Interni Panorama 76

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IL MaGazine DeL DesiGn N. 76 11 settembre 2014

speciale per i lettori di

Il design è...

colorato giocoso materico nomade

Case

l’arte di abitare

Speciale

Bagno e accessori

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indice

11 Settembre 2014

INTeRNI PaNoRaMa NeWS 6 IL NUOVO MANTRA? PROGETTUALITà

Le grandi capitali europee della creatività in autunno: tra festival, mostre, fie e, nuove aperture, grandi architetti e art designer. E un pubblico di followers

appuntINTeRNI PaNORaMa

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19 SOTTO IL SEGNO PIù

A dispetto della crisi dell’industria italiana, quattro imprese attive nel mondo dell’arredo che continuano a segnare risultati positivi. Il segreto? Il capitale umano

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IdeeINTeRNI PaNORaMa 26 PARTITURA D’ARTISTA

Come arreda il suo loft un affermato scultore italiano? Il piacere del bello mai estremo nella casa di Giuseppe Spagnulo a Milano. Tra souvenir e scale ardite

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32 IL COLLEZIONiSMO, PER ESEMPIO

Chi l’ha detto che una casa dove abita l’arte debba sembrare una galleria fredda e impersonale? Seguendo le scelte di Enrica Ciotti Alemagna scopriamo la via del colore caldo

38 LA LEGGEREZZA: UN’OPINIONE

Mobili trasparenti, gonfiabili pieghevoli, light, su ruote. La casa scopre il valore di un nomadismo stanziale, da allestire e togliere. Sì, cambiare!

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47 IRONIA NEL BAGNO

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Finalmente la stanza da toilette perde quel valore eccessivamente aulico che l’ha segnata negli anni 2000. 50 DECISE PENNELLATE DI COLORE

Vietato il bianco e i toni neutri. La ceramica e il mondo del bagno secondo le tendenze di Cersaie Bologna 2014 parlano chiaro: tonalità energetiche e fantasia al potere

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53 PSICOLOGIA DELLA CASA

Non aprite quella porta! Qual è il signific to profondo di una porta o di una fine tra nella storia dell’abitare. Lo chiediamo a un’esperta psicologa

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rubriINTeRNI PaNORaMa 56 UNA STORIA SPUMEGGIANTE

Vino meraviglioso vino. La Fratelli Berlucchi ha segnato la storia di un territorio come la Franciacorta.Tra regole ferree e scelte di qualità Diret t ore re spons abile GILDA BOJARDI bo jardi@mo ndado ri.it In copertina In primo piano, Sale pepe Tweet in ceramica lavorata a mano della collezione De Amore in Vitro, disegnata da Karim Rashid per Purho e la coppia di personaggi The Guest, ideati da Jaime Hayon e realizzati a mano in porcellana nei laboratori Lladrò, ‘vestiti’ da Paul Smith. Struttura self standing appendiabiti con mensole Domestic Spine, design Matali Crasset per Danese e Kangeri Nomadic Radiator, progettato da Satyendra Pakhalé per Tubes. Sullo sfondo Radiatore Schema Bird, design Meneghello Paolelli Associati per Ridea e lastra in gres laminato di 3 mm di spessore della serie Slimtech con decoro Waves, design Patrick Norguet, per Lea Ceramiche, che parteciperà al Cersaie, a Bologna dal 22 al 26 settembre.

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Ar t-dire ct or Christoph Radl christoph.radl@radl.it Capore dat t ore centrale Simonetta Fiorio simonetta.fiorio@mondadori.i A cura di Patrizia Catalano interniv@mondadori.it

Grafic a Elena Mariani internie@mondadori.it Hanno col labora t o Monica Baio Alessandro Bini Valentina Croci Claudia Foresti Antonella Galli Anita Greco Anna Martinelli Roberto Valden Henry Thoreau S egreteria di re dazione Alessandra Fossati - responsabile Adalisa Uboldi - assistente del direttore

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Da settembre è di nuovo fervore. E la cultura del design non si tira indietro. Mostre, gallerie, rassegne nelle belle città d’autunno: Londra, Parigi, Milano, Venezia.

londra

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Nel cuore del più elegante ed esclusivo quartiere londinese, Mayfair, si tiene ogni anno, tra il 15 e il 19 ottobre, Pad London un’importante rassegna di art design, arte e fotografia del Ventesimo secolo, curata da alcune delle migliori gallerie europee. Nasce con l’intento di dimostrare al collezionismo più avanzato come linguaggi e storie diverse possano interagire per creare situazioni ambientali di straordinaria qualità. Questa vocazione eclettica è premiata dalla stessa ricerca degli autori presentati, che sempre di più si rivolgono a culture e materiali differenti per ottenere nuove forme e nuove possibilità espressive. Da segnalare, tra le altre, la galleria tedesca di Gabrielle Ammann, con i lavori in bronzo di Satyendra Pakhalé, e i Wood Fossil dell’italiana Nucleo, Pierre Passebon con i Conversation Pieces di Vincent Darré, e, naturalmente, la Carpenter Gallery, best gallery londinese con una serie di lavori dell’atelier Van Lieshout.

Il nuovo mantra? Progettualità

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L’ARTISTA MULTIMEDIA

Curata da Andrea Lissoni, giovane critico specialista in video art, si inaugura il primo di ottobre 2014 presso gli spazi milanesi dell’Hangar Bicocca della fondazione Pirelli, un evento, il primo in Italia, dedicato a un mito della video art americana, la newyorkese Joan Jonas. Nata nel ’36 e arrivata a imporsi come una delle più importanti firme dell’arte al femminile già negli anni ’60, inizia il suo percorso come scultrice ma da subito si fa notare per le sue complesse elaborazioni multi mediatiche, tra performance, installazione e media art. Viene considerata all’oggi come la massima autorità nell’ambito delle performances. Insegna all’MIT ed è autrice di numerose pubblicazioni sull’argomento. Il curatore propone dieci installazioni e nove video monocanale, una tecnica che si caratterizza per l’utilizzo di un unico emittente, vuoi videoproiezione, vuoi un monitor oppure la rete, e fortemente impregnata di un tessuto narrativo onirico.

Un o dei famo si video di Joan Jo nas. La celebre ar tista amer icana, co nsider ata u n feno meno della video ar t, sarà a Milano dal 1 otto bre co n “Light Time Tales”, a cur a di Andre a Lisso ni pre sso Hangar B icco cca.

LA GALLERIA

Wendel Castle è un simpatico signore, barba e capelli candidi, che incomincia a far parlare di sé nel 1973. Scultore, designer, didatta, è considerato il padre dell’art furniture e fonda nel 1998 The Wendell Castle Collection, una collezione di pezzi unici, in legni pregiati, rigorosamente lavorati a mano e ispirati, come peraltro quelli di R on Arad, alla grande tradizione scultorea dei Moore. L’autore ingloba via via volumi complessi in un sorprendente processo di stratificazione progressiva, per arrivare infine a produrre oggetti d’uso di spiazzante attualità. Carpenter Gallery presenta a settembre a Parigi una serie di pezzi della sua collezione, da quelli più scultorei degli anni ’60 sino ai pezzi più recenti, come ‘sixteen hundred’, un complesso sistema di sedute che ricorda, per il colore e per la forma, un cespo di cozze abbarbicate attorno al proprio ramo. Da vedere. Wendel Castle, è l’au tore che sarà pre sentato da Car penter G aller y alla 27a ediz io ne della Biennale degli Antiquar i a Par igi. Dall’11 al 21 Settembre , al Gr an Palais. Nella foto, Wendel Castle, Sixtee n Hu ndre d 2013, cou tesy Car penter s Work sho p Galler y.

Pad Lo ndo n è u n appu ntamento impre scindibile per gli appassio nati di ar te e ar t design. Nella foto u na lo candina della galler ia Passebo n, u no degli indir izz i più r appre sentativi par igini, pre sente alla manifestaz io ne lo ndinese.

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Il pezzo forte Mai riusciremo a ringraziare abbastanza Vico Magistretti (Milano 1920-Milano 2006) per averci regalato durante la sua vita di designer così tanti bei progetti d’arredo. Pezzi senza tempo, di un’eleganza che non passa mai di moda (proprio perché rappresenta l’anti-moda), che hanno eufemisticamente ispirato tante successive generazioni di designer italiani e non (ricordiamo la sua lunga docenza a Londra, città da lui particolarmente amata, presso il Royal College of Art). Bene fa un marchio storico e importante come Cassina a celebrare i 40 anni di Maralunga, forse il più riuscito degli imbottiti da lui disegnati. E che idea carina presentarlo a Parigi in una versione completamente argento: molto sfavillante e glamour, perfetta per la ville lumière. Un solo dubbio, a Vico il suo Maralunga in versione silver sarebbe piaciuto?

A Parigi per t ut t o i l mes e di s et t embre si f est eggi ano i q uarant’ anni d el divano Maralung a prog et tat o d a Vico Magis t ret ti e ripro pos t o n ella version e arg ent o per l’o ccasion e allo s pazio C assin a di s t. Germa in.

IL ComPL eanno 100% design la rassegna che unisce business e creatività compie 20 anni e festeggia a modo suo con un grande mix di eventi, personaggi, mostre dedicate per una swing in London all’insegna del progetto. Dal 17 al 20 settembre un calendario fittissimo a partire dalla presenza di molte guest star tra cui Philippe Starck, El Ultimo G rito, N ina Tolstrup, Jaime Hayon nonché una serie di giovani imprese per cui questa manifestazione si propone, sempre di più, come un vero e proprio trampolino di lancio per brand in cerca di visibilità. Sempre per festeggiare, ecco Design Kaleidoscope, una rassegna che raccoglie il meglio del design britannico presentato a partire dal 1995 al 100% design interpretato con effetto appunto caleidoscopico sotto la regia di T homas Matthews. Interni, che quest’anno festeggia con una serie di eventi internazionali i suoi 60 anni, sarà presente durante il London Design F estival dal 12 al 19 settembre con Innovative Landscape Talks organizzando in città presso gli showroom più rappresentativi dell’italian style ( Artemide, N atuzzi, Molteni,& C / Dada, Moroso, Valcucine, Boffi) una serie di incontri con grandi architetti del calibro di Martino G amper, G ensler, Sybarite, Livschulz Davidson Sandilands, SO M, Zaha Hadid Architects. Dal 17 al 20 s et t embre la capit ale brit anni ca prend e un a s erie di inizi ati ve all’ins egn a del design: dal 100% Design che f est eggi a la s ua vent esi ma edizion e a Inno vati ve Lands cape Talks a cura di Int erni che in o ccasion e dei s uoi 60 anni o rg anizz a un a s erie di talks con prestigiosi archit et ti int ern azion ali presso i più rappres ent ati vi s ho w roo m del made in Italy. Nella f ot o uno d ei gio chi caleidos co pici pres ent ati presso E arls Co urt a Design K aleidos co pe. di Th o mas H eat herwi ck.

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FasHIon MovIes

FLower Mar KeT

A settembre presso il Piccolo Teatro Paolo Grassi prenderà il via la prima edizione del Fashion Film Festival Milano, evento di apertura di Milano Moda Donna. Ideato e prodotto da Constanza Cavalli Etro come frutto delle numerose esperienze all’interno del mondo della moda e il cinema, con il sostegno della Camera Nazionale della Moda Italiana come Main Sponsor. L’evento Centrale del Fashion Film Festival Milano si terrà nelle date del 14 e 15 settembre, giornate dedicate allo screening e alla condivisione per tutti gli appassionati di cinema e moda. L’obiettivo è quello di promuovere e diffondere il talento e l’arte provenienti da tutto il mondo. Lo spirito, quello di coinvolgere il pubblico in modo democratico e trasversale. L’ingresso, infatti, è aperto al pubblico, gratuito e con possibilità di accredito. Due le sezioni: Fuori Concorso, che coinvolgerà i migliori fashion film realizzati dai grandi marchi e importanti registi e Concorso, che presenterà le nuove proposte di promettenti registi e marchi emergenti che esporranno il loro lavoro davanti ad una prestigiosa giuria internazionale. Le esclusive opere di Barnaba Fornasetti saranno i premi per i vincitori del festival. Esposizione, contaminazione, estetica e racconto, gli elementi presenti all’interno di questa prima edizione.

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Al Picco lo Teatro Gr assi di Milano dal 14 al 15 settembr e la pr ima ediz io ne del Fash io n Film Festival co n u na ser ie di pellico le in co ncor so e fuor i co ncor so, gu est star s e, natur almente, r ed car pet...

IL M ATER I A LE

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Il 21 settembre, durante la settimana della moda a Milano, Marni darà inizio ai festeggiamenti del ventennale con l’apertura del Marni Flower Market all’interno della R otonda della Besana. Marni Flower Market si svolgerà a Milano per sottolineare la profonda radice italiana del brand ideato da Consuelo Castiglioni che attualmente fa parte del gruppo OTB di R enzo R osso. Immaginato come una azione fluida e non celebrativa, dunque pensato per esaurirsi nello spazio di un solo pomeriggio, il Marni Flower Market è aperto alla città il 21 settembre dalle 15 alle 20.

La lo candina del Marni Flo w er M ark et: il mer cato dei fior i ideato seco ndo lo stile del r affinato mar ch io di mo da è or ganizz ato pr esso la R oto nda della Besana il 21 settembr e.

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Il rame, il misterioso oricalco con cui Platone aveva rivestito una delle sette cinta murarie di Atlantide, è stato uno dei metalli alla base della simbologia alchemica della Grande O pera. Questo è probabilmente uno dei motivi per cui alcuni artisti, come R emo Salvadori, Marisa Merz, Gilberto Z orio e Carl Andre lo hanno abbondantemente utilizzato nei loro lavori. Basti tra tutti, citare l’emblematica Janua Coeli di Marco Bagnoli. Tradizionalmente associato al pianeta Venere e a una delle Sephiroth cabalistiche, il rame ha ovviamente anche altre virtù, oltre a quelle simboliche, di cui i curatori della mostra alla Triennale di Milano sembrano preoccuparsi. V irtù scientifiche, grande conduttore di elettricità, e qualità progettuali, invecchia bene lasciando grazie alla sua ossidazione verdastra, un caratteristico colore sui tetti di molti edifici e di molte chiese nel nord Europa.

Janua Co eli o per a di Mar co B agno li all’inter no della mo str a “Le for me del r ame tr a ar te co ntempor anea, design, tecno lo gia e ar ch itettur a”. Tr iennale di Milano, dal 16 settembr e.

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L’ O G G E T T O I M P O S S I B I L E È sicuramente uno dei padiglioni stranieri meglio riusciti e di più forte impatto il padiglione polacco alla 14ma edizione delle Biennale Architettura in corso fino al 23 novembre. Un’unica installazione collocata al centro della sala, riproduce la tomba del maresciallo J ózef Piłsudski. L ’originale è a Cracovia nel castello di Wawel, proprio a destra della cattedrale dove sono sepolte decine di re polacchi. Una struttura baroccheggiante, che si trascina due pesanti elementi simbolici, l’uno legato alla morte, l’altro alla storia della nazione polacca. Un significato metafisico e un significato politico uniti in un’unica struttura, che decontestualizzata dal suo luogo e inserita nei G iardini della Biennale, assume un significato doppiamente polemico, o meglio sarebbe, doppiamente ambiguo. L a morte dell’arte contemporanea e il ritorno all’ordine classico. Ma l’effetto più clamoroso nasce dal grande monolite orizzontale, di kubrickiana memoria, che sovrasta, volteggiando nel vuoto, la tomba del maresciallo polacco. Ed ecco l’oggetto impossibile, che sfida in nome della storia l’unica vera legge a cui tutti siamo sottoposti, quella di gravità. Alla greve pesantezza dei richiami storici e politici fa da contrappunto misticheggiante un soffitto, un’unica lastra senza decorazioni, che, come un angelo vendicatore, sovrasta la nostra storia futura. Passateci. L a Enemark è rappresentata da Artelier Courbet di New York.

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Nel la f ot o l ’instal lazio ne Impossible O bje ct s (f ot o di Andrea Avezzù) pre sso il padiglio ne pola cco al la 14ma edizio ne del la Biennale di Architet tura di V enezia i n corso si no al 23 novembre .

LA LIBRERIA U n nuovo indirizzo in una Venezia sempre più internazionale. Accanto allo storico Bauer H otel lo scorso 20 giugno ha inaugurato Assouline Boutique, la libreria dello storico editore francese famoso in tutto il mondo per le sue preziose edizioni illustrate. Per l’occasione, è stato presentato il libro S imply Italian. Il volume, presentato da Martine & Prosper Assouline e da F rancesca Bertolotto Possa ha un autore d’eccezione, il venezianissimo Arrigo C ipriani. C ipriani e la sua famiglia, con i loro ristoranti, la cucina di altissima qualità, la selezione di una serie di prodotti alimentari brandizzati con il loro nome sono stati tra i primi ambasciatori dell’Italian taste nel mondo, in particolare negli S tati U niti. S enza dimenticare che Arrigo ha gestito il mitico H arris Bar a san Marco, meta, tra gli altri, di H ugo Pratt e di Ernest H emingway.

10 A V enezia , s an Marco 1455, u n nuo vo i ndirizz o dedic at o al la cul tura . è Assouli ne Boutique , ge stit a d al la nota cas a editrice di libri il l us tra ti. Nel la f ot o, l ’invit o per la pre se ntazio ne del vol ume S impl y Italia n di Arrigo C ipria ni.

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Expo Milano 2015, femminile plurale

Sopra, Women for Expo ha partecipato al flash mob della Cen a in Bian co #cen acon me di Milan o che si è svolto il 3 luglio ai giardin i Ind ro Mon tan elli; il men u della serata è stato realizz ato da Katia Piazz i. Sotto, alcun e ambasciatrici del progetto WE Women for Expo (da sin istra, in sen so orario): Silvia Vegetti Finz i (psicologa e saggista), Iaia Forte (attrice), Sabin a Ciuffin i (imprend itrice), Lella Costa (attrice e saggista), Paola Maugeri (giorn alista e saggista), Simon etta Agn ello Hornb y (scrittrice), Cristin a Cabon i (scrittrice), Maria Mulas (fotografa), Rosann a Marziale (chef), Taiye Selasi (scrittrice).

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L’obiettivo è raccogliere in meno di un anno - dieci mesi per la precisione – un milione di ricette che nascono da esperienze, viaggi, ricordi, tradizioni familiari: l’iniziativa si chiama Una Ricetta per la Vita e fa parte del progetto WE Women for Expo, inaugurato il 1° luglio scorso con il lancio del sito www.we.expo2015.org. WE Women for Expo, un progetto di Expo Milano 2015 in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, è una finestra aperta sul mondo femminile, primo protagonista delle pratiche della nutrizione. Il sito, infatti, non si limita a costruire il più grande ricettario globale: nella piattaforma trovano spazio quattro progetti al femminile firmati WE e proiettati verso l’apertura di Expo Milano 2015. Uno di questi, in particolare, segnerà l’inizio della manifestazione: si chiama La Tavola del Mondo e prevede che il 1° maggio 2015 le oltre 40 donne Ambassadors di WE (attrici, scrittrici, chef, imprenditrici, giornaliste, scienziate) organizzino una grandiosa tavolata globale, in cui ciascuna, collegata con la sede di Expo via web o video, presenterà i suoi ospiti e i piatti preparati per l’occasione, in diretta dai luoghi più lontani. Tra i progetti di WE Women for Expo c’è anche Il Romanzo del Mondo, per cui le scrittrici di ogni Paese partecipante racconteranno il gesto del nutrirsi, creando così la più grande narrazione sul tema. Ci sarà spazio anche per le artiste, con un’opera d’arte collettiva multimediale e multisensoriale ispirata al nutrimento (Global Creative Thinking), e per le imprenditrici, con concorsi che premiano imprese a favore di altre donne e di una cultura del cibo rispettosa e sostenibile. Il principale intento di WE è di sostenere un modo nuovo di vedere e vivere la nutrizione, aspetto dell’esistenza di cui le donne sono le maggiori esperte. Oltre alle numerose ricette già online, sul sito si trovano tutti gli appuntamenti che sin da ora vengono organizzati nelle varie città d’Italia – conferenze, festival, dibattiti – per incontrare le altre donne in rete e scambiare idee, opportunità, esperienze. Antonella Galli

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manifestazioni italiane Sicam Pordenone Sicam Pordenone. Lettera aperta ai naviganti designer: andate a visitare la fiera di Pordenone che si terrà in ottobre dal 14 al 17. Quest’anno la manifestazione internazionale dedicata alla componentistica del mobile (ovvero agli elementi che, una volta assemblati, costruiscono elementi d’arredo) avrà un occhio di riguardo per aspiranti progettisti in questo ambito. “Troppo spesso” dichiara Pietro Piccinetti amministratore delegato di Pordenone Fiere “il design si limita al prodotto finito: ricordiamo ai progettisti in erba e non, che anche i materiali e gli elementi costruttivi, una maniglia, una cerniera per esempio, possono essere fondamentali se ben progettati”.

Sia Guest Rimini Rimini Fiera 9 – 12 ottobre 2014. Il Salone Internazionale dell’accoglienza patrocinato da Federalberghi che quest’anno sarà caldissimo vista la necessità di rilancio del settore grazie anche agli incentivi ricevuti per aggiornare le strutture alberghiere. Tra i temi affrontati, interessanti per i progettisti e gli operatori nel mondo del benessere, Green & Health SPA con un’attenzione specifica al “green marketing strategico”. Da non perdere l’installazione Renovation Hotel by Simone Micheli Architect.

Nella foto, profumatore d’ambiente di Cul ti.

di fiera in fiera. Quelle dedicate alla casa, naturalmente! A caccia di allestimenti realizzati da designer famosi, di incontri con star dell’architettura e di soluzioni per l’abitare di domani.

CersaIe

Bologna Fiere 22 – 26 settembre. Dovete rinnovare il vostro bagno, trovare un’idea per un pavimento o una boiserie? A Bologna, Cersaie trova nuovo smalto: la storica fiera dedicata al mondo ceramico (tra l’altro quest’anno ricorre i cinquantenario della fondazione di Confindustria Ceramica) apre anche ad altri materiali come legno e pietra. Una serie di eventi completano la manifestazione tra cui la lectio magistralis tenuta dal grande architetto premio Pritzker per l’architettura 2013, Toyo Ito.

Homi Mil ano Milano Rho Fiera 13 – 16 settembre 2014. A Homi, la manifestazione dedicata agli stili di vita, la casa è declinata in: Living Habits, Fragrances & Personal Care, Gift & Events, Kid Style, Hobby & Work, Home Wellness, Fashion & Jewels, Garden & Outdoor, Home Textiles, Concept Lab. Nella foto, progetto Arabeschi di L atte per Bit ossi Home .

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Sotto il segno più di Patrizia Catalano

Quattro imprese italiane che, a dispetto della crisi, continuano la loro ascesa: confermandosi nei mercati tradizionali e affermandosi in quelli emergenti. Il segreto? Il capitale umano.

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na vera storia veneta, di quella parte che oggi i piccoli e grandi imprenditori definiscono la “marca trevigiana”. Siamo all’inizio degli anni ’80 quattro fratelli, poco più che ragazzi che hanno l’operosità nel Dna, hanno in gestione il bar La capannina di Jesolo: “Era uno dei bar più famosi della riviera Adriatica” commenta Wilma portavoce del gruppo. “Ma a papà non stava bene che noi fossimo impegnati su un lavoro stagionale, per quanto redditizio: ci voleva occupati 365 giorni l’anno”. Esattamente come era d’obbligo da quelle parti prima della recente grande crisi. “Così” continua Wilma “un bel giorno del 1981 torna a casa con un regalo per i suoi ragazzi: ci aveva comprato un laboratorio artigianale che produceva biancheria per la casa e cuscini, i classici cuscini d’arredamento per abbellire i salotti o rivestire le sedie dei tinelli italiani”. Il gruppo si mette in pista ed entra in contatto con i grandi magazzini (Croff era tra questi) e negozi d’arredamento in voga in quegli anni. “Andavamo piuttosto bene” prosegue Wilma “numeri da non credere: arrivavamo a produrre 3000 cuscini al giorno: se li immagina? non sapevamo più dove metterli”. Ma non sempre il mondo è benevolo. Negli anni Novanta arriva la concorrenza asiatica, soprattutto dall’India. “I nostri committenti non ci pensano neanche un attimo e si direzionano ad acquistare dagli indiani che, come sappiamo, producevano a dei prezzi impareggiabili”. Che fare? “Cambiare ovviamente. Ci direzioniamo verso la produzione di letti. Era la soluzione più ovvia”. Questo per chi ha forza ed energia per adattarsi al cambiamento traendone anche dei vantaggi. E così nasce

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TWILS

Alcune immagini del catalogo biancheria di Twils. Completamente made in Italy, realizzato presso la sede di Cessalto, Treviso, con una ricca collezione di colori e finitu e sartoriali. Il concetto del “su misura” rappresenta uno dei plus dell’azienda.

Twils una collezione di arredo che parte dal letto, si amplia alla zona notte, e di recente si è spinta in quella giorno. “Oggi siamo la seconda azienda italiana nella produzione di letti, con un fatturato in costante crescita che nel 2013 ha raggiunto i 13 milioni di euro. Le collezioni vanno viste perché le varianti che Twils propone del suo sistema casa sono praticamente infinite: “Il letto per noi è come un abito: non puoi indossarlo nudo e crudo, va accessoriato. Quello che nell’abbigliamento sono borse, sciarpe, cappelli e foulard, qui sono lenzuola, plaid, copripiumoni, pouf”. Tutto rigorosamente prodotto, tagliato e cucito a mano nella fabbrica di Cessalto. Twils si orienta verso una linea confortevole: “Abbiamo clienti prevalentemente italiani che prediligono atmosfere calde e rilassanti, ma è una collezione che sposa bene anche il design”. Il futuro? “Oggi siamo forti in Italia e questo ci fa enormemente piacere anche se non possiamo nascondercelo, il mercato italiano in questo momento è in grande difficoltà. Quindi il nostro passo obbligato è introdurci nei mercati esteri dove per ora siamo poco presenti”.

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Un ritratto di Leopold Cavalli AD di Visionnaire. il marchio nato solo 10 anni fa si è posizionato con grande rapidità tra i brand di arredo di lusso italiano con una fortissima presenza nei mercati internazionali, in particolare est Europa e Asia. . Visionnaire realizza tutti i prodotti in Italia affidandosi a una ete di artigiani esperti in finitu e di pregio che lavorano tra Emilia Romagna e Nord Italia. Nell’immagine la lampada da tavolo Agatha e il divano Kingsley.

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VISIONNAIRE

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iovane e molto determinato, questo in due parole il tratto specifico di Leopold Cavalli che in soli dieci anni, in qualità di AD ha portato il marchio Visionnaire a posizionarsi tra i più noti e importanti (anche in termini di fatturato) marchi del lusso del made in Italy. Ci racconta. “La nostra struttura organizzativa è il segreto del nostro successo. La capacità di fare ruotare nell’orbita di Visionnaire il network dell’eccellenza artigianale e industriale italiana, ci ha infatti permesso in questi anni di mettere a punto delle linee di prodotto complesse, inedite, curatissime nei dettagli, in grado di soddisfare le richieste di un pubblico internazionale che, come sappiamo, è sempre più esigente. Grazie a ciò siamo anche stati in grado di mettere in atto una strategia contract, in grado di progettare, realizzare ed allestire progetti su misura “one of a kind”. La ricerca della massima qualità è una direttrice fondamentale per noi, ed è percepita dal mercato che ci dà fiducia. Inoltre ci appoggiamo ai migliori agenti e procacciatori internazionali, ai più quotati studi di progettazione d’interni, e cerchiamo di distinguerci per il prodotto e il servizio”. Da oltre 4 anni abbiamo permesso a importanti fondi di partecipare al capitale sociale. È un percorso fisiologico per un’azienda sana, se l’azienda è valida, assumere capitale di rischio “istituzionale” aiuta a crescere. I fondi sono come tutors, vanno scelti con cura: ora abbiamo puntato su Ergon Capital per accelerare il percorso di crescita fino alla quotazione sui mercati internazionali”. Nel 2013 Visionnaire ha superato i 35 milioni di euro di ricavi con una crescita di circa il 20% e si propone di superare i 40 milioni di euro per il 2014 con crescita analoga. L’Ebitda del 2013 si è attestato al 21% e la generazione di cassa è stata superiore al margine operativo lordo realizzato. Visionnaire opera oggi in più di 60 Paesi attraverso un circuito che nell’autunno 2014 raggiungerà i 18 negozi monomarca, grazie alle aperture di Kiev, Baku, Ho Chi Minh, Miami, Dubai, Abu Dhabi e Pechino.

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CERAMICA SANT’AGOSTINO

Alcuni scatti tratti dal backstage di Flexible by Starck: realizzato sotto la regia di Philippe Starck e con la fi ma del fotografo James Bort, stella nascente nella costellazione dei fotografi di moda. La campagna pubblicitaria lo scorso aprile durante il Salone Internazionale del Bagno di Milano è stata richiamata nello stand di Ceramica Sant’Agostino attraverso un’installazione di ambienti rivestiti da Flexible in diverse cromie e utilizzata a tempi intervallati come una passerella di moda in cui i modelli richiamavano le scene della campagna pubblicitaria e dello spot.

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e qualcuno pensa che il mondo del rivestimento ceramico sia qualcosa che interessa solo bagni e cucine è ora che cambi idea, la ceramica o meglio, il gres porcellanato, rappresenta un materiale di grandissima importanza utilizzabile, oltre che in tutti gli ambienti della casa outdoor compreso, anche come rivestimento a terra e a parete di spazi produttivi e commerciali. Il made in Italy di questo prodotto ha come epicentro l’Emila Romagna, quella terra che nel 2012 fu segnata da una violentissima scossa tellurica che devastò chiese e palazzi, case e villaggi. E fabbriche. Ceramica Sant’Agostino fu particolarmente segnata da questo terribile evento: due vittime in uno dei capannoni. “E per fortuna, accadde di giorno festivo” commenta Filippo Manuzzi, amministratore delegato dell’azienda, attualmente guidata da due generazioni della famiglia, la seconda, con Ennio e Mauro Manuzzi, rispettivamente presidente e vicepresidente. Orgogliosamente operativa anche la terza generazione, composta da Filippo, Tommaso ed Eugenio. Risultato: l’azienda anziché chiudersi intorno a una situazione complessa quale può essere una fabbrica danneggiata dal terremoto, preme l’acceleratore. Entra in scena un personaggio del calibro di Philippe Starck. Il designer star noto per le sue performance di progettista e abile uomo di marketing, fino al suo contatto con Ceramica Sant’Agostino, non aveva mai disegnato per un’azienda ceramica. I Manuzzi lo convincono (anche in virtù della grande solidità economica dell’azienda, tra i leader del settore, e della nota competenza tecnica del gruppo) a firmare una collezione per loro. Viaggi, meeting, trattative con Starck e con i suoi uomini che provvedono

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a tutelarne un’immagine oramai conosciuta (e strapagata) in tutto il mondo. Filippo dice “Abbiamo raggiunto un accordo e Starck ha lavorato a un progetto unico e rivoluzionario”. Dopo un anno dalla firma del contratto nasce Flexible Architecture by Starck un brand nel brand inizialmente proposto in ceramica bicottura (idonea come rivestimento a parete) e poi in gres porcellanato a diversi formati (perfetto per ogni tipo di soluzione, talmente resistente da ‘reggere’ gli stress di edifici a destinazione complessa come aeroporti e edifici commerciali”. La novità? “Starck elimina il problema della fuga tra una piastrella e l’altra – spesso considerata a torto o a ragione brutta a vedersi. E la ‘trasforma’ in un elemento decorativo vero e proprio punto di forza della collezione”. Soddisfatti? “Di più. Starck è più che un consulente o un designer è uno stratega della comunicazione, è un uomo con cui è molto importante lavorare perché grazie a lui e al suo nome raggiungi dei contatti e degli studi di architettura fino a qualche tempo fa impensabili per noi”. Ovvero per un’azienda che da sola fattura 55 milioni annui di euro, che esporta in tutto il mondo e che è in un gruppo, sempre della famiglia, che ne fattura altrettanti. Un’azienda che, oltre a Flexible By Starck, produce le superfici ceramiche, come quelle che presenterà a Cersaie Bologna, molto eclettiche: “Ci siamo concentrati sul tema del vissuto, di un materiale che, contrariamente a come è stato per anni percepito, può arredare l’ambiente e riscaldarlo grazie a finiture effetto legno, cemento, marmo, con decori old style”. E in futuro? “Vogliamo lavorare sempre di più con il mondo del progetto, affermarci nei grandi studi internazionali di architettura che gestiscono importanti commesse professionali e, ancora in fieri, abbiamo un nuovo progetto con Starck”.

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RIMADESIO Un ritratto di Davide Malberti amministratore delegato di Rimadesio, l’azienda di famiglia nata in Brianza negli anni ’50 come terzista di elementi di vetro per i mobilieri della zona. Con il passaggio generazionale alla fine degli anni Ottant Rimadesio ha segnato la strada delle porte scorrevoli in vetro e alluminio come elementi architetturali di arredo e qualità. Una serie di immagini di Rimadesio sistema di porte Stripe, caratterizzato da traversi in alluminio, design Giuseppe Bavuso.

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avide Malberti è amministratore delegato di Rimadesio oggi una delle realtà più ferventi e vivaci di quella terra di Brianza un tempo meta di villeggiatura delle famiglie milanesi e, dal Dopoguerra, capitale indiscussa del good italian furniture design che nel corso degli anni si è diversificato andando oltre il salotto. “Siamo la classica impresa familiare brianzola” afferma Malberti “con un fatturato che oggi raggiunge i 31 milioni di euro ma quando siamo partiti, nel 1988 avevamo come massimo obiettivo raggiungere quello che oggi in euro sarebbero 5 milioni di fatturato”. Davide Malberti, seconda generazione prende in mano l’azienda di famiglia (insieme al fratello Luigi area commerciale ndr) negli anni Ottanta. Suo padre, a partire dagli anni Cinquanta, si era specializzato come terzista nella fornitura di elementi di vetro per i mobilieri della zona. Ma come spesso accade nella grande tradizione imprenditoriale della media e piccola industria italiana, i figli operano un sorpasso azzardato. A volte vincente. “Abbiamo puntato al settore delle porte scorrevoli e esattamente nel 1988 con Giuseppe Bavuso il progettista con cui lavoriamo ancora oggi, decidiamo di presentare la porta scorrevole Sipario. È una vera rivoluzione per il mercato. A partire dalla finitura in vetro e alluminio e, oggi sembra una banalità ma per i tempi fu una vera rivoluzione, proponevamo un progetto a misura delle necessità del cliente”. Fu un successo non immediato, perché, continua Malberti “forse eravamo troppo avanti” ma lento e inesorabile. L’orrida porta scorrevole tipica degli anni ’60 e ’70, diventa un bellissimo e desiderabile elemento d’arredo che connota gli interni più eleganti e sofisticati. Dal 1995 l’azienda diventa leader del settore e diversifica la propria collezione. Oggi Rimadesio è sinonimo anche di cabine armadio, armadiature, arredi zona giorno e naturalmente porte, una serie di showroom in Italia e all’estero e un mercato in crescita – soprattutto all’estero – in Europa con, in prima linea, Francia, Belgio e Germania e negli altri continenti, soprattutto Stati Uniti e Messico. Una bella prospettiva.

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Partitura d’artista di Anita Greco foto di Roberto Valden

Nella Milano dei navigli, PINO SPAGNULO ha trasformato una VECCHIA OFFICINA nella propria abitazione. dominata da un GRANDE LUCERNARIO, ha un mix di mobili etnici e di design dal SAPORE VINTAGE. E una SCALA IN FERRO che dà un senso di vertigine.

Giuseppe Spagnulo, seduto su una poltrona di le Corbusier (Cassina), accanto a un suo lavoro degli anni Novanta. A destra. un dettaglio del soggiorno. In primo piano, un contenitore in ferro battuto. Appoggiato sul trumeau Ottocento, vaso pugliese in terracotta dipinta. Pagina accanto: Un’immagine del soggiorno dominato dalla scala in lamiera di ferro, disegnata e realizzata dal padrone di casa. Sulla destra le S-chair di Tom Dixon, (Cappellini).

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ilano, corso san Gottardo, una lunga via che da porta Cicca, cambiando nome, va verso le periferie operaie della città, fiancheggiando i navigli e la Milano più antica. Qui tra i cortili che una volta ospitavano centinaia di piccole officine, Pino Spagnulo, scultore di grandi opere in ferro e in terracotta, protagonista, negli anni Ottanta e Novanta, di un informale plastico lombardo assieme all’amico Nanni Valentini, ha scelto uno spazio di grandi dimensioni, collocato su due piani, ristrutturato con l’aiuto del figlio architetto, Federico. Nato a Grottaglie, figlio d’arte, studia a Faenza, dove prende confidenza con le arti del fuoco, passando quasi subito dalla terracotta ai grandi blocchi in ferro fuso che caratterizzano il suo lavoro. La casa – al primo piano la zona giorno, al secondo le camere da letto e un piccolo studio – è dominata da un grande lucernario orientato a nord, che distribuisce luce in modo omogeneo su entrambe i piani dell’appartamento. Elemento di connessione tra i due piani, una grande scala in lamiera di ferro, forgiata e installata dal padrone di casa.

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In alto: Un’immagine della zona pranzo, caratterizzata da un tavolo antico pieghevole in legno e dalle S-chair design Tom Dixon produzione Cappellini. Alle pareti due opere di Giuseppe Spagnulo. Foto grande: In primo piano il divano Bastiano in legno e pelle nera, disegnato negli anni Sessanta da Afra e Tobia Scarpa per Gavina. Sullo sfondo, un grande armadio contenitore in legno intagliato e dipinto.

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PARTITURA D’ARTISTA / 29

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Lo stile domestico è decisamente informale, frendly e accogliente, uno stile caldo caratterizzato dalle opere collocate con apparente nonchalance alle pareti e appoggiate qua e là sul pavimento, coperto di tappeti e stuoie africane. Alcuni pezzi di design, rafforzano l’impressione etnica, appena mitigata dalla Red and Blue (design Rietveld produzione Cassina) e dai divani disegnati da Afra e Tobia Scarpa per Gavina negli anni ’60. Completa il tutto una collezione di piccole sculture africane, di oggetti primitivi, dall’apparenza casuale ma assai ben collocati nell’insieme avvolgente e vagamente coloniale di questa casa dal sapore moderno e antico al medesimo tempo.

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In alto: Un’immagine dello studiolo al piano superiore. Sul tavolo una lampada ottenuta assemblando pezzi di scarto industriali, disegnata da Andrea Spagnulo. Pagina a lato: un dettaglio della cucina, dominata dal grande camino su cui campeggiano le fotografie dei nonni di Clara Spagnulo, moglie dello scultore. Accanto, vasi Settecento in ceramica pugliese. Ancora un dettaglio della zona pranzo con collezioni di piccole sculture africane, vetri siriani e frammenti di selci lavorate.

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Una casa SENZA BARRIERE, con molto spazio nella zona giorno. Qui tutto è stato RISTRUTTURATO DALLA MANO SAPIENTE DEL FIGLIO FEDERICO eccetto la cucina che, con il suo grande camino, riporta a tempi ormai lontani.

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il collezionismo, per esempio

È una chiave di lettura che aiuta A decidere la cifra stilistica della casa. Scegliere in base alle proprie passioni artistiche autori moderni e contemporanei. di Anna Martinelli foto di Henry Thoreau

La zona living di casa Ciotti Alemagna: in primo piano una dormeuse in velluto collocata a centro stanza. Ai lati della porta un ciclo di formelle rinascimentali opera di Bonifacio Bembo. Nella foto piccola. La sala da pranzo: il tavolo rettangolare con piano in cristallo è completato da poltroncine in pelle con schienale alto. Il pavimento in legno a intarsio è coperto da un grande tappeto orientale. Sulla parete in fondo campeggia un’opera di Mario Schifano: I ballerini.

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nrica Ciotti Alemagna ha una grande sapienza e un gusto squisito nell’arredare le proprie case. La prima osservazione che viene da fare è che tiene conto di dove si trovano e interagisce con la cultura del luogo. In poche parole ha un grande rispetto di quello che i romani chiamavano il genius loci. Quella milanese di queste pagine è la classica casa di impianto fine Ottocento con soffitti alti e stuccati, pavimenti in parquet di quercia a intarsio, porte pregiate di antica fattura. Una casa di questo genere non poteva essere stravolta da un minimalismo raggelante, piuttosto condotta per mano verso la contemporaneità, con gesti mai eccessivi e una discreta sobrietà. La casa, in zona Magenta, un tempo abitata con i figli Alberto e Tancredi oramai grandi, ha come carattere dominante la presenza

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di un buon numero di opere d’arte soprattutto moderna del secondo Novecento italiano e un deciso gusto per il colore. Le opere di Alighiero Boetti (arazzi e mappe) Mario Schifano, Massimo Campigli, Mario Merz si spartiscono le pareti di casa sapientemente affrescate in color grigio melanzana, verde salvia, giallo crema. Questo consente di armonizzare con il legno del pavimento e il particolare color giallo pastello con cui ha verniciato porte e finestre. Gli arredi sono un mix tra classico e contemporaneo: cassapanche antiche, credenze del Settecento a intarsio, comò Ottocento armonizzano con divani e dormeuse di fattura contemporanea in velluto di seta prugna e in cuoio invecchiato, tavoli in cristallo e poltroncine in pelle con uno schienale importante. Complementi:

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Sotto. Un dettaglio della zona notte. Panca in metallo con chitarra elettrica e sulla parete color grigio melanzana due arazzi di Alighiero Boetti. In basso, Un gioco cromatico fatto di complementarietà: il legno del bel mobile antico, il rosso dell’opera di Mario Dellavedova, il verde spento della parete. La leggerezza dei vasi in vetro di Murano e, di contrasto, la forza della scultura in bronzo di Virgilio Guidi. Pagina accanto. Sempre un dettaglio della zona giorno: le porte in legno originali della casa dipinte coraggiosamente in giallo pastello e, di contrasto, una parete verde spento con mappa di Alighiero Boetti e lampada di Achille Castiglioni per Flos.

Il colore, se scelto con sapienza, è l’elemento chiave di un interno. Soprattutto quando deve esaltare le opere alle pareti. Meglio un verde muschio che un arancio, un prugna al posto di un verde erba. È un elemento culturale, non istintivo.

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Sotto.Una stanza di passaggio diventa centrale se arredata come tutti gli altri ambienti della casa. Al posto di una consolle un piccolo tavolo ovale accessoriato da un’abat-jour impero e da un vaso moderno in cristallo trasparente. Scorcio dalla stanza da bagno verso una delle anticamere della casa: il lavabo in porcellana bianca con rubinetti cromo ispirazione anni Trenta si armonizza con la coppia di appliques con paralume in tessuto rosso e la specchiera in cristallo.

La luce condiziona le atmosfere della casa. Vietate quelle centrali e dirette: meglio tanti punti luminosi da posizionare con sapiente regia. Ideali, le abat-jour passepartout da collocare su tavoli e consolle.

pochi e scelti con cura e parsimonia. Grandi tappeti orientali d’epoca, qualche candeliere in argento, qualche bel vaso in vetro di Murano. Qualche vezzo? Enrica è anche una brava cuoca e quando invita i suoi ospiti (quando ne ha il tempo perché è molto impegnata a collaborare con l’attività dei figli, il loro marchio di eccellenza nell’arte della cioccolata e pasticceria T’a ha appena inaugurato uno spazio in via Clerici, T’a Milano Store & Bistrot) opta per una tavola allestita senza tovaglia, come vuole la tradizione anglosassone, con piatti in porcellana bone chine big size, bicchieri in cristallo e posate inglesi.

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La leggerezza: un’opinione? di Patrizia Catalano foto di Henry Thoreau

Un concetto più che un dato di fatto. Si può essere leggeri e pesare come il piombo. Ma nella casa questo assume valori precisi: trasparenza, elementi soft, facile trasportabilità.

Poltrona Ghost in cristallo curvato, un pezzo cult del design made in Italy di Cini Boeri per Fiam Italia, poltroncina Prism di Tokujin Yoshioka per Glas Italia, in primo piano vaso Cartoccio in cristallo naturale di FontanaArte. In alto sospesi cappelli con veletta dello storico cappellificio Filippo Catarzi.

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LA LEGGEREZZA/ 41 Carrello Gastone di Antonio Citterio per Kartell, lampada effetto plissé di Issey Miyake per Artemide, sedie pieghevoli struttura in metallo bianco e colore pantone, Seletti, dall’alto abito di Issey Miyake con la tradizionale plissettatura che ha reso celebre lo stilista giapponese nel mondo. Pagina accanto. In primo piano Santa pouf con materassino incorporato di Denis Santachiara per Campeggi. Poltrona trasparente Air Flower a forma di fio e di Roche Bobois e chaise longue via Lattea gonfiabi e con luce incorporata di Mario Bellini per Meritalia. Materassino gonfiabi e Pisolò di Denis Santachiara per Campeggi.

Il nomadismo stanziale una filosofia di vita che permette di essere mobili anche tra le pareti del proprio appartamento. Aiutati da arredi che si possono spostare o riporre con estrema facilità, gonfiabili piuttosto che su ruote.

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Un paralume di carta non è solo un paralume ce lo hanno insegnato i giapponesi che con le loro lanterne sanno creare una magia che non trova uguali. Riletta in chiave moderna dal design.

Da sinistra. Tessuto in lino di Rubelli, grande lampada da terra Chrysalis di Marcel Wanders per Flos, accanto e sul tavolino luminoso Pulsar Large di Natevo lampade Ikea. Da terra le lanterne di Isamo Noguchi Akira di Vitra.

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Coppia in black & white di sedia Superleggera di Gio Ponti Cassina, lampada globo luminoso in vetroresina di Karman, tavolino di Nendo per Cappellini, sospese lampade da soffit o Ikea. Pagina accanto. Poltrona extra light Fly di Zanotta. Appoggiata su uno dei tavolini in cristallo e metallo di Gallotti & Radice, lampada led Nothing di Luceplan. In alto chandelier Zettel’z di Ingo Maurer.

Materiali tecnici come rivestimento per poltrone extra light, tavolini, sedie, luci e carrelli pieghevoli, oggetti impercettibili fatti di cristallo: la leggerezza aiuta a vivere meglio.

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Ironia nel bagno Classico e contemporaneo non sono più termini sufficienti per descrivere le trasformazioni nel design del bagno. Compaiono pezzi super colorati e fuori scala, sanitari con inediti decori, rivestimenti di pareti e pavimenti in ceramica che mutuano i pattern dalla moda o che sembrano murales realizzati da writer di strada.

di Valentina Croci

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n “mix & match” di diverse culture trova espressione in oggetti che richiamano a forme iconiche del passato così come all’estetica industriale tanto in voga negli anni Ottanta. Il bagno manifesta un eclettismo che libera la creatività dei progettisti e spinge l’utente a cercare in esso una stanza che lo rappresenti. La trentaduesima edizione del Cersaie, promossa da Confindustria Ceramica in collaborazione con Bologna Fiere e organizzata Edi.Cer, presenta più di 900 espositori da trentacinque Paesi nel mondo per assaporare le tendenze e aggiornarsi sulle nuove tecnologie nella ceramica sanitaria o in quella da rivestimento. Per la prima volta quest’anno, la manifestazione apre anche a nuovi materiali da pavimento e rivestimento quali legno, parquet, marmi e graniti. Dal 22 al 26 Settembre alla Fiera di Bologna ci sarà anche un fitto programma culturale con, in primo piano, la lectio magistralis del Pritzker Price Toyo Ito e le conferenze dell’architetto paraguaiano Javier Corvalan e di Riccardo Blumer, architetto e designer, ma soprattutto brillante educatore che si cimenterà in una lezione alla rovescia con gli studenti delle scuole superiori. Al Centro Servizi, l’evento “Cersaie Disegna la tua Casa”, nel quale i progettisti dei più importanti periodici di interior design italiani offrono consulenze gratuite ai privati.

Giugiaro Design rilegge per Mosaico+ i classici pattern tessili, giocando sull’idea della trama e l’ordito con le tessere Pulsar della collezione Crono. Sofa è la vasca che richiama la spalliera di una dormeuse in MineraLite color bianco e struttura in legno, disegnata da Meneghello Paolelli Associati per Glass 1989.

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Tre serie di decori della famosa Gulliveriana di Manara, sviluppati su formato 20x50cm da Del Conca, trasformano in fumetto le pareti del bagno. Un gatto che sorride è uno dei radiatori Schema di Ridea, in alluminio riciclato al 100% e fi mati da Meneghello Paolelli Associati. I decori del visionario Fornasetti diventano piastrelle da rivestimento nelle collezioni Bardelli (Gruppo Altaeco). L’iconico viso è il motivo Fornasettiana.

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IRONIA NEL BAGNO / 49 I sanitari Blues di Art Ceram (design Meneghello Paolelli Associati) unisce classico e contemporaneo con la particolare fascia nera che mette in evidenza il profi o morbido. Animus- Indian futuristic reverie, del duo indiano Thukral & Tagra per Ceramica Globo, è una serie di lavabi arricchita da inediti e particolari decori colorati. Il lavabo Trace, disegnato da Gianni Veneziano e Luciana Di Virgilio dello studio V+T per Valdama, richiama la materia scolpita dal passaggio dell’acqua.

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Non piĂš bianco assoluto, nĂŠ colori pastello o tinte ton-sur-ton. I rivestimenti e i sanitari del bagno giocano invece su tinte forti e colori contrastanti. O decori che sembrano dipinti.

Decise pennellate di colore di Valentina Croci

Sopra e sullo sfondo. La rivoluzionaria collezione Flexible Architecture di Philippe Starck per Ceramica Sant’Agostino utilizza la fuga tridimensionale da 8 e 12mm, diversamente orientabile, come elemento decorativo modulare (formato 30x30 cm) e una palette di colori brillanti. Il lavabo da appoggio Boll di Flaminia presenta i disegni di Paola Navone che si rifanno alle antiche ciotole orientali.

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Pixel and Nest, design HOK Product Design per Lea Ceramiche è un collezione composta da moduli rettangolari (12,5x50cm) sovrapposti e sfalsati. Anche la posa è insolita che rende i moduli impilati. Meteo_ra è il soffione ci colare con cromoterapia disegnato da Nevio Tellatin per antoniolupi. È integrato al soffit o, o meglio: alloggiato in un particolare elemento in solid surface, integrabile a soffit o. Marazzi Colour è una linea di piastrelle lucide in monocottura in pasta bianca da 6mm di spessore e formato 32,5x97,7cm, caratterizzata dai colori brillanti.

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Porte, scale e finestre non sono solo elementi dell’architettura. Al di là del loro valore tecnologico e prestazionale, ci dicono molto sulla personalità del loro utente. Perché la casa rivela una precisa corrispondenza con la persona.

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Psicologia della casa

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di Valentina Croci

rendendo spunto dalla mostra “Elements of architecture” della Biennale di architettura di Venezia curata da Rem Koolhaas, parliamo di quegli elementi fondamentali nella composizione dello spazio vissuto. Ma non dal punto di vista progettuale, bensì da quello simbolico, onorando quell’interdisciplinarietà spinta da Koolhaas il quale, nella mostra, apre con un’eccezionale rassegna di spezzoni cinematografici in cui finestre, porte o scale sono il fulcro della sequenza narrativa. Chiediamo alla dottoressa Maria Beatrice Del Toro, psicoterapeuta e professore di Psicoterapia all’Università di Roma Lumsa, di guidarci nell’interpretazione psicologica degli elementi della casa. Tra il serio e il faceto. “L’interno della casa corrisponde a ciò che ciascuno mostra di sé nelle dimensioni sociale e privata. Porte, scale e finestre hanno in comune l’essere un passaggio tra un luogo e un altro. La finestra, essendo posta verso l’esterno, ha a che fare con la comunicazione. Se è grande, denota una casa estroversa, se è piccola e ricoperta di tende, una visione dell’ambiente domestico più introversa, attenta all’interiorità. La casa tutta finestre verso il cielo è aperta ma con poco spazio all’introspezione psicologica. Le pareti sono confini, protezioni: chi ha finestre ampie esprime sicurezza di sé e, se senza tendaggio, disponibilità verso il prossimo fino al rischio di darsi senza risparmiarsi. Non è una forma di esibizionismo che, invece, ha a che fare più con le superfici lucide e il luccicare delle finiture: come una macchina dai vetri oscurati che attrae l’attenzione proprio perché non svela. Il narcisismo è attenzione all’immagine. Le porte simboleggiano la separazione tra i membri della famiglia. Più che la scelta delle finiture, se si mantengono aperte o chiuse ci dice molto su come le persone vivono la privacy e la convivenza con gli

Sullo sfondo. Alpi presenta Alpi door Atelier, una famiglia di pannelli per realizzare porte customizzate e su progetto, in quantità molto ridotte. E anche con decori personalizzati. LaFont è la linea di scale su misura Fontanot a partire da una serie di combinazioni e materiali: dalla plastica colorata, al metallo high-tech.

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Sopra. La porta Sezione Aurea, design Gianni Arnaudo per BIhome (marchio di Bertolotto), si basa sul concetto di asimmetria tra l’elemento cornice e il pannello. Dall’alto. Scenario è una collezione modulare di porte scorrevoli in vetro di FerreroLegno, abbinabili anche a pannelli fissi Even, design Giuseppe Bavuso per Rimadesio, è una porta bifacciale in versione battente e scorrevole, che esplora l’estetica dei traversi orizzontali. Heritage è una linea di pavimenti in rovere di Listone Giordano, trattati senza coloranti e sostanze chimiche, che consentono una grande varietà di cromie.

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Synua di Oikos è una porta blindata che può raggiungere i 2,2m di larghezza per 3 di altezza, priva di cerniere e viti a vista. Star internazionali interpretano le maniglie Olivari: Marcel Wanders progetta Dolce Vita, dal design più retrò, mentre Patricia Urquiola disegna Conca, più tattile e pop. Sullo sfondo. Una pavimentazione cementizia Ultratop Loft di Mapei per un inedito effetto “loft industriale”. Di Lualdi, la porta Kyoto presenta il dettaglio dello stipite in alluminio e la pelle high tech che corre lungo tutto il perimetro.

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PSICOLOGIA DELLA CASA / 55 altri coinquilini. Le porte sono la ‘pelle’ degli abitanti della casa. Interessante è la scelta dei colori: una porta colorata denota una personalità decisa e con pochi tentennamenti, perché ciascun colore rimanda a emozioni precise. Anche in questo caso non si tratta di narcisismo, ma di nonchalance rispetto al giudizio altrui. Le scale sono un passaggio dall’alto al basso e viceversa: la discesa nell’inconscio e nell’immaginifico o la salita nel controllo dell’Io. Sono un filtro meno netto delle porte, pertanto sono interessanti anche quei ‘non luoghi’ (spazi non codificati) intorno a esse, come i vani sotto-scala o i soppalchi. Vedere come li si organizza, dice molto sulla persona. La scala unisce gli ambienti, mette in comunicazione o separa, pertanto che cosa si lascia visibile ha molto significato. La scala a chiocciola è la più evocativa e misteriosa: girando intorno al proprio asse senza svelare l’arrivo, simboleggia l’evoluzione personale dentro di sé. La scala rettilinea, invece, soprattutto se grande, è come un palcoscenico. Ha una teatralità che si riflette soprattutto nella dimensione sociale: la diva incarnata dalla padrona di casa che accoglie gli ospiti. Altro fattore da considerare è la scelta dei materiali. Ci sono due estremi: pragmaticità e romanticismo che si riflettono soprattutto nella propensione verso materiali che, come il legno, lasciano la traccia del vissuto. Il metallo non assorbe il ricordo e, se diventa ‘iper’, evoca la fascinazione per la novità e la proiezione verso il futuro. Il colore è emotività: quelli freddi come il blu o il blu elettrico denotano razionalità e freddezza; il verde, che è fusione tra caldo e freddo, equilibrio; il giallo equilibrio e luminosità; il rosso impulsività, gioia ed emozione a tinte forti. Il bianco e il nero, invece, sono i colori della neutralità. È importante anche la tattilità dei materiali. Il legno o i materiali con temperatura simile al corpo sono espressione di una maggiore ricerca di calore ed emotività. Tendenzialmente li sceglieremmo tutti, ma chi predilige i metalli opta per la durevolezza e si dimostra una persona orientata al controllo, ma anche a una visione ottimistica e non nostalgica. L’aspetto più interessante dei materiali è la ‘tracciabilità’ del passaggio dell’uomo – ovvero l’aspetto più intimistico. Chi predilige materiali tracciabili come il legno o la plastica è uno che gode dell’attimo. I materiali specchianti sono delle personalità narcisistiche che vogliono restituire l’Io di chi abita la casa. Chi è esibizionista è spesso meno sicuro di sé, schiavo del demone del giudizio e alla ricerca dello stupore altrui. La differenza tra uomo e donna nelle scelte sulla sfera domestica sta affievolendosi. Mentre prima all’uomo interessava per lo più la parte tecnologica, adesso prende parte alla scelta dell’arredo, denotando una maggiore attenzione alla dimensione privata e all’espressione della propria identità nella casa. In generale, nelle abitazioni contemporanee si prediligono finestre e porte grandi perché sono aboliti molti rituali di passaggio, rispecchiando una società di rapide transizioni relazionali, lavorative e tra pubblico e privato. C’è contaminazione negli stili, si giustappongono facilmente high-tech e vintage, il prezioso con i materiali più poveri. Non c’è moda che duri perché ciascuno sente il bisogno di affermare il proprio essere, di trovare la propria originalità. Non è casuale lo stile ‘shabby’ che ricerca il vissuto, una storia di cui appropriarsi. È un effetto della temporaneità della vita dei più, forse finalizzato a sentirsi meno sradicati. Lo shabby così come la ricerca di materiali o pezzi unici sono forme di ansietà nei confronti della fluidità che governa la nostra vita. Esprimono la fragilità dell’uomo contemporaneo”.

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Una storia spumeggiante di Anna Greco foto di Roberto Valden

U

Alcune immagini della cantina di Fratelli Berlucchi a Borgonato di Corte Franca in Franciacorta. Tra le recenti proposte il Freccianera, un brut millesimato 2007 con etichetta disegnata da Franco Maria Ricci, il famoso grafico edi ore parmense. (foto di Henry Thoreau)

O meglio, mossa nella giusta misura, come si deve ai VINI SPUMANTI di tutto rispetto della FRATELLI BERLUCCHI, la storica casa vitivinicola di FRANCIACORTA che, sotto la guida di Pia Donata Berlucchi, propone una “COLLEZIONE” di vini che tiene testa ai grandi champagne d’Oltralpe.

sciti a Rovato, si imbocca la provinciale che porta dritti sul lago d’Iseo, tagliando in due la bella e ricca terra dello champagne italiano, la Franciacorta. Belle colline moreniche ci accompagnano con il loro velluto verde fatto di vigne coltivate con grande amore. E solo l’orizzonte lascia intuire la presenza del lago. Centosette aziende vinicole fanno da corona alla Corta Francia, così chiamata in memoria di quei francesi cacciati dai villici, attorno al 1266, furiosi per troppo attaccamento delle truppe alle bellezze locali. Almeno così si narra. Dagli anni Sessanta unite in Consorzio, con un protocollo di produzione severissimo, producono ormai delle bollicine così minute da sbaragliare la concorrenza degli amati/odiati cugini francesi. E tanta qualità ha ovviamente un prezzo, come ci racconta la signora del vino italiano, Pia Donata Berlucchi, per anni alla testa dell’associazione delle Donne del Vino, e sicuramente la voce più autorevole della zona (la Fratelli Berlucchi è la più antica cantina della FC), con le sue quattrocentomila bottiglie di ottimo vino (chiamarlo spumante è decisamente riduttivo). Ma è anche vero che tanta qualità ha profonde radici nella storia e nella cultura di un territorio che ha saputo riscattare le umili origini contadine per trasformarle in quarti di nobiltà assoluta. Come l’ultimo nato della famiglia Berlucchi, il Freccianera, un vino dalle caratteristiche uniche, morbido e pieno al tempo stesso, vellutato ma senza compromessi, dagli splendidi riflessi dorati, un vero gioiello della corona – il design dell’etichetta è a firma di Franco Maria Ricci – in grado di stare a fianco dei migliori champagne francesi (servire a quattro gradi). Mamma Antonia Cassia Berlucchi, quattro figli allevati con mano di ferro in guanto di velluto, musicista mancata per amore di famiglia, ha trasmesso ai figli quella simpatica vocazione tutta lombarda per una dedizione assoluta per il lavoro mescolata a una grande sensibilità per le cose belle. E così si presenta agli occhi del visitatore l’azienda, un perfetto e invidiabile chateau nel cuore della lombardissima provincia bresciana, compiuta miscela di innovative tecnologie e radicate tradizioni.

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