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Anche se il sacchetto non si gonfia “Buongiorno signori, benvenuti a bordo”, una graziosa non più giovanissima hostess accoglie sulla soglia dell’aereo i passeggeri del volo Milano-Napoli, impettita nella sua divisa impeccabile, capelli biondi raccolti a chignon, dispensa a tutti indistintamente, economy o business, lo stesso smagliante sorriso d’ordinanza, una fila di denti bianchissimi circondati da un rossetto piuttosto vivace, ma i passeggeri non sembrano essere per la quale, tirandosi dietro faticosamente i loro carretti, borse, tracolle e quant’altro sono riusciti ad ammettere nel bagaglio a mano (un vero talento che sfiora la magia), hanno tutti volti cupi, imbronciati, alcuni visibilmente alterati, e in questa atmosfera temporalesca, il placido sorriso della hostess appare decisamente fuori luogo, inopportuno, quasi importuno, nessuno ricambia il saluto, qualcuno fa di peggio, “buongiorno un corno!” sbotta improvvisamente, in modo brusco e villano, un omone alto e grosso, arrivato in cima alla scala sudato e ansimante, capelli lunghi grigi e unti raccolti a coda di cavallo, è evidente che ha perso la sua riunione, ma che colpa ne ha la povera hostess? quasi due ore di ritardo, per un volo che ne prende una sola, sono decisamente troppe, “per ritardato arrivo dell’aeromobile” si giustifica la compagnia aerea, come se questa ormai ricorrente motivazione la potesse in qualche modo assolvere, la gente si spintona nervosamente, non siamo in metrò ma quasi, è lo stesso aereo che va e viene, prima fa uscire i passeggeri che sono appena arrivati poi, dalla stessa porta, entrano quelli che partono, non è inconsueto sentire sulla poltrona ancora il tepore di chi si era seduto prima, l’unica differenza con la metropolitana è che le porte non si chiuderanno prima che siano saliti tutti, almeno per ora. Una volta accomodati tutti i passeggeri il malcontento non si placa, una musichetta allegra di sottofondo prova a sua volta a rasserenare gli animi con scarsi risultati, nel corridoio continua a serpeggiare un borbottio di disappunto proveniente un po’ da tutte le fila, “dia a me, l’aiuto io”, si offre un’altra hostess per sistemare un bagaglio in cappelliera, “lasci stare, faccio da sola!” risponde villanamente una giovane donna, camicietta bianca, gonna grigia, piglio deciso, tipo amministratore delegato, di sicuro anche lei aveva degli impegni che sono andati in fanteria, ma ancora, che colpa ne ha la povera hostess? “Signore e signori, ladies and gentlemen”, è il momento del conseuto balletto del cabin crew, mentre l’aereo si avvia lentamente verso la pista del decollo, il personale di bordo si sbraccia per spiegare cosa fare e cosa non fare a bordo dell’aereomobile nella più totale indifferenza dei passeggeri, nessuno che degni loro neanche di uno sguardo, fosse giusto per simpatia, per dare loro una minima gratificazione per tanta fatica inapprezzata, “un sentiero luminoso indicherà l’uscita di sicurezza più vicina a voi”, un bambino, forse al suo primo volo, guarda incuriosito, poi vedendo che la mamma non ha mai alzato lo sguardo dal suo libro, torna a giocare con il suo smartphone, “la maschera a ossigeno funziona anche se il sacchetto non si gonfia”, a cosa serve rifare ogni volta lo stesso show, a ogni volo, se a nessuno interessa? Forse tra tutti i passeggeri ce n’è uno, anche uno solo, che non ha mai preso un aereo, il balletto è per lui, deve sapere cosa fare in caso di emergenza per salvarsi la vita, e cosa non fare durante il volo per non mettere in pericolo quella degli altri, anche fosse solo per lui, di sicuro ne sarà valsa la pena. Il KKL, con il suo incessante lavoro, ha dato vita a tantissime zone di Israele, ieri desertiche, aride, disabitate, oggi verdi, ridenti e popolate da tante persone, chi salva una vita salva un mondo intero, dice il Talmud, da più di un secolo salvare mondi in Israele è la nostra unica missione, se con il tuo lascito saremo riusciti a salvare una comunità, magari solo una famiglia, forse solo una coppia, anche una sola vita, di sicuro ne sarà valsa la pena.

Maurizio Hazan Lasciti, relazioni e progetti K K L Te l . 3 3 5 27 6 4 2 5 / 0 2 4 1 8 8 1 6

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EDITORIALE a cura di Navé Arieli

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halom a tutti i lettori di Karnenu e ai sostenitori del KKL Italia Onlus. In Gioele 1:19 è scritto “Io grido, perché il fuoco ha divorato i pascoli del deserto, la fiamma ha consumato tutti gli alberi della campagna”. Lungo la Striscia di Gaza imperversa l’intifada silente: contro questa nuova, orribile forma di terrorismo, sono impegnate le guardie forestali del KKL che monitorano la situazione intervenendo come possono per domare i numerosi incendi causati dai palloncini incendiari. Il nuovo progetto KKL “Un fuoco senza fine” mira a raccogliere fondi per l’acquisto di nuovi mezzi antincendio, per dare un aiuto concreto a chi ogni giorno lavora in prima linea. Uomini e donne del KKL sono infatti impegnati ogni giorno in Israele per portare un aiuto concreto dove ce n’è più bisogno. All’interno della rivista troverete il progetto nel dettaglio, informazioni su come sostenere la campagna per combattere questa forma di terrorismo che, sta facendo gravissimi danni, e mette in pericolo le vite di chi pacificamente vive e lavora in quelle zone. Quest’anno abbiamo avuto l’onore di avere due importanti delegazioni in Israele. La prima, giovanissima, è stata la delegazione di ragazzi provenienti da tutto il mondo. “Dare to Dream” era lo slogan del 64° Eurovision Song Contest che quest’anno si è svolto a Tel Aviv. Un motto che riguarda l’inclusione, la diversità, l’unità. Per questo, siamo orgogliosi di aver dato la possibilità a quattro splendidi ragazzi italiani di presenziare a questa speciale missione firmata KKL! Hanno vissuto esperienze indimenticabili, dalla partecipazione all’Eurovision alla scoperta dei progetti e del mondo del Keren Kayemeth LeIsrael. La seconda delegazione, invece, ha esplorato il deserto di Israele: il tradizionale viaggio KKL quest’anno intitolato “Yalla LaMidbar” ha visto la partecipazione di quarantanove persone, oggi nostri nuovi ambasciatori! Con il 5780 la rivista Karnenu uscirà con due soli numeri speciali l’anno. Quelli più preziosi e che tutti aspettate. In questo numero troverete il lunario smart e nel prossimo, in uscita a dicembre, il vostro amatissimo calendario. Tanti progetti ci aspettano, il nuovo anno sarà all’insegna del pieno sostegno verso Israele. A nome di tutta la grande famiglia del KKL vi auguro un anno ricco di felicità, salute e pace. Continueremo a lavorare per la vita e lo sviluppo della fratellanza per un mondo più verde. Shanà Tovà!

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CONTATTI

INFERNO DI FUOCO – Martina Mieli FERMIAMO LE FIAMME – Daniel Ghighi KKL SUL FRONTE – Ofer Sachs YALLA LAMIDBAR CRONACA DI UN VIAGGIO DEL CUORE UNA FORESTA IN MEMORIA DI NECHAMA RIVLIN EUROVISION MISSION OMNIBUS

N. 1/5780 - Settembre 2019 Registrazione numero 208/2006 del 24-05-2006 Editore: Rivista della Fondazione KKL Italia Onlus Sede: Via P. A. Micheli, 53 - 00197 Roma Tel. 068075653- Fax 068078960 Direttore Responsabile Nicola Zecchini direttorekarnenu@kkl.it Caporedattore e coordinamento Martina Mieli ufficiostampa.kkl@gmail.com Redazione Navé Arieli, Valeria Milano Progetto grafico e stampa -

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INFERNO DI FUOCO -- La nuova terribile forma di terrorismo -Fin dalla sua nascita, lo Stato di Israele ha combattuto difficili battaglie contro tutti i suoi nemici: guerre, contro ogni deplorevole forma di terrore. Spesso c’è stata una quiete, a volte apparente, a volte temporanea. Ma è un conflitto senza fine, con ostilità continue, a volte silenziose. Silenziose, come le nuove ingegnose tattiche terroristiche. Avete presente i palloncini a elio, festosi e colorati, per le feste dei bambini? Quando l’elio non c’è, la disperazione delle mamme si risolve con due semplici ingredienti casalinghi: bicarbonato di sodio, aceto e… puff la soluzione al problema è servita! I palloncini fluttueranno nell’aria grazie alla reazione acido-base che porta alla creazione di anidride carbonica. Vorrei raccontarvi una storia divertente, di tanti palloncini colorati che fluttuano nell’aria o del comune, solito e ordinario utilizzo dei balloon per festeggiare i bambini. Ma devo raccontarvi invece la follia, di come l’insania umana supera ogni limite. In Israele la chiamano “Intifadat habalonim” che tradotto significa l’intifada dei palloncini. È la nuova arma dei palestinesi, è questa la follia: un’arma incendiaria quasi primitiva, sta complicando le scelte strategiche degli israeliani che non riescono a trovare la soluzione per fermare questi rudimentali mezzi aerostatici. Ecco come l’effetto sorpresa palloncini da festa si trasforma in catastrofe. Vi spiego esattamente l’assemblaggio: molotov, piccoli ordigni esplosivi, bombe artigianali, attaccati a palloncini aerostatici. Aggiungiamo il vento e il naturale elemento istinto di un volatile, l’ordigno è pronto a colpire dall’altra parte della Striscia, in Israele. Il filo fa da miccia e il congegno in caduta libera sul terreno scatena l’inferno di fuoco.

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Studiato ad hoc in ogni minimo dettaglio, è stato considerato anche il clima arido e difficile di Israele. Dimenticavo, non solo palloncini incendiari, quando meno te lo aspetti dalla Striscia di Gaza arrivano anche aquiloni e preservativi gonfiabili. Cosa sto dicendo? Stessa tattica, stesso assemblaggio. Sono questi i nuovi strumenti del terrore che spinti dal vento, superano liberamente la barriera di protezione al confine, cadono nei campi israeliani e bruciano ettari di terreno.

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La stagione secca infatti, costituisce l’ulteriore supporto per bersagliare al meglio i campi coltivati dagli agricoltori dei kibbutzim nei dintorni di Gaza, le foreste, i boschi, gli animali, i civili. La peculiare aviazione palestinese sta causando ingenti danni all’agricoltura, secondo le stime del governo si parla di molti milioni di euro. Dall’aprile del 2018 sono stati lanciati da Gaza verso Israele più di 1200 tra palloncini, aquiloni e preservativi incendiari. Così l’intifada di fuoco accende l’ignobile immaginazione dei (piro) terroristi, con manovalanza e strumenti a basso costo di realizzazione. È questa la nuova terribile forma di terrorismo, dove il fuoco si diffonde come vuole, brucia, senza calcolare quali e quante vittime farà. Vorrei sottolineare che l’uso di tattiche incendiarie non è un argomento nuovo: esistono versi di un testo sacro che ispirano alla realizzazione di un vero “inferno di fuoco”. Un esempio. Il 22 maggio scorso ci sono stati 11 incendi vicino alla striscia di Gaza: uno di questi ha provocato circa 400 dunam di terreno bruciato nel Kibbutz Alumim. Me l’ha raccontato Moshe, il vigile del fuoco forestale KKL che ho intervistato il 23 maggio, quando ero in Israele, nella Foresta KKL Be’eri, a circa 2 km dalla Striscia. All’improvviso mentre parlavamo è arrivata una chiamata. Senza dirmi una parola, mi ha lasciata lì incredula, Moshe è salito sull’autopompa e scappato via. In pochissimi secondi ho capito cosa stava succedendo. Mi sono guardata intorno e non lontanissimo da me ho visto una nube di fumo nero. Era tutto vero. Mentre il vento soffiava e alimentava le fiamme, ho realizzato con i miei occhi le abominevoli fantasie di #Israelburn, l’intifadat habalonim. Grazie a D. ci sono i nostri eroi: vigili del fuoco forestale KKL, corpo nazionale, volontari, vigili del fuoco del consiglio regionale e dell’esercito sempre pronti per intervenire all’emergenza contro ogni tipo di incendio. A molti è ignota la notizia che, tra le tante attività del KKL, esiste un dipartimento speciale, nello specifico un’unità di vigili del fuoco forestale, che si occupa del verde, della sicurezza delle foreste, ma anche delle zone agricole e dei kibbutzim, addestrati dalla prevenzione all’emergenza fino al


© foto Carlo Mogiani

ripristino dei danni. Con un instancabile lavoro, coraggiosamente affrontano gli imprevedibili incendi, rischiando la propria vita per aiutare e salvaguardare il verde di Israele. Grazie alla determinazione e alla professionalità che caratterizza la nostra organizzazione e soprattutto al garantito supporto dei nostri sostenitori da tutto il mondo, KKL è in prima linea con un nuovo progetto per cercare di fermare questo imminente problema. In questo difficile momento, a causa dei continui e infiniti attacchi provenienti da Gaza, c’è bisogno di nuovi veicoli che possano prestare soccorso. È questo il nuovo progetto firmato KKL Italia Onlus: la raccolta fondi per l’acquisto di un nuovo mezzo antincendio per combattere questa terribile forma di terrorismo. Dobbiamo essere preparati all’emergenza, dobbiamo

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operare per mettere in difesa le nostre terre, le nostre foreste, il nostro futuro e quello dei nostri figli. Io ho avuto paura: vivere in prima persona l’intifadat habalonim, vedere con i miei occhi quella nube di fumo, pensare a cosa sarebbe potuto accadere. In un saggio di Napoleon Hill è scritto “Coltivate sempre pensieri positivi, l’entusiasmo non può fiorire in un terreno pieno di paura”. Sono certa che ripristineremo l’ambiente nelle nostre foreste e coloreremo Israele più verde di prima. Sono certa che troveranno una soluzione per lo stillicidio senza fine di questi agghiaccianti mezzi aerostatici. Noi, nel frattempo, continuiamo a fare il nostro lavoro: aiutare e sostenere Israele. Sempre.

MARTINA MIELI

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FERMIAMO LE FIAMME - - L’ e s p e r i e n z a d e i p r o f e s s i o n i s t i K K L - -

Le Guardie Forestali si occupano del mantenimento, della salvaguardia e pulizia delle foreste e dei parchi delle zone specifiche di appartenenza, permettendo al pubblico un libero e sereno accesso al verde di Israele. Tutto il nostro personale forestale KKL è addestrato anche come Vigile del Fuoco e ogni anno svolge accurati corsi di aggiornamento con esercitazioni e pratiche speciali dove a ognuno viene assegnato un ruolo particolare che poi svolgerà in caso di emergenza. L’addestramento del nostro staff prevede tre fasi fondamentali: la prevenzione, l’emergenza e il ripristino dei danni. La prevenzione è al centro di tutte le attività che il nostro personale svolge quotidianamente. In ogni foresta del KKL, infatti, c’è una torretta di controllo dalla quale i forestali osservano e monitorano il territorio, i visitatori ed eventuali problemi. In tutte le foreste KKL vengono costruite delle barriere protettive, per non permettere al fuoco

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di propagarsi vicino alle case, perché purtroppo spesso il verde è sito vicino alle abitazioni o all’interno delle città. Tutte le foreste hanno una struttura strategica: all’interno gli alberi sono posizionati uno distaccato dall’altro, ci sono strade e sentieri che dividono la foresta in due parti, che permettono in caso di incendio che non vengano bruciati troppi ettari. Questo consente alle macchine dei Vigili del Fuoco di intervenire più rapidamente e in maniera più efficace. Come prevenzione agli incendi, una delle principali attività quotidiane dei forestali KKL, è quella di mantenere “pulita” la zona bassa degli alberi: il tronco deve essere lasciato pulito per un metro e mezzo/due metri senza rami o arbusti. L’erbaccia infatti è la causa principale degli incendi e con le dovute accortezze si può evitare di far bruciare anche la parte superiore dell’albero. Tutti i fuochi iniziano dal basso; per questo il pascolo del bestiame è utile per far sparire in maniera naturale le erbacce in eccesso.


Nelle zone dove gli animali non arrivano, invece, vengono utilizzati dei materiali ignifughi ritardanti per prevenire il rigenerarsi dell’erbaccia. Il Dipartimento Forestale KKL della regione sud di Israele, ha uno staff di circa sessanta professionisti di cui solo 27 – suddivisi in nove gruppi – sono specializzati come Vigili del Fuoco sempre pronti a intervenire che operano a stretto contatto con IDF, polizia, volontari e consiglio regionale. Possediamo in totale dieci torri di controllo, dislocate in diverse foreste, per monitorare e vedere da dove inizia il fuoco. In caso di incendio, i responsabili di vedetta informano l’unità Vigili del Fuoco KKL che entra in azione con i mezzi antincendio. In tutta la regione sud ci sono sette autopompe, alcune piccole, altre più grandi e sei mini jeep per gli incendi più piccoli. Le attuali autopompe però sono vecchie e non possono operare al 100%. Dal 2018 ci sono stati più di 1100 incendi vicino alla Striscia di Gaza che hanno colpito 15.000 dunam di foreste, bruciato 170 mila alberi e colpito vari kibbutzim

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come Nir Am, Gvaram, Be’erì, Kissufim, Alumim. Da quando è scoppiata l’intifada dei palloncini, infatti, riceviamo il sostegno dello staff KKL anche dalle regioni centro e nord. Ma non basta. Per spegnere il cuore degli incendi, che sta colpendo la nostra Israele, abbiamo bisogno di nuovi camion antincendio: più forti, più potenti, adatti a raggiungere e percorrere qualsiasi terreno. Questi nuovi veicoli infatti sono fondamentali e più efficienti degli aerei, possono arrivare più rapidamente, evitano l’elevato rischio di essere colpiti da attacchi terroristici e possono da soli spegnere un intero incendio, perché contengono più acqua e dispongono di un liquido schiumogeno antincendio più potente. Siamo impegnati ogni giorno per portare un aiuto concreto. Aiutateci a spegnere gli incendi!

DANIEL GHIGHI Direttore Forestale KKL della regione sud

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KKL SUL FRONTE -- Ieri e oggi --

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Sin dalla sua nascita, all’inizio del XX secolo, il Keren Kayemeth LeIsrael persegue la realizzazione della visione sionista. La visione in cui il KKL si identifica più di ogni altra cosa è la preparazione del terreno e la fioritura del deserto. Rendere Israele più verde, più fertile, in grado di affrontare le sfide della fornitura idrica, tutto questo è stato compiuto congiuntamente all’attività del KKL con il sostegno degli ebrei della Diaspora. Uno dei più importanti tesori dello Stato d’Israele sono i suoi alberi. Gli alberi sono simbolo di appartenenza, di potenza, di crescita. Gli alberi d’Israele sono come dei punti verdi che, uniti tutti insieme, delineano la mappa dell’impresa sionista, con la realizzazione del sogno di far ritorno nella propria patria, di far fiorire i deserti, e di costruire uno stato modello. Nell’arco di oltre 100 anni di attività, il KKL è divenuto un importante centro di conoscenza mondiale in campo di prevenzione della

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desertificazione e di sviluppo sostenibile. I mutamenti climatici a livello globale hanno reso il KKL un partner strategico sul piano internazionale, alla pari della FAO con sede a Roma e altre organizzazioni internazionali e di sviluppo. Purtroppo, gli eventi degli ultimi mesi intorno a Gaza ci pongono ancora una volta di fronte a nuove sfide. Il regime radicale al potere a Gaza ricorre a un nuovo tipo di terrorismo. Centinaia di ettari andati in fumo a causa del cosiddetto “Terrorismo degli aquiloni” nel tentativo di riportare indietro Israele di decine d’anni. Per tirare su un bosco o un campo è necessario curarsene per lunghi anni, mentre con un solo fiammifero i danni ambientali ed economici sono enormi. Agli occhi di un osservatore marginale, la cosa potrebbe sembrare di poco conto e insignificante: Israele non è in grado di fronteggiare alcuni aquiloni e del materiale combustibile? La risposta a questo interrogativo


ogni ora per coadiuvare le forze di sicurezza e i cittadini di fronte a queste sfide. Questa attività richiede molti sforzi straordinari, e il vostro aiuto, come in passato, è assolutamente essenziale. Questa non è una lotta territoriale, è una lotta per il nostro diritto su questa terra, per la sovranità, e per il nostro diritto a una vita dignitosa e serena in un ambiente verde e prospero. Siamo grati al personale KKL, che opera per il conseguimento di questo obiettivo, e a voi, che rendete loro possibile di compiere tutto ciò.

S.E. OFER SACHS Ambasciatore d’Israele in Italia

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è insita nell’etica israeliana e nella volontà di non rendere ancor più dura e difficile la vita dei residenti di Gaza, già ostaggi di Hamas. La lotta a questo terrorismo è sisifea e complessa, per contrastare gli sforzi delle organizzazioni terroristiche di rendere insopportabile la vita dei residenti della regione. La risposta a tutto ciò è proseguire con lo sviluppo e la prosperità della regione e di Israele. Riusciremo a superare anche questa sfida, e anche questa volta KKL è un partner immediato, sia attraverso una ferma lotta contro i piromani, sia, naturalmente, per quanto riguarda una rapida riabilitazione e riqualificazione delle terre. Il personale di KKL opera quotidianamente e ad

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YA LL A L A M I D BA R

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- - K K L i l v i a g g i o 2 0 19 - -

“Zachar mitzvà hu ha mitzvà”, il compenso di una mitzvà è la mitzvà stessa. Perché ogni volta che si fa qualcosa per gli altri, questo migliora noi stessi. Siamo tutti tornati alla routine ma il ricordo del viaggio trascorso insieme echeggia ancora nelle nostre menti e nei nostri cuori. Sono sei gli anni che lavoro al KKL Italia e cinque i viaggi di lavoro che avevo già fatto. Dovrei quindi essere abituata, ma ogni anno succede di nuovo: mi emoziono. Quest’anno l’avevo chiamato “Yalla LaMidbar” che tradotto significa “Dai, vieni nel deserto”. Un’esortazione che invitava alla scoperta della parte più caratteristica di Israele. Ben Gurion aveva un sogno “far fiorire il deserto”. Oggi si può ammirare come il suo più grande desiderio non fosse pura retorica. I panorami mozzafiato si mescolano con le emozioni: i sogni dei grandi si sono trasformati in realtà! Questo è il ritratto della forza del popolo ebraico, che sa sperare contro ogni speranza. Il deserto di Israele oggi è un passaggio, è il futuro. Il mondo del KKL e le bellezze di Israele hanno travolto i nostri 49 ospiti: dal Mar Morto all’Aravà, da Eilat a Mitzpe Ramon, passando per la striscia di Gaza fino a Gerusalemme. Otto giorni carichi di emozioni: un viaggio nell’anima e dell’anima, che ha toccato lo spirito intrinseco di ciò che è Israele. 49 volte grazie! A nome mio e del KKL, siete stati un gruppo speciale. “Todà” (grazie) per l’amicizia, per i sorrisi e per le lacrime, per la solidarietà e le emozioni provate insieme. L’organizzazione del viaggio è sempre una nuova sfida: ogni anno il KKL porta in Israele gruppi di persone, per la maggior parte non ebree, alla scoperta di Israele, della “nostra Israele”. Si parte con “perfetti sconosciuti” alcuni dei quali non sono mai stati in Israele e si torna con nuovi “ambasciatori”. Sì, ambasciatori! Ci piace chiamarli così, perché adesso che siete tornati alle vostre vite, farete una delle cose a cui teniamo di più: raccontare cosa avete visto e vissuto. Raccontare la vera Israele. E quando ci riusciamo, siamo fieri e orgogliosi del nostro lavoro. Nei Salmi di David 1:3 è scritto: “Egli sarà come un albero piantato presso corsi d’acqua, che darà il suo frutto a suo tempo, le cui foglie non appassiranno e tutto ciò che farà avrà successo”. Todà

MARTINA MIELI

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Mattina del 19 maggio 2019: finalmente il giorno della partenza per Israele è arrivato, un viaggio iniziato con la semplice curiosità del turista. Mai avrei immaginato quanto potesse diventare importante per me. Il deserto è stato il protagonista della prima parte del mio viaggio: spazi infiniti, silenzio, rocce color dell’oro con sfumature rosse e rosa, fermo nella sua immobilità che mutava ad ogni sguardo. Nel momento in cui, però, ho conosciuto le realtà dei vari Moshav e Kibbutz, ho iniziato il mio vero viaggio. Sono stata colpita dalla luce nello sguardo delle varie persone che hanno raccontato la loro vita quotidiana: gli occhi brillano e la parola “SFIDA” esce con orgoglio nel mostrare come riescono, da una terra arida, a ottenere coltivazioni e fonti d’energia per il sostentamento. La “sfida” di aver creato boschi, campi di grano e girasoli, fiori e colori che non appartengono al deserto. La “sfida” di vivere in un territorio circondato da popoli ostili che sono ancora lontani dalla pace. Un popolo lungimirante che apre le porte ai giovani di ogni nazione per trasmettere loro la conoscenza, perché è nei giovani che risiede il futuro e il seme della fratellanza. E a proposito di seme, così è stato per l’albero di dattero Matusalemme ritrovato dopo secoli tra le mura di Masada. Ha atteso il momento giusto per rinascere e noi speriamo che questa condivisione porti presto al frutto più straordinario che ci sia: la pace. La condivisione è stato un altro argomento importante che mi ha colpita. Nella mia realtà è un valore che si sta perdendo mentre lì l’ho sentito forte, radicato nelle persone che hanno il sogno di prosperare in armonia nella loro terra. E ora sono qui io a condividere, con i miei compagni di viaggio, la gratitudine per questa esperienza. Ognuno di voi mi ha donato un pezzetto della propria storia e porterò sempre con me i colori del deserto, la spiritualità di Gerusalemme, i sapori di cibi nuovi divisi e condivisi tra risate, canti, racconti ma anche momenti di vera commozione e di abbracci. Sentimenti forti che hanno reso questa esperienza indimenticabile e unica. Per sempre porterò nel cuore la storia di un popolo di eroi che ha potuto smettere di essere errante e ora vive sulla terra da cui discende, la sua Israele. Grazie a Naama, Martina e Marisa di avermi accompagnato attraverso la storia, i sogni, la sua speranza ma soprattutto la realtà di una terra a me prima sconosciuta e ora amata. Todà Rabà.

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Marzia Rossini

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Questo viaggio ha lasciato tracce importanti a livello di emozioni, e la voglia di scoprire e percorrere le proprie radici. Mi ha colpito il titolo di un libro di cui è stato parlato nel viaggio “E ne parlerai ai tuoi figli...”. Questa è l’anima del percorso di viaggio da parte mia.

FRANCESCO MORTILLARO Per la prima volta sono stata in Israele, per la prima volta con KKL e mi resterà nel cuore ogni giornata trascorsa. La pace e tranquillità del deserto calma i pensieri, il vento caldo trasporta l’emozione, siamo passati da vegetazione rigogliosa al nulla altrove. Abbiamo conosciuto chi con passione ci ha guidato per il sud d’Israele e ha trasmesso a noi l’amore per la propria Terra, siamo stati affiancati da persone instancabili che con entusiasmo sono rimaste a vivere questa bella avventura con tutti noi. Ho compiuto gli anni durante questa settimana e KKL è stato presente anche in questo: gelato alla frutta e candeline scintillanti!! Vacanza importante, con persone importanti, in un Paese meraviglioso dove spero di ritornare presto. Grazie a tutti quanti.

EMANUELA INNOCENTI È stata una esperienza straordinaria che mi ha arricchito sia la mente che il cuore. Conoscevo già molto del popolo di Israele, ma con questo viaggio ho avuto la possibilità di vivere personalmente ciò che avevo studiato. Mi hanno colpito molte cose. La capacità di costruire in mezzo al nulla, con temperature e siccità impressionanti. La mentalità che traspare in ogni Kibbutz e cioè di fare del bene al proprio Stato ma anche ai vicini, seppur nemici, ed al nostro pianeta. La sensazione che i vostri giovani, nonostante le difficoltà legate alla guerra costante, abbiano la fiducia nel futuro, nel domani. La capacità di far convivere religioni e culture diverse. Ho imparato moltissimo da questo viaggio e ve ne ringrazio. Nel mio cuore ho portato via un seme importante che sto coltivando e spargendo nel mio paese. Grazie ancora tantissimo per tutto ciò che ci avete insegnato. Shalom.

MAURIZIO CECCHINI

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© foto Carlo Mogiani

© foto Carlo Mogiani

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Questo non è stato il nostro primo viaggio in Israele, ma sicuramente questa volta ci siamo resi conto di quanto questo piccolo Paese sia in realtà grande e vario. Il passato, il presente, il futuro si intersecano tra loro creando atmosfere magiche. Dalla calma apparente delle acque del Mar Morto a quelle cristalline e pullulanti di pesci colorati del Mar Rosso. E poi ecco il deserto!!! Coi suoi paesaggi mozzafiato. Dal territorio piatto dell’Aravà, al grande spettacolo del Parco Timna e il cratere di Mitzpe Ramon. Lo stupore nel renderti conto di quanto sia vero che questo deserto è stato fatto fiorire. Tante coltivazioni e l’impegno dei Kibbutzim che supportati anche dal KKL, hanno permesso tutto ciò. Il viaggio continua e si conclude nella suggestiva Gerusalemme che, coi suoi colori, luci e tradizioni, rimarrà sempre nei nostri cuori. Grazie alla nostra guida Naama Campagnano, abbiamo vissuto momenti davvero emozionanti e toccanti. Un particolare ringraziamento alle due nostre compagne di viaggio Maryse e Martina che con discrezione, premura ed allegria ci hanno accompagnato in questo straordinario viaggio alla scoperta dei miracoli che il KKL è riuscito a fare nella Terra di Israele.

ALESSANDRA, ROBERTO E SOFIA TERNI Le mie esperienze in Eretz Israel sono molto varie: volontariato nelle basi di Tzahal, Ulpanim in un kibbutz, viaggi con associazioni diverse nonché ospitalità da amici israeliani. Mi mancava proprio quella del KKL, che conoscevo solo attraverso articoli. Il mio sogno si è realizzato con questo viaggio. Mi sono state trasmesse grandi emozioni grazie a un programma interessantissimo, intenso di visite, esperienze istruttive, incontri, ricco di colori, profumi e paesaggi indimenticabili. Ma è grazie anche a Naama, guida splendida, competente, sempre gentile e disponibile, la quale ha saputo trasmetterci il suo amore per Israele e coinvolgerci fino alle lacrime, che ho capito meglio perché esiste il KKL

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e quali sono i suoi compiti per la nazione. Israele rimane per me un Paese unico per la sua storia e per il suo meraviglioso Popolo che ha, da sempre, dato prova di grande dignità, coraggio, vitalità, determinazione e ingegnosità, un grande Popolo che dimostra passione e amore in tutto quello intraprende. Conoscere la storia millenaria di Gerusalemme, di Masada, del Mar Morto e quella dei pionieri e padri fondatori del Sionismo e del giovane Stato d’Israele e poi ritrovarci nei vari moshavim e kibbutzim, vere oasi nell’Aravà, ha dell’incredibile. Là dove prima c’era solo sabbia troviamo istituti all’avanguardia per la ricerca sull’ambiente, per il trattamento delle acque reflue, rimboschimento, impianti fotovoltaici, produzioni di alghe, tantissime serre per la coltivazione di frutta e ortaggi, palmeti, produzione di latte (e quando ti ritrovi nel deserto, dove la temperatura superava i 40°, a bere del latte di mucca perfino aromatizzato alla fragola, moka e banana, è straordinario!) miele, vino e conosciamo perfino il dattero “Matusalemme” nato da un seme trovato a Masada. Interessantissima la visita al Eilat Birding Center, al Parco Timna con colori e forme desertiche fantastiche, divertente il giro in jeep… purtroppo non è possibile elencare e parlare di tutto quello che abbiamo visto e fatto. Non sono mancati i momenti commoventi: la storia tristissima dell’astronauta dello Shuttle Columbia Ilan Ramon, al Museo di Mitzpe Ramon, l’accensione dei lumi dello Shabbat da parte di tutte le donne e la preghiera in ebraico, il Kiddush e la cena in albergo con canti in ebraico, l’Havdalah, la piantumazione di alberi e la preghiera, lo splendido spettacolo di luci e musica alla Torre di David che ha fatto rivivere grandi tratti della storia della città, il Kotel… Momento particolarmente toccante al Memoriale Yad Vashem e il Monte Herzl dove abbiamo messo un sasso sulle tombe dei Grandi d’Israele. Grazie Martina, Maryse, Naama e KKL Italia per l’organizzazione, la professionalità e l’attenzione, grazie anche ai compagni di viaggio e speriamo di rivederci l’anno prossimo! Un grande Shalom a tutti.

GHISLAINE NADINE GUICHARD Sesto viaggio con il KKL che mi ha dato, come sempre, una grande emozione e rinnovata carica per continuare ad aiutare Israele con il KKL! Suggerirei però, in accordo con l’amica Sara al suo secondo viaggio KKL, di aggiungere in futuro almeno due giorni per assaporare con più calma l’atmosfera di questi luoghi unici! Ho potuto, il terzo giorno, staccarmi dalla comitiva per esaudire uno dei miei sogni e cioè visitare Petra, spettacolare ed indimenticabile! Il giorno successivo anche l’escursione in jeep nel deserto di Eilat è stata incredibile! Tuttavia la sera, al rientro in albergo, non avendo purtroppo acceso l’aria condizionata… ho avuto un colpo di calore, che mi ha fatto però scoprire… l’ottima e non costosa Sanità israeliana! Ringrazio di cuore lo staff KKL per avermi soccorsa ed aiutata e soprattutto l’amica Sara, che mi ha assistito per tante ore fino a notte fonda, come una sorella! Grazie agli organizzatori, agli amici di lunga data ed i nuovi per le belle giornate trascorse assieme!

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© foto Carlo Mogiani

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© foto Carlo Mogiani

© foto Carlo Mogiani

SIMONETTA NOVELLI VALLI


© foto Carlo Mogiani

© foto Carlo Mogiani

© foto Carlo Mogiani

Nonostante io sia stato in Israele già parecchie volte e Roberto sia venuto con me ed il KKL tre anni fa, tuttavia in Israele si trova sempre qualcosa di nuovo che lascia a bocca aperta e che spiega come sia possibile che in un solo secolo il popolo ebraico sia riuscito a trasformare un deserto ed una distesa di sassi in un posto che fornisce prodotti agricoli sia per sé che per esportazione. Da qualche parte avevo letto che, nel 1948, un contadino riusciva a produrre prodotti agricoli per circa 18 persone mentre adesso ne produce per 400! Sorge spontanea la domanda: come è stato possibile? Con le visite nei kibbutzim di questo viaggio la risposta è chiara e precisa. È solo l’entusiasmo e la costanza di chi vi opera, accompagnate dalla tecnologia e la ricerca! Non è spiegabile altrimenti che delle persone si stabiliscano nel Negev in luoghi assolutamente privi di vegetazione e senza acqua e decidano di fermarsi là fino a quando non riescono ad ottenere qualcosa di commestibile. Non si spiega altrimenti la volontà ferrea di voler comunque trovare l’acqua anche dove non c’è, a costo di perforare il terreno fino a oltre mille metri e recuperare acqua salata da trattare fino a renderla utilizzabile. Tale comportamento denota una precisa volontà di lavorare non solo per sé, ma anche per il proprio Paese perché in questo modo, di sicuro, non si arricchiranno mai. È questo che rende Israele unico e spettacolare. Si rimane talmente stupiti da tale comportamento che qualsiasi altro aspetto del Paese rimane in secondo piano.

RODOLFO FLEGO E ROBERTO MINEN Un’esperienza che ha superato la mia aspettativa. Va ripetuta!

NADIA SIROTICH “L’unico vero viaggio, l’unico bagno di giovinezza, non è andare verso nuovi paesaggi ma avere altri occhi, vedere l’universo con gli occhi di un altro, di cento altri, vedere i cento universi che ciascuno vede, che ciascuno è”. Marcel Proust. Il viaggio in Israele organizzato dal KKL mi ha raccontato anche quest’anno la sua storia, le tradizioni, le esperienze, i sapori, le emozioni: anche quelle suscitate da una quotidianità ostile alimentata da un vicinato irragionevole. Mi riporto a casa tutti gli anni un bagaglio culturale ampio, frutto di una profonda interazione con i luoghi dove ci avete condotto, tutto ciò fa la differenza nelle esperienze di viaggio. Questo è stato per me il terzo viaggio e la ricchezza maggiore che ho guadagnato è quella di riuscire a vedere Israele con gli occhi della sua gente e di questo vi ringrazio. Il KKL mi ha insegnato ad essere amica di Israele. Grazie agli organizzatori ed a tutto il gruppo.

EMANUELA MARIANI 15


“Shalom”, benvenuto… e accoglienza abbiamo ricevuto in ogni moshav o kibbutz visitato in questo tour nel sud di Israele. E ancora “challenge”, sfida… una parola usata con orgoglio, passione e amore da tutte quelle persone, spesso giovani, che hanno deciso di abitare lì. Abbiamo visto un deserto che toglie il fiato per la sua bellezza, i suoi colori, la sua immensità; ma pur sempre un deserto che proprio in virtù di quell’amore, passione e orgoglio si lascia conquistare metro per metro e trasformare in un giardino dell’Eden. Ci hanno chiesto di essere “ambasciatori” di questo Paese… e lo saremo, con la stessa emozione, lo stesso amore e la stessa passione con cui ce lo hanno raccontato! Grazie Israele. E grazie alle nostre guide Naama, Martina e Marisa che hanno reso più speciale questo tour. Siamo partite “da sole” per questo viaggio ma siamo tornate con 47 contatti in più, grazie ai fantastici compagni di viaggio con cui abbiamo convissuto per una intera settimana. A…rivederci al prossimo!

Beatrice Riva Per me non è stato il primo viaggio nel Negev, ma devo ammettere di essermi innamorato del deserto dalla prima volta che lo visitai; sono sempre contento di poterci ritornare e quindi ho accolto con grande piacere la notizia che il KKL stava organizzando l’evento “Yalla LaMidbar”. Il viaggio è stato molto interessante perché oltre a rivedere posti già noti del Negev quali per esempio Timna ed Eilat, ho anche avuto l’occasione di visitare dei nuovi Kibbutz quali Ketura, quello della palma da dattero Mathusalem, con i suoi semi ritrovati a Masada, che è stata la prima tappa del nostro viaggio. Le novità sono state molte e tutte interessanti, ma la cosa che vorrei evidenziare più di tutte è il bel clima che si è instaurato fra tutti i partecipanti nel corso della settimana, cosa che ha permesso di valorizzare al massimo la bella esperienza di essere in Eretz Israel. Concludo dicendo che la visita finale al vivaio del KKL, vicino a Beit Shemesh, unitamente alla possibilità di piantare personalmente un albero, nel mio caso una quercia, in un bosco del KKL ha per me un importante valore simbolico in quanto è come avere messo radici in Israele anche se in senso allegorico. Quindi ringrazio di cuore sia i miei compagni di viaggio che il KKL per lo sforzo profuso in questa missione 2019.

Michael Begnini La salina del Birding Center di Eilat ha delle sfumature di colori incredibili e mi ha ispirato questo acquerello, che ho dipinto in viaggio. Il Birding Center è stata per me una scoperta interessantissima perché mai avrei potuto immaginare che in questa area arrivano per ristorarsi gli uccelli migratori da tre continenti. Il viaggio con il KKL è stato straordinario per i luoghi proposti, per la magnifica organizzazione, per le guide e le accompagnatrici, per la scelta degli alberghi, ma anche per tutte le persone speciali che hanno partecipato. Grazie.

Silvia Senesi Non era la prima volta che visitavo Israele, ma il Paese ha rivelato ogni volta altri aspetti molto interessanti: stavolta principalmente il Sud, con l’agricoltura dei pionieri, preparati e determinati fino a conseguire risultati brillanti e insperabili in situazioni così difficili. La visita a Masada è stata pure toccante, per la storia dei luoghi che ancora coinvolgono il presente. E poi Gerusalemme, sempre affascinante nella sua complessità. Grazie al KKL per l’opportunità e spero ancora in un ampliamento di orizzonti!

Liana Bussini 16


Yalla LaMidbar! Appena ricevuto il programma ho notato i voli ElAl e la qualità delle sedi di pernottamento e l’ho girato a mia moglie, che nella qualità di responsabile del dipartimento viaggi di EDIPI (Evangelici d’Italia per Israele) ero sicuro che non aspettasse altro. Mia moglie Andie era infatti al 30° e affiorava una certa stanchezza nel continuare con questo gravoso impegno organizzativo. Cosa c’era di meglio di questo viaggio di KKL, visto che coincideva anche con il mio 71° compleanno e che potevamo affidarci tranquillamente a un team organizzativo dalla massima affidabilità. Non abbiamo avuto alcuna incertezza e il risultato è che siamo andati al di là delle più rosee aspettative. Vere emozioni fin dal primo giorno, pur disertando la visita a Masada (vista più volte anche con il famoso archeologo Dan Bahat), abbiamo gustato per la prima volta il bagno nel Mar Morto alle sei di mattina, quasi in solitudine, con una temperatura ideale sia dell’acqua che dell’aria: sospeso nell’acqua e accarezzato dal liquido appena increspato dalla brezza mattutina sembrava di ritornare in un ancestrale grembo materno che conferiva protezione e pace. Solo qualche buona vibrazione del corpo ti faceva aprire gli occhi per vedere le rocce maestose di En Bokek con i contorni in rilievo per i giochi di luce del sole nascente. Conoscevamo l’opera di KKL, avendo contribuito in due occasioni nel 2004 e nel 2014 a piantare alberi in Galilea e alla periferia di Gerusalemme, ma seguire l’itinerario così come organizzato nei diversi moshav e kibbutz con le varie attività preposte non solo alla bonifica e al rimboschimento della terra di Israele è stata tutt’altra cosa. L’uso sapiente della filiera di utilizzo dell’acqua, pur anche quella reflua, la realizzazione di start-up originali come quella delle alghe al Kibbutz Ketura con l’utilizzo di tecnologie low-tech per l’energia rinnovabile e la più moderna agricoltura. L’incredibile coltivazione in verticale che avevo visto anche all’Expo di Milano, ma visionarla direttamente sul campo e in tutta la sua varietà è tutt’altra cosa. Israele la terra del latte (Centro R&D Yotvata) e miele (Porat Ein Yahav Bee House), con il miele da datteri che vengono da palme millenarie con i semi trovati a Masada. Che dire dei vigneti del Negev: producono un vino che non ha bisogno di alcun additivo chimico aggiunto, perché raggiunge i 15 gradi, ma il profumo e la morbidezza non hanno pari neppure nei migliori Amaroni della Valpolicella (nota dolente... li superano anche sul prezzo!). E infine l’emozione di arrivare a Gerusalemme, per me era la 29sima volta (mia moglie una in più), alloggiati al Mount Zion Hotel dove soggiornammo per diversi giorni nel 2002, anno di fondazione di EDIPI in un periodo quanto mai tribolato per Israele. Altra spettacolare emozione l’originale proiezione di luci e immagini alla Torre di David: le pareti come fondale dei resti archeologici e sulle mura e le torri del Museo si animavano con vigorose immagini degli eventi a Gerusalemme nei secoli. Un originale introduzione mostrava anche una vera pinacoteca di opere d’arte dalle più antiche alle più moderne, con riferimento biblico: una coreografia veramente coinvolgente. Ultima emozione, molto personale in quanto appassionato di termalismo, le due brevi sedute nell’hammam dell’albergo: un antico bagno turco del 1860 in tutta la sua integrità e se restaurato fatto con dovizia nei particolari e assoluto recupero del modello originale. Yalla LaMidbar un viaggio emozionante.

© foto Carlo Mogiani

© foto Carlo Mogiani

© foto Carlo Mogiani

Ivan Basana e Andreina Hortai

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Ogni anno torniamo in Eretz Israel per respirare il profumo di casa e riempirci gli occhi della sua bellezza, non rappresentata da opere monumentali ma da piccoli particolari che cogliamo guardandoci in giro, osservando il modo di vivere della gente, di pregare, di lavorare con ostinazione contro un territorio avverso, di guardare al futuro, di affrontare la vita, perché crediamo che il popolo che abita questa terra sia veramente eccezionale, unico, scelto da D-o. Soprattutto quando vediamo Gerusalemme da lontano il nostro cuore comincia a esultare e gioire e ci vengono in mente le bellissime parole del salmo 122:1-2 che dice: “Mi rallegro quando mi si dice: Andiamo alla casa del Signore. Ecco i nostri piedi stanno alle tue porte, o Gerusalemme!”. Di solito ci rechiamo in Israele da soli con pochi amici, perché il gruppo numeroso solitamente tende a rallentare il programma delle visite e a farci perdere tempo. Però, stavolta, guardando all’originale proposta del KKL, non abbiamo potuto fare a meno di accettare questa presunta limitazione e, dobbiamo ammettere che non ci siamo pentiti perché ci siamo ritrovati con un’ottima organizzazione che ha sfruttato tutte le giornate a disposizione in modo puntuale e ineccepibile e poi che dire della compagnia? Tutti ottimi compagni di viaggio, allegri, disponibili e simpaticamente amichevoli. Non con tutti siamo riusciti a intrecciare una buona conversazione ma con alcuni abbiamo potuto condividere momenti intensi di vera accoglienza reciproca e anche momenti di spiritualità. Ogni piccolo particolare dei kibbutzim che abbiamo visitato ha lasciato una traccia in noi, ogni territorio ci ha parlato della Torah e siamo tornati a casa veramente arricchiti. Anche ogni gesto che abbiamo fatto insieme, dal piantare alberi alla celebrazione dello shabbat, è stato carico di significato. Un grazie a chi ha organizzato in modo eccellente, alla nostra Naama che ha camminato con noi fornendoci preziose informazioni, a chi ci ha avvicinati e trattati con amicizia e affetto. Anche a tutti coloro con cui non abbiamo potuto scambiare tante parole diciamo grazie, comunque, di esserci stati. Crediamo che ognuno di noi sia importante e, anche se rimane in silenzio, lascia ugualmente un segno.

Franca Soldato e Franco Solarino Felici di aver incontrato i pionieri del deserto e visto Matusalemme (palma). Con voi del KKL vediamo sempre cose nuove, stupendo il Golan lo scorso anno e affascinante il Negev quest’anno. Israele: un piccolo Paese di grandi uomini.

© foto Carlo Mogiani

Giovanni e Silvia Tomasi

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CRONACA DI UN VIAGGIO DEL CUORE -- Giuditta Matalon visita gli ultimi progetti realizzati dal KKL grazie al suo sostegno --

Come ogni anno Giuditta Matalon, 92 anni e più di settanta dedicati al Keren Kayemeth LeIsrael, è stata invitata in Israele a visitare i progetti del KKL realizzati grazie alle sue generose donazioni. Questa volta facevo anch’io parte del simpatico gruppo che l’ha accompagnata in questo viaggio composto da noi due, dalla sua assistente Rebecca, dal nostro Direttore Navè, dalla nostra guida Naama e dai fratelli Maurizio e Roberto Ton. La prima tappa è stata a Mod’in dove grazie al suo contributo sarà possibile creare uno spazio ricreativo intorno alla “Casa per la Vita” gestita da Alut, l’organizzazione che in Israele si occupa di bambini affetti da autismo. Nell’area ancora in costruzione abbiamo incontrato il nostro caro Shariel, ex Direttore del KKL Italia, Etty Lankry responsabile del KKL per l’Italia e la Direttrice di Alut: quest’ultima ha voluto ringraziare personalmente Giuditta. Il secondo giorno, dopo aver visitato la

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meravigliosa foresta di Yatir, polmone verde del Sud realizzato anche grazie alle donazioni degli italiani (tra cui anche le sue naturalmente) per concludere la nostra giornata in bellezza siamo andati al Mar Morto, accompagnati dal suo solito ritornello: “siamo nel Paese più bello del mondo!”. Il giorno dopo: partenza per Nazareth diretti alla Casa degli Studenti del KKL, dove la nostra donatrice per eccellenza ha offerto un’aula intera. Siamo stati accolti come sempre con grande entusiasmo dagli operatori del KKL e dai ragazzi che ci hanno spiegato com’è importante per loro avere gratuitamente, grazie ai servizi di questa struttura, un potenziamento ai loro studi affiancati da insegnanti qualificati. Gli studenti hanno espresso gratitudine anche per non doversi spostare troppo dalla loro cittadina, decentrata rispetto alle grandi città. Abbiamo concluso la visita con la piantagione di un albero nel giardino del loro Centro per proseguire verso


Yad un’altra foresta al Nord, anch’essa finanziata in parte dal KKL Italia. Ultimo giorno: prima della partenza ci siamo recati a Ra’anana a visitare “Beit Issie Shapiro” un complesso che offre servizi educativi e terapeutici per bambini con disabilità nonché sostegno alle loro famiglie. Grazie alla generosità di Giuditta è stata realizzata un’area verde esterna con attrezzature e giochi adatti alle loro specifiche esigenze. I bambini ci hanno accolto cantando accanto alle candeline di Hanukkà da loro appena accese: questa visita è

stata la più toccante del viaggio perché vedere l’impegno del personale qualificato e del KKL nell’aiutare questi bambini e i loro parenti ci ha colpito profondamente. Fine dell’avventura e pronti per tornare a casa, tutto il viaggio è stato caratterizzato da un’atmosfera piacevole e dalla gratitudine verso chi tanto ha dato a Israele e ai bambini meno fortunati. Grazie Giuditta!

MARYSE HAZAN

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UNA FORESTA IN MEMORIA DI NECHAMA RIVLIN L’ i n i z i a t i v a c o n g i u n t a d e l K K L e le Ambasciate d’Italia in Israele e di Israele in Italia

La First Lady Nechama aveva allestito un orto comunitario nel giardino della residenza presidenziale, dove bambini provenienti da tutto il Paese venivano regolarmente a piantare alberi e fiori. Il KKL ricorda così la moglie del Presidente israeliano Rivlin scomparsa lo scorso 4 giugno all’età di 74 anni. Nechama era nata nel 1945 nel Moshav Herut nella regione di Sharon. Ha sposato Reuven Rivlin nel 1971 e lavorato per molti anni all’Università ebraica di Gerusalemme, fino al suo ritiro nel 2007, quando le sue condizioni polmonari sono state diagnosticate. Lei aveva sempre scelto di stare lontano dai riflettori, dichiarando: “Non sono la first lady, sono la moglie del Presidente di Israele”. Quando Nechama si è trasferita nella residenza presidenziale, ha scelto di usare la propria posizione per concentrarsi su temi sociali, culturali, sulle attività per bambini con bisogni speciali, sull’ambiente e sulla natura attraverso la compassione e l’amore per le persone, la conservazione della terra.

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“La scomparsa della First Lady Nechama Rivlin – ha dichiarato l’Ambasciatore d’Italia in Israele Gianluigi Benedetti – ci ha lasciati profondamente addolorati e tristi. Era una donna straordinaria e amatissima. La sua perdita è una perdita per tutti. Tra i tanti interessi aveva una passione per la natura, le piante e i fiori. Con il caro amico Sergio Castelbolognesi, Presidente del KKL Italia, abbiamo pensato di ricordare Nechama dedicandole una foresta”. “La morte della signora Nechama Rivlin – ha affermato l’Ambasciatore d’Israele in Italia Ofer Sachs – ha lasciato in tutti noi un grande vuoto. Nechama, una donna che mostrava immensa umanità in ogni suo gesto, ha fatto moltissimo per noi cittadini d’Israele. Sono sicuro che Nechama, le cui radici sono piantate profondamente nel suolo del Paese, apprezzerebbe moltissimo l’iniziativa di KKL Italia di piantare in sua memoria una foresta che crescerà e susciterà gioia e felicità per l’ambiente e i cittadini d’Israele. Ci stringiamo in un abbraccio alla famiglia Rivlin, e assicuriamo di ricordare”. “È un onore per me – spiega il Presidente del KKL Italia Onlus Sergio Castelbolognesi - ricordare la figura della signora Nechama Rivlin insieme ai due grandi amici personali e di Israele, Gianluigi e Ofer. Siamo certi che gli italiani, ebrei e non ebrei, sapranno dimostrare una volta di più il loro amore per Israele, nel ricordo di una donna israeliana straordinaria”. Il Presidente del KKL Italia Onlus Sergio Castelbolognesi insieme all’Ambasciatore d’Italia in Israele Gianluigi Benedetti e all’Ambasciatore d’Israele in Italia Ofer Sachs hanno congiuntamente preso l’iniziativa. Una grande piantumazione di alberi affinché l’impegno e la memoria di Nechama restino indelebili.

MARTINA MIELI

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EDUCAZIONE EUROVISION MISSION KKL YOUNG DELEGATION Lo scorso maggio una giovane delegazione di ragazzi tra i 20 e i 35 anni ha visitato Israele con il KKL e non è stato il solito itinerario turistico! Il viaggio è stato ricco di esperienze, tra cui la partecipazione straordinaria all’Eurovision Contest di Tel Aviv. Era la prima volta che questi ragazzi vedevano Israele con occhi diversi. Alla domanda “qual è stato il momento per te più significativo?” ecco cosa ci hanno raccontato…

L’idea chiave di questo viaggio è stata come investire il proprio talento per rendere il mondo un posto migliore. Il viaggio in ogni sua sessione ha messo al centro l’individuo e la sua diversità vista non come limite e ci ha fornito molti spunti per riflettere su come integrare la diversità per favorire il progresso ed il bene comune.

ESTER DI SEGNI

Ho particolarmente apprezzato le visite e le attività svolte nei centri e nei siti del KKL, tra cui “Hosue for Excellence in Upper Nazareth” – dove KKL Italia Onlus ha contribuito alla realizzazione dell’aula magna – un centro che aiuta i ragazzi a sviluppare e migliorare le proprie capacità e il barbecue fatto insieme ai ragazzi del progetto “Big Brother” nel “Nes Harim field and forest center”. Qui abbiamo conosciuto dei ragazzi con delle storie incredibili, venuti da ogni parte del mondo come “lone soldier”. Le loro storie e le loro esperienze hanno commosso tutti e ci hanno fatto capire l’importanza di questo progetto. Posso solo dire che questa è stata per me un’esperienza che consiglio vivamente di fare a chiunque, in particolare ai più giovani, futuri leader, che come me non sono mai andati in Israele, o che semplicemente abbiano la voglia di scoprire o riscoprire questo magnifico Paese da un punto di visita completamente diverso.

MARCO GIOVANNI MARSILI 24

La magnifica serata trascorsa nell’area naturalistica di Nes Harim, vicino a Gerusalemme, con l’associazione Ach Gadol, nata nel 2009 per supportare giovani soldati che arrivano da tutto il mondo per fare l’aliya e difendere Israele, spinti da un forte spirito sionista e con la volontà di


costruire una famiglia e la loro vita futura in Israele. I volontari, che a loro volta sono stati “olym” in passato, hanno lasciato il loro Paese in nome di un grande ideale e conoscono le difficoltà di un trasferimento. Proprio per questo forniscono un sostegno ai nuovi Hayalim, spinti dall’amore per la terra d’Israele, l’importanza del Sionismo e del futuro del popolo ebraico e dello Stato di Israele. Di questi ragazzi mi ha colpito la grande solidarietà, che caratterizza da sempre il popolo ebraico, proprio come recita il proverbio “Kol Israel arevim zeh la-zeh” lett. “tutti gli ebrei sono responsabili l’uno per l’altro”.

MICOL RADZIK

Tra le tappe più importanti e significative del nostro viaggio mi ha sorpreso la visita al centro riabilitativo Aleh Negev. Non si tratta di uno dei soliti centri che siamo abituati a vedere, bensì di un vero e proprio villaggio che si prende cura di oltre 750 bambini, la maggior parte con disabilità complesse con necessità di cure mediche e riabilitative. Abbiamo visto con i nostri occhi come il personale si prendesse cura di loro non solo a livello medico e riabilitativo, ma anche sul piano affettivo e ricreativo, creando un’atmosfera molto famigliare e che li mettesse a proprio agio. È stata un’esperienza molto toccante, che ha fatto riflettere sull’importanza della cura delle persone che ne hanno bisogno e sull’importanza che ha ogni elemento di cui la struttura dispone.

ARIELA PAVONCELLO

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OMNIBUS IN RICORDO DI ALAN GHITIS Z.L. Caro Alan, ci hai lasciati troppo presto ma il tuo sorriso, il tuo spirito, il tuo “sense of humor”, la tua allegria, la tua gioia di vivere saranno il ricordo che sempre avremo di te. Lasci un vuoto e un dolore incommensurabile nei cuori di tua mamma Niky di tuo padre Billy della tua giovane moglie Sarah dei tuoi zii Diana e Dodi, Nani, Lucienne e me, e nei cuori dei tuoi cari amici, Francesco e Urbano che benedico con tutto il mio cuore con tutta la mia anima con tutte le mie facoltà per come ti hanno curato, accudito, consolato, aiutandoti a superare questi ultimi mesi di grande sofferenza che hai affrontato con tanta dignità e un coraggio da leone. Grazie Francesco, grazie Urbano, a nome delle famiglie Levi Ghitis e Hasbani, siete stati per Alan più che dei fratelli. Alan ora la tua anima sta salendo verso il Gan Eden, qui ci saranno ad accoglierti i tuoi cari nonni, Jashia ed Ester, Isacco e Sefy, che tanto ti avevano amato e che nella loro vita tanto avevano fatto per Eretz Israel, che nonostante tutta la sua tecnologia, la sua innovativa esperienza nelle cure sperimentali contro i tumori non ha saputo nel tuo caso darti una speranza di guarigione. Non a caso, tuo nonno materno Isacco Levi era stato negli anni ’70 Presidente del KKL, mentre il tuo nonno paterno Jacopo (Jashia) Ghitis negli stessi anni Presidente del Keren Hayesod. Venerdì mi hai telefonato e come nostra consuetudine mi hai chiamato zio preferito ed io ti ho chiamato nipote preferito e questo nulla toglie al grande amore che nutro per gli altri miei nipoti, ma con te c’era una complicità, un affetto, un amore che nessuno ci potrà togliere. Forse tu sapevi che non ci saremmo più parlati, e forse lo sapevo anch’io, mi hai detto ti voglio bene Ric, ti ho risposto ti voglio tanto tanto bene Alan e questa telefonata rimarrà per sempre scolpita nel mio cuore a ricordo di te. Arrivederci caro nipote. Baruch Dayan HaEmet.

Riccardo Levi

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Alan, mio ​​caro amico e fratello, avrei voluto parlare di fronte a tutti i tuoi amici e i tuoi cari in un’altra circostanza e farlo ora è probabilmente la cosa più difficile che potessi immaginare. Detto questo, è molto importante farlo perché se tutti ora sanno quanto tu fossi straordinariamente divertente e con quanta gioia e positività tu abbia vissuto la tua vita forse non tutti sanno quanto sei stato coraggioso. Ho avuto l’immenso dolore di vederti portare via da una malattia terribile e ingiusta, ma soprattutto ho avuto il grande onore di essere al tuo fianco durante questo brutto momento. La forza, il coraggio, la dignità con cui hai affrontato questa terribile prova mi hanno lasciato senza parole. Non ti sei mai lamentato, non hai mai pianto, non hai mai perso la capacità di apprezzare ogni piccola gioia che la vita ti offriva... hai amato così tanto vivere che a volte ci hai fatto dimenticare ciò che stava accadendo. Sei stato così riconoscente e premuroso verso coloro che ti hanno aiutato... a volte sei stato tu a prenderti cura di noi e a preoccuparti per noi. Anche poco prima di lasciarci, con tutta la consapevolezza di ciò che era ormai purtroppo


inevitabile, sei riuscito un’ultima volta a fare ridere me e Urbano. Alan non hai fatto altro che meravigliarmi dal primo all’ultimo giorno in cui ti ho conosciuto, grazie per tutto amico mio, grazie per avere reso la mia vita più bella.

Francesco Recrosio Alan My brother, I had imagined many scenarios in life but never one that would bring us here, so soon. In the last 24 hours, I was so pleased to realize that my personal experience with you was shared by so many and that you touched so many persons that met you. I could use so many words to describe you and our friendship, but today, surrounded by all your loved ones, I wanted to find the right words for all us to try and describe the man you were. A word that keeps coming back about you is Unique. Alan, you were unique. Rarely do we meet people so true to themselves, true to their belief, to their friendship, to their love, and without any filter, just sharing it with the world. Unique also because you managed to keep your inner child alive, and had the talent to transform a simple event in a hilarious and memorable situation. The second word that keeps coming back is Joyful. As Francesco rightly said, your presence was enough to fill a room with joy. You brought us all so much happiness and laughter, and as much as I feel sad today, I also feel incredibly lucky that life brought us together. Your time has been too short, nonetheless you achieved so much, in friendship, in love and professionally . Today you leave us with a void and a sense of unfairness that hurts profoundly. Alan, thank you for the joy and the fun you have brought me and I believe I can speak on behalf of anyone by saying: We will deeply miss you, we will always remember you. To conclude on a positive note I am sure we still will have many moments of laughter by sharing extraordinary memories that you have made us live.

Urbano Clerici

JAQUELINE PICIOTTO A’H Via Marcello Pucci, la incrocio sulla mia strada di ritorno dall’ufficio KKL di Milano verso casa mia, e spesso mi viene la tentazione di andare a trovare la signora Jaqueline, un rapido sguardo all’orologio, non è tardì, ma sì, vado a trovarla e le faccio un’improvvisata, metto fuori la freccia, in modo altrettanto improvviso suscitando le inevitabili ire sonore dell’auto che mi stava incollata dietro, salgo su e non sembra affatto un’improvvisata, la signora Jaqueline sembra mi stesse aspettando, bella, sorridente, elegante nella sua sedia a rotelle, “comment allez vous madame Jaqueline?” le chiedo in francese per farle piacere, “tres bien” mi risponde allargando il suo sorriso a quei suoi occhi teneri e vispi , “et le docteur Levi il vas bien?” mi chiede di Riccardo “declassandolo” affettuosamente e involontariamente da ingegnere a semplice dottore, “ca va,

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OMNIBUS grace a D.ieu”, Riccardo e la signora Jaqueline sono legati da tanti anni di reciproco affetto, anche lui la andava spesso a trovare, qualche volta le facevamo una sorpresa e andavamo a trovarla insieme. Siamo nel mese di Elul, prima di Rosh Hashanà, sono salito “armato” di shofar e ho tutte le intenzioni di usarlo per farne sentire il suono alla signora Jaqueline come vuole la tradizione ebraica durante tutto il mese di Elul, impresa tutt’altro che facile perchè lo shofar che ho comprato in Israele si è rivelato difficile da suonare in generale, figurarsi per un neofita come me, sia la signora Jaqueline che Maria Teresa guardano affascinate quel corno di ariete mentre lo tolgo solennemente dalla custodia e con altrettanta solennità lo appoggio alle mie labbra, un po’ di show più per prendere tempo e concentrarmi su come suonarlo che per sacralità, provo a suonare, non suona, provo ancora, niente da fare, lo avevo provato tante volte e aveva suonato, e pure bene, questa volta non ne vuole proprio sapere e resta ostinatamente muto, “forse è perchè abbiamo troppi peccati”, azzarda con umiltà Maria Teresa, le rispondo, con sincerità, che probabilmente non suona per l’esatto contrario, il suono dello shofar richiama alla teshuvà, al ritorno, al pentimento, e nel vostro caso forse non suona perchè ne avete troppo pochi. La signora Jaqueline non aveva figli, la sua famiglia era composta dalla sua amica del cuore Marcella, che ha condiviso con lei tutta la sua vita, erano due amiche che vivevano l’una per l’altra che si volevano quel bene di altri tempi, vero, sincero, con emozioni nuove ogni giorno, una amicizia rara, oggi quasi impossibile, due amiche inseparabili che condividevano con gioia anche le ricorrenze religiose pur non avendo la stessa fede, poi Maria Teresa e Ludmilla, le due signore che si sono date tanto da fare per aiutarla sempre con affetto (chiamarle solo badanti è troppo riduttivo), in modo particolare negli ultimi anni, infine il Keren, io e Riccardo ma anche tutti gli altri e una coppia di lontani e dolcissimi cugini parigini, Raymond e Francoise. L’ultimo anno le avevano prescritto la cura palliativa, come a dire “siamo sulla strada” ma la signora Jaqueline era attaccata alla vita e ha insegnato a tutti che l’Unico che ha il diritto e il potere di dire “siamo sulla strada” è il Creatore, il suo lascito al KKL verrà utilizzato in Israele come era la sua volontà, e il suo ricordo vivrà anche in terra santa. Via Marcello Pucci, la incontro ancora sulla mia strada di ritorno dall’ufficio KKL di Milano verso casa mia e mi viene ancora d’istinto di girare e andare a trovare la signora Jaqueline, l’idiota che mi sta incollato dietro c’è sempre, immancabile, la signora Jaqueline A’H se n’è andata lo scorso 10 Aprile, che il suo ricordo sia di benedizione.

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Maurizio Hazan


RITRATTI DEL CORAGGIO

Il 30 gennaio si è tenuto a Milano, presso la sala Conferenze del Banco BPM, un convegno per la presentazione del libro “Ritratti del coraggio. Lo Stato italiano e i suoi magistrati”, scritto per ricordare i magistrati italiani assassinati dal terrorismo e dalla mafia. Il Presidente del KKL Italia Onlus Sergio Castelbolognesi, ha partecipato alla presentazione e al dibattito con gli alti magistrati presenti, ricordando l’iniziativa nella Foresta KKL di Tzorá a Gerusalemme, avvenuta a settembre 2017, dove erano stati piantati 27 alberi e posta una stele a memoria dei 27 Magistrati italiani. Nel corso del dibattito, durante il quale sono state ricordate le importanti attività svolte nell’esercizio della propria professione da parte dei magistrati uccisi, Sergio Castelbolognesi ha evidenziato che la Memoria e la Giustizia sono valori che uniscono i popoli, in particolare quello italiano e quello israeliano, che fondano su Giustizia e Memoria le loro istituzioni e il loro vivere quotidiano. Un’iniziativa considerevole che ci ricorda quando sia importante la Memoria per il progresso della società civile.

Martina Mieli

TOLENTINO: NUOVO PARCO PER LE VITTIME DELLA SHOAH Oggi sono felice e commosso perché si ricorda concretamente la Shoah con fatti e non solo a parole. Gli ebrei, nostri fratelli maggiori come disse Papa Giovanni Paolo II, il Papa polacco Karol Wojtyla alla Sinagoga di Roma, furono annientati durante il nazionalsocialismo dal regime nazista con il delirio della razza, appoggiato da altri “amici di merenda” che collaborarono attivamente con leggi antiebraiche senza mai pentirsene. Secondo loro gli eliminati avevano il “torto” di essere ebrei. Ricordo che il premio Nobel Albert Einstein di religione ebraica, al controllo dei documenti, alla richiesta di quale razza appartenesse gli rispose “alla razza umana”.

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OMNIBUS Riguardo al ricordo, cito le parole di un importante uomo di Israele, il quale visitando il campo di sterminio di Bergen Belsen, campo dove furono eliminati molti giovani, destinati a fare da cavia per esperimenti medici prima di essere uccisi, dove trovò la morte Anna Frank e sua sorella Margot, dopo aver recitato la preghiera per i morti, depositò una pietra estratta dalle sacre colline di Gerusalemme e disse: “Non porto con me né il perdono né l’oblio, solo i morti possono perdonare, i vivi non hanno il diritto di dimenticare”. La Shoah è un patrimonio storico che indica con chiarezza la negazione della libertà e della democrazia. Sulla Shoah non si fanno paragoni e similitudini, non si nega e non si banalizza. Comunque la tragedia ebraica non si ripeterà più, perché oggi gli ebrei hanno uno Stato che li difenderà e questo Stato piaccia o non piaccia si chiama Israele! Grazie al Sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, al Presidente del Consiglio del Comune Fausto Pezzanesi, al dott. Gianni Corvatta e a tutti i componenti del Consiglio Comunale che hanno voluto questa intitolazione. Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente con apprezzamento le Forze dell’Ordine – garanzia di sicurezza. Grazie a tutti.

Galliano Nabissi

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TU BISHVAT CON IL KKL A MILANO

Mancano pochi giorni al Capodanno degli Alberi e noi del Keren Kayemeth LeIsrael, come di consueto, siamo “allertati” già da tempo: dobbiamo procurarci diverse centinaia di scatolette, selezionare le specie di frutti adatti alla festa e scegliere quelli della migliore qualità. All’interno delle scatolette poniamo alcuni dei sette frutti di Israele: uvetta, mandorle, fichi e datteri; poi prepariamo i testi delle berachot da recitare durante il seder e, infine, confezioniamo con l’aiuto di generose volontarie. Siamo finalmente pronti per entrare nelle classi della Scuola della Comunità Ebraica milanese per la consegna! Ci attendono per primi gli alunni più piccoli, per i quali viene proiettato un breve cartone animato educativo sulla natura; nel video appare il maestoso “Genio del Bossolo” che racconta a un coniglietto affamato come piantare un albero da frutto e soddisfare così il proprio appetito. Gli alunni appaiono divertiti e anche curiosi di conoscere l’attività del KKL, da sempre in sintonia con la natura e con l’ecologia. Dai più grandi ai più piccoli apprezzano i deliziosi frutti offerti, e li ripongono però diligentemente nei loro zaini con l’acquolina in bocca… li assaggeranno solo il 15 di Shevat, come da tradizione. Insieme alla morà Sara e alla professoressa Raffaella Podreider, il nostro giro delle classi si svolge in un paio di giorni, precedenti a Tu Bishvat; una volta concluso, siamo entusiaste di aver festeggiato con i bambini questa felice ricorrenza. Riteniamo che sia fondamentale educare fin dall’inizio i ‘cittadini di domani’ al rispetto e alla conoscenza della natura e dell’ambiente che ci circonda. Il Fondo Nazionale Ebraico – il suo nome era così tradotto originariamente – ha un legame profondo con la festa di Rosh Hashanà Laylanot (Capodanno degli Alberi) poichè in poco più di un secolo di vita ha veramente trasformato il deserto israeliano in un “giardino”, piantando più di 250 milioni di alberi; in questo giorno possiamo celebrare anche il patto tra generazioni: proprio come l’anziano dell’antico racconto a cui venne chiesto come mai piantasse un albero di carrube di cui non avrebbe potuto godere dei frutti che rispose “come i padri hanno piantato per me, oggi io pianto per le future generazioni!”.

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OMNIBUS Il KKL ha festeggiato Tu Bishvat in collaborazione con Kesher, il 20 gennaio, nei locali della Comunità. È stato proiettato un video sulle attività del Keren Kayemeth LeIsrael, commentato da Daniele Liberanome, membro della Commissione di Milano; in conclusione, un intrattenimento musicale di Eyal Lerner con la degustazione dei frutti d’Israele. Il KKL è stato ospite della Scuola del Merkos, su invito della Morà Chanci Kaplan che ci ha permesso di mostrare agli alunni delle due classi 4° (primaria) un bel video che spiega come piantare un albero, e la sua importanza per la sopravvivenza stessa degli animali e degli uomini. I bambini delle classi hanno voluto anch’essi piantare degli alberi in Israele, ricevendo così il certificato di piantagione a nome di tutta la classe.

Paola Avigail Senigaglia

CONCORSO FOTOGRAFICO DEL KKL PER I LICEI

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Il 29 maggio nella scuola della Comunità ebraica di Milano si è svolta la premiazione dell’ottava edizione del concorso fotografico “Israele, Naturalmente!”, riservato agli alunni di seconda liceo. Le foto del concorso sono state scattate dai ragazzi durante il loro soggiorno didattico in Israele, accompagnati dal loro insegnante Daniele Cohenca. Non è stato volutamente dato un tema specifico; a seguito della lezione tenuta dal Professor Giovanni Salvati, architetto e fotografo professionista, sulle regole compositive e sul linguaggio della comunicazione visiva, i ragazzi dovevano ‘trasmettere’ con le loro fotografie delle emozioni, così come i grandi maestri! In effetti non è cosa semplice saper scegliere un soggetto, coniugare abilità e sensibilità per creare un’immagine dal contenuto così impegnativo. Alcuni ragazzi posseggono delle capacità naturali, talvolta non ne sono neanche consapevoli, a tutti, però, è stata di grande aiuto la lezione preliminare e la carrellata delle migliori fotografie del ‘900 proposte dall’Arch. Salvati; una lezione affascinante, dunque, che apre le porte


su un mondo a molti sconosciuto. Questo è il valore aggiunto all’obbiettivo del KKL, che è quello di aiutare i giovani a crescere responsabilmente, attenti all’ambiente che li circonda e nel rispetto della natura. I tre vincitori selezionati del Concorso hanno saputo centrare l’obiettivo, seppure con tematiche differenti, sono: Sasha Sulyman 3° premio, Noemi Deil 2° premio, Tal Schreiber 1° premio. Una menzione speciale è stata data a Thomas Sigone. Tutti gli alunni hanno ricevuto il Diploma di partecipazione dal Keren Kayemeth LeIsrael e un gadget come ricordo.

P.A.S.

VERCELLI: UN GESTO SIMBOLICO DI ALTISSIMO VALORE A Vercelli, in occasione dei 71 anni dalla Fondazione dello Stato di Israele, domenica 12 maggio la Presidente della Comunità Ebraica locale, Rossella Treves, ha voluto celebrare la festa insieme al coro Col Hakolot della Comunità Ebraica di Milano e ai rappresentanti del Keren Kayemeth LeIsrael Italia Onlus; è stata raccontata l’attività dell’Ente per la tutela e lo sviluppo ambientale con un video e l’intervento del Consigliere Daniele Liberanome. Al termine del pomeriggio è stato messo a dimora un ulivo, offerto dal KKL, nel giardino della Sinagoga; sulle note dell’Hatikvah intonata dal Coro Chol Hakolot e dai presenti si è conclusa la cerimonia.

Maryse Hazan

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OMNIBUS PAGINE DEL DIARIO IMMAGINARIO DI UN GENITORE ORFANO

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Dopo quel maledetto giorno in cui vennero ad annunciare la morte di mio figlio i giorni si susseguono tutti uguali. I giorni, i mesi, gli anni passano e insieme a loro il dolore rimane costante, lacerante. Nulla lo può alleviare, le feste, le gioie, i bei momenti invece che lenirlo lo acuiscono e mi sembra di impazzire. I sorrisi, le risate sembrano l’interpretazione di una vita che continua ma di fatto è finita. Le foto sul mobile, quelle sull’album, quelle nella sua camera, certi giorni mi fanno pensare che da un momento all’altro tornerà, busserà alla porta e ci dirà: “Papà Mamma vi ho fatto uno scherzo!!!” Un pianto a dirotto misto ad un sorriso soffocherà in un caldo abbraccio per una paura passata. Invece no, il giorno la notte passano e ciò che spero non si avvera mai. Io invecchio ma la sua foto e lui nel mio cuore no. Il giorno mentre lavoro mi capita di volergli telefonare ma poi la realtà mi sveglia e mi dice: Che fai non c’è più!!! Il suo numero sul cellulare non lo cancello mai e il solo pensare di farlo mi fa soffrire. La notte alcune volte piango quando mi sveglio per averlo sognato e mi sembra che il giorno dopo possa essere un nuovo giorno, il giorno in cui elaborerò finalmente il lutto. Passano uno, due, tre giorni e mi ritrovo in macchina in mezzo al traffico o lungo una via isolata a piangere a gridare il suo nome come se potesse sentirmi. Ogni cosa, ogni momento anche se del tutto avulso mi riporta sempre a lui. Solo stare con gli altri mi fa star bene, l’essere coinvolto direttamente. Dopo però la sensazione è terribile. Penso che l’aver smesso di pensarlo un solo attimo o poche ore sia come avergli rubato l’enorme dolore che ho deciso di tributargli. Non bado più a me stesso e se lo faccio è per lui che ogni volta che mi vedeva mi diceva: tagliati i capelli, comprati il vestito, la camicia, le scarpe ed io lo facevo per farlo contento. Continuo a farlo ma in modo distratto senza badare ai dettagli che, per lui erano alcune volte fondamentali, i colori, l’abbinamento, la qualità. Alcune volte invece ho un atteggiamento maniacale e non smetto di curare i dettagli fino a quando non sarebbe stato soddisfatto. Sento la sua voce alcune volte quando rimango in casa per fare qualcosa, riesco addirittura a vederlo a sentirlo che parla, ride o si arrabbia. L’altra notte ho provato una sensazione stupenda, l’ho abbracciato, ho sentito le sue braccia forti sulle mie spalle ed il suo petto accanto al mio, mi sono svegliato con la sensazione ancora viva in me e ho tentato di riaddormentarmi per riabbracciarlo. Non ci sono riuscito. Il risveglio in pochi attimi ha subito fatto scomparire quella splendida sensazione e al suo posto ha subito rinserito quel lacerante dolore che immutato porto con me. L’altro giorno ho incontrato Moshe, un vecchio compagno di Zavà che non vedevo da tanto tempo e anche lui mi ha raccontato di aver perso un figlio soldato. Ieri sera è venuto a trovarmi a casa e dopo aver ricordato i bei momenti di gioventù trascorsi insieme, ci siamo trovati a raccontarci le sensazioni la vita dopo il tragico evento. Credevo che il dolore si esprimesse allo stesso modo in


ogni genitore invece no. Moshe cerca di trasformare la negatività, il dolore in azione. Moshe va trovare soldati al fronte, porta loro il superfluo, li coccola indistintamente come se fossero suo figlio. Ci parla, li aiuta nelle loro necessità. Moshe si incontra con altri genitori orfani del proprio figlio, vive con loro momenti ludici e non. Moshe mi ha coinvolto e mi ha convinto dopo tanto tempo ad andare con lui a queste attività organizzate da Or La Mishpachot così si chiama l’organizzazione di cui fa parte. Finalmente ho trovato conforto insieme a chi come me soffre per la perdita del proprio figlio. Siamo tutti uguali ma tutti diversi, siamo dentro tristi ma insieme riusciamo a ricostruire la nostra vita, riusciamo ad andare avanti. Sono ormai tre mesi che frequento Or La Mishpachot e debbo dire che la mia vita è cambiata, ora continuo a soffrire ma ho capito che stando insieme, parlando, ballando, studiando festeggiando e organizzando attività insieme riesco ad essere felice come mio figlio mi avrebbe voluto vedere. Ieri sera c’è stata l’estrazione per il Viaggio che a Purim faremo in Italia non sono stato estratto ma sono felice per chi parteciperà. Tutto organizzato da un gruppo di volontari italiani. L’Italia e gli italiani mi sono sempre piaciuti. Prima o poi riuscirò ad andare.

Bruno Di Gioacchino

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OMNIBUS Anche questo anno, per il quarto anno consecutivo, la Comunità Ebraica di Roma, ha avuto l’onore di ospitare Or La Mishpachot, cercando, con la speranza di esserci riuscita, di donarvi alcuni momenti di spensieratezza e forse anche di gioia. La cosa più bella di tutto ciò, non sono nati da una organizzazione con uffici e segretarie, ma dall’entusiasmo, condiviso dai vertici della Comunità di Roma, di tanti volontari, (molti di loro, li avete conosciuti di persona, ma tanti altri, non visti, hanno partecipato alla buona riuscita di queste giornate) che spinti dall’amore che ci accomuna per lo Stato d’Israele e per il suo Popolo, si sono messi a disposizione affinché tutto riuscisse per il meglio. Oggi, dopo le varie accoglienze nei Beth Ha Cheneset, feste, pranzi e cene varie, siamo qui, alla Casa di Riposo della Comunità Ebraica di Roma, per rendere onore ai vostri figli, figli che sono, e lo vogliamo ribadire con forza, come nostri. Il mezzo che, ancora una volta, abbiamo scelto per onorare la memoria, negli anni a venire, dei nostri Chaylim, dei vostri/nostri figli, è stato, come per gli anni passati, quello di incidere i Loro nomi su di una targa di marmo che anche quest’anno il Keren Kayemeth LeIsrael Italia ha avuto l’onore di donare. Che il loro nome ed il loro eroismo, siano per sempre, di benedizione per Ham Israel. Ham Israel Hai

Settimio Di Porto

YOM HATZMAUT 5779 Quest’anno, oltre alla consueta annuale presenza a scuola con le piantine, il KKL ha partecipato, l’8 giugno, alla celebrazione di Yom Hazikaron e Yom Hatzmaut al tempio Centrale di Via della Guastalla, insieme a molti altri enti ebraici, ciascuno col proprio desk. Il CDEC ha messo a disposizione un interessante “docufilm” sulla fondazione dello Stato di Israele con le immagini e la voce di Ben Gurion, seguito dalla commemorazione dei caduti.

Paola Avigail Senigaglia

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KKL NELLE SCUOLE DI MILANO Scuola Mauri

Il 3 maggio, il KKL ha incontrato i ragazzi della Scuola Media Mauri di Milano, su invito della Professoressa Paola Salvati e della Direttrice scolastica. Il Presidente KKL Italia Onlus Sergio Castelbolognesi ha spiegato ai ragazzi l’essenza e la storia della nostra Fondazione. È stato proiettato un video sull’attività che il Keren Kayemeth LeIsrael svolge in Israele e tutti gli alunni hanno ricevuto il portachiavi e le “carte d’identità” del KKL. In conclusione, nel giardino della scuola abbiamo piantato un piccolo ulivo, mentre ogni classe ha ricevuto un albero simbolico piantato in Israele e il relativo certificato.

Scuola Cova

Natura, progresso e tecnologia: anche il KKL ha partecipato alle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci presso la Scuola Cova a Milano. L’invito è partito da Gianna Moise, Direttore Artistico della Scuola, che ha voluto coinvolgere la Fondazione come esempio del connubio naturatecnologia. Ha organizzato un percorso espositivo con i magnifici lavori degli studenti ma in realtà ogni piccolo dettaglio dell’edificio scolastico, compreso il giardino, è un pezzo artistico: ogni posta è decorata a mano con ombre e sfumature diverse una dall’atra e così pure si trovano sui muri piccoli trompe-l’oeil inattesi e, all’esterno, sedute realizzate da grandi cubi dipinti con motivi orientaleggianti, e poi poltroncine realizzate in cartone ecc. L’evento è stato organizzato per raccogliere fondi per borse di studio e una parte è stata devoluta al KKL per piantare alberi in Israele.

Maryse Hazan

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OMNIBUS UN ULIVO DEL KKL PER I GIOVANI CADUTI IN ISRAELE Anche a Milano, nel giardino della Scuola Ebraica, con una cerimonia intensa e toccante, è stato piantato un albero in memoria dei giovani caduti per Israele, alla presenza dei genitori dell’associazione Or Lamishpachot, “luce per le famiglie”. Or lamishpachòt è stata ospite della Comunità Ebraica di Milano: l’invito e i vari eventi in programma sono stati organizzati e sostenuti economicamente da Walker Meghnagi e da Davide Nassimiha, il Noam e Franco Modigliani che ha organizzato tutte le trasferte e la permanenza degli ospiti. L’associazione è stata accolta con molto affetto e calore da chi si sente intimamente partecipe del sacrificio compiuto dai loro figli e dal destino di Israele, che ci unisce tutti; prima al Noam, poi a Scuola la sera di Lag Baomer e, il 23 maggio, nelle aule e nel giardino di via Sally Mayer. La cerimonia ha preso avvio attorno a un giovane albero di ulivo, offerto dal KKL. Il primo a rivolgere un messaggio di accoglienza e profonda partecipazione è stato il presidente della Comunità Milo Hasbani che, a nome della comunità tutta, ha ringraziato le famiglie per il loro coraggio; poi Walker Meghnagi ha ricordato il sacrificio dei giovani soldati di Israele. I genitori, alcuni ancora così giovani da far pensare con angoscia all’età dei loro ragazzi perduti e alla prossimità drammatica del loro lutto, con una compostezza e una forza encomiabili, hanno poi piantumato l’ulivo, vicino all’area gioco dei bambini, mentre venivano scanditi i nomi

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dei giovani caduti e un padre, Eliezer che ha perso due figli nell’esercito, suonava il suo clarinetto accompagnando la cerimonia con note struggenti e profonde. Rav Arbib ha recitato la benedizione per la messa a dimora di un nuovo albero ed è poi intervenuto il presidente del KKL Sergio Castelbolognesi, annunciando che in Israele, per ciascuno dei 27 caduti ricordati oggi con la targa nel giardino della Scuola, verrà dedicato un albero alla memoria. A ogni famiglia è stato consegnato un certificato, uno ad uno personalmente da Castelbolognesi. La rappresentante di Or lamishpachòt ha sottolineato l’importanza della scelta di dedicare questo “angolo di memoria”, proprio nel giardino della Scuola: “Significa che la Comunità di Milano ha capito che la nostra è una scelta di vita, di guardare con speranza al futuro e questo albero -nel cuore del giardino dei bambiniè un forte simbolo di tutto questo. Grazie!”. Franco Modigliani, che ha collaborato alla organizzazione della cerimonia, ha infine consegnato un palloncino bianco o azzurro a ciascun genitore, per farlo salire al cielo insieme al canto dell’HaTikvà innalzato da tutti i partecipanti, israeliani e milanesi insieme, in un forte abbraccio collettivo che ha inumidito gli occhi di tutti.

G.C. 391


IL POPOLO DEL LIBRO S E F E R H AYE LE D MILANO Ruben Hlafo Techiouba Iscritto al Sefer Hayeled dalla nonna Silvia 9 Agosto 2018 – 28 Av 5778

LUGANO Sarah Grabstein Modiano Iscritta da Antonio, Lily, Andrea e Micol 30 maggio 2019 – 25 Iyar 5779

S E F E R B A R - B AT M I T Z V À MILANO Stella Blei è stata iscritta al Sefer Bat Mitzvà dai cugini Sandra e Maxi con Andrea e Alessandro con tanto affetto

LI BRO D’ORO TORINO A Dario Disegni, punto di riferimento di tutta la Comunità Ebraica, da parte dei suoi amici con stima e riconoscenza

LI BRO D’ORO DE LLE NOZZE TORINO A Guido e Silvia Ottolenghi in occasione dei vostri cinquant’anni di matrimonio, Mazal Tov! Da Millo, Nicoletta e Emma 23 febbraio 2019 – 18 Adar Rishon 5779

ALBERI IN ONORE ROMA Marco e Ester Terracina festeggiano le loro Nozze d’Oro e partecipano al progetto Sha’ar HaNegev - 3 Febbraio 2019 – 28 Shevat 5779

PISTOIA Un Giardino di 200 alberi è stato piantato a Baram in onore di Daniele e Sara Coen in occasione delle loro nozze - 18 Novembre 2018 – 10 Kislev 5779

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LIVORNO In occasione del matrimonio di Loretta Modigliani e Clemente Fargion. Mazal Tov da Valia Aciman e Gino Boccara

TRIESTE Un grande Mazal Tov a Elisheva Gheula Vitri e Daniel Chaim per il loro primo anniversario di matrimonio

TORINO Hatan Torà 5779 - Roberto Sofia Gli amici della Comunità Ebraica di Torino contribuiscono al Progetto Paran Hatan Bereshit 5779 - Elad Dahan Gli amici della Comunità Ebraica di Torino contribuiscono al Progetto Paran

Ruben Hlafo Techiouba

Stella Blei

Sarah Grabstein Modiano

Daniele e Sara Coen

Loretta Modigliani e Clemente Fargion

Elisheva Gheula Vitri e Daniel Chaim

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IL POPOLO DEL LIBRO

Guido e Silvia Ottolenghi

Manuel Di Segni e Sarah Di Tivoli

Marco e Ester Terracina

Gabriele Fiorentino e Valeria Milano

IL KKL FESTEGGIA I SUOI AMICI Un grandissimo Mazal Tov al nostro collega Manuel Di Segni e Sarah Di Tivoli per il loro matrimonio. I migliori auguri per una vita insieme piena di simchà dalla grande famiglia del KKL Alla nostra collega Valeria Milano i migliori auguri di una serena vita insieme a suo marito Gabriele! Da parte della famiglia del KKL Italia Onlus

BANOT MITZVÀ 42

Il 26 maggio nella sinagoga centrale di Via della Guastalla, si è svolta la cerimonia di maggiorità religiosa per cinque ragazze. Il KKL ha partecipato donando loro un albero con l’augurio di legare il loro nome alla Terra d’Israele


© foto Carlo Mogiani

ADOTTA IL NOSTRO PROGETTO CONTO CORRENTE POSTALE C/C n° 8383055 intestato a KKL Italia Onlus. BONIFICO BANCARIO Banca Prossima Spa – filiale Milano INTESTATO A KKL ITALIA ONLUS C/C 122860 IBAN: IT05 Y033 5901 6001 0000 0122 860 CARTA DI CREDITO telefonando ai seguenti numeri 06.8075653 / 02.418816 ASSEGNO BANCARIO O CIRCOLARE Intestato a KKL Italia Onlus PAYPAL


IL POPOLO DEGLI ALBERI Mario Pavoncello e Costanza Della Seta

Mario Sonnino - Elisa Sonnino - Sara Piperno Giardino

Boschetto

Serenella Piattelli Calò

Roberto Del Monte Giardino

Elisabetta Elisheva Calò

Giardino

Enrica Funaro Calò

Fortunata Ada Di Segni

Alan Ghitis

Adriana Luzzati Bassani

Luciana Luzzato

Germano Isacco Servi

Giardino

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Boschetto

Giardino

Giardino

Giardino

Bosco

Giardino


ROMA Un Boschetto di 500 alberi è stato piantato a Baram in memoria di Mario Pavoncello z.l. e Costanza Della Seta z.l. donato dai figli, generi, nuora e nipoti Un Giardino di 300 alberi è stato piantato a Baram in ricordo di Mario Sonnino z.l., Elisa Sonnino z.l., Sara Piperno z.l. in memoria dell’amore che mi avete donato. Da parte di Livia Un Giardino di 250 alberi è stato piantato a Nahal Alexander in memoria di Serenella Piattelli Calò z.l. dalla famiglia Un Giardino di 200 alberi è stato piantato a Baram in memoria di Roberto Del Monte z.l. donato dal fratello, dalla moglie, dalla zia, dai cugini, dai nipoti, dagli amici e i condomini di Via dei Gonzaga 36 Un Giardino di 200 alberi è stato piantato a Baram in memoria di Elisabetta Elisheva Calò z.l. da parte del fratello Alberto Kalò Un Giardino di 200 alberi è stato piantato a Baram in memoria di Giorgio Fuà z.l. marito, padre e nonno amorevole e giusto. Franca, Mara, Benjamin, Jeremy, Ruben e Samuel Un Giardino di 100 alberi è stato piantato a Baram in memoria di Enrica Funaro Calò z.l. dai nipoti di nonna Emma 13 aprile 1957 – 19 novembre 2018 12 Nissan 5717 – 12 Kislev 5779 Un Giardino di 100 alberi è stato piantato a Baram in memoria di Fortunata Ada Di Segni z.l. dai familiari. Il tuo sorriso e la tua saggezza rimarranno per sempre scolpiti nei nostri cuori

MILANO Una Foresta di 5000 alberi è stata piantata a Tzorà in memoria di Violante Turinetti Di Priero. Il tuo ricordo sia di benedizione Un Bosco di 1000 alberi è stato piantato a Seghev in memoria di Alan Ghitis z.l. offerto dalla mamma Niky, dagli zii Riccardo e Lucienne, Dodi e Diana “Ascolta figlio mio l’ammonizione di tuo padre e non abbandonare l’insegnamento di tua madre” (Proverbi 1, 8) Un Boschetto di 500 alberi è stato piantato a Baram in memoria di Adriana Luzzati Bassani z.l. offerto dal figlio Luciano, dal nipote David, da parenti e amici

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IL POPOLO DEGLI ALBERI Un Giardino di 300 alberi è stato piantato a Baram in memoria di Velleda Coen z.l. offerto dalla famiglia e dagli amici Un Giardino di 200 alberi è stato piantato a Baram in memoria di Luciana Luzzatto z.l. offerto dai cugini e dagli amici Un Giardino di 200 alberi è stato piantato a Baram in memoria di Andreas Schmeidler z.l. offerto dagli amici Un Giardino di 100 alberi è stato piantato a Baram in memoria di Germano Isacco Servi z.l. offerto dalla moglie Rosy, con il figlio David e la nuora Laura, da parenti e amici. La famiglia e gli amici lo ricorderanno sempre con infinito affetto

TRIESTE Un Boschetto di 500 alberi è stato piantato a Baram in memoria di Enzo Tornelli z.l. offerto dalla moglie, figlie, cugino e amici Un Giardino di 200 alberi è stato piantato a Baram in memoria di Adriana Bauer Cesana z.l. offerto dai familiari e amici Alberi sono stati piantati in memoria di Liliana Horitzky Orsini Camerini z.l. e Adriano Camerini z.l. dagli amici

ANCONA Un Giardino di 120 alberi è stato piantato a Baram in memoria di Franca Foà ved. Ascoli z.l. da parte dei figli Ugo, Marina e Anna, degli amici della Comunità Ebraica e dell’Adei di Ancona

FIRENZE Alberi sono stati piantati in Israele in memoria di Giorgio e Perla Calò z.l.

TORINO Un Giardino di 200 alberi è stato piantato a Nahal Alexander in memoria di Giulio e Mirella Fiz z.l. Genitori esemplari, vivrete sempre nei nostri cuori Un Giardino di 200 alberi è stato piantato a Baram in memoria di Paola Diena Disegni z.l. da Ariel, Manuel e Susanna

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VENEZIA Un Giardino di 100 alberi è stato piantato a Baram in memoria di Napoleone Jehuda Jesurum z.l. con eterno amore dalla moglie Helena 11 maggio 1929 – 3 gennaio 2017

BOLOGNA Un Giardino di 100 alberi è stato piantato a Baram in memoria di Alberto Piperno z.l. 28/11/1932 – 31/12/2017 29 Cheshvan 5963 – 13 Tevet 5778 “Ad un padre esemplare, al miglior maestro di vita, valori e tradizioni” Che il Suo ricordo sia di benedizione. I figli Clelia, Lello e Giacomo

Paola Diena Disegni Giardino

Enzo Tornelli Boschetto

Napoleone Jehuda Jesurum

Giorgio Fuà

Liliana Horitzky Orsini Camerini e Adriano Camerini

Alberto Piperno

Giardino

Giardino

Giardino

Giardino

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IL POPOLO DEGLI ALBERI PROGETTI SPECIALI ROMA Magda Coen ha partecipato alla realizzazione del progetto KKL Sha’ar HaNegev - In memoria di Miriam Cahan z.l.

TORINO In ricordo di Paola Diena Disegni z.l. gli amici più cari hanno partecipato alla realizzazione del progetto KKL Sha’ar HaNegev

IL KKL RICORDA I SUOI AMICI Il KKL ricorda Sergio Frassineti z.l. per molti anni membro attivo della Commissione di Roma Keren Kayemeth LeIsrael e Presidente della Comunità Ebraica di Roma negli anni novanta. Che il suo ricordo sia di benedizione Il KKL di Milano ricorda con affetto il caro amico Germano Isacco Servi z.l. che la sua memoria sia di benedizione Il KKL Italia Onlus ricorda con affetto e gratitudine Shalom Tesciuba z.l. per l’impegno e dedizione sionista e tradizionalista volto nella sua vita a tutta la Keillà ebraica. Che il suo ricordo sia di benedizione Il KKL Italia Onlus si stringe intorno alla famiglia del Presidente Israeliano Reuven Rivlin per la perdita della moglie Nechama scomparsa il 4 giugno scorso. Baruch Dayan HaEmet

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Anche se il sacchetto non si gonfia “Buongiorno signori, benvenuti a bordo”, una graziosa non più giovanissima hostess accoglie sulla soglia dell’aereo i passeggeri del volo Milano-Napoli, impettita nella sua divisa impeccabile, capelli biondi raccolti a chignon, dispensa a tutti indistintamente, economy o business, lo stesso smagliante sorriso d’ordinanza, una fila di denti bianchissimi circondati da un rossetto piuttosto vivace, ma i passeggeri non sembrano essere per la quale, tirandosi dietro faticosamente i loro carretti, borse, tracolle e quant’altro sono riusciti ad ammettere nel bagaglio a mano (un vero talento che sfiora la magia), hanno tutti volti cupi, imbronciati, alcuni visibilmente alterati, e in questa atmosfera temporalesca, il placido sorriso della hostess appare decisamente fuori luogo, inopportuno, quasi importuno, nessuno ricambia il saluto, qualcuno fa di peggio, “buongiorno un corno!” sbotta improvvisamente, in modo brusco e villano, un omone alto e grosso, arrivato in cima alla scala sudato e ansimante, capelli lunghi grigi e unti raccolti a coda di cavallo, è evidente che ha perso la sua riunione, ma che colpa ne ha la povera hostess? quasi due ore di ritardo, per un volo che ne prende una sola, sono decisamente troppe, “per ritardato arrivo dell’aeromobile” si giustifica la compagnia aerea, come se questa ormai ricorrente motivazione la potesse in qualche modo assolvere, la gente si spintona nervosamente, non siamo in metrò ma quasi, è lo stesso aereo che va e viene, prima fa uscire i passeggeri che sono appena arrivati poi, dalla stessa porta, entrano quelli che partono, non è inconsueto sentire sulla poltrona ancora il tepore di chi si era seduto prima, l’unica differenza con la metropolitana è che le porte non si chiuderanno prima che siano saliti tutti, almeno per ora. Una volta accomodati tutti i passeggeri il malcontento non si placa, una musichetta allegra di sottofondo prova a sua volta a rasserenare gli animi con scarsi risultati, nel corridoio continua a serpeggiare un borbottio di disappunto proveniente un po’ da tutte le fila, “dia a me, l’aiuto io”, si offre un’altra hostess per sistemare un bagaglio in cappelliera, “lasci stare, faccio da sola!” risponde villanamente una giovane donna, camicietta bianca, gonna grigia, piglio deciso, tipo amministratore delegato, di sicuro anche lei aveva degli impegni che sono andati in fanteria, ma ancora, che colpa ne ha la povera hostess? “Signore e signori, ladies and gentlemen”, è il momento del conseuto balletto del cabin crew, mentre l’aereo si avvia lentamente verso la pista del decollo, il personale di bordo si sbraccia per spiegare cosa fare e cosa non fare a bordo dell’aereomobile nella più totale indifferenza dei passeggeri, nessuno che degni loro neanche di uno sguardo, fosse giusto per simpatia, per dare loro una minima gratificazione per tanta fatica inapprezzata, “un sentiero luminoso indicherà l’uscita di sicurezza più vicina a voi”, un bambino, forse al suo primo volo, guarda incuriosito, poi vedendo che la mamma non ha mai alzato lo sguardo dal suo libro, torna a giocare con il suo smartphone, “la maschera a ossigeno funziona anche se il sacchetto non si gonfia”, a cosa serve rifare ogni volta lo stesso show, a ogni volo, se a nessuno interessa? Forse tra tutti i passeggeri ce n’è uno, anche uno solo, che non ha mai preso un aereo, il balletto è per lui, deve sapere cosa fare in caso di emergenza per salvarsi la vita, e cosa non fare durante il volo per non mettere in pericolo quella degli altri, anche fosse solo per lui, di sicuro ne sarà valsa la pena. Il KKL, con il suo incessante lavoro, ha dato vita a tantissime zone di Israele, ieri desertiche, aride, disabitate, oggi verdi, ridenti e popolate da tante persone, chi salva una vita salva un mondo intero, dice il Talmud, da più di un secolo salvare mondi in Israele è la nostra unica missione, se con il tuo lascito saremo riusciti a salvare una comunità, magari solo una famiglia, forse solo una coppia, anche una sola vita, di sicuro ne sarà valsa la pena.

Maurizio Hazan Lasciti, relazioni e progetti K K L Te l . 3 3 5 27 6 4 2 5 / 0 2 4 1 8 8 1 6

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