La casa stanca

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Irene Guerrieri

L A A SA C A C N A ST L avieri


Nella stessa collana Roberto Lauciello, Lagna Melania Marcello Di Mezzo e Andrea Scoppetta, In tutte le mie avventure Manuela Monari e Roberto Lauciello, CosĂŹ non si fa! Luana Vergari e Simona Ciraolo, La mamma ha un bambino nella pancia Luana Vergari e Galvao, Il bambino senza TV


I monelli


Irene Guerrieri

La casa stanca Lavieri edizioni ISBN 978-88-96971-07-9_ © 2012 Ipermedium Comunicazione e Servizi s.a.s. Testi e illustrazioni di Irene Guerrieri

Collana I monelli Un sentito ringraziamento a Lodovica Cima per i preziosi consigli e a Neri Marcoré per l , amichevole partecipazione. A Francesco, Riccardo, Agnese, Lucia. E a Monica che ci ha regalato il suo disegno.

Lavieri edizioni via IV Novembre, 19 - 81020 S. Angelo in Formis (CE) via Canala, 55 - 85050 Villa d’Agri ( PZ)

info@lavieri.it

Visitateci su www.lavieri.it Finito di stampare nel mese di gennaio 2012 presso Grafica Nappa S.r.l., Aversa (CE).


Irene Guerrieri

a s a c a nc st a

La


C’era una volta una casa stanca, stanca di vivere sempre nello stesso luogo, di vedere

sempre le stesse cose ma, soprattutto, di sentire i continui battibecchi della famiglia Stufoni che viveva tra le sue mura. La famiglia Stufoni era composta da mamma Teresa, papà Tommaso e tre bambini: Michelino, Giovannino e Carlotta. I primi due erano gemelli e, proprio per il fatto di essere tanto uguali, litigavano sempre. All’inizio Gelsomina Villetta, così si chiamava la casa, era stata una casa allegra. Ma rimanere sempre allegri e felici non è un’impresa facile! Soprattutto se vicino non hai qualcuno che ti aiuta ad esserlo, che ti sostiene e si prende cura di te.

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Se in bagno Michelino e Giovannino litigavano, dallo studio si sentiva papà brontolare. Troppo spesso Carlotta faceva i capricci, e mamma dalla cucina si lamentava. Tutti gli abitanti di Gelsomina vivevano sempre scontenti e giorno dopo giorno la piccola casetta si sentiva sempre più triste. Mamma Teresa aveva troppo da fare: una montagna di panni da stirare e una quantità enorme di cose da pulire e mettere a posto. Il papà stava poco in casa e, quando c’era, brontolava con i figli e con la moglie:

troppo disordine, troppo rumore!

I tre bambini non la smettevano mai di litigare: spintoni, discussioni e tanti dispetti. Quando qualcuno passava vicino a Gelsomina la sentiva ribollire come una pentola sul fuoco, pronta a scoppiare. 6


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Gelsomina era sempre più triste e desiderava andar via, girare un po’ il mondo. Forse esisteva un posto dove avrebbe potuto vivere meglio, e curare quel malessere che aveva dentro. In un giorno di profonda stanchezza e solitudine chiuse gli occhi e si addormentò. Cominciò a sognare e nel sogno si vide indossare un bel paio di scarpe rosse. E con quelle magnifiche scarpe attraversò prati, fiumi, montagne e villaggi... fino ad arrivare al mare, e lì si fermò. 8


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Era estate e la famiglia Stufoni, al mare, cominciò a cambiare le proprie abitudini. Papà Tommaso imparò ad andare in barca a vela e mamma Teresa a cucinare prelibati piatti di pesce. Michelino e Giovannino iniziarono ad apprezzare la pesca, mentre Carlotta iniziò la sua collezione di conchiglie, e tutti insieme si ritrovavano spesso a fare il bagno e a godere di un po’ di sole sulla spiaggia. Ma l’allegria non durò a lungo. 10


Mamma Teresa cominciò a lamentarsi del troppo pesce da pulire; papà Tommaso, con la sua barca, iniziò ad avventurarsi sempre più al largo e stava lontano per ore ed ore dimenticandosi della famiglia. Michelino e Giovannino litigavano ogni giorno per chi aveva pescato il pesce più grosso e poi, quando erano stanchi di litigare, si divertivano insieme a lanciare in mare le conchiglie più belle di Carlotta. E lei, disperata, urlava e piangeva con la mamma. E così Gelsomina Villetta, d’un tratto, ricominciò a sentirsi triste.

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Una notte di luna piena, mentre qualcuno dentro di lei ancora si lamentava, Gelsomina cominciò a piangere. Desiderava tanto vivere dove dalle finestre si potesse almeno vedere, ogni tanto, gente buona e gentile. Chiuse gli occhi e continuò a sognare.

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C

os’è la felicità? Una torta, un regalo inaspettato, un sorriso? Ognuno dà risposte diverse a questa domanda. C’è chi dice che non esiste e se esiste dura poco, chi la pensa legata indissolubilmente a un’altra persona, a un’attività, a un luogo che si ama. L’amore da e per chi ci è vicino è sicuramente la benzina della felicità, ma pensare che dipenda dal posto dove stiamo, come suggerisce La casa stanca, serve solo a renderne più tortuosa la ricerca. Dipende da noi, da quanto bene ci vogliamo, che non significa egoismo, ma rispetto per se stessi, non buttarsi via, pretendere il massimo da noi stessi prima di richiederlo agli altri. E la nostra capacità di amare è enorme e contagiosa. Quante volte basta un sorriso a rendere più armonica e distesa l’atmosfera in famiglia, a scuola, tra amici? Guardarsi negli occhi e poi, insieme, guardare nella stessa direzione aiuta a farci sentire meno stanchi e tristi. E a quel punto che la felicità, esista o meno, diventa un dettaglio trascurabile.

Neri Marcorè

24 Monica, 5 anni



La piccola casa protagonista di questa storia... è stanca! Stanca di vivere sempre nello stesso luogo, stanca di vedere sempre le stesse cose ma soprattutto di sentire i continui battibecchi della famiglia Stufoni che vive tra le sue mura. Sogna dunque – o è realtà? – di fare un lungo viaggio, di visitare nuovi luoghi, di cambiare aria. Ma la soluzione alla sua felicità è più vicina di quanto possa pensare e quando ormai non c’è giorno che non si rompa un tubo, una finestra o un pezzo di muro, la famiglia Stufoni si accorge tra una riparazione e l’altra di avere un rimedio per la propria felicità e quella della loro casa. Irene Guerrieri (Roma, 1968), è architetto e mamma di 5 figli. Si occupa di design per l’infanzia; inventa e disegna giochi, libri, piccoli arredi e accessori per bambini. Diversi i suoi progetti pubblicati da La Coccinella, San Paolo, Franco Cosimo Panini, Edizioni Fiordaliso e altri. La sua linea Zookids di giochi in legno e tessuto prodotta da Sevi/Trudi vince nel 2002 la selezione ADI Index design per il Compasso d’Oro. Collabora con diversi marchi di fama nazionale ed internazionale. Vive e lavora a Sarnico (BG).

ISBN 978-88-96971-07-9

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