L'Alpone numero 1 2017

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l ’alpone

Autorizz. del Tribunale di Verona del 3 Luglio 1986 - R:S: 705 - Sped. in abbonamento Post. - 45 % art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Verona da Verona C.M.P. - 50 % - Trimestrale di informazione e cultura - Anno 32 - N. 1 - MARZO 2017 - Recapito a cura dell’ Ente Poste Italiane

www.ilarione.it

Saluto del Presidente Con la riuscita manifestazione del Carnevale di San Giovanni Ilarione, lo scorso 26 febbraio, è ufficialmente iniziata l’attività della Pro Loco per il 2017. Un grazie doveroso ai tanti volontari, anche delle altre associazioni, che hanno contribuito al successo dell’iniziativa. Abbiamo sempre più bisogno di vedere al lavoro nuove forze, che portino nuove idee e nuovo entusiasmo, così auspichiamo che questo bell’inizio abbia un seguito per il prosieguo dell’anno, a cominciare dalle attività primaverili in corso in questi giorni. Un grazie anche i tanti lettori che sostengono L’Alpone: se il nostro giornale esce regolarmente ogni tre mesi ormai da oltre 30 anni lo dobbiamo a voi, oltre naturalmente alla nostra sempre attiva redazione, che lo scorso dicembre abbiamo voluto premiare con una targa commemorativa nella persona del direttore Delio Vicentini. Nei prossimi mesi altre iniziative sono in programma da parte delle associazioni attive sul territorio: accogliamole con entusiasmo e con favore, e sosteniamole con la nostra presenza. E’ il modo migliore per valorizzare il lavoro di chi mette a disposizione tempo e lavoro per organizzarle! Il Presidente Franco Cavazzola

Pro Loco | San Giovanni Ilarione

GRAZIE DELIO!

Anno 32 Nr. 1

Marzo 2017

L'ALPONE

ha bisogno di te! Con questo numero esce il vaglia postale per contribuire al mantenimento del nostro trimestrale. È un'importante iniziativa che mira alla valorizzazione del territorio e del nostro bel paese. La redazione si impegna con costanza e attenzione a migliorare, di anno in anno, i vari numeri. Chiediamo la vostra collaborazione per poter continuare a mantenere vive queste pagine.

L’8 dicembre scorso la Pro Loco e la redazione de L’Alpone hanno voluto esprimere il proprio sincero ringraziamento al direttore Delio Vicentini, offrendogli una targa che riassumesse in poche parole tutti questi anni di appassionato lavoro alla guida del nostro giornale. Crediamo di interpretare il pensiero di tutti i lettori, se uniamo la loro voce alla nostra nel dirgli un semplice ma sentito “Grazie, Delio!”, che è an-

che un augurio a tutte le componenti del giornale per continuare nel cammino di informazione e di riflessione che da oltre 30 anni L’Alpone porta avanti a servizio dei cittadini. Ringrazio per il grandissimo vostro “grazie” che spero di continuare a condividere con la redazione e con i nostri lettori.

Castello di San Giovanni Ilarione Parrocchia di San Giovanni Battista organizza

37^ FESTA DI SAN ZENO

Domenica 23 Aprile Programma a pag. 12

GRANFONDO DEL DURELLO SVELATO IL NUOVO PERCORSO 30 APRILE 2017 SAN GIOVANNI ILARIONE - VR

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GRANFONDO DEL DURELLO

GRANFONDO DEL DURELLO

Granfondo: Km totali 44 Dislivello: mt 1500 Cicloturistica: Km totali 44 Dislivello: mt 1500 3 punti ristoro 2 punti assistenza meccanica

San Giovanni Ilarione: Si alza il sipario sulla nuova sfida dell’ A.S.D. BASALTI che per il 2017 ha deciso di confermare la grande passione per le ruote grasse mettendo in piedi un nuovo percorso su dei sentieri inediti dell’alta Val d’Alpone. Molti i bikers che hanno tentato di testarlo in questi giorni ma il percorso non è ancora pronto e tracciato per essere solcato a pieno regime. Vi daremo una breve descrizione di quello che sarà la Granfondo del Durello 2017 grazie ad alcuni clip che il C.O. sta elaborando per far conoscere il tracciato a piccole dosi. Si partirà con il consueto carosello per le vie Ilarionesi per poi dirigersi verso Vestenanova attraverso un lungo rettilineo in salita per scremare il gruppone. Passato qualche sentiero offroad si percorrerà un tratto del paese di Vestenanova per poi dirigersi in località Zovo tra prati e strade cementate fino a raggiungere il primo GPM di giornata. La cosa più importante sarà dosare le energie, perchè da località Zovo in poi inizieranno i primi

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VALENTINA ROCCA E FEDERICO PASQUALINI

LAVORO CHE VA... ...LAVORO CHE VIENE E’ trascorso quasi mezzo secolo da quando queste facce giovani e innocenti, dalla capigliatura folta e naturale prendevano il pullman per andare a San Bonifacio a guadagnarsi il pane alla carpenteria Pachera. Siamo nel 1967/68. Poi il boom economico di San Giovanni Ilarione. Allora erano gli operai della bassa , da San Bonifacio in sù che si portavano a San Giovanni per lavoro. Momenti ruggenti di sfida dell’imprenditoria nel campo economico, affiancata da manodopera scattante ed impegnata. I tempi ora purtroppo sono cambiati e non in meglio. Siamo ancora peggio degli anni sessanta. Allora si cercava un buon lavoro, adesso si fanno i salti mortali per avere un lavoro, anche se fuori paese, addirittura fuori regione. In attesa di tempi migliori….

Serata indimenticabile quella del 4 Marzo per noi del gruppo AIDO di San Giovanni Ilarione: nel nostro “salottino”, ricreato per l’occasione sul palco del teatro parrocchiale, abbiamo invitato due cari amici che abbiamo intervistato chiedendo delle loro avventure. La protagonista al femminile era la “nostra” Valentina Rocca, questa forza della natura che ha fatto il cammino di Santiago in bici andata e ritorno partendo da casa sua. Valentina sembra avere il sole dentro quando sorride ed inizia a parlare di questa esperienza per lei indelebile, un sorriso che non svanisce neanche quando ci racconta la storia di Omar suo fratello, al quale ha donato il midollo osseo anni fa nella speranza di farlo guarire. E’ Omar che le dà la forza e il coraggio di partire, è Omar il vero protagonista di questo viaggio, è lui in sella alla sua bici. Valentina sorride sempre, anche quando ci racconta dei momenti duri di questo viaggio, s’illumina perché ci dice che è in quei momenti che ha trovato se stessa, che ha dato pace ai suoi tarli. Lungo tutto il percorso ha indossato la maglia di aido perché lei ci tiene tanto, tantissimo a sensibilizzare le persone al tema della donazione degli organi, ci dice che donare è stata la cosa più bella che le è capitata, e aggiunge: “Sono una persona privilegiata per aver avuto la possibilità di donare il midollo a mio fratello” Protagonista al maschile era Federico Pa-

squalini, un ragazzo di Vestenanova che un giorno scopre di non riuscire più a fare i gradini a causa del suo gene malato e, invece di abbattersi, dentro di lui scatta una molla: o faccio il viaggio della vita, il viaggio dei sogni ora o forse mai più. Chiama il suo fidato compagno di avventure, Stefano il fratello minore e il gioco è fatto. Si parte, destinazione Africa: 19000 km attraverso 10 paesi, tra Città del Capo e Kampala. Un vecchio pick-up battezzato Bullbar come mezzo di trasporto per vivere la strada, il viaggio che si fa ricerca o fuga, sentimento ed emozione, angoscia e speranza. Il viaggio diventato poi libro: “Tre gradini e un albero di limoni” Federico non si arrende, non sarà la malattia ad impedirgli di realizzare i suoi sogni, tre gradini da fare ci sono ogni giorno ma lui vuole trovare il modo per scavalcarli. Nel 2009 prova una cura sperimentale e riceve il dono delle cellule staminali, non c’è cura per il suo gene malato, ma lui ci fa capire quanto è importante essere donatori anche per chi il dono lo deve ricevere. Dice: “Ok, a me la cura non ha fatto niente ma averci provato, avere ricevuto le cellule staminali mi ha dato la spinta giusta e questo non sarebbe potuto succedere senza un donatore.” Sentire raccontare queste storie di persona è stato da pelle d’oca, non possiamo che ringraziare i nostri ospiti e tutte le persone presenti quella sera. Sonia Biondaro

Eccoli i giovani di ieri e nonni di oggi: chi si riconosce? Un piccolo aiuto: Guido Lovatin, Lino Lovatin, Pierino Dal Zovo, Aldo Aldighieri, Lino Allegri, Renato Filipozzi, Angelo Soprana…. Gianni Sartori

FRANCESCO BIONDARO

E IL SUO ULTIMO PRESEPE, IL PIU’ BELLO!

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Domenica 5 Febbraio 2017

FESTA DELLA VITA I nuovi arrivati del 2016 insieme alle loro famiglie durante la Festa della vita, celebrata nelle due parrocchie di Santa Caterina in Villa e di Castello.

DODICIRIGHE

Se n’è andato a 88 anni il “giovane di spirito” Francesco Biondaro, per tutti “Cechina”, dimostrando la sua ben nota vivacità e la sua forza d’animo fino all’ultimo attimo di vita. Sebbene fosse ormai da tempo bloccato da grave malattia e costretto sulla sedia a rotelle, negli ultimi mesi dell’anno è riuscito, con la grande forza di volontà che l’ha sempre contraddistinto, a darci un ultimo segnale della sua voglia di vivere. Superando le difficoltà di spostamento

e le sofferenze fisiche che andavano sempre più aumentando, è riuscito a stupirci tutti: la vigilia di Natale ha aperto la porta del “tinello” e, fra l’ammirazione generale, ci ha mostrato il suo presepio. Una cosa da non credere, anche quest’anno era riuscito, com’era sua abitudine, a realizzare il “suo” presepio, un po’ strano a dire la verità, ma interamente eseguito con le sue mani! Appena passate le feste, qualche preghiera è andata a buon fine e gli è stato evitato il periodo con le complicazioni più penose della malattia, non prima però di affrontare, in un ultimo sforzo, un altro appuntamento a lui assai caro: festeggiare in compagnia il compleanno della moglie. E anche in questo ce l’ha fatta, come sempre, con il sorriso! Ciao, “zio Chicchi”, e grazie dell’esempio di speranza che ci hai dato; te ne sei andato da “GRANDE”! Silvana

Sotto elezioni non bisogna parlare di elezioni! Perché no? Perché si potrebbe influenzare gli elettori? Macché, semplicemente perché nessuno sa cosa dire. In giro si sente di tutto e il contrario di tutto. Alleanze più o meno segrete, vecchi e nuovi candidati che durano qualche giorno e poi spariscono. La saggia diffidenza della nostra gente sa che in questi casi è meglio non fidarsi: parla pure quanto vuoi ma se parli di politica ecco pronto il classico “Va là, che iè tuti compagni!”. Così si voterà per simpatia o per improvviso “innamoramento”. Ma se i colpi di fulmine possono funzionare in amore, non è così in politica. La democrazia vera, si sa, è lenta: deve riflettere, confrontare, informarsi e poi, magari, scegliere il “meno peggiore”. Se invece abbiamo fretta, potremmo provare con una bella lotteria, con i nomi di tutti i cittadini maggiorenni nell’urna e un bambino che estrae i fortunati (o sfortunati?) consiglieri, sindaco compreso. Più democratico di così! E invece no, manca una cosa, per fortuna indispensabile: la responsabilità da parte di chi vota, e non solo di chi è votato. Non ci si scappa: perfino chi decide di non votare è responsabile del voto non dato. Mannaggia, che seccatura, ‘sta democrazia! D.B.


UN RICERCATORE IN SVEZIA

MASSIMO PANAROTTO

CARNEVALE 2017

Intervista ad un giovane di San Giovanni Ilarione che, attraverso l’università italiana, ha trovato lavoro come ricercatore presso un ateneo svedese.

E’ una vita semplice e simile a tante altre, quella che ci viene descritta da Massimo Panarotto, almeno nella sua prima parte: partito da contrada Ranchetti di San Giovanni Ilarione, frequenta le scuole elementari a Castello, le scuole medie in Villa e le superiori come Perito industriale indirizzo meccanico a San Bonifacio, poi l’Università di Padova in Ingegneria Meccanica, con tre anni a Vicenza e due a Padova. “Mancava ancora qualche mese per la laurea quando l’università mi propone il progetto Erasmus in Svezia con l’obbiettivo di preparare la tesi e - come spiega Massimo - migliorare la lingua inglese”. Si trasferisce così nella città di Luleå, nel nord della Svezia “Per la prima volta ho preso un volo – racconta Massimo - da un lato c’era la forte curiosità di partire e dall’altra la paura di un nuovo luogo in cui abitare, la mancanza di amici e il dispiacere di partire”. Arrivato in Svezia, dopo qualche giorno, le cose migliorano grazie ad una puntuale e imponente organizzazione universitaria che non fa mancare nulla allo studente e soddisfa ogni sua esigenza. Dopo qualche mese, tornato a Padova, sostiene la tesi ma la volontà di tornare è molta: “Mi ero impegnato molto e avevo dimostrato la mia buona volontà, la voglia di lavorare e di migliorare”. Ritorna così in Svezia assunto da un Università Svedese per intraprendere il corso di Dottorato, spostandosi molto più a sud, a Karlskrona. Il dottorato in Svezia è diviso in tre parti: una parte è dedicata alla ricerca, una parte consiste nello scrivere relazioni e articoli e un’ultima parte comporta l’insegnamento nel corso di laurea per il 25%.. “Veramente un bel periodo, una grande esperienza e, inizialmente, ero più giovane dei miei studenti!”. La soddisfazione più grande arriva nel dicembre 2015 quando, conseguito il Dottorato di ricerca, il capo del dipartimento gli chiede di prolungare il contratto fino al 2018, per diventare responsabile di un progetto di ricerca. Così firma il nuovo contratto come ricercatore “post-dottorato”, lavorando con aziende e con la responsabilità di un corso di laurea per il 20% del suo tempo, ovviamente realizzando articoli e relazioni. Il lavoro gli piace molto anche se gli orari rispetto all’Italia sono un po’ diversi; al mattino gli svedesi iniziano presto a lavorare, alle 7.00 sono in ufficio, mentre “staccano” prima alla sera (alle 16.00), anche se l’unico obbligo, per chi non ha un lavoro con orari obbligatori, è quello di iniziare entro le 9.00 del mattino e poi gestire autonomamente le otto ore lavoPizzeria dal 1972 rative della giornata. Le lezioni si fanno in lingua inglese e la lingua parlata fuori dall’università è lo svedese. Non mancano gli hobby, essendo la Svezia un paese ricco

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da oggi anche specialità pesce di mare

Pizzeria dal 1972

Pizzeria dal 1972

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di attività sportive: Massimo pratica calcio e palestra e spesso si incontra con gli altri italiani presenti, i quali all’occorrenza si danno una mano a vicenda. Massimo continua con entusiasmo a raccontare la sua vita mettendo in risalto le differenze riguardo al modo di vivere in Italia: “In Svezia bisogna saper apprezzare molto la natura, il verde, girano poche macchine, il tempo è particolarmente rigido e la tranquillità prevale ovunque”. La “gerarchia” sociale è molto livellata, per cui i giovani hanno da subito ottime possibilità di dimostrare le proprie qualità nel lavoro o negli studi. I rapporti umani sono perciò molto informali, per esempio gli studenti scrivono spesso a Massimo direttamente via Facebook, oppure entrano nella stanza dei propri professori senza bussare salutandoli come fossero dei semplici studenti. “La parte negativa, giusto per fare una critica, è che a volte l’ambiente è fin troppo tranquillo: alla domenica i negozi sono chiusi, quindi in giro non c’è proprio nessuno.”. L’alcool nei bar costa molto, quindi la gente esce sono nel week end o in particolari eventi, manca lo sprint e la “corsa” che c’è in Italia. Una differenza che si nota subito è nell’organizzazione: “Gli svedesi quando hanno un problema da affrontare fanno un meeting, continuano a incontrarsi per far riunioni; noi italiani ci organizziamo e cerchiamo di risolvere il problema in tempi molto più rapidi e, se possiamo, da soli”. Massimo non si sente uno straniero, in quanto la Svezia ha una lunga tradizione di accoglienza degli stranieri e una facilità di ambientamento molto rapida; significativo è il fatto che gli ultimi immigrati sono stati inseriti in centro città in modo che possano immediatamente immettersi nella società. L’università spesso fa da base, da “casa” e i colleghi, gli studenti e le persone comuni ti trattano come uno di loro. “L’Italia la porto sempre nel cuore – assicura Massimo – con moltissimi ricordi che ho sempre con me: i luoghi dell’infanzia, le avventure giovanili e tanto altro ancora”; quando rientra in Italia per un periodo di vacanza confessa che l’idea di tornare è, per ora, lontana ma non impossibile da realizzarsi: “Magari, se devo tornare, mi auguro di farlo in una regione del Centro Italia o del Nord-Ovest, per partire con una nuova esperienza di vita”. Ai giovani ragazzi lascia questo pensiero: “Aprite i confini dei propri orizzonti, è dura partire, fa paura, ma la soddisfazione, la cultura personale e le nuove realtà che si incontrano sono veramente tante, quindi il suggerimento è di non rinchiudersi nelle proprie vallate ma di uscire, per tornare a casa c’è sempre tempo!”. Lorenzo Gecchele

Si è svolto anche quest’anno il tradizionale carnevale per le vie del paese, all’insegna del divertimento e dei mille colori tra coriandoli e vestiti di ogni genere. Dodici carri di carnevale ognuno con un tema e una storia. A capo fila della sfilata Mastro Ciliegia e Sora Castagna interpretato da Madalina e Pietro, la banca Giuseppe Verdi di Montecchia di Crosara e San Giovanni Ilarione e i giudici del carnevale che hanno classificato i carri. La sfida della “maschera nascosta” interpretata da Olivana Micheletti ha suscitato curiosità e divertimento tra la folla. Un grazie a tutta la Pro Loco per l’impegno della gestione dello spettacolo, in particolare ad Angelina Beschin per l’organizzazione e alla presentatrice “new entry” Giovanna Grolli.

giovani talenti alla ribalta danza, musica e poesia

VI^ Edizione

SABATO 13 MAGGIO 2017 alle ore

20.30

presso il

Teatro di San Giovanni Ilarione

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da oggi anche specialità pesce di mare

da oggi oggianche anche specialità pesce di mare specialità pesce di mare Via Pietro Niselli, 51 - S. Giovanni Ilarione (VR) - Tel. 045 7465118 PRANZO CENA venerdì martedì aperto su prenotazione sabato mercoledì aperto su prenotazione Via Pietro Niselli, 51 - S. Giovanni Ilarione (VR) - Tel. 045 7465118 domenica giovedì aperto su prenotazione

PRANZO martedì aperto mercoledì aperto giovedì aperto

CENA su prenotazione su prenotazione su prenotazione

PRANZO venerdì aperto sabato su prenotazione domenica aperto

PRANZO aperto su prenotazione aperto CENA aperto aperto aperto

CENA aperto aperto aperto

Via Pietro Niselli, 51 - S. Giovanni Ilarione (VR) - Tel. 045 7465118 PRANZO CENA martedì aperto su prenotazione

venerdì

PRANZO aperto

CENA aperto

TUTTE LE DOMENICHE APERTO ANCHE A PRANZO!

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Giace a terra, caduta sotto il peso delle intemperie e degli anni. Ha visto ben tre secoli questo maestoso ciliegio, piantato nel 1895 e fino a quest’anno generoso di frutti e di ombra. Alto più di 10 metri, con 5 di circonferenza, questa secolare pianta ha visto passare davanti a sé la storia, la fame e la miseria, intervallata da guerre ed emigrazione. E’ la vita che cambia, un sogno che si spegne.

Le signore aderenti all’associazione ANTEAS di San Giovanni Ilarione hanno partecipato al progetto “una coperta per Giulietta”

Durante i giorni dedicati all’associazione,hanno realizzato 65 pezzi di maglie lavorate a ferri della misura di 50 cm. per 50 cm che assieme alle altre associazioni di Verona hanno lavorato ben 3.200 pezze, che il giorno 8 marzo, giornata dedicata alla donna, hanno coperto piazza Bra iniziando dalla gradinata del municipio della città di Verona. Poi le pezze sono state vendute e il ricavato è andato all’associazione contro la violenza alle donne, le donne lasciate sole con i loro figli. E’ stata una esperienza bellissima di buona compagnia, allegro lavoro ben riuscito. Nella foto il gruppo di lavoro. L’associazione nella persona del presidente, vi ringrazia di cuore.

ANTONIO GAMBARETTO, UNA VITA DI SACRIFICIO E DI LAVORO Non mancano certo le emozioni quando si visita la contrà dei Gambaretti, posta a Sud-Ovest del paese, vuoi per l’ambiente ancora incontaminato, per le case caratteristiche ancora esistenti, per i prodotti genuini dell’olio e del vino insuperabili, ma soprattutto per la genuinità e la spontaneità della gente. Facciamo tappa in casa di Antonio Gambaretto, classe 1931. Non è assolutamente “anziano”, ce ne sono altri in paese registrati all’anagrafe prima di lui, ma racchiude in sé tutto quel sapore antico, il modo di parlare, le citazioni di una volta, gli interessi e lo spirito di affrontare la vita unici. Nasce ai Gambaretti il 13 di aprile, figlio di Sante e di Damini Regina. Il papà è contadino, come tutti nella zona, in una famiglia di quattro fratelli, con possedimenti terrieri non indifferenti, una stalla popolata da numerosi animali, con quattro buoi in ogni tempo dell’anno, autentici trattori di allora, “…Na fameja bona…, per dirla con la simpatica cadenza dei Gambaretti. Sante viene chiamato alla guerra come mitragliere durante la guerra in Libia del 1911/12 , ha il primo impatto con una realtà totalmente nuova, vede il mare e il deserto, paesaggi inconcepibili, ma non c’è tempo per la meraviglia, si deve combattere per la conquista della colonia della Libia, per avere “…un posto al sole…. Gli arabi facevano pena, avevano fame, ma non bisognava scherzare, perché avevano sempre il coltello ricurvo pronto, non bisognava permettersi nulla”. Dopotutto si era in casa loro. Torna a casa e non fa quasi neanche tempo a riadattarsi alla vita dei campi che viene richiamato a combattere la grande guerra europea, quasi quattro lunghi anni in grigioverde, sparando perché non ti sparino, uccidendo perché non ti uccidano. E’ una vita da augurare neanche ad un cane. Però c’è tanta solidarietà fra i commilitoni, ognuno si sacrifica per l’altro, è come una grande famiglia. Finita la guerra, torna a casa stanco, sfiduciato e deluso, non crede alle promesse e ai proclami fatti durante la guerra di benesser, ricchezza per tutti. Capisce che deve fare da solo e per questo decide di formarsi una famiglia, adocchiando Regina Damini, originaria dai Bertini di San Giovanni, ma nel frattempo trasferitasi con la famiglia ai Pigna di Montecchia.

Nel 1920 la porta all’altare dando inizio ad una numerosa nidiata di figli, nell’ordine Angelo, Attilio, Elvira, Antonio, Massimo, Aristide e Cesarina. Dopo la divisione dell’eredità paterna si rimane con ben poco e con tante bocche da sfamare è proprio un’impresa. Si fa quello che si può. I fratelli più grandi lavorano i campi, uva,ciliegie,cereali ed ulivi; il pane è garantito dal forno comunitario dell’ampia contrada e deve bastare. Il nostro protagonista Antonio si trova circondato da un mondo tutto genuino e semplice, ma molto povero. Parlare di frequenza all’asilo suona come una presa in giro. La scuola elementare la frequenta a Villa, a piedi con le “sgalmare” ogni mattina, in ogni stagione e con qualsiasi tempo. Le sgalmare vengono impatinate (lucidate) con “ el caludene del camin”. La colazione è una fetta di polenta unita ad un grappolo d’uva o ad un “ pometo coto”. La polenta è l’alimento base, alla sera si trova spesso abbinata con “i scoli…” (siero, prodotto di scarto della lavorazione del latte). I pomeriggi sono occupati a lavorare sul monte, a fare “cavesagna”, a portare la terra dal fondo a cima con el derlo. Il tempo passa e Antonio si

irrobustisce alla scuola della vita e intanto arriva la guerra. All’inizio sembra una realtà lontana, raccontata dagli anziani e dai giornali in modo unilaterale, con le truppe italiane che avanzano su tutti i fronti,con imprese leggendarie, in realtà solo batoste solenni. Il peggio viene dopo l’armistizio, con la guerra fratricida in casa. I tedeschi nel 1944 occupano la scuola elementare di San Giovanni Ilarione e vi si installano, cacciando bruscamente gli alunni e gli insegnanti. La scuola elementare diviene un fortino militare, con tanto di sala per le torture. Nel 1944 poi viene bruciata Montecchia di Crosara, con tanti morti da piangere. “ A me e mio fratello i Tedeschi hanno puntato il mauser contro il petto. Pensavamo fosse finita…” Ci sono anche le fucilazioni in piazza a San Giovanni Ilarione. E’ terribile. La mamma chiama tutti a raccolta dicendo che i Tedeschi stanno salendo verso i Gambaretti per bruciare tutto. Si prende il materasso in spalla e si fugge nel bosco verso il monte, si liberano le pecore, ma una sera una scarica di arma automatica raggiunge Antonio di striscio ad un piede. Non per questo viene meno l’attività di resistenza passiva, si accolgono i parenti partigiani ormai sbandati a seguito del disfacimento della divisione Pasubio comandata da Marozin, e questo fino al giorno della liberazione. I fratelli di Antonio vengono ricercati dalle camice nere, ma si sono dati alla macchia, ed allora papà Sante viene internato nelle casermette di Montorio e vi rimane per 10 giorni, poi riesce a fuggire e tornare a casa. Passata la bufera della guerra, si torna alle consuete abitudini, ma la terra è poca e le necessità molteplici. Antonio nel 1949/50 va a servire presso contadini in via Moccia . Si lavora nei campi, naturalmente tutto in nero e senza risparmio. E’ una vita massacrante, dall’alba al tramonto. Si rende conto che non può andare avanti in questa maniera. Emigra allora, insieme a due fratelli e come tanti amici, in Francia, con contratto stagionale sulle bietole e per i cereali, questo per ben 8 anni, rientrando a casa per l’inverno. Si lavora a contratto e si prendono soldi. Terminata la stagione delle bietole, si rimane a giornata sempre sotto lo stesso padrone. I Francesi all’inizio fanno pesare il fatto del proditorio attacco alla Francia da parte dell’Italia durante la guerra, ma poi vedendo come si lavora c’è

rispetto reciproco. Egli va a caccia insieme ai figli del padrone, la vita comincia a sorridergli. Tornato a casa, pensa di formarsi una propria famiglia, ma in seguito ad una delusione amorosa, abbandona il progetto e non ci pensa più. Con i risparmi messi da parte assieme agli altri fratelli si acquistano altri campi, si comincia a lavorare la terra con i mezzi meccanici, ma il nostro protagonista opta per l’industria , lavorando in un calzaturificio a San Giovanni, la Frau, fino al 1989, anno della pensione. In fabbrica perde per incidente sul lavoro due dita della mano sx, ma questo non gli impedisce di guidare il trattore o la macchina e soprattutto non ostacola la sua grande passione, la caccia. E’ una passione atavica in famiglia, si può dire che si nasce con il fucile in mano. Le battute di caccia alla lepre insieme ai fratelli sono proverbiali. L’ambiente sul monte è incontaminato, di selvaggina ce n’è in abbondanza, necessita solo maggior rispetto. Quando la salute e l’età non lo permettono più si passa alla caccia a capanno, immerso nel verde e con un’aria purissima. Si aiuta il fratello Massimo a crescere i nipoti Sante e Leonardo e dopo la morte del fratello assume il ruolo di guida dei due nipoti. Ora vive sereno, la salute va abbastanza bene, abita nella casa paterna assieme alla cognata Rosetta, guida ancora la macchina e quando si porta in paese non manca mai di dare un’occhiata alla fornitissima armeria in piazza del popolo. La cosa più brutta nella vita? “ …potrei dire la fame e le privazioni, ma il peggio è stato vederti il mauser puntato contro e la faccia del Tedesco sghignazzante…” E la più bella? “ …Certamente la caccia, non come spirito di distruzione, ma come selezione e metro di misura. Si seguiva la selvaggina con attenzione, con lo stesso amore con il quale si segue il vigneto o il ciliegeto.”. Antonio è una delle ultime persone ancora incontaminate dalla modernità ai Gambaretti, è depositario di tradizioni oramai scomparse, e testimone di tempi e situazioni da tempo relegati ai libri di storia, ma che hanno inciso in modo determinante sulla vita del paese e dell’intera nazione. A lui i migliori auguri da parte di tutti. Gianni Sartori

Piazza Colonna, 2 - 37035 San Giovanni Ilarione (VR) Tel./Fax 045 6550671 - Cell. 348 3549869 stefano.marcigaglia@consultinvest.it Via Alpone 13/1, San Giovanni Ilarione - Vr

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Piazza Grande, 33 - 41100 Modena Via Giorgio Giulini, 3 - 20123 Milano


LETTERA AL DIRETTORE Carissimi, visto che nelle prossime elezioni non mi candiderò, ho deciso di scriverVi per ringraziarvi del vostro supporto in questi 5 anni di Assessore. Un grazie anche per avermi apertamente criticato (da qui si impara) e ricordato/segnalato le necessità, i problemi presenti, le utilità per la comunità (anche da qui si impara), di avermi dato fiducia, di avermi fatto dei complimenti, di avermi in sostanza consentito di fare questa esperienza che auguro a tutti voi di poter fare. Vi invito quindi per questo, ad attivarvi in molti per le prossime amministrative, perché sono convinto che per rendere migliore il nostro paese e la vita di tutti, servano persone nuove che portino un cambio di paradigma, capaci cioè di lasciare da parte campanilismi, interessi personali e di “careghe”, elementi tipici della vecchia politica rivolta a meri scopi elettorali, e di lasciarvi invece coinvolgere, rendendovi partecipi a quello che ciascuno può fare secondo le proprie capacità e possibilità per il bene comune. Assieme a tutto ciò però, mi sento anche in dovere di sottolineare che, come cittadini, dobbiamo essere più presenti nella vita amministrativa, soprattutto per un aspetto di conoscenza e di controllo: il budget comunale ammonta a circa 2,5 milioni di euro da gestire ed indirizzare verso le varie voci di spesa ed in modo particolare verso progetti che devono essere lungimiranti e di sviluppo, a cui dobbiamo farci tutti più partecipi, attivi e propositivi. Nel rinnovarvi il grazie per questi 5 anni, sono cosciente che si sarebbe potuto fare di più, ma in altre circostanze; ho comunque la consapevolezza di aver fatto quanto potevo e di avermi dato da fare su più fronti. Vi ringrazio ancora ed invio sinceri Auguri di serena Pasqua a voi e famiglia. Claudio Lovato

Il Vescovo Pietro Nonis e il nostro compaesano Luciano Vanzo, entrambi con la passione per la paleontologia e amanti della nostra vallata, hanno avuto più volte occasione di incontrarsi e discutere amichevolmente di ciò che li appassiona. Durante uno di questi incontri il Vescovo Nonis ha voluto omaggiare Luciano con uno scritto dedicato al ciliegio, usando per l’occasione la sua prima macchina da scrivere.

TORNA A RISPLENDERE IL CAPITELLO DEI POTACCI

In tuti se fà tuto…..è così che un gruppo di volontari di contrada Potacci e non solo: Adilina Marchetto, Antonio Galiotto, Claudio Aldriolo , Claudio Lovato, Luigi Galiotto, Nicola Andriolo si sono attivati per restaurare l’antico Capitello dei Potacci. Realizzato nel 1932 e dedicato a Maria Immacolata per un voto di guerra della signora Luigia Marchetto perché suo marito tornasse dalla 1a guerra mondiale. Un altro bell’esempio di volontariato per rendere più belle le nostre contrade ed il nostro paese, per il bene comune. Grazie ai volontari e complimenti per il bel lavoro di restauro.

Edicola dedicata a Maria Ausiliatrice, a Don Bosco e a S. Domenico Savio dalla Famiglia Grolli Pacifico e Sandro come segno di riconoscenza per tutte le grazie ricevute. L’opera fu benedetta il 31 gennaio 2017, Festa di Don Bosco, da Don Cesare, Salesiano.

Si informa la gentile clientela che ancora per poco tempo sono in atto

vantaggiosissimi risparmi. Affrettatevi a prenotare le gomme per il cambio stagione!

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M M I N I S T R NO all’adesione allo Sprar

Cari cittadini, giovedì 23 febbraio alle 19 ho convocato un consiglio comunale solo per discutere un punto di fondamentale importanza. L’ordine del giorno riguardava l’atto di indirizzo politico sulla gestione dello Sprar cioè il sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati assegnati alla Provincia di Verona. La Maggioranza (a parte l’assessore Lovato che non ha partecipato al consiglio), ha espresso in modo deciso e determinato di non aderire allo Sprar per diversi motivi. Non abbiamo immobili comunali per accogliere i rifugiati, e se li avessimo non li metteremmo a disposizione di questi ultimi, bensì ai nostri cittadini. Inoltre bisogna aggiungere che i Comuni che aderiscono a questo progetto, devono recuperare dal proprio bilancio il 5% di spese, per l’accoglienza di queste persone. Stiamo attraversando una situazione di crisi economica, di disoccupazione, di disagio sociale, dove i Comuni non riescono ad intervenire per aiutare i propri cittadini che si trovano in queste condizioni perché i bilanci non lo consentono. A mala pena il Comune riesce a gestire l’ordinaria amministrazione, non si ri-

esce con i fondi propri a realizzare nulla di ciò che al Paese necessita, come ad esempio le asfaltature delle strade, se non attraverso la contrazione di un mutuo. Alle volte non si riesce a fare neppure quello perché non c’è la possibilità. Mi chiedo perché io, come Primo Cittadino, dovrei cercare nel bilancio del Comune di San Giovanni Ilarione un capitolo di spesa che consenta l’accoglienza ai rifugiati e richiedenti asilo, quando non ho la capacità di aiutare i miei cittadini ilarionesi che, tra l’altro pagano le tasse, ma alcuni hanno serie difficoltà economiche e magari non riescono a pagare delle bollette perché hanno problemi con il lavoro, sono stati licenziati, hanno un solo stipendio per mandare avanti una famiglia? C’è evidentemente qualcosa che non va. Come Sindaco ho il diritto e il dovere di difendere, anche con i denti, la mia gente prima di tutto, e aiutarla. La minoranza vede questa nostra posizione come una mera posizione politica propagandistica per avere una visibilità mediatica a ridosso delle elezioni. Inoltre sostiene che non aderendo allo Sprar, può arrivare un numero incontrollato di richiedenti asilo. Se

LA PAROLA ALLA MINORANZA SEMAFORI NELLA VAL D’ALPONE

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il Comune non ha immobili non so dove si possano accogliere i rifugiati. Se i privati affittano degli immobili per questi ultimi, lo fanno sicuramente per speculazione di denaro ma io non mi prendo la responsabilità di aver aderito ad un progetto di accoglienza al quale non credo. Se arrivano, io sono disposta a protestare per le strade e, penso che più di qualche cittadino si unirebbe a me. Ho visto che in certi Comuni dove ci sono state serie proteste e manifestazioni per l’arrivo dei rifugiati, sono riusciti ad ottenere qualcosa. Accettare sempre le ingiustizie che lo Stato ci impone, significa arrendersi e non essere coraggiosi per portare avanti le proprie idee. Condivisibile o meno questa è la nostra posizione, rigida sicuramente ma a favore del nostro paese. Qui non si tratta di colori politici, ma di buon senso e di rispetto verso i propri cittadini. Ogni amministratore serio e responsabile dovrebbe avere lo stesso pensiero. Cordiali Saluti Il vostro Sindaco Ellen Cavazza

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Dopo cinque mesi di disagi, i lavori per l’allargamento del ponte del Mangano e la relativa rotatoria, stanno finalmente giungendo al termine. E’ stato un lavoro lungo e complesso, portato a termine, con disagi minimi per i residenti, grazie alla collaborazione ed alla professionalità della ditta Antonutti di Lonato (BS),

UNIVERSITÀ DEL TEMPO LIBERO Proseguono gli incontri con i relatori dell’Università del tempo libero che ogni giovedì dalle 15:00 alle 16:30 presentano interessanti temi e gite in programma.

LE COLONNE DI AUTO SI POSSONO RIDURRE Vogliamo con la presente mettere in evidenza e segnalare il problema viabilità lungo la strada provinciale della Val d’Alpone, soprattutto al mattino e alla sera negli orari di punta per l’inizio e fine lavoro. In questi orari il traffico è particolarmente rallentato, con file continue di auto in prossimità dei semafori di Montecchia di Crosara, Monteforte d’Alpone e della rotatoria “ Madonnina”. Crediamo doveroso ricercare una soluzione per risolvere questa diffi- Nella foto: visita alla biblioteca Capitolare di Verona con Mons. Fasani coltà che causa non pochi disagi a chi percorre la Val d’Alpone verso e da San Bonifacio.…. Per valutare la gravità del problema traffico, bisogna anche mettere in conto le ore che gli automobilisti perdono e lo stress che subiscono. Per questo motivo, in uno spirito collaborativo e cooperativo, proponiamo ai Sindaci della Valle, da Vestenanova a Monteforte d’Alpone, di attivarsi per ricercare e promuovere soluzioni migliorative quali: semafori intelligenti, sistemi computerizzati di controllo , presenza di personale che regoli il traffico nelle ore critiche per evitare le lunghe file di macchine che intasano le strade, procurano Festa della Terza Età 2016 ritardi e inquinano l’aria. Grande partecipazione alla festa della terza età con vin brulè, panettoni Ribadiamo che il nostro unico intento è quello di porre la questione all’at- ed una special BCS allestita per l’occasione. Ringraziamo tutto il gruptenzione degli organi preposti, i sindaci, al solo fine di ridurre il tempo per- po che ha permesso una buona riuscita della manifestazione e Guerrino so ai cittadini che transitano in Val d’Alpone. Confente che, per la parte logistica, da ben 20 anni mette a disposizione Nadia Bevilacqua, Luciano Marcazzan il proprio magazzino ed il trasporto dei panettoni. 6


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stato reso più sicuro, sia per i veicoli che per i pedoni. Tolte le spese per la realizzazione delle “spalle” di sostegno del ponte pagate dal Genio Civile, il costo complessivo dell’opera è stato di € 380.000,00, così suddivisi: € 200.000,00 grazie a un contriche si era aggiudicata i lavori. In- buto della Regione del Veneto, fatti a parte qualche giorno, dove ed € 180.000,00 con mutuo a le operazioni di lavoro sulla rete carico del Comune di San Giodel gas ci hanno impedito di ren- vanni Ilarione. La Provincia di derlo transitabile in sicurezza, il Verona si è impegnata invece a ponte, seppur con una sola corsia, sostenere le spese di asfaltatura è sempre stato transitabile. Ora dell’intera rotonda, opera che di con il raddoppio della carreggiata, fatto ricade sulla strada Sp17 di la realizzazione del marciapiede a competenza della stessa. lato, e la nuova rotonda, il tutto è

ALUNNI IN SICUREZZA GRAZIE ALLA SCALA ANTINCENDIO Dopo oltre trent’anni dalla sua inaugurazione, anche la scuola media M. Marcazzan è stata posta in sicurezza con una scala antincendio, realizzata grazie al progetto con Deliberazione di Giunta Comunale n. 78 del 30.06.2016 per un importo complessivo di € 64.000,00. FINANZIAMENTO DELL’OPERA : € 15.000,00 contributo della Regione Veneto (D.G.R. 1376 del 30.07.2013) € 25.000,00 contributo della Fondazione Cariverona concesso nel mese di ottobre 2014 € 24.000,00 fondi del Bilancio Comunale grazie alla rinuncia da parte di Sindaco e Assessori alle indennità spettanti da Luglio a Dicembre 2016.

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COMING SOON

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SCUOLA MEDIA “M. MARCAZZAN”

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Sono in programmazione gli eventi estivi (teatro, cinema all’aperto, ecc.) per le piazze e le contrade del nostro paese. Vi ricordiamo gli appuntamenti con i cori ospiti internazionali già programmati con il coro “El Biron”: - Il 22 Aprile presso la Chiesa di Santa Caterina in Villa; - Il 15 luglio presso la Chiesa di Castello per la chiusura del 2° evento corale internazionale della Val d’Alpone.

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FRANE CEREGHINI E NEBIOTTI Al momento di scrivere l’articolo (Febbraio 2017), ci troviamo in dirittura di arrivo per la sistemazione delle frane in località Cereghini e Nebiotti. Questi due movimenti franosi si sono originati nel 2013, e dopo una trafila burocratica e svariati viaggi tra gli uffici della Regione, la stessa, nell’estate del 2016 ci ha concesso un contributo di € 167.000,00. Ora, dopo tutti i necessari passaggi, siamo finalmente in grado di iniziare i lavori di sistemazione delle frane in oggetto.

Il Sindaco Ellen Cavazza e tutta l’Amministrazione comunale Vi augurano una Felice Pasqua!

SAGRA DELLE CASTAGNE 1° TOUR PER LE CONTRADE E LE BELLEZZE DEL NOSTRO PAESE In concomitanza della sagra delle castagne ed in collaborazione con l’associazione Veronautoctona, abbiamo organizzato un tour alla scoperta del nostro paese, delle sue bellezze e peculiarità anche eno-gastronimiche. E’ così che circa 50 persone provenienti da Verona e provincia, ma anche nostri concittadini, si sono ritrovati in piazza Colonna ed hanno potuto ammirare l’antico mulino Panarotto, i basalti colonnari, e proseguire per Castello dove in contrada Camadi, Lugino Lovato e la sua famiglia hanno sfornato delle fragranti e profumate cioppe dall’antico forno del 1911 da poco restaurato, ed organizzato una degustazione all’aperto con la sopressa dell’agriturismo Pietra Nera, formaggio, marmellate e miele di Coffele Fiorenzo, vin Durello, per poi passare ad un fantastico Recioto casalin di Luigino che ha deliziato i palati dei turisti. La comitiva ha poi proseguito per la Chiesa di San Zeno, Castello, per poi ritornare in piazza Colonna. Un bel percorso ed un evento veramente molto apprezzato dai turisti che hanno più volte chiesto di tornare per altri tour a San Giovanni Ilarione. Ringrazio molto la Famiglia Lovato Luigino per la partecipazione e l’accoglienza riservata ai turisti, Severino Panarotto per il tempo dedicato ad illustrare il vecchio mulino, Angelo e Serena dell’agriturismo Pietra Nera per i deliziosi prodotti gastronomici, Fiorenzo Coffele per il miele le apprezzatissime marmellate, Daniela Felzani e Mirca Mattioli di Veronautoctona per il loro importante contributo alla realizzazione di questo ben riuscito tour turistico a San Giovanni Ilarione. Claudio Lovato

Foto della tappa presso “el forno de contrà Camadi” 7


San Giovanni Ilarione e Vestenanova

Il 2016 è da poco terminato, quindi anche per l’Avis è tempo di bilanci. Inoltre si deve

rinnovare il Consiglio Direttivo in carica dal 2013. Pertanto fare una valutazione del lavoro svolto in questi anni doppiamente importante. Tutto ciò è avvenuto nell’Assemblea dei soci che si è tenuta il giorno 11 febbraio 2017 presso la Baita Alpini e Pro loco di Vestenanova. L’obiettivo delle 1200 donazioni, che da qualche anno continuiamo ad inseguire, sembra non essere ancora alla nostra portata, anche se continuiamo ad arrivarci molto vicini. Infatti, pur con una leggera crescita rispetto agli anni precedenti, ci siamo comunque fermati a quota 1155 donazioni effettuate nel 2016. I donatori sono sostanzialmente lo stesso numero dello scorso anno. I 41 nuovi hanno sostituito quelli che per raggiunti limiti di età o altro sono stati cancellati attestandoci così a 570 soci donatori. Le attività di promozione e propaganda alla donazione del sangue che mettiamo in campo sono molteplici e spalmate su tutto il nostro territorio e in tutto l’arco dell’anno. Vanno dagli incontri con i ragazzi delle scuole, agli adolescenti e ai giovani diciottenni, si lavora con lo sport e si cerca di non mancare mai nei molti eventi socio-culturali e di costume dei nostri due comuni. Cercare nuovi donatori non è una corsa o una una gara fine a se stessa, ma è un modo di poter garantire a degli ammalati che hanno bisogno di sangue di poter guardare al futuro con nuova speranza. Dobbiamo altresì, noi già donatori, ad essere più assidui nella periodicità del nostro atto di donazione. Nell’Assemblea si è posto anche l’accento su quella quarantina di donatori che pur essendo idonei, nel 2016 per qualche motivo o dimenticanza non hanno fatto nessuna donazione. E’ un vero peccato che, con il grande bisogno di sangue che gli ospedali hanno, dei possibili buoni donatori si perdano così. Si capiscono che a volte ci possano essere anche particolari problemi di lavoro o altro, ma ricordo che, per venire incontro anche a queste problematiche, il Centro Trasfusionale è aperto anche l’ultima domanica di ogni mese. Da qualche anno è attiva una pagina facebook della nostra Associazione sulla quale si trovano, oltre a messaggi promozionali, anche vari annunci e le locandine delle aperture domenicali. Anche le famiglie possono dare un grande aiuto e sono invitate a collaborare in questa attività di sensibilizzazione. Molto spesso un giovane donatore appartiene a una famiglia, dove anche i genitori o un fratello sono già donatori e ciò induce a imitarli. La lezione di vita dei famigliari è sempre fondamentale. Ma l’appello più accorato lo faccio ai giovani, ai quali non mi stancherò mai di rivolgermi. Ragazzi! Negli ospedali ci sono bambini e adulti in attesa di trapianto di organi, vittime di incidenti o affetti da gravi malattie che hanno bisogno di sangue. Diamo speranza a chi vede che la vita si va pian piano affievolendo. Pochi millilitri di sangue e pochi minuti di tempo a te non costano nulla! …a qualcuno la vita! Come dicevo all’inizio, si è eletto anche il nuovo ringiovanito e numeroso Consiglio Direttivo che rimarrà in carica fino al 2020. Dalla votazione sono risultati eletti: Presidente: Simoncello Tecla Vice Presidenti: Pandolfo Luigi, Sartori Stefano Segretaria: Pandolfo Erika. Aiuto segretaria - Galiotto Giulia Tesoriere: Zandonà Eros Scuole: Filipozzi Maria Letizia Giovani e Sport: Cattazzo Simone, Gazzo Severino Consiglieri: Anselmi Panato Marina Claudia, Camponogara Dario, Camponogara Giuliano, Confente Maurizio, Dal Zovo Giovanni, Damini Giovanni, Damini Silvano, Fedeli Silvano, Regazzin Luca, Rossetto Francesco, Santi Vittorio, Vanzo Patrizia. Presidente revisore dei conti: Governo Francesco Revisori dei conti: Panato Bernardo, Rigoni Pietro. Luigi Pandolfo

(continuazione articolo “Granfondo del Durello”) sali scendi passando dalla Pesciara di Bolca (il giacimento fossilifero più famoso al mondo per estensione) fino a raggiungere la seconda salita (la più impegnativa del percorso) “LA SITARA” al km 16,5. Fino a qui potrete godere del bellissimo panorama delle Piccole Dolomiti. Il Gruppo del Carega e la Catena delle Tre Croci saranno li ad attendervi e a consacrare la vostra impresa in un contesto unico per i bikers che saranno impegnati a correre questa Granfondo domenica 30 aprile. Si procederà con una lunga discesa in Val Tanara per poi risalire a Sprea all’interno di un di un bosco di faggi,sentieri in pietra e terreno battuto dove l’abilità sarà nel pilotare la bici e gestire le energie per il tratto finale di gara ( km 23,5). Da qui in poi divertimento puro tra single track, sentieri battuti della Val d’Illasi e della Val Tramigna. Solo qualche piccola rampa vi farà rallentare prima dell’arrivo in via 4 Novembre. Noi l’abbiamo testata proprio domenica 26 e con noi c’era anche qualcuno che non si allenava da mesi ma che grazie a Focus

Visita il sito internet (www.asbasalti.it) o la pagina facebook (www.facebook.com/ GFDURELLO) e rimani sempre sintonizzato per ricevere ulteriori news.

MARSILIA FA NOVANTA! Lo scorso 14 marzo la “nostra” carissima Marsilia ha spento le novanta candeline. Un caloroso augurio da parte della redazione de L’Alpone e di tutti i cittadini di San Giovanni Ilarione!

Avviso: Il Centro Trasfusionale di San Bonifacio è aperto dalle ore 07,30 alle 11,00 per Donatori e Aspiranti anche l’ultima domenica di ogni mese.

L’AVIS di San Giovanni Ilarione e Vestenanova augura a tutti BUONA PASQUA

Tanti auguri cara Marsilia! Cari amici e parrocchiani, ghè na dona nela nostra comunità che la gà davero delle qualità!!! Semo rivà a sta bela vigilia del compleano dela nostra Marsilia! Nata el 15 marzo del “27 presso l’albergo Cavazzola; sò prima casa, el tempo el vola. El papà lè Luigi: commerciante, la mama Maria, casalinga ruspante! Riva Augusta e Bernardino dopo Marsilia ad alietare e ingrandire la familia. E dopo i primi ani passai in paese, la và presso i “Nebiotti” senza pretese. Dal carattere vivace, dal fare generoso

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Italia Group e alla loro Jarifa i29 Pro è riuscito a completare l’intero giro con il gruppo Basalti senza problemi e fare qualche ripresa con un’ action cam per dare qualche prima delucidazione sul tracciato. Il percorso è una novità assoluta ed il gruppo Basalti ha cercato di renderlo meno impervio rispetto agli altri anni prediligendo sentieri battuti e pietra. 44 km per 1500 metri di dislivello tutti da assaporare all’interno di una delle tappe più storiche del Lessinia Tour che quest’anno è inserita come terza prova del Bike World Zerowind. Vigneti di Durello, ciliegi in fiore, siti archeologici, Piccole Dolomiti, boschi di faggi secolari, creature mitologiche, tenacia, passione e clima di allegria saranno gli ingredienti della Quindicesima Granfondo del Durello in una vallata che si è da poco candidata per entrare a far parte del patrimonio dell’Unesco. Vi aspettiamo il 30 aprile a San Giovanni Ilarione!

lè sempre pronta ad aiutare el bisognoso. Anca in Francia lè nà a laorare nele stagion dele bietole, sempre a sapare! Nel lontano ‘66 don Damiano Andriolo sperimenta on asilo, ma nol resta da solo! La Marsilia pronta a sta nova sfida la se reca in Castello superando ogni fadiga. Se ghè bisogno la Marsilia lè sempre presente e de tribulare non ghinporta gnente! Lè passà dal servizio a casa de Gina la comare fin alla ditta Zanchi come tuttofare! La se interessa dela parrocchia con gran passion, ascoltando el parroco come fosse na mission: Se ghè na occasion, non la manca mai e i so dolsi iè famosi veramente dai! Quanti grustoli gheto fato dona benedetta??? On camion, on rimorchio e anca na caretta!!! A Sangiovanni l’incontra anca l’amore: riva dal veneziano on distinto signore! Graziano Tollon persona brava e bella che de la Marsilia lè l’anima gemella. Adesso a farghe compagnia ghè so nevodo Giampaolo e spesso la Pia . Se passa le giornade davanti la television Pregando tanto par sto mondo in revolussion! Comunque ghè quei che dise che l’età lè poca, che l’età lè tanta, ma semo rivà a quota 90!!! Mi me par che sia on traguardo pì che dignitoso, avendo fatto on percorso a olte doloroso! La vita lè bela se se sa accettare che se gioisse e se pol tribulare. Cara Marsilia che bela occasion par ringraziarte de tanta passion! Passion par la vita, par la comunità, par tuta la gente che te gà incontrà! Che el Signore el te mantegna cossì come te sì realmente, con on sorriso sincero dato par gnente! Se unemo tuti, parenti, amici e to parrocchiani A farte i auguri par i to 90 anni! Gabriella Pernigotto


MONS. BRUNO FASANI A VESTENANOVA sul tema

Una società violenta? ...parole, immagini, azioni... Il tema della violenza è molto ampio e complesso. Isaac Asimov, scienziato e scrittore russo di origine ebraica sosteneva che “La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”: si diventa violenti quando nella vita non si trovano altri strumenti da utilizzare. Ci sono lo Stato, le leggi, la Chiesa, la ragione, la coscienza, ma chi non usa il cervello si rifugia nella violenza. La prima violenza parte dalla famiglia: la sberla, l’insulto, l’umiliazione trasmettono messaggi di violenza e denotano una modalità poco educativa di affrontare i problemi da parte dei genitori. Anche nella Bibbia l’episodio di Caino e Abele dimostra come l’invidia porta alla violenza: il male, il peccato sono come un cane sulla porta pronto a mordere. Molti esempi di violenza si possono ricavare dalla vita attuale: le banche che hanno rubato i risparmi di una vita, la manodopera minorile, la delocalizzazione, ecc. Occorre quindi vigilare con la coscienza, perché la violenza può scatenarsi improvvisamente, è una passione non controllata. La violenza ha accompagnato tutta la storia dell’uomo, ma oggi siamo in presenza di atteggiamenti di celebrazione, di elogio della violenza, di fascino della violenza. La cultura della vendetta conduce alla fine della civiltà; stiamo tornando ai tempi della barbarie. Oggi i bambini amano i personaggi aggressivi e violenti; i film sono sempre più duri e brutali. La cultura del digitale cerca i fatti più violenti, perché l’emotività predomina sulla ragione. Si possono delineare tre filoni di violenza: IL TERRORISMO non è più territoriale e

ideologico (v. le Brigate rosse), ma situazionale (presente dappertutto). Si tratta di una violenza sottile e perfida perché gioca sulla paura e sullo scontro di civiltà e la paura genera violenza, aggressività, diffidenza, sospetto,… costruisce i muri ed è la premessa per l’intolleranza, la divisione e l’ostilità nei confronti del diverso (xenofobia). LA VIOLENZA CULTURALE si basa sull’importanza dell’ ”io”, sulla conseguente cultura dei Diritti senza i Doveri. E’ una violenza come risposta alla frustrazione, come legge del taglione, della vendetta. Ne è un esempio il bullismo giovanile. IL MONDO DEI MEDIA presenta la violenza come spettacolo; i dibattiti televisivi sono caratterizzati da scontro, aggressività, violenza verbale. La famiglia dovrebbe gestire il rapporto dei figli con i media, per evitare il cyber bullismo, che può anche portare al suicidio i soggetti più deboli e fragili. Cosa ci resta da fare? Noi adulti di buon senso dovremmo educare le coscienze, mandare messaggi positivi, coinvolgere responsabilmente le nuove generazioni in ragionamenti non violenti, smorzare gli atteggiamenti aggressivi. Ai giovani vengono fatte acquisire molte competenze tecnologiche, linguistiche, ecc., ma non viene educato il cuore, non è sviluppata la coscienza, non è sempre curata la capacità di riflettere, di ragionare. Per le nuove generazioni è necessario ripensare le iniziative e le attività educative e pastorali. a cura di Giancarla Gugole

VOLONTARI IN SCENA

per dare visibilità a chi lavora nel silenzio Serata fuori ordinanza nel “Programma degli incontri culturali e formativi” di Vestenanova, con un’insolita carrellata di personaggi locali, protagonisti di un “Volontariato” a tutto campo che spazia dal Sociale alla Sicurezza, passando per l’intrattenimento, promosso dall’Unità Pastorale della Lessinia Orientale in collaborazione con l’Assessorato alla cultura, l’Associazione Aido di Vestenanova e l’Associazione Avis di San Giovanni Ilarione e Vestenanova e altre associazioni, unitamente alla Cassa Rurale di Vestenanova. Con il titolo: “Il Volontariato: una risorsa preziosa per la nostra comunità” venerdì 17 febbraio è andata in scena un’interessante rassegna, condotta da Giancarla Gugole, di quell’Operosità che fa rima con Gratuità, nel segno della dedizione al proprio paese. “Questa è una bella serata!” Ha esordito in apertura il parroco don Luca Bonesini: “Condivideremo la ricchezza di tante persone che dedicano il loro tempo agli altri, con competenza, passione e amore. È giusto nutrirsi di queste cose belle, e il volontariato manifesta il lato migliore dell’uomo, il quale ne trae sempre una grande gioia interiore, perché, come dice San Francesco, c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Ringrazio tutte le associazioni del nostro territorio che si adoperano in vario modo nella solidarietà e nella gratuità, e mi auguro che da queste testimonianze nasca un positivo contagio nel dare una mano e far parte di un progetto di volontariato.” Sono state 17 le associazioni che hanno partecipato alla serata: ognuna aveva a disposizione qualche minuto per mettere in luce il proprio operato, con l’ausilio di filmati o fotografie. Le Pro Loco di Bolca e

Vestenanova, il Circolo “S. Antonio” di Vestenavecchia e il Gruppo Alpini di Castelvero, sono le associazioni che nei quattro paesi del comune promuovono e sostengono non solo le sagre, ma anche varie iniziative di intrattenimento in corso d’anno. I Campanari e le Corali, impegnate in ambito parrocchiale; i Carabinieri in congedo e gli Alpini, sempre pronti a rimboccarsi le maniche; l’Avis e l’Aido, l’eccellenza della donazione; il “Noi Lessinia Orientale”, con fiore all’occhiello il Grest dei ragazzi, il Gruppo anziani, con i nonni vigili; fino alla Protezione Civile comunale pronta a intervenire in caso di calamità. Tanti applausi … per tutti. E parole di vivo apprezzamento le ha avute il sindaco Edo Dalla Verde che, “con una gioia grande nel cuore per questi cittadini-volontari”, citando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha ribadito: “L’Italia migliore è quella del volontariato!” Ha poi rivolto un pensiero alla Croce Rossa, la cui sede è a San Giovanni Ilarione, ma può contare anche su volontari di Vestenanova; come pure il centro “Aiuto vita” sempre con sede a San Giovanni che fa “un egregio lavoro”. Il primo cittadino nel suo intervento ha indirizzato parole di gratitudine e vivo incoraggiamento a chi lavora e fatica “dietro le quinte” per regalare al paese quei momenti di svago, durante l’estate, che danno visibilità al territorio e vivacità al paese: “Non dovrebbero queste feste essere turbate da polemiche per il protrarsi della musica in una manciata di serate, durante le ferie d’agosto. Bando alla sola serietà, un po’ di divertimento fa bene a tutti!” ha concluso il sindaco Dalla Verde. Mariella Gugole

DROSOPHILA SUZUKII - Conosciamola un po’ di più L’inverno sta per terminare e, forse, potremmo avere anche un anticipo di stagione, importante per ottenere soddisfazioni economiche dalle primizie; rimane però sempre una spina nel fianco, soprattutto dei cerasicoltori, data dal proliferare d’insetti dannosi. Oramai sono sette anni che a San Giovanni Ilarione sono noti i danni causati dal Moscerino dei piccoli frutti, “Drosophila suzukii”; ed è pure conosciuta la grande varietà di piante che questo insetto riesce a colpire: ciliegio, vite, piccoli frutti e, l’anno scorso, si è notato pure sull’olivo. Questo parassita si adatta facilmente a mangiare un po’ di tutto e cambia pure i suoi gusti con il mutare della stagione, così ha la possibilità di cibarsi per buona parte dell’anno. La Drosophila suzukii vive bene in pianura e in montagna, purché le condizioni di temperatura siano comprese tra i 10°C. e i 31°C.; fuori da questi limiti termici il maschio non è più prolifico. La temperatura è ancora l’elemento che determina i tempi di crescita del Moscerino, da uovo ad adulto, così a 12°C. sono necessari 50 giorni, a 18°C. - 20 giorni, a 28°C. - 7 giorni. Oltre alla temperatura importante è l’umidità relativa, che deve essere piuttosto elevata, perché se questo insetto si disidrata facilmente, così la presenza di piccoli corsi e ristagni d’acqua favoriscono gli aumenti di popolazione. In assenza di acqua gli individui di Drosophila muoiono nel giro di 24 ore . Questo parassita è capace di spostarsi di altitudine secondo la stagione e trascorre l’inverno riparato nella vegetazione dei boschi. L’adulto resiste mediamente bene al freddo, meno le uova e larve, che possono morire per congelamento. Questo non significa che una popolazione scompaia solo per la presenza di basse temperature, -4°C e -12°C, come abbiamo avuto in questo inverno, perché ha la capacità di resistere a condizioni climatiche sfavorevoli anche per un lungo periodo, oltre i due mesi; semmai, quello che conforta, è che abbiamo avuto condizioni prolungate di siccità che associate alle basse temperature ne hanno sicuramente diminuito la popolazione. Si ritiene che a trascorre l’inverno siano stati i moscerini sfarfallati tra fine estate e inizio autunno, così, non appena le temperature sono scese sotto i 5°C, questi sono entrati in un dormiveglia, diapausa, anche se, nelle giornate più tiepide e soleggiate, hanno fatto qualche volo. Tra alcuni giorni si alzeranno nuovamente le temperature, così gli adulti del Moscerino inizieranno a viaggiare tra i nostri alberi e, dalla prima decade di maggio, cercheranno i frutti che maturano precocemente per deporre le uova. Nei nostri areali la Drosophila suzukii compie un numero variabile di cicli compresi tra le 7 e le 12 generazioni. Il ciclo di sviluppo di una generazione dell’insetto è piuttosto breve, mediamente di 15 giorni; gli adulti vivono tra le 3 e le 9 settimane. Le femmine depongono tra le 7 e le 16 uova al giorno, su ogni ciliegia inserisce mediamente da 1 a 3 uova, e nel suo ciclo vitale colloca circa 350-400 uova. Le larve, una volta schiuse le uova, iniziano a cibarsi della polpa del frutto danneggiandolo fortemente; dopo 8-10 giorni si ha lo sfarfallamento dell’adulto, che inizierà a riprodursi. Nelle nostre ciliegie il danno da Drosophila è causato in primo luogo dalle larve che si nutrono scavando delle gallerie e riducono il frutto in poltiglia, scatenando attacchi di microrganismi, soprattutto funghi e batteri, che ne provocano la marcescenza e con il tipico odore d’acido. Oramai siamo a fine inverno, così è necessario preparare i primi interventi con agrofar-

maci già nella fase d’invaiatura ed è importante che siano attuati su tutto il comprensorio, poiché la presenza di ceraseti non trattati rappresentano una via di fuga per il Moscerino, che potrebbe in seguito tornare ad agire. All’inizio di stagione, con varietà precoci di ciliegio, la presenza di questo parassita è ancora limitata e così pure i danni; a essere maggiormente colpite sono le varietà a maturazione medio- tardiva, metà di giugno e metà di luglio, quando le temperature medie sono più elevate e, ciò favorisce lo sviluppo del parassita. E’ il motivo per cui le varietà Mora o Ferrovia, le più diffuse sul territorio, sono più attaccate dal parassita. L’utilizzo degli insetticidi garantisce una buona protezione dalla popolazione adulta, potrebbe, però, rivelarsi una pratica rischiosa nel futuro perché potrebbero sorgere delle resistenze da parte di Drosophila, da qui la necessità di attuare anche azioni di contrasto complementari, come l’utilizzo di alcuni insetti predatori di Drosophila, che sono però ancora in sperimentazione come il Lepropilina, il Pachycrepoideus vindemmiae, il Trichopria drosophilae. Altri problemi riguardo all’applicazione di agrofarmaci sono i tempi di carenza che potrebbero dare presenza di residui sulle ciliegie e un effetto negativo su pronubi e altri insetti impollinatori. Mancano, invece, prodotti efficaci per gli stadi larvali e i prodotti fitosanitari di nuova generazione, caratterizzati da selettività di azione nei confronti degli insetti bersaglio, si sono rivelati di scarsa efficacia nel contenere il danno da Drosophila. Studi recenti hanno invece rivelato dei buoni risultati con piretrine e spinosine, prodotti utilizzati anche da agricoltura biologica, affiancati a prodotti fosforganici. La produzione biologica ha maggiori difficoltà di applicazione proprio per la mancanza di prodotti autorizzati nella difesa che, sovente, sono meno incisivi degli insetticidi convenzionali. Sono pure usate le trappole, consistenti in contenitori di plastica con all’interno una soluzione a base di aceto di mele, vino rosso e zucchero, usate sia per i controlli settimanali, monitoraggi, che per la cattura del maggior numero di adulti, massale. Sono pure fondamentali alcune pratiche agronomiche per limitare la diffusione del parassita, come le sfogliature e potature, che possono aumentare l’irraggiamento luminoso, riducendo l’umidità in campo e all’interno della chioma dei ciliegi. Poi vi è il diserbo, può essere utile per eliminare quelle specie erbacee spontanee che danno rifugio al nostro temibile del Moscerino. Alla gestione dell’inerbimento in campo si unisce pure il problema della vegetazione arborea ed erbacea che non è trattata, ciò può dare origine a popolazioni molto numerose del parassita. E’ raccomandata, anche se difficilmente attuabile, la distruzione o l’asportazione dei frutti da piante dentro e fuori l’appezzamento. Per quanto riguarda la raccolta, uno stacco rapido e un precoce allontanamento dei frutti dalle piante sarebbe una soluzione efficace, perché toglie il prodotto prima che avvenga il danno. Queste tecniche sono però efficaci, se sono svolte in modo corretto e, in ogni caso, completate con l’uso di agrofarmaci adeguati. Contenere Drosophila suzukii è, pertanto, una sfida da non sottovalutare anche se le soluzioni ora a disposizione sono maggiori di qualche anno fa e sono destinate ad ampliarsi, lasciandoci un cauto ottimismo. Enzo Gambin direttore AIPO

REGIONE VENETO Linee Tecniche di Difesa Integrata (difesa integrata volontaria) Anno 2017 Approvate con Decreto Direttore Unità Organizzativa Fitosanitari n. 8 del 13 Febbraio 2017 Difesa integrata del ciliegio (Ciliegio dolce - Prunus avium; Ciliegio acido - Prunus)

AVVERSITA’

CRITERI D’INTERVENTO

Moscerino dei piccoli frutti Si consiglia il monitoragDrosophyla suzukii gio con trappole innescate con esche di aceto di succo di mela. Particolare attenzione va posta sulle varietà a raccolta tardiva.

SOSTANZE ATTIVE E LIMITAZIONI D’USO Acetamiprid - Nel limite dei neomicotinoidi Deltametrina Max 1 intervento, in preraccolta

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percorso fatto dal gruppo ed illustrato le future attività, tra le quali spiccano, la festa dalla fondazione del Gruppo, che si terrà a Cattignano in occasione del solstizio d giugno e la partecipazione alla seconda Festa dell'astronomia, il 29 ottobre presso i P Gran Guardia di Verona 20 anni di GASTROFILI Numerosi sono gli incontri previsti anche quest'anno che descritti nel dettaglio Stipata di gente, domenica 29 gennaio la sione deltroverete solstizio d’estate il 24 giugno e la sala del ristorante Michelin a Tregnago, partecipazione alla seconda Festa dell’anostro sito www.gastrofili.it o sulla pagina Facebook Gruppoil 29 Gastrofili ValilD'Alpone. ha visto il Gruppo Gastrofili ritrovarsi per stronomia, ottobre presso Palazzo l’annuale festa del tesseramento. Della Gran Guardia di Verona Cieli sereni a tutti! Con l’occasione, di fronte ai 107 presenti, il Numerosi sono gli incontri previsti anpresidente Elio Magnabosco ha ricordato il lungo percorso fatto dal gruppo ed illustrato le future attività, tra le quali spiccano la festa dei 20 anni dalla fondazione del Gruppo, che si terrà a Cattignano in occa-

che quest’anno che troverete descritti nel dettaglio visitando il nostro sito www.gastrofili.it o sulla pagina Facebook Gruppo Gastrofili Val D’Alpone. Cieli sereni a tutti!

4 dicembre 2016: Don Gianfranco Coffele e Giovanni Gecchele con il generale Pagano alla Festa di S. Barbara, nella chiesetta del forte di Fortezza

MILAN CLUB

Compagnia teatrale “SALE E PEPE“

Eravamo partiti scherzando, ma non troppo e siamo arrivati al 25° anniversario del nostro MILAN CLUB “FRANCO BARESI 1991” SAN GIOVANNI ILARIONE. Sembra ieri quando in pochi costituimmo il CLUB e siamo arrivati a questo traguardo da dividere ovviamente fra tutti, vecchi e nuovi tesserati. Abbiamo festeggiato Sabato 26 Novembre al Ristorante Zoccante l’anniversario e il tesseramento annuale con una cena in una stupenda coreografia rossonera, con musica e graditi ospiti dell’A.I.M.C. di MILANO: Roberto BUONGIORNO e Vincenzo TROVESI, il coordinatore regionale Antonio D’ARGENTO, il coordinatore provinciale Gianluca FRANCHI, il mitico giocatore del Milan degli anni passati Giorgio BIASIOLO e soprattutto “LEI” “LA COPPA DEI CAMPIONI” trofeo conquistato dalla squadra rossonera per la settima volta nel 2007. E’ stato molto emozionante quando, dopo l’aperitivo rossonero accompagnata dall’inno del MILAN e da numerosi flash è stata esposta “LA COPPA”. Da parte dell’A.I.M.C. di MILANO ci è stato fatto dono del PIATTO CELEBRATIVO per il VENTICINQUESIMO. Altro momento emozionante quando mi è stata consegnata la targa da parte del DIRETTIVO con la scritta “GRAZIE PRESIDENTE” firmato “Il tuo Milan Club” ….IL NOSTRO MILAN CLUB e ringrazio ancora per la gradita sorpresa. La serata è proseguita fra musica e divertimento. Credo che i tanti partecipanti, un’ottantina di persone circa tra tifosi e simpatizzanti, si siano divertiti, a conferma ci sono giunti numerosi apprezzamenti. Al termine della serata ognuno se ne è tornato a casa con il foulard, la penna e qualche adesivo e omaggio messo a disposizione del Club. E’ nostro impegno far tornare prima della fine di questo campionato FRANCO BARESI “IL CAPITANO” cui è dedicato il nostro Club. Per ogni aggiornamento e novità ci potete visitare su Facebook (Milan Club Franco Baresi 1991 San Giovanni Ilarione) e anche sul sito www.aimc.eu Il nostro motto rimane sempre FORZA MILAN con un tifo corretto, leale e rispettoso. Lorenzo Galiotto

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BOLLE FATTURE BUSTE BIGLIETTI DA VISITA DEPLIANTS VOLUMI GIORNALI MANIFESTI VOLANTINI

N TS LIA DEP BRI LI LI I E VO G H LO G H N E R E e E n I z io I P ATA G E i n a A N T I N A L E CO N I I N g a L A ZI mp VO END & i G H I E A Z I U B B L IC a N c LO AGI I P a fi gr IMM RNAL G IO

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La compagnia teatrale amatoriale “Sale e pepe” di San Giovanni Ilarione ha organizzato, con la collaborazione con la Parrocchia di Villa, la rassegna teatrale di primavera “Invito a teatro” che quest’anno è arrivata alla sedicesima edizione. Le quattro commedie portate in scena sono le seguenti: • 25 febbraio: “Nessun xe perfetto” da “Il tacchino” di Feydeau – Compagnia “Teatro dei curiosi”; • 11 marzo: “Ah la gelosia!” di Antonio Stefani – Compagnia “Astichello”; • 25 marzo: “Ferie co sorpresa” di Antonella Zucchini – Compagnia “Le tradizioni”; • Riguardo l’esordio della commedia “Sior Todero brontolon”, proposta della locale compagnia teatrale l’ultima serata della rassegna con la regia di Giulia Magnabosco, è portata in scena da un cast di attori tutti ilarionesi. Questa commedia è un’opera molto nota di Goldoni, e siamo certi che raccoglierà anche questa volta il favore del pubblico che da anni segue le nostre rassegne. Ai lettori de “L’Alpone” auguriamo una serena e santa Pasqua. A.P.


COM'ERA UNA VOLTA SAN GIOVANNI ILARIONE

PENSIERI E RICORDI LUCIO E LA SCUOLA A Lucio non piaceva la scuola, lui era uno spirito libero che amava gli spazi aperti e soffriva le regole e gli ambienti chiusi. All’asilo andò per pochi giorni: fuggì due volte per tornare a casa, percorrendo da solo la strada dall’edificio, vicino al cimitero, fino alla via principale sotto la piazza. Alla zia disse che era fuggito dalla suora “bruta e grosa” che lo metteva in castigo in uno sgabuzzino buio insieme ad altri compagni discoli come lui, lasciando all’immaginazione della zia il motivo di tali punizioni; così gli zii decisero di tenerlo a casa con loro. Poco prima dell’inizio della scuola elementare, un giorno la zia e Lucio erano alla bottega di Aristide e vi incontrarono Mario, il futuro maestro. La zia prese in braccio Lucio e lo avvicinò al maestro per presentarglielo: appena lui accennò ad una carezza, Lucio si irrigidì e gli diede un sonoro schiaffo, lasciando esterrefatti tutti i presenti. Fu un bel modo di cominciare la prima elementare! La scuola Aristide Stefani a San Giovanni Ilarione era la stessa di oggi, a quei tempi però il cortile era contornato da alti pioppi. Le aule avevano grandi finestre ma dal suo banco Lucio non poteva guardare fuori e questo lo faceva sentire prigioniero, soprattutto perché si trovava nella prima fila proprio davanti alla cattedra e sotto gli occhi vigili del maestro. Lucio divideva il banco di legno con Antonio, il calamaio di vetro inserito nel piano inclinato era in comune ed il bidello lo riempiva tutti i giorni; la classe era composta da 15 bambini che provenivano anche dalle borgate: tutti raggiungevano la scuola a piedi e da soli, spesGiancarlo (Lucio) sul Monte Crocetta, so di corsa. Il maestro Mario rimase con la 1953 classe fino all’esame di quinta, aveva l’abitudine di masticare caramelle e faceva lezione camminando tra i banchi con le mani in tasca, spargendo nell’aria il profumo di anice. Il Re Carlo Alberto era il suo idolo e non perdeva occasione per raccontare le lotte per l’Unità d’Italia ed i fasti dei Savoia a Torino. Esternò la sua passione monarchica durante un comizio elettorale repubblicano nella piazze della Pesa gremita di folla: con le mani alzate urlò più volte “Viva il Re! Viva il Re!”, finché due carabinieri lo trascinarono in caserma. Lucio, dopo le lezioni mattutine, correndo, tornava a casa dagli zii e nel pomeriggio scendeva dalla Nina per il doposcuola, che frequentava volentieri perché giocava e faceva i compiti in compagnia di altri bambini e bambine. La Nina era minuta, vestita di scuro, era stata compagna di scuola della mamma di Lucio e abitava nella corte dei Vandini in via Ca’ Rosse, alla quale si accedeva attraverso un caratteristico arco che esiste ancora oggi. Nel cortile si trovavano alcuni camion militari Dodge, abbandonati dagli americani nel 1945 e in fondo sulla destra c’era l’edificio a tre piani con l’abitazione della Nina che lì viveva con la sorella Teresa. La Nina lasciava giocare a lungo i bambini nel cortile finché, battendo le mani, li richiamava all’interno per fare i compiti. Due rampe di scale conducevano alla stanza grande e luminosa con panche e tavoli lunghi e stretti; la Nina, oltre a seguire lo svolgimento dei compiti, raccontava favole che facevano sognare i piccoli ospiti. Nel tardo pomeriggio Lucio, sempre correndo, rientrava a casa. Giancarlo “Lucio” Piubelli

CONSIGLI DI LETTURA Andrea Vitali, A CANTARE FU IL CANE, 2017, Garzanti La quiete della notte tra il 16 e il 17 luglio 1937 viene turbata a Bellano da un grido di donna. Trattasi di Eremita Diachini in Pancarli, che urla «Al ladro! Al ladro!» perché ha visto un’ombra sospetta muoversi tra i muri di via Manzoni. E in effetti un balordo viene poi rocambolescamente acciuffato dalla guardia notturna Romeo Giudici. È Serafino Caiazzi, noto alle cronache del paese per altri piccoli reati finiti in niente soprattutto per le sua incapacità criminali. Chiaro che il ladro è lui, chi altri? Ma al maresciallo Maccadò servono prove, mica bastano le voci di contrada. Ergo, scattano le indagini. Prima cosa, interrogare l’Eremita. Già, una parola, perché la donna spesso non risponde al suono del campanello di casa, mentre invece è molto attivo il suo cane, un bastardino ringhioso e aggressivo che si attacca ai polpacci di qualunque estraneo… Una commedia ravvivata dai misteri e dalle tresche di paese, dagli affanni dei carabinieri e dalle voci che si diffondono incontrollate e senza posa, come le onde e del lago, inebriate e golose di ogni curiosità. Chiara Gamberale, QUALCOSA, 2017, Longanesi La Principessa Qualcosa di Troppo, fin dalla nascita, rivela di possedere una meravigliosa ma pericolosa caratteristica: non ha limiti, è esagerata in tutto quello che fa. Si muove troppo, piange troppo, ride troppo e, soprattutto, vuole troppo. Ma, quando sua madre muore, la Principessa si ritrova «un buco al posto del cuore». Smarrita, Qualcosa di Troppo prende a vagare per il regno e incontra così il Cavaliere Niente che vive da solo in cima a una collina e passa tutto il giorno a «non-fare qualcosa di importante». Grazie a lui, anche la Principessa scopre il valore del «non-fare». E del silenzio, dell’immaginazione, della noia: tutto quello da cui era sempre fuggita… Grazie al tono sognante e divertito, Qualcosa ci aiuta a difenderci dal Troppo. Ma, soprattutto, ci invita a fare pace col Niente. Dacia Maraini, TELEMACO E BOB, 2017, Rizzoli “Conoscevo un cane di gran razza che era amico di un cane randagio. Si chiamava Telemaco ed era un setter irlandese dal pelo ramato e a lunga falcata elegante. Era un cane molto schizzinoso. Per quanto le amicizie però era bizzarro: preferiva i bastardi ai cani di lignaggio come lui”. Comincia così il racconto che Dacia Maraini dedica a due cani di Roma che, nonostante la loro diversa provenienza, si scelgono e si proteggono a vicenda, per dimostrare che niente è più forte dell’amicizia, neanche la cattiveria dell’uomo.

TORTA PASQUALINA

La torta pasqualina è una torta salata tipica della regione Liguria,ma viene realizzata in diverse varianti anche in altre regioni. E’ un piatto tradizionale pasquale,cioè della primavera. La leggenda narra che in passato le sfoglie che accoglievano il ripieno fossero in numero di trentatré come gli anni di Gesù e venivano tirate sottilissime e sovrapposte grazie all’abilità culinaria delle massaie. Questa ricetta è stata rivisitata e resa più veloce.

ACUFENE L’acufene è un disturbo che interessa l’apparato uditivo e consiste in un rumore percepito solo dal paziente nell’orecchio o genericamente all’interno del cranio. Il rumore viene descritto in vari modi : come fischio, scroscio d’acqua, canto di grilli, scampanellio o altro. Può essere intermittente o continuo come pure l’intensità che può variare da un lieve disturbo avvertito solo di notte od in ambienti silenziosi ad una gravità tale da alterare la qualità della vita. Anche se il disturbo può colpire a tutte le età, è più frequente negli adulti e negli anziani e spesso si associa ad un difetto dell’udito dal lato colpito dall’acufene. Solo nel 10 % dei casi il sintomo acufene risulta associato ad una alterazione dell’apparato uditivo evidenziabile dal medico esaminatore. Talvolta alla base dell’acufene, soprattutto se transitorio, si può trovare la presenza di liquido infetto all’interno dell’orecchio, la presenza di un tappo di cerume o di altro corpo estraneo, una alterazione della articolazione temporo-mandibolare o altra malattia dell’orecchio esterno o medio. L’esposizione improvvisa a un forte rumore (es. uno scoppio) può provocare acufeni. In alcuni casi il sintomo può essere un effetto indesiderato di un di farmaci presi per altre patologie. Nella maggior parte dei casi tuttavia non si riesce ad identificare alcuna alterazione oggettiva del sistema uditivo. Si parla

in questo caso di acufene idiopatico. Nella minoranza dei casi in cui viene identificata una causa c’è la possibilità che l’intervento del medico possa dare sollievo e liberare il paziente dal fastidioso disturbo. Il grosso problema si pone per tutti quei casi in cui non si riesce ad identificare una causa specifica. Non esistono validi trattamenti medici o chirurgici per l’acufene. Tuttavia, se la gravità del disturbo è estremamente variabile, altrettanto variabile è il grado di tolleranza del paziente. In alcuni casi l’intensità del rumore percepito può essere tale da impedire il sonno, creando stati di ansia depressione e tendenza al suicidio. Nei casi medio lievi i farmaci che vengono dati (spesso vasodilatatori o sedativi) non sono di grande utilità e sono sconsigliati. Talvolta il disturbo scompare spontaneamente oppure il paziente impara a convivere con la malattia senza particolari problemi. Nei casi più gravi invece il paziente dovrebbe essere indirizzato ad un centro specialistico. I rimedi tentati per togliere il disturbo un qualche beneficio può venire dall’applicazione di protesi acustiche, nei casi sia presente ipoacusia, e dalla applicazione di strumenti di mascheramento che generano un suono esterno che dovrebbe coprire quello interno. Vincenzo Magnabosco

INGREDIENTI - 2 confezioni di pasta sfoglia rotonda - 600 gr di bietola (erbette) o di spinaci - 7 uova - 500 gr di ricotta - 1 scalogno - 4 cucchiai di grana grattugiato - olio extravergine d’oliva - qualche fiocco di burro - sale e pepe - maggiorana PREPARAZIONE Lavate e scottate la verdura per pochi minuti in acqua salata, scolatela, strizzatela e tagliuzzatela grossolanamente. Rosolate lo scalogno precedentemente tritato in due cucchiai d’olio. Unitevi la verdura, fatela insaporire per qualche minuto e lasciatela intiepidire. In una ciotola lavorate la ricotta, il parmigiano, due uova sbattute, sale, pepe e maggiorana. Rivestite con carta da forno una tortiera a bordi alti di 22 centimetri, infarinatela e foderatela con la pasta sfoglia precedentemente assottigliata con il mattarello. Versate il ripieno preparato. Create sul ripieno cinque fossette simmetriche con il dorso di un cucchiaio e sgusciatevi in ognuna un uovo e mettete al di sopra un

fiocchetto di burro. Coprite il ripieno con un altro disco di pasta. Chiudete la torta usando i bordi di sfoglia inferiore, spennellate la superficie con olio d’oliva e mettetela in forno preriscaldate a 180 gradi e cuocete per un’ora. Servitela tiepida. Se avete tempo e voglia la pasta la potete preparare lavorando 500 grammi di farina con cinque cucchiai d’olio, 250 millilitri di acqua e un pizzico di sale. L’impasto deve risultare solido ma elastico e va lasciato riposare per almeno un’ora coperto con un telo umido. Un’ottima variante prevede l’uso di cuori di carciofo. Buon appetito e una Santa Pasqua a tutti. Luciana Damini

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IL SOGNO DI DIVENTARE PILOTA

U.S. CALCIO

PRESEPE 2016

Tanta passione e tenacia , queste le doti di Enrico Filipozzi, classe 1993, di San Giovanni Ilarione e portacolori della scuderia Playsport. A dir la verità Enrico la passione per le ruote, due in questo caso, l’aveva già da ragazzino, quando si cimentava nei vari campionati agonisti di Mountain Bike, tra varie vittorie di categorie e assolute, ma proprio l’impossibilità di allenarsi con continuità, a causa del poco tempo libero occupato gran parte dal lavoro, lo porta nel 2013 a provare le quattro ruote in un rally , la sua grande passione condivisa con il babbo fin da piccolo. Esordisce al rally Ronde città di Negrar a bordo di una Peugeot di classe N1 dove fece vedere da subito le sue doti di pilota veloce e calcolatore. Da li, sempre assieme all’amico e navigatore Luis Grimaldi, sono iniziate le prime soddisfazioni con vittorie di classe A5 e recente passaggio alla più potente Peugeot 106 di classe A6. Proprio la prima volta con la Peugeot A6, il portacolori della scuderia ilarionese Play Sport, porta a casa il risultato più importante ed inaspettato al famoso Rally Due Valli, disputato ad ottobre 2016, classificandosi 3° assoluto, 1° di classe e delle due ruote motrici e 1° under 23, mettendo alle spalle macchine più potenti e piloti blasonati. Ora dopo 14 gare all’attivo è tempo di bilanci ed obbiettivi: in primis, in questo 2017, trovare le risorse giuste per affrontare un campionato che li possa mettere in mostra, e per questo in tanti si stanno prodigando affinchè il loro talento possa maturare e si possa realizzare il loro sogno.

Nella foto alcuni dirigenti che hanno lavorato al Presepe , assieme ai Presidenti onorari Enrico Dal Cero e Angiolino Veratti

SCI CLUB

Come Associazione Calcio S. Giovanni Ilarione siamo stati invitati, lo scorso Natale, ad allestire il Presepe della parrocchia davanti alla chiesa di S. Caterina in Villa. Naturalmente non potevamo rinunciare alla realizzazione di questa bella tradizione cristiana e così, dopo qualche scambio di idee, abbiamo accettato e pensato di adattarlo al nostro ambiente sportivo, inserendo la miniatura del nostro bel campo da calcio. Per l’occasione abbiamo abbinato la struttura a quella che è la trazione della nascita di Gesù, con pastori e pecorelle, il tutto inserito ed ambientato nel nostro bel paese, con le chiese delle frazioni e dei paesi limitrofi. Per l’occasione tutte le stradine erano state bordate con piccoli palloncini di cioccolato che però son durati solo 3 giorni: il tempo che i ragazzi si accorgessero della loro bontà, ed il gioco è stato fatto!!! Operazione riuscita : abbiamo accontentato il gusto e la vista!!!! L’importante però, per noi del calcio, è che il presepe sia “piaciuto”, ma soprattutto siamo soddisfatti per aver seguito e consolidato una bella tradizione che ci ha permesso di vivere con tutta la Parrocchia la gioia del Natale….. Auguriamo ora a tutti una Buona Pasqua!

Castello di San Giovanni Ilarione - Parrocchia di San Giovanni Battista organizza

FESTA DI SAN ZENO “Ricordiamoci che forse lo sci non identifica la felicità, ma non si è mai visto uno sciatore triste!” Con queste parole, scritte nell’ultimo articolo dal prof. Gianni Confente, vorrei sottolineare l’autenticità di questa frase ricollegandomi alla mia esperienza con il corso sci, in quanto allieva e da qualche anno accompagnatrice. Come ogni anno lo Sci Club, durante le vacanze natalizie, ha organizzato il corso di discesa e snowboard con la partecipazione di ben 65 ragazzi, divisi in due pullman per il raggiungimento del comprensorio di Folgaria, in Trentino. Il corso ha dato la possibilità ai più piccolini e grandicelli, provenienti da tutta la vallata, di slittare con le proprie tavole sulla neve, stando in compagnia e divertendosi all’aria aperta, ridendo, scherzando e imparando a socializzare con i propri compagni di squadra, distaccandosi da pensieri e preoccupazioni di ogni giorno. Questo è lo spirito che da anni lo Sci Club trasmette, e devo dire che di anno in anno ci riesce sempre di più! Arrivati in Folgaria i ragazzi sono portati sulle piste con i propri accompagnatori, quest’anno in 20, su e giù per le montagne innevate fino all’ora di pranzo. Un’ora di pausa e subito via con i maestri della locale Scuola Italiana Sci. Al termine dei 4 giorni di corso è stata organizzata una gara, portata brillantemente a termine da tutti, e come premio un buon rinfresco con dolci, preparati e portati dalle mamme. Che dire, un ringraziamento speciale a tutto lo Sci Club, in particolare ad Ennio Gambaretto, Simone Burato che ogni anno garantiscono queste splendide giornate, mettendoci passione e amore, e tanta energia per far imparare ai nostri ragazzi questo sport che ci permette di imparare il coordinamento del nostro corpo, sviluppa capacità di equilibrio e ci fa capire cosa vuol dire non arrendersi mai al primo ostacolo, ma perseverare fino ad ottenere grandi risultati! La vera bellezza è lo stare lontani da cellulari, tablet, computer e osservare invece l’autenticità della natura e dello stare insieme senza alcun impedimento...provare per credere! Matilde Confente Trimestrale di informazione e cultura c/c postale n. 15684376 Se vuoi inviare il tuo contributo all'Alpone utilizza c/c postale n. 15684376 intestato a: Pro Loco di San Giovanni Ilarione - Piazza Aldo Moro, 5. Coordinate bancarie Poste Italiane: IBAN IT23 T076 0111 7000 0001 5684 376 - Cod. Bic/Swift: BPPIITRRXXX Direttore responsabile: Delio Vicentini Redazione: Dario Bruni, Lucia Burato, Luciana Damini, Lorenzo Gecchele, Mario Gecchele, Angelo Pandolfo, Giovanni Sartori.

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Recapito: Franco Cavazzola - Presidente Pro Loco - Via Risorgimento 3/C - San Giovanni Ilarione (VR) - Cell. 347 2600161 - E-mail: cavazzola@utenti.ilarione.it Pubblicità: Franco Cavazzola (vedi contatti Recapito) Prestampa e Stampa: Grafica Alpone srl Via del Lavoro, 90 Tel. 045 6550833 - Fax. 045 6550221 E-mail: grafica@graficaalpone.com San Giovanni Ilarione (VR)

Domenica 23 Aprile

10.00 - Santa Messa presso la chiesa di San Zeno con tradizionale benedizione delle biciclette 15.00 - Apertura maxigonfiabili in funzione 16.30 - Animazione con il Barzellettiere Gjani 19.00 - Peso del Maiale con altezza della sopressa Nel corso di tutta la manifestazione funzioneranno fornitissimi chioschi enogastronomici con varie specialità locali - Pesca di beneficenza In caso di maltempo la manifestazione sarà rimandata alla domenica successiva

Comune di SAN GIOVANNI ILARIONE Totale nati: Totale matrimoni: Totale morti:

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Al 28/02/2017: Totale residenti maschi: Totale residenti femmine: Totale residenti: Totale famiglie:

2.615 2.487 5.102 1.859

OFFERTE per l'Alpone Arvotti Giuseppe Orat.D.Bosco Bordon Mirella Ciman Anna Ciman Bruno Da Ronco Franco Damini Pierina Danda Roberta Fattori Cristina Ferroni Assunta Fochesato Teresina Fratta Isabella Gambaretto Albino Gambaretto Lorena Gambaretto Luigi Gambaretto Marino Gambaretto Riccardo Mainente Gio Batta Mainente Nadia

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