Giornale delle Giudicarie giugno 2023

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L’EDITORIALE di Adelino Amistadi

Cambi costituzionali?

Non manca mese che il Governo non ci sorprenda. Da qualche giorno è ricominciato il tormentone delle riforme, i giornali non parlano d’altro. La leader di Fratelli d’Italia, nonché presidente del consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato la sua volontà di riformare la Costituzione italiana per introdurre una forma di premierato, cioè l’elezione diretta del capo del governo da parte dei cittadini. L’obiettivo è quello di garantire più stabilità al governo, evitando il continuo ricambio di esecutivi diversi a cui siamo abituati, ma anche che sia rispettata la volontà degli elettori. Per porre rimedio alla situazione e sulla base di “un mandato elettorale” ottenuto nelle elezioni dello scorso settembre, Giorgia Meloni con i suoi alleati, ha avviato “il dialogo” con le opposizioni, in una giornata di incontri alla Camera. In questi primi incontri le opposizioni hanno detto soprattutto no e pochissimi sì. La Presidente ha messo sul tavolo tre ipotesi sulle quali confrontarsi, dicendosi anche disponibile ad ipotizzare un modello “tutto nostro, tutto italiano”, ma anche precisando che il governo e la maggioranza andranno avanti comunque, anche senza un accordo con le minoranze:

- il sistema presidenziale, ovvero presidenzialismo in senso stretto con l’elezione diretta del presidente della Repubblica che sarebbe anche il capo del governo;

- il semipresidenzialismo sul modello francese, quindi elezione diretta del presidente della Repubblica, che a sua volta nomina il presidente del governo;

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Molti sono gli scritti, supportati da evidenti ed inconfutabili testimonianze storiche, che affermano e documentano come l’Europa sia fortemente plasmata dalla Civiltà cristiana. Un’Europa che ha profonde radici cristiane, attraverso le quali una linfa generata da fondamentali principi e valori ha alimentato Fede, cultura, rispetto e valorizzazione della dignità umana.

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PAG . 1 GIUGNO 2023
schiena Salute A PAGINA 27 Orso, l’intervento del Parco Territorio A PAGINA 8 Europa
Per la vostra pubblicità sponsorgdg@yahoo.it - 3356628973 EUROPA di Paolo Magagnotti A pagina 14 Viabilità, le novità sugli snodi giudicariesi A PAGINA 6 Le C Riforme TRUFFE U A pag. ATTUALITÀ I ba A pag. 14 RUBRICA Coo A pag. 31 Pruti A PAG. 8 Attualità ANNO 21 - GIUGNO 2023- N 6 - MENSILE FONDATO NEL 2002 - Distribuito da www.giornaledellegiudicarie.it il iornale delle iudicarie Mensile di informazione e di approfondimento iudi G www.lacassarurale.it www.prendiilvolo.it Adamello Giudicarie Valsabbia
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DALLE GIUDICARIE RASSEGNA

Tanti auguri alla signora Teresina Parolari, che a fine febbraio ha compiuto 100 anni.

Figli, nipoti e bisnipoti l’hanno festeggiata con una S. Messa, la banda di Tione e un momento conviviale a pranzo.

Il segreto di Teresina?

L’attività fisica – ogni mattina una mezzora di esercizi posturali – e una vita piena: fino a 93 anni ha lavorato alla ferramenta armeria Bonomi e si occupa del suo fido cane setter “Neva” oltre a godersi l’allegria e la vivacità della sua bella famiglia.

San Lorenzo in Banale, Val d’Ambiez: va a camminare nei prati e vede sette orsi a pochi metri uno dall’altro. Alessia Baldessari li ha visti in lontananza, nei prati nella parte bassa della Val d’Ambiez. Venerdì 26 maggio mattina, come fa quasi tutti i giorni, stava camminando lungo il sentiero che da San Lorenzo in Banale, dove vive, porta verso malga Asbelz quando, guadando in basso, in lontananza, li ha visti.

Prima uno, poi altri due. Poi ancora un’altra coppia, e un’altra ancora. Sette esemplari, tutti a pochi metri l’uno dall’altro. La sindaca Ilaria Rigotti ha commentato l’episodio:

“La preoccupazione c’è, inutile nasconderlo. La presenza di plantigradi in queste zone è acclarata da tempo ma è la concentrazione di tanti esemplari in un unico punto a non lasciare tranquilli”.

Tragedia di Mostizzolo, dolore senza fine. Il Comune di Sella Giudicarie: “Una settimana di lutto”.

Il Trentino è rimasto scosso per la tragedia nella quale hanno perso la vita Veronica Amistadi, 41 anni, e il suo bimbo. Il dramma alla forra del torrente Noce, all’imbocco della val di Sole, un volo di novanta metri. L’amministrazione comunale di Sella Giudicarie ha voluto stringersi alla famiglia di Veronica con un messaggio toccante: ”Quando succedono simili

2023 DALLA PROVINCIA

Proiettile al presidente Maurizio Fugatti Solidarietà al presidente provinciale Maurizio Fugatti è arrivata da più parti dopo aver subito un atto intimidatorio grave come l’invio di una busta con un proiettile. “Ringrazio anzitutto per i moltissimi attestati di solidarietà che sto ricevendo in queste ore. La prima cosa che mi sento di dire è che sono tranquillo e che proseguirò il mio lavoro come sempre ho fatto – ha detto Fugatti - Ritengo che episodi come questo non meritino altri commenti. Ci tengo piuttosto a restituire con gratitudine l’attenzione e la sensibilità che mi arriva da più parti e a ringraziare a mia volta le forze dell’ordine e la magistratura per il lavoro che stanno facendo. A tutti voglio dire che non saranno certo le minacce a farmi vacillare di fronte agli impegni che mi sono preso con la comunità trentina”.

Orso, il Tar sospende la soppressine di JJ4 fino al 27 giugno

condizione necessaria ai fini dell’erogazione delle prestazioni a carico del PNRR.

Siena, Ravenna e Trento al top per il benessere, dice il Sole 24 Ore Pubblicati i risultati dell’indagine annuale sulla qualità della vita del Sole 24 ore. Al centro del rapporto i bambini, i giovani e gli anziani. Trento al top nella categoria “anziani” per la speranza di vita; premiata anche per gli investimenti sull’assistenza domiciliare over 65. I principali trend nazionali emersi dall’indagine sono: canoni di locazioni in crescita, disoccupazione giovanile scesa al 20 per cento, i Neet (giovani che non studiano, nè lavorano) in decrescita al 17 per cento.

tragedie nessuna parola può essere appropriata, nessuna parola può lenire il dolore di chi rimane, vi è solamente una profonda e infinita tristezza ad affliggere tutti noi. La speranza e l’augurio è che il ricordo di Veronica e del piccolo Riccardo, dei bei momenti trascorsi assieme e l’affetto di tante persone diano a tutti loro la forza necessaria per superare questo tragico momento: non sappiamo dove vanno le persone quando scompaiono, ma di sicuro sappiamo che resteranno per sempre nel cuore di chi le ha conosciute e amate”.

Bypass di Storo, opera da 5 milioni: lavori al via nel corso del 2025

A quanto emerso da un incontro pubblico, lo scorso anno a Storo, nel mese di marzo, si sono registrati circa 1.500 veicoli al giorno, che salgono a 1.800 nel mese di maggio, di questi circa il 30% sono da riferirsi ai mezzi pesanti, più dell’80% non rispetta il limite dei 50 chilometri all’ora. Da qui la necessità di togliere il traffico dal paese. Poco più di 965 metri, 5 milioni di euro di budget, il progetto definitivo entro l’anno, l’appalto nel 2024 e i lavori nel corso del 2025. Sono i numeri del bypass che, in un paio di anni, toglierà dal centro di Storo il traffico pesante, rendendo più sicuro l’abitato. “Quest’opera rientra in quel

percorso che abbiamo avviato a inizio legislatura con gli Stati generali della montagna per ascoltare e raccogliere le istanze di valli e montagne. Il bypass nasce da una precisa richiesta del territorio”, ha spiegato il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti.

Bondo, una folla per l’ultimo saluto a Gabriele. Nella chiesa parrocchiale di Bondo, la comunità locale ha dato l’ultimo abbraccio a Gabriele Salvadori, il giovane diciannovenne morto tragicamente in un incidente avvenuto a pochi chilometri da casa, nella galleria “Castel Romano” a Pieve di Bono-Prezzo. Il rito funebre celebrato da don Celestino Riz, ha raccolto una grande folla commossa e scossa per la tragica perdita. Molti i giovani presenti in chiesa e fuori, a rappresentare il dolore per il lutto e la vicinanza alla famiglia di Gabriele. Un lutto che ha colpito un’intera vallata che ha vissuto questi momenti con le lacrime agli occhi per la scomparsa del giovane che era alla guida della Volskwagen Polo finita contro il muro nel tunnel. Insieme al cugino Samuel Gazzaroli e all’amico Salah Ayoube, stava rincasando dopo una serata trascorsa all’insegna del divertimento in una discoteca di Salò.

Il Tribunale regionale di giustizia amministrativa di Trento ha pubblicato le ordinanze sui ricorsi proposti contro l’abbattimento degli orsi JJ4 e MJ5: l’abbattimento di JJ4 è sospeso fino al 27 giugno ed è arrivato il via libera alla cattura di MJ5. “In tutte le ordinanze – scrive in merito in un comunicato la Provincia di Trento - il Tar riconosce come i ricorsi non siano supportati da un presumibile fondamento giuridico e ravvisa già profili di inammissibilità, in ordine alle impugnazioni dei provvedimenti del presidente della Provincia autonoma di Trento, il decreto numero 9 del 19 aprile e il decreto 10 del 27 aprile, con cui si dispone l’abbattimento dei due esemplari pericolosi. Gli atti dell’Amministrazione vengono dunque ritenuti congruamente e compiutamente motivati, alla luce di un’approfondita istruttoria. Il Tar di Trento dichiara che le misure alternative all’abbattimento sono state adeguatamente considerate da parte della Provincia. L’ipotesi trasferimento avanzata da qualche associazione - viene rilevato - non è suffragata da alcuna concreta e fattibile proposta da cui risulti anche l’impegno dei proponenti a farsi carico di tutti gli oneri. Per questo motivo, si può affermare che la scelta definitiva di confermare l’abbattimento sia di MJ5 che di JJ4 sia stata ritenuta validamente motivata. Questa la precisazione del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, alla luce della decisione dello stesso tribunale amministrativo di sospendere l’esecuzione dei provvedimenti della Provincia su JJ4 fino all’udienza cautelare fissata al 27 giugno 2023 (con udienza di merito al 14 dicembre 2023) e di MJ5 fino al 22 giugno per motivi procedurali. I giudici confermano infatti la pericolosità di entrambi gli animali”.

PNRR, approvato il Piano operativo provinciale dell’assistenza domiciliare

Le risorse, pari a complessivi 23.519.525 euro, sono assegnate alla Provincia autonoma di Trento nell’ambito della Missione 6 Salute, del PNRR, investimento 1.2.1 “Casa come primo luogo di cura”. Attraverso questo Piano, che ha come orizzonte temporale il 2025, si avvia inoltre il processo di adeguamento del sistema provinciale di autorizzazione e di accreditamento delle strutture per l’erogazione delle cure domiciliari,

E-Wallet: parte dalla Provincia autonoma di Trento la sperimentazione italiana del portafoglio digitale Ue Sarà la Provincia autonoma di Trento a sperimentare per prima in Italia alcuni casi d’uso del portafoglio digitale europeo: un sistema che consentirà a cittadini, residenti e imprese dell’Unione di certificare la propria identità in completa sicurezza, senza bisogno di fornire copie, fotocopie, carte bollate o altra burocrazia per accedere a servizi pubblici e privati in tutti gli Stati membri.

Giorgia Meloni al Festival: “Presidenzialismo e autonomia differenziata insieme rafforzano il Paese”

La risposta dello Stato per l’Emilia Romagna, con lo stanziamento di 2 miliardi a favore di una popolazione che si è rimboccata le maniche nel fango e di una regione “che è fondamentale per tutta l’Italia”. Il PNRR come strumento strategico per lo sviluppo dell’Italie e per la messa in sicurezza del territorio. Il Piano Mattei rivolto all’Africa, “un continente che non è povero, è ricco, che ha un potenziale immenso per la produzione energetica e va sostenuto in una cooperazione vincente, non predatoria, su formazione, lavoro, opportunità per i giovani, dando anche risposte sui fenomeni migratori e l’approvvigionamento energetico per l’Europa”. L’impegno del governo e della maggioranza sulle riforme, dal fisco a presidenzialismo e autonomia differenziata “che stanno bene assieme e che faremo entrambe, perché rafforzano il Paese”. Una Giorgia Meloni a tutto campo al Festival dell’Economia di Trento, dove la presidente del Consiglio dei Ministri è intervenuta in video.

Itas Trentino campione d’Italia

L’Itas Trentino sconfigge col risultato di 30 Civitanova nel quinto e decisivo incontro della finale dei playoff scudetto e si laurea campione d’Italia per la quinta volta nella sua storia. Un traguardo poco prevedibile nello scorso autunno, quando la formazione allenata da Angelo Lorenzetti è stata protagonista di un avvio di campionato balbettante. Poco alla volta la squadra si è rialzata, ha recuperato diverse posizioni nella classifica della SuperLega fino a terminare la regular season al secondo posto. Superate Monza e Piacenza rispettivamente nei quarti e nelle semifinali, ieri è arrivato un perentorio successo contro Civitanova nella gara che metteva in palio il tricolore.

Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro

Il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo.

Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.

PAG. 2 GIUGNO 2023 A cura della REDAZIONE
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“La situazione dei Comuni è migliorata rispetto al passato”

Quale è il bilancio della sua attività come Assessore agli Enti Locali, trasporti e mobilità, al termine di una legislatura particolarmente difficile, iniziata con la tempesta Vaia seguita da un periodo di prolungata siccità, per poi passare alla pandemia del Covid 19, e che sta per terminare con le preoccupazioni legate alla gestione degli orsi?

Il bilancio di questa legislatura è stato, nonostante le grandi criticità legate ad eventi di dimensione mondiale che hanno investito anche la nostra Provincia, certamente positivo.

In particolare, dal punto di vista delle competenze a me assegnate, posso affermare con soddisfazione che la situazione dei nostri Comuni è oggi migliorata rispetto al passato. Dopo anni di blocco, i Comuni sono tornati ad assumere per erogare servizi in favore dei cittadini, hanno stabilizzato i bilanci con risorse di parte corrente maggiori ed oggi dispongono di vera Autonomia gestionale.

I Comuni sono la base fondante della nostra Autonomia sul Territorio e forniscono quei servizi di presidio e prossimità che risultano insostituibili per mantenere vive le nostre vallate, consentendoci di restare qui e vivere bene. Ora Comuni e Provincia sono sullo stesso livello, non in posizione di vassallaggio come in passato.

Dal punto di vista di mobilità e trasporti, con un importante investimento di 2 milioni l’anno, è stato introdotto un cadenzamento orario da e per Trento dal mattino presto sino alle 22, ogni giorno, tutto l’anno. Un investimento “silenzioso”, quasi invisibile, ma che ha reso competitivo l’uso del mezzo pubblico anche per i lavoratori. Altre misure degne di

note sono la tessera gratuita di libera circolazione per gli over 70, che lo scorso anno hanno effettuato quasi 1 milione di corse, nonché l’aver ridotto a 20 euro anno l’abbonamento annuale per gli studenti, quando di media, fuori trentino il costo è di oltre 100 euro mese. Questa tessera scolastica, inoltre, non limita agli spostamenti casa/scuola/casa ma è di libera circolazione in tutta la Provincia, come incentivo all’abitudine al muoversi con i mezzi pubblici. Una misura all’insegna della sostenibilità.

Di recente, sono felice di poter comunicare ai lettori che, dopo un lavoro durato oltre due anni, il nostro Territorio è risultato destinatario di 20 milioni di euro di contributi europei, di cui la metà provenienti da Roma e l’altra metà a bando su fondi FSE e FESR destinati a progetti di mobilità innovativa, pubblica e privata. Una sorta di “patto territoriale” declinato nel 2023 e seguenti.

La scorsa estate il Consiglio provinciale ha approvato la Riforma Istituzionale con la conferma delle Comunità di Valle e con l’introduzione del Consiglio dei Sindaci quale organo di indirizzo dell’Ente. A quasi un anno di distanza come valuta l’impatto della riforma che Lei ha proposto?

La riforma dopo la fase di costituzione degli organi ha già dimostrato il suo valore pratico: i Sindaci si confrontano quasi settimanalmente, su temi di area vasta, programmando non sul singolo Municipio ma in una logica di “buon” investimento. Con il Protocollo di finanza locale 2023 sono stati sbloccati fondi pari a 40 milioni per le Comunità di valle, utili a realizzare opere di interesse comuna-

le e sovra comunale, con una decisione da prendersi nel Consiglio dei Sindaci e quindi con la massima condivisione. Dalle Comunità, oggi strumento dei Comuni, sono giunte richieste di maggiori spazi amministrativi, con l’attivazione di nuovi servizi in favore degli Enti, uno su tutti il nuovo Servizio Appalti, che consentirà, localmente, di gestire gli appalti più complessi cui il singolo Comune non è in grado di attendere. Devo dire che sono risultati importanti, frutto del lavoro fatto insieme, Territorio per Territorio e poi impreziosito dal voto (quasi) unanime del Consiglio Provinciale. Inoltre le decisioni della Comunità in materia di investimenti sono diventate molto più rapide, dovendosi esprimere il solo Consiglio dei Sindaci. Oggi i Comuni si identificano nella Comunità e non la sentono come qualcosa di “lontano”. Allo stesso tempo i servizi vengono erogati in favore dei cittadini con grande capillarità e qualità.

Quale sarà in futuro il ruolo dei Comuni, quali sono le principali problematiche che stanno attraversando? La presenza di liste uniche in molti Comuni non pensa sia un campanello d’allarme?

Il futuro dei Comuni passa prima di tutto dal senso di appartenenza dei propri cittadini, dall’identità unica che ogni vallata trentina esprime per differenza con la valle vicina e che, sommate, portano all’Identità trentina che ci distingue da ogni altro territorio alpino ed italiano.

Il Comune dal punto di vista amministrativo è immaginato non come un centro di costo e quindi da “razionalizzare” diminuendone i servizi, bensì un centro di

Mattia

investimento economico, sociale ed umano utile ad arricchire, con la propria presenza, la Comunità tutta residente.

Allo stesso tempo il Comune è vivo quando si creano le condizioni, a partire dal volontariato, dalle nostre preziose associazioni, pro loco, Vigili del Fuoco volontari, per costruire quelle esperienze di servizio alla collettività che insegnano che servire gli altri da più soddisfazione che farsi servire e che, ognuno di noi, con il proprio piccolo o grande contributo, può fare del bene.

Da qui si parte per nuovi cicli di partecipazione anche elettorale: nessuno si inventa amministratore locale; servono preparazione ed esperienza che si acquisiscono solo sul campo.

Le liste uniche nei Comuni sono la dimostrazione che negli ultimi anni, finito il ciclo degli amministratori nati nelle scuole di partito dei grandi partiti del ‘900, è molto più difficile costruire in continuità generazioni amministrative.

Vedo però che nell’ultima tornata elettorale dei Comuni nel 2020 sono stati eletti, anche in Giudicarie, moltissimi consiglieri comunali under 30 e questo lascia ben sperare per il futuro.

Per favorire questa crescita, durante il mandato, come Assessore agli enti locali, ho dato avvio alla prima Acca-

le risorse ingenti di cui stiamo beneficiando. A queste risorse di natura straordinaria, si sommano ulteriori 40 milioni all’anno per il budget dei Comuni, oltre a circa altri 30 milioni di fondi a richiesta suddivisi tra Fondi di riserva e Fondo di sviluppo provinciale. Uno stock di risorse molto importante che dimostra l’attenzione che la Provincia ha verso il Territorio ed ogni singola Vallata.

Veniamo alla Giudicarie, quale è la situazione attuale dal punto di vista socioeconomico e dei Comuni?

Quali sono gli interventi principali avviati in questa legislatura e quelli che potrebbero essere realizzati nella prossima?

demia dei giovani amministratori proprio per consentire ai neo eletti di acquisire competenze di qualità.

Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza arriveranno anche per i Comuni fondi aggiuntivi che si aggiungono a quelli già stanziati dalla Provincia. Quale è la situazione relativa agli investimenti nei Comuni?

Il PNRR rappresenta allo stesso tempo una sfida ed uno stimolo per i Comuni trentini: sfida per i tempi molto ristretti per le procedure burocratiche e di gara, uno stimolo per migliorare e migliorarsi sempre. Posso dire che, al momento, il sistema trentino ha raccolto tutte le occasioni che il Piano metteva a disposizione. A titolo d’esempio verranno investiti quasi 30 milioni di euro per la digitalizzazione di tutti i Comuni; circa 6 milioni sono stati ricevuti per la messa in sicurezza di scuole; 34 milioni per asili nido e scuole dell’infanzia e circa 77 per ristrutturare o costruire nuove scuole cui si aggiungono circa 20 milioni ulteriori di risorse provinciali. In più ci sono progetti ammessi ed al momento non ancora finanziati, sugli acquedotti comunali (di cui molti giudicariesi, predisposti da Geas), per circa 100 milioni di euro che stiamo negoziando con Roma. Questo per rendere evidenti

Le Giudicarie in questi 5 anni hanno ricevuto attenzioni e investimenti per centinaia di milioni di euro, opere lungamente promesse stanno oggi partendo con i lavori o con l’assegnazione degli appalti: le nuove Gallerie di Ponte Pià con le vecchie che diventeranno ciclabili, con inizio lavori previsto in autunno così come la Circonvallazione di Pinzolo, recentemente appaltata, mentre la Variante di Ponte Arche per cui ad oggi sono stati impegnati circa 70 milioni di euro, finita la progettazione sarà pronta per l’appalto a metà prossima legislatura. Questo per citare le più grandi che da sole pesano oltre 250 milioni di euro sul bilancio provinciale. Circa 10 milioni di euro sono stati assegnati ai Comuni che ne hanno fatto richiesta sul Fondo di riserva per acquedotti, fognature, viabilità comunale e servizi essenziali. Il nostro ospedale è stato infrastrutturato sia con nuove sale operatorie che con ambulatori per il day surgery, sono arrivati a Tione numerosi nuovi specialisti ed è stato trasformata in reparto di cure intermedie la RSAO a tutela della qualità e delle continuità dell’offerta sanitaria e socio assistenziale, fondamentale per un Ospedale di qualità. Questa attenzione e il monte investimenti dovrà rimanere all’altezza delle aspettative delle Giudicarie anche per gli anni a venire poiché per troppo tempo il nostro Territorio è stato ai margini delle decisioni provinciali ed ora è il momento di rivendicarne la centralità e la strategicità, come avvenuto negli scorsi 5 anni di legislatura.

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Gottardi, assessore agli enti locali, trasporti e mobilità guarda al quinquennio di legislatura che sta per chiudersi.
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“Abbiamo sempre tenuto uno sguardo rivolto al domani”

Quale è il bilancio della sua attività come Assessore al Turismo, alle attività economiche e sport, al termine di una legislatura particolarmente difficile, iniziata con la tempesta Vaia seguita da un periodo di prolungata siccità, per poi passare alla pandemia del Covid 19, e che sta per terminare con le preoccupazioni legate alla gestione degli orsi?

In questa legislatura abbiamo avuto tante emergenze da affrontare, tuttavia non ci siamo mai intimoriti e, come il Trentino stesso, abbiamo sempre lavorato, portando avanti misure e riforme con uno sguardo di medio-lungo periodo, consapevoli della resilienza di una comunità forte come quella trentina.

Il periodo più difficile è stato senza alcuna ombra di dubbio quello della pandemia. Sono stati mesi che rimarranno impressi per sempre nella memoria della nostra comunità. Oltre alla gravissima emergenza sanitaria il Covid-19 ha fermato anche buona parte dell’economia trentina, un’eventualità impensabile fino a quel momento. Assieme all’Assessore Spinelli abbiamo lavorato alacremente per mettere in campo un sistema di aiuti che potesse mantenere vive le tante piccole medie imprese colpite dalle restrizioni. Così sono nati i contributi provinciali per il COVID-19, degli aiuti declinati in varie forme in base al periodo e ai beneficiari che con il Fondo Montagna hanno consentito la ripartenza del sistema economico trentino.

Chiaro, amministrare in questi mesi non è stato facile. Ciononostante sono più che soddisfatto del lavoro svolto e questo non

Roberto Failoni, assessore a turismo, attività economiche e sport traccia un bilancio di questi cinque anni al governo del Trentino

solo perché abbiamo dato risposte nelle emergenze ma anche perché siamo riusciti a governare con uno sguardo rivolto al domani.

Nei miei settori siamo riusciti a mettere a terra la riforma delle legge sul turismo, un intervento atteso da anni che è stato capace di ridisegnare le competenze e gli attori in gioco nel sistema turistico trentino. Abbiamo voluto cambiare visione alla base, ora quel che conta è la qualità dell’esperienza turistica e la redditività delle aziende.

Ma per fare ciò non bastava una riforma della governance, occorreva anche intervenire sugli investimenti. Con questo spirito sono nati i Bandi Qualità in Trentino, una novità assoluta nel quadro degli aiuti della Legge 6, che – nelle due edizioni 2020 e 2022 – hanno incentivato 1654 interventi per un totale di 350 milioni di € di investimenti (di cui 44,8 milioni di € solo nelle Giudicarie). Ma la cosa di cui più vado fiero – oltre al grande indotto generato sul sistema artigianale e industriale – è il fatto che grazie a questi bandi un migliaio di imprese – negozi, ristoranti, estetiste, bar, alberghi, campeggi, affittacamere e così via – hanno investito con fiducia in interventi volti all’aumento della redditività delle proprie

aziende, riuscendoci.

Il settore turistico dopo due anni di difficoltà legate al Covid.19 sta registrando ottimi dati. Quale è il bilancio della stagione turistica invernale e le prospettive per quella estiva? Come valuta l’impatto della riforma delle Aziende di Promozione turistica che lei ha proposto?

Da quando mi sono insediato ho voluto cambiare approccio ai dati, non bastano più le sole presenze turistiche. A proposito della stagione invernale 20222023 possiamo dire che è stata da record e questo nonostante tutte le cassandre che quasi tifavano contro.

In tutto il Trentino abbiamo registrato aumenti che in una buona parte dei casi arrivano alla doppia cifra, un fenomeno che vale sia per gli impianti a fune che per il ricettivo, le attività del commercio, dei servizi e dei maestri di sci.

La riforma della legge sul turismo si inserisce sottotraccia nell’andamento turistico. Abbiamo riformato gli attori in gioco, ora è la Trentino Marketing che fa la promozione per tutto il Trentino e i risultati si sono subito visti, dagli spot “Respira sei in Trentino” a tutte le grandi campagne online e offline che abbiamo fatto in questi mesi. Parallelamente ab-

biamo messo in sicurezza il sistema delle APT trentine, rendendole enti privatistici, razionalizzandole nel numero e dando loro nuove competenze.

Ci saranno ricadute negative sul settore turistico legate alle preoccupazione relative alla presenza degli orsi?

In questi anni abbiamo intensificato l’utilizzo di sistemi di monitoraggio in tempo reale dell’andamento turistico come H-Benchmark. Per quanto riguarda l’estate posso affermare come non vi siano segnali negativi, le prenotazioni sono ad oggi perfino di poco superiori a quelle dell’anno scorso. Ovviamente rimane massima la prudenza.

Artigianato e commercio sono settori importanti per l’economia del Trentino e soprattutto delle valli. Quali sono le principale azioni di sviluppo intraprese dalla Provincia per sostenere questi settori?

La pandemia da Covid-19 è stata capace di mettere in evidenza un fattore che ho rimarcato fin dal primo giorno del mio assessorato: il Trentino è un sistema economico unico, si ferma un settore e ne risentono gli altri. Artigianato, commercio, turismo e – per certi versi – anche l’industria qui vanno a braccetto. Oltre ai già citati Bandi Qualità in Trentino in questi anni abbiamo investito tanto nella promozione

po per la pratica sportiva dei più giovani sono convinto che il Trentino continuerà ad essere tra le province più sportive d’Italia. Veniamo alle Giudicarie, quale è la situazione attuale dal punto di vista socio-economico? Quali sono gli interventi principali avviati in questa legislatura e quelli che potrebbero essere realizzati nella prossima?

dell’artigianato, nella figura dei Maestri artigiani, nella mappatura delle aree artigianali libere e in alcune modifiche normative nell’ottica di una maggior liberalizzazione. Per il commercio è stato fatto altrettanto, dall’attenzione alle produzioni trentine al rinnovo delle licenze per gli ambulanti, dai maggiori contributi per gli esercizi Multiservizi nelle zone svantaggiate ad alcune modifiche normative di semplificazione.

Il Trentino si caratterizza per una diffusa presenza di associazioni sportive nelle più svariate discipline e per una percentuale elevata di persone che praticano sport. Quali sono le prospettive per il futuro. Nello sport ci abbiamo creduto come mai prima, dai nuovi contributi per l’acquisto dei pulmini al finanziamento di 102 impianti sportivi in quattro anni, oltre al massimo sostegno per l’attività sportiva giovanile e per quella che coinvolge le persone disabili. Durante il periodo della pandemia molte associazioni sportive si sono trovate in difficoltà, alcune potevano perfino chiudere. Grazie all’aumento a 50€ per atleta del contributo dato alle associazioni sportive – risorse quindici volte maggiori a quelle del 2017 – abbiamo salvato molte società e ora possiamo dirlo con certezza, l’associazionismo sportivo trentino è forte e in salute e grazie al grande numero di volontari straordinari che dedicano del proprio tem-

La situazione è positiva, dobbiamo essere ottimisti. Nonostante le difficoltà il tessuto produttivo giudicariese ha continuato a investire e a riporre fiducia nel futuro. Abbiamo tante piccole medie imprese straordinarie, con realtà dell’artigianato e dell’industria fortemente specializzate e capaci di esportare in tutto il mondo nonostante gli svantaggi logistici. Il turismo e il commercio, similmente, sono forti. Le realtà che investono hanno sempre più soddisfazioni e questo indipendentemente dalla località in cui si trovano, d’altra parte tutto il Trentino è turistico. In difficoltà vedo invece alcuni settori del commercio, quelli più in balia della concorrenza globale. Infine un accenno deve essere fatto alla infrastrutture e qui va ringraziato il Presidente Maurizio Fugatti. Solo citando la viabilità è infatti evidente l’attenzione che questa Giunta ha avuto per le Giudicarie. Tra le opere appaltate e quelle in progettazione (ma finanziate) cito la nuova galleria di Ponte Pià, la variante di Ponte Arche, l’allargamento della statale tra San Lorenzo e Nembia, la circonvallazione di Pinzolo, l’intervento sulla strettoia di Breguzzo, l’allargamento della provinciale tra Bersone e Daone, l’intervento sulla provinciale di Lundo e la Bretella di Storo. A queste vanno aggiunti sia gli interventi sostenuti della Comunità delle Giudicarie, ossia l’allargamento del ponte sulla Sarca di Nambrone, la rotatoria di Madonna di Campiglio e l’allargamento delle curve del Lago di Roncone, che quelli in capo alla Provincia di Brescia – ma con finanziamenti trentini – ossia la variante di Lavenone (la Vestone Nord – Idro) e il ponte provvisorio sul Caffaro.

PAG. 6 GIUGNO 2023 Focus: politica

“Sull’ambiente ci siamo fatti carico delle nuove generazioni”

Quale è il bilancio della sua attività come Vicepresidente, Assessore all’Urbanistica, ambiente e cooperazione, al termine di una legislatura particolarmente difficile, iniziata con la tempesta Vaia seguita da un periodo di prolungata siccità, per poi passare alla pandemia del Covid 19, e che sta per terminare con le preoccupazioni legate alla gestione degli orsi?

Avete elencato giustamente una lunga lista di imprevisti e di difficoltà che abbiamo dovuto fronteggiare. Ma io vorrei sottolineare innanzitutto che fra i primi atti di questa legislatura ci sono stati gli Stati Generali della Montagna, che si sono conclusi, come si ricorderà, a Comano Terme. In quell’iniziativa abbiamo tracciato le direttive del nostro impegno, con il contributo dei territori, degli Enti locali, della società civile e di tutte le realtà coinvolte. Da lì sono discese le scelte che abbiamo fatto per la tutela e valorizzazione dell’ambiente, per la gestione sostenibile della risorsa acqua, che è fonte primaria di energia rinnovabile per la chiusura del ciclo dei rifiuti e così via. Un altro passaggio fondamentale è stato la sottoscrizione della Strategia Provinciale per lo Sviluppo Sostenibile e del successivo Patto di intenti fra la Provincia e i principali attori territoriali, che contiene impegni fondamentali per i prossimi vent’anni almeno. Spesso si dice dei politici che hanno una visione di breve periodo, limitata al loro mandato elettorale. Nel mio caso, penso di poter dire che ho sempre cercato di guardare avanti, di farmi carico anche del futuro che consegneremo alle nuove generazioni.

Il settore della produzione idroelettrica è strategico per il Trentino, quale è la situazione attuale e quali le prospettive per il rinnovo delle grandi concessioni idroelettriche e per quelle di medie e piccole dimensioni? Riuscirà il Trentino ad avere anche in futuro un ruolo di regia in questo campo che consenta da un lato la tutela ambientale e dall’altro di beneficiare delle importanti ricadute economiche legate allo sfruttamento idroelettrico?

La primavera siccitosa che abbiamo vissuto ci ha confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, di quanto sia strategico per noi far valere le prerogative autonomistiche del Trentino nella gestione delle acque ed in particolare nel loro sfruttamento idroelettrico. Non è facile fare sintesi del nostro impegno in una materia così delicata, ma provo a richiamare almeno un paio di decisioni concrete che hanno avuto un impatto considerevole sul Trentino.

Sul versante dei grandi impianti la decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare la legge che avevamo approvato lo scorso novembre che, a fronte di investimenti sugli impianti, prolungava dal 2024 al 2029 la scadenza delle concessioni, non ci ha colto di sorpresa, in quanto atto condizionato dalla posizione dell’Unione europea e dalla partita del PNRR. Per noi resta confermato l’obiettivo di garantire investimenti a cura dei concessionari, per rendere più efficiente la produzione e conseguentemente per incrementare anche le risorse destinate al territorio e a sostegno dei cittadini.

Inoltre, su un piano più generale, ricordo l’integrazione alla legge sull’energia, che riconosce

alla Provincia un ruolo di promotrice della nascita delle Comunità Energetiche e istituisce l’elenco di questi organismi, oggetto anche di un accordo con la Federazione Trentina della Cooperazione finalizzato a promuoverli. Merita sottolineare la legge provinciale 4 del 2022 che semplifica l’installazione degli impianti da fonti rinnovabili, tra cui il fotovoltaico. Il lavoro con gli enti territoriali e i Bim (qui del Sarca e del Chiese) per i contributi sull’installazione ha portato al progetto “Fotovoltaico per le famiglie”, una risorsa molto utile per la popolazione in un momento di crisi energetica. In occasione dell’ultima Conferenza delle Regioni inoltre abbiamo ottenuto un importante risultato come Provincia autonoma ovvero il consenso, da parte di tutte le regioni, sui rapporti con il

Commissario straordinario per la siccità che non potrà prendere decisioni unilaterali ma che dovrà ottenere l’intesa con la Provincia autonoma di Trento sulle misure da adottare per affrontare la siccità ed in particolare sulla gestione dei nostri invasi.

Altra tematica di attualità; la gestione dei rifiuti e la realizzazione del termovalorizzatore. Quale è la situazione e quali sono i tempi per giungere a decisioni concrete?

Con l’approvazione dell’Addendum al 5° aggiornamento del Piano provinciale di gestione dei rifiuti, al momento in fase di verifica delle osservazioni pervenute e di acquisizione del parere di VAS (Valutazione Ambientale Strategica), la Giunta provinciale deciderà come realizzare l’impianto di trattamento termico dei rifiuti sul territorio provinciale. Dovrà essere definita la governance e la tecnologia, per poi essere messa a gara la progettazione vera e propria dell’impianto. Il progetto definitivo dovrà quindi essere sottoposto alla VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), comprensiva di una Valutazione di Incidenza Sanitaria, nonchè al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, oltre che di tutti i provvedimenti autorizzatori necessari. Solo a seguito della conclusione positiva di tutte queste valutazioni, sarà possibile

proseguire con la progettazione esecutiva e la realizzazione dell’impianto vero e proprio. È verosimile ipotizzare, dal momento della decisione della Giunta provinciale alla messa in esercizio dell’impianto, un periodo non inferiore a 5-7 anni.

ne. Infatti, meritano una vigile attenzione i progetti di fusione non coerenti con la specifica natura delle cooperative di credito ovvero che non garantiscono il servizio alla comunità, non contribuendo a fornire le adeguate risposte alle istanze sociali via via emergenti.

Veniamo alle Giudicarie, quale è la situazione attuale dal punto di vista socio-economico? Quali sono gli interventi principali avviati in questa legislatura e quelli che potrebbero essere realizzati nella prossima?

La Cooperazione ha rappresentato un settore molto importante soprattutto per le Giudicarie, dove è nata ad opera di Don Lorenzo Guetti. In futuro avrà ancora un ruolo strategico? Come valuta la recente evoluzione delle Casse Rurali con l’ipotesi lanciata dalla Cassa Rurale di Trento di fare un’unica Banca in trentino e di abbandonare lo storico nome di Cassa Rurale?

Il mondo della cooperazione rappresenta per la nostra provincia uno dei capisaldi della realtà economico-sociale da oltre 130 anni. Oggi abbiamo sfide enormi da affrontare: ci siamo lasciati alle spalle la pandemia, ma abbiamo davanti agli occhi tutto un panorama da rimodellare e da rendere più aderente ai bisogni della società, sul piano del lavoro, del welfare, della sostenibilità ambientale, della casa, che per molti rimane un problema, come vediamo in questi giorni anche in seguito alle proteste degli studenti, ma non solo le loro. Per quanto riguarda le Casse Rurali, sappiamo che da tempo il settore bancario è in evoluzione e questo ha già portato a molti processi di fusione anche in Trentino. Tuttavia le preoccupazioni emerse riguardo ad un’ulteriore riduzione, che potrebbe mettere in discussione la presenza delle Rurali sul territorio e la loro capacità di interloquire con i cittadini, debbono essere tenute nella dovuta considerazio-

In questa legislatura abbiamo messo in cantiere una serie di interventi importanti, che andranno ulteriormente sviluppati e portati a termine. Abbiamo tenuto conto delle diverse vocazioni delle Giudicarieche da troppo tempo aspettavano soluzioni a livello viabilistico - degli obiettivi che le comunità si sono date e delle problematiche relative. Così, ad esempio, devieremo il traffico da Pinzolo con la realizzazione dell’attesa variante, un’opera per la quale sono stati stanziati 90 milioni di euro, fondamentale per le sue ricadute sia sui turisti che sui residenti, lavori assegnati di recente. Lo stesso discorso vale per la variante di Ponte Arche, che ne prevede la realizzazione per un costo complessivo di circa 67 milioni: anche qui l’obiettivo è ridurre la pressione del traffico, e quindi l’inquinamento atmosferico e acustico, sul centro abitato, con un beneficio indiscusso per le Terme di Comano, volano delle Giudicarie esteriori, accorciando al tempo stesso i tempi di percorrenza, verso la valle dei laghi e Trento così come verso la piana di Tione.

Ed ancora: uno degli interventi più importanti sulla viabilità, per un investimento di 47 milioni, riguarda la galleria di Ponte Pià, in appalto, che verrà resa più lineare e avrà un imbocco più a valle. Il nostro impegno andrà anche nella direzione di ridurre al minimo i disagi per gli automobilisti durante l’esecuzione dei lavori. Un’altra infrastruttura attesa è la ciclabile che collegherà le Esteriori con Sarche, che trarrà beneficio dalla grande diffusione che stanno avendo le bici elettriche. A breve sarà appaltato il lavoro di allargamento della strada per Lundo per 1,4 milioni di euro.

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Mario Tonina, vicepresidente e assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione riflette sugli ultimi cinque anni di governo provinciale.

Orsi e grandi carnivori: in prima linea per fare chiarezza ed educare cittadini e amministrazioni

La tragica vicenda di Andrea Papi, che ha sconvolto non solo il Trentino, ha rappresentato per il Parco un momento di grande riflessione su quello che è stato fatto e su quello che dovrà necessariamente accadere. Nell’immediato, in attesa che si concordino risoluzioni credibili e possibili, la responsabilità di tutti è evitare che accadano altri eventi del genere, assistendo la compresenza fra uomo e orso. E allora il Parco ha deciso di agire. Sul banco degli imputati quale responsabile della situazione che si è venuta a creare, non ora ma negli ultimi anni (almeno fin dal 2015, quando si verificò un altro attacco, non mortale ma molto grave, ad un uomo, da parte di un orso), è finita, per decisione unanime, l’”informazione”. La comunicazione, si dice – e più in generale l’educazione ambientale – è stata insufficiente.

E’ pertanto necessario che, accanto alla necessità di stimolare un confronto ad ampio spettro con tutti i soggetti coinvolti a partire dalla Provincia dai musei e dai centri di ricerca trentini, il Parco continui a mantenere un’attenzione costante nei confronti di questo tema. Ed è ancora più utile quindi continuare a investire in ricerca scientifica, in incontri promossi sul territorio e nelle attività educative svolte dal personale specializzato sulle scuole oltre che a curare la manutenzione della cartellonistica disposta sui sentieri dell’area protetta.

Siamo certi debba continuare anche l’attività attraverso la quale abbiamo incontrato i visitatori nei parcheggi da cui si accede al territorio

Per fronteggiare la carenza di informazione ed educazione sulla convivenza con l’orso il Parco ha aperto un’Unità permanente di consulenza orso, rivolta in particolare agli enti locali e aperta alle richieste e alle esigenze manifestate da tutti i soggetti territoriali coinvolti.

protetto per sensibilizzarli sulla presenza dei grandi carnivori e fornire loro un kit informativo. Ma non possiamo fermarci a questo. Abbiamo infatti voluto aumentare e approfondire i nostri sforzi, consapevoli come siamo che c’è sicuramente spazio per migliorare e incrementare il nostro apporto alla conoscenza dei grandi carnivori, oltre che dell’ambiente naturale in senso ampio (ambiente in cui sono presenti anche molte altre specie di animali selvatici oltre all’orso). Per questo abbiamo dato vita ad una Unità permanente di consulenza orso, rivolta in particolare agli enti locali, ma aperta alle richieste e alle esigenze manifestate da tutti i soggetti territoriali coinvolti.

Una delle prime iniziative che abbiamo lanciato è la pubblicazione sul nostro sito – e il contestuale invio ai Comuni e alle Comunità di valle – di una serie di FAQ (domande frequenti) riguardanti l’orso, in cui oltre a riassumere la posizione ufficiale del Parco forniamo puntuali spunti sulla necessaria gestione futura.

In questa lista di domande

– che vi invitiamo a consultare sul sito www.pnab. it – cerchiamo di fare chiarezza rispetto ad alcuni degli interrogativi più frequenti. Facciamo anche piazza pulita di alcune fake news e al tempo stesso riproponiamo con forza alcune utili indicazioni agli escursionisti per prevenire situazioni di pericolo generate da un incontro imprevisto con un grande carnivoro o a come evitarlo. In questo documento chiariamo anche come il Parco sia favorevole a rimuovere

gli orsi problematici, nella convinzione che la rimozione sia ovviamente un evento negativo per l’animale, ma, oltre a ridurre il pericolo per l’uomo, possa tradursi in un vantaggio per la stessa popolazione ursina. Infatti l’accettazione dell’orso da parte dell’uomo è condizione indispensabile per la tutela della specie in termini assoluti e nel lungo periodo.

Sulle modalità di questa rimozione - abbattimento o la cattura e la detenzione a vita in un recinto – non è il Parco

a doversi esprimere ma non ci sottraiamo al dovere di valutare i pro e i contro di ciascuna opzione. Da un punto di vista pratico l’abbattimento o la captivazione hanno lo stesso valore. Da un punto di vista etico la decisone trascende dalle possibili indicazioni gestionali dei tecnici e del Parco. L’abbattimento appare in ogni modo come la soluzione migliore per la sicurezza del personale addetto alle eventuali catture, per la rapidità dell’esecuzione rispetto ai tentativi di cattu-

ra, per i costi più bassi legati anche al mantenimento successivo degli orsi in recinto e per il fatto che non sono disponibili recinti a sufficienza per detenere tutti gli orsi problematici che si dovessero riscontrare sul territorio nei prossimi decenni. Questo anche considerando che in cattività gli orsi possono superare i 40 anni di vita. Il Parco pone come possibile la scelta di un tetto massimo sostenibile di orsi sul territorio, purché i criteri utili per ridurre e mantenere entro limiti numerici socialmente “concordati” la popolazione siano individuati con grande attenzione tecnica ed etica. Constatiamo anche che la popolazione di orsi si sta espandendo dal punto di vista territoriale: la presenza della specie non è infatti più limitata al Trentino occidentale ma è ormai accertata, seppur in modo poco consistente, in tutte le province limitrofe e quindi nei territori presi in analisi dallo studio di fattibilità posto alla base del progetto di reintroduzione. L’esplorazione di territori sempre più lontani è un probabile sintomo del fatto che si è prossimi alla capacità portante delle aree maggiormente frequentate e lascia ben sperare per il raggiungimento di una popolazione vitale sulle Alpi Centrali, obiettivo dichiarato del progetto.

Il nostro impegno, dunque, continua. Nell’interesse dell’orso ma in primo luogo nell’interesse dell’uomo, del Trentino e delle sue attività nei territori di montagna. Informazione e scienza possono trovare la strada per evitare conflitti tra uomo e orso e noi continueremo a fare la nostra parte.

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Europa cristiana, dove sei?

Molti sono gli scritti, supportati da evidenti ed inconfutabili testimonianze storiche, che affermano e documentano come l’Europa sia fortemente plasmata dalla Civiltà cristiana. Un’Europa che ha profonde radici cristiane, attraverso le quali una linfa generata da fondamentali principi e valori ha alimentato Fede, cultura, rispetto e valorizzazione della dignità umana. Tutto questo anche al di là del trascendente, e al netto di limiti e deviazioni – anche molto gravi – che non possono essere nascosti. Grandi cattedrali, monumenti, eccezionali dipinti, espressioni della musica, della poesia e della letteratura sono certamente una vivida testimonianza di Civiltà cristiana. Sarebbe tuttavia limitativo circoscrivere solamente, o anche principalmente, a tali realtà il nesso cristiano con la storia d’Europa. Vi sono molti altri valori che hanno accompagnato il cammino cristiano in Europa, oltre che in molte altre realtà dell’Occidente. Una schiera di monaci, oltre che di altri ministri di Dio, hanno percorso per secoli le strade d’Europa per predicare e testimoniare il Vangelo di Cristo. Un Vangelo che, oltre a contenuti per i credenti contengono fondamentali messaggi e proposte di vita che possono informare e guidare comportamenti per chi credente non lo è. È lo stesso Benedetto Croce a ricordarci in un suo saggio del 1942 il perché in Europa “non possiamo non dirci ‘cristiani”

Perno dell’intero impianto evangelico viene, oltre evidentemente al Supremo, l’essere umano titolare di un diritto inalienabile che si chiama vita e dignità. Chi si professa cristiano è tenuto ad agire e comportarsi secondo il dettato evangelico sia nei suoi comportamenti personali sia per rapporto agli altri esseri umani. Un impegno che deve essere portato avanti con la massima coerenza possibile, sia dai singoli cristiani, sia, e per certi aspetti soprattutto, da chi è chiamato a guidare i popoli e le genti, sul piano sia civile sia religioso. La mancanza di coerenza non è né accettabile né giustificabile. L’interpretazione del messaggio evangelico spetta in primo luogo ai leader religiosi, i quali nel rivolgersi al pubblico non dovrebbero evitare di nascondere incoerenze anche nei confronti dei leader politici, soprattutto di coloro che si professano manifestamente cristiani anche nel partecipare alle cerimonie religiose. Le Chiese cristiane - è a queste che qui ci si riferisce - interpretano e comunicano i Testi sacri attraverso costanti collaborazioni dottrinali che non sono evidentemente norme impositive, bensì insegnamenti su ciò che è giusto e su ciò è falso, su ciò che deve essere e che non deve essere. Ma alla coscienza di ognuno decidere. Per quanto riguarda la dottrina sociale della Chiesa cattolica, quattro sono le colonne portati che la sostanziano e la reggono attorno alle quali

dovrebbe vedersi crescere persona come individuo e l’intera comunità a cui appartiene.

Quattro sono il principe permanenti della dottrina sociale della Chiesa e costituiscono cardini dell’insegnamento sociale cattolico. Essi sono: dignità della persona umana, principio nel quale ogni altro principio contenuto della dottrina sociale trova fondamento; bene comune; sussidiarietà e solidarietà.

Viene comune non significa insieme il bene di una collettività, bensì “l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente”. Il compito di realizzare il bene

comune spetta in primo luogo alle pubbliche istituzioni ma anche al singolo cittadino come individuo e nelle aggregazioni sociali alle quali decide liberamente di riunirsi. In base alla sussidiarietà, che è tra le più costanti e caratteristiche direttive della dottrina sociale della Chiesa, ogni individuo deve utilizzare tutte le possibilità di cui dispone per soddisfare le proprie esigenze e un’entità superiore deve intervenire quando ciò non sia possibile. Un intervento che si sostanzia nell’altro basilare principio cristiano che è la solidarietà; solidarietà come principio sociale e come diritto morale, divenuta più che mai imperativo negli ultimi tempi alla luce di una crescente

interdipendenza tra uomini e popoli. Ed è soprattutto qui, nel segno della solidarietà, che nella nostra Europa cristiana si è aperto un vulnus di eccezionale e pericolosa gravità. Non possiamo non nascondere e mancare di denunciare comportamenti e tendenze che per vari aspetti vedono lo scricchiolare dell’ impianto nella dottrina sociale della Chiesa costruito sulla base dell’insegnamento evangelico. L’individualismo; la brama di potere per il potere, ammantata spesso da un patologico nazionalismo; insofferenza per il diverso, messo ai margini dell’umanità o accettato solamente se è capace di produrre; degrado della dignità umana con il soffocamento della libertà e intolleranza per la democrazia; il primato assoluto dell’economia e del guadagno, dimenticando che un’economia che non si occupa di aspetti sociali, soprattutto dove vi è maggior bisogno, è come una religione che pensa solo a pregare trascurando di occuparsi dei bisogni della società.

Purtroppo stiamo assistendo nell’Europa che si dice cristiana ad una gravissima carenza di coerenza fra il dire e fare, fra quello in cui si dice di credere che ciò che viene fatto. Una carenza che osserviamo fra i “fedeli”, ma anche, mi permetto di dirlo, fra uomini di Chiesa che non sempre si sentono sospinti dagli appelli incessanti di Francesco alla solidarietà.

Sarebbe certamente ingeneroso generalizzare, per-

ché non mancano indubbiamente testimonianze di grande valore umano. Credo, tuttavia, che come il Vangelo si predicare al pubblico, non sarebbe fuori luogo se anche dal pulpito venissero richiami a maggiore coerenza certi leader politici che professandosi profondamente cristiani negano platealmente messaggi evangelici ed ostentano Fede nel bacio dell’anello di vescovi e cardinali.

Che Europa cristiana è quella degli Stati membri dell’Unione europea che apprezzano la missione della Cancelliera austriaca ad Ankara per offrire - e poi concedere – sei miliardi di euro al Sultano turco affinché si trattenga - in condizioni disumane - migliaia e migliaia di disperati, purché non li si vedano camminare sulle strade delle lussuose vetrine di Berlino, di Parigi o di Roma? La distinzione fra politica e religione è fondamentale. L’argomento “religione e politica”, fa parte della cultura occidentale fin dal tempo in cui il Cristianesimo fece la sua prima comparsa nel mondo romano. Tuttavia, la religione non solo può, ma in spirito di coerenza deve intervenire per dire la sua su scelte e comportamenti della politica quando si tratti di questioni morali. Nella nostra epoca, sembra che nell’”Europa cristiana” vi sia realmente carenza di concreta testimonianza per rapporto al messaggio evangelico, al quale si legano le radici della civiltà continentale.

PAG. 10 GIUGNO 2023
Europa
di Paolo Magagnotti
PAG . 11 GIUGNO 2023

Era un giorno di pioggia abbondante e i sodali dell’osteria della Maroca, a costo di prendersi una polmonite, si sono ritrovati al tavolo preferito dell’osteria più famosa del paese. A dir il vero sono fra i pochi a non aver sofferto la siccità delle passate stagioni, la Maroca li ha sempre confortati con fiaschi di vino d’ogni sorta, in ogni momento ne avessero avuto bisogno. Poco importa che il vino sapesse d’aceto, appena appena, poco importa se nel fiasco ci fosse più acqua che vino, gli amici della Maroca l’hanno fatta franca, per loro niente siccità: hanno goduto, tutto l’inverno, della vita serena che solo l’osteria della Maroca sa garantire. Col rumore della pioggia che cade in sottofondo, gli amici sono ormai entrati nel profondo dei loro ragionamenti. Sono impegnati in una discussione che farà discutere tutta la Provincia quando verrà resa nota. Stanno parlando di donne. Non che siano grandi esperti, quel poco che sanno di bello sulle donne risale alla loro gioventù. Ma poi ognuno ha fatto le sue esperienze e ha tratto le sue conclusioni, conclusioni condivise da tutti i presenti al tavolo della Maroca. E’ Vitale a fare da moderatore, lui di donne ne ha avute a bizzeffe, e sa cosa dire. Con lui sono in ansia di dire il proprio pensiero l’Abele, che non manca mai, con una sola donna basta e avanza, l’Ercole, che le ha sempre guardate da lontano, la sua timidezza l’ha sempre condizionato, l’Eusebio, che ne ha corteggiate tante, ma senza grandi conquiste, il Gelindo

Viva le donne! Il

grande corteggiatore anche se le sue donne preferite erano quelle che superavano i cento chili, il Palmiro, corteggiatore sopraffino che ebbe grandi soddisfazioni e fu invidiato da tutto il paese. E’ l’Eusebio ad introdurre: “ Ah, le donne! Io ne ho corteggiate a decine, ma non ho avuto fortuna…eppure da giovane ero un ragazzo figo…”.

E così il Vitale lo conforta: “Vedi Eusebio, sbagliavi...ascolta me, correre dietro alle donne è completamente inutile, se una donna ti vuole ti aspetta...anzi, di solito è lei che corre da te…”

E continua il Palmiro: “Ha ragione Vitale, se non ti vuole, puoi essere veloce quanto vuoi, puoi essere veloce come Mennea, ma non ti prenderà mai…far cambiare idea a una donna è impossibile, una donna può cambiare idea, ma se la cambia è perché l’ha deciso lei. Non perché l’hai deciso tu….” “Provarci più di una volta con la stessa donna è buttare via tempo. Se la prima risposta è no, sarà un no anche la seconda, la terza, e la centesima… l’insistere servirà solo a farti odiare...” si fa sentire l’Ercole, l’incompetente che parla da saggio. “Ma si... quando una donna ti respinge, l’unica cosa intelligente da fare è salutarla, dimenticarti il suo nome e passare

alla prossima…conferma l’Eusebio, l’esperto in fregature… ah, ma le donne sono furbe...le donne hanno molto più intuito in fatto di uomini di quanto gli uomini ne abbaino in fatto di donne...una donna può anche sbagliare quando dice si, ma non sbaglia mai quando dice no. Se ti rifiuta è perché nel suo cervello ha già immaginato possibili scenari che prevedono che in nessun caso sareste felici… In altre parole: se una donna ti dice no, ringraziala, lo sta facendo per il tuo bene….” “Io delle donne non mi fido troppo, ti rifilano un sacco di bugie e tu non sai più da che parte girarti…” dice il Gelindo convinto. “Eh no, caro Gelindo, le donne non mentono mai… quando un uomo mente, di solito, mente sapendo di mentire, la donna invece no... prima di mentire agli altri mente a se stessa: si convince nel profondo che quel che pensa sia la verità. E quindi non mente, dice sempre quello che per lei è vero… grazie a questa facoltà, le donne sono abilissime a negare l’evidenza. Se una donna ha deciso che c’è il sole, va a passeggio anche se piove a dirotto...” chiarisce le cose il Vitale.

“Io non so cosa vogliano le donne, ma di sicuro non vogliono un uomo bello…” dice l’Ercole, sempre rifiutato anche se era un bel giovanotto. “

Il più grande seduttore che abbia mai conosciuto era un uomo brutto, che faceva tutto il possibile per diventare ancor più brutto… eppure si lamentava, credo sinceramente, di non essere mai riuscito ad essere fedele in vita sua, perché era così conteso dalle donne che prima o poi, con tutta la buona volontà, cadeva in tentazione… la bellezza, in un uomo, è come il gel sui capelli, se c’è può piacere, se non c’è non se ne accorge nessuno ” conferma il Palmiro. E l’Abele.

“Per conquistare una donna devi farla ridere: questa è una pietosa bugia...certo se una donna è innamorata di te ride a tutte le due battute...mia moglie l’ho conquistata facendola ridere...ma rideva perché eravamo innamorati, sono molti che hanno avuto succes-

so con le donne facendole ridere...l’importante è non essere ridicoli…” Saggezza infinita! E il Vitale vuol concluder: “Si dice che la vita non è un film...mah! Esiste sul serio gente con una vita interessante, solo quella gente non siamo noi. Diciamo che la nostra vita è stata un interessante documentario. Abbiamo lavorato per vivere, abbiamo superato ostacoli d’ogni genere, talvolta siamo stati fortunati, talvolta no, ne abbiamo visto di tutti i colori e siamo sopravvissuti, me-

rito anche della nostra amicizia, ma, ammettiamolo, merito soprattutto delle donne che ci sono state vicine…” Eh si... merito delle nostre donne…- conferma l’Eusebio rassegnato-... io ricordo sempre le parole di mio padre: ‘ prego il buon Dio che mi faccia morire prima di mia moglie’... la stessa cosa vale anche per me, senza mia moglie sarei un uomo perso e il mio documentario finirebbe nel peggiore dei modi…” E tutti annuirono convinti. Viva le donne! Viva le nostre donne!

Il vostro Saltaro, commosso fino alle lacrime, è pienamente soddisfatto dei savi, seppur severi ragionamenti dei sodali del tavolo della Maroca, merito della saggezza tipica degli anziani. Ma ancor più merito dell’abbondante mistura del fiasco sempre vuoto in mezzo al tavolo, e poi dicono che il vino fa male...Da buon Saltaro porterò i ragionamenti di oggi nell’alto di cieli dove saranno sicuramente apprezzati per il loro buon senso e per la loro sagacia.

PAG. 12 GIUGNO 2023
Saltaro

Territorio

Valter Paoli nella vita fa l’ingegnere. Nell’altra vita, quella dedicata alle attività post lavoro (che in realtà sempre di lavoro sono fatte), è presidente di Geas (Giudicarie energia acqua e servizi), la società oggi “in house” (che significa di proprietà esclusiva dell’ente pubblico) fondata poco più di vent’anni fa, esattamente nel 2002, dai comuni delle Giudicarie. In questo tempo è andata molto oltre. Infatti è in grado di servire realtà che spaziano in territori più ampi: dalla Busa di Tione alla valle del Chiese, dalla Rendena alle Giudicarie Esteriori, galoppando verso Valle di Ledro, Valle dei Laghi e Altopiano della Paganella.

Per fare cosa? “Fra i servizi –ha raccontato Paoli ai trentasei soci riuniti in Assemblea - ha assunto un peso sempre più preponderante la gestione della qualità della risorsa idrica potabile”, che detta in termini concreti significa controllo e gestione degli acquedotti. Trentasei soci, con aumento in vista: dopo Cavedago e Ledro, entrati nel 2022, arriverà Spormaggiore, a completare la presenza di Geas sull’Altopiano della Paganella. Ma l’ingegnere sta pensando di conquistare altri territori: per esempio i comuni non ancora conquistati del bacino del Consorzio Bim del Sarca, oltre a quelli delle valli del Noce (Non e Sole).

L’Assemblea annuale è il luogo giusto per mostrare ai soci ciò che si è fatto durante l’anno precedente. E quale

Geas in crescita, il valore della produzione sfiora i 2,8 milioni

di Giuliano

La Giudicarie Energia Acqua e Servizi va verso un aumento dei soci e se il core business rimane l’acqua, oggi si occupa anche di gestione del calore.

modo migliore dei numeri? Il valore della produzione al 31 dicembre del 2022 ammontava a 2 milioni e 764.492 euro, una cifra che presa a sé non fa capire granché. Se però la paragoni a quella che indicava il valore della produzione del 2021 capisci che in un anno di strada ne è stata percorsa oltre ogni aspettativa, anche la più rosea: infatti dodici mesi prima si era fermi ad un milione e 122.580 euro. Paoli ha parlato con tutta la ragione di “consolidamento della fiducia che gli enti soci ripongono nella società, la quale ha dimostrato di operare con competenza, qualità e passione dei propri dipendenti, risolvendo sempre le criticità e i problemi della gestione quotidiana in settori di particolare rilevanza per i cittadini”.

Occorre dire che esiste un’attività ordinaria, che si svolge attraverso i controlli: nel 2022 i tecnici della società hanno effettuato 1.881 analisi. Il presidente annuncia che “la società ha lavorato per risolvere le problematiche, mettendo in campo azioni urgenti per aumentare il risparmio della risorsa e per cercare di garantire il servizio idrico ai Comuni. Relativamente alle non conformità riscontrate, sono state suggerite le azioni correttive per rientrare nei parametri, utilizzando le nuove procedure di tracciabilità presenti sul portale Sir, creato e sviluppato da Geas, condiviso con il Servizio acque della Provincia e messo a disposizione di tutti i Comuni trentini, di cui è prevista, come obiettivo a medio-lungo termine, la digitalizzazio-

ne in ottica BIM (Building Information Modeling)”. Nel campo dell’innovazione, uno dei servizi proposti recentemente riguarda la ricerca delle perdite con il metodo “Smart Metering” (contatori intelligenti). Le prime installazioni sono state fatte nel Comune di Carisolo. Per il futuro si lavorerà per fornire un nuovo servizio di fatturazione dell’acqua per conto dei Comuni.

A proposito di servizio ai Comuni, ce n’è uno cui si annette molta importanza: la presentazione di progetti destinati al

fatidico Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza.

E’ un progetto che prevede qualcosa come 146 milioni di interventi. Come funziona in Italia? Semplice: sono stati quasi tutti ammessi, ma... momento di suspence: nessuno è stato finanziato. Motivo? Altrettanto semplice: mancanza di risorse. Comunque, indipendentemente dal fatto che siano stati ammessi o no, essere riusciti a mettere in pista un progetto di interventi da 150 milioni “costituisce una prova della qualità del lavoro

garantita da GEAS”. Questo il commento lusinghiero del vicepresidente della Provincia Mario Tonina, presente all’assemblea di Geas con il collega Roberto Failoni. Ma non c’è solo l’acqua nei pensieri della società. C’è, ad esempio, la gestione calore, un servizio cresciuto sia sul piano della gestione degli impianti che su quello della manutenzione. Oggi la società che ha sede a Tione gestisce più di 120 generatori. Però l’acqua resta il “core business” cui si dedica la Geas, che oggi ha sette dipendenti.

BIM Sarca, incentivi per fotovoltaico e risparmio idrico in attesa delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER)

Quasi centomila abitanti in 31 Comuni da Pinzolo a NagoTorbole, compresi Altopiano della Paganella, Sella Giudicarie e Ledro. Questa è la popolazione del Consorzio

B.I.M. Sarca Mincio Garda di Tione di Trento, che è uno dei più grandi del Trentino (oltre agli altri tre, ossia il B.I.M. dell’Adige, del Chiese e del Brenta).

I B.I.M. (bacini imbriferi montani) sono nati negli anni ’50 per volontà del legislatore (L. 959/1953) che ha riconosciuto la necessità di indennizzare con dei sovracanoni lo sfruttamento idroelettrico dei fiumi dei rispettivi territori impiegandoli a favore dello sviluppo sociale ed economico della propria gente.

Dopo il fortissimo impegno del 2022 a favore del fotovoltaico per le famiglie, nato nel 2007 ed incrementato nel 2022 in accordo con la Provincia di Trento, gli altri B.I.M. trentini, la Federazione Trentina delle Cooperative del Trentino e l’Associazione Artigiani del Trentine per

combattere la forte crisi energetica e l’innalzamento delle bollette - che ha trovato un incredibile riscontro con oltre 700 domande pervenute, tutte accolte e finanziate per oltre 2 milioni di euro solo dal B.I.M. del Sarca - si è valutato di mantenere anche per il 2023 gli incentivi per pannelli e batterie (fino ad € 4.000,00 per impianto). E’ stata anche approvata una semplificazione delle procedure grazie al nuovo Regolamento Fotovoltaico in vigore da gennaio 2023 che prevede la presentazione delle domande a consuntivo, ossia ad impianto realizzato, senza il doppio passaggio della valutazione preliminare, con uno stanziamento a bilancio 2023 di un milione di euro. A favore dei cittadini sono stati confermati anche i contributi per l’abbellimento delle facciate dei centri abitati dei Comuni consorziati, per l’aiuto all’acquisto e/ristrutturazione della prima casa mediante mutui agevolati (abbattimento degli interessi con rate annuali dello 0,80% su massimi cen-

tomila euro) nonché per il recupero delle acque piovane. Quest’ultimo risulta particolarmente attuale in considerazione della forte siccità registrata nel 2022 e purtroppo proseguita anche durante l’inverno appena trascorso, provocata dai cambi climatici e dall’innalzamento globale delle temperature. Il sostegno del B.I.M. consiste in un contributo a fondo perduto da €. 750,00 a €. 1.500,00 per la fornitura e posa di serbatoi di raccolta delle acque piovane a scopo irriguo o similare. Tale crisi idrica si riflette in tutti i settori, dall’agricoltura ai servizi essenziali (si pensi agli acquedotti o alle fontane dei nostri paesi, in alcuni casi rimaste chiuse la scorsa estate scorsa e che speriamo non lo siano anche quest’anno), nonché sui produttori di energia idroelettrica (i concessionari che versano i sovracanoni al B.I.M.) che hanno subito forti cali anche oltre il 35%. Per valutare la situazione e verificare possibili soluzioni, l’UE ha finanziato un progetto denomi-

nato IMPETUS (rientrante nel programma Horizon 2020) che si occupa della raccolta dati legati ai cambiamenti climatici ed al quale il B.I.M. Sarca ha aderito quale partner locale con il caso-studio della Valle dei Laghi, ove sono presenti utilizzi idrici importanti (centrale S. Massenza, coltivazioni vitivinicole). Con tale progetto si intende monitorare e promuovere l’utilizzo dell’acqua incrementando sempre più metodi virtuosi quali l’irrigazione a goccia o la creazione di bacini di accumulo. La modulistica per la presentazione delle domande di contributo - fatto salvo che per i mutui agevolati per cui ci si deve rivolgere direttamente agli istituti di credito convenzionati, ossia tutte le Casse Rurali e le Volksbank del territorio consorziale - è pubblicata e scaricabile sul sito del Consorzio www.bimsarca. tn.it (modulistica) con relative scadenze e precisazione della documentazione prevista per l’ammissibilità. Oltre alle suddette iniziative,

molto apprezzate dalla popolazione e dal territorio viste le tantissime domande che ogni anno esauriscono le risorse a tal fine messe a disposizione, che possiamo definire consolidate, si è cercato di prevedere ulteriori incentivi in campo energetico ed in particolare alla produzione di energia da fonti rinnovabili da attuare in forma associata. Il riferimento è alle nuove Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), soggetti previsti da recentissima normativa finalizzate alla produzione ed autoconsumo di energia pulita. I decreti attuativi di dicembre 2022 sono stati approvati dal Ministero e sono ora in attesa del parere della Commissione Europea per l’entrata in vigore. La finalità delle CER è infatti quella di promuovere la produzione ed il consumo di energia da fonti rinnovabili (in particolare idroelettrico e fotovoltaico per i nostri territori) a chilometro zero e con un incentivo pubblico da reinvestire a favore della popolazione riconosciuto per la

diminuzione di perdite in fase di trasformazione e trasporto dell’energia. Inoltre, grazie alla particolare gestione delle CER, costituita dagli stessi produttori/consumatori di energia, si ottengono notevoli risparmi energetici che si traducono con cali drastici dei consumi e quindi dei costi. Auspicando la costituzione di diverse CER nei prossimi mesi, appena giungerà il via libera sui decreti attuativi della relativa disciplina normativa dall’UE, nel bilancio consorziale 2023 del B.I.M. del Sarca è stato stanziato l’importo di 200 mila euro per l’eventuale compartecipazione a Comunità Energetiche Rinnovabili promosse da Comuni o altri soggetti pubblici del territorio. Si ricorda che la CER deve essere costituita mediante associazione, cooperativa o altra forma giuridica prevista dalla legge tra soggetti privati e/o pubblici al solo fine di produrre energia elettrica pulita, autoprodotta e condivisa, a prezzi accessibili ai propri membri.

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C’è qualcosa di nuovo, anzi, d’antico... Si potrebbe iniziare così quando ti chiedono di scrivere di nuove bretelle stradali, di varianti capaci di risolvere i problemi di isolamento delle valli rispetto al centro, di collegamenti utili per i residenti, ma anche per i turisti.

Il nuovo e l’antico. In questi due termini si condensa l’attualità del problema viabilistico nelle Giudicarie. Partiamo dall’antico.

Sulla viabilità sono state sprecate (lo diciamo nella consapevolezza di non esagerare) cisterne di inchiostro in articoli di giornali, documenti, progetti, relazioni, atti di convegni, protocolli d’intesa fra autorità di grande, medio e piccolo calibro. Se poi ci guardiamo attorno cosa scopriamo? Che qualcosa negli anni si è mosso, ma in fondo si è andati a macchia di leopardo, senza un disegno complessivo.

Negli ultimi cinquant’anni sono state realizzate alcune tratte necessarie: la variante Storo-Cimego (che scavalca Ca’ Rossa e Condino), la variante di Strembo e Caderzone, il Corè Breguzzo-Tione, la galleria che scavalca il centro di Campiglio, la tangenziale di Pieve di Bono, l’allargamento di Iavré (mettiamoci pure quello), le sistemazioni prima e dopo il Ponte dei Servi.

Certamente tralasciamo qualcosa, ma molto è stato tralasciato rispetto ai programmi ed ai proclami di decenni lanciati da autorità locali e provinciali. Ci fu un tempo in cui (chi a vario titolo si interessa di cose pubbliche lo ricorda senz’altro) vennero tracciati disegni di varianti capaci di tagliare tutti (tutti!) i paesi della Rendena e della valle del Chiese.

Ci fu un tempo in cui si parlò, pardon, si spese un patrimonio per progettare un mirabolante “Sistema Campiglio”, progetto finito prima sui tavoli della magistratura, poi nel cestino. Ci fu un tempo... Che se n’è andato, lasciando solo l’eco delle parole.

E il nuovo? E’ fatto di nuovi progetti, di stanziamenti, di appalti e di

Viabilità, cinquant’anni di progetti

di Giuliano Beltrami

promesse. Sono interventi capaci di cambiare il volto dei collegamenti stradali giudicariesi? E con quali tempistiche? Si potrebbe continuare con le domande. Una per tutte: nessun ragionamento viene più fatto rispetto a possibili collegamenti ferroviari? In questa pagina ci accontentiamo di toccare alcuni nodi irrisolti o in via di risoluzione.

TANGENZIALE DI PINZOLO

E’ l’ultima creatura nata: presentata in grande stile dalla Giunta provinciale, che ha messo sul tavolo una novantina di milioni. Nodo fondamentale per chiunque, ma soprattutto per i turisti, nel senso che i mesi di punta attraversare il capoluogo dell’alta Rendena (che si picca in verità di essere capoluogo di tutta la valle) significa dotarsi di grande pazienza. Probabilmente (se ci è concesso un pizzico di ironia) nelle code delle ore di punta dei giorni di massimo afflusso un ospite che viene da Milano si sente come a casa, ma se viene in montagna per “respirare” (dicendola con la pubblicità provinciale) rischia di respirare smog. Ecco il perché della tangenziale, clamorosamente io ritardo, e non solo per colpa della Provincia, occorre dirlo. Ci hanno messo del loro gli indigeni negli anni, non unanimi nelle ipotesi

del tracciato. Comunque in maggio l’appalto è stato fatto, il che significa, cronoprogramma alla mano: progetto esecutivo redatto entro 120 giorni naturali e consecutivi (così si dice nel gergo della burocrazia) decorrenti dalla data di sottoscrizione del contratto; tempo di esecuzione dei lavori stabilito in 1.037 giorni, sempre naturali consecutivi (due anni e dieci mesi), decorrenti dalla data di consegna dei lavori. Possiamo ipotizzare di percorrere quei due chilometri di galleria più un chilometro allo scoperto fra Giustino e Carisolo nel 2027? Ipotizziamolo. Se non altro non ci saranno ricorsi perché alla gara ha partecipato una sola impresa: il Consorzio Stabile S.A.C. Costruzioni, con sede a Torrecuso, in provincia di Benevento. Vero, c’è sempre l’incognita meteo, che può rallentare. Vedremo.

PONTE PIA’

Un altro nodo delicato è rappresentato per la viabilità giudicariese dalle gallerie di Ponte Pià, nel tratto della statale 237 del Caffaro fra Tione e Ponte Arche. Nel mese di marzo sono stati affidati i lavori per la posa delle barriere paramassi, propedeutici al grande progetto di rettifica della galleria, che avrà un costo attorno ai 35 milioni di euro. Il cantiere del Lotto 2, relativo alle opere di

difesa, è stato affidato all’impresa Georock di Mortaso (frazione di Spiazzo), ed è al servizio del Lotto 1: il tunnel vero e proprio. Mentre si lavorerà nel tunnel sarà utilizzata la vecchia viabilità, realizzata in epoca precedente all’attuale galleria, temporaneamente ripristinata e aperta al traffico per la durata complessiva dei lavori, prevista in circa 500 giorni. Le opere del Lotto 2 serviranno per la protezione dalla caduta massi sulla sede stradale dismessa, che viaggia fra la galleria ed il bacino artificiale di Ponte Pià. L’importo complessivo di questo lotto si aggira attorno a 770.500 euro. Qualche curiosità. E’ prevista la posa di 9.500 metri quadrati di rivestimento delle pareti rocciose in rete metallica e barriere paramassi, per una superficie complessiva di circa 3’000 metri quadrati.

PONTE ARCHE: LA TANGENZIALE CHE NON C’E’

E’ una mattinata fredda ma luminosa quella che all’inizio di febbraio accoglie a Ponte Arche la Giunta provinciale nel suo pellegrinaggio fra i vari comuni per le sedute settimanali. Il commissario Guido Moutier illustra il progetto che, come spiega, “riprende e perfeziona il progetto preliminare già elaborato anche ai fini della valutazione di impatto ambientale. Progetto complesso, sviluppato sulla base di molte alternative. Studiate qualcosa come 14 ipotesi, ridotte a 8, perché bisogna

superare alcune emergenze. La principale: le fonti termali.

Alla fine, sfronda tu che sfrondo anch’io, sono stati ipotizzati due itinerari, fra i quali è stato scelto un percorso di tre chilometri (come a Pinzolo), due in galleria, “studiata per non impattare sulle risorse del territorio”, illustra il commissario, con l’aggiunta di due ponti, uno verso Tione e uno verso Trento, in prossimità del Ponte dei Servi. Per ora siamo fermi qua. Soldi messi sul tavolo: una settantina di milioni. “Tempi di realizzazione: troppo presto per capirlo. Si può ipotizzare il 2030? Il problema, semmai, riguarda lo sviluppo di Ponte Arche in questo lasso di tempo, fra ristoranti ed alberghi in difficoltà e la ricerca di una dimensione urbanistica qualificante.

I RITARDI

NEL BRESCIANO

Valle Sabbia. Nel 1996, prima delle elezioni politiche, fu inaugurato il tratto fra Tormini e Ponte Re, prima di Nozza, realizzato da anni per volere del super ministro bresciano Gianni Prandini, ma chiuso perché mancavano i soldi per costruire gli svincoli di entrata e uscita.

Nel 2008 gli allora presidenti delle Province di Brescia e Trento riuniti nella sede del Bim del Chiese, a Condino, firmarono il protocollo d’intesa che metteva sul tavolo 78 milioni di euro, spartiti equamente, per togliere il traffico da Nozza, Vestone e Lavenone, l’ultimo con-

dannato da una strettoia in cui si inchiodano i mezzi pesanti. Dopo le firme il nulla. Il prezzo è raddoppiato, perciò il primo tratto (Ponte Re-Vestone nord, salito a 100 milioni) è sparito. E’ rimasto il tratto Vestone nord-Idro, tre chilometri (torna la legge del tre) con gallerie e ponti per 55 milioni.

Appalto vinto da una ditta contro cui i secondi hanno fatto ricorso. Risultato: sono passati quindici anni e non è stato mosso un chilo (che dicco un chilo? Un etto) di cemento. Siamo fermi al punto di partenza. Ricorso vinto dall’Ati con capofila l’impresa trentina Collini, che però non ha cominciato perché nel frattempo i prezzi sono aumentati. Trovati nei Fondi dei Comuni confinanti i 4,5 milioni per smaltire i materiali, bisogna cercare il denaro per abbattere l’aumento dei prezzi. In maggio Gian Maria Flocchini, presidente della Comunità montana di Valle Sabbia, ha spiegato alla stampa che “è stato trovato l’accordo fra la Provincia di Brescia e l’impresa per affrontare l’aumento dei costi. In questo momento non è quantificabile finché non ci sarà il progetto esecutivo. Tuttavia la questione sembra si risolva trovando la strada per arrivare alla progettazione esecutiva e per stipulare il contratto definitivo per l’avvio dell’opera”. Previsione era entro la fine di maggio. Vedremo a breve, ma ci si consenta una punta (solo una punta) di scetticismo.

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Negli anni sono state tracciate varianti capaci di tagliare tutti i paesi della Rendena e della valle del Chiese. La situazione ad oggi. Attualità ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

Era una Sala riunioni affollata quella di venerdì 5 maggio al Grand Hotel Terme a Ponte Arche. L’Assemblea dei Delegati 2023 é stata l’occasione, per il Consorzio Elettrico Industriale di Stenico, di ritrovarsi in presenza dopo tre anni di attesa.

Sul palco Dino Vaia, riconfermato presidente che, nel rinnovare l’intero Consiglio di amministrazione, ha proposto una lista unica di candidati. Un ringraziamento particolare non è potuto non essere rivolto ai tre consiglieri uscenti: il vicepresidente Paolo Bronzini, il presidente del Comitato di controllo e gestione Franco Bronzini e il consigliere Mauro Albertini. Sono stati eletti in loro sostituzione Lorenzo Poli, Fabio Armanini, Michele Zambotti.

Una nuova squadra per affrontare le difficoltà dell’oggi, uno sguardo proiettato alle sfide del domani.

Il bilancio di fine 2022 ha riportato che la produzione di energia idroelettrica, derivante dalle centrali di Ponte Pià e di Cillà e dagli impianti fotovoltaici, è stata la metà rispetto all’anno precedente. La causa? Non serve dirlo, la mancanza di acqua. “Erano almeno quarant’anni che non si presentava una situazione di questo tipo” il commento di fron-

Ceis, la sfida dell’energia

Dino Vaia è stato riconfermato alla presidenza del Consorzio elettrico industriale di Stenico. Sarà affiancato da Fabio Armanini, Michele Zambotti e Lorenzo Poli.

te ai grafici del direttore generale Gianluca Schiavi. “Un annus horribilis” gli ha fatto eco il presidente. A Stenico, per coprire il fabbisogno energetico dei soci della cooperativa, ci si è quindi trovati costretti ad acquistare un grosso quantitativo di energia sul mercato dove tutt’ora si registrano prezzi record. Tutto considerato, peró, i vertici si sono detti soddisfatti del bilancio di fine anno: la bolletta dei 4250 soci e socie della cooperativa è stata comunque di molto inferiore a quella di chi si è rivolto al mercato libero o tutelato per l’acquisto dell’energia elettrica, 170 euro a MWh con-

tro 310.

Ma questo, come si sa in valle, é merito anche della realtà che é il Ceis, che oggi, 118 anni portati con orgoglio, continua comunque ad autoprodurre circa la metà del fabbisogno energetico dei soci, nel 2022 10,7 milioni di kWh su 22 milioni. Ricorre all’acquisto dal libero mercato soltanto per la restante quota. Altro fattore che ha consentito di tenere bassi i prezzi è stato il ristorno, istituto previsto per le imprese cooperative che consente di ‘restituire’ ai soci una parte dei risultati in funzione del loro utilizzo dei servizi della cooperativa: si tratta in questo caso

di 1,2 milioni di euro sui consumi 2021 con effetto sul 2022, garantendo una riduzione del 45% sulla bolletta.

Ecco che in sala c’é quindi chi lancia la provocazione: “La lungimiranza della comunità di cento anni fa ci sta ripagando, lo abbiamo capito, cosa possiamo fare noi oggi? Dove vogliamo andare?” Una domanda che cade a pennello anche considerando che le prospettive future, nemmeno tanto lontane, sono quelle di un aumento del fabbisogno energetico e di una

La qualità Conad al miglior prezzo.

riduzione nella produzione. “Il 2023 è già partito peggio dell’anno scorso - ha infatti detto Vaia.Speriamo in un’inversione di tendenza nei prossimi mesi, come Consiglio di amministrazione siamo impegnati a trovare il modo di garantire comunque importanti benefici a soci e socie. Il bilancio approvato oggi permetterà di partire avvantaggiati quest’anno, con un ristorno di 6 centesimi per kWh consumato nel 2022, per un totale di oltre 1,3 milioni di euro, pari all’80% del-

l’avanzo di gestione della cooperativa. In previsione c’é anche la costituzione di una comunità energetica rinnovabile”.

In queste ultime settimane la pioggia è tornata a cadere abbondante, facendo tirare un respiro di sollievo a chi, quotidianamente, si ritrova a fare i conti con la mancanza di acqua. In molti sanno che la siccità è una problematica destinata a ripresentarsi. Tra i principali punti chiave della visione del Ceis per il futuro c’é quello di variare le fonti di approvvigionamento rispetto all’idroelettrico, e di farlo in un’ottica sostenibile. In sala si é parlato anche dell’investire nell’educazione, azione che avrà effetti nel lungo periodo. “Dobbiamo lavorare per metterci al riparo dagli sbalzi di mercato - cosí Schiaviutilizzando tutte le risorse disponibili sul territorio, nel rispetto dell’ambiente e delle norme, e senza sfruttamento.”

I Bassi e Fissi sono un impegno che portiamo avanti da tanti anni. E anche oggi che tutto costa di più, continuiamo a offrirti centinaia di prodotti indispensabili della nostra migliore •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• completa, sicura e conveniente, ogni giorno. Questo è il solo modo che conosciamo per starti vicino e aiutarti a risparmiare sempre.

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Parola d’ordine: risparmiare acqua

Certamente non servono dati statistici per dare evidenza dell’emergenza idrica in corso, ma appare oltre modo utile, in relazione alla necessità di trovare soluzioni nel breve termine, fare qualche ragionamento circa gli sprechi legati ad una risorsa tanto preziosa.

Basta consultare infatti il sito dell’ISTAT (Istituto nazionale di Statistica - https://www.istat.it/it/archivio/279363) per scoprire come il volume di acqua prelevato per uso potabile è, nel nostro paese, di 9,2 miliardi di metri cubi (422 litri giornalieri per abitante). A fronte di un volume di acqua immessa nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile pari a 8,1 miliardi di metri cubi (373 litri per abitante al giorno), a causa delle perdite, gli utenti finali dispongono di 4,7 miliardi di metri cubi di acqua erogata per usi autorizzati (215 litri per abitante al giorno), comprendente sia usi fatturati che quelli non fatturati (tra gli altri, fontanili, lavaggio strade, antincendio). Drammatico è quindi il dato legato alle perdite totali in distribuzione (differenza tra volumi immessi ed erogati) pari a 3,4 miliardi di metri cubi, ovvero il 42,2% dell’acqua immessa in rete, rilevando una situazione pressoché stazionaria a livello nazionale (42,0% nel 2018).

Rispetto al dato nazionale nella nostra Provincia le cose vanno in realtà un pochino meglio e le perdite si assestano intorno al 30% secondo i dati dell’Aprie

Arrivano al 30% le perdite sul territorio provinciale. La riduzione degli sprechi d’acqua è una necessità alla portata di tutti. Il riciclo dell’acqua, lo stretto controllo dei volumi utilizzati ogni giorno sono regole da imporre in ambito industriale e agricolo ma anche nelle nostre case.

(Agenzia Provinciale per le Risorse Idriche e l’Energia). L’acqua è vita, ed è una risorsa essenziale per l’uomo e per tutti gli esseri viventi: deve risultare pertanto prioritario organizzare dei piani di sostenibilità idrica utili per evitarne gli sprechi. Quando si tratta di acqua emerge la necessità infatti di ridurne lo spreco per intervenire in modo attivo sul problema della scarsità di risorse idriche che sta iniziando a coinvolgere sempre più zone con le modalità di una lenta “pandemia”. La riduzione degli sprechi d’acqua è una necessità alla portata di tutti. Il riciclo dell’acqua, lo stretto controllo dei volumi utilizzati ogni giorno e ogni singola azione che permetta di utilizzare solo il necessario rappresentano regole da imporre in ambito industriale e agricolo ma anche nelle nostre case. Ognuno di noi nel suo piccolo può contribuire a un cambiamento collettivo. L’utilizzo consapevole

dell’acqua in ogni singola casa può favorire infatti un circolo virtuoso in termini di sostenibilità collettiva. Si tratta spesso di abituarsi ad aprire il rubinetto dell’acqua quando è necessario: quando ci si lava, quando si utilizza questa preziosa risorsa in cucina o in ogni altra attività domestica e quando si accendono lavatrice, lavastoviglie o i termosifoni. Altrettanto strategiche sono tuttavia, alla luce dei numeri, le azioni per evitare perdite nel sistema della sua distribuzione: i dati mostrano quanto è importante un’attività strutturale di sistemazione degli acquedotti già oggetto di ingenti richieste sul PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ovvero i fondi previsti dall’Europa dal programma Next Generation). Molte sono tuttavia le attività puntuali e subito materializzabili per evitare la maggior parte delle perdite.

Una sensibilità, quella legata al contenimento degli

sprechi, che ha portato alcune delle Amministrazioni socie alla formalizzazione di un intervento attuato dalla E.S.Co BIM e Comuni del Chiese S.p.a.. Significativo è in particolare il progetto concordato con l’amministrazione di Borgo Chiese ovvero lo “Studio sulle potenzialità idriche nel Comune di Borgo Chiese”. L’acquedotto è gestito dal comune di Borgo Chiese e l’ambito di utenza coincide con il territorio gestito dalla medesima amministrazione. Il Comune si occupa della gestione e degli investimenti sulle strutture; risultano invece esternalizzati il campionamento analitico previsto nell’ambito del Piano di Autocontrollo, il telecontrollo e la gestione della sanificazione delle acque. Il progetto attuato dalla E.S.Co BIM e Comuni del Chiese S.p.a. ha previsto una distrettualizzazione della rete e misurazioni dirette di portata e pressione. I distretti sono stati infatti og-

getto di step test (interventi appunto di manovre di chiusura e sezionamenti) al fine di caratterizzarne il comportamento notturno e le perdite identificando, in maniera puntuale e oggettiva, i tratti di maggiore crisi. In realtà le conoscenze acquisite con l’attuazione degli step test, integrate con le informazioni desunte dalle serie registrate tramite misuratori di portata e pressione in rete, hanno determinano anche il quadro conoscitivo per l’applicazione di codici numerici per la simulazione dei moti idraulici nelle condotte e quindi possibili scenari futuri e, di fatto, l’identificazione delle azioni necessarie per il risanamento dell’intero sistema. Ma sul breve periodo le attività conoscitive hanno permesso una individuazione puntuale delle perdite ed il successivo repentino intervento di riparazione. Il progetto ha però permesso anche un efficientamento dell’acquedotto attraverso il posizionamento di valvole

per la riduzione di pressioni in punti specifici di fatto eliminando ulteriori criticità.

Le nuove pratiche gestionali, e i pochi interventi immediati di riparazione, hanno permesso la riduzione delle perdite complessivamente del -29%.

Una soluzione insomma che ha permesso di programmare interventi economicamente sostenibili e immediatamente realizzati che ha reso possibile il perseguimento di livelli di efficienza in grado di superare le crisi idriche venture senza l’ausilio di interventi straordinari.

Una sinergia quella tra l’Amministrazione comunale di Borgo Chiese e la Società E.S.Co BIM e Comuni del Chiese immediatamente replicabile e che ha permesso al sistema, grazie ad un connubio di conoscenza e tecnica, di evitare inutili sprechi di un importante e strategica risorsa: l’acqua. * Presidente di E.S.Co. BIM e Comuni del Chiese S.p.a.

I fiumi atmosferici fra le cause delle calamità emiliane

Il diluvio ha colpito l’Emilia-Romagna causando l’esondazione di 23 fiumi e allagamenti diffusi in 41 comuni con 271 frane. Si è invocato il dissesto idrogeologico come causa principale delle conseguenze che si sono avute. Ma va citato un fenomeno già noto da anni e che sarà la causa principale di futuri disastri : i Fiumi Atmosferici. Sono flussi di aria carica di vapore acqueo spinti verso nord da venti anche molto impetuosi. Possono formarsi in zone anche molto lontane degli oceani e possono crescere in lunghezza larghezza

e spessore per molti chilometri. Sono una conseguenza dell’aumento della temperatura globale. Si calcola infatti che 1°C in più comporta un aumento dell’umidità dell’aria del’8° %. in atmosfera. Quando l’aria calda e umida si innalza sopra la terraferma o incontra le montagne viene spinta in alto e si raffredda nel giro di poco ore, come conseguenza si generano delle piogge torrenziali o neve che possono durare anche per molti giorni. Già la tempesta Vaia del 2018 fu causata da un Fiume Atmosferico che giungendo dall’ocea-

no atlantico e sfruttando uno stretto passaggio di accentuata umidità trova-

to nel nord dell’Africa si caricò nel Mediterraneo di ulteriore vapore acqueo

e scontrandosi con le correnti fredde del nord provocò le distruzioni che co-

nosciamo. Si prevede che questi fenomeni aumenteranno in futuro perché aumenterà il riscaldamento globale e di conseguenza l’umidità atmosferica del 40% se non ci fermeremo prima del fatidico 1,5. Gli esperti hanno già messo a punto una scala di valutazione dei Fiumi Atmosferici che va da 1 a 5 nella possibilità di prevedere non solo l’arrivo del fenomeno ma anche la quantità di pioggia attesa. E’ chiaro alla scienza ma non ai decisori che siamo al limite del rischio e che questi fenomeni saranno sempre più frequenti. (G.A.)

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L’immaginazione al potere in Provincia

Quando 5 anni fa il centro destra andò al potere in Trentino le speranze erano molte. Ci si aspettava non certo la rivoluzione ma un modo di progettare il futuro un po’ diverso dai moduli imposti in tanti anni dal centrosinistra e da Dellai. E’ andata così? Francamente, non ci sembra. Diciamo, per sintetizzare, che al centro destra e al suo condottiero Fugatti è mancata l’immaginazione, quell’immaginazione al potere che fu lo slogan di battaglia di Marcuse e del ’68. Non ci sono stati segni di discontinuità nella gestione del potere, non ci sono state grandi intuizioni sul Trentino che verrà, si è preferita una gestione “alla via così “, come direbbero i marinai.

di Ettore Zampiccoli

Secondo qualche osservatore Fugatti sarà ricordato per due sole cose: il concerto di Vasco Rossi, che fortissimamente volle (doveva essere, secondo gli annunci di quei giorni il “nuovo modello di turismo del Trentino”…no comment) e la crisi sempre più profonda dalla sanità trentina affidata a mani infeconde. Basti pensare che nei 5 anni fugattiani il Trentino nella classifica Creasanità è sceso dal primo al quinto posto quanto a servizi ed efficienza. Se

Il Giornale delle Giudicarie

mensile di informazione e approfondimento

Anno 21 giugno 2023

Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento

Tel: 0465 349020

Presidente: Oreste Bottaro

Direttore responsabile:

Paolo Magagnotti

Coordinatore di Redazione: Denise Rocca

Comitato di redazione:

Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Denise Rocca

Hanno collaborato:

Gianni Ambrosini, Achille Amistadi, Adelino Amistadi, Virginio Amistadi, Matilde Armani, Enzo Ballardini, Giuliano Beltrami, Alberto Carli, Massimo Ceccherini Podio, Chiara Garroni, Marco Maestri, Gaia Pelanda, Mariachiara Rizzonelli, Martina Sebastiani, Alessandro Togni, Ettore Zampiccoli, Samuel Zennaro e gli studenti dell’Istituto Guetti

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Direzione, redazione

via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento

Stampato il 31 maggio 2023 da Athesia - Bolzano

Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

è così, non deve meravigliare ora l’impasse nella quale si trova il centro destra a proposito di candidati per le elezioni provinciali di ottobre.

Il panorama è assai confuso e preoccupante. Da una parte Fugatti e una parte della Lega che chiede il rinnovo della candidatura Fugatti, dall’altra Fratelli d’Italia che ha lanciato in pista Francesca Gerosa, personaggio che fino a qualche mese doveva essere anche gradita a Fugatti se è vero – come è vero – che l’ha collocata in importanti enti (Autobrennero, RFIferrovie, Itea della quale è presidente ). Poi però la donna ha deciso di scendere in campo proprio contro Fugatti. Guarda dove va finire la gratitudine in politica! E ora come andrà finire? Manca ancora qualche mese e gli scenari possono mutare: quel che è certo è che Fratelli d’Italia è forte di tutti quei voti che nel 2018 garantirono il successo a Fugatti e che ora sono attratti dalla Meloni. La Lega nel 2018 aveva raggiunto il 17 per cento dei voti, ora viaggia sull’8 per cento. Fratelli d’Italia si attesta sul 25 e oltre. Se Fugatti come amministratore non avesse deluso qualche chance potrebbe comunque averla, ma col campo poco arato che si lascia alle spalle non pare abbia molta forza.

A complicare le cose ci

sono anche i giochi interni alla Lega. I pontieri della Lega, quelli che non vogliono Fugatti e pare siano parecchi, si sono già messi al lavoro in quel di Roma per chiedere che si superi il binomio Fugatti-Gerosa lanciando il nome di un altro candidato, che nel caso specifico potrebbe essere Sergio Divina, già parlamentare, politico dotato di una notevole autorevolezza. La partita è aperta: o i due partiti, FDI e Lega, raggiungono un accordo e quindi trovano un candidato nuovo oppure si presentano separati agli elettori trentini. Si riprodurrebbe un “caso Verona “, dove FDL e Lega litigarono facendo vincere il candidato sindaco

della sinistra e in questo caso Francesco Valduga, candidato del centro sinistra, avrebbe via libera. Oppure trovano un accordo su un nome nuovo ed allora la battaglia tra centro destra e centro sinistra potrebbe essere all’ultimo voto. Parliamo di un nome nuovo perché allo stato attuale pare difficile che uno dei due, Fugatti o Gerosa, si ritirino spontaneamente e di propria volontà. Ormai il loro cammino è quotidianamente segnato da polemiche e dispetti e quindi pare assai difficile che uno dei due si faccia da parte. Si vedrà.

Una cosa è certa per quanto riguarda il centro destra: autonomia o non autonomia la parola

LAVORA CON NOI

finale spetterà a Roma e in particolare a Meloni e a Salvini. Per dirla in altri termini: oggi come oggi Fugatti non è certo per la sua riconferma, la Gerosa nemmeno ed il centro destra naviga un po’ a vista in acque, tra l’altro, contaminate dalle ultime macerie del Patt. Tutto questo potrebbe portare un po’ di respiro al centro sinistra ed in particolare al suo candidato Francesco Valduga, che peraltro non è che si “senta” molto in questa campagna elettorale appena avviata. Sembra un po’ come l’Araba Fenice: ognun sa che c’è, ma nessun sa dov’è. Beh, intanto auguri a tutti i candidati, quelli di oggi e quelli di domani.

Sanika srl, consolidata azienda di Storo che produce bagni prefabbricati, è alla ricerca delle seguenti •gure da inserire nel proprio organico:

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PAG. 18 GIUGNO 2023
Potrebbe essere Roma a decidere il candidato del centro destra se non vi sarà un accordo fra Fugatti e Gerosa. Porto Franco
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«Olivetti» a Tione da 60 anni

Erano da poco iniziati i famosi anni ’60, esattamente nel 1963, quando Danilo Fattori – a maggio - apriva in via Prati al n. 7 (poco dietro al Municipio) a Tione il negozio di vendita col marchio Olivetti. E da quell’anno ne son passati ben 60. Quest’anno infatti l’antica bottega di Olivetti ha cambiato sia la sede che il nome, si chiama Trentino Office e si trova nel piazzale dell’autostazione. Ma scorrendo un po’ le ‘pagine di storia di questa prestigiosa Ditta scopriremo che il negozio – laboratorio da via Prati si trasferisce poi – nel 1964 - in via Damiano Chiesa apre la sua nuova sede proprio dove ora si trova l’ufficio Turistico nel palazzo delle Autocorriere. È di quell’anno la ‘convenzione’ che la Casa Madre di Ivrea della Olivetti stabilisce, con un documento redatto il 16 maggio del 1963, la Zona di Azione dichiarando in un documento inviato a Danilo Fattori che: “La Vostra zona di vendita si esplicherà esclusivamente nei confronti di Enti pubblici e privati aventi la loro sede amministrativa e delle persone aventi la loro residenza nella zona sotto indicata (omissis)”.

di Udalrico Gottardi

Dalla Lettera 32 ai PC

Seguono poi in elenco alfabetico tutti i Comuni delle Giudicarie. Negli anni il negozio-laboratorio Olivetti acquista sempre più autonomia e diventa un punto di riferimento per molte attività sia di uffici che di attività commerciali che all’epoca avevano bisogno delle ‘macchine da scrivere’ dalla tanto amata “Lettera 32” – chi non la ricorda a quelle contabili, fino ad arrivare alle primissime fotocopiatrici con carta speciale prima e carta normale poi. Le macchine da scrivere negli anni migliorano l’assetto meccanico per diventare della macchine

elettriche sempre più al passo coi tempi. La richiesta di lavoro è sempre maggiore tant’è che Danilo ha sempre più bisogno di avere dei nuovi collaboratori e quindi accanto

ai figli Stefano e Claudio entra nella ‘famiglia Olivetti’ Agostino Andreolli per tutti “Tino”, che è venuto a mancare nel 2020 a causa della pandemia. Merita infatti un ricordo

per la sua grande professionalità e grandezza d’animo.

Era un giovane interessato e competente che amava lo sport in particolare il calcio, ma non solo. È stato anche escursionista in montagna sia in estate che in inverno. Una persona molto conosciuta e stimata in tutte le Giudicarie. Professionalmente è stato per molti anni un efficiente tecnico specializzato nella riparazioni delle “macchine da scrivere”

Olivetti, solerte e apprezzato esperto del settore rimase uno stabile riferimento fino al momento della pensione. Nella sua carriera professionale ha

appreso – attraverso i numerosi corsi di specializzazione che frequentava a Ivrea (Casa Madre della Olivetti) – le tecniche talvolta complesse delle prime macchine da scrivere elettroniche e delle prime fotocopiatrici.

Dagli anni ’80 in poi la Ditta Olivetti ha subito dei cambiamenti radicali tra i quali l’arrivo sul mercato nazionale di macchine sempre più performanti sia per lo scrivere che nella contabilità. L’arrivo poi dei primi PC da ufficio i famosi “Desktop” le stampanti ad ‘aghi’ e via via per arrivare a quelle ‘laser’ e i ‘notebook’, sono stati i cambiamenti hardware più significativi.

Ad oggi “Trentino Office”, con a capo la 3a generazione di “Fattori” è specializzata nel noleggio e assistenza di stampanti per ufficio con contratti a lungo termine, la fornitura all’ingrosso di prodotti per ufficio, arredo ufficio, cartoleria al dettaglio, riparazione computer e smartphone.

Lo scopo aziendale è quello di seguire la clientela a 360° nel mondo dell’ufficio e dare un valore aggiunto con il supporto tecnico nell’assistenza post vendita.

Cambi costituzionali?

Continua dalla Prima - l’elezione diretta del presidente del consiglio che in questo caso mantiene in capo al parlamento l’elezione del presidente della Repubblica, il quale continuerebbe a mantenere il suo ruolo di personalità superpartes e di contrappeso.

Di fronte alle perplessità delle opposizioni, sembra esserci una sola sponda alla maggioranza che cammina in solitudine, quella dei renziani e dei calendiani: l’ex Terzo Polo infatti è sì contrario ad eleggere direttamente il capo dello Stato, ma propone in cambio di trasformare il presidente del consiglio, oggi un “primus inter pares”, in un vero premier votato dal popolo e con i poteri conseguenti. Ora su questa base, Meloni, Calenda e Renzi possono ragionare e trovare l’intesa che, se raggiunta, potrebbe consentire al centro destra di arrivare a quella soglia dei due terzi della Camera e

Senato che consentono di approvare una riforma costituzionale in Parlamento senza andare al referendum. Già, perché questo è il rischio della Meloni: di fare la fine di Renzi che giocò tutte le sue carte sul tavolo della battaglia referendaria per la sua “Grande Riforma”, la perse malamente e fu immediatamente rottamato. Imparata la lezione, Giorgia Meloni sta coltivando l’intesa, Calenda e Boschi hanno espresso parole di disponibilità rientrando in gioco dopo essersi cacciati da soli nell’angolo, con le loro dispute e litigi vari. Calenda è d’accordo sul premier con più poteri e vorrebbe una Camera sola e propone una commissione con le opposizioni, la Boschi s’è accordata

Prudenza!

senza batter ciglio.

Pd e Cinque Stelle sono al palo. Cercano di capirne di più. Si sono dichiarati contrari alla riforma proposta nell’incontro con la presidente Meloni, sostenendo che essa violerebbe i principi della costituzione repubblicana e della democrazia parlamentare.

In particolare hanno accusato la Presidente di concentrare troppo potere nelle sue mani e di voler seguire l’esempio di Orban, il leader ungherese che ha modificato la costituzione per limitare i diritti e le libertà dei cittadini. Ma poi entrando nel concreto, sia la Schlein (Pd) che Conte (5S) hanno buttato lì qualche proposta. La segretaria del Pd preferirebbe puntare sulla fiducia costruttiva, e su una nuova legge

elettorale e poco altro, ripetendo le sue contrarietà al presidenzialismo, all’autonomia regionale di Calderoli, alla Bicamerale, (commissione ad hoc composta da esponenti di tutti i partiti) non crede un granché dato che le bicamerali del passato sono tutte finite nel nulla di fatto. La bicamerale piace invece a Conte (5S) che la vorrebbe attuare quanto prima. Dimenticando che le prime bicamerali per la riforma costituzionale risalgono ai tempi di De Mita e di D’Alema, 1983, e non se ne è mai venuti a capo. La Schlein e Conte sarebbero infine disponibili a ragionare su un premierato alla tedesca, ovvero senza elezione diretta ma attribuendo al presidente del Consiglio più poteri (dalla sfiducia

costruttiva, al potere di nomina e revoca dei ministri fino alla possibilità si sciogliere le camere). Nel passato, per ben due volte il popolo sovrano ha affondato le riforme organiche, quella del centrodestra ai tempi del governo di Berlusconi e quella già citata di Matteo Renzi. Nel contempo abbiamo visto montagne di carta stampata finita nel macero, cervelli sopraffini finiti nel dimenticatoio, infinite trasmissioni tv in ogni canale dedicate all’argomento tra gli sbadigli del pubblico e mai s’è visto un risultato. Per concludere. Il problema sul tappeto non è di poco conto. Non esiste una soluzione preconfezionata. I modelli teorici da noi citati devono fare i conti con la storia dei singoli sta-

ti, in Italia, per esempio, molte resistenze al presidenzialismo provengono dalla paura dell’“uomo forte”, esperienza vissuta drammaticamente dal nostro Paese con il fascismo ed ignota negli Usa o nella Francia, così come non si può non ricordare che sul fronte delle riforme istituzionali sono franate maggioranze in apparenza granitiche con i loro leader. E’importante, comunque, che un confronto fra tutte le forze politiche sul tema avvenga in modo leale, avendo di mira gli interessi del paese, evitando di generare confusione invocando attacchi improbabili alla costituzione, la cui sacralità riguarda solo i principi fondamentali e non già la parte relativa all’ordinamento dello Stato.

PAG . 19 GIUGNO 2023 Economia
L’EDITORIALE di Adelino Amistadi

Il prossimo 18 giugno si celebrerà l’ottava Giornata Internazionale della Gastronomia Sostenibile. Questa focalizza l’attenzione del mondo sul ruolo che la gastronomia può avere nella realizzazione di uno sviluppo sostenibile richiamando istituzioni pubbliche e private, produttrici e commerciali ad avere forti collegamenti con i produttori locali. Da alcuni anni si discute parecchio di questo tema mentre l’opinione pubblica sembra essergli in buona parte finalmente favorevole. Ma fino a che punto? Come sta lavorando la formazione alberghiera per radicare il concetto di gastronomia sostenibile nelle nuove generazioni di professionisti della ristorazione?

“La giornata Internazionale della Gastronomia Sostenibile è un momento molto importante per sollecitare una maggior attenzione all’ambiente e sensibilizzare trasversalmente le persone, soprattutto i giovani, sul ruolo-impatto del cibo per il nostro pianeta” - afferma il Coordinatore dei percorsi di Alta formazione professionale Cucina Italiana, Arte Bianca e Alta Ristorazione del CFP di Tione, Marco Campaner – “Concetti quali km0, prodotti locali, territorialità e risparmio energetico sono pilastri sui quali quotidianamente si lavora a scuola. I ragazzi, quando in laboratorio, vengono costantemente stimolati con attività volte proprio a capirne il valore. Per parte propria l’Alta Formazione di Tione cerca di scegliere il più possibile prodotti del territorio, che seguano le stagioni e siano sempre in linea con il rispetto dell’ambiente in cui ci troviamo”.

Lo scorso maggio presso l’Alta Formazione del CFP

Gastronomia Sostenibile, la ristorazione del futuro

Anche l’Alta Formazione per la ristorazione di Tione coinvolge studenti e studentesse sul ruolo che la gastronomia può avere nello sviluppo sostenibile.

di Tione si sono tenute anche delle lezioni con due chef sul tema centrale dell’alta cucina e della sostenibilità alimentare ed energetica. Come si conciliano di fatto qualità e sostenibilità?

Si tratta di concetti importanti ma spesso bistrattati, commenta Campaner: “La qualità “classica”, come la s’intende, a volte non coincide perfettamente con una sostenibilità completa di filiera. Mi spiego meglio, il cliente quando si siede al tavolo o va al supermercato ricerca giustamente la qualità massima su un determinato prodotto, cercando il prodotto più grande, più piacevole esteticamente, più accattivante; non è detto però che per riuscire a produrre quell’alimento la filiera non abbia dovuto utilizzare prodotti fitosanitari per preservarne la qualità in campo o anche zoosanitari per l’allevamento. Dall’altro lato la sostenibilità è una scelta che racchiude intrinsecamente la qualità perché il consuma-

Cosa significa per voi “Gastronomia sostenibile”?

I francesi danno un altro termine al nostro sostenibilità: durabilità. Ecco: la sostenibilità (vale per il cibo come per le scelte ambientali e sociali) significa battersi perché il mondo duri più a lungo. Slow Food ha uno slogan, che è molto più di uno slogan, è filosofia: cibo buono, pulito e giusto. Questa è sostenibilità.

Non è già abbastanza sostenibile la nostra gastronomia che fa riferimento ai prodotti locali?

Infatti non si contesta la nostra gastronomia, quando usa prodotti locali: non a caso i presìdi di Slow Food nelle Giudicarie riguardano carne di Razza Rendena, ciuìga e noci. Semmai la battaglia va fatta con i ristoranti che non offrono gastronomia locale.

Come coniugare qualità e sostenibilità?

La qualità, intesa come genuinità e prodotto della terra, è sinonimo di sostenibilità. Nel nostro programma in collaborazione con Enaip di Tione abbiamo puntato proprio sui prodotti, e quindi sui produttori della nostra terra.

Come facilitare anche il risparmio energetico per arrivare ad

tore preferisce un alimento prodotto in un determinato modo rispetto ad un metodo convenzionale”. Il consumatore in questa scelta è anche consapevole che ci sono dei costi leggermente maggiori, rammenta, perché l’agricoltore o l’allevatore stesso avranno delle spese di sostenibilità maggiori rispetto lavorazione convenzionale. Campaner tuttavia si dice pienamente convinto che gli enti della ristorazione trentina e come delle nostre valli siano consapevoli dell’importanza di offrire una gastronomia sostenibile e che buona parte di essi sia riuscita a inserire molti ingredienti prodotti da agricoltura sostenibile. Forse, riflette, il quesito andrebbe posto al contrario, ovvero se le persone che abitano nelle nostre valli, e anche i turisti che qui arrivano, sono davvero disposti ad investire in una gastronomia sostenibile trentina.

Focalizzandoci sulle varie tipologie di cucina, quale può

diventare anche a risparmio energetico? “In realtà tutte le cucine possono essere sostenibili. Ai nostri studenti insegniamo che quando si cucina la pasta non serve che il prodotto bolla ininterrottamente per il tempo indicato; basta infatti tuffare la pasta in acqua bollente, far riprendere il bollore e poi spegnere il fuoco tenendo la pentola chiusa con il coperchio, in questo modo la pasta cucinerà ugualmente. Anche le classiche cotture più lunghe possono trovare il loro lato sostenibile; in commercio sono anche reperibili dei piccoli elettrodomestici che possono aiutare a cuocere gli alimenti a bassa temperatura, anche di notte risparmiando così sulla bolletta (vedi pentole per cottura lenta sous vide con sonda, termocircolatori a immersione per cottura sottovuoto o i forni ad acqua, per cottura a bassa

temperatura). Si può prestare attenzione anche con la frittura, utilizzando per friggere un olio di qualità che può essere riutilizzabile, se si ha la cura di filtrarlo per usarlo nuovamente”. Sono i piccoli gesti quotidiani in cucina che riescono a fare poi la differenza in termini di impatto ambientale e conseguente risparmio energetico e di costi relativi. Anche il tipo di cottura è in continua evoluzione: “Prima si parlava di “cucinare la carne in pentola per tre ore” senza specificare la modalità; oggi invece si arriva al punto di poter dire a quanti gradi e per quanti minuti/ ore si cucina un determinato prodotto. Probabilmente tra qualche anno si riuscirà anche a determinare con parametri più specifici quanto è sostenibile quel prodotto con quella determinata lavorazione/cottura. I tempi non

sono ancora perfettamente ‘maturi’ per poter essere così dettagliati, ma la cosa a parer mio è sicuramente perseguibile e credo che riusciremo a raggiungerla”.

In tutto ciò, chiediamo, pensa che gli studenti di oggi sentano l’importanza di fare gastronomia sostenibile?

Gli studenti, risponde, sono molto attenti a questi aspetti e molto rispettosi dell’ambiente in cui operano: “Si cerca sempre di accompagnare gli studenti nel farsi delle domande mentre lavorano in laboratorio, capire se quella tecnica, quella lavorazione o quel modo di trattare un alimento possano essere sostenibili (i ragazzi sono molto bravi ad utilizzare il 100% del prodotto, da cima a fondo). A inizio maggio i ragazzi del primo anno di Alta Formazione hanno fatto una “gita in esterna” accompagnati dallo chef per raccogliere piante ed erbe spontanee; tecnicamente prende il nome di fitoalimurgia o foraging. Lo chef, grande esperto di piante, ha insegnato loro quali raccogliere e come rispettare il territorio affinché si possa ritrovarle in seguito, senza danneggiarle. Il tema della sostenibilità è così sentito che loro stessi l’hanno messo al centro degli elaborati finali presentati al termine del proprio percorso di formazione lo scorso maggio”.

Sostenibilità significa battersi perché il mondo duri più a lungo”

ll presidente della Condotta Slow Food Giudicarie Flavio Franceschetti e ha accettato di rispondere a qualche domanda.

una vera gastronomia sostenibile?

Trasformando il “chilometro zero” da slogan a pratica quotidiana. Difficile? Vero. Ma quante cose difficili si devono rendere facili!

A volte, anche se non sempre, i prezzi dei prodotti locali e sostenibili sembrano maggiori; Come ovviare?

Produrre in maniera non industriale è certamente più costoso nel sistema attuale. La politica dovrebbe intervenire per incentivare (non necessaria-

mente con contributi, ma con agevolazioni nell’acquisto di materie prime ad esempio) chi ha il coraggio di valorizzare la propria terra ed il proprio lavoro.

Come operate voi come Condotta Slow Food rispetto a tutto ciò?

Condotta lavora per promuovere la cultura del cibo, che fa rima

con cultura del territorio e dell’ambiente; si potrebbe dire cultura della propria identità. Dietro ad un cibo buono, pulito e giusto ci deve essere un ambiente buono, pulito e giusto. Nel programma

della Condotta c’è il lavoro con la scuola, perché i futuri cuochi, camerieri e professionisti della ristorazione devono conoscere il proprio territorio, ma c’è anche la formazione per far conoscere i prodotti della terra. Senza dimenticare la convivialità, perché è bello condividere le riflessioni, ma anche lo “stare insieme” nella società dell’individualismo imperante.

Un vostro augurio in merito alla questione della gastronomia sostenibile.

Credere nel proprio territorio; vincere la tendenza a farsi influenzare dai messaggi pubblicitari dei mass media che ci omologano agli abitanti di tutto il mondo. Viviamo qui e dobbiamo apprezzare ciò che questa terra ci offre.

PAG. 20 GIUGNO 2023 Territorio

Comunità di Valle: un fondo di 11 milioni per il territorio

L’ente finanzierà numerosi interventi di rilevanza strategica

Il Comitato esecutivo della Comunità di Valle, presieduta da Giorgio Butterini, ha recentemente riunito il Consiglio dei Sindaci per condividere l’idea di destinare un significativo budget in dote all’ente sovracomunale e ricavato dalle risorse allocate in parte straordinaria, verso interventi di rilevanza strategica, distribuiti sull’intero ambito giudicariese. Complessivamente, è stata prospettata l’opportunità di investire 11 milioni di euro, derivanti dai canoni idroelettrici, incassati annualmente (8 milioni) e dall’avanzo di amministrazione (2 milioni), cui si aggiunge un ulteriore milione, proveniente dal “fondo unico territoriale”.

L’impianto replica parzialmente un modello già spe-

rimentato nel 2017 su iniziativa del medesimo Ente, che promosse un piano di investimenti strategici di rilevanza sovracomunale e finanziato sinergicamente dalla Comunità, dalla Provincia e dai due Consorzi BIM.

Recepito l‘immediato benestare dei Sindaci, a cui la recente riforma ha attribuito anche il ruolo di amministratori dell’istituzione, il Presidente ha proposto la nomina di una commissione, preposta alla definizione dei criteri. Di essa fanno parte i quattro componenti del Comitato esecutivo (Butterini, Parolari, Mosca e Riccadonna) e altrettanti primi cittadini, in rappresentanza dei rispettivi ambiti: Rigotti (San Lorenzo Dorsino), Chiodega (Pelugo), Leonardi (Tre Ville) e

Bazzoli (Sella Giudicarie). L’impulso recepito è quello di determinare dei principi che salvaguardino la rilevanza sovracomunale delle opere finanziabili, in un’ottica di servizio alla cittadinanza e di sviluppo socio economico; il medesimo Consiglio ha pure condiviso preliminarmente la prerogativa di istruire percorsi di istruttoria auspicabilmente rapidi, affinché le risorse possano concretamente essere messe in circolo in tempi

Prendersi cura di chi cura

La Comunità delle Giudicarie sta promuovendo in queste settimane un’analisi di ricerca attraverso la somministrazione di un questionario online, volta a raccogliere informazioni relative ai caregiver ed ai loro assistiti presenti sul nostro territorio, entrambi con età inferiore ai 65 anni .

I caregiver sono coloro che assistono, seguono e affiancano persone che per vari motivi si trovano in difficoltà personali tali da non riuscire a condurre in modo autonomo alcune funzioni di base della vita quotidiana.

L’assessore alla politiche sociali della Comunità delle Giudicarie, Romina Parolari, afferma che la Comunità delle Giudicarie intende conoscere e comprendere meglio questa realtà, dando voce a chi quotidianamente assiste un familiare o una persona, al fine di indirizzare scelte ed azioni a partire dai bisogni e dalle necessità specifiche. I caregiver svolgono un ruolo fondamentale e rappresentano una risorsa importante per il nostro territorio, da valorizzare e coinvolgere.

La necessità di conoscere meglio questa specifica realtà è scaturita dal percorso di Pianificazione sociale di cui fanno parte, oltre al Servizio sociale, l’Unità Operativa Cure Primarie, il Centro di Alcologia, Antifumo e altre fragilità, il Centro di Salute Mentale di Tione di Trento della APSS, la Cooperativa Sociale Incontra, l’Associazione Comuni-

tà Handicap, la Cooperativa Assistenza e un assessore alle politiche sociali referente per i Comuni delle Giudicarie. L’indagine ha l’obiettivo di approfondire i bisogni raccolti e valutare con i servizi presenti possibili azioni di supporto e sostegno da realizzare, L’adesione alla ricerca sarà possibile fino al 30 giugno 2023. Viene garantito l’anonimato in quanto l’identità del compilatore non è visibile e individuabile da parte della Comunità, che attraverso il proprio personale rielaborerà i dati raccolti.. A conclusione del lavoro di analisi verrà realizzato un report della ricerca. Per accedere alla compilazione del questionario è necessario cliccare sul seguente link: https://forms.gle/ 1amQUvhdva7m5R8UA

gli enti locali, costituiscono risorse stanziate dalle società di produzione dell’energia elettrica, nell’ottica di risarcire i territori interessati dalla realizzazione degli impianti.

relativamente contenuti ovvero entro il 2025. La commissione dovrà, infine, recepire e valutare le proposte in funzione anche dei vincoli normativi che gravano su parte dei fondi stanziati: una significativa quota deve essere necessariamente destinata esclusivamente a interventi coerenti con i principi di “valorizzazione e tutela dell’ambiente”. Va infatti tenuto presente che i canoni e i sovraccanoni, di cui beneficiano i comuni e

Il presidente della Comunità, Giorgio Butterini evidenzia con orgoglio la chiara volontà di rendere l’ente che rappresenta sempre più aderente alle esigenze dei Comuni, andando incontro a reali bisogni del territorio e dei cittadini. “Il crono programma - afferma - prevede di condividere immediatamente i criteri; nelle prossime settimane accoglieremo e valuteremo le istanze pervenute dalle municipalità, per giungere alla definizione del piano di investimenti entro la fine di giugno. Il “nuovo fondo strategico” realizza un’opportunità che, in continuità con quanto sperimentato nel 2017, si integra con altri interventi di straordinaria importanza, sostenuti dalla Provincia: il riferimento è ai fondi SNAI per le aree interne,

che porteranno 20 milioni negli ambiti di Rendena, Busa di Tione ed Esteriori e agli investimenti viabilistici, relativi alle varianti di Pinzolo, Comano e Storo. Nei prossimi anni la qualità di strutture e servizi, grazie a questa molteplicità di azioni complementari, migliorerà ulteriormente, nell’auspicio che la nostra comunità possa implementare la propria competitività e diventare anche più attrattiva verso l’imprenditoria, le famiglie, i giovani e su specifiche professionalità. Non possiamo, poi, dimenticare le potenziali ricadute di tali azioni sul settore edilizio nel breve periodo e sullo sviluppo economico nel medio e lungo termine. Infine, una considerazione di carattere politico: attraverso simili iniziative, la Comunità mira a consolidare l’integrità e l’unità di un ambito, sempre più proteso a perseguire una crescita integrata delle vallate che lo compongono”.

PAG . 21 GIUGNO 2023 Comunità
PAG. 22 GIUGNO 2023

i maschi single e le madri sole con un figlio sotto i vent’anni.

IstatData (esploradati.istat. it) è la nuova banca dati dell’Istituto Nazionale di Statistica all’interno della quale saranno migrati tutti i attualmente presenti su I.Stat che avevamo spesso utilizzato per ottenere indicatori demografici e dati relativi ai censimenti della popolazione. Il nuovo sistema permette di navigare gli stessi contenuti arricchiti da grafici, mappe e sintesi dei risultati a livello tematico.

In questo numero esploriamo le previsioni demografiche sull’andamento delle famiglie della regione Trentino Alto Adige nel periodo 2021 – 2041 ponendo l’attenzione sulla posizione familiare delle persone nella fascia di età tra i 35 e i 44 anni che, secondo la letteratura statistica, si colloca subito a

Le famiglie del 2041

Persona

sola

in coppia con almeno un figlio con meno di 20 anni

ridosso dell’uscita dalla fascia dei giovani adulti (25-34 anni) e dovrebbe rappresentare l’entrata definitiva nella vita adulta.

Al di là dei dati assoluti, che riportiamo per completezza in Tabella A, gli elementi più interessanti emergono dalla lettura delle tabelle B e C che riportano rispettivamente l’incidenza percentuale di ogni categoria sulla popolazione totale e l’incremento percentuale della numerosità di ogni categoria riferito all’anno 2021.

In Tabella B si può notare come nei prossimi 20 anni l’incidenza sulla popolazione totale dei maschi soli (Persona sola maschio) passerà da 8,5% a 10,9% mentre l’incremento delle madri sole (Madre sola con almeno un figlio con meno di 20 anni) che passerà da

Anno Persona sola maschio Persona sola femmina Persona

in coppia senza

con almeno un figlio con meno di

20

Pronti per riaprire nella nostra 37 stagione estiva, dal 17 giugno al 8 ottobre con novità.

Ora è ufficiale, Gabriele, quasi ventunenne, nipote di Dario, cresciuto con gli insegnamenti e l’esperienza del nonno ha coltivato questo sogno fin da piccolo divenuto oggi realtà, proseguire con l’eredità della famiglia Antolini. Noi tutti siamo orgogliosi e fieri del suo grande passo verso questa splendida e faticosa avventura. Continueremo ad aiutarlo e supportarlo in ogni ostacolo e gioia.

Buon lavoro Gabriele da tutta la tua famiglia.

Vi aspettiamo numerosi anche quest’anno #rifugiotrivena2023.

4,2% a 5,7%.

Tenendo a riferimento l’anno 2021 (Tabella C) oltre alla conferma di quanto

detto sopra, con un incremento del 35% dei maschi soli e del 42% delle madri sole, emerge la figura del

Padre solo con almeno un figlio con meno di 20 anni che nel 2041 sarà aumentata del 72%. Tutto questo

sola con almeno un figlio con meno di 20 anni

Madre

a fronte di una popolazione totale che crescerà solo del 5%.

PAG . 23 GIUGNO 2023
Nei prossimi vent’anni aumentano Rubrica numeri
di
Virginio Amistadi
maschio Persona sola femmina Persona
Persona
Tabella A - Popolazione tra 35 e 44 anni residente in Trentino Alto Adige / Südtirol per posizione familiare Anno
in coppia senza figli
Popolazione Totale 2021 11.171 5.766 13.837 75.666 735 5.559 132.050 2031 12.406 5.673 13.609 70.529 936 6.390 128.220 2041 15.065 6.271 14.608 72.888 1.262 7.918 138.042 Fonte: esploradati.istat.it. Dati elaborati
Padre solo con almeno un figlio con meno di 20 anni
figli Persona
anni Padre solo
anni Madre sola con
20 anni Totale 2021 8,5% 4,4% 10,5% 57,3% 0,6% 4,2% 100,0% 2031 9,7% 4,4% 10,6% 55,0% 0,7% 5,0% 100,0% 2041 10,9% 4,5% 10,6% 52,8% 0,9% 5,7% 100,0% Fonte: esploradati.istat.it. Dati elaborati Tabella C – Incremento della numerosità di ogni categoria riferito all’anno 2021 (Base =100) Anno Persona sola maschio Persona sola femmina Persona in coppia senza figli Persona in coppia con almeno un figlio con meno di 20 anni Padre solo con almeno un figlio con meno di 20 anni Madre sola con almeno un figlio con meno di 20 anni Totale 2021 100 100 100 100 100 100 100 2031 111 98 98 93 127 115 97 2041 135 109 106 96 172 142 105 Fonte: esploradati.istat.it. Dati elaborati
Tabella B – Incidenza percentuale di ogni categoria sulla popolazione totale
in coppia con almeno un figlio con meno di 20
almeno un figlio con meno di
Buone notizie dal Rifugio Trivena

Centodieci anni di servizio

Il Corpo dei Vigili del fuoco volontari di Caderzone Terme festeggia i 110 anni di attività. Con loro tutta la popolazione ha celebrato il traguardo: la banda, la sfilata, e autorità. Ma soprattutto una grande manovra di simulazione a mostrare le abilità coltivate dai volontari.

Il 6 e il 7 maggio 2023 sono state due giornate di grande festa per il Corpo dei Vigili del Fuoco e per tutta la comunità di Caderzone Terme. Per i 110 anni di fondazione del Corpo abbiamo voluto fortemente organizzare uno splendido e indimenticabile evento, che coinvolgesse tutta la popolazione, le associazioni del Paese, i corpi dei Vigili del Fuoco e i principali Enti di Soccorso di tutta la Val Rendena, per festeggiare insieme questo importante traguardo.

Per l’occasione sono stati invitati e hanno accolto con piacere il nostro invito, anche gli amici di Weissbach bei Lofer, piccolo paesino austriaco gemellato ormai da anni con Caderzone Terme.

Ad aprire la manifestazione, nel pomeriggio di sabato è stata la manovra d’emergenza che aveva lo scopo di simulare un’improvvisa colata detritica sul Rio Val di Casa. Studiata per mesi nei minimi dettagli con ben 12 scenari operativi diversi e oltre 30 simulanti.

La stessa ha voluto mettere alla prova ben 140 soccorritori circa, tra cui noi Vigili del fuoco con il supporto di tutti i Corpi dell’alta Val Rendena, l’Associazione Soccorso e Trasporto Infermi di Pinzolo, il Soccorso Alpino Speleologico di Spiazzo e Pinzolo, il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, la Polizia Locale delle Giudicarie, i Carabinieri della Stazione di Spiazzo e in Congedo della Val Rendena, di fronte ad un evento calamitoso che già aveva interessato il nostro paese nel 1987.

I soccorritori si sono suddivisi fra le varie chiamate d’emergenza in corso.

Abbiamo quindi assistito all’evacuazione dell’Hotel Rio e delle abitazioni adiacenti la zona interessata, a squadre che mettevano in salvo persone rimaste intrappolate in macchina sotto alcuni alberi caduti, altri che correvano in soccorso a persone in montagna che si trovavano in difficoltà per incidenti causati dalla ca-

duta di tronchi, chi con situazione fisiche gravi e altri meno gravi.

E’ stata anche allertata una squadra di ricerca fluviale per trarre in salvo un passante trascinato nel fiume Sarca. Altri scenari avevano come protagonisti operai da recuperare in un pozzetto svenuti, altri in una bocca di lupo caduti in seguito al cedimento di un grigliato e scalatori in parete rimasti bloccati. Alquanto toccante la scena di un’autovettura, con all’interno due persone ferite, rimasta incastrata in una briglia filtrante proprio

sopra l’abitato di Caderzone Terme.

Durante i vari interventi è stato richiesto il supporto dell’elicottero dei Vigili del Fuoco di Trento, dei cani da ricerca e del drone del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, dell’autoscala e del braccio meccanico distrettuali. Tutte le squadre in campo erano coordinate da una centrale operativa interforze situata all’interno della nostra caserma, mentre le squadre di ricerca ed evacuazione erano coordinate dal personale dal Carro Comando distrettuale posto all’esterno della caserma. Nella palestra dell’oratorio è stato inoltre allestito un punto medico avanzato per la gestione dei feriti.

La manovra ha riscontrato molto successo sia dal punto di vista della grande

collaborazione dei vari enti operativi, elemento fondamentale per la riuscita e la gestione di una maxiemergenza, sia per il pubblico che ha potuto assistere da vicino, conoscere e comprendere le varie attività di soccorso di fronte alle diverse scene di pericolo e difficoltà rappresentate. Qualcuno si sarà chiesto “E se effettivamente durante la manovra fosse successa una vera emergenza?” tranquilli, avevamo tutto sotto controllo. Era prevista infatti una parola “segreta” a conoscenza di tutti i partecipanti, enti e simulatori, attraverso la quale, di fronte ad una vera emergenza sia personale che generale, una volta pronunciata la stessa, tutto si sarebbe fermato e sospeso per far fronte all’emergenza vera e propria. La giornata di saba-

to si è quindi conclusa con la cena tipica presso il tendone allestito in località Li Cani accompagnata dalla musica di Alex DJ.

Giornata più solenne invece quella di domenica 7 maggio. Ad aprire la cerimonia ufficiale è stata la sfilata dei corpi dei Vigili del Fuoco e delle Associazioni, accompagnate dalle Bande di Caderzone Terme e Pinzolo, lungo la retta del paese per giungere di fronte alla caserma.

Emozionante è stato vede-

re tutti i Corpi e i Gruppi schierati e in perfetto ordine di fronte e le tante persone presenti. L’alzabandiera è stato accompagnato dalle note dell’Inno d’Italia suonato dalle Bande di Caderzone Terme e Pinzolo. La cerimonia è stata un’occasione per ringraziare e premiare, con un segno di riconoscenza, in primis tutti i nostri ex Comandanti e Vigili del Fuoco che hanno contribuito alla crescita negli anni del Corpo e poi tutti quanti ci hanno aiutato a raggiungere questo traguardo, dalle Associazioni, gli altri Corpi, gli Enti del Soccorso e fino a molte delle persone presenti. Non sono mancate poi le parole delle principali cariche istituzionali fra cui il nostro Sindaco Marcello Mosca, l’assessore provinciale Roberto Failoni, la consigliere provinciale Vanessa Masè, il Vicepresidente della Federazione dei Corpi Luigi Maturi e dell’Ispettore distrettuale Andrea Bagattini. Inoltre è stata colta l’occasione per inaugurare i due nuovi mezzi in dotazione al corpo. A seguire, verso le 17.00, con il coinvolgimento dei Corpi dei Vigili del Fuoco della bassa Valle e

dell’Associazione Volontari Soccorso Trasporto Infermi Pinzolo Alta Rendena, la simulazione che ha visto come protagonista Maso Curio, dove andava domato un principio d’incendio, salvato il bestiame e il contadino rimasto bloccato nell’edificio. Grande successo e tanto pubblico anche per questo intervento che, grazie anche al tempo clemente, siamo riusciti a portare a termine con sinergia e molta soddisfazione. Non poteva mancare, in conclusione di queste due intense ma significative giornate, un’ottima Polenta Carbonera accompagnata dalla musica delle Bande e dal gruppo Marimbarza e dalla gradita visita del Presidente Maurizio Fugatti. Siamo soddisfatti dell’ottima riuscita della manifestazione e della grande collaborazione fra tutte le Associazioni, l’Amministrazione Comunale e tutte le persone che gentilmente e con passione ci hanno dato una mano, grazie alle quali una festa e un evento così sarebbe stato impossibile da organizzare. Quindi ancora grazie a tutti.

* comandante del Corpo dei Vigili del fuoco volontari di Caderzone Terme

PAG. 24 GIUGNO 2023 Attualità

Eusalp, a metà giugno la quinta edizione

I SOGGETTI COINVOLTI

“Una delle principali accuse che i giovani fanno ai responsabili dei territori di periferia è di non promuovere mai eventi di una certa portata, come quelli che si vedono nelle città. Questa distanza fra centro e periferia, in parte vera ed in parte vissuta dal giovane come un minus spinge le nuove generazioni ad uscire dal territorio di origine per stabilirsi in altre realtà urbane o metropolitane che sembrano avere maggiori opportunità per una vita futura vissuta da protagonisti”. Da questi presupposti teorici parte Piazza Viva (associazione di promoziono sociale con sede a Tione) per organizzare, fra il 14 ed il 18 giugno prossimi, la quinta edizione del torneo internazionale di calcio per rappresentative regionali giovanili maschili under sedici dedicato alle squadre dell’Eusalp. E pensare, come scrivono i responsabili dell’Associazione, “che le periferie, specie quelle di montagna, vengono viste da coloro che vivono in città come delle grandi opportunità per vivere una vita all’aria aperta, in un ambiente salubre lontano dagli inquinamenti e dai rumori delle città”.

Secondo questa logica, Piazza Viva organizza il torneo “mostrando al territorio come sia possibile promuovere iniziative nazionali ed internazionali. Bastano buona volontà e sinergie sul territorio. Così una iniziativa partita in sordina quattro anni or sono, oggi rappresenta un evento fatto proprio dalla Figc (Federazione gioco calcio) provinciale e nazionale, che trova il patrocinio e la garanzia di essere inserito nei programmi di Eusalp, una macroregione alpina che l’Unione europea ha attivato per favorire il confronto fra regioni di Stati diversi che fanno parte delle Alpi sul proprio territorio”.

Generare sinergie interne alle Valli Giudicarie fra Amministrazioni comunali, istituzioni sovracomunali, società sportive e associazioni di promozione sociale, con la partecipazione della Cassa Rurale, delle strutture ricettive, dell’Istituto superiore Guetti, dell’assessorato provinciale, del Coni e della Figc-Lnd (Lega nazionale dilettanti). Questo uno degli obiettivi della manifestazione.

“L’Eusalp, attraverso l’ufficio referente presso la Provincia Autonoma di Trento, è stato coinvolto – osservano a Piazza Viva - in un approccio basato sulla sinergia, la collaborazione, la valorizzazione delle risorse sportive pubbliche e private, i mondi vitali presenti sul territorio, la struttura alberghiera, il mondo scolastico superiore. Dalla collaborazione possono nascere proposte poi attuate che nulla hanno da invidiare a quanto proposto in ambienti più ampi”.

Fra gli obiettivi, apertura e confronto con altre realtà nazionali ed europee; dialogo interno al territorio fra istituzioni, privato sociale e mondo produttivo; sperimentazioni turistiche ed in particolare turismo sportivo in zone a vocazione turistica inespressa; valorizzazione delle strutture sportive e ricettive del territorio. Ce n’è abbastanza per arrischiarsi a mettere i piedi su un terreno non proprio privo di ostacoli.

NON SOLO SPORT

“No, non solo sport”, garantiscono gli organizzatori, che parlano dell’ampiezza della sfera economica, “con la presenza di centinaia di atleti e di molte loro famiglie che passano il soggiorno nelle strutture ricettive della zona”. Gli alberghi coinvolti sono nove, distribuiti su tutto il territorio giudicariese: quattro nel Chiese, uno nella Busa di Tione, due nella Rendena e due nelle Giudicarie Esteriori. “A ciò si aggiunge l’indotto con la presenza delle famiglie degli atleti, dei dirigenti di società sportive nazionali... Alla finale dello scorso anno hanno partecipato oltre 700 persone. Si ritiene che il torneo coinvolgerà complessivamente più di mille ospiti provenienti dall’esterno delle Giudicarie”.

Il conto economico valutato è lusinghiero. “La spesa prodotta dal torneo, generata dall’ospitalità degli atleti e anche dalla presenza di altre persone per lo più legate agli atleti, si può stimare superiore ai 200.000 euro, che vengono suddivisi in più parti: organizzazione, alberghi, ristoranti e bar ma anche negozi di alimentari e non solo”.

Alla fine dell’edizione 2021 è nato un comitato del torneo di cui fanno parte tutti i soggetti che partecipano all’organizzazione dell’evento, ed in particolare: l’Associazione di Promozione Sociale Piazza Viva, che funge da capofila; il Comitato provinciale autonomo di Trento della Figc-Lnd; la Comunità delle Giudicarie; il Bim del Sarca; il Bim del Chiese; i Comuni di Tione di Trento, Comano Terme, Pieve di Bono-Prezzo, Caderzone Terme;, le società sportive U.S. Tione, A.S.D. 3P Val Rendena, A.S.D.

Comano Terme Fiavè, U.S. Pieve di Bono, A.C.D. Pinzolo Valrendena. Un segnale importante, a detta degli organizzatori, secondo cui “questa esperienza ha raggiunto un consolidamento locale ed un impegno alla partecipazione di tutti i soggetti istituzionali locali e delle società sportive, interessate ad ospitare le partite”. Per l’edizione 2023 saranno presenti delegazioni estere che garantiscono così l’apertura europea, che sta alla base dell’esperienza. (G.B.)

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Il torneo internazionale di calcio per rappresentative regionali giovanili maschili under sedici dedicato alle squadre dell’Eusalp è organizzato dall’associazione Piazza Viva.

Le “Montagne” di Paolo Dalponte in mostra al Centro Studi Judicaria

P erché le montagne affascinano?

Interrogarsi in tal senso in Trentino, non è banale, anche se la gente vive e vi lavora, nasce e talvolta muore per non averle valutate appieno. Sono, infatti, sempre state luogo di sfida e di mitologia. Per le caratteristiche morfologiche, per la difficoltà della salita, per il clima, per i colori, hanno ispirato all’umanità una grande varietà di sentimenti e di occasioni di “utilizzo”. Le creature mitologiche dell’antichità ne hanno colorato la storia e la scoperta, così come la natura nell’evolversi millenario le ha rese culla di biodiversità e bellezza, trasformata in miti di conquista dalle imprese alpinistiche, ed anche luoghi di impegnative sfide sportive. E l’uomo ne ha fatto teatro di infinite ed inutili battaglie.

Ammirate quali gigantesche increspature di pietra, spesso sfondo di paesaggi dipinti, le montagne fino al XVI secolo erano

soprattutto temute. Riscoperte in seguito da pensatori e intellettuali, adesso sono identificate come il luogo del sublime, del sollievo, spesso in opposizione alla frenesia delle metropoli. Per Dalponte tale laboratorio della natura è un magnifico spunto per i suoi disegni: solo per i disegni però, in quanto, onestamente, non si può certo spacciare per appassionato dell’escursionismo o della scalata, vista la sua pervicace staticità, il suo stare fermo con i piedi ed, al contrario, i lunghi viaggi della

fantasia. La vitalità della sua fantasia l’ha condotto - e lo conduce tuttora - a lasciarsi prendere da temi apparentemente comuni, come dimostrano le ben cinque personali programmate nel corso del 2023, in occasione dei suoi “primi 50 anni” nell’arte. La mostra al Centro Studi Judicaria è stata la seconda, terminata quasi insieme alla prima, tenutasi al Grand Hotel Trento. Da segnalare la collaborazione domenicale con il quotidiano “il T”.

Le montagne qui disegnate non sono sicuramente

di interesse paesaggistico ma vogliono essere contenitori di metafore e storie - come sempre nei lavori di Dalponte - certo non oggettive, e nemmeno prodotti riconducili alla razionalità. Infinite sono le combinazioni di ambiti diversi, tese a scardinare luoghi comuni, aprendo panorami inattesi, non certo tramonti tra cime innevate o laghetti alpini. Dalponte percorre i sentieri del surrealismo, quelli che non contemplano bussole o coordinate spaziali; va coltivando altri obiettivi che parlano di libertà. Ogni visitatore davanti alla qualità grafica di un suo disegno, riceve messaggi insoliti, che vanno a calibrarsi sull’immaginario di ognuno. Montagne, quindi, che non sono quelle che ci si potrebbe aspettare.

Una nuova statua di San Vigilio nella chiesa al Vat

L’antica chiesetta di San Vigilio al Vat sulla riva della Sarca è uno dei simboli che caratterizzano tutta la Busa di Tione, con la sua posizione romantica sovrastante la Sarca e il fascino della sua lunga storia carica di leggenda. La prima chiesetta viene costruita nel ‘500 quando nel luogo dove era stato trovato il corpo di S. Vigilio gettato nella Sarca dai rendeneri che lo avevano ammazzato. Da allora la chiesa è diventata luogo di culto con la costruzione nel 1500 di una chiesa più grande accanto a quella originale. Nei secoli diventa un luogo di culto simbolo per Tione e punto di riferimento in periodi tristi come la pestilenza del colera del 1836 quando fu utilizzata come camera mortuaria e la zona antistante cimitero per i morti di colera. Nel corso dei secoli la devozione alla chiesetta è testimoniata dai numerosi interventi effettuati sia sul piano dell’abbellimento interno con affreschi che a livello di struttura con la costruzione fra l’altro del campanile con una campana. L’ultimo intervento è stato fatto negli anni ’70 recuperando la chiesetta iniziale fino ad allora adibita a sacrestia e restaurando gli affreschi. Purtroppo la chiesa fu più volte visitata dai ladri che portarono via statue, quadri ed oggetti sacri. La notte fra il 4 ed il 5 agosto 1980 venne rubata la statua di S: Vigilio

che era posta su una nicchia sopra l’altare. Un’opera di grande valore artistico e simbolico della quale è rimasta solo una stampa. Nella S. Messa del 26 giugno 2022 giorno di ricorrenza di S. Vigilio il parroco di Tione don Celestino Riz lancia l’idea di rimettere al suo posto la statua che per secoli aveva caratterizzato questo luogo sacro. Nelle settimane successive viene convocato un incontro pubblico per verificare la possibilità di dare corso alla proposta. Nasce così un piccolo comitato che si propone di porre una nuova statua

nella nicchia dove era collocata la statua rubata. Viene così fatta richiesta ad alcuni professionisti di un’idea progettuale e dei relativi costi. Fra le proposte giunte alla commissione quella più convincente per rapporto qualità prezzo ma anche per il contesto in cui viene prodotta è di Matteo Prinoth originario di Ortisei che ha fondato a Chacas in Perù un laboratorio artistico Artesanos don Bosco nell’ambito dei progetti proposti in Sud America da parte dell’Operazione Mato Grosso. L’atelier si occupa quasi esclusivamente di sculture e pitture sacre in particolare nel restauro e ricostruzione di statue e quadri.

La statua riproduce in maniera fedele quella rubata, con l’aggiunta ai piedi del Santo dello zoccolo e del Vangelo, segni distintivi di San Vigilio martire ed evangelizzatore. La statua ha un’altezza di 129 centimetri dalla base alla punta del mitra con il pastorale che rimane più alto proporzionato all’immagine. La copertura è in foglia d’oro in quanto il colore e la lucidità rimangono invariate nel tempo. Inoltre, riprende l’ori-

ginale che non era dipinto ma, appunto, in foglia d’oro. Il prezzo dell’opera è di 8.100 euro.

Lunedi 26 giugno 2023 ci sarà la consegna della statua in una celebrazione che si articolerà in tre momenti e vedrà la presenza dell’Arcivescovo della Diocesi di Trento Mons. Lauro Tisi. Alle 20 ci sarà la S. Messa nella chiesa arcipretale di Tione cui seguirà la processione verso la Chiesa a Vat dove la statua sarà colloca-

ta nella sua posizione originale. In quell’occasione ci sarà anche una rievocazione storica della vita della Chiesa dalla sua costruzione fino ai nostri giorni. Il comitato ha aperto una sottoscrizione presso la Comunità Locale per il finanziamento dell’opera. Hanno garantito il loro appoggio economico all’iniziativa il Comune di Tione, la Cassa Rurale, il Comitato Speranza di Vita.

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Cultura
Le montagne dell’artista trentino sono contenitori di metafore e storie, certo non oggettive, e nemmeno prodotti riconducibili alla razionalità.
L’iniziativa di un comitato nato appositamente dopo la sollecitazione di don Celestino Riz.

Tempo fa durante la maratona di San Francisco al passaggio sul Golden Gate la struttura del ponte, per il peso dei maratoneti, si abbassò di qualche centimetro, ma in modo elastico ritornò tutto alla situazione di partenza perché le tensostrutture di acciaio erano tarate per reagire al peso eccessivo. Lo stesso succede alla nostra colonna vertebrale che se sollecitata in modo razionale reagisce gestita dai nostri muscoli e svolge le sue funzioni di sostegno in modo corretto. Ma se forzata da atteggiamenti viziati e ripetuti porta all’insorgere di patologie che si cronicizzano e qualche volta guariscono perché curate dal chirurgo. Si sente spesso “ … soffro di mal di schiena “. Le vertebre sono collegate alle spalle tramite il muscolo trapezio e il muscolo dorsale. Se alzo le spalle i muscoli inseriti sulle vertebre le sollevano, staccandole una dall’altra. Il bacino con le inserzioni muscolari e il suo peso tira verso il basso. Se ci appendiamo il peso delle gambe trascina il bacino verso il basso mentre le braccia ancorate alle spalle facendo leva sui muscoli dorsali fanno staccare le vertebre fra loro. Non dimentichiamo inoltre l’esistenza della forza di gravità. Cinquanta milioni di anni fa ci appendevamo come le scimmie poi abbiamo conquistato la stazione eretta perché era più conveniente; in piedi potevamo controllare meglio tutto quello che succedeva intorno a noi. Ma siamo cambiati nel corso del tempo da cacciatori-raccoglitori poi agricoltori, abbiamo lasciato le foreste e oggi siamo quasi tutti “impiegati”. Ci siamo alzati in piedi e ci siamo incamminati e il cervello ha fatto il resto. Ma un nato da un cavallo o da qualsiasi altro animale dopo poche ore è in grado di camminare, noi no! Ci vogliono dieci, dodici mesi per imparare a

Come (non) mal trattare la colonna vertebrale

Attivare ogni giorno i muscoli dorsali impedisce le modifiche e le torsioni della colonna. Lasciamo che i bambini si arrampichino. Non è consigliabile usare pesi e bilancieri in giovane età. Solo camminare, correre e arrampicare.

farlo. Per addestrare tutti i muscoli necessari per rimanere in piedi dobbiamo imparare un continuo gioco di contrazioni e rilassamenti incominciando dai muscoli del collo. Ma gattoniamo benissimo, siamo armonici perché usiamo tutta la muscolatura del corpo. Poi scopriamo che l’articolazione dell’anca può ruotare e allora ci mettiamo in piedi. Ma il bacino è fermo mentre la colonna vertebrale è molto mobile, troppo, per cui quando ci muoviamo graviamo sul bacino e sugli arti inferiori le ginocchia e le caviglie, ma la parte superiore del corpo non essendo più allenata non sopporta più carichi improvvisi. Ogni peso, ogni movimento inusuale può essere causa di trauma che con dolori e limitazioni funzionali richiede cure non sempre risolutive. Siamo scesi dagli alberi e non abbiamo più attiva la catena muscolare che partendo dal bacino attraverso le spalle arriva alla mano e al pollice opponibile. Per potenziare la parte superiore del corpo dobbiamo andare in palestra. Portiamo in

giro i nostri chilogrammi gravando sugli arti inferiori ma la parte superiore del corpo la usiamo solo per movimenti fini. Quando si va in palestra per pompare i muscoli si usano pesi che trascinano in basso le spalle, si contraggono i muscoli del collo e la forza si scarica lungo la colonna fino al bacino. Tutto si aggrava se flettiamo o ruotiamo la colonna. Bisognerebbe “appendersi” per far lavorare i muscoli in modo simmetrico senza stressare le articolazioni, le vertebre si distanziano e i dischi intervertebrali non vengono traumatizzati. I dischi fra una vertebra e l’altra sono degli ammortizzatori naturali che hanno la funzione di favorire l’elasticità e la mobilità della colonna. Con l’età questi ammortizzatori perdono spessore. Saltare, correre, portare pesi non è il caso. Lo spazio fra le vertebre si riduce perché i dischi possono spostarsi o scivolare, si creano le ernie che vanno a comprimere le radici nervose che fuoriescono fra le vertebre. La soluzione è solo chirurgica. La

colonna vertebrale è una struttura troppo delicata perché sia maltrattata. La maggior parte di noi non sono fuori-serie ma solo delle utilitarie. Avere dei comportamenti non corretti, praticare sport faticosi ad una certa età non è consigliabile. Bisognerebbe conoscere i propri limiti e comportarsi di conseguenza. Osservo spesso il mio gatto: quando era piccolo era sempre in movimento, crescendo si è calmato ma fa ginnastica ogni volta che si sveglia o cambia posizione, sempre esercizi di allungamento, ma il più delle volte dorme. Avete notato che gli animali in genere se hanno la possibilità di “nutrirsi in proprio”non sono mai obesi. Al contrario di noi che nel corso

degli anni non facciamo molta attenzione al peso ideale. Se perdiamo il tono muscolare dei muscoli addominali (… l’uomo senza panza … etc) si perde una funzione fondamentale di controllo della funzionalità della colonna vertebrale : “l’effetto dentifricio”. Se schiaccio il tubetto del dentifricio in basso il contenuto va in alto. Lo stesso succede quando contraggo la parete addominale facendo perno sui glutei. La spinta verso l’alto del contenuto dell’addome si riflette sulla colonna con distanziamento consensuale delle vertebre. Se sono in sovrappeso la prominenza dell’addome trascina in avanti la colonna con perdita delle curve fisiologiche e impossibilità del distanziamento vertebrale. Un collega molto competente insiste molto sull’uso degli elastici per allenare i muscoli della colonna e prima di ogni esercizio la parola d’ordine è “attivati”, che equivale a : “contrai gli addominali”. L’azione conseguente sulla muscolatura che gestisce la colonna vertebrale si avverte immediata. La psicomotricità dei bambini è il gioco. Ma insegnare ai bambini come mantenere verticale una serie di ossa impilate come la nostra colonna è fondamentale: una volta si insegnava il portamento. Attivare ogni giorno i muscoli dorsali impedisce le modifiche e le torsioni della colonna. Lasciamo che i bambini si arrampichino. Non è consigliabile usare pesi e

bilancieri in giovane età. Solo camminare, correre e arrampicare. Crescendo gli errori sono frequenti. Bisogna piacersi come si è, non cercare di assomigliare a qualcun altro. Il corpo non dimentica e nel tempo ci presenta il conto. Purtroppo certi risultati estetici si possono ottenere solo con l’aiuto di certi farmaci. Crescendo i rischi cambiano e sono più frequenti. La settimana bianca, quando per quasi un anno si è stati fermi in ufficio o la partita scapoli ammogliati per esempio. Meglio il ciclismo, il nuoto, il golf. J.F.Fixx era un patito del jogging : è morto a 52 anni di infarto. Nei paesi ricchi la popolazione degli obesi è la maggioranza, massacrarsi per dimagrire è di moda ma è molto rischioso per le strutture ossee e per il cuore. Correre ad una certa età non fa bene, stressa tutto l’apparato muscolo-tendineo ma soprattutto è pericoloso per il cuore. Camminando invece si evita il traumatismo continuo per la colonna legato al continuo saltare della corsa e si riducono i rischi per il cuore. Va benissimo il walking usando come appoggio due bastoncini da sci. L’uso dei bastoncini porta da allungare il passo, rende la marcia più elastica e soprattutto evita l’incurvamento della colonna perché il sincronismo dei movimenti braccia gambe tiene la testa alta e la schiena dritta. Tutto quello che solleva le spalle fa bene alla colonna .

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Salute
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di Gianni Ambrosini - oncologo

Arrivederci alla redazione del Guetti

Gli anni al Guetti: indimenticabili!

Anche quest’anno scolastico è giunto al termine e con esso, questa volta, è giunto al termine anche il mio percorso al Guetti.

Mi sembra ieri di essere entrata per la prima volta in questa scuola e invece ormai è già tempo di uscire.

Questi cinque anni sono stati molto belli, ma allo stesso tempo anche molto complessi, soprattutto durante il biennio, visto che mi ci è voluto un po’ di tempo per ambientarmi. Poi c’è stato il Covid, il quale ci ha allontanati gli uni dagli altri, rendendo anche lo studio, che si è iniziato a svolgere in Dad, più complicato da seguire.

Nonostante ciò, però, gli anni al Guetti li ricorderò sempre come un qualcosa di indimenticabile, sia per quanto riguarda le persone che mi ha permesso di incontrare sia per quanto riguarda il mio livello di conoscenze che ho potuto approfondire.

Anche scrivere per il Giornale delle

Giudicarie mi ha aiutato molto a sviluppare sempre più una scrittura fluente e chiara, oltre che avermi aiutato a conoscere nuove persone con le quali si è subito venuto a creare un bellissimo rapporto. Sono felice di aver portato a termine questo mio percorso scolastico, che sono sicura porterò sempre con me. Devo però ammettere che mi dispiace che questa sia l’ultima volta che scriverò su questo giornale, ma sono felice di averlo fatto anche se non per tantissimo tempo.

Con questo vi auguro un buon inizio estate e un grazie per aver letto i miei articoli. Sembra una cosa scontata, ma per me è fonte di soddisfazione personale, visto che la scrittura è sempre stato un mio hobby e mi ha sempre aiutata ad esprimere i miei pensieri e le mie idee.

Grazie mille a tutti!

Cinque anni trascorsi in un soffio

Le giornate di per sé potranno anche essermi sembrate eterne, tuttavia dando uno sguardo a questi cinque anni, nell’insieme li sento essere trascorsi in un soffio.

Per quanto si cerchi di vedere il lato positivo di certe situazioni, il fatto di lasciare indietro un qualcosa che è parte di noi rimarrà sempre innegabilmente doloroso, a patto che tale esperienza sia collegata a dei bei ricordi. Io adesso è così che mi sento, perché non considerando l’agitazione generale di questo momento, insieme alla

febbricitante attesa del “nuovo” e di “quello che sarà”, staccarmi da alcune persone a cui in tutto questo tempo ho confidato così tante cose, mi rattrista. Ed è anche certo che l’ultimo giorno di scuola di quest’anno sarà diverso per noi che stiamo per andarcene, e una volta fuori probabilmente non sapremo bene neanche noi cosa provare. L’unica cosa certa è che scrivere per questo giornale è uno dei tanti tasselli di cui sentirò la mancanza e che, allo stesso tempo, rimarrà sempre con me.

È stata la mia certezza per 5 anni sapere di tornare qui tra le mura di questo istituto e pensare che tra poco non lo farò più un po’ fa stringere il cuore. Il tempo passato qui non lo ricorderò per ciò che ho imparato o studiato, ma per quello che mi ha permesso di provare insieme alle fantastiche persone con cui ho avuto un rapporto, tra cui anche le mie compagne che scrivono con me. Mi mancherà prendere la cioccolata tutte noi “piccole giornaliste” alla fine di ogni incontro perché è tradizione. Mi mancherà non poter ridere e lamentarci tutte insieme, perché questa redazione non è solo un progetto, ma

quasi una piccola famiglia. Ringrazio il Guetti per tutto ciò che mi ha permesso di fare e per le persone che mi ha fatto incontrare, ma è arrivato il momento di salutarlo e salutare anche voi, carissimi lettori. È stato un onore per me partecipare a questo progetto e scrivere su questo giornale. È arrivato però il momento di andarsene, uscire dalla comfort zone che in questi cinque anni mi sono creata e andare verso qualcosa che all’inizio può fare paura, ma che poi diventerà ciò che il Guetti adesso è per me. È stato un piacere scrivere per voi cari lettori.

Il Guetti, uno di famiglia

Sto scrivendo seduta nell’atrio di quella che sarà (spero) la mia futura università, aspettando di fare il test d’ingresso e mi viene in mente che tra 5 anni la sentirò come casa mia, anche se ora mi sembra ancora enorme e mi perdo ogni due per tre. So che sarà così perché mi è successa la stessa cosa col Guetti, una scuola che 5 anni fa mi sembrava estranea, rigida e piena di ostacoli, e che ora mi dà una grandissima sensazione di familiarità. Forse questa sensazione è data anche dal mio ruolo di rappresentante d’istituto, che ho avuto la fortuna di poter ricoprire in questi due anni e che

mi ha dato la possibilità di vedere la scuola e tutte le persone che la abitano sotto una luce diversa. Purtroppo il mio percorso è finito: sono sicura che è arrivato il momento di cambiare, di scoprire nuovi orizzonti, di affrontare tutte le sfide che ci riserverà il futuro, ma questa scuola mi mancherà. Mi ha lasciato molto, soprattutto in fatto di relazioni umane, più che di contenuti: penso di essere una persona completamente diversa da quando sono arrivata, spero, una persona migliore. Addio Guetti, chissà, magari un giorno, in forma diversa, ci rivedremo.

Un futuro tutto da disegnare

È passato tutto troppo in fretta.

Mai avrei pensato di vivere così presto l’ultimo anno di superiori, mi sembrava un momento troppo lontano da quando sono entrata per la prima volta in questo edificio.

Mi ricordo come fosse pieno di “bambini” come me, spaesati e con nemmeno un’idea su come sarebbe stato quel primo anno di superiori.

Dopo arrivò il covid e da lì la mia vita divenne sfuocata, non vedevo più una fine, più uno scopo, la pandemia aveva annullato ciò che ero e ciò che volevo diventare.

Ma per certi versi è stato meglio così: mi sono rialzata da quel momento buio e ho capito che l’unica persona che può decidere il mio futuro sono io stessa. Mai avrei pensato di arrivare a

chiedermi:”Come voglio che sia il mio futuro?”, ancora ricordo gli occhi scintillanti di quella bambina quando le chiedevano cosa farà da grande e davo mille risposte… da stilista a astronauta, da professoressa a avvocato, mille professioni spuntavano nella mia testa come funghi ogni ora.

Ora quel periodo è finito da un po’, sono cresciuta e purtroppo il desiderio di fare l’astronauta non verrà mai esaudito. Ho deciso di fare un lavoro che rifletta ciò che sono e ciò che ho da dare al mondo.

Non vedo l’ora di andare ad abbracciare un nuovo futuro, ma sotto sotto questa scuola mi mancherà. Ciao Guetti, speriamo di rivederci presto. Eloisa Tisi

PAG. 28 GIUGNO 2023 Scuola
“Ciao cari lettori, è stato un piacere”

A Nizza, finalmente in viaggio dopo la pandemia

La classe quinta dell’indirizzo linguistico ha avuto l’opportunità di fare un viaggio di istruzione dopo tanti anni di prigionia; nonostante l’emergenza sanitaria, finalmente siamo riuscite a partire per la Francia, più precisamente a Nizza (Nice in inglese).

Dopo tante ore di autobus, continue tappe bagno per la troppa emozione, siamo arrivate alla nostra prima fermata: Mentone. Una città suggestiva, piena di colori che trasmettevano l’estate nonostante 6 ore prima a Tione avessimo tutte la giacca.

Dopo aver visitato la città siamo arrivate finalmente

Corso di sopravvivenza nel sud della Francia.

Occorrente: crema solare, una macchina fotografica e una compagnia che ti faccia dimenticare i problemi.

a Nizza, pronte per la giornata successiva carica di emozioni. Le mattine della settimana del nostro soggiorno erano occupate dalle lezioni alla scuola di lingue della città,

con l’obiettivo di prepararci per la certificazione linguistica che abbiamo affrontato a febbraio. Muoversi tra quei vicoli e prendere il tram ci ha fatto sentire come in un’altra

realtà, fuori da ogni responsabilità e libere.

I giorni a seguire hanno messo a dura prova le nostre capacità e, non essendo abituate alla vita di città, siamo state spesso

In gita a Bologna.

sorprese dalla vitalità del posto: sfumatura di stili di vita diversi rispetto alla nostra, ma comunque abbiamo sempre guardato il lato positivo per poter vivere al meglio l’esperien-

za che sognavamo da tre anni.

Abbiamo apprezzato soprattutto la compagnia delle nostre compagne, abbiamo passato un’intera settimana insieme con qualche litigio, ma abbiamo sempre superato tutto e ci siamo divertite come mai.

Spesso ripensiamo agli scherzi fatti, le battute coi prof, i macarons divorati, i bagni fatti nel mare, lo shopping e soprattutto le foto in cui ridiamo come matte e abbiamo un sorriso a 32 denti.

Sofia Surci ed Eloisa Tisi

Fra le visite anche il Museo della Memoria di Ustica

Le due classi terze dell’indirizzo Scienze Applicate hanno preso parte al viaggio a Bologna, organizzato dai nostri professori, Martina Michelotti e Domenico Colella. Nei tre giorni di permanenza abbiamo potuto visitare la fabbrica e il museo Ducati, i sette segreti di Bologna, il laboratorio di astrofisica e il museo della memoria di Ustica.

Alla Ducati abbiamo potuto osservare e praticare la fisica applicata ai motori e alle moto, divisi in due gruppi e con l’aiuto di due guide che ci han-

no illustrato la fisica attraverso attività pratiche e divertenti Siamo poi andati in visita al museo Ducati, che racchiude la storia di tutti i modelli delle moto, da quelle in commercio a quelle che corrono nei circuiti del GP. Il giorno dopo, passeggiando per Bologna, abbiamo potuto ammirare la meridiana più lunga del mondo nella Basilica di San Petronio e i sette segreti, curiosità che arricchiscono la storia della città di Bologna, fra cui ad esempio la famosa finestrella sulla parte di

città bagnata dall’acqua e detta appunto piccola Venezia! Nel pomeriggio il professore e ricercatore Sandro Bardelli ci ha resi partecipi di una lezione universitaria; un’introduzione all’astrofisica, sul percorso che abbiamo fatto per arrivare ai telescopi e satelliti che conosciamo oggi. L’ultimo giorno lo abbiamo passato al Museo della Memoria Ustica, voluto dai familiari delle vittime della tragedia di Ustica, progettato dall’artista Boltanski.

Al centro del museo si tro-

va solo un’opera, l’aereo a brandelli, spento senza vita, come fosse solo un promemoria di un brutto giorno, ma gli specchi e le luci che erano tante quanti le vittime, sembravano un invito a ricordare e non smettere di cercare la verità, ignota ancora dopo quasi 40 anni. Di questa gita mi rimarrà un bel ricordo di tre giornate passate immersi nella cultura e nella fisica, che sicuramente fioriscono nella città di Bologna.

PAG . 29 GIUGNO 2023
Scuola

Azienda Sanitaria

Con la tappa di Trento a fine maggio in piazza Fiera si è conclusa la prima fase del progetto europeo Cope a sostegno dei neet, coordinato dalla Provincia autonoma di Trento e realizzato in collaborazione con l’Apss. Ma il camper allestito con le insegne del progetto sta già scaldando i motori. Dopo aver toccato uno dopo l’altro i centri di Arco, Tione, Cles, Rovereto e Trento, si prepara a compiere altre tappe in Trentino. L’obiettivo del progetto è quello di informare e sensibilizzare la cittadinanza riguardo il fenomeno dei giovani in situazione di neet. L’acronimo (in inglese: not in education, employment or training) identifica i ragazzi e i giovani adulti di età compresa fra i 16 e i 34 anni che non sono inseriti in percorsi scolastici o di formazione, non lavorano e tendono a permanere in una situazione di isolamento. Scopo del personale dell’Apss nel suo percorrere le strade della provincia è stato appunto quello di offrire ascolto, intercettare bisogni, porgendo e ricevendo sostegno, consigli e proposte, grazie a un progetto che ha saputo mettere in rete i vari soggetti coinvolti: enti pubblici, soggetti privati, centri per l’impiego, terzo settore, cittadinanza.

«A conclusione di questa prima fase del progetto Cope il bilancio è

Percorso nascita è un programma di servizi ideato e realizzato dall’Apss per accompagnare le donne residenti in provincia di Trento per l’intero cammino della gravidanza. Nasce dalla consapevolezza che la donna, in un momento così importante della sua vita, a partire dalla decisione di essere madre, fino al parto e alla delicata fase di rientro a casa e del puerperio, ha necessità di un sostegno specifico, commisurato in base alle diverse esigenze: clinico, sanitario e psicologico e sociale.

Percorso nascita prevede che la futura mamma, e con lei il proprio partner, sia seguita e accompagnata dall’ostetrica e da un’équipe multi professionale che comprende l’assistente sociale, il ginecologo, la psicologa, il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta. Il progetto, che ha preso il via nel 2015, è stato subito accolto molto favorevolmente: nel 2022 le donne che in provincia di Trento hanno scelto al percorso nascita sono state circa l’81 per cento.

Neet, pronto a ripartire il camper del progetto Cope

senz’altro positivo, ma occorre precisare che l’obiettivo che ci siamo prefissi richiede tempo e pazienza. Nei nostri incontri ci capita di incontrare persone e familiari che chiedono aiuto ma anche persone che offrono aiuto. Il nostro è quindi un vero servizio di prossimità che si propone di creare reti e permettere ai vari soggetti interessati di entrare in

relazione, – spiega Sara Paternoster, supervisore clinico del progetto Cope per l’Apss – è procedendo in questo modo che siamo riusciti a entrare in contatto con un certo numero di ragazzi e ragazze che si sono dimostrati interessati ai nostri progetti e che hanno chiesto e accettato di farsi aiutare. Per intercettare, avvicinare e recuperare i giovani

in situazione di neet, lo strumento più efficace, ma anche il più complesso e lungo da realizzare, è quello di costruire reti».

All’interno dell’Unione Europea l’Italia è uno dei Paesi in cui il fenomeno dei neet si presenta in forma più accentuata: si stima che il numero di giovani di età compresa fra i 15 e i 34 anni che non frequentano nessun

tipo di scuola e non sono inseriti nel mondo del lavoro sia di oltre 3 milioni, ossia un giovane su quattro. Una condizione che non risparmia i territori toccati da un relativo benessere: in provincia di Trento si ritiene che i Neet siano circa 15mila, con una certa prevalenza del genere femminile. Le situazioni che portano questi giovani alla decisione di sottrarsi a scelte di vita fondamentali, come quelle di impegnarsi in un progetto scolastico o in un percorso lavorativo, sono molteplici: possono dipendere da fattori legati agli stili di vita e alla salute, oppure da situazioni sociali, familiari e relazionali, senza trascurare gli aspetti culturali, ambientali ed economici.

«In questi incontri, durante i quali si raggiungono territori della nostra provincia, c’è il desiderio di mettersi in ascolto per cercare di realizzare uno dei “cardini” del progetto Cope:

la prossimità – ha spiegato Sabrina Herzog, professionista di Apss e coordinatrice territoriale dei link worker – vorremmo cercare alleanze che permettano di raggiungere questi giovani, presidiare i territori per anticipare i bisogni, sostenere cambiamenti, e fornire le informazioni necessarie per creare consapevolezza verso questa situazione, per attivare circuiti di responsabilità. Dai racconti e dall’ascolto delle persone ci viene data la possibilità di immaginare insieme un futuro con soluzioni innovative e vicine alla popolazione».

La tappa di Trento di fine maggio rappresenta la chiusura di una prima fase del progetto Cope, ma la missione del personale dell’Apss non può certo dirsi conclusa. Il progetto va avanti anche nel mese di giugno; luoghi e date dei prossimi appuntamenti saranno pubblicati sul sito www. apss.tn.it.

Percorso nascita ostetrica dedicata, il consultorio di Tione al servizio delle donne

«Il Percorso nascita è un servizio totalmente gratuito garantito dai consultori, a cui la donna accede dalla fase preconcezionale e prevede la presa in carico dal primo momento, quindi dalla positività del test fino a due mesi dopo il parto – spiega Vanda Chiodega, coordinatrice ostetrica dei consultori dell’Apss – ma già in fase di programmazione il mio suggerimento è di rivolgersi al consultorio di Tione, che copre tutto il territorio della comunità delle Giudicarie, per un colloquio preconcezionale. Evidenze scientifiche dimostrano come la gravidanza seguita con continuità, permette di individuare eventuali deviazioni dalla fisiologia oltre che stabilire una relazione empatica tra ostetrica e donna».

In concreto Percorso nascita è un servizio di prossimità e di continuità assistenziale. La professionista ostetrica rappresenta la figura di riferimento che segue giorno per giorno la futura mamma nel percorso verso il parto e dopo di questo nel puerperio e nell’allattamento, affiancando la donna nelle sue competenze innate e attivando azioni mirate a quello specifico caso e bisogno. «L’ostetrica che ha effettuato il primo controllo sarà la stessa professionista che accompagnerà la donna nei controlli successivi – continua Vanda Chiodega – se quindi dovessero presentarsi fattori di rischio spetterà sempre all’ostetrica integrare il percorso di base con ulteriori accertamenti: dallo specialista ginecologo

nel consultorio di zona o al servizio di secondo livello ospedaliero».

Al termine della gravidanza per le donne inserite nel percorso nascita oste-

trica dedicata e seguite dal consultorio di Tione si attiva la pronta disponibilità ostetrica. Questo servizio consiste nella possibilità di poter contattare

Il Percorso nascita è un servizio totalmente gratuito a cui si accede chiamando il Cup (da telefono fisso: 848 816 816; da telefono cellulare: 0461 379400), oppure rivolgendosi direttamente in consultorio di Tione in via della Cros 4, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 14, numero di telefono: 0465 331530.

l’ostetrica sette giorni su sette e 24 ore su 24 per ricevere consiglio circa l’avvicinamento al punto nascita in sicurezza. Al momento della dimissione c’è poi la possibilità di usufruire della visita domiciliare nei primi giorni dal rientro a domicilio. Se la puerpera acconsente il consultorio programma un accesso domiciliare da parte della ostetrica dedicata per la valutazione del benessere della mamma e del neonato. «Quella del rientro al domicilio è infatti una fase molto delicata ove la quotidianità del bambino si confronta con l’immaginario – aggiunge – e la presenza dell’ostetrica accanto alla donna e ai suoi cicli di vita aiuta a sostenere la nuova famiglia portando elementi di salute e ascolto».

PAG . 31 GIUGNO 2023

Fino agli anni ’50-’60 i ragazzini di dodici-tredici anni, durante l’estate, portavano le capre e le pecore al pascolo sui declivi della montagna, rendendosi responsabili del rispetto per l’ambiente montano e forestale controllato severamente dai guardaboschi comunali.

Il lavoro iniziava al mattino alle 6, il capraio suonava la sua rudimentale tromba per chiamare a raduno le capre che ogni proprietario portava in un posto al centro del paese; poi la sera ritornava a fare la consegna allo stesso posto.

Dopo pochi giorni le capre memorizzavano il luogo ritornandovi, a volte, anche da sole.

Nonostante la giovane età il capraio aveva grandi responsabilità: prima di tutto doveva stare attento a riportare tutte le bestiole a casa perché se una si fosse perduta doveva cercarla affannosamente fino all’avvenuto ritrovamento; inoltre doveva vigilare attentamente che gli animali non mangiassero le cime delle piante, cioè i germogli.

L’aneddoto di seguito riportato fa riflettere sulle responsabilità dei ragazzi di un tempo che, pur non conoscendo bene l’italiano, dovevano cavarsela anche davanti ad un giudice.

Come sappiamo, per fare la carta ci vogliono le piante e il capraio ha pensato bene di farlo notare; spesso si spreca la carta e non ci si rende conto del danno che si reca alla natura.

Al cavrèr

In dì ’l cavrèr Tunin l’é stà ciamà a Tiùn dal giüdice par rispùndar dal dan ca li iva fat li cavri e li fidi in so cüstodia.

Un giorno il capraio Tonino venne chiamato a Tione dal giudice per rispondere del danno che avevano procurato le capre e le pecore in sua custodia.

-Nell’aula sui grandi tavoli

Fòla - ’l cavrèr in tribünal

Da “Li fòli dala nòna cuntadi ‘ndai filò” di Elisa Polla

ci sono fasci enormi di carte. Entra il giudice, ma il ragazzino capraio non sembra impaurito, si guarda attorno sorpreso.

Il Giudice si rivolge al ragazzo con voce imponente: “Siete colpevole di aver lasciato che le capre mangiassero le cime dei mughi e delle piccole piante, impedendo loro

sto modo di difendersi del ragazzo e resta un attimo a riflettere poi dice: “Bravo Tonino, hai saputo difenderti, non con una scusa, ma con una domanda pronta e intelligente, meriti che ti venga condonata la multa!”-

Al ghiciöl - Tradizione Anche il capraio riceveva il

Alla bella età di 92 anni, ospite della RSA “Abelardo Collini” di Pinzolo, il famoso “Trocadero” di Tione ripercorre la storia della sua vita in un racconto avvincente che si snoda lungo tutto il secolo scorso a partire dall’agosto del 1931 data della sua nascita. Chi non ricorda la famosa “Pasticceria Trocadero” sul viale di Tione, una delle prime in Giudicarie, che aprì nel 1974 e che gestì fino al 1988, dove oltre a vendere prelibati dolci intratteneva i suoi clienti con storie e aneddoti.

A proposito, nel racconto svela il motivo di questo

di crescere e siete multato per 15.000 lire!” (salario di tutta la stagione).

“Ma, sior giüdice, le mie cavre hanno mangiato le cime picióle e devo pagare una mülta così grande? Ma voi per fare tüta questa carta (segnando gli scaffali colmi di faldoni), quante piante grandi avete tagliato…?”.

Il giudice è sorpreso da que-

ghiciöl.

Nell’antica tradizione il ghiciöl era un panino rotondo di sapore gradevole quasi come un dolce pan dulz che veniva dato dala güdaza-madrina ai fiòz-ai figliocci in particolari occasioni dell’anno.

Questa tradizione si è poi evoluta e il ghiciöl veniva fatto trovare sul tavolo in occasione della festa dei morti per

dimostrare ai bambini che le madrine mantenevano la loro promessa di sostenerli sempre, anche dopo la morte.

Ai nostri tempi (miei e di chi mi racconta), anni ’40’50-’60 del secolo scorso, in molti paesi della Val Rendena e delle Giudicarie, il ghiciöl si era già trasformato in munéda, centésam - centesimi - e veniva dato ai ragazzi-

ni che tutte le mattine alle 6, per tre o quattro mesi estivi, suonavano la trumba del cavrèr per il raduno delle capre e ai cavrèr che il giorno dei Santi andavano di casa in casa a raccogliere le offerte per il lavoro svolto durante l’estate.

L’usanza del ghiciöl si è mantenuta ancora per pochi anni; veniva dato sotto forma

di mancia, di poche lire, nel giorno della festa dei Santi ai chierichetti che suonavano le campane tutto il giorno: era veramente faticoso dato che le campane si suonavano tirando le corde a mano.

In diversi paesi delle Giudicarie era chiamato chiciöl e veniva dato pure come mancia o dono in diverse occasioni.

autobiografico di Gaetano Salvaterra

nome particolare. A ventidue anni durante il suo peregrinare per l’Europa, con l’obiettivo di arrivare in Inghilterra per imparare l’inglese, si ritrova a Parigi, respinto dalla dogana Inglese, in piazza del Trocadéro vicino alla torre Eiffel, in una bella pasticceria denominata “Troccadero”. Li decide che l’obiettivo della sua vita sarebbe stato quello di aprire una pasticceria proprio con quel nome, obiettivo che raggiungerà, come abbiamo detto, molti anni più tardi proprio nel suo paese natale di Tione. Una vita, quella di Gaetano, singolare che lo vede pelle-

grino, prima in Italia, poi in tutta Europa, una passione che risale ancora al periodo delle scuole medie dove studia l’Odissea di Omero e si immedesima in quei personaggi. Una vita con il chiodo fisso dell’avventura, della conoscenza di luoghi e persone ed in particolare di imparare le lingue. Tedesco, Francese, Inglese e perfino un po’ di Russo che impara nel corso di un lungo peregrinare che dalla Svizzera, lo porta in Francia e poi in Inghilterra prendendo servizio in Alberghi e Ristoranti specializzandosi nell’arte della pasticceria. La conoscenza delle lingue

lo contraddistinguerà anche dopo il rientro in Italia, termini inglesi, francesi e russi che intercala nella sua fluente e inarrestabile conversazione che intrattiene amici e conoscenti. I responsabili della RSA “Abelardo Collini “ dell’Unione provinciale delle Istituzioni per l’Assistenza, hanno voluto congratularsi con Gaetano consegnandogli un’attestato di riconoscimento per aver partecipato con il suo racconto al concorso nazionale “Nuovi Inizi. Memoria della rinascita dopo guerre e catastrofi”.

(E.B.)

PAG. 32 GIUGNO 2023 Memoria
“Trocadero revival”, premiato il racconto

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In chiesa col naso all’ insù

In mostra le opere di Noemi Sartorazzi Scalfi, di origini alensi, docente tra le più amate e stimate nel circondario tionese tra gli anni ‘60 e ‘70, moglie dell’altrettanto indimenticato maestro Paolino Scalfi.

“In chiesa, col naso all’insù”, un azzeccato e simpatico titolo per una piccola ma preziosa esposizione/omaggio, che i figli della maestra elementare Noemi Sartorazzi Scalfi, di origini alensi, docente tra le più amate e stimate nel circondario tionese tra gli anni ‘60 e ‘70, moglie dell’altrettanto indimenticato maestro Paolino Scalfi, hanno voluto dedicare alla mamma in occasione del centenario della sua nascita (1923-2023). Nella sala assembleare delle Regole di Spinale e Manez a Ragoli hanno fatto bella mostra di sé, da giovedì 18 a mercoledì 31 maggio, sessantadue coloratissime tavole, tempera su carta, riproducenti alcuni particolari decorativi della volta della Pieve di Tione, affrescata alla fine dell’Ottocento dal pittore milanese Angelo Comolli (1863-1949), rielaborati in maniera del tutto personale, con indubbia maestria, dalla perspicace insegnante verso la metà degli anni Settanta, quasi al termine della sua missione didattica; un succedersi piacevolissimo di motivi ornamentali, tra il floreale ed il geometrico, con una particolare accentuazione cromatica rispetto

agli originali, come a voler renderli più vividi allo sguardo del distratto spettatore, troppo spesso obnubilato da un’abitudinarietà visiva al ribasso. Quel “naso all’ insù!”, ci insegna la maestra Noemi, esprime un moto ascensionale capace ancora di stupore, un invito a fare un “passo in alto” verso la bellezza, che tante volte è lì che ci guarda essa stessa, accontentandosi di fuggevoli e sporadici accostamenti, pur consapevole del suo ineliminabile potere elevativo e terapeutico. Quanta bellezza custodita nelle nostre chiese aspetta di essere disvelata! È davvero commovente rivedere Noemi, con l’assistenza tecnica dell’imperturbabile Paolino, immergersi curiosa nel grande ciclo decorativo di Tione, e fissarne sulla carta, con notevole perizia disegnativa, alcuni frammenti da colorare successivamente. Ne sarebbe stato orgoglioso in primis lo stesso Angelo Comolli, nel vedere la solerte maestra lagarino-giudicariese prendere spunto dalle sue creazioni così impeccabili dal punto di vista accademico, mai lontane da modelli classicamente riconosciuti, proprio lui che nella Milano

dell’imperante stile eclettico, affiancava alla docenza presso la prestigiosa cattedra di Ornato e Decorazione di Brera, l’insegnamento alla “Scuola Femminile per patente di maestra”, quasi preconizzasse la futura allieva. Chi scrive è stato scolaro della “maestra Scalfi” una sessantina d’anni fa in quel di Breguzzo, beneficiandone della sua schietta umanità non disgiunta dal senso estetico che permeava la sua didattica, dove l’apprendimento della scrittura era nel segno del bel scrivere, della calligrafia intesa come arte della bella scrittura, elegante e decorativa, dove la forma diventava sostanza. Anche da qui, probabilmente, i primi germi della mia passione artistica accresciuta via via negli anni, ma sempre debitrice di quegli indelebili stimoli. Nel percorso inverso a quello fatto dalla mia maestra, che mi ha portato dalle Giudicarie in Vallagarina, ho avuto l’occasione di visitare la chiesa di San Martino a Pilcante di Ala, paese natale di Noemi Sartorazzi, riedificata a metà del Settecento, una delle testimonianze più alte dell’arte rococò nella sua declinazione lombarda in terra lagarina, con i suoi

meravigliosi stucchi dalle tinte chiare, i delicati affreschi della volta del presbiterio del pittore alense Orlando Fattori, gli sfarzosi altari in marmi policromi con incastonate tele di grande qualità pittorica. Sono convinto che una simile concentrazione di bellezza non possa aver lasciata indifferente la giovane Noemi, favorendone il suo innato talento espressivo ed una speciale sensibilità artistica, che in seguito ritroveremo come valore aggiunto nella sua lunga attività scolastica. La mostra di Ragoli, oltre rappresentare il doveroso ed affettuoso omaggio alla “maestra pittrice”, ha il merito di aver contemporaneamente rilanciato l’attenzione sull’opera e la figura di Angelo Comolli, già sinteticamente indagate nel primo numero della nostra rubrica, quando si auspicava un viaggio dei tionesi a Morimondo, ad una trentina di chilometri da Milano, lungo la statale per Pavia, per visitare il Civico Museo Angelo Comolli, presso il complesso monastico dell’abbazia cistercense adagiata nel cuore della pianura padana, dove si conservano i grandi cartoni preparatori per gli affreschi della parrocchiale

di Tione, con i personaggi sacri mirabilmente tratteggiati a carboncino. Un’esperienza davvero emozionante trovarsi difronte a quei manufatti artistici recuperati e restaurati a cura della locale amministrazione, dopo l’acquisizione del monastero da parte del comune nel 1982. Prima di quella data i cartoni giacevano arrotolati e polverosi nelle stanze semi-

abbandonate dell’abbazia che il Comolli aveva in parte trasformato nel suo studio, dopo averne comprato il chiostro e le sue adiacenze nel 1917 ed ivi morire il 24 giugno 1949 inseguendo il suo sogno medievale. Ragoli-Tione-Morimondo: i fili dell’arte che misteriosamente si incrociano a ordire trame di bellezza!

PAG. 34 GIUGNO 2023
Arte

Quest’estate corsi di lingua straniera ed esperienze all’estero con la cassa rurale

Prosegue l’impegno de La Cassa Rurale Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella per favorire l’apprendimento delle lingue straniere e incentivare i giovani a partecipare ad esperienze all’estero.

“Conoscere almeno una lingua straniera al giorno d’oggi è indispensabile per dare qualità al proprio futuro lavorativo, per viaggiare, conoscere nuove culture e stringere nuove amicizie. – sostiene la Presidente Monia Bonenti – In particolare, fare un’esperienza all’estero permette ai giovani di uscire dalla propria zona di comfort e mettersi alla prova in un ambiente nuovo, mettendosi in discussione per crescere e tornare a casa più maturi, applicando le conoscenze e le competenze acquisite per contribuire allo sviluppo del nostro territorio.”

In programma per l’estate i corsi di inglese online, il bando che assegna borse di studio a chi ha frequentato un corso di lingua straniera e i nuovi soggiorni europei promossi dal programma Erasmus Plus.

Incentivi per lo studio di una lingua straniera È aperto il bando che assegna un incen¬tivo ai giovani soci e figli di soci fino a 27 anni che tra il 01/10/2022 e il 30/09/2023 hanno fre¬quentato un corso di lingua straniera all’estero, in Italia, oppure online, partecipato al programma Erasmus durante l’anno accademico o trascorso un semestre o un anno scolastico all’estero. L’importo dell’incentivo viene determinato in base alla sede, alla durata e alla tipologia del corso e in base all’ammontare delle spese sostenute per l’iscrizione al corso e per l’eventuale viaggio aereo.

Le domande devono essere presentate entro il 30/09/2023 compilando il form disponibile sul sito www.prendiilvolo.it, allegando l’attestato di frequenza del corso e la documentazione attestante le spese sostenute.

InEnglish, corsi di inglese online

I corsi proposti per i ragazzi con più di 16 anni e gli adulti hanno l’obiettivo di favorire l’apprendimento della lin¬gua più diffusa a livello mondiale e seguiranno il programma “Gene¬ral English”, adatto a chiunque voglia migliorare il proprio inglese per

motivi di lavoro, per la propria formazione personale o per viaggiare.

Le lezioni si terranno dalle

18:00 alle 19:30 (orario italiano) con il seguente calendario:

Maggiori informazioni e il modulo per iscriversi ai corsi sono disponibili sul sito www. lacassarurale.it nella sezione Giovani – Iniziative.

Francia, Nomeny

• Dal 10 al 27 luglio 2023

DISCOVER TRADITIONAL MASONRY

TECHNIQUES IN NOMENY

Progetto di restauro e valo-

SALM CASTLE WATCHMEN AND WOMEN

Progetto di restauro e valorizzazione del Castello di Salm

Il progetto prevede di terminare i lavori di restauro del castello in vista delle cele¬brazioni dell’800° anniversario dalla sua costruzione. I partecipanti riceveranno una formazione tecnica e saranno coinvolti negli scambi con gli abitanti locali, nelle anima¬zioni per i giovani dell’Alsazia e in escursioni sulla catena montuosa dei Vosgi alsaziani. Candidature entro il 24/06/2023 sul sito www. prendiilvolo.it

Turchia, Ankara • Dal 9 al 17 luglio 2023 ACT NATURAL

Tornano per l’estate anche i corsi online per bambini a partire dagli 8 anni e ragazzi

fino ai 15 anni con l’obiettivo di avvicinare i più piccoli all’inglese in modo coinvolgente e piacevole, ripassare quanto appreso in aula durante l’anno scolastico e acquisire nuove competenze lingui¬stiche! Il programma verterà sull’abilità di parlato (speaking) e ascolto (liste¬ning), con lezioni interattive ed esercizi adatti ai più piccoli… per imparare divertendosi!

Di seguito il calendario dei corsi disponibili.

InEurope, nuove mete per l’estate Grazie a InEurope, i giovani del nostro territorio di età compresa tra i 18 e i 30 anni hanno l’opportunità di partecipare ai soggior¬ni all’estero promossi dal programma europeo Erasmus Plus.

L’ini¬ziativa propone nuove destinazioni durante tutto l’arco dell’anno, ma quale migliore occasione dell’estate per partecipare ad un’esperienza europea?

Di seguito alcune delle esperienze in programma!

rizzazione del Castello di Nomeny

La città di Nomeny ha bisogno di aiuto per proteggere e valorizzare il suo Castello e tutto il suo patrimonio storico e culturale! Lo scorso anno un gruppo di volontari ha avviato il restauro di un muro di cinta in pietra con calce, di cui diverse parti sono crollate.. Obiettivo per quest’anno: terminare il lavoro!

Candidature entro il 30/06/2023 sul sito www.prendiilvolo.it

Francia, La Broque • Dal 8 al 24 luglio 2023

co••• •i

AGOSTO

Lunedì 31

Mercoledì 2

Venerdì 4

Lunedì 7 Mercoledì 9

Venerdì 11

co••• •i

SETTEMBRE

Lunedì 4

Mercoledì 6

Venerdì 8

Lunedì 11

Mercoledì 13

Venerdì 15

Questo scambio giovanile si terrà nella capitale turca e si pone l’obiettivo di stimo¬lare la motivazione e la consapevolezza dei giovani, affrontando le tematiche dello sviluppo sostenibile e delle potenzialità del green, trasmettere abilità di sopravvi¬venza in natura e introdurre pratiche naturali nella loro quotidianità. Scambio giovanile a tema green e sviluppo sostenibile Candidature entro il 24/06/2023 sul sito www. prendiilvolo.it

Se sei interessato a vivere un’esperienza all’estero, ma non hai tro¬vato il progetto che fa per te, compila il form d’iscrizione sul sito www.prendiilvolo.it manifestando il tuo interesse a partecipare a InEurope… sarai contattato per ricercare il progetto più adatto alle tue esigenze!

entro il 13 luglio 2023

Iscrizioni entro il 27 luglio 2023

Iscrizioni entro il 31 agosto 2023

Per rimanere sempre aggiornati su tutte iniziative proposte da La Cassa Rurale è possibile consultare i siti www.lacassarurale.it e www.prendiilvolo. it, e seguire @La Cassa Rurale su Facebook e @prendiilvolo su Instagram.

Incentivo ai giovani soci e •gli di soci •no a 27 anni che hanno frequentato un corso di lingua straniera, partecipato al programma Erasmus o svolto un periodo scolastico o di formazione all’estero

Regolamento e modulistica su www.prendiilvolo.it TERMINE

scrivi una mail a relazioni@lacassarurale.it chiama al numero

PAG . 35 GIUGNO 2023
Territorio
PER RAGAZZI
ANNI E ADULTI co••• •i LUGLIO Martedì 11 Giovedì 13 Martedì 18 Giovedì 20 Martedì 25 Giovedì 27 Iscrizioni entro il 3 luglio 2023 co••• •i AGOSTO Lunedì 31 Mercoledì 2 Giovedì 3 Lunedì 7 Mercoledì 9 Giovedì 10 Iscrizioni entro il 21 luglio co••• •i SETTEMBRE Martedì 5 Giovedì 7 Martedì 12 Giovedì 14 Martedì 19 Giovedì 21 Iscrizioni entro il 28 agosto 2023 PER BAMBINI E RAGAZZI
ANNI NEW! co••• •i GIUGNO Lunedì 19 Mercoledì 21 Venerdì 23 Lunedì 26 Mercoledì 28 Venerdì 30 Iscrizioni entro il 15 giugno 2023 co••• •i LUGLIO Lunedì 3 Mercoledì 5 Venerdì 7 Lunedì 10 Mercoledì 12 Venerdì 14 Iscrizioni entro il 29 giugno 2023 co••• •i LUGLIO Lunedì 17 Mercoledì 19 Venerdì 21 Lunedì 24 Mercoledì 26 Venerdì 28 Iscrizioni
+16
8-15
PER INFORMAZIONI INCENTIVI PER LO STUDIO DI UNA LINGUA
0465 896510 - 896511
STRANIERA
PRESENTAZIONE
DOMANDE: 30 SETTEMBRE 2023

E’ passato qualche mese da quando, lo scorso 1 marzo, è stata svelato a Milano il programma dei Campionati Italiani su Strada 2023. Si svolgeranno dal 22 al 25 giugno a Comano Terme, su tracciati che porteranno gli atleti nei territori delle Giudicarie Esteriori e in Valle dei Laghi.

Saranno assegnate ben nove maglie tricolori, due in linea per le categorie Elite maschile e femminile e sette a cronometro, per le categorie Elite (maschile e femminile), Under 23 maschile, Juniores (maschile e femminile) e Allievi (maschile e femminile).

“Un grande evento sportivo - le parole quel giorno dell’assessore provinciale all’artigianato, commercio, promozione, sport e turismo Roberto Failoni. - In quattro giornate di gare e nove diverse discipline, Comano Terme e le Giudicarie Esteriori, e in generale l’ambito più ampio in cui sono inseriti, vivranno una fantastica opportunità di visibilità e promozione.”

Parole condivisibili, che mettono d’accordo chi vive questi territori e conosce il loro potenziale, la loro vocazione all’attività sportiva specialmente a contatto con la natura. Ne può ben gioire anche il settore turistico, da Apt del Garda a operatori di categoria. Nelle stesse giornate, peraltro, lo spettacolo ciclistico si arricchirà di ul-

A Comano Terme i campionati italiani di ciclismo su strada

L’evento dal 22 al 25 giugno

teriori appuntamenti con la Bike Transalp in Valle dei Laghi e nel Garda Trentino, e con la Tre Giorni Giudicarie Dolomiti, dedicata a Juniores, Allieve ed Esordienti al femminile.

Di che visibilità parliamo?

Di una più che buona. I Tricolori di Comano Terme godranno di un importante richiamo mediatico: le due gare Elite saranno trasmesse in diretta su Rai 2, sono invece ancora in corso le verifiche di palinsesto per ciò che concerne la trasmissione in diretta delle prove a cronometro.

Ma sveliamo qualche dettaglio in più per gli appassionati. Il via all’evento è previsto per giovedì 22 giugno a Sarche con le prove a cronometro riservate a

Donne e Uomini Allievi (ore 09:00), Donne e Uomini Juniores (ore 11:30), Uomini U23 (15:30) e Uomini Elite (16:45). Nella giornata di venerdì 23 giugno si concluderà lo schedule delle gare contro il tempo con la prova Donne Elite alle 14:30. Uomini Elite, U23 e Donne Elite si sfideranno su un tracciato di 25,7 Km con partenza e arrivo a Sarche. Gli Juniores affronteranno invece un segmento di 14,5 Km da Dro a Sarche, mentre gli Allievi saranno impegnati sul tratto pianeggiante di 7,1 Km che porta dal Lago di Cavedine a Sarche. L’attesa in queste giornate sarà concentrata su Filippo Ganna, il recordman dell’ora e due volte Campione del Mondo a cronometro che ha messo la rassegna

tricolore fra i suoi obiettivi stagionali.

Il programma delle gare in linea scatterà invece sabato 24 giugno con la gara Uomini Elite con partenza e arrivo a Comano Terme a partire dalle 11:00. Conclusione affidata alle Donne Elite, domenica 25 giugno, sempre con partenza e arrivo a Comano Terme a partire dalle 13:15.

Serviranno fondo e grandi gambe per laurearsi campioni italiani nelle due gare in

linea, 227 Km per gli Uomini Elite e 148 Km per le Donne Elite. Le due prove si decideranno sul medesimo circuito finale di 16 km, che da Comano Terme si snoda verso Fiavè e la salita di Cavrasto (5,6 km al 5,2).

Le donne lo ripeteranno in quattro occasioni per un dislivello complessivo della prova di 2.480 metri, mentre gli uomini percorreranno nove giri dell’anello finale per un dislivello complessivo di3.730 metri. In prece-

denza, la gara maschile si svilupperà su un primo circuito di 39 km nelle Giudicarie Esteriori, da percorrere due volte, che tocca le località di Tione, Villa Rendena, Preore, Ragoli e Stenico. La prova femminile affronterà invece un tratto in linea di 82,5 km, che dopo la scalata del Passo del Ballino svelerà la vista del Lago di Tenno e del Lago di Garda.

Tanto entusiasmo, quindi, in attesa dell’evento. I Campionati di Ciclismo su Strada 2023 a Comano contribuiranno a costruire quella nuova immagine di territorio che investe nel benessere.

E Non solo per visibilità e conseguente ricaduta economica, ma anche per il coinvolgimento di quella fascia giovanile, protagonista del domani, che avrà occasione di avvicinarsi allo sport e al ciclismo, di fare propria questa passione, di promuoverlo in futuro.

accoglienza atleti e registrazione ore 14.30

presso la struttura in località Limes, Valle di Daone

technical meeting ore 20.30

benvenuto agli atleti da parte del Comune di Valdaone e a seguire technical meetimg, in località Limes serata alpinistica ore 21.00

serata Alpinistica con l’atleta Gianfranco Corradini, progetto: SPORT-INg VITA - Gruppo Giovani in Vita di Praso, nell’ambito del Piano Giovani Valle del Chiese 2023, in località

EVENTUALE RECUPERO DI SABATO 17, IN CASO DI PIOGGIA inizio gara ore 12.00

con Hervé Barmasse, promossa dal Servizio Bibliotecario Valle del Chiese

Si ringraziano anticipatamente i Vigili del Fuoco Volontari di Daone, la Polizia Locale Valle del Chiese, i Carabinieri in Congedo e tutti i Volontari per la riuscita della manifestazione

PAG. 36 GIUGNO 2023 Sport
AGENZIA DI MARKETING
Limes IN CASO DI MALTEMPO LA SERATA SI TERRÀ PRESSO VILLA DE BIASI A VALDAONE finali ore 18.00 premiazioni e cerimonia di chiusura ore 19.30
serata alpinistica ore 21.00 IN CASO DI MALTEMPO LA SERATA SI TERRÀ PRESSO IL CENTRO POLIFUNZIONALE DI BORGO CHIESE

Torna la Tre Giorni Giudicarie Dolomiti

una lunghezza che varierà dai 15 chilometri delle juniores ai 4 chilometri delle esordienti, passando per gli 8 delle allieve.

Tutto è pronto per la seconda edizione della Tre Giorni Giudicarie Dolomiti, weekend ciclistico dedicato alle categorie femminili in calendario da venerdì 23 a domenica 25 giugno. Un evento unico nel suo genere, quello organizzato dalla Società Ciclistica Storo del presidente Andrea Malcotti nei comuni di Pieve di Bono-Prezzo, Bondone, Storo, Tre Ville, Borgo Lares e Tione di Trento: ben 12 le gare previste, con al via donne juniores, allieve e donne esordienti, per un totale di oltre 300 ragazze dai 13 ai 18 anni attese in Trentino. Inoltre, venerdì sera ci sarà spazio pure per la gioia dei giovanissimi, miniciclisti dai 9 ai 12 anni che apriranno l’intenso weekend.

Dopo gli apprezzamenti ricevuti in occasione della prima edizione, il Comitato organizzatore guidato da Angelo Zambotti ha puntato sulla continuità. “Un anno fa abbiamo trovato un’ottima intesa con tutti gli attori coin-

volti – spiega Zambotti – quindi ora vogliamo consolidarci ulteriormente come evento di spicco sia nel calendario ciclistico, sia in quello delle iniziative giudicariesi. Amministratori, forze dell’ordine, associazioni ed esercenti già nella prima edizione hanno collaborato fattivamente per la buona riuscita della Tre Giorni, e subito ci è stato chiesto da più parti di farlo diventare un evento classico per Valle del Chiese e Giudicarie Centrali: per noi non esiste gratificazione migliore”. Si partirà quindi venerdì 23 giugno dal collaudato circuito di Creto con la Notturna Castel Romano. Ad aprire le danze dalle 18 saranno le corse a punti dei giovanissimi (categorie G4, G5 e G6 sia al maschile che al femminile), poi spazio alle manche di scratch di donne esordienti, allieve e donne juniores che stabiliranno chi in ogni categoria andrà in serata a sfidarsi nelle emozionanti corse a punti che asse-

gneranno le prime maglie di leader della Tre Giorni Giudicarie Dolomiti 2023.

Sabato 24 giugno ci si trasferirà sulle suggestive rive del Lago d’Idro. Tra Baitoni e le campagne note per la Farina Gialla di Storo andrà in scena la

seconda Crono Idroland: alle 12 scatteranno le juniores, alle 16 sarà poi la volta delle allieve seguite dalle esordienti. Il percorso della prova contro il tempo si snoderà tra piste ciclabili e strade interpoderali, con dislivelli praticamente inesistenti e

Domenica 25 giugno si virerà verso nord, ovvero verso Preore di Tre Ville, sede di partenze e arrivi della Coppa Giudicarie Centrali, gara in linea che disegnerà le classifiche finali della Tre Giorni Giudicarie Dolomiti. Alle 9 scatterà la gara juniores: le classe 2005 e 2006 saranno chiamate a percorrere 7 giri dell’impegnativo circuito che prevede la salita da Pez a Coltura, per un totale di 73,2 chilometri. Alle 12.15 saranno di scena le esordienti, con 4 tornate del comunque nervoso circuito della Sarca (classico anello tra Preore, Saone e Ragoli), per un totale di 25 chilometri. A chiudere l’intenso weekend la gara allieve, che partirà alle 13.30 con 3 giri del circuito della Sarca seguiti da 3 tornate arricchite dalla salita Pez-Coltura, per 50,3 chilometri totali.

“Quest’anno proponiamo un programma domenicale senza pause – spiega Zambotti – in quanto a pochi chilometri di distanza, nelle Giudicarie Esteriori, dalle 15 ci saranno le fasi conclusive del Campionato italiano élite femminile. E a pro-

posito dei tricolori di Comano Terme 2023, non posso che ringraziare il Comitato organizzatore per aver collocato nella giornata di giovedì 22 le cronometro donne juniores e allieve: in questa maniera chi parteciperà alle prove contro il tempo degli Italiani potrà poi fermarsi direttamente nelle Giudicarie per la Tre Giorni. Per tutti gli appassionati di ciclismo sarà un weekend memorabile”.

Intanto le strutture ricettive sono pronte a riempirsi grazie ad atlete, tecnici e famiglie. Cinque le atlete giudicariesi al via. Nella categoria maggiore troveremo Giorgia Malcotti e Paola Tarolli, chiesane al primo anno tra le juniores e in forza alle squadre venete Breganze Millenium e Team Gauss. Tra le allieve si presenterà al via Anna Amistadi (Team Femminile Trentino), mentre tra le esordienti 2009 proverà a centrare altri successi la condinese Arianna Galante (Eletta Academy), che lo scorso anno vinse la Notturna Castel Romano vestendo la maglia di leader di categoria per due giorni. Prime gare agonistiche sulle strade valligiane, infine, per Eleonora Sicheri, classe 2010 di Stenico approdata nell’Eletta Academy.

Nuovi contatori, si inizia a Porte di Rendena

Il comune di Porte di Rendena è il primo delle Giudicarie tra maggio e giugno a essere coinvolto dalla sostituzione dei contatori elettrici; nel corso del 2024 l’esperienza sarà trasferita agli altri comuni della valle ad eccezione di Tione, Sella Giudicarie, Stenico e Storo, località non servite dalla società Set distribuzione.

Il piano di messa in servizio del sistema di smart metering di seconda generazione (PMS2) è iniziato in Trentino nella primavera del 2022, avrà termine con il 2025 e prevede la sostituzione di oltre 380 mila rilevatori nei comuni serviti da Set con un investimento di 44 milioni di euro. La sostituzione dei misuratori riguarda abitazioni, aziende ed enti pub-

blici e risponde a criteri di efficientamento energetico, di maggiore precisione del rilevamento dei consumi, di maggiore flessibilità da parte del fornitore nel proporre offerte al consumatore e di sostenibilità. Cerchiamo di saperne di più. I nuovi contatori SmartEcoMeter sono di seconda generazione e rilevano in tempo reale i consumi, interagiscono con vari dispositivi tra cui lo smartphone e permettono una consulta-

zione sempre aggiornata dei valori di consumo. Tra le varie funzionalità vi è la possibilità di monitorare meglio i propri consumi e correggerli ottenendo risparmi in bolletta grazie anche alla capacità di controllarli per singolo elettrodomestico, una potenzialità questa attivabile grazie a specifiche offerte e qualora l’apparecchio sia adeguatamente abilitato al dialogo con il contatore. Il nuovo dispositivo permetterà di consultare la propria

produzione di energia proveniente ad esempio dai pannelli fotovoltaici. Tale lettore restituisce un beneficio nella gestione della rete elettrica favorendo un’ulteriore riduzione delle letture stimate e dei successivi conguagli e rende più agevole l’individuazione di malfun-

zionamenti di reti e misuratori accelerando i tempi di ripristino.

Come avverrà la sostituzione dei lettori di consumo? Di regola il cittadino sarà allertato con una comunicazione postale almeno quaranta giorni prima dell’intervento; qualche giorno prima della

sostituzione verrà affisso un avviso sugli immobili coinvolti. La presenza dell’intestatario o di un delegato è richiesta solo in casi in cui il contatore si trovi in uno spazio non raggiungibile in sua assenza. Progressivamente tutti i residenti saranno informati, anche attraverso i media. Non sarà addebitato alcun costo all’utente. I tecnici saranno identificabili grazie al tesserino fotografico e ai contrassegni posti sulle auto di servizio, gli stessi saranno autorizzati ad accedere unicamente nello spazio ove sia presente il contatore. L’intervento comporterà solo pochi minuti di interruzione della fornitura elettrica.

PAG . 37 GIUGNO 2023 Attualità
Il weekend ciclistico dedicato alle categorie femminili in scena da venerdì 23 a domenica 25 giugno
I nuovi dispositivi permettono di controllare i consumi e interagiscono con il proprio cellulare.

Quando la fantasia non ha freni

Ci son voluti 33 anni (gli stessi di Cristo) prima che lo scudetto di calcio tornasse a Napoli.

In Emilia Romagna invece si è passati dalla siccità alle alluvioni in un giorno.

Il divario Nord-Sud è anche questo.

Al Nord i ribaltoni si consumano nell’arco di poche ore. La velocità è il motore che tutto muove.

Nel Mezzogiorno d’Italia, di cui Napoli è la perfetta summa e sintesi antropologica, i tempi sono dilatati, lenti, pigri. La vita la si prende comoda, in applicazione del dogma congenito che impone il sentimento sregolato prevalente sulla metodica efficienza.

Sbaglia chi pensa che sia ignavia. E’ filosofia ancestrale. Al Sud, per citare una nota réclame, l’attesa del piacere è essa stessa piacere. Al Sud il ragù non lo si prepara in mezz’ora ma in due giorni.

A Napoli, la città del caffè sospeso, si è vissuto per mesi con lo scudetto ‘sospeso’. I festeggiamenti hanno mostrato, una volta ancora, all’Italia e al mondo quanta passione alberghi nei cuori della gente di quelle latitudini. Sia che si tratti del miracolo di San Gennaro, sia che si tratti della tombola di Natale.

Nella città di Totò, Troisi e Maradona ogni cosa, sacra o profana, è vissuta con poesia e superstizione, folklore e viscere, genio e sguaiatezza, sciorta e scarògna.

Nell’immaginario partenopeo, il centravanti mascherato Osimhen incarna il Pulcinella nero, il Masaniello che si ribella allo strapotere cal-

Diario Massimo di un osservatore minimo di Massimo Ceccherini Podio

cistico del Nord. E l’alopecico cranio di mister Spalletti emette un bagliore che neanche il sole sui faraglioni di Capri.

A proposito di tempi lunghi: sono passati 70 anni tra l’incoronazione di Elisabetta II (la seconda sovrana più longeva di sempre dopo Luigi XIV il Re Sole) e suo figlio Carlo III.

Al nuovo re è andato il porridge di traverso quando gli hanno riferito della profezia di un presunto veggente brasiliano, autodefinitosi il ‘Nostradamus vivente’, secondo cui il sovrano abdicherà dopo un regno brevissimo, a causa di problemi di salute, lasciando il trono a un successore inaspettato.

Se i francesi possono vantare il Nostradamus ‘originale’ e i brasiliani quello tarocco, in Italia abbiamo la veggente di Trevignano.

E’ tornata a far parlare di sé la signora Gisella Cardia, la Bernadette dei Monti Sabatini, all’anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla prima che cambiasse nome e acquisisse il cognome del marito per non meglio precisati motivi.

La miracolata sostiene da anni di aver visto lacrimare sangue dal volto della statuetta della Madonna riportata da Medjugorje e da lei ricevere, ogni 3 del mese alle 3 di pomeriggio, sulla collina sopra il lago di Bracciano, messaggi per i fedeli. La biografia della signora è controversa. Ex imprenditrice nel settore della ceramica, al centro di indagini della procura di Civitavecchia e della Commissione istituita dal vescovo di Civita castel-

lana, accusata di abusivismo edilizio (il gazebo eretto sul luogo delle apparizioni è stato rimosso) e di ricevere donazioni milionarie dai fedeli creduloni.

Per gli scettici la signora, oltre alla statuina della Madonna, ha portato da Medjugorje soprattutto l’idea per un fiorente business.

Anch’io spesso vedo la Madonna ma resto umile.

Per esempio tutte le volte che mentre mangio mi mozzico la lingua.

Quando urto l’alluce contro il piede del letto.

Durante la mia ultima seduta di igiene orale poi! Ho visto la Madonna e tutte le schiere angeliche. L’igienista, donnina piccola piccola con due

manine rubate alla siderurgia, ci ha dato dentro peggio di un fabbro incazzato. Mentre l’operaia martellava sui miei incisivi io, accettando il martirio, ho cercato di monetizzare la visione mariana chiedendo alla Beata i numeri del Superenalotto. La Vergine Maria mi ha risposto stizzita che no, i numeri non poteva darmeli… ‘avido materialista che non sei altro!’mi ha bacchettato, ma che nella sua infinita misericordia poteva anticiparmi il conduttore di Sanremo 2028 o svelarmi il quarto mistero di Fatima: il nome del fashion stylist di Cristiano Malgioglio.

Gli episodi autobiografici snocciolati dalla signora Gisella sono davvero bizzarri, al limite dello sketch comico.

Come quello secondo cui è stata la Madonna in persona, nota esperta di estimo e di contrattualistica immobiliare, a indicarle il terreno giusto da acquistare per le sue apparizioni.

Oppure di quando, durante un raduno di preghiera, la sedicente veggente compì il miracolo della moltiplicazione di gnocchi e pizza per sfamare una ventina di fedeli.

E poi un aneddoto sulla sua nascita: nata morta fu riportata in vita pochi minuti dopo, grazie alle preghiere della zia davanti ad una statua della Vergine.

Per non farsi mancare nulla, la miracolata, emula della Madonna, è recentemente ‘apparsa’ nel salotto di Vespa e ha raccontato di aver

subìto nel bagno di casa un attacco fisico da Lucifero, secondo una dinamica a metà tra Paranormal Activity e l’Esorciccio. Ma la domanda è: come faceva la signora a sapere che si trattava proprio di Lucifero in persona e non di un diavoletto qualsiasi?

Ho immaginato il satanasso bussare al campanello ed esibire il tesserino di riconoscimento, come un operaio Enel per la lettura del contatore. Qualche giorno dopo rieccola sullo schermo, stavolta dalla D’Urso e… colpo di scena! La Madonna piange in diretta tv!

Ma i rendez-vous ultraterreni della santona non terminano qui. Ha raccontato di aver incontrato in passato anche Gesù, descritto come ‘giovane, capelli lunghi, occhi verde azzurro e molto bello’. Uguale uguale all’immagine di Nostro Signore sui libri di catechismo.

Il Padreterno invece dice di non averlo ancora visto, ma che è in lista d’attesa. Scommettete che lo descriverà come un vecchio con la barba bianca e la lunga tunica, ora accigliato ora bonario, una sorta di ibrido tra Babbo Natale e Capitan Findus? Spararle grosse ok, va benissimo, ci sta…. ma signora Gisella, se vuole conquistare il Grande Pubblico, quello scettico con le falangi sul telecomando e lo sberleffo in canna, ci deve mettere più fantasia nel copione… Orsù, s’inventi qualcosa di inedito, che ne so… apparizioni hitech, qualcosa di mai sentito, di magnificamente spettacolare, di divinamente iperbolico!

Ma gli animalisti hanno sempre e comunque ragione?

Egregio Signor Adelino, personalmente la conosco soltanto così, indirettamente, attraverso stralci di racconti di politica locale, che sentivo anche così involontariamente, attraverso due mie insegnanti di oltre 40 anni fa e che fra l’altro mi hanno cambiato in buona parte la mia vita in carrozzina, e che ringrazio ogni giorno col pensiero proprio con infinita gratitudine; ho pensato di rivolgermi a lei e alla sua rubrica della posta sul “nostro” giornale delle Giudicare per la questione dell’orso. Gli animalisti stanno difendendo in tutte le

maniere quest’orso. Come si fa a far prevalere sempre e comunque l’orso, anche di fronte alla sua uccisione di un giovane ragazzo? E sopratutto come si fa a rimane così freddi e meschini davanti all’immenso dolore, di quei due genitori che hanno perso così assurdamente il loro figlio?

Sentendo poi della scandalosa, a mio avviso, manifestazione di protesta, da parte degli animalisti voluta e fatta addirittura sotto l’abitazione privata di Fugatti ad Avio, mi si è proprio stravolto lo stomaco per la sensazione di totale disgusto, per

non usare un’altra parola, che ho provato verso queste persone che di fronte a questa tragedia vogliono far prevalere sempre e comunque l’animale feroce.

E a Lei sembra proprio giusto tutto questo?

E adesso tutti noi abbiamo letteralmente paura ad andare a farci una semplice passeggiata nei nostri boschi o sulle nostre montagne: personalmente non mi azzardo proprio più a spronare mia madre, ormai anziana, a farsi un giro per rilassarsi un po’ su per il Passo del Durone, come faceva fino a non poco tempo

fa mentre io ero al centro diurno e ci stavo proprio tranquilla, dimenticandomi talvolta di dove mi aveva detto che andava come fa solitamente, poco prima che mi vengano a prendere, distratta come sono da alcune attività che devo svolgere al centro diurno. Ma adesso non sarà più così, quando mi dirà che andrà a farsi un breve giro a funghi, io starò al centro diurno col pensiero se non addirittura con la paura che mia madre possa incontrare l’orso, o il lupo che inizia a circolare anche lui qui all’interno delle nostre zone. Le sembra giusto

questo? Persone come mia madre, che praticamente sono nate e cresciute su in alta montagna, dove fra l’altro era estremamente faticoso procurarsi quel pezzo di pane quotidiano, che tra l’altro non bastava mai, ma che ci ritornano sempre tanto volentieri anche solo per riscoprire le proprie radici, o per semplicemente starsene un momento da soli con i loro ricordi più cari, Le sembra giusto che adesso per paura dell’orso, queste cose non le possano più fare? A me non lo sembra, in nessuna maniera. E se non provvederanno a

prendere soluzioni serie, pur tenendoci molto personalmente non mi recherò al voto il prossimo ottobre per protesta, ma sopratutto per solidarietà verso i genitori di Andrea Papi perché non si può essere uccisi da un orso e poi sentire che lo difendono pure, così come se nulla fosse stato. Questa è una cosa proprio inaudita e inaccettabile che merita, anzi che esige, giustizia. Ma una giustizia vera, come l’hanno chiesta i genitori di Andrea Papi.

PAG. 38 GIUGNO 2023 Tutti giù per terra

BOTTA E RISPOSTA

Ho una zia a cui voglio molto bene, è anziana, oltre gli ottanta e comincia a preoccuparmi. Non sempre capisce quello che le dico, dimentica facilmente le cose, non è più la mia zia di qualche anno fa.

Fabiano

Talvolta capita anche a me, ma non mi dispero. Ho letto da qualche parte che i cervelli degli anziani sono lenti perché hanno immagazzinato troppe cose nella loro vita e non sempre riescono a fare ordine nelle cose che sanno. Le persone non diminuiscono la loro capacità mentale, ci vuole solo più tempo perché hanno molte informazioni nella loro testa. E’ un po’ come il disco rigido del computer, tanto più è pieno di dati, tanto più rallenta le operazioni. Così fanno gli essere umani, ci vuole più tempo per accedere alle informazioni immagazzinate quando il loro

Le lentezze della vecchiaia

Pubblicità invasiva, ci vuole una legge

cervello è pieno. Tutto questo non ha niente a che fare con il cosi detto “declino cognitivo”. Per farla breve il cervello umano lavora più lentamente nella vecchiaia semplicemente perché ha una grande quantità di informazioni da gestire, accumulate e memorizzate nel tempo. I cervelli degli anziani non sono indeboliti, ma al contrario sono pieni di saggezza. E quando non ricordere-

mo una parola, un nome, una località, non ci dobbiamo scusare col dire “la mia testa non funziona come prima”, sarà più corretto dire: “il mio disco rigido è strapieno di informazioni...abbiate pazienza, prima o poi ci arriverò…”. Così stanno le cose per noi anziani, ne sono convinto, facciamo buon uso della nostra saggezza, e il nostro cervello si adeguerà. (a.a.)

La solitudine della presidente

La politica italiana vede ormai da qualche mese un uomo solo al comando. Anzi, per essere più precisi, una donna sola, Giorgia Meloni, alla guida del governo dopo le elezioni del 25 settembre scorso. Ora sono in molti a parlare della solitudine di cui soffrirebbe la nostra presidente del Consiglio, sembra che il suo percorso avvenga circondata da pochi amici fedeli, parenti e poche altre persone. Sembra non fidarsi molto degli alleati. Si dirà: ma, essendo giunta al potere alla testa di una coalizione, come può considerarsi sola?

Silvio

La situazione politica italiana non è per niente facile da spiegare. Di certo, la solitudine di cui si parla, è legata proprio alla fragilità dell’alleanza della quale fa parte che, molto spesso, e lo leggiamo tutti i giorni, tende a prendere le distanze da lei, la ostacola nelle sue scelte e nel suo lavoro, non per colpa di differenziazioni ideologiche, ma per una meno nobile questione di poltrone che si vorrebbero occupare. Così sono spesso i suoi compagni di cordata a farla sentire più sola confermando un vecchio detto:”dagli amici mi guardi Iddio che ai nemici ci penso io”. Quanto ai “nemici”, cioè all’opposizione, essa dovrebbe contribuire a spezzare la solitudine di colei che è alla

guida del Governo perché in qualunque sistema democratico è all’opposizione che compete svolgere una forte funzione di stimolo nei confronti del Governo. L’opposizione dovrebbe, cioè, indurre la maggioranza a serrare le file e far si che la presidente del consiglio sia tutt’altro che isolata. Purtroppo in Italia non è così perché ad una maggioranza tenuta insieme con la colla e che sta insieme solo per ragioni opportunistiche, c’è di contro una opposizione del tutto debole e ancora alla ricerca della strada da seguire. D’altronde, a breve termine, non c’è alternativa. Questa situazione, che dovrebbe facilitare il compito di Giorgia Meloni, è al contrario particolarmente complessa e difficile e lo stato di solitudine della Premier non giova a nessuno, men che meno al Paese.(a.a.)

Io non so come sia, ma non capisco come in certi canali Tv la pubblicità diventa insopportabile. Mi riferisco alla pubblicità inserita, senza preavviso, nei momenti clou delle trasmissioni. Di solito quando il telespettatore è coinvolto magari nell’emozionante finale di un film, sulla scena conclusiva irrompe una rabbiosa e roboante macchina che si offre a costi esorbitanti. Ma perché scegliere sempre i momenti più emozionanti per rompere le scatole...capisco la furbizia commerciale, ma talvolta esagerano, non può pensarci una legge a rimettere un po’ d’ordine nelle comparse pubblicitarie dell’attuale tv?

Lucio

Purtroppo hai ragione, credo che un po’ tutti siano infastiditi quando uno spot interrompe uno spettacolo che appassiona. E tanto maggiore è la tensione emotiva e tanto maggiore è l’irritazione. Purtroppo non è che ci

sia molto da fare, gran parte delle Tv sono aziende private, non hanno altre entrate che la pubblicità e quindi cercano di farne il più possibile e proporla nei migliore dei modi. Resta da chiedersi perché la Rai, che non è una azienda privata, a cui paghiamo il canone annuo, e che ottiene non pochi soldi dallo Stato, anch’essa abbia lo stesso comportamento delle Tv private, pubblicità in ogni momento, e soprattutto nei momenti più di intensa emozione. Mah! Ricordiamoci che nel 1995 con un referendum apposito che aveva proprio l’obbiettivo di impedire l’interruzione di film e partite di calcio con spot pubblicitari, la maggioranza degli Italiani (più di 15 milioni di votanti), si dichiararono contrari a questa proposta. Temo quindi che non ci resti che rassegnarsi, soffrire e sorbirsi la pubblicità così com’è proposta, anche perché cambiando canale, non è che cambino di molte le cose. (a.a.)

Ogni giorno una rissa in tv

Caro Adelino, guardo con interesse molte trasmissioni televisive dove is dibattono le vicende, belle e brutte, del nostro Paese. Da un po’ di tempo ho la netta sensazione che il tasso di litigiosità di coloro che partecipano sia di molto aumentato. Una volta succedeva di rado che l’ospite di un programma abbandonasse gli studi, oggi invece non passa sera che non si scateni una rissa con relative sedie vuote di chi se n’è andato.

Giovanna

Vero. Ricordo i bei tempi passati quando qualche personaggio, andato su tutte le furie abbandonava la trasmissione lasciando sbigottito ed imbarazzato il conduttore. Oggi siamo al contrario: se un conduttore non si vede sfuggire un

ospite inferocito, quasi ci rimane male... Scherzo, ma son davvero molti i casi di abbandono. Penso a Massimo Cacciari, Vittorio Sgarbi, Mauro Corona e tante altre persone (quasi tutte di grande cultura) che non resistono al colpo di teatro, si alzano incazzatissimi dalla sedia dopo essere stati contraddetti e spariscono (salvo poi magari ricomparire nella puntata successiva). Sarà un modo nuovo di dibattere? O magari l’abbandono sarà previsto da contratto per creare ansia e finire il giorno dopo su tutti giornali? La tolleranza è un esercizio difficile...ed ancor più lo è per i vip e le prime donne che riempiono i programmi televisivi. E’ un po’ anche colpa della situazione generale che stiamo vivendo, che ci rende tutti più nervosi e tesi, ma in realtà credo che alla fine sia tutta una commedia!

(a.a.)

PAG . 39 GIUGNO 2023
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