Giornale delle Giudicarie dicembre 2022

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Dicembre, mese del Natale, Festività e festa che invita tutti a essere più buoni e riflettere su di noi, e su chi sta peggio di noi. . A pagina 15

e d’amore. Le feste natalizie dovrebbero essere un’oasi di serenità da trascorrere con la famiglia, con i propri cari, con i ricordi del passato, con le speranze per il futuro.

Ma quest’anno non sarà il solito Natale. A pagina 12

PAG . 1 DICEMBRE 2022
Ospedale sempre in bilico Focus Sanità ALLE PAGINE 4-6-7 All’Enaip sbarca la robotica Scuola A PAGINA 19 Un Natale di riflessione sulla coerenza PER LA VOSTRA PUBBLICITÀ SUL GIORNALE DELLE GIUDICARIE sponsorgdg@yahoo.it - 3356628973 - 338 9357093 EUROPA di Paolo Magagnotti Buon Natale! Le Comunità di Valle in mano ai sindaci Riforme TRUFFE Una mano arriva dall’arbitro bancario A pag. 10 ATTUALITÀ I bambini in marcia per la pace A pag. 14 RUBRICA Come eravamo A pag. 31 Presentato il nuovo Piano provinciale dei rifiuti A PAG. 8 Attualità ANNO 20 - DICEMBRE 2022- N 12 - MENSILE FONDATO NEL 2002 - Distribuito da www.giornaledellegiudicarie.it il iornale delle iudicarie Mensile di informazione e di approfondimento iudi G www.lacassarurale.it www.prendiilvolo.it Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella Le buone azioni... www.lacassarurale.it www.prendiilvolo.it Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella ...per la crescita del nostro territorio Il Natale
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di Adelino Amistadi

DALLE GIUDICARIE RASSEGNA STAMPA NOVEMBRE 2022

Galleria di Ponte Pià, tre le offerte per la realizzazione dell’opera

Tre le offerte arrivate per l’affidamento dei lavori della galleria di Ponte Pià, lungo la statale 237 del Caffaro. L’importo complessivo dei lavori in appalto è di 34,4 mln. La prima seduta di gara si è svolta giovedì 17 novembre presso Apac – l’Agenzia provinciale per gli appalti e contratti, ed è stata sospesa per una richiesta di soccorso istruttorio nei confronti di un concorrente. Già aggiudicati invece i lavori delle opere di difesa per 999.723 euro. I lavori sono stati aggiudicati all’impresa Geo Rock srl, con sede a Spiazzo. Concluse le procedure di gara anche per la realizzazione di un sottopasso alla variante di Mori ovest. L’opera è stata aggiudicata alla ditta ICT srl di Trento per un importo di 1.288.978 euro.

“Lo prendiamo come segno positivo” ha commentato il presidente Fugatti, in un momento in cui le gare rischiano di andare deserte per il caro energia e soprattutto a causa dei rincari sui materiali.

Spaccio di droga davanti alle scuole: denunciati cinque ragazzi a Tione

I carabinieri di Tione hanno denunciato cinque giovani del posto per spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta di tre minorenni e due maggiorenni che, nei mesi scorsi, avrebbero spacciato sostanze stupefacenti, in particolare hashish e marijuana, a giovani e giovanissimi delle Giudicarie. L’attività d’indagine, ha preso avvio lo scorso mese di ottobre, quando, nel corso di un normale servizio di controllo del territorio, i militari sorpresero un ragazzo, appartato in un parcheggio insieme ad un’altra persona. Viste le circostanze, la successiva perquisizione permise di sequestrare 13 grammi di hashish.

In casa del ragazzo sono stati sequestrati ulteriori 62 grammi della medesima sostanza stupefacente nonché materiale per il confezionamento. Le successive investigazioni, hanno per-

messo di individuare ulteriori soggetti impegnati, insieme a questi, nella medesima attività illegale.

La situazione più allarmante, che è emersa nel corso delle indagini, è che, in diverse occasioni, lo spaccio avveniva nei pressi delle scuole superiori.

False polizze assicurative per le automobili, denunciate due persone

La polizia locale delle Giudicarie di Tione ha denunciato due uomini residenti in Campania per truffa e riciclaggio.

I reati sono stati perpetrati ai danni di due persone, rispettivamente residenti a Tre Ville e Tione, che avevano contattato al telefono l’autore di un annuncio online e versato circa 400 euro ciascuno euro su una “PostePay” per stipulare una polizza assicurativa Rca per la propria auto. Controllati dalla polizia locale, i due hanno poi scoperto che nessuna polizza era stata attivata per le loro auto, mentre i documenti rilasciati dal presunto assicuratore, difficilmente raggiungibile, erano falsi.

Le indagini hanno permesso di rintracciare le due persone, di 42 e 51 anni, che nell’ultimo periodo avrebbero commesso molte altre truffe simili in tutta Italia, incassando decine di migliaia di euro sui loro conti correnti.

Dalla analisi delle movimentazioni bancarie sono emersi non solo cospicui prelievi di contante ma anche giroconti con piccole transazioni regolari ad una serie di altri soggetti.

Preore, don Ivo Leonardi, il prete ‘sorridente’ si è spento Don Ivo Leonardi si è spento sabato 26 novembre, nella Casa di Riposo “San Vigilio Fondazione Bonazza” di Spiazzo Rendena, aveva 92 anni. Era nato a Preore. Venne ordinato sacerdote a Trento nel 1954. Fu poi vicario parrocchiale a Rovereto S. Maria (1954-1958), poi parroco a Raossi (Vallarsa 1958-1964), Trento S. Martino (1964-1977), sacrista della Cattedrale di Trento e archivista del Capitolo (1977-1990), infi-

ne cappellano all’ospedale di Tione (1990- 1997),

Lo stambecco sulle Dolomiti di Brenta: sfida e opportunità. Oggi al Muse il seminario organizzato dal Parco per discutere l’ipotesi di reintroduzione Lo stambecco è un animale-simbolo delle Alpi. Nel 1995 venne iniziato anche nell’Adamello trentino un progetto di reintroduzione di questa specie, che ha portato a tutt’oggi, secondo le stime del Parco Naturale Adamello Brenta, allo sviluppo di una colonia di almeno 3-400 esemplari. Il progetto è stato indubbiamente una scommessa vinta, ed ha raggiunto oggi la sua maturità, anche se deve essere attentamente monitorato e, se necessario, aggiornato. L’altra ipotesi che si sta affacciando è quella di reintrodurre lo stambecco anche sul massiccio delle Dolomiti di Brenta. Una sfida e un’opportunità, sul piano scientifico, naturalistico e anche turistico, considerato il fascino che questo animale esercita sull’uomo. Dell’idea se ne è discusso in un seminario organizzato dal PNAB al MUSE di Trento, alla presenza di tecnici ed esperti e dei rappresentanti del Parco dello Stelvio-Trentino e di Paneveggio-Pale di San Martino, nonché di LAV, UNZCA, federparchi, Safari Club e del servizio faunistico della Provincia.

Dopo 110 anni chiude l’Alimentari Bertini. Un altro pezzo di storia cimighese se ne va per sempre CIMEGO – Dopo 110 anni, l’alimentari Flavio Bertini & Maria Lucia Facchini - dislocato in Via Vittoria 52 a Cimego - chiuderà per sempre il prossimo 31 dicembre. “ La concorrenza di supermercati e l’inarrestabile crescita dei costi gestionali risulta nel nostro caso soffocante“ avverte il capo fila Flavio fratello di Maria Lucia. Da qui l’amara decisione.

DALLA PROVINCIA

Al via in Trentino un progetto europeo per giovani neet

Iniziativa rivolta a giovani che non studiano, non lavorano o non sono inseriti in progetti di formazione. Coinvolgerà in Trentino circa 300 giovani per favorirne l’autonomia. Si tratta del progetto europeo COPE «Capabilities, opportunities, places and engagement – Capacità, opportunità, luoghi e coinvolgimento». COPE è un’iniziativa rivolta a giovani Neet, che coinvolgerà in Trentino circa 300 giovani per favorirne l’autonomia, l’inclusione sociale e lavorativa e il benessere proponendo interventi individualizzati di accompagnamento e pianificazione di percorsi e interventi condivisi e attuabili nella comunità. L’evento di presentazione delle fasi operative, organizzato dalla Direzione per l’integrazione socio sanitaria di Apss in collaborazione con il Dipartimento salute e politiche sociali della Pat e la Federazione Trentina della Cooperazione – Consolida, ha visto la partecipazione di rappresentanti di istituzioni sanitarie, sociali, del mondo della scuola e del terzo settore.

Fugatti e Zanotelli sostengono la petizione di Coldiretti contro il cibo sintetico l presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti e l’assessore all’agricoltura, Giulia Zanotelli hanno sottoscritto la raccolta firme di Coldiretti che punta a promuovere una legge che vieti produzione, uso e commercializzazione del cibo sintetico in Italia. “I prodotti della nostra tradizione fanno parte del patrimonio culturale del territorio, sono garanzia di salubrità e favoriscono la valorizzazione dei contesti agricoli anche in chiave turistica” sono le parole dell’assessore Zanotelli. Secondo gli esponenti della Giunta, non è pensabile che il Made in Trentino venga messo a rischio: “Prosegue dunque l’impegno dell’Amministrazione nel sostenere i diversi comparti della nostra agricoltura. In una fase complessa come quella attuale, continuiamo a scommettere su innovazione tecnologica e ricerca”. L’assessore Zanotelli evidenzia dunque la necessità di “formare e informare sempre più la nostra comunità, partendo dalle giovani generazioni, su cosa significhi consumare prodotti locali: preservare l’agricoltura nelle nostre valli e garantire la continuità delle nostre aziende, acquistare prodotti di qualità e sicuri, difendere ciò che siamo e la nostra storia”.

Eliminare la violenza contro le donne In Provincia di Trento sono presenti sia servizi residenziali che non residenziali che offrono alla donne vittime di violenza accoglienza e sostegno. In particolare i primi offrono accoglienza alle donne vittime di violenza e ai loro figli e sono la Casa Rifugio, le comunità di accoglienza mamma/bambino e l’abitare accompagnato. I secondi, in particolare il Centro Antiviolenza, offrono invece servizi quali consulenza psicologica e sociale; orientamento nella scelta dei servizi sanitari e socio-assistenziali territoriali; percorsi di reinserimento sociale e lavorativo; percorsi rivolti ai figli minori, eventualmente presenti, di recupero del trauma in modo autonomo rispetto agli interventi sulla madre coinvolta nella situazione di violenza. Accanto a questo è disponibile il servizio CUAV - Centro per uomini autori di violenza per uomini che vogliono modificare il loro comportamento

violento.

Marmolada, revocata la “zona rossa” Con la revoca dell’ordinanza che istituiva la “zona rossa”, per la Marmolada si apre una nuova fase. Venti settimane dopo il crollo del seracco nei pressi di Punta Rocca, che aveva strappato la vita ad 11 escursionisti, il sindaco di Canazei Giovanni Bernard ha firmato il documento che consente nuovamente l’accesso alla Regina delle Dolomiti.

Quasi 3 milioni di arrivi e 11,5 milioni di presenze: l’estate da record del turismo trentino

Una stagione davvero da primato, che ha bruciato anche il precedente record del 2019, l’anno del boom turistico pre-pandemia. Un “lunga” estate (maggio-ottobre) da incorniciare per il turismo trentino che in questo 2022 ha centrato i risultati da fenomeno, degni di quelli degli atleti del Festival dello Sport. Quasi 3 milioni di arrivi certificati (per la precisione 2.834.940) e addirittura 11,5 milioni (11.498.303) di presenze certificate. Significa rispettivamente 165.844 arrivi (+6%) e ben 507mila presenze (+5%) in più sul 2019. Che diventano +29% e +20% sul “lontano”, si fa per dire, 2015.

A dirlo sono i dati elaborati da Trentino Marketing e forniti dall’Ispat, Istituto di statistica della Provincia autonoma di Trento.

Natalità, bonus di 5.000 euro per le famiglie con più di due figli

Un contributo economico una tantum di 5mila euro per le famiglie con più di due figli, riconosciuto all’arrivo del terzo nato o dei successivi. È la misura che sarà introdotta in via sperimentale dal 2023 dalla Provincia autonoma di Trento, rivolta a sostenere la creazione di famiglie numerose. Nella convinzione, supportata dai dati, che sono proprio i nuclei con più di due figli ad essere una delle risorse per rispondere all’inverno demografico.

La terra dei Samurai al Castello del Buonconsiglio inaugurata la mostra “Incontri in Giappone” dedicata alla Terra del Sol Levante. In mostra le raccolte orientali di Giuseppe Grazioli e le fotografie di Felice Beato. La mostra, curata da Pietro Amadini e dalla direttrice del museo, Laura Dal Prà, racconta il Giappone attraverso fotografie e oggetti d’arte collezionati da Giuseppe Grazioli, il religioso ed agronomo trentino che dal 1864 al 1868 si recò a Yokohama alla ricerca di uova del baco da seta sane, divenute introvabili per la diffusione della pebrina, la malattia che aveva compromesso la produzione sericola di tutta Europa.

Fondazione Dolomiti UNESCO: conclusa la presidenza trentina

Si è svolto lunedì 21 novembre, a Cortina d’Ampezzo (Belluno) il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Dolomiti UNESCO, durante il quale è avvenuto il passaggio di consegne tra il presidente uscente, Mario Tonina, vicepresidente della Provincia autonoma di Trento e assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione, e il nuovo presidente Stefano Zannier assessore alle risorse agroalimentari, forestali, ittiche e montagna della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

PAG. 2 DICEMBRE 2022 A cura della REDAZIONE
Rassegna Stampa
Il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it. Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro

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28 giugno 1925. Veniva posata e benedetta a Tione la prima pietra dell’ospedale mandamentale dei giudicariesi, per il progetto degli ingegneri Zadra e Odorizzi. La pubblicistica dell’epoca ci racconta che “è destinato a soccorrere anzitutto i bisogni della popolazione del mandamento di cui Tione è centro. La prima pietra segna il principio di questa grande opera che, auspice la benedizione divina, concordia e carità porterà a compimento”.

“Buongiorno, vuole saperne una?”. Si avvicina così, al bar, un signore con le mani in tasca e l’aria di chi proprio deve buttar fuori il rospo. “Dica!”. “Sono cardiopatico. Ho telefonato al cup nel mese di gennaio per una visita cardiologica”. Ebbene? “Ebbene, mi hanno chiamato per darmela a metà dicembre. Fago tempo a morir!”. Replichiamo che questo non è un problema della sanità giudicariese, ma di quella trentina in generale. Ma qualcuno ci sente parlare di sanità e si avvicina: vuole partecipare al dibattito. E non c’è storia: saltano fuori racconti allarmanti. Non diciamo da terzo mondo, che non è e comunque non vogliamo passare da disfattisti, ma sicuramente allarmanti. Parli di sanità nelle Giudicarie e ti vengono in mente alcune strutture carenti. Prima di tutto l’ospedale, l’eterno malato che dovrebbe curare i malati. Poi c’è il territorio: ci sono le case della salute che non godono di buona salute. Infine (solo perché ci fermiamo qua) c’è la residenza sanitaria assistenziale di Tione.

L’ospedale Scrivere di questa grande struttura che domina Tione è fare un esercizio di informazione noiosa: si sono sporcate centinaia di pagine con l’inchiostro dell’indignazione. Nato come presidio importante per l’intero comprensorio, è cresciuto, diventando negli

anni un punto di riferimento per una comunità numerosa come quella giudicariese: numerosa e lontana dai centri più popolosi, con una viabilità da basso impero. E non lo diciamo con piglio satanico, ma semplicemente come una constatazione. Vita tranquilla, quella del nosocomio tionese, con medici i cui nomi rimbalzano nelle sale della memoria di chi ha superato i quattro o i cinque decenni di vita. I Chesi, i Miori, i Mariotti e i Nicolodi, Medin Mon e Ollapalli. Battaia e Nordio (unica donna che ci viene alla mente), E poi, anzi prima, Castaman, Picone, Gino... Ma fermiamo qui l’orologio della memoria, sapendo di aver fatto un torto a chi abbiamo ignorato fra i vecchi e avvertendo che non volevamo citare gli attuali, fra cui ci sono certamente bravi professionisti. Un punto di riferimento prezioso, si diceva. Fino a quando qualcuno lassù ha deciso che un ospedalino come quello di Tione aveva delle ferite incurabili. E allora è partito lo smontaggio.

Anno di magra 2014. Dalla

Provincia si annuncia che un punto nascite in cui vengono alla luce poche centinaia di bambini non è degno di rimanere aperto. Le genti giudicariesi si ribellano e raccolgono in un mese (estate 2014) 23.000 firme, che venerdì 12 settembre vengono consegnate a Ugo Rossi, allora presidente della Provincia. Ci punge sempre una curiosità: quei malloppi di firme in quale “armadio della vergogna” troveranno ospitalità? Non c’entra con il nostro ragionamento, lo sappiamo. Comunque sia, da quell’anno cominciano i guai veri per il punto nascite, che (sia

detto fra parentesi) viene chiuso ufficialmente per motivi di sicurezza: se si fanno pochi parti i medici non sono allenati, perciò potrebbero sbagliare. Questa la versione ufficiale.

Il contratto Passa il 2014 e arriva il 2015. Si insediano i tavoli di trattative fra Provincia, Azienda sanitaria e Comunità di Valle. Quest’ultima reclama, a nome dei sindaci: “Se ci togliete il punto nascite dovete darci qualcosa”.

“Ma si capisce. State scherzando? Cosa volete?”. “Diciamo che ci interessa il

potenziamento del reparto di ortopedia, perché Campiglio e Pinzolo sono lì a testimoniare che serve mettere a posto femori e clavicole”. “Nessun problema”. “E ci sarebbe anche radiologia...”. “Chiaro che sì!”. 2015-2022: sette anni di vacche magre. In realtà non è successo niente o quasi. Ritardi su tutto il fronte. Ortopedia minaccia di essere ridotta da struttura complessa a struttura semplice, ossia senza un primario e quindi senza autonomia.

Già adesso ha un primario a scavalco con Cles. Manca ancora un direttore medico, che significa un capo con la visione d’insieme per governare trecento lavoratori e lavoratrici.

Lo spazio non ci concede di citare tutte le magagne. Certo è che nello scorso autunno i sindaci hanno deciso finalmente di indossare la fascia tricolore e di recarsi a Trento. Sono stati ricevuti con tutti gli onori, non c’è niente da dire, ma i rappresentanti degli eredi dei ribelli del Dazio di Tempesta (sì, la stiamo infiorando un po’ troppo) stavolta erano decisi a vendere cara la pelle. Allora sono arrivate le promesse: ortopedia diventerà struttura complessa, con primario e medici per rendere il reparto efficiente. Poi arriverà il direttore: infatti i responsabili di Azienda e Provincia hanno promesso di far partire un concorso per l’assunzione del direttore.

Sarà l’ennesima promessa da... marinai?

In cerca di un residenza Secolo Ventesimo. Nelle Giudicarie sono nate e si sono sviluppate ben sei case di riposo, a Santa Croce di Bleggio, Spiazzo, Pinzolo, Storo, Condino e Pieve di Bono, capaci di ospitare circa cinquecento anziani.

E chi conosce il territorio si renderà conto che in tanta abbondanza c’era un buco: la Busa di Tione. “Noi chi

siamo?”, chiedevano alle pubbliche istituzioni gli anziani, di cui si fece portavoce (e che voce!), il Circolo Pensionati di Tione. Per quanto alzassero il timbro di voce, ai pensionati di Tione e dintorni fu spiegato che il numero degli ospiti di case di riposo nelle Giudicarie sono già tanti.

Però... Però servirebbe una residenza sanitaria assistenziale ospedaliera: una struttura capace di ospitare le cure intermedie. Tradotto: chi esce dall’ospedale e attende di essere avviato in casa di riposo o a casa propria, o (tocchiamoci) al camposanto, ha diritto di stare in una residenza comoda ed accogliente. Viene ricavata nell’ala vecchia dell’ospedale e comincia a funzionare all’inizio del terzo millennio. Viene affidata subito all’esterno, per anni a Con.Solida., Consorzio delle Cooperative sociali del Trentino, che affida la gestione a Spes (grande esperienza nella gestione di case di riposo), che a sua volta chiede la collaborazione a due Cooperative locali: Assistenza e Lavori in corso. Gli anni passano e nel 2013 l’Azienda sanitaria indice una gara d’appalto con offerta economicamente più vantaggiosa, vinta da St Gestioni, società partner di Spes. Contratto deliberato dall’Azienda sanitaria nell’aprile del 2014, per un costo di 861.009,30 euro. Tagliando per scorciatoie, arriviamo al 2022, quando Spes sostiene di non farcela più: il suo amministratore delegato cerca personale in Albania, ma evidentemente le ricerche sono vane. Così si arriva al 3 novembre, quando le due realtà (Spes e Azienda sanitaria) firmano la rescissione consensuale del contratto.

Ecco un altro tema discusso dai sindaci con fascia tricolore a Trento. Ed ecco il coniglio in uscita dal cilindro di Ferro, laddove Ferro non è il metallo, ma il direttore della sanità trentina.

“Dopo il Covid, durante il quale abbiamo sacrificato la struttura ai malati della pandemia, torneremo ad una residenza sanitaria assistenziale ospedaliera con cure intermedie, così com’è nata: diciotto posti letto più due in hospice, per malati terminali, in modo da evitare di andare a Mezzolombardo, Trento o Mori”.

PAG. 4 DICEMBRE 2022 Sanità
Sarà
quando? Ospedale, sempre in bilico I sindaci giudicariesi hanno incontrato (per l’ennesima volta) la Provincia ricevendo qualche rassicurazione. Ma i problemi della sanità locale sono anche le case della salute e la residenza assistenziale di Tione. di Giuliano Beltrami �������������� ���������������������������������������������������������������������������� ����������������������������������������������������� ��������������������������������������������� ������������������������������� ��������������������������� ����������������������������������� �������������������������������� ������������������ ���������������������������������� ����������������������� Augura alla Spettabile clientela Buon Natale e un Felice Anno Nuov o ..
vero? E
PAG . 5 DICEMBRE 2022

Perché è stata intrapresa un’iniziativa tanto eclatante come una discesa a Trento di tutti i sindaci giudicariesi e come si è svolto il confronto?

Da molti anni assistiamo a un progressivo indebolimento dell’ospedale di Tione, prova ne è il fatto che quello della sanità locale, in assoluto, risulta l’argomento di cui si è discusso maggiormente in Conferenza dei Sindaci nell’ultimo decennio. Alla luce di nuove problematiche, emerse di recente, abbiamo ritenuto che il modo più opportuno ed eclatante per far sentire la “voce del territorio” fosse quella di recarci in Provincia. Si è trattato naturalmente di un confronto molto diretto e schietto, in cui abbiamo esposto le nostre preoccupazioni e ascoltato attentamente le proposte formulate dall’Azienda sanitaria. Ammetto di aver apprezzato lo sforzo di recepire le richieste, rivedendo anche orientamenti già assunti, ma fa comunque riflettere che si rendano necessarie simili mobilitazioni per la difesa di posizioni che dovrebbero essere incondizionatamente garantite: è chiaro che il disegno complessivo in materia di sanità pubblica, da troppo tempo, evidenzia gravi lacune, ad ogni livello.

Una delle questioni affrontate riguarda l’Unità operativa di ortopedia”, al cospetto del paventato “declassamento” da “struttura complessa” a “struttura semplice”, condizione che contemplerebbe inevitabilmente la perdita del primario. Quali sono i motivi per cui i sindaci hanno

Perché è stata intrapresa l’iniziativa tanto eclatante della discesa a Trento di tutti sindaci giudicariesi e come si è svolto il confronto?

L’iniziativa di scendere a Trento con le fasce tricolori è stata decisa dalla Conferenza dei Sindaci ad unanimità per dare rilevanza ai problemi evidenziati per l’ospedale di Tione e riportare le richieste nella sede opportuna a Trento con il Presidente Fugatti, l’Assessore Segnana ed i vertici dell’Azienda Sanitaria. Importante anche la presenza dei tre Assessori giudicariesi, Mario Tonina, Roberto Failoni e Mattia Gottardi che si sono impegnati ad affrontare le problematiche evidenziate. La Conferenza dei Sindaci ha voluto dare un segnale di compattezza a difesa del nostro ospedale, struttura fondamentale per dare risposte dal punto di vista sanitario per i giudicariesi ma importante anche sotto l’aspetto del occupazione e da quello sociale.

Il confronto introdotto da una relazione puntuale da parte di Giorgio Butterini, Presidente della Comunità delle Giudicarie, oltre che sotto l’aspetto politico si è sviluppato anche dal punto di vista tecnico e sanitario con il dott. Antonio Ferro Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria e i suoi collaboratori.

“L’Azienda sanitaria ha accolto le richieste del territorio, ora attendiamo i fatti”

espresso con forza la volontà di mantenere la struttura complessa?

Nel 2016 venne sottoscritto un protocollo che sanciva la chiusura dell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia e la contestuale valorizzazione di reparti ritenuti fondamentali: tra questi, rientra “Ortopedia”, comparto nevralgico per i residenti, ma anche per i turisti. Il prospettato declassamento, determinato da esigenze contingenti, rappresenterebbe una situazione di grave elusione dell’accordo sottoscritto da Provincia, Azienda sanitaria e Territorio appena sei anni fa. Ma a prescindere da questo, riteniamo che un reparto dignitoso sia strettamente legato anche alla presenza di un primario, figura che consideriamo irrinunciabile, nell’immediato come in futuro.

Recentemente è arrivata la notizia inattesa della chiusura della Residenza Sanitaria Ospedaliera di Tione, che nel periodo antecedente la pandemia offriva risposte con-

crete ai pazienti giudicariesi, che necessitavano di periodi di riabilitazione post ricovero. Che risposte hanno dato i vertici provinciali?

Va detto che tale situazione è stata determinata dalla scelta della Cooperativa affidataria, che ha deciso di chiudere la RSAO alla fine di ottobre e che negli ultimi due anni il reparto era stato riservato esclusivamente ai malati di Covid. Ciò premesso, la nostra preoccupazione è determinata dal fatto che un servizio essenziale per il territorio, diretto a offrire periodi di ristoro e recupero a persone (in particolare anziani) bisognosi di lunghe degenze, è venuto meno.

L’Azienda sanitaria, recependo la richiesta dei sindaci, si è impegnata a introdurre un nuovo reparto, incardinato nell’Unità operativa di medicina e pronto soccorso, riservato alle cure intermedie, dedicate ai pazienti che vengono dimessi dall’ospedale e che necessitano di un ulteriore periodo di riabilitazione o rieducazione. Tale divisione

ospiterà 18 posti letto, di cui 2 riservati all’hospice ovvero destinate ad accogliere i malati terminali.

Altra criticità segnalata dagli Amministratori locali è riferita alla carenza del personale medico ed infermieristico nelle diverse Unità operative di medicina e pronto soccorso, radiologia, anestesia e chirurgia con conseguenti difficoltà per garantire un servizio di qualità. Che soluzioni possono essere trovate? Si tratta di una problematica di complicata risoluzione, che interessa l’intero comparto sanitario e che, fisiologicamente, accentua i suoi effetti negli ospedali periferici, natu-

ralmente meno attrattivi verso il personale specializzato. Allo scopo, ritengo che debbano essere promosse delle “strategie incentivanti”, valutando la possibilità di offrire a medici e infermieri opportunità concrete, ma dobbiamo anche essere coscienti che la “reputazione dell’ospedale” risulta determinate rispetto alle scelte dei professionisti. Anche per questo deve essere prodotto il massimo sforzo per rendere le nostre strutture aziende funzionali, ben organizzate e, appunto, attrattive: è infatti difficile pensare che una persona decida di trasferirsi in un luogo di lavoro lontano dai centri cittadini, soprattutto se investito da molteplici problemi.

Un’ulteriore istanza dei sindaci riguarda l’introduzione della figura del Direttore Generale per l’ospedale di Tione, professionista a cui dovrebbe essere demandata una funzione organizzativa e di coordinamento tra le diverse Unità operative. Che prospettive ha indicato l’Azienda Sanitaria?

Ritengo che molte criticità interne avrebbero potuto essere evitate nel momento in cui vi fosse stata una figura dirigenziale, deputata specificatamente al coordinamento generale dell’ospedale e dei reparti: un simile riferimento manca da molti anni e, come spesso sottolineo, non è concepibile che un’azienda con 300 dipendenti non ne sia dotata.

Nella risposta formulata dall’Azienda sanitaria alle istanze dei sindaci si rileva l’obiettivo di procedere nell’immediato con la selezione di un Direttore medico dedicato in maniera esclusiva all’ospedale di Tione.

Diciamo che, in termini generali, l’Azienda sanitaria pare aver formalmente accolto le richieste del territorio; ora, vigili, attendiamo i fatti.

“Forte compattezza dei sindaci giudicariesi a difesa dell’ospedale”

Una delle questioni affrontate riguarda “l’Unità operativa di ortopedia”, al cospetto del paventato “declassamento” da “struttura complessa” a “struttura semplice”, condizione che contemplerebbe inevitabilmente la perdita del primario. Quali sono i motivi per cui i sindaci hanno espresso con forza la volontà di mantenere la struttura complessa?

Ortopedia è e deve restare anche in futuro un settore di eccellenza per l’ospedale di Tione con un primariato dedicato, considerando l’ampio territorio al quale fa riferimento tra cui zone turistiche di richiamo quali Madonna di Campiglio. Se si comincia oggi a declassare l’Unità togliendo il Primario il destino di Ortopedia sarebbe quello di un ridimensionamento senza alcuna certezza che rimanga un servizio di eccellenza.

La vicenda del declassamento progressivo negli anni dei punti nascita fino alla chiusura definitiva è un esempio che non deve ripetersi.

Recentemente è arrivata la notizia inattesa della chiusura della Residenza Sanitaria Ospedaliera di Tione, che nel periodo antecedente la pandemia offriva risposte concrete ai pazienti giudicariesi, che necessitavano di periodi di riabilitazione post ricovero. Che risposte hanno dato i vertici provinciali?

La cooperativa che gestiva la RSAO negli ultimi mesi aveva lanciato l’allarme in quanto non riusciva a reperire il personale per il servizio ed inoltre alla fine dell’anno scadeva il contratto con l’Azienda Sanitaria. Le risposte dei vertici provinciali penso possano essere considerate positive in quanto nei prossimi mesi,

verrà aperto un nuovo reparto definito di “Cure intermedie” con 18 posti letto di cui 2 per le cure palliative e fine vita. A breve dovrebbero partire i concorsi per reperire il personale partendo da quello che già operava nella struttura.

Altra criticità segnalata dagli Amministratori locali è riferita alla carenza del personale medico ed infermieristico nelle diverse Unità operative di medicina e pronto soccorso, radiologia, anestesia e chirurgia con conseguenti difficoltà per garantire un servizio di qualità. Che soluzioni pos-

sono essere trovate? La carenza di personale medico e infermieristico è un problema generale che riguarda tutta l’Italia e non solo e parte da numero chiuso introdotto per accedere alle facoltà di Medicina. E’ necessario che vi sia maggior apertura per l’accesso all’Università ed una selezione meritocratica degli studenti in modo da programmare un ricambio della classe medica e infermieristica. L’Azienda sanitaria si è impegnata ad attivare i concorsi necessari ma nel breve periodo non so se riusciranno a coprire tutti i posti mancanti.

Un’ulteriore istanza dei sindaci riguarda l’introduzione della figura del Direttore Generale per l’ospedale di Tione, professionista a cui dovrebbe essere demandata una funzione organizzativa e di coordinamento tra le diverse Unità operative. Che prospettive ha indicato l’Azienda Sanitaria?

Questa è una richiesta forte dei Sindaci. Non si può prescindere da un direttore generale per l’ospedale di Tione. Un direttore che, a differenza del passato, sia presente sempre a Tione in modo da conoscere tutti i problemi del nosocomio, coordinare le diverse Unità operative e trovare la soluzione ai problemi della intera struttura.

Anche in questo caso i referenti provinciali hanno accolto la richiesta e nei prossimi mesi dovrebbero approvare un bando di concorso per il direttore generale.

PAG. 6 DICEMBRE 2022 Focus: sanità
Eugenio Antolini, sindaco di Tione

I Sindaci dei Comuni giudicariesi e gli Amministratori della Comunità sono preoccupati per la situazione attuale e le prospettive dell’Ospedale di Tione e sono scesi a Trento per farLe presente questa situazione e ricordarLe gli impegni assunti dalla Provincia con il protocollo sottoscritto nel 2016 dalla precedente Amministrazione provinciale. Come si è svolto il confronto?

Il confronto è stato costruttivo e concreto. Oltre alla sottoscritta e al direttore generale dell’Azienda sanitaria Antonio Ferro, erano presenti il presidente Maurizio Fugatti, gli assessori Mattia Gottardi, Roberto Failoni e Mario Tonina. Abbiamo ribadito che l’attenzione di questa amministrazione all’offerta dei servizi sanitari in tutta l’area del Trentino occidentale è ai massimi livelli e intendiamo mantenere gli impegni presi, dando una risposta forte alla comunità. Abbiamo analizzato insieme il Protocollo sottoscritto nel 2016 rassicurando gli amministratori sull’impegno nel rispettare quanto richiesto, elencando punto per punto le cose portate a termine. In particolare abbiamo fornito le dovute rassicurazioni ai sindaci e agli amministratori delle Giudicarie sia sulla Residenza sanitaria ospedaliera (RsaO) che sull’Unità operativa di Ortopedia. Nell’incontro abbiamo fatto il punto sui lavori che interesseranno la struttura a partire dal prossimo anno. Nei primi mesi del 2023 è infatti

Segnana: “L’Ortopedia di Tione sarà valorizzata”

previsto il completamento della ristrutturazione del piano terra, ex zona Trentino emergenza 118, per la sistemazione definitiva delle attività di Medicina fisica e riabilitativa, con palestre, ambulatori, studi medici e box per terapie fisiche. È poi in fase di progettazione, con finanziamento già assegnato da parte del Dipartimento Salute pari a 700.000 euro, la realizzazione della nuova centrale di sterilizzazione nella zona terminale del terzo piano. Questo consentirà di migliorare gli spazi e i percorsi del blocco operatorio, razionalizzando gli spazi attualmente occupati dalle attività di sterilizzazione all’interno del blocco.

La prima preoccupazione riguarda il paventato declassamento dell’Unità operativa di ortopedia” da “struttura complessa” a “struttura semplice” cioè depotenziata e priva di Primario. Quali sono le prospettive per questa Unità operativa ritenuta fondamentale per le Giu-

dicarie sia per la popolazione sia per i numerosi turisti che frequentano soprattutto le nostre aree sciistiche?

Su questo abbiamo voluto rassicurare i sindaci, all’incontro ha partecipato anche il dott. Fabrizio Cortese, direttore del dipartimento ortopedico-traumatologico, per ribadire che Ortopedia di Tione è un servizio indispensabile all’interno della rete, considerata anche la forte vocazione turistica del territorio. Il nuovo assetto dell’ospedale del centro giudicariese prevede infatti la valorizzazione dell’Unità Operativa di Ortopedia, che vedrà un riassetto organizzativo con l’obiettivo di garantire efficienza e stabilità, anche alla luce della risposta traumatologica dovuta appunto al turismo invernale.

Recentemente è arrivata la notizia inattesa della prossima chiusura della Residenza Sanitaria Ospedaliera di Tione che prima della pandemia offriva ri-

sposte concrete ai pazienti giudicariesi che necessitavano di periodi di riabilitazione post ricovero. Non ritiene grave che una struttura così importante e che ha richiesto ingenti fondi per essere realizzata, in futuro rimanga chiusa? Meglio fare un po’ di chiarezza: è stato illustrato come questa realtà manterrà la sua funzione di presidio sanitario sul territorio, passando ad una gestione “interna” dell’Apss che la destinerà dal 2023 quale sede per le cure intermedie, sarà dunque inserita all’intero dell’organizzazione dell’Unità operativa di Medicina interna. La programmazione prevede di convertire i posti letto RsaO in posti letto per cure intermedie, saranno a disposizione 18 posti, di cui 2 posti per le cure palliative (hospice), un servizio in più alle valli del Chiese. In questa nuova struttura potranno trovare risposta anche situazioni particolari, che avrebbero necessità di un decorso più lungo, previo accordo con il reparto. Dirò di più: in vista della riapertura della RsaO l’Azienda provinciale per i servizi sanitari pubblicherà specifici bandi

per l’assunzione del personale, con la possibilità di riassorbire i lavoratori della cooperativa. Quindi con una garanzia ulteriore di continuità per il personale che ha già maturato esperienza all’interno della struttura. La proposta organizzativa, prevede poi l’aumento della dotazione organica che arriverà a 8 infermieri, 10 Oss, 1 coordinatore infermieristico, 1 medico e 1 terapista della riabilitazione.

Altra criticità segnalata dagli Amministratori locali è riferita alla carenza del personale medico ed infermieristico nelle diverse Unità operative di medicina e pronto soccorso, radiologia, anestesia e chirurgia con conseguenti difficoltà per garantire un servizio di qualità. Quali sono le prospettive per far fronte alle criticità evidenziate?

A partire dal prossimo anno sono previsti, come dicevo, importanti lavori che riguardano la sistemazione del piano terra dove troveranno spazio le attività di Medicina fisica e riabilitativa, nonché la realizzazione della nuova centrale di

sterilizzazione funzionale al blocco operatorio. Si tratta di una riorganizzazione complessiva dell’Ospedale che va di pari passi con quella del personale. Nel dettaglio, come stabilito nel Protocollo sottoscritto nel 2016, si prevede la riqualificazione e il potenziamento dell’attività in ambito ostetrico-ginecologico prevedendo, oltre ai servizi già presenti che vanno dal percorso nascita al consultorio fino alla specialistica ambulatoriale ginecologica, un ulteriore ammodernamento delle apparecchiature diagnostiche e una rivalutazione del medico ginecologo alla luce delle prenotazioni. Sarà ovviamente mantenuta l’operatività in ambito chirurgico e anzi verrà dato corso allo sviluppo di nuove progettualità volte a favorire la condivisione di percorsi assistenziali con i medici di Medicina generale. Sul fronte del personale si prevede di integrare l’organico in tutti i reparti: se l’area del comparto per quanto riguarda infermieri e Oss è sostanzialmente coperta, vanno potenziati i tecnici di radiologia e quelli di laboratorio, con bandi specifici, sui quali è al lavoro l’Azienda sanitaria, per attrarre personale.

Ultima richiesta dei Sindaci è quella dell’introduzione della figura del Direttore Generale per l’ospedale di Tione con una funzione organizzativa e di coordinamento tra le diverse Unità operative. Quale sarà la Vostra risposta? Anche in questo caso voglio rassicurare la comunità: è infatti in corso la procedura di selezione di un candidato idoneo che dovrebbe portare, entro poche settimane, all’individuazione del direttore ospedaliero della struttura.

PAG . 7 DICEMBRE 2022
Focus: sanità
Stefania Segnana, assessora alla Sanità della Provincia di Trento Augura al la Spettabile clientela Buon Natale e un Felice Anno Nuov o ..

Di matrimoni moderni e prime notti di nozze

La Maroca ha chiuso porte e finestre. Il freddo invernale sta distruggendo le buone abitudini del paese, e la Maroca con la sua osteria è l’unico posto rimasto per il convivio dei soliti amici pieni di senno e di dottrina che si ritrovano quasi ogni giorno per discutere dei problemi che affliggono il mondo d’oggi. Ovvio che l’ostessa accolga i suoi sodali nel migliore dei modi, “fornella a ole” pienamente funzionante che garantisce tepore alle parti più nobili dei convitati e grappa a volontà ch’è come dare droga ad un cavallo. Questo

come inizio, poi, sistemate le ossa ed i legamenti più restii, recuperata la normale respirazione, la bevanda consigliata torna ad essere il buon vino, da tempo invecchiato nelle cantina antica della Maroca. Oggi l’argomento sul tappeto non è da poco, coinvolge un po’ tutta l’umanità, e ci prova ad introdurlo come al solito l’Abele, mente sopraffina: “ Ho visto attraversare la piazza l’Albertino con la Giuseppa, innamorati più che mai, si tenevano abbracciati come se temessero di perdersi, sono anni che sono morosi, si

sposeranno prima o poi? Sono una bella coppia…. Oggi non ci si sposa più... sembra che il matrimonio sia diventato un fardello...” “E’ tutto da ridere... ormai i matrimoni d’oggi durano meno dei fidanzamenti.. guarda l’Abertino che hai visto prima, quei due sono morosi da dieci e più anni, ma non hanno nessuna intenzione di sposarsi...fanno le vacanze assieme, passano le serate in compagnia, scommetto che ci fanno anche l’amore, li immagino progettare la loro casa, litigano come tutti, ma alla sera ognuno a casa propria.

Sembra che funzioni.” dice l’Aristide l’esperto, ha avuto più morose lui di Rodolfo Valentino. “Funziona eccome! Poi quando finalmente vanno ad abitare sotto lo stesso tetto, non funziona più. In poco più di 36 mesi, così dicono le statistiche, sono già separati...” sentenzia l’Arcadio che la sa lunga. “E’ un problema di tempi, dice il sindaco (ex) Filippo, se potessero sposarsi quando vogliono e non quando possono, forse le cose andrebbero meglio, la durata media del matrimonio aumenterebbe con la felicità delle mamme. Orma siamo passati dalla crisi del settimo anno al tracollo del terzo.... Siamo ormai dei coniugi pro tempore, licenziabili in qualsiasi momento...” “Amarsi e dirsi addio in poco più di mille giorni, per un governo in Italia sarebbe un già una bella durata, ma per un matrimonio è un fallimento. Il bello è che si erano promesso di farlo durare fin che morte non li separi…. è come non avessero più niente da dirsi e da fare... beati i nostri tempi!” dichiara convinto l’Arcadio nostal gico. “ E come si potrebbe rimediare ad un casino così diffuso?” è la domanda che sorge spontanea. La risposta tocca al sindaco (ex) Filippo: “Secondo me, quando il matrimonio è al limite, si dovrebbe pensare a spendere, progettare di comprare assieme una casa, o cambiare l’arredamento della cucina, della sala...

potrebbe essere una buona terapia, un modo per tornare ai sogni di quando si era fidanzati….anche perché i sogni ti danno speranza...poi, quando cominciano a girare i pannolini da cambiare, i calzini da lavare, i letti da rifare, le cose si fanno complicate...alla fine non restano che poche svogliate carezze e qualche tenerezza… la ricetta di un matrimonio stabile secondo me è un po’ come quella della torta della mamma: nella vita di tutti i giorni si tratta di esserci un po’ di più, talvolta un po’ di meno, un po’ prima forse, un po’ dopo...” “Ha ragione il parroco quando te la racconta: coniuge dal latino è colui col quale condividi il giogo, eh si, mentre compagno è colui con cui condividi il pane...e i nostri giovani preferiscono condividere il pane piuttosto che il giogo...forse non hanno tutti i torti...” dice l’Osvaldo caccola che nella sua vita si è sempre rifiutato di condividere sia il giogo che il pane. “Taci tu, che il giogo non l’hai voluto condividere con nessuno e il pane l’hai condiviso per tutta la vita solo con il tuo cane, che ne sai tu di giogo e di pane da condividere...” interviene con rabbia l’Arcadio. “, “Maroca, vino, un fiasco di quello buono che gli animi si stanno scaldando...” ordina l’Abele: La Maroca non vedeva l’ora d’essere chiamata in campo, ha anche lei la sua da dire.

Portato il fiasco, mani ai fianchi, “muso”brusco, voce stentorea ( si fa per dire): “Adesso vi dico la mia, ho ascoltato le vostre chiacchiere sul matrimonio, non avete tutti torti, le cose andavano meglio ai nostri tempi, ma andavano meglio per voi maschi, eravamo noi a portare il giogo, eravamo noi a sopportarvi quando tornavate a casa mezzi ubriachi, eravamo noi a chiudere gli occhi quando andavate a ballare il sabato sera ...eravamo noi a cercare la pace dopo un litigio...eravamo noi le vostre schiave...il mio uomo è morto sul più bello...avrei potuto risposarmi, ma di errori nella vita si cerca di farne il meno possibile...così son rimasta sola e felice! Basta così?” Non ci fu risposta, ma il fiasco si svuotò di colpo. Era meglio tornare su ragionamenti più equi, più saggi, più sereni… Il sindaco (ex) Filippo volle chiudere nel migliore dei modi la lunga discussione sul matrimonio di oggi e ci riuscì alla grande: “Un tempo, la prima notte di nozze, gli sposi afferravano insieme la peretta che pendeva dalla tastiera del letto e insieme spegnevano la luce. Era un modo per invocare la grazia di morire da vecchi nello stesso letto. Oggi non succede più...” “Dipenderà dal fatto che nelle camere di oggi ci sono troppi interruttori...” concluse l’Aristide. La serata continuò con altri argomenti, ma più che altro con altre bevute e i ragionamenti si facevano sempre più nebulosi. Fu allora che la Maroca, ancora nervosa per l’intervento poco apprezzato di poco prima, decise di chiudere. Ordinò l’evacuazione della sua osteria “Tutti a casa, gridò, che stupidate per oggi ne avete dette anche troppe...Fuori!” E al vostro Saltaro non restò che andarsene convinto invece che la situazione uscita dalla discussione non sia per niente esagerata, anzi le cose vanno ancora peggio, lo sapranno in cielo, sarà compito del vostro Saltaro informare chi di dovere di come stanno andando le cose anche in Giudicarie, terra di persone probe, virtuose da sempre nei secoli dei secoli e che ora sembra siano avviati sulla strada della perdizione. Fra poco è Natale...meditiamo gente, meditiamo!

PAG. 8 DICEMBRE 2022
Il Saltaro

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ai lavori

Finalmente, dopo quattordici lunghi anni, ha iniziato a concretizzarsi il progetto di demolizione e successiva ricostruzione ex novo della scuola primaria di Storo. Quello che fino a qualche anno fa a molti sembrava un sogno, ora pian piano sta diventando realtà. Come spesso accade per le opere pubbliche, l’iter dei lavori ha attraversato diverse amministrazioni. Per il progetto preliminare bisogna infatti tornare al 2008, quando l’allora sindaco era Settimo Scaglia. Il finanziamento arrivò poi nel 2013 ai tempi dell’assessorato provinciale per i lavori pubblici di Mauro Gilmozzi e quando la comunità storese era guidata da Vigilio Giovanelli. Nel corso dell’amministrazione di Luca Turinelli, invece, prese forma il progetto definitivo che predisponeva tra l’altro la scuola provvisoria nei moduli, dove gli studenti si sono trasferiti a gennaio 2021 e che sta garantendo tutt’ora il regolare svolgimento dell’attività scolastica. A fine anno 2020, a pochi mesi dall’insediamento del primo cittadino Nicola Zontini, l’ufficio tecnico comunale ha completato l’iter di verifica ed ha approvato il progetto esecutivo della nuova scuola elementare. Inoltre sono stati affidati gli incarichi tecnici per la direzione lavori, il coordinamento della sicurezza ed il collaudo. Nel corso dell’anno 2021 è stato preparato ed espletato l’appalto di due lotti funzionali. Il primo, per la demolizione della scuola esistente da ormai sessantacinque anni e per lo scavo, è stato aggiudicato a Green Scavi Srl di Vezzano che ha presentato un ribasso del 7,7% sulla base di gara di 390.839,38 euro. I lavori sono cominciati ad inizio 2022 e si sono conclusi l’estate scorsa. Per il secondo lotto invece, inerente la realizzazione della nuova struttura, è stata necessaria la gara europea poiché si tratta di lavori per quasi 6 milioni di euro. L’impresa Ingegneria Costruzioni e Servizi Appalti Srl con sede a Roma ha presentato la migliore offerta tecnica ed economica: ribasso del 29,5% sulla base di gara di 5,9 milioni di euro. Una volta completate tutte le verifiche da parte di Comune e Apac, a metà ottobre è stato sottoscritto il contratto e da un paio di settimane il cantiere è stato consegnato all’impresa. In questi giorni sono iniziati i lavori con gli

apprestamenti del cantiere e le strutture di fondazione. La spesa complessiva è di 8,5 milioni di euro, con un finanziamento provinciale di 7,1 milioni e ulteriori 1,4 milioni di risorse comunali, già inserite a bilancio. Sicuramente una delle opere più importanti mai realizzate prima nel comune chiesano. In merito a quando sarà pronto il nuovo edificio, l’assessore ai Lavori Pubblici ed Urbanistica del Comune di Storo Riccardo Giovanelli, spiega: «Da capitolato i lavori devono concludersi in due anni e mezzo, ma con le tempistiche è meglio andarci cauti. È infatti un periodo storico molto complicato per i cantieri, dove il costo delle materie prime è schizzato in alto ed i tempi per l’approvvigionamento dei materiali si sono molto dilatati. – E continua – Seppur in una situazione difficile rimaniamo fiduciosi per il proseguo per quello che per

il Comune di Storo rimane il lavoro pubblico di edilizia più importante degli ultimi decenni.».

Nel nuovo stabile, all’avanguardia per rispondere ai moderni standard di risparmio energetico e sicurezza sismica oltre che alle nuove esigenze della didattica, troveranno spazio ben undici aule, due aule speciali, cinque laboratori, il laboratorio di informatica, quello di musica, la mensa scolastica per le scuole elementari e medie, le aule per gli insegnanti ed il personale ausiliario, gli uffici del dirigente scolastico e della segreteria del plesso scolastico oltre ai vari depositi, archivi e locali di servizio. Ambienti di apprendimento più sicuri, innovativi e moderni per maggiore qualità anche della didattica.

Della vecchia scuola sarà preservato e conservato il bassorilievo dell’artista Aroldo Pignattari presente

sulla facciata di via San Floriano, che ha accompagnato l’ingresso a scuola di tantissimi storesi, quelli nati tra il 1944 ed il 2014: «Abbiamo salvato il pregevole bassorilievo in argilla- racconta Giovanelli- l’opera era del 1955 e la sua preservazione rappresenta una linea di continuità fra passato e futuro. È nostra intenzione trovare il modo di inserirla all’interno del nuovo edificio, in modo che una parte della vecchia scuola viva ancora in esso».

Insomma, un’opera necessaria ed attesa da tempo, che, a 10 anni dal finanziamento provinciale, finalmente ha preso il via.

«L’avvio di questo cantiere – ha detto a proposito il sindaco di Storo, Nicola Zontini- corrisponde per la nostra Amministrazione Comunale al raggiungimento di un risultato importante. Era una tra le nostre priorità fin dall’inizio. Siamo riusciti a centrare il nostro obiettivo mettendoci le risorse che mancavano e facendo parti-

re dopo tanto tempo i lavori. Siamo contenti che le gare siano andate a buon fine e che la demolizione sia stata veloce. Ora dobbiamo continuare ad essere fiduciosi e scongiurare imprevisti. Al giorno d’oggi è importante garantire strutture migliori e più efficienti, soprattutto per un comparto come la scuola. Un’opera che rappresenta un investimento, non di poco, sul futuro e l’attenzione verso le generazioni del domani.».

PAG. 10 DICEMBRE 2022 Territorio
Storo, dopo 14 anni via
per la nuova
Il progetto preliminare risale al 2008. La spesa complessiva è di 8,5 milioni di euro, con un finanziamento provinciale di 7,1 milioni e ulteriori 1,4 milioni di risorse comunali
Armani
scuola
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PAG . 11 DICEMBRE 2022 DI SCONTO SU TUTTI I MODELLI DEI NOSTRI APPARECCHI ACUSTICI SOLO A DICEMBRE 20% OH-OOHH-OHHHH!!! DAI UNA SVOLTA AL TUO UDITO CON MICRO EVOLV L’APPARECCHIO ACUSTICO INVISIBILE E POTENTE LA DIFFERENZA SI SENTE!

Natale è silenzio

Questo testo poetico di David Maria Turoldo, mi ha colpito per quante volte nomina la parola silenzio, quasi il contrario e la negazione della parola, eppure la parola nasce dal silenzio, trova la sua culla e la sua fonte nel silenzio.

Un silenzio abitato dall’ascolto, dal non giudicare, dalla disponibilità a venirti incontro; questo è il silenzio di Dio, di quel Verbo deposto nella culla, capace solamente di un fioco vagito.

Riscopriamo il silenzio, interiore ed esteriore, per essere

Continua dalla Prima

Con una guerra feroce alle porte, con migliaia di morti, e l’arrivo di centinaia di migranti nei nostri porti che sembrano non finire mai, ci sarà poco da stare in pace. Sarà un Natale di ansie, timori e di inquietudini, in attesa di nuovi e continui bombardamenti sull’Ucraina e di continui arrivi di barconi di migranti disperati sulle coste italiane. E sono quest’ultimi che da tempo occupano le prime pagine dei giornali la cui lettura non sempre porta la necessaria chiarezza su quel che sta succedendo nelle acque del Mediterraneo. Quello dell’immigrazione è un problema molto attuale. Ogni giorno in Italia arrivano centinaia di migranti da paesi africani e non solo, spesse volte si ritrovano ammassati su barconi improvvisati senza cibo né acqua. Tra questa gente disperata ci sono uomini, donne (alcune anche incinte), e bambini.

Purtroppo molti di loro non resistono agli stenti e perdono la vita in mezzo al mare, nell’indifferenza di gentaglia senza scrupoli che li sfrutta col solo intento di ricavare denaro.

Sono persone che stanno scappando dalla fame, da feroci dittature, persecuzioni, guerre, genocidio, e dallo schiavismo ancora imperante in alcuni stati africani. Prima di giungere a noi su quei precari barconi che tanto detestiamo, vengono rinchiusi nei campi di detenzione libici dove vengono picchiati, seviziati, ammassati gli uni su gli altri con i corpi divorati dalla scabbia. Bene che vada, alcuni di loro (senza documenti di identificazione) vengono rispediti nella loro terra dalla quale avevano deciso di fuggire, quelli che restano devono ade-

in comunione con noi e con gli altri, riscopriamo la preghiera fatta di silenzio davanti al mistero di Dio, allora la sua Parola potrà risuonare in noi. Una persona vale non tanto per quante parole sa dire, ma da come sa far silenzio davanti a te.

E rispettiamo il silenzio di Dio, anche di fronte alle tante miserie del mondo d’oggi, alle guerre che insanguinano il pianeta, ai bambini che muoiono di fame, alle perso-

ne disgregate dalle divisioni familiari. Dio non tace, ci ha già detto tutto, nel Suo Figlio,

che anche in questo Natale bussa alle porte del nostro cuore per portarci la pace.

MENTRE IL SILENZIO

Mentre il silenzio fasciava la terra e la notte era a metà del suo corso, tu sei disceso, o Verbo di Dio, in solitudine e più alto silenzio.

Fin dal principio, da sempre tu sei, Verbo che crea e contiene ogni cosa, Verbo, sostanza di tutto il creato, Verbo, segreto di ogni parola.

La creazione ti grida in silenzio, la profezia da sempre ti annuncia; ma il mistero ha ora una voce, al tuo vagito il silenzio è più fondo.

E pure noi facciamo silenzio, più che parole il silenzio lo canti, il cuore ascolti quest’unico Verbo, che ora parla con voce di uomo.

A te, Gesù, meraviglia del mondo, Dio che vivi nel cuore dell’uomo, Dio nascosto in carne mortale, a te l’amore che canta in silenzio

Natale, tempo di Pace

guarsi ad una condizione di vita precaria e fare i conti con il palese razzismo di non pochi italiani, che vedono l’immigrazione come una minaccia per il nostro Paese. A dir il vero, gran parte di loro, continuano la fuga. Sono in molti a cercare d’andarsene dall’Italia, preferiscono altri stati europei, altri ancora, presi dalla disperazione, arrivano a compiere gesti sconsiderati (rapine, aggressioni, stupri) alimentando cosi l’avversione e l’intolleranza dei nostri connazionali e a farne le spese sono anche gli stranieri che vivono ormai da molto tempo in Italia e che si sono sempre comportati correttamente. Purtroppo l’Italia è il paese che più di tutti ha subito e subisce le conseguenze della massiccia ondata migratoria a causa della sua posizione geografica che la pone al centro del Mediterraneo e quindi vicina più d’ogni altro paese europeo all’Africa. Ma l’Italia non è sempre stata un territorio di arrivo e di approdo per migliaia di stranieri in cerca di condizioni di vita migliori, al contrario, l’Italia è stata soprattutto un luogo di partenza e di addii: sono stai gli italiani, infatti, ad essere protagonisti del più grande esodo migratorio che abbia interessato l’epoca moderna. A partire dall’Unità d’Italia (1861) e per circa un secolo, furono davvero moltissimi gli italiani che decisero di lasciare il proprio paese natale per cercare fortuna altrove. Si calcola che siano più di 24 milioni gli italiani espatriati in tutto il mondo. La nostra provincia, il Trenti-

no, può contare su 700 mila migrati dalla fine dell’ottocento ad oggi. Ancor oggi organizzati in circa 125 circoli sparsi un po’ in tutto il mondo coordinati ed assistiti dall’Associazione Trentini nel Mondo. Ed è qui che vorrei portare un mio contributo personale sulla questione migratoria che ci riguarda. Una trentina d’anni fa ebbi la fortuna di poter far visita a gran parte dei Circoli trentini, incontrare gli ultimi migranti ancora vivi, sentire le loro storie, dar loro una mano per eventuali difficoltà. Riassumendo mi sono incontrato alcune volte con i trentini d’Australia e della Nuova Zelanda, altre volte con i trentini del Canada e degli Usa, da Toronto a Montreal, da San Francisco a Denver e Cincinnati, tutti ormai perfettamente integrati e in gran parte benestanti, molto diverse le cose nell’America Meridionale, Argentina, Brasile, Cile e Uruguay, dove invece trovai, accanto a gente che stava discretamente bene, ancora un sacco di gente in difficoltà, gente che magari era migrata da quaranta, cinquant’anni, e ancora non s’erano integrati e vivevano al limite della miseria. Nei loro racconti, vi chiedo di credermi, c’era molto di quanto oggi leggiamo dei migranti che arrivano sulle nostre coste. Nostri conterranei morti annegati, altri respinti, altri schiavizzati, e non fu facile per loro essere accettati e poter iniziare una vita indipendente e serena. Ma con ancora il cuore in subbuglio ricordo quando mi portarono a salutare un

nostro emigrato che il circolo di Buenos Aires considerava il più povero dei nostri migranti di quella città. Mi portarono in periferia, in mezzo ad una campagna deserta, sorgeva una piccolissima baracca fatta di quattro lamiere e poco altro. “Eccolo...” mi dissero. Mi avvicinai alla baracca che sembrava “en gabiot de le galine”, vi entrai, c’era un piccolo focolare con il fuoco acceso, un grande letto con dentro una signora anziana immobile, e un signore anziano, molto dignitoso, che me lo presentarono come un nostro conterraneo partito dall’Italia nel ‘22 e giunto a Buenos Aires dopo tre mesi di navigazione spericolata. Mi raccontò delle sue difficoltà, della moglie ormai immobile nel letto, un figlio mezzo matto che continuava a fuggire di casa, la Polizia glielo riportava, ma lui tornava a fuggire, una situazione drammatica. Non avendo soldi per la spesa, andava ogni due giorni in una fabbrica vicina dove gli mettevano da parte gli avanzi per sé e per la moglie, altro non poteva fare. Quando gli chiesi da che parte del Trentino fosse, mi disse, preso dalla commozione, che era di un bel paese vicino a Tione, era di Roncone. Fu per me una pugnalata e lo è ancora ogni volta che ci penso. Poi ci mettemmo al lavoro, riuscimmo a garantirgli un piccolo contributo mensile da parte della Provincia che gli permise di tornare a vivere quasi normalmente. Questa l’emigrazione della nostra gente, oggi rimane solo un ricordo, i nostri

migranti sono quasi tutti morti e i loro figli neanche più parlano il dialetto ma si sono conformati al Paese di cui ormai fanno parte.

Oggi è il turno dell’Africa con una popolazione di oltre 1 miliardo e trecento milioni di persone che non riesce a sfamare. Un continente ricco di materie prime, di gas, di petrolio, ma povero di cultura e sottosviluppato, ancora controllato dalle multinazionali che lasciano a quei Paesi le briciole dei loro immensi profitti. E cosi l’esodo dall’Africa è diventato un fenomeno di enorme portata, destinato ad investire in modo sempre più disastroso l’intero continente europeo. L’Unione Europea, abitata da 520 milioni di persone, con scarsa crescita demografica, fatica a rendersene conto e, vittima dei nazionalisti emergenti di questi anni, rifiuta di affrontarlo con senso di equità nell’assorbire il disagio, nell’integrazione dei disperati, nel sostentamento dei costi, nella ripartizione dei sacrifici. Purtroppo il resto d’Europa non vuole ammettere che i confini meridionali dell’Italia sono confini europei e che come tali andrebbero difesi con politiche comuni, pratiche ed immediate. Quanto accade a Ventimiglia, la chiusura dei porti francesi, il blocco della frontiera del Brennero, il muro ed il filo spinato dell’Ungheria non sono che segnali pericolosi del fallimento dell’intera costruzione europea che dovrebbe garantire sicurezza, protezione, crescita

economica, welfare e che senza una risposta unitaria finirà per essere ridotta in macerie. La soluzione dell’immigrazione, alla fine, non è per niente facile, nè può essere attuata nell’immediato, soprattutto ora che il terrorismo sta prendendo piede nel mondo e la guerra sta sconquassando l’Africa. Entrano in ballo così tante variabili che sembra quasi di trovarsi dinanzi ad un problema impossibile da risolvere. Speriamo che i nostri politici sappiano scegliere quel che è opportuno fare e quel che non si dovrebbe mai fare. Anzi tutto non credo che proclami razzisti e di linguaggio propagandistico elettorale servano a qualcosa, perché avere una manciata di voti in più, non farà di certo diminuire il flusso migratorio né darà lavoro agli italiani, a cui certo un nero non ruba il posto. In secondo luogo organizzare meglio le forze dell’ordine e aumentare i controlli dovrebbe essere una strada da percorrere senza ma e senza se: molto spesso gli immigrati finiscono in giri criminali, assieme a molti altri italiani, e dunque è da questi giri che bisogna partire. In terzo luogo bisognerebbe puntare su accordi seri con l’Europa, che sembra voler scaricare sull’Italia il problema degli sbarchi, ora che alcuni Stati hanno persino chiuso le frontiere: non c’è solo la crisi economica da risolvere in un mondo dove quella sociale sta prendendo il sopravvento.

PAG. 12 DICEMBRE 2022 Riflessioni
di Don Luigi - parroco delle Pievi di Bono e Condino

Attualità

Si rinnova a Madonna di Campiglio l’appuntamento in notturna con la classica di sci alpino più antica d’Italia e la Coppa del Mondo Fis. Sarà il Canalone Miramonti il giudice dello slalom pre-natalizio che promette di attrarre migliaia di persone in un’atmosfera di festa e sport.

Lo sci nella Perla delle Dolomiti di Brenta troverà la sua massima espressione nell’appuntamento prenatalizio con la 3Tre. Lo slalom notturno di Coppa del Mondo di sci alpino si svolgerà come sempre sul Canalone Miramonti – 17.45 e 20.45 gli orari delle due manche – per l’edizione numero 69 di un mito senza tempo.

La 3Tre, sotto Natale, è pronta a trasformare Madonna di Campiglio nel “place to be”, proponendo il fascino di un weekend elettrizzante (si comincia il 21 dicembre con il tradizionale sorteggio dei pettorali nella centralissima Piazza Sissi), celebrità, momenti glamour e irresistibili party notturni.

Se poi si riesce a respirare l’atmosfera magica del Canalone Miramonti (i biglietti per lo slalom sono in vendita sul sito ufficiale www.3trecampiglio.it), assieme al boato inconfondibile che anticipa le discese degli azzurri, il Natale dei sogni può diventare realtà. Sono attese oltre quindicimila persone ai lati di uno dei templi dello slalom mondiale che, anno dopo anno, ha

consacrato le stelle più luminose del firmamento internazionale.

Dopotutto, la 3Tre non è una gara come le altre. A Madonna di Campiglio la selezione è naturale. È sufficiente dare uno sguardo all’albo d’oro dell’evento: Colò, Thoeni, Gros, Stenmark, Zurbriggen, Girardelli, Tomba, e ancora Matt, Miller, Kostelic, Rocca, Neureuther, Hirscher, Yule, Kristoffersen e il campione in carica Foss-Solevaag. In poche parole, il meglio del meglio a livello mondiale.

Nelle ultime stagioni, regna l’equilibrio nello slalom maschile, ancora alla ricerca di

un padrone dopo l’addio alle competizioni del fenomeno austriaco Marcel Hirscher.

Il norvegese Henrik Kristoffersen, due volte vincitore a Campiglio, sembrava il maggior indiziato a raccoglierne il testimone, ma alle sue spalle soffia il vento dei più giovani connazionali Lucas Braathen e

Atle Lie McGrath, del più esperto Sebastian-Foss Solevaag, del francese Clement Noel e degli austriaci Manuel Feller, Marco Schwarz e Johannes Strolz.

A Campiglio, manca da 17 anni invece un successo azzurro – l’ultimo fu quello

di Giorgio Rocca nel 2005. Gli atleti più accreditati per rompere il digiuno saranno il giovane Alex Vinatzer, quar-

to lo scorso anno e terzo nel 2020, e il veterano Giuliano Razzoli, con Tommaso Sala, Simon Maurberger e il trenti-

In palio c’è anche l’ambita

Fulmine, prezioso

riemerso dalla storia della 3Tre, di cui solo i re del Canalone Miramonti possono fregiarsi.

Prima e dopo la gara, le emozioni continuano, così come la festa, ma è chiaro che una notte come quella della 3Tre la si vive una volta all’anno. E chi lo fa, di solito non vede l’ora di tornare.

PAG . 13 DICEMBRE 2022
no della Val di Fassa Stefano Gross pronti a sorprendere. Maglia simbolo
Il grande sci sotto l’albero Dal 26 novembre si scia a Madonna di Campiglio, dal 3 dicembre a Pinzolo e in tutta la Skiarea. Il 22 dicembre a Campiglio c’è la 3Tre. Prima manche alle 17.45, seconda alle 20.45 IL PROGRAMMA MERCOLEDÌ 21 DICEMBRE Ore 18.00 – Sorteggio dei pettorali (Piazza Sissi) GIOVEDÌ 22 DICEMBRE Ore 17.45 – Inizio Prima Manche (Canalone Miramonti) Ore 18.30 – 3Tre Hour (Piazza Sissi) Ore 20.45 – Inizio Seconda Manche (Canalone Miramonti) Ore 23.00 – 3Tre Party Night (Piazza Sissi)

Omne agens agendo perficitur

Nei vari numeri di quest’anno del nostro Giornale, sotto il titolo Omne agens agendo perficitur, dizione latina traducibile in termini semplici anche nel detto popolare aiutati che Dio ti aiuta, abbiamo cercato di argomentare brevemente in merito a due fondamentali principi posti a fondamento di una società che possa crescere armonicamente e sulla base di una sana giustizia sociale. Abbiamo perlato della sussidiarietà e della solidarietà, che assieme alla dignità umana e al bene comune dovrebbero rappresentare colonne portanti della stessa società. Concludiamo la serie delle nostre riflessioni sul tema richiamando alcuni passeggi della nostra Costituzione italiana che fanno riferimento diretto o indiretto a un a tali principi; principi ai quali si fa richiamo per rapporto sia alla sfera personale sia al quadro istituzionale. Già nell’articolo 3 della Costituzione vi è un dettato di grande importanza a sostegno del valore della dignità umana e nel richiamo alle pubbliche istituzioni ad operare per

garantire il bene comune. Questo il testo del dettato: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Si tratta di dettato che contiene valori e principi che da una parte possono lasciare spazi interpretativi, dall’altra parte costituiscono una guida che, se seguita con responsabilità, coerenza e impegno, presenta lievito fecondo per la crescita della società valorizzando al massimo capacità e potenzialità della persona, sia sotto il profilo individuale sia nelle aggregazioni sociali in cui decide liberamente di unirsi. La Repubblica, in tutte le parti che la compongono - Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato - deve creare le condizioni affinché i cittadini possano operare e collaborare per vivere in dignità e soddisfa-

Solidarietà e sussidiarietà nella Costituzione italiana

re le proprie esigenze.

Importante è il ruolo riconosciuto ai Comuni, cellule della democrazia in diretta simbiosi con i cittadini. Nell’articolo 118 della Costituzione si afferma che “Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni … sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza”. Un chiaro ed esplicito riferimento alla sussidiarietà, che se da una parte riconoscere poteri dall’altra impegna in azioni e comportamenti di responsabilità.

Lo stesso articolo, peraltro, riserva a entità istituzionali superiori ai Comuni - Province, Città metropolitane, Regioni e Stato - determinate funzioni amministrative qualora esse siano ritenute necessarie “per assicurarne l’esercizio unitario”.

Evidentemente i Comuni non possono portare i propri cittadini all’esaurimento con insopportabili carichi fiscali - la stessa sussidiarietà lo escludeper svolgere autonomamente determinate funzioni per la comunità locale; chiaramente, in taluni casi di gravi difficoltà – pensiamo

al periodo che stiamo attraversando in seguito alla pandemia e dalla guerra in Ucraina - è assolutamente necessario l’intervento sussidiario di livelli istituzionali superiori.

Le articolazioni della Repubblica, inoltre, sono chiamate a favorire “l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla

base del principio di sussidiarietà”.

Vi sono situazioni nelle quali, qualora un’entità istituzionale non sia in grado o non voglia assumere determinati compiti che le competono, un’entità istituzionale superiore può intervenire in termini sostitutivi per fare ciò che deve essere fatto. Il merito, peraltro, “la legge definisce le procedure atte a garantire che i poteri

sostitutivi siano esercitati nel rispetto del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione”. In una costituzione che pone fra i principi base la dignità della persona non poteva evidentemente mancare un richiamo alla solidarietà. Nell’articolo 2, infatti, si afferma che la Repubblica, nel riconoscere garantire “i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità … richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Particolarmente importante nel quadro della nostra argomentazione è il riferimento alla solidarietà sociale, richiamata pure nell’articolo 119, in un punto in cui si fa riferimento alla promozione dello sviluppo economico e alla rimozione degli squilibri economici e sociali.

Certo, anche i principi costituzionali non possono trovare automatica applicazione; spetta al potere politico darne attuazione: nella misura in cui li stessi sono condivisi.

PAG. 14 DICEMBRE 2022 Riflessioni
Nell’esercitare poteri sostitutivi, lo Stato o la Provincia devono operare nel rispetto del principio di sussidiarietà, per il quale i Comuni sono destinatari privilegiati di funzioni amministrative.

Un Natale di riflessione sulla coerenza

Dicembre, mese del Natale, Festività e festa che invita tutti a essere più buoni e riflettere su di noi, e su chi sta peggio di noi. Una ricorrenza che se coinvolge in primo luogo i cristiani, non manca di positivi effetti catalitici in un mondo più esteso. E quest’anno motivi di riflessione per rapporto al significato della nostra vita e al modo con cui dobbiamo rapportarci verso gli altri – qualunque sia la loro fede – ve ne sono tanti.

L’unico nucleo di attenzione deve essere la persona come essere umano. La guerra in Ucraina – senza dimenticare molti altri conflitti più o meno estesi e noti che feriscono e uccidono persone in varie parti del Pianeta – ci impone in questo speciale periodo di impegnarci in particolari pensieri sui limiti della natura umana e sull’esigenza di far sì che si generino in tutti noi sentimenti di amore e condivisione.

E che dire dell’incessante calvario di migranti che ogni giorno rischiano la vita per cercare un posto dove vivere come esseri umani titolari di diritto alla dignità. Una dignità che troppo spesso viene messa in ombra, se non calpestata, da fredda logica di spartizione numerica, una spartizione subita più che condivisa con sincero e genuino sentimento di compassione. E’ triste seguire taluni dibattitti televisivi concentrati su diatribe riferite al numero di disperati accettati da questo o qual paese, invece di concentrarsi su proposte concrete per far diventare terre

della disperazione luoghi di speranza. Si tratterebbe indubbiamente di decidere interventi che richiedono non trascurabili risorse di cui in termini proporzionali dovrebbero privarsi popolazioni dei paesi il cui benessere costituisce calamita per i migranti. Da anni sentiamo politici parlare pomposamente di “Piano Marshall” per l’Africa, ma nessuna iniziativa concreta è stata assunta al riguardo; meglio elargire sovvenzioni che consentono la rielezione, e che gli africani aspettino. Certo, vi sono programmi della “cooperazione internazionale”, ma senza un coordinamento internazionale sono gocce nel mare. Sarebbe peraltro ingiusto non riconoscere i molti slanci di generosità della società civile. E’ terminata di recente a Sharm el-Sheikh la “Cop27”, ossia la ventisettesima conferenza della Nazioni Unite per contenere i danni causati dai cambiamenti climatici dovuti all’eccessiva emissione di anidride carbonica

nell’atmosfera. Aldi là di una sofferta convergenza – non ancora conclusa – per rimediare a perdite e danni subiti dai cambiamenti climatici nei paesi poveri e maggiormente esposti, ha dominare è stato l’egoismo. In merito va peraltro riconosciuto che la posizione dei rappresentanti dell’Unione europea è stata di grande responsabilità. Eppure, dopo tutto ciò, abbiamo fondamentali documenti europei ed a più ampia dimensione internazionale ispirati dai più nobili principi e valori a sostegno e tutela della dignità umana, della giustizia, della solidarietà, e l’elenco è senza fine.

Per quanto riguarda l’Unione europea, essa “si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società

caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini”. Qui è doveroso ricordare che le istituzioni europee da sole non possono garantire tutto ciò; è necessario che i suoi “soci” fondamentali, ossia agli Stati membri, operino coerentemente con tali principi e valori e attribuiscano all’Unione stessa i po-

teri necessari per poter coerentemente operare. Purtroppo l’egoismo nazionale prevale troppo spesso su tali principi, soprattutto quando si tratta di solidarietà.

Vi è inoltre un eccezionale documento ritenuto di ispirazione divina che trova nei pilastri su cui si regge straordinari principi e valori di umanità, dignità umana, giustizia e solidarietà: il Vangelo, che dovrebbe costituire

bussola anche per il comportamento quotidiano di milioni di cattolici europei. Non è purtroppo difficile riscontrare molti casi di incoerenza fra messaggio evangelico e relativo riscontro nella pratica per rapporto alla solidarietà e alla giustizia sociale. Non ci si permette evidentemente di fare considerazioni su ciò che riguarda l’intima sfera personale e di fede di ognuno. Non si possono tuttavia non rilevare stridenti incoerenze quando si tratta, ad esempio, di questioni migratorie. Incoerenze che sono particolarmente gravi quando si tratta di leader di governo che dopo essere stati in chiesa a pregare ordinano l’erezione di barriere contro persone disperate e affamate, incuranti anche degli angosciosi appelli del Capo della Chiesa cattolica universale.

Molta più coerenza, dunque, per un mondo migliore. E che il Natale aiuti tutti noi nel praticare buoni principi e valori senza tempo.

PAG . 15 DICEMBRE 2022 Europa
La coerenza è una virtù che troppo spesso
di Paolo Magagnotti
vien persa per strada. Ad ogni livello sociale e istituzionale vi sono documenti, convenzioni e costituzioni che contengono principi e valori di grande importanza per la crescita di una società nella quale vi sia giustizia, concordia, solidarietà e pace. Purtroppo egoismi e interessi di parte incuranti del bene comune mettono frequentemente a nudo limiti umani assai dannosi.
Decorazione natalizia al centro del “Quartiere europeo” a Bruxelles Augura al la Spettabile clientela Buon Natale e un Felice Anno Nuov o .. Augura al la Spettabile clientela Buon Natale e un Felice Anno Nuov o ..

E’ il più grande vulcano attivo della terra. E’ grande quanto il Molise e dal momento che sorge dal fondo del mare, è anche la più grande montagna della terra : 9000 metri, più di 4000 sopra il livello del mare. Nel 1958 uno scienziato americano Charles Keeling ebbe l’idea di costruire un Osservatorio per misurare la concentrazione atmosferica della CO2 e lo volle proprio a Manua Loa, nelle Hawaii, alle falde del vulcano, a 3397 metri di altitudine.

Perché lontanissimo dal primo centro abitato e lontanissimo quindi da ogni altra interferenza antropica che avrebbe disturbato la misurazione della CO2.

Già negli anni 60 Keeling aveva intuito che la CO2 era la responsabile dei cambiamenti climatici e che stava aumentando vertiginosamente. Infatti oggi chiamiamo Curva di Keeling il grafico della variazione annuale della concentrazione della CO2.

Siamo passati da 315 ppm (parti x milione) del 1958 a 380 ppm del 2005 a 414 ppm del 2021. Secondo gli accordi di Parigi dovremmo contenere il riscaldamento climatico entro 1,5 °C. Ci riusciremo? Le previsioni sono catastrofiche, se la curva di Keeling si fermerà ce lo dirà il tempo. Se entro mezzo secolo si raggiungeranno le 500 ppm, l’aumento della temperatura potrebbe essere di 6 °C, quattro volte in più degli accordi di Parigi !!! Non considererò le ricadute come ondate di calore, eventi climatici estremi, ma mi soffermerò sui problemi medici, perché la salute del pianeta è intimamente connessa con la salute umana. C’è una “incapacità umana” a leggere gli scenari futuri e la recente Pandemia da SARS-CoV2 lo dimostra. I cambiamenti climatici influiscono in modo diretto sugli ecosistemi biologici a scapito della biodiversità col rischio molto elevato dell’insorgenza di malattie infettive. Gli ultimi cinque anni sono stati i più caldi della storia, i ghiacciai si sono ritirati del 12%, le ondate di calore hanno provocato

Salute e clima, l’inquinamento ci fa male (per davvero)

dei periodi di siccità eccezionali, si sono verificati cicloni e inondazioni mai visti prima. Le alterazioni del clima sono purtroppo dovute alle molteplici attività umane. Sappiamo che la maggior parte della malattie infettive si trasmettono dagli animali all’uomo e che le chiamiamo con termine tecnico zoonosi. Le zoonosi conosciute sono più di 200 e sono causate da virus, batteri, funghi e altri agenti infettanti. Il riscaldamento climatico modifica l’ambiente: la temperatura, l’umidità, la disponibilità di nutrimento possono favorire la possibilità di sopravvivenza o anche costringere alcune specie a cercare posti diversi in cui sopravvivere. Le variazioni del clima possono anche creare condizioni favorevoli in posti dove prima non era possibile vivere. Prendiamo il caso delle zecche che hanno modificato la loro distribuzione sia come estensione che come altitudine; sono aumentati i casi di morbo di Lyme e di encefalite legata alle zecche. E’ aumentato anche il loro periodo di attività ed è in espansione la babesiosi, un’infezione che colpisce il cane causata della zecche. Altro esempio sono le malattie trasmesse da

roditori particolarmente sensibili alle basse temperature, l’aumento delle temperature ne ha provocato l’espansione territoriale e di altitudine causando un numero notevole di infezioni virali di cui sono serbatoi. Altro esempio nelle regioni del nord il clima diventato mite ha reso stanziali alcuni uccelli acquatici prima costretti a migrare; alcune gravi dermatiti causate da larve che parassitano gli uccelli sono in aumento perché i bagnanti vengono in contatto con queste larve. Alcune zanzare endemiche nelle pianura padana si sono espanse anche nelle regioni alpine vicine causando patologie anche gravi perché portatrici di alcuni parassiti. Le condizioni climatiche più calde rendono più rapido il ciclo vitale delle zanzare ma ne aumentano il numero, questo spiega l’espansione in zone dove prima non erano vitali e la comparsa anche nel nord di malattie come quella legata al West Nile Virus (144 casi nel 2022 in Italia), la Dengue, la Chikungunja o la Zika. Anche la quantità di pioggia che cade concentrata o distribuita durante un lungo periodo può influenzare in modo significativo la sopravvivenza e l’abbondanza delle specie

che fungono da serbatoi o da vettori di infezione, esempi la febbre gialla o la malaria. Il clima secco favorisce la dispersione di molti funghi sotto forma di spore , mentre il clima mite contribuisce alla moltiplicazione dei parassiti. Il colera, causato da un batterio (vibrio cholerae), è naturalmente presente nel mare e si attacca a piccoli crostacei. La crescita e la sopravvivenza del batterio è legata alla presenza del plancton che risente delle variazioni della temperatura e alla presenza di acqua dolce. Nei paesi del nord Europa e della costa atlantica degli USA durante le ultime estati calde si sono avuti molti casi legati alla balneazione. Altro esempio è quello dello sviluppo importante della mucillagene marina, cresce abbondante per effetto del riscaldamento superficiale del mare. Può intrappolare un numero enorme di organismi patogeni che

venendo a contatto con gli esseri umani possono provocare molte patologie da contatto. Nella pubblica opinione incominciano a farsi strada paure legate alla possibilità che patogeni intrappolati nei ghiacciai o nella superficie ghiacciata delle regioni artiche possano liberarsi per effetto dello scongelamento. E’ un’ipotesi possibile ma che ancora non si è verificata. Come pure non si può ignorare che vi possa essere una evoluzione vantaggiosa per alcune specie a scapito di altre per effetto del clima. E’ prevedibile che il cambiamento climatico determinerà altri effetti sulla salute umana facilmente ipotizzabili; problemi legati all’acqua potabile, al cibo disponile ma non distribuito per tutti, all’aria salubre, alle abitazioni sicure, agli eventi catastrofici estremi, agli incendi, alle malattie legate allo stile di vita, alle migrazioni forzate legate

alla sussistenza. Non va dimenticata la posizione geografica delle nazioni, per l’effetto catastrofico che si può generare dovute alle caratteristiche del suolo, alle variabilità climatiche stagionali, all’inquinamento industriale, al rischio sismico, agli eventi atmosferici estremi. Noi siamo abitanti del pianeta Terra, ma molto spesso lo dimentichiamo. Il nostro sistema non ha risorse infinite, le consumiamo in fretta, siamo abitanti non ospiti, siamo già otto miliardi di persone. Tutti possiamo fare la nostra parte ma in particolare gli operatori sanitari che sono a contatto giornaliero col termometro più sensibile del pianeta : i suoi abitanti !!! Mi risuonano ancora le parole del discorso del segretario generale dell’ONU Antonio Gutierrez alla COP 27 di Sharm ElSheikh: siamo su autostrada per l’inferno climatico con un piede ancora sull’acceleratore.

PAG. 16 DICEMBRE 2022
La maggior parte della malattie infettive si trasmettono dagli animali all’uomo. Sono causate da virus, batteri, funghi e altri agenti infettanti. Il riscaldamento climatico modifica l’ambiente: crea per loro possibilità di sopravvivenza o di spostamento diverse che poi impattano sulla salute umana.
Rubrica Salute
di Augura alla Spettabile clientela Buon Natale e un Felice Anno Nuov o ..

Nello scorso mese di novembre sono stati resi noti i dati emersi dai 44 centri di ascolto Caritas del Trentino, e in un pubblico incontro sia l’arcivescovo Lauro Tisi che il referente Caritas diocesana Fabio Chiari hanno evidenziato come negli ultimi 4 anni siano raddoppiati i poveri in provincia. Non c’è zona o valle che non soffra, dappertutto ci sono persone che hanno perso il lavoro, che non riescono a pagare le bollette, che non riescono più a far fronte ad un mutuo che avevano sottoscritto in tempi migliori.

In questo triste panorama le Giudicarie, pur essendo una delle zone meno colpite, non è esente da sacche di povertà e bisogno. Per fortuna ci sono anche tanti volontari che si mettono a disposizione per aiutare chi ha bisogno, in silenzio e con costanza, ed enti ed associazioni disponibili e generosi. Senza imbrattare quadri famosi, senza bloccare il traffico, senza imporre alcunché a nessuno, veri volontari che agiscono concretamente.

Oltre a Strembo e Condino, in zona opera la Caritas di Tione, che raccoglie esigenze di tutta la valle: nel 2021 ha aiutato molte famiglie erogando 1322 “borse” autorizzate dai servizi sociali, e 3320 pacchi di “fresco”.

Imprescindibile è la collaborazione con gli assistenti sociali della Comunità di Valle, per evitare truffe; vengono forniti pacchi di cibo a lunga conservazione, ed altri con alimenti freschi, donati da tanti negozi e supermercati di tutta la valle che smaltiscono le confezioni vicine alla scadenza.

Questo sistema funziona grazie a volontari che a turno con un furgoncino vanno 3 volte la settimana da Campiglio a Storo a raccogliere il cibo, e due volte nelle Giudicarie esteriori. I pacchi vengono immediatamente redistribuiti, cosa che innesca una sinergia virtuosa di carità ed attenzione a non sprecare nulla. E davvero nulla va sprecato; se infatti dovesse restare qualche

Caritas: “Sono raddoppiati i poveri sul territorio provinciale”

pacco, viene immediatamente destinato ai volontari di “Vite intrecciate” di Giustino, da anni in prima fila nell’accoglienza degli ultimi.

La stretta collaborazione con Trentino Solidale ha permesso l’acquisto del furgoncino, l’assicurazione dei volontari che lo guidano e che tutto l’anno, a coppie, percorrono la valle per questo prezioso servizio verso i poveri, che hanno sempre il cibo assicurato. Contributi arrivano dalla Cassa Rurale, dal Comune di Tione, dalla Comunità di Valle, e dalle giornate di raccolta effettuate presso alcuni supermercati della zona, dove ognuno può donare parte della propria spesa.

A Tione c’è da segnalare anche l’11 dicembre la “Giornata Caritas”, con animatori che sensibilizzano sulle tematiche dell’aiuto ai poveri durante le Messe domenicali.

Non solo cibo però, servono anche vestiti, scarpe e giocattoli per i più piccoli (questi ultimi vengono destinati al Centro aiuto alla vita). Ed anche su questo fronte lavora la Caritas tionese, con la raccolta dei vestiti, puliti ed in buono stato, tutti i mercoledì dalle 14 alle 15,30, presso

i locali della Parrocchia messi a disposizione dalla canonica. Sono state 480 le famiglie aiutate per il vestiario.

Dopo il vaglio ed il riordino di tutto, chi ha bisogno può recarsi, due giovedì al mese, a ritirare i vestiti a seconda dei propri bisogni. Da qualche tempo è stato deciso di non rendere del tutto gratuito questo servizio, e si deve pagare un euro a capo, per evitare qualche furbetto, che purtroppo non manca mai in ogni ambiente, e che prende a piene mani e poi magari butta via senza scrupoli quanto ritirato.

Al momento sono una ventina le persone che si occupano della distribuzione dei pacchi di cibo e degli indumenti, otto gli autisti del furgoncino, che a turno 3 volte la settimana raccolgono e trasportano il cibo.

La Caritas, espressione delle Comunità parrocchiali è stata presente anche nella raccolta fondi per l’Ucraina, assieme al Consiglio pastorale del territorio di Tione, e tale attività ha permesso di aiutare un parroco che ospitava a Kiev una quarantina di poveri della città, ed anche un orfanotrofio e qualche famiglia rifugiata in Polonia. Tutto ciò si è realizzato tramite suor Beata Kupta, polacca delle camilliane di Bondo, la cui madre ospita alcuni profughi in casa propria in Polonia, paese che si sta facendo carico in modo massiccio dei numerosi profughi ucraini in questi mesi.

Il lavoro non è semplice, ed i volontari osservano che è particolarmente

difficile e faticoso coinvolgere le persone nel maturare la mentalità del

risparmio. Ovvero, cerco di non sprecare, di non usare tutto subito, ma conservo qualcosa in vista del domani. La gran parte delle persone che si rivolgono alla Caritas sono provenienti da paesi extraeuropei, con una cultura molto diversa, difficilmente integrabile con la nostra mentalità.

“I poveri li avrete sempre con voi” si legge nel Vangelo. I poveri sì, ma gli affamati no, grazie al lavoro prezioso dei volontari. Chi volesse contribuire può fare offerte presso la cassa Rurale locale, l’iban Caritas è IT83S08078356 62000034086897.

Presidente: Oreste Bottaro

Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Coordinatore di Redazione: Denise Rocca

Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Denise Rocca

Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Achille Amistadi, Adelino Amistadi, Virginio Amistadi, Mario Antolini Musòn, Matilde Armani, Enzo Ballardini, Giuliano Beltrami, Dario Beltramolli, Giacomo Bonazza, Alberto Carli, Massimo Ceccherini Podio, Chiara Garroni, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Tiziano Salvaterra, Martina Sebastiani, Alessandro Togni, Ettore Zampiccoli, gli studenti dell’Istituto Guetti

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Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 30 novembre 2022 da Athesia - Bolzano

Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

PAG. 18 DICEMBRE 2022 Società
Le Giudicarie meno colpite di altre zone, ma il llavoro dei volontari è preziosissimo. a Caritas di Tione raccoglie esigenze di tutta la valle: nel 2021 ha distribuito 1.322 borse della spesa autorizzate dai servizi sociali, e 3.320 pacchi di “fresco”. di Chiara Garroni Il Giornale delle Giudicarie mensile di informazione e approfondimento Anno 20 Dicembre 2022 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Tel: 0465 349020
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Lo scorso 14 novembre presso lo stabilimento di BM Group a Condino, alla presenza del sindaco di Borgo Chiese Giorgio Butterini, Enaip Tione assieme a Provincia Autonoma di Trento e alle aziende BM, Bottaro e Girardini Srl hanno presentato un nuovo percorso di formazione post diploma in robotica.

Si tratta di un progetto innovativo che punta a formare nuove eccellenze nel mercato del lavoro e prevede un monte ore di 800 ore, la metà delle quali svolta come attività formativa presso il CFP di Tione (oppure qualche spazio messo a disposizione dalle stesse aziende coinvolte), mentre altre 400 ore saranno utilizzate per fare pratica direttamente in contesto lavorativo.

Le iscrizioni alla selezione in ingresso sono aperte dal 15 novembre fino al 4 di gennaio; quindi tra il 10 e l’11 gennaio vi sarà la selezione, mentre la partenza del percorso formativo è prevista per febbraio 2023. Verranno accolte al massimo sedici domande di partecipazione di studenti con diploma di scuola secondaria o quarto anno della formazione professionale.

“L’IFTS, Istruzione e Formazione Tecnica Superiore, è un percorso finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento che porta ad un titolo di studio di specializzazione tecnica superiore. Come Enaip ci siamo occupati della sua progettazione in collaborazione

Enaip, un nuovo corso di robotica progettato con le imprese locali

con le aziende BM Group, Innova e Girardini Srl” – ha spiegato la Dirigente delle Enaip di Tione Francesca Rinaldi – “Una collaborazione non solo negli intenti e negli obbiettivi ma tout court su tutti gli aspetti del percorso formativo. Il fatto che si tratti del primo percorso di robotica industriale in Trentino ci fa sentire contemporaneamente grande responsabilità e grande soddisfazione”.

Di fatto si tratta di un percorso nato dall’analisi del fabbisogno di Innova, BM e Girardini in determinati aspetti del loro contesto aziendale per cui si è creato un programma formativo che dovrebbe colmare questo vuoto. Interessante il

fatto, ha commentato la dirigente Rinaldi, che il 70% della docenza debba venire dal mondo delle aziende, per cui c’è un grosso collegamento tra la parte pratica e il percorso formativo. Il percorso, ha chiarito il Direttore di Enaip Trentino Massimo Malossini, è rivolto prevalentemente a coloro che abitano questa valle ma anche oltre, ché appunto si tratta di un unicum in Trentino (si replicherà nel tempo finché Enaip e Pat non coglieranno un nuovo target suggerito dalle aziende). Per parte propria il Presidente Enaip Trentino Arrigo Dalfovo ricordando come il mondo lavorativo sia cambiato (i giovani, potendo, sono portati a

scegliere il lavoro che più li soddisfa in termini di orario, condizioni e stipendio), ha ringraziato le aziende che hanno accettato la sfida di fare imprenditoria in modo nuovo (“All’estero sono le aziende che si rendono attrattive per il mondo del lavoro, aggirando il problema dell’offerta-domanda di lavoro”). Cosa che poteva avvenire particolarmente in “questa valle così laboriosa, che guarda verso la Lombardia ed ha una mentalità che contempla un mondo del lavoro diversificato rispetto a quello trentino”. I referenti delle aziende coinvolte presenti alla presentazione, Massimo Zanotti, Direttore generale di BM (“C’è

un interesse diretto ad avere collaboratori formati e capaci di continuare quello che stiamo facendo da anni con passione. Questo percorso nell’ambito della tecnologia della robotica dimostra come si voglia rimanere sul territorio”), Federico Bertolini, di Girardini srl (“Un connubio tra azienda, scuola e territorio che vogliamo portare ai massimi livelli per far crescere la motivazione, e di qui il talento, e riuscire a mantenere sul territorio le eccellenze”) e Oreste Bottaro per Innova (“La crescita si fa con le risorse umane; ben vengano queste iniziative di stimolo ai ragazzi e per tutta la comunità per immettere nuove risorse.

Siamo disponibili alla flessibilità negli orari di lavoro e verso le esigenze personali, solo i ragazzi devono impegnarsi”), si sono detti molto soddisfatti di questa collaborazione con Enaip e Provincia che ha generato la progettazione del nuovo percorso. All’insegna del compiacimento anche il commento finale dell’Assessore all’Istruzione Provincia di Trento

Mirko Bisesti: “Con gli IFTS ora in Trentino abbiamo uno strumento che fa sì che vi possa essere maggiore flessibilità sul territorio non solo riguardo le esigenze del mercato del lavoro ma anche i cambiamenti sociali che stiamo attraversando. Penso debba essere un orgoglio per gli amministratori locali della zona l’avere il primo IFTS di robotica in loco. È un’opportunità per i ragazzi che qui vogliono rimanere. È quello che come Trentino in questo momento di presidenza Eusalp vogliamo cercare di realizzare nei territori alpini puntando su qualità, innovazione e flessibilità nel lavoro”.

PAG . 19 DICEMBRE 2022
Economia
Group, Innova e Girardini Srl hanno messoa disposizione le loro competenze per offrire il nuovo corso. Saranno 800 ore di formazione, metà in aula e metà in azienda.
BM
Il GdG

La tempesta perfetta descrive un impressionante fenomeno meteorologico che si manifesta quando due o più turbolenze atmosferiche convergono una nell’altra, creando un vortice di potenza estremamente distruttiva. Ecco come possiamo definire l’attuale momento che stiamo vivendo, soprattutto in ambito energetico.

Speculazione, guerra, ricatto energetico, sanzioni economiche, siccità, inflazione, extraprofitti. L’Italia, ma la stessa Europa, non sanno cos’altro fare per proteggersi dalla tempesta perfetta che si sta scatenando sui prezzi dell’energia e che per molti cittadini si presenta come una minaccia esistenziale per il prossimo inverno. Oltretutto, la produzione idroelettrica ha subìto le conseguenze di una delle estati più calde e siccitose a memoria d’uomo. Il Ceis (Consorzio elettrico Industriale di Stenico) di Stenico che, normalmente, ricava l’energia dei propri soci per il 95% dall’acqua, quest’anno, a causa della siccità invernale ed estiva, sta subendo un calo produttivo del 50%. Cosa vuol dire questo? Che l’energia disponibile, per l’autoconsumo dei propri Soci è ridotta della metà rispetto alla media degli ultimi 20 anni. L’altra metà, necessaria a soddisfare i consumi dei soci, deve essere acquistata ai prezzi di mercato, che hanno avuto un andamento schizofrenico e rialzi da capogiro e da maggio 2021 hanno raggiunto livelli mai visti prima d’ora. Si determina così un notevole aggravio

Costi dell’Energia, la tempesta perfetta

di costi, che per forza di cose si riflette parzialmente in tariffa. Per dare un’idea di cosa questo significhi nei numeri, ad ottobre 2021, con prezzi già in rialzo, la spesa totale per l’acquisto di energia di integrazione era stata di 300.000 euro. Nello stesso periodo del 2022 la spesa è stata di 3.000.000 di euro, con un incremento superiore al 1000 %. Difficile, quindi, se non impossibile, in queste condizioni, tenere indenni i Soci dagli aumenti tariffari per le proprie forniture! Eppure, l’elemento

positivo esiste, ed è strettamente collegato alla natura cooperativa di CEIS, alla propria storia fatta di persone che hanno sudato e investito per poter disporre di una risorsa strategica per l’economia della comunità, il cui utilizzo ha ricadute dirette sulla comunità stessa. Interesse comune, contrapposto all’interesse del singolo. L’energia prodotta da CEIS è energia nella disponibilità della Comunità e non dipende in alcun modo dal prezzo di mercato, ma soltanto dalla quantità prodotta in

relazione ai costi aziendali che servono perché questa energia si formi e arrivi nella disponibilità dei Soci. Questi costi si mantengono ben distanti dai prezzi raggiunti oggi dal mercato e Ceis non ha obiettivi di speculazione. Come si traduce questo in un vantaggio per i Soci? L’energia che il Socio consuma è composta da due parti: una direttamente prodotta da Ceis e l’altra acquistata dal mercato, per la porzione di non autosufficienza, ai prezzi oramai noti. Questa caratteristica, comune solo alle cooperative elettriche storiche, consente di abbattere notevolmente il prezzo al contatore, perché dipendente solo parzialmente e solo

per l’energia che Ceis acquista dall’andamento del mercato. In numeri nel periodo che va da gennaio ad ottobre del 2022, il prezzo medio dell’energia sul mercato (PUN) è stato di 0,328 €/kWh. Per i soci Ceis il prezzo medio è stato di 0,15 €/kWh, considerando anche il ristorno sui consumi 2021, di cui i soci hanno però beneficiato nelle bollette di metà anno 2022. Questo significa che nei primi 8 mesi dell’anno, i clienti del mercato libero, con tariffe legate al prezzo di mercato, hanno avuto bollette mediamente più care del 150% rispetto ai soci CEIS, mentre i clienti della maggior tutela hanno speso negli stessi 10 mesi il

100% in più. In termini assoluti, nei primi 10 mesi si ottiene per i soci Ceis un risparmio complessivo di ca. € 2.000.000 rispetto al mercato di maggior tutela e di € 3.000.000 rispetto al mercato libero. Un bel sollievo, anche se parziale. Un’altra buona notizia c’è… Il livello dei prezzi deciso dal Consiglio di Amministrazione di CEIS, nell’ambito del monitoraggio oramai costante della situazione del mercato dell’energia, rimarrà, salvo stravolgimenti di mercato, alla metà di quello del mercato tutelato. L’unico modo per poter incrementare le possibilità di manovra di Ceis anche in periodi come questo è aumentare l’autosufficienza, introducendo ulteriori fonti produttive destinate all’autoconsumo. Quindi, ben vengano gli impianti fotovoltaici dei Soci a servizio di famiglie e aziende, ma anche la ricerca da parte di Ceis di fonti differenti e ulteriori. È strategica anche la collaborazione con le amministrazioni comunali, che devono adottare la stessa visione per cogliere le oramai scarse opportunità nell’utilizzo dell’idroelettrico.

PAG. 20 DICEMBRE 2022 Cooperando
La produzione
subìto le conseguenze di una delle
più calde e siccitose
memoria
Il Ceis di Stenico che, normalmente, ricava l’energia
95%
quest’anno
produttivo
50%.
Accanto a guerra e speculazione, l’energia ha un problema anche dal clima.
idroelettrica ha
estati
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d’uomo.
dei propri soci per il
dall’acqua,
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del

Il Guetti di sera

Siamo entrati al Guetti di sera e abbiamo trovato un mondo che non conoscevamo, fatto di insegnanti che fanno lezione dalle 19.10 alle 23.20 e studenti che arrivano a sedersi tra i banchi dopo una giornata di lavoro. Molti di loro hanno abbandonato gli studi e, diventati più grandi e consapevoli, tornano a scuola per finire quello che solo ora appare come un traguardo importante. Tutti comunque, insegnanti e studenti formano quel mondo che sono i corsi serali che, al Guetti, sono organizzati negli indirizzi di Amministrazione, Finanza e Marketing e Tecnologico ad indirizzo informatico.

Veniamo accolte dalla prof. ssa Guidotti, coordinatrice dei corsi, dalla Prof.ssa Benini e dal prof. Pitzalis, docenti di matematica. Prima dell’arrivo degli studenti abbiamo il tempo di ascoltare il loro punto di vista. Alla domanda: “Come funzionano i programmi del

serale?” ci hanno svelato che questi sono i medesimi del diurno , nonostante “la didattica cerchi di concentrare l’attività durante le ore di scuola”, in quanto quasi la totalità degli studenti lavora e non ha tempo a sufficienza per ripassare al di fuori delle lezioni.

La domanda successiva chiede una breve descrizione di come sia strutturato l’anno scolastico e, grazie alla professoressa, abbiamo scoperto che una particolarità della scuola serale è che la struttura è modulare e che soprattutto durante il secondo periodo ci si focalizza sul “colmare le lacune per avere una preparazione idonea in modo da ottenere il diploma di quinta”.

Un fatto inaspettato è stato scoprire che non esiste la bocciatura e che al suo posto si accumulano dei crediti con un metodo simile a quello universitario.

Gli studenti ricevono una pagella e la valutazione si svolge esclusivamente alla fine del quarto anno. “Per accedere alla quinta si svolge un esame per sanare le lacune” ci hanno raccontato, aggiungendo che si può essere ammessi con una sola materia insufficiente al massimo.

“Per iscriversi basta aver compiuto 16 anni e avere la terza superiore” ha proseguito poi la professoressa, “ in quanto da quell’età non vige più l’obbligo scolastico.”

Un’ulteriore differenza di cui siamo venute a conoscenza consiste nel fatto che gli studenti intraprendono un apprendistato duale, studiando e lavorando contemporaneamente, e venendo valutati in entrambi i campi.

“Questo comporta un vantaggio dal punto di vista lavorativo”; infatti spesso le aziende presso cui gli studenti svolgono l’attività lavorativa, assumono poi gli

stessi alla fine del percorso scolastico.

La domanda successiva ha l’intento di innescare una riflessione sulle differenze più evidenti tra gli studenti del diurno e del serale; e le risposte più frequenti date dai professori sono state”l’impegno” e “la profondissima forza di volontà” degli studenti del serale rispetto a quelli del diurno; altra differenza che caratterizza l’utenza ( gli studenti

sono spesso già adulti) fa sì che il clima in classe risulti più calmo e che il risultato sia una maggiore produttività da parte di tutti.

Inoltre, ricevere un “riscontro pratico e più immediato” è, secondo i professori, contagioso al punto tale, che alcuni di loro si sono sentiti così ispirati da iscriversi nuovamente all’università e ottenere una seconda laurea.

Quegli studenti che vanno a scuola nel dopocena

Tutti ci hanno confermato che lavorano o hanno impegni durante il giorno che li limitano nello studio a casa; per questo danno il massimo durante le ore di scuola e si impegnano a fondo per superare i numerosi moduli.

Parte di loro frequentano la scuola per ottenere un diploma da usare per avanzamenti di carriera nel lavoro, altri desiderano invece concludere gli studi che hanno abbandonato anni fa.

Una particolare osservazione che vorrei riportare è che gli studenti del serale vivono le materie di studio non solo sotto l’aspetto della teoria, ma

di Emma Da Pra

Una conversazione che ci è servita per capire quanto il nostro mondo della scuola, quello che magari tendiamo a sottovalutare, sia in realtà un pezzo di vita da vivere intensamente.

anche come valido supporto per il loro lavoro, dato che tornano necessarie tutti i giorni.

La loro motivazione però è la cosa che impressiona di più in senso positivo, infatti permette loro di andare avanti nonostante le difficoltà e la stanchezza dopo una giornata

di lavoro, a differenza di quando avavno affrontato la scuola in passato, senza la giusta dose di entusiasmo che non dava loro la giusta determinazione per andare avanti.

Nonostante le diverse età, motivazioni e progetti, e anche se si tratta di giovani e adulti nello stesso ambiente, spesso si creano dei bei rapporti di supporto e amicizia nei confronti degli altri, ma sicuramente la cosa che li accomuna è la determinazione che esprimevano i loro occhi, la decisione nel portare a casa un diploma.

PAG. 22 DICEMBRE 2022
Bella “scoperta” da parte di giovani studenti di allievi adulti che ambiscono ad un traguardo che in gioventù non hanno tagliato. Scuola
di Sofia Surci ed Eloisa Tisi dei nostri studenti
Le voci
questo numero il “Giornale delle Giudicarie” riserva ogni mese una sua intera pagina al contributo degli studenti dell’Istituto “Lorenzo Guetti”, dando loro spazio e voce La direzione e tutta la redazione del Giornale attribuiscono molta importanza all’apporto di informazioni, conoscenze, riflessioni e proposte che essi potranno offrire. Vi è nell’Istituto un’eccezionale ricchezza di giovani menti che, contando su uno str aordinario corpo docenti, può esprimere, con conoscenza e creatività, importanti riflessioni e idee utili per tutta la comunità giudicariese, e oltre. gli studenti – che lasceremo riposare nel periodo estivo – potrà essere un utile esercizio per sentirsi maggiormente partecipi e protagonisti della vita culturale e socioeconomica della loro terra, sulla quale sapranno pure far riflettere raggi di quegli orizzonti europei e internazionali più ampi verso i quali desiderano proiettare il proprio futuro. L’iniziativa potrà pure contribuire a realizzare un ulteriore raccordo fra la stessa La sera del 16 novembre abbiamo avuto l’opportunità di intervistare numerosi studenti del serale che attualmente sono iscritti a uno dei due indirizzi disponibili all’istituto Guetti di Tione, per capire a fondo cosa pensino della scuola che stanno frequentando. E’stato un incontro molto interessante, perché ci siamo trovate di fronte a nostri compagni di scuola, solo un po’ più grandi di noi e con nel viso una particolare voglia di stare a scuola. Le lezioni hanno lasciato il posto ad una conversazione che ci è servita per capire quanto il nostro momento della scuola, quello che magari tendiamo a sottovalutare o a non rendere unico perchè lo diamo per scontato, sia in realtà un pezzo di vita da vivere intensamente, con motivazione e voglia di arrivare al traguardo; questi, infatti, sono gli stati d’animo emersi durante il nostro colloquio con i compagni più grandi del Guetti.

I corsi serali, un modo per assolvere al mandato per la formazione degli adulti

Dirigente, cosa rappresentano per l’istituto i corsi serali?

Per la scuola i corsi di istruzione serali sono un modo per assolvere ad un mandato istituzionale: è previsto dalla legge provinciale che siano presenti dei presidi in tutto il Trentino per favorire la formazione degli adulti, chiamati centri EDA. Prima di tutto quindi è un modo per rispondere al dovere istituzionale della normativa.

I corsi serali sono solo uno degli ambiti dei centri EDA, nel nostro Istituto sono presenti anche corsi del primo ciclo di istruzione per gli adulti e corsi liberi alla cittadinanza. Questa è inoltre un’opportunità anche per la scuola per ampliare la propria offerta formativa, ad esempio un corso tecnico di informatica nel serale ci permette di sperimentare cose che al diurno non si possono fare, capendo quale potrebbe essere l’offerta formativa e avere nell’istituto professionalità che senza questo indi-

rizzo non si potrebbero avere. Perciò è un’opportunità di confronto ulteriore. In più grazie a questi corsi il nostro dell’istituto ha più facilità di conoscere vari progetti che senza i serali non si potrebbero conoscere, ad esempio l’apprendistato duale.

A livello di gestione burocratica è diversa dal diurno? E in che modo?

«A livello organizzativo c’è bisogno di un grande impegno, non solo per i corsi di istruzione serale, ma anche per gli altri aspetti dei centri EDA. Tanto che ci sono due

docenti per i corsi serali che hanno un incarico particolare di presidio per coordinare queste attività. Anche l’offerta formativa è diversa rispetto al diurno, infatti non sono divisi in annualità ma in periodi didattici e all’interno di ognuno di questi la programmazione funziona per moduli di argomenti.»

Vuole aggiungere qualcosa?

«La mia prima esperienza di insegnamento è stata nel 2001 in un corso serale a Trento, ho potuto fin da subito percepire la motivazione di quelle persone, che dopo una giornata di lavoro venivano anche a scuola. In questo modo anche l’insegnante si sentiva coinvolto in maniera diversa, come se fosse un lavoro diverso rispetto all’insegnante che lavora al diurno. Per insegnare al serale c’è bisogno di una sensibilità e flessibilità particolare.»

Sebastiano, il nostro tecnico informatico

Anche Sebastiano, uno dei tecnici informatici della nostra scuola, ha frequentato la scuola serale al Guetti, e ci ha raccontato la sua esperienza. Dalle sue parole si comprende la grande passione per il suo lavoro e per gli argomenti che ha scelto di affrontare nel suo percorso, segno che spesso solo a distanza di tempo si comprende l’importanza dell’istruzione e la grande fortuna che abbiamo noi a poterci concentrare pienamente sulla scuola.

Qual è stato il percorso scolastico che ti ha portato ad iscriverti ai corsi serali?

A scuola non andavo molto bene, ho ripetuto alcuni anni e ho cambiato spesso scuola. Dopo aver concluso il quarto anno all’istituto Enaip ho deciso di entrare nel mondo

del lavoro. Dopo alcuni anni, però, mi sono reso conto che quella non era la mia strada e mi sono posto una sfida con me stesso: frequentare le scuole serali per prendere il diploma. Durante il giorno lavoravo, nella pausa pranzo studiavo per le lezioni della sera, dove andavo ancora vestito da lavoro.

Alla maturità sono uscito con 96 e da 3 anni faccio il tecnico informatico dell’istituto Guetti. Oggi mi sento arrivato, qui sto bene.

Perché hai scelto informatica?

In qualche modo completava il mio percorso già svolto all’Enaip, inoltre trovavo molto interessanti gli argomenti e il lavoro che faccio adesso lo dimostra.

PAG . 23 DICEMBRE 2022
Scuola
Anche l’insegnante si sente coinvolto in maniera diversa, come se fosse un lavoro diverso rispetto all’insegnante che lavora al diurno
di Anna Floriani, Susanna Vaia, Alba Pellizzari

La qualità della vita in Trentino nel 2022

e formazione, Popolazione, Reati e sicurezza, Reddito e ricchezza, Sicurezza sociale, Sistema salute, Tempo libero. Il risultato finale è stato ampliamente diffuso dalla stampa e vede la Provincia di Trento al primo posto con punteggio 1000, la Provincia di Bolzano al secondo con

In questo numero proponiamo i dati tratti da due diverse indagini presentate nel corso del 2022 sulla qualità della vita nelle province italiane. La prima è quella svolta da Italia Oggi in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma; la seconda elaborata dal Sole 24 Ore. In entrambi i casi il tentativo è quello di stilare una classifica delle province italiane a partire da punteggi ottenuti confrontando una serie di indicatori statistici ritenuti, in letteratura, fortemente correlati con la qualità della vita. In entrambi i casi la Provincia di Trento raggiunge posizioni di spicco, risultando al primo posto nella classifica di Italia Oggi e nelle prime 7 nelle classifiche del Sole 24 Ore.

Qualità della vita 2022Italia Oggi

“A Trento la vita è sempre bella”, così titola, erroneamente visto che parliamo di province, l’articolo di presentazione del report sulla qualità della vita di Italia Oggi 2022 pubblicato il 7 novembre. Il report, giunto alla ventiquattresima edizione, propone una graduatoria di 107 province, dalla più vivibile alla meno vivibile, ottenuta sommando su una scala da 0 a 1000 i punteggi generati da 96 indicatori raggruppati all’interno nove ambiti di valutazione (dimensioni).

Questi ambiti sono: Affari e lavoro, Ambiente, Istruzione

punteggio 959.

Leggendo i dati con maggiore attenzione, all’interno delle dimensioni utilizzate per calcolare il punteggio finale emergono alcuni elementi di criticità. Fa impressione ad esempio l’ultima posizione nella dimensione “Sistema Salute” così come, in una prospettiva di eccellenza sono sicuramente migliorabili gli ambiti “Tempo Libero” e “Reati e Sicurezza”.

Qualità della vita: bambini, giovani e anziani 2022 – Il Sole 24 Ore

Il sole 24 Ore ha presentato in anteprima al Festival dell’Economia di Trento la seconda edizione di “Qualità della vita: bambini, giovani

e anziani” disponibile alla lettura integrale all’indirizzo https://lab24.ilsole24ore. com/qualita-della-vita-generazioni/ L’indagine mantenendo la logica di stilare una classifica delle province italiane sulla base di indicatori statistici, focalizza l’attenzione sulle diverse fasi della vita e fornisce una graduatoria di vivibilità per ciascuna di esse. Il report propone tre graduatorie calcolate ciascuna su 12 parametri statistici forniti da fonti certificate (Istat, Miur, Centro studi Tagliacarne, Iqvia).

L’idea è interessante perché offre una prospettiva alternativa a quella tutta basata sul

contesto socio economico di Italia Oggi. L’impianto complessivo è semplificato ma la scelta degli indicatori utilizzati porta ad un risultato comunque confrontabile. Anche in questo caso per la lettura puntuale degli indicatori rimandiamo al report integrale.

Da una rapida lettura dei dati notiamo come la Provincia di Trento si collochi al terzo posto tra le prime 5 della fascia “over 65 anni”, confermando nella sostanza quanto rilevato da Italia Oggi, ma solo settima tra le prime dieci per le fasce bambini e giovani segnalando forse la necessità di una maggiore attenzione per le nuove generazioni.

PAG. 24 DICEMBRE 2022 Giudicarie in numeri
Due diverse classifiche stilate da “Italia Oggi” e dal “Sole 24 Ore” vedono il Trentino in vetta. di Virginio Amistadi Classifica finale prime 5 e ultime 5 per provincia Prime Ultime 5 1.000,00 103. Agrigento 111,85 959 104. Napoli 69,73 905,53 105. Caltanisetta 68,15 868,17 106. Siracusa 34,4 845,08 107. Crotone 0 Fonte: Qualità della vita 2022 – Italia Oggi Posizione della Provincia di Trento per ambito (dimensione) di valutazione Dimensioni Posizione Affari e lavoro 6 Ambiente 1 Istruzione e formazione 3 Popolazione 2 Reati e sicurezza 20 Reddito e ricchezza 15 Sicurezza sociale 10 Sistema salute 107 Tempo libero 29 Fonte: Qualità della vita 2022 – Italia Oggi POSIZIONE DELLA PROVINCIA DI TRENTO PER BAMBINI, GIOVANI E ANZIANI BAMBINI 0-10 ANNI GIOVANI 18-35 ANNI ANZIANI OVER 65 Prime Ultime Prime Ultime Prime Ultime 1. Aosta 103. Reggio C. 1. Piacenza 103. Genova 1. Cagliari 103. Vercelli 2. Arezzo 104. Palermo 2. Ferrara 104. Taranto 2. Bolzano 104. Verbano C. O. 3. Siena 105. Matera 3. Ravenna 105. Roma 3. Trento 105. Lucca 4. Firenze 106. Caltanissetta 4. Vercelli 106. Barletta A. T. 4. Roma 106. Massa-Carrara 5. Udine 107. Foggia 5. Cremona 107. Sud Sardegna 5. Nuoro 107. Pistoia 7. Trento 7. Trento Fonte: Qualità della vita: bambini, giovani e anziani 2022 – Sole 24 Ore
25 EM Arte Da Gia como Bonazza Sul sito www.bimsarca.tn.it è pubblicato il nuovo Regolamento Piano Fotovoltaico ed è scaricabile la modulistica per la domanda di contributo da presentare dal 1° gennaio 2023 €. 1.500,00 SINGOLO IMPIANTO FOTOVOLTAICO ≥ 1,5 kw max 20 Kw €. 2.500,00 BATTERIE DI ACCUMULO ≥ 1,5 kw €. 750,00 IMPIANTO ‘IN ISOLA’ (EDIFICI ISOLATI NON COLLEGATI ALLA RETE) ≥ 250W Consorzio B.I.M. Sarca Mincio Garda V.le Dante, 46 – 38079 Tione di Trento (TN) tel. 0465/321210 info@bimsarca.tn.it – bim.sarca@legalmail.it (PEC) DAL 1° GENNAIO 2023 IN VIGORE IL 2023 IN IL NUOVO REGOLAMENTO PIANO FOTOVOLTAICO B.I.M. SARCA MINCIO GARDA CONTRIBUTI PER LE FAMIGLIE RESIDENTI FINO A A € PER LE . 4.000,00 PER INSTALLAZIONE . 4.000,00 PER INSTALLAZIONE PANNELLI FOTOVOLTAICI + BATTERIE + DI ACCUMULO NUOVA PROCEDURA AUTOMATICA PER LE DOMANDE DA PRESENTARE ENTRO 12 MESI 12 DALL’AVVENUTA REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI (FATTURA SALDO E/O SALDO E/O ATTIVAZIONE GSE se se successiva)

Judicaria ha

Il 26 novembre 2022 alle ore 15 è stata convocata l’Assemblea straordinaria del Centro Studi Judicaria, indetta per l’approvazione del nuovo Statuto presso la sala della comunità di Tione. Varie le motivazioni che hanno portato alla revisione delle norme partecipative. Innanzitutto la scadenza dell’associazione, il 31.12.2022, definita dal primo ordinamento nel lontano 1982, che dopo quarant’anni di attività imponeva un ripensamento delle regole e dell’organizzazione societaria, in collaborazione col BIM del Sarca Mincio Garda e del BIM del Chiese, soci fondatori. Un’altra ragione importante stava nell’adeguamento alla legge 117/2017 del Terzo settore che concede agevolazioni fiscali e gestionali alle associazioni che aderiscono e si iscrivono al suo registro (il cosiddetto RUNTS).

Il Terzo settore è un ambito specifico, chiamato così perché si distingue da quello delle Pubbliche Amministrazioni (Primo Settore) e da quello del mercato e delle imprese (Secondo setto-

re) che è composto da realtà private che hanno come scopo il guadagno. Il Terzo settore è costituito, invece, da enti di carattere privato che agiscono in diversi ambiti, dall’assistenza sanitaria alla tutela ambientale, dall’educazione al turismo, dalla cultura alla formazione professionale e che non hanno fini di lucro. Le loro finalità rivestono quindi un carattere di interesse generale e di utilità sociale. Non avere scopo di lucro non significa non avere profitti, ma reinvestirli per finanziare e migliorare le attività sociali, senza distribuirli tra i propri soci.

Essere iscritti al Terzo settore permette di godere di varie agevolazioni fiscali,

della tassazione forfetaria e di una semplificazione normativa. Consente anche la sottoscrizione di accordi di collaborazioni e di convenzioni con gli enti pubblici, ma, soprattutto, definisce più adeguatamente la figura del volontario che diventa centrale ed acquisisce un ruolo rilevante. Per entrare nel Terzo settore bisogna adeguare il proprio statuto al tipo di scelta operata. Esistono infatti varie forme associative tra le quali si può vagliare la più confacente alle proprie caratteristiche. Le ODV (Organizzazioni di Volontariato) devono contare tra i soci la maggioranza di volontari e avvalersi in prevalenza di essi nelle attività eserci-

tate. Le APS (Associazioni di promozione sociale) devono avere tra i collaboratori un numero doppio di volontari rispetto al totale dei dipendenti e dei professionisti/operatori retribuiti. Infine le ETS (Enti generici del Terzo settore) non hanno queste limitazioni e, soprattutto, possono avere tra i propri soci anche gli enti pubblici, come è il caso della nostra associazione che raccoglie nella compagine sociale, oltre ai due BIM fondatori, le comunità di valle e numerosi comuni. Per questi motivi, il Centro Studi dovrà aggiungere alla sua ragione sociale l’acronimo ETS.

Quarant’anni di attività ha consolidato il Centro Studi

Judicaria, ma il passare del tempo ha reso necessario anche un adeguamento dello Statuto e dei suoi organi societari. Proprio per questo è stata inserita la figura del socio onorario ed è stata ribadita, per il socio collaboratore che in quanto tale non paga la quota sociale, la disposizione di una collaborazione continuativa. Inoltre il Consiglio Direttivo, che finora si è occupato di ogni decisione organizzativa, finanziaria e culturale, è stato trasformato in due organi collegiali distinti ed autonomi: il Consiglio di Amministrazione al quale è affidata la gestione dell’associazione e il Comitato Scientifico col compito di elaborare i contenuti cul-

turali e i progetti educativi e intellettuali dell’associazione.

Infine, in stretta collaborazione con i BIM fondatori, è stato elaborato un progetto di contribuzioni che impegna l’associazione ad una quota di autofinanziamento, tramite la ricerca di collaborazioni economiche e di partecipazione nella realizzazione delle attività culturali.

Queste problematiche, esposte sinteticamente dal presidente Danilo Mussi e dalla vicepresidente Gabriella Maines, hanno preceduto la lettura dello Statuto da parte del notaio.

Dopo alcune chiarificazioni richieste dai presenti, l’assemblea dei soci ha approvato all’unanimità il nuovo Statuto del Centro Studi Judicaria.

Adesso, grazie all’applicazione delle nuove norme, amministratori e collaboratori sono pronti per continuare, con regole più aggiornate e coerenti, l’attività culturale di conoscenza e di riflessione sul territorio.

PAG. 26 DICEMBRE 2022 Attualità
Il Centro Studi
approvato il nuovo Statuto Grazie all’applicazione delle nuove norme, amministratori e collaboratori sono pronti per continuare, con regole più aggiornate e coerenti, l’attività culturale di conoscenza e di riflessione sul territorio. di Gabriella Maines OFFERTA PELLET abete certificato EN PLUS A1 in sacchi da 15 kg OFFERTA PRESTAGIONALE con consegna a domicilio fino a fine settembre (Per almeno 1 bancale, 70 sacchi) Tel. 3356762027 - info@logisticabeccari.it E N PLU CALORESICUR O PELLET CERTIFICATO EN PLUS A 1 consegna a domicilio in sacchi da 15 kg o sfuso con l’autobotte

AUGURI!

Con questa ultima pagina del 2022 desideriamo augurare un serenissimo Natale a tutti i lettori e a tutte le lettrici del Giornale delle Giudicarie. Per farlo abbiamo scelto di riscoprire come si facevano gli auguri ai parenti lontani, agli amici, agli ex compagni di scuola, insomma, a tutti coloro che tornavano alla memoria sotto le feste, quando sembra di essere più buoni e quando ti viene in mente l’amico o l’amica che non senti da anni. Oggi chi li scrive più i bigliettini? Intanto bisogna saper scrivere. Scusate la battutaccia, ma ogni tanto si ha l’impressione di aver perso l’uso della mano con la penna. E dato che ci siamo, diciamola anche più grossa: ormai l’impressione è che la massa abbia perso la mano perfino con il computer. Oggi c’è il telefonino, che fra l’altro ti permette di accorciare pure le parole con quel linguaggio di “x” “cmq” “pqr” e via siglando. Allora accade che nel pomeriggio di Natale, dopo la classica scorpacciata, ci si sieda sul divano a rispondere man mano che il drin-drin del WhatsApp irrompe fra le mura domestiche. E la moglie risponde alle amiche, mentre il marito saluta amici e parenti, sempre digitando. I fantasiosi pescano frasi suggestive in Internet, cercando le più originali. E allora, vai con frasi del Vangelo, poesie di Prévert, battute di film, a seconda delle sensibilità. Così capita che la stessa frase ti venga spedita sia dall’Alfonso che dalla Sandra, i quali pensavano di essere originali, ma alla fine hanno pescato nella stessa acqua.

Un po’ di nostalgia viene per l’arrivo dei bigliettini, che aprivamo per vedere chi si era ricordato di noi. E arrivavano prima di Natale, perché ci si prendeva per tempo: le poste non sono mai state dei recordman di velocità. Sotto le feste poi... Così il giorno della nascita del Bambinello e dopo il pranzone si giocava a tombola senza il disturbo del drin-drin.

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PAGINA A CURA DEL CENTRO STUDI JUDICARIA
Giuliano Beltrami

La vita cambia, si nasce, si cresce, giungono occasioni per incontrarsi e altre per allontanarsi, c’è il tempo della gioia e quello della tristezza, mutano le parti nel libro dell’esistenza, ma Ivan Maffeis, prima ragazzo di paese, poi don e oggi monsignore, rimane presenza viva nel cuore di Pinzolo. La sua gente glielo ha voluto dire e ribadire nella sentita ed emozionante celebrazione, prima religiosa e poi civile, dedicatagli ieri in due parti: la Santa Messa delle più grandi occasioni, la prima celebrata dal neo vescovo in Trentino, e l’attribuzione, da parte del Consiglio comunale di Pinzolo riunitosi in seduta straordinaria presso il Paladolomiti, della cittadinanza onoraria. Tutto insieme una grande festa per l’arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve, ordinato tale l’11 settembre scorso.

Accompagnato da don Flavio Girardini e da un corteo con i rappresentanti religiosi, istituzionali e le associazioni di volontariato, l’illustre festeggiato è arrivato nella chiesa di San Lorenzo compiendo una breve processione dalla sede parrocchiale. Sul sagrato, bardato a festa con le tradizionali “arcate” e un tappeto di fiori colorati, è stato accolto dal sindaco di Pinzolo Michele Cereghini che ha ricordato la prima Messa che don Ivan celebrò lì nel 1988 in occasione dell’ordinazione a sacerdote. Il primo cittadino era, allora, tra le file dei chierichetti. “Oggi è un giorno di emozione grande

Prima messa a Pinzolo per Ivan Maffeis vescovo

e vera - ha affermato Cereghini - e ringraziamo Papa Francesco per averti nominato vescovo. La Chiesa ha bisogno di persone come te, esempio di spirito di servizio verso l’altro e con una straordinaria capacità di ascoltare. Quando eri impegnato a Roma e tornavi per la tua famiglia e la tua mamma (Licia, scomparsa pochi anni fa, ndr), trovavi sempre il tempo anche per noi”. Poi, l’ingresso in chiesa e l’arrivo sull’altare dopo aver stretto mani, incrociato sguardi, scambiato abbracci, salutato amici. I cinque cori di Pinzolo, Sant’Antonio di Mavignola, Madonna di Campiglio, Carisolo e Giustino, i cori giovanili, il Coro Presanella e la Banda comunale di

Pinzolo hanno dato vita ad un accompagnamento d’insieme, toccante, studiato per l’occasione. Sull’altare, don Flavio, che in più passaggi ha fatto trasparire la sua emozione, don Stefano Maffei, tra i coordinatori della giornata, don Giulio Viviani, già cerimoniere pontificio con Papa Giovanni Paolo II, e altri sacerdoti.

Dopo la lettura del Vangelo, è arrivato il momento di ascoltare monsignor Maffeis che ha ricordato la nostalgia di casa provata da giovane in seminario e che, è sembrato trasparire dal suo volto, deve averlo colto anche i primi giorni del nuovo incarico. Poi, ha indicato nel segno di Francesco, il santo di Assisi, il suo

pensiero. “Ora vi dico quello che ho sentito ed elaborato nella prima settimana a Perugia e che mi guiderà in questo nuovo percorso come vescovo”. Tre pensieri, chiari e belli. “Il primo - ha spiegato - è la semplicità, l’umiltà per poterci davvero incontrare; il secondo riguarda la fratellanza e la sorellanza, il farsi piccoli per farsi fratelli. L’autorità è sempre e solo a servizio del prossimo, se pretende altro va fuori strada; il terzo è il riconoscersi attenti

ad ogni persona che la vita ci dà modo di incontrare e affida alla nostra responsabilità”. “Il mio grazie semplice e sincero - ha concluso - è per ciascuno di voi. Buon cammino a tutti”. Ampia la partecipazione all’organizzazione dell’iniziativa che ha visto, in prima linea, Monica Collini e poi l’Unità Pastorale di Sopracqua che comprende le parrocchie di Pinzolo, Carisolo, Giustino e Massimeno rappresentata da Annamaria Bondoni Maturi nel

messaggio ufficiale rivolto a monsignor Maffeis che ieri ha avuto al suo fianco i familiari con i fratelli, le sorelle e i nipoti, oltre ai parrocchiani di Rovereto dove ha svolto il servizio di sacerdote negli ultimi anni.

“Buon cammino anche a te don Ivan vescovo e, come dicono in Val Rendena, fa bel”, l’augurio finale rivolto da don Flavio interpretando il saluto di tutti per un religioso legato alla sua terra da un sincero e reciproco affetto. (Al.V)

Abrogazione della casa anziani di Roncone. È stato questo uno degli argomenti trattati nel corso di uno degli ultimi consigli comunali di Sella Giudicarie, comune guidato dal sindaco Franco Bazzoli. Argomento approvato dai soli consiglieri di maggioranza e con il voto contrario del gruppo di minoranza “Futuro Insieme” che, guidato dal capogruppo Ivan Bazzoli, non ha condiviso minimamente la strada intrapresa dall’amministrazione comunale. “Il comune di Sella Giudicarie – si legge nella delibera consiliare - intende dar vita, in collaborazione con l’APSP, a un progetto di servizio, così come previsto dal vigente catalogo dei Servizi Socio Assistenziali predisposto dal Servizio Politiche Sociali della PAT, finalizzato a soddisfare esigenze di carattere abitativo e sociale di norma

di soggetti di età superiore a 64 anni, che vivono in situazioni di disagio abitativo con particolare riferimento a situazioni di emergenza o in una situazione di fragilità economica, sociale o familiare.” Progetto che prenderà il via nonostante la contrarietà della minoranza che, per voce del capogruppo Ivan Bazzoli, esprime la propria posizione. «Solo il titolo del punto all’ordine del giorno, abrogazione della casa anziani di Roncone, che poi rispecchia in toto l’argomento trattato e

dibattuto all’interno dell’aula, è una sconfitta enorme per la nostra comunità e per chi in primis ha intrapreso questa ardita strada oltre 20 anni fa trovandone poi un successo riconosciuto nel paese ma anche dall’intera Valle. Gli amministratori di allora, con lungimiranza, avevano lanciato un progetto innovativo che poi, negli anni successivi, ha riscosso un enorme successo diventandone dimora abituale di molte persone anziane di Roncone. Un servizio per gli anziani, un modo per far-

li sentire a casa propria ma con tutti i servizi che una struttura e una Comunità poteva fornirgli. Un servizio eccellente che ha dato lustro a Roncone per un decennio e che, invece, negli ultimi 10 anni ha avuto un decadimento e un abbandono indecente. Avevo manifestato lo stato di degrado già anni fa – prosegue Bazzoli - facendovi visita, e trovando uno

stabile all’abbandono, senza un minimo di manutenzione da anni e poco valorizzato. Ultimamente la situazione è stata in continuo decrescendo fino ad arrivare allo stato attuale: uno stabile senza servizi, manutenzione, sorveglianza e poco appetibile da chiunque. L’amministrazione vede la struttura come un mero immobile “costoso da mantenere” ma l’obietti-

vo principale che un comune deve avere è quello di fornire servizi e supporto, soprattutto alle categorie quali gli anziani, senza badare all’aspetto finanziario. Crediamo – prosegue dispiaciuto Bazzoli – che il compito dell’amministrazione sia quello di aiutare i censiti e fornire loro servizi di qualità adeguata. Non voler “fare cassa” a tutti i costi. Allucinante poi – conclude infine Bazzoli - che, nella cessione della casa anziani all’APSP Padre Odone Nicolini di Strada, il comune di Sella Giudicarie si sia garantito solamente 2 posti per i nostri cittadini su un totale ipotetico di 18. Davvero siamo stati in grado di svendere così un servizio così importante e riservarci “solo” 2 posti per la nostra gente?»..

PAG. 28 DICEMBRE 2022 Attualità
Grande festa a Pinzolo per un giudicariese, prima don e ora monsignor, molto amato. L’Amministrazione comunale gli ha conferito la cittadinanza onoraria.
Roncone, minoranza all’attacco per l’abrogazione della casa per anziani È una sconfitta enorme per la nostra comunità e per chi in primis ha intrapreso questa ardita strada oltre 20 anni fa.

INFOEPREVENDITA www.trentinospettacoli.it

GIUDICARIE A TEATRO 2022|2023 PROVINCIA AUTONOMA DITRENTO GIUDICARIE A TEATRO 2022 | 2023 COMUNITÀ DELLE GIUDICARIE ©StefanoScheda Comunedi Bleggio Superiore Comunedi Bondone Comunedi BorgoChiese Comunedi Giustino Comunedi Massimeno Comunedi Pinzolo Comunedi Portedi Rendena Comunedi SanLorenzo Dorsino Comunedi Carisolo Comunedi Caderzone Terme Comunedi Storo Comunedi Tione diTrento Comunedi Tre Ville Comunedi Valdaone Comunedi Spiazzo Rendena Comunedi Pieve diBonoPrezzo Comunedi Sella Giudicarie ProduzioniFuorivia-Agidì incollaborazioneconTeatroStabile diBolzanoeTeatroCristallo STORIA D I U N CORPO Sabato 3 DICEMBRE 2022 ore21.00 di DanielPennac regiadi GiorgioGallione con GiuseppeCederna BORGOCHIESE CENTROPOLIVALENTEDICONDINO ©StefaniaSpadoni AssociazioneCulturaleMusikiarte DIVERS IDA CH I? spettacoloteatrale-musicale scrittoda GabrieleBiancardi con AnnaDallaFontana,LaurentGjeci regiadi LauraNovembre musichedalvivodi PuntoGezz Venerdì 9 DICEMBRE 2022 ore21.00 CADERZONE SALAMULTIUSODIPALAZZOBERTELLI Agidi OBLIVION RHAPSODY diecongli OBLIVION scene LorenzaGioberti regiadi GiorgioGallione Venerdì 16 DICEMBRE 2022 ore21.00 TIONEDITRENTO AUDITORIUMISTITUTODI ISTRUZIONELORENZOGUETTI CompagniaWalterBroggini PIR Ù DEMONI E DENARI spettacolodiburattini “aguanto”inbaracca creazione,allestimento eanimazionedi WalterBroggini Domenica 4 DICEMBRE 2022 ore17.30 BONDONE SALACONSILIAREMULTIUSODIBONDONE FondazioneAidaeCentroServizi CulturaliSantaChiaraTrento BENTORNATO BABB O NATALE di PinoCostalungaeManuelRenga con PinoCostalunga, ElisaLombardi,MatteoFerrari, GretaMagnani,EnsambleGilda LiRosi,FedericoVisintainer regiadi ManuelRenga Venerdì 30 DICEMBRE 2022 ore17.30 PINZOLO CINEMATEATROPALADOLOMITIDIPINZOLO ©StefanoGirardi INGRESSI Intero€10,00 Ridotto*€8,00 (*giovanifinoai14anni,adultioltrei65anni,abbonati adaltrestagionidelCoordinamentoTeatraleTrentino) APERTURACASSAPRESSOITEATRI Apartiredaun’oraprimadell’evento INFO E PREVENDITA www.trentinospettacoli.it KosmocomicoTeatro PULCETTADAL NAS O ROSSO Domenica 8 GENNAIO 2023 ore17.30 testo,regia,puppet-designer ValentinoDragano vocenarrantedi MarcoContinanza BORGOCHIESE CENTROSOCIOCULTURALEDICIMEGO TeatroBoxer POJANA EI SUOI FRATELLI Mercoledì 11 GENNAIO 2023 ore21.00 diecon AndreaPennacchi musichedalvivodi GiorgioGobbo, GianlucaSegato PIEVEDIBONOPREZZO TEATRODELCENTRODIAGGREGAZIONEGIOVANILE DIPIEVEDIBONOPREZZO StilemaUnoteatro FILASTROCCA DELLAVITA Domenica 22 GENNAIO 2023 ore17.30 di SilvanoAntonelli,FerruccioFilipazzi eLucianoGiuriola con SilvanoAntonellieFerruccioFilipazzi STORO TEATRO ORATORIO DISTORO

Pensata nel 2002 quale soggetto di riferimento per tutti i comuni della Comunità delle Giudicarie, con lo scopo di seguire i processi di riorganizzazione dei servizi pubblici avviati dalla Provincia autonoma di Trento e di poter entrare nella partita sull’energia, G.E.A.S. S.p.A. trovò presto la sua vera mission nel porsi a servizio delle amministrazioni pubbliche per la gestione della qualità della risorsa idrico potabile con l’obiettivo primario di offrire supporto tecnico ed operativo agli Uffici Tecnici Comunali, al fine di razionalizzare ed ottimizzare al massimo le risorse, offrendo così al cittadino, servizi sempre più qualitativamente eccellenti. All’atto della costituzione della società, in data 2 dicembre 2002, aderirono tutti gli allora 39 Comuni delle Giudicarie, il Consorzio BIM del Sarca, il Consorzio BIM del Chiese e le aziende operanti nei servizi pubblici delle Giudicarie, ASM - Azienda Servizi Municipalizzati di Tione, CEIS - Consorzio Elettrico Industriale di Stenico e CEDiSConsorzio Elettrico di Storo. Il 12 dicembre 2002 si riunì il primo Cda della storia di G.E.A.S. S.p.A.. In quell’occasione venne designato primo presidente, Adelino Amistadi, che rimase in carica fino al 2003 quando, a seguito della sua ele-zione in Consiglio Provinciale, fu sostituito da Giorgio Marchetti che rivestì la prima carica fino al 2015, quando fu nominato Valter Paoli, ancora oggi alla guida della società.

Molte furono le tappe significative della storia di

In questi vent’anni le attività nate e svolte da G.E.A.S. S.p.A. a sostegno degli enti pubblici soci, hanno avuto come denominatore comune, il supporto tecnico ed am-ministrativo per il miglioramento dei servizi e di conseguenza, ricadute benefiche per la vita delle comunità e dei cittadini. Ecco qualche esempio di servizio attivo proposto da G.E.A.S. S.p.A. che opera proprio in tal senso.

Dal 2003 è attivo il service “Qualità acqua”, che, non si limita alla pura analisi, ma soddisfa tutte le esigenze tecniche ed operative inerenti al servizio di distribuzione acqua destinata al consumo umano. L’operatività di G.E.A.S. S.p.A. in tale ambito si è sviluppata notevolmente soprattutto nei Comuni di Giudicarie, Rendena, Andalo, Molveno, Valle di Ledro e Valle dei Laghi.

Dal maggio 2014 inoltre, G.E.A.S. S.p.A. ha messo a disposizione di tutti i comuni trentini e condiviso con il Servizio Gestione Risorse Idriche ed Energetiche della Provincia Autonoma di Trento, il portale Fia (Fascicolo Integrato d’Acquedotto)

2002 - 2022, due decenni di Geas Spa

G.E.A.S. S.p.A., ma sicuramente uno dei momenti che segnò un passaggio importante per il suo futuro, fu il dicembre 2017 quando, a seguito dell’obbligo di applicare la Legge “Madia”, introdotta per disciplinare le società interamente pubbliche, venne chiesto ai due Consorzi Elettrici di uscire dalla compagine sociale in quanto di natura privatistica. Entrambi, con grande spirito di responsabilità, lasciarono per dare la possibilità alla società di poter effettuare servizi per conto dei soci in House Providing, con affido diretto. In tale occasione venne modificato ed approvato lo statuto che permetteva l’apertura della compagine a nuovi soci, purché di diritto pubblico. Negli anni a seguire quindi, si assistette all’entrata in compagine di una serie di enti: nel 2018, i comuni di Andalo, Molveno e Val-

lelaghi, nonché l’Azienda Consorziale Terme di Comano e nel 2021, i comuni di Fai della Paganella e Cavedago.

Ad oggi la compagine sociale di G.E.A.S. S.p.A. è formata dai comuni di Andalo, Bleggio Superiore, Bocenago, Bondone, Borgo Chiese, Borgo Lares, Cavedago, Caderzone Terme, Carisolo, Castel Condino, Comano Terme, Fai della Paganella, Fiavè, Giustino, Massimeno, Molveno, Pelugo, Pieve di Bono Prezzo, Pinzolo, Porte di Rendena, San Lorenzo Dorsino, Sella Giudicarie, Spiazzo, Stenico, Storo, Strembo, Tione di Trento, Tre Ville, Valdaone e Vallelaghi e da ACTC Terme di Comano, Comunità di Valle delle Giudicarie, Consorzio BIM del Sarca, Consorzio BIM del Chiese e Azienda Servizi Municipalizzati di Tione di Trento. Sono prossimi all’ingresso

in società, i comuni di Ledro e Spormaggiore. Tra gli eventi emblematici che caratterizzarono la storia di G.E.A.S. S.p.A., è dove-roso annoverare nel 2007, l’aggiudicazione dell’asta pubblica effettuata dall’allora Comprensorio delle Giudicarie, inerente la gestione e lo sfruttamento del BioGas di discarica di Zuclo e l’assemblea societaria del 23 dicembre del 2009, quando venne deliberato l’aumento del capitale sociale, che passò da 250.000 € a 1.140.768,00 €. Ciò consentì alla società di patrimonializzare il capita-

le, rafforzandone la struttura e ampliandone le attività. Inoltre, permise un ingresso “pesante” in compagine sociale, quello della Comunità di Valle.

Passando ad una narrazione più recente, troviamo segnate in rosso sul calendario della vita di G.E.A.S. S.p.A., altre due date: il 7 ottobre 2022 quando, davanti a notaio viene firmato l’atto che sancisce il contratto di rete tra tre società operative del territorio: E.S.Co. B.I.M., A.S.M (Azienda Servizi Municipalizzati di Tione di Trento) e G.E.A.S. S.p.A. ed il 30 ottobre 2022, data nel-

la quale vengono presentate ben 27 domande di finanziamento per altrettanti comuni, sul Bando PNRR - Misura M2C4 - I4.2. “Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti”. In questo caso, l’obiettivo da centrare e per il quale, ancora una volta G.E.A.S. S.p.A. è stata a fianco delle amministrazioni, era quello di cogliere l’opportunità unica del PNRR per intercettare importanti risorse e dirottarle sul nostro territorio.

- SIR (Servizi Idrici in Rete). Si tratta di uno strumento innovativo, costantemente ag-giornato ed in linea con i vari servizi provinciali, per dare la possibilità ai comuni giudicariesi e trentini di continuare nella gestione diretta dei propri acquedotti facendo sinergia con gli altri Comuni, la Comunità di Valle ed il BIM del Sarca. Sempre dal 2014, G.E.A.S. S.p.A. ha anche in carico la gestione/manutenzione di videocamere posizionate in luoghi sensibili del territorio Giudicariese. Il primo contratto è stato siglato con l’allora comune di Darè. Sullo stesso portale, G.E.A.S. S.p.A. ha iniziato a telegestire impianti fotovoltaici ed impianti termici con un servizio di continuo monitoraggio e di allerta in caso di malfunzionamenti. Dal 2017, G.E.A.S. S.p.A. ha dato inizio a due importanti attività: il supporto ai comuni soci nell’ambito della gestione calore ricoprendo

la figura di Terzo Responsabile e la gestione dei parchimetri dell’Oasi di Nembia tra San Lorenzo e Molveno. Nel settore della gestione calore, G.E.A.S. S.p.A. si occupa di controllare oltre 100 generatori di calore, assicurando risparmio nella gestione ed un corretto funzionamento. Altro servizio partito nel 2017, è quello svolto in ambito di sicurezza sul lavoro: G.E.A.S. S.p.A. infatti, ricopre in alcuni Enti locali e aziende del nostro territorio, il ruolo di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), figura disciplinata al D. Lgs. 81/08 “Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro” ed obbligatoria in tutte le attività con almeno un dipendente.

Per il futuro, è ambizione di G.E.A.S. S.p.A. poter effettuare interventi di manuten-zione sui patrimoni immobiliari dei propri soci, attivare interventi finalizzati al ri-sparmio energetico re-

perendo risorse nel settore delle contribuzioni pubbliche, al fine di ridurre i consumi energetici degli Enti Soci.

G.E.A.S. S.p.A. si è certificata secondo la norma ISO 9001 per il controllo della ri-

sorsa idrica destinata al consumo umano e per il settore della gestione calore. Attualmente ha una forza operativa di sei dipendenti ed è gestita da un Consiglio di Amministrazione di 5 membri.

Nomi dipendenti: Santolini Giuliano, Poletti Eleonora, Bonenti Giada, Sforza Mirko, Mussi Michele, Valenti Renato

Membri CDA: Paoli Valter, Bonapace Andrea, Carnessali Federica, Zanoni Francesca, Bazzoli Franco

Dal 1° gennaio 2021 gli uffici di G.E.A.S. S.p.A si trovano al secondo piano del Palazzo Saletti, sede del Consorzio BIM Sarca-Mincio-Garda in Viale Dante 46 a Tione.

PAG. 30 DICEMBRE 2022 Territorio
In vent’anni l’azienda si è radicata territorialmente offrendo servizi ai comuni e alla popolazione.
20 anni di Geas, 20 anni di servizi DATI DI BILANCIO 2021 2020 2019 Ricavi vendite e prestazioni € 1.286.039,00 € 1.777.490,00 € 864.392,00 Costi della produzione € 1.507.464,00 € 1.568.877,00 € 1.161.814,00 Utile di esercizio € 92.660,00 € 128.633,00 € 60.112,00 Controlli analitici sulle acque destinate al consumo umano e relative non conformità gestite nel corso dell’anno Anno N° analisi Non conformità gestite 2017 1360 25 2018 1389 32 2019 1443 33 2020 1502 31 2021 1978 34 2022 1735 29
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Tutti li vogliono ma alla fine c’è il rischio che nessuno li prenda. Parliamo dei movimenti autonomistici che ormai in Trentino spuntano come i funghi: Risveglio tirolese (Paolo Monti già consigliere comunale del Patt a Trento ), la Casa autonomia ue (Dallapiccola, Demagri), autonomia dinamica (Mauro Ottobre), La primavera dell’autonomia, Autonomisti popolari, Trentino autonomista libero e poi c’è il Patt, naturalmente, il partito che storicamente ha sempre incarnato le spinte autonomistiche in opposizione alle tendenze centraliste e che ora, come un carciofo, sta perdendo le proprie foglie.

Queste diaspore autonomiste hanno fondamentalmente due cause: la mancanza all’interno del Patt di una guida autorevole, i richiami che il centro ed il centro sinistra mandano ormai quotidianamente al Patt nel tentativo di averlo come alleato alle prossime elezioni provinciali, convinti che l’8/10 per cento sul quale si attesta normalmente il Patt possa far la differenza.

E’ proprio questo richiamo che sta mandando in tilt la dirigenza ed i ranghi del Patt con continue fuori uscite, ultima della quali quella del presidente Luigi Panizza.

A confondere poi le idee degli elettori che politicamente e culturalmente si collo-

cano nell’area di centro e in quella autonomistica non mancano poi i movimenti già sorti nell’area di centro destra: parliamo del partito di Tonina/Grisenti e soprattutto quello di Gottardi. Ma questi, almeno fino ad oggi, sono “saldi” e non creano problemi al centro destra. I problemi all’area autonomista li creano invece quelli esponenti che sono attratti dalle sirene del centro sinistra ma sono altre sì combattuti sulla posizione reale alla quale approdare.

Ovvero andare a sinistra, come aveva fatto Ugo Rossi poi approdato alle linee di Azione/Italia viva, o lavorare per creare un partito effettivamente blockfrei,

cioè slegato dai due schieramenti nazionali di destra e sinistra e andare da solo alle provinciali facendo semmai accordi successivi col vincitore? Qui sta il problema vero. Se si ripercorre la storia del Patt, da Enrico Pruner a Domenico Fedel, una cosa è certa: ideologicamente il Patt ha ben poco da spartire con le teorie della sinistra. Era un partito fondamentalmente cattolico, per tradizione legato ai ceti produttivi soprattutto quelli dell’agricoltura e della montagna, che guardava al mondo tedesco e sudtirolese, che coltivava valori sociali e personali propri dell’area mitteleuropea. Insomma Dio, Patria e

famiglia. Poi, tramontati i leader storici, il Patt è finito in mano ad autonomisti sì ma anche un po’ opportunisti. Da Andreotti e Rossi in poi il Patt è sempre stato più attento ai bilancini del potere che non alle proprie convinzioni e alla propria tradizione. L’autonomia – diciamo la verità – è diventata per molti “pattini” una etichetta da esibire nei giorni di festa. Non c’è stato in questi anni un lavoro di costruzione di una pro-

sinistra

pria identità, seppure riletta alla luce dei cambiamenti sociali, ma piuttosto una corsa alle poltrone. Eppure proprio Andreotti aveva dimostrato che in Trentino il partito autonomista poteva vincere e determinare le sorti governative della Provincia. Questa corsa a svendere valori si è accelerata con la classe dirigente attuale del Patt. E così ora sul mercato dei partiti nazionali (centro destra e centro sinistra) ci sono gli

ultimi scampoli del Patt. Se andranno avanti così saranno assorbiti e saranno ininfluenti. Diverso sarebbe se qualcuno del gruppo dirigente del Patt e dei vari movimenti che si stanno strutturando, mettendo da parte i giochi di potere, lanciasse l’idea di una costituente dell’autonomia trentina mirando a creare un’offerta precisa, autonoma, non serva della sinistra, in grado di riproporre ai trentini quel miraggio che aveva Pruner : un’autonomia forte, legata altrettanto fortemente al Sudtirolo. Per far questo ci vorrebbe dentro il movimento autonomista qualche leader forte ed autorevole, che però fino ad ora non vediamo. Chiudiamo ricordando un simpatico aneddoto. Un giorno un giornalista chiese al ministro Rino Formica, autorevole esponente del Psi, se dopo Craxi vedeva qualche leader all’orizzonte. E Formica rispose “No, vedo solo nani e ballerine “. E sull’orizzonte trentino il prossimo anno che cosa vedremo….

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Il Patt e le sirene della
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CM-emporio, azienda storica di Comano Terme, conosciuta in valle e presentata su questa nostra rivista pochi mesi fa, non smette di stupire.

Con l’ampliamento dei propri spazi commerciali, affronta questo difficile periodo compromesso da varie fasi critiche come tassi d’interesse, speculazioni, impennata prezzi, guerra, energia, paure mediatiche e a corona il complicato sistema burocratico/fiscale, focalizzando programmi e scelte strategiche, aggiungendo un marchio prestigioso nel settore E-Bike, ricercando ed ampliando le proposte idee regalo e rafforzando il settore libro, fiore all’occhiello nelle difficoltà di una qualsiasi libreria di paese. Insomma, rimboccarsi le maniche per far fronte a tutto ciò che scoraggia, in particolar modo nelle piccole e medie imprese, cuore pulsante della tradizionale, purtroppo spesso abbandonata, economia trentina di paese.

Marco, rappresentante della famiglia Riccadonna, alla domanda scontata come va e un bilancio riguardo alla stagione estiva, con impercettibile smorfia accompagnata da spontaneo sorriso, da il via ad un graduale ed esauriente monologo, sottolineando di non voler essere critico ma attento e reale sulle dinamiche attuali, commerciali e di vita quotidiana.

Bene! Risponde Riccadonna. L’educazione ricevuta è di non lamentarsi. Ciò non

CM Emporio non smette di stupire

rebbe l’attuale disastro, ma soluzioni immediate, a garanzia e tutela di famiglie e conseguente sistema.

E il sistema fiscale o burocratico? Lasciamo perdere.

Quanti caratteri dovremmo scrivere per dire le stesse cose trite e ritrite? Mi chiederete: e allora? Risposte? Ognuno di noi deve fare la propria parte ed è la difficoltà maggiore in tutti gli ambiti sociali, economici, fiscali e decisionali, perché il sistema siamo noi.

significa di accontentarsi, ma di procedere, passo passo, osservando i lati positivi. Spesso non facile, ma educativo. E i nostri padri, saggi maestri di storia vissuta, ne sapevano e non poco.

Loro, provenienti la maggior parte da miseria, emigrazioni, guerre e vita/economia il più delle volte semplice, hanno costruito fondamenta

importanti, anche se purtroppo in alcuni casi, sottovalutando il corretto cambio generazionale, dimenticando di tramandare il valore di impegno, fatica e rispetto, rendendo forse tutto più facile. Ciò non toglie che non voglio fare di tutto l’erba un fascio, piuttosto condividere che il non lamentarsi è il focalizzare come andava in meglio o

peggio il passato, ma anche attualmente in molte parti del mondo. Per questo dico no! Personalmente non mi lamento. Con la mia famiglia da tempo ci siamo rimboccati le maniche come molte altre famiglie ed aziende, per rafforzare e tenere salde le redini. Il momento è veramente difficile ed ingiusto. Per esempio osservando alcuni problemi come l’impennata globale dei prezzi, gonfiata e amplificata da speculazioni umane.

Ricordate le parole sopra? Impegno, fatica e rispetto? Aggiungerei visione d’insieme. Se il tutto fosse control-

lato da un corretto sistema nulla sarebbe successo. Utopia? Parole facili o parole al vento? Presunzione? Ignoranza? Preferirei definirla serietà!

Il nostro sistema non è in grado di tutelare ma ci ricongiunge a tamponare, con scelte approssimative e inconcludenti a livello italiano, europeo e globale. Eppure questa bolla speculativa ha inizio da mani umane, da scelte o programmi ben definiti.

Incredibile? Preferirei definirlo triste.

Quella famosa educazione contadina, non permette-

Con la mia famiglia lavoriamo con questa visione, condivisione e crescita per soddisfarci e soddisfare.

A riguardo per questo dicembre, per questo Natale e fine anno, abbiamo deciso, per chi acquista una qualsiasi bici bambino, adulto ed EBike di omaggiare un casco a scelta tra la vasta gamma e inoltre per chi sceglie la E-Bike, un portabici tecnico. Mentre per chi raggiunge cento euro di acquisto in giochi e libri regaliamo un libro sui percorsi delle nostre montagne.

Buone Feste e Auguri da tutta la famiglia Riccadonna.

PAG. 34 DICEMBRE 2022
Per questo Natale per chi acquista una qualsiasi bici bambino, adulto ed E-Bike in omaggio un casco a scelta; per chi sceglie la E-Bike, un portabici tecnico. A chi raggiunge cento euro di acquisto in giochi e libri regaliamo un libro sui percorsi delle nostre montagne. Messaggio promozionale
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Il 3 novembre da quest’anno è la celebrazione internazionale di questi laboratori di sostenibilità, in cui è compreso il territorio delle Alpi Ledrensi e delle Giudicarie.

L’UNESCO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, ha designato il 3 Novembre come “Giornata internazionale della Riserve della Biosfera”, ovvero i territori e le comunità che in tutto il mondo perseguono lo sviluppo sostenibile a livello locale e globale, e che per questo sono state insignite del prestigioso riconoscimento UNESCO nell’ambito del programma “Uomo e Biosfera” (Man and Biosphere- MAB).

Anche la Riserva della Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria, istituita nel 2015 e riguardante 10 Comuni, tra il Lago di Garda e le Dolomiti di Brenta, nella porzione occidentale del Trentino, intende celebrare questa giornata di cui è protagonista assieme alla grande famiglia MAB UNESCO.

“Questa giornata – evidenzia con orgoglio Gianfranco Pederzolli, Presidente della Riserva della Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria – è per noi l’occasione di comunicare ancora una volta quale sia il nostro principale obiettivo: stimolare enti pubblici, imprese, associazioni del territorio, e più in generale le nostre comunità, a collaborare tra loro per mantenere equilibrato il rapporto tra le attività socio-economiche e la conservazione della natura che ci contraddistingue”.

Le Alpi Ledrensi e Judicaria infatti ottennero il riconoscimento a Riserva della Biosfera non soltanto in virtù della straordinaria biodiversità (il territorio copre un dislivello di oltre

3.000 metri, comprendendo ambienti molto diversificati che vanno dalle vette montane dolomitiche fino agli ambienti fluviali della Sarca e del Chiese, dai terrazzamenti del Tennese alle strette vallate alpine della Val di Ledro, dal rigoglioso anfiteatro naturale delle Giudicarie Esteriori fino ai pascoli d’alta quota di Malga Alpo nella Valle del Chiese), ma anche dell’incredibile ricchezza culturale e di pratiche di uso sostenibile del territorio tra cui l’uso collettivo delle risorse e l’incredibile presenza di realtà cooperative: da questi paesi partì l’azione di Don Guetti padre della Cooperazione Trentina.

“Celebrare questa giornata mondiale – sottolinea Giorgio Marchetti Presidente del BIM Sarca Mincio Garda, ente capofila del-

Giornata internazionale delle riserve della Biosfera

Gli ambiti di operatività sono stati molti: dal turismo, alla ruralità, dalla tutela della biodiversità, agli stili di vita sostenibili,… sempre avendo ben chiaro quali siano le prerogative dei programmi UNESCO, ovvero operare soprattutto nell’ambito dell’educazione, della scienza e della cultura.”

la Riserva della Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria – consente di valorizzare il nostro impegno e confrontare i risultati raggiunti con quelli ottenuti dalle altre Riserve della Biosfera in tutto il mondo, determinando uno stimolo a fare sempre meglio, ma anche un’occasione di visibilità e protagonismo internazio-

nale che questo territorio merita.”

Le Riserve della Biosfera sono infatti una rete mondiale di eccellenze (738 in 141 nazioni, di cui 20 in Italia) vocate alla sperimentazione e all’innovazione di modelli socioeconomici sostenibili, per attuare a livello locale, con progetti concreti, gli obiet-

globali dell’Agenda 2030 dell’ONU. Si tratta di un network estremamente dinamico e collaborativo come emerso anche

EU-

tenutasi nella Riserva della Biosfera di Nockberge in Austria, che ha permesso lo scambio di buone pratiche delle Riserve della Biosfera Europee e Nord Americane ed a cui ha partecipato una delegazione delle Alpi Ledrensi e Judicaria.

“Dal 2015 ad oggi – illustra Stefano Zanoni – coordinatore della Riserva della Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria – molti progetti concreti sono stati realizzati grazie al contributo e allo stimolo della Riserva della Biosfera, coinvolgendo sia Enti Pubblici, in primis i Comuni, sia soggetti privati del territorio.

Solo nel corso del 2022 sono stati diversi i progetti significativi realizzati dalla Riserva della Biosfera. A Marzo si è svolto Talenti per il mondo, un evento online che ha coinvolto più di 1500 studenti delle scuole superiori, per far comprendere loro le opportunità che sia aprono coltivando i propri talenti in relazione allo sviluppo sostenibile. Ad aprile è stata organizzata, per 12 operatori turistici del nostro territorio, una visita studio nella Riserva di Biosfera Appennino tosco-emiliano per conoscere le buone pratiche di promo commercializzazione delle produzioni agroalimentari e le cooperative di comunità.

A Maggio, in partnership con l’APT Garda Dolomiti e con il supporto di Montura, è stata realizzata la prima edizione della “Proudtoshare Week”, una settimana di eventi, conferenze e laboratori seguiti da partecipanti locali e provenienti da tutto il mondo, in cui si è affrontato il tema della sostenibilità in relazione alle discipline outdoor (accessibilità per persone disabili, capacità di carico in luoghi soggetti a eccessivo carico turistico, cambiamenti climatici nelle zone alpini e attrattività del territorio).

Questa prima “Giornata internazionale delle Riserve Biosfere UNESCO” ha il compito di richiamare l’attenzione sul ruolo fondamentale che le Biosfere svolgono per conservare e rilanciare il delicato equilibrio fra tutela dell’ambiente e attività umane. Una sfida di importanza fondamentale per il nostro futuro, che la Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria, anello di congiunzione fra il mondo alpestre delle Dolomiti di Brenta e dei ghiacciai dell’Adamello e il lago di Garda, il più grande specchio d’acqua italiano, ha accolto da tempo. La straordinaria biodiversità e l’incredibile ricchezza storico-culturale di questo territorio non sono solo

beni preziosi da tutelare ma risorse importanti per le comunità che li abitano e per i numerosissimi visitatori che vi accedono, per godere delle meraviglie del paesaggio, per ritemprarsi, e per approfondire le loro conoscenze sulla natura e sulle culture di questa parte di arco alpino. Uomo e ambiente possono convivere: questo l’insegnamento racchiuso nella Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria, e questo è il messaggio che dobbiamo trasmettere alle generazioni future. L’impegno, però, deve essere costante, continuo, nutrito in pari misura dalle virtù dell’entusiasmo, dell’intelligenza, dell’inventiva. Siamo certi che il Trentino sia all’altezza di

questa sfida. Lo testimoniano anche gli altri riconoscimenti giunti dall’UNESCO, in particolare alle Dolomiti Patrimonio dell’umanità, ai siti palafitticoli e al Geo-

C’è so-

Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria e le strategie ed i progetti sostenuti dalla Provincia autonoma di Trento. Una visione condivisa dalla rete di soggetti pubblici e privati che, ciascuno con proprie competenze, si adopera per tutelare l’ambiente trentino e, al suo interno, questo prezioso scrigno di biodiversità, che comprende in uno spazio relativamente ristretto quanto di meglio il mondo alpino e prealpino abbia prodotto nei secoli.

Vicepresidente e assessore all’Urbanistica, ambiente e cooperazione della Provincia autonoma di Trento

PAG. 36 DICEMBRE 2022 Ambiente
tivi dalla recente conferenza ROMAB, parco Adamello Brenta. prattutto una piena coerenza tra visione di sviluppo sostenibile sostenuta dal programma MAB UNESCO e dalla Riserva della Mario Tonina
Tonina: “Biosfere, una sfida fondamentale per il nostro futuro”

CHI SI DEVE VACCINARE

ll vaccino antinfluenzale è indicato per tutte le persone che vogliono evitare di ammalarsi di influenza. In accordo con gli obiettivi della pianificazione sanitaria nazionale la vaccinazione viene offerta gratuitamente alle persone che corrono un maggior rischio di complicanze ed è raccomandata alle persone di tutte le età per semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti di Coronavirus.

COS’È L’INFLUENZA

L’influenza è una malattia infettiva causata da diversi tipi di virus che si trasmettono, per via aerea, attraverso le goccioline emesse con la tosse o gli starnuti, ma anche attraverso le mani che hanno avuto contatto con secrezioni respiratorie. I virus influenzali circolano soprattutto nella stagione fredda, causando molti casi di malattia, di ricovero e anche di morte.

Gli anziani restano il target prioritario per la vaccinazione, ma anche per questa campagna si è scelto di privilegiare, come nella campagna 2020-2021, ulteriori target:

• medici e personale sanitario di assistenza

• persone sopra i 60 anni di età

• donne in gravidanza e post partum

• popolazione a rischio (malati cronici, familiari di soggetti ad alto rischio, caregiver...)

• bambini dai 6 mesi ai 6 anni

• addetti ai servizi pubblici (forze di polizia e vigili del fuoco)

• persone che per motivi di lavoro entrano in contatto con animali (allevatori, addetti al trasporto di animali vivi, macellatori, veterinari pubblici e privati ecc.)

• donatori di sangue

• personale dei servizi socio-educativi e dell’infanzia

• personale addetto al trasporto pubblico

• lavoratori al dettaglio di generi alimentari e della grande distribuzione

QUANDO E DOVE VACCINARSI

La vaccinazione inizia a novembre in modo da limitare la circolazione contemporanea del virus dell’influenza e Coronavirus. I picchi epidemici influenzali si verificano di solito tra la fine di dicembre e i primi di febbraio.

Per informazioni e per vaccinarsi basta rivolgersi al proprio medico o pediatra di famiglia oppure agli ambulatori vaccinali dell’Azienda sanitaria.

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La vaccinazione antinfluenzale è raccomandata dal Servizio sanitario provinciale e offerta gratuitamente a determinate categorie di persone. Per informazioni o per vaccinarsi basta rivolgersi al proprio medico o pediatra di famiglia oppure agli ambulatori vaccinali dell’Azienda sanitaria.

60 anni di Fondazione Bruno Kessler

Simoni, un percorso impegnativo da Montagne a Milano a Trento. Ci racconti com’è andata?

Ho frequentato il liceo scientifico a Tione dove studiavo davvero poco, a dirla tutta preferivo sciare. Ma lo considero un periodo formativo importantissimo. Ringrazio i miei professori, da latino a matematica, che mi hanno insegnato le materie scientifiche ma soprattutto lezioni di vita e valori: etica, rispetto, relazione con gli altri, la più importante l’approccio all’innovazione. Per vivere una vita piena, bisogna innovare, da più punti di vista. Per me poi ha voluto dire declinata in ambito tecnologico.

Dopo la maturità avevo le idee confuse, mi sono iscritto al bienno di Ingegneria a Trento dove mi sono appassionato alla bioingegneria, specialmente applicata ai materiali. Ho concluso la laurea con tesi a tema al Politecnico di Milano. Avevo 24 anni, ho fatto una stagione sulle piste, poi il servizio militare. A quel punto avrei avuto proposte al San Raffaele di Milano, ma vincendo un concorso all’allora Istituto Trentino di Cultura a Trento sono entrato nel mondo della ricerca trentina.

Quindi ha iniziato a collaborare con uno dei gruppi di ricerca, quello dei Sensori Ottici Integrati. Ci parli di questa nuova fase della sua vita, immerso nell’innovazione.

Quello della ricerca non è il mondo del lavoro delle 8 ore, la passione per l’innovazione ti porta ad andare oltre, pensando mattina e sera a nuove idee. Nel periodo Soi abbiamo cercato di ideare nuove telecamere integrate - allora si avevano solo dei chip in tecnologia Ccd – in tecnologia Cmos.

Si tratta di un percorso verso nuove tecnologie - ci puntavano anche altri all’estero - che poi avrebbero preso piede fino ad arrivare ad oggi. Lavoro di gruppo che ha dato credibilità e prestigio all’Istituto a livello nazionale e internazionale. Nuovi scambi e finanziamenti, parliamo di crescita, dai rapporti con le aziende a collaborazioni con centri del calibro di Jet Propulsion Laboratory di Pasadena in California (Nasa). Da lì ho iniziato a coordinare scientificamente un gruppo di venti ricercatori, ammetto anche più bravi di me. Il mio ruolo è diventato poi più gestionale riferito a più gruppi di ricerca.

Nel 2007 avviene il passaggio da ente funzionale ad una gondazione di diritto privato, la Bruno Kessler, ma di proprietà pubblica, della Provincia Autonoma di Trento. Quali sono stati le speranze e i timori del momento, com’è stata viverla dall’interno?

Come ricercatori non eravamo consapevoli della portata del cambiamento. Abbiamo aderito positivamente e messo insieme tavoli di lavoro per capire come organizzarci, io sono rimasto più sulla parte hardware, mentre Paolo Traverso sull’intelligenza artificiale, diventando direttori di due appositi centri. A distanza di un anno e mezzo mi è stato proposto il ruolo di Segretario Generale.

Cosa vuol dire oggi essere il segretario generale della Fondazione Bruno Kessler?

Il Segretario è un po’ il fulcro che deve tradurre gli indirizzi del CdA in operatività. Sono responsabile di supporto e amministrazione, coordino i direttori scientifici degli undici centri di ricerca attraverso il Comitato di Direzione e Coordimento. Si parla di problematiche, sia scientifiche che manageriali, progettualità future. Creo comunicazione con l’interno, poi mi rivolgo all’esterno, verso istituzioni ed aziende. Paolo Traverso guida il Gruppo Strategie di Marketing e Sviluppo Business. Siamo tutti una squadra insomma, competente ed istituzionale, ben organizzata. Siamo cresciuti grazie ad un sistema politico trentino che ha sempre creduto e supportato la ricerca.

Kessler del resto parlava di dualismo tra attaccamento al territorio e apertura all’esterno. A distanza di 60 anni, cosa è cambiato? Ha ancora lo stesso significato? Quando sono entrato in ITC si pensava a fare ricerca di eccellenza, non tanto a trasferire i risultati alle aziende. Penso che la trasformazione – perchè sì, sono avvenuti cambiamenti in 60 anni - sia arrivata con il passaggio alla Fondazione. Abbiamo rafforzato la parte dell’innovazione e dato importanza alla ricaduta sul territorio. Significa prendere i

risultati delle nostre ricerche, incentivate dai nuovi investimenti, per creare prototipi che le aziende possano sperimentare concretamente. Ottenendo risultati positivi riusciamo a reinvestire in ricerca. Si è creato un circolo virtuoso, punto di riferimento, io direi, a livello europeo.

Un centro di ricerca così prestigioso, la fuga dei cervelli, sembra un paradosso. Come la commenta?

La fuga dei cervelli c’è sempre stata, e c’è oggi ancor di più, anche a livello trentino. Ma c’è da dire che se c’è fuga di cervelli, c’è anche un sistema che riesce a crearli. L’Italia investe per avere scienziati e ricercatori, è un bene, il punto sarebbe

saperli trattenere. Il Trentino è un’eccellenza, a partire dalla formazione, quindi ha cervelli che fuggono. Oggi forse molti sono attratti da percorsi di vita diversi, che implicano lasciare il paese. Il mercato poi è aggressivo, stipendi e opportunità di grandi laboratori - specialmente extraeuropei – attraggono molto, dovremmo avere un sistema del lavoro diverso.

Quale la sua visione futura sulla ricerca sia trentina che strettamente territoriale?

Le rivoluzioni della storia implicano innovazione, nuova tecnologia. Oggi siamo in un momento in cui c’è da chiedersi come portare avanti un cambiamento basato sulla tec-

nologia. Penso sia da concepire, a livello mondiale, a partire dai cambiamenti nella vita dell’uomo e del pianeta. Come Trentino, in Italia, e all’interno dell’Europa, giochiamo un ruolo fondamentale. Vedo la ricerca trentina in modo molto positivo, con un sistema molto coeso e all’avanguardia. Il territorio cresce insieme agli sviluppi sia tecnologici che culturali. Il nostro territorio, le stesse valli, sono ricche in questo, lo dimostrano le numerose aziende estremamente innovative.

Che percorso sarà?

La Fondazione contribuirà con i mondi della politica, dell’università, delle aziende trentine e non, a questo sviluppo. Il percorso continua a basarsi su una forte sinergia. Con l’Università le collaborazioni dei laboratori fanno davvero la differenza. Il sistema trentino della ricerca lavora insieme, e segue linee guida – abbiamo un piano decennale - che affondano le proprie radici in ragionamenti su transizione digitale e climatica.

PAG. 38 DICEMBRE 2022 Territorio
Andrea Simoni, giudicariese, è segretario generale della Fondazione (FBK). “Il centro di ricerca che siamo oggi è merito di impegno e sinergia di un sistema”.
di Martina Sebastiani

Buondì mondo.

Dal 15 novembre siamo 8 miliardi sul pianeta. Un quarto della prossima legge di bilancio, esattamente la metà (4 miliardi di dollari) di quanto è costato il solo decollo del razzo Artemis della Nasa, direzione Luna, avvenuto il 16 novembre. Appena un giorno dopo.

Singolare e forse profetica coincidenza temporale. La colonizzazione dello spazio come soluzione al sovrappopolamento della Terra?

L’ottomiliardesimo terrestre è un pòpo nato in India ed è stato chiamato World. Mondo. Un nome che evoca speranza nel futuro, fiducia nella capacità dell’individuo di entrare finalmente in una relazione di convivenza empatica con il pianeta.

Ma hai voglia a parlare di blocchi navali e chiusura delle frontiere. Uno sviluppo demografico così veloce (si prevedono 9 miliardi di abitanti nel 2037, fonte ONU), e che interessa soprattutto i paesi poveri dell’Africa (Nigeria in primis), oppure con enormi disuguaglianze sociali e reddituali come la stessa India (l’anno prossimo diventerà il paese più popoloso al mondo superando la Cina), avrà ripercussioni sempre più drammatiche in termini di sostenibilità mondiale e scatenerà flussi migratori sempre più massicci e incontrollabili.

Tanti (forse troppi) ‘umani’ e poca Umanità, quel mix di solidarietà, comprensione, indulgenza, compassione e compartecipazione al dolore e alle avversità altrui. Tutti sentimenti mestamente alla deriva, alla pari dei tanti barconi carichi di disperati.

Il ministro dell’Interno Piantedosi che definisce i migranti ‘carichi residuali’, come fossero rimanenze di magazzino.

Il Presidente turco Erdogan che derubrica a ‘errore tecnico’ i due contadini morti a seguito dei due missili caduti in Polonia.

Il potere politico si interfaccia con la sofferenza in modo sempre più cinico, disumanizzando anche il proprio lessico. Freddo, indifferente, sminuente, e per questo deresponsabilizzante.

La Meloni, accompagnata dal suo Dream Team di ministri e sottosegretari, non ha fatto neanche in tempo ad arieggiare le stanze di palazzo Chigi che già ha reso nota, con le prime misure varate, la stella polare della sua azione di governo: pugno duro. Che tradotto vuol dire ‘discontinuità’ rispetto ai precedenti esecutivi.

Dal canto suo la Sinistra, progressista, tollerante e soprattutto moscia, con il PD tutto preso dal riorganizzarsi a seguito dei rovinosi risultati elettorali, ha fatto il pigro collaudo del-

le dinamiche della propria opposizione. Vocina fioca e argomentazioni complesse quanto un temino di prima elementare sulle vacanze estive.

Riassunto di novembre.

Sui migranti. Governo: ‘Sono viaggi organizzati, vanno stroncati. Difenderemo i confini italiani.’

Opposizione: ‘Visione fascista!’.

Sui fondi dal PNRR. Governo: ‘Basta sprechi e bonus inutili!’

Opposizione: ‘Atteggiamento fascista!’

Sui rave party. Governo: ‘Pene severe per chi organizza o promuove raduni illegali’

Opposizione: ‘Legge liberticida e fascista!’

Che poi i geniacci della Sinistra dovrebbero spiegare

cosa intendono per ‘liberticida’. Solo una parola di cui riempirsi la bocca ad capocchiam? Perché se ‘liberticida’ vuol dire uccidere o contrastare la libertà di delinquere, di fare il cazzo che pare trasgredendo le leggi dello Stato, di violare la proprietà privata e vandalizzare quella pubblica, allora ben vengano leggi liberticide.

Liberticide sono quelle leggi che restringono o negano le libertà costituzionalmente garantite. Non mi pare che l’attuale esecutivo abbia mai, né ora né in passato, annunciato simili intenti. Anzi… tutto ‘sto terrore intorno alla Meloni premier, alla vigilia elettorale vista come uno spauracchio per le libertà fondamentali e definita anche da parte della stampa internazionale come ‘la donna più pericolosa d’Europa’, si è già svaporato. ‘Ce semo ggià abbituati’ direbbe lei.

Che poi anche ‘sto polverone sui rave party... L’Italia, al contrario degli altri grandi d’Europa (Olanda, Gran Bretagna, Francia, Spagna), arriva ultima a legiferare in materia avendo sempre preferito vestire i panni della madre carezzevole che ‘lasciamoli divertire che tanto so’ ragazzi’. Lega e Fratelli d’Italia compatti sulla necessità di norme aspre, con il solo festaiolo Berlusconi contrario, evidentemente ancora attratto da caciare, frizzi e sollazzi nonostante anagrafe geriatrica e fidanzatina.

D’altronde è lui che ha inventato i bunga bunga, che erano pur sempre raduni corporei/musicali pieni di gente sudata, svestita, scollacciata, sballata. Proprio come i rave.

Con il Viagra anziché le metanfetamine.

E Mariano Apicella al posto della techno.

PAG. 42 DICEMBRE 2022 Tutti giù per terra
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Il Natale di un tempo, che nostalgia!

Fra non molto sarà Natale, i supermercati sono già pieni di panettoni e regalie natalizie, si pensa già al pranzo di Natale e alle feste che seguiranno. Io sono un po’ triste, il Natale lo vorrei come una volta.

Lettera firmata

Sono d’accordo. Un tempo si festeggiava il Natale in modo semplice. Prevaleva la festa religiosa e la messa di mezzanotte riscaldava il cuore. Nelle famiglie c’era un presepe di poche statuine in gesso e un albero di Natale con poche candele e molte piccole mele attaccate ai rami con lo spago. Doni non ce n’erano, aveva già provveduto Santa Lucia, ma bastava il presepe illuminato con tremolanti candeline per essere felici. Il Natale era quindi il momento dell’anno in cui grandi e piccoli trovavano armonia e pace e un’occasione per ritrovare i propri cari. Oggi il nostro è il Natale dell’opulenza e dei regali inutili. Anche quest’anno sono già tutti in giro per i negozi a pensare ai regali.

Non c’è più niente di religioso in questa festa, pochi pregano e spesso si scorda che il Natale non è solo fatto di regalie. Dovrebbe essere anche un periodo di riflessione. Penso che l’attuale crisi economica che ci sta mettendo al tappeto, e la guerra che ogni giorno ci manda notizie devastanti,

farà calare quest’anno la voglia di spendere e spandere com’era d’uso negli anni scorsi, anche le luminarie caleranno di numero e di intensità. Ovvio. Ma a dir il vero non è che me ne importi molto. Pazienza se non riceverò regali. Credo che la felicità di ognuno di noi stia fortunatamente altrove. (a.a.)

Perchè il numero chiuso a Medicina se poi mancano i medici?

Ogni giorno sui giornali locali leggo che in Trentino mancano medici un po’ ovunque, sia medici di base che ancor più medici ospedalieri. Il colmo poi è che la Facoltà di Medicina continua nel difendere il numero chiuso, per entrarci si passa per concorso. Non sarebbe meglio aprire la Facoltà di Medicina selezionando poi nel merito i laureati.

Cristina

Sono d’accordo. La carenza di medici sta diventando estremamente pericolosa, non solo in Trentino, ma un po’ in tutta Italia, visto che è in gioco la salute di tutti noi, oltre tutto non riesco a comprendere l’opportunità di continuare con il numero chiuso nelle facoltà di Medicina che impedisce di avere un più alto numero di laureati. Sono molti gli amministratori regionali e provinciali

che chiedono l’abolizione del numero chiuso, ma l’Università non molla portando a giustificazione che non sarebbe più possibile garantire una didattica soddisfacente. Mah! Da un lato abbiamo facoltà universitarie che sfornano migliaia di laureati all’anno in gran parte destinati alla disoccupazione; dall’altro abbiamo facoltà come quelle di Medicina che laureano ogni anno un numero di nuovi medici del tutto inadeguato a ciò che servirebbe. Ma non c’è nessuno che si chiede come sia paradossale la situazione? Sembra di no. Probabilmente a livello nazionale hanno sbagliato programmazione tra il fabbisogno di medici e la capacita del nostro sistema universitario di prepararli. Nonostante tutto ancora non si capisce cosa intenda fare il Governo per rimediare ad una situazione che sta diventando insostenibile e inaccettabile. (a.a.)

Riportare la leva obbligatoria non è un male

Caro Adelino, da un po’ di tempo si torna a parlare di servizio di leva obbligatorio. Qualcuno teme che la proposta sottenda intenti sbagliati o istinti guerrafondai. Niente di tutto questo. L’Ana (associazione nazionale Alpini) che da tempo è favorevole a questa proposta, non pensa certo di riportare in auge la vecchia naia. Si pensa ad un servizio diverso che contempli oltre ad un periodo di formazione militare, anche e soprattutto attività di protezione civile e servizio della comunità. Tu che ne dici?

Ezio

A dir il vero mi hai messo in imbarazzo. Cerchiamo di capirci, non ho pregiudizio alcuno e non ho dubbi sulla bontà e sulla serietà degli intenti portata avanti dall’Ana. Ho una particolare simpatia per gli alpini e so quanto sia seria e meditata la loro proposta di ripristino del servizio di leva seppur riveduto e corretto, più dedito al sociale che alla guerra. Ho fatto anch’io il militare, da carrista, poca roba rispet-

to ad un alpino.

cosa

mio

Sono d’accordo, i tempi sono mutati, e forse sarò anche condizionato dal fatto che ho fatto il militare che avevo già 24 anni, un’età avanzata rispetto alla media, ma ritengo, senza voler essere immodesto, che quei 15 mesi di servizio militare non mi abbiano insegnato nulla. Gli unici ricordi ancora vivi sono i giochi meschini e talvolta arroganti che erano d’uso contro i più deboli, Vicende deprecabili che mai mi hanno coinvolto personalmente, ma che mi arrecavano dispiacere e rabbia nel mio pensiero quotidiano. Diciamo quindi che mi astengo da ogni giudizio su questo argomento. Ma d’acchito sarei contrario ad un servizio di leva, ma non chiuderei ad un sevizio più breve e totalmente dedicato al servizio civile e comunitario. Potrebbe aprire gli orizzonti dei nostri ragazzi, responsabilizzarli e preparali ad un futuro sempre più difficile da affrontare. (a.a.)

Fascismo e comunismo, due pesi e due misure

Caro Amistadi, sei un politico di vecchio stampo e di certo potrai rispondere a questa mia obiezione. Perché su gran parte dei giornali e alla Tv si pretende, giustamente, che la politica prenda le distanze dai mali lasciati in eredità dal fascismo e non fa altrettanto per quanto riguarda i crimini, il terrore e la repressione del comunismo?

La risposta c’è, abbastanza facile. I giornali fanno il loro mestiere e te la raccontano come vogliono, ma per entrare in argomento lei sa quanto me che l’Italia ha avuto a che fare con la dittatura fascista per più di vent’anni, con relativa guerra, con milioni di morti, che si è conclusa con la Liberazione voluta dal popolo italiano. Il comunismo era un’altra dittatura, per certi versi altrettanto dura, ma per fortuna non ci ha riguardato. E questo basta per segnare la differenza. (a.a.)

PAG . 43 DICEMBRE 2022
BOTTA E RISPOSTA
vilgiat@yahoo.it Opinioni a confronto
E la mia personale esperienza è però di segno contrario. Con tutta la mia buona volontà faccio fatica a ricordare una sola positiva nel anno e mezzo di militare.
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