L'Alpone numero 4 2018

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L’ALPONE - DICEMBRE 2018

di un Santo Natale! A tutti i Lettori i migliori Auguri di Buone Feste e

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PRO LOCO San Giovanni Ilarione

UN CENTENARIO DI PACE

Saluto del Presidente Si avvicinano le festività natalizie e ritorna anche quest’anno il “Natale insieme”, che coinvolgerà molte associazioni e gruppi del paese per tutto il periodo delle feste. E’ l’ultimo impegno dell’anno e ci teniamo tutti a chiudere in bellezza questo 2018 che, per diversi motivi, ha impegnato non poco i vari gruppi di volontariato impegnati nelle diverse iniziative messe in campo, alcune delle quali (come i festeggiamenti del Centenario della Grande Guerra) di grande impatto emotivo sulla nostra popolazione. Certamente, come sempre accade quando si deve far fronte a manifestazioni di un certo livello, non tutte le cose sono filate lisce, ma credo che si possa dire, nel tirar le somme, che gli aspetti positivi siano stati di gran lunga superiori a quelli negativi, e questo grazie alla collaborazione e allo sforzo di tutte le associazioni e i gruppi che hanno lavorato e che continueranno a lavorare per il bene del paese, ai quali va un plauso speciale del tutto meritato. Un augurio di Buon Natale e di un felice 2019 ai lettori de L’Alpone e agli ilarionesi (di fatto o nel cuore) sparsi in giro per il mondo da parte della Pro Loco e dei redattori del nostro giornale! Il Presidente Franco Cavazzola

Editoriale di Natale Sono sconcertato nel leggere che gli economisti, solo alcuni spero, sostengono che sarà proprio l’andamento dei consumi di Natale a spostare l’asticella della crescita più in alto o più in basso. É un miracolo strano quello che chiedono a Gesù, quello di far fare debiti e indigestioni alle famiglie. Non è il Natale che ho in mente, nel mio augurio ai lettori voglio prendere spunto dai colori di questa terra. C’è ancora un azzurro che è voglia di riscossa, magari dopo il panettone, condiviso con gli amici. Azzurro di un fiume e di un cielo che sorridano a chi vive qui, tutti i giorni. Cielo e acqua che hanno bisogno di essere rispettati. Poi il rosso, il colore che accende i cuori e la solidarietà. Il Natale è il tempo della solidarietà, un impegno per far star meglio qualcuno che è nel bisogno. Mettiamoci un po’ di verde, la speranza per una comunità locale che sappia riunirsi attorno a valori importanti e cerchi la luce per vedere e costruire un futuro migliore. Per i propri figli e per l’ambiente. Troppi gli allarmi inascoltati sulle conseguenze della Terra maltrattata e malata. Fermiamoci prima che sia troppo tardi. Che sia una festa il Natale. E’ un simbolo che ha dato un contributo straordinario alla nostra storia, alla nostra civiltà, alla nostra sensibilità. Che muovi pure l’economia, ma viviamola fino in fondo questa festa, con i valori che ci hanno insegnato, con tutto ciò che porta e con ogni cosa che resta. Auguri. Emilio Garon Direttore de L’Alpone

Le toccanti parole pronunciate dal nostro sindaco Luciano Marcazzan lo scorso 4 novembre davanti al monumento ai Caduti di tutte le guerre ed alla inaugurazione ufficiale della “Sgaussola della memoria” che è stato momento più importante delle manifestazioni per il centenario, rispecchiano perfettamente lo spirito e le opere che hanno animato la commemorazione del cente-

nario della fine della tristemente famosa “Grande Guerra”, avvenuta esattamente il 4 novembre di 100 anni fa. Riportiamo integralmente in discorso del sindaco: “Inizio con il ringraziare il Comitato per il Centenario che ha saputo garantire una serie di eventi di elevato spessore per commemorare adeguatamente la memoria dei Martiri ilarionesi della Prima Guerra mondiale.

Anno 33 Nr. 4 Dicembre 2018

A coloro che lasciarono le nostre contrade per la più atroce invenzione umana, la guerra, va la nostra riconoscenza. Il loro sacrificio impedì che la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra lingua il nostro territorio fossero travolti dalla rotta di Caporetto. La guerra, ove non vi sono vincitori ma solo pianto, li strappò dalle loro mamme, mogli, figli, campi e li scaraventò spesso malvestiti e malnutriti nelle trincee sulle nostre montagne del Trentino, del Veneto e della Venezia Giulia, sulle rive dell’Isonzo e del Piave, nei campi di prigionia in Polonia, Germania, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca e Croazia. Qui diedero la loro Vita nel fiore della giovinezza. L’Italia vinse la guerra grazie all’eroismo del suo popolo, della gente comune, di quei soldati di umili famiglie che per esse diedero tutto quello che avevano: la vita. Questi 124 figli della nostra Terra ora riposano nella terra della nostra e Loro Madre Patria ed è per questo motivo che nella ripristinata scalinata, che dopo [continua a pag. 2]

La ProLoco di San Giovanni Ilarione in collaborazione con le Associazioni e l’Amministrazione Comunale presenta

Natale Insieme 2018 SABATO 1 DICEMBRE

20.30, Teatro Parrocchiale di Castello

Waiting for Christmas Concerto Gospel del gruppo

“The Sunshine Gospel Singers”

DOMENICA 9 DICEMBRE 16.30, Teatro Parrocchiale Villa

Spettacolo teatrale per famiglie

Il brutto anatroccolo

della Compagnia Teatrale Oplà a cura di Ass. Culturale Cartabianca

DOMENICA 16 DICEMBRE Scuola Primaria “A. Stefani”

Mercatino di Natale

9.00 - 12.00 / 15.00 - 18.00 Il pomeriggio sarà allietato da canti Natalizi eseguiti dai Bambini, alle ore 17,00: sorpresa per i bambini. La Pro loco offrirà a tutti i presenti cioccolata e pandoro.

SABATO 5 GENNAIO 20.45, Teatro Parrocchiale Villa

Concerto della banda “G. Verdi”

DOMENICA 2 DICEMBRE 16.30, Teatro Parrocchiale Villa

Spettacolo teatrale per famiglie

I Cinque Re

VENERDÌ 7 DICEMBRE 20.45, Teatro Parrocchiale Villa

Proiezione a cura del

SABATO 8 DICEMBRE 15.00, Chiesa di S. Caterina in Villa

Festa dell’anziano

Compagnia Teatrale Battipalco

Black gold

di Jeta Amata (Nigeria, 2011, 97)

Al termine della S. Messa verrano distribuiti i panettoni con cioccolata e vin brulè offerti dalla Pro Loco, con la partecipazione in chiesa dei cori parrocchiali. All’esterno Animazione con canti natalizi del coro “Le chitarre”

SABATO 15 DICEMBRE

SABATO 15 DICEMBRE

SABATO 15 DICEMBRE

U.S. Calcio organizza

Messa Animata

Spettacolo di circo-teatro

di/a cura della

15.00, Palestra della Scuola “M. Marcazzan”

2° Torneo Santa Lucia

Festival del Cinema Africano

18.30, Chiesa di S. Caterina in Villa

Parteciperanno i Piccoli Amici 2012/13 di S. G. Il. contro il Chievo Verona.

dai Bambini della scuola dell’Infanzia e visita al loro Presepe con intrattenimento Natalizio

SABATO 22 DICEMBRE

LUNEDÌ 24 DICEMBRE

20.30, Chiesa di S. Caterina in Villa

Rassegna di Canti natalizi

eseguiti dai Cori Parrocchiali dell’Unità Pastorale di S. Giov. Ilarione

DOMENICA 6 GENNAIO 15.00, Piazza della Chiesa, Villa

Arrivo dei re Magi che porteranno i doni a Gesù bambino, e della Befana Alle 19.30 accensione del

Bujelo

Dalle 19.00 il gruppo Alpini invita tutti in Baita a degustare il minestrone

Villa, Castello, Cattignano

Il Gruppo Alpini dopo le Sante Messe della Vigilia di Natale riscalda il corpo con cioccolata, vin brulè e tanto altro!

DOMENICA 6 GENNAIO 18.00, località Nogarotto

Bujelo della Strìa con lotteria

20.30, Teatro Parrocchiale Villa

C’est magnifique

della Compagnia Circo in valigia a cura di Ass. Culturale Cartabianca

26-27-28 DICEMBRE

19.00 - 22.00, Parrocchia di Castello

Canto della Stella

presso tutte le famiglie della parrocchia di Castello

Si ringraziano le Parrocchie di S. Caterina in Villa, di Castello, di Cattignano e l’Amministrazione Comunale di San Giovanni Ilarione. La Pro Loco ringrazia tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di tale iniziativa, in particolare il parroco Don Maurizio per la disponibilità dimostrata.

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L’ALPONE - DICEMBRE 2018

[continuazione articolo “Centenario dalla fine della Grande Guerra”] tutti noi percorreremo, i loro nomi sono curata da Nico Gambaretto e realizzata a terra dove passando ognuno di noi li presso la sede dei carabinieri in congetoccherà. Questo contatto fisico sia di do. ammonimento perché non vi siano più • Il 2 novembre poi, anche per dare guerre, vi sia memoria vivida di questi maggiore significato all’evento, in sala nostri avi, sia perenne ringraziamento, consigliare del nostro Municipio è stasia consapevolezza che la libertà ha avu- to presentato ufficialmente il libro edito un costo immane e non va depaupe- to dalla locale Pro loco dal titolo “Per rata. amor di patria - I Caduti di San GiovanQueste pietre infisse nella “Sgaussola ni Ilarione nella Grande Guerra” a cura della Memoria” sono un appoggio, ci di Guido Gecchele (che ha fatto un lunsostengono e ci permettono di cammi- go e grandioso lavoro di ricerca storica nare liberi, non dimentichiamolo. ed archivistica sui 124 Caduti), di Dario Questi nostri caduti, nell’immane tra- Bruni e Giovanni Sartori redattori degli gedia, ci hanno fatto fare un pezzo di articoli, Angelo Pandolfo curatore della strada, salire uno scalino, capire che parte fotografica, e Veronica Sartori per dalle guerre nessuno esce vincitore. la impaginazione e la grafica. La comQuesti caduti e tutti i caduti, di ogni pagnia teatrale Sale e pepe ha curato nazione e di ogni tempo, ci chiedono di con grande professionalità la lettura di agire con le armi della politica e del ne- commoventi lettere dal fronte di alcuni goziato, per affermare la Pace, è la Pace nostri concittadini che sono riportate non la guerra che garantisce la stabilità nel libro. Per noi ilarionesi questo lavoe il progresso; sono le intese, le alleanze, ro è un aggiornato documento storico. gli accordi a permettere al nostro paese Anche in questa occasione, la presenza e agli altri la Libertà e la Democrazia, lo dei nostri concittadini è stata davvero sviluppo e il benessere. notevole. Portiamo in alto il tricolore che i nostri • Sabato 17 novembre scorso, la compacaduti hanno difeso, per assicurare un gnia teatrale “La Filigrana” di Arzignafuturo di pace, di benessere e di diritti no ha chiuso le commemorazioni del che ci chiedono le nuove generazioni”. centenario presso il teatro parrocchiale La Sgaussola della memoria, proprio di Villa, mettendo in scena di fronte ed lei, è stata al centro delle manifestazio- una sala gremita di nostri concittadini, ni: questa scalinata, ormai rovinata dal una commovente commedia sul tema tempo e dell’incuria, è stata ripristinata della grande guerra vista sia dal fronte con la collaborazione della civica am- che da coloro che erano a casa in trepiministrazione e da volontari di molte dante e talvolta vana attesa del ritorno associazioni d’arma che hanno lavorato dei propri cari dalla guerra. “Ritorno alacremente con Ferruccio Cologna- dal fronte” questo è il titolo della rapto, il coordinatore delle operazioni che presentazione teatrale, è una commedia hanno visto il restauro della scalinata che ha commosso fino alle lacrime, mae l’inserimento nella massicciata di ba- gistralmente interpretata dalla compasalto di 25 “pietre d’inciampo”, recanti gnia, e che ha riscosso un notevole ed ognuna 5 dei 124 nomi Caduti nella entusiastico successo di pubblico. Grande Guerra. Il bilancio delle manifestazioni, seconNel discorso di commemorazione del do il parere della popolazione e degli 4 novembre, il sindaco ha voluto anche addetti all’organizzazione, è stato decidare risalto ad una letterina che Federi- samente molto positivo. co, un nostro giovane concittadino, gli Un plauso va al Comitato per il Centeha consegnato e di cui voglio riportare nario della Grande Guerra coordinato una significativa riflessione: “La libera da Antonio Dal Zovo, che ha organizzaItalia è una cosa viva perché dentro c’è la to e supportato tutte le manifestazioni vita di tutti i Caduti per la Patria; dentro e le cerimonie, ed ha provveduto ad orla bandiera c’è il cuore di tutti noi italia- ganizzare logisticamente anche i ricchi ni e c’è l’amore infinito per la nostra Pa- rinfreschi alla fine di tutte le manifestatria adorata”. Credo che non ci sia nulla zioni. da aggiungere! Un vivo ringraziamento va anche a tutti Ripercorriamo ora i punti salienti delle coloro che hanno in vari modi collabomanifestazioni del centenario. rato e soprattutto a Ferruccio Cologna• Sabato 27 ottobre scorso una delega- to per le grandi energie che ha profuso zione di ragazzi delle scuole medie di nella realizzazione dei lavori murari alla San Giovanni Ilarione, accompagnati Sgaussola e all’Amministrazione comuda alcuni componenti del comitato per nale con il suo capo, il sindaco Luciano la Grande Guerra e di appartenenti alle Marcazzan. associazioni d’Arma hanno reso omaggio ai Caduti presso i due monumenti Angelo Pandolfo del capoluogo, visitando alla fine una significativa mostra di reperti bellici

IL SOLDATO PIETRO PAOLO GAMBARETTO RICORDATO DAI SUOI DISCENDENTI A cento anni dalla sua morte sul Piave

Non potevano scegliere una data più significativa del 4 novembre, i Gambaretto del ceppo “Dami”, per ritrovarsi a ricordare il loro avo caduto Pietro Paolo, “riscoperto” dopo cento anni di oblìo dai suoi discendenti grazie ad un paziente lavoro di ricerca d’archivio, che li ha condotti infine sulla tomba di questo eroe dimenticato, nel cimitero dei caduti di Falgaré della Battaglia (TV), a recargli un semplice biglietto di scuse per il ritardo accumulato in tutto questo tempo. La vicenda del mitragliere Pietro Gambaretto, classe 1887, caduto il 9 giugno 1918 sul Piave, nel corso della “Battaglia del solstizio”, ha attirato l’attenzione dei quotidiani locali anche per la modalità in cui si è sviluppata: tornato a casa nella primavera del ’18 per una breve licenza, il giovane, dopo aver visto gli orrori della guerra di trincea, era riluttante a tornare al fronte e fu convinto dalla madre, Rosa Cristofari, che lo richiamò al suo dovere di soldato in un momento così difficile per la patria. Le parole con cui il giovane si congedò da lei sarebbero rimaste per sempre scolpite nell’animo della donna, che nell’estate del 1915 già era rimasta vedova del marito Carlo Gaetano: “Mare, torno par vù ma no so mia se portarò a casa la pele”. La storia di questo giovane, strappato ai suoi cari cent’anni fa dalla guerra, non poteva essere dimenticata: per questo i discendenti hanno voluto porre una sua foto accanto alla tomba dove riposa il corpo del fratello di Pietro, Albino, riportando “a casa” dopo un secolo, se non le spoglie, almeno il ricordo del suo nome e della sua morte. Un bel modo davvero per celebrare la pace e non dimenticare chi questa pace ha contribuito a costruirla con il sacrificio della propria giovane vita. Dario Bruni

LA “NOSTRA” GRANDE GUERRA IN UN LIBRO Ricordati i caduti ilarionesi nel centenario della Prima guerra mondiale

Non poteva mancare, nella ricca serie di commemorazioni che il nostro paese ha riservato al centenario della fine della Prima guerra mondiale, il ricordo dei tanti giovani soldati ilarionesi (ben 124!) caduti in combattimento o in seguito a ferite riportate in battaglia. E perché questo ricordo rimanesse tangibile anche dopo le pur partecipate e ben riuscite commemorazioni e manifestazioni messe in atto in questi mesi, ci voleva una pubblicazione ad hoc, un libro in cui ad essere protagonisti fossero proprio loro, i giovani che non sono ritornati, elencati uno ad uno per nome, cognome, paternità e provenienza, rivisitati, laddove era possibile, anche nelle vicissitudini del loro “calvario” registrato nei fogli matricolari o nei dispacci che annunciavano al comune la loro morte e quindi la loro sepoltura in uno dei tanti sacrari o cimiteri di guerra sparsi lungo quella linea di confine che allora si denominava militarmente il “fronte”. Non è stato un lavoro facile, quello di Guido Gecchele, che in questi ultimi anni spesso ha voluto verificare le notizie che trovava cercando negli archivi o andando di persona nei luoghi di sepoltura, scoprendo anche incongruenze ed errori nelle informazioni trasmesse allora in paese, in momenti comunque non facili per la terra italiana. La pubblicazione, arricchita da un buon corredo di foto curato da Angelo Pandolfo e da alcuni articoli introduttivi di Gianni Sartori e Dario Bruni, è stata resa possibile grazie all’impegno congiunto di Pro Loco, BimAdige e Amministrazione comunale ed è stata presentata nel corso di una partecipatissima serata, svoltasi nella sala consigliare del nostro municipio il 2 novembre scorso, con l’ausilio della diretta Facebook e alla presenza dei rappresentanti delle associazioni d’arma e dei componenti del Comitato per il Centenario della Grande Guerra 1915-1918. Dario Bruni Un secolo dopo la fine della Prima guerra mondiale San Giovanni Ilarione vuole ricordare il sacrificio dei tanti suoi concittadini che hanno perduto la loro giovane vita a difesa della patria. Il Comitato per il Centenario della Grande Guerra 1915-1918, in rappresentanza delle Associazioni combattentistiche presenti sul territorio e dell’Amministrazione comunale, intende con questa pubblicazione rendere omaggio ai soldati ilarionesi che, sui vari fronti, sono caduti per difendere i confini nazionali minacciati dagli eserciti stranieri e salvaguardare così l’integrità delle loro comunità e più in generale della patria. Dare un volto e un nome a quei giovani militari che, a distanza di tanti anni, rischiavano di essere dimenticati, costituisce per i cittadini di oggi un dovere civile e morale irrinunciabile e, al tempo stesso, il giusto riconoscimento per quanto da loro compiuto a vantaggio delle proprie famiglie e dell’intero popolo italiano.

COMITATO per il CENTENARIO della GRANDE GUERRA 1915-1918

San Giovanni Ilarione - VR

Aquila in ferro battuto, opera del famoso scultore veronese “Berto da Cogolo” (Roberto Da Ronco, 1887-1957).

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PER AMOR DI PATRIA


L’ALPONE - DICEMBRE 2018

LA CROCE DEI FRATELLI BESCHIN

Bella e commovente l’idea di ricordare Salvatore Beschin, Clara Cavazza, 93 le persone che hanno consumato l’in- anni suonati, che non ha voluto assolutera esistenza per la propria terra, la tamente mancare a questo ulteriore appropria famiglia, i propri ideali genui- puntamento di amore e di devozione al ni, non contaminati dalle brutture della marito e che ha rivissuto intimamente modernità. E così Santina Beschin ed il lungo arco della sua esistenza accanto Augusto Beschin, rispettivamente figli e a lui. rappresentanti i fratelli genitori Salvato- Il ricordare i propri genitori attraverso re e Davide, hanno voluto ricordarli con il segno più alto dell’amore, la croce di un segno cristiano, un segno di amore, Cristo, è stata un’iniziativa ricca di fede la posa in opera di una croce in mar- e di speranza ed un giusto orgoglio per mo, proprio nei luoghi ove i due papà aver avuto cotanti genitori. Essi non hanno trascorso la maggior parte della hanno lasciato in eredità ricchezze e loro esistenza, nel lavoro dei campi, nel- denari, non lo potevano fare, hanno già la cura degli animali, nella comune pas- fatto tanto nel riuscire a crescere le risione per la caccia a contatto con una spettive numerose famiglie, ma hanno natura incontaminata. Ed ecco allora l’8 trasmesso tanti valori, quali l’onestà, settembre 2018 l’intera tribù dei discen- l’attaccamento alla famiglia, l’amore denti radunarsi in località “Pra’ Magri” verso Cristo e la chiesa, i valori delle per la scoperta e la benedizione di una persone semplici, i veri valori cristiani. bella croce in marmo di Campofontana Gianni Sartori da parte del collaboratore parrocchiale don Efrem Gobbo, sacerdote tuttofare che ha sempre le parole giuste al momento opportuno, il quale ha messo in risalto la bellezza dell’iniziativa, ha benedetto la croce e si è unito agli immancabili festeggiamenti. Commovente la partecipazione A sinistra Santina e mamma Clara, rispettivamente figlia e della vedova di vedova di Salvatore, a destra Maria Beschin, figlia di Davide.

Canzone per la vita

In occasione della Giornata per la Vita, prevista per domenica 3 febbraio 2019, pubblichiamo questo bel auspicio/poesia, scritto dalla fondatrice del Centro di Aiuto alla Vita, Paola Marozzi Bonzi Io ho un sogno. Vorrei che la Vita diventasse il primo valore in cui credere. Senza la Vita nulla di tutto quanto amiamo e vorremmo trasmettere sarebbe possibile. Vorrei che le donne sperassero, anelassero la maternità. Vorrei che questa non fosse ostacolata da pregiudizi e antichi retaggi. Vorrei che le madri delle madri più giovani accogliessero con amore le figlie gravide di nuove vite. Ho il sogno dell’utopia per cui le nascite fossero vissute come una luce nella propria vita, che si illuminasse il tunnel cosi buio dell’indifferenza, dell’individualismo, dell’egocentrismo. Io sogno tanti bambini che ci accompagnino nel percorso della vita, che le strade della nostra città siano sempre risonanti dell’ilarità serena dei bambini, dei loro giochi, dei loro scherzi. Ho il sogno di poter accogliere in libertà le madri senza tetto, diseredate e disconosciute dalla famiglia. Ho il sogno di non dover dipendere dal denaro per stringere una mano che chiede aiuto per la vita che porta in grembo. Ho il sogno che i bambini tornino a riempire e colorare la nostra società cosi come i piccoli fiori di campo in primavera ci regalano bellezza spontanea. Ho il sogno di non dimenticare mai - e che nessuno dimentichi - il profumo di bimbo di cui la nostra anima è intrisa. Io ho un sogno: che un girotondo di mani allacciate tra loro renda possibile la Vita. Io sogno che la solidarietà si inveri nella nostra intera esistenza.

83a SAGRA delle CASTAGNE

GIUSEPPE BELTRAME, UN SORRISO DAL CIELO

Il sole picchia duro, con temperature quasi sahariane, ma questo non toglie il buon umore al nostro protagonista Giuseppe Beltrame, Bepo Cìo per gli amici, in procinto di compiere 90 anni. Nasce alle Lore, figlio di Giuseppe e Pellegrina Marcazzan. Papà ha fatto la guerra, ma da “imboscato” a Milano come autista e quando torna a casa dà origine ad una famiglia numerosa, nell’ordine Lavinia, Rina, Piero, Ottavio, Giuseppe, Lino e Bruno. I suoi campi consentono di mantenerla in maniera dignitosa. Il piccolo Giuseppe cresce formato dalle fatiche della vita, pascolo con le vacche e le pecore, con la capra sulla quale si sale a cavallo come i cow boy. La scuola la frequenta sulla porta di casa, a Lore, fino alla terza elementare, invece per il certificato di 5^ deve recarsi in Villa in seguito. Poi tanto lavoro nei campi, tanti campi tenuti come giardini, ciliegie e uva da far invidia a tutti. E’ troppo giovane per le armi, ma viene lo stesso chiamato al lavoro coatto dei Tedeschi sotto la Todt in Santa Margherita e a Brenton. Dopo l’8 settembre 1943 tutto diventa più critico. Si scavano gallerie nelle quali nascondersi per sfuggire alle requisizioni, ma rischia di essere internato in Germania e viene provvidenzialmente salvato da un connazionale. Critica la situazione di trovarsi i tedeschi in stalla e i Partigiani sul fienile. Il fratello Pietro viene deportato a Mauthausen e da lì tornerà con la salute minata e morirà poco dopo. Per fortuna tutto finisce, anche la guerra e si torna nei campi con grande entusiasmo. Nutre nel frattempo una grande passione, quella per la caccia alla lepre e la praticherà quasi fino all’ultimo giorno. Proverbiali i suoi segugi per la bravura ed invidiati da tutti. Intanto decide di for-

marsi una famiglia e comincia a guardarsi intorno, all’uscita dai vespri domenicali a Castello e, in seguito ad una scommessa di un litro di vino con un coetaneo, fa breccia nel cuore di Lina Sartori, dai Moccia. Si sposano a Castello nel 1955 da don Giuseppe Dal Molin. La cicogna porta prima i gemelli Pierino e Domenico Mario, che muore dopo

due giorni. Pierino, nato prematuro con parto gemellare, a seguito di meningite, rimane diversamente abile. In famiglia viene seguito con grande sollecitudine ed amore, tanto che la mamma, autentica eroina per abnegazione e dedizione, verrà in seguito definita “Miss per sempre” Poi arriva Mario Lino. E’ un ragazzo vivace e sempre in movimento, che ne combina sempre una ed è la gioia della famiglia. Il ragazzo cresce sotto l’occhio vigile di papà Giuseppe, con la passione della caccia, dei campi, tuttavia preferisce puntare il suo futuro sul settore calzaturiero. Giuseppe continua nei campi, ne acquista di nuovi, lavora

da mattina a sera con passione e competenza, tuttavia il tempo per la caccia lo trova sempre, magari strappando ore al sonno. E’ un po’ il termometro della natura circostante, sa quando cacciare e che cosa cacciare, nel rispetto dell’ambiente e delle specie cacciabili. E’ contento di tutto del sole e della pioggia, mai una parola di imprecazione, uno scatto di impazienza, un momento di depressione. E’ un piacere per il sottoscritto scambiare quattro chiacchiere con lui, visto anche che è anche mio padrino di battesimo. Il figlio Mario cresce, si sposa con Germana e insieme regalano al nonno i nipoti Silvia e Mirco, che costituiscono l’autentica gioia di tutti in casa. Cresciuti, Silvia affianca il papà nel settore calzaturiero, mentre Mirco ha passione per i campi, a fianco del nonno e questo per il nostro protagonista è il paradiso. La salute va benino e continua a guidare la macchina, non si impiccia degli affari degli altri, non ha mai avuto bisogno o cercato avvocati, la sua vita è sempre stata trasparente, nel segno della condivisione e dell’amicizia con tutti. I suoi campi sembrano pettinati e tutta la zona Lore rappresentano il regno dell’agricoltura. Poi un piccolo dispetto non voluto, Giuseppe non ha aspettato a compiere i 90 anni, ha raggiunto il suo creatore una settimana prima, lasciando nell’incredulità e nello sconforto parenti ed amici, però aveva tanta voglia di apparire sul giornale locale, lo aveva espressamente chiesto e noi lo abbiamo accontentato. Lo leggerà sorridendo certamente in paradiso, dove prega per la famiglia e per tutti noi. Ciao sàntulo! Gianni Sartori

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L’ALPONE - DICEMBRE 2018

Mentre questo numero de L’Alpone va in macchina giunge improvvisa la notizia della tragica morte del Maresciallo Marco Brentonego, comandante della stazione dei Carabinieri di San Giovanni Ilarione. Alla famiglia, ai colleghi di lavoro e a tutta l’Arma dei Carabinieri giunga il cordoglio commosso dei cittadini di San Giovanni Ilarione e in particolare di quanti, in questo anno di servizio nel nostro paese, hanno potuto apprezzare la competenza e le doti umane e morali del Maresciallo Brentonego. ANTEAS in collaborazione con l’Amministrazione Comunale propone

LIVIO AVOGARO, RAGIONIERE DEL COMUNE, SALUTA E VA IN PENSIONE Dopo quasi 37 anni di servizio in municipio

SOGGIORNI CLIMATICI 2019 Ischia Porto Hotel 4* dal 14/03 al 31/03, € 529,00 Ischia Lacco Ameno Hotel 4* dal 14/03 al 31/03, € 639,00 Cesenatico Hotel 3* dal 25/05 al 09/06, € 815,00 (base 25 partecipanti) Igea Marina Hotel 3* dal 26/05 al 09/06, € 585,00 (base 40 partecipanti) Igea Marina Hotel 3* dal 22/06 al 06/07, € 585,00 (base 25 partecipanti) Cattolica Hotel 3* dal 16/06 al 30/06, € 705,00 (base 35 partecipanti) Cattolica Hotel 3* dal 29/06 al 13/07, € 855,00 (con piscina, base 35 partecipanti) Milano Marittima Hotel 3* dal 23/06 al 07/07, € 785,00 (base 35 partecipanti) Gatteo Mare Hotel 3* dal 02/06 al 16/06, € 755,00 (base 40 partecipanti, senza pullman) Gatteo Mare Hotel 3* dal 31/08 al 14/09, € 815,00 (base 25 partecipanti) Miramare di Rimini Hotel 3* dal 07/07 al 21/07, € 825,00 (base 25 partecipanti) La quota comprende: Viaggio A/R in pullman GT salvo ove diversmente indicato, sistemazione in camere doppie con servizi privati, trattamento di pensione completa con bevande al pasto (¼ vino, ½ acqua minerale), servizio spiaggia (1 ombrellone e 2 lettini ogni 2 persone), drink all’arrivo del gruppo, festa dell’arrivederci, assicurazioni spese mediche, assistenza alla persona, bagaglio, responsabilità civile e infortuni. Per informazioni rivolgersi alla Sede Anteas di San Giovanni Ilarione negli orari di apertura oppure alla Veneto Viaggi Vacanze 3V 045 951583 / 041 987825 o Sig. Gianni BALDON cell. 388 9487140

Trovarsi al capolinea dell’età lavorativa ci induce a vivere intense emozioni e ci porta a compiere un bilancio della propria esistenza. La mia storia come dipendente del comune di San Giovanni Ilarione è durata quasi 37 anni in cui, con orgoglio e fierezza, dico di avere fatto del mio meglio dedicando ogni sforzo possibile nell’assolvimento dei miei compiti, grazie anche al rapporto di collaborazione che si è instaurato da subito con i rappresentanti di tutte le Istituzioni e, attraverso di essi, con l’intera comunità. Porto con me tanti ricordi, oltre alle vicissitudini personali e alle fasi della mia carriera, raggiunte con sacrifici ed entusiasmo, non posso che esaltare i rapporti personali e professionali, improntati sulla reciproca stima e correttezza, avuti con l’attuale Amministrazione Marcazzan, con l’Amministrazione Cavazza di ieri, quella Vandin dell’altro ieri nonché quelle succedutesi di Dal Cero, dell’altro ieri ancora. Le mie funzioni di responsabile delle aree Economico-finanziaria, segreteria, personale, servizi sociali e demografica, imponevano un confronto diretto, quasi quotidiano con gli amministratori per raggiungere tutti quegli obiettivi improntati nell’esclusivo “bene comune”. Un ricordo particolare è dedicato a tutti i segretari comunali che ho avuto il piacere di conoscere e con cui ho avuto la fortuna di lavorare, in primis il dott. Bruno Salvatore. Un saluto è riservato ai colleghi di lavoro in servizio ed a quelli che sono in pensione. Indistintamente posso dire di avere avuto da loro tanto, ed ognuno di loro ha lasciato in me la sua impronta. Abbiamo percorso insieme sentieri non sempre agevoli, anzi tante volte accidentati, ma siamo sempre riusciti a raggiungere le mete programmate. Nell’allegra atmosfera del pensionamento, si cela però un velo di malinconia per la conclusione di una fase di vita vissuta nel palazzo municipale e l’inizio dell’età anziana. Non per nulla convenzionalmente si fa coincidere l’età anziana con l’inizio del pensionamento. Per me, la parola fine, oggi diventa espressione di una sensazione di

“perdita” di un rilevante segmento della mia persona: l’essere dipendente comunale. Il lavoro è una fonte di rapporti interpersonali che costituiscono una rete sociale che dà sicurezza e protegge dall’isolamento. Il lavoro regola il ritmo della giornata e dà significato alle feste e alle vacanze, che perdono gran parte della loro attrattività quando diventano la norma. Ora mi rendo conto che devo affrontare una nuova vita, prendere la strada per una destinazione diversa che mi porta ad affrontare un cambiamento radicale della quotidianità, senza scadenze, senza orari, in piena libertà diventando un’occasione preziosa da sfruttare, per prendersi cura di se stessi, per mettere in atto progetti ed anche osare quello che prima il proprio ruolo non permetteva. Era il 7 gennaio 1982 quando presi il servizio occupandomi, oltre della ragioneria, del personale e dei tributi. Ho vissuto la trasformazione dall’era della carta carbone al mondo digitale. All’epoca, non avevamo i computers, si faceva tutto a mano, i bilanci venivano dapprima scritti a matita e solo dopo quadratura trascritti in penna o dattiloscritti come pure i mandati e le reversali, tutto trascritto a mastro, rigorosamente manuale, senza parlare poi delle bollette dell’acqua, dei rifiuti, delle

Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutta la clientela! Via Alpone 13/1, San Giovanni Ilarione - Vr Tel. 045 6550618

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lampade votive, delle tasse sui cani da affezione e quant’altro che, non avendo fotocopiatrici, per averne copia, si compilavano con la carta carbone.,. Ho visto poi il primo computer collegato al server le cui dimensioni, rapportate alla tecnologia odierna, risultava di dimensioni enormi e così via, da una trasformazione ad un’altra fino ad arrivare ai portali digitali, alle mails ed alle pec dell’odierno. Checché se ne dica però, normativamente il lavoro è decuplicato: ora parliamo di DUP, di bilanci armonizzati, di contabilità economico-patrimoniale, di bilanci consolidati, di note integrative, di BDAP, di pareggio di bilancio, di pago PA ecc. Arrivati ad un certo punto, le trasformazioni gravano enormemente su chi ha vissuto fasi diverse di lavoro e pertanto, ben vengano le forze lavorative giovani, piene di vita e di iniziative, pronte a rispondere alle novità. Orgoglioso di avere contribuito a scrivere un pezzo di storia del comune di San Giovanni Ilarione, rivolgo ai cittadini che ho avuto il piacere di conoscere e collaborare, i più sentiti ringraziamenti per avermi fatto sentire stimato e gratificato, augurando di raggiungere sempre più avanzati obiettivi di sviluppo ed efficienza. Livio Avogaro


L’ALPONE - DICEMBRE 2018

L’ABBRACCIO DI PAPA FRANCESCO!

Suor Maristella Beltrame ha festeggiato in maniera davvero speciale i suoi 50 anni di professione religiosa Suor Maristella Beltrame, Apostola del Sacro Cuore di Gesù, ha festeggiato i suoi 50 anni di Professione Religiosa, in compagnia di Papa Francesco. “Ero emozionatissima, non sapevo come comportarmi ed osservavo le persone davanti a me nell’intento di capire come e cosa fare. Guardie Svizzere, a destra ed a sinistra, controllavano ogni movimento ed il mio cuore batteva sempre più forte. Arrivato il mio turno Gli parlai, Gli raccomandai le persone care, gli amici… Gli chiesi di benedirci tutti tramite la mia presenza. Lui mi guardava, sorrideva ed annuiva. Poi Gli chiesi se potevo abbracciarlo. Lui, a mia sorpresa, allargò le braccia con infinita tenerezza. Lo baciai sulla guancia, a destra ed a sinistra, sussurrandogli all’orecchio “grazie, grazie Santità”. Ora qui mi chiamano la suora del Papa, perché mai nessuna era riuscita a trattenere il Papa così. Ringrazio di cuore la Proloco di San Giovanni Ilarione per avermi dato la possibilità di rendere pubblico questo momento magico, tanto importante ed indimenticabile della mia vita ed invoco su tutti grazie e benedizioni.” Città del Vaticano, 6 settembre 2018. Suor Maristella Beltrame

BEATIFICAZIONE DI MADRE CLELIA MERLONI Il 3 novembre 2018 alle ore 11 nella Basilica di San Giovanni in Laterano-Roma- si è svolta la S. Messa di Beatificazione di Madre Clelia Merloni madre fondatrice dell’Ordine Apostole del Sacro Cuore di Gesù, quali erano le suore della nostra scuola Materna. La gioia di poter rivedere, salutare e abbracciare alcune suore che hanno prestato servizio da noi è stato il culmine della mattinata. Come famiglie consacrate al Sacro Cuore di Gesù, ci sembrava doveroso essere presenti per ringraziarle del cammino fatto insieme. Un saluto a tutte le suore ,vi portiamo sempre nel nostro cuore! Igino Corradini

DINOSAURO CIRO: FINALMENTE GIUSTIZIA!

Sono lontani oramai gli anni della scoperta di Ciro, il cucciolo di dinosauro portato alla luce e alla conoscenza del mondo da parte del nostro concittadino Giovanni Todesco, una persona tutto fare, dagli interessi poliedrici, dall’impegno indefesso e continuo. A suo tempo l’Amministrazione comunale, intuendo la geniale scoperta, gli aveva dedicato una pergamena con le parole di Gianni Sartori “…Al genio infaticabile ed acuto, che qual novello Ulisse, alla luce riportò testimonianza viva d’antichi tempi, su cui l’oblio stendeva le atre sue ali…” Sembrava aprirsi il percorso della notorietà e della gloria, che in parte si è verificata, ma che in parallelo ha dato inizio ad un contenzioso legale contro lo scopritore, considerato alla stregua di un “tombarolo giurassico”. Sono stati momenti inquietanti e di apprensione, nei quali a qualche zelante funzionario premeva più la farisaica legalità che l’importanza della scoperta, forse si voleva togliere il merito al fortunato scopritore. Poi, per fortuna, arriva l’assoluzione dall’accusa e la definizione per Giovanni Todesco di essere “un benemerito della scienza” e da allora Ciro, il grazioso nome affiancato a quello ufficiale di Scipionix Samniticus, un esserino lungo una spanna, ma che racchiude i segreti di 110 milioni di anni, è conosciuto in tutto il mondo. E da allora per lo scopritore conferenze a non finire, inviti da parte delle scolaresche per spiegare la paleontologia e i

suoi segreti, apparizioni in TV nazionale nei programmi di Giancarlo Magalli e del compianto Fabrizio Frizzi. Una passerella di notorietà per il nostro paese, una esposizione in vetrina delle nostre bellezze, delle nostre capacità operative, della nostra cultura e delle nostre tradizioni. Sorpresa nella sorpresa, il direttore del Paleolab di Pietraroja, struttura museale sorta sul mito di Ciro ove il medesimo è stato scoperto ed il Sindaco hanno espressamente voluto incontrare ai primi di ottobre u.s e ringraziare Giovanni Todesco, che ha impresso il proprio nome nella storia e nella scienza. Ora si dovranno riscrivere i libri di

paleontologia, riportanti il nome dello scopritore, grazie proprio a Ciro, definito la scoperta del XX secolo. Grazie alla popolarità di Ciro è sorto a Pietraroja, paese appunto della scoperta del fossile, l’ente paleontologico destinato a diventare polo scientifico in collaborazione con le più prestigiose università del mondo per gli scavi in loco, per il gemellaggio e la collaborazione con gli altri siti paleontologici italiani, in particolare con la realtà di Bolca. Con il Paleolab il nostro illustre concittadino sarà chiamato in futuro a collaborare in veste di esperto. Veramente una gradita sorpresa per il papà di Ciro, un papà con un figlio di 110 mi-

lioni di anni e con ancora tanti segreti da rivelare. Reduce da innumerevoli conferenze e partecipazioni alla TV, Giovanni Todesco rimane sempre persona umile ed attenta, misurata ed allo stesso tempo acuta. La grande scoperta è motivo di profondo orgoglio, ma non gli ha stravolto la vita, è rimasto e rimane sempre lo stesso, attaccato alla famiglia e al proprio paese, anche se è felice di aver dato il proprio decisivo contributo alla scienza per compiere un grande passo nel campo della paleontologia. Una domanda, tuttavia, gliela poniamo ed alla quale non si sottrae: -Che cosa si prova ad essere il papà di Ciro, un figlio fuori dal matrimonio e di ben 110 milioni di anni? - E’ una sensazione unica ed intensa. Il corpo di “Scipionix Samniticus”, questo è il nome scientifico di Ciro, è come un’enciclopedia mummificata. Al suo interno ci sono i resti degli ultimi pasti consumati, con relativi batteri presenti. É una soddisfazione pregnante, intima per la scoperta, ma la soddisfazione maggiore è quella di aver contribuito a mettere a disposizione della scienza universale una scoperta di questa portata!” Mentre parla, gli occhi luccicano, come il piccolo esploratore che affronta l’immensità del passato e i misteri della vita e noi auguriamo sempre maggiori soddisfazioni per lui e per l’intero paese. Gianni Sartori

Davide 335 121 93 94 - Domenico 335 121 93 87

Via Verona, Caldiero (di fonte a Gonzato Calzature) di Ciman Nicola

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L’ALPONE - DICEMBRE 2018

L ’ A M M I N I S T R A UNA ROTATORIA IN ZONA PRODUTTIVA

La viabilità dalla zona Boarie sino all’ingresso verso il centro a sud del capoluogo presenta diverse criticità con particolare riguardo l’entrata e uscita dalla zona industriale/produttiva che con la presenza di diverse attività commerciali ha un importante numero di veicoli circolanti. Per questo motivo l’Amministrazione ha partecipato ad un bando della Provincia di Verona che finanzia il 50% della spesa sostenuta per il miglioramento della sicurezza stradale su incroci con le strade provinciali. L’importo complessivo dell’intervento proposto è di

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360.000 euro e la Provincia ci ha comunicato in data 19.09.2018 la finaziabilità del progetto con un contributo di 180.000 euro (terzo contributo più alto della Provincia di Verona). Abbiamo quindi già in corso un primo lavoro di progettazione di massima che stiamo realizzando con la collaborazione dei tecnici della Provincia che con l’occasione ringraziamo per l’attenzione prestataci assieme all’allora presidente Antonio Pastorello, il vice Caldana e il consiglio tutto. Una volta che ci sarà una sintonia tecnica e di fattibilità potremmo condividere il progetto.

IMPORTANTE INCARICO PER ANDREA ALLEGRI Lo scorso 24 settembre l’assemblea dei Sindaci ha nominato Allegri Andrea quale consigliere presso il nuovo Consiglio di amministrazione del Consorzio di Verona 2 del Quadrilatero. Tale ente che rappresenta oltre al nostro comune altre 45 amministrazioni comunali si occupa di programmare la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, controlla la qualità e la quantità di rifiuti che vengono conferiti negli impianti e verifica la funzionalità delle discariche e degli impianti di smaltimento.

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Le NASCITE a S. Giov. Ilarione

Dall’ultimo rapporto annuale pubblicato dall’Istat su denatalità e invecchiamento della popolazione attiva, risulta un quadro piuttosto preoccupante: nel 2017 il minimo storico delle nascite è stato nuovamente superato al ribasso. E continua dicendo che il 2018 è iniziato nello stesso modo in cui si era concluso il 2017, cioè male. E’ molto probabile che il fenomeno della denatalità non sia destinato ad esaurirsi presto: dagli approfondimenti dell’Istat risulta che con tutta probabilità il fondo non è stato ancora toccato. Esperti, sociologi, giornalisti non smettono di metterci in guardia affermando che la denatalità non è un problema, ma è il problema e avrà ripercussioni sociali ed economiche in ogni ambito del paese. Anche l’andamento delle nascite del nostro comune, purtroppo, non si sottrae a questo inverno demografico. I dati non mentono: 32 nati nel 2017, in netto calo rispetto al 2016 (45 nati) e agli anni precedenti. Pertanto anche all’interno della nostra amministrazione stiamo condividendo alcune riflessioni in merito a questa situazione e alle eventuali decisioni che, inevitabilmente, dovranno essere prese in futuro in particolare relativamente alla gestione dei plessi scolastici. Alla luce di quanto sopra nasce spontanea e legittima la domanda: per quanto tempo ancora sarà sostenibile mantenere gli attuali 3 plessi scolastici? Le proiezioni parlano chiaro: entro 6 - 7 anni, se si mantiene il trend attuale con una forte richiesta del tempo pieno a Castello, la primaria “A. Stefani” e la secondaria “M. Marcazzan” avranno un totale di 11 classi. Da non sottovalutare, inoltre, il fatto che due plessi sono piuttosto datati e richiederanno, inevitabilmente, importanti costi per lavori di manutenzione e adeguamenti che le nuove normative di anno in anno richiedono.

LA PAROLA ALLA MINORANZA

PER LA RINASCITA DEL TUO PAESE / LEGA NORD - CONCRETIZZIAMO

PROPOSTA ALL’AMMINISTRAZIONE

SERVIZIO PER I CITTADINI CONTRO LA FUGA DEI MEDICI DI BASE

Considerata la situazione che si è venuta a creare in seguito alla fuga dei medici di base, Dott.ssa Peron e Dott. Ambrosini che si sono trasferiti con gli ambulatori rispettivamente a Roncà e a Bolca creando un notevole disagio per i nostri cittadini, abbiamo presentato al Consiglio Comunale in data 21 novembre 2018 una mozione proponendo una soluzione che garantisca un servizio in attesa della nomina di un nuovo medico di base. Alleghiamo di seguito il testo: Al Sindaco del Comune di San Giovanni Ilarione Ai Consiglieri Comunali OGGETTO: Mozione ai sensi art.43 del D.L. 267/2000 e art.13 del vigente Statuto Comunale e del Regolamento del Consiglio Comunale RIFERIMENTO: Proposta su problematiche Medici di base I sottoscritti Consiglieri Comunali Nadia Bevilacqua e Lorenzo Gecchele, del Gruppo Consigliare “Per la Rinascita del tuo Paese“ - Davide Giovanni Creasi e Marco Beltrame del Gruppo Consigliare “Lega Nord – Concretizziamo“ espongono al Consiglio Comunale la

presente Mozione, secondo quanto di seguito specificato: VISTE le insistenti richieste di numerosissimi cittadini di San Giovanni Ilarione e l’articolo del giornale l’Arena del 23 ottobre 2018 in cui si annunciava la “fuga“ di due medici di base dal territorio: • La Dott.ssa Silvia Peron trasferita nel mese di maggio 2018 a Roncà • Il Dott. Franco Maria Ambrosini tra-

PRESO ATTO della necessità urgente di provvedere ad una soluzione alternativa, seppur temporanea. PROPONGONO che la Giunta Comunale e in particolare l’assessore preposto si attivi e prenda in considerazione, fino alla determinazione del problema, la nostra proposta di organizzare almeno un giorno alla settimana il servizio per Roncà e un giorno per Bolca, del pulmino in uso al Comune per i sevizi sociali e i disabili, trasportando i cittadini bisognosi che ne fanno richiesta, presso i succitati ambulatori, onde garantire a questi l’assistenza medica di cui hanno bisogno. Certi di buona accoglienza della presente e sicuri della sensibilità dell’ammini strazione verso le persone più deboli, in uno spirito di serena collaborazione, sferito i primi di novembre 2018 a Bolca attendono sollecito e fattivo intervento. di Vestenanova. Ritenendo che l’argomento offra un valido servizio alla collettività, chiedono RILEVATA la situazione di precarietà in inoltre che lo stesso venga inserito e cui si trovano tantissimi nostri anziani e discusso nel prossimo Consiglio Comumolte persone in difficoltà a raggiunge- nale. re gli ambulatori dislocati nei sopraindicati Paesi. Nadia Bevilacqua Lorenzo Gecchele CONSIDERATO che non esistono temMarco Beltrame pi certi per la soluzione del problema Davide Giovanni Creasi

COGLIAMO L’OCCASIONE PER AUGURARE A TUTTI BUONE FESTE! 6


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AVVICENDAMENTI IN GIUNTA COMUNALE A seguito delle dimissioni di Stefania Cambiolo a Settembre (dimissioni per motivi personali e di lavoro) e di Andrea Cavazza (dimissionario in aperto contrasto con il sottoscritto Sindaco), sono subentrati in Consiglio Comunale Silvano Beschin e Marco Fusa (Fusa entra dopo la rinuncia di Andrea Allegri già nuovo componente del consiglio di amministrazione del Consorzio VR2 del Quadrilatero e in quanto tale incompatibile con il ruolo di consigliere comunale). Ho proceduto quindi a nominare due nuovi assessori nelle figure di Alberto Rossetto e Marco Fusa che seguiranno rispettivamente l’agricoltura e il marketing territoriale l’uno, la digitalizzazione e le politiche giovanili l’altro. Ho inoltre investito del ruolo di consigliere delegato Manuela Rossi che seguirà il Bilancio, tributi e finanza. A chi ci ha lasciato va il mio ringraziamento per quanto fatto e un augurio di buon lavoro per i nuovi incaricati.

30 POSTI PROFUGHI / RICHIEDENTI ASILO DESTINATI A SAN GIOVANNI ILARIONE Con lettera della Prefettura datata 15 ottobre 2018, ci è stato comunicato che NON SI PROCEDERA’ all’attivazione del Centro di Accoglienza Straordinario (cosiddetto CAS). Per cui a San Giovanni Ilarione non sono più previsti in arrivo RICHIEDENTI/PROFUGHI. Credo che il risultato sia pervenuto soprattutto per il lavoro di dialogo

costante e nel rispetto dei ruoli con il dott. Sidoti (Vice Prefetto Vicario), il dott. Giona (presidente della Coop. San Francesco assegnataria dei 30 posti), le forze dell’ordine. Non ci importa se qualcuno pensa che sia merito di Salvini: all’Amministrazione non interessa darsi meriti ma raggiungere risultati concreti PER I PROPRI CITTADINI e questo è uno.

QUESTIONE MEDICI DI BASE Purtroppo a 6 mesi dalla scelta della dottoressa Peron dobbiamo registrare che anche il dottor Ambrosini ha deciso di aprire l’ambulatorio solo in comune di Vestenanova abbandonando quello di San Giovanni Ilarione. Come già scritto la legge gli permette di fare questo in quanto stabilisce che il medico può fare l’ambulatorio in uno qualsiasi dei comuni del distretto sanitario (Monteforte d’Alpone , Roncà, Montecchia di Cr., San Giov. Il. e Vestenanova) e che su questa scelta il Sindaco e l’Amministrazione Comunale non hanno nessuna competenza specifica purtroppo. Comunque il dialogo con la dirigenza dell’Ulss 9 Scaligera e le varie sollecitazioni provenienti dagli

utenti hanno reso consapevole la stessa Ulss del grave disagio per San Giovanni Ilarione. Da qui l’Ulss 9 ha quindi proposto alla regione Veneto, che ha accettato, l’inserimento di un nuovo medico di medicina generale a tempo indeterminato con obbligo di apertura dell’ambulatorio a San Giovanni Ilarione. Il bando (per oltre 70 medici in tutto il Veneto) è con scadenza 21 novembre. Come Amministrazione ci auguriamo che vi sia disponibilità per un medico di venire nel nostro paese e faremo in modo che possa insediarsi nel migliore dei modi ribadendo la piena disponibilità a garantirgli, se vorrà, la sede ex guardia medica in comune a titolo gratuito.

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NOTIZIE IN BREVE:

UNIVERSITÀ DEL TEMPO LIBERO Conclusasi a maggio con una cena allegra e conviviale, siamo ripartiti ad ottobre con il nuovo anno accademico , che vede la collaborazione con l’associazione ANTEAS . La giornata di apertura ha ospitato Otello Perazzoli che ci ha intrattenuti con una sana e allegra nostalgia dei tempi passati. Abbiamo poi proseguito con incontri di vario genere, dalla dottoressa Zorzi, cardiologa, che ci ha parlato di aritmie, alla psicologa Consorte, che ha trattato il tema della violenza intrafamiliare, non è mancata poi la musica e la gita che quest’anno ci ha portati a Soave, alla scoperta del suo castello e del borgo. Quindi non ci resta che invitarvi ad essere sempre presenti per non perdere importanti ed interessanti appuntamenti.

VARIANTI VERDI Da molti anni l’Amministrazione riceve da parte di cittadini richieste volte alla rimozione di destinazione edificabile di alcune aree considerate marginali e prive di interesse edificatorio per gli stessi. Ciò è stato normato dalla regione Veneto con legge regionale n. 4 del 2015 che ne prevede modalità applicative e limiti. E’ pubblicato, quindi, un avviso per chi vi avesse interesse per la presentazione delle apposite richieste. Ci impegniamo come Amministrazione ad effettuare un primo passo in tale direzione sempre nel rispetto dei limiti di bilancio. L’avviso è pubblicato anche sul sito del comune: www. comune.sangiovanniilarione.vr.it BIBLIOTECA E NON SOLO Circa un anno fa, un folto gruppo di studenti universitari ha voluto incontrarci per condividere un’idea, creare una sala studio che permettesse loro di studiare in paese senza dover spostarsi a San Bonifacio o addirittura a Verona. A gennaio questa idea è divenuta realtà e dà la possibilità ai ragazzi di avere un luogo per studiare agevolmente, tanto che sparsa la voce, ora abbiamo utenti dei paesi limitrofi e non solo, che la frequentano. Altra novità in ambito biblioteca è il suo nuovo look, grazie al lavoro di gentili volontari e al generoso contributo economico datoci dall’associazione AVIS abbiamo cercato di creare un ambiente più luminoso e confortevole. Ma i lavori non sono ultimati, abbiamo in cantiere altre novità che ora non anticipiamo. STORIE PAUROSE PER RAGAZZI CORAGGIOSI In una uggiosa sera di ottobre , la nostra biblioteca si è trasformata in un luogo buio e misterioso, popolata da spettri e streghe . Un ardito gruppo di ragazzi ha coraggiosamente trascorso una serata di racconti fantastici e spaventosi, dove non son mancate grida e risate. L’evento è stato organizzato dall’assessorato alla cultura con la preziosa collaborazione dell’associazione Cartabianca.

il corso base di informatica e pc che si tiene in orario serale presso la sala civica Bonafin. Il corso è studiato per i neofiti di tutte le età ma punta l’attenzione alle fasce di età medio alte. Le attività proposte mirano all’apprendimento della gestione delle risorse del proprio pc, l’elaborazione e l’archiviazione dei dati nonché l’uso della rete internet e della posta elettronica. Il corso mette a disposizione a tutti i partecipanti un pc , con l’ausilio da parte del docente di un video proiettore per illustrare le attività. INCONTRI INFORMATIVI Il 16 settembre, in una sala civica Rumor affollata, abbiamo realizzato in collaborazione con ANTEAS un interessante incontro che ha visto come tema “la prevenzione contro il papilloma virus”, argomento molto attuale è poco conosciuto, accuratamente esposto dal dottor Romagnoli e dalla dottoressa Visconti che ringraziamo ancora per la disponibilità e chiarezza nel presentare la serata. Il 26 ottobre sempre presso la nostra sala civica Rumor, abbiamo avuto un altro importante incontro, in collaborazione col nostro istituto comprensivo, ospite il professor Frigotto che ha presentato il suo libro “pericolo smartphone”. Il libro, scritto con un linguaggio semplice e fruibile per tutti, tratta il difficile ed attuale tema dell’uso e abuso delle nuove tecnologie, problema dilagante tra i nostri ragazzi. NUOVA CASERMA DEI VIGILI DEL FUOCO PER L’EST VERONESE E’ stato inaugurato il 18 Settembre il nuovo distaccamento dei Vigili del Fuoco con sede a Caldiero. Conta all’attivo 28 operatori h24 ed è pensato per avvicinare questo importante servizio alle zone dell’est veronese che erano precedentemente servite dalle caserme di Legnago e/o Verona sud. Il tutto è stato reso possibile dalla collaborazione fra i comuni che hanno individuato e preso in affitto a loro carico la nuova sede dei VV.FF. Un bell’esempio di come collaborando si ottengono risultati.

VIOLENZA SULLE DONNE: INAUGURATA LA CASA-RIFUGIO DELL’EST VERONESE Da oggi il nostro territorio ha uno strumento in più per combattere la piaga della violenza sulle donne. E’ stata infatti presentata ufficialmente e inaugurata ai primi di Ottobre la nuova casa-rifugio destinata ad accogliere le donne vittime di violenza e i loro figli. La casa-rifugio è un progetto co-finanziato dalla Regione e che ha riunito tutte le Amministrazioni comunali dell’est veronese, compreso San Giovanni Ilarione con il suo vicesindaco Nadia Lovato che ne ha seguito l’iter.

CORSI A gennaio hanno preso il via le lezioni di inglese presso la saletta attigua l’ufficio anagrafe, grazie all’interesse della Pro-loco in collaborazione con “English Experience”. Sempre in ambito corsi, a ottobre è iniziato

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L’ALPONE - DICEMBRE 2018

IL SALUTO DI STEFANIA CAMBIOLO Colgo l’occasione per salutare e ringraziare pubblicamente tutti i lettori a seguito della mia decisione di chiudere con l’impegnativa ma sicuramente positiva esperienza politica. Non è stato facile per me prendere questa decisione, ma nella vita a volte risulta necessario per noi stessi e per i nostri cari dover rinunciare a qualcosa. Non rimpiango niente, sarò sempre riconoscente al sindaco Marcazzan Luciano per avermi scelta e altrettanto grata ai cittadini di San Giovanni Ilarione per avermi votata. Ho voluto provarci visto il risultato ottenuto alle elezioni, ma già

sapevo delle difficoltà che avrei incontrato…nonostante ciò posso dire che per lo meno non avrò alcun rimpianto! Con la comprensione di un buon padre di famiglia il sindaco ha accettato subito le mie ragioni, senza farmi pressioni o caricarmi di sensi di colpa: infinitamente grazie Luciano! Questa esperienza politica mi ha insegnato tanto, sia a livello umano sia a livello professionale; ho avuto grandi soddisfazioni e sono orgogliosa di far parte di questo bel gruppo, io mi sentirò sempre parte di PAESE VIVO! Stefania Cambiolo

Domenica25 Novembre 2018

VIRGO FIDELIS

La Sezione Carabinieri della A.N.C., ha festeggiato la Patrona dell’Arma dei Carabinieri, la “Virgo Fidelis” e il 77° della Battaglia di Culqualber (nell’Africa M.O.). Superba partecipazione di Soci, Benemerite e Volontari, in perfetta divisa istituzionale, capeggiati dal Presidente C.re Mario Rossetto, con l’onore di avere ospiti il Sindaco Luciano Marcazzan e la sua Giunta, il Comandante della locale Stazione Carabinieri maresciallo Marco Brentonego e altre personalità illustri del paese, senza contare il numerosissimo pubblico che ha applaudito le varie cadenze. Bravissimo il Coro dei Soci, distintosi nell’animazione della Santa Messa. Un cordiale saluto a tutti i lettori dell’Alpone. Il Presidente C.re Mario Rossetto.

NOZZE DI DIAMANTE

Rosa Salgaro Vaccaro e Luigi Confente, ultima coppia residente alla Scaglia di Cattignano, festeggia i 60 anni di matrimonio, attorniati dai figli e nipoti. Si sono sposati nel lontano 14 febbraio 1958 sempre a Cattignano. Sono stati 60 anni di amore profondo e di lavoro onesto, con gli immancabili problemi e preoccupazioni, che hanno consolidato il loro rapporto di coppia. Eccoli sorridere felici davanti alle mitiche candeline, contenti della loro vita, esempio per le giovani coppie di sposi. Auguri!!! Gianni Sartori

16 SETTEMBRE 2018: UN INCONTRO INCREDIBILE!

Luigi Coffele racconta come ha “scoperto” l’autore del monumento in legno di don Bosco, conservato nella parrocchiale di Castello Era una domenica pomeriggio del mese di settembre 2018. Bella, come sa essere bella una giornata settembrina, in montagna. Era da qualche tempo che pensavo di fare una camminata lungo i dolci pendii della Valle Gardena e precisamente ad Ortisei, famosa nel mondo intero per la maestria degli artigiani che da sempre coltivano con passione e con professionalità assoluta l’arte della scultura del legno, ricavandone oggetti d’arte, ricchi di spiritualità trascendente. Ho deciso di fare una visita a quei luoghi, con la segreta intenzione di andare a scoprire almeno “i discendenti” di un famoso scultore, del quale in realtà conoscevo solo il nome. Non pensavo certo che potesse essere ancora tra noi, visto che l’unica sua opera di cui avevo conoscenza, era un preziosissimo monumento dedicato a don Bosco: una scultura imponente, classica, raffigurante don Bosco circondato da tre ragazzini. Si stima che tale gruppo, scolpito con maestria grande ad Ortisei, sia stato realizzato una ottantina di anni fa, su commissione dell’allora direttore dell’Istituto don Bosco di Verona. Infatti per tanti anni, l’opera ha impreziosito l’ingresso dell’Istituto scaligero, fino a quando nel ridisegnare gli accessi, negli anni ‘70, l’architetto ha trovato fosse “troppo ingombrante” e quindi non adatta al nuovo disegno dell’atrio. Fu così che, grazie all’iniziativa di un illustre exallievo salesiano, il sig. Gelindo Coffele, coadiuvato dall’allora parroco don Antonio Zanella, dal sacrista Federico (Rico) Agresti e da Pio Panarotto, nel 1975 il monumento arrivò a Castello. Si è giunti ad individuare l’autore attraverso un’attenta “lettura” dell’opera. Sul lato destro del piedestallo che regge il gruppo scultoreo è riportata infatti, ancora ben leggibile, la scritta in color oro: Giuseppe Rifesser jun. Ortisei (Bolzano). Le iniziali “GR” compaiono anche sulla fibbia dei pantaloni di uno dei ragazzini che attorniano il santo, forse (pensiamo noi) nell’intento di identificarsi come l’allievo prediletto di don Bosco. Ed eccoci quindi ad Ortisei, una tiepida domenica settembrina, alla ricerca del “laboratorio dell’illustre artista”. Ad ogni giro di strada ci si imbatte in un laboratorio di sculture. Inoltre, a quest’ora della domenica, non si incontra anima viva: come trovare qualcuno del luogo a cui chiedere informazioni? Per prima

incontro una signora anziana che mi rassicura sul fatto che lo scultore Giuseppe Rifesser è ancora vivo. “Incredibile – dico io – deve avere almeno 100 anni.” La signora mi risponde sicura: “Ha più di 90 anni!” Poco più avanti un altro signore, che sostiene di aver avuto il Rifesser come suo padrino di cresima, mi indica il laboratorio e, un centinaio di metri più avanti, l’abitazione in cui vive l’insigne scultore. Ed eccolo, l’arzillo Giuseppe (Pepi) Rifesser, junior, scultore, 98 anni suonati, figlio di Giuseppe Rifesser, disegnatore (ci tiene a sottolineare la qualifica professionale del padre, il quale non era “scultore” ma un ottimo disegnatore), e nipote di Giuseppe Rifesser, senior, scultore. Una vera e propria dinastia di artisti di altissimo livello nell’arte del legno scolpito. Ne ha fatta di strada quel ragazzino ritratto nel monumento di don Bosco: ci sono opere sue in tutto il mondo, numerose conservate nei più insigni e importanti musei. Poco conosciuto in Italia, molto apprezzato dalle sue parti, ed in Germania, dove è conosciuto come il “Michelangelo degli scultori”, per la sua capacità di “vedere” l’opera all’interno del tronco, prima ancora di impugnare l’ascia, e per la maestria delle sue “mani d’oro”. L’incontro, testimoniato da alcune fotografie, è stato corredato da una promessa che cercheremo di onorare in un prossimo futuro: che sarei ritornato a trovarlo, magari in compagnia del Presidente degli Exallievi di San Giovanni Ilarione, e con altri amici di don Bosco. Luigi Coffele

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L’ALPONE - DICEMBRE 2018

San Giovanni Ilarione e Vestenanova Con gioia ed emozione il giorno 09 settembre 2018 a San Giovanni Ilarione si è svolta la Festa del Donatore che quest’anno ha avuto una doppia valenza. Oltre che per festeggiare i quasi 600 donatori dell’Associazione Avis di San Giovanni Ilarione e Vestenanova per l’opera di alto valore civico e morale che svolgono quando si recano al Centro Trasfusionale per compiere il loro encomiabile gesto verso gli ammalati, si è celebrato un importante traguardo: i nostri primi 50 anni di associazione. Sottolineo nostri, perché lo spirito che anima e accomuna tutti i donatori dell’alta Valdalpone è lo stesso di sempre, da quel fatidico 29 febbraio 1968 quando quei primi pionieri fondarono la nostra sezione presieduta dall’allora Presidente Francesco Confente. …fu quello spirito di altruismo e generosità trasmesso dai dirigenti e dai molti avisini che si sono susseguiti nell’arco di questo mezzo secolo, che ci ha permesso di giungere a questo importante traguardo. Il lavoro di sensibilizzazione che l’Avis porta avanti è anche un percorso culturale verso l’educazione a un sano e corretto stile di vita e va indirizzato principalmente verso i giovani. Chi dona il sangue migliora anche la qualità della propria esistenza. Perché essere donatori di sangue, induce a una disciplina nei controlli sanitari e a condurre una vita sana, ma anche perché è un gesto che fa “sentire migliori”.(dal discorso della Presidente Tecla Simoncello). Sull’onda emotiva di un così importante anniversario, si è voluto ancora una volta rimarcare il grande bisogno di sangue. La nostra Avis Comunale, anche se continua a mantenersi sui livelli consueti, stenta ad aumentare i donatori e di conseguenza le donazioni. I nuovi giovani donatori che entrano, a fatica compensano coloro che per vari motivi devono lasciare. Per questo, ogni donatore dovrebbe farsi carico dell’impegno per cercare di portarne di nuovi al Centro Trasfusionale ed essere maggiormente costanti nelle donazioni. Al termine della Santa Messa, celebrata da Don Maurizio che ha avuto delle bellissime parole verso la donazione de sangue e verso i Donatori, si sono svolte le premiazioni dei donatori benemeriti. Per rendere ancora più significativo questo importante anniversario, sono stati donati due defibrillatori. Uno sarà posizionato presso la Scuola Materna di San Giovanni Ilarione, l’altro verrà installato davanti a Municipio di Vestenanova. Ora i DAE donati dall’Avis sono quattro. Gli altri due sono stati dati allo sport di San Giovanni Ilarione e di Vestenanova nel 2012. Infine, come da buona usanza e tradizione, la festa si è conclusa con il pranzo sociale presso il Ristorante Zoccante. Ecco i donatori premiati: Distintivo in rame per 8 donazioni Belgi Antonella, Beltrame Martina, Bevilacqua Damiano, Cambiolo Elia, Camera Carlo, Ciman Luisa, Confente Giuseppe, Dal Fitto Sandro, Disconzi Christian, Filipozzi Demis, Gaiga Loretta, Gambaretto Andrea, Gazzo Giuseppina, Lovatin Fabio, Mainente Loredana, Marcazzan Elena, Marcazzan Renata, Panato Thomas Luca, Pandian Anna, Rigoni Alessio, Rossetto Marco, Rugolotto Matteo, Saccanelli Maria, Signorin Sira, Siviero Simone, Sgaggio Serena. Distintivo in argento per 16 donazioni Anselmi Giuseppe, Beschin Silvano, Camponogara Valentino, Cavazza Sergio, Cavazzola Sarah, Ceccon Antonio,

Costantini Rosa Pia, Cracco Cristian, Dal Fitto Moira, Di Franco Mathieu, Fedeli Anna, Filipozzi Giuseppe, Fracasso Massimina R., Mainente Adamo, Marcazzan Alessio, Marchi Dario, Menghin Enrico, Nardi Luca, Panarotto Adriano, Rodighiero Ilaria, Rossetto Alessandra, Rossetto Carla, Sartori Alberto, Tessari Lucia, Tessari Saverio, Zaltron Luca. Distintivo in argento dorato per 24 donazioni: Casarotto Mirco, Ciman Dario, Confente Enrico, Dalla Benetta Francesco, Fochesato Marco, Gambaretto Davide, Gugole Remigio, Marcazzan Cornelio, Monchelato Alessio, Moschin Ivana, Munaretti Lorenzo, Panarotto Donatella, Pandolfo Giovanni, Rossi Pierangelo,

Tibaldi Gabriella, Vanzo Patrizia. Distintivo oro per 50 donazioni: Beschin Andrea Brighente Ornella, Confente Lorenzo, Conti Marta, Danese Andrea, Danese Giuseppe, Gambaretto Dario, Gambaretto Giuseppe, Gazzo Viviano, Leaso Giandomenico, Niselli Diego, Ramazzin Stefano, Soprana Mario. Distintivo in oro con rubino per 75 donazioni: Cristofari Valerio, Marcazzan Elio, Panarotto Pierluigi, RossettoAugusto. Distintivo in oro con smeraldo per 100 donazioni: Camponogara Dario, Dal Fitto Pietro, Monchelato Luciano. Distintivo in oro con diamante per 120 donazioni: Beltrame Franco, Panarotto Giuseppe.

ANGUANA JOANNA

LE DONE E L’OSTERIA

Na olta, osterie le se ciamava! bar adesso i se proclama! Le donne le podea nar rento, solo per du motivi ve ramento: a tarda ora per i mariti recuperare,... che con zughi de boce e carte iera soliti tardare; o le iera fiole che papà e noni, le tirava su par le strasse per i massa bottiglioni. De Donne se parlava, ma no come anco’ se sparlava:

i poeti zoeni innamorai, con in man un tremante bicer de vin, al futuro suocero la tosa desiderata, i chiedeva come sposa afessionata! Anco’ invese le donne le se cata a far mercà, e a casa i mestieri le ga lassà! Tra un cafè e quatro ciacole le è peso delle racole. Gnanca el diaolo ghe sta’ drio le conta anca le robe che non le gà mai sentio.

DARIO GAMBARETTO CAMPIONE DI TIRO A VOLO

Il nostro concittadino Dario Gambaretto, con la sua squadra, si è classificato secondo nazionale nella specialità Fossa Olimpica di tiro a volo per l’anno 2018. Domenica 7 ottobre scorso, infatti, la sua squadra che precedentemente aveva conquistato a giugno in Emilia Romagna il passaggio alla finale ed aveva raggiunto il terzo posto nel campionato invernale regionale sempre in Emilia, alle finali nazionali di società quarta categoria di Orio al Serio in provincia di Bergamo, si è aggiudicata la medaglia d’argento. Dario, classe 1986, è diplomato come tecnico delle industrie elettriche, e di professione fa il manutentore presso la “Salvagnini”, un’azienda metalmeccanica di Sarego (Vicenza). É sposato con Martina ed hanno un bimbo di 4 anni, Gioele, che segue il papà ogni volta che è possibile, anche in pedana durante gli allenamenti, dove lo imita mimando tutti i suoi movimenti. Mi mostra anche un video, che lo ritrae in “azione” vicino al papà: il piccolo è davvero una promessa del tiro a volo! Dario mi racconta che pratica questo sport già dal 2010; ha sparato i suoi primi colpi sul campo di Montecchia di Crosara, per poi passare quattro anni dopo nella squadra di Zevio, dove consegue i primi risultati. Si classifica al secondo posto regionale individuale nella “Fossa Olimpica” di terza categoria, risultato che gli consente di passare alla seconda categoria a livello nazionale. A settembre 2016 si qualifica per la finale individuale di terza categoria e arriva undicesimo nazionale sempre individuale. Il 2017, sempre a Zevio, è stata per lui un’annata meno fortunata e povera di risultati importanti. Ma è nel 2018 che gli arriva una nuova opportunità: lo contatta la squadra emiliana “Il Mulino” di Crevalcore, il cui presidente è Ivan Rossi, padre della

famosa Jessica che ha vinto la Medaglia d’oro alle olimpiadi di Londra del 2012. Il Rossi, la cui squadra nel 2017 si era già classificata terza a livello nazionale di quarta categoria, voleva da essa un ulteriore salto di qualità. Grazie anche al suo ingresso in squadra, viene centrato questo importante risultato che gratifica sicuramente gli allenamenti e gli impegni profusi durante tutta l’annata. Gli chiediamo qualche notizia su questa attività sportiva. Mi racconta che i piattelli escono velocissimi dalla macchina che li lancia più avanti di 15 metri rispetto al tiratore a una velocità di 110 km l’ora; il tiratore quindi ha meno di un secondo di tempo utile per colpire il piattello, perché dopo il tiro non è più efficace. Le armi impiegate sono dei sovrapposti specifici per questa specialità perché, essendo piuttosto pesanti, agevolano il tiratore con un minore rinculo rispetto ai tradizionali sovrapposti da caccia. Mi conferma che per la pratica di questo sport è necessaria una grande concentrazione ed uno stile di vita sobrio e regolare. Dario, che è anche un donatore di sangue del locale gruppo di San Giovanni Ilarione e Vestenanova, lo scorso settembre è stato premiato con la medaglia d’oro per 50 donazioni effettuate; sulla giacca di gara porta con orgoglio la medaglia d’oro di donatore e sponsorizza gratuitamente l’AVIS, anche per ricordare il nonno che soffriva di leucemia; nella sua famiglia sono donatori di sangue anche la moglie, la mamma Ivana ed il fratello Davide. A nome della redazione de L’Alpone, ringraziamo Dario per la sua gentilezza e disponibilità nel concederci questa breve intervista e gli auguriamo di ottenere risultati sportivi e nella vita sempre più brillanti. Angelo Pandolfo

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L’ALPONE - DICEMBRE 2018

ANTONIO MARCAZZAN: 90 ANNI DI STORIE VISSUTE Antonio Marcazzan, o come lo conoscono tutti Toni, nasce il 15 aprile del 1928, quinto di sette figli da papà Ernesto e mamma Ermenegilda Verza. Il maggiore dei fratelli, Eusebio, fu l’unico in famiglia a partecipare come soldato alla Grande guerra in Francia, Grecia e infine Russia, da dove non fece più ritorno. Le due sorelle, Maria Pia e Teresina, intrapresero la professione ecclesiastica facendo voto presso le suore Paoline di Alba (in provincia di Cuneo) e da allora conosciute come Suor Pia e Suor Eusebia. Antonio è cresciuto aiutando i genitori nei campi e imparando le tecniche del buon contadino con cui ha mantenuto la famiglia negli anni a seguire. La sua bravura nell’innestare e potare le vigne lo ha portato ad essere molto richiesto dagli altri contadini. Molto desiderate anche le sue lavorazioni del legno come pioli, destinati alle scale per la raccolta delle ciliegie, ma anche cesti, rastrelli, scope o le altalene dei nipoti che Antonio produceva nella stalla per cercare un po’ di calore nelle fredde sere invernali. Quando scoppiò la II guerra mondiale Toni è troppo giovane per partire per il fronte, ma i “toti” (tedeschi), non lasciando niente al caso, inviano lettere di convocazione anche ai giovanissimi, tra cui Antonio, assumendoli a Roncà e pagandoli regolarmente con l’ordine di costruire gallerie e trincee in Val d’Alpone. In questo modo i tedeschi tengono sotto controllo i giovani dando loro un lavoro ed evitando il loro schieramento con i partigiani. Sono anni difficili che resteranno impressi nei ricordi di Toni

per tutta la vita e a cui ogni tanto ripensa raccontandoli a figli e nipoti. Nel 1949-50 partì alla volta di Merano, diventò fieramente un alpino presso il VI reggimento del reparto scuderia, dove assunse l’incarico di sellare e accudire la stalla di circa 130 muli. Far parte del reggimento degli alpini è da sempre motivo di orgoglio per Toni infatti in passato ha partecipato a numerose adunate in più città e per più giorni con il suo glorioso cappello. Nel 1953 conobbe Maria Todesco, figlia di Giovanni e Rosina Rossi, e residente in piazza a Castello con altre sei sorelle e un fratello. All’epoca Maria lavorava a Verona come governante in una famiglia benestante e poi fece ritorno a San Giovanni iniziando a lavorare in filanda. Dopo alcuni anni, durante le festività del 1955, precisamente il 31 dicembre, approfittando del rientro dall’estero

La Biblioteca Civica: un luogo da esplorare

DODICIRIGHE

La biblioteca è la casa dei libri. Ciò che essa custodisce appartiene a tutti i cittadini ed è proprio per questo motivo che viene chiamata “civica”. Ognuno di noi, infatti, può prendere in prestito, leggere e infine restituire un libro. Ogni paese possiede la sua biblioteca: ne esistono di grandi e ben fornite e anche di più piccole. Solo nella provincia di Verona se ne possono contare più di settanta. Oltre ad ogni genere di libro, dal romanzo al testo scientifico, si possono trovare anche periodici, quotidiani, film, fotografie e stampe. La Biblioteca Civica di Verona conta la bellezza di circa un milione di documenti, che sotto il profilo culturale rappresentano una grandissima ricchezza. Molti di essi sono incunaboli e cinquecentine e cioè, sono libri preziosi che risalgono al 1400-1500. In passato il fatto di possedere un libro era sinonimo di ampia disponibilità economica. Esso era un prodotto elitario e per questo spesso si scriveva il proprio nome o si timbravano le pagine con il simbolo della famiglia se questa era particolarmente nobile e importante. Oggi, per questa ragione, in alcuni casi è possibile risalire all’antico proprietario. La nostra biblioteca non vanta la presenza di materiali così preziosi. Dedicata all’insegnante e scrittrice Ottavia Bonafin, quella di San Giovanni Ilarione, nonostante le sue piccole dimensioni è comunque un luogo importante del nostro paese. È fondamentale, quindi, valorizzarla sia per i bambini e i ragazzi che possono trovare una sezione di libri da prendere in prestito, sia per gli adulti e sia per gli studenti, i quali possono utilizzarla anche come luogo per studiare. Serena Aldegheri

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Cose di casa nostra. A Natale si è tutti più buoni e un augurio non lo si nega a nessuno. A nessuno, eccetto… Ad esempio, niente auguri a quel papà che ha insegnato a suo figlio a non pagare l’abbonamento del bus che lo porta a scuola: ogni mattina questo povero cristo è costretto a stare allerta e appena vede il controllore salire ad una fermata, rapidamente scende e prende la corriera successiva, e questo per tutti i cinque anni delle superiori. Niente auguri per quell’altro “tale” che quest’anno ha riservato un trattamento talmente “forte” alle piante di ciliegio contro la cosiddetta mosca suzuki che (ha confidato agli amici) “lui non mangerebbe le sue ciliegie per nessuna cosa al mondo!”. Niente auguri nemmeno per quell’uomo che, colto sul fatto da un passante mentre stava buttando un sacco di immondizie giù per una valle, ha risposto che pagava anche troppo per lo smaltimento rifiuti, e dopo aver gettato un altro sacco se n’è andato (era di un paese vicino). Ecco, a gente così (e ciascuno di voi avrà qualche altro esempio da aggiungere) gli auguri proprio non vanno fatti. Anzi, facciamoli doppi per chi se li è meritati. Ad esempio a quelli che fanno del bene al paese senza fare rumore: ci sono, ci sono anche quelli, per fortuna, e vogliamo credere che siano ancora la maggioranza! D.B.

per le vacanze natalizie delle sorelle di lei, Antonio e Maria si sposano nella chiesa di Castello alle prime luci dell’alba, come era l’usanza dell’epoca. Dopo la cerimonia partirono a piedi per via Marcazzani, verso quella che sarebbe stata la loro casa per la vita. Il tetto coniugale era inizialmente condiviso con i genitori di lui e la famiglia del fratello che solo successivamente con l’arrivo dei figli di Maria e Antonio si trasferì. Toni a 35 anni dovette ritornare tra i banchi della scuola serale per conseguire gli ultimi due anni di scuola elementare e poter così ottenere la patente di guida. Il primo mezzo è stata una Renault 6 anche se i nipoti lo ricordano con il mitico fiorino bianco con cui il giovedì andava puntualmente alla fiera in paese e dove incontrava in Via Roma gli amici di sempre. Solo negli ultimi anni ha dovuto adattarsi a girare con il pandi-

no verde e sette anni fa i figli l’hanno convinto che a 83 anni compiuti fosse il caso di mandare in pensione anche la patente. Nella sua longeva vita, oltre ad essere un contadino ed un alpino, Toni è stato anche un cacciatore. Amava molto la caccia e la selvaggina ed è una delle passioni che col tempo ha trasmesso anche ai figli. Ha allevato per anni mucche, maiali e galline (con cui ha mantenuto la numerosa famiglia) e ancora oggi coltiva come può il suo orto e i suoi campi di ciliegie, i vigneti e i castagneti. Amante della buona cucina e del cibo genuino fa da sempre il pane in casa come si usava una volta, con il forno a legna della contrada. Con lo stesso forno nel periodo pasquale prepara anche le “fuasse”, ormai simbolo e tradizione per l’intera famiglia. Maria e Antonio hanno otto figli: Ettore, Luciano, Ermenegilda, Giorgio, Franca, Giancarlo, Fabiola e Fabio. Oggi, con ormai 63 anni di matrimonio sulle spalle, si circondano di 17 nipoti e 3 pronipoti. A dire di Antonio nella vita si è dato abbastanza e adesso tocca ai figli. Il tempo passa e raccontare 90 anni di vita non è mai cosa facile, ma ripercorrere un pezzo della nostra storia dal racconto di nostro nonno ci ricorda chi siamo e da dove veniamo. Ora il nonno e la nonna tra qualche acciacco, qualche giro in più dal dottore e qualche sano battibecco vivono ancora insieme gli anni della loro pensione, sempre inseparabili. Chiara & Elena

Com’era una volta San Giovanni Ilarione

PENSIERI E PAROLE L’ERBA PAVARINA E LE GALLINE DI ANGELINA Nell’ombra, sotto i lunghi filari a pergola delle vigne di Pericle, durante l’estate prosperava la “pavarina”, erba considerata infestante; formava tappeti soffici, era molto fragile e le galline la becchettavano avidamente. Le galline di Angelina fuggivano dall’assolata corte svolazzando giù dal muretto che divideva i campi di Pericle dalla segheria e solo verso sera Lucio le radunava per riportarle al pollaio. Adele accudiva la vigna e l’orto di Pericle coltivato ad asparagi, sempre molto ordinato; era una donna magra e minuta, i capelli tirati raccolti in un crocchio sulla nuca, sovente coperti da un velo scuro legato con un grosso nodo sotto la gola, indossava un lungo grembiule grigio ed era sempre indaffarata e sbrigativa nei movimenti. Adele, sorridente ma severa, aveva escogitato un gran bel sistema per diserbare senza fatica l’erba “pavarina”: nei pomeriggi estivi, quando vedeva giocare i monelli nella corte, li chiamava e con fare incredibilmente persuasivo riusciva sempre ad arruolarne due o tre per strappare l’erba, allettandoli con la promessa di una dolce ricompensa. I monelli estirpavano con le mani l’erba “pavarina” per un’ora e più, ed il filare sembrava interminabile. Finito il lavoro salivano i gradini che conducevano al terrazzo ed alla casa austera di Pericle; Lucio non era a suo agio, intimidito da quell’uomo taciturno e con sguardo severo che stava, malato ed immobile, seduto appoggiato al parapetto del terrazzo da cui osservava Adele intenta a distribuire dolci amaretti e bibite da lei preparati. Nei cortili razzolavano galline, anatre e oche bellicose che sempre, quando incontravano Lucio, lo assalivano correndo e soffiando con il becco aperto: lui, più veloce, ogni volta le lasciava indietro tenendole a giusta distanza. Le galline ovaiole della zia Angelina erano intelligenti e con Lucio legavano molto; lui al mattino le faceva uscire dal pollaio dove trascorrevano la notte al riparo da volpi, faine e donnole e la sera le riportava dentro attirandole con un catino colmo di sorgo, cibo a loro molto gradito. Durante l’estate alcune galline sentivano l’impulso a diventare mamme-chiocce e di nascosto andavano a deporre le uova nei cespugli per poterle covare. Zia Angelina allora mandava Lucio a cercare i nascondigli ed a recuperare le uova. Per raffreddare i bollenti spiriti del desiderio di maternità, Angelina ricorreva ad un rimedio originale: teneva stretta la gallina in grembo e le faceva ingoiare pezzi di pane imbevuti di Durello così che questa, rimessa a terra, andava barcollando qua e là ed il giorno dopo, smaltita la sbornia, ritornava disciplinata a razzolare con le altre dimenticando la voglia di diventare mamma. Giancarlo “Lucio” Piubelli


L’ALPONE - DICEMBRE 2018

CONSIGLI DI LETTURA... Primo Levi, LA TREGUA, 1963, Einaudi “La tregua”, seguito di “Se questo è un uomo”, è considerato da molti il capolavoro di Levi: diario del viaggio verso la libertà dopo l’internamento nel Lager nazista, questo libro, più che una semplice rievocazione biografica, è uno straordinario romanzo picaresco. L’avventura movimentata e struggente tra le rovine dell’Europa liberata - da Auschwitz attraverso la Russia, la Romania, l’Ungheria, l’Austria fino a Torino - si snoda in un itinerario tortuoso, punteggiato di incontri con persone appartenenti a civiltà sconosciute, e vittime della stessa guerra. L’epopea di un’umanità ritrovata dopo il limite estremo dell’orrore e della miseria. Jorge Luis Borges, L’ALEPH, 1952, Feltrinelli Un pensiero insieme lucido e appassionato guida questi racconti, nei quali un’invenzione ardente e temeraria tocca, con esito spesso drammatico o patetico, temi universali: il tempo, l’eternità, la morte, la personalità e il suo sdoppiamento, la pazzia, il dolore, il destino. Temi universali uniti al sentimento dell’unicità irripetibile dell’esperienza individuale, in uno scrittore che si presenta, innanzi tutto, sotto l’aspetto dell’eleganza.

Il Cuore d’atleta E’ stato osservato nei secoli 19° e 20° che gli atleti allenati per lungo tempo a sforzi di resistenza presentavano frequenze cardiache a riposo più basse ed un volume cardiaco maggiore rispetto ai corrispondenti soggetti sedentari. Questi sintomi venivano interpretati come segni precoci di cardiopatia e si riteneva che l’attività fisica intensa e protratta avrebbe portato precocemente allo scompenso cardiaco. Mentre in passato si riteneva che il “cuore d’atleta” fosse una malattia oggi viene considerato un efficace adattamento alle estreme richieste funzionali imposte da uno sforzo dinamico intenso e ripetitivo. Il cuore d’atleta viene riscontrato di solito in persone giovani che si sono sottoposte per periodi prolungati ad allenamenti intensi e fortemente impegnativi. La condizione rilevata non da sintomi ed il soggetto sta bene . All’esame fisico , eseguito di solito per accertare l’idoneità alle gare, spicca una frequenza cardiaca a riposo molto bassa, anche inferiore a 40 battiti per minuto. Talvolta è presente una aritmia respiratoria con rallentamento dei battiti durante la fase di espirazione. L’esame radiologico del torace mostra l’immagine di un cuore con aspetto globoso ed il tracciato elettrocardiografico presenta piccole alterazioni presenti anche in alcune cardiopatie. Da segnalare che il soggetto presenta scarso o nullo pannicolo adiposo. Nel caso non siano presenti sintomi quali dolore toracico , palpitazioni, sincopi o facile affaticabilità la cosa più importante da riferire al paziente è che è normale e non ha malattia di cuore. Se invece è necessario escludere una sottostante patologia di cuore sarà necessario eseguire esami di secondo livello : ecocardiografia , elettrocardiogramma da sforzo ed eventualmente T.A.C. toracica. Tuttavia i soggetti che partecipano a prove atletiche di livello professionale devono essere sottoposti sistematicamente ad un controllo medico annuale. Dott. Vincenzo Magnabosco

GNOCCHI con la fioretta

Italo Calvino, LE CITTÀ INVISIBILI, 1972, Mondadori «A un imperatore melanconico, un viaggiatore visionario racconta di città impossibili. Quello che sta a cuore al mio Marco Polo è scoprire le ragioni segrete che hanno portato gli uomini a vivere nelle città, ragioni che possono valere al di là di tutte le crisi. Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d’un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi.» (Italo Calvino)

Marco Bolla, LA CADUTA, 2018, Panda Edizioni La vita quotidiana può trasformarsi in un incanto, in un sogno, in un incubo, o in qualcosa di oniricamente desiderabile. Marco Bolla, in questa raccolta di racconti, ci accompagna a guardare con sguardo più profondo quanto si nasconde dentro di noi, scrutando con occhi indagatori le relazioni che si intrecciano tra le persone, i desideri che le spingono a vivere, stuzzicando i lettori con storie che volutamente ci portano a riflettere sulla nostra esistenza. Cosa potrebbe succedere se ci svegliassimo d’improvviso, sul letto, con persone immaginarie attorno, con musiche soavi, o con porte e finestre sbarrate? Cosa potrebbe accadere se perdessimo il controllo della nostra auto, e questa ci portasse alla nostra tomba, alla fine di un tunnel dalle torce di fiamma? Infine, una sezione dialettale permette al lettore di sperimentare voli pindarici in luoghi fantastici, conoscere il diavolo che balla coi ricchi oppure scoprire personaggi mitologici delle nostre tradizioni folcloristiche. ALLORI

MILENA BURATI - Università degli Studi di Verona Dott.ssa in Lingue e Culture per il Commercio Internazionale GIADA CAMBIOLO - Università degli Studi di Verona Dott.ssa in Economia Aziendale

(o gnocchi di malga)

Agli inizi del secolo scorso, i malghesi in alpeggio utilizzavano la fioretta impastandola con farina bianca per preparare i gnocchi di malga, un piatto povero ma molto energetico e completo. Questa ricetta mi è stata concessa dal nostro mastro casaro Dario Gugole. E’ un piatto tipico della Lessinia. Questi gnocchi sono fatti a base di “ricotta fioretta”. La fioretta (o fioreta) è il prodotto della prima lavorazione del siero del latte che si ricava per affioramento nella fase di produzione della ricotta. Molti la chiamano ricotta liquida. INGREDIENTI per 4 persone ◆ 500 ml di fioretta ◆ 300 grammi di farina 00 ◆ un uovo ◆ sale ◆ mezzo cucchiaino di bicarbonato Per il condimento: salvia, burro di malga, ricotta affumicata.

PROCEDIMENTO Unite la fioretta con la farina e l’uovo in una terrina capiente, aggiungete il sale e il bicarbonato. Amalgamate fino ad ottenere una pastella corposa, compatta, liscia ed appiccicosa. Lasciate riposare un paio d’ore. Portate ad ebollizione abbondante acqua salata. Aiutandovi con un cucchiaio o due (da dessert) prendete un po’ di impasto e formate dei gnocchetti o quenelle. Tuffateli nell’acqua bollente. Nel frattempo sciogliete una generosa dose di burro con delle foglie di salvia e portatelo al color nocciola. Quando i gnocchi riaffiorano lasciateli cuocere altri tre minuti. Pescateli con delicatezza e trasferiteli nella casseruola con il burro. Una volta che saranno tutti cotti, conditeli con ricotta affumicata e serviteli ben caldi. Gli ingredienti di questa ricetta sono reperibili presso il nostro caseificio e negozi locali. Cerchiamo di apprezzare e valorizzare i prodotti genuini della nostra terra. Buon appetito!

Luciana Damini

FEDERICO ERNESTO CIMAN - Università degli Studi di Verona Dott.re in Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche ILARIO CONFENTE - Università degli Studi di Padova Dott.re in Ingegneria dell’Informazione MATTIA MARCAZZAN - Università degli Studi di Padova Dott.re in Ingegneria Gestionale GIORGIA SALGARO VACCARO - Università degli Studi di Verona Dott.ssa in Economia e Commercio GIULIA TAVIANI - Università degli Studi di Verona Dott.ssa in Economia Aziendale ALESSANDRO VANDIN - Università Bocconi di Milano Dott.re in Economia e Legislazione per l’Impresa MARCO ZANDONÀ - Università degli Studi di Padova Dott.re in Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto

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L’ALPONE - DICEMBRE 2018

SCI CLUB

Riceviamo e pubblichiamo la foto dei coscritti dell’anno 1968

U.S. CALCIO

Il 2018 sta per terminare e la nostra società calcio si avvia verso la conclusione della prima parte della stagione. L’anno che va concludendosi porta con sè molte soddisfazioni da tutti i settori, dalla prima squadra ai più piccoli del vivaio i quali debutteranno in assoluto sabato 15 dicembre 2018 nella palestra delle scuole medie di San Giovanni Ilarione alle ore 15 nel torneo “Santa Lucia” contro i piccoli del Chievo Verona. Abbiamo, da questo anno iniziato a settembre, una squadra in più, i Giovanissimi sperimentali guidati da mister Matteo Munaretti ed il suo team, la quale squadra, ci ha regalato un giocatore convocato in Nazionale. Senza dimenticare che due nostre squadre sono in piena lotta nei primi posti delle rispettive classifiche. Questo, frutto di un impegno maniacale e organizzato dei nostri allenatori coordinati dal nostro instancabile e preparatissimo Responsabile. Da registrare, come tutti ormai sapranno, che l’ Us calcio San Giovanni Ilarione da settembre è società affiliata all’ AC Chievo Verona la quale ha gia avuto modo di visitare i nostri impianti sportivi e fare due corsi per i nostri allenatori così da incrementare sempre di più il bene sportivo per i ragazzi. Bene sportivo inteso come gioco, condivisione e famiglia dove vengono sì insegnate cose tecniche, ma soprattutto valori umani, come la passione e il rispetto di ciò che si fa e di chi si ha vicino. Vi aspettiamo numerosi alla cena sociale natalizia, aperta a tutti, il giorno 23 dicembre 2018 presso il ristorante Zoccante a Vestenanova. Per prenotazioni, presso il campo sportivo dal lunedì al venerdì dalle 18 alle 20, per simpatizzanti presso negozio La Bottega di Maria di Tirapelle entro il 17 dicembre ‘18.

A.S.D. BASALTI

La GRANFONDO del Durello 2019 sarà “reverse“

L’A.s.d. Basalti di San Giovanni Ilarione ha già iniziato i preparativi per la 17^ edizione della Granfondo che percorre i sentieri della Strada del Vino Durello. Il gruppo rinnovato a seguito delle recenti elezioni e capitanato ancora da Davide Creasi ha deciso di cambiare le carte in tavola dando una ventata di novità al percorso di una delle competizioni più importanti del Nord Italia. Infatti per il 2019 la Granfondo sarà “REVERSE” ovvero il tracciato sarà invertito rispetto alle precedenti edizioni in modo da dare la possibilità a tutti i biker di apprezzare il nostro meraviglioso territorio secondo una nuova prospettiva. Attesi quindi il 1° Maggio 2019 più di 1000 atleti sulla linea di partenza sita in Via 4 novembre per scalare la classifica dei vari circuiti nazionali e regionali di cui la Granfondo del Durello fa parte. Il Gruppo coglie l’occasione per augurare a tutti : “Buone Feste” A.s.d. Basalti Trimestrale di informazione e cultura. Se vuoi inviare il tuo contributo a L’Alpone utilizza c/c postale n. 15684376 intestato a: Pro Loco di San Giovanni Ilarione - Piazza Aldo Moro, 5. Coordinate bancarie Poste Italiane: IBAN: IT23 T076 0111 7000 0001 5684 376 Cod. BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX

Recapito: Franco Cavazzola - Presidente Pro Loco Via Risorgimento 3/C - San Giovanni Ilarione (VR) 347 2600161 - cavazzola@utenti.ilarione.it

Direttore responsabile: Emilio Garon Redazione: Dario Bruni, Lucia Burato, Luciana Damini, Lorenzo Gecchele, Mario Gecchele, Angelo Pandolfo, Giovanni Sartori, Alessandro Spadiliero.

Prestampa e stampa: Grafica Alpone srl Viale Del Lavoro, 90 - S. Giov. Ilarione (VR) tel. 045 6550833 - fax 045 6550221 grafica@graficaalpone.com

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Pubblicità: Franco Cavazzola (vedi contatti recapito)

Primi Calci 2011 con gli allenatori Giacomo Zamboni e Daniele Urbani COMUNE DI SAN GIOVANNI ILARIONE - al 30/10/2018: Totale nati: Totale matrimoni: Totale morti:

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