L'Alpone numero 1 2013

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l ’alpone

Autorizz. del Tribunale di Verona del 3 Luglio 1986 - R:S: 705 - Sped. in abbonamento Post. - 45 % art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Verona da Verona C.M.P. - 50 % - Trimestrale di informazione e cultura - Anno 27 - N. 4 - Dicembre 2012 - Recapito a cura dell’ Ente Poste Italiane

Pro Loco . San Giovanni Ilarione (VR)

www.ilarione.it Saluto del Presidente

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Anno 28 - N. 1 Marzo 2013

Ciro Camera: una sfida al futuro!

uasi meravigliato che qualcuno si interessi della sua attività, Ciro mi riceve volentieri nella sua casa e subito comincia a parlarmi del suo lavoro, per il quale manifesta un grande entusiasmo e tanta passione. Mette subito in funzione il suo Ipad, ed attraverso le immagini mi mostra in cosa consiste il suo lavoro, dandomi così la possibilità di conoscere qualcosa di nuovo ed interessante, che non avevo mai avuto occasione di vedere prima. Ciro Camera, classe 1979, dopo avere terminato il liceo classico "Guarino Veronese" di San Bonifacio, si è iscritto alla facoltà di informatica, ma ha abbandonato quasi subito gli studi universitari per iscriversi ad alcuni corsi di computer grafica, fermandosi poi a lavorare per due anni presso gli organizzatori di questi corsi. Il lavoro più richiesto 10 anni fa, consisteva nella realizzazione di Video clips anche per cantanti italiani di successo; eseguiva anche lavori architettonici quali la trasformazione in simulazioni grafiche di pregevole fattura e di incredibile realismo di progetti redatti su carta o fotografie. Per Ciro questo periodo, che è durato due anni, è stato davvero molto stressante. "Il lavoro era senza orario" mi dice,"e lo stipendio consisteva in un modestissimo rimborso spese; questa misera retribuzione mi ha costretto a lavorare anche come barista". Questa esperienza non proprio esaltante dal punto di vista economico, lo costringe a cambiare lavoro e viene quindi assunto a San Giovanni Ilarione come impiegato nella fabbrica calzaturiera "STIL3", presso la quale rimane per 7 anni, mantenendo tuttavia come hobby la sua passione per la Computer grafica. Ma il tarlo dell'informatica lo rode dentro, ed ecco che arriva la grande decisione di tornare alle origini iniziando la collaborazione con Diego Rossi, un collega di Negrar con cui aveva fatto i corsi iniziali ed i primi lavori. Mi dice Ciro: "Ora la richiesta del mercato è cambiata a causa della diminuzione della domanda nel campo dell'edilizia ma sono molto richiesti i Rendering di interni". Ciro ed il suo socio sono due ragazzi molto versatili che sanno adattarsi velocemente alle

mutate richieste del mercato, ed ecco che colgono le nuove opportunità e cominciano a seguire questo nuovo filone che consente loro di poter lavorare con continuità. Talvolta devono partire solo da un'idea del cliente che poi devono concretizzare, oppure da una foto o da un progetto che loro svilupperanno; se invece viene concessa piena libertà di azione, si sbizzarriscono con nuove idee, individuando nuove soluzioni. Alcuni studi di progettisti, inoltre, richiedono loro la realizzazione grafica del progetto da potere mostrare al committente dei lavori. Un altro settore a cui si dedicano è l'Object Design, cioè la realizzazione grafica di nuovi oggetti o l'Interior Designer che richiedono

Ciro Camera nel suo studio, al suo tavolo di lavoro.

lavori particolari e talvolta anche stravaganti. Con il suo socio, dallo scorso marzo ha aperto a Sommacampagna una scuola per l'insegnamento della Computer grafica su software Autocad, Maya, 3D Studio Max. Dopo le prime difficoltà a fare decollare la scuola, ora cominciano a raccogliere i primi frutti di quanto è stato seminato. I corsi hanno una durata variabile da 1 a 6 settimane secondo le richieste degli utenti, ed oltre a loro insegnano docenti di assoluto prestigio, provenienti da Londra, Milano e Belluno; sono tutti impegnati ed affermati in questo settore, poiché lavorano per grossi studi di produzioni cinematografiche in 3D

come ad esempio l'ultimo film di Batman. La loro sede operativa è a Caselle di Sommacampagna, ma spesso lavorano rimanendo a casa, da remoto, con un grande risparmio sui costi degli spostamenti. E Ciro racconta ancora: "Un notevole interesse per questo tipo di lavoro è stato manifestato anche da un paio di licei veronesi che già dal prossimo settembre intendono inserire nei loro programmi questo tipo di materia didattica". È una grande novità, di cui Ciro manifesta tutta la sua soddisfazione! Gli chiedo a quali lavori è attualmente impegnato. Mi dice: "Nell'ultimo periodo il più significativo lavoro che ci ha dato molte soddisfazioni è la realizzazione di modelli per videogiochi da utilizzare su Tablet e Mobile, un settore che non manifesta sintomi di crisi; ma quello a cui ci stiamo ora dedicando è la ricostruzione in 3D del menisco, commissionata da una importante équipe ortopedica veronese". La moglie Ilaria ha avuto un ruolo importante nelle scelte di Ciro, perché lo ha incoraggiato fin dall'inizio ad intraprendere questa strada affascinante ma piena di incognite, una scommessa sul suo futuro che gli ha dato la possibilità di sfruttare in pieno il suo talento che è la grande passione per la grafica. Ciro mi racconta un aneddoto: "Quando avevo 14 anni, in occasione della mia cresima, mio zio Angelo mi chiese di scegliere il regalo, fra un ciclomotore e un computer. Non ebbi difficoltà, e senza pensarci scelsi subito il computer". E continua: "A volte attivo la sveglia di notte per potermi alzare ed andare a controllare il corretto stato di avanzamento dei lavori sui computer che sono sempre in attività, perché quando il lavoro è fatto con passione non pesa molto". Ho potuto vedere tutto l'entusiasmo per il lavoro di questo ragazzo e gli splendidi risultati che riesce ad ottenere dalle sue macchine, e lo ringrazio per la cordialità e disponibilità dimostratemi. Anche a nome della redazione de "L'Alpone" gli auguriamo un futuro ricco di tante soddisfazioni. Angelo Pandolfo

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Con questo numero esce il vaglia postale per contribuire al mantenimento del notro trimestrale. È un'importante iniziativa, che mira alla valorizzazione del territorio e del nostro bel paese. La redazione si impegna con costanza e attenzione a migliorare di anno in anno, i vari numeri. Chiediamo la vostra collaborazione per poter continuare a mantenere vive queste pagine.


L’ ALPONE 2

Luigi ceccato, da 35 anni commerciante di ciliegie a san giovanni Ilarione

Luigi Ceccato, titolare dell'omonima azienda

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a buon intenditore di ciliegie, non poteva certamente non capire l’importanza di un paese

come San Giovanni Ilarione per il proprio lavoro: Luigi Ceccato è da ben 35 anni presente fra i commercianti cerasicoli che hanno scelto il nostro paese come luogo privilegiato per la propria professione. Giunto infatti nel 1978, proveniente da Tezze sul Brenta, venne ospitato inizialmente in un capannone del signor Angelo Bevilacqua, dove rimase fino a poco prima del 2000. Mano a mano che il giro d’affari si ampliò diventò necessario affiancare all’azienda una società denominata “I cugini di campagna”, grazie alla quale vennero acquistati 40 ettari di terreno con piantagioni a frutta diversa dal prodotto

cerasicolo: al suo interno il personale impiegato è formato dalle stesse famiglie che costituiscono la società. Nel 2006 per far fronte alle nuove esigenze imposte dal mercato, venne acquistato il capannone corrispondente all’ex “Valbrunella”, di proprietà del Comm. Angelo Zanchi. L’azienda, grazie anche a questi ampliamenti, esporta oggi i suoi prodotti in parecchie nazioni del nord Europa (Germania, Olanda, Svezia, Norvegia, Danimarca) e perfino in Russia, rappresentando accanto ad altre aziende operanti sul territorio, un valido apporto al mondo dell’agricoltura locale e alla valorizzazione dei prodotti della terra, di cui la nostra vallata può andare certamente fiera. Luciano Vanzo I collaboratori dell'azienda di Luigi Ceccato, durante una pausa di lavoro

Luigino Policante, la lunga marcia C

he cosa c’è di meglio di una comoda sedia all’ombra della folta chioma del gelso vicino a casa in un torrido pomeriggio d’estate? È proprio qui che incontriamo Luigino Policante, in contrada Cabalini, ubicata in due settori ben distinti, ma che un tempo si chiamavano “Anara e Sustre”. Posta a mezza costa, di fronte alla strada provinciale molto trafficata, la contrada sta ripopolandosi di nuove famiglie e questo è certo un buon segno. “Sono io il più anziano di tutti, purtroppo…”, commenta con un sorriso Luigino, classe 1923. Volto scavato, capelli brizzolati, sguardo ancora intenso ed idee molto chiare, ti guarda con occhio investigatore. La sua memoria è lucida. Nasce a Montecchia di Crosara il 24 settembre, figlio di Giovanni ed Antonia Mella, una famiglia di nove tra fratelli e sorelle. La scuola si frequenta fino alla terza elementare con la maestra Babini e poi lavoro, tanto lavoro, solo lavoro. Papà è contadino, ha pochi campi e con i frutti di questi non riesce a sfamare la numerosa prole ed allora va “a opra” da contadini agiati, a volte è costretto (e non c’è assolutamente vergogna nel riferirlo) ad andare “par carità” per poter mettere in tavola il pane. Anche il nostro protagonista, cresciuto robusto alla scuola della vita e della miseria, è costretto ad andare “a opra”, al servizio di famiglie benestanti, come i Marchi e Sonaio, a volte solo per il mangiare. Alla festa viene chiamato in casa, gli danno poche palanche, che subito consegna a papà per aiutare la famiglia. Al tempo della trebbiatura del frumento poi il lavoro è quasi insostenibile, anche 18 ore di fila, e l’alimento è un po’ di polenta unita a una “sardela sotto sale”, mentre i padroni mangiano in abbondanza. Luigino cresce grintoso, forte, forgiato dalla fatica e dagli strapazzi, nessuna difficoltà lo ferma. Di questo si ricorda pure il distretto militare che il 06/01/1943, in piena guerra mondiale, lo chiama a vestire la divisa della fanteria, divisione Acqui. Viene inviato in Grecia a presidiare, prima ad Arpetra, poi ad Atene ed infine a Creta. La vita è abbastanza tranquilla, si mangia a sufficienza, non la popolazione però, che spesso bussa alle porte della caserma per sfamarsi. Verdura cotta, un po’ di patate, pasta con i vermi che si muovono, ma nessuno fa lo schizzinoso, vino naturalmente niente, si trova solo fuori ad un prezzo altissimo. Si è alle dirette dipendenze dei tedeschi, con i quali si collabora amichevolmente. L’armistizio dell’8 settembre coglie impreparato il reparto, gli ufficiali indicono un referendum per stabilire con chi stare. Ancora

nulla si sa di quanto sta succedendo al grosso della divisione stanziata a Cefalonia. Luigino sceglie di stare con i Tedeschi, ma solo per mangiare, mentre tanti compagni si danno alla macchia e si uniscono ai partigiani locali. Si presidiano i paesi, si fa la guardia. Dopo un mese viene catturato dai partigiani, tra i quali ci sono gli ex commilitoni, non viene trattato male. La prigionia dura poco, riesce a fuggire e torna dai tedeschi, con i quali almeno si mangia, mentre con i partigiani è fame pura. Intanto si abbandona Creta, un’isola povera, brulla, molto secca. A nessuno passa per la mente, né tanto meno a lui, che l’isola è stata culla di una splendida civiltà antica. Si vedono solo le piante di carrube, che con i loro frutti riempiono lo stomaco della gente. Si arriva a Salonicco e qui Luigino rimane fino alla sconfitta delle truppe dell’Asse. Vista la piega presa dalle operazioni belliche, ad ottobre 1944 tutti scappano, italiani e tedeschi indistintamente. La meta per Luigino e compagni è l’Italia, ma non ci sono mezzi per raggiungerla. Si parte a piedi e si cammina, per la maggior parte di notte, dopo aver buttato il moschetto “de drio de na seraia”. Scambiato il vestiario militare con abiti civili, girovaga per la Grecia, senza indicazioni, mangia quello che ha, giunge perfino a riempirsi lo stomaco di erba, pur di tacitare i morsi della fame.” A raccontarlo adesso nessuno ci crede, ma è stato proprio così!” –conferma. Una sera bussa alla porta di una casupola, una vecchia apre l’uscio, lo squadra intensamente e chiede “Sei italiano?”. Avuta risposta affermativa, soggiunge: "Sono italiana anch’io, son qua dalla Ia guerra mondiale, a seguito della spedizione d’oriente; hai fame?”. Non occorre rispondere, per Luigino parlano gli occhi stanchi e supplicanti. Sul tavolo c’è “on panaro de polenta freda”, ne mangia a sazietà, condita con latte freddo, infine, ringraziata l’ospite, si riempie le tasche di fette di polenta e di nuovo via verso casa. Nello zainetto porta un asciugamano, dei fazzoletti e una saponetta per lavarsi. Si attraversano tutti gli stati balcanici, si risale da sud a nord, si arriva a Lubiana si passa per Postumia ed ecco finalmente Trieste, ove si risente parlare una lingua conosciuta. È l’11 giugno 1945. Sono stati nove mesi di ritirata terribili, nove mesi di sopravvivenza in territorio ostile, passati da ex occupanti invasori a sconfitti. Su un camion civile giunge ad Udine. Da qui in treno fino a Verona. Insieme ha altri compagni, tutti meridionali, ma bravissima gente. A casa intanto non sanno nulla, di Luigino si erano perse le tracce da più di un anno. Da Verona su un camion di Cesarin, quello delle marmellate, giunge fino alle “pomarola” e di lì a piedi a casa. La prima persona che incontra è Mario Cimmieri. La famiglia abita in piazza Castello, di fronte al cimitero. Papà ogni sera si metteva al portone ad aspettare…, la mamma invece era morta di crepacuore subito dopo la sua partenza. Finalmente eccolo arrivare e un nodo gli stringe la gola,

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vuol fare il duro, ma le lacrime scendono da sole a rigare il volto. È veramente finita. Dopo i primi giorni di festa, si deve affrontare la dura realtà, la miseria è dappertutto. Il nostro protagonista torna a lavorare un po’ qua, un po’ là, infine viene assunto in pianta stabile alla “cava dei sassi” ai Lauri, una cava di basalti e la busta paga porta grande sollievo in famiglia. Con lui lavora un amico di San Giovanni Ilarione che gli fa presente che vicino a casa sua c’è una ragazza, una gran brava ragazza, Assunta Panarotto, figlia unica. Luigino non si fa ripetere l’invito e dopo 6 mesi di fidanzamento la porta all’altare, nella chiesa di Castello. È il 16 gennaio 1952. Si trasloca in Via Cabalini e da qui non si muoverà più. In casa c’è la suocera Beatrice Sartori e anche se il nostro protagonista “l’è ‘nà a grembiale”, con lei si ha un accordo perfetto. Adesso è proprio un’altra vita, si lavora, ci si aiuta, si riesce finalmente a sorridere. In famiglia cinguettano i figli Giovanni e Lorenza che rappresentano l’avvenire. Terminata l’esperienza del lavoro in cava, si cambia, fa il becchino, lavora in conceria, poi manovale sotto la ditta Dal Cero, infine l’esperienza delle scarpe a Montecchia, non più a piedi, ma con la fidata vespa 50. Nel 1960 è protagonista di un curioso incidente. Raccogliendo l’erba, viene morso da una vipera. Non si perde d’animo, uccide il rettile e lo porta a casa. Viene poi accompagnato all’ospedale di Soave e da qui portato a Verona-Borgo Trento, l’unico provvisto di siero antiofidico. Nel 1974 arriva la pensione. Bella la vita, adesso. Può sbizzarrirsi nell’orto, i figli lavorano e si sposano, la moglie gli è sempre accanto. Nel 2002 festeggia il 50° anniversario di matrimonio e può tracciare un bilancio molto positivo della sua esistenza. Che emozione vedersi attorniato dai figli, nipoti e pronipoti. La moglie muore nel 2006; viene allora accudito nelle sue necessità dalla nuora, la moglie di Giovanni, anche lei originaria di Montecchia, molto paziente e disponibile, anche se a volte lui è un po’ “roerso”. -Contento della vita, Luigino? – chiediamo scherzando “Contento sì, ma se non ci fosse stata la guerra sarebbe stato meglio per tutti” commenta amaramente. Attorno a questo patriarca giostrano nipoti e pronipoti e apprendono dalla sua voce vicende lontane, fosche, tetre, brutali che rispondono al nome di guerra, un nome assolutamente da relegare sui libri di storia e mai più rispolverare. A tener compagnia a Luigino, nelle assolate giornate estive, c’è pure un vicino di casa, Giuseppe Pernigotto (Bepo Anara), una persona tutta particolare, arguta ed ironica. Parlano dei tempi passati, di vicende antiche, si commuovono insieme e si tira avanti. Nel salutare Luigino, stringendogli la mano, si ha l’impressione di trovarsi davanti ad un monumento di storia, di una storia che non si deve assolutamente dimenticare, perché ci ricorda gli errori del passato e la strada per non ripeterli in futuro. Ed allora il dovuto rispetto verso coloro che, come il nostro protagonista, controvoglia hanno dovuto imbracciare il fucile, hanno fatto il loro dovere fino in fondo, ma non hanno mai travalicato i limiti della decenza, della pietà e del diritto naturale insito in ogni uomo. A lui un augurio da parte di tutti di poter vivere gli ultimi anni in pace e serenità, quella pace e serenità che non ha potuto avere nella giovinezza. Gianni Sartori


3 L’ ALPONE

Fra Lorenzo Colombara

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asce il 24 settembre 1936 a Vestenanova, in provincia e in diocesi di Verona, paese adagiato sui Monti Lessini, molto frequentati a quei tempi dai frati cappuccini che questuavano per il convento di Verona, per dare da mangiare ai seminaristi e ai numerosi poveri. I suoi genitori, Colombara Luigi e Lovato Maria, tre giorni dopo la sua nascita, portano il fanciullino al fonte battesimale e gli danno il nome di Lorenzo. Il 7 maggio 1944 nella chiesa parrocchiale riceve anche il sacramento della cresima. A 13 anni, decide di farsi cappuccino e il 16 agosto 1949 entra nel seminario di Verona. Il suo parroco scrive: «Il sottoscritto, parroco di Vestenanova, certifica che il giovinetto

da Vestenanova (1936-2010)

Colombara Lorenzo di Luigi ha sempre mantenuto una buona condotta e dimostra vera vocazione allo stato religioso». Nel 1953 è accompagnato al seminario serafico di Thiene. Ritenuto idoneo, il 7 settembre 1955 inizia a Bassano del Grappa l'anno del noviziato, sotto la direzione del maestro Fra Lucchesio da San Martino di Lupari; ministro provinciale è Fra Zaccaria da San Mauro di Saline. Lorenzo riceve l'abito cappuccino e il nome nuovo di Fra Ruggero. L'anno dopo emette la professione dei voti temporanei nelle mani di Fra Sebastiano Rosato da Carrè, delegato dal ministro provinciale, che era ancora Fra Zaccaria. Dopo un anno di riposo, Fra Rug-

gero riprende il suo cammino di formazione nei luoghi di Udine e Padova in vista della definitiva consacrazione a Dio. In quest'ultimo luogo il 4 ottobre 1961 fa la professione dei voti solenni nelle mani di Fra Clemente da Santa Maria in Punta, ministro provinciale. Poi si trasferisce a Venezia per lo studio della teologia in vista dell'Ordine Sacro. Nella basilica palladiana del SS. Redentore riceve il diaconato il 31 ottobre 1964 da mons. Giuseppe Olivotti, vescovo ausiliare di Venezia. Il 3 marzo del 1965 fu consacrato sacerdote, a Vestenavecchia da mons. Giuseppe Carraro, vescovo di Verona. A Padova Fra Ruggero compie poi il cosidetto "anno di pastorale". È destinato poi predicatore a Cone-

gliano (pochi mesi), cappellano nella nostra curazia di Schio (1 anno) e poi ancora predicatore a Lendinara (1 anno). Altri incarichi: missionario in Angola, in Luanda, in Paranà Santa Caterina (Brasile), vicario parrocchiale ad Adria e a Thiene, torna missionario ad Acre (Brasile), torna a Verona come confessore, poi viene ricoverato a Conegliano in infermeria e muore all'ospedale a 73 anni. I funerali si tengono a Vestenanova ed è sepolto nel cimitero del paese. Ringrazio Suor Anna Colombara, sorella di P. Lorenzo, per avermi dato l'occasione di rinnovare la mia materna amicizia con suo fratello e con lei pregarlo che ci stia vicino nel nostro viaggio fino all'incontro con Lui. P. Sisto Kudizola

Ricordo della Bice

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nome dei miei fratelli e mio, vogliamo ringraziare di cuore tutte le persone che hanno partecipato al nostro dolore. Le numerose testimonianze di affetto ricevute ci sono state di profondo conforto, segno indelebile del ricordo che la BICE ha lasciato al paese.

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La nostra mamma è stata una GRANDE mamma e una GRANDE donna, forte e combattiva, e questo costituisce per noi motivo di sincero orgoglio. Grazie ancora. Anna Bevilacqua

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Giuseppe Urbani: centouno anni ben portati!

omenica 17 febbraio scorso Giuseppe Urbani, il decano del nostro paese, di mente molto lucida ed ancora di buona salute,

In Afghanistan con gli alpini

ssieme al presidente dell'Associazione Nazionale Alpini Corrado Perona e ad una delegazione del direttivo nazionale ANA, dal 14 al 22 dicembre scorso ho avuto l'opportunità di recarmi in Afghanistan nella base "Camp Arena" di Herat, a fare visita ai nostri alpini in missione. All'andata, la partenza da Fiumicino su un volo charter riservato ai militari diretti in Afghanistan e, dopo 6 ore di volo, uno scalo tecnico ad Abu Dhabi. Poi ancora 4 ore di volo e tanta turbolenza su un C 130 dell'Aeronautica militare fino ad Herat per raggiungere il comando ISAF WEST affidato al generale Ranieri, comandante della Brigata alpina Taurinense. Gli

italiani tutt'ora presenti in Afghanistan sono circa 3.500 dislocati in 5 basi: Herat, Shindand, Bala Baluk, Chaghcharan e Farah; la base di Bakwa invece è appena tornata alla competenza dell'esercito afghano. Il loro ritiro definitivo è previsto entro il 2014. Il nostro programma iniziale prevedeva la visita di tre basi, ma le "condimeteo" di Herat, come dicono i militari, non sono state molto favorevoli; in quei giorni anche da quelle parti, a 1000 metri di altitudine, faceva freddo, pioveva e c'era scarsa visibilità, per cui ci è stato possibile visitare solo la base di Shindand, raggiunta in un'ora di volo su di un elicottero Chinook scortato da un elicottero A129 Mangusta. I milita-

Angelo Pandolfo con Perona e gli alpini in missione ad Herat, Afghanistan

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ri di ISAF (Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza) sono di supporto al governo afghano, operano sulla base di una risoluzione dell'ONU, ed hanno portato a dei risultati importanti in termini di aiuto delle popolazioni locali. Nonostante le precauzioni adottate, i talebani qualche volta purtroppo sono riusciti nel loro intento di colpire i nostri militari o con comuni armi da fuoco o con ordigni esplosivi improvvisati, i tristemente famosi IED, che riescono a danneggiare i sia pure blindatissimi automezzi Lince, Freccia, Buffalo e Cougar in loro dotazione. Intendo sottolineare l'alta professionalità dei nostri militari in missione, che in questi anni di impiego all'estero hanno purtroppo perso ben 52 colleghi in operazioni che qualche volta si devono ritenere di vera e propria guerra. Mi lascia tanta tristezza sentire quelle per fortuna poche persone, che vanno pontificando che i nostri militari in missione sono ben pagati, che in fondo è il loro lavoro, ad altre amenità. Sarà anche vero, ma credo che noi tutti andiamo a lavorare per percepire il nostro stipendio a fine mese. C'è però una piccola differenza: tutte le sere noi ce ne torniamo nelle nostre comode e calde case, mentre quei nostri ragazzi per svolgere il loro lavoro rischiano ogni giorno la propria vita e rimangono per turni di 6 mesi lontani 10 ore di volo dalle loro case e dalle loro famiglie, in un ambiente non pro-

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ha compiuto 101 anni. Lo hanno festeggiato in famiglia i figli Luciano e Maria Angelina con il marito ed i tre nipoti Paolo, Dario ed Alessandro. Si sono ricordati del suo compleanno anche i parrocchiani di Castello, una delegazione dei quali è andata a fargli visita e gli ha donato un quadretto a ricordo dell'eccezionale evento: raggiungere i 101 anni non è proprio così frequente.

Giuseppe spegne la prima candelina del suo secondo secolo.

prio confortevole, con l'elmetto in testa e il giubbotto antiproiettile indossato; e vi assicuro, perché l'ho indossato anch'io, non è leggero e nemmeno tanto comodo... Una delle più importanti attività di ISAF in Afghanistan è fornire sicurezza ai trasporti. L'unica strada asfaltata in Afghanistan è la "Ring Road" che congiunge come un anello le principali città; tutto il resto della viabilità consiste in strade sterrate sulle quali gli insorti si sbizzarriscono nell'interrare i famosi IED che i nostri genieri cercano continuamente di neutralizzare anche con operazioni di intelligence. Ho potuto vedere di persona la costruzione di scuole, ospedali, pozzi ed altri importanti interventi finanziati con il contributo economico di governi e di associazioni di volontariato, fra le quali l'Associazione nazionale alpini. Nel 2012, nella zona di competenza italiana, dai nostri alpini del Genio sono stati spesi oltre 5

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milioni di euro, impiegando personale e materiali del posto, dando così la possibilità a molta di quella gente di avere un reddito. Per fare un esempio sull'entità delle opere eseguite, gli stessi lavori realizzati in Italia con i nostri costi, verrebbero a costare 10 volte di più. La popolazione afghana si sostiene economicamente per buona parte con la coltivazione del papavero da oppio che in questo Paese è consentita, mentre dell'oppio ne è vitata la lavorazione. Da prove già effettuate da ISAF, il terreno si presta magnificamente anche alla coltivazione dello zafferano; questa coltura ha dato risultati molto superiori per qualità rispetto a quello prodotto in Italia. Ma poi bisogna organizzarne la commercializzazione e... fare i conti con i "signori della droga" che pagano i produttori di papavero poco ma subito e certamente non gradiscono interferenze nelle

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L’ ALPONE 4

Carnevale tra le vie del paese

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nche quest’anno, dopo qualche incertezza, è arrivata, domenica 10 febbraio, la sfilata dei carri di carnevale per le vie di San Giovanni Ilarone: un evento ormai tradizionale, con un ricco corredo di carri (ben 15 quest’anno, provenienti da tutta la vallata e anche oltre) e un numero infinito di maschere multicolori, tra cui spiccavano le maschere tipiche del nostro carnevale, Mastro Ciliegia (Alessandro Possente) e la Sora Castagna (Erika Marcazzan), che distribuivano caramelle e simpatia a grandi e piccini. Puntuali anche questo anno il gioco della Maschera Nascosta, in cui si doveva capire l’identità di un personaggio misterioso, e la travolgente musica dell’immancabile Banda G. Verdi. Tutti i carri in lizza sarebbero da ricordare per la capacità rappresentativa e la fantasia delle tematiche sollevate; fra questi segnaliamo con particolare simpa-

L’angolo della poesia

tia quello della locale Scuola dell’infanzia “Papa Luciani” denonimato “Legolandia”, e altri giunti da fuori paese, come “Activia Danone” da Terrossa di Roncà o “Carnevale da Leoni” da Montecchia di Crosara. Un grazie caloroso a quanti hanno collaborato, dalla Pro Loco organizzatrice alla Protezione Civile per la sicurezza, dal prezioso contributo dato dall’Aido e dai Carabinieri in Congedo per i dolci e il the caldo, a tutti i vari cittadini coinvolti, giovani e meno giovani, che hanno permesso anche quest’anno di realizzare un carnevale degno della tradizione di San Giovanni Ilarione. Lorenzo Gecchele

San Giovanni Ilarione Parrocchia di San Giovanni Battista

El me amico Renato

organizza

Ghera 'na olta Renato Ciman Con la barba la pansa el fumava el toscan El gavea 'na ford rossa con sora on scaleto Rento de tuto, penei, colore, strase e Tobi el so cagneto L'era a Gesù e la Madona tanto devoto El gà piantà la crose ai Bertini par voto La so vocasion da toso l'era nar frate Invese coi sui l'è nà in Francia a bietole e patate El schersava con tuti contandoghe anca dele bale Ma l'era par farli ridare e tirarghe su el morale El se catava con Vieno, i parlava de affari e de laori Deso te li vedi sule foto dai Rafani con on vaso de fiori E come ogni ano de Pasqua tuti in fila se va in procession Coi lumini impisà de note disendo le orasion Se se trova tuti soto la crose con tante lucete Grasie a Renato con la benedision de don Elio el nostro prete. Gabriele S.

festa di San Zeno Sabato 6 Aprile Serata presso il Canevon "Durello da scoprire" con degustazione delle migliori bottiglie del Durello locale e con cena in abbinamento con i vari vini, organizzata dall’Associazione San Zeno (prenotazione presso Almerino 340 1076864)

Domenica 7 Aprile Ore 10.00: Santa Messa presso la chiesa di San Zeno con tradizionale benedizione delle Biciclette

Ore 14.00: Inizio giochi popolari per bambini e ragazzi – Maxigonfiabili in

Parrocchia di Castello:

funzione

Ore 16.00: Dimostrazione dell’antica arte dei falconieri, con falchi e altri

rapaci addestrati

Ore 19.00 Peso del Maiale con altezza della sopressa

intervento di consolidamento di una struttura muraria

Nel corso di tutta la manifestazione funzioneranno fornitissimi chioschi enogastronomici con varie specialità locali – Pesca di beneficenza In caso di maltempo la manifestazione sarà effettuata la domenica successiva

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"La civiltà continua a munirci delle più impensabili comodità, ma non ci spiega come fare a mantenerle."…Giusto un pò per farci riflettere su quanto la Felicità nel corso del tempo si é associata al bene materiale…

uovi lavori nell’ambito delle attività di manutenzione del complesso parrocchiale comunemente denominato “parco giochi” di Castello: un importante intervento è stato effettuato sulla struttura muraria che sostiene il campetto da calcio, nel versante a valle, in seguito al pericolo di cedimento del muro di sostegno. Il consolidamento è avvenuto attraverso una serie di 26 tiranti auto-perforanti, ciascuno di 12 metri di lunghezza, sulla muratura in calcestruzzo. L’operazione è stata eseguita con attrezzatura per infissione a roto-percussione esterna di armature in barra del diametro 32 mm con giuntate ogni 3 metri. L'intervento sulla struttura muraria

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Fotografie di una volta: ultima chiamata!

l gruppo che raccoglie le vecchie fotografie riguardanti San Giovanni Ilarione e la sua Ipopolazione è al lavoro per classificare e se-

lezionare il materiale, definire tempi e modalità di redazione delle didascalie e degli articoli di presentazione in vista della pubblicazione. Vista la quantità del materiale, si è deciso di dar vita a diverse pubblicazioni, la prima delle quali sarà dedicata alle coppie (foto di coniugi o di fidanzati giovani e meno giovani, matrimoni ecc.). Chi avesse ancora qualche foto che risale a prima degli anni '70 e che riguardano il nostro paese e la sua popolazione, si affretti a contattare uno dei seguenti incaricati: Mario Gecchele, Gianni Sartori, Angelo Pandolfo, Dario Bruni, Augusto Gambaretto.


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chiv r a ’ d e cart

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ebbene gli archivi siano considerati depositari di documenti spesso polverosi o poco leggibili, capita talvolta di ritrovarvi qualche sprazzo di vita paesana che, a tanti anni di distanza, riesce ancora a suscitare curiosità e magari, nelle persone meno giovani, perfino un guizzo di nostalgia. È quanto ci trasmette questo manifesto della Sagra delle Castagne del 1949, casualmente ritrovato

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da un amico ricercatore e prontamente fattomi pervenire. L’archivio in questione stavolta è la sezione documentaria della Biblioteca Bertoliana di Vicenza. Tralasciamo, una volta tanto, il commento, visto che ciascuno potrà leggersi con calma quello che i nostri concittadini riuscivano a fare durante una sagra di più di 60 anni fa. Dario Bruni

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Profumi d'altri tempi

utto è iniziato con la raccolta delle palline di Natale, un’idea originale scaturita dall’estro artistico di Ferdinando Rossi per realizzare il cielo stellato del presepe che, ogni anno, si allestisce davanti alla chiesa. Per realizzare questo progetto, Ferdinando ha coinvolto i bambini di tutte le scuole del paese, invitandoli a donare delle palline colorate. L’iniziativa ha avuto successo e, in questi tempi di crisi, si è rivelato un valido insegnamento, che i bambini, sicuramente, interiorizzeranno e non dimenticheranno. Proprio sulla piazza della chiesa, ho incontrato la signora Elisa, la mamma di Ferdinando. Mentre si parlava del progetto lei ha iniziato a raccontarmi di quanto era bella la piazza della chiesa ma soprattutto quella del monumento, quando lei era piccola. Con la mano mi mostrava che, lungo la ringhiera c’era una fila di acacie con le loro verdi e folte chiome cariche di fiori dal profumo inebriante. Mi raccontava divertita che, con i suoi compagni e il maestro Zanchi, andava sempre a giocare sotto queste piante e che lui si divertiva a far loro degli scherzetti. Alle bambine insegnava come sfuggire ai bambini dispettosi o a coloro che volevano far loro del male. Erano gli anni 1942-43, tempo di guerra come si può vedere dalla pagella che, su mia richiesta, mi ha prestato affinché la potessi pubblicare. Nonostante si parlasse di ricordi, mi sembrava di vedere la scena e di sentire la voce e le risate di quei bambini. Continuando il suo racconto, la signora Elisa, ritorna sempre a parlare con occhi lucidi e luminosi di quelle piante, del loro profumo. L’insistenza mi incurio-

In Afghanistan con gli alpini

loro attività. E... la gente del posto ha bisogno di avere degli introiti certi per mantenere le loro famiglie! Un'altra coltivazione possibile è l'albicocco, albero originario dell'Armenia; un sogno degli afghani è quello di diventare i "fruttivendoli" dei vicini Emirati Arabi. Ma qualcosa negli ultimi anni sta cambiando anche nella vita di quella gente, perché finalmente le donne, che sono state per quasi 30 anni segregate in casa senza potere lavorare e studiare, ora sono tornate a vivere una vita normale, non sono più obbligate ad indossare il Burqa, lavorano e vanno a scuola (all'università di Herat il 40% degli studenti sono donne). La scuola di Herat, ad esempio, ospita ora 12.000 alunni divisi in 3 turni giornalieri, e proprio in questa struttura, con le offerte raccol-

te alla cittadella militare durante le Ilarione, che mi ha consentito di vedere i nostri militari al lavoro con adunate nazionali di Torino e Bolla loro grande carica di umanità, zano, è stata donata dall'ANA l'attrezzatura per la sala informatica la indiscutibile professionalità nel loro lavoro e nell'impiego dei soficon 35 postazioni di computer che sticati sistemi di difesa di cui sono noi siamo andati ad inaugurare; è stata posata anche la prima pietra dotati. per un suo ampliamento. Angelo Pandolfo Un altro dato significativo che fa bene sperare per il futuro di questa gente, è la grande diffusione delle comunicazioni negli ultimi anni: in Afghanistan ci sono ora 18 milioni di telefonini! Un'esperienza davvero entusiasmante quella che ho vissuto a quasi settemila chilometri da San Giovanni Angelo Pandolfo con Perona ed il gen. Ranieri ad Herat

sisce così le chiedo se per caso ha una fotografia per mostrarmi quello che mi sta descrivendo. Lei sorridendo mi dice di sì e molto gentilmente ed orgogliosamente me la mostra. Improvvisamente capisco perché quelle piante per lei hanno un significato particolare ed ha un ricordo così nitido di esse anche a distanza di tempo: era per lei il momento più bello della sua vita, il 26 Maggio 1965, giorno del suo matrimonio! In questo racconto, abbiamo due momenti particolari della storia: il primo è la guerra, anni di odio, distruzione, pianti e morte; il secondo è la pace, la serenità e l’amore. Al centro di tutto ciò il ricordo indelebile del profumo dei fiori e di un passato sempre presente. Questa storia mi ricorda una frase letta in un libro: “Osserva i fiori, vivono e sbocciano in tutto il loro splendore senza chiedere nulla, si amano, sono felici di fiorire. Anche noi dovremmo essere così.” (Cit. Romano Battaglia nel libro “Oltre l’amore”). Concludendo, vorrei sottolineare l’importanza degli incontri e della collaborazione tra le persone, che sono gli ingredienti essenziali per mantenere vivi, nella nostra mente e nei nostri cuori, il vissuto personale e i ricordi legati alla nostra comunità. Anche i bambini, un giorno ricorderanno la piazza sfavillante di luci e la dolce atmosfera di questo Natale. Grazie signora

Elisa per le emozioni trasmesse con la sua testimonianza. Antonietta M.

Condoglianze Nel momento in cui il giornale va in stampa, apprendiamo della scomparsa di Adelina Damini, moglie amatissima del nostro Direttore Delio Vicentini. A nome di tutti i lettori de "L'Alpone" e dei cittadini di San Giovanni Ilarione, vogliamo esprimere a lui e ai suoi familiari le più sentite condoglianze, che estendiamo ai parenti di Adelina, originaria del nostro paese. La redazione de "L'Alpone"

L’ANTEAS PER LA SICUREZZA DEI CITTADINI Il Coordinamento provinciale ANTEAS, di cui è responsabile Paolo Armani, in collaborazione con il gruppo di San Giovanni Ilarione, presidente Augusto Gambaretto, e con il patrocinio del Comune organizza una serie di incontri dal titolo “SICURI DI SE’… nella crisi economica”. Saranno presenti esperti del settore, che affronteranno diverse tematiche, quali l’uso responsabile del denaro e il pericolo di sovraindebitamento, l'aumento della criminalità spicciola e quotidiana, l’accesso alle nuove tecnologie nei percorsi burocratici, le insidie sempre presenti nel mondo della casa. Gli incontri, aperti a tutti i cittadini, si svolgeranno in sala civica M. Rumor nei giorni di venerdì 5 - 12 - 19 aprile, dalle 15.00 alle 18.00.


L’ ALPONE 6

L’ AMMINISTRAZIONE COMUNALE INFORMA università del tempo libero anche a San Giovanni Ilarione

Ogni mercoledì alle 15.30 appuntamento in sala civica “M. Rumor”

A

nche il nostro paese ha la sua Università del Tempo Libero, posta in atto su iniziativa del Comune di San Giovanni Ilarione, Assessorato alla Cultura e Politiche Sociali. “Un’iniziativa di grande portata culturale a servizio dei nostri cittadini”: così l’ha definita il sindaco Ellen Cavazza nel momento dell’inaugurazione, il 9 gennaio scorso, di fronte ad una buona presenza di pubblico partecipe e attento. Sedici gli appuntamenti in programma, che tiene occupati i partecipanti fino al 24 aprile, con la giornata di apertura, come da protocollo, riservata alla storia del paese, dalle origini al Novecento, illustrata con ampio corredo di immagini dal relatore Dario Bruni; sette giorni più tardi l’attenzione si è spostata su una delle più interessanti scoperte della paleontologia degli ultimi anni, l’ormai arcinoto piccolo di dinosauro denominato Ciro, presentato dal suo scopritore, l’ilarionese Giovanni Todesco. La serie è continuata con una vivace riflessione su alcune personalità protagoniste della scienza di ogni tempo, illustrate da Luigi Grezzana, e con un ampio quadro storico-religioso riguardante uno dei santi più attuali della storia, san Giovanni Bosco, curato da Gianni Sartori. Nei due mercoledì successivi l’attenzione si è spostata su due eventi della storia del

‘900 che ancora scuotono la coscienza di tutti, il dramma delle foibe e l’immane tragedia della Shoah, illustrati da Raffaele Sartori. Ricchi di interesse anche gli appuntamenti successivi, dai saggi consigli “per invecchiare bene” di Mario Gecchele alle storie del filò di Otello Perazzoli, dal fascino di Venezia (Luigi Manfrin) al film “Il club degli Imperatori” (Chiara Quaglia), dalla riflessione del parroco don Elio Nizzero sul vivere e sull’essere cristiani a San Giovanni Ilarione all’approfondimento storico sui Maltraversi di Dario Bruni, è tutto un susseguirsi di tematiche varie e coinvolgenti. Il ciclo terminerà in aprile con altri quattro appuntamenti d’eccezione: il coro El Biron passerà in rassegna i canti popolari, Irnerio De Marchi illustrerà le ville venete presenti in vallata, Paolino Panarotto schiuderà il magico mondo delle orchidee della Lessinia e Vito Lonardi dedicherà l’ultimo incontro ai cantautori più famosi degli anni ruggenti. A facilitare la partecipazione ci pensa un pullmino messo a disposizione dall’Amministrazione, la quale ha previsto anche, quale degna chiusura del corso, la visita guidata ad una villa veneta. L’Università è aperta a tutti e la partecipazione è gratuita.

COMUNE DI SAN GIOVANNI ILARIONE Assessorato alla Cultura e Politiche Sociali UNIVERSITA’ DEL TEMPO LIBERO ANNO ACCADEMICO 2013 - Sala Civica Comunale Mariano Rumor ogni mercoledì dalle ore 15.30 alle 16.30 Tema Data Relatore

9 Gennaio

Dario Bruni

16 Gennaio

Giovanni Todesco

San Giovanni Ilarione le origini e la storia Ciro, il primo dinosauro Italiano

23 Gennaio

Luigi Grezzan

Scienza di storie e uomini

30 Gennaio

Gianni Sartori

6 Febbraio

Raffaele Sartori

13 Febbraio

Raffaele Sartori

San Giovanni Bosco padre e maestro dei giovani Il dramma del confine orientale italiano: le foibe e l’esodo Riflessioni sulla Shoah

20 Febbraio

Mario Gecchele

Le modalità per invecchiare bene

27 Febbraio

Otello Perazzoli

Le carte e le storie dei filò

6 Marzo

Luigi Manfrin

Venezia città delle donne

13 Marzo

Chiara Quaglia

Film “Il club degli Imperatori”

20 Marzo

Don Elio Nizzero

27 Marzo

Dario Bruni

Evoluzione del vivere e la fede a San Giovanni Ilarione I Maltraversi nelle nostre terre

3 Aprile

Coro "El Biron"

Canti Popolari

10 Aprile

Irnerio De Marchi Le Ville Venete della Val d’Alpone

17 Aprile

Paolino Panarotto

Le Orchidee della Lessinia

24 Aprile

Vito Lonardi

Musica: i nostri cantautori da Modugno a Lucio Battisti

BIBLIOTECA “O. BONAFIN” in collaborazione con l’Assessorato alla

organizza

Cultura e Istruzione

UN LIBRO, UN AUTORE Presentazione di quattro libri di autori locali

Giovedì 11 aprile 2013, ore 20.30 – Sala civica Dario Bruni, “I Maltraversi nelle terre del Durello”

Sabato 11 maggio 2013, ore 20.30 – Teatro parrocchiale Giovanni Todesco, “Ho due figli e un dinosauro”

Venerdì 26 aprile 2013, ore 20.30 – Teatro parrocchiale Edoardo Casotto, “L’armonica di Pascal”

Venerdì 24 maggio 2013, ore 20.30 – Sala civica Osvaldo Benetti, “Andare a piedi”

Biblioteca "Ottavia Bonafin" l grado di maturità di un paese si vede anche dall’importanza accordata alla cultura, all’arte e alle sedi volte alla loro valorizzazione. Fra queste, un ruolo fondamentale dovrebbe spettare alla Biblioteca Comunale, che il nostro Comune ha la fortuna di possedere, e quindi anche il dovere di prendersene cura e lavorare affinché questo luogo cresca e diventi un punto di incontro, di confronto e di nuove iniziative. Siamo un gruppo di persone che vuole tentare di restituire alla Biblioteca “O. Bonafin” di San Giovanni Ilarione la sua funzione di centralità all’interno della vita culturale del paese. Siamo convinti, infatti, soprattutto in tempi di difficoltà economiche e politiche come questi, che investire sui libri, sulla cultura e sull’arte, possa essere un piccolo passo verso un progresso che non sia esclusivamente materiale, bensì che vada ad arricchire la parte davvero importante dell’essere umano, ovvero la mente, la fantasia, lo spirito. Situata al n. 5 di Piazza Aldo Moro (proprio sotto il palazzo del Comune), la Biblioteca “O. Bonafin” offre già alcuni servizi di grande interesse e utilità, forse poco conosciuti da una parte della cittadinanza. Dal 2007, infatti, la Biblioteca è entrata a far parte del Sistema Bibliotecario Provinciale (sbp.provincia.verona.it), ovvero una rete di circa 70 biblioteche di comuni

appartenenti alla provincia, che mette a disposizione un efficace servizio di prestito interbibliotecario gratuito, attraverso cui è possibile far arrivare nella propria biblioteca i libri appartenenti alle altre sedi: le possibilità di prestiti e letture, dunque, si ampliano considerevolmente, garantendo agli utenti la possibilità di usufruire anche di libri non appartenenti alla biblioteca del loro paese. Inoltre, è possibile prendere in prestito anche film in DVD o VHS, audiolibri e CD. Partendo da questa base, il nuovo Gruppo Biblioteca vuole promuovere una serie di attività, progetti e iniziative volte a far conoscere e a diffondere l’amore per la lettura, la cultura, il pensiero, l’arte, la poesia. L’associazione è di recentissima nascita, e il lavoro da fare è tanto: credo siamo tutti d’accordo nel constatare il ruolo di forte marginalità in cui è stata relegata la cultura nel nostro paese. È ora di ricominciare, di offrire qualcosa di nuovo. Cerchiamo persone entusiaste e volenterose, di qualsiasi età, disposte ad iniziare con noi questo nuovo cammino. Abbiamo bisogno di consigli, di idee, di partecipazione. Insomma, abbiamo a disposizione un luogo in cui poterci esprimere liberamente, in cui poter trasmettere agli altri la passione per la lettura, la conoscenza, la fantasia. Desideriamo collaborare con le scuole e con le altre associazioni del paese, promuovere progetti per

Per far fronte alle esigenze di servizio sempre crescenti e diversificate della popolazione, in particolare per i lavoratori, l’Ufficio Anagrafe del Comune di S. Giovanni Ilarione rimane aperto anche il sabato mattina, dalle ore 8.00 alle ore 12.00. L’ufficio, com’è noto, espleta tutte le richieste inerenti, fra l’altro, gli atti di nascita, il cambio di abitazione e il cambio di residenza.

ACCADEVA… MEZZO SECOLO FA

Passione per i libri (e non solo) alla base del nuovo gruppo che sta costituendosi per valorizzare il cardine culturale del paese

I

Apertura al sabato dell’Ufficio Anagrafe

avvicinare i bambini ai libri, organizzare serate di presentazione di opere, di letture, di performance poetiche… Stiamo partendo da zero, ma proprio per questo ci è data la possibilità di costruire davvero qualcosa di nuovo e prezioso! Se anche tu, come noi, senti il bisogno di portare un po’ di nuova linfa alla vita culturale e artistica del nostro paese, vieni a trovarci in Biblioteca, oppure contattaci al seguente indirizzo e-mail: bibliosangio@libero.it, o al numero telefonico 045/6550664. Oppure, mandaci un messaggio alla nostra pagina Facebook, Biblioteca "O. Bonafin" - S. Giovanni Ilarione. Inoltre, approfittiamo di questo spazio per ricordarvi che la Biblioteca accetta sempre e volentieri eventuali donazioni di libri, anche usati, da parte di utenti e cittadini: è anche questo un modo per contribuire alla crescita e all’arricchimento di un luogo che, come la Biblioteca Comunale, dovrebbe costituire un punto nevralgico nella realtà di un Comune. Ti aspettiamo! Gruppo Biblioteca Comunale “O. Bonafin”

Le elezioni, si sa, non vanno mai fuori moda. Giusto cinquant’anni fa proprio in questi giorni il paese era alle prese con un’altra tornata elettorale. Ecco come andarono allora le cose a San Giovanni Ilarione, era il 28 aprile 1963: SENATO, COLLEGIO VERONA COLLINA San Giovanni Ilarione, elettori 2428, votanti 2061 (percentuale 84%): PCI 13; PLI 24; PSI 104; DC 1827; PSDI 34; Veritas 36; MSI 23. CAMERA San Giovanni Ilarione, elettori 2306: PCI 20; PRI 3; PSI 100; PLI 23; DC 2102; Papi 1; MSI 17; PSDI 20.

Magnifica serata di canti natalizi a Castello, il 29 dicembre scorso, con protagonisti alcuni gruppi corali del paese: il coro giovani della parrocchia di Castello, il coro “El Biron”, il coro giovani della parrocchia di S. Caterina in Villa..


7 L’ ALPONE

Gino Perazzolo e i due gemelli

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ino Perazzolo ha adottato a distanza due gemelli Leonardo e Andreina Guanipa, della missione Casa Focolare di Don Luciano Costalunga missionario Salesiano in Venezuela.Questo è un gesto d'amore che molti di noi potremmo seguire, perchè con una goccia di bene, come ha voluto fare Gino, possiamo salvare molte vite di bambini abbandonati e dimenticati dal mondo. Bravo Gino, così potrai ammirare nella foto sulla tua credenza due vite sicure di avere un futuro sereno e migliore. Nella foto Gino Perazzolo con la foto dei due gemellini e il presidente dei missionari Ilarionesi nel mondo, Mario Fochesato.

Capitello dei Balzi, M

testimonianza di fede

omento di particolare emozione il pomeriggio del 21 ottobre u.s. in contrada Balzi, un luogo incontaminato ove si respira il senso di tranquillità, di raccoglimento, un luogo dove tutto è mosso da una profonda fiducia in Dio. Qui è tornato agli antichi splendori il capitello locale, uno dei più antichi e ricordati del paese. Figura geometrica lineare, slanciata, rispecchia lo sforzo del progettista a tendere verso l’alto, una spinta quasi spasmodica verso Dio, che costituisce il fulcro e il punto focale della costruzione stessa. Una elegante statua della Madonna abbraccia idealmente l’intera zona circostante, a sicuro baluardo contro il pericoli atmosferici. Struttura portante in marmo, risentiva ormai degli attacchi del tempo ed è stato pertanto molto positivo e degno di menzione l’intervento dei fratelli Rivato, figli di Guglielmo, che hanno voluto anche esaudire una delle ultime volontà del padre scomparso e della mamma, riportando il capitello agli antichi fasti. Dall’operazione di pulizia e di intervento conservativo è risultata una bella costruzione, che alla vista sembra più alta della misura, una figura snella ed elegante; le strutture portanti ed il tetto a spiovere, con un indovinato intervento di sabbiatura, danno l’impressione di essere uscite da qualche tempio antico, tanto sono belle ed indovinate. Un artistico cancello in ferro battuto con relativo vetro racchiude la cella che ospita la Vergine Santa. Ultimamente, per desiderio del Vescovo nativo Mons.Angelo Rivato, è stato aggiunto un quadro ad icona orientale raffigurante Cristo, principio e fine di tutto. La cella poggia su un piedistallo sul quale l’antico autore ha voluto incidere la dedica, che sa di accorata preghiera: “A FULGURE ET TEMPESTATE LIBERA NOS DOMINE ET TU VIRGO SS.MA INTERCEDE PRO NOBIS”. (dal fulmine e dalla tempesta liberaci, o Signore, e tu Vergine Santissima intercedi per noi). Racchiude il sentimento, l’ansia, l’apprensione del contadino contro le calamità del tempo, che costituivano un serio pericolo per la sopravvivenza stessa, ma evidenziano al medesimo tempo la piena e totale fiducia nella Madonna e l’abbandono ai voleri di Dio. L’apparato esterno alla base

è stato ampliato, divenendo più aperto e sembra idealmente prolungare il gesto di accoglienza della Vergine verso la gente del luogo, i gradini originali, che riportavano la data di costruzione del 1737, sono stati coperti con materiale più consono per resistere alle intemperie. I colori delle pitture murarie sono stati scelti dalle donne del luogo, le quali hanno dimostrato un buon senso artistico e di intonazione con l’opera. Fanno da corona i cipressi slanciati, messi probabilmente a dimora con il sorgere della costruzione originale, che rappresentano un punto di riferimento visivo anche da lontano. Al momento della nuova inaugurazione non riescono a trattenere l’emozione ed il giusto orgoglio i fratelli Agostino, Francesco, Patrizio, Paolo, Leonardo, Marco, Monica per la realizzazione, sotto la supervisione della mamma Imelda Panarotto, che ben volentieri si assume l’incarico di pulire, curare i fiori, segnalare eventuali piccoli problemi. Lo zio Ernesto, veterano del luogo e che ne rappresenta la memoria storica, esprime tutta la sua contentezza ed il suo amore verso questo luogo di preghie-

Giuseppe Fattori - Eroe del Piave

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a proprio difficoltà a nascondere la propria soddisfazione Costantina Fattori, quando le viene proposta l’occasione di ricordare il papà, Giuseppe Fattori, ma da tutti chiamato “Menin da Castelo” e la mamma Maria Panato. Suoniamo alla porta in un rigido pomeriggio, ben poco dall’esterno si intravede, ma una volta rinchiusa alle spalle la porta che dà sulla “piassa del Costo”, l’ambiente si trasforma del tutto. In un’ampia sala dignitosamente arredata e dalla gradevole temperatura incontriamo Costantina, con la quale si instaura subito un clima di collaborazione. Non vuole parlare di sé, desidera solo ricordare la figura dei genitori, che a Castello hanno lasciato un ampio ricordo. Papà nasce il 20/02/1899, cresce assieme ad un fratello e a due sorelle, proprio sotto l’ombra del campanile. Il cognome Fattori è di antica matrice di Castello. Giuseppe non segue il lavoro del papà, stradino comunale, ma nutre fin da piccolo una spiccata passione per il disegno, il legno, la falegnameria in genere. Per questo si porta ben presto a Chiampo a scuola di disegno, dalla falegnameria Faedo. Non è neppure tagliato per il lavoro nei campi, mentre si trasforma e si sente realizzato davanti al legno e alla pialla. Nel 1917, in piena guerra mondiale, viene chiamato alla visita militare, dichiarato abile e spedito direttamente sul fronte del Piave, per cercare di bloccare l’avanzata austriaca. È uno dei ragazzi del ’99, una classe che passerà alla storia per la sua abnegazione e il suo eroismo e che ha contribuito in maniera determinante a bloccare l’avanzata nemica e a decidere la vittoria finale. Giuseppe è orgoglioso di appartenere a questa gloriosa classe ed è sempre in prima fila nella celebrazione annuale della festa del IV novembre. Tornato dalla guerra, riprende il lavoro di falegname, non in una grande industria, ma in proprio, in una stanza attigua all’abitazione, lavora fino, usa lo scalpello quasi fosse un uncinetto, in maniera certosina, che lo porta a curare i minimi particolari nell’intaglio del legno. Trasforma anonimi pezzo di legno in autentici capolavori. Nel 1921 porta all’altare l’anima gemella, Maria Panato, sua coetanea dalle Boarie e la nuova famiglia si accasa proprio a Castello, sotto l’ombra del campanile. La casa ben presto si popola di ben sei figlie. Giuseppe con il suo lavoro riesce a mantenere dignitosamente la numerosa nidiata, grazie anche al prodotto dei pochi campi, che la moglie coltiva con amore e passione. La sua capacità nel lavoro attira molti clienti, soprattutto le giovani coppie di sposi che a lui ricorrono per farsi fare “la cuccetta del letto, l’armaron, la tola, la cardensa”, in ciliegio o noce nostrano. Chi, anche adesso ha la fortuna di possederne uno, se lo tiene ben stretto, perché si nota distintamente che, oltre all’uso per il quale è nato,

il mobile porta la firma dell’artista, arricchito di motivi religiosi o floreali. Intanto le figlie crescono, le maggiori vanno in filanda a San Giovanni Ilarione e portano a casa i primi soldi. Nel 1940 l’Italia entra in guerra e il distretto militare si ricorda di richiamare Giuseppe e mandarlo al fronte in Albania, lasciando a casa moglie e 6 figlie. Si vede proprio che la classe 1899 è veramente di ferro… Qui ci rimane fino al 1941, con tutti i pericoli del fronte, e poi può tornare a casa, beneficiando di una legge che congeda chi ha 4 figli. Fino a fine della guerra scava carbone nella miniera di Nogarotto, viene pure requisito dai Tedeschi per il lavoro coatto sotto la Todt e lavora sotto il suo portico di casa a preparare materiale in legno da utilizzare per i camminamenti e le gallerie. Per fortuna la guerra finisce, ma l’Italia è a pezzi, si fatica a portare il pane in tavola e anche la sua attività risente della crisi. Nel 1950 emigra a Roma con tutta la famiglia, chiamato dalla figlia Clelia che là si è stabilita dopo il matrimonio con Antonio Agresti. Vi rimane 6 lunghi anni, dal ’50 al ’56 e poi rientra nella sua Castello, perché non si è abituato alla vita nella capitale. Continua saltuariamente il suo lavoro, arriva la pensione. Giuseppe ora può guardarsi intorno tranquillo, le figlie si sono tutte sposate, non ci sono più problemi, è persona serena e tranquilla, non gli interessano e non si fa coinvolgere dalle chiacchiere dalla gente, amico di tutti, non si è mai permesso di dare giudizi sugli altri. Giuseppe e tanti come lui hanno contraddistinto un’epoca, forse più povera e diseredata, ma certamente più sincera. In casa, gelosamente custodito dalla figlia Costantina, un Sacro Cuore disegnato a matita in età giovanile, accoglie il visitatore e subito risaltano la finezza e la sicurezza dei segni tracciati, la capacità di trascrivere sull’immagine le proprie aspirazioni e i propri sogni. Nel 1979 muore, seguito 15 giorni dopo dalla moglie, lasciando in casa tutti i suoi ricordi e le sue belle realizzazioni custodite con amore dalla figlia Costantina, che qui continua ad abitare e che è ben felice di mostrare attraverso le immagini e le opere visive la vita di mamma e papà. Gianni Sartori

Anche la Scuola Materna è stata protagonista del carnevale Ilarionese!!

ra, che lo ha visto da fanciullo piegare le ginocchia nel mese di maggio per la recita del rosario comunitario e nelle varie altre ricorrenze. Qui sicuramente ha meditato e si è ispirato il vescovo Angelo Rivato, prima di partire missionario. Il parroco don Elio ha voluto solennizzare con la sua presenza l’inaugurazione, con la recita del S. Rosario comunitario, ricordando la necessità di rinverdire la fede e la devozione verso la beata Vergine, la necessità di avere fiducia in Colui che guida i nostri passi. A fine cerimonia un sostanzioso rinfresco ha completato il clima di gioia e di amicizia, sotto lo sguardo bonario del capitello vestito di nuovo, che avrà ancora il compito di unire la gente, essere segno di fede e di incontro. Gianni Sartori

Si ripete l'antica (e gustosa) tradizione del fare i salami in casa: ecco una maxi soppressa da record, 12 Kg. mostrata con giustificato orgoglio da Renato Marchetto di contrada Marchetti.


L’ ALPONE 8

S cuola - A ula

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primaria “A. S tefani ” cinema : obiettivo raggiunto ! -

inalmente la nostra scuola ha un’aula con grande schermo e proiettore per la visione di film e documentari. Questa è la novità alle Stefani, realizzata grazie alla collaborazione di molte persone: alcuni papà che si sono dati da fare per alcuni sabati di novembre e dicembre a ridipingere e sistemare l’ex mensa; l’Amministrazione Comunale che ha fornito i colori per la tinteggiatura; tutti coloro che sono intervenuti e hanno fatto un’offerta al Mercatino di Natale dello scor-

so anno, i soldi raccolti infatti sono serviti ad acquistare il proiettore e il lettore dvd. L’aula-cinema è stata inaugurata il 16 dicembre, alla presenza del sindaco Ellen Cavazza e di alcuni assessori, tra cui Claudio Lovato, che hanno premiato con un attestato i genitori che hanno lavorato alla sistemazione della stanza. Erano presenti inoltre molti alunni con i loro genitori. Noi insegnanti siamo soddisfatte dell’obiettivo raggiunto perché ci dà la possibilità di utilizzare il grande schermo a sostegno dell’attività didattica, offrendo un’occasione diversa di apprendimento e arricchimento. La nuova aula–cinema ci permette anche di coinvolgere contemporaneamente più gruppi-classe rimanendo all’interno della nostra scuola

L'esperto Giovanni Todesco porta Ciro a Eraclea (VE) C

on grande piacere noi bambini delle classi terze e loro insegnanti della scuola primaria E. De Amicis di Eraclea (Ve) il giorno 20 febbraio 2013 abbiamo ospitato il signor Giovanni Todesco. L’esperto ha illustrato alcuni fossili di origine diversa, tenendo una lezione di paleontologia con molta professionalità e preparazione. Gli alunni si sono lasciati coinvolgere mostrandosi interessati e partecipi fino alla presentazione di Ciro: il primo dinosauro Italiano, quando il loro entusiasmo e stupore è giunto al culmine. Il signor Todesco ha raccontato la sua scoperta e l’ha ben descritta in tutte le sue parti. Infine è stato lasciato ai bambini un poster di Ciro autografato dallo

Giovanni Todesco, mostra il poster di Ciro durante la lezione

scopritore. Un ringraziamento particolare a Giovanni Todesco per aver portato nella scuola dove insegno, un

contributo storico scientifico proveniente dal mio paese di origine. Insegnante Grazia Gambaretto

"Costellazioni"

L'ultima, interessante opera dell'artista Ferdinando Rossi

Dettaglio dell'opera di Ferdinando Rossi

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on so se qualcuno di voi ha avuto la fortuna che ho avuto io qualche sera prima di Natale, ovvero quella di scoprire per caso, passeggiando per il paese di San Giovanni Ilarione, una splendida sorpresa davanti alla chiesa. Da lontano distinguevo solo dei puntini fluttuanti nell’aria, ma una volta arrivata lì scoprii una colorata costellazione che ondeggiava silenziosa sopra la mia testa. A luccicare non erano stelle ma palline di Natale e presto scorsi anche il pianeta Terra. Mi lasciai quindi cullare un po’ dall’andamento delle

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palline pensando a che bel regalo di Natale avevo appena ricevuto. La colorata installazione è frutto della fantasia dell’artista Ferdinando Rossi, creata per celebrare il periodo natalizio e collocata davanti alla chiesa di Santa Caterina in Villa. Tutto il paese ha collaborato alla sua realizzazione. Le 2500 palline di seconda mano sono state raccolte dai bambini della scuola materna, elementare e media del paese. Gli adulti hanno contribuito in tutto quello che poteva servire, dal lavoro manuale, al recupero di materiali. Per questo Ferdinando desidera ringraziare tutti coloro che hanno aiutato. L’installazione di Rossi è un‘opera artisticamente molto interessante e la partecipazione, grazie alla quale ha preso vita, è un valore aggiunto che le ha consentito di non essere capita da pochi, come spesso accade con l’arte contemporanea, ma fruita gioiosamente dai più. Ferdinando Rossi detto Ferdi è un artista poliedrico dai molti interessi, che ama sperimentare in continuazione, in questo momento della sua carriera si dedica maggiormente a opere tridimensionali e molto spesso utilizza materiali di recupero che poi trasforma nei suoi lavori. Sara Coffele

(fino all’anno scorso per la visione di film dovevamo recarci al teatro parrocchiale). Riteniamo inoltre che oggi più che mai sia importante educare i nostri bambini ad essere spettatori attenti e stimolare in loro una capacità di analisi critica delle immagini, troppo spesso infatti assumono il ruolo di spettatori passivi di fronte ad una miriade di stimoli, dati dalla televisione, che talvolta sono negativi. Abbiamo già in mente un progetto di cineforum da realizzare nell’anno scolastico 2013/2014 e siamo sicure che sarà ben accolto dai bambini! Cogliamo l’occasione per ringraziare tutte le persone che a vario titolo ci hanno sostenuto ed hanno collaborato alla realizzazione di questa nostra idea. Le insegnanti

A.N.T.E.A.S. San Giovanni Ilarione

Ass. Naz. Tutte le Età Attive per la Solidarietà

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a nostra associazione è aperta a tutte le persone che vogliono rendersi utili verso il prossimo senza limiti di età. In questi giorni è aperto il tesseramento per l’anno in corso. La nostra sede si trova presso gli impianti sportivi, ed è aperta tutti i martedì e giovedì di ogni mese dalle ore 15.00 alle ore 18.00. Il martedì facciamo lavoretti di ogni tipo, ma soprattutto costruiamo le famose Pigotte, bambole ti stoffa da donare all’UNICEF per le loro necessità nel campo dei bambini. Al giovedì si fanno delle passeggiate all’aria aperta e per chi vuole all’interno della nostra sede si può anche ballare creando ginnastica nel movimento, oltre al gioco delle carte che è sempre aperto a tutti gli appassionati. Non mancano i pranzi mirati ai nostri prodotti e una volta al mese un incontro culturale con la partecipazione di professori esperti. Tutti i martedì i nostri medici in pensione si impegnano a misurare la pressione, il colesterolo, il

diabete e altri consulti riguardanti la nostra salute. Durante il periodo estivo animeremo tutti i fine settimana con ballo, presso la nostra sede, e della gastronomia che è in fase di studio. Organizzeremo delle gite ricreative e culturali. Un gruppo di volontari, tempo permettendo, va a trovare le persone sole portando un po' di conforto e simpatica compagnia. La sede è aperta a tutti coloro che sono tesserati o che intendono tesserarsi. Venite a trovarci, sarete ben accolti e troverete sempre una tazza di caffè con dolcetto. Vi ricordo ancora che la nostra associazione è aperta a tutte le età attive. Ecco le persone del direttivo alle quali tutti si possono rivolgere per chiarimenti sulla nostra associazione: presid. Augusto Gambaretto, vice presid. Lino Piubello. Consiglieri, dott. Vincenzo Magnabosco, dott. Roberto Olmari, Marilisa Allegri, Massimina Bellaria, Giovanni Galiotto, Maria Marra. Il direttivo

Il mercatino di Natale: un successo anche quest'anno!

omenica 18 dicembre per il terzo anno consecutivo nella nostra scuola "A. Stefani" si è svolto il mercatino di Natale. Questa iniziativa viene organizzata per ricavare soldi che saranno utilizzati per l'acquisto di sussidi scolastici. La giornata è incominciata con il grido di mia mamma: "Gabriele svegliati!" Mi sono alzato e sono andato a messa a fare il chierichetto e poi sono andato a scuola per aiutare le maestre a servire i clienti che erano accorsi numerosi. Esposti sui tavolini c'erano vari tipi di manufatti: centrotavola natalizi, addobbi per la casa, palline per l'albero di Natale, asciugamani e tovagliette ricamate, angioletti e tante altre cose realizzate da noi bambini, da mamme e nonne. Con i miei compagni ho servito ben diciotto persone. A tutte

facevo la stessa domanda: "Buongiorno signora posso aiutarla a scegliere un regalino per lei o i suoi cari?" Sul loro volto vedevo lo stupore per tutte quelle cose fatte a mano con tanto impegno. Alle 11.00 siamo scesi al pianterreno della scuola ad inaugurare l'"Aula Cinema" che abbiamo potuto allestire con il ricavato del mercatino dello scorso anno. Una maestra mi ha dato le forbici ed insieme al Dirigente Scolastico ho avuto l'onore di tagliare il nastro. È stato un momento molto emozionante. Nel pomeriggio noi ragazzi di classe quinta abbiamo fatto una piccola esibizione con il flauto e alla fine tutti ci hanno applaudito. Poi è giunta la Sacra Famiglia con il seguito di angeli e pa-

stori mentre il coro delle mamme intonava dolci canti natalizi. Per la gioia dei bambini è arrivato anche Babbo Natale che ha dispensato caramelle, e la Pro Loco ha offerto pandoro, cioccolata calda e vin brulè alle tante persone presenti. Io mi sentivo felice ed anche gli altri lo erano. Questa giornata dal clima natalizio è stata piena di emozioni. Sicuramente i soldi guadagnati dal mercatino serviranno a migliorare la nostra scuola. Le insegnanti ringraziano tutti i genitori che, con tanto impegno, hannno collaborato alla buona riuscita dell'avvenimento. Gabriele Pozza


9 L’ ALPONE

Ilio Tirapelle, una storia lunga 50 anni

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a commozione è tanto grande quando ci sediamo ad un tavolo e si comincia a ricordare; gli occhi un po’ scavati, ma vigili, di Ilio sono il racconto eloquente di una lunga storia, la storia dell’inizio della sua attività a San Giovanni Ilarione con il bar “Bulgaro”, divenuto esattamente 50 anni fa (20/02/1963) bar “Tirapelle”. Ilio è sempre la persona di allora, fisico slanciato ed asciutto, capelli resistenti e brizzolati, modi gentili e sorriso sincero. Solo qualche ruga ha preso stabile possesso sul viso. Proviene dalla vicina Terrossa, ove il 14/02/1963 ha portato all’altare l’anima gemella, Maria Dalla Bona, che sarà l’autentica colonna della famiglia. La giovane coppia ha già le idee molto chiare sul proprio futuro, prendendo in gestione e procedendo all’acquisto del bar–tabacchi di Aristide Sartori “Bulgaro”, in via Roma 2630. Perché proprio un bar? Ilio proviene da una famiglia di mezzadri formata da papà e due fratelli, per causa di forza maggiore non ci sono spazi per entrambi; poi il lavoro in un locale pubblico non gli è nuovo, infatti per arrotondare le magre entrate ha spesso fatto con naturalezza il cameriere in un ristorante del luogo, appassionandosi a questo mestiere. Condiviso il nuovo progetto di lavoro, la giovane coppia inizia l’avventura: è il 20 febbraio 1963. Il paese allora era vecchio nella mentalità, non offriva prospettive, anche se la gente era aperta, cordiale, simpatica, disponibile. Primi clienti ufficiali: Giorgio Damini e Antonio Dal Zovo. Nel lavoro ci si mette il massimo entusiasmo, con orari che vanno dalle ore 5.30 alle 24.00; annesso al bar c’è il gioco delle bocce, frequentatissimo nel periodo estivo. Quanti caffè, quante birre, quante bibite servite fuori…

Nel locale interno, grazie al comportamento serio e simpatico dei gestori, non è ammesso il turpiloquio o la bestemmia, è un locale a misura di famiglia. Si gioca a carte, si vende un po’ di tutto, la gente tuttavia predilige il prodotti locali e quindi i fornitori abituali parlano dialetto nostrano. Gli anni intanto passano, gli affari vanno bene, arrivano a sgambettare in mezzo ai tavoli del bar Giuseppina nel 1964, seguita da Stefano nel 1968 e da Nicola nel 1971. Questa famiglia è come un giardino ove i fiori crescono rigogliosi. Una volta cresciuti, tutti dimostrano buona volontà ed ottime intenzioni di proseguire, danno una mano, lasciando riposare un po’ la mamma, che può così dedicarsi maggiormente alla famiglia. Si sposano tutti in paese; i genitori capiscono che è giunto il momento di sondare il terreno per nuove sistemazioni per i figli, al fine di salvaguardare anche l’armonia e l’amore fra i fratelli. Di comune accordo si acquista una cartolibreria per Giuseppina, sposatasi con Mario Rossetto, la quale la gestisce per un certo periodo, ma che poi venderà per fare la mamma a tempo pieno; Stefano, che ha appena portato all’altare Francesca, continua sulla scia dei genitori a gestire il bar e la cartolibreria; Nicola, invece, torna alle origini della famiglia, rientra a Terrossa con la moglie Stefania, a coltivare un ricco appezzamento di terreno nel frattempo acquistato, ove le viti fanno da padrone, con annessa cantina a livello industriale. Ilio e Maria continuano a sovrintendere a tutto, danno una mano a tutti, facendosi apprezzare sempre più dalla clientela, il loro locale diventa punto di riferimento, di incontro, un vero banco di prova di fraternità e amicizia. Nel frattempo si è provveduto

Giornata per la Vita 3 Febbraio 2013 Bambini battezzati nel 2012, con i loro genitori, rispettivamente nella chiesa di Castello (sopra) e nella chiesa di S. Caterina in Villa (sotto). Complimenti vivissimi per tutte le famiglie coinvolte!

anche alla sua radicale ristrutturazione, con ampliamento della cartolibreria, del locale bar, con la vetrina esterna che diventa foglio notizie per la gente, per gli avvisi quotidianamente esposti. Nella famiglia tutto fila a puntino, si acquisisce quella serenità tipica di chi ha ben operato. Purtroppo, con la gioia, arrivano anche i dolori. Nel 2003 la salute di Maria dà qualche segno preoccupante, una malattia che non perdona se la porta via nel giro di 20 mesi. Durante questo periodo non si lamenta, non dà mai segni di sconforto; ricca di fede, continua a portare avanti i valori della famiglia, del lavoro, dell’ottimismo, dell’amore per gli altri. È un colpo terribile per i familiari e per la clientela stessa, che vede venir meno un punto di riferimento. Tuttavia la vita continua, sono arrivati 8 nipoti a tener compagnia e nonno Ilio è orgoglioso di prenderli in braccio e accompagnarli. L’attività riceve nuova linfa da Stefano e Francesca, che dalla suocera ha ereditato capacità, disponibilità e buon senso, Nicola produce e commercia il fior fiore del vino della vallata, Giuseppina, impegnata attivamente in parrocchia, quando può dà una mano. Tra i fratelli non c’è mai stata e non c’è alcuna ombra o dissenso. Pure tra Ilio e Maria non c’è mai stato motivo di seria discussione, di dissapore e l’amore tra di loro si è riversato sui figli che ne hanno fatto grande tesoro. Si giunge così al 20 febbraio 2013, si festeggiano 50 anni di attività, 50 anni di lavoro e di sacrificio, di amicizia, di comprensione e di solidarietà con l’intero paese, con un grande brindisi generale, bene augurante per il futuro. Mancherà purtroppo una persona, forse la più importante e la più meritevole di questo traguardo, ma lo spirito di Maria è sempre presente e dalla grande fotografia appesa nell’ampio salone continuerà ad osservare e a vigilare su tutto, con il suo materno sorriso. Gianni Sartori

Complimenti vivissimi da parte della redazione a: Luana Marcazzan, laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, presso l’Università degli Studi di Padova il 14 dicembre 2012. Chiara panarotto, laurea magistrale in Giurisprudenza, presso l’Università degli Studi di Trento il 16 gennaio 2013. caterina fattori, laurea in Biologia Marina, presso l’Università degli studi di Ancona nel mese di marzo 2013.

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L’ ALPONE 10

San Giovanni Bosco

in ogni dove per tutte le età Q

uest'anno davvero San Giovanni Bosco, nell'anniversario della Sua festa è stato ricordato, è il caso di dire, in tante ricette e per tutti i giusti. Infatti ancora l'8 Dicembre 2012 in teatro parrocchiale è stata promossa

Malattia di dupuytren I

l termine medico di questo disturbo sarebbe: “Retrazione della aponeurosi palmare", ma la malattia è nota col nome del suo scopritore. Il barone Guillaume Dupuytren fu un illustre chirurgo francese, vissuto tra fine Settecento ed inizio Ottocento che studiò a lungo la malattia e ne sperimentò con successo il trattamento. La malattia colpisce prevalentemente gli uomini dopo i cinquant'anni e consiste in un progressivo accorciamento dei tendini flessori del dito mignolo ed anulare di una od entrambe le mani. L'andamento è cronico ed il dolore è assente per cui il paziente spesso tende a non dare importan-

Giovanissimi dei gruppi parrocchiali in piazza Don Bosco il 31/01/2013.

dall'Amministrazione comunale l'applauditissima rappresentazione MUSICAL del gruppo amatoriale "Pietre Vive" dell'opera "Don Bosco L'Operaio di Dio". Il 30 Gennaio poi, sempre promossa dall'Amministrazione comunale nell'ambito del progetto "Università del tempo libero", in sala civica un ex allievo DOC, con l'esperienza di genitore e di insegnante/educatore, ha raccontato con tanta passione, anche nei minimi particolari, la vita di Giovanni Bosco e l'insegnamneto lasciatoci dal Santo patrono della gioventù. Il 31 Gennaio, giorno dell'anniversario della morte, l'Associazione ANTEAS presso la baita del centro sportivo comunale "Don Bosco" ha organizzato un incontro con Don Cesare Ciman che ha portato la sua testimonianza teologica e missionaria di prete salesiano. Sempre il 31 Gennaio i gruppi giovanili della parrocchia, animatori compresi, alla sera hanno voluto rinovare la loro devozione con una fiaccolata a piedi lungo le vie centrali del paese, dalla piazza della chiesa fino al monumento in piazza Don Bosco accompagnati da volontari dell'A.N.C., dal parroco Don Elio e dal sindaco Ellen Cavazza. Infine il 16 Marzo, organizzata dagli ex allievi, la gita nei luoghi cari a San Giovanni Bosco: Castelnuovo D.B. (AT), dove è nato, e poi Torino-Valdocco dove ha svolto la sua missione di educatore dei giovani e quindi terminata la vita terrena. Credete, tutto ciò ha fatto davvero inorgoglire gli ex allievi. Grazie. Claudio Gambaretto

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za al disturbo. Non si conosce una causa precisa di questo disturbo. Si è osservato che spesso si associa ad altri disturbi quali cirrosi epatica, epilessia, diabete o traumi. Nella fase iniziale si osserva la comparsa, nel palmo della mano, di piccoli ispessimenti nodulari sottocutanei o di piccole retrazioni della pelle che non sono visibili ma apprezzabili con la palpazione. In una fase successiva si formano nel palmo uno o più cordoni tesi che provocano una flessione permanente delle dita coinvolte e successivamente la loro immobilità (mano benedicente). Il trattamento risolutivo

è di tipo chirurgico. L'intervento è semplice ma non privo di complicazioni ed i risultati sono molto legati alle condizioni della mano al momento in cui si opera. Solitamente viene utilizzato il cosidetto “test del tavolo" semplice ma efficace. Il test viene considerato positivo quando il palmo della mano per la contrattura delle dita non può appoggiare completamente sul tavolo. Questo è il momento più adatto per la correzione chirurgica e per ottenere una buona ripresa funzionale. Il rischio delle recidive però è alto e nel 50% dei casi entro 5 anni si può avere una ricaduta della malattia. Vincenzo Magnabosco

Fare teatro, che emozione!

on c'è niente di più bello per chi fa teatro di andare in scena, di debuttare davanti al pubblico. Così è stato lo scorso 9 dicembre 2012 per gli allievi del corso di teatro tenuto dalla compagnia teatrale “Sale e Pepe”, che si sono esibiti in un “mini” spettacolo presso il teatro della frazione Castello. Iniziato tra il serio e il faceto,

circa due mesi prima, si è rivelato in realtà un vero crogiuolo di età, di capacità ma soprattutto di grandissimo entusiasmo da parte dei 17 partecipanti e della loro insegnante, Giulia Magnabosco, coadiuvata dagli altri membri della compagnia. È stata la prima esperienza per molti allievi, ma la coesione e la gioia di esprimersi è stata tale che in breve tempo l’en-

tusiasmo si è trasformato in bisogno di esibirsi davanti al pubblico. Nessuno né allievi né insegnanti avrebbe mai immaginato un risultato tanto emozionante. Visto il successo ottenuto, il corso riapre i battenti il prossimo marzo 2013. (per informazioni: www.compagniasaleepepe.com). Lidia Zoppi

CONTINUA LA 12^ RASSEGNA TEATRALE DI PRIMAVERA PRESSO IL TEATRO DI VILLA INIZIO RAPPRESENTAZIONI ALLE ORE 20,45

- SABATO 23 MARZO "LA MOSCHETA" presenta "UNA MOGLIE COI BAFFI" - SABATO 13 APRILE "TEATRO DEI PAZZI" presenta "LE BETONEGHE" - SABATO 20 E DOMENICA 21 APRILE - "SALE E PEPE" presenta "PARENTI SERPENTI"

La redazione augura a tutti i lettori e sostenitori

B U O N A PA S Q U A ! ! Il 23 Febbraio 2013 abbiamo festeggiato il nostro 50° di Matrimonio. Hanno partecipato alla nostra festa i figli Silvano, Silvana, Daniele e Stefano accompagnati dalle rispettive mogli e mariti con i nipoti Thomas, Daniel, Aurora e Jennifer. Un grazie a tutti i partecipanti. Bruna e M ario

ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI

Qualche piccola notizia di cento anni fa I

n alcuni stralci di lettere rinvenute in un trasloco in contrada Verizia, si leggono delle piccole notizie che Raimondo Panarotto ha scritto più di cento anni fa. Dapprima la notizia dell’impianto del cannone antigrandine nel 1899 in alcuni paesi e nel 1900 a San Giovanni: con non molte positive conseguenze, come si legge. Poi una nota sul tempo che a quasi fine aprile aveva prodotto un freddo tale da rovinare la stagione delle foglie del gelso, cibo per i ‘cavalieri’ o bachi da seta, ed anche di altri prodotti. Infine Raimondo annota l’appunto sul trasporto della tavola del Montagna di Castello, avvenuto il 25 marzo 1917, a Vicenza per salvarla da una possibile invasione tedesca. In quell’occasione il Montagna andò a Vicenza su tavola, come era in origine, e ritornò su tela. "Da noi in Italia la invenzione del canone contro la grandine e venuta

l’anno 1899 avanti non siaveva mai sentito nominare. Nel 1899 in pochi paesi anno messo suso i canoni, li ano messi in Arzignano Montechio Montechia Cazano ecetera, uno anche dai gambariti. E a Cazano benché aveva i canoni a tempestato. Nel 1900 li abiamo messi suso anche noi da pertutto il paese, san giovani, il giorno 23 Giugno alla matina e venuta un temporale con un uragano e tempesta che fece grave danno nele piante, e in catignano rampi panarotti fin da fusa distrusse tutto. Lanno 1903. Il dicianove e venti e ventiuno Aprile 1903 afato una grande burasca di fredo, non solo neve fin dai viali e marcazan. Terminato che à di nevegare e venuto sereno e alla note afato molto ghiacio e al giovo era molto fredo che tanti portava il tabaro, si caminava per lestrade e alvedere nei fossi e sula strada dove viera aqua tutto ghiacio come fosse di Genaio. Imaginarsi il dano che a portato la foglia dei gelsi che era ve-

nuta fuori la bruciata tuta si vedeva i gelsi sechi tanto che adovuto germoliare di nuovo ed ano anche stentato perché poi pioveva e non voleva scaldare. I gelsi cominciando dale nostre case e tutto dissopra sono stati riservati e queli dissoto tutto suso e dietro il fiume e dopo per le basse e per tutta l’Italia ed anche nel estero tutti erano sechi. Quelli dele basse venivano sucua per foglia perché avevano i cavalieri nati e la pagavano a 15 a 20 franchi al chilo. La uva era ancora dietro e niente a soferto, ma a Ronca e altre parti a avuto un gran dano. Lerba spagna a avuto un gran dano e il trefolio niente loa ben tardato. Il giorno 25 Marzo 1917 la festa della passion sono venuti due soldati e il pitore che loà restaurà in automobile e ano condoto via il nostro prezioso quadro di autore montagna per paura che venga giù i tedeschi." (Trascrizione fedele dall'originale ad opera di Mario Gecchele)

Sezione di San Giovanni Ilarione Nucleo Volontario e Protezione Civile

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omenica 8 dicembre 2012, in sintonia con la Protezione Civile, Squadra Comunale, la Croce Rossa Italiana e il Nucleo Volontariato e P.C. ANC., tutti operanti nel Comune di San Giovanni Ilarione, con la presenza del Sindaco, Ellen Cavazza, si è voluto celebrare un momento di unità tra quanti volontariamente operano nella Protezione Civile e nel volontariato, partecipando alla Santa Messa officiata dal parroco Don Elio Nizzero. Un cordiale saluto a tutti i lettori dell'Alpone e un grazie a tutti quanti si adoperano fattivamente per la sua realizzazione, non mollate siamo con Voi. Antonio Dal Zovo


11 L’ ALPONE

Dal GRUPPO ALPINI S

abato 16 gennaio 2013 è stata convocata l’Assemblea dei soci alpini per il rinnovo del Consiglio direttivo del Gruppo Alpini e per il rinnovo, che poi è stata la riconferma per il triennio 2013/2015 del Capogruppo uscente. A seguito della votazione e dello scrutinio, alla guida del Gruppo è stato infatti rieletto l’alpino MARCHESINI Elio Maurizio. Sono stati eletti anche i componenti del Direttivo nelle persone dei seguenti soci alpini: AMBROSI Sante, BELTRAME Mario, BESCHIN Adriano, CRISTO-

FARI Giacomo, DIRUPO Lorenzo, FRIGO Luciano, GAMBARETTO Giuseppe, MARCAZZAN Remigio, MICHELETTO Lino, PANAROTTO Luca, PANAROTTO Luigi, PRANDO Luigino, RIVATO Angelo, ROSSETTO Andrea, SARTORI Claudio, STORTI Ercole, TOMIOZZO Silvano e ZANDONA’ Nello. Da parte della “famiglia alpina” le nostre congratulazioni ed il nostro caloroso augurio di un sereno e proficuo lavoro. Per ricordare i 70 anni della ritirata di Russia ed i 20 anni della inaugurazione dell’Asilo “Sorriso” di Rossosch (zona del Don), si porta a conoscenza, non solo degli alpini ma anche di quanti siano interessa-

L’ angolo del goloso

ti, della iniziativa della sede nazionale ANA che prevede una serie di pacchetti viaggio (da 5 a 8 giorni) a Mosca, Rossosch e San Pietroburgo compresi, nel periodo 17 – 25 settembre 2013, ad un costo per persona che varia da € 1.100,00 ad € 1.500,00. Chi è interessato può rivolgersi direttamente all’agenzia IOT di Verona (045 8031782) incaricata dell’organizzazione, o al nostro Gruppo Alpini. ALPINI ricordiamoci dei nostri importanti prossimi appuntamenti: l'ADUNATA NAZIONALE a Piacenza del 12 maggio e RADUNO Triveneto a Schio del 16 giugno!! Guido Gecchele

Torta di Carciofi INGREDIENTI 6 carciofi medi una confezione di pasta sfoglia un uovo 80 gr di pancetta tesa 200 gr di ricotta 50 gr di formaggio grana grattugiato il succo di un limone 2 cipollotti 100 gr di panna da cucina 4 cucchiai d'olio d'oliva sale noce moscata

Comunale di San Giovanni Ilarione e Vestenanova

I

l 2012 è da poco terminato, quindi è tempo di bilanci. L’anno appena trascorso ha dato dei buoni risultati ma non del tutto soddisfacenti. C’è stato un ingresso di 55 nuovi donatori che, tolti i 32 che per raggiunti limiti di età o per altri motivi sono stati eliminati, ci hanno comunque permesso di aumentare di 23 donatori. Nonostante ciò, le donazioni hanno subito un lieve calo. Siamo passati dalle 1189 dello scorso anno alle 1148 del 2012. Di ciò non bisogna spaventarci ma deve comunque essere un campanello d’allarme che non dobbiamo sottovalutare e sul quale riflettere. Il rapporto donazioni per donatore che lo scorso anno era di 2,17, in quello ultimo è stato di 2,01. Questo ci induce a fare una considerazione. Forse complice la grave congiuntura economica che rende più difficile l’assenza dal lavoro per recarsi a donare, lasciamo passare troppo tempo tra una donazione e l’altra. Comprendendo le difficoltà, e ciò da più valore al nostro gesto, cerchiamo di essere maggiormente regolari nel recarci a fare il nostro atto donazionale. Molti ammalati sono lì che attendono la nostra sacca di sangue. Proviamo a pensare anche solo per un attimo: se ci fossimo noi al loro posto? L’AVIS di San Giovanni Ilarione e Vestenanova è una grande famiglia che ormai ha oltre 570 donatori: un fiume di solidarietà che vuole continuare a scorrere per portare un messaggio di amore a tanti che non hanno ancora assaporato la gioia e la gratificazione che si ha dopo aver fatto la propria donazione. Sono convinto che abbiamo ancora tanta voglia di crescere, perché aumentare vuol dire soddisfare le esigenze di chi ha bisogno. È la convinzione di lavorare per gli altri, di compiere un’opera di alto valore civico e morale che ci spinge ogni giorno a essere in campo per progettare nuove iniziative e trovare quindi nuove forme di coinvolgimento. Donare il sangue può davvero salvare una vita o addirittura più vite. Se nessuno lo facesse, molti bambini malati di leucemia non potrebbero sopravvivere, così come le persone in gravi condizioni dopo un incidente. Inoltre, il sangue offerto può servire ai pazienti che subiscono un'operazione chirurgica; nel corso di

qualsiasi intervento può diventare necessario. Dalla relazione sulle attività presentata all’Assemblea dei soci del 9 febbraio 2013, si può notare che le attività che il Direttivo mette in cantiere per la promozione del dono del sangue sono molteplici e diversificate. Si va dagli incontri con ragazzi delle scuole, a quelli con gli adolescenti, i giovani ed i neo diciottenni. Grande importanza rivestono le collaborazioni con il mondo dello sport. A questo proposito nel 2012 sono stati donati due defibrillatori a servizio della popolazione e degli sportivi in particolare di San Giovanni Ilarione e di Vestenanova. Si è presenti con il gazebo per fornire consigli ed informazioni alla festa del Turista di Vestenanova ed alla Sagra delle Castagne di San Giovanni Ilarione. Anche nel Natale scorso i sacchetti del pane, con gli auguri e un messaggio sulla donazione del sangue, sono entrati in tutte le famiglie. Ultima in ordine di tempo è la collaborazione con l’Associazione sportiva “Pink volley” nella quale militano molte ragazze di San Giovanni Ilarione e di Vestenanova. Quest’anno ricorre il 45° di fondazione, un traguardo importante che merita sia celebrato con la dovuta considerazione, oltre che cercare di consolidare i risultati raggiunti. Il 2013 dovrà essere anche l'occasione per sostenere e concretizzare nuove iniziative. Vorrei per questo chiedere un coinvolgimento da parte di tutti i soci e sollecitare ogni suggerimento per innovazioni e cambiamenti che possano portare a migliorare la promozione della donazione ed incrementare le iscrizioni soprattutto dei giovani. Seguendo il solco tracciato 45 anni fa, esattamente il 29 febbraio 1968, dai nostri primi soci fondatori e seguendo la linea dei Consigli Direttivi susseguitisi, ci s’impegna con tutte le forze affinché il gruppo continui a progredire e non faccia mai mancare il sangue a chi ne ha bisogno. Si lavora soprattutto per sensibilizzare i giovani che sono il futuro del mondo e della nostra Associazione. Credo che alla scuola e allo sport vada dedicata una particolare attenzione, essendo crocevia fondamentale per la crescita e la formazione di una du-

CONTRIBUTI PER L’ALPONE Allegri Augusto Ambrosi Gina Ambrosi Lorenzo Ambrosi Sante Andriolo Claudio Andriolo Cesarina Baldo Stefania Cacciero Milena Casarotto Tiziana Ceron Giglio Coffele Angela Colognato Vittorio Corradini Margherita Cristofari Tania Cristofari Valerio Cumerlato Aldo Dal Zovo Edvige Damini Bruno Damini Luigi e Antonio

Coltrini S. Giov. Ilarione Montecchia di Crosara Niselli S. Giov. Ilarione Coltrini S. Giov. Ilarione Potaci S. Giov. Ilarione San Giovanni Ilarione Busto Garolfo (MI) San Giovanni Ilarione Monteforte d'Alpone Bussolengo (VR) Via Finetto (VR) San Giovanni Ilarione Coltrini S. Giov. Ilarione Monteforte d'Alpone Gambaretti S. Giov. Ilarione Montecchia di Crosara Gambellara (VI) Coltrini S. Giov. Ilarione San Giovanni Ilarione

Damini Pierina Danda Roberta Fochesato Rudi Fochesato Teresina Gambaretto Claudio Gambaretto Luigi Gazzo Lorenzina Gecchele Giuseppe Lovatin Bertilla Lovato Roberto Mainente Celestina Marcazzan Luigia Marchetto Giovanna Mazzasette Mario Mazzocco Rosina Micheletto Lino Micheletto Vittorio Panarotto Gabriele Panarotto Maria Rosa

PROCEDIMENTO Pulire i carciofi, eliminare le foglie esterne, tagliare le punte e i gambi. Dividerli a metà e togliere il fieno interno, affettarli finemente e metterli a bagno in acqua acidulata con il succo di limone. Affettare finemente i cipollotti e farli appassire nell'olio extravergine d'oliva, aggiungere i carciofi e farli cuocere per circa 15 minuti a fuoco medio, al termine salare. In una ciotola lavorare la ricotta con un cucchiaio per renderla morbida, unire l'uovo, il grana, la noce moscata, il sale e i carciofi. Tagliare la pancetta e incorporarla con la panna al composto. Amalgamare il tutto. Stendere la pasta sfoglia e foderare una teglia rotonda, versare il composto, livellarlo e fare cuocere in forno a 180 gradi per 30 minuti. Lasciare intiepidire prima di servire. BUON APPETTITO Luciana Damini

ratura sensibilità dei giovani verso il mondo del volontariato e in particolare verso la donazione del sangue. La crescita associativa, ma soprattutto l’aumento della cultura della donazione e del volontariato: sono questi gli obiettivi della nostra presenza e del nostro impegno nel quale la gratuità, la solidarietà, l’unità, la responsabilità e la partecipazione sono le colonne portanti della “mission” associativa. Luigi Pandolfo

Avviso: Il Centro Trasfusionale di San Bonifacio è aperto dalle ore 07,30 alle 11,00 per Donatori e Aspiranti anche l’ultima domenica di ogni mese. L’AVIS di San Giovanni Ilarione e Vestenanova augura a tutti BUONA PASQUA

MATRIMONI: 2

NATI: 15

MORTI: 15 Totale residenti maschi al 31. 12. 2012: 2.705

Totale residenti al 30. 11. 2012: 5.246

Totale residenti femmine al 31. 12. 2012: 2.541

Totale famiglie al 30. 11. 2012: 1.801

Bertini di Sopra S. Giov. Ilarione Chiampo (VI) Nogarotto S. Giov. Ilarione Belgio San Giovanni Ilarione Gambaretti S. Giov. Ilarione Costalunga (VR) P. Caduti S. Giov. Ilarione S. Pietro Mussolino (VI) Coltrini S. Giov. Ilarione Montecchia di Crosara Boarie S. Giov. Ilarione Besozzo (VA) Legnago (VR) Casella S. Giov. Ilarione Ca' Rosse S. Giov. Ilarione Lore S. Giov. Ilarione Arzignano (VI) Belgio

(ultimo dato disponibile, da considerare provvisorio per rilevazione post-censiaria fino a conferma Istat)

Pandian Pietro Pandolfo Cesarina Pandolfo Gianfranco Perazzolo Cesare Pettena Silvia Posenato Bertilla Pozza Gino Prando Luigino Rivato Agostino Rossetto Mario Rossetto Rino Rossetto Rino Sartori Ruggero e Bertilla Seregni Angelo Schiavo Luigi Suman Adriana Tibaldi Teresa

San Giovanni Ilarione Mistrorighi Chiampo (VI) Quinto (VR) Venaria Reale (TO) Risorgimento S. Giov. Ilarione Casella S. Giov. Ilarione Montecchio Magg. (VI) G. Verdi S. Giov. Ilarione Balzi S. Giov. Ilarione Rossetti S. Giov. Ilarione Soliera (MO) Ca' Rosse S. Giov. Ilarione San Giovanni Ilarione Cormano (MI) Montecchio Magg. (VI) Padova Coltrini S. Giov. Ilarione


L’ ALPONE 12

NI O I Z A I C SSO DALLE A

SPORT

Sportivamente Natale 2012

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rande successo della manifestazione organizzata dalla Polisportiva Ilarione A.S.D., in collaborazione con le società sportive affiliate. Ancora una volta più di 50 bambini della scuola primaria sono stati i protagonisti della manifestazione, svoltasi il 23 dicembre presso la palestra della scuola M.Marcazzan, che attraverso giochi, percorsi, staffette e baby dance si sono messi in gioco vivendo da vicino l’esperienza dello sport e della competizione. E anche quest’anno una novità: il minibasket che già alla Festa dello Sport era stato protagonista e che è partito quest’anno con un buon numero di giovani atleti. Per concludere un rinfresco con il tradizionale scambio di auguri. E per finire vi lascio con qualche immagine che meglio di tante parole testimonia il successo della manifestazione.

Sci Club San Giovanni Ilarione Corso Sci 2012-13

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ome da circa quarant'anni, durante le passate vacanze natalizie, sulle nevi di San Giorgio di Boscochiesanuova, ha avuto luogo il tradizionale corso sci per bambini e quello di snow board. Vi hanno partecipato una sessantina di allievi di età compresa fra i quattro e i sedici anni, provenienti soprattutto dal nostro comune, ma anche da tutti gli altri paesi della vallata e da San Bonifacio e da Tregnago. Lo Sci Club ha predisposto il trasporto in pullman fino alle piste da sci dove si sono tenute le due ore di

lezione e ha garantito la sorveglianza e l'accompagnamento dei bambini durante tutto il tempo restante della giornata sulla neve. I bambini hanno seguito le lezioni di sci suddivisi per livelli di abilità, mentre un corso a parte è stato riservato allo snow board. Nel pomeriggio poi si sciava liberamente, a gruppi, accompagnati da persone responsabili più grandi. L'attività, comprensiva di cinque uscite in giornata, è iniziata il 27 dicembre 2012 e si è conclusa il 4 gennaio successivo con la gara di fine corso.

di Fochesato Emanuele

Tel. 349 3618122

Festa fine anno con l'U.S. Calcio S.G. Ilarione

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a società calcistica U.S. San Giovanni Ilarione, cio San Giovanni Ilarione e l’apprezzamento unanime ricevuto, la Società si augura di poter far divenire arrivato il periodo natalizio, ha voluto festeggiare al meglio con tutti i suoi iscritti organizzando il giorquesto momento di socializzazione una bella tradizione da continuare negli anni a venire. no 28 Dicembre 2012 una splendida serata in allegria, presso uno stabile in zona industriale, dove allietati Luca Rossetto da musica e spirito goliardico giocatori, allenatori, dirigenti, genitori e sempre graditi simpatizzanti e tifosi hanno gustato un abbondante risotto “all’isolana” e dolci natalizi. L’occasione è stata propizia per poter stare insieme dai più piccoli ai più grandi senza patemi di risultati da raggiungere od ostacoli da superare, ma solo con l’intento di divertirsi sentendosi tutti parte di una grande famiglia. La serata è stata un grande successo considerando la massiccia presenza di persone, circa 400; successo di cui bisogna dar merito ai dirigenti ed ai volontari che si sono rimboccati le maniche per allestire e preparare in modo eccellente tutta la serata nei più piccoli dettagli. Vista l’ottima riuscita della seconda edizione della “ Festa di Natale della U.S. Cal- Il Presidente dell'U.S. Calcio brinda al successo della Festa di Natale della Società Più che un gara è stata una grande festa con musica sulla pista innevata ed una ricca tavolata con dolci e bevande calde, organizzata dallo Sci Club e dai familiari (nonni compresi) che hanno constatato di persona il livello ed i progressi tecnici dei loro pargoli. Lo Sci Club da anni non manca a questo appuntamento perché è consapevole dell'importanza che a livello educativo esso riveste. Con lo Sci Club è possibile fare sport fin da molto piccoli, dall'età di cinque, sei anni, attraverso attività motorie ludiche dove alla base c'è il divertimento, ma che permettono anche un buon coordinamento nei movimenti. Durante l'attività sportiva sulla neve i bambini si svagano e distolgono la mente dalla scuola e dai problemi della normale vita quotidiana. Per noi lo sport dei piccoli e lo sci in modo particolare, deve essere vissuto come un gioco a tutti gli effetti. E così è più facile creare momenti di socializzazione, insegnare loro ad ascoltare, a osservare le regole e ad avere rispetto per i compagni. Si passano le ore fuori da problemi e preoccupazioni, ogni interferenza negativa sparisce, si sta in compagnia, all'aria aperta, si impara a sentire il fresco sul viso, a sopportare il disagio delle mani e dei piedi gelati, della pipì che scappa e a volte contamina la biancheria intima. Il mondo virtuale dei cellulari, dei computers, dei videogames è lontano e bandito. Il nostro lavoro conferisce quindi un piccolo contributo allo sviluppo dei valori basilari del vivere civile quali lo spirito di appartenenza a un gruppo, la solidarietà, la tolleranza e la correttezza delle azioni. Inoltre permette la crescita dell'equilibrio fra il fisico e la mente e lo sviluppo di doti come la perseveranza, la determinazione che ci rendono più autonomi e dinamici. È molto importante per noi che le lezioni si svolgano per gruppi e non individualmente. Si favorisce maggiormente la socializzazione. In uno sport individuale come

mansoldo luca & C. S.A.S. Tel. 045 6175025 - Cell. 347 9551231 Via Pergola, 9 - Località Costalunga 37030 Montecchia di Crosara (VR) E-mail: mansoldo.luca@libero.it

Via Nogarotto, 29 - San Giovanni Ilarione (VR) E-mail: lidraulico.fochesato@alice.it www.idrofox.it

lo sci, il fatto che lo si pratichi insieme ad altre persone diventa uno stimolo ad uscire da se stessi, dal proprio guscio, favorendo ed incrementando i legami interpersonali. Si sviluppa il senso di appartenenza ad un gruppo, nasce e cresce la collaborazione fra i vari membri e si impara a contare sugli altri oltre che su se stessi. Si conoscono nuove persone che hanno gli stessi interessi. Per i bambini è relativamente facile imparare a sciare. La loro forza relativa ed il loro baricentro basso permettono di sviluppare ottime capacità di equilibrio e agilità, di coordinare i movimenti, di controllare il proprio corpo. A dire il vero sciare non è poi così semplice perché si scivola e si è di continuo in una situazione di equilibrio instabile. La prima cosa da imparare è quindi non aver paura di scivolare, cosa che viene considerata un ostacolo in situazioni normali e che qui invece diventa il presupposto indispensabile alla pratica di questo sport. I risultati ottenuti, sia per chi ha imparato a correre sugli sci, sia per chi ha imparato ad andare sulla tavola, sono stati soddisfacenti: tutti hanno portato a termine la gara finale, un vero esame, fra gli applausi di congratulazione e di incoraggiamento dei numerosi familiari presenti all'evento. Un grazie ai genitori che ci hanno affidato con tanta fiducia i loro figli. Qualcuno forse, non sapendo sciare, comunque aveva nei propri sogni spettacolari evoluzioni sulla neve e probabilmente non ha voluto far mancare ai figli ciò che a lui era stato precluso. Un grazie anche a tutti gli accompagnatori, molti dei quali assai giovani che hanno riservato molto tempo delle loro vacanze a seguire, ovunque fosse necessario, i nostri piccoli atleti. Probabilmente hanno capito che dedicare tempo, disponibilità, competenze a chi ne ha bisogno non è una privazione, ma un sano modo di crescere. Confente Gianni

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