastello, Roncegno e Voran Leifers. Al quadrangolare il team giudicariese ha vinto la prima partita per 15 a 0, mentre in semifinale ha prevalso per 5 a 1. Oltre al trofeo finale, è stata premiata anche Martina Brunello come capocannoniere.

Una fetta del successo sportivo provinciale lo si deve anche alle Valli Giudicarie, sede di numerose associazioni sportive dilettantistiche (dal calcio al volley, dal basket all’atletica agli sport invernali), spesso fucine di talenti affermatesi a livello anche internazionale.

Primo su tutti, il meraviglioso Yeman Crippa recente medaglia d’oro nei 10.000 agli Europei di Monaco di baviera, ma anche atlete e atleti locali con affermazioni non meno prestigiose.

Tra questi, solo per citare i più recenti successi, ricordiamo Giovanni Lorenzetti di Pinzolo, medaglia di bronzo ai Mondiali Skiroll

Juniores in Lettonia di fine agosto e l’affermazione di Cesare Maestri di Bolbeno, laureatosi in luglio campione del mondo di corsa in montagna in Spagna, attualmente in forza all’Atletica Valli Bergamasche ma cresciuto con l’Atletica Valchiese.

PAG. 38 OTTOBRE 2022 Sport
L’Alta ha dominato la passata stagione ma rimane in C per ragioni tecniche e finanziarie.
classifica del Sole 24 Ore La prestigiosa indagine, elaborata dal Pts per il quotidiano, misura qualità, cultura e diffusione della pratica sportiva nelle 107 province italiane.
Sport,
di Massimo Ceccherini Podio

Yeman, un giudicariese d’oro

Yemaneberhan Crippa – Yeman! - chi non lo ha seguito lo scorso 21 agosto all’Olympiastadion di Monaco di Baviera? Fiato sospeso e tanta emozione ai Campionati europei di atletica leggera dove con un incredibile recupero finale ha conquistato l’oro nei 10mila metri piani. Yeman – classe 96 – è salito sul tetto d’Europa al suo primo titolo europeo a livello assoluto, prima di lui in Italia solo Cova, Mei e Antibo. Un traguardo importante, questo, che oltre alla grande soddisfazione ripaga anche dalla delusione dei Mondiali di Eugene saltati causa infortunio e spinge verso nuovi obiettivi.

La storia di Crippa è sicuramente già nota a molti giudicariesi, che tifano per lui ad ogni gara ed esultano orgogliosi di fronte ai risultati che ottiene. E di risultati il primatista italiano di 3000, 5000 e 10000 ne ha collezionati parecchi, battendo record personali e storici!

Ma in valle lo si conosce anche come quel bambino arrivato a Montagne anni fa, all’età di 7 anni. Nato a Dessié in Etiopia, era stato accolto in un orfanotrofio ad Addis Abeba dopo la morte dei genitori, quindi adottato insieme a fratelli e cugini dai coniugi Crippa.

Ricordi le tue prime impressioni arrivando in Giudicarie?

“Ricordo la neve, questa cosa bianca e fredda che non conoscevo. Siamo arrivati a Montagne che era marzo. L’ho trovata un po’ strana all’inizio, ma già il giorno dopo eravamo a giocare con slitta e bob. Quindi posso dire che già da subito ho iniziato a vedere la neve come una cosa bella, mi sono abituato al posto nuovo. Mi piaceva poi essere sui monti, era come essere tornati in Etiopia, anche là abitavamo sulle montagne.

Difficoltà con la nuova cultura?

Da piccolino in reltà ci fai poco caso, entri facilmente nella cultura e nei modi di fare. Non conosci alternative, pensi che quello che ti insegnano sia la cosa giusta. Ovviamente qualcosa di diverso dall’Etiopia c’era, mangiare con le posate per esempio mi sembrava strano. Queste sono state le uniche cose che mi hanno un po’ colpito, per tutto il resto vedevo

solo il miglioramento, il cambiamento mi è piaciuto da subito.

Com’è stato integrarsi in Giudicarie?

Ci è venuto semplice e automantico, a me e alle mie sorelle. Ci hanno accolto bene tanto in paese che a scuola. Ho iniziato a frequentare la prima elementare a Ragoli, ricordo che

cambiamento dall’Etiopia alle Giudicarie, qui ho avuto un’infanzia molto bella. Fratelli, famiglia ed amici, la considero una seconda vita.

C’è un posto a cui ti senti particolarmente legato? Beh, posso dire quindi il parco a Preore, il campetto da calcio più piccolo sulla destra. Ci ho passato molti

mi avevano aspettato con un cartellone con la scritta ‘Benvenuto Yeman’. Era in inglese, pensavano parlassi la lingua ma in realtà non lo conoscevo, quindi mi hanno spiegato cosa volesse dire. Li ricordo davvero molto affettuosi.

Con i coetanei? Come passavi il tempo?

Amavo giocare a calcio con i miei compagni di scuola, presto mi sono fatto degli amici. Con molti dei ragazzi sono tengo oggi dei buoni rapporti anche se li vedo molto raramente. Ora abito a Trento dove mi alleno quotidianamente o sono lontano per le competizioni.

Il calcio mi piaceva davvero molto, ci giocavamo dopo scuola tanto alle elementari che alle medie. Mi sono sentito accolto e voluto anche in quel contesto quindi ecco, nonostante il

pomeriggi a giocare ed allenarmi, anche per conto mio.

Come ti sei avvicinato all’atletica?

Ero veloce in campo, quin-

di ho iniziato ad allenarmi anche a correre. Ci sono stati due anni in cui ho portato avanti entrambi, ma era difficile. Il calcio in particolare mi chiedeva più presenza negli allena-

menti. Quindi a 13-14 anni ho abbandonato completamente per l’atletica. Lì vedevo il mio futuro e una possibile carriera.

Quando ti sei accorto che l’atletica faceva per te? Quelle poche gare che facevo, le vincevo. Nel calcio ero bravino e mi divertivo, ma parlando anche con mio papà ho capito che non ci avrei costruito una professione. Rimaneva però la mia passione. Anche vedendo il confronto a livello nazionale con altri atleti della mia età, mi sono reso conto che potevo puntare sull’atletica.

Pensi che la valle ti abbia posto dei limiti?

Nei primi anni, quando correvo con l’Atletica Valchiese, portavo avanti anche Corsa in Montagna e Cross Country. A una certa sono andato a Trento perchè il mio primo allenatore, Marco Borsari, è venuto a mancare. Ora volevo concentrarmi sulla Pista e a Trento ho trovato l’allenatore che mi segue tuttora, Massimo Pegoretti. Siamo entrati subito in sintonia. Il primo anno facevo avanti e indietro con la corriera, poi mi sono trasferito definitivamente nel 2014 quando sono entrato a far parte del Corpo sportivo della Polizia.

Quanto ha contato lo sport nella tua crescita personale?

Sicuramente ha contato molto: allo sport, e all’atletica in particolare, devo tutto. Oggi posso dire che sono un professionista dell’atletica, questo mi consente di vivere della mia passione, e di farlo divertendomi. Mi ha insegnato molte cose, mi ha fatto in-

contrare tante persone e stringere nuove amicizie. Sono legami che penso manterrò per tutta la vita. Lo sport ti insegna tanto a superare momenti difficili che a saper gioire di quelli belli. Sto girando anche molto il mondo, senza lo sport non avrei avuto queste esperienze.

Cosa pensi ti rimanga oggi delle Giudicarie?

E’ il posto da cui sono partito, le Giudicarie rimangono sempre nel mio cuore. Ogni volta che ritorno, quando sono al campo di atletica per esempio, ripenso ai momenti in cui mi allenavo prima di iniziare questo tragitto. Purtroppo non sono spesso in valle ma qui vivono ancora parti della mia famiglia come mio fratello Nekagenet, quindi un collegamento rimane sempre.

Consigli a un giovane giudicariese per una carriera come la tua?

A un giovane consiglio sicuramente di fare sport, e di farlo perché ti aiuta a crescere come ha fatto con me. Lo sport poi ti tiene lontano da distrazioni e altre strade che magari non portano a stare bene.

Arrivi a fine serata che sei sereno sia fisicamente che mentalmente. Inseguire un sogno sportivo, riuscire a vincere delle medaglie, raggiungere degli obiettivi: oltre che fare sport per divertimento e passione, è giusto anche provare a sognare! Quindi a un giudicariese dico che siamo nel posto giusto per fare tutti gli sport che vuoi, hai a disposizione tutto quello che ti serve. Gli direi di sfruttare questa cosa che tanti altri ragazzi, anche solo in Italia, non hanno.

PAG . 39OTTOBRE 2022Sport
campione europeo nei 10mila è nato a Dessié in Etiopia, accolto in un orfanotrofio ad Addis Abeba è stato adottato insieme a fratelli e cugini dai coniugi Crippa, di Montagne ed è arrivato in Giudicarie a 7 anni.
Il
di Martina Sebastiani

Giudicarie proiettate in avanti grazie all’impegno dei giovanissimi

sente e tentando di immaginarsi quello che sarà il futuro perché l’azione dell’inarrestabile “cambiamento” era proprio sotto gli occhi.

Ai mei oltre cent’anni di giudicariese doc è stata donata la più grande delle soddisfazioni. Prima d’oggi, durante i miei dieci decenni di esistenza, mai nessuno era venuto da me, in casa, ad interessarsi delle Giudicarie sia di ieri che di oggi; invece, nei mesi scorsi di questo 2022, due gruppi di giovanissimi sono venuti ad intervistarmi per ore ed ore, con tanto di microfoni e di telecamera, soffermandosi in mia compagnia a dialogare alla buona ma spaziando sull’ieri e sull’oggi. Per me una vera ed insolita novità, un vero bagno di giovinezza e l’appagamento di poter tramettere non tanto qualcosa di me, ma soprattutto qualcosa del nostro territorio comprensoriale e delle nostre popolazioni.

Ho la sensazione che sul territorio comprensoriale stiano muovendosi non so quante forze giovanili, ma da me si sono presentati soltanto alcune ed alcuni rappresentanti di due gruppi organizzati: uno dalla Pieve di Bono nelle vallate del Chiese, l’altra dal Banale nelle Giudicarie Esteriori. Mi piace, e credo anche opportuno, presentarli per quel loro volersi e sapersi impegnare per conoscere il passato in Giudicarie al fine di riuscire a vivere e ad impostare adeguatamente “il presente” in vista di “un avvenire” nel quale evidenziare al meglio il vivere in società e “fare comunità”: la caratteristica essenziale e determinate del mio e nostro passato.

*

E proprio la voglia di “fare comunità” e di “farsi animatori della comunità” contraddistingue il gruppo “Giovani in-vita” , costituito da ragazze e ragazzi della Pieve di Bono, ossia dei centri abitati di Agrone, Bersone, Colonia, Creto, Daone, Por, Praso, Prezzo, Strada. Il sodalizio è nato subito dopo

il 2000 a Praso con il preciso intento di “fare gruppo” (fàr gróp) al fine di animare il contesto sociale dell’intera Pieve di Bono, riportandolo ad essere “comunità” di vita, di contenuto e d’intenti. Il gruppo aveva sentito l’esigenza di costituirsi nel periodo dell’isolamento e dell’individualismo che avevano intaccato perfino i più piccoli villaggi, diventati silenziosi e senza animazione comunitaria. Gli adulti e gli anziani si erano lasciati trascinare dall’andazzo che ormai si diffondeva un po’ ovunque portando l’isolamento delle persone che ormai non si trovano più insieme in piazza, nelle botteghe o all’osteria/bar. Anche gli assembramenti sul sagrato delle chiese alla domenica erano scomparsi anche a causa delle automobili che portano via di fretta i fedeli sempre meno numerosi, per cui ogni paese sembrava trasformato un insieme di strade e piazze vuote.

Invece i giovanissimi e le giovanissime di “Giovani in-vita” - fin dal Duemilasentirono l’esigenza di “trovarsi e rimanere insieme” trasformandosi in attori, musicisti, cantanti, ballerini, tecnici della luce e del suono, scenografi, registi, costumisti e cercando sùbito delle iniziative da proporre al pubblico come recite, musical, concerti, incontri culturali aperti al pubblico con ottimi risultati di fronte ad un pubblico sempre numeroso ed affascinato: una comunità che ritrovava il piacere di “sentirsi insieme”. Fino ad oggi - ottobre 2022 - hanno già in attivo oltre vent’anni di attività con un musical sulla “Contessa Dina di Lodron”, il musical “Vociare”, la partecipazione al concorso internazionale “Barcellona Dance Award”, un altro musical “Vita”, varie serate riservate al “Cinema”, la commemorazione de “L’Orlando furioso”; non è mancato e non manca l’in-

teresse classico col sempre attuale “Sport in-vita” proponendolo come alternativa per una vita sana ed allegra, praticando numerose pratiche sportive come pallavolo, baseball, pattinaggio, pilates, equitazione, canyoning, arte circense, arrampicata, escursioni in montagna, breg adventures, orienteering e biciletta.

Esplicative le indicazioni da loro vergate in un documento dal titolo ”Un po’ di noi” in cui annotano: «Per prendere fiato abbiamo organizzato gite in Italia e all’estero, ma anche sulle nostre malghe e sulle bellissime montagne del Trentino, mentre facevamo progetti alternativi, come “Vivere la montagna”, “Sport in-vita”, “GG-Podcast”. Sicuramente i giovani che costituivano il primo gruppo nel Duemila possono testimoniare come i giovanissimi, negli anni Venti, siano già cambiati. Ciò che interessava ai ragazzi di soli vent’anni fa ora non destano più curiosità, per cui anche la nostra Associazione è in cerca di adeguarsi alle esigenze dell’attualità. Quindi è importante continuare a sentirsi “gruppo”, mantenere vivo il GGP (Gruppo Giovani Praso) che definitivamente è diventato “Gruppo Giovani In-Vita”: un punto di appoggio, una grande famiglia nella quale tutti si possano trovare a proprio agio».

Qualcosa di veramente esemplare a da dover prendere in seria considerazione a livello comprensoriale, come sicura premessa e promessa per l’avvenire anche delle Giudicarie.

L’altra sorpresa mi è giunta dalle Giudicarie Esteriori con ragazze e ragazzi che mi hanno poi fatto sapere che si trovano insieme come gruppo d’incontro e di attività sotto la denominazione “Noi Oratorio 5 frazioni”: un’associazione che ha sede a Sténico. Secondo lo Statuto d’obbligo, si definisce una “associazione di promozione sociale” che opera nell’ambito locale della parrocchia e dell’Unità Pastorale. Si tratta di un’istituzione soprattutto destinata a favorire l’aggregazione e l’attività delle nuove generazioni con finalità civiche e solidaristiche e di utilità sociale. Il gruppo dà impulso al dialogo ed alla collaborazione, realizza esperienze di animazione culturale e di servizio sociale tendenti a valorizzare la vita e la storia locale e del territorio. Davvero un gruppo, saldamente fondato sull’autoformazione dei componenti, ma proiettato in un ampio raggio di animazione comunitaria in tutti i settori immaginabili: dalla ricreazione allo studio, dallo sport dalla cultura, dal turismo all’arte, dalle attività extrascolastiche alle esigenze sociali della comunità. Stando a quan-

to elaborato nello Statuto davvero una fucina ad alta e continua fiamma per forgiare persone tutte d’un pezzo ed operatrici di bene in tutti i settori dell’esistenza comunitaria.

Non solo ci siamo incontrati a parlare a lungo di tutto un po’, anche con riferimento al territorio giudicariese, ma poi li ho visti alla prova con una bella mostra di quanto da loro raccolto con meticoloso impegno di mesi e mesi sul “passato”: una iniziativa di testimonianza vissuta in loco mediante quanto da loro pazientemente raccolto ed esposto a Ponte Arche, nella casa della Comunità di Sténico, col titolo: “Segni di memorie” con la spiegazione: «I giovani alla riscoperta delle nostre radici. Mostra guidata dai nostri adolescenti». Materiale esposto su tre piani con testimonianze degli anziani filmate e poste in visione, con oggetti raccolti di casa in casa ed ormai fuori uso ma testimoni di attività e di fatiche, con eloquenti fotografie dei mestieri ormai scomparsi, con scritte riproducenti le voci di vecchie e di vecchi su quanto visto e vissuto. Un insieme di cose da osservare rievocando e meditando alla luce del pre-

Mi hanno voluto con loro assaporando il loro lavoro e commentando quanto esemplarmente realizzato e condividendo la loro ansia di procedere verso l’ancora da fare per conoscere e per migliorare nell’ambito del loro contesto sociale, con possibile riflesso a vasto raggio anche nelle altre vallate giudicariesi. Mi ha meravigliato e impressionato il loro sguardo che sembrava guardare lontano, mentre stavano annasando a piene mani il presente. Adolescenti e giovani che già sentono il loro crescere e il loro diventare adulti in un avvenire tutto da scoprire ma che desiderano sia migliore vuoi del passato che del presente.

Ed io, a 102 anni, sentendomi felicemente in mezzo ad adolescenti e giovani desiderosi di conoscenze e di sollecitazioni al fine di animare la “comunità in meglio”. Mi sentivo direttamente coinvolto, trasformando il mio connaturato pessimismo in un ottimismo che ora mi faceva intravvedere albe e aurore rosate in un avvenire che, grazie a questi giovanissimi e giovani, potrebbe e dovrebbe offrire maggiore serenità di civile convivenza.

Mi chiedo se troveranno le persone e gli aiuti necessari, se saranno compresi e debitamente accompagnati nella loro buona volontà e nel loro impegnarsi, se troveranno porte aperte al loro entusiasmo e al loro impegno.

Sono certo che oltre ai due gruppi che mi hanno contattato e reso partecipe del loro generoso impegnarsi, ve ne siano anche tanti altri dispersi nelle varie vallate bagnate dalla Sarca e dal Chiese. Mi auguro che il loro continuare abbia a consolidarsi nel tempo, ma soprattutto mi sento di esprimere il sentito auspicio che tutta la gente, adulta e anziana, sia disponibile a dar loro una mano affiché tanto entusiasmo e e tanto impegno realizzino davvero un presente maggiormente consono ed un avvenire migliore.

Ai giovanissimi ed ai giovani che si danno da fare a farci vivere al meglio possibile le nostre “comunità”, un grazie di cuore a nome di tutti i Giudicariesi.

PAG. 40 OTTOBRE 2022 Parlando giudicariese
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gruppi di giovanissimi sono venuti ad intervistarmi per ore ed ore, con tanto di microfoni e di telecamera, soffermandosi in mia compagnia a dialogare alla buona ma spaziando sull’ieri e sull’oggi.
“Due
di Mario Antolini Musón

Azienda Sanitaria

nuova apertura

PAG . 41OTTOBRE 2022
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Dio salvi il re (e l’Italia)

Con la morte della Regina Elisabetta è finito il Novecento. Così hanno sentenziato i media, ma a me sta cosa non convince.

Se penso all’Italia vedo tante cose del secolo scorso che ancora ci inzavorrano. Ce le portiamo dietro. Dentro. Eccone alcune:

- Il divario Nord-Sud, mai risolto per precisa (e malcelata) volontà politica. Il Meridione è bacino elettorale enorme, serbatoio di ritardi e inefficienze secolari che non conviene risolvere. Finché permarranno i soliti problemi si potranno fare le solite promesse. Da disattendere puntualmente. Da riproporre puntualmente;

- La questione carceraria è la stessa da cent’anni, con il sovraffollamento di detenuti in edifici fatiscenti dell’era mesozoica;

- La precarietà nella scuola;

- Il concetto di Terza e Quarta ‘Repubblica’ che ci è stato spacciato per moderno ma che altro non è, al netto delle sagome umane che avvinghiano poltrone, che l’infinito riproporsi del solito sub-teatrino avanspettacolistico fatto di

inciuci vorticosi e squallidume intellettuale.

Nei suoi 70 anni di regno, Elisabetta II ha assistito all’avvicendarsi di 16 governi: da Churchill (anno 1953) all’attuale primo Ministro Liz Truss.

Nello stesso arcobaleno temporale in Italia si sono succeduti ben 67 governi.

Trenta i Primi Ministri, da De Gasperi a Mario Draghi.

D’altronde son vent’anni che ci martellano con ‘sta storia della società ‘liquida’, dove tutto è liquido, vacillante, incerto… Religione liquida, sesso liquido, arte liquida, …che tutto è aleatorio e instabile, incerto e confuso, composto e decomposto, mischiato e ricomposto… Se è vero che viviamo in un mondo in cui l’incertezza è l’unica certezza, in cui tutto muta e nulla è immoto, dove anche la politica si compiace della sua fluidità, è altrettanto vero che in Italia l’unica cosa stabile è l’instabilità politica. Unica eccezione alla liquidità dei tempi che viviamo. Unico masso di granito in una distesa infinita di sabbia sfuggente.

Dal ‘Panta rei’ di Eraclito alla società ‘liquida’ di Baumann. In mezzo 3000 anni di evoluzione del pensiero filosofico, tra integralismi religiosi, mate-

rialismi e relativismi, per realizzare che il pensiero filosofico non è cambiato, ma torna alle origini. E’ la gallina che ritorna uovo, il lancio di dado che

Tutti giù per terra di Massimo Ceccherini Podio

In occasione dell’ultima campagna elettorale i leader politici sono sbarcati su TikTok con l’obiettivo di acchiappare i voti dei più giovani. ‘Proposte concrete per noi, non giochini e battutine’ ha lamentato l’Unione degli studenti. Per tutta risposta Silvio Berlusconi, da sempre sensibile e reattivo alle istanze del mondo giovanile, la sua proposta l’ha fatta: cambiare il nome della piattaforma da TikTok a un più disneyano TikTokTak.

Non pago della freddura, in pieno orgasmo da social, il Cavaliere ha poi postato un video in cui ha deliziato i suoi giovani followers con un’altra delle sue irresistibili spiritosaggini: ’Mi rivolgo a chi ha più di 18 anni. Per presentarmi la vostra ragazza? Macchè, per chiedervi di votare Forza Italia!’

A chiudere, una barzelletta con protagonista lui insieme a Biden, Putin e il Papa.

ti riporta alla casella del via. Come certi amori cantati da Venditti, che fanno giri immensi e poi ritornano. O tempi, o costumi!

Ecco. Un’altra cosa che ci portiamo dietro dal Novecento.

Le cazzate di Berlusconi. Sipario.

L’associazione Piazza Viva, dopo quasi dieci anni di attività nel campo della promozione culturale e in particolare musicale, ha deciso di riorganizzarsi e di dare nuovo slancio alla propria azione ponendosi sempre più come impresa culturale di animazione del territorio a 360 gradi.

Si è andata quindi definendo una suddivisione delle attività promosse dall’Associa-

zione in tre aree principali. Anzitutto la Compagnia musicale Piazza Viva: un ensemble musicale che da più di trent’anni propone concerti tematici a livello locale, nazionale ed internazionale.

Molte le sue tournée in Italia e all’estero.

Quindi Educationart: una rassegna di eventi che si occupa di sviluppare azioni culturali sul territorio.

Infine Art Lab Giudicarie: la

terza area, che si occupa di promuovere attività artisti-

che all’interno delle Giudicarie in sinergia con le comu-

nità locali. Si tratta in questo caso di attività che si stanno

sviluppando in quest’ultimo periodo (come il recente corso di danza contemporanea rivolto sia al mondo dei bambini e dei ragazzi che a quello degli adulti) e che in prospettiva andranno a toccare anche il campo del teatro e dell’organizzazione di eventi artistici in generale.

L’obiettivo è quello di dare risposta a un bisogno che si è manifestato negli ultimi anni sul territorio, dato che non vi sono iniziative strutturate di questo genere all’interno delle Giudicarie. Le diverse attività che sono in programma si articoleranno soprattutto sul piano dei laboratori, dei seminari e della corsistica, in collaborazione con tutti coloro che sono interessati a questo tipo di iniziative, siano enti pubblici o associazioni del privato sociale.

PAG. 42 OTTOBRE 2022 Tutti giù per terra
Piazza Viva, impresa culturale Un eloquente, concreto e generoso esempio di vitalità e animazione che crea presupposti per valorizzare molte risorse delle nostre comunità

I rincari delle bollette, noi e lo Stato

Caro Amistadi, i rincari delle bollette del gas, del petrolio, dell’energia elettrica sono stati al centro della campagna elettorale appena trascorsa, ogni parte politica sembrava avesse la propria formula magica per risolvere il gravoso problema del rincaro delle bollette, ma ho l’impressione che ci stessero prendendo in giro. Perchè Draghi, prima di andarsene, non s’è fatto carico del problema e non è intervenuto mettendo a carico dello Stato il maggior costo del gas e dell’energia elettrica? Non avrebbe potuto così mettere fine ai disagi che ormai stanno dilagando un po’ in tutta Italia? Tu che ne dici?

Non sono un grande esperto, ho però un mia convinzione. Cerchiamo d’essere realisti, nessuno Stato può accollarsi tutti i rincari del costo del gas o anche solo dell’energia. Non può farlo perché non sarebbero sostenibili in termini di bilancio per lungo tempo, inoltre sarebbe un regalo non da poco per gli

speculatori e per le multinazionali che ne controllano la vendita. Se infatti lo Stato si facesse carico degli aumenti, qualunque siano e non sempre giustificati, gli speculatori sarebbero liberi e non si farebbero scrupoli a riversare sullo Stato tutti i costi in più dovuti alla crisi in atto, e inoltre non avrebbero nessun interesse a cercare soluzioni alternative. Purtroppo per queste cose non esiste la bacchetta magica. Abbiamo sbagliato, come Europa, a fidarsi troppo di Putin, ci siamo resi eccessivamente dipendenti dal gas russo e questo, nella situazione in cui ci troviamo oggi, ci sta costando carissimo, perché

Che brutto segno i sacerdoti in borghese!

Mi sono trovato per caso presso il Duomo di Trento mentre stavano uscendo una decina di sacerdoti con il loro Vescovo alla fine di una importante cerimonia. Di tutto il gruppo, uno solo era vestito regolarmente da prete (l’Arcivescovo), tutti gli altri abbigliati in “borghese” senza alcun segno della loro missione. La cosa non mi è piaciuta, ma ormai bisognerà farci il callo. Non vorrei che col tempo anche la liturgia si adegui all’abito. L’ho sempre considerato un brutto segno per la Chiesa, l’abbandono da parte dei preti del loro abito tradizionale.

Franco

L’abbiamo sempre detto, l’abito non fa il monaco e in questo caso, l’abito non fa il prete. Se si valutasse la voca-

zione e la religiosità dei preti da come ormai vanno vestiti, almeno la metà dovrebbe essere espulsa. Poi leggiamo di preti, che pur indossando l’abito talare, si sono resi colpevoli di non poche nefandezze. Quindi è meglio giudicare e misurare i sacerdoti da come si comportano piuttosto che da come si vestono. Del resto l’obbligo di avere sempre l’abito talare, mi risulta valere solo per i Vescovi. Un documento redatto dalla Santa Sede nel 2013 raccomanda che un religioso deve sempre essere riconoscibile soprattutto per il proprio comportamento. E se queste sono le regole, adeguiamoci, mantenendo sempre rispetto e deferenza per uomini votati ad una sempre più difficile, ma sempre più importante missione pastorale.(a.a.)

gli speculatori approfittano del clima di incertezza e dell’uso spregiudicato che Putin fa dell’arma energetica. Annullare i rincari trasferendo tutti i costi sulle casse dello Stato convincerebbe la Russia a portare ancora più in alto i costi fiaccando ancor più gli Stati europei, fra cui l’Italia. Alla fine, ricordiamocelo sempre, che quando chiediamo l’intervento risolutore dello Stato, i soldi erogati sono sempre soldi nostri, di noi contribuenti. E con il debito pubblico che andrebbe ad aumentare, non ne sarebbero felici i nostri figli perché prima o poi lo dovrebbero pagare e...con gli interessi.(a.a)

Serve più spazio alle donne

Caro Adelino, nella società di oggi le donne sono sempre più nel mirino. Basta leggere i giornali, ogni giorno raccontano di femminicidi un po’ in tutta la penisola. Dall’inizio dell’anno sembrano più di trenta ormai le vittime. Di fronte a situazioni del genere, sono sempre più convinto che le donne dovrebbero avere sempre più spazio nel mondo della pubblica amministrazione, nelle imprese, nella società. Ad esse deve essere riservato uno spazio adeguato perché valgono tanto quanto gli uomini.

Ezio

Sulla capacità delle donne non c’è alcun dubbio, valgono quanto gli uomini, a volte di più, a volte di meno, com’è naturale. E cosi succede anche fra gli uomini. Il problema non è quello di riservare spazio per le donne, ma deve esserci semplicemente la garanzia che esse non siano discriminate perché

donne. Nel mondo della pubblica amministrazione, dell’impresa, nel mondo del lavoro, dell’arte, devono essere valorizzati e premiati coloro che valgono, che sanno fare il loro mestiere.

Sia che portino i pantaloni o che indossino la gonna.

Le cose stanno migliorando, proprio in questi giorni verrà nominata primo ministro del nostro Paese una donna, ...Meloni, e con lei sono aumentate di numero le donne elette in parlamento, anche a Trento le donne sanno farsi rispettare, in Giunta provinciale con Fugatti presidente, ce ne sono due, e in Consiglio sono otto le donne nei vari gruppi.

Non male rispetto a qualche anno fa. Ma ci sono ancora disuguaglianze e troppe vittime.

Dobbiamo essere rispettosi ed attenti, ma ho timore che fra qualche anno saranno i maschi a reclamare le pari opportunità. (a.a.)

Il presidenzialismo obiettivo di Meloni

Sembra che uno degli obiettivi che si propone la Meloni appena avrà formato il nuovo governo, sarà quello di introdurre anche in Italia il Presidenzialismo, io sono un po’ confuso, tu, da vecchio politico, vuoi spiegarmelo con semplici parole.

Ci provo. Le caratteristiche principali dei sistemi presidenziali sono: elezione diretta del Presidente della Repubblica da parte dei cittadini, con nuovi e più ampi poteri; stabilità del governo per tutta la durata del mandato;poteri di nomina dei ministri nelle mani del capo dello Stato nel caso anche capo di Governo. Da molti anni a questa parte si parla di una riforma in “senso presidenziale”. Si vorrebbe, cioè, trasformare l’attuale nostra Repubblica da parlamentare a presidenziale. L’obbiettivo è quello di cambiare la forma di governo. La Repubblica presidenziale prevede che il capo dello Stato sia nel contempo Presidente del Consiglio. In questo caso il Presidente viene eletto direttamente dal voto dei cittadini. Deve essere lui a formare il Governo e a guidarlo per tutta la durata della legislatura. La cosa più importante è che, essendo il Presidente, eletto direttamente dal popolo, non ha bisogno per governare di avere la fiducia del Parlamento. In una Repubblica presidenziale, il Presidente eletto è l’autorità principale dello Stato sia perché eletto dai cittadini proprio perché è sia capo della Repubblica, sia capo del governo. In una Repubblica presidenziale il Presidente ha il potere di opporsi, se lo ritiene necessario, alle decisioni prese dalla Camera e

dal Senato. In oltre ha anche la possibilità di legiferare. Dirige la politica estera e nomina gli alti funzionari dello Stato. Ma il Presidente non è intoccabile, può essere soggetto a “impeachment”, e dopo essere stato messo in stato d’accusa, il Presidente può essere processato. Poi, per fortuna, in qualsiasi sistema presidenziale sono previsti tutta una serie di pesi e contrappesi e di poteri di controllo e garanzia, per evitare che la repubblica presidenziale non si trasformi in uno Stato totalitario. L’espressione tipica del presidenzialismo sono gli Stati Uniti d’America. La Francia invece è un esempio di repubblica semi-presidenziale. Altri modelli presidenziali si trovano in nazioni come l’Austria, Portogallo, Irlanda, Finlandia, prima o poi toccherà anche a noi?

Stando a quello che Giorgia Meloni ha predicato per tutta la sua vincente campagna elettorale sembrerebbe di sì...aspettiamo e vediamo! (a.a)

PAG . 43OTTOBRE 2022
Paolo
BOTTA E
RISPOSTA
vilgiat@yahoo.it Opinioni a confronto
Giovanni

Loc. Campo dei Prati 15 Borgo Lares (TN)

PAG . OTTO

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