Bruno Alberti

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passato poi allo sci da discesa, inizia a farsi guardare sulle piste di Cortina che allora erano battute dai guardia-pista. Le numerose gobbe che si formavano rendevano le piste molto impegnative e solo in occasioni particolari uscivano delle squadre che con semplici badili sistemavano alla meglio la superficie innevata. Oggi Bruno Alberti conserva l’entusiasmo e la passione della sua carriera e le qualità del campione: “la difficoltà delle discese di allora non ha paragone con la preparazione odierna dei tracciati. Allora molti cadevano a causa della qualità della pista e per le attrezzature. Oggi purtroppo molti sono invece gli incidenti causati dalla velocità, inesperienza e poca prudenza!”. Bruno Alberti scia con noi in una mattinata splendente di fine febbraio mentre ci spiega cosa lo sciatore trova scegliendo le piste di Cortina d’Ampezzo e ci racconta della sua vita da campione sugli sci: dal 1953 membro della Squadra Nazionale Italiana di Sci alpino e nel ’56 appartenente alla Delegazione Olimpica. Lo ritroviamo nel 1960 a Squaw Valley dove si classifica

sulle piste di cortina con bruno alberti testo di Lalla Facco - foto di Giuseppe Ghedina

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nelle varie specialità e via via fino a conquistare in gare internazionali numerosi allori fino al 1961. Passa poi come allenatore della squadra nazionale maschile di sci alpino e allena Carlo Senoner che vincerà la medaglia d’oro in slalom speciale ai campionati del mondo al Portillo (Cile). Amante della velocità Bruno Alberti partecipa al KL (chilometro lanciato) di Cervinia con un secondo posto nel 1970 raggiungendo la velocità di Km/h 182,640. Sciare con lui però non è imbarazzante perché il suo amore per Cortina e le sue piste fa dimenticare il confronto con un campione. Salendo in seggiovia racconta: “la mattina qui a Cortina si scia in Tofana perché c’è il sole. La pista più difficile è però la Forcella Rossa, nel comprensorio Ra Valles-Drusciè, ma è quasi una difficoltà emozionale poiché il tracciato si dipana abbastanza stretto ma agevole fra le rocce, il panorama è bellissimo e la pendenza considerevole soprattutto nel tratto centrale. Non è però più difficile dei Labirinti o della Vertigine nel comprensorio Tofana”. La mattina è perfetta e nelle prime ore le piste sono semideserte. Ci

“Strano come una discesa vista dal basso assomigli tanto ad una salita” Anonimo

“P

artivo da Zuel in bicicletta e raggiungevo Ronco, poi da lì salivo a piedi al Col Drusciè per allenarmi perché non avevo i soldi per pagare lo slittone che portava in cima gli sciatori. Riuscivo a fare tre o quattro discese in un pomeriggio…avevo 14 anni e tanta voglia di vincere”. Succedeva intorno al 1948 e Bruno Alberti era il ragazzo che, nato come saltatore dal trampolino,

Sopra: Bruno Alberti durante una competizione in un salto alle Pale di Rumerlo, parte finale della pista Olimpia della Tofana. Above: Bruno Alberti during a competition in a jump at Pale di Rumerlo, final part of the Tofana Olimpia track.

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riempiamo gli occhi guardando la corona di montagne familiari che ci circondano senza soluzione di continuità mentre saliamo verso il rifugio Duca d’Aosta. Mentre “sorvoliamo” con la seggiovia il Canalone della Tofana, Bruno ci spiega che se preso dall’alto è una pista tecnica e impegnativa perché la pendenza è uniforme fino al “van”, dove si appiattisce leggermente. Discesa di grande soddisfazione per sciatori che amano una pendenza uniforme con una lunghezza totale interessante. La pista OLIMPIA DELLA TOFANA, dove si svolge il Campionato del Mondo femminile, si trova sul versante nord-ovest della conca d’Ampezzo, proprio sotto il massiccio della Tofana. La partenza è posta sopra il Rifugio Pomedes e dopo qualche centinaio di metri si raggiunge il ripidissimo “Shuss”, un tratto di pista nera. Continuando si costeggia la zona del Duca D’Aosta, con un salto in curva, il primo e il secondo muro, la diagonale, la grande esse - la zona del “Bus de ra Pales” (dal Rifugio Duca D’Aosta alla zona del “Bus de ra Pales” la pista è interamente nel bosco) - per arrivare alle Pale di Rumerlo.

Bruno Alberti sullo Shuss dell’Olimpia della Tofana, indossa il casco e la tuta appositamente da lui utilizzati per il km lanciato di Cervinia nel 1970, ma ai piedi indossa scarponi e sci di ultima generazione. Bruno Alberti on the Shuss of the Tofana Olimpia, wears the cap and suite used during the 1970 Cervinia Km, but he uses last generation ski and ski boots.

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La pista è immacolata e Bruno si lancia come un tempo giù per la discesa passando lo shuss a una velocità vertiginosa in perfetta posizione a uovo e il tempo sembra non essere passato se non per le attrezzature ai suoi piedi. La mattina trascorre in Tofana con una puntata a Ra Valles dove, partendo dal Bus de Tofana, che sfiora i 3000mt, si scende fino a Piè Tofana posto a 1600mt in uno scenario esaltante. Prima però di prendere la Freccia nel Cielo dal Col Drusciè non ci facciamo mancare una discesa sulla neve dell’olimpionica A, palestra da slalom gigante. “Si potrebbe allungare e allargare facendolo diventare uno dei più bei percorsi al mondo di slalom speciale!” – ci dice Bruno assaporando le potenzialità della pista. Nel pomeriggio ci spostiamo nel comprensorio Faloria-Cristallo dove le piste sono leggermente più corte nella parte alta e meno impegnative in quella bassa ma estremamente piacevoli come la Franchetti, Vitelli, Stratondi e la Topolino in Faloria. In Cristallo da non perdere la Staunies! La neve del versante Faloria mantiene benissimo fino a stagione inoltrata perché le sue piste sono

meno esposte al sole e quindi si scia benissimo sempre. Una segnalazione va anche al comprensorio Cinque Torri, Averau TroiLagazuoi perché dalla stagione 2009 è possibile sciare fino in Val Badia lasciando la macchina a casa. La giornata volge al termine. Ci togliamo gli sci ma prima di salutarci chiediamo al nostro straordinario Pigmalione di dare un consiglio ai nostri lettori: “più che un consiglio vorrei fare una considerazione e dire ai vostri lettori: se tu ami la montagna, le montagne che vedi a Cortina non ci sono in nessun altro posto al mondo... e tutto ciò l’ha fatto il Padre Eterno e non l’uomo! Il paesaggio è intatto e sciare qui è un’esperienza unica al mondo e questo dà un valore ineguagliabile a Cortina!”. Grazie Bruno, grazie Cortina!

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used to leave Zuel by bike and reach Ronco, from there I used to go by foot to Col Drusciè in order to train myself as I did not have sufficient money to pay the sledge that took skiers to the top... I was fourteen and had a lot of will to win”. This took place around 1948 and Bruno Alberti was the boy who, born

as a ski jumper and having switched to down hill skiing, started to be admired on the Cortina runs. In those days, the ski runs were very challenging, due to the humpy ground and only in extreme occasions, squads went out to settle the snowy surfaces with simple shovels. Bruno Alberti still has enthusiasm and passion, including the qualities of a champion: “The difficulty of those days cannot be compared with the current course preparation. Many skiers used to fall on the runs due to the poor quality and equipment. Today they are linked to speed, inexperience and lack of caution!” On a splendid morning at the end of February Bruno Alberti tells us what a skier finds choosing the runs of Cortina D’Ampezzo and talks about his life as a ski champion: member of the Italian Alpine Ski National Team from 1953 and in 56’ of the Olympic Delegation. Until 1961 he conquests many Olympic honours in international races, becoming the national male alpine ski team Alpine trainer. He loves speed and in 1970 he tries the Cervinia KL (Launched Kilometre) classifying 2nd, reaching 182,60 KM/h. Skiing with him is not embarrassing because of his love for Cortina and its runs which allows one to forget the comparison with a champion. On the chair lift he says: “In the morning in Cortina one always skies on the Tofana as the sun is there. The most difficult run is Forcella Rossa, but it’s nearly an emotional difficulty as the route is narrow even though smoothly threaded amongst the rocks, the view is wonderful and the slope is considerable in the centre”. The morning is perfect and the runs are still semi deserted. We fulfil ourselves by looking at the familiar crown of mountains that surround us as we go ahead towards the Duca d’ Aosta refuge. The OLIMPIA DELLA TOFANA run is placed on the north-west side of the Ampezzo valley, under the Tofana mass. The start is placed over the Pomedes refuge and after a few hundred metres, one reaches the very steep “Shuss”.

In the afternoon, we move to Faloria-Cristallo where the ski runs are slightly shorter on the high side and less engaging in the lower part, but extremely enjoyable like Franchetti, Vitelli, Stratondi and Topolino in Faloria. Staunies in Cristallo. The snow on the Caloria side keeps well until the end of the season because the runs are less exposed to the sun allowing one always to have a good ski. The day is ending. We take off ours skies, but before saying goodbye, we ask our extraordinary Pygmalion for some advice for our readers: “I would like to tell your readers that if you love mountains; the mountains in Cortina are not to be found in any other place in the world… all of this was cre-

ated by God, not man! The landscape is intact and skiing here is a unique experience giving Cortina an unequal value! ”. Thank you Bruno, thank you Cortina!

Sotto da sinistra: Karl Schranz, Karim Aga Khan, Tony Sailer insieme all’amico Bruno Alberti. Below from the left: Karl Schranz, Karim Aga Khan, Tony Sailer with their friend Bruno Alberti.

il ricordo di un grande campione Tony Sailer il primo sciatore che ha vinto tre titoli olimpici a Cortina: discesa, slalom e speciale. Chiediamo a Bruno Alberti un suo ricordo: “Era un atleta formidabile, un fuoriclasse che vinceva con distacchi che oggi sono impossibili. Un bel ragazzo, una persona squisita. Siccome era uno sciatore impossibile da battere sono riuscito a ‘fare meglio’ di lui solo in una discesa in una gara post olimpionica, il ‘Kandahar del Sestriere’ nel 1956. Prima di andare ai campionati del mondo del ‘58 a Bad Gastein, in Austria, una settimana prim abbiamo fatto una gara di slalom gigante. Pioveva e non c’era quasi neve. Tony Sailer è partito col numero 28 e ha vinto con 4” e mezzo di distacco dal secondo. È sceso praticamente sull’erba, partendo senza spingere, dimostrando che nessuno poteva vincere, nessuno, solo lui con classe da vendere. Ai funerali a Kitzbühel, aveva 73 anni, abbiamo perso un grande campione. Ho perso un amico”. We ask for some memories of Tony Sailor, the first skier who won three Olympic titles in Cortina: downhill, slalom and special. “He was a formidable athlete who won with outdistances that are impossible today. An exquisite person. Before the world championships in 1958 at Bad Gastein in Austria we did a giant slalom race. It was raining and there was hardly any snow. Tony Sailor started with n28 and won with 4’’ and a half of outdistance from the second. He went down on the grass, demonstrating that no one could win except he himself. His funeral was at Kitzbuhel, he was 73, and we lost a great champion. I lost a friend”.

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