Alessandro Franchini Maria Silvia Collarino Orsola Caporossi
Tecniche e parametri faco per una minore invasività Introduzione Difetti zonulari più o meno evidenti possono essere presenti in patologie ereditarie (Figura 1) ed acquisite. Le forme secondarie si possono presentare nei pazienti affetti da cataratta traumatica, da sindrome da pseudoesfoliatio, da cataratta bianca o brunescente avanzata, in pazienti sottoposti a precedenti interventi sul bulbo oculare (trabeculectomia, vitrectomia etc.) o semplicemente in pazienti in età avanzata. In questi pazienti la fluidica ed anche la meccanica di un intervento convenzionale di facoemulsificazione può provocare un ulteriore allargamento della dialisi zonulare con il rischio sia di lussazione della lente o di frammenti di essa in camera vitrea, sia di prolasso vitreale in camera anteriore. È quindi necessario ricorrere a metodiche chirurgiche che consentano allo stesso tempo di avere un ottimo controllo e stabilità della camera anteriore anche lavorando con parametri di fluidica molto bassi e di ridurre al minimo le eventuali sollecitazioni meccaniche sulla zonula. Certamente lavorare con una camera chiusa e stabile rappresenta un fattore molto importante, poiché gli spostamenti avanti indietro del diaframma irido-lenticolare tendono a trasmettere sollecitazioni ad una zonula già lesionata ed al corpo vitreo. Si tratta del concetto di “IMMOBILE CATARACT SURGERY” su cui tanto è stato detto e scritto, che Figura 1. Dialisi zonulare congenita 16
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