Marzo 2022

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distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese

http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com MARZO 2022 Anno XIX N°208

MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ

SPERANZA Nell’opera di Puccini Turandot, nel primo dei suoi enigmi, dice che la speranza “ogni notte nasce e ogni giorno muore” e poi “che delude sempre”. Sembra una fotografia di questi ultimi tempi: quando la pandemia che ci assale da oltre due anni sembra stia attenuando la sua presa, ecco apparire all’orizzonte, a reprimere il desiderio di normalità, una guerra scatenata nel cuore dell’Europa. Un disegno che la gente comune non riesce a comprendere me è costretta, impotente, a subire.

In questo numero: LA RIFORMA DEL CATASTO_ PALAZZO FORTUNY A VENEZIA_’NA TAZZULELLA ‘E CAFÉ_ IL LIBRO DEL MESE_ATTIVITÀ AL CENTRO CERVI_BICI NEWS_ LA PAGINA DELL’ARCHEOLOGIA_ 730 PRECOMPILATO. Nell’immagine di copertina: L’albero della vita Gustav Klimt


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LA RIFORMA DEL CATASTO: PROVIAMO A CAPIRNE DI PIÙ

Agli inizi di marzo ha fatto molto clamore la discussione, nelle commissioni del Parlamento italiano, sulla riforma del catasto. Alcune forze politiche, in particolare del centro destra, hanno sostenuto che con tale provvedimento si sarebbero aumentate le tasse sul patrimonio degli italiani; la discussione è stata molto sofferta, tanto che l’incriminato articolo 6 della delega fiscale, che prevede appunto l’aggiornamento del catasto, è passato per un solo voto. Per capirne un po’ di più, è bene conoscere effettivamente quanto questa norma prevede. Prima di 2

tutto, è essenziale fare due considerazioni di contesto, che servono ad inquadrare la questione. La prima: la riforma del catasto è un obbligo che l’Italia si è assunta nell’esecuzione del “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, meglio noto come PNRR o “Recovery fund”. Si tratta di un insieme di risorse economiche e riforme legislative con le quali il paese deve affrontare l’uscita dalla pandemia del COVID-19, e che contemplano, tra l’altro, anche quella del catasto. La seconda considerazione: l’ultimo aggiornamento del catasto italiano risale al 1990, quindi sconta

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un’anzianità di più di 30, durante le quali i contesti urbani ed agricoli del nostro paese hanno conosciuto una grande evoluzione. Di conseguenza, la situazione cui è fermo il catasto italiano è strutturalmente disallineata e non corrisponde alla realtà odierna: zone un tempo marginali sono state connesse alla rete infrastrutturale e sono state dotate di servizi pubblici e quindi devono essere rivalutate, mentre altre aree, soprattutto quelle interne e periferiche, hanno conosciuto un progressivo depauperamento, e oggi sono sopravvalutate. Giova inoltre ricordare il fatto che in Italia la prima casa – cioè la casa di abitazione – è in ogni caso sottratta all’imposizione fiscale. Il “famigerato” e molto contestato articolo 6, in realtà, incarica il governo di prevedere strumenti, da mettere a disposizione dei Comuni e dell’Agenzia delle Entrate, per la corretta classificazione di alcune categorie ben precise di immobili e terreni: gli immobili attualmente non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto e la categoria catastale ora attribuita; i terreni edificabili accatastati come agricoli; gli immobili abusivi. Inoltre, il Governo è delegato a prevedere strumenti che facilitino la condivisione dei dati e dei documenti, in via telematica, tra l'Agenzia delle entrate e i competenti uffici dei comuni nonché la loro coerenza ai fini dell'accatastamento

delle unità immobiliari. Si supererebbe in questo modo una delle cronicità del sistema italiano, e cioè la incomunicabilità tra enti territoriali e agenzie centrali, fonte di confusione e, molte volte, appesantimento degli obblighi dei cittadini. Infine, il Governo è delegato a prevedere l’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale entro il 1° gennaio 2026, escludendo esplicitamente che le informazioni aggiornate siano utilizzabili a fini fiscali, nonché ad attribuire ad ogni fabbricato – oltre al valore catastale – anche quello patrimoniale e una rendita attualizzata a valori di mercato. La conseguenza di questa riforma, a regime, sarà pertanto non quella di aumentare le tasse sulla casa (fatto esplicitamente escluso dal provvedimento, nonché dalla logica, perché nessuno Governo può prevedere un aumento di imposizione fiscale a partire dal 2026), ma di fare emergere le sperequazioni che oggi affliggono i valori catastali degli immobili, complice appunto la vetustà dell’attuale catasto. In buona sostanza, si tratta di un’operazione di trasparenza ed equità, e di potenziale contrasto – questo sì – all’evasione fiscale, un’altra specificità italiana di cui faremmo volentieri a meno.

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Gabriele Scaramuzza

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PALAZZO FORTUNY A VENEZIA.

A due anni dall’Acqua granda il Museo Fortuny viene restituito alla città e diventa sede espositiva permanente, dopo i necessari interventi conservativi al piano terra e al riallestimento dei piani superiori in senso filologico, con la restituzione delle sale alla memoria di Mariano Fortuny e della sua geniale e talentuosa vita. Dipinti, impianti illuminotecnici, abiti, tessuti, colori e tinture frutti del genio di Mariano e Henriette, archivi fotografici e opere della collezione personale, documenti e brevetti, opere degli artisti e amici che al tempo giungevano a Venezia, convivono e trovano nuova luce nel Palazzo che si affaccia su campo San Beneto, che sarà visitabile tutto l’anno con un percorso permanente e come sede espositiva di mostre temporanee dedicate alla contemporaneità. L’apertura sarà occasione per presentare la collezione Panza di Biumo di 4

opere di arte internazionale del XX secolo, per la prima volta esposta al pubblico. Collezione oggetto di una recente donazione alla Fondazione Musei Civici di Venezia, in memoria di uno dei più importanti collezionisti del Novecento. Mariano Fortuny y Madrazo nasce a Granada nel 1871. Figlio d’arte e assai presto inserito nel gran mondo parigino, compie innanzitutto studi pittorici. Diciottenne si stabilisce a Venezia, ove frequenta circoli accademici e cenacoli artistici internazionali: tra i suoi amici Gabriele D’Annunzio, Eleonora Duse, la marchesa Casati, Giovanni Boldini. Dopo un viaggio a Bayreuth, fortemente attratto dalla musica di Richard Wagner, volge i suoi interessi dalla pittura, alla scenografia e all’illuminotecnica. L’intento è quello di realizzare la piena unione tra significato ultimo della musica e pittura teatrale. Nel 1900 realizza

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alcune scene e costumi per la prima assoluta del Tristano e Isotta alla Scala di Milano. Contemporaneamente inizia a prender corpo l’idea della “Cupola”, cioè quel sistema illuminotecnico complesso che libererà la scenografia teatrale dalle rigide impostazioni tradizionali mediante l’uso della luce indiretta e diffusa. Ma la creatività di Mariano cerca stimoli nuovi: inizia a creare stoffe e tessuti stampati.

Nel 1919 alla Giudecca, fonda la fabbrica per la produzione industriale delle sue stoffe in cotone e apre boutique nelle maggiori capitali europee. Dopo tanti successi in tutto il mondo, Mariano si ritira nella sua sfarzosa dimora di San Beneto, dove muore nel 1949. È sepolto nel cimitero del Verano a Roma. Gianfranco Albertini

‘NA TAZZULELLA ‘E CAFÉ

Ci si alza la mattina con un solo pensiero: farsi una bella tazza di caffè caldo. Gli Italiani ne sanno qualcosa. Lo prendono in tazza grande, nero, lungo con vaniglia o latte, shakerato zuccherato d’estate. È una bibita ricercatissima ad ogni ora del giorno e della notte. Nel Sud Italia, bere un caffè diventa un rito imprescindibile da condividere

con parenti e amici. Quando si incontra un conoscente come prima cosa gli si propone di bere un caffè. Anche negli appuntamenti di lavoro o i primi meetings, quelli più galanti, tutto inizia davanti ad una buona tazza di oro nero. A tale bevanda venivano attribuite grandi virtù salutari. In Oriente ad esempio i mercati arabi ne vendevano a palate perché dicevano fosse capace di “risvegliare” le virtù dell'uomo. Il caffè viene associato però anche alle forma di scrittura, sia prosa sia poesia. Ad esempio il caffè Verri fu un periodico italiano nato dalla collaborazione dello scrittore C. Beccaria con i fratelli Verri. Pur appartenendo all’alta società, i fondatori del giornale portarono avanti le istanze culturali delle classi sociali emergenti che puntavano ad una maggiore rappresentanza a livello

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statale. In quel periodo andava di moda ritrovarsi per chiacchierare o scrivere poesie o racconti brevi in questi luoghi di aggregazione. Il filosofo Montesquieu in una delle Lettere persiane (XXVI) descrive attraverso uno dei personaggi la bottega di Procope dove "si prepara il caffè in modo tale che dà dello spirito a chi ne fa uso". Durante l’illuminismo le botteghe di Caffè erano luoghi nei quali si riunivano uomini d’affari e intellettuali che partecipavano attivamente alla vita politico-sociale del tempo. Questo tipo di locale, diffuso soprattutto in Inghilterra, divenne un luogo di incontro e di discussione aperto, un ambiente diverso che non richiedeva particolari requisiti per essere frequentato. Poteva entrare chiunque fosse disposto a pagare il prezzo relativo alla bevanda. Ricordiamo con nostalgia le sale da tè e le botteghe di caffè del 1700. Sarebbe bello fare un tuffo nel passato e mescolarsi tra i personaggi dell’epoca, magari facendo

una chiacchierata con gli scrittori e i giornalisti intenti a discutere e ultimare la consumazione richiesta al bancone. Lasciamoci trasportare dall’aroma del caffè senza opporre alcuna resistenza perché esso è un’inesauribile fonte di energia e d’ispirazione. Cristina Pappalardo

SUPERMERCATO LA QUALITÀ AL GIUSTO PREZZO

piazzale Zendrini - Campalto Villaggio Laguna

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È un richiamo a ciò che siamo e a dove e come viviamo quello che Giulia Caminito con il suo romanzo "L'acqua del lago non è mai dolce" ha voluto dispensare ai suoi lettori. La vita di Gaia, la protagonista, viene descritta dalla scrittrice minuziosamente, a livello emotivo soprattutto, dalla scuola media all'università, passando per la sfera più privata, i suoi più reconditi e remoti pensieri da adolescente. Il difficile rapporto con la madre Antonia la fa da contraltare ad un rimpianto rapporto con il padre ormai logorato da un infortunio sul lavoro. Tutte le donne di questo romanzo soffrono e affrontano delle problematiche

talvolta insormontabili che le portano a dover prendere delle decisioni ahimè drammatiche e drastiche da cui non si può più tornare indietro. Non si salva nessuno. I professori non comprendono le reali esigenze dei loro alunni. I genitori pensano che i figli siano una loro proiezione, lo specchio delle loro frustrazioni. I fratelli e gli amici tradiscono e pensano talvolta al proprio tornaconto. Non resta che sopravvivere. Il romanzo realistico intimista premio Campiello 59° edizione e finalista premio Strega, è una rappresentazione plastica delle famiglie disfunzionali moderne, quelle famiglie che cambiano spesso casa, che hanno a che fare con problemi economici e sociali profondi ove i figli patiscono o infliggono bullismo, violenze e soprusi ai loro coetanei. Neanche l'acqua ha una funzione catartica e purificatrice per la protagonista. Anzi il lago di Bracciano dov'è ambientata la storia risulta essere teatro di un tentato omicidio. Dappertutto odore di alghe marce e di piume bagnate. Di questo sa oggi la nostra società e dati gli ultimi eventi in territorio ucraino, mi verrebbe da dire, ci meritiamo di essere sommersi e di affogare nel nostro MALE.

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Cristina Pappalardo

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CENTRO CERVI: RIPRENDONO LE ATTIVITÀ

Il Gabbiano Circolo Ricreativo Culturale Campalto - Villagio Laguna

Con il 31 Marzo 2022 il Governo di Mario Draghi non rinnova lo stato d'emergenza e quindi si puotrà tornare a vivere una vita meno condizionata dalle restrizioni. Questo ci permette di poter organizzare, come Gruppo Anziani F.lli Cervi, una serie di iniziative rivolte ad un trascorrere dei fine settimana tutti assieme tra cultura, pranzi e divertimento. Iniziamo, senza perdere ulteriore tempo in quanto c'è una gran voglia muoversi, con la gita in pulman, e qui per chi fosse interessato e bene che ci contatti per l'eventuale prenotazione, a Bolca in provincia di Verona per visitare il museo dei fosssili per poi andare a pranzo. Ci stiamo interessando anche per un soggiorno a Pasqua, dal giorno 15/04/22 al 19/04/22 (5 giorni con 4 notti in albergo) per un tour nella regione Romagna con visite guidate in centri storici, musei e non possono mancare i pranzi tipici romagnoli. Anche per questa iniziativa chi fosse interessato può prendere contatti con il Gruppo Anziani F.lli Cervi allo 0415420110 nella persona del sig. Luciano Bignone il quale 8

I NOSTRI SERVIZI Consulenza legale gratuita per i soci AUSER - si riceve solo su appuntamento Spesa a domicilio: il ns. Circolo ha il servizio per la consegna gratuita della spesa a domicilio per persone anziane, non autosufficenti, portatori di handicap o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmnte presso i negozi. I NOSTRI CORSI Corso di nformatica Attività di lavori a maglia, uncinetto, taglio e cucito Ripetizioni scolastiche per alunni di scuola media e superiore LA BIBLIOTECA “LINO SOFFIATO” La possibilità di avere in prestito libri E inoltre: Scuola di Canto Sportello Ludopatia aperto mercoledì h. 15.00/18.00 Per informazioni e appuntamenti: dal lunedì al giovedì dalle 10,00 alle 12,30 il venerdì dalle 16,00 alle 18,00 tel. 041.903525 bibliotecalinosoffiato@gmail.com Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini - Villaggio Laguna Venezia - Campalto

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sarà felice di darvi tutte le informazioni che richiedete. Il nostro impegno prosegue, con ulteriori soggiorni estivi nella riviera romagnola e autunnali nelle nostre splendide montagne. Tutte queste iniziative avranno un unico

filo conduttore, divertirsi tutti assieme rispettando le norme per il contenimento del Corona Virus. Non ci resta che darvi appuntamento per le prenotazioni e augurarvi buon divertimento.

Visita al museo dei fossili di Bolca (vr) sabato 02 aprile 2022 programma: ore 8.00 - partenza da piazzale Zendrini ore 10.00 circa - arrivo a Bolca e visita guidata al museo dei fossili ore 12 - partenza per il pranzo nel ristorante “Michelin” di tregnago (vr) e ritorno a Campalto nel tardo pomeriggio/sera quota di partecipazione € 50.00

È obbligatorio il possesso del green pass rafforzato

via Gobbi 259 - Campalto da martedì a sabato orario 8.15 - 17.30 per appuntamento: 3927242100

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BICI NEWS

Quella che fino a poco tempo fa poteva sembrare un’idea lontana dall’ essere realizzata, si sta invece concretizzando in un progetto che tra pochi giorni dovrebbe vedere la luce. Stiamo parlando di quello che è stato soprannominato “da Ca’ Sabbioni a Punta Sabbioni”, ovvero un percorso ciclabile per unire la Riviera del Brenta con le spiagge. Tenuto conto che alcuni tratti già esistono e sono percorsi ogni anno da migliaia di amanti delle due ruote, la Città Metropolitana, con un adeguato investimento già finanziato, ha deciso di intervenire sui tratti ancora scoperti. Il nostro territorio, assieme a quello di Marcon e Quarto d’Altino, sarà particolarmente coinvolto in questo progetto. Il tratto sicuramente più interessante è quello che unisce Dese con Altino. L’argine meridionale 10

dell’omonimo fiume sarà reso percorribile fino alla località “Ponte Alto” e da qui, attraverso strade già esistenti, fino alla idrovora di Zuccarello. Superato il corso d’acqua con una passerella di nuova realizzazione, ci si congiungerà con il “Percorso della Memoria” fino al Museo Archeologico Nazionale di Altino. Da qui a Portegrandi , Caposile e il litorale seguendo i percorsi già noti e frequentati. Altri interventi saranno eseguiti in ambito cittadino per cercare di completare la rete di ciclabili attualmente esistente, assai simile a uno “spezzatino”. (e a Campalto ne sappiamo qualche cosa…) Seguiremo con attenzione l’evolversi della situazione per aggiornare i nostri lettori su questo importante progetto.

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Gianfranco Albertini


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LA PAGINA DELL’ARCHEOLOGIA NUOVE TRACCE DI ROMANITÀ DALLA LAGUNA DI VENEZIA: LA STRADA CLODIA - ALTINUM La Laguna di Venezia continua a svelar le tracce di un passato che possono riscriverne la storia così come siamo abituati a conoscerla. Infatti, una scuola di pensiero, ancora oggi viva, sostiene come Venezia sia stata edificata in epoca tardo antica (il fatidico 25 marzo del 421 d.C.) in un luogo desertico ovvero senza precedenti tracce di presenza umana. Oltre alla “Villa del Sale”, della quale abbiamo parlato nel precedente numero, sono invece recentemente emerse (luglio 2021) le tracce di un’antica strada di epoca romana, composta da 12 strutture allineate lungo l’asse del Canale Treporti, alte fino a 2,7 metri e lunghe fino a 52,7 metri, e di un molo. Si tratta di agglomerati di “basoli” (le pietre che venivano utilizzate dai Romani per la costruzione delle strade) che lastricavano una strada posta lungo un antico litorale sabbioso, oggi sommerso dal mare, ma che in epoca romana era emerso e perfettamente accessibile. La presenza di tali strutture conferma quindi che secoli prima della fondazione della città di Venezia vi erano in laguna già degli insediamenti stabili, con un sistema viario percorso da viandanti e naviganti che si spostavano tra l’attuale città di Chioggia e l’antica città di

Altino, nella parte settentrionale della Laguna. La scoperta è stata pubblicata su Scientific Reports da parte del “Gruppo Nature”. Si tratta del risultato di un lavoro di squadra iniziato tre anni prima con le rilevazioni effettuate dal CNR e poi con le successive verifiche effettuate dalla Soprintendenza di Venezia. Il gruppo di esperti ha setacciato la laguna in lungo e in largo con un sonar ad alta risoluzione per raccogliere dati che poi, una volta scaricati, sono stati elaborati per ricostruire la mappatura dei fondali della laguna. Il lavoro di analisi e ricostruzione in immagini delle misure raccolte, unitamente alla ricerca archeologica e archivistica, ha quindi mostrato delle strutture in allineamento, che componevano il tracciato stradale delle dimensioni poco sopra riportate, documentando anche la presenza di altre quattro strutture ascrivibili all’età imperiale. La posizione di questi manufatti e le loro dimensioni fanno pensare che si potesse trattare potenzialmente di una struttura portuale, forse parte di un molo, anche se ulteriori indagini archeologiche subacquee saranno necessarie per confermare tale ipotesi. Sono stati infine ritrovati anche diversi resti, tra i quali alcune anfore, sommersi

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da quasi quattro metri di acqua, a causa dell’innalzamento del mare e della subsidenza. Una delle 12 strutture della strada era già stata individuata nel 1985 dal celebre archeologo Ernesto Canal, pioniere dell’archeologia lagunare che scopriva in quell’area la presenza di alcune anfore e un allineamento di numerosi basoli. Altre pietre simili erano state successivamente documentate mentre delle restanti strutture, ora individuate con la recente indagine, non c’era ancora traccia. Grazie alla scoperta del team CNRIUAV viene quindi confermata l’ipotesi riguardante un sistema stabile di insediamenti romani nella laguna veneta, di cui un esempio è la già citata “Villa del Sale” che insiste proprio lungo il tracciato di questa strada che, molto probabilmente, era parte integrante della rete viaria romana dell’Italia nord orientale e serviva per collegare, come si diceva in precedenza, Chioggia (Clodia Maior) ad Altino (Altinum) città che sorgeva sulla parte settentrionale della laguna. Tutti conosciamo la grande abilità dei Romani quali costruttori e creatori di una viabilità molto efficiente che si estendeva per decine di migliaia di chilometri per collegare tutti i loro territori. Una rete stradale di cui molte porzioni sono ancora, ai giorni nostri, ben conservate dopo più di due millenni e un esempio lo abbiamo, nel nostro territorio, con il famoso “Graticolato Romano” nella parte 12

nord orientale dell’attuale Provincia di Padova. Il sistema romano dei trasporti, tuttavia, non si limitava alle sole rotte terrestri, poiché il controllo imperiale del territorio si estendeva anche ad ambienti di transizione quali delta, paludi e lagune e una rete capillare di corsi d’acqua veniva utilizzata per gli scambi di merci e la circolazione delle persone. Particolarmente significativo, inoltre, il fatto che sia emersa da questo studio multidisciplinare anche la conferma della capacità degli antichi Romani di adattarsi e gestire ambienti dinamici complessi, spesso radicalmente diversi da quelli odierni. Infatti, come si diceva in precedenza, durante l’età romana, ampie zone della Laguna di Venezia, ora sommerse, erano accessibili da terra. Purtroppo, nonostante i ritrovamenti di numerosi reperti negli ultimi decenni nelle isole e nelle aree umide della Laguna, non è ancora chiaro quale fosse l’effettiva estensione dell’occupazione antropica in epoca antica. In epoca romana sappiamo bene che il livello medio del mare era più basso di quello attuale e che gran parte della Laguna, oggi sommersa, era accessibile via terra. Le sorti della Laguna di Venezia, la sua origine ed evoluzione geologica sono quindi sempre state strettamente legate al relativo innalzamento del livello medio del mare, che oggi minaccia l’esistenza stessa della città storica

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e dell’isola lagunare. È infine da ricordare che, mentre l’evoluzione geologica della Laguna di Venezia sia stata esaminata in diversi studi, meno si sa della presenza umana in Laguna prima della fondazione della città storica. Analogamente a quanto accaduto a molte zone costiere dell’area mediterranea e di altre parti del mondo, numerosi reperti archeologici sono stati rinvenuti sott’acqua o addirittura sepolti sotto i fondali lagunari, molti dei quali di origine romana. E ora, il ritrovamento di questi resti romani riapre una più ampia prospettiva ed è quanto mai significativo in quanto suggerisce che vi potessero essere insediamenti diffusi e permanenti nella Laguna di Venezia, in particolare nell’attuale Canale di Treporti,

ben prima della fondazione della città storica. Come sostiene infatti l’archeologa Bassani, questo insediamento dimostra chiaramente come l’insediamento di Venezia risalga all’alto medioevo mentre la Laguna, a quei tempi molto diversa da come la conosciamo oggi, fosse in realtà già abitata in maniera diffusa e permanente già precedentemente, in epoca imperiale. Questa scoperta, unitamente a quella della “Villa del Sale”, ci pone quindi delle domande fondamentali. Prima fra tutte, quale sia stato il ruolo svolto dalla laguna di Venezia, la più grande laguna del Mar Mediterraneo, in epoca romana.

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Daniele Rampazzo

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GESTIRE IL PROPRIO MODELLO 730 PRECOMPILATO Il breve corso si propone di guidare passo passo gli utenti alla gestione pratica del proprio modello 730 precompilato, invogliandoli a operare in autonomia. Durante gli incontri verranno suggerite anche le modalità per gestire in sicurezza le proprie credenziali, archiviare e conservare i documenti nei pc. Di seguito il programma di massima. primo incontro: -- Attività preliminari: raccolta della documentazione (ricevute, fatture e scontrini) -- Gestione del mod. 730 precompilato -- Modalità di accesso (SPID-CNS-CIE) -- Controllo dei dati inseriti dall’Agenzia Entrate -- Stampe (versione precompilata, dati utilizzati e, spese mediche) -- Modifiche e inserimento nuovi dati -- Conferma, invio e stampa del mod. 730 -- Stampa ricevuta secondo incontro: -- Come rimediare agli errori di compilazione -- Correggere il mod. 730 inviato -- Correggere o modificare il mod. 730 liquidato -- Il modello Redditi integrativo del mod. 730 -- Problematiche e quesiti dei partecipanti Questo mini corso è proposto e curato da Carlo Dalla Pietà (ex dipendente dell’Agenzia Entrate) in collaborazione con “Auser il Gabbiano”. A breve saranno comunicate le date e le modalità di partecipazione.

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La Pagina di Campalto è curata dal Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - bibliotecalinosoffiato@gmail.com Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: Blog Territori e Paradossi - Associazione Culturale. E-mail: info.blogterritorieparadossi@gmail.com Stampato in proprio - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile online all’indirizzo: http://issuu.com/lapaginadicampalto È possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com o visitando la nostra pagina facebook.


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