DOTTORE, HO COME UN PESO SULLO STOMACO...
DETENUTO, DALLA RADIOGRAFIA SI EVINCE CHE LA TUA SITUAZIONE È STABILE! MA DOTTORE NON RICORDO DI AVER FATTO UNA RADIOGRAFIA!
Arkas Dottore, ho come un peso sullo stomaco... M .
978-88-89312-28-5
L a v i e r i e d i t o re
via IV Novembre, 19 - 81020 - S. Angelo in Formis (CE)
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Titolo originale O ISOBITHS - GIATRE ECO ENA BAROS © 1989 by Arkas, Greece ________________________ Traduzione di Priscilla Maddaloni Postfazione di Stefano Perullo Adattamento: Marcello Buonomo, Ingrid Behrmann © 2007 by Ipermedium Comunicazione e Servizi s.a.s. ________________________ www.arkas.gr www.lavieri.it / info@lavieri.it
DOTTORE, HO COME UN PESO SULLO STOMACO... Traduzione di Priscilla Maddaloni Postfazione di Stefano Perullo
Le radiografie costano! Ne abbiamo una per tutti i pazienti...
IL PROBLEMA È CHE GODO DI OTTIMA SALUTE, QUINDI SOFFRIRÒ ANCORA MOLTI ANNI QUI DENTRO!
SAI MONTECRISTO, LE COSE NON SONO ANDATE SEMPRE COSÌ! PRIMA GLI UOMINI NON OPPRIMEVANO ALTRI UOMINI! LO SFRUTTAMENTO È COMINCIATO IN UN DETERMINATO MOMENTO DELLA STORIA!
SCEMENZE!
...TU SEI NATO VITTIMA, ERGASTOLANO! ...I TIPI COME TE SONO STATI SEMPRE SFRUTTATI!
IN UN’ALTRA EPOCA TU SARESTI STATO UNO SCHIAVO AI REMI DI UNA GALEA O ALLA COSTRUZIONE DELLE PIRAMIDI! INTENDEVO UN PASSATO PIÙ LONTANO...
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NON DISPERARE... LA SCIENZA OGGI FA MIRACOLI!
ALLORA LE ALTRE SCIMMIE TI AVREBBERO RUBATO LE BANANE...
...E COMUNQUE, IN UNA SOCIETÀ GIUSTA IL CRIMINE NON DOVREBBE ESISTERE!
STUPIDAGGINI! IL CRIMINE ESISTERÀ SEMPRE E TI SPIEGO IL PERCHÉ...
...GRAZIE AL CRIMINE VIVONO UN SACCO DI PERSONE! POLIZIOTTI, AVVOCATI, GIUDICI, SECONDINI! ...SE NON ESISTESSE IL CRIMINE, SAI COSA FAREBBERO TUTTI QUESTI?
RESTEREBBERO DISOCCUPATI E DOVREBBERO RUBARE PER VIVERE!
CHE FAREBBERO?
CHE VEDO! HAI RICEVUTO UNA LETTERA? SÌ, DAL MIO AVVOCATO...
...MI DISSE CHE AVREBBE STUDIATO DI NUOVO IL MIO CASO E VALUTATO LE POSSIBILITÀ DI AVERE LA CONDIZIONALE O LA GRAZIA...
ALLORA? CHE TI SCRIVE?
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DEVO DONARE IL MIO CERVELLO ALL’UMANITÀ!
...QUINDI ECCO DI NUOVO IL CRIMINE!
DI EVADERE...
AVANTI DETENUTO! OGGI TI TOCCA UN’ORA D’ARIA. MA STA PIOVENDO!
E ALLORA? HAI PAURA DI SPETTINARTI?
NON CAPITA... SEGUIAMO LE PREVISIONI DEL TEMPO.
NO, MA OGNI VOLTA CHE DOBBIAMO ANDARE IN CORTILE CAPITA CHE PIOVE!
QUAND’È BUON TEMPO, È BELLO STARE QUI IN CORTILE! BELLO MA PERICOLOSO...
...PUOI ESSERE COINVOLTO IN QUALCHE RISSA E RESTARCI SECCO! NEL CORTILE I DETENUTI LOTTANO FINO ALLA MORTE! E LE GUARDIE CHE FANNO?
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LORO SCOMMETTONO!
ERGASTOLANO, CERCA DI EVITARE QUESTO TIPO: LO CHIAMANO “LO STERMINATORE”... HA UCCISO 102 PERSONE!
SENZA MOTIVO! DICONO CHE ABBIA PROBLEMI PSICOLOGICI PERCHÉ HA AVUTO UN’INFANZIA DIFFICILE!
DIO MIO! PERCHÉ LE HA UCCISE?
AMICO, HO SENTITO CHE HAI COMMESSO 102 OMICIDI!
A CINQUE ANNI, DOPO AVER AVVELENATO TUTTA LA SUA FAMIGLIA, NON AVEVA NESSUNO CHE SI PRENDESSE CURA DI LUI!
CIOÈ?
CERTO POTREI ANCHE ESSERMI SBAGLIATO...
...CREDO CHE UN UOMO, PER ARRIVARE A QUESTO PUNTO, DEBBA TROVARSI IN UNA PROFONDA DISPERAZIONE E SOLITUDINE! ...PENSO CHE CIÒ DI CUI HAI BISOGNO SIA UN BUON AMICO!
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BUONGIORNO STERMINATORE! COME VA?
GRR!
STERMINATORE, SAI QUALCHE BELLA BARZELLETTA?
MA DIMMI, QUESTO TIPO NON PARLA MAI? MAI! SOLO GRUGNITI...
IMMAGINO QUANTO SIA STATO DIFFICILE PER LUI COMUNICARE CON IL SUO AVVOCATO!
NON HA NESSUN AVVOCATO... IN TRIBUNALE SI È DIFESO DA SOLO!
ABBIAMO TUTTI BISOGNO DI UN PO’ DI INCORAGGIAMENTO DI TANTO IN TANTO.
GRRRR!
AH-AHAH! BELLISSIMA! AH-AHAH!
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ERGASTOLANO, TI HO DETTO DI EVITARLO! È PERICOLOSO! MA NON GLI HO DETTO NIENTE!
DIMMI MONTECRISTO È VERO CHE IN CARCERE AVVENGONO ANCHE DEGLI STUPRI?
...È MEZZ’ORA CHE MI TRATTIENE! NON RIESCO A CAPIRE CHE VUOLE!
CERTO! MA TU NON DEVI PREOCCUPARTI! STUPRANO SOLO I DETENUTI GIOVANI E BELLI.
SEMBRA CHE DENTRO DI LUI LOTTINO IL BENE E IL MALE!
È COMBATTUTTO: NON SA SE STUPRARTI O UCCIDERTI!
CIOÈ?
DIO MIO! E NESSUNO SI LAMENTA?
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CERTO! I BRUTTI E I VECCHI PROTESTANO DI CONTINUO!
GRRR!
SCAPPA ERGASTOLANO NON VEDI CHE LO INNERVOSISCI?
MA CHE GLI HO FATTO? PERCHÉ CE L’HA CON ME?
È PERCHÉ PORTI GLI OCCHIALI! CREDE CHE CHIUNQUE LI PORTI VOGLIA IL SUO MALE!
PERCHÉ QUANDO LI PICCHIA SI TAGLIA LE MANI.
MA... PERCHÉ?
MAGARI NON TI SARÒ SIMPATICO, MA NEANCHE TU MI SEI SIMPATICO! HAI LA FACCIA PIÙ BRUTTA E CRIMINALE CHE IO ABBIA MAI VISTO!
MMM! ORA VA UN PO’ MEGLIO!
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DIO MIO, CHE FARÒ ORA CHE MI SI SONO ROTTI GLI OCCHIALI! SENZA OCCHIALI NON VEDO NIENTE! SONO QUASI CIECO!
ESAGERATO!
CHE NE SARÀ DEI MIEI OCCHIALI, SIGNOR SECONDINO? DETENUTO, TI HO DETTO CHE L’AMMINISTRAZIONE NON PROVVEDE AGLI OCCHIALI DEI PRIGIONIERI.
IN FONDO IN FONDO NON SI SONO PROPRIO ROTTI, SI SONO SOLO UN PO’ GRAFFIATI! NON È POSSIBILE CHE TU NON VEDA NIENTE!
MA SONO MIOPE! GLI OCCHIALI MI OCCORRONO!
E ALLORA? SE ERI PILOTA D’AEREI AVREMMO DOVUTO PORTARTI UN AEROPLANO?!
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PROPRIO NIENTE, SIGNOR SECONDINO! DEVE CREDERMI...
MA GUARDA A CHE SIAMO ARRIVATI! ORA CI CHIEDONO GLI AEROPLANI!!! A QUESTO PORTA L’ECCESSIVA CLEMENZA!
IL VERO PROBLEMA QUI DENTRO NON È CHE NON VEDO, È CHE CI SENTO...
CHE HAI STAVOLTA, DETENUTO?
I MIEI OCCHIALI DOTTORE, SI SONO ROTTI E SENZA DI ESSI NON VEDO OLTRE IL MIO NASO.
ERGASTOLANO, TI HO TROVATO DEGLI OCCHIALI NUOVI! DIECI EURO!
BELLO! FAMMI VEDERE COME MI STANNO!
BENE, ME NE OCCUPO IO!
ECCO, PRENDI QUESTA! CHE COS’È? UNA RICETTA PER DEGLI OCCHIALI NUOVI?
EH, NO! PRIMA I SOLDI... VA BENE...
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BUON DIVERTIMENTO!
NO, UNA PIANTA DELLA CELLA COSÌ NON SBATTI CONTRO I MURI!
IN CARCERE TUTTO STA NEL NON PERDERE LA TUA DIGNITÀ! DEVI AVERNE CURA COME DEI TUOI OCCHI. A GIUDICARE DAI TUOI OCCHI, IMMAGINO COME DEVI SENTIRTI!
MONTECRISTO HO DECISO DI DIVENTARE PIÙ DURO! QUI DENTRO PER SOPRAVVIVERE DEVI ESSERE UN VERO BASTARDO! VOGLIO CHE MI TROVI UN COLTELLO! NON È NECESSARIO! PUOI FARTELO DA SOLO CON IL TUO CUCCHIAIO.
ALLORA MOSTRAMI COME! HO SETE DI SANGUE!
È SEMPLICE! PRENDI IL CUCCHIAIO E LO STROFINI CONTRO IL MURO FINCHÉ NON DIVENTA APPUNTITO E TAGLIENTE...
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AAAAH! NOOOOOOOOO! MI VENGONO I BRIVIDI!
OOOOH! AAAAH! AAAUH!!!
SIGNOR SECONDINO, DEVE CHIAMARE IL MEDICO! QUEST’UOMO STA MORENDO!
PER OGGI BASTA COSÌ! CI RIVEDIAMO DOMANI.
MA CHE RECITA! NON VEDE CHE PERDE SANGUE?
MMM... IN EFFETTI...
SCEMENZE! RECITA...
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MI DISPIACE, MA DOMANI HO TUTTO PIENO ...LE VA BENE GIOVEDÌ ALLE OTTO?
...UN ATTORE NATO!
È VERO DOTTORE, LO ABBIAMO PICCHIATO UN PO’ TROPPO...
CHE VUOL DIRE “UN PO’ TROPPO?” GUARDA COME LO AVETE RIDOTTO!
DIAVOLO! IN TANTI ANNI DI LAVORO NON HO MAI VISTO UN UOMO IN CONDIZIONI PEGGIORI!
SONO MOLTO ARRABBIATO! COME AVETE POTUTO TRATTARE UN UOMO IN UN MODO COSÌ ATROCE?
AHI! AHI! AHI!
AAAAAH!
FA MALE, EH?
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NESSUNO HA CHIESTO LA TUA OPINIONE!
NO, È LO STETOSCOPIO UN PO’ FREDDO.
BENE! CHI LOTTA VINCE! CINQUANTA GIORNI DI SCIOPERO DELLA FAME, MA ALLA FINE SONO RIUSCITO A FARMI PORTARE IN INFERMERIA!
NON DIRMI CHE ANCHE TU STAI FACENDO LO SCIOPERO DELLA FAME!
VOGLIO CHE MI PORTINO VIA DALL’INFERMERIA.
SÌ, DA UNA SETTIMANA!
QUESTO ERA FACILE! ORA VIENE IL BELLO...
TI ABBIAMO TOLTO DALL’ISOLAMENTO E TI ABBIAMO PORTATO IN INFERMERIA, PERCHÉ CONTINUI LO SCIOPERO DELLA FAME? HO ALTRE RICHIESTE...
VOGLIO CHE LE CONDIZIONI DEL CARCERE MIGLIORINO, VOGLIO CHE CAMBINO LE USANZE MEDIEVALI DI DETENZIONE E CHE SIANO ABOLITE LE TORTURE... AH! ORA CI CHIEDERAI ANCHE IL DISARMO GLOBALE!
CHI CREDI DI ESSERE DETENUTO? IL MAHATMA GANDHI? POCO CI IMPORTA SE VIVI O MUORI DI FAME! ALLORA PERCHÉ INSISTE PER FARMI MANGIARE, DOTTORE? PERCHÉ NON MI LASCIA MORIRE?
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PERCHÉ SE OGNUNO PUÒ LASCIARSI MORIRE DA SOLO, ALLORA IO CHE FACCIO?
NON POTETE COSTRINGERMI A INTERROMPERE LO SCIOPERO DELLA FAME! PER QUANTO POSSIATE FORZARMI IO NON MANGERÒ!
IN INFERMERIA NON COSTRINGIAMO: USIAMO METODI SCIENTIFICI...
PORTATEMI IL BRODO!
IO SONO UN MEDICO DETENUTO, NON UNA GUARDIA.
SEI INGRASSATO ERGASTOLANO! FINALMENTE... ERI DIVENTATO UNA TAVOLETTA! MI HANNO FATTO MANGIARE CON LA FORZA! MA IO COMINCERÒ DI NUOVO LO SCIOPERO DELLA FAME!
NON CAPISCO! FAI LO SCIOPERO DELLA FAME, PER OTTENERE COSA? NELLA VITA COSA VALE DI PIÙ DEL CIBO?
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LA LIBERTÀ, LA GIUSTIZIA, LA DIGNITÀ, IL RISPETTO DI SÉ! COSA HAI CONTRO QUESTE COSE?
NIENTE, IO MANGIO DI TUTTO!
tornerà nel prossimo volume...
Montecristo n. 4
Il Signore ama i ladri onesti...
i VolUMi di ArKAS giÀ diSPonibili: Voli radenti n. 1 - Guarda Papà, sto volando! Voli radenti n. 2 - Passero sarai tu! Voli radenti n. 3 - Onora il padre... Voli radenti n. 4 - Le gioie della paternità Voli radenti n. 5 - Prendilo al volo papà! Tira fuori l’animale che è in te! n. 1 Per due o più giocatori
giÀ diSPonibili nellA Serie MontecriSto:
Montecristo n. 1
Montecristo n. 2
Cattive compagnie
Un topo nella mia zuppa!
Strano posto il carcere... di Stefano Perullo
Per alcuni è solo il terribile luogo in cui relegare coloro che si sono macchiati di un reato, un modo per allontanare gli indesiderabili da una società civile che senza il loro discutibile contributo sarebbe stata “perfetta”, scevra da difetti e brutture. Per altri, almeno idealmente, il carcere è un luogo dell’anima, un luogo in cui far affiorare l’innocente che è in noi, inducendolo ad espiare le sue colpe e a renderlo un uomo migliore, pronto per essere reinserito nel mondo. Il cinema e la letteratura di genere lo hanno esaltato come un luogo mitico, una comunità che ha regole ed equilibri tutti suoi, regole assurde e odiose, ma alle quali si finisce per abituarsi e, a volte, a non riuscire più a farne a meno. Il carcere di Arkas è tutto questo, come a sbefeggiarne l’immaginario comune, e anche di più. Il carcere di Arkas arriva ad essere il luogo all’interno del quale una società ottusa – assolutamente non in grado di ge-
stire situazioni dalle mille sfaccettature e dalle mille sfumature – relega individui abietti (ma raccontati con estrema tenerezza) e nel quale cerca di dimenticarli o addirittura cancellarli, condannandoli a pene assurde (come i 622 anni del nostro protagonista) o alla pena capitale. Il carcere di Arkas è un luogo totalmente privo di qualsiasi dimensione eroica, un carcere dove “siamo tutti innocenti” e dove non c’è nulla di eccitante. Nelle vignette di Arkas i personaggi sono soli, disperati e rassegnati allo stesso tempo (perfetta metafora esistenziale dei nostri tempi), impegnati in una perenne attesa di qualcosa o addirittura della libertà, anche quando questa è irraggiungibile. Aspettano che il tempo passi, avvicinandoli inesorabilmente alla fine, aspettano la morte come se fosse vita. E la società impietosa, sia essa rappresentata dal cuoco o dal secondino, non si cura assolutamente degli ospiti del suo penitenziario. Sono solo individui, tutti uguali tra loro, intercambiabili e accomunati da un unico destino, e non caso vi compare
sempre lo stesso condannato a morte! Attraverso la spregevole pantegana di nome Montecristo, Arkas dunque costruisce un romanzo corale, un racconto assolutamente irriverente e divertente in cui non solo ci narra le strampalate vicende dei detenuti ma ne approfitta per mettere alla berlina la società ed il sistema spersonalizzante di cui essa si serve per fare giustizia. Un sistema impietoso che spoglia di tutte le colpe i detenuti, fino a relegarli in un luogo talmente tremendo al punto di farli apparire indifesi ai nostri occhi, fino a renderli infantili e ingenui, un cammino di purificazione che li rende davvero, almeno all’interno delle mura del carcere, innocenti.
Se fosse vissuto in un’altra epoca, sarebbe stato uno schiavo ai remi di una galea o alla costruzione delle piramidi. Se fosse nato scimmia, le altre scimmie gli avrebbero rubato le banane. Ovviamente parliamo del nostro ergastolano, l’eterna vittima designata. Cerca di fare amicizia e gli rompono gli occhiali. Evade ma non c’è bisogno di cercarlo (troverà da solo la strada per tornare). E quando decide di fare uno sciopero della fame e “morire piuttosto che mangiare” probabilmente ha ancora preso la decisione sbagliata: come suggerisce il cuoco stesso, “con il rancio della prigione una cosa non esclude l’altra”. Ma se qualcosa dovesse ancora andare storto c’è sempre il dottore della prigione il quale assicura (o minaccia?) che non lascerà morire nessuno così facilmente... Terzo capitolo della serie più filosofica ed esistenziale (finora!), ma non per questo meno caustica ed esilarante, prodotta dal genio di Arkas.
ISBN 978-88-89312-28-5
€ 7,00 i.i.
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