L'Alpone numero 3 2019

Page 1

l’Alpone - Settembre 2019

l ’alpone

Autorizz. del Tribunale di Verona del 3 Luglio 1986 - R:S: 705 - Sped. in abbonamento Post. - 45 % art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Verona da Verona C.M.P. - 50 % - Trimestrale di informazione e cultura - Anno 34 - N. 3 - SETTEMBRE 2019 - Recapito a cura dell’ Ente Poste Italiane

www.ilarione.it

Saluto del Presidente Cari lettori de L’Alpone, nell’invitare tutti voi all’ormai imminente Sagra delle Castagne, voglio ringraziare fin d’ora tutti coloro che in questi giorni stanno contribuendo con il loro lavoro a rendere questa festa sempre migliore: associazioni, gruppi di volontari, autorità e semplici cittadini. Sappiamo che unendo le forze possiamo fare molto per il nostro paese e la sagra serve proprio per ritrovare quello spirito di amicizia e di unità che sarà prezioso per affrontare anche gli altri impegni che ci aspettano fino a dicembre. Ricordo che a marzo del 2020 ci saranno le elezioni del nuovo Consiglio della Pro Loco. Secondo le regole statutarie, potrà votare e far parte del nuovo Consiglio solo chi è iscritto alla Pro Loco nell’anno precedente (2019). Chi fosse interessato, può iscriversi fin d’ora alla Pro Loco rivolgendosi a Viviano Gazzo, presso il Bar Sport. Il Presidente Franco Cavazzola

2a FESTA della

PEARÀ

4-5-6 OTTOBRE ‘19 dal 4 al 6 ottobre, alle 19.00

APERTURA STAND ENOGASTRONOMICO con specialità BOLLITO e PEARÀ Venerdì 4 ottobre, ore 21.00

ore 20.00 Esibizione scuola di danza e balli di gruppo: Libellule Danzanti e Millepassi ore 21.00 DJ del PARIOLI

Sabato 5 ottobre, ore 21.00

ore 20.00 Esibizione scuola di danza: D.S.A. Evoluzione Danza Sportiva ore 21.00 DJ del PARIOLI

Domenica 6 ottobre

ore 17.00 Esibizione e presentazione dei vari corsi e gruppi della scuola di danza Soul Project di Omar Vanzo e Alice Zanoni ore 18.00 Happy Hour ore 21.00 DJ del PARIOLI

Pro Loco | San Giovanni Ilarione

Anno 34 Nr. 3

Settembre 2019

CIAO JOHN, AMICO DI TUTTI Giovanni Todesco, una vita di impegno e testimonianza

Se n’è andato anche lui, nel silenzio della sua casa, circondato dall’amore dei famigliari e dalla solidarietà di tutta la comunità, ha chiuso la sua sofferta giornata terrena per ricongiungersi, attraverso la terra, al suo creatore Giovanni Todesco, John per gli amici, per tutti.

Figura molto conosciuta in paese per il suo impegno nei vari campi del sociale, è stato uno spirito libero, poliedrico, in tutte le sue attività, le sue passioni, i suoi hobby ci ha messo sempre l’anima, la massima partecipazione, curando nei minimi particolari ogni suo progetto e ogni suo proposito. Balzato agli onori della cronaca per la scoperta di Ciro, il primo fossile di dinosauro italiano e passata sui libri di paleontologia, riscrivendone la storia, come la scoperta più importante nel settore del XX secolo, John non ha mai perso il contatto con la realtà, è sempre rimasto se stesso, con i propri valori intimi e genuini, con il desiderio di aiutare e di mettersi a disposizione degli altri. Alla domanda rivoltagli dallo scrivente su quali sensazioni provasse ad essere il “papà” di Ciro, il piccolo dinosauro di 110 milioni di anni, rispondeva: - E’ una sensazione unica, intensa, profonda. Il corpo di Ciro è come un’enciclopedia mummificata. La soddisfazione che si prova è veramente pregnante, ma maggiormente è gratificante l’aver contribu-

84a Sagra delle Castagne e del Vin Durello

San Giovanni Ilarione / 10-11-12-13-14 Ottobre 2019 Giovedì 10 Ottobre

alle ore 20.30 presso il Teatro Parrocchiale Convegno sull’Agricoltura

Venerdì 11 Ottobre alle ore 21.00 in Piazza della Chiesa

90TIME

Sabato 12 Ottobre

alle ore 16.30 Ricevimento delle Autorità e visita agli stands della Mostra Artigianale

Sfilata per le vie del paese della banda “G. Verdi” di Montecchia di Cr. e S. Giov. Il. alle ore 21.30 Piazza della Chiesa

FRUITY PARTY

Domenica 13 Ottobre

ito a mettere a disposizione della scienza universale una scoperta di questa portata. Grazie alle sue conoscenze nel campo paleontologico, è stato spesso chiamato a condividere con i bambini delle scuole le sue scoperte, la sua passione per i fossili, a svelare l’arcano mondo antico e quando parlava con loro gli occhi suoi luccicavano, come il piccolo esploratore che affronta l’immensità del passato, per scoprire i segreti della vita e della storia. La sua opera non si ferma solo a questo campo, forse il più visibile e il più noto, ma si è sempre impegnato per il proprio paese, per la propria comunità parrocchiale in maniera diretta. In parrocchia ha messo a disposizione il suo tempo quale componente del Consiglio Pastorale, come direttore del coro parrocchiale, non si è sottratto neppure all’impegno civile in qualità di amministratore comunale, convinto che chi possiede un talento lo deve spendere ed investire per gli altri. Nel 1998 è tra i soci fondatori del Coro “El Biron”, divenendone nel 2002 Maestro e Presidente e riconfermato ininterrottamente fino [continua a pag.2]

IN ARRIVO IL “LIBRETTO DELLA SAGRA”! Non poteva mancare, ad accompagnare la Sagra delle Castagne, il tradizionale e attesissimo “Libretto”, che quest’anno si occuperà di tempo e di tutto ciò che è legato al tempo: come si vivevano i vari momenti dell’anno nella San Giovanni Ilarione del passato, quali aspettative, preoccupazioni, speranze si riscontrava nella gente durante gli appuntamenti lieti e tristi della propria vita quotidiana e delle feste, ma anche il tempo meteorologico, cadenzato sul ritmo delle stagioni, che nel mondo contadino era una componente di importanza considerevole, viste le ripercussioni sul raccolto e quindi sulle fonti di reddito delle famiglie. Un viaggio nel tempo, insomma, che come ogni anno ci farà scoprire (e riscoprire) cose che soprattutto le nuove generazioni non conoscono e quindi rischiano di andare perdute.

alle ore 12.30 Pranzando in sagra - pranzo con menù fisso (posti limitati. Per prevendita contattare il nr. 349 5256 066)

alle ore 15.00 Esibizione della Filarmonica di Lentiai (di Belluno) alle ore 17.30 Happy Hour alle ore 21.00

DISCO INFERNO Lunedì 14 Ottobre alle ore 10.00 in Piazza Martiri Dimostrazione pratica della lavorazione del formaggio da parte del Mastro Casaro Dario Gugole alle ore 20.30 in Piazza della Chiesa

SFILATA DI MODA con esibizioni di danza e canto 1


l’Alpone - Settembre 2019

L’ALPINO

LUIGINO ROSSI

E’ANDATO AVANTI

Luigino Rossi era nato il 4 febbraio 1935, e dopo una lunga malattia, lo scorso 28 giugno, come dicono gli alpini, “E’ andato avanti”... Luigino, era un alpino, ed è sempre stato fiero di esserlo. Fino a quando la salute glielo ha consentito, ha sempre partecipato attivamente alle attività del suo gruppo, di San Giovanni Ilarione. Ed i suoi alpini hanno voluto accompagnarlo fino all’estrema dimora, e dimostrargli così il loro affetto. Luigino, ci mancherai... [continuazione articolo “Giovanni Todesco”]

al momento della sua dipartita. John vive per il coro, profonde il suo tempo e le sue energie, organizza viaggi, concerti con gli emigrati all’estero, curando tutto nei minimi particolari e riscuotendo innumerevoli attestati di stima e di apprezzamento. La vita in passerella, tuttavia, non gli è congeniale, vi partecipa quando proprio non può sottrarsi, egli è figlio di questa terra e si esalta intimamente di più quando può mettersi a disposizione di chi ha bisogno, come il fare assistenza sulla strada ai bambini di scuola, nel dare una mano per tingere le aule delle scuole “Stefani”, perché i bambini medesimi possano trovare un edificio decoroso ed accogliente, sul come intrattenere le persone anziane bisognose di ascolto. Le sue capacità di mediare, di gestire le situazioni, anche le più delicate, il saper voler bene agli altri e farsi voler bene erano uniche, condite sempre con la consueta umiltà e disinvoltura, con il suo illuminante sorriso. Poi la malattia, la lunga malattia con la quale ha saputo convivere, quasi scherzare, senza mai abbattersi o compiangersi, gustando fino in fondo ogni giornata che gli era concessa. Ha sempre mostrato profonda dignità,

DODICIRIGHE Ai tempi della Repubblica di Venezia esistevano le cosiddette Boche de Leon o Bocche della verità in cui si raccoglievano denunce segrete, rigorosamente anonime, destinate ai magistrati. Ecco, chiariamo subito che le dodicirighe non sono questo, perché se c’è qualcosa che non va in paese ciascuno deve prendersi la responsabilità di dirlo a chi di dovere e non di “mandare avanti” (brutta abitudine, purtroppo) gli altri, nascondendosi dietro questa smilza rubrichetta. Detto questo, accettiamo pure il consiglio di segnalare un paio di cose che meritano un po’ di attenzione in più, anche perché ci sembrano tutto sommato “veniali” (ma non troppo). Come mai – si chiede ad esempio uno – in centro paese esiste una via in cui c’è il divieto di sosta e invece “regolarmente” vi sono parcheggiate diverse auto? Possibile che come le vediamo noi non le vedano coloro che dovrebbero far rispettare il codice della strada? Un altro fa osservare: in occasione di qualche matrimonio c’è la consuetudine di appiccicare le foto dei novelli sposi su lampioni o alberi o altri supporti pubblici ma poi, chissà perché, ci si dimentica di toglierle. Solo dimenticanza? Mah!... D. B. soprattutto nel dolore, grande tenacia, ferma volontà di non voler mai arrendersi di fronte alle avversità della vita, non si è mai esaltato di fronte ai riconoscimenti ufficiali, quali la premiazione da parte del Ministro Costa per la scoperta del piccolo Ciro o la proposta di nomina a Cavaliere della Repubblica, John è sempre rimasto se stesso, non ha mai perso il contatto con la normalità e il suo vivere comune. Per la famiglia, per la moglie Giovanna e i figli Valeria e Alessio e i numerosi nipoti nutriva quasi un senso di adorazione, gli sembrava quasi di non meritarsi tanta fortuna e benevolenza da parte del Signore. Con la sua dipartita l’intero paese ha perso un pezzo della sua storia e si sente più povero. Ed allora gli mandiamo tutti un abbraccio ideale, per ripetergli quanto gli volevamo bene e quanto ci manca. Ciao John, ciao da parte del giornale L’Alpone, del coro El Biron, ciao da parte di tutti. Gianni Sartori La Famiglia Todesco ringrazia il coro parrocchiale ed il coro El Biron per aver partecipato al funerale. Ringrazia inoltre tutte le persone che sono state vicino al John e alla sua famiglia durante la malattia.

L’ANGUANA JOANNA BASALTA

TE SALUDO, CARO JOHN! Abito un po’ distante ma le notìssie le me riva tute quante, pensavo de savére tuto sul papà del cagneto ma me sbaiàvo de grosso, questo lo améto. Gò visto articoli fantastici e programi in tivù ma el segreto de tuta ‘sta storia l’era proprio lu. L’è propio vero che le robe bele le capita a chi l’è belo drento, la reassión dei me paesani la confèrma sto amore imenso. ‘Desso dirigi el coro dei angeli e spaca tuti i sassi del paradiso che volo imaginarte par sempre con quel bel soriso! Joanna Basalta Inlaronia

2

IL NOSTRO C.A.V. HA COMPIUTO 20 ANNI

Il 16 dicembre 1998 nella sala parrocchiale San Giovanni Bosco si riunisce un gruppo di persone di San Giovanni Ilarione, guidate dalla presidente del C.A.V. di San Bonifacio, Elvira Tebaldi per costituire un nuovo movimento per la vita – centro di aiuto alla vita. Nel nostro paese non c’è S.Vincenzo nè Caritas ma ci sono famiglie e persone in difficoltà che possono rivolgersi solo all’Assistente Sociale del Comune. Svolte le operazioni di rito per essere riconosciuti a livello nazionale il nostro Centro inizia la sua attività di ascolto e di assistenza nei locali sotto la Canonica e qualche anno dopo si trasferisce nella Casa Trevisan dove opera tuttora, organizzando spazi ed arredi in modo funzionale. Lo scopo primo della nostra Associazione è aiutare la Vita per tutto l’arco della sua esistenza ma in particolare le mamme incinte a non abortire a superare i problemi e far nascere il figlio che portano in grembo. Tra i 2000 bambini nati finora in Italia con l’aiuto dei Centri, ci sono anche i nostri bambini.

I Volontari/e, il martedì dalle 9.00 alle 11.00, ricevono le persone che arrivano da un territorio più ampio del nostro Comune e accolgono chi arriva da Vestenanova, Montecchia e Roncà. Chi opera al Centro? Sono Volontari/e regolarmente iscritti che offrono con dedizione la loro disponibilità e competenza secondo il bisogno indicato dai Responsabili ed operano nei vari ambiti: accoglienza e ascolto, guardaroba, alimenti, raccolta indumenti usati… Il Centro si sostiene in vario modo: quote associative, donazioni, offerte raccolte con la vendita delle primule nella domenica per la Vita nelle parrocchie del nostro territorio, vendita di indumenti usati, fornitura mensile di alimenti dal Banco Alimentare Veneto di Verona. Per poter offrire il suo aiuto il Centro è sostenuto in vario modo dalla Parrocchia, dal Comune, dalla Comunità e dall’Alpone e colgo l’occasione per ringraziare tutti vivamente. Così da oltre due decenni il Centro di Aiuto alla Vita offre sostegno donando latte in polvere, pannolini, corredini, attrezzature per l’infanzia, alimenti per la famiglia ed indumenti continuando l’opera iniziata a Firenze nel 1978 da Santa Madre Teresa di Calcutta e dal Sindaco Giorgio La Pira. Gabriella Zarattini co-fondatrice, ex presidente, volontaria

Don Francesco Meneghello festeggia 60 anni di sacerdozio

Domenica 23 giugno scorso, con una Santa Messa celebrata nella chiesa di S. Andrea di Novoledo, la parrocchia nella quale ha svolto per oltre 26 anni il suo apostolato sacerdotale, don Francesco Meneghello ha festeggiato il suo sessantesimo anniversario di sacerdozio. Una giornata molto intensa ed emotivamente coinvolgente, caratterizzata dalla folta presenza alla Santa Messa dei suoi parrocchiani, ed anche di molti fedeli provenienti dalle parrocchie di Sarcedo, sua parrocchia natale, e di Santa Caterina in Villa di San Giovanni Ilarione, la parrocchia nella quale aveva precedentemente svolto per ben 25 anni il suo ministero sacerdotale. Don Francesco era giunto a San Giovanni Ilarione nel 1968 come cappellano, e due anni dopo sostituì come Parroco don Antonio Antoniol; funzione che svolse nella nostra comunità fino al 1993, quando il vescovo di allora mons. Nonis lo trasferì a Novoledo. I 25 anni trascorsi da don Francesco nella nostra comunità hanno lasciato una traccia importante: ricordiamo fra l’altro, la costruzione della nuova scuola materna, il rifacimento del presbiterio della chiesa di Villa, l’innalzamento del campanile, la ristrutturazione del teatro parrocchiale, e non trascuriamo anche il suo impegno allo sviluppo del mondo del lavoro. Anche a Novoledo si può apprezzare il frutto del suo infaticabile lavoro, con i suoi interventi nella sistemazione della chiesa e della sagrestia, il rifacimento della nuova canonica e del piazzale antistante la chiesa. Durante la celebrazione liturgica che don Francesco ha presieduto, il sindaco di Villaverla Ruggero Gonzo e l’avvocato Daniele Acebbi, presidente dell’attuale scuola materna, hanno unanimemente sottolineato la concretezza, l’autorevolezza e la capacità nella guida morale e amministrativa della comunità di Novoledo. Sotto il tendone allestito nel cortile della scuola materna a cura del Consiglio pastorale e dalle persone più vicine a don Francesco, alla fine della celebrazione eucaristica è seguito un momento di festa e di convivialità. I commenti della gente erano di unanime elogio e di ammirazione per questo grande sacerdote che ha donato tutta la sua vita al servizio degli altri. Anche da parte della redazione del giornale un grazie a don Francesco per quello che ha fatto per la nostra comunità di Santa Caterina in Villa! Angelo Pandolfo


l’Alpone - Settembre 2019

S U I

UN PERCORSO DANTESCO A CASTELLO? L A V O R I

A T T O R N O

Chi sale la strada principale che collega Villa a Castello, da alcuni mesi deve fare una deviazione per contrada Ranfani, a causa dei lavori, lunghi, delicati e importanti, che fervono alla base della chiesa di San Giovanni Battista al lato nord-est, proprio lungo la strada. Attualmente gli addetti sono alle prese con delle gallerie che stanno svuotando per poi rinforzarle in modo più sicuro. Ma procediamo, per capire meglio, partendo dalle premesse. Il colle di Castello è stato sempre un luogo ambito nel corso della storia, come luogo di fortificazione e di difesa, per la sua posizione dominante la valle. Per questo nel Medioevo sorse il castello dei Malacapella, dove nel 1242 Enrico fu costretto alla resa dalle milizie di Ezzelino da Romano, come successe un po’ a tutti i luoghi fortificati del territorio. La primitiva chiesetta, all’interno del maniero, da luogo privato divenne luogo di preghiera parrocchiale e nel XV secolo ne fu edificata un’altra più spaziosa. Il castello perse importanza e ne rimanevano delle parti, quando all’inizio dell’800 venne deciso di riedificare la chiesa più ampia, armoniosa e solenne, quella che oggi ancora splende sul colle. E del castello sparirono gli ultimi resti anche se la chiesa ne mantenne le fondamenta e ne incorporò qualche struttura. Nel corso del Novecento infine, durante il periodo della seconda guerra mondiale, il luogo tutto (chiesa, oratorio e canonica) venne requisito come posto di difesa, utilizzando la possente struttura del campanile come punto di osservazione. E negli ultimi mesi del 1944 i tedeschi, che avevano occupata l’Italia l’anno precedente, fecero scavare dagli operai assoldati dalla Todt alcune gallerie sotto la chiesa, come opera di difesa in vista dell’avanzamento degli alleati, fermi in quel periodo sugli Appennini. Le gallerie, si sa, non servirono poiché il crollo dei nazifascisti fu più repentino del previsto.

I danni provocati dalla guerra e i primi interventi Scriveva il parroco Dal Molin, subito dopo la fine delle ostilità, al Genio civile di Verona, facendo presente i lavori che dovette far eseguire, una volta tornato in possesso di quel luogo: “Questi danni vennero arrecati tanto con la costruzione di varie gallerie eseguite nei mesi 8-9-10-11 dell’anno 1944 con l’uso di esplosivi ai piedi della cima sotto la fondazione del corpo della Chiesa, quanto con l’occupazione di truppe Italiane e Tedesche stabilitesi nel periodo del giugno 1940 all’aprile 1945. I continui brillamenti di mine con le loro scosse provocarono cedimenti e cospicue fessurazioni in tutto il perimetro Nord Est della Chiesa ed in altri muri concorrenti, danneggiando altresì il coperto ed i vetri, gli intonaci e i serramenti della Chiesa e canonica e da me riparati; frequenti accessi di mezzi corazzati alla Canonica, divenuta residenza, abbatterono il cancello e il muro di recinzione della Chiesa che vennero poi da me ricostruiti. Il soggiorno delle truppe causò danni al campanile adibito ad osservatorio ed al loro abbandono avvennero fatti di vandalismo che arrecarono cospicui danni ai pavimenti e serramenti del complesso parrocchiale”. Dopo la guerra si pose il problema delle gallerie, che erano caratterizzate da tre aperture lungo la strada lunghe circa cinque sei metri e da un collegamento fra di loro, lungo più di trenta metri, con tre piccole camere. La loro altezza variava dai due metri abbondanti fino a sei ed erano ricoperte da materiale ligneo. Dato il pericolo che rappresentavano per chi si fosse curiosamente inoltrato e per la possibilità di un ulteriore cedimento del terreno su cui si poggiava il complesso della chiesa con oratorio e campanile, venne deciso nel 1948-49, da parte del Genio civile, di asportare il legname e i detriti presenti all’interno e di riempire le gallerie con del materiale in modo da evitare ulteriori danni. La ditta che vinse l’appalto fu la Silvio Ambrosini di San Bonifacio e il compito fu, dopo lo sgombero e il disarmo dei quadri legnosi delle pareti, quello di costruire delle murature di pietrame a secco e con l’uso di malta all’interno e di chiudere le aperture all’esterno. Il lavoro fu eseguito nel 1948, ma nel 1949 si dovette fare un nuovo intervento di completamento dei lavori: le spese totali superarono il milione di lire. Altri lavori di sostegno e di riparazione di danni, dovuti a frane in vari punti, vennero eseguiti negli anni seguenti intorno alla chiesa. Importanti, a causa anche dei distruttivi fulmini del 1960, risultarono quelli negli anni Sessanta, mentre era parroco don Damiano Andriolo, che cambiarono il volto del complesso: venne ingrandita la rampa d’accesso, allargato il posto attorno alla chiesa con delle gettate di cemento e creati quei piccoli luoghi di gioco (campo da calcio ed altro) che si usano ancora oggi. Ma le ferite della guerra, dato il luogo scosceso, non si erano ancora rimarginate del tutto. Dopo gli importanti interventi alla struttura operati al tempo di don Adelio (oratorio e

A L L A

C H I E S A

cinema) e di don Daniele (rifacimento coperto chiesa e tinteggiatura del complesso comprendente anche il campanile), ultimamente sono apparsi dei fenomeni “di dissesto”, cioè delle preoccupanti fessure nel pavimento e nei muri soprattutto a Nord-Est, proprio nella zona sovrastante le gallerie. Con i dovuti permessi, si è quindi proceduto a una ispezione da parte di specialisti a partire dal mese di aprile 2017 all’imbocco delle gallerie per vederne la consistenza e al monitoraggio delle fessure in chiesa con degli appositi sensori. Ne è risultato che “il quadro fessurativo riscontrato inizialmente si mantiene pressoché inalterato”, quindi non con pericolo imminente di crollo. Il riempimento delle gallerie eseguito nel dopoguerra non viene ritenuto “efficace per contrastare movimenti ed i crolli di assestamento del banco roccioso circostante”, per cui si propone “che le gallerie debbano essere consolidate o, in alternativa, riempite in modo più efficace dell’attuale”, anche perché, come risulta dalla relazione del Genio civile nell’immediato dopoguerra, “molte lesioni nell’edificio religioso sono state causate dal brillamento delle mine utilizzate per la realizzazione delle gallerie”; inoltre il terreno presente, “costituito da roccia basaltico-tufacea, argilloso, con l’umidità” viene a perdere in parte la coesione, creando quindi i presupposti “per cedimenti fondali successivi e nuovi dissesti nel fabbricato”. “La ridotta stabilità del terreno in corrispondenza del cunicolo centrale e la mancanza di fondazioni del muro di sostegno della rampa soprastante, rendono necessario prevedere un intervento di consolidamento locale da eseguirsi a breve termine” (Arch. Colla e ing. Fietta).

Il progetto dei lavori in corso Il progetto, che sta a monte dell’attuale intervento volto a mettere in sicurezza il fabbricato, prevede di coniugare “l’obiettivo primario di sicurezza con l’occasione di arricchire il patrimonio di testimonianza storica della parrocchia e della località Castello riuscendo, oltre che a consolidare, anche a recuperare le gallerie esistenti”. L’intervento viene quindi diviso in tre stralci, il primo dei quali in essere, cioè la liberazione delle gallerie dal materiale esistente e il consolidamento mediante la realizzazione di “rivestimento strutturale in c.a. con la tecnica dello spritz-beton esteso a tutta la loro superficie”, con il ripristino dei muri in strada demoliti e crollati. Si procederà poi alla sagomatura delle superfici di calpestio dei cunicoli e delle camere per renderne non pericoloso l’accesso e convogliare all’esterno l’eventuale acqua, con la realizzazione anche di gradini dove vi sono dei dislivelli. Il progetto prevede che oltre che dalla strada provinciale, l’accesso alle gallerie verrà garantito anche da un collegamento con lo spazio polivalente detto Canevon, realizzando una porta dove si trova attualmente il volto della fontana. In un secondo stralcio si procederà alla “stabilizzazione delle azioni orizzontali dei paramenti di sostegno, quello sotto le pareti nord del complesso e quello sotto la rampa”, con la realizzazione di un “ritegno orizzontale, mediante una serie di tirature metalliche ancorate nel retrostante banco roccioso compatto”: tradotto in parole povere si rinforzeranno le murature a nord che sostengono la chiesa con posatura di tiranti metallici sotto il pavimento. Per far tutte questi interventi si sono ottenuti i permessi necessari da parte della Provincia e della curia vescovile; si sono coinvolti dei professionisti esperti e si sono chiesti dei contributi in varie direzioni. Questi ultimi, arrivati in parte, hanno potuto far partire il primo stralcio dei lavori. Quando tutto sarà finito, se Dio vuole, si potrà disporre di un inusuale spazio per uso polivalente, adiacente al Canevon e aperto alla gente. Si sta riflettendo sul suo uso futuro e ci sono già parecchie idee. Così un luogo deputato alla difesa e alla guerra, potrà diventare un luogo di tranquilla convivenza e il complesso parrocchiale per molti anni potrà ritenersi esente da pericoli. Mentre il mio pensiero si raccoglie intorno a tali argomentazioni, mi sono venute in mente alcune riflessioni che intendo porgere al lettore e che spiegano la stranezza del titolo del mio intervento. Mi vedo all’interno delle gallerie e penso che mi trovo, a mia volta, sotto l’antico cimitero parrocchiale: migliaia di nostri antenati, ormai polvere o quasi, giacciono in uno strato di terra sopra di noi, quasi a proteggerci; al di sopra di tutto si eleva la chiesa col campanile. Mi sembra, per un momento, di essere in compagnia di Dante e Virgilio, mentre attraverso l’inferno dantesco (le gallerie) camminiamo verso il Purgatorio, dove le anime aspettano la resurrezione finale. Al di sopra di tutto, stavolta accompagnato, speriamo, da Beatrice, giungeremo al Paradiso, ossia alla chiesa di San Giovanni Battista. Mi auguro, e auguro a tutti, un domani, speriamo non molto lontano, di poter realizzare questo percorso, non solo spirituale, ma anche materiale. Mario Gecchele

PROPOSTA INTERESSANTE! Abbiamo a disposizione GOMME NUOVO MODELLO INVERNO/ESTATE Con un solo pneumatico viaggi in sicurezza e riduci le spese!

Davide 335 121 93 94 - Domenico 335 121 93 87

Via Verona, Caldiero (di fonte a Gonzato Calzature) Via Alpone 13/1, San Giovanni Ilarione - Vr

di Ciman Nicola

tel. 045 7652764 cell. 346 4955284 3


l’Alpone - Settembre 2019

Lettere al Presidente

Signor Cavazzola Franco, grazie a voi e a tutta la squadra che lavora per voi, siamo informati per tutto il mondo. Da 72 anni mi trovo in Belgio, sono partito nel 1947 e non avevo ancora compiuto 15 anni, figlio unico, famiglia separata, la madre in Italia, il padre in Belgio. Mia madre mi lasciava con a fame, mi davano certe volte un pezzo di pane, mangiavo i frutti mezzi crudi; mio zio si chiamava Bindo di soprannome, era uno specialista di cuccagne e mi dava un po’ da mangiare. Ero senza scarpe e avevo gli zoccoli anche in inverno, mi trovavo in una situazione veramente di fame e miseria. Adesso vedo invece che San Giovanni Ilarione è diventata quasi una città. Mi rivolgo a lei perché mi piacerebbe sapere qualcosa del signor Walter Rampo, che vive a Cattignano, e anche del signor Enrico Dal Cero, che so faceva l’impresario edile ed ha sposato una Damini Natalina. Mi domando se sono ancora in vita, me lo auguro di cuore. Ricevere il giornale mi fa molto piacere, mi fa ricordare la fame che avevo e come tutto è invece cambiato. Mi dispiace dirlo, ma sono nato troppo presto e sento soprattutto che mi sono mancate la cultura e l’istruzione che oggi fortunatamente i giovani possono avere. Un saluto a lei e alla sua squadra, sempre presente per aiutare chi ne ha bisogno. Tante grazie a tutti. P. Biondaro Carissimo lettore, siamo noi a ringraziarla per la sua lettera, coraggiosa e al tempo stesso piena di affetto, anche nel ricordare ai giovani quello che non sanno di avere vivendo in un momento storico ben diverso da quello che ha vissuto lei. Per quanto riguarda le persone che ha nominato, mettiamo a disposizione uno spazio del giornale, qualora qualcuno volesse risponderle. Grazie anche per le parole rivolte alla redazione, che ci incoraggiano a continuare nel nostro impegno a favore di tutti voi. Un caro saluto a nome dei lettori de L’Alpone! Nalinnes, 3/08/2019 Monsieur, vi faccio sapere che desidero ricevere l’Alpone, che per me è una vera gioia perché rimane in me la nostalgia di San Giovanni Ilarione avendo vissuto per otto anni. Siamo arrivati dal Belgio nel 1941, i miei genitori hanno comperato l’osteria della Valle e le due case vicine, in via Monfalcone, dalla Signora Tonin, la mamma della Maria Comare, e siamo rimasti lì fino al 1949. Erano tempi difficili a causa della guerra, però ho mantenuto tanti ricordi bellissimi che non dimenticherò mai. […] Vi ho spedito tramite la mia banca un piccolo contributo per la Pro Loco e spero l’abbiate ricevuto. Vi ringrazio moltissimo per l’invio de L’Alpone, credo riceverlo sia un vero piacere per tutti gli italiani che sono all’estero. Vi prego di accettare i miei più distinti saluti. Agnese Piccinin, Nalinnes, Belgio. Carissima lettrice, continueremo a inviarle L’Alpone, anche perché testimonianze come la sua ci dimostrano un affetto per il nostro paese che sinceramente ci commuove e ci stimola a fare del nostro meglio perché questo legame non si spezzi. La ringraziamo per il contributo, significativo e per noi prezioso al di là della somma ricevuta. Un saluto caloroso dal “suo” San Giovanni Ilarione, le assicuro che molti anziani si ricordano di lei e della sua famiglia. 4

Scuola Primaria “Aristide Stefani”

Progetto: Un tuffo nel passato

Vi presentiamo altre testimonianze raccolte a scuola durante gli incontri svolti nell’anno scolastico ormai finito. La maestra Gabriella ricorda quando era una scolara... Mi chiamo Gabriella Zarattini in Marcazzan, sono nata nel 1937 e sono cresciuta a San Bonifacio. Voglio raccontarvi la mia storia come scolara. Ho iniziato a quattro anni ed ho frequentato l’Asilo con i bambini mezzani e poi con i grandi. Mi piaceva molto: ho imparato a stare con le altre bambine, ad ascoltare in silenzio e con attenzione la suora che ci raccontava storie bellissime; ho iniziato a disegnare, a colorare, a punteggiare, a fare lavoretti con striscioline di carta intrecciate; ho imparato tante poesie, canzoncine e le preghiere in italiano. A sei anni la mamma mi ha iscritto alla Scuola Elementare Gino Sandri del mio paese. Avevamo preparato il grembiule nero con il colletto bianco e la cartella di fibra marroncino da portare con una mano come una valigetta: conteneva un quadernino a quadretti, un astuccio di legno, una matita, una gomma e i pastelli a matita ma solo sei, dei colori fondamentali. Quando iniziai la scuola elementare era l’ottobre del 1943, l’Italia era in guerra e l’istituto sco-

lastico era occupato dall’ospedale militare che ospitava i soldati feriti o ammalati. Quindi ho frequentato la classe prima nella sede della dottrina, che chiamavamo casetta. La classe era numerosa, di 30-40 alunni, formata da sole femmine, i maschi erano in un’altra sezione. Nella piccola aula c’erano una lavagnetta in ardesia,un tavolino per la maestra e i banchi in legno a due posti per noi alunni. Non c’era il riscaldamento. La maestra arrivava da Verona col treno e a volte era assente in quanto questo mezzo non arrivava. In prima avevamo solo il libro di lettura e l’alfabetiere cioè una scatola contenente le lettere dell’alfabeto con le quali componevamo le parole come fosse un gioco. Frequentai la classe seconda ad Olgiate Comasco, un paesino in provincia di Como al confine con la Svizzera, dove eravamo sfollati. Il papà ci portò via da San Bonifacio perché il nostro paese era minacciato dai bombardamenti aerei di giorno e di notte, a causa della guerra. Ricordo che quando suonava l’allarme, la mamma ci faceva correre al riparo nel rifugio che il papà aveva fatto costruire sotto terra e stavamo là finchè suonava la sirena del cessato allarme. Erano momenti di grande paura. Della

classe seconda non ho molti ricordi, solo che ci riscaldavamo con una stufetta alimentata con la legna portata da noi alunni: la mattina partivamo da casa con la cartella in una mano e un ceppo di legno sotto il braccio. Finita la guerra, nel 1945, tornai con la mia famiglia a San Bonifacio dove potei frequentare la classe terza, la quarta e la quinta nell’istituto Sandri che era ritornato alla sua funzione originaria. La mia maestra si chiamava Rosa Martinoni e ci insegnava tutto, compreso il canto e la ginnastica. Ricordo che usava una matita rossa per segnare gli errori lievi e faceva un segno blu sotto gli errori più gravi. Oltre al libro di lettura avevamo un sussidiario che conteneva spiegazioni ed esercizi di italiano, aritmetica, geometria, religione, storia, geografia e scienze. Dalla classe terza si scriveva con il pennino intinto nell’inchiostro del calamaio che si trovava infilato in un buchetto del banco. Con la carta assorbente si asciugava la pagina scritta con molta attenzione. Chi non si impegnava abbastanza, veniva punito con tante sberle sulle mani finchè diventavano rosse. A ricreazione si andava ai servizi e poi in cortile a fare una corsetta, nessuno aveva la merenda. A quel tempo non si facevano le gite, nè progetti particolari. Terminate le lezioni, al suono della campanella, uscivamo dall’aula in ordine, in silenzio e salutavamo la maestra prima di ritornare alle nostre case, da soli e a piedi con i compagni vicini di casa. In classe quinta terminava l’obbligo scolastico e solo chi poteva permetterselo andava alla scuola media dopo aver superato un esame di ammissione. La scuola mi ha insegnato il senso del dovere, l’amore per lo studio e per la lettura, il rispetto verso tutti, adulti e compagni e il piacere dell’amicizia.

Intervista ai nonni Ciman Orlando e Burato Angelina Quanti anni avevate quando siete emigrati all’estero? Io avevo otto anni, era l’anno 1948, mia moglie Angelina è partita quando aveva diciannove anni e mezzo. Nonno Orlando, dove si è trasferito e con chi? Mi sono trasferito a Charleroi in Belgio con la mia famiglia, siamo partiti in quindici persone e ho raggiunto il papà che si trovava già là. Perché lei e la sua famiglia avete deciso di andare via dall’Italia? Siamo andati via dall’Italia perché nel dopoguerra ci fu una grande crisi: non c’era lavoro e non c’era cibo a sufficienza. Con quali mezzi di trasporto ha raggiunto la sua destinazione? Siamo partiti a piedi da casa nostra, abbiamo raggiunto la contrada Cotto e siamo saliti su un camion che ci ha portato fino a Verona. Lì abbiamo preso il treno a vapore e siamo arrivati a Milano dove abbiamo fatto una sosta di tre giorni per visite mediche e controllo dei documenti. Infine abbiamo ripreso il treno che ci ha condotto in Belgio. Quanto tempo è durato il viaggio? Il viaggio è stato lunghissimo, sembrava di non arrivare mai. Com’ è stato lasciare l’ Italia? Lasciare l’Italia è stato molto difficile perché ero affezionato alla mia terra, ai miei amici e non volevo lasciarla. Come si sentiva appena arrivato là? Ero molto triste e mi mancava il mio paese. Ci sono volute più di due settimane per cominciare ad ambientarmi. Che tipo di lavoro ha fatto? Era un lavoro duro? Ho iniziato a lavorare in miniera a quindici

anni, ma poi ho cambiato lavoro e a ventidue anni sono diventato un operaio in una fonderia: era un lavoro durissimo, ma l’ho fatto con impegno fino alla pensione. Come ha fatto ad imparare la lingua? Vivendo in un paese straniero sei costretto ad imparare la lingua; ero molto bravo a parlare, ma avevo difficoltà a scrivere. Gli abitanti di quel paese vi trattavano bene? Gli abitanti di Charleroi trattavano molto bene gli emigrati italiani, appena siamo arrivati nella loro città non avevamo niente e loro ci hanno portato cibo, abiti, coperte, oggetti per la casa… Nonni Orlando e Angelina dove vi siete conosciuti? Ci siamo conosciuti alla Sagra delle Castagne qui a S.Giovanni Ilarione, ci siamo poi rivisti durante l’estate successiva e l’anno dopo ci siamo sposati e abbiamo vissuto sempre in Belgio. Vi mancava l’Italia? Cosa vi mancava dell’Italia? La nostra patria ci mancava tanto….. il clima…..il sole…..in Belgio pioveva sempre! Riuscivate a comunicare con i parenti in Italia? In quale modo? Comunicavamo poco con i parenti in Italia, ci scrivevamo delle lettere che ci mettevano tanto tempo ad arrivare. C’erano altre famiglie italiane a Charleroi? Nelle “baracche” di legno, dove erano stati anche i prigionieri di guerra, c’erano tantissime famiglie italiane. Cosa facevate nel tempo libero? Nel tempo libero andavamo a fare passeggiate nei boschi, ci trovavamo in compagnia degli amici a mangiare, a giocare a carte e nelle ricorrenze importanti organizzavamo belle feste per stare insieme.

I figli degli emigrati andavano a scuola? Come si trovavano? Sì, andavano a scuola e stavano bene. A scuola qualcuno li prendeva in giro, li chiamavano “macaroni marci”, ma essi sapevano difendersi e rispondevano appellandoli ”patate marce”. Quanti anni siete stati là? Siamo rimasti in Belgio per 57 anni e poi abbiamo deciso di ritornare in Italia.Il 15 aprile del 2005 siamo venuti a San Giovanni, ma non è stato facile ricominciare la vita nel nostro paese. Qual è il ricordo più forte che avete di quando eravate in quel paese? (risponde nonno Orlando) Il ricordo più forte è di quando avevo sedici anni. Una notte mentre ero a letto avevo i piedi congelati, così la mamma mi diede un ferro da stiro rovente coperto da un panno per riscaldarmi.. L’indomani mi accorsi di essermi ustionato, ma non dissi niente ai miei genitori per paura che mi picchiassero. La ferita non si rimarginò, anzi fece infezione. Ma io continuavo a non dire niente. Quando mio padre se ne accorse mi accompagnò all’ospedale dove mi annunciarono che avrebbero dovuto amputarmi una gamba. Io non volevo assolutamente e, con molto coraggio, chiesi al papà di togliere la parte malata con una pinza. Strinsi i denti, ma senza anestesia fu davvero dura. Comunque tutto finì bene perché guarii, anche se ci volle molto tempo. Grazie a tutti !

I ragazzi di classe quinta della scuola A.Stefani


l’Alpone - Settembre 2019

Nonna Emma Rossi, festeggiata dai figli Natalina, Carolina, Rosetta, Leonardo e Franca, e dalla bella (e numerosa!) compagnia di nipoti e pronipoti. Nata il 9 giugno 1919, sposata con Severino Filipozzi, ha visto recentemente 5 generazioni della sua discendenza: la figlia Natalina, la nipote Paola, la pronipote Noemi e la tris nipote Chloe. Felicitazione da parte di tutti i lettori de L’Alpone!

ANTEAS RIAPRE LE PORTE ALLA SCUOLA DI LINGUA ITALIANA Scuola per mamme, lavoratori e studenti

La scuola di lingua italiana si svolge presso la sede ANTEAS di San Giovanni Ilarione via A. De Gasperi, 75 con la presenza di circa 50 alunni. Provengono da Vestenanova, San Giovanni Ilarione, Montecchia di Crosara e si dividono in tre gruppi per facilitare le presenze, dalle 14.00 alle 16.00, dalle 16.00 alle 18.00 e dalle 18.00 alle 20.00, nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì. Con la collaborazione del comune di San Giovanni Ilarione abbiamo iniziato sei anni fa con l’aiuto di Nadia Bevilacqua e Santina Polato, insegnanti in pensione, supportate da volontari di ANTEAS. Da tre anni però c’è stato un salto di qualità con l’intervento del consiglio del CPIA (Centro Provinciale Istruzione Adulti) diretto da Nicoletta Morbioli. I volontari di ANTEAS da gennaio in poi hanno raccolto le adesioni con fotocopie di documenti di ogni partecipante al corso, dopo aver consegnato il tutto agli insegnanti è arrivato

l’ok per iniziare il corso. Gli insegnanti Annalisa Santi e Lamberto Hubacech possiamo dire che sono, oltre che insegnanti, anche affabili collaboratori. Bella soddisfazione per noi di ANTEAS perché da questi corsi nascono futuri cittadini italiani, consapevoli di amalgamarsi con usi e costumi di chi vive in Italia. Nella foto compare il gruppo che frequenta dalle 14.00 alle 16.00: come si vede sono maggioranza femmine, i maschi frequentano dopo il lavoro, dalle 18.00 alle 20.00. La possibilità di promozione si aggira attorno al settanta per cento. I corsi termineranno ad ottobre dopo aver completato 100 ore di apprendimento. ANTEAS si è già proposta al termine del corso con i propri tesserati di festeggiare insieme, scambiandoci piatti tipici di buona ristorazione e tanta allegria. Augusto Gambaretto

Il gruppo dei partecipanti al viaggio in Cornovaglia ritratti presso la cattedrale di Salisbury

EL MORARO DEI SALGARI Bello si presenta ancora questo “moraro”, dalla chioma alta e dal fusto rugoso, ai bordi di una corte che profuma di storia e di tradizione, i Salgari di sotto, abitata fin dalla metà dell’800 dalla famiglia Gecchele che da allora aggiungerà al proprio nome il toponimo di “Salgaro”. Ai Salgari, infatti, risulta censito un mulino ad acqua già nel 1666 e di proprietà della famiglia Panarotto. I Gecchele provengono dall’alta Lessinia, forse da Giazza e si trasferiscono in questa zona attorno al 1840. In questo periodo il capofamiglia Nane (Giovanni) Salgaro, seguendo l’antica tradizione cimbra, pianta ai bordi del cortile che delimita la contrà una pianta che serva da riferimento e da ritrovo per tutti, nelle lunghe serate estive, come riparo dal sole. Di solito si tratta di un faggio, ma, essendo la zona votata fin da allora alla coltura intensiva del baco da seta (...i cavalieri...) ecco che unisce l’utile alla tradizione, e mette a dimora un gelso, “on moraro” per meglio intenderci, le cui foglie sono alla base dell’alimentazione degli stessi bachi da seta. Nane Salgaro è un tipo ingegnoso, coltiva i campi ed è un abile cantore. Buon suonatore di uno strumento a corda (...el violon...) , si porta durante il periodo di ferie, ( ...a far l’autunno...,come si diceva allora) a Recoaro, già rinomata meta turistica, a suonare nei vari alberghi, guadagnando il necessario per mantenere la famiglia in inverno. Gli succede in linea diretta il figlio Beniamino, il quale partecipa alla guerra del 1866, la III guerra di indipendenza, che vede contrapposte l’Austria e l’Italia. Veste la divisa austriaca e viene ferito alla testa

da una sciabolata della cavalleria italiana sul ponte di Monzambano, per poi trovarsi, a fine guerra, italiano, ma prigioniero dell’Austria, che nel frattempo ha ceduto il Veneto all’Italia. Dalla moglie, una certa Ottavia da Chiampo e che da adesso si chiamerà “Otavia salgara”, viene alla luce il figlio Ersilio Riccardo (Arsilio, secondo l’archivio parrocchiale), che, rimasto vedovo con i figli Santo e Angelo, convola a seconde nozze con Giustina Marcazzan, mettendo alla luce nel 1904 Gioacchino, che ai Salgari si ferma e continua la stirpe. Quest’ultimo è un tipo astuto e dinamico, apprezzato dalla gente, impegnato in parrocchia e nel sociale. Assieme alla moglie Virginia Roncari popola la contrà con ben sette figli, Maria, Santina, Giustina, Gabriella, Emerenziana, Angelo e Natalino. Il moraro, quel bel moraro piantato tante generazioni prima, rimane sempre il punto di riferimento, il luogo di ritrovo, per le figlie sposate a Milano e a Torino, per i nipoti lontani e che tornano per un momento di pace e di serenità. Ma la storia non finisce qui, perché Natalino, unico rimasto in zona, continua la tradizione, con le figlie Lina, Eliana, Adriana,Simona e con i nipotini che sfrecciano nella corte, giocando a nascondino sotto il frondoso albero. Questa pianta è considerata quasi una reliquia, nessuno ha mai pensato di abbatterla o sradicarla, rappresenta il filo diretto di ormai sette generazioni, ha visto passare la storia, la miseria ed il progresso, è parte integrante delle famiglie stesse e proprio per questo il bel moraro continua a vegliare sulla zona. Gianni Sartori

5


l’Alpone - Settembre 2019

L ' A M M I N I S T R A Z I O N E NOTIZIE IN BREVE “BACAN” DELLA LESSINIA, RICONOSCIMENTO A SILVIA MARCAZZAN

dotti agricoli della Val d’Alpone e Val Tramigna” con oltre 50 aziende partecipanti provenienti dai sette comuni. L’idea nata da Monteforte è quella che la stessa sia annuale e itinerante.

Alla tradizionale manifestazione di Podestaria, festa della Comunità Montana e Parco della Lessinia, si sono assegnati i riconoscimenti a “Bacan” della Lessinia che quest’anno hanno visto la nomina di Silvia Marcazzan, nostra presidente dei Coltivatori Diretti e componente della Giunta Provinciale. Il riconoscimento per l’impegno dimostrato a sostegno dell’agricoltura di montagna.

Giovanni Ilarione si impegna a fare lavori di manutenzione degli impianti e attorno agli stessi: quest’anno dalle pulizie e sistemazione della siepe, pulizie dei fossati, sistemazione di porzione di terreno all’ingresso spalti, pulizia del piazzale, … e tanti altri piccoli ma importanti interventi. Questo, assieme all’attenzione delle amministrazioni nel tempo, fa si che l’impianto “Don Bosco” sia fra i migliori della zona. Ringraziamo la società per la passione che dimostra.

PIANTE LUNGO LE STRADE

LAVORI AL CAMPO DA CALCIO

PRIMA FIERA DEI PRODOTTI AGRICOLI Si è svolta a Monteforte d’Alpone la Come ogni anno durante l’estate, il prima edizione della “Fiera dei pro- gruppo di dirigenti dell’U.S. Calcio San

affinché intervengano al più presto a sanare le situazioni. Nel caso gli stessi non intervengano, scatterà un ordinanza con tempi di intervento imposti e in assenza interverrà il comune ponendo a carico dei privati le spese oltre la sanzione prevista. Nella foto i Vigili del Fuoco intervenuti a San Giovanni per rimuovere un grosso albero caduto in piena carreggiata.

PULIZIA di STRADE E POZZETTI Nella foto l’intervento sulla strada di via Fusa-Castello fatto da un gruppo di volontari. Poi si è proceduto con la pulizia dei tombini (con ditta specializzata) all’incirca per una metà dei pozzetti totali completando quanto iniziato l’anno scorso. L’amministrazione stanzia infatti una somma annuale per fare in modo che almeno ogni due anni vengano puliti i pozzetti/tombini

Con i cambiamenti climatici sempre più spesso si riscontrano cadute di alberi sulle strade comunali. Questo comporta grandi rischi per le persone e grandi responsabilità per i proprietari degli stessi. L’amministrazione ha iniziato un lavoro di segnalazione diretta ai proprietari di piante pericolose

LA PAROLA ALLA MINORANZA PER LA RINASCITA DEL TUO PAESE - LEGANORD / CONCRETIZZIAMO

CARO PULMINO... TI SCRIVO deciso, per alcuni percorsi, di raddoppiare le tariffe senza valutare la possibilità di far fronte ai costi: - attraverso la partecipazione a dei bandi dedicati al sociale - presentando richieste di contributi ad alcuni Enti - facendo leva su qualche sponsorizzazione. Per alcune persone, che si trovano in grande difficoltà, una situazione di questo tipo potrebbe trasformarsi da iniziale servizio in disagio. Siamo quindi a chiedere all’amministrazioA seguito di numerose segnalazioni da parte di cittadini che abitualmente usufruiscono del servizio di trasporto anziani/disabili, siamo venuti a conoscenza del fatto che le tariffe vigenti fino al 31/12/2018 stabilite dalla precedente amministrazione, sono bruscamente aumentate. Il Comune di San Giovanni Ilarione, con delibera di Consiglio n. 36 del 27.11.2014, ha approvato il Regolamento Comunale per la disciplina del servizio di trasporto sociale con la finalità di promuovere il benessere dei propri cittadini, con particolare attenzione a quelli più svantaggiati. Il servizio di “trasporto sociale” è teso a colmare le distanze e a garantire il superamento di particolari difficoltà nell’accesso ai tradizionali mezzi di trasporto, per recarsi alle seguenti destinazioni: - strutture sanitarie, assistenziali e riabilita-

6

tive; - uffici di pubblica utilità (Inps, Inail, Municipio, Sindacati pensionati etc.) - luoghi di interesse, in subordine alle destinazioni di cui ai punti precedenti. Il richiedente concorre al costo del servizio pagando una tariffa fissa, differenziata a seconda delle fasce chilometriche (vedi foto) ed è prevista l’esenzione del pagamento per i casi segnalati dall’assistente sociale, per comprovate gravi condizioni. Vogliamo ricordare che questo è un servizio assistenziale, a suo tempo istituito per andare incontro alle categorie più svantaggiate, pertanto, come consiglieri di minoranza (pur comprendendo i costi relativi all’ammortamento e alla manutenzione ordinaria del mezzo) ci chiediamo come sia possibile che l’amministrazione abbia

ne di valutare queste situazioni, immedesimandosi in coloro che hanno veramente bisogno di questo servizio e che allo stesso tempo non possono permettersi alternative, a causa di problemi oltre che di salute, anche economici. Ci auguriamo che la nostra segnalazione sia accolta positivamente, poiché siamo fermamente convinti che tale iniziativa debba rimanere attiva e valorizzata per il bene della comunità ilarionese. Davide G. Creasi Marco Beltrame

Nadia Bevilacqua Lorenzo Gecchele

TARIFFE 2018

TARIFFE 2019

Montecchia di Crosara

€ 5

10 €

San Bonifacio

10 €

20 €

Legnago

25 €

40 €

Verona

20 €

35 €

Negrar

30 €

50 €

Montecchio M.

20 €

35 €

Albaredo d'Adige

15 €

30 €

Marzana

20 €

35 €

TRATTA


l’Alpone - Settembre 2019

C O M U N A L E

I N F O R M A

NUOVA SEGNALETICA ORIZZONTALE Il comune si è dotato di una nuovissima attrezzatura per l’autonoma esecuzione della

segnaletica orizzontale (le strisce su strade e piazze). La scelta è stata dettata da un semplice calcolo economico e dalla disponibilità dell’operatore Ciman Gianpietro, coadiuvato da Gambaretto Marco, di eseguire il lavoro e di imparare il corretto uso della macchina. Il calcolo fatto consente di effettuare gli interventi con un risparmio che si aggira sul 50% rispetto all’affidamento a ditte esterne. Si potrà così, nel giro di circa un anno, rinnovare tutta la segnaletica e mantenerla maggiormente efficiente.

Una bella foto ricordo con gli ormai ex sindaci colleghi di Vestenanova, Edo Dalla Verde, e Montecchia di Crosara, Edoardo Pallaro nell’ultima loro uscita pubblica il 26 maggio 2019. Sullo sfondo la valle dell’Alpone, che si vede dal piazzale della chiesa di Vestenanova. Li ringrazio per il grande rispetto reciproco, l’amicizia, l’esempio datomi, il grande senso delle istituzioni. Auguri di buon lavoro ai nuovi sindaci Stefano Presa e Attilio Dal Cero.

INIZIATI I LAVORI PER I LAMPIONI A LED

AUMENTANO GLI ORARI DI APERTURA DEL COMUNE A partire dal primo settembre gli uffici comunali avranno un nuovo e omogeneo orario di apertura. Grazie alla disponibilità dei dipendenti si è proceduto ad uniformare l’orario garantendo una maggiore apertura complessiva e la possibilità di rivolgersi all’ufficio anagrafe anche il mercoledì mattina (precedentemente chiuso). Ecco di seguito i nuovi orari: Anagrafe, protocollo, tributi, ufficio tecnico, segreteria: Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 09:30 alle 13:30; martedì e giovedì anche al pomeriggio dalle 16:00 alle 18:15 Ass. Sociale, martedì dalle 16:00 alle 18:00, giovedì dalle 09:30 alle 12:30. Ufficio tecnico, solo per i tecnici su appuntamento allo 045 655 04 44 Ricordiamo che si possono inviare documenti anche via email a protocollo@comune.sangiovanniilarione.vr.it

CAMPETTO DA TENNIS POLIFUNZIONALE: SI PARTE!

Sono partiti i due appalti per la sostituzione di circa 260 lampioni con la tecnologia a

led. Ciò permetterà sia di rispettare la legge sull’inquinamento luminoso, in quanto i led proiettano il fascio di luce più precisamente verso i punti da illuminare, che di risparmiare circa il 50% in tema di minore bolletta e manutenzioni. Non ultimo un effetto di illuminazione maggiorato grazie alla loro accensione continua evitando l’attuale spegnimento di due lampioni su tre a partire dalle ore 23 – 24 circa. Con questi lavori si arriverà a sostituire circa il 32% di tutti i punti luce presenti sul territorio comunale. L’anno prossimo il comune presenterà un progetto per un finanziamento derivante da un bando europeo per la completa sostituzione di tutti i lampioni dotati ancora di vecchia tecnologia. Giusto per fare chiarezza, il risparmio per il nostro comune relativo ad ogni punto luce, si aggira all’incirca attorno ai 40 euro di minore costo in bolletta elettrica all’anno.

CONFERMATO IL CONTRIBUTO PER FRANE MAZZASETTI E VIA RISORGIMENTO Datata 22 agosto la comunicazione ufficiale del co-finanziamento dei due interventi attesi da diversi anni. Può così iniziare l’iter per l’affidamento di progettazione e

successivamente per l’appalto dei lavori. Si prevede l’esecuzione delle due opere entro il giugno dell’anno prossimo.

IL CIPPO DELLA “CONCORDIA”

Finalmente conclusi i lavori per il rifacimento del campetto da tennis, che si presenta con un nuovo aspetto green e una doppia tracciatura tennis-calcetto. Un doveroso ringraziamento al consorzio

Bim-Adige e al suo presidente G.Franco Rancan, che hanno permesso la realizzazione di quest’opera con un contributo di 25.000,00 euro e al gruppo tennis con un contributo di 5.000,00 euro.

Domenica 6 ottobre, faremo un tuffo nel passato rivivendo l’antica diatriba tra i comuni di San Giovanni Ilarione e Tregnago. Pomo della discordia, la linea di confine tra i due paesi. Una proficua collaborazione tra le due amministrazioni e con l’associazione Verona Autoctona ha potuto mettere in piedi una rivisitazione storica itinerante che farà rivivere gli scontri e la pacificazione tra i due paeselli. Lungo il percorso incontreremo figuranti di entrambe le fazioni che ci allieteranno con brevi episodi fino ad arrivare al clou della vicenda con la decisione irrevocabile del giudice che mise fine agli attriti. Non anticipando altro, vi invitiamo a tenervi liberi per poter partecipare a questa nuova iniziativa che ci auguriamo sia la prima di molte altre. Seguirà programma dettagliato

7


l’Alpone - Settembre 2019

DITTA FILA: 30 ANNI DI IDEE E PROGETTI

Non sempre capita che il titolare di una ditta prenda carta e penna per sottoporre la propria azienda al pubblico e farla conoscere in maniera precisa e dettagliata, ma Giovanni Confente vuole mettere del suo per esternare il proprio entusiasmo, la propria soddisfazione, il proprio ottimismo per il futuro. All’entrata del paese di San Giovanni Ilarione, per chi arriva da Sud, una bella ed avveniristica costruzione ospita la ditta Fila termoidraulica, una ditta che ha fatto parlare di sé e continua farlo nel segno della competenza, della puntualità, della precisione della qualità. Per meglio inquadrarla, però, è necessario fare un passo indietro. La prima apparizione dell’idraulico Fila Giovanni risale al 1961, per l’impiantistica del riscaldamento della parrocchia di Villa. Egli proviene da Avesa, nella cintura della città di Verona, e si rende subito conto che San Giovanni Ilarione è un terreno fecondo, ancora da sfruttare nel campo della termoidraulica ed in via di sviluppo dal punto di vista industriale ed edilizio. Da questo momento il nome Fila diventa familiare nella vita e nella storia del nostro Comune. Si parte con pochi operai ( e Giovanni è tra questi), molto motivati ed ansiosi di affermarsi, non conoscono orari, il loro imperativo è fare presto e fare bene, non deludere il cliente, riuscire sempre a soddisfare le richieste e gli impegni assunti. Nel 1989, giusto 30 anni fa, la svolta. Perchè non entrare in società con il titolare? Nessuna obiezione da parte di questi, anzi e da allora parte la lunga camminata. Quattro soci iniziali, rimasti dopo un anno in due, Giovanni Confente per l’appunto, proveniente dalla Scaglia, e Alessandra Fila, figlia del promotore e pioniere Giovanni. Tra costoro corre un ottimo rapporto professionale, basato sulla fiducia reciproca e sull’impegno. Lui irruente, a volte smanioso per le novità e per le progettazioni, lei più metodica e riflessiva, più equilibrata, capace di assecondare e di frenare allo stesso tempo. Le doti di un buon imprenditore? Risponde Alessandra:” saper ascoltare, non lasciarsi sfuggire le varie opportunità che si presentano, fidarsi e mai delegare troppo. Fidarsi è segno di maturità, controllare è segno di imprenditorialità. Essere donna mi ha procurato all’inizio qualche difficoltà, ma con l’intelligenza si supera tutto”. Giovanni, invece, è un po’ un vulcano in eruzione. Prima operaio dipendente, poi da 30 anni contitolare d’impresa, mantiene sempre lo stesso amore per il lavoro, per quello che fa e quello in cui crede. Ritiene che un imprenditore debba possedere una giusta dose di spregiudicatezza e deve saper prendersi dei rischi, per quanto ponderati. Un buon imprenditore deve capire che cosa vuol realizzare, credere nel progetto, aver grande amore per il suo lavoro e tanta voglia di fare. Questo connubio ha portato l’azienda ad affermarsi in maniera brillante sia in paese che fuori. Alle sue 8

dipendenze figurano più di 40 dipendenti, tutti seri e motivati, all’inizio manodopera non qualificata, ma con tanta voglia di fare e di imparare. I rapporti con l’Amministrazione comunale sono ottimi, ugualmente con i dipendenti, basati sul massimo rispetto verso la persona, mettendo in campo tutta l’umanità possibile. Se sorge un problema lo si risolve subito, in maniera bonaria, mai ricorrendo alla minaccia o all’umiliazione. Ognuno deve sentirsi parte integrante dell’azienda stessa nella quale lavora, ascoltando i consigli e i suggerimenti di chi ha maggiore esperienza. L’azienda è in continua e forte espansione e non c’è nessuna motivazione per non continuare. Si è aperta una filiale a Povegliano veronese, con 5 tecnici della zona ed in breve saranno raggiunti da altri 6, la zona è ricca di avvenire e pertanto bisogna farsi trovare pronti. Viste le esigenze della clientela e del mercato, a breve si pensa al salto di qualità, con l’apertura di filiali all’estero. Ultimamente si è investito su un macchinario per la lavorazione delle lamiere taglio e piega, perché anche questo mercato si presenta molto fruttuoso ed in forte sviluppo. Bisogna essere all’avanguardia, attenti al mercato, credere nel futuro facendo grossi investimenti per poter continuamente crescere, con particolare attenzione alle richieste della clientela, sempre più esigente e questo è uno stimolo ad essere super organizzati in termini di attrezzature e dotati di ottimo personale, tecnici molto bravi ed attenti. Che cosa ci si aspetta dalla Politica, dalla Società, dallo Stato? Giovanni è molto chiaro, manca una politica seria sugli investimenti, investimenti sulla scuola come preparazione, mancano contratti di lavoro validi, ma questo, forse, è ancora un’utopia. Allora non bisogna aspettare la manna dal cielo per andare avanti, bisogna continuare a rimboccarsi le maniche, pagare le tasse e credere nel futuro. E’ necessario camminare con i tempi, possibilmente anticiparne le esigenze. Rispetto alla clientela, di regola medio-alta, vige il massimo rispetto, la massima professionalità, il rispetto dei tempi e soddisfare le richieste in maniera perfetta, facendo leva sul motto della ditta Fila si riassume in una parola: Qualità. Si festeggiano i primi trent’anni di società, trent’anni pieni di lavoro, di sacrificio, ma ricchi anche di tante soddisfazioni, tuttavia Giovanni non si accontenta, spera di festeggiare anche i 60, perché si sente sempre più attivo, più carico, più dinamico e noi glielo auguriamo di cuore, insieme a tutta la sua clientela che ha sempre dato fiducia alla ditta, l’ha aiutata a crescere e con la quale si è sempre sentita sicura. Un caloroso saluto Alessandra e Giovanni lo vogliono mandare a tutto il paese e a quanti hanno avuto modo di conoscere e con i quali hanno collaborato e ad essi si unisce la redazione del giornale L’Alpone. Gianni Sartori

È IL NOSTRO NICOLO’ LOVATO IL FANTINO VINCITORE! È stato un piccolo orgoglio per il nostro paese quando lo scorso 30 luglio Nicolò Lovato si è guadagnato il primo posto nella 6° edizione del Palio della Val d’Alpone, organizzato in occasione della 23° manifestazione dell’Antico Palio dei Mussi di Terrossa. È consuetudine che ogni domenica pomeriggio di questa sagra si rievochi l’antica e storica corsa dei “mussi”, corsa che un tempo si disputava tra le strade di Terrossa in un clima goliardico e scherzoso per onorare l’animale che più di ogni altro aiutava i contadini nel lavoro nei campi. Da sei anni il lungo week-end di festa si conclude il martedì sera con il cosiddetto Palio della Val D’Alpone: una gara in cui i fantini non sono solo cittadini di Terrossa ma provengono dai vari paesi limitrofi e vicini. Questi sei fantini rappresentano i vari Comuni del territorio e si sfidano in una corsa in sella ai loro “mussi” per aggiudicarsi la vittoria. Quest’anno dopo tre giri del circuito, aggrappato fortemente al dorso dell’asinello, è proprio il portacolori di San Giovanni Ilarione a sbaragliare gli avversari di Roncà, Terrossa, Monteforte D’Alpone, Montecchia di Crosara e Vestenanova sotto gli occhi e le grida di una folla partecipe ed entusiasta. Il vincitore della corsa non vedeva l’ora di sollevare il simbolico premio al cielo e ringraziare tutti coloro che l’hanno sostenuto e che hanno tifato per lui. A cosa pensavi mentre correvi in groppa all’asino? Speravo che il mio “musseto” riuscisse a tenere sempre lo stesso ritmo e non si fer-

masse. Sembrava che la gara non finisse più e il percorso previsto pareva interminabile mentre cercavo di rimanere in equilibrio sul dorso dell’animale in ogni maniera possibile per non cadere. All’ultimo giro ero quasi senza forze. Qual è stata la prima cosa che hai fatto una volta raggiunto il traguardo per primo? Ho tirato un sospiro di sollievo e ho dato un bel bacio al mio “musseto”. Mi è scesa anche qualche lacrimuccia di felicità. Sono corso da tutti i miei amici per festeggiare e in particolare dal mio “personal trainer” Riccardo Beschin che mi ha seguito e sostenuto per tutti i tre giri della gara. Serena Aldegheri

I 50 ANNI DI SACERDOZIO DI PADRE LUCIANO COSTALUNGA Missionario in Venezuela, fondatore della “Casa Hogar”

Una bella S. Messa, in una altrettanto bella cornice di fedeli festosi e riconoscenti, ha celebrato il 50° anniversario di sacerdozio di Padre Luciano Costalunga, salesiano missionario in Venezuela, tornato nella sua terra natale per qualche giorno proprio per ricordare quel lontano 1969, tappa fondamentale della sua esperienza di ministro del Signore. Nel corso dell’omelia, come sempre molto partecipata e vivace, il sacerdote ha ripercorso i momenti del suo lungo “viaggio”, ricordando le tante persone che l’hanno accompagnato e sostenuto. Alla cerimonia erano presenti anche due rappresentanti di quella “Casa Hogar” che, fondata dallo stesso missionario, a Caracas raccoglie bambini e ragazzi da 0 a 18 anni che altrimenti sarebbero in balia della povertà e della strada, accompagnandoli anche in un percorso di valorizzazione sociale e scolastico che, secondo il genuino spirito di Don Bosco, permette loro di affrontare dignitosamente

la propria esistenza. La Parrocchia ha voluto manifestargli la sua vicinanza consegnando a Padre Luciano una targa commemorativa dell’evento, ma sono stati molti altri anche gli interventi di confratelli salesiani e di semplici parrocchiani (primi fra tutti i confratelli sacerdoti don Gianfranco e don Cesare, nonché l’amico fraterno Mario Fochesato) che hanno esternato il loro affetto in chiesa e nel corso del pranzo sociale al “Canevon”, seguito subito dopo alla presenza di un’ottantina di partecipanti. Un forte sentimento di gioia e di riconoscenza al Signore ha contrassegnato i vari momenti della giornata, lasciando in tutti quel senso di armonia e di serena amicizia che da sempre sono fra i tratti caratteristici di Padre Luciano, che è nato (come lui stesso ha ricordato) povero e con i poveri ha condiviso gioiosamente il suo cammino di cristiano e di prete. Dario Bruni


l’Alpone - Settembre 2019

ADDIO A PADRE MICHELE RAMPO, ofm

Mentre il giornale va in macchina, riceviamo la notizia della scomparsa, il 27 agosto, di Padre Michele Rampo, francescano: dal 2007 si trovava nel convento di Pedavena (BL).

Nato a S. Giovanni Ilarione il 10 ottobre 1930, ad 11 anni inizia il suo percorso di studi presso i francescani, a Camposampiero (PD); fa la professione temporanea a Padova l’8 settembre del 1948 e la professione solenne il 10 ottobre 1951; viene infine ordinato sacerdote a Roma il 17 dicembre 1955. Fra i vari incarichi svolti in più di 60 anni di servizio pastorale, si ricorda quello di Vicerettore dei chierici al Collegio S. Antonio dottore di Padova; di assistente dei fratini a Rivoltella del Garda; di delegato per le vocazioni e per le missioni; di delegato per la Milizia dell’Immacolata e di cappellano del lavoro. Le esequie si sono svolte presso la Basilica del Santo, a Padova, quindi la salma è stata trasportata nel paese natale e tumulata nel cimitero di San Giovanni Ilarione. Ai familiari e ai confratelli dei frati minori conventuali vanno le condoglianze nostre e di tutti gli ilarionesi, che hanno sempre apprezzato la testimonianza di fede di Padre Michele e il senso di concordia genuina e fraterna che sapeva trasmettere in chi lo incontrava. D. B.

V E S T E N A N O V A

MEMORABILE FESTA PER GLI EX DELL’AERONAUTICA MILITARE Si è tenuta lo scorso 26 maggio nella chiesa parrocchiale di Vestenanova la Santa Messa celebrativa dell’Associazione Arma Aeronautica “Vestenanova-San Giovanni Ilarione” che, in un territorio a vocazione alpina, non può certo contare su un gran numero di associati, ma sufficienti per festeggiare e rinsaldare l’appartenenza a un corpo d’arma speciale. Sono gli ex dell’aviazione che hanno prestato il loro servizio nell’Aeroporto militare di Villafranca o nella base missilistica di Monte Calvarina, chiamati a raccolta dal Capo Nucleo Maresciallo Lino Calierno. A dar lustro all’evento sono intervenuti il

Capitano Rosario Naddeo, Vicepresidente provinciale dell’Associazione e i sindaci Edo Dalla Verde di Vestenanova, Luciano Marcazzan di San Giovanni Ilarione e Edoardo Pallaro di Montecchia di Crosara che con la fascia tricolore hanno preceduto il corteo dei gagliardetti d’arma. Una celebrazione suggestiva, officiata dal parroco don Michele Valdegamberi, animata dalle voci del coro El Moreto e dalle note vibranti del “Silenzio”. La festa è poi continuata con il pranzo nella sede di Alpini e Pro Loco. Mariella Gugole

I MILLEPASSI Un gruppo di ballo che fa parte della School of Art è ormai sulla bocca di tutti. Ha raggiunto degli obbiettivi importanti grazie all’impegno dei ballerini, degli organizzatori, degli sponsor e della Scuola soprattutto nella persona del Presidente Francesco Longhi e alla partecipazione a sagre ed eventi ai quali hanno aderito anche con alcuni ballerini di liscio di livello agonistico. Questa prerogativa dei MILLEPASSI rende questo gruppo unico. Un gruppo che ha voluto dare un’interpretazione dello stesso pezzo con balli sia di gruppo che di coppia. Così hanno fatto con Beguine, Mazurka, Boogye e Swing per dimostrare che il ballo unisce anziché dividere. Nato solo qualche anno fa, il Gruppo MILLEPASSI si è inserito bene tra i gruppi già esistenti nella zona stringendo amicizia e collaborazione con i gruppi più importanti e storici. Bella la serata appena svolta a Bolca dove il nostro Dj Bertarino ha saputo accontentare le richieste di diverse scuole di ballo di gruppo oltre che ballerini di liscio. In questa serata i musicisti Ulisse e Giulia hanno voluto omaggiare i MILLEPASSI partecipando attivamente, oltre a cantare e suonare si sono accostati ai ballerini per provare con loro alcuni passi. Ma non pensiate che i MILLEPASSI si esibiscano solo nelle sale da ballo o a Canale Italia, improvvisano balli anche nelle piaz-

ze delle città che vanno a visitare grazie alle gite organizzate come a Mantova, Milano, sul lago di Iseo ecc… E mostreranno i loro balli anche durante il tour di due giorni, 5 e 6 ottobre prossimo a Portorose in Slovenia, dove saranno ospiti d’onore. Il numero degli iscritti suddivisi in tre livelli di difficoltà è notevole ed è diviso tra le sedi di Montecchia di Crosara, San Giovanni Ilarione e Badia Calavena. E proprio a Badia il 9 giugno scorso, i MILLEPASSI si sono esibiti e hanno fatto intrattenimento durante la sagra del Paese con balli per principianti e balli inediti. A breve ci sarà la sagra a SanBortolo e i MILLEPASSI animeranno il pomeriggio della domenica. Poi verrà la sagra di San Giovanni e anche lì faranno vedere cosa si

Riceviamo e pubblichiamo

può fare con la musica e la voglia di ballare. I Millepassi non solo mostrano cosa sono capaci di fare ma dimostrano cosa potrebbe fare chi pensasse di seguirli. Durante le esibizioni chi si accosta a questo gruppo può in modo del tutto gratuito imparare qualche passo. A ottobre si riapriranno le iscrizioni per i corsi, si riprenderanno le feste della domenica pomeriggio a Badia, si organizzeranno nuove uscite, nuove feste, nuove gite e i MILLEPASSI saranno sempre pronti, pieni di entusiasmo e di voglia di fare. C’è sempre posto per chi vede la vita dal lato positivo e la School of Art può dare tutte le informazioni sui corsi al n. 045 615 20 61. Luisa Massalongo

Il 12 luglio 2019, Mario Fochesato e la sua dolce Ida hanno festeggiato le nozze d’oro! Nella foto un momento della bellissima festa trascorsa insieme in famiglia e in allegria. Con questa piccola sorpresa vogliamo farvi ancora tanti auguri per questi 50 anni passati insieme.

grafica@graficaalpone.com STAMPE COMMERCIALI PUBBLICITARIE

BOLLE FATTURE BUSTE BIGLIETTI DA VISITA DEPLIANTS VOLUMI GIORNALI MANIFESTI VOLANTINI

N TS LIA DEP BRI LI LI E VO I G H LO G H N E R E e E n I z io I P ATA G E i n a A N T I N A L E CO N I I N g a I L mp VO END A Z & i G H I E A Z I B B L IC a U N c LO AGI I P a fi gr IMM RNAL G IO

B

NE U SI

SS

CA

RD

9


l’Alpone - Settembre 2019

GRANDE FESTA PER IL MILAN CLUB La sera del 4 luglio 2019, grande festa per il Milan club “Franco Baresi 1991” San Giovanni Ilarione per l’arrivo del capitano Franco Baresi, campione immenso a cui è dedicato il nostro Milan club. Lo storico capitano è stato accolto in un tripudio di palloncini rosso-neri al ristorante Zoccante di Vestenanova. Sulla facciata del ristorante i tifosi del Milan club hanno steso una enorme bandiera rossonera sulla quale è stato scritto un gigantesco numero 6, quello che Baresi ha sempre avuto sulla maglia e che il Milan non ha più assegnato ad alcun giocatore. Con il discorso di benvenuto del presidente, è stato chiesto al “capitano” che cosa ne pensasse della squadra Milan di oggi e il suo sorriso era già una risposta; noi tifosi, comunque, continuiamo ad essere fiduciosi che il Milan tornerà grande come ai vecchi tempi. Ci siamo anche fatti promettere che, in occasione del trentennale, tra un paio d’anni, Baresi forse tornerà. Ad accompagnare Baresi alla festa organizzata dal club presieduto da Lorenzo Galiotto e promossa di concerto con la

SIORA BACAN! Intervista a Silvia Marcazzan, nuovo Bacan della Lessinia

onlus “Solidarietà è’” guidata da Raffaele Beltrame, c’erano anche gli ex rossoneri Angelo Colombo e Giorgio Biasiolo. Con l’occasione ricordiamo che è già iniziato il tesseramento anno 2019/2020; per chi volesse tesserarsi e far parte di questo storico club, che tutti gli anni organizza dei pullman per vedere alcune partite a San Siro, può contattare i seguenti numeri: Lorenzo 347/6994135, Dario 340/9857264 e Luca 340/5710658

UN MATRIMONIO DEL 1932

Il 3 agosto scorso, in occasione del tradizionale raduno del mondo della Lessinia nel magico scenario della Podestaria, Silvia Marcazzan di 35 anni, professione agricoltore ha ricevuto l’ambito premio di “Bacan della Lessinia”, un riconoscimento di antica tradizione, concesso in un tempo ormai passato alle persone che difendevano la Lessinia e che oggi viene assegnato a coloro che si distinguono per l’impegno nel proteggerla e valorizzarla. Silvia, che conduce l’azienda agricola di famiglia con annesso l’agriturismo, malgrado la giovane età ha già un suo percorso significativo alle spalle: figlia di agricoltori, nel 2013 entra nel direttivo della Coldiretti di San Giovanni Ilarione, nell’aprile 2018 viene eletta presidente della sezione di San Giovanni Ilarione, a maggio 2018 i sette presidenti dei comuni, che rappresentano la zona est veronese, la eleggono nel Consiglio Provinciale della Coldiretti e, all’interno dello stesso consiglio, viene chiamata a far parte della Giunta con il compito di “Referente Montano”. Il suo ruolo è quello di seguire le aziende da Sant’Anna d’Alfaedo fino alla nostra zona di San Giovanni Ilarione, nei rapporti con la Giunta della Coldiretti o con le amministrazioni territoriali. Grazie a questo suo “curriculum” già signi-

FESTA ALLA CROCE BERTINI

1932: matrimonio di Sereno Panarotto e Speranza Rossetto. Siamo in Contra’ Verizia, E’ il matrimonio di una coppia facoltosa, quasi nessuno in quel lontano tempo si permetteva di scomodare il fotografo per un ritratto di gruppo. La famiglia Panarotto è orgogliosa di posare con i parenti ed amici. Dalla sua ascendenza è uscito ai primi del ‘900 il Sindaco del paese di San Giovanni, Benedetto Panarotto. Intervengono al matrimonio, solennizzandolo, i rispettivi parroci di Castello, don Giuseppe dal Molin per lo sposo e don Augusto Zorzi, di Villa, per la sposa. In prima fila, seduti da dx, con il cappello, il papà della sposa, il maestro Cornelio Zanchi, il papà dello sposo, don Giuseppe Dal Molin e don Augusto Zorzi, Augusto Leaso, zio degli sposi, le rispettive mamme degli sposi. 10

Al centro, con portamento marziale, lo sposo Sereno e la neo consorte Speranza e, proseguendo a dx, la sorella dello sposo stesso con il moroso Pietro Damini (Piero Secato, macellaio). Il più alto, in ultima fila, Vittorio Angelo Sartori, con la moglie Erina, sorella dello sposo. E’ una foto storica, che esalta gli usi, il tradizionale doppio petto dei maschi, i vestiti castigati delle donne, la mancanza dell’abito bianco della sposa, consuetudine che entrerà in voga molti anni dopo. La moda di pettinarsi dei maschi è “alla Umberta”, in omaggio al principe ereditario di Casa Savoia. Sono tutti catturati dall’obiettivo, nessuno sorride, tutti vivono un momento solenne, perfino il bambino, in primo piano a sx, sembra aver dimenticato l’allegria. Gianni Sartori

Ormai è tradizione assodata che il primo sabato di agosto alla croce dei Bertini si fa festa e anche quest’anno. E’ una festa sentita, meticolosamente organizzata dagli abitanti della zona, con tendone e posti a sedere e soprattutto con la celebrazione della Santa Messa alle ore 19,00 E’ la festa dei Bertini, si diceva, ma in pratica è la festa di tutti, perché da tutte le parti intervengono per incontrarsi, rinsaldare relazioni ed amicizie, per dimenticare i problemi e per trascorrere qualche ora in santa allegria. G. S.

ficativo, si arriva alla manifestazione in Podesteria: Silvia, che ignara di tutto si trova tra il pubblico, ad un certo punto viene chiamata su palco assieme ad altri tre allevatori e ad un veterinario che si occupa di lupi in Lessinia. Ad ognuno di loro, seguendo regole secolari, viene fatto indossare un mantello nero (simile al nostro tabàro) che contraddistingue i componenti della Compagnia dei Lessini, e vengono rivolte delle domande in dialetto della zona da parte del gran cerimoniere, a cui si deve rispondere: Cerimoniere: Indenòcete smorfioso! El seto sa te si drio far? Silvia: No! Cerimoniere: Svergognate Bauco! La conòsito l’Antica e nobile Compagnia dei Lessini? Silvia: NO! Cerimoniere: Svergognate de novo! Giùrito de osservar le regole e le tradizioni de la nobile Compagnia dei Lessini? Silvia: An da anso! Cerimoniere: Brao, Brao! Segue l’investitura a Bacan della Lessinia, con la promessa di onorare, ciascuno a suo modo, la Compagnia dei Lessini, secondo le sue modalità e tradizioni. Il compito di un membro è di ritrovarsi 2/3 volte all’anno e, ovviamente, di partecipare alla manifestazione della Podesteria. Ricordiamo che, prima di Silvia, nell’ormai lontano 2007 il titolo di Bacan era stato assegnato anche ad un altro ilarionese, Severino Tonin. Complimenti al nuovo Bacan e un augurio per la sua attività all’interno della Compagnia dei Lessini”! Lorenzo Gecchele Autunno 1962, Cucina ristorante “Al Cervo”, gestito dalla Signora Beatrice Damini, la mitica Bice. Questi giovanotti, dall’aria giovane e scanzonata, “arrotondano” i loro introiti con il lavoro di camerieri il sabato e la domenica. Facce sorridenti, pulite, impegnate. Le acconciature delle ragazze ed il modo di vestire un po’ castigato contraddistinguono il periodo storico, ma il loro sorriso dice molto di più, è lo specchio dell’anima. Vi riconoscete? Li riconoscete?


l’Alpone - Settembre 2019

SABATO 28 SETTEMBRE 2019 presso il teatro parrocchiale di Villa la compagnia teatrale amatoriale “SALE E PEPE” di San Giovanni Ilarione presenta il suo ultimo lavoro

CONSIGLI DI LETTURA

“SE FA SEMPRE IN TEMPO”

Gustav Meyrink, IL GOLEM, 2015, Tre Editori

commedia scritta da Giulia Magnabosco e Mauro Benati, con la regia di Giulia Magnabosco

Romanzo pubblicato nel 1915. Un uomo scambia il suo cappello, nel Duomo di Praga, con quello di un certo Athanasius Pernath, e rivive come in un sogno l’esistenza di costui. A questo inizio casuale si aggancia la vicenda del Golem, il robot avanti lettera, l’antico essere artificiale creato dalla magia di un rabbino, cui una parola infilata tra i denti conferisce una vita provvisoria, ma tanto più violenta perché in lui si concentra una forza che ha solo poche ore per scatenarsi. Quest’esplosione di forze nel mondo segreto e malato in cui si muovono i personaggi di Meyrink, crea una tensione e insieme un incanto che mescolano indissolubilmente la realtà e la dimensione oscura ed esoterica dei sogni.

ARROSTO ALLA MELAGRANA

Antonio Scurati, M. IL FIGLIO DEL SECOLO, 2018, Bompiani

Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un’Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici. Allora lui si mette a capo degli irregolari, dei delinquenti, degli incendiari e anche dei “puri”, i più fessi e i più feroci. Lui, invece, in un rapporto di Pubblica Sicurezza del 1919 è descritto come “intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo, al fondo sentimentale”. Lui è Benito Mussolini, ex leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso, direttore di un piccolo giornale di opposizione. Sarebbe un personaggio da romanzo se non fosse l’uomo che più d’ogni altro ha marchiato a sangue il corpo dell’Italia. La saggistica ha dissezionato ogni aspetto della sua vita. Nessuno però aveva mai trattato la parabola di Mussolini e del fascismo come se si trattasse di un romanzo. Un romanzo – e questo è il punto cruciale – in cui d’inventato non c’è nulla. Non è inventato nulla del dramma di cui qui si compie il primo atto fatale, tra il 1919 e il 1925: nulla di ciò che Mussolini dice o pensa, nulla dei protagonisti – D’Annunzio, Margherita Sarfatti, un Matteotti stupefacente per il coraggio come per le ossessioni che lo divorano – né della pletora di squadristi, Arditi, socialisti, anarchici che sembrerebbero partoriti da uno sceneggiatore in stato di sovreccitazione creativa. Il risultato è un romanzo documentario impressionante non soltanto per la sterminata quantità di fonti a cui l’autore attinge, ma soprattutto per l’effetto che produce. Raccontando il fascismo come un romanzo, per la prima volta dall’interno e senza nessun filtro politico o ideologico, Scurati svela una realtà rimossa da decenni e di fatto rifonda il nostro antifascismo.

INGREDIENTI:

- Kg 1,2 di polpa di vitello o lonza di maiale - 6-8 scalogni - 1 bicchiere di vino bianco - rosmarino

- olio d’oliva extravergine - sale, pepe - 3 melagrane mature - 2 mestoli di brodo vegetale

PROCEDIMENTO

Lavate le melagrane, sgranatele e ricavate il succo dei 2 terzi dei chicchi schiacciandoli con uno schiacciapatate. Massaggiate la carne con sale e pepe, steccate con un rametto di rosmarino e legate con uno spago da cucina. Rosolate la carne da tutti i lati nell’olio d’oliva per 5 minuti. Sfumate con mezzo bicchiere di vino. Aggiungete gli scalogni sbucciati e lasciati interi, il succo ottenuto della melagrana, i chicchi di mezza melagrana, 1 o 2 mestoli di brodo vegetale. Trasferite il tutto in una pirofila da forno dai bordi alti. Cuocete l’arrosto in forno ventilato a 180 gradi per 75 minuti.Togliete la carne e avvolgetela nella carta stagnola per 15 mi-

Thierry Lenain, MAMMA, PAPÀ, COSA FATE DI NOTTE?, 2018, Terre di Mezzo

«Cosa fanno mamma e papà quando io vado a dormire?», si chiede la piccola Sofia. Guardano i cartoni animati senza sosta? Mangiano tantissimi dolci? Organizzano una festa in maschera? O forse si trasformano in mostri! L’immaginazione le suggerisce occupazioni strane e fantasiose, ma la realtà è molto più semplice... Un albo buffo e ironico che dà voce alla curiosità (e a qualche paura) dei più piccoli. Età di lettura: da 4 anni.

nuti. Il riposo farà in modo che la carne raggiunga una temperatura perfetta e che riassorba i suoi gustosi e preziosi succhi preservandone gusto e morbidezza. Mentre la carne riposa setacciate il fondo di cottura con un colino in modo da eliminare i semini della melagrana. Affettate la carne e trasferite le fettine in un piatto da portata, decorate con i chicchi di melagrana tenuti da parte, gli scalogni e qualche ago di rosmarino fresco. L’arrosto alla melagrana è un secondo piatto adatto per una cena importante, perfetto per le feste in arrivo. Buon appetito Luciana Damini

La COLITE

Scuola Elementare Belloca IIa Anno con il maestro Sergio Torsani, 17 novembre 1959. Chi si riconosce?!

Scuola Elementare I belloca Anno 17 novembre 1959. Chi si riconosce

Il termine medico più esatto sarebbe “Sindrome del colon irritabile”. E’ un disturbo del funzionamento del colon che comprende, variabilmente associati tra loro, uno o più dei seguenti sintomi: dolore addominale, stipsi, diarrea, meteorismo, evacuazioni scarse e con muco. Non sono presenti nell’intestino lesioni organiche dimostrabili. Il colon irritabile interessa di solito soggetti con disturbi cronici della sfera emotiva che sono, o sono stati, sottoposti a stress fisici o psichici. Raramente il disturbo insorge dopo i 45 anni e in questo caso è probabile che si tratti di altra patologia. Il sintomo principale della sindrome è il dolore addominale che spesso, ma non sempre, è localizzato ai quadranti inferiori. Viene descritto come senso di pesantezza o gonfiore ma può essere anche di tipo trafittivo. Il dolore può attenuarsi con l’evacuazione anche se spesso permane una sensazione di incompleto svuotamento. Talvolta è presente diarrea con sensazione di urgenza ma manca la presenza di sangue nelle feci e quasi mai si nota perdita di peso e decadimento fisico. Anche se una accurata anamnesi ed un esame fisico, che di solito non evidenzia nulla di alterato, basterebbero

al medico per orientarsi, prima di fare diagnosi di colon irritabile si dovrebbe, con opportune indagini, escludere la presenza di altre patologie: colite ulcerosa, intolleranze alimentari, neoplasie del colon, disturbi tiroidei. Buona norma quindi far eseguire esami del sangue e coprocultura, test allergologici per gli alimenti e, se necessario, l’esame endoscopico del colon. Il medico dovrebbe evitare di rivolgersi al paziente frasi del tipo: “Lei non ha niente! E’ tutto nella sua testa...!”. Serve solo ad aumentare l’ansia, ad accentuare i disturbi e a favorire il peregrinare fra gli specialisti. Bisogna assicurare che non ci sono malattie gravi e distruenti e chiarire i rapporti tra funzione intestinale e condizioni psichiche. Bisogna suggerire di cercare uno stile di vita più sereno. Bisogna far capire che è si importante quello che si mangia ma sopratutto come si mangia. Qualche beneficio può venire anche dai farmaci: blandi ansiolitici ed antispastici. Il disturbo è di tipo cronico con miglioramenti e riacutizzazioni strettamene legati alle condizioni di vita. Tende comunque a migliorare con l’avanzare dell’età. Vincenzo Magnabosco

11


l’Alpone - Settembre 2019

U.S. CALCIO SAN GIOVANNI ILARIONE

SI RIPARTE!!!!! La stagione 2019\2020 nella casa dell' Us Calcio San Giovanni Ilarione è già iniziata. Venerdi 16 agosto i ragazzi della prima squadra hanno iniziato la preparazione sotto la guida attenta del nuovo mister Fabio Gonella, giunto a San Giovanni Ilarione pieno di entusiasmo e voglia di mettersi in gioco. La compagine di mister Gonella scenderà in campo per la prima gara ufficiale, valevole per il “Trofeo Veneto”, domenica 25 agosto in casa alle ore 17.00 contro il Valtramigna Cazzano. La “primavera” della Juniores inizierà le fatiche sul campo, lunedi 26 agosto con la confermata guida tecnica Bruno Grassi. Il settore giovanile, anch'esso pronto a decollare, ha parecchie novità, nate in questa estate di lavoro costante da parte della società. Le categorie Allievi, Giovanissimi provinciali e Giovanissimi Sperimentali dal 6 all' 8 settembre 2019, con ben 54 ragazzi al seguito, saranno a Vattaro (TN) in ritiro per una tre giorni ricca di calcio, di divertimento e di amicizia. Scopo del ritiro è di formare un gruppo unito e di compattare i ragazzi tra loro e gli allenatori in vista dell'imminente stagione che si sta presentando. Una delle belle novità annunciate è l'accorpamento della categoria Esordienti 2008 con i pari età del Vestenanova, società dalla quale questa estate sono giunti ben 7 ragazzi. La società tutta intende ringraziare gli amici di Vestenanova in particolare modo il presidente Ivan Cerato per la piena disponibilità avuta nei momenti di necessità. Un grande grazie va anche alla nostra Amministrazione Comunale, agli amici del Tennis Sport, per la creazione del nuovo campetto in sintetico di cui usufruiranno anche i ragazzi della nostra Us Calcio. Tra gli allenatori del settore giovanile, si aggiungono alcuni volti nuovi tra i quali ragazzi giovanissimi che si sono proposti per aiutare i mister già confermati nella preparazione dei più piccoli. E' bello vedere come ragazzi di 16, di 17 anni vogliano dedicare il loro tempo per imparare e insegnare ai più piccolini. Cogliamo l'occasione, attraverso le pagine de L'Alpone per informare che le iscrizioni partiranno nei primi giorni di settembre presso le segreterie del campo sportivo (dalle 18 in poi). Informiamo, inoltre, che lunedi 9 settembre alle ore 20,45 presso gli impianti sportivi si terrà la riunione per i genitori dei bambini nati nel 2013 che intendono iscrivere i loro piccoli alla scuola calcio biancoazzurra. Chi fosse interessato può dare adesione alla riunione al responsabile del settore giovanile al numero seguente: 3471596308. Ciò detto, vi invitiamo a tenervi informati sulle nostre attività tramite le nostre pagine Facebook “Us Calcio San Giovanni Ilarione” o “Settore Giovanile Us San Giovanni Ilarione Calcio” o la nostra pagina Instagram. Vi aspettiamo sui nostri spalti per condividere con noi le emozioni che i ragazzi sicuramente ci regaleranno!!!! #ForzaSangio U.S. CALCIO

GIOVANISSIMI 2004 AD UN PASSO DAL SOGNO La categoria “Giovanissimi 2004” (con innesti del 2005 e 2006) è un gruppo magico e molto unito, che ha avuto un’annata fantastica contro ogni pronostico. Si capisce che è un’ottima squadra quando a dicembre 2018 si classifica 1^ nel suo girone a pari punti con un’altra squadra e si qualifica per il campionato “elite” arrivando poi tra le prime posizioni, prendendo il pass anche per la fase finale alla ricerca di un posto per il campionato regionale. Partecipa al torneo “Città di Verona” e grazie agli ottimi risultati può giocarsi le fasi per arrivare alla prestigiosa finale, che si giocherà allo Stadio Bentegodi. Dopo un primo inizio superato con difficoltà, riesce a passare tra le migliori terze. Da qui inizia il cammino scalando ogni vetta e passando i vari gironi eliminatori, approdando così alla tanto agognata finale. Una vera e propria sorpresa per San Giovanni Ilarione, una piccola realtà di 5200 abitanti che è riuscita ad imporsi su squadre con un bacino a cui attingere molto più vasto. Una favola per il mister più giovane del torneo, 23 anni, che riesce a portare la sua squadra ad una finale così prestigiosa. Una finale giocata con tecnica e cuore, gestita bene e giocata alla grande, dimostrando di aver meritato di stare lì. La partita finisce ai pareggi e si arriva ai rigori che danno ragione al Bussolengo. In questa serata sfortunata, ma molto importante per la nostra società e i nostri ragazzi, il nostro piccolo campione classe 2006 Enrico Camponogara vince il premio Elia Rizzotti come miglior giocatore del torneo. E così si chiude un anno fantastico con questa grande avventura piena di emozioni che hanno legato un paese, come dimostra il pubblico numeroso di San Giovanni venuto a Verona a tifare i loro ragazzi. Il mister Rami Bacha

12

Comune di San Giovanni Ilarione

A.N.D.O.S. onlus

Assessorato ai Servizi Sociali

Comitato di Verona

Associazione Nazionale Donne Operate al Seno

ORGANIZZANO

“ Difendi il tuo Seno ” Sala civica “Mariano Rumor”

Giovedì 17 OTTOBRE ore 20:30

Piazza Aldo Moro, San Giovanni Ilarione

Interverranno:

Grazie alla collaborazione con A.N.D.O.S. ONLUS, l’Associazione Nazionale delle Donne Operate al Seno, la nostra Presidente amministrazione > Sig. ra A. NALINI ANDOScomunale Comitato organizza, di Verona in occasione dell’Ottobre Rosa (il mese internazionale dedicato alla prevenzione del tumore al seno), > Dott.ssa F.FORNASA Direttore Radiolgia Osp. San Bonifacio Ulss9 un incontro per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto ad una tematica Dott.ssa C.BENASSUTI Chirurgo Osp. San Bonifacio Ulss9 così>importante. > Dott.ssadella M. MANDARA’ Oncologa Osp. la San BonifaciodiUlprenotare una mamIn occasione suddetta serata ci sarà, inoltre, possibilità mografia in tempi brevi. A questo proposito invitiamo quante fossero interessate a presentarsi con l’impegnativa del proprio medico. In occasione della suddetta serata ci sarà la possibilità di prenotare una mammografia in tempi brevi.

ALLORI

Università deglicon Studi di Verona Presentarsi impegnativa. JESSICA ARVOTTI è Dottoressa in Scienze dell’Educazione Università degli Studi di Verona ESTER BRUNI è Dottoressa in Lingue per la Comunicazione Turistica e Commerciale Università degli Studi di Verona NICOLE BURATO è Dottoressa in Scienze dell’Educazione Università degli Studi di Padova ELIA CAMBIOLO è Dottore in Sicurezza Igienico-Sanitaria degli Alimenti Accademia di Belle Arti di Venezia FLAVIA DAL GRANDE è Dottoressa in Discipline dello Spettacolo Università degli Studi di Verona JESSICA DIRUPO è Dottoressa alle in Scienze del Servizio Sociale La serata sarà preceduta, ore 20:00, dall’illuminazione in rosa del Castello. Politecnico di Torino MASSIMILIANO FILIPOZZI è Dottore in Mechatronic Engineering

Comune di SAN GIOVANNI ILARIONE Totale nati: Totale matrimoni: Totale morti:

15 3 6

Trimestrale di informazione e cultura c/c postale n. 15684376 Se vuoi inviare il tuo contributo a L'Alpone utilizza c/c postale n. 15684376 intestato a: Pro Loco di San Giovanni Ilarione - Piazza Aldo Moro, 5. Coordinate bancarie Poste Italiane: IBAN IT23 T076 0111 7000 0001 5684 376 - Cod. Bic/Swift: BPPIITRRXXX Direttore responsabile: Emilio Garon Redazione: Dario Bruni, Lucia Burato, Luciana Damini, Lorenzo Gecchele, Mario Gecchele, Angelo Pandolfo, Giovanni Sartori, Alessandro Spadiliero.

Al 30/06/2019: Totale residenti maschi: Totale residenti femmine: Totale residenti: Totale famiglie:

2.573 2.474 5.047 1.874

Recapito: Franco Cavazzola - Presidente Pro Loco - Via Risorgimento 3/C - San Giovanni Ilarione (VR) - Cell. 347 2600161 - E-mail: cavazzola@utenti.ilarione.it Pubblicità: Franco Cavazzola (vedi contatti Recapito) Prestampa e Stampa: Grafica Alpone srl Via del Lavoro, 90 Tel. 045 6550833 - Fax. 045 6550221 E-mail: grafica@graficaalpone.com San Giovanni Ilarione (VR)

OFFERTE per l'Alpone Allegri Giuseppe Allegri Pellegrina Ambrosino Elena Bazzoni Chiara Beltrame Franca Beltrame Paolo Bilancini Mauro Biondaro Sabrina Biondaro Simone Bruni Anna Casarotto Tiziana Cavaliere Tonin Cavazzola Federica Cerato Giuseppina Ciman Maria Coffele Mario Coffele Silvia Gabriella Creasi Dal Grande Pietro Dal Zovo Sergio Dwischek Eleonora Ferroni Umberto Gaiga Andrea Gaiga Zenone Galiotto Bruna Galiotto Bruno Galiotto Margherita Gambaretto Bruno Garon Emilio Gazzo Lorenzina Gobbo Maurizio Grolli Felice

S.Giov.Il. Vicenza Torino S.Giov.Il. Lonigo S.Giov.Il. S.Giov.Il. Goito Mantova Tunisi Verona Brognoligo S.Donà di Piave Veronella S.Giov.Il. S.Giov.Il. Oppeano Rubano (PD) Chiampo Chiampo Vestenanova S.Giov.Il. Cesano Boscone (MI) Vestenanova S.Giov.Il. Arzignano S.Giov.Il. S.Bonifacio Roncà Lonigo Costalunga S.Giov.Il. Vestenanova

Lovatin Bertilla S.Pietro Mussolino Lovato Angelina Verona Lovato Antonio Albaredo D’Adige Lovato Maria S.Giov.Il. Mainente Giada Carpi Mainente Nadia Modena Marcazzan Bertilla Brandizzo (TO) Marcazzan Giuseppe Lonigo Maria Burinato Belgio Mazzasette Mario Legnago Mella Bruno S.Giov.Il. Mella Luigina Chiampo Milan Club “Franco Baresi 1991” S.Giov.Il. Olioso Alessio Castel Nuovo d.Garda Panarotto Bertilla Arzignano Panarotto Gabriella Monteforte Panato Bruna S.Giov.Il. Perazzolo Mario Arzignano Perigotto Laurent Francia Piccinin Agnese Belgio Posenato Anna Belgio Salgaro Vaccaro Annalisa Vestenanova Salgaro Vaccaro Dorina S.Giov.Il. Sartori Antonietta Torino Sartori Mario Soprana Claudia Torino Tadiello Giuseppe S.Bonifacio Urbani Bruno Montichiari (BS) Urbani Rina Vestenavecchia Vandin Elda S.Giov.Il. Zambon Mariano S.Giov.Il.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.