Life&People Magazine - Novembre 2014

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LIFE & PEOPLE INTERNATIONAL EDITING: SONE SRL DIRETTORE RESPONSABILE - EDITOR IN CHIEF : ENRICO SANCHI direttore@lifeandpeople.it enrico@lifeandpeople.it 339 2705653 FASHION & CREATIVE DIRECTOR SAMUELE REGINA DAVES redazione@lifeandpeople.it DIRETTORE COMMERCIALE E MARKETING: STEFANO MARANGONI commerciale@lifeandpeople.it info@lifeandpeople.it 348 8552098 0721 969419 PUBBLICITA’ NAZIONALE: SOFINCOM SPA GRAPHIC DESIGNER: EMANUELE FEDELI grafica@lifeandpeople.it PHOTOGRAPHERS IN THIS ISSUE: DEVIN DEL SANTO - ROBERTO MASI - DANIELE MAFFIETTI - ALINA STEFANESCU - ENRICO RICCIARDI ADVERTISING RIMINI - SAN MARINO: PUBLIMEDIA publimedia@lifeandpeople.it robertabartolino@libero.it 334 6418336 ADVERTISING LAGO DI GARDA E BRESCIA: ALTER EGO SERVIZI alteregoservizi@hotmail.it 366 5977076 REDAZIONE MILANO: CORSO VITTORIO EMANUELE, 15 MILANO MI RESPONSABILE EVENTI: MAX ORADEI eventi.lifepeople@gmail.com 324 5543473 PRINTING: SOFINCOM SPA VIA SAN LUCIO 23, 00165 ROMA info@sofincom.com DISTRIBUZIONE ITALIA: SODIP “ANGELO PATUZZI” SPA FACEBOOK: LIFEANDPEOPLE

registrazione Tribunale Pesaro 08/2012 Del 27.09.2012

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FASHION AND PEOPLE Cultura Ed Eleganza ad Atlasfoyer Nel Borgo di Alice Location And Fashion Il Connubio Ron Candida Livatino Black Winter Dario Nanni Luca Zingaretti Isa Frignani Salvatores Salemme Erika Calesini Trip to Los Angeles Willy Vecchiattini Rubens Gardelli Gabriele Tinti Isa Frignani LIFESTYLE AND BEAUTY Moda ad Personam Sr Luxury La Medicina d' avanguardia Chalet Del Brenta Vip’s Motel Fili Biostimolanti Coco Chanel Chizu Kobayashi DESIGN: Sbarbino FOOD: Grangusto Napoli La bellezza che avanza MUSIC: Gaty Voice Ruudejay Noferini Dj Wish outdoor festival Sonar Festival Internazionale Music MOTORS: Volvo V 40 Rivoluzione Ferrari Les jeux sont fait TRAVEL: Irlanda

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Contributors Enrico Sanchi Eclettico personaggio riminese è cosmopolita d'azione. Milano, St.Tropez, Cortina, Porto Cervo, Ibiza, Madonna di Campiglio le località mondane che ama frequentare ed analizzare con spiccato senso critico, con una passione per la glamour night life sempre foriera di spunti sociologici.Giornalista,direttore responsabile,vanta un’esperienza decennale sulla carta stampata e mixa abilmente la passione per il giornalismo con le capacità commerciali di Marketing Manager e di pubbliche relazioni sviluppate negli anni. Samuelle Regina Daves Trentina di nascita e milanese d'adozione è da anni Opinionista, Docente e Consulente strategica nel mondo della moda e del lifestyle. Art Director di numerosi shooting fotografici per svariate testate e di molti eventi ha sempre avuto un approccio al lifestyle scevro da schematismi credendo come linfa vitale alla contaminazione creativa e di vita. Contatto: www.samueledaves.com Agnese Testadiferro Giornalista con la curiosità rivolta alle peculiarità delle esperienze dell’altro. Passione per il teatro: da quindici anni attrice di opere classiche e contemporanee.Guarda alla moda con occhio critico e attento sostenendo lo stile Audrey Hepburn,“less is more”.Le chiavi irrinunciabili per i suoi interessi lavorativi e artistici sono entusiasmo e motivazione. info@agnesetestadiferro.it Teresio Troll Consulente di comunicazione, svolge le attività artistiche di grafica e pittura, poesia e narrativa. Come autore di racconti e poesie ha pubblicato nell’ordine:”Amori infantili e cuori salati” 1993,“Incendi e pompe” 1995, “Lingue malandrine” 1996,“Unheimlich” 1997,“Cagne, carogne e lettere d’amore” 2003,“Canguri nel cranio” 2003. La sua prima personale di pittura è del 2005. Ha tenuto per alcuni anni la rubrica ‘Glam Cooking’ sul quotidiano LaVoce. Sta lavorando al suo primo romanzo. Collabora con Il Teatro della Centena alla stesura di testi per la prossima produzione teatrale.Tiene workshop e seminari sulla costruzione della scrittura creativa. Dan Mc Sword Classe 1967,giornalista pubblicista dal 1989,laureato a pieni voti con una tesi in latino giuridico nel 1991,press agent dal 1996. Da quasi vent’anni segue i più importanti eventi musicali dance, sia in Italia che all’ estero. Miami,San Paolo,Ibiza,Londra,Parigi,Berlino,Amsterdam sono alcune delle località da lui visitate per recensire festival ed intervistare DJs, le rockstar del terzo millennio. Nives Concolino Giornalista e conduttrice radiofonica riccionese è da sempre impegnata nel mondo dell’informazione. Ha trasmesso in diverse emittenti, compreso Radio Sabbia e Radio Icaro della quale è stata cofondatrice. Ancora alle prese con gli studi umanistici e teologici, ha cominciato a collaborare assiduamente con i quotidiani (le Gazzette del Gruppo Longarini, Il Messaggero e L’Avvenire).Vent’anni fa è poi approdata al Resto del Carlino (Qn) per il quale scrive tuttora. Al suo attivo anche una decina d’anni d’insegnamento nelle scuole superiori. Appassionata di fotografia e di altre discipline artistiche, è autrice del volume“Villa Mussolini - Una finestra su Riccione”,redatto con M. Giannini, e coautrice del libro“Bolle di sapone”. Matteo De Angelis Matteo De Angelis trentenne romagnolo è un giornalista amante della vita: vissuta, goduta fino in fondo, da cogliore in ogni suo attimo e in ogni sua sfaccettatura. Curioso per natura, trova nel viaggio la massima espressione di libertà e di sorpresa. Scoprire tradizioni, usi e modi di Paesi e persone diverse è uno stimolo avvincente.Raccontarle? Una necessità e un privilegio.Il mondo per lui è un caleidoscopio in cui ruotare a 360 gradi: moda, design, cucina e sport estremi sono i temi che lo affascinano e che preferisce trattare. Laura Bruscia Laureata in Lingue e web writer, traduce testi in inglese e francese. Da sempre ama la lettura, il teatro e i viaggi. Frequenta gli ambienti multiculturali nel mondo artistico contemporaneo. Pittrice astratta e creatrice di bijoux, ha elaborato una teoria personale di art-counselling.

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Filippo Mingardi Bolognese, giornalista e tester, appassionato di motori fin da giovanissimo, ha collaborato con diverse testate motoristiche scrivendo di F1, prodotto e motor sport. Fotografo affermato nell’offroad vanta diverse partecipazioni nel mondiale SBK. Da un anno realizza anche serie televisive tra le quali spicca QuadMania, prima trasmissione in Europa dedicata ai Quad.



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Editoriale

di Enrico Sanchi

Il fascino dell’autunno Life&People torna con un numero pieno di sorprese. Il ritorno della stagione autunnale annovera un importante novità:il posizionamento del magazine nelle principali edicole italiane, oltre mantenere la solita diffusione free press. Finita l’estate calda della riviera, non ci si ferma mai e si strutturano e presentano interessanti novità per garantire un lifestyle trendy and chic anche nei mesi più freddi. La nostra Cover è dedicata ad un maestro della musica italiana, Ron, da sempre bello e bravo, con il suo stile unico e inconfondibile. Un’immagine iconica di grande eleganza, oltre il tempo e proiettiva di un concetto di lusso a noi caro, è evidenziata dallo shooting presso Atlasfoyer, nuova fucina di ricerca, estetica e culinaria milanese. L’internazionalità la presenta uno splendido servizio scattato a Los Angeles, meta da sempre nel desiderio immaginario di ciascuno di noi. L’incanto e la magia risaltano in “Nel Borgo di Alice”, mentre l’abbraccio caldo, che solo un maglione può regalarci, è testimoniato dal connubio tra “Location & Fashion”. La rigenerazione della nostra pelle in questo periodo è stimolata attraverso un’intervista a una guru del jet set, la dott.ssa Lidya Soletti, e altri consigli della Dott.ssa Patrizia Sacchi sui fili biostimolanti.Il fascino che sempre esercita Luca Zingaretti è immortalato in pagine da ricordare. La grafologa e giornalista Candida Livatino ci racconta le sue sfumature della scrittura. La buona tavola è un must del periodo, ed ecco così le meravigliose proposte di Grangusto Napoli come del Franciacorta, in Toscana e Veneto. Lo spirito indomito del boxeur Gabriele Tinti, fa da contraltare alla bellezza di Dario Nanni, e al fascino di Salemme e Salvatores. Il panorama musicale con l’evento mondiale Sonar, e Wish Outdoor il festival olandese più atteso e di maggior successo. Il mondo della notte presenta in un’ipotetica consolle i dj Ruudejay e Noferini, insieme a Gaty vocalist. Il mondo della moda e dell’arte vedono Isa Frignani, Chizu Kobayashi, Willy Vecchiattini e il progetto d’anima di Sr Luxury,rinnovati protagonisti con le loro creazioni ed opinioni. La nostra visione sulla rivoluzione in casa Ferrari e la presentazione della Volvo V40 sono nostre proposte per gli amanti del mondo dei motori. Ci piace suggerire infine, oltre alle nostre amate Marche e Romagna, alcune location suggestive per weekend incantati: il Vip Motel a Lonato del Garda, e lo Chalet del Brenta a Madonna di Campiglio. Per un viaggio all’estero proponiamo colori e suggestioni dell’Irlanda, così adatti al periodo. Buon autunno dunque !!!

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Fashion & People

CULTURA ED

ELEGANZA AD

ATLASFOYER Concept and Art Direction by Samuele Regina Daves

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na location di rara ricerca da poco presente sul palcoscenico milanese, è la raffinata scelta per celebrare l’estetica di abiti couture in un contesto legato all’eccellenza del mondo del Food. Dopo essere stato l’antesignano del Mood & Food con Chandelier (definito “tempio della moda bohémien” dall’ “Herald Tribune”), Antonio Coppola propone con lo chef stellato Bastien un’idea di leggerezza sostanziale ricreando nell’antico Foyer del Cinema Atlas un momento d’incontro tra estetica e cibo, con suggestioni antiche che proiettato un ricercato stile art noveau in una dimensione attuale modernissma: ecco “ATLASFOYER TAVERN BAR”. Il passato di un antico cinema muto del 1925 riprende dunque vita grazie ad un sofisticato percorso di ristrutturazione del suo foyer che Coppola ha curato. Grazie anche ad un sapiente gioco di luci,

i cromatismi pittorici e il soffitto decorato da stucchi antichi, scandito dalla presenza di pallide cariatidi che supportano il peso di un soffitto, come a voler simboleggiare un senso di protezione, che ci consente di vivere quell’atmosfera senza tempo e senza luogo, concorrono a traghettarci in un futuristico passato, declinato tramite una maniacale attenzione verso il design di colori dei tessuti, delle originali lampade anni 50 e dei patchwork delle pareti in contrapposizione con i preziosi tavoli in radica. ATLASFOYER e’ anche un elegante salotto perfetto per presentare delle creazioni vestimentarie uniche ed esclusive, dei Couturier Antonio Riva e Marco Coretti, accompagnate da scarpe deluxe del brand emergente SR Luxury Shoes.

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Shoes SRLUXURY

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Dress BRIAN DALES

Dress ANTONIO RIVA Shoes SRLUXURY

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Dress ANTONIO RIVA

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Dress MARCO CORETTI

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LA FOLIE THE NEW CLUB

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TUTTI IN UNA NOTTE

MATTEO VIVIANI dalle Iene - Italia 1

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MICHELE SIMONCINI dal Grande Fratello 2014

MARCO ANGELONI e MONICA LICATA da Uomini e Donne - Canale 5

DJ FABIO PELOSI

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Fashion & People

NEL BORGO DI

ALICE U

na Dama dallo sguardo accattivante passeggia tra la natura selvaggia di un borgo medioevale, rimasto incantato. Si tratta di “Borghetto” uno dei Borghi più belli d’Italia, in località situata nel comune di Valeggio sul Mincio, a 27 km sud-ovest di Verona. L’incantevole location ancora abitata e ben conservata, il ponte visconteo e il castello scaligero fanno da sfondo ad uno shooting fotografico moda che Life&People ha realizzato e che vede come protagonista la solare modella/showgirl: Alice Girardi. La “Dama nel Borgo” è nata a Negrar, in provincia di Verona, nel vicino 1994. Dopo il diploma conseguito al Liceo Artistico, in moda e costume, Alice si appassiona alla danza latino americana, alla recitazione e inizia a nutrire il suo sogno nel cassetto: affermarsi come modella, sfilando per grandi stilisti ed entrare nel mondo dello spettacolo. E di strada già ne ha fatta e ne sta facendo, perché Alice è tenace

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ed intraprendente, inizia così la sua carriera da show-girl all’età di 14 anni, partecipando a diversi concorsi di bellezza, arrivando sul podio e vincendone un paio. Nel 2012 e di nuovo nel 2014 il grande salto a Miss Italia qualificandosi alle selezioni regionali. Grazie al suo aspetto elegante e snello, ha sfilato in abiti da sposa e ha solcato le passerelle per brand di alta moda. La sua breve carriera vanta già presenze televisive in Rai, partecipando alla trasmissione “L’anno che verrà” condotta da Carlo Conti come ballerina nel corpo di ballo e alla trasmissione canora del “Festival di Castrocaro” come valletta, affiancando Pupo cantautore e conduttore televisivo. Una carriera in piena ascesa, per una ragazza che con sguardo assorto tra i suoi tantissimi obiettivi, passeggia in un luogo incantato ed incontaminato. Ove la natura ed il tempo si son fermati. Ove la quiete attende la tempesta dell’ascesa della Dama al grande Ballo della Vita!!!


Credits: Model: Alice Girardi Photographer: Daniele Maffietti www.danielemaffietti.com Make up: Anna Marogna Hair Stylist: Martina Borzi Dress: Le Petit Jardin Verona

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TOTAL LOOK DONNA Fascino, colore, incanto... tante sono le interpretazioni della parola giardino. Da quest’idea tre spazi per le donne che amano sorprendersi, che si lasciano tentare, che ricercano nei capi delle collezioni moda il proprio stile per essere non solo glamour... Scoprite i prodotti più nuovi, le griffe emergenti, le calzature e gli accessori oltre alle proposte moda. Ritagliatevi quindi un po’ di tempo visitate Le Petit Jardin... e sentitevi libere di sognare... Via Madonnina, 50 San Giovanni Lupatoto - Verona Tel. 045-2227488

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Fashion & People

LA MODA PASSA di Teresio Troll

S

embra incredibile ma anche la firma più famosa, il nome che ha inventato la moda e il primo profumo firmato con un numero, che ha reclutato l’abbronzatura tra i suoi accessori, che ha vestito dive in nero e dive nude, ha avuto la sua débacle. Il 1939 è l’anno in cui la crisi economica internazionale aveva creato forte incertezza nel futuro e riduzione ammutolente delle entrate. La seconda guerra alle porte. Tre anni prima le lavoranti in sciopero che l’avevano sbattuta fuori dai muri dell’azienda costruita anno dopo anno. Quest’ultimo affronto fu per lei, Gabrielle Bohneur figlia illegittima infanzia povera e triste orfana a 12 anni insieme alla sorella, inaccettabile. Nel 1939 appunto, dopo questo avvenimento, la Maison Chanel venne chiusa, i dipendenti licenziati. Coco si trasferisce a Vichy mentre le sue rivali conquistano i favori dei magazines e delle vendite. Il 1947 è l’anno del trionfo per

Christian Dior mentre per Coco si avvicina la catastrofe. Katastrophé è una parola greca che essenzialmente significa ‘mutamento improvviso’ e dunque nella catastrofe sarà contenuta la rinascita. La catastrofe di vendite di Chanel n.5 il suo profumo più prestigioso scuote Gabrielle che, a settant’anni sonati, ritorna in campo. 5 febbraio 1954, Rue Camion 31: nuova collezione Chanel. La stampa decreta ‘fiasco’. I venturi anni ’60 invece, dimostrando che le penne sono quasi sempre di gallina, ne celebrano il fantasticofuturistico trionfo. La passerella vede per la prima volta la donna in tailleur. Il trionfo veste Chanel. Lo dice un tubino nero in una donna inguantata, lo dice una boccetta di profumo stile déco esposta al Museo di Arte Moderna di New York dal 1959. ”La moda passa, lo stile resta”.

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LOCATION & FASHION IL CONNUBIO U

n luogo suggestivo di esclusiva eleganza l’Hotel e Residenza storica 100 Torri, proprietà della famiglia Tassi, il bellissimo capoluogo Ascoli Piceno con il suo centro storico costruito quasi interamente in travertino, sono stati scelti dalla First Comunicazione di Caterina Pancotto e dallo Studio Antonietti operanti rispettivamente nel settore della comunicazione e nella fotografia di moda, come location per uno shooting di moda. Le immagini così eleganti e suggestive mettono in evidenza alcuni scorci caratteristici limitrofi: la città di Ascoli e la regione Marche, in tutta la sua peculiarità artistica. L’ottima risonanza dell’evento e i consensi ricevuti anche dalla stampa locale, fanno nascere un’idea, quella di creare un nuovo format che possa valorizzare le potenzialità di luoghi, aziende e persone attraverso un’iniziativa di interesse comune: “LOCATION & FASHION - CONTEST MODA ITALIA” Nel progetto si evince una particolare attenzione per il valore del Made in Italy, quanto sia importante vederlo anche sotto altri aspetti, legati al turismo, al territorio, alla nostra cultura e quanto sia fondamentale per l’export divulgarlo. Photographer: Gianluca Antonietti www.firstcomunicazione.it

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Lifestyle & Beauty

MODA

AD PERSONAM Di Laura Bruscia

Contro la globalizzazione e il fast fashion, oggi prende piede la

moda personalizzata ad hoc. Per rimanere sempre sulla cresta dell’onda, le aziende più evolute e all’avanguardia offrono l’opportunità di adattare il prodotto ai gusti e alle esigenze dei propri clienti. Non a caso la lingua inglese rende questo concetto appropriatamente, impiegando il termine ‘customized’, la cui traduzione è personalizzare. Ma se un tempo i capi o gli accessori particolari su misura richiedevano un costo economico elevato, oggi per fortuna non è sempre così. Infatti numerose società, soprattutto le piccole-medie imprese, possono garantire un prodotto fuori standard di alta qualità, ad un prezzo spesso vantaggioso. Un esempio concreto è la griffe Andrea Ledaro, un’azienda che realizza accessori in pelle per uomo e donna a livello artigianale. E’ una società moderna e flessibile perché è in grado di esaudire ogni desiderio della propria clientela. “Nel nostro spaccio aziendale, oltre ai numerosi accessori base di qualità, trova ampio spazio il prodotto personalizzato. E’ l’acquirente che suggerisce il modello, il pellame, il colore e i dettagli del proprio sandalo o della propria borsa. E’ lui il vero unico artefice della creazione, che risulta così essere irripetibile” Asserisce il titolare dell’azienda. Il cliente sceglie dunque la materia prima dentro la quale Andrea Ledaro andrà poi ad inserire un tessuto particolarmente vantaggioso per la salute. Le borse, i borselli e i porta-cellulari presentano infatti all’interno una speciale protezione certificata, frutto di un’approfondita ricerca tecnologica aziendale, studiata per abbattere in modo significativo il livello di smog elettromagnetico. L’accessorio diventa così moda ed innovazione, perché ripropone il gusto particolare del soggetto acquirente che crea e la progettazione e la competenza tecnologica dell’artigiano che esegue il manufatto. Essere i protagonisti del proprio look, al di là delle correnti fashion

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del momento, significa soprattutto comunicare, cioè esprimersi e manifestarsi al mondo esterno. L’ outfit di ogni soggetto diventerà in futuro originale, in quanto la sfera esteriore coinciderà sempre più con quella interiore “Essere unici significa ascoltare le aspirazioni profonde del nostro cuore e dargli spazio, respiro nella vita di tutti i giorni. Sempre.” (Stephen Littleword). Andrea Ledaro, dunque, è un modello dell’instancabile società artigianale italiana che guarda al futuro, accogliendo le idee interdisciplinari dei propri clienti, restituendo così la moda dell’immaginario personale contemporaneo (www.andrealedaroshop.com ).

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Fashion & People

RON IN UN ABBRACCIO UNICO di Nives Concolino

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on le sue canzoni continua a riempire palazzetti, teatri e piazze. Ron, all’anagrafe Rosalino Cellamare (Dorno, 13 agosto 1953) non si concede pause. Mentre regala emozioni con l’ultimo album Un abbraccio unico e i classici (Una città per cantare, Piazza grande, Anima e Jo Temerario), già nella storia della musica italiana, prepara altri progetti e medita di fare un musical. Nel frattempo non tralascia gli eventi umanitari. Sabato 22 novembre alle 21 sarà al Teatro Nuovo di Spoleto per un concerto solidale. I proventi serviranno ad acquistare una serie di defibrillatori, in dotazione alla cittadina umbra.

comunicare anche attraverso le parole, non solo la musica, e questo mi rende molto felice”. Ha già scelto il tema? “Ci sto pensando, ho già due/tre idee. Vorrei proporre una storia dov’è coinvolta l’Italia, non deve’essere una storia mia, ma una storia dove siamo coinvolti tutti noi”. Ha duettato con i grandi del mondo della canzone, da Dalla a De Gregori, con chi vorrebbe lavorare ancora? “Stimo molte persone. Nei due concerti con i quali ho aperto la mia tourné nei teatri di Milano e Roma, ho avuto come ospiti Malika, Arisa, Luca Carboni e Tiromancino. Ho tante persone con Dopo il videoclip e l’ultimo album, cosa prepara? le quali amerei cantare. Malika per esempio è un personaggio “Inizio a pensare a un nuovo progetto, perché io non mi fermo che a me interessa tanto, perché è una cantante particolare, mi mai. Magari mi sposto, racconto e suono”. piace molto musicalmente, perché ha un fascino tutto suo. Con La sua carriera è brillante, cos’altro vorrebbe mettere in cantiere? Arisa ho un feeling molto bello”. “Un musical. E’ un’idea che è già dentro di me. Se riuscissi a realiz- Lucio Dalla è stato un suo punto fermo, cosa le manca di lui? zarlo, sarei molto contento. Mi piace molto stare sul palco e “Il sapere che non c’è. Era una persona importante dentro, che >>

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non dava solo emozioni musicali con le sue canzoni. Era un grande che spaziava con l’arte, la letteratura, la pittura, il teatro e il cinema. Amava la gente e la gente se ne accorgeva. Abbiamo visto che cosa sono stati i suoi funerali e che cosa è successo. Da lì si vede l’amore che le persone nutrivano per lui. Quando si parla di Lucio, si diventa melanconici, perche rimangono le sue canzoni, ma lui fisicamente non c’è più. E’ questo che manca a me e un po’ a tutti”. Un abbraccio unico contiene anche un inedito di Dalla… “Si tratta di America, testo del 1992 in cui Lucio, per la prima volta, parlava di me. Era un momento florido, si vendevano tanti dischi e nelle case discografiche circolavano soldi, ma ero insoddisfatto. Così Lucio scrisse per me questo testo”. E’ spesso coinvolto in spettacoli umanitari, ne citiamo alcuni? “Con alcuni colleghi mi sono impegnato per un bell’evento a sostegno dell’opera portata avanti da una persona meravigliosa: Roberto Riccio, giovane architetto di Amorosi, in provincia di Benevento. Vive tutto l’anno in Africa, dove costruisce pozzi e aiuta i bambini malati, portandoli in Italia per farli curare. Fa tutto questo nel silenzio, ma per continuare serve danaro. Perciò abbiamo organizzato Comics X Africa, giunto alla nona edizione. Si è tenuto a Caserta, dove tutti gli anni arrivano tanti ospiti del cinema della televisione della canzone”. Lei é cattolico e praticante, si è esibito davanti a Papa Francesco? “Purtroppo davanti a questo papa, non mi sono ancora esibito, dico purtroppo perché ho un grande desiderio di farlo. Ho invece cantato per Giovanni Paolo II e l’ho anche incontrato per sette volte. Ancora oggi, quando ne parlo, provo una grande emozione”. Cosa pensa di Papa Bergoglio? “ Bergoglio è un fratello nostro, un padre che ci segue e che ci sta accompagnando verso una chiesa che deve andare avanti e

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che deve avere sempre più misericordia. Quando queste parole partono da un Papa capisci che sta succedendo qualcosa. Questo Pontefice é un uomo che guarda avanti nella speranza, dando anche dei segni di grande cambiamento. Sono sicuro che farà grandissime cose. Non vedo l’ora di incontrarlo e di cantare per lui. Si esibisce di fronte a grandi platee, ma non disdegna i piccoli locali, com’è successo di recente a Riccione Da Carlo dove si è esibito per pochi intimi… “E’ stato un bellissimo concerto. Più dal vivo di così, con il pubblico ad un metro, non si può, e tra l’altro in una città che per me è stata anche trampolino di lancio. Erano gli anni Settanta, cos’è cambiato da allora? “Parlando di musica credo che il nostro Paese sia rimasto un po’ indietro. Ci sentiamo sempre un po’ troppo importanti, irraggiungibili, e questo secondo me è la cosa più sbagliata del mondo. Perché è con la gente abbiamo a che fare, scriviamo per la gente e la gente ci fa scrivere per cui dobbiamo molto alle persone. Se c’è il piacere della musica non serve il teatro grande, il campo sportivo o il palasport, il piacere della musica lo comunichi ovunque. Sono convinto che pochi miei colleghi la pensino come me. E d’altra parte anche molti gestori di ristoranti che hanno dei posti così belli non pensano che possa esserci un’artista che venga li a cantare, come ho fatto a Riccione che è stata la patria della musica”. Ora gli scenari sono diversi! “E’cambiato il mondo, il modo di vedere la musica, di consumarla e di farla. In questo momento non ci sono più soldi, i discografici sono sempre di meno, all’interno delle case discografiche ci sono licenziamenti spaventosi e il mondo della musica si sta decimando. Noi siamo sempre lì a cantare e lo dobbiamo fare ovunque con grande umiltà, cercando di farlo bene. Cosa ricorda della sue “incursioni” nella capitale italiana del diertimento? “Ho un meraviglioso ricordo di Riccione, che univa tutti noi, “cuori viaggianti”. Ci si ritrovava negli alberghi o nei ristoranti, nel dopo concerto oppure alla mattina. C’era un modo diverso di stare insieme, ma soprattutto c’era la musica che ci univa. Perché ognuno di noi cantava da quelle parti ecco perché Riccione per la musica è importante e deve rimanere un punto fermo della storia della musica”.


Fashion & People

CANDIDA LIVATINO LE SFUMATURE DELLA SCRITTURA A cura di Enrico Sanchi

C’os’è la grafologia?

La grafologia è la scienza che, attraverso l’analisi della scrittura, ci aiuta a conoscere la personalità, il carattere e la sfera affettiva di chi scrive. Non è una disciplina esoterica, non predice il futuro.

Che cosa l’ha spinta ad entrare nell’affascinante mondo della grafologia? Il merito, sia pur involontario, è di mio figlio Matteo. Scriveva talmente male che gli insegnanti dicevano che la sua scrittura era indecifrabile “sembrava arabo”. Mi sono così avvicinata ad una scuola di grafologia e, immediatamente è stato amore per questa scienza. Mi sono specializzata in vari settori, come le parizie grafologiche, la selezione del personale e i disegni dei bambini. Tornando a mio figlio Matteo, il suo problema era che la mano rincorreva la mente, la velocità del suo pensiero e quindi Matteo faceva fatica a scrivere bene. Adesso, ironia della sorte, scrive veramente in arabo, meglio che in italiano. Le nuove generazioni, con l’avvento delle nuove tecnologie, scrivono sempre più al computer e meno a mano. In che modo è cambiato il modo di scrivere negli ultimi 10 anni? Ormai si scrive sempre meno e lo si fa sempre più spesso in stampatello. L’uso del computer ci sta, purtroppo, disabituando alla scrittura e molti, soprattutto i giovani d’oggi, vanno perdendo la manualità che è richiesta per scrivere in corsivo. Per questo trovano più facile e naturale usare lo stampatello, che è più schematico ed immediato. Lo usano anche perché è impersonale e meno identificabile. Ma, per un ragazzo, c’è anche una ragione più profonda: lo stampatello lo fa sentire uguale agli altri e questo le dà sicurezza. Ci racconti del suo nuovo libro “Le sfumature della scrittura” L’obiettivo che mi sono sempre prefissata, soprattutto da quando ho avuto una certa visibilità grazie alla televisione, è quella di creare curiosità verso questa scienza, per farla uscire dal ristretto ambito degli addetti ai lavori. Il miei libri (“I segreti della scrittura” e “Le sfumature della scrittura”), semplice nel linguaggio e didattico per quel tanto che basta, è coerente con questa scelta. Il mio obiettivo è quello di attrarre l’interesse di chi non si avvicinerebbe mai ad un classico manuale di grafologia. Come vuole concludere l’intervista? Ritornate a scrivere a mano, non sempre ovviamente, ma almeno quando esprimete dei sentimenti forti e importanti”. Ricevere un “ti amo” scritto a mano è un’altra cosa rispetto ad una e mail o ad un sms! www.livatinocandida.it

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Fashion & People

LUCA ZINGARETTI DAL COMMISSARIO MONTALBANO A PEREZ

Di Nives Concolino

Appesi al chiodo i panni del commissario Montalbano, l’attore

Luca Zingaretti interpreta Perez, personaggio chiave dell’omonimo film di Edoardo De Angelis, che nel cast annovera anche Marco D’amore (Corvino), reduce dal successo di Gomorra, Massimiliano Gallo (Buglione), Simona Tabasco (Tea) e Gianpaolo Fabrizio (Merolla). La pellicola, uscita lo scorso ottobre, a distanza di sette mesi da Maldamore, ha riscosso un buona valutazione di pubblico e di critica. Nel frattempo le repliche delle vecchie puntate del commissario Montalbano, trasmesse da Raiuno fino al mese scorso, hanno inchiodato alla tv fin oltre 6 milioni di telespettatori (dato Auditel). A parlarci di Perez, che era stato presentato in anteprima a Cinè, giornate estive del cinema, è lo stesso Zingaretti, che negli ultimi anni ha interpretato altri ruoli importanti come quelli di don Pino Puglisi, Paolo Borsellino e Adriano Olivetti. Ma chi è Perez? “Demetrio Perez è un personaggio un po’ alla deriva, un avvocato poco stimato del Foro di Napoli, al quale si affidano casi che nessuno vuole seguire, compreso quelli rifiutati dai difensori d’ufficio”. Perché ha scelto di girare questo film che indaga i sentimenti e che sullo sfondo ha un racconto legato alla criminalità? “Il testo mi è stato proposto da Edoardo De Angelis alla sua opera seconda. Ho accettato perché la sceneggiatura mi ha colpito a

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prima vista, racconta l’attuale stato del nostro Paese. La storia di Perez è quella di un uomo che a un certo punto della sua esistenza si è un po’ lasciato andare. Ha smesso di decidere per la propria vita. Poi un evento inatteso, non negativo, lo costringe suo malgrado a fare i conti con la propria esistenza. E siccome a me le storie dove c’è una rivincita e un’uscita dal tunnel mi sono sempre piaciute, anzi, mi hanno sempre emozionato e commosso, mi son detto: questa è una grande storia, la voglio assolutamente fare. Mi piacciono quelle storie dove c’è uno che cade, soffre, ma poi si rimette in piedi… E’ una metafora della vita, una storia che ci rappresenta sia dal punto di vista psicologico che sociale”. C’è un qualcosa che lega questa pellicola ad altri film dei quali è stato protagonista? “No, questa mi sembrerebbe una forzatura”. Perez, insomma, è qualcosa di veramente nuovo! “Direi che non esistono storie nuove. Dai greci in poi sono le stesse cose rivisitate. Gli Americani son cinquant’anni che fanno Arrivano i nostri. Qui c’è piuttosto la sensibilità di un autore che racconta la storia in modo diversa dall’altra”. Il suo film è stato lanciato a Ciné, giornate del Cinema di Riccione, che ci dice di questa città? “Sono stato qui altre volte per lavoro. Ma era tanto tempo che non ci venivo. È però talmente divertente, che ho sempre piacere tornarci”.


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sr luxury DIAMONDS ARE A MAN’S BEST FRIENDS Di Monica Camozzi Dalla pelle effetto denim alla scarpa gioiello da 70mila euro. SR Luxury porta la slipper, la “pantofola” in versione glam, in territori inesplorati. Dopo la scarpa d’oro a 4,5 micron, presentata nel corso del Pitti Uomo di giugno 2014, il marchio fondato da Roberto Guerra e Sara Cavallari prosegue nella sua ricerca del bello. Una sorta di dandismo colto e irriverente, che sposa lo spirito della contemporaneità affondando le radici nella storia. La scarpa gioiello, relizzata in liaison con Davide Piana, può essere considerata la punta dell’iceberg di una provocazione colta, irriverente, che gioca con i codici del lusso riportandolo alla sua autentica essenza e traslandolo su vari livelli. Ecco allora le slipper con rubini rossi su una campitura nera, le sneakers con Swarovsky, il visone laserato e il pitone cangiante. Ecco la pelle effetto denim, la campitura gialla stesa sul visone, il sabot maschile, il lucchetto in diamanti. Il mondo di Sara e Roberto si snoda intorno al concetto di pregio e contemporaneità, è moderno, brillante, unico. Quel che più conta, quel che fa la differenza, è la manifattura. L’attenersi alla tradizione della miglior calzoleria, al simulacro di artigianalità che ha talmente appassionato Roberto Guerra da indurlo alla liturgia dei piccoli gesti: battere chiodi, dare una forma, giocare con la materia. Restano, i fondamentali del marchio. Cavallino, pelle con nappine, commistioni tra vernice e tessuto, velluto in tutte le sue accezioni, in versione araldica. Ma nulla è mai deja vu, nulla appartiene al bagaglio di una storia già vissuta. Anche le sneakers vengono interpretate alla luce di stimoli nuovi. Pitone si, ma cangiante. Swarovsky per impreziosire l’anima cruda della scarpa casual. Camouflage atipico, nei toni del rosso, nero e marrone. Con stelline gialle applicate. Il cuore di Sara e Roberto, genesi del brand tracciata per la prima volta sulla spiaggia e poi divenuta logo, batte al ritmo del mondo. The real luxury experience. www.srluxury.it

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ISA FRIGNANI BODY AND SOUL La pelle. Impalpabile, lavorata come un reticolo, smerlettata come i profili di

un minareto. E ancora spalmata, dipinta, metafisica. Uno dei codici espressivi di Isa Frignani, che definire designer è riduttivo. Un’artista prestata alla moda. Capace di prendere la materia e trasformarla, con processi osmotici che fondono pelle, tessuto pesante e leggero, per portare a un traguardo di commistione straordinario. La sua vena è romantica post industriale. Un ossimoro a pieno titolo. Sboccia l’abito in seta dipinta con una scacchiera in pelle tabacco, leggerissima, sul corpetto. Il chiodo si trasforma in corazza color cognac, a maniche corte, strutturata e concettuale, da portare con la gonna di tulle black. Il tube dress parte dalla lana per virare su agugliature e inserti che lo rendono materico, indecifrabile eppure indiscutibilmente sensuale. Il risultato sono pezzi unici, intrisi di emozione, capaci di dimostrare che la moda è anche e soprattutto anima. Poesia e solidità materica si incontrano nel limbo della bellezza. Isa sperimenta, prende i tessuti e li rivitalizza seguendo codici suoi. I caban della prossima primavera sono in pelle tinta al vegetale, con le sfumature della colorazione ad acqua che di innestano su forme nitide e lineari. Al pari, la pelle diventa bassorilievo sui tailleur con pencil skirt e giacca boxy color burro. Gli abiti in seta dipinta importano corsetti, a proteggere l’essenza della donna.

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LA MEDICINA

D’AVANGUARDIA DI LYDIA SOLETTI Di Samuele Regina Daves

L’autunno è un momento in cui la pelle ha bisogno di rigenerarsi

dopo lo stress che necessariamente l’esposizione al sole dei mesi estivi comporta. La cura della propria pelle, in particolare di quella del viso, implica un’attenzione specifica rispetto al panorama delle migliori novità della tecnica, che, lanciate nel e per lo star system internazionale vedono poi l’applicazione più disparata in varie opzioni. Uno di questi trend, che destò scalpore per la sua incredibile intensità nel ringiovanire la pelle fu senza dubbio Oxygen, che Madonna propose e presentò in maniera evidente. Ma il rinnovamento per la pelle più eclatante ed efficace, e il meglio da poter attuare in questo periodo post-estate per ritonificare la pelle e prepararla ai primi soli invernali sulle piste di Cortina o St. Moritz, è un’applicazione di Oxygen compiuta da un medico e coniugandola con un’altra proposta, quella di Obagy. Su questa metodologia abbiamo consultato la dott.ssa Lydia Soletti, nota esperta milanese e consulente di diversi progetti e vip, che ci precisa con chiarezza: “Succede, raramente, ma succede. E così, nell’arco di pochissimo tempo anche nella professione medica si possono fare scelte terapeutiche che cambiano radicalmente quanto fatto sino a quel momento. E’ questa la piccola rivoluzione realizzata nella cura della pelle del viso da due proposte, uniche ed incredibili: intraceutical,

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la casa americana che ha lanciato Oxygen, e insieme, il metodo Obagy. Il matrimonio di entrambe queste proposte è la vera rivoluzione, che ho sperimentato e presento alle mie pazienti in modo avanguardistico. Si punta in pratica ad una idratazione profonda della cute garantita da un acido ialuronico speciale, allestito con la nanotecnologia che ne assicura la sua penetrazione negli strati profondi con il supporto dell’ossigeno iperbarico. Metodo non invasivo ed utilizzabile a tutte le età e le varietà di cute, dalle più sensibili alle più sofferenti. Su questo terreno di estrema fisiologicità si inserisce il mantra del famoso del famoso medico dermatologico siriano Zein Obagi, rinnovare, rinnovare, rinnovare: ovvero favorire il turnover cellulare dell’epidermide sempre e comunque, da quando lo si pulisce a quando la si idrata e nutre. Un radicale cambiamento di passo rispetto ai concetti un po’ statici di idratazione e/o supernutrizione sempre e comunque. Diventa così facilmente intuibile come questo passo a due, se ben utilizzato e posizionato, sia un lasciapassare sicuro per una pelle, elastica, tonica e luminosa, requisiti indispensabili per chi voglia preservare a lungo l’integrità strutturale della cute, e quindi, mantenere vitalità e giovinezza”, E chi prova, sperimenta una nuova inimmaginabile e meravigliosa, addiction, giurando fedeltà eterna alla dott.ssa Soletti.


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CHALET DEL BRENTA IL GLAMOUR IN MONTAGNA

L’Hotel Chalet del Brenta immerso nello scenario unico delle

dolomiti di Brenta, è ormai considerato un punto di riferimento per l’ospitalità a Madonna di Campiglio. La sua struttura che ricorda i caratteristici chalet Trentini ospita 56 stanze composte da raffinate camere e prestigiose suite; al loro interno ritroverete uno stile tradizionale di montagna rivistitato in chiave moderna dove la ricerca, la modernita e la cura per i dettagli si fondono alla perfezione. Tra i tantissimi motivi per cui scegliere l’hotel Chalet del Brenta per le vostre vacanze di quest’anno ce ne è sicuramente uno speciale. A partire da questo inverno l’hotel ha deciso di affiancare il suo nome ad uno dei marchi di moda più prestigiosi del panorama italiano ed internazionale: la sartoria Luca Paolorossi. La qualità e la ricerca artigianale della sartoria Paolorossi ben si fondono con il concetto di servizio “su misura” che da sempre

contraddistinguono l’hotel Chalet del Brenta. All’interno della struttura saranno presenti diversi punti di esposizione delle opere sartoriali dello stilista appositamente pensati per l’ospite che ricerca la qualità in ogni dettaglio. Il tailor made diventa quindi un concetto che i nostri ospiti potranno percepire nei servizi ma anche “toccando con mano” i materiali scelti per le realizzazioni dalla grande maison Luca Paolorossi. La qualità sartoriale ben si abbina alle nuove scelte di materiali e colori che i nostri ospiti ritroveranno sia nella sala ristorante che nelle camere. Altra novità riguarda infatti la scelta del nuovo look del corredo di stanza e tovagliati pensati insieme a “manifatture Gamba” leader del settore nel mondo dell’hotellerie. La qualità e l’aritigianalità come idee guida per la ricerca di una personalizzazione del servizio che deve essere ben visibile in tutto ciò che si trova all’interno dell’hotel.

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Altro punto di forza dello Chalet del Brenta è la ristorazione. Le proposte del nostro chef si compongono da piatti della tradizione culinaria trentina a cui si affiancano pietanze originali ed accostamenti sorprendenti. Ogni giorno un menù diverso così da deliziare anche i palati più fini, degustando magari gli ottimi vini locali e nazionali da scegliere tra i tanti presenti sulla carta. Uno dei fiori all’occhiello dell’hotel Chalet del Brenta è sicuramente rappresentato dall’area Spa: un centro benessere di ben 500mq pensato appositamente per il relax il benessere e la cura degli ospiti. Sono tanti altri i servizi presenti all’interno dell’albergo: dal garage coperto, al deposito bagagli, alla navetta gratuita per gli impianti alla connessione internet wireless sia nelle zone comuni che in camera, fino alla possibilità di accedere a numerose attività ricreative esterne. Una serie di attenzioni particolari sono riservate ai piccoli ospiti: le famiglie che soggiornano presso l’hotel Chalet del Brenta avranno a disposizione per i propri bimbi passeggini per il trekking, zaini porta bambino, un kinder club con due animatrici così che possano divertirsi e giocare, un menù ad hoc per la cena a molto altro. Sono davvero tantissimi i motivi quindi per scegliere l’hotel 4 stelle Chalet del Brenta per la stagione che si preannuncia avvincente a Madonna di Campiglio. a cura di Enrico Sanchi

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100 ANNI IN UN FILM Di Teresio Troll

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entre voi siete comodamente intenti alla lettura del giornale, al tavolo di un caffé ristorante, un cameriere versa, si suppone involontariamente, una caraffa di vino rosso sulla tovaglia di un candido tavolo. Che peccato: una bella tovaglia bianca fresca e stirata. ‘Speriamo che vada via la macchia’ direbbe lei. ‘Quanto vino sprecato’ direbbe lui. ‘Ah!ah!’ direbbe l’altro. Un ingegnere tessile, in più svizzero, penserebbe invece: “Ci vorrebbe un sistema…qualcosa che renda impermeabile la stoffa della tovaglia così da poterla pulire al volo e risparmiare tempo seccatura e denaro. Magari recupero anche il vino… Se poi il sistema lo invento io, poi, ci guadagno anche un sacco di franchi. L’ingegnere tessile, in più svizzero, ha un nome. Si chiama Jacques Edwin Brandenberger ed è in un ristorante all’inizio del secolo ad assistere al versamento del vino. Nel 1908 dopo vari esperimenti, ottiene, trasformando la viscosa in idrato di cellulosa, una pellicola trasparente che battezzerà lui stesso ‘Cellophane’ cet-à-dire ‘cello’ appunto da cellulosa, e ‘phane’ da diaphane ovvero diafano. La pellicola è invero troppo sottile per la prima idea ma si rivela efficientissima per la confezione dei cibi. Così negli Stati Uniti, dal 1912, con il cellophane importato dalla Francia, la Whitman’s confeziona le sue caramelle. Fino al 1924 anno in cui Dupont installa negli USA la sua prima fabbrica. La sua diffusione è immaginabile fino ad intendersi col nome ‘cellophane’ anche prodotti (come ad esempio il propilene orientato) non costituiti da cellulosa. La sua degradabilità del 100% restituirà al cellophane originale il suo posto.Il vostro posto invece, al ristorante come al caffé, sceglietelo voi ma attenzione!... Non siate troppo intenti a quello che fate. Siate più attenti che intenti. Alla gente che passa, ai colori delle stoffe, al vino che vola. Potrebbe sempre spuntarvi un’idea miliardaria. Non chiudetevi dietro il giornale o il telefonino. Siate più aperti e trasparenti.

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VIP’S MOTEL Tra le colline che circondano Desenzano del Garda, tra i posti

più cool del lago più grande d’Italia, sorge una struttura unica e suggestiva, il Vip’s Motel. Situato precisamente a Lonato, città dominata da una grande Rocca medievale, al cui interno è situata l’antica casa del Podestà, arredata con mobili e oggetti d’epoca, e che ospita una ricca biblioteca di volumi preziosi, manoscritti, codici miniati e una pinacoteca e dove ha sede la fondazione Ugo da Como. Romantico, esclusivo, raffinato. Il Vip's Motel si caratterizza per la luminosità dei colori, il comfort degli arredi, l'intimità degli spazi. Costruzione recente di elevato standard qualitativo, è immersa in uno splendido giardino multicolore e dotata di una suggestiva piscina.

Le Camere sono di diverse dimensioni, con suite dall'atmosfera gradevole ed elegante, e dettagli preziosi che circondano gli ospiti di piacevoli sensazioni e rappresentando la cornice ideale per un soggiorno unico e indimenticabile. Il Vip’s Motel regala infatti ad ogni soggiorno forti emozioni, con la massima discrezione e riservatezza, grazie ai suoi ambienti accoglienti, eleganti e seducenti. E’ il luogo ideale e tranquillo anche per uomini d’affari e viaggiatori che qui trovano camere elegantemente arredate, dotate di ogni genere di comfort che lo rendono molto apprezzato. Certamente straordinaria è la Regal Suite, la più recente creazione del Vip’s Motel dove gli ospiti trovano un ambiente veramente accogliente ed elegante. Si differenzia dalle altre suite per l’arredamento moderno ed essenziale, molto curato nella tecnologia e nei particolari. Ampi specchi, letto rotondo sospeso >>

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con baldacchino e luci multicolore, il caminetto e l’angolo riservato per la colazione in camera contribuiscono a renderla particolarmente seducente. Due bagni esclusivi per lei e lui con docce e cascata per massaggio cervicale completano l’insieme. In camera si trova poi la minipiscina Teuco idromassaggio, con acqua policromatica e sovrastante doccia colorata, che rendono piacevole immergersi e rilassarsi trasformando l’ambiente in un luogo incantevole che non si vorrebbe più abbandonare. Il fascino della storia e della tradizione, la magia delle rocche e dei castelli, l'imponenza della torre antica e del Duomo con le loro luci poetiche fanno poi da sfondo ulteriore a momenti che non possono che essere indimenticabili. www.vipsmotel.it

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IL PREMIO OSCAR

SALVATORES E IL RAGAZZO INVISIBILE Di Nives Concolino

Reduce dal successo di Italy in a day (Un giorno da Italiani girato per la Rai), il

regista Premio Oscar Gabriele Salvatores (Napoli 30 luglio 1950) torna nelle sale cinematografiche il 18 dicembre con Il ragazzo invisibile, un fantasy per famiglie che ha come protagonista Michele, un giovane 13enne supereroe, che scopre di avere il dono dell’invisibilità. Nel cast del film, girato a Trieste e prodotto da Indigo Film con Rai Cinema, appaiono Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio, Ksenia Rappoport e, per la prima volta sullo schermo, Ludovico Girardello e Noa Zatta. Il Ragazzo invisibile fa parte di un esperimento cross mediale: un libro e la Panini Comics ne anticipano l’uscita con tre album del fumetto. Ce ne parla? “E’ previsto un libro edito da Salani e tre storie a fumetti della Panini e quindi Marvel, specialisti nel settore. Abbiamo poi lanciato un contest, un concorso per musicisti, riservato agli under 25,i senza etichetta e contratto di produzione, per far comporre la canzone intitolata appunto Il ragazzo invisibile per poi usare la vincitrice per il film”. C’è molta attesa anche per la colonna sonora, vero? “La musica (di Ezio Bosso e Federico De Robertis) è piena di effetti speciali. E’ stata registrata con la London Symphony Orchestra ad Habbey Road e questo mi ha reso davvero molto contento. Entrare nello studio dove i Beatles hanno registrato Let it bet, è davvero emozionante”. Il ragazzo invisibile è davvero il primo supereroe italiano, nulla di americano? “La trama è quella di un film di supereroi più attenti alla quotidianità ai sentimenti alla realtà, a differenza degli americani, incentrati sullo spettacolo. In questo caso lo spettacolo c’è, ma al contrario dei film americani dove l’eroe deve combattere con altri super eroi e sconfiggere dei mondi, qui deve combattere nell’avventura più difficile della vita: diventare grandi, adulti”. La scelta del cast, in particolare del ragazzo, è stata superlaboriosa? “Abbiamo visto più di seicento attori. Il criterio che ci guida è sempre quello della sincerità. Oggi i ragazzi sono molto più bravi e si fa meno fatica per certe cose, perché non hanno gli schemi delle armature delle sicurezze. A noi servono ragazzi non condizionati dalla televisione e che siano sinceri”. Questa pellicola é solo per ragazzi? “No, é trasversale, è un film per tutti. I ragazzi ci vedono l’avventura e le loro paure. Ci sono le loro cose i loro desideri. Gli adulti, invece, possono avere delle vedute più profonde, le due madri, il passaggio dall’età adolescente a quella adulta, i super

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poteri che non sempre sono positivi la capacità di rapportarsi con gli altri”. Ognuno ha un suo eroe e lei? “Forse non c’è un eroe, gli eroi di questo momento sono quelli che riescono a vivere e a tirare su un figlio. In fondo siamo tutti super eroi, se ce la facciamo a vivere questa vita, cercando di capire perché lo stiamo facendo”. Ci racconta qualche aneddoto sul film? “Ce ne sono stati parecchi, di tutti colori... Uno dei più difficili, altro che super poteri, è stata la Bora di Trieste dove in certi momenti il vento che soffiava a 80 chilometri orari, ci portava veramente via. Il ragazzino è magro e in bici sul lungomare abbiamo rischiato di perderlo in acqua. Dovevamo proprio bloccarlo. Si nota anche nel film e questo é un valore in più. Poi i bambini che venivano a

guardare le riprese, che vedevano il protagonista e che quando lo vedevano togliersi la tutina dicevano: ma questo è un bambino…, no questo è un attore, non è un super eroe. Era proprio il passaggio dalla normalità e dalla realtà alla magia delle riprese. Devo dire che ci siamo divertiti e, poi Trieste è una bella città sembra , è Vienna sul mare…”. Sempre sul mare, ma a Riccione, in occasione di Ciné, ha dato un assaggio del suo film e si è intrattenuto con i suoi numerosissimi fan. Girerebbe un film in questa città? “Da queste parti sono passato dopo Turné (quarto suo lungometraggio, nonché secondo capitolo della cosiddetta trilogia della fuga), risalendo dal sud proprio lungo l’Adriatica. E poi c’è pure il mio amico Diego Abatantuono ,che ha la casa qua. Sono proprio sicuro che prima o poi qualcosa faremo”.

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SALEMME UN CUORE CHE PULSA NEL CINEMA 116


Di Nives Concolino

con il film E fuori Nevica , nelle sale cinematografiche dal 16

ottobre, Vincenzo Salemme (Bacoli, 24 luglio 1957) è tornato sul grande schermo come regista,e sceneggiatore, ma anche come attore. Al suo fianco un cast d’eccezione: Carlo Buccirosso, Nando Paone, Maurizio Casagrande, Giorgio Panariello, Paola Quattrini e Margareth Madè. Nata dalla commedia scritta dallo stesso Salemme nel 1994 e accompagnata dalle musiche di Paolo Belli, la pellicola al botteghino italiano del weekend si è aggiudicata subito il primo posto, con debutto da 1.410.000 euro. Vent’anni dopo, cosa cambia nella versione cinematografica? “Rispetto al testo teatrale è stato giunto il personaggio di Margareth Madè, la ragazza del balcone di fronte, non vedente. C’è poi il ruolo di Panariello, che nella commedia è limitato a una telefonata, mentre nel film diventa un personaggio che ha una sorella. In effetti non ho tradito l’impianto della commedia dal punto di vista dei sentimenti, i tre fratelli, i rapporti tra loro, queste tre solitudini, ho però aggiunto delle cose per renderlo un po’ più cinematografico. Un film intenso? “Tratta temi che riguardano l’animo umano per cui in un paio di momenti commuove. È comunque una commedia dolce, che ti fa ridere. Il contrasto tra dramma e risata è tipica della cultura napoletana. Siamo fatti così: siamo greci e latini, francesi e spagnoli”. E fuori Nevica è una storia per tutti? “Si. E’ un film che non ha un’età per lo spettatore. Anche geograficamente è per tutti, non è tipicamente napoletano”. Il personaggio che interpreta è accattivante? “In questo film sono un cantante musicista che si esibisce sulle navi in crociera, anche se canto malissimo! Sto lontano da casa e dalla famiglia per trent’anni, finché alla morte della mamma sono costretto a tornare e a fare i conti con la famiglia. E’ il personaggio

del classico maschio che nasce e muore bambino, un immaturo. Esempio: ha la vicina di fronte la corteggia e non si accorge che è cieca. È veramente il colmo è un uomo che non guarda niente. Ci racconta qualche retroscena? “Ridevamo talmente tanto delle scene, che alcune volte ho dovuto tagliare alcuni versi, perché, proprio per colpa mia, non ho trovato un ciak dove non ridessi. Ci sono dei momenti con Buccirosso, Casagrande e Paone, dove non reggo”. Come ha lavorato con Panariello? “Giorgio in realtà non ha recitato con me, ma solo al telefono. Il suo è un piccolo cammeo, ma con lui siamo molto amici”. Il suo film, è stato tenuto a battesimo nel corso di Cinè a Riccione. Porta bene questa città? “A Riccione sono stato soprattutto d’inverno e mi piace molto. Venivo con il teatro e andavo a mangiare al mare. Mi ricordo a marzo quando tutti riaprono mi trovavo da solo a mangiare sulla spiaggia come un Papa. È bellissimo. Riccione mi piace da morire. Poi i riccionesi sono proprio come i napoletani: hanno un modo di vivere le conoscenze e le amicizie molto come loro. Questa città si presterebbe bene anche come set”. Vent’anni fa se ne andava il suo conterraneo Troisi, come lo ricorda? “Era una persona semplice, un giovane rivoluzionario. Per quanto mi riguarda mi manca la conoscenza personale. Aveva una grande forza comica che univa all’impegno sociale. Si preoccupava per i poveri, per gli emarginati, parlava dei disoccupati, dei pensionati… Lo faceva con una forza molto più potente di tanti che si riempiono la bocca con certe parole, di tanti intellettuali pieni di prosopopea che allontano il popolo dalla politica. Massimo aveva una forza tale da avvicinare le persone alla dialettica tra popolo e stato. Ossia quello che bisogna ritrovare in Italia. Altro che partiti! La gente deve arrivare allo Stato, quella è la politica nobile!”.

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a Riccione i meeting pi첫 preziosi sono al Grand Hotel Des Bains spa

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Al Grand Hotel Des Bains il business diventa un piacere esclusivo Centro congressi con 6 sale meeting, modulari e versatili, dotate delle migliori soluzioni tecnologiche. Sala Meeting Plenaria fino a 450 persone. Tre ristoranti per colazioni di lavoro, light lunch a buffet, cene di Gala, cocktail d'aperitivi e coffee break a 5 stelle. www.grandhoteldesbains.com


Fashion & People

ERIKA CALESINI

LA TAVOLOZZA DEI COLORI

E AL PROFUMO DI DONNA Di Agnese Testadiferro

Se l’energia avesse un nome e cognome oggi avrebbe quello di

Erika Calesini. Una donna e un’artista che veste la sua femminilità con una tuta che ha il sapore e il colore del vissuto, della non paura di sporcarsi le mani. La base bianca della sua mise maschile da lavoro è una tavolozza indecifrabile. Il suo laboratorio è un Atelier, con la “a” maiuscola: non abiti, non stoffe e accessori per una serata di gala, ma biciclette e ferro, camere d’aria usate e latta. Uno spazio libero, arieggiato, con tanta luce «l’ho scelto perché è luminoso e grande. Per esprimersi c’è bisogno costante di energia, e l’energia viene dal sole». Quando parla è solare «forse perché sono romagnola!». Quando ride ti trascina senza accorgerti in una risata che ha il calore di un abbraccio. Quando ti abbraccia ti fa sentire la sua ispirazione per la sua prossima opera d’arte. Erika è nata in provincia di Rimini, vive a San Giovanni in Marignano ma la sua anima ha la residenza nel mondo. Le sue opere sono esposte a New York, Miami, Ibiza, Londra, Milano, Roma e Barcellona. L’estate 2014 è stato per lei il debutto a Londra nella famosa Grace Belgravia Club, vicino ai giardini di Buckingam Palace. La mostra curata da Manuela Campisi per la Galleria Ca’ d’Oro, ha avuto il costante accompagnamento musicale ad opera dell’amica Christine Joan, musicista e cantante newyorkese. «La capitale del Regno Unito ha rappresentato per me un’immensa soddisfazione perché il mondo inglese ama le opere artistiche italiane e io sono estremamente onorata di aver dato un contributo al “made in Italy” esponendo le mie creazioni. Insieme a me ho portato la mia passione, la mia visione, il mio amore verso quello che faccio tutti giorni e un pezzetto del mio cuore era dedicato alle persone che hanno creduto in me.» In primis il padre. «Mi sono innamorata grazie a lui della lavorazione del ferro. Il ferro per me ha un’anima magica, è malleabile e ha mille vite. Gli oggetti dimenticati sono un altrettanto fonte di ispirazione per me.» Non a caso il suo studio ha lampade, quadri, oggetti d’arredo che provengono da oggetti che “un non artista” butterebbe via senza contare fino a dieci. Anche le scatole dei medicinali scaduti hanno un loro perché! E una ragion d’essere aleggia ovunque Erika cammini e

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Foto: Renato Barchiesi

guardi. Però, se si dovesse identificare Erika Calesini con un’opera in particolare si pensa ovviamente alla bicicletta, deformata e colorata dalla sua creatività. In alcune è possibile immaginare un clown mentre in un precario equilibrio sta cercando di far ridere i bambini indossando un enorme naso rosso e un sorriso bianco come pochi. «Di fronte casa mia vedo passare ogni giorno anziani signori con le loro biciclette sgangherate, segnate dalla vita. E mi accorgo sempre di più come ogni bicicletta sia diversa dalle altre assomigliando sorprendentemente all’uomo che la cavalca.» A Perugia, alla Ipso Arts Gallery, ha presentato la sua personale Calipso a cura del direttore artistico Andrea Orsini e ad emergere, con la presentazione del critico d’arte Armando Ginesi, è stata la vita che lei si diverte a ridare agli oggetti da riciclo. Chi apprezza le sue opere d’arte riesce a catturarne l’essenza, la stessa che lei ha ricreato in un profumo. Dato che, come lo scrittore britannico Alex Comfort diceva “Il profumo naturale di una donna è la sua maggiore attrattiva, dopo la bellezza”, l’odore del carbonio addosso ha un suo fascino. «Le mie opere nascono dal metallo. Il metallo è la materia che preferisco plasmare, una materia recuperata dall’abbandono ma che porta con se un vissuto una storia, la sua

storia. Le mie biciclette parlano di strada, di incontri, d’amore e di asperità. Le mie opere riportano questo metallo abbandonato a nuova vita e a raccontare nuove storie ma questa volta, queste storie, sono solo storie d’amore, di gioia e di nuova vita. Io plasmo questa nuova vita con le mie mani, i miei attrezzi e la mia passione. Il mio lavoro è fatto di forme e di odori. Le forme le creo da una materia prima che chiede di essere plasmata e gli odori sono quelli che scaturiscono da smerigliatrici, fiamme ossidriche e smalti e che, a differenza di ciò che si possa immaginare, creano profumi, profumi di vita, di nuova vita. Da queste percezioni appena descritte che nasce l’idea di un profumo, di un’essenza. Sento il bisogno di offrire al mondo la possibilità di utilizzare un nuovo senso che oltre la vista e il tatto offra all’anima un ulteriore contributo alla percezione delle storie di vita contenute nelle mie opere. Carbonio, il nome del profumo, è quindi la mia essenza perché sa di lavoro, profuma di vita, racconta di cose concrete e d’amore». Lo stesso amore con cui recentemente, al White, salone della moda contemporary di Milano, ha esposto in esclusiva la sua auto personalizzata con 53000 pailette: la Fashion City Car Lancia Ypsilon.

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Sapori d’altri tempi...


A Bologna, in pieno centro storico, a pochi passi dalle 2 torri e Piazza Maggiore, la Taverna del Postiglione accoglie i suoi ospiti in un ambiente caldo e suggestivo. Il luogo ideale per assaporare le ottime prelibatezze locali tra pareti che parlano di passato. Un incantevole palazzo storico fa da cornice ad un trionfo di profumi e sapori. Qui la cucina tipica bolognese è affiancata dalla ricerca continua di nuovi piatti. Il tutto accompagnato da un’eccellente carta dei vini, che seleziona le migliori etichette regionali e nazionali.

Taverna del Postiglione

Via Marchesana, 6/e - Bologna - Tel. 051 263052 - www.tavernadelpostiglione.it


Fotografo: Devin Del Santo Makeup-hair: Alu Clapton Location: Hollywood Modella: Kate Drennan Fashion Stylist: Andro Hidalgo Production: Ldscelebrityone

Vestito di pizzo nero lungo Roberto Cavalli Sandali Giuseppe Zanotti

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Fashion & People

TRIP TO LOS ANGELES 125


Top in pizzo Dolce & Gabbana shorts Diesel

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Maglioncino bianco a pois Comme Des Garcons

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Troll

undedicato Incontro al Buon Gusto Maglioncino bianco a pois Comme Des Garcons

Domenica a Mezzogiorno dopo la passeggiata in centro due chiacchiere e una bella tavola

Tutte le Sere dal martedĂŹ al sabato

Ristorante a Rimini Centro. Via Farini 13/15. 0541 22279 Abocar Due Cucine abocarduecucine@gmail.com


Lifestyle & Beauty

FILI BIOSTIMOLANTI Di Dott.ssa Patrizia Sacchi Health & Beauty a cura di Rita Morganti

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a diversi anni , la ricerca scientifica nel campo della medicina estetica si avvale di tecniche sempre meno invasive, che permettono comunque un ringiovanimento reale.Abbiamo chiesto cosa c’è di nuovo nel campo della Medicina Estetica,alla Dott.ssa Patrizia Sacchi Medico Chirurgo e Medico Estetico , titolare di due studi di medicina estetica ad Ancona e Jesi . E’ possibile fare un lifting al viso senza bisturi ? La medicina estetica in questi ultimi anni è cresciuta tantissimo, e fa proprio questo, permette di dare notevoli miglioramenti, in tempi molto rapidi e con risultati immediatamente visibili. E che prodotti si usano? I prodotti usati sono di diverso tipo, dall’acido ialuronico all’idrossiapatite di calcio, ma oggi la tecnologia ci ha messo a disposizione dei nuovi dispositivi, quali i fili per la biostimolazione dei tessuti ed i fili per la correzione della lassità cutanea. Cosa sono i fili di biostimolazione? I Fili di Biostimolazione Anti-aging rappresentano un’innovazione per il ringiovanimento del viso semi-permanente, per donare un aspetto più giovane senza ricorrere ad interventi invasivi.Si tratta di una metodica alternativa per viso e collo, assolutamente innocua e non invasiva, priva di effetti collaterali.Rispetto ad altri sistemi di ringiovanimento, spiega la dottoressa i Fili di

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Biostimolazione non richiedono tagli e suture ed hanno un effetto a trazione meccanica.I Fili di Biostimolazione sono costituiti da un materiale che è completamente riassorbibile (Polidiossanone), che si usa da anni in chirurgia,essi creano un meccanismo biologico autoindotto, in quanto inizialmente si crea una intensa stimolazione dei tessuti con coinvolgimento dei fibroblasti ed altre strutture cellulari e non, successivamente fornisce un buon sostegno sia del connettivo sia della cute stessa.Quando il filo sarà completamente riassorbito, i tessuti avranno creato una struttura naturale composta da fibroblasti e collagene che donano elasticità e tonicità alla pelle.Con questa metodica possiamo trattare diverse zone sia del viso come il contorno dell’occhio, le guance, le rughe naso labiali, il collo , sia del corpo come l’interno delle braccia, e delle cosce, l’area sopra il ginocchio, l’area peri-ombelicale, ecc. La tecnica è molto semplice, e facilmente eseguibile in ambulatorio dal medico ed è ben tollerata dal paziente.Una volta individuata la zona da trattare si procede all’inoculazione dei fili , senza anestesia e la durata del trattamento è breve.I fili vengono impiantati a livello dermico, a raggiera o sovrapposti a rete, si introducono delicatamente uno alla volta ad una distanza di un centimetro circa uno dall’altro.In questo modo esercitano un’azione di sostegno del derma che abbinata all’azione di meccano-stimolazione da un miglioramento della testura e dell’elasticità cutanea con un’azione di lifting della pelle. Le sessioni di impianto sono a tre o quattro mesi una dall’altra. Il numero di sessioni dipende dal grado di rilassamento della pelle, ma generalmente da 2 a 4 volte l’anno. Anche il numero di fili utilizzati per ogni trattamento è variabile e dipende sia dall’estensione della zona da trattare, sia dal grado di biostimolazione che si vuole ottenere.La pelle si presenta subito più tonica e più soda, ma il vero miglioramento è più evidente dopo 20-30 giorni e continuerà per diversi mesi.Diverse sono le aziende che si sono avvicinate a questa procedura, i costi del trattamento


non sono elevati, ed è possibile combinare questa procedura con tutte le altre : peeling, filler, botulino, ecc. E’ una procedura dove l’esposizione al sole non è controindicata! Ma cosa hanno di diverso i fili per la correzione della lassità cutanea? La Dottoressa Patrizia Sacchi ci spiega che i fili utilizzati in questo caso sono diversi , sono sempre di materiali completamente riassorbibili( acido polilattico e acido poliglicolico), durano di media 12-18 mesi e vengono utilizzati per ottener un “soft lifting “ del volto. I fili Silhoutte Soft sono stati studiati per risollevare i contorni della zona mandibolare del volto, per dare tono alla lassità delle guance, per risollevare gli zigomi con un risultato naturale.Fino ad oggi non esisteva nessun trattamento in grado di liftare in modo soft la parte inferiore del volto, a volte si utilizzava l’acido ialuronico, ma il risultato era solo di tipo ottico e poco efficace.Con questo tipo di procedura, si utilizza un filo che ha dei coni posti in maniera bidirezionale con due aghi ,alle due estremità del filo stesso, che permettono di penetrare nel medesimo foro di ingressonell’epidermide. Inizialmente , spiega l’esperta, si aveva a disposizione solo fili con 8 coni usati soprattutto per trattare i volumi del terzo medio e inferiore del volto.Successivamente sono stati messi a punto fili a 16 e a 12 coni,che ci permette di ampliare la gamma dei trattamenti, infatti ora si possono trattare tutti i distretti del volto, compreso il collo , oltre anche a parti del corpo come l’interno delle cosce e delle braccia,il seno, la zona peri-ombelicale, ecc.

Per un trattamento completo del terzo medio e inferiore del viso, è necessario utilizzare almeno tre fili per lato, se si vuole trattare la parte alta del collo ,bisogna aggiungerne un’altro o anche due per lato. La seduta si svolge in anestesia locale e non necessita di esami preliminari, l’unica accortezza è quella di informarsi circa le eventuali allergie della persona nei confronti dei componenti del prodotto utilizzato. E’ importante lavorare in ambiente sterile, eseguendo un buon campo sterile e utilizzando guanti sterili. I fili spiega la Dottoressa Sacchi, vengono posizionati tramite un ago sterile, nello strato sottocutaneo, dove stimola la produzione di collagene di tipo fibrotico che induce un effetto rassodante.Su ogni filo sono agganciati dei coni costituiti da acidi glicolico, che vengono fatti scorrere sottopelle, la cute viene raccolta in una specie di plicatura in modo da contrastare il cedimento dei tessuti. Il trattamento è veloce, dura al massimo 30 -60 minuti,a seconda del numero di fili da impiantare, l’effetto liftante è immediato e si consolida con il passare del tempo.Il giorno dopo il trattamento, spiega la dottoressa si può tornare al lavoro, in rari casi possono residuare delle piccole ecchimosi che scompaiono in pochi giorni. Si raccomanda alle signore di non truccarsi nelle 24-48 ore successive, e di applicare una crema antibiotica sui fori di ingresso e di uscita dei fili. vPer i successivi 15-20 giorni sarebbe buona norma non sottoporre l’area a dei traumatismi, tipo cure odontoiatriche, massaggi al viso e di non svolgere attività fisica in palestra.Il metodo può essere associato ad altre procedure come filler, botulino per magnificare il risultato.

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Lifestyle & Beauty

I CAPELLI E IL TRATTAMENTO AMBULATORIALE: UNA NOVITA’ IMPORTANTE PER I PAZIENTI Nell’ambito di un programma

relativo alla salute e bellezza, i capelli giocano un ruolo importante a livello psicologico in ciascun individuo.. Senza entrare in casi patologici gravi, il numero di persone che nella loro vita hanno osservato un cambiamento strutturale o numerico ed hanno cercato di migliorare lo stato dei loro capelli e/o limitarne la caduta e/o eliminare la forfora coinvolge pressoché tutti i soggetti adulti. Le cause per cui i capelli si alterano o si diradano sono molteplici. Fattori esterni : come inquinanti atmosferici, sole, sale, iodio delle piscine, tinture, permanenti, decolorazioni, phonature ad alte temperature o stirature etc. compromettono la struttura cheratinica a squame della cuticola rendendo la corteccia priva di difese ( perdita degli aminoacidi solforati che ne costituisce la base) e il capello appare opaco, tende a spezzarsi, si presenta privo di vitalità e diventa arido e “indomabile” Fattori interni : Carenze nutrizionali , Scompensi ormonali, stress emotivo, diete dimagranti, trattamenti aggressivi Causano la depigmentazione dei capelli, portano ad una diminuzione dell’attività sebacea e a una maggiore secchezza del cuoio capelluto ( capelli secchi, comparsa di doppie punte..) Determinano un accorciamento della fase di crescita dei capelli (ANAGEN) mentre si allunga la fase di riposo con un ritardo sulla ripresa della fase anagen ( questo tempo di ricambio è sfasato per cui si registrano una diminuzione del numero totale di capelli) e una miniaturizzazione del capello Stress emotivo influisce sulla crescita del follicolo, l’adrenalina e la noradrenalina disturbano il metabolismo del follicolo Il medico ha oggi a disposizione una formulazione iniettabile (Haircare) che è stata sviluppata per agire a livello del bulbo pilifero del cuoio capelluto e della struttura del capello e trova indicazioni nei casi che presentano disidratazione del cuoio capelluto, caduta di capelli, capelli fragili. E’ questa l'unica formulazione registrata per il trattamento ambulatoriale/iniettivo dei capelli. Il prodotto è registrato come medical device di Classe III (direttiva 93/42/CEE del 2013) e agisce non tanto (o meglio, non solo ) come bio-rivitalizzante/ristrutturante per i capelli in generale ma, soprattutto, grazie in particolar modo allo zinco e alla vitamina B6 va a contrastare una delle principali cause della caduta dei capelli (alopecia androgenetica) infatti ... " Lo zinco, potenziato dalla

Health & Beauty di Rita Morganti

vitamina B6 è un inibitore della 5 alfa reduttasi, enzima responsabile della conversione del testosterone in DHT (diidrotestosterone), un androgeno che è universalmente riconosciuto come il responsabile della miniaturizzazione del capello e poi di conseguenza della calvizie comune.". Il prodotto (Haircare) contiene acido ialuronico naturale di origine biotecnologica ed il complesso brevettato RHB (Restructuring Hair Booster), composto da 5 amminoacidi (arginina, cisteina, glutammina, glicina, ornitina), 6 vitamine del gruppo B (biotina, calcio pantotenato, cianocobalamina, acido folico, piridossina, nicotinamide) e 1 sale minerale (zinco gluconato). La modalità d’uso prevede iniezioni superficiali nel cuoio capelluto, vicino alla radice dei capelli mediante tecnica a micro-ponfi mantenendo una distanza di circa 1 cm fra un’iniezione ed un’altra. Il protocollo base prevede 6 sessioni iniettive con cadenza settimanale o ogni 10 giorni e delle sessioni di mantenimento ogni 3 o 4 mesi circa. Uno studio multicentrico condotto su 122 pazienti ha valutato il grado di soddisfazione dei pazienti e dei medici dopo le 6 sessioni iniziali consigliate. I soggetti inclusi nello studio dovevano essere in buone condizioni generali di salute, non presentare lesioni nell’area da trattare, avere un’età compresa tra 18 e 75 anni. Il medico doveva annotare, mediante un questionario predefinito, il grado di idratazione del cuoio capelluto, la presenza della forfora, l’entità della caduta e lo stato dei capelli. Sono stati sottoposti al trattamento 91 pazienti di sesso femminile e 31 pazienti di sesso maschile, l’età minima dei pazienti era di 20 anni e 56 anni la massima. Al termine del protocollo i medici e i pazienti dovevano riportare il grado di soddisfazione raggiunto: N° dei Pazienti soddisfatti o molto soddisfatti: Reidratazione del cuoio capelluto 74,8%, Eliminazione della forfora 80,7% Qualità dei


capelli 99,1%, Diminuzione della caduta dei capelli 98,3%. N° dei Medici soddisfatti o molto soddisfatti: Reidratazione del cuoio capelluto 82,7%, Eliminazione della forfora 80,8%, Qualità dei capelli 99,1%, Diminuzione della caduta 93.7% Anche chi non soffre di patologie particolari può presentare, nell’arco della propria vita, un’alterazione a livello qualitativo o quantitativo dei propri capelli o del cuoio capelluto. Questi cambiamenti colpiscono pressoché tutti i soggetti adulti e influiscono negativamente sulla qualità della vita della persona soprattutto sul piano psicologico e sociale. La nuova formulazione può rappresentare per il medico un’ulteriore terapia ambulatoriale per rispondere al bisogno, spesso non espresso, di un numero elevato di pazienti per il trattamento ambulatoriale di diverse problematiche dei capelli e del cuoio capelluto.

Dott. Giovanni Gara - Medico Chirurgo. Via XX Settembre, 13. Jesi (AN). 0731-209130 335.5433635 garagiovanni@hotmail.com gara.mac@icloud.com


Fashion & People

WILLY

VECCHIATTINI

PR. LA DIFFERENZA FRA “DIRE” ED “ESSERE” Cosa significa essere un buon pr?

“Significa tradurre in concretezza i sogni delle aziende. Significa comunicarle davvero, in modo efficace. Il resto sono solo parole”. A dirlo è Alberto Vecchiattini, che il 7 dicembre prossimo a Roma ritirera’ il Fashion Award, ambitissimo riconoscimento tributato dal concorso mondiale The Look of the Year a personaggi distintisi nella moda e nella comunicazione. L’ennesimo premio, ma stavolta Alberto detto Willy ha messo una voce importante nel suo palmares: l’onorificenza è stata riconosciuta, in passato, a Giorgio Armani, Chiara Boni, Dolce & Gabbana, Oliviero Toscani, Fausto Sarli, Lorenzo Riva, Alviero Martini, Renato Balestra, Enrico Coveri, nonché ai migliori fotografi e personaggi di settore mondiali. Willy Vecchiattini è realmente uno dei migliori pr d’Europa. Nella sua agenda ci sono nomi eccelsi della musica, dello spettacolo, della moda, del management. Perché pr, come dice Willy, si nasce. Poi l’istinto si perfeziona macinando lavoro e contatti, ma la passione per la gente, per le aziende, per i progetti, è nel dna di un individuo, insieme alla capacità di saper trasmettere emozioni e contenuti. L’iter di Willy Vecchiattini è composito: prima sportivo, assoldato da una squadra a livello importante; poi, per i successivi dieci anni, vocalist e organizzatore dei più importanti tour musicali d’Europa, al fianco dei migliori DJ e PR del settore, per approdare infine allo star system e alla moda. Prima, l’esperienza a servizio delle principali griffe mondiali, organizzando eventi di portata planetaria. E poi come battitore libero, con la sua società, la MCV agency. Come si muove, Willy? In direzioni molteplici, la sua casa è il globo. Dalle passerelle (è di casa a New York, Parigi, Milano), alle fiere (Londra, Berlino, dovunque si “mastichi” moda), dovunque vi sia un evento al quale è necessario presenziare. Instancabile, Willy fa pr anche usando la carta stampata o l’etere: gestisce rubriche e tematiche varie su magazine nazionali, dove spiega la moda usando il lessico delle aziende, dei personaggi, degli eventi. Il suo volto appare spesso sui canali RAI, dove è opinionista su temi relativi a moda e attualità. Il suo rapporto con le celebrities è spesso di amicizia, nella sua rubrica svettano i nomi di attori, conduttori, sportivi, manager. Il viatico, sempre quello: la passione. Il suo vero amore sono e restano le aziende. A cui porta idee, celebrities, connessioni. “Mi piace vedermi come una sorta di condottiero, che porta le aziende a crescere usando il lavoro come arma”, dice lui. Il suo motto è “to work smiling”, lavorare sorridendo. La carica della sua batteria interiore è sempre altissima. “Per dare fiducia agli altri, bisogna averla. E guardare al domani con ottimismo”.

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Food

EVVIVA CUCINA CON NOI A grande richiesta degli appassionati frequentatori di ÈVVIVA, a Ottobre comincia CUCINA CON NOI: invita i tuoi amici per una cena da ÈVVIVA e CUCINERAI TU

Puoi scegliere di modulare l’intensità del tuo impegno in due alternative, entrambe didattiche,

golose e divertenti. La prima è quella in cui scegli con noi menu e vini. Ti insegneremo a riconoscere le materie prime in base alla stagione e ai tempi necessari per la preparazione. Andrai a fare la spesa insieme alla squadra di ÈVVIVA ed entrerai in cucina con loro per iniziare la preparazione dell’intera linea. Apprenderai i trucchi del mestiere e, all’ora di cena, sarai pronto ad accogliere i tuoi amici, completare e presentare ogni piatto come un vero e proprio cuoco. Oppure, in alternativa se non hai tempo di passare una giornata con noi in cucina ma hai voglia di invitare i tuoi amici per una cena a ÈVVIVA, deciderai con noi menu e vini. Noi prepareremo tutto, tu potrai affiancarti alla squadra di ÈVVIVA in qualsiasi momento, per fare la spesa, per la preparazione dei piatti o per la loro presentazione finale. Deciderai tu come farlo, se in cucina con i cuochi di ÈVVIVA oppure comodamente seduto insieme ai tuoi amici. Con CUCINA CON NOI Andrea Muccioli e Franco Aliberti continuano ad evolvere il progetto ÈVVIVA secondo il loro pensiero semplice, appassionato e forte: sprecare il meno possibile di ciò che ci offrono la natura e la mano dell’uomo. ÈVVIVA è caffetteria, pasticceria, ristorante, scuola di cucina e negozio dove comprare, oltre che cibo, anche ogni oggetto presente. Scarto zero significa saper utilizzare e trasformare il più possibile anche parti dei prodotti che normalmente vengono scartate. Nasce così una cucina ricca di profumi, colori, sapori e contrasti che invita l’ospite ad un gioco interessante di curiosità e gusto in cui le parti di recupero di una zucca diventano la sfoglia di un raviolo. Il gusto dolce di ÈVVIVA è presente dalla mattina, nella prima colazione e nel brunch, alla sera con croissant, brioche, plumcake e pani a lievitazione naturale farciti al momento dai pasticceri/ panettieri con creme e confetture di ogni tipo. Il luogo stesso in cui ha sede è stato recuperato, valorizzandone i segni e le tracce del suo utilizzo originario. All’interno sarà possibile ammirare e acquistare importanti opere d’arte, in collaborazione con la Galleria Rosini Gutman: Settembre Ottobre, la Mostra dell’artista Andy Warhol. Per info su Cucina con noi telefonate a: 0541 694098 o scrivete a info@evvivariccione.it

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Food

PAPAVERI E PAPERE PER GLI AMANTI DELLA BUONA CUCINA Di Nives Concolino

Arte culinaria e storia a Senigallia si fondono nel “cuore” del

centro storico, dove l’esclusivo ristorantino Papaveri e papere accoglie i clienti nel palazzo del Duca, di fronte alla rocca nella piazza principale della città. A ricevere gli ospiti è il “cuciniere” Nicola, che da tempo coltiva l’arte della cucina. Alle spalle l’esperienza dei genitori, Paolo con il suo passato di barpiadineria a Marotta, e Rosanna, diventata una firma d’eccellenza per la squisita “crescia della Rosy”, specialità marchigiana prodotta senza agenti chimici, rispettando le antiche usanze rurali. E’ una delizia del palato, che viene presentata con le degustazioni alla marchigiana sotto il segno del km zero. A tavola è servita con vari abbinamenti, tartufo, sardoncini, stoccafisso alla marchigiana. Tra le specialità c’è anche il gustoso hamburger, sempre prodotto da loro con cura e passione. Nell’intimo locale, dove si contano circa trenta coperti, le proposte settimanali garantiscono prodotti freschi e locali, compreso il pesce. Al tutto si affianca la grande novità del simply food, introdotto in questo periodo per andare incontro alle esigenze del mercato, e dando la possibilità di avvicinarsi alla nostra cucina anche con

piatti più semplici e veloci, puntando sulla qualità, da sempre caratteristica del locale. Come spiega Nicola é “Quasi un gourmet, perché proposto in una formula più piccola, ma senza tralasciare la cura del piatto”. Non è tutto. Chi siede a tavola deve assaporare anche le burrate del Gran Sasso e i salumi. Da non perdere gli aperitivi proposti dal “cuciniere”che consentono di avvicinarsi con poco impegno. Tutto è fatto in casa, dal pane alle conserve, dai tortelloni alle marmellate. Ogni cosa viene preparata al momento ed è servita ben fresca. Il gusto si scatena a cena, tutte le sere tra luci soffuse, e a pranzo, sabato e domenica, giorno in cui si presentano piatti e menù completi della tradizione locale. Si spazia dal brodo di gallina alla cucinata in forno di oca, fino al tortellino in brodo con tocchetti di salsiccia matta come vuole la tradizione senigalliese. Ai clienti vengono proposte anche delle serate d’intrattenimento a tema. Si va dal cabaret alla musica jazz, comunque live. Non solo. Sotto le antiche volte di Papaveri e Papere è custodito un vecchio piano dell’Ottocento che ogni tanto si concede per accompagnare voci e violoncelli. Gradevoli note che rallegrano le gradevoli cene di famiglie, coppie, gruppi di amici e colleghi di lavoro.

Osteria Papaveri e Papere P.za del Duca, 11 Senigallia - AN Tel. 388 1461875

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Food

A NAPOLI C’E

GRANGUSTO Tutto il buono della tavola in un unico indirizzo: Mercato di eccellenze, Ristorante, Bar e Pizzeria, Enoteca e luogo di incontro.

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Napoli c’è Grangusto: un unico, grande spazio dove poter mangiare, acquistare, conoscere il cibo e le bevande di alta qualità. Bar, ristorante, enoteca, pizzeria, mercato di prodotti di consumo e vetrina gourmandise, Grangusto è un mondo dedicato al cibo come incontro, cultura, piacere, consumo quotidiano. A Grangusto si fa la spesa, si mangia una vera pizza napoletana, si fa la prima colazione, si pranza e si cena a la carte. Grangusto occupa i primi 2 piani di un edificio moderno e di forte impatto architettonico lungo la centrale via Marina di fronte al Porto di Napoli, a 10 minuti dalla Stazione Centrale e a ridosso del centro storico: è aperto sette giorni su sette, dalla mattina alla sera tardi. È una location strategica e innovativa, inaugurata nell’autunno scorso e in continua evoluzione che cambia pelle col passare delle ore. Grangusto è Mercato e Gastronomia d’eccellenza tutti i giorni dalle 8.30 alle 22 (sabato e domenica dalle 9 alle 22). Si trovano prodotti di consumo a prezzi vantaggiosi e tantissime chicche per intenditori: salumi e formaggi Dop italiani e grandi eccellenze straniere, come il pregiato burro in coccio della Normandia; un’ampia selezione di conserve, paté, fois gras, cioccolata, dolci e chicche provenienti dalle altre regioni italiane. Ci sono i banchi del fresco: pescheria, ortaggi, verdure e frutta nazionale ed esotica. Al piano terra la panetteria, con forno a legna, sforna ogni giorno pani fragranti di vari formati e sapori. Grangusto è Macelleria: uno spazio unico per la città di Napoli, dove acquistare carni italiane o di particolari razze straniere amate nel mondo: dalla grande selezione di Angus - solo da Grangusto è possibile acquistare Black Angus australiano – alla ricercata carne Kobe, ai polli doc di Bresse. Grangusto è angolo bio e per celiaci: pasta e prodotti certificati senza glutine, ma anche una vasta gamma di prodotti provenienti da aziende certificate bio. Grangusto è Enoteca: con una selezione di oltre 1200 etichette tra vini, champagne, birre artigianali, bevande e acque minerali provenienti da ogni angolo del mondo. Grangusto è Ristorante e Pizzeria aperti tutti i giorni dalle 12:00 alle 15:30 e dalle 19:30 alle 23:30. La sala conta circa 150 posti. La carta varia con il susseguirsi delle stagioni, non mancano proposte mediterranee a base di pesce, carni e selezioni di prodotti ricercati acquistabili nel mercato. Grangusto è Bar al piano terra, è aperto tutti i giorni e per tutto il giorno – dalle 7 alle 23.30 dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 23.30 - dalla prima colazione al long drink con un’offerta dolce e salato sempre fresca e con banco gelateria. Grangusto è luogo di incontro: al piano terra, c’è la lounge dove poter leggere tranquillamente un quotidiano o un libro, consultando magari la biblioteca enogastronomica di Grangusto, utilizzare il Wi-fi gratuito o l’internet point. Grangusto è infine spazio per Eventi, degustazioni, corsi e tasting class con un calendario annuale in costante aggiornamento. www.gran-gusto.it

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Food

LA BELLEZZA

AVANZA Di Teresio Troll

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e frigoriferum ab avanzibus liberatione. I primi passi in cucina sono, per i più, affrontati con grembiule candido e in mano sinistra un libro aperto mentre con l’altra mano si cerca di eseguire quanto sta scritto. Dopo aver cercato, malamente, di tradurre le parole le quantità e quello che non è nel testo, cioè la cucina vera e propria. È come affrontare un travolgente certamen amoroso in pieno sesso con gran bella bestia guardando un film porno. Nein, non ci siamo proprio. Meglio sbagliare e far casino e sporcarsi le brache. La volta dopo si farà di meglio, se il talento c’è. E non si sa mai. A volte la fortuna dei principianti... Colla pagina in mano si finisce comunque per sbagliare. Si legga dopo aver provato. Per trovar errore conferma e miglioria. Nel piacere liberiamoci del dogma e impariamo con l’esperienza. Liberar la mente e la fantasia è la parola d’ordine. Quale trampolino di lancio migliore che aprire frigo e dispensa e guardare cosa ci dispensa la sorte? Cos’è rimasto? Avanti gli avanzi perché il piatto di oggi ha due elementi fondamentali: padella e avanzi del giorno prima. Padella appunto. Paella. Raccogli pollo manzo maiale dagli angoli del frigo, puliscili e spezzettali. Unisci a una base di verdure della stessa patria aglio compreso. Scalda con un po’ d’olio di oliva e vino bianco. Allunga con brodo di pesce e tiraci il riso. Muoviti sciolto, balla e ancheggia, salta e canta. Bevi mentre cucini e disponi i piatti a tavola. La musica ti aiuta. Una bella rhumba ripete ‘...live for tomorrow...’ È ‘Straight to the top’ del dinoccolato Tommaso Aspetta. Appendi la pagina strappata dal libro e colorala col sugo. Che artista! Un bel tocco di sugo. Un bel tocco di ciccia arriverà. Ma è sulle note sgangherate di ‘I’ll take New York’ che intervieni con zafferano e calamari e cozze che si apriranno mentre la paella finirà di cuocersi. Libera i colori

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verdi di fave o basilico o piselli sul giallo del riso. Liberaci il rosso dei peperoni. Libera la bottiglia di Fiano dal tappo. Libera il Fiano dalla bottiglia. Libera i piedi dalle scarpe. Libera lo sguardo da ogni vista che non sia lei, il piĂš bel paesaggio notturno del mondo. E tu bella carnosa padellona, liberati dei vestiti. E liberati da ogni taboo. PerchĂŠ se attacco la tua fortezza che ti tiene incatenata, prima ti libero dalle corde e dalle regole. E dai comportamenti tuttolaccielaccature. Ti do la giusta messa in piega, ti lego di nuovo in una torre dove libererai le tue fantasie e tutto il volume della tua voce. Batti, bandiera liberiana.

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Fashion & People

GABRIELE TINTI BOXE: LA POESIA E NEGLI ULTIMI EROI

Di Agnese Testadiferro

Definirlo è un dilemma. Gabriele Tinti però mette il suo amore

per la boxe in tutto ciò che fa, ma fuori dal ring, stringendo, tra le mani, la penna. Uno dei suoi ultimi libri, All Over, ha raccolto molti consensi perché è una vera celebrazione: una raccolta di canti epici sui pugili. I pugili, coloro che sono abituati anche alla sconfitta, coloro che sono poesia e dolore, arte e concentrazione, regole e istinto. Il libro, presentato al Queens Museum of Art di New York, è un art book perché include i disegni di Burt Young, nomination all’Oscar per Rocky, ma è anche un poetry film di Michele Civetta che ha firmato anche i video per Lou Reed e Yoko Ono. Per rendere l’idea dell’intensità dei testi andrebbero ascoltate le interpretazioni di attori come Franco Nero, Alessandro Haber, Michael Imperioli e lo stesso Burt Young Come nasce questa passione sconfinata per la boxe? È nata nel tempo. Fin da piccolo mio padre mi faceva vedere il pugilato in televisione e assistere dal vivo agli incontri. Poi ho conosciuto personalmente molti pugili, ho visto il grande cinema sulla boxe “Lassù qualcuno di ama”, “Città amara”, ”Toro scatenato”, “Fronte del porto” - e mi sono lasciato travolgere dall’emozione provocata dai KO, dallo spettacolo della sofferenza e della sconfitta. Se dovesse spiegare il suo lavoro come lo definirebbe? Una poesia sepolcrale, tragica, innamorata dei ricordi delle esperienze drammatiche anche se non per questo melanconica. I miei riferimenti sono la poesia americana di Edwin Robinson, Edgard Lee Master e poi, anche, certo, di John Giorno (per il quale sto curando una edizione italiana). Dalla boxe all’arte il passo è più breve di ciò che si pensa, ma come poterlo spiegare, ad esempio, a chi vede la poesia solo nella danza? Dove è nascosta la poesia nella boxe? La boxe è poesia. È quella scaletta da salire, quelle corde da oltrepassare, quell’accappatoio da svestire, quel portarsi al centro del ring e ritrovarsi soli. Col proprio corpo di fronte a quello d’un altro. Faccia a faccia. È questo uno spazio dove tutto è stile, affettività maledette, visceri mostrati, dolore amato, sudore e sangue sversato. In questo territorio si è di fronte all’evidenza di un rapporto, si è gettati nel mondo e, per questo, ci si trova di fronte ai propri limiti, all’esperienza di che cosa può davvero il mio corpo. Ed il tuo. Perché incontrarsi significa anche perdere. Capita a tutti prima o poi, e, quando succede sul ring, non ci si può alzare per dire il contrario. Si ha perso. E quindi, troppo spesso si è persi. Ecco, questo spazio, questa solitudine drammatica, si chiama poesia. All Over ha i contributi di Burt Young e di Michele Civetta: una raccolta di canti epici sui pugili. Perché, i pugili, possono essere definiti gli“ultimi eroi”? Il pugile è un virus, un fattore di distruzione, vivergli accanto significa commuoversi continuamente. Chiunque salga su di un ring è migliore di me. Loro hanno il coraggio di mettersi davvero in gioco, a nudo, col proprio carico di dolore,

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di gioia, di solitudine, d’amore. Burt Young sa bene tutto ciò. Le lacrime che ha versato durante la lettura che ha fatto della mia “All over” (http://vimeo.com/78818989) sono state un dono per me e un suo personale atto di devozione alla boxe. È invece in uscita il suo nuovo libro su un tema che è, ahimè, di attualità: il suicidio. Come mai questa scelta così forte? Come è articolata la pubblicazione? “Last Words” (Skira Rizzoli 2015) dà voce al lirismo degli istanti ultimi e contiene le immagini tratte dalla scandalosa serie “The morgue” del fotografo americano Andres Serrano e i testi di Derrick De Kerchove e del filosofo Umberto Curi. È questa una vera e propria raccolta di found poems ed è il mio libro più radicale. Ho voluto mantenere per me il ruolo “lieve” d’una regia la cui unica invenzione è stata pensare, ideare quest’opera. Alla preliminare ricerca ha fatto poi seguito la composizione delle ultime parole dei suicidi (riportate fedelmente senza alcuna modifica di sorta) in una singolare collettanea, in un unico, lungo, doloroso, commovente, poema della realtà in forma di epitaffio collettivo. Cercarle, leggerle tutte, riorganizzarle in un libro, è stato una esperienza drammatica. Letali, terribili, lucide, scritte come urlo, come grido, in serenità, con consapevolezza, in pace, sono parole che contengono tutta la complessità terribile della vita. La cosa curiosa è che i suoi libri vengono presentati soprattutto all’interno dei musei, perché? Nei miei libri c’è sempre la collaborazione con un artista. È stato quindi di volta in volta naturale collocarci in spazi museali. E poi trovo i Musei – soprattutto quelli di arte antica - molto attraenti e stimolanti. Le opere dell’uomo lì conservate nella frequente indeterminatezza dell’attribuzione, nel carattere spesso ipotetico degli studi, nella frammentarietà mutilata con la quale molte di esse sono giunte sino a noi, ci fanno sperimentare la caducità della vita, il significato del tempo che nasconde e cancella. Lei e l’America: un legame importante. Senza l’America, il suo cinema, la sua poesia, il suo cielo, mi sentirei soffocare. La vecchia Europa si è compiuta e trasformata lì ed è da lì che non possiamo non ripartire. Lei e Franco Nero: un binomio in onore di Leopardi. Ci racconti qualcosa sul progetto che vi vedrà protagonisti nel 2015. L’evento - “Amore e Morte” - sarà un omaggio a Giacomo Leopardi. Sarà molto semplice ma, crediamo, di grande impatto. Nero ed io sul palco, davanti a due leggii. Io leggerò un mio testo diviso in quattro atti per raccontare – con passo poetico e narrativo ad un tempo – l’opera di Leopardi e Franco leggerà alcune delle sue più importanti poesie. Gli atti e le letture saranno alternate a momenti musicali con interventi di un quartetto d’archi ispirati alla musica dell’altro famosissimo marchigiano, Gioacchino Rossini, che Leopardi tanto amava. Vi aspetto naturalmente!


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Lifestyle & Beauty

CHIZU

KOBAYASHI 152


Di Matteo De Angelis

U

n filo di ferro che apre i confini dell’immaginazione: è questa la materia prima dell’arte di Chizu Kobayashi, giovane scultrice e blogger giapponese amante dell’Italia e del buon cibo. La sua arte è eterea e allo stesso tempo concreta, un binomio impossibile che si realizza nella leggerezza delle sue creazioni fatte di semplice filo metallico che, intersecandosi, fondendosi e legandosi crea figure d’animali d’ogni dimensione, fiori, abiti che paiono mossi dal vento e poi ancora oggetti di tutti i giorni e d’uso comune. Le sue opere sono ‘tratteggi in tridimensione’ del reale. Ammirarle sospese in aria trasporta in una dimensione onirica. Da sei anni Bologna è la città in cui l’artista della leggerezza vive e plasma le sue opere d’arte. Hai viaggiato tanto prima di arrivare in Italia, dove sei cresciuta? Sono nata in Giappone dove ho girato numerose città seguendo le esigenze lavorative di mio padre, un ingegnere informatico. Poi ci siamo trasferiti in California, sono rimasta in America dai 12 ai 15 anni, ma sono tornata in patria per frequentare il liceo, perché mio padre voleva che ricevessi un’educazione scolastica nipponica. Sono arrivata in Italia nel 2008 per seguire uno stage da un designer. Qui volevo creare “qualcosa”, ma non sapevo come fare emergere la mia arte. Nel frattempo mi sono immersa nella vita italiana, facendo amicizia dappertutto. Frequentavo tanti bar e locali, facevo aperitivi tutti i giorni, non pagavo quasi mai, così per ringraziare ho fatto tanti ritratti, prima con la penna, poi con il filo, finché ho cominciato a fare piccole esposizioni in giro. Gli italiani sono aperti, amichevoli e curiosi, così ho pensato fosse questa la mia dimensione e ho trovato in Bologna la città ideale e…qui ho trovato anche l’amore! Quando hai deciso di dedicare tutto il tuo tempo all’arte? Mi è sempre piaciuto creare, ma il lavoro si è avviato un po’ per caso. Non ho mai fatto pubblicità, è bastato il passaparola e dalle piccole mostre si è passati a vere e proprie commesse. Le richieste per fortuna sono sempre aumentate. Mi piace creare su commissione, mi definisco una artigiana-artista e vedere la soddisfazione del pubblico, così come quella dei clienti mi riempie di gioia. Tu sei anche blogger, cosa è nata prima la passione per la scrittura o per l’arte? Nel 2008 ho aperto un mio blog pensando principalmente alla famiglia e agli amici, per condividere con loro la mia esperienza in Italia, poi mi è stato chiesto di spostare il mio blog nel sito della rivista Grazia (Giappone, che ora non c’è più,). Il blog si chiamava ‘un’artista in Italia’. Scrivo tanto di cibo, di vita con gli italiani o degli italiani; ora che sono diventata mamma parlo spesso di famiglia e racconto le mie creazioni. È un modo per far conoscere la mia vita, da dove e come nascono le mie opere. Attraverso il blog tutto è trasparente, si può seguire l’intero percorso ideativo e realizzativo. Perché hai deciso di usare un elemento semplice come il filo metallico per le tue creazioni? In Giappone usavo anche l’altra tecnica, facevo gioielli, oggetti per la tavola ed altro ancora, usavo il filo di ottone e rame, non quello di ferro perché con l’umidità faceva subito ruggine. Qui non avendo il banco di lavoro e le attrezzature per forgiare gioielli ho ripiegato sul fil di ferro: un materiale più semplice da lavorare, basta una pinza e puoi creare nello spazio. In Italia puoi farlo anche in casa perché le case sono molto più grandi rispetto a quelle giapponesi! A chi ti sei ispirata? A 12 anni ho visitato il Whitney Museum a New York dove esponevano le opere di Alexander Calder: i mobili e ritratti in fil di ferro mi sono piaciuti tantissimo e sono subito sono andata a comprare il filo e le pinze, cominciando a creare. Oggi ci sono tantissimi artisti che lavorano col filo di ferro. È un “arte” primitiva, ma di grande impatto scenico. Che cosa sogni nel tuo futuro? Sogno di poter realizzare un luogo bellissimo che possa raccogliere gente e progetti con tanta energia positiva! Per fare questo abbiamo comprato un podere a Loiano: un casolare di 200 anni e con 7 ettari di terreno, un torrente, grotte e un bosco verdeggiante. C’è tanto lavoro da fare, ma entro il prossimo anno sistemeremo le camere e finalmente avrò un atelier bello grande! Nel frattempo continuo a lavorare sodo per far conoscere la mia arte. Dopo la bella mostra alla Miro gallery di Bologna dello scorso febbraio ho spedito qualche scultura in America e in Spagna ed ora sto lavorando con alcuni committenti a Dubai. Chissà come andrà!?

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Fashion & People

RUBENS GARDELLI

Di Matteo De Angelis

Il caffè è la bevanda più bevuta al mondo dopo l’acqua. Un business

il cui profumo attira l’attenzione di investitori e pionieri, ma il cui vero cuore, caldo e profumato, risiede ancora nella passione per la scoperta della giusta armonia, capace di risvegliare i palati dei più fini intenditori. Trovare l’equilibrio tra chicchi provenienti da diverse parti del mondo e ricavarne un aroma eccellente è un lavoro alchemico, un compito da veri talent scout del gusto. Rubens Gardelli, trentaseienne forlivese, ha dimostrato di essere un brillante esperto di caffè vincendo nel 2013 il Campionato Italiano di tostatura a Firenze e piazzandosi poi al secondo gradino del podio nel World coffee awards: la competizione mondiale che lo scorso giugno si è svolta alla Fiera di Rimini. Rubens ha sbaragliato 32 concorrenti, dimostrando che anche a Forlì l’amata bevanda nera bollente ‘o sanno fa’. Del resto Rubens in mezzo al caffè c’è cresciuto. Nel ‘97 inizia a lavorare nella caffetteria di famiglia Santa Fè, in via Balzella a Forlì, ma prima di intraprendere la strada della torrefazione ne ha percorse altre. Dal 2005 al 2008, infatti, si trasferisce prima a Firenze e poi in Canada e infine in California. Ma il profumo del caffè lo richiama alle origini, del resto non poteva essere altrimenti, visto che a Santa Barbara City viveva proprio sopra ad un caffè con torrefazione. “Ogni mattino l’odore di del caffè appena lavorato mi stuzzicava e mi incuriosiva, così decisi di rientrare in Italia per esplorare una realtà che è ancora più vasta di quella vinicola perché nel mondo i produttori sono persino più numerosi”.

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Quali sono stati i primi passi per diventare un esperto di torrefazione? Ho cominciato comprandomi un tostatore da qualche centinaia di euro per uso domestico, ordinando caffè in America dove è più facile trovare molte varietà a costi contenuti. Lì è usuale tostare il caffè, sia nei bar sia a casa. Da autodidatta ho cominciato a studiare il funzionamento dei macchinari, il procedimento della tostatura e della miscelatura del caffè. Per due anni mi sono dedicato completamente alle sperimentazioni assaggiando circa 300 varietà diverse provenienti da Africa, Indonesia, America del Nord e del Sud. Il fatto che ci siano tantissimi produttori sparsi in ogni parte del mondo e che si possano scoprire o creare aromi diversi tra loro mi ha fatto letteralmente innamorare del caffè. Quando hai capito che quella passione poteva diventare il tuo lavoro? Dopo aver prodotto in casa del buon caffè, ho deciso di proporlo al bar di famiglia. Quello è stato il mio vero banco di prova. I miei genitori sono stati i miei primi clienti, poi nel 2012 è nato il marchio ‘Gardelli Speciality Coffees’. Ora produco caffè per ristoranti, bar e gourmet. I miei clienti possono scegliere un listino di 8 singole origini da me accuratamente selezionate in base all’altitudine, alla pendenza del terreno: caratteristiche che ne risaltano la qualità e l’esclusività. Ho anche prodotto una miscela tutta mia, si chiama Cigno Bianco. Qual è il tuo segreto? La mia è una torrefazione artigianale, ho realizzato a mano la


tostatrice che lavora 5 chilogrammi di caffè ogni 15 minuti. Piccole dosi rispetto alla grande distribuzione, ma perfette per il mercato a cui tengo e soprattutto ideali per garantire sempre la freschezza del prodotto. Sono l’unica torrefazione in Italia a fornire il servizio di tostatura espresso. Appena il cliente emette il suo ordine provvedo a tostare il caffè richiesto, recapitandolo dove gradisce nel giro di un paio di giorni. Tutto ciò consente di godere appieno dei profumi e dell’aroma del caffè appena lavorato. In quali discipline ti sei distinto al campionato mondiale di caffè? Ho gareggiato in due delle sei discipline previste: caffè filtro e tostatura. La prima richiede la preparazione e presentazione di tre caffè ad altrettanti giudici in soli dieci minuti. Ogni concorrente ha lo stesso caffè macinato e deve ottenere la bevanda senza utilizzare una macchina espressa, ma per percolatura. Con quei caffè mi sono aggiudicato il secondo posto al mondo nel ranking dei migliori preparatori di caffè. Nel campionato di tostatura, invece, i concorrenti devono sapere ottenere il miglior aroma dalle bacche grezze. Rubens si è posizionato al quinto posto, con la seconda votazione più alta assegnata al gusto ottenuto. Cosa è cambiato dopo questo risultato? Non mi sono arricchito, il premio consisteva in una coppa, ma ho ottenuto grande visibilità. Oggi giro l’Italia tenendo conferenze sul caffè e in tanti si rivolgono a me, richiedendo i miei prodotti. Il mercato estero è in forte crescita, e io mi sto adeguando per far fronte alle richieste. Attualmente gli ordini possono essere fatti attraverso la pagina Facebook del marchio, ma da gennaio sarà attiva la vendita online attraverso il sito internet di Garzelli Speciality Coffees.

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Nuova apertura Viale Fulvio Testi, 90 - Milano


CICLOTURISTI

DA OLTREOCEANO Di Nives Concolino

Un trend senza confini. Arrivano perfino dall’Australia, Stati

Uniti, Africa e Nuova Zelanda. Sono i cicloturisti che, sempre più numerosi si riversano a frotte sulla riviera Romagnola, ma anche a Bormio e sul Lago di Garda, attratti dalle bellezze naturali, borghi e castelli della Bella Italia. Quasi un must che in più casi induce a portare in aereo la propria bicicletta. Tra sport, cultura e wellness la due ruote vive la sua Belle époque. Si moltiplicano, intanto, le versioni atipiche come la Sada Bike con ruote da 26 senza raggi, che si può piegare come un ombrello. Gianluca Sada, ingegnere campano, impiegato all’Iveco, ha presentato il prototipo, realizzato a Torino, ma è pronto ad entrare in produzione. Mario Crippa di Cremella (Lecco) ha invece ideato la Jym surf-bike, che consente di “surfare” su laghi, fiumi e mare, mostrando curve e muscoli. Già in voga sul Lago di Como, la scorsa estate è stata adottata da Fausto Ravaglia, bagnino e maestro Fin (Federazione nazionale nuoto), che a Riccione lo ha usato per supportare i bay watch. E sempre su specchi d’acqua plana la singolare mountain bike (due canotti collegati alla due ruote con un particolare supporto meccanico) inventata da Claudio Santini di Coriano, cittadina di Marco Simoncelli. Ma a fare la parte del leone sono i percorsi in bici lungo l’entroterra, riportati dalle mappe diffuse dalla Provincia di Rimini. Spaziano dall’Urbinate, nelle Marche, al Cesenate, in Romagna. In Italia la leaderhhip è rappresentata da Riccione che vanta la prima cordata dei Bike Hotel. Conta una dozzina di strutture ricettive, tutte munite di un invidiabile parco bici e perfino di officine interne. “I cicloturisti arrivano dai Paesi europei dove non c’è l’euro, ma anche da Oltreoceano, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Canada, in tanti portano con se la bici, ma per chi ne ha bisogno, noi ne abbiamo una cinquantina in carbonio – fa sapere Marina Pasquini dell’Hotel Belvedere -. La crescente passione per la bici accomuna tutto il pianeta. Per noi settembre è il mese clou, tant’è che siamo già pieni per il 2015 e fioccano prenotazioni per il 2016. In gruppi al massimo di dodici persone i ciclisti pedalano lungo diversi itinerari che variano dai 30 ai 150 chilometri. Tra i più ambiti spiccano i gourmet tour, con tappe nei borghi di Mondaino per il formaggio di fossa, e in altre località dell’entroterra, marchigiane e romagnole, per assaggi di olio e vino e ricerca del prezioso tartufo>.

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Una life experience alla ricerca di storia e vita sana, che strega un po’ tutti e che piazza in pole position altri tragitti, come la Panoramica sul Monte San Bartolo e quelli che hanno come meta la suggestiva Gola del Furlo, Urbino, Gradara, San Leo, San Marino, Carpegna e la Valle del Teva. Apprezzatissimo anche il giro dei castelli tra Saludecio, Mondaino e Montegridolfo e il percorso sulle orme di Pantani con salita al Cippo e, per i meno muscolosi, a Cesenatico con visita al museo del “Pirata”. C’è pure il tour “Bike, beach & passione” per coppie che d’estate dividono la vacanza tra bici e mare. Piacevoli tragitti dove sfrecciano anche noti volti come quelli di Nicola Savino e il produttore di bici Cristiano De Rosa. Solo a Riccione, regina di questo turismo di nicchia “si contano oltre 100mila presenze all’anno – conferma il presidente di Bike Hotel, Claudio Righetti dell’Hotel Fedora -. Il mercato ogni anno cresce del 5 per cento. Raggiunge invece il 10/15 per cento quello delle ibride, ossia delle city bike, usate dagli over 60 che si limitano a fare passeggiate di 40/45 km. Amano fermarsi ai castelli, fare foto e pedalare in tranquillità. Si tratta non solo di americani, canadesi e francesi, ma anche di turisti che cominciano a muoversi dalla Svezia e Norvegia in primavera. Tra i nostri ospiti anche il campione italo svizzero Fabian Cancellara>. E’, invece, un habitué del Gambrinus Maurizio Fondriest, campione del mondo, ora proprietario col fratello dell’omonimo marchio di bici. La titolare, Maria Grazia Nicoletti confida: “Pur vivendo sulle Dolomiti Fondriest viene in vacanza al mare due volte all’anno. Sostiene che i nostri Appennini sono perfetti per l’allenamento dei ciclisti e hanno rampe che in alcune situazioni non hanno nulla da invidiare ai suoi monti. Abbiamo la fortuna di avere le alture che scendono fino alla spiaggia. Così in primavera idealmente ruotiamo di 180 gradi verso le colline. In questo rispetto gli hotel della costa Tirrenica siamo più fortunati. Abbiamo ospiti che arrivano anche dal Sud Africa”. Dopo la Romagna, che li attende con il Gran Fondo di Riccione il 29 marzo e con la Nove colli domenica 24 maggio, tanti cicloturisti si riversano a Venezia e sulle Cinque terre. Il fermento è tale che anche a livello nazionale è nata la catena degli Italy Bike Hotel (una cinquantina in tutto), mentre alcune agenzie americane in autonomia organizzano tour itineranti che portano i clienti in giro per il nostro bel Paese a partire dalle colline del Chianti.


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Hotel Villa Rosa Riviera**** Viale Vespucci 71 - 47921 Rimini Tel. 0541/22506 Fax. 0541/27940 www.villarosariviera.it inforosa@villarosariviera.it

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SBARBINO Di Carlo Piras

C’

è sempre la nostalgia, il ricordo all’origine di un nostro pensiero, di un illuminazione. In questo caso ed anche questa volta, il ricordo è d’infanzia, sotto la lente d’ingrandimento di Vito Nesta. S’inizia con il guardarsi allo specchio, con le mani, il pettine e la forbice pronti a tuffarsi sulla nostra testa, e l’occhio cade lì, su quel pennello, quel ciuffo di crine tenuto insieme dal grigio acciaio (o argento). La luce, fondamentale, è il fulcro di questa riflessione. Infrangersi dentro a un oggetto normalmente inanimato, pieno e buio. Qui, tra la luce dei ricordi, nasce in una veste completamente diversa da quella originale, Sbarbino, una lampada dalle forme e dal design di un pennello da barba. Ancorato tra i ricordi della barberia storica dello zio e mosso dalla notizia che a Milano avrebbe chiuso l’Antica Barbieria Colla, storica bottega nel cuore della città, Vito Nesta, ridisegna in una accurata versione fuori misura, con il suo vetro sinuoso ed una ceramica ondosa finemente rivestita d’argento, un piccolo oggetto totem per gli artigiani del settore, in un ruolo completamente diverso, illuminare. Il primo di una serie di oggetti che ancora una volta, partendo dal classico e dalla storia, si veste dell’elegante semplicità di Vito Nesta per reinserirsi con una nuova luminosa vita.

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Music

GATY

QUANDO LA VOCE DIVENTA PROTAGONISTA di Enrico Sanchi

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Raccontaci il mondo della notte visto dai tuoi occhi? Il mondo della notte ancora oggi, malgrado la crisi che lo sta distruggendo a poco a poco, come tutto per altro oggi in Italia, è ancora un mondo a se stante. Una fantastica dimensione, se vissuto in maniera salutare, che ti permette di staccare dalla routine del quotidiano. Una campana di vetro, dentro la quale la musica, l’interazione con persone diverse, i colori, le luci, creano uno spazio circoscritto a quel locale, a quella spiaggia, a quella piazza (nel caso degli eventi), che esulano dal “solito” giornaliero e in cui la musica e il ballo (non coreografato) la fa’ da padrona. Insomma un momento della vita dove si può sorridere e non pensare a ciò che di non piacevole, si deve affrontare il giorno Dove nasce questa tua passione e come hai fatto a farla dopo in ufficio o a scuola, o nel luogo dove “siamo tenuti” a presentarci il giorno dopo. diventare un lavoro? La mia passione per la discoteca è una conseguenza logica della grande passione per la musica dei miei genitori, nello specifico di Com’è lavorare con un big della consolle come Bob Siclar? Il mio padre, grande amante della musica da camera e di “tutto” ciò vostro rapporto? che è melodia. In casa nostra si respirava sempre musica. Da Lavorare con Bob Sinclar per Me è sempre una grandissima adolescente ho fatto una scelta ben precisa, avvicinandomi al emozione. Questo anche perchè alla soglia dei 40 anni, momento mondo della discoteca. Questo perché sin da piccolo con i miei della vita in cui un uomo teoricamente dovrebbe iniziare a capire genitori, tutti i sabati raggiungevamo un caro amico di famiglia cosa fa’, con chi lo fa’ e che valenza può avere, per l’appunto proprietario di una famosissima discoteca del mio paese in realizzo di affiancare già da diversi anni e precisamente dal 2006 provincia di Taranto, e il mondo dei locali, dei djset mi sono , un artista di fama internazionale, che per reale e sincera amicizia entrati nel sangue. La mia prima volta con il microfono in mano a ha scelto e continua a volermi , per i suoi show/djset. Tutti mi dicono … “beh GATY, ma se Sinclar ti sceglie, è anche 14 anni.

lasse 1974, pugliese d’origine romagnolo d’adozione, si avvicina al mondo della notte alla giovane età di 14 anni, mosso da una forte passione per la musica. Dopo la laurea in giurisprudenza decide di trasformare il suo interesse in un vero e proprio lavoro, diventando gestore di alcuni locali di tendenza. Artista poliedrico, di grande professionalità ed umiltà, riesce a conquistare i teatri più importanti della musica Dance, sia in Italia che all’estero, diventando la voce ufficiale di eventi esclusivi e di artisti nazionali ed internazionali con cui ha stretto solide e durature collaborazioni come Bob Sinclar, Martin Solveig, David Guetta.

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perché Tu sei bravo ed hai le qualità per stargli accanto..”. A questo però io lascio rispondere gli altri, perché quello che mi hanno sempre insegnato è stato di non auto-valutarsi, soprattutto quando la valutazione è fatta sulla base di un affiancamento a figure di calibro MONDIALE, come nel caso di Chris (cioè BOB SINCLAR). La tua vita privata come si incontra con il tuo lavoro? S’ incontra in maniera abbastanza faticosa, con quella lavorativa. Non è semplice soprattutto perché gli orari del mondo della notte, sono esattamente opposti a quelli del mondo lavorativo normale. Noi viviamo e lavoriamo di notte.

Tra 10 anni come ti vedi? Tra 10 anni non riesco a vedermi chiaramente, se non con un qualcosa che ad oggi non ho e cioè il mio ritorno a tempo pieno alla Radio, essendo stato dal 1990 al 2000, speaker radiofonico quasi full time. Per il resto di sicuro, non ad urlare e ad incitare folle e masse di giovani. Magari a dirigere una struttura, che possa offrire loro i mezzi per poter essere incitati, da chi arriverà dopo me e i miei colleghi con cui oggi lavoro. Cosa diresti ad un ragazzo/a che volesse iniziare una carriera da vocalist? Direi semplicemente di lavorare sodo e con umiltà.

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Music

SONAR

NUMERI DA GUINESS DEI PRIMATI di Dan Mc Sword

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on si è ancora spenta l’Eco dell’edizione 2014 di Barcellona, che è già tempo di pensare a tutti i festival Sonar che nei prossimi mesi si svolgeranno in giro per il mondo. Ormai Sonar è un evento mondiale, non soltanto grazie all’edizione catalana, ma anche e soprattutto per tutte le tappe itineranti che lo vedranno protagonista i prossimi 15 e 16 dicembre in Sudafrica, così come nel 2015 si svolgerà in a Reykjavik, Islanda, dal 12 al 14 febbraio, a Stoccolma, Svezia, il 13 ed il 14 febbraio e a Copenaghen, in Danimarca, dal 13 al 15 marzo. In via di definizione le date in Giappone, Messico, Colombia, Cile e Giappone. Un autentico network mondiale! Il Sonar di Barcellona 2015 avrà luogo da giovedì 18 a sabato 20 giugno.Nel frattempo, i numeri celebrano nel migliore dei modi l’edizione 2014. Quest’anno il Sonar ha infatti ospitato ben 109mila spettatori provenienti da 99 nazioni, così come gli addetti ai lavori registrati sono risultati 3.500. Dei succitati 109mila, oltre 52mila si sono dedicati al Sonar by Day. Ben 155 gli show proposti, con nomi assoluti quali Plastikman, Massive Attack, Royksopp, Woodkid e tanti altri ancora. Tra le novità più salienti di quest’anno, la cosiddetta Sonar Planta, tesa ad ospitare ricerca e sperimentazione attraverso linguaggi creativi che innervino le arti digitali. Un progetto triennale che dilata sia orizzontalmente che verticalmente le dimensioni della rassegna catalana. Creatività e tecnologia si sono confermati i tratti distintivi di Sonar, una combinazione perfetta che ogni anno migliora e che non smette mai di stupire. Sia nella sua dimensione by day, come in quella by night, senza dimenticare il cosiddetto Sonar Off, una serie di eventi esterni al programma ufficiale, ma ad ogni sempre in grado di rendere ancor più appetibile la permanenza a Barcellona a metà giugno. Tra gli appuntamenti più atipici, le due feste in barca Wave Music Boat, un format ideato dal pirotecnico dj italiano LENny e svoltesi in collaborazione con i brand di culto Cadenza e Desolat. Eventi che fanno del Sonar uno degli appuntamenti imperdibili per tutta la comunità di addetti ai lavori e gli appassionati di musica elettronica. www.sonar.es

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RUDEEJAY

Music

A C I S U M A L L E B BALLO DA c an M

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er il settimo anno consecutivo, Rudeejay ha vissuto un’estate da record, merito del suo nuovo singolo di successo, “Forever”, grazie alla sua decima stagione consecutiva da dj resident a Villa Papeete di Milano Marittima e grazie ad una serie di serate di alto profilo, sia in Italia che all’estero. Del resto, il suo destino è scritto nel nome: (Ru)deejay: nato con una vera e propria passione per la musica dance, nel 2008 è diventato un produttore discografico, dando vita al progetto Omonimo ed al singolo “Wanna Be Like A Man”, seguito poi dall’ep comprensivo del brano “Two” e dal suo primo singolo come Rudeejay “Follow Your Heart”. Da allora, un’escalation senza soste, merito delle tracce “The Rhythm Is Magic” (2011), “Suenos” (2012) e “Everything” (2013). Come è nato il tuo disco “Forever”?“L’idea è stata concepita quattro anni fa, quando creai in autonomia il riff portante. Soltanto lo scorso settembre, però, ho avuto modo realizzare la base sulla quale abbiamo successivamente costruito la parte cantata, grazie all’aiuto fondamentale di Marvin. Credo di non aver mai raggiunto un livello così alto, ne sono orgogliosissimo”. Hai vissuto un’estate intensissima. “In tre mesi ho lavorato in quaranta discoteche italiane, in particolare dal 13 al 17 agosto ho percorso 5418 chilometri in cinque giorni, toccando una regione diversa ogni notte. Ho realizzato il primo disco ‘tutto mio’, ‘Forever’, insieme a Paolo Sandrini e Marvin, la cover di ‘Vento d’Estate’, l’unico remix italiano della hit ‘Jubel’ dei Klingande, diversi bootleg e mash-up”. Suoni sempre più all’estero. Differenze tra il nostro paese e le altre nazioni?“All’estero le strutture sono decisamente più organizzate, tutto è sempre come deve essere. Certo, il calore e l’ospitalità del pubblico italiano sono impareggiabili”. Progetti in divenire? “Un nuovo studio di registrazione, una serie di ‘collabo-track’, un progetto non discografico al momento top secret, tanti bootleg, tanti mash-up, ed un calendario che mantenga l’intensità dell’estate appena passata”. Il tuo sito internet? “www.rudeejay.com, dove sono riportati tutti i link ai miei profili socials”.

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Music

WISH OUTDOOR FESTIVAL di Dan Mc Sword

In tutto il mondo, i festival di musica elettronica riscuotono mondiali di calcio, con conseguenti scene da delirio collettivo sempre consensi, sia in termini di pubblico che di critica. Raduni in grado di radunare centinaia di migliaia di persone, grazie alla presenza di top djs, scenografie ed allestimenti da urlo. Autentica terra promessa di questi festival, l’Olanda propone ogni week-end estivo festival di grande livello; lo scorso luglio in particolare, uno degli eventi più attesi e di maggior successo, è stato il Wish Outdoor Festival, svoltosi nelle scorse settimane a Laarbeek, a pochi chilometri dalla città di Eindhoven, la città della Philips. Nove i palchi allestiti, con musica in grado di soddisfare i gusti di ogni appassionato: electro-house, hard-style, edm, persino un po’ di sano revival mischiato all’hip-hop olandese e diversi momenti aggreganti. E giusto per non farsi mancare nulla, l’arena principale del festival ha fermato la musica per trasmettere dai maxischermi le partite dell’Olanda ai

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quando la nazionale orange ha superato il Costarica ai calci di rigore. Ben curata ed allestita – proprio di fronte al palco principale – la zona royal privè, dove si veniva accuditi e coccolati da ragazze abilissime a farsi strada con succulenti pietanze da finger food, così come ogni sera che vi si accedeva si era accolti da un cocktail di benvenuto a base di champagne o – a scelta – di italianissimo prosecco. In molte zone del festival, inoltre, potenti ripetitori consentivano di usufruire gratuitamente del collegamento wi-fi, una mossa astuta in grado di coinvolgere il pubblico presente, soprattutto quello straniero, in quando agevolato nell’interagire con i social network e di fatto agendo da autentico agit-prop per il festival. La miglior pubblicità è da sempre il passa-parola, nell’epoca degli smart phone è diventata quella a colpi di tag e tweet.


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Music

STEFANO

NOFERINI UNA VITA IN CONSOLE

Quando gli si dice che è un Re Mida del clubbing, ovvero che

tutto ciò che tocca diventa oro, Stefano Noferini (www.stefanonoferini.it) ci resta male. “Per me ciò che conta davvero è la passione per la musica”, racconta. “E’ grazie alla musica ed alla sua magia che la mia label Deeperfect, ad esempio organizza party di successo di mezzo mondo, le Deeperfect Label Night. Altri segreti non ce sono. Amo ancora questo lavoro come il primo giorno, forse anche di più, anche se cambia costantemente”. E in effetti dai primi anni di attività ad oggi, di tempo, per Noferini, non è passato un bel po’. Fiorentino, fa ballare con sonorità tech e tech house i club più importanti del mondo e pure festival come Ultra a Miami. Il bello infatti è che la sua maturità musicale se la stanno godendo un po’ dappertutto nel mondo. Ad esempio, se il Sonar è la mecca del clubbing internazionale più sofisticato, uno dei party più hot di Sonar Off 2014, i party che riempiono Barcellona di clubber e addetti ai lavori di tutto il mondo, è stata senz’altro la serata Deeperfect al Sotavento. Qui Noferini ha diviso la console con super talenti come Mendo, Chus & Cheballos Cristian Varela, Pig & Dan, Uto Karem, Mar-T (…). Che cosa ti aspetti da questa seconda metà del 2014 per la tua label Deeperfect? Spero che la label continui ad essere quello che è oggi, ovvero un punto di riferimento per tech e tech house. Voglio poi continuare a far crescere il mio radio show, Club Edition. Ed infine, visto che molti continuano a voler seguire da vicino i miei dj set anche quando sono lontano da loro fisicamente… continueremo ad organizzare degli eventi live sul web sui nostri canali social, Club Edition Live. Quali sono i paesi più hot per la scena musicale di cui fai parte? I top club si trovano un po’ dappertutto nel mondo ed anche i festival ormai sono internazionali. Da dj, amo molto i paesi latini, perché lì il pubblico è caldo e competente: Spagna, America Latina, Italia… suonarci è una grande emozione. E a pensarci bene, sono proprio i paesi più vivaci anche per quel

di Enrico Sanchi riguarda i nuovi talenti del mixer: amo molto il sound di Paco Maroto, Alvaro AM, Miguel Bastida, Tacos Man, stimo Hol Len e posso dire anche anche la nostra scena italiana underground è piena di giovani dj che hanno davanti un grande futuro. Tra gli altri nuovi talenti che vi consiglio, Daniele Selfmade, Collective Machine, George Privatti e pure Matt Sassari, che è francese e pubblica i dischi proprio su Deeperfect. Sei ormai un veterano… ma quand’è che hai capito che nella vita avresti fatto il dj? Credo di averlo capito subito quasi subito, diciamo circa 25 anni fa, quando ho iniziato a produrre elettronica. Oppure nel 1997 / 1998, quando produssi due album con una label importante come l’italiana ACV. Non c’erano così tanti album techno in quel periodo e questi dischi sono serviti molto a farmi conoscere nel mondo. Quello del dj è ormai un lavoro internazionale. Sia chiaro, io resto un dj underground e sto benissimo nella mia nicchia. Chi fa musica mainstream fa un altro tipo di lavoro. La situazione della nightlife internazionale, negli anni, è cambiata moltissimo. Ma la mia voglia di musica è rimasta intatta. Che differenza c’è tra i dj set che proponi nei club e quelli che invece proponi al pubblico dei festival? Certo. Non è solo una questione di atmosfere diverse… Un club piccolo e scuro ti fa venire voglia di mettere musica che non suoneresti mai ad un party all’aperto. E poi nei festival spesso ho a disposizione solo un’ora di tempo, mentre in un club suono almeno tre ore. E quindi i dj set sono un po’ diversi: più intensi quelli dei festival e più dilatati quelli nei club… Ma non è una regola fissa. Se tu dovessi scegliere un solo classico perfetto da suonare nei club? Direi "Sex Machine" di James Brown. Ho sempre amato la musica funk e questa canzone mette insieme il meglio di questo genere di musica. Sarebbe perfetto dappertutto: al Ministry of Sound di Londra o allo Space di Ibiza, le più grandi disco, veri miti. Certe volte, quando vuoi andare avanti, devi prima tornare indietro.

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Travel

IRLANDA 174


Q

uel che ti stupisce è che è proprio come te la aspetti. Prima della partenza proietti te stesso in uno dei tipici pub, in cui persone di ogni età si incontrano tutte le sere a bere ottima birra e ad ascoltare musica tradizionale. E puntualmente ritrovi l’atmosfera che immaginavi all’O’Connors Pub di Doolin o in uno tanti pub che incontreremo. Ti aspetti tante pecore e prati di un verde intenso e non vieni sicuramente deluso. Grassi pascoli a perdita d’occhio costellati di puntini bianchi in movimento si estendono in aree un tempo boschive. Le macchie bianche sono le soffici pecore d’Irlanda, una miscellanea di razze diverse per taglia e manto. Tutte però si ritrovano la lana “segnata” da chiazze di colore utilizzate per identificarne la proprietà. E che dire delle alte scogliere battute dal vento? Non mancheranno ovviamente! Le famose Cliff of Moher, le falesie verticali delle isole Aran o la frastagliata costa di Erris Head o del Monte Croaghaun non ci deludono, anzi, rimaniamo stupiti davanti a tanta meraviglia. E il cielo d’Irlanda è davvero “un oceano di nuvole e luce” come nella canzone di Massimo Bubola. I tramonti sono magnifici col Sole che si infuoca e fa capolino dalle nubi che assumono le forme più svariate. Il cielo, in effetti, non è mai esattamente sereno ma le nuvole regalano sfondi per le fotografie sempre interessanti e in continuo mutamento. Ogni mattina ci attende la Irish full breakfast. Come da copione è davvero godereccia: tante calorie, grassi, proteine in un unico pasto. L’alternativa a colazione sono dolcissimi pancakes con fiumi di sciroppo d’acero o addirittura dell’ottimo pesce grigliato in una delle guest house in cui pernottiamo. E come pensate sia fare il bagno nell’Oceano Atlantico? Noi ci proviamo ad Achill Island sulla lunga e soffice spiaggia sabbiosa di Keem e ancora ad Erris Head in una caletta rocciosa. E’ ovviamente gelata!

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Resitiamo pochi minuti, più per sfida che per puro piacere, dal momento che troviamo una temperatura esterna di poco superiore 20°C e la temperatura dell’acqua sui 18°C circa. Incontro magnifico ed inatteso è con una colonia di Foche grigie. Eccole, distese al Sole, su alcuni scogli di un’insenatura riparata dai marosi. Non si accorgono di noi, rimaniamo alcuni magici minuti ad osservarle rotolarsi pigramente sulle rocce, tuffarsi nella baia ed emettere curiosi grugniti. Facciamo ritorno a Dublino proprio il giorno successivo a questo magnifico incontro. Prima del ritorno ci attende un’ultima serata al Temple Bar, il quartiere più vivace e divertente della capitale. L’aereo si allontana. Arriverci Irlanda. Fotografie di Claudio Bruscoli e Michela Ricci Pietro Spadoni Agenzia Viaggi Il Ponticello www.ilponticello.net

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Motors

LES JEUX SONT FAIT Di Filippo Mingardi

È arrivato l’autunno, e per tante foglie che cadono dagli alberi,

in quasi egual numero a Parigi come per incanto, leggiadre e sfavillanti, compaiono come di consueto le novità a quattro ruote, molte delle quali hanno strabiliato addetti ai lavori e non. Per non fare torto a nessuno, abbiamo scelto due city car e due super car alle quali dedicare la nostra attenzione! La prima, lo riconosciamo, siamo un po’ di parte, ma l’italianità va sostenuta, è la nuova Fiat 500X. Caratteristiche principali il design e il dna ereditati dalla 500 accoppiati al pianale condiviso con la Renegade made in Jeep, così nasce il nuovo crossover Fiat disegnato dal Centro stile Fiat che vedrà la produzione in Italia ma raggiungerà oltre 100 Paesi. Due saranno le varianti, la prima più city car, la seconda con maggior propensione al tempo libero, due anche le motorizzazioni benzina e gasolio con trazione anteriore e integrale. Dimensioni da Golf per la city car, qualche centimetro in più per la versione Cross. Al debutto, la 500X sarà disponibile con il quattro cilindri a benzina da 1400 cc Turbo MultiAir II capace di erogare 140 cavalli mentre il turbodiesel 1600 cc MultiJet II sarà spinto da 120 cavalli, entrambi abbinati alla trazione anteriore e al cambio manuale a sei marce, anche se a richiesta sarà disponibile il sei marce automatico a doppia frizione sulla 1400 cc Turbo MultiAir. Riscuoterà successo? Ai posteri l’ardua sentenza, di certo non manca la voglia in casa Fiat di percorrere con sempre maggiore intensità la via leggendaria scritta dalla 500, tanto per vendite quanto per efficienza! Rimaniamo in tema di “piccole” passando la palla a Citroen che ha portato la C1 Urban Ride Concept, che altro non è se non il crossover della piccola C1. Le differenze principali rispetto al modello standard risiedono nell’altezza da terra, aumentata di 15 millimetri, vi venisse voglia di percorrere strade off road e in alcuni dettagli della carrozzeria. Da notare infatti il kit estetico specifico che si caratterizza con i paraurti anteriore e posteriore e passaruote e minigonne in plastica grezza, migliorando così la protezione ai graffi e agli urti a bassa velocità, oltre a donare un aspetto più aggressivo assimilabile

a un suv. Un esercizio stilistico gradevolissimo capace di conferire un’aggressività inusuale considerando la base di partenza. Per sognare un po’, ma in maniera ecologica, Lamborghini ha presentato la Asterion LP1 910-4, la prima ibrida nella storia della casa di Sant’Agata Bolognese, che per ora è un concept ma da Lamborghini assicurano essere pronta! La struttura della Asterion è in fibra di carbonio, mentre in posizione posteriore centrale si trova il motore V10 5200 cc aspirato della Huracan spinto da 610 CV. La sigla del modello, 910-4 è presto svelato infatti la potenza combinata del “powertrain” è di 910 CV, mentre la trazione è integrale. Per raggiungere questo risultato, il V10 è stato abbinato a tre motori elettrici che consentono di sfruttare la trazione su entrambi gli assi senza dover installare un albero di trasmissione aggiuntivo. A livello di prestazioni la prima Lamborghini ibrida è in grado di toccare i 320 kmh passando da 0 a 100 kmh in 3,0 secondi, pur dichiarando emissioni di soli 98 g/km di CO2 e consumi di 4,12 l/100 km per un’autonomia di 50 km in modalità elettrica pura. Con i motori elettrici in funzione la velocità è limitata a 125 kmh. Che dire? Sognare non costa nulla…finchè non la ordinerete! Per rimanere in tema di supercar non sfigura la nuova Mercedes AMG GT vista a Parigi in una grintosissima livrea gialla. Le linee sono quelle della SLS AMG, all’interno l’abitacolo mantiene le promesse degli esterni confermando una sportività spinta che ritroviamo sul volante a fondo piatto e sedili sportivi. Passiamo alle cose serie, il motore è un V8 da 4.0 litri TwinTurbo capace di sprigionare 462 CV e 600 Nm di coppia massima, associato al cambio automatico a doppia frizione a 7 marce, che consente alla vettura tedesca di passare da 0 a 100 km/h in 4.0 secondi, con una velocità massima di 304 km/h (limitata elettronicamente). Per chi vuole emozioni ancora più forti c’è la variante più estrema, la Mercedes AMG GT S capace di una potenza di 510 CV ed una coppia massima di 650 Nm. La conseguenza è nel miglioramento delle performance: 0-100 km/h in 3,8 secondi e top speed di 310 km/h. Occhio alla patente!

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ggi, a maggiore tutela della nostra salute e nel rispetto per ambiente oltre che per notevole risparmio in un momento storico che è caratterizzato da una sempre maggiore carenza di liquidità il parco auto nazionale tende alla alimentazione pulita con carburanti eco-compatibili GPL e Metano. Con tecnologie sempre più avanzate, ormai le auto GPL o metano viaggiano con prestazioni molto vicine a quelle a benzina. GPL e Metano sono piavi di componenti chimici e di additivi quindi sono carburanti puliti rispetto alla benzina verde. Per noi; per le nostre tasche, per i nostri figli, per l’ambiente…. Pensiamo ad un auto alimentato a GPL o Metano.

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Motors

VOLVO V40 CROSS COUNTRY Di Filippo Mingardi

Automotive e sicurezza uguale Volvo, da sempre. È vero al

giorno d’oggi non esiste autovettura, qualunque sia il segmento di riferimento che si scelga, che non assicuri una serie di dispositivi di sicurezza attiva e passiva di prima qualità. Volvo quindi ha dovuto evolversi mirando a migliorare gli aspetti collaterali quali: finiture, appeal, look e prestazioni. La nuova V40 Cross-Country è tutto questo non rinnegando di certo ciò che è stato in passato, ma addolcendo le linee mantenendo comunque inalterato il dna svedese. Obiettivo mai celato della Volvo corso moderno: attirare le nuove generazioni, tutti coloro che non hanno toccato con mano il processo evolutivo della casa nordica, divulgando il messaggio di come la casa svedese non sia solo sinonimo di sicurezza ma grazie al rinnovato stile possa entrare di diritto nel “i like” delle nuove generazioni patentabili. V40 Cross Country, regina del fuoristrada, quello soft ma pur sempre fuoristrada, rivela dimensioni contenute non solo negli ingombri ma anche nei prezzi. Prezzi che finalmente includono non più come optionals alcune dotazioni di sicurezza quali gli airbag posteriori oltre a quelli per la protezione del capo, senza contare il City Safety,

sistema utilissimo nella guida in città che previene tutte quelle collisioni a bassa velocità attivando automaticamente la frenata. Non è finita compresi nel prezzo anche il DSTC responsabile del controllo della stabilità e della trazione della vettura attraverso il Whips sistema che protegge dal colpo di frusta e il Sips che si occupa degli urti laterali, solo per citare i principali amici di chi si siede dietro al volante di questa Volvo. Il comfort nell’abitacolo, manco a dirlo, rispecchia gli standard, altissimi, di Volvo, tutto non solo è a portata di mano ma incorniciato da un design piacevole e ordinato tanto per eliminare per sempre il fastidioso luogo comune che gli svedesi siano spartani e poco inclini alle finiture fashion. Gli spazi interni non sono da station wagon ma ahinoi il look presenta il suo conto e se volete linee filanti questo è il dazio da pagare per guidare una vettura dallo spirito tendenzialmente sportivo che strizza l’occhio alle temute spese del week end purchè non si voglia caricare una canoa o qualcosa del genere! Optando per Volvo da sempre si compie una scelta volta alla sicurezza, ora sui piatti della bilancia si pone anche l’aspetto estetico e prestazionale. Un passo in avanti capace di valorizzare il brand svedese. Come se ce ne fosse bisogno.

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Motors

RIVOLUZIONE

FERRARI Di Filippo Mingardi

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a mesi ormai la Ferrari tiene alta la soglia di attenzione dei giornalisti facendo fluire fiumi d’inchiostro ai magazine sportivi e non, ma non come pensate voi per un filotto di trionfi nella massima serie della F1, bensì per le rivoluzioni interne che hanno sconvolto nel breve volgere di sei mesi l’organigramma del Cavallino, nessuno escluso. Abbiamo iniziato la stagione con il siluramento di Stefano Domenicali, che da grande professionista qual è sempre stato si è fatto da parte cucendosi la bocca anche se a ben guardare le colpe non sono certamente tutte attribuibili a lui. A sostituirlo Marco Mattiacci, un manager di fama riconosciuta, anche se fino a questo punto della stagione non abbiamo visto vittorie e risultati tali da convincere la gens ferrarista che il cambio in corsa fosse una manovra di quelle illuminate. Ma non è finita,

subito dopo il Gp, disastroso, di Monza, è stata la volta di Luca Cordero di Montezemolo, che a differenza di Domenicali ha sempre pensato che la Ferrari fosse affare suo, senza rendersi conto, che altro non era che uno strapagato presidente di una società non sua e ribadiamo non sua. Per quanto bene abbia fatto Montezemolo, non è lui ad aver lasciato la Ferrari ma è la Fiat ad averlo scaricato, così per chi se lo fosse scordato il padrone di Ferrari è Fiat, da quasi 50 anni e non da due mesi e più precisamente da quando il colosso torinese diede una mano ad Enzo, lui sì Ferrari e padrone della sua casa automobilistica, che in gravi difficoltà finanziarie cedette il Cavallino a Fiat in cambio della gestione del reparto corse. Poi con la morte del Drake, anche la gestione dei GP passarono a Fiat che investì proprio su Luca di Montezemolo, la cui visione vincente fu semplicemente quella di ingaggiare, finalmente, dopo anni di sconfitte, un pacchetto al top composto da Schumacher, Byrne e Brawn, come dire: provate a non vincere adesso! E infatti si vinse tutto il possibile. Quindi il buon Montezemolo a fronte di una buona uscita scandalosa per questi periodi avrebbe fatto cosa migliore a non lamentarsi troppo! Se le vittorie gli appartenevano sarebbe stato congruo prendersi anche la paternità delle sconfitte! Come ciliegina sulla torta di questa stagione di grandi cambiamenti ora arriva il divorzio con Nando Alonso, senza dubbio uno dei piloti più forti al mondo, che però non è stato capace in 5 stagioni di portare a casa un titolo. Strapagato, straviziato, si è permesso il lusso in varie occasioni di criticare l’operato della Scuderia, ma chi c’era al volante della rossa nel 2010 ad Abu Dhabi quando un Petrov qualunque lo costrinse alla resa…alla stregua di un qualsiasi automobilista della domenica che non da strada al più veloce inseguitore. Insomma pare chiaro che quando si vince sia merito del singolo e quando si perde la colpa è della squadra. Con questi presupposti è finita l’era Alonso, voleva decidere lui il team futuro, ingegneri e chissà che altro, ora vedremo se alla McLaren Honda gli faranno scegliere e se saranno così delicati nel criticarlo e in egual modo solleciti nel coccolarlo. Solo la storia ci dirà se con Marchionne, Mattiacci e Vettel si aprirà un nuovo ciclo, di certo peggio degli ultimi 5 anni, anche guardando gli investimenti, sarà molto dura fare!

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DA UN BAR DI PROVINCIA

A CANALE 5 M

ercoledì 22 ottobre, alle ore 19, la Costa Adriatica si fermava...Una nostra barista, Natascia Bigelli, rompeva gli schermi di Canale 5 con la sua simpatia. Ospite del programma condotto da Paolo Bonolis, in onda su Canale 5, sin dal primo momento ne diventava protagonista assoluta. Tutti abbiamo apprezzato la sua performance e diamo atto che la stessa carica e simpatia espletatesi in video la viviamo quotidianamente dalla colazione all’aperitivo e al dopocena con le serate a tema ogni giorno al Bar Europa dove tutto lo staff completamente femminile ci accoglie con il sorriso di chi vuole farti dimenticare dei problemi quotidiani. Un bar di provincia è diventato un’icona della movida in un paesino come Marotta grazie a Natascia (la nostra ospite televisiva), Francesca(la bellissima titolare) e le sue altrettanto avvenenenti collaboratrici Ana, Ilona, Betta

BAR EUROPA viale europa marotta - PU bar europa marotta


VENERDI: LOL EN VOGUE

LOL - Centro direzionale La Cesanella Senigallia Via Mantegna, 1 T. +39.0721.6607851

SABATO: LOL LIVE

DOMENICA: LOL AND THE CITY

Da un’idea di Marco e Marina Della Vedova, il 27 Febbraio 2013 nasceva nella zona artigianale “La cesanella” di Senigallia LOL Food & Drink Connection. A prima vista il nome fa pensare ad una scommessa nel cuore artigianale di una cittadina come Senigallia, dove il divertimento e la movida convivevano già con una crisi senza precedenti. Di contro i ragazzi del LOL, con coraggio, in un habitat alternativo e minimal, riuscivano a configurare le prime serate con un look e temi decisamente alternativi ed all’avanguardia. La forza del LOL, oltra che una grossa presenza sui social network con immagini di qualità, vista l’esperienza di Marco nel settore fotografico, oggi vanta di innumerevoli contatti e gradimenti. Ottimo è anche il connubio con una cucina ricercatae prelibata correlata a musiche di gruppi live e Dj set di livello. Al LOL si parte dal simply food a pranzo, si passa per l’aperitivo happy hour, e si arriva alla cena, per finire con serate organizzate con spettacoli di arte varie e coreografie mozzafiato. Non scriviamo di più, ma vi rimandiamo al nostro profili social: Facebook LOL Food & Drink Instagram #lolfoodandrink


APERTO OGNI SABATO NOTTE


Il locale è chiuso sempre a pranzo e il martedì tutto il giorno Tutti i giovedì sera propone un menù tex-mex, il venerdì sera grigliata, le domeniche hamburgheria con più di 30 tipi di hamburger Più di 50 etichette in bottiglia, nuova cella frigo con 3 spine e 2 pompe Via Litoranea, 64/a 61037 Marotta PU Per info e prenotazioni: 347 6326001



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“IL GIOCO PU O ’ CA U SA RE D I PEND ENZ A ”

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