PDC aprile 2020

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distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese

http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com APRILE 2020 Anno XVII N° 189

MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ

IN FONDO AL TUNNEL Sono trascorsi circa due mesi da quando Covid19 ha fatto la sua comparsa ufficiale nel nostro paese, ma la luce in fondo al tunnel è ancora molto fievole. Per il momento, i comportamenti individuali sono decisi da organi superiori ma domani toccherà a ogni singlo cittadino fare scelte consapevoli e responsabili; è ormai consolidato che la crisi ambientale sia uno dei fattori chiave della nascita e propagazione di nuove infezioni.

In questo numero: RIPARTENZA GREEN_STATISTICHE ECOLOGICHE URBANE_PUNTA PASSO CAMPALTO_PILLOLE DI MODAFESTIVITÀ SOSPESE_IL VOLONTARIATO NON SI FERMA_VITA DI COMUNITÀ AL TEMPO DEL CORONAVIRUS_CAMPALTO NO.


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RIPARTENZA “GREEN” UN’OCCASIONE DA NON PERDERE Andrea Ferrazzi, senatore della Repubblica e nostro concittadino, ha pubblicato pochi giorni prima di Pasqua alcune onsiderazioni che abbiamo ritenuto interessante proporre in sintesi ai nostri lettori. Si può essere d’accordo o meno con le scelte politiche adottate ma certamente si evince da questo documento che una seria riflessione sul futuro imminente va fatta da tutti, a cominciare dal singolo cittadino e dalle sue scelte. La pandemia da coronavirus ha colpito duro, in un crescendo drammatico di contagi, morti e conseguenti straordinari interventi pubblici restrittivi, che ben pochi solo qualche settimana fa immaginavano. E allora chiariamo che da soli, di certo, non ce la possiamo fare. Potremmo emettere tutti i Titoli di Stato che vogliamo, ma se non trovassimo chi li compra avremmo fatto un buco nell’acqua. Se la Bce non avesse messo in atto un piano plurimiliardario di acquisto di titoli, non sarebbe certo stato il mercato ad acquistare quelli emessi dal nostro paese, soprattutto a quel tasso di interesse. Chi dunque sostiene che il futuro della sostenibilità economica e finanziaria sia il ritorno al modello autarchico, non sa di cosa parla o se lo sa è in malafede. Se ci rinchiudessimo nel nostro recinto saremmo sopraffatti dalla speculazione internazionale che farebbe del nostro paese, indebitato come pochi e con un rapporto deficit-Pil che nel 2020 arriverà a cifre elevatissime, un solo boccone. 2

Ecco dunque che la battaglia per la solidarietà europea è sacrosanta, ma è una battaglia per avere più Europa, non meno Europa, più integrazione delle politiche economiche, non meno, più utilizzo delle politiche monetarie per rafforzare la sostenibilità del sistema, non meno. Chi invece specula sulla crisi attuale e sulla (reale) inadeguatezza nelle risposte di alcuni paesi e istituzioni europee, scommettendo sul “tanto peggio, tanto meglio”, commette un azzardo che può compromettere il futuro del nostro paese e dei nostri cittadini. Futuro del paese che passa anche per la tenuta del sistema economico nazionale; le nostre aziende, soprattutto quelle strategiche, vanno protette. Questo però non è sufficiente. Dobbiamo cogliere l’occasione di questa crisi e dei conseguenti fondi e garanzie pubbliche erogate, per determinare una trasformazione innovativa del sistema produttivo. Così come il “Piano Marshall” non servì solo per dare da mangiare a chi non l’aveva e a proteggere i più indifesi,

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allo stesso modo il nostro piano di rilancio deve essere l’occasione per un grande progetto di economia innovativa. Voglio essere più chiaro: i fondi vanno dati per tenere insieme l’equità sociale con la riconversione Green. Il sostegno per la ripresa dovrà dunque essere “orientato”, anche “selettivo” se necessario, perché chi pensa che dopo la crisi si debba ritornare semplicemente a com’era

prima, non ha capito nulla e spreca una straordinaria occasione. Per questo credo che sarebbe utile che nei prossimi Decreti per la ripartenza già vi fosse un segno in questa direzione. Una direzione Green non solo perché è ormai acclarato che inquinamento e diffusione dei virus vanno a braccetto, ma anche perché la sostenibilità è il nome del nostro futuro.

STATISTICHE ECOLOGICHE URBANE E RESTRIZIONI SOCIALI CAUSATE DALL’EPIDEMIA PER IL COVID19. Pubblichiamo di seguito il testo di una interpellanza che l’associazione per la salvaguardia dell’ambiente “La Salsola” ci ha trasmesso. È un invito all’amministrazione comunale a iniziare una seria riflessione, alla luce dei condizionamenti presenti e futuri indotti dall’attuale epidemia da Covid19 sulla nostra città e su tutto ciò che condiziona la vita dei suoi cittadini. Impatto dei flussi turistici, inquinamento, protezione dell’ambienmte sono solo alcuni degli argomenti trattati. Molte volte questa associazione si è occupata di rifiuti solidi urbani nel senso di prodigarsi a difesa dell’ambiente naturale della laguna vedendo le barene e gli argini ripieni di rifiuti che le maree e il vento hanno depositato. Ormai tutta la cittadinanza ha capito che questi rifiuti sono una conseguenza soprattutto del turismo che aggrava le difficili condizioni di operare nella città storica, e nelle isole; rifiuti di ogni genere si depositano sulle barene, che sono LA PAGINA DI CAMPALTO

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il polmone biologico dell’ecosistema lagunare, e al piede degli argini di conterminazione lagunare. A partire da questa considerazione, si sottolinea che la città storica e quella di terraferma, come il resto d’Italia, in questi giorni vivono una condizione di eccezionale rallentamento delle attività della comunità dei residenti, e risultano praticamente prive dell’invasione turistica a cui sono costrette; praticamente l’ospitalità turistica è azzerata per cui si può ritenere le attività dell’ecosistema urbano siano attestate a livelli corrispondenti alla sola presenza dei residenti e degli ospiti per attività lavorative. Questa particolare condizione della città deve essere conosciuta appieno per misurare i valori di tutti quei parametri ecologici ed igienici che possono essere utili per valutare propriamente la capacità portante sia del centro storico e delle isole che dell’intero territorio comunale e stabilirne il loro limite. Quindi si sollecitano le Autorità in indirizzo a premurarsi con dedizione alla misurazione di tutte quelle variabili come la produzione dei rifiuti solidi urbani, il consumo di acqua potabile, l’inquinamento delle acque reflue nei sistemi di depurazione, la densità delle polveri sottili nell’aria che respiriamo ecc., possibilmente relazionandone i valori rilevati ai territori (terraferma/ centro storico/estuari/isole, bacini fognari, e via dicendo). 4

Queste misurazioni saranno utili non solo per capire realmente l’entità del carico turistico sui servizi urbani, ma anche nella futura pianificazione territoriale e di settore e nella programmazione delle future politiche di adeguamento della città agli scenari critici che ci sono prospettati dai climatologi, dagli ecologi, dai biologi marini, dagli urbanisti. Solamente con la piena consapevolezza del carico ecologico arrecato dal sistema turistico nel suo insieme si potranno prevedere ed ideare strumenti adeguati a contrastare non solo l’incivile costume del singolo visitatore maleducato, ma anche a promuovere forme diverse e compatibili di convivenza fra residenti e ospiti, e di fruizione della città monumentale che rappresenta con la sua storia, la componente attrattiva dell’economia prevalente di questo territorio. Ringraziando sin d’ora della collaborazione che sarà accordata al recepimento della presente e della soddisfazione dell’aspettativa dei cittadini di conoscerne i risultati, si porgono distinti saluti. Claudio Piovesan presidente de “La Salsola” Gruppo per la salvaguardia dell’ambiente

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PUNTA PASSO CAMPALTO

Tratto da “La laguna di Passo Campalto” (pp. 104-105, anno 2010) “Una decisiva trasformazione del contesto del Passo Campalto si attua intorno ai primi anni ’80 in prossimità del ghebo Morosini nel quale si intesta il Canale di Campalto. Su terreni demaniali e comunali ottenuti in concessione temporanea, si insedia al Passo Campalto, sulla omonima “spiaggetta” classificata urbanisticamente “verde di rispetto”, la ditta Marchi, prima con un deposito e rimessaggio di barche da trasporto che si trasformerà in seguito in cantiere per la costruzione di barche da diporto e yacht di lusso. In forza delle successive autorizzazioni temporanee (dal 1.07.1980 al 30.06.1985 e quindi al 30.06.1986) per l’occupazione dei terreni, la ditta Marchi edifica anche due grandi capannoni in lamiera, di cui non è dato sapere se siano mai stati provvisti di alcuna autorizzazione edilizia e/o paesaggistica, e di dispositivi di precauzione ambientale contro spandimenti di vernici, resine, olii, ecc., - sempre possibili in officine di questa natura collocate in zone di stretta tutela ambientale – che si mostrano ancora oggi in tutta la loro bruttura e provvisorietà, inconciliabili con il paesaggio circostante. Allo scadere delle proroghe delle concessioni nel settembre 1986 il Comune di Venezia intima la restituzione dello spazio “libero e sgombro” delle strutture. Al rifiuto della ditta segue una diffida all’abbattimento delle strutture, diffida che non viene minimamente considerata. A questo punto prende avvio un contenzioso fra l’amministrazione comunale e la società dei Fratelli Marchi che troverà conclusione legale con la LA PAGINA DI CAMPALTO

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sentenza della Corte di Cassazione n° 27931 del 2005 che sancisce finalmente che il rilascio del bene concesso doveva avvenire entro il 30.6.1992 e da quella data ritornare al Comune di Venezia. Se sul piano giuridico la vicenda ha trovato una soluzione, sul piano operativo le brutte strutture del cantiere precludono ancor oggi la visuale sulla laguna e su Venezia […]. Nel 1985 la stessa ditta, avuta la concessione dal Magistrato alle Acque di occupare uno spazio acqueo prospiciente al cantiere, da adibire allo stazionamento di natanti, intraprende la costruzione delle strutture della darsena per 200 posti barca, senza minimamente preocuparsi di ottenere le dovute autorizzazioni edilizie, ambientali e trasportistiche dal Comune di Venezia e dalle altre autorità, incorrendo nel blocco dei lavori per le opere abusive (8.10.1985).” Ecco che nel 2020, nonostante l’area del cantiere navale mai sgomberata sia ancora in attività e la gronda rimane non accessibile al pubblico, lo stesso soggetto nel nome della società Marina Punta Passo s.r.l., è il proponente di un intervento di riqualificazione urbanistica per le aree limitrofe. Nel 2015-2016 tale progetto, commissionato dai fratelli Marchi allo studio BLU.architettura dell’architetto Vincenti, viene presentato, seguendo la possibilità di accordo pubblico-privato costituente variante urbanistica all’interno del rinnovo del Piano degli Interventi del Comune di Venezia. Nel 2018 la proposta, considerata pertinente, viene inserita dalla Giunta Comunale Brugnaro tra le prioritarie da valutare. I maggiori elementi caratterizzanti il progetto riguardano: -- la sistemazione delle due sponde con una passerella di attraversamento del bacino; -- la costruzione di alcune strutture 6

ricettive (servizi, bar, ristorante) sia a sinistra che a destra (forse anche per mascherare il capannone del cantiere navale?); -- una darsena galleggiante con 300 posti barca; -- uno scivolo di alaggio per imbarcazioni; -- la trasformazione dell’area verde privata di proprietà dei Marchi (sul fronte sinistro/Est) a parcheggio (ad uso esclusivo di chi detiene un posto barca); -- la bonifica di alcune aree lagunari antistanti (elemento molto importante dal punto di vista ambientale); -- la predisposizione di un servizio di trasporto acqueo per biciclette. Dal punto di vista economico si valuterà un contratto di gestione di tali servizi e strutture in concessione, oltre che un contributo già stabilito di 50.000,00 euro monetizzati per il Comune. Riqualificare Passo Campalto è

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un’azione che tutti attendono da decenni e non deve essere procrastinata, ma ovviamente dipende dal modo e dal percorso che si sceglie di intraprendere, magari anche con il coinvolgimento di più stakeholders che hanno interessi di cuore (oltre che di portafoglio) sulla gronda lagunare del nostro paese. Vari dubbi lasciano perplessi di fronte a tale progetto, in un’area così importante per i cittadini (e non solo per chi ha una barca) e così delicata dal punto di vista ambientale. Potremo essere liberi di andare in punta a Punta Passo Campalto a piedi, in bici, all'ora che vogliamo, oppure le aree saranno chiuse in certi orari o riservate come fosse

un club nautico? Rispetto alla superficie complessiva che riguarda il progetto, quanta davvero è quella destinata all’uso pubblico? Come si concilia il fatto che ad una società che mantiene beni ed attività proprie su suolo pubblico con una sentenza della Corte di Cassazione caduta nel vuoto, la Giunta Comunale permetta lo sviluppo di ulteriori nuove attività sull’intera area? Da liberi cittadini, confidiamo che il Comune di Venezia faccia delle scelte per il bene dell’intera comunità, dia delle risposte chiare rispetto alle tante ombre di questa faccenda e difenda prima di tutto l’ambiente ed il bene comune.

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Nico Carraro

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PILLOLE DI MODA: SUA MAESTÀ LA SCARPA di Monica Zennaro

Miei cari siamo arrivati ad aprile e il sogno più bello di questo periodo è debellare il mostro invisibile; sì, parlo del virus e non voglio neanche nominare il suo nome tanto mi fa rabbrividire al solo pensiero perché come tutti voi, sono stanca preoccupata e mai come ora desidero chiacchierare con voi di frivolezze, di dolci pillole che vi accompagnano da anni ormai con i miei articoli. Allora ho sognato scarpe di tutti i tipi l'altra notte e mia nonna diceva che sognare di scarpe era di buon auspicio, voleva dire che si aveva ancora molta strada da fare e non era negativo come sogno per cui siamo positivi e apriamo le porte a sua Maestà la Scarpa!!! Noi donne proiettiamo molto sulla fantasia delle scarpe, sono il simbolo di quello che ogni donna vorrebbe essere, per questo si spiega le scarpe che noi compriamo e non ci metteremo mai. Desideriamo scarpe e borse anche se ne possediamo molte, non si riesce a resistere 8

al richiamo della novità, e sappiamo che un semplice paio di scarpe può trasformare radicalmente un look. Molte di noi credono di essere più affascinanti e belle con i tacchi alti, il che non è affatto vero e se non ne siamo sicure dovremmo chiedere il parere agli uomini... e vedrete che nessun uomo vi dirà mai “Ti amerei di più se fossi dieci centimetri più alta”, senza contare che spesso le donne sono incapaci di camminare sui tacchi alti; niente di peggio che vedere una ragazza che fa l'equilibrista non vi pare? E se volete essere sexy ricordatevi che esserlo significa avere un passo felino e non traballante altrimenti passerete al ridicolo e sarete derise; non sia mai, d'accordo? E se proprio le volete usare le meravigliose tacco 12 prima di finire con le stampelle per la smania di crescere in altezza, dovete imparare ad ondeggiare dolcemente su un paio di trampoli ed allenarvi a casa meglio no? Comunque amiche mie nella vostra scarpiera non dovranno mai mancare le meravigliose ballerine perché stanno bene con tutto. Averle di molti colori anche la sera e dorate anche il giorno non è male: ormai essere rigorosi in questo contesto non serve più, ci si mette di tutto e di più, l'importante sono gli abbinamenti con il vostro look e sarete vincitrici.

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Poi vi consiglio anche un sandalo effetto nudo: un bel infradito stile Saint - Tropez ve lo consiglio in vernice nera per la facilità nell'abbinarlo a un vostro outfit sia sportivo che elegante, oppure colorato in pelle o in tessuto per avere un look sbarazzino magari con un pantalone corto e una t-shirt nelle calde giornate estive... Una scarpa fondamentale è poi il mocassino molto stile inglese ma portabile sia con gonne e pantaloni da indossare con criterio per non sembrare una bimba in collegio a Londra! Lo stivale che dire? Ci sono stati anni che lo abbiamo dimenticato e poi sostituito dai stivaletti più facili forse da abbinare però uno stivale alto a mio parere non può mancare ed è l'equivalente delle ballerine in

inverno, neri o marroni per abbinarli con tutto una gonna o un vestito. E siamo arrivate alle classiche decolletées nere un solo paio di ottima qualità può bastare per tutta la vita. Un articolo per cui vale la pena di investire! Certo in alcuni periodi andrà di moda la punta tonda e in altri più aguzza ma se sceglierete un modello classico cioè ne troppo rotondo né troppo appuntito andrà bene sempre ve lo posso assicurare. E dulcis in fundo spero che abbiate colto l'occasione per ripassare la vostra scarpiera dopo questo mio articolo per prepararci ad uscire con la mente ed il cuore in attesa di tempi migliori... Vostra Monica... e alla prossima pillola vi raccomando.

FESTIVITÀ SOSPESE... E NON SOLO Non solo le tradizionali festività della Pasqua cristiana, ma anche i due principali appuntamenti del calendario civile della primavera – il 25 aprile e il 1° maggio – sono quest’anno completamente rivoluzionati dall’emergenza sanitaria del covid-19. Se a Pasqua a essere vuote sono state le Chiese, ora saranno le piazze, luoghi centrali dell’identità di queste ricorrenze, ad essere amaramente vuote, e sostituite dalle piazze virtuali che grazie al web potranno essere allestite.

Eppure, se è vero che – come molti affermano – non torneremo alla vita che sperimentavamo prima, è pur vero che il 25 aprile e il 1° maggio costituiscono delle riserve di senso, di mobilitazione cui attingere per pensare il mondo di domani. Se il 25 aprile fa memoria della liberazione di un popolo da una dittatura e innesca la tensione alla ricostruzione di un intero paese in macerie dopo il secondo conflitto mondiale e una dittatura ventennale, il 1° maggio in tutto il mondo rappresenta la

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festa dei lavoratori, memoria del 1° maggio 1886, in cui si tenne a Chicago un grande sciopero generale per la giornata lavorativa di otto ore in cui persero la vita molti operai a seguito dei tumulti seguiti ad un attentato dinamitardo. Liberazione dall’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, ricostruzione di molte nazioni che pagheranno un prezzo economico e sociale altissimo sono esattamente la porta, il varco stretto che abbiamo davanti a noi. Con la consapevolezza che il primo lavoro di ricucitura che dovremo fare sarà quello delle centinaia di migliaia di posti di lavoro che in queste settimane sono andati perduti. Basti pensare a cosa ha significato nella nostra città il sostanziale esaurimento della filiera turistica, che rappresenta la principale economia di Venezia e del Veneto. Ci sarà da ripensare interi modelli di sviluppo, ed alcune questioni che finora erano forse eccessivamente “costrette” nella polarizzazione del dibattito politico acquisiranno un ruolo cruciale. La prima e principale l’ha posta non a caso il vescovo di Roma, Francesco, quando – nella lettera indirizzata ai movimenti popolari pochi giorni fa – ha introdotto con forza il tema di una retribuzione universale di base, perché è vero che la crisi generata dal coronavirus può allargare a dismisura le disuguaglianze. Attenzione a non leggere queste parole con le lenti sfocate del dibattito 10

italiano. Quando il papa pone questo temo non è molto distante da quanto i principali esponenti delle scienze sociali stanno dicendo in questo periodo: che è necessario prima di tutto ridare dignità al lavoro a partire da chi lo ha perduto, che sarà indispensabile cessare la folle tendenza al de finanziamento dei sistemi sanitari nazionali, che servirà anzi uno sforzo ancora maggiore alla condivisione tra popoli: mettere insieme la ricerca, a partire da quella in campo medico, porre al centro dell’attenzione la precarietà dei lavori, che interessa soprattutto i giovani e che impedisce molte volte di costruire un progetto di vita per sé e per i propri cari. L’altro grande tema su cui sarà necessario impegnarsi è quello ambientale, perché è ormai evidente che il virus è penetrato più a fondo in quelle società in cui la sostenibilità ambientale era più compromessa, in cui gli alti livelli di emissioni in atmosfera, ad esempio, avevano già fiaccato e indebolito la salute degli anziani. Agire e impegnarsi in direzione di quella che il laico Alexander Langer, uomo di frontiera, chiamava già negli anni ’90 “conversione ecologica”: non una scelta pauperistica o di ritorno all’indietro, si badi bene, ma un radicale riorientamento degli schemi e delle pratiche con cui finora abbiamo letto e operato nel nostro mondo.

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Gabriele Scaramuzza


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IL VOLONTARIATO NON SI FERMA COVID 19 questo invisibile nemico, del quale si conosce poco e solo il nome è divenuto così noto, è riuscito a bloccare l'economia mondiale ma non il volontariato. In tutto il paese si è vista tutta la solidarietà che gli italiani sanno donare. Anche nel nostro quartiere Villaggio Laguna sono state avviate iniziative rivolte alle persone, perché queste rispettino le restrizioni che il nostro governo e la Regione Veneto hanno emesso. I supermercati e le farmacie sono luoghi nei quali non si può far a meno di recarci, per questo motivo, rispettando tutte le direttive del caso, AUSER Il Gabbiano e il Centro Anziani F.lli Cervi hanno organizzato la consegna della spesa a casa. Telefonando allo 041 903525 il mercoledì dalle 10.00 alle 12.00 la sig.ra Bruna Busso è a vostra disposizione per acquisire gli ordini che verranno consegnati il giorno seguente. Per la consegna delle medicine, invece si compone il numero 3466295383; Lorenzo si rende disponibile per il ritiro e la consegna. Servizi che hanno la finalità di far si che le persone non si spostino da casa perché solo così abbiamo la possibilità di vincere contro il COVID 19.

Il Gabbiano Circolo Ricreativo Culturale Campalto - Villagio Laguna I NOSTRI SERVIZI Consulenza legale gratuita per i soci AUSER - si riceve solo su appuntamento Spesa a domicilio: il ns. Circolo ha il servizio per la consegna gratuita della spesa a domicilio per persone anziane, non autosufficenti, portatori di handicap o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmnte presso i negozi. I NOSTRI CORSI Corso di nformatica Attività di lavori a maglia, uncinetto, taglio e cucito Ripetizioni scolastiche per alunni di scuola media e superiore LA BIBLIOTECA “LINO SOFFIATO” La possibilità di avere in prestito libri E inoltre: Scuola di Canto Sportello Ludopatia aperto mercoledì h. 15.00/18.00 Per informazioni e appuntamenti: dal lunedì al giovedì dalle 10,00 alle 12,30 il venerdì dalle 16,00 alle 18,00 tel. 041.903525 bibliotecalinosoffiato@gmail.com Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini - Villaggio Laguna Venezia - Campalto

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LA VITA DI COMUNITÀ AI TEMPI DEL CORONAVIRUS --

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Quaranta (e qualcosa di più) giorni di quarantena. Sembra una filastrocca e invece è la difficile condizione che ci coinvolge. Sembra la trama di un film catastrofico e invece è la realtà in cui tutto il mondo si trova, senza differenze di genere, etnia o condizione economica. In questa situazione ci sono sicuramente tanti aspetti negativi, ma ne abbiamo sorprendentemente trovati anche di positivi, anzi, forse questi ultimi sono anche di più! Tra le cose negative pensiamo che: 12

ci rattrista non poter vedere come al solito i nostri genitori o familiari, poter stare un po’ con loro e ricevere le loro attenzioni; spesso ci innervosisce dover passare tanto tempo chiusi dentro casa sempre tra le stesse mura e con le stesse persone; ci mancano molto anche i nostri amici e compagni di classe…addirittura la scuola!! Nonostante a volte sia un po’ pesante andarci, in questo momento ci siamo resi conto di quanto sia importante e piacevole; abbiamo una gran nostalgia delle nostre gite domenicali… al mare, in montagna, al lago… sempre in posti bellissimi e in mezzo alla natura! Qualche volta abbiamo brontolato perché non volevamo andarci, ma se ce lo proponessero ora, ci andremmo di corsa!

Aspetti positivi: -- abbiamo imparato nuovi giochi perché le giornate son lunghe da riempire! -- Possiamo utilizzare il tempo della mattina per fare i compiti e invece il pomeriggio concederci del tempo per leggere o giocare…invece prima chi aveva tempo pieno aveva scuola fino alle 16;

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tra i giochi, ci piace in particolare costruirne di nuovi e fantasiosi cercando di trovare il materiale in comunità, è davvero divertente. Insieme agli adulti prepariamo il cibo per pranzo, cena o per la merenda. Spesso facciamo dei dolci oppure dei primi o secondi piatti. Quindi siamo diventati degli chef provetti e non vediamo l’ora di cucinare le stesse cose per i nostri genitori, saranno contenti; Molto spesso, almeno una volta al giorno, dedichiamo dei momenti allo sport e alla ginnastica considerando che abbiamo il

giardino. Facciamo tornei di pallavolo, calcio o ping pong e gli educatori ci fanno lezioni di pilates, yoga o cose più movimentate che son davvero divertenti! Quindi dobbiamo dire che vediamo alcune cose con una luce differente. Mentre alcune cose prima erano barbosissime ora vorremmo poterle fare e capiamo quanto sia importante avere degli amici e stare vicini alle persone care. Ci auguriamo che questa situazione finisca presto e non dimenticheremo questa lezione! I ragazzi e gli educatori Comunità Fatima Campalto

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CAMPALTO NO VANDALISMO NEGLI ORTI DI VIA CHIARIN

Non sono trascorsi nemmeno due mesi da quando la municipalità di Favaro ha ripristinato la recinzione negli orti sociali di via Chiarin che dei vandali si presentano con il loro carico di maleducazione e disprezzo delle cose altrui. Vandali, perché non ci sono altri aggettivi per identificare queste persone, che tagliano

la rete di recinzione per appropriarsi di ciò che i coltivatori, persone anziane che danno sfoggio della loro passione per la terra, producono. Questa situazione, ormai, si trascina da anni e che in questo periodo è ancora più grave in quanto in questo periodo non c'è nulla da rubare. Forse mi sbaglio, perché nei giorni poco prima di Pasqua, estranei, con la scusa di informazioni per l'acquisto di "uova" hanno sottratto il borsellino ad un ortolano con all' interno soldi e documenti, che fortunatamente i secondi sono stati ritrovati poco dopo. Tutto questo lo voglio portare all' attenzione della cittadinanza perché mi rendo conto che, soprattutto tra gli anziani, c'è troppa sufficienza o fiducia verso il prossimo invece, purtroppo, c'è bisogno di più attenzione alle persone non conosciute che si avvicinano con richieste pretestuose.

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La Pagina di Campalto è curata dal Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - bibliotecalinosoffiato@gmail.com Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: Blog Territori e Paradossi - Associazione Culturale. E-mail: info.blogterritorieparadossi@gmail.com Stampato in proprio - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile online all’indirizzo: http://issuu.com/lapaginadicampalto È possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com o visitando la nostra pagina facebook.


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