Maggio 2020

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distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese

http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com MAGGIO 2020 Anno XVII N° 190

MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ

I FIORI DI MAGGIO La Madonna e i fiori sono, nella tradizione popolare, i simboli del mese di maggio. Rappresentano la rinascita della natura e l’estate che si avvicina. Mai come quest’anno sentiamo un desiderio di rinascita, di tornare a quella quotidianità improvvisamente troncata a fine febbraio. Sarà una quotidianità diversa, da vivere con senso di responsabilità.

In questo numero: COSTITUZIONE E AUTONOMIE_ MASCHERINE PER COVID19_GRAZIE EZIO_PILLOLE DI MODA_ IL TRENO PER L’AEROPORTO_LA SPESA SOSPESA_ECOBONUS BICICLETTE_INVITO ALL’ARTE.


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COSTITUZIONE E AUTONOMIE LOCALI

In queste ultime settimane, in cui ci siamo preparati alla cosiddetta “fase due” dell’emergenza covid-19 con la graduale riapertura delle attività economiche e produttive come pure di quelle del tempo libero, è risaltato molto sulla stampa e sulla TV la vivace dialettica tra lo Stato e le Regioni. Questo può essere uno spunto per ripercorrere per somme capi la vicenda dell’istituzione regionale nella storia repubblicana. I padri costituenti, nel disegnare la forma di Stato per le neonata Repubblica, scelsero da un lato la strada di riconoscere le autonomie comunali e provinciali (che preesistevano alla Repubblica e allo stesso stato unitario) e dall’altro di istituire un nuovo ente, la regione, che a differenza dei Comuni (i quali avrebbero avuto per lo più funzioni 2

amministrative) avrebbe dovuto avere il ruolo di vero e proprio ente politico, e come tale eletto dalla popolazione di riferimento e provvisto di autonomia legislativa. Nel dibattito costituente la DC fu il partito più convinto nell’adozione del modello regionalista, in questo essendo erede della posizione storica del Partito Popolare di don Sturzo, mentre PCI e PSI esprimevano posizioni più caute, perché ritenevano che una eccessiva regionalizzazione avrebbe impedito robuste politiche statali di intervento nella ricostruzione postbellica. Queste posizioni si invertirono dopo la rottura della collaborazione istituzionale nel 1947, quando i partiti della sinistra intuirono la possibilità per le regioni di svolgere un ruolo di contrappeso politico rispetto agli assetti delle maggioranze nazionali. La Costituzione repubblicana prevede pertanto un’articolazione a 19 regioni, di cui 5 (Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Sardegna) cosiddette a “Statuto Speciale”. Nel 1963 Abruzzi e Molise vennero separate, e si raggiunse il numero attuale di 20 regioni. Come per molti altri ambiti previsti dalla Costituzione, anche le Regioni conobbero un percorso di lunga attuazione: solo nel 1970 infatti si tennero le prime elezioni per i consigli regionali e i rispettivi presidenti. Il

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processo di trasferimento di funzioni avvenne nel 1972 con la prima regionalizzazione, e nel 1977 con la seconda regionalizzazione: il principio era quello di mantenere in capo alle regioni un potere legislativo, e di delegare quanto più possibile agli enti locali (Comuni e Provincie) la gestione diretta dei servizi. Questo assetto rimase fondamentalmente stabile fino alla seconda metà degli anni ’90, quando l’intero Stato italiano fu interessato, anche per ragioni politiche e culturali, da un radicale percorso di decentramento: nel 1999 si approvò il principio dell’elezione diretta del presidente della Regione come era avvenuto nel 1993 per i sindaci. Culmine di questo processo fu la riforma costituzionale del titolo V della Costituzione, adottata con la legge costituzionale n. 3/2001. Con essa si stabilisce che lo Stato mantiene una Potesta legislativa esclusiva su alcune materie (p.es. politica estera, difesa, Politica economica, Pubblica sicurezza) mentre per le altre materie sussiste una potestà concorrente tra Stato e Regioni (lo Stato fissa i principi fondamentali della funzione, le Regioni disciplinano l’organizzazione della funzione). Le Regioni sono pertanto provviste di un proprio Statuto, e adottano vere e proprie leggi; hanno inoltre un’autonomia statutaria, economica, patrimoniale per quanto riguarda gli ambiti di propria competenza. Negli ultimi anni le Regioni sono

state ulteriormente caricate di funzioni che erano state trasferite ai comuni o alle provincie negli anni ’70, a causa della politica di tagli agli enti locali avviata a cavallo del primo e del secondo decennio degli anni duemila, che le hanno forse troppo appesantite. A giudizio di chi scrive, sarebbe oggi opportuno avviare un nuovo percorso che riprenda fedeltà con l’intuizione dei costituenti, di mantenere il più possibile legati al territorio i livelli di erogazione dei servizi ai cittadini, e riconducesse le regioni ad enti di rappresentanza politica e autentici promotori della programmazione territoriale, economica e sociale.

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Gabriele Scaramuzza

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LE MASCHERINE AL TEMPO DEL COVID 19 di Sergio Scancelli

Premessa In un precedente numero della Pagina di Campalto ho richiamato l’attenzione sulla pericolosità degli inverter (condizionatori) che al riavvio dopo la stagione invernale non fossero sufficientemente puliti e sanificati nell’apparato filtrante e alla parte della macchina più soggetta a ristagno di condensazioni. L’effetto poteva essere la diffusione di microrganismi che possono dare origine ad allergie, ma peggio “polmoniti virali”. Di certi casi, di cui sono venuto a conoscenza, c’è il sospetto che fossero già infezioni da Sars Corona virus con sintomatologie molto simili alla “febbre del legionario” o legionella, già di per se stessa virulenta, ma non tanto quanto il Covid19. Ma veniamo ad oggi. Si dibatte molto sulla funzione e validità delle mascherine da indossare per difendersi dalla contaminazione e quindi diffusione del contagio di questo “morbo” che ha determinato una pandemia senza 4

equivalenti nella storia del pianeta (per quello che ci è dato sapere). Le mascherine Se ne sono dette tante, e tante opinioni sono state dettate da cattiva stampa, o peggio ispirate da politici che non si sono fatti scrupolo di sfruttare a scopo propagandistico una situazione assolutamente tragica per l’inaspettato e violentissimo sviluppo del contagio. Diremo subito che la mascherina proposta dal Governatore della Regione Veneto, definita da molti una soluzione d’emergenza che si proponeva come “piuttosto che niente meglio piuttosto”, adesso che di mascherine chirurgiche se ne trovano in commercio ad un prezzo calmierato e sono state distribuite anche dal Comune di Venezia con il sostegno delle associazioni e dei volontari, sarebbe bene lasciarla in un cassetto come ricordo di un momento buio della gestione della sanità da parte delle Regioni. La funzione della mascherina, detta più propriamente semimaschera a facciale filtrante, chirurgica, FFP1 o FFP2 e FFP3 risulta essere quella di filtro per polveri (ad efficacia crescente), aerosol, fumi e in talune predisposte allo scopo (impregnate di carbone attivo) anche di trattenimento parziale di talune sostanze chimiche (es. vapori organici). Fatte

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di garza o “tessuto non tessuto” tendono a chiudere il profilo del viso compreso tra naso e bocca alla penetrazione di inquinanti e contaminanti con un limite alla filtrazione e alla durata dovuto proprio alla difficoltà di aderire bene e assicurare una corretta aspirazione ed espirazione per chi le indossa. La mascherina di Zaia non aveva queste caratteristiche, se non quella semplice di barriera per stoppare (malamente) gli effetti di uno sternuto o di un colpo di tosse (con emissione di goccioline “droplet”) nei confronti di un interlocutore prossimo, visto che manca di un profilo che si adegua al volto e rimane sospesa, appoggiata alla punta del naso, tutta aperta sul fondo. È stata degradata a schermo. Intendiamoci, per battere il Covid19 serve ben altro: prevenzione, protezione collettiva, protezione individuale e servizio sanitario adeguato. Lo ricordo, ma ormai credo che tutti lo sappiano, che prevenzione vuol dire innanzitutto pulizia e sanificazione (per questo richiamavo in premessa i filtri dei condizionatori), igiene individuale (lavaggio delle mani), distanziamento, esecuzione di indagini epidemiologiche (tamponi ed esami ematochimici per ricerca di positivi e definizione e certificazione degli immuni), ricerca e messa a disposizione di un vaccino. La protezione collettiva per il momento è affidata al provvedimento del distanziamento tra soggetti, ma questo comporta anche la chiusura delle attività

produttive e dei servizi che non può durare a lungo. Sulla protezione individuale ci ritorniamo perché è una cosa molto seria: sono deceduti troppi medici e infermieri, piuttosto che farmacisti, non adeguatamente protetti dalle mascherine indossate! Provo a spiegarvi il perché. Agli igienisti industriali (categoria di professionisti alla quale appartengo) si spiega sino allo sfinimento che chi usa una semimaschera facciale (anche quella di gomma con i filtri a cartuccia specifici avvitati a lato) è protetto per breve tempo e quindi serve solo per allontanarsi dalla fonte del pericolo! Nelle fabbriche e, nell’industria chimica soprattutto, vengono chiamate mascherine”fuggi fuggi”, fatte apposta per raggiungere il punto di raccolta in caso di emergenza per fughe di gas o altre anomalie gravi. Chi affronta la nube tossica, chi si avvicina al pericolo (pensate a vigili del fuoco) deve indossare una maschera a facciale completo, a volte collegata a bombole di ossigeno o aria e in certi casi estremi lo scafandro completo. Allo stesso modo ora vediamo le riprese che ci propongono il lavoro dei sanitari nei reparti “sigillati” e nelle sale di rianimazione, con uso esclusivo di protezione totale, con grembiuli chirurgici, schermi in policarbonato, maschere a facciale completo, guanti, etc. perché il virus è tremendamente aggressivo: ne basta uno che riesca a penetrare nelle vie aeree per fare disastri all’interno del nostro organismo, ai polmoni, al tratto digerente e non solo.

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Conclusione Tra i lettori ci sarà qualcuno che per professione si troverà “in prima linea o in trincea” nella guerra totale contro questo nemico molto subdolo, ma parte di una natura che è fatta di umani, ma anche di altri esseri viventi. A tutto il personale medico e sanitari noi rivolgiamo un ringraziamento infinito. A tutti gli altri, cittadini di questo

mondo, chiediamo che si continui a far uso delle mascherine filtranti, si continui con il distanziamento di sicurezza, si continui con convinzione nell’azione di detergenza e sanificazione personale e degli ambienti di lavoro e non, non abbiamo altre armi, ma dobbiamo dare tutti il nostro contributo. Di seguito i modelli più comuni con le indicazioni per l’uso.

Mascherine chirurgiche (assimilate FFP1) o fatte in casa, devono usarle: tutta lapopolazione circolante, tutte lepersone che lavorano o sono costrette a lavorare, le stesseForze dell’Ordine, gli uffici aperti al pubblico, gli addetti alla vendita di alimentari e, in ogni caso, tutte le persone o lavoratori in circolazione.

FFP3 (con valvola di esalazione) da usare esclusivamente negli Ospedali e nei Reparti Terapia Intensiva, (perché sono a contatto con pazienti certamente contagiati).

FFP2 (con valvola di esalazione) soccorritori (perché sono a contatto con persone e/o pazienti potenzialmente contagiati). ricordiamo che la valvola è di aiuto a chi è costretto ad utilizzarla per lungo tempo in presenza dipaziente potenzialmente malato); i medici potranno abbinare la mascherina chirurgica sopra alla FFP2 con valvola per limitare la diffusione della loro esalazione dalla valvola. FFP2 (senza valvola) Forze dell’Ordine solo in caso di emergenza ed ausilio a Soccorritori (perché devono essere protetti ma non rischiare di contagiarsi tra di loro). Medici di famiglia e Guardie Mediche. In alternativa con valvola. 6

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GRAZIE EZIO

Ezio Bosso, pianista, compositore e direttore d’orchestra, ci ha lasciati, discretamente, in un giorno di metà maggio. Da circa dieci anni conviveva con una malattia degenerativa che se gli aveva reso sempre più difficile muoversi, non aveva in alcun modo appannato la sua mente né era riuscita a ridurre la vitalità che ha sempre contraddistinto questo grande artista e grande uomo che ha affidato alla musica i suoi messaggi di pace, fratellanza e solidarietà. Conosciuto più all’estero che non da noi, si era presentato al grande pubblico in una serata del Festival di San Remo del 2016 quando, già duramente debilitato dalla malattia, aveva duettato con Carlo Conti in una memorabile conversazione. Cosa ci ha lasciato Ezio: innanzitutto l’incrollabile amore per la vita. Sebbene consapevole del male

che si aggravava inesorabilmente, mai ha fatto mancare il sorriso sulle sue labbra. Amava ridere e, sempre pronto alla battuta di spirito, riusciva a contagiare musicisti e pubblico creando atmosfere uniche, quasi irriverenti, in quel contesto, spesso silenzioso e ingessato, della “musica seria”. Ma più che le parole potranno valere le sue esecuzioni o i suoi interventi facilmente reperibili in rete. Uno su tutti, recentissimo, al Parlamento Europeo quando, già in gravi difficoltà causate dalla malattia, parlava del linguaggio universale della musica, che non ha confini né padroni. Chiudo con un concetto che ripeteva spesso: la musica ci insegna ad ascoltare, un chiaro invito al confronto civile tra le persone, democratico, inclusivo.

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Gianfranco Albertini 7


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PILLOLE DI MODA: CAMBIARE STILE di Monica Zennaro

Quando raggiungiamo gli anta bisogna stare attente a non restare aggrappate allo stile che eravamo abituate altrimenti possiamo passare al ridicolo.... E allora dobbiamo farci una domanda: ”Posso ancora permettermelo?” e dai 40 in su inizia una nuova vita non meno bella perché ogni età ha le sue bellezze, basta saperle vivere nel giusto modo anche 8

nell'abbigliamento. Tanto per cominciare non restate attaccate a quello che vi stava così bene a 30 anni. Noi siamo cambiate e la moda; anche insomma siamo in un'altra epoca. Nessuno vi toglie il vostro stile personale ma la noia, la mancanza di interesse per le novità, l'abitudine, la paura del cambiamento è un grandissimo errore. Non perdete la voglia di vestirvi e di truccarvi e quando gli anni passano, bisogna saper modificare il proprio look, bisogna evolversi. Ottimo sistema per mantenersi giovani. Cercare nuovi stili e nuove griffe o provate nuovi tagli di pantaloni. Lasciate perdere lo stile teenager vi fa sembrare “signora anziana che vuole sembrare giovane”, per esempio un bel pullover grigio può essere un must nel guardaroba di una giovane signora basta portarlo con i jeans e una collana lunga, sarà elegante senza essere noioso. Consigli: -- La tunica in stile etnico o un tessuto batik africano, passata una certa età fa l'effetto di un travestimento -- Lasciate perdere i grossi orecchini a clips, se non avete le orecchie bucate; meglio una collana

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I colori fluorescenti? Lasciateli alle ragazzine La minigonna o i micro-shorts è un po' come usare il biberon dopo esser cresciuta.

Un tipico errore delle nuove anta è tenersi al corrente delle nuove mode e non seguire le più soft... dimenticatevi i jeans strappati e gli stivali a metà coscia, siate più di

stile che la vostra è una nuova bellezza quella della raffinatezza, dello charme, e alla fine capirete da sole quanto bello è vivere la propria età accettandosi e come diceva Anna Magnani: ”Amo le mie rughette di espressione, ci ho messo una vita a farmele” Mie care amiche e anche questa pillola è andata... alla prossima Vostra Monica

IL TRENO PER L’AEROPORTO Da alcuni giorni la stampa locale sta dedicando ampi spazi al nuovo progetto per il collegamento dell’aeroporto Marco Polo con la rete ferroviaria attraverso una bretella che dovrebbe staccarsi dalla linea Venezia Trieste tra Tessera e Dese. L’idea di RFI nasce nel 2003 legata alla connessione dello scalo aeroportuale al SFMR, la ferrovia regionale destinata ad alleggerire la pressione automobilistica sull’intero quadrante di Tessera con navette direttamente provenienti dall’entroterra veneto. La soluzione che tutti i grandi aeroporti europei hanno adottato per collegare gli scali ai tessuti urbani circostanti. Nel frattempo il progetto ha preso però una strada diversa. Da ferrovia di superficie che giunge direttamente in sala arrivi del Marco Polo, riducendo al massimo le interferenze con le infrastrutture e i corsi

d’acqua presenti in zona, diviene un collegamento che raggiunge l’aerostazione in sotterranea. Il progetto viene inoltre concepito per i treni veloci che si vorrebbero far giungere da Milano e Roma con i costi che passrebbero così dagli originari centoventi milioni a cinquecento di solo preventivo. Gravano infatti numerose le incognite di procedere in sotterranea, a circa meno venticinque metri, in terreni ricchi di acque di superficie e sotterranee, pesso anche salmastre e corrosive mentre i terreni sciolti sono di scarsa portanza. Ne sa qualcosa la posa e stabilizzazione delle paratoie del Mose. Ma l’altro quesito che si presenta è il programma di esercizio di un nodo ferroviario che da bipolare, tra Venezia e Mestre, ora diventa tripolare, con l’aggiunta di Tessera, percorso da treni veloci nazionali e da treni locali, ognuno con diverse

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esigenze e priorità di servizio, che dovranno essere assolti da un unico binario. Venezia è il principale nodo ferroviario del Nordest, i treni veloci dovranno ransitare a bassa velocità sulla rete del nodo con tempi di percorrenza più lenti. Ci saranno così alcuni treni che giungono a Venezia e di qui ripartono, mentre altri gireranno sotto il Marco Polo passando poi per Mestre e dirigersi verso Roma o Milano senza passare da Venezia. Si è aperto da tempo un dibattito in quanto il progetto convince poco, sia perché non affronta le esigenze primarie di un collegamento rapido, tipo metropolitana, con il territorio, sia perché l’impatto dei lavori, che verrebbero a quanto sembra svolti con scavi in trincea (a cielo aperto), sarebbero elevatissimi e, vista la loro durata ipotizzabile in diversi anni, pesanti sarebbero le ricadute sulla mobilità stradale. Molte voci, soprattutto da parte di esperti di urbanistica e di gestione del territorio, oltre che di esponenti politici e rappresentanti di associazioni, si sono alzate affinché il progetto venga

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rivalutato, reso più semplice, più economico e più consono alle reali esigenze che stanno maturando. Prima tra tutte il ridimensionamento del traffico aereo alla luce anche delle gravissime difficoltà economiche che le compagnie stanno attraversando. È ormai un’idea che si sta via via sempre più diffondendo che i tragitti a breve e medio raggio, fino a circa 1500 km, non vengano più attuati dagli aerei ma dai treni veloci, più comodi, più capienti e con un impatto molto minore sull’ambiente. Basti pensare che, dal centro di Milano, si potrebbe raggiungere Parigi in poco più di 4 ore; Vienna da Venezia in 3. Molti cittadini, magari ingenuamente ma con uno spiccato senso pratico, si sono chiesti per quale motivo, nella progettazione del tram, non si sia pensato di prolungarlo fino all’aeroporto, magari con un tratto specifico che si collegasse a San Giuliano. Informazioni e considerazioni tratte dalla stampa locale e da alcune idee emerse negli incontri tra cittadini

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AUSER E LA “SPESA SOSPESA” In tutte le iniziative che l'AUSER Circolo Il Gabbiano e il Centro Anziani F.lli Cervi di Campalto, in tempo di coronavirus, ha proposto al quartiere la “Spesa Sospesa” è senza dubbio quella che ha coinvolto di più i cittadini. La riuscita di questa iniziativa va soprattutto a tutti quei cittadini che ripongono nel supermercato CRAI la loro fiducia. I presidenti del circolo Il Gabbiano nella persona di Giuseppe Varagnolo e il Centro Anziani F.lli Cervi nella persona di Lorenzo Loris a nome di tutti i volontari vogliono ringraziarvi per la collaborazione che permette a famiglie in difficoltà di vivere questa emergenza con la consapevolezza di non essere soli. Vi ricordiamo che il Mercoledì dalle ore 10,00 alle ore 12,00 telefonando allo 041903525 la sig.ra Bruna è a vostra disposizione per raccolta ordini della “Spesa a domicilio”.

Il Gabbiano Circolo Ricreativo Culturale Campalto - Villagio Laguna I NOSTRI SERVIZI Consulenza legale gratuita per i soci AUSER - si riceve solo su appuntamento Spesa a domicilio: il ns. Circolo ha il servizio per la consegna gratuita della spesa a domicilio per persone anziane, non autosufficenti, portatori di handicap o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmnte presso i negozi. I NOSTRI CORSI Corso di nformatica Attività di lavori a maglia, uncinetto, taglio e cucito Ripetizioni scolastiche per alunni di scuola media e superiore LA BIBLIOTECA “LINO SOFFIATO” La possibilità di avere in prestito libri E inoltre: Scuola di Canto Sportello Ludopatia aperto mercoledì h. 15.00/18.00 Per informazioni e appuntamenti: dal lunedì al giovedì dalle 10,00 alle 12,30 il venerdì dalle 16,00 alle 18,00 tel. 041.903525 bibliotecalinosoffiato@gmail.com Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini - Villaggio Laguna Venezia - Campalto

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Con l’approvazione del Decreto Rilancio è arrivata la conferma che il governo ha predisposto la possibilità di accedere a incentivi per l’acquisto di bici e mezzi della micromobilità elettrica pari al 60% del valore di acquisto per un massimo di 500 euro. Per avere tutti i dettagli dovremo attendere l’emanazione dei decreti attuativi nei prossimi giorni, per ora quello che sappiamo è questo: Chi può accedere al bonus bici? Il Decreto dichiara che possono accedere al bonus bici tutte le persone maggiorenni residenti nei capoluoghi di Regione, nelle Città metropolitane, nei capoluoghi di Provincia oppure nei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti. Perché dal bonus sono esclusi i comuni minori? I comuni sotto i 50.000 abitanti sono esclusi perché la misura è volta a contenere il traffico nelle città maggiori a causa 12

della limitata efficienza del trasporto pubblico nel periodo post-covid. Il traffico impatta maggiormente nelle città più grandi. A quanto corrisponde il bonus bici? L’incentivo per l’acquisto di nuove biciclette è pari al 60% della spesa sostenuta e, comunque, in misura non superiore ai 500 euro. Cosa vuol dire? Se deciderai di acquistare una bicicletta del valore di 1.000 euro, non riceverai 600 euro di bonus, ma 500. Allo stesso modo, se acquisterai una bicicletta del valore di 400 euro riceverai al massimo 240 euro di bonus e così via. Per poter ottenere tutti i 500 euro di bonus sarà necessario effettuare un acquisto del valore di almeno 833 euro (che verrà a costare dunque 333 euro). Quante biciclette può acquistare ogni persona? L’art. 205 del Decreto Rilancio parla chiaro: ogni persona maggiorenne residente nei comuni interessati ha diritto al bonus

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per l’acquisto di solo una bicicletta, e-bike o mezzo di micromobilità. Quali veicoli rientrano nell’incentivo? Non solo le biciclette tradizionali e le bici pieghevoli ma anche le e-bike, e quindi biciclette a pedalata assistita, come i nuovi mezzi della micromobilità elettrica come monopattini elettrici, overboard, monowheel. Il buono è retroattivo al 4 maggio 2020, quindi a partire dalla fine della Fase 1, e durerà fino al 31 dicembre 2020. Come avviene lo sconto? Al momento il bonus è erogato sotto forma di rimborso. Chi acquista una bicicletta, un monopattino elettrico o altro dovrà quindi conservare la

fattura e con le proprie credenziali Spid potrà accedere all’area dedicata direttamente sull’applicazione web che sarà disponibile sul sito del ministero dell’Ambiente. Una volta che sarà pronta questa piattaforma, invece, dopo aver scelto la tipologia di mezzo che si vuole acquistare, si potrà generare un buono spesa elettronico direttamente online da consegnare ai rivenditori autorizzati per poter usufruire del contributo. In questo caso si dovrà quindi pagare solo la differenza, ovvero la parte dell’importo non coperta dal bonus. Gianfranco Albertini

via Gobbi 259 - Campalto da martedì a sabato orario 8.15 - 17.30 per appuntamento: 3927242100

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INVITO ALL’ARTE

In questo lungo periodo di “distanziamento sociale” con l’invito esplicito a restare a casa, ci è stata offerta la possibilità di migliorare le nostre conoscenze nel campo dell’arte e riscoprire un po’ di bellezza. Musei e gallerie, in Italia e all’estero, hanno organizzato nei loro siti visite virtuali attraverso le quali è stato possibile scoprire i più grandi capolavori dell’arte figurativa. Certo non si respirava l’atmosfera o non si provavano le emozioni che una visita reale offre, ma la qualità delle immagini era tale da poter cogliere tutti i dettagli di ogni singola opera. Pochi giorni prima del lockout da virus, erano state aperte importanti rassegne, prima tra tutte quella dedicata a Raffaello Sanzio alle scuderie del Quirinale a Roma, che

meritano senza dubbio una visita. In questi giorni però musei e gallerie stanno gradatamene riaprendo le loro sale al pubblico quindi abbiamo l’occasione di visitare quei luoghi che abbiamo percorso virtualmente nei mesi scorsi. Cominciando per esempio dalla nostra città, Venezia. Dall’Accademia a Palazzo Ducale alla Ca’ D’Oro; da Ca’ Pesaro ai vari musei di arte contemporanea o antica, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Senza considerare poi il patrimonio artistico e storico conservato nelle chiese. Oggi è il momento ideale per farlo, senza le fiumane di turisti che invadevano calli e fondamenta; torniamo finalmente a respirare le atmosfere più intime della nostra unica città riscoprendone l’immenso patrimonio artistico e culturale.

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La Pagina di Campalto è curata dal Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - bibliotecalinosoffiato@gmail.com Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: Blog Territori e Paradossi - Associazione Culturale. E-mail: info.blogterritorieparadossi@gmail.com Stampato in proprio - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile online all’indirizzo: http://issuu.com/lapaginadicampalto È possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com o visitando la nostra pagina facebook.


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