L'Alpone numero 2 2010

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l’alpone

Autorizz. del Tribunale di Verona del 3 luglio 1986 - R.S. 705 - Sped. in abbonamento Post. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Verona da Verona C.M.P. - 50% - Trimestrale di informazione e cultura - Anno 25 - N. 2 - Giugno 2010 - Recapito a cura dell’Ente Poste Italiane

www.ilarione.it Saluto del Presidente Dopo mesi in cui si è fatta attendere, finalmente arriva l’estate e con essa si apre la stagione più ricca di manifestazioni: un augurio di buon lavoro a tutti i comitati sagra, alle associazioni e ai gruppi spontanei che saranno impegnati nell’allestimento delle feste di paese e di quartiere, perché si tratta di momenti che fanno onore alla nostra terra e rendono più accogliente il paese anche per i tanti visitatori che passeranno di qua e magari si fermeranno a gustare i nostri prodotti e a godere di qualche giornata di relax. Un momento importante per la nostra Pro Loco è stato vissuto al recente Vinitaly di Verona, dove la nostra ultima pubblicazione, riguardante i basalti della vallata, è stata presentata di fronte ad un pubblico numeroso e ad autorità di alto livello. Il nostro “Alpone” intanto si sta avviando a compiere il 25° anno di vita e a dicembre ci stiamo preparando a festeggiare il 100° numero: è un traguardo che unisce un quarto di secolo e tante persone che sulle nostre pagine hanno lasciato un segno del loro passaggio o hanno trovato un ricordo della loro esistenza. Anche per questo ringrazio tutti i lettori che ultimamente hanno accettato di sostenere il giornale versando il loro contributo, veramente prezioso perché la pubblicazione possa continuare anche in futuro. Malgrado le molte difficoltà che gli impegni comportano, l’estate appena iniziata ha quindi molti motivi per farci ben sperare. È importante però che tutti si sentano partecipi e che diano il loro sostegno, anche piccolo, per il bene del nostro paese e della nostra gente. FRANCO CAVAZZOLA

Pro Loco • San Giovanni Ilarione (VR)

SPORT E TERRITORIO 8° Granfondo del Durello Domenica 18 aprile si è svolta l’ottava edizione della Gran Fondo del Durello. Con una Piazza allestita per le grandi occasioni il gruppo Basalti dava il via a questa grande manifestazione. Nonostante un meteo inclemente che ha tenuto ai Box circa 300 dei 1000 iscritti, intimoriti dalla pioggia caduta copiosa fino a mezzora prima dello start. La gara allestita da ASD Basalti su un bel tracciato di 44 Km e 1330 metri di dislivello e un percorso di 20 Km reso particolarmente viscido e fangoso nella seconda metà. La seconda prova del cir-

cuito Veneto Fizik e Lessinia Tour Cup, terza del XC Verona. Rispetto all’anno passato, diversi i sentieri nuovi e la direzione di percorrenza del tracciato era invertita. Una lunga salita iniziale con due «denti» il primo che portava al Monte Cucco e il secondo al Gran Premio della Montagna a Bolca (750 mt sul livello del mare). La parte finale era invece un veloce mangia e bevi inframezzato da divertenti saltelli e per lo più su fondo prativo e cemento prima di arrivare alla picchiata finale da Castello fino a giungere in via IV Novembre, sede logistica di partenza e arrivo.

Probabilmente non sono la persona più indicata per raccontare ai lettori cos’è stata l'ultima marcia tra i ciliegi. Per me era la prima esperienza e dei tre disponibili ho pure intrapreso il percorso più breve. Non bastasse questo, aggiungiamoci il timore reverenziale che incute la tradizione pluriennale della manifestazione: i miei genitori partecipavano già prima che io nascessi, ovvero negli

anni in cui la tivù iniziava a trasmettere a colori. Partiamo quindi, per rompere un po’ il ghiaccio, enunciando un dato certo e incontrovertibile: nell’edizione 2010 della marcia gli iscritti sono stati poco meno di 1700, a fronte dei 1500 dell’anno scorso. Quale sarà mai la molla che fa saltare fuori dal letto prima dell’alba, quando in

Già sulla prima salita in asfalto, verso Cattignano, era guidata dai colombiani del Team Focus con Marzio Deho che controllava a vista. Un momento della partenza L’attacco di Rojas nel punto più duro sembrava sorSpadi e Bacerra. Il bergamasco del tire gli effetti desiderati con il colomTeam Olympia però sulla prima discesa biano che guadagnava un vantaggio attaccava e rientrava su Rojas. massimo di venti secondi su Deho, il Segue a pag. 12 quale aveva a ruota i compagni di Rojas

MARCIA TRA I CILIEGI IXª EDIZIONE TROFEO FEDERICO cielo è ancora visibile “la stella boara” (come chiamavano Venere i nostri nonni bovari), in un giorno di festa come quello di pasquetta, anche quando le previsioni meteo non promettono nulla di buono? Non so per certo, posso solo ipotizzare. Però pensando a quel gruppo che è

partito di buon’ora dalla provincia di Rovigo per partecipare alla marcia, mi sono venuti in mente i braccianti, raccontati da Dino Coltro nel libro “I lèori del socialismo”, che camminavano nel buio costeg-

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Parrocchia di San Giovanni Battista in collaborazione con Noi Associazione organizza

SAGRA DI SAN GIOVANNI BATTISTA 32ª MOSTRA PROVINCIALE DELLE CILIEGIE Un gruppo di marciatori sul percorso.

PRIMA MESSA PER PAOLO BURATO Sabato 5 giugno scorso alle ore 16, nella Cattedrale di Vicenza il vescovo monsignor Cesare Nosiglia ha ordinato 5 sacerdoti fra i quali il nostro concittadino don Paolo Burato. Si erano recati ad assistere a questo importantissimo ed emozionante evento molti ilarionesi fra cui il sindaco Dal Cero, giunti con due pullman e parecchie auto; la chiesa cattedrale era come sempre in queste circostanze gremita di fedeli. Alla cerimonia, davvero imponente, hanno partecipato quattro vescovi ed oltre un centinaio di sacerdoti fra i quali il nostro parroco don Elio, che ha avuto il privilegio di aiutare il novello sacerdote ad indossare la veste. Il giorno seguente, festa del Corpus Domini, nella sua e nostra chiesa parrocchiale, addobbata a festa dentro e fuori, don Paolo, attorniato da una ventina di sacerdoti, i cerimonieri ed un diacono, ha celebrato la sua prima Santa Messa. Hanno partecipato tutti a questa importante cerimonia: il sindaco Dal Cero, le autorità militari, i rappresentanti di tutte le associazioni d’arma e di volontariato, la banda “Giuseppe Verdi” di Montecchia e San Giovanni

NON GETTARE IL TUO BAMBINO:

TELEFONA !!

Sede S.O.S. di San Giovanni: Piazza Martiri, 1

Anno 25 - N. 2 Giugno 2010

Venerdì 25 Giugno ore 22.00 Serata Afro Raduno con DJ YANO Specialità della serata: PIZZA AL FORNO e panini caldi Sabato 26 Giugno ore 20.00 Apertura giochi con due maxigonfiabili e mini moto per bambini e ragazzi ore 21.00 Serata DJ REPINO con la voce di Sama Specialità della serata: PIZZA AL FORNO e panini caldi ore 22.30 Serata House ‘70 ‘80 con Dj The Ross e Dj Coffee con la voce sexy di Luky Voice Specialità della serata: TORO ALLO SPIEDO Domenica 27 Giugno ore 10.00 Santa Messa del Patrono ore 11.00-14,30 Consegna ciliegie per la 32ª Mostra ore 12.00 APERTURA CHIOSCHI con Pranzo delle migliori specalità del “el cogo” ore 15.00 Torneo sotto ils ole: Calcio Saponato ore 16.30 Esibizione della Banda Giuseppe Verdi di Montecchia di Crosara e San Giovanni Ilarione ore 17.00 Apertura al pubblico della 32ª MOSTRA PROVINCIALE DELLE CILIEGIE ore 18.00 Premiazione Mostra delle Ciliegie ore 21.00 Serata Ballo Liscio con Gigio Valentino ore 23.00 Meraviglioso spettacolo pirotecnico con l’INCENDIO DEL CAMPANILE

DURANTE

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Corrispondenza

LA PASSIONE A CASTELLO

Lettera al Direttore

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LA MANIFESTAZIONE FUNZIONERANNO CHIOSCHI ENOGASTRONOMICI PESCA DI BENEFICENZA PARCO DIVERTIMENTI

Dalle Parrocchie

Sport

INFORMA

PADRE AGOSTINO LOVATIN

Sport, sport e ancora sport

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L’Amministrazione Comunale


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sessantanove anni, Giuseppe (deceduto nel 1972, a seguito di un grave incidente sul lavoro, a soli trent’anni) e Bruno, 60 anni, sono i tre fratelli Panarotto che non hanno seguito le orme del padre nella scelta del lavoro ma che troveranno sicuramente nei loro figli chi li sostituirà nell’attività edilizia intrapresa fin dalla seconda metà del secolo scorso. Prima, nessuno in famiglia aveva pensato di diventare costruttore edile. Il padre era coltivatore diretto e così anche il nonno, in tempi in cui la rendita dei campi non era certamente lauta ma consentiva, tuttavia, alle famiglie contadine di sbarcare il lunario con una certa dignità. L’attività nel settore edilizio aveva preso piede, per iniziativa di Giuseppe, nel 1968, ma dopo la sua morte, quando l’impresa già contava una ventina di dipendenti, fu presa in carico dai fratelli Augusto e Bruno. Per lei, in quanto “fratello d’arte”, non c’è stata possibilità di scelta ... In effetti le cose andarono proprio così. In famiglia non si parlava d’altro in quanto la situazione economica andava a gonfie vele. San Giovanni, sotto la spinta del settore calzaturiero, era diventato un cantiere aperto e, ben presto, si cominciò a prendere in seria considerazione l’ipotesi di mettersi in proprio anche con la produzione del calcestruzzo. Fatti quattro conti e assunte le debite informazioni tecniche la decisione venne presa senza ulteriori ripensamenti. Quando cominciarono a funzionare

DI PADRE IN FIGLIA ... gli impianti? L’attività ebbe inizio esattamente nel 1980, in forma di partenariato con l’impresa di famiglia fino al 1992 quando quest’ultima passò definitivamente ad Augusto e ai suoi figli. Furono anni di grande impegno per tutti. In particolare per mia moglie alla quale devo molto in termini di riconoscenza. Mi sostenne nei momenti difficili e mi incoraggiò a guardare con serenità al futuro anche perché, nel frattempo aveva vita a due splendide figlie. Che ... continueranno l’attività paterna? Francesca, la maggiore, credo e spero proprio di sì. Ha 32 anni, un figlio, una laurea in Economia aziendale e uno spiccato interesse per il settore edilizio nel quale già opera ormai da anni. Ilaria, la minore, ha 28 anni ed è laureata in Farmacia. Onestamente va detto che entrambe hanno mostrato sempre buona volontà e impegno, e non solo nello studio. A questo punto si impone una domanda per Francesca: essere donna impegnata in un settore lavorativo tipica-

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MARCIA TRA I CILIEGI – IXª EDIZIONE TROFEO FEDERICO affronterebbe una scampagnata. Ho atteso il deflusso e ho seguito il lungo serpentone su per le colline: il mio compito era fornire le testimonianze fotografiche. “Varda! I ne fa le foto ...”. “Si signora, poi la mettiamo sul giornale!”. “Sta fermo! Se te me fé le foto a mi te I volontari della Protezione Civile e dei Carabinieri in se crepa la machineta!”. Congedo. Il marciatore è di giando i lunghi argini della bassa veroneper sè dotato di autoironia, il che non se per andare a faticare “a opera” nei guasta mai! campi dei mezzadri. In men che non si dica (e ci credo: era Quando sono arrivato in piazza io, il percorso più corto!) mi sono ritrovato che per mia natura non sono, per così di nuovo in piazza dove i primi partiti stavano già con le gambe sotto i tavoli mesdire, mattiniero, salutavo quelli che insi a disposizione dalla polisportiva: ricontravo con un appena percettibile moscaldati da un tiepido sole che giocava a vimento del sopracciglio, ma il popolo nascondino tra le nuvole, si godevano il dei marciatori, era già lì, pimpante, nel piatto di pasta ristoratore. Come se non bel mezzo del riscaldamento e produceva fossero bastati i luculliani ristori lungo il un festoso vociare. percorso! Conferma alle mie aspettative A mano a mano che si avvicina l’ora era il leggendario pane con il cotechino della partenza ufficiale arrivano alla che veniva elargito in contrada Boarie. spicciolata anche le famiglie con i bamA conferma di quanto sia radicata la bini al seguito. Sono loro la vera anima marcia anche tra quelli che non girano la della marcia perché sono la presenza preprovincia veronese ogni domenica per minente. partecipare ad analoghe manifestazioni, PARTITI! Un drappello variopinto di va segnalato che il premio per il gruppo più numeroso se l’è aggiudicato la compagine delle scuole di Castello e San Giovanni Ilarione. Verso l'una in piazza dei Martiri sono rimasti solo gli organizzatori: è arrivato il momento di smontare tutto. Rimane la soddisfazione per come tutto sia andato per il meglio e per il trend delle Il gruppo Scuole Castello e San Giovanni Ilarione vin- presenze in costante citore del Premio Gruppo più numeroso. aumento di anno in anno. Un grosso ringraziamento va a tutti quelli che si persone di tutte le età si avventura per le sono spesi perchè anche la marcia 2010 vie di San Giovanni Ilarione e i tratturelrisultatasse un successo. li resi un po’ fangosi dalle piogge dei Per i fuochi d'artificio aspettiamo l'egiorni scorsi. Il tempo è incerto ma fordizione del 2011, quella del decennale tunatamente tiene. C’è un che di emoziodella Polisportiva. nate nel vedere intere famiglie presenti, con tanto di passeggino per i bimbi, aniEMANUEL RIGHETTO mate dallo stesso spirito con cui si

coltà che non sono mancati. L’attuale struttura dell’azienda? “Calcestr uzzi Alpone s.r.l.” attualmente opera con 9 dipendenti, tra operai e autisti e tre impiegati. Oltre all’impianto centrale dove viene prodotto il calcestruzzo abbiamo otto betoniere e tre pompe per la distribuzione nei La ditta Calcestruzzi Alpone. cantieri. Un’attrezzatura di tutto rispetto da mantenere in perfetta efficienmente maschile ha comportato o comza ... porta qualche difficoltà? L’ambito di mercato? All’inizio qualche pregiudizio è stato Prevalentemente la vallata dell’Alpoavvertito: battutine, occhiate maliziose ne. In questi ultimi anni, tuttavia, la con... fortunatamente niente di serio ma decorrenza tra strutture operanti nel medevo confessare che è stata dura. Da parte simo settore si è fatta più serrata con la mia ho sempre cercato di mantenere atconseguenza che anche gli orizzonti teggiamenti corretti e rispettosi nei conoperativi si sono andati allargando. Oggi fronti di tutti. La stima reciproca non ha per poter lavorare occorre garantire il tardato a farsi strada e a risolvere ogni massimo livello di qualità. Lavora di più problema. che produce meglio, non c’è via di Qualcosa da aggiungere da parte scampo! sua, Bruno? Soprattutto in presenza dell’attuale Confermo quanto detto da Francesca crisi economica o a prescindere? e aggiungo che, senza il suo determiPurtroppo negli ultimi due/tre anni la nante apporto, forse non avrei trovato la crisi si è fatta sentire e continua a farsi forza per superare i momenti di diffi-

Perdere la notte

Sabato sera esco con gli amici, in compagnia, la notte è già buia e inoltrata. La discoteca gremita di gente, la musica suona, le cubiste ballano, bicchieri vuoti, fumo e non so altro. Si va a casa; la strada, lo scherzare, il ridere. D’un tratto una botta!! “Non capisco”. Molta gente intorno a me, cosa vogliono, i miei genitori, urlano, ma perché? Che freddo, questo non è il mio letto. I miei amici! Che fanno qui con me al buio? Claudio Tezza

sentire, senza una prospettiva di soluzione a breve/medio termine. Sulla nostra attività ha gravato e continua a gravare in particolar modo, il ristagno nel settore edilizio, oltre ad altri fenomeni legati alla delocalizzazione all’estero di svariate attività produttive col conseguente abbandono di molte strutture costruite negli anni settanta/ottanta. Può quantificare il calo del fatturato in conseguenza della crisi in atto? Il calo effettivo si può realisticamente quantificare intorno al 20/25%. Un discreto risultato se rapportato al 35/40% su base nazionale. Sono contento perché, almeno fino a questo momento, non si sono resi necessari dei licenziamenti. Dall’inizio dell’attività produttiva, quanti metri cubi di calcestruzzo stima di aver prodotto e venduto? Almeno un milione e cinquecentomila in trent’anni di attività. Qualche difficoltà particolare in questo lungo cammino? Purtroppo non sono mancati gravi momenti critici, e non solo a livello economico e finanziario. Alcuni incidenti sul lavoro, a cominciare da quello di mio fratello, hanno inciso profondamente sull’animo di tutti. Nell’attuale momento storico, quale consiglio per programmare il futuro? Occorrono determinazione e coraggio, ovviamente tenendo ben saldi i piedi per terra e leggendo correttamente gli indicatori che vengono dai mercati, oltre che dalle scelte politiche dei nostri governanti e dei nostri amministratori. DELIO VICENTINI

Alla scoperta della Val d’Alpone Gli Amministratori comunali della Val d’Alpone, delegati al turismo, stanno progettando una serie di iniziative finaliziate alla valorizzazione del territorio, con l’intento di farlo conoscere e frequentare da parte dei turisti, siano essi valligiani o provenienti da altre zone della provincia o regione. La Val d’Alpone è poco conoscìuta, ma possiede una notevole ricchezza di mete turistiche, sia di carattere naturalistico e geologico, sia storico e artistico, sia enogastronomico. Sono presenti in Valle: • 2 Musei dei fossili (a Bolca e Roncà) e un Museo del vino (Ca’ Rugate) • 5 chiese romaniche (S. Salvatore a Montecchia, S. Antonio Abate a Monteforte e a Vestenavecchia, S. Zeno a Castello di S. Giovanni Ilarione e S. Margherita a Roncà) • 15 chiese ottocentesche nelle singole parrocchie, oratori e cappelline in ogni comune, con pregevoli dipinti, affreschi e opere d’arte, oltre a colonnine e capitelli di arte popolare • il Palazzo Vescovile a Monteforte e 14 Ville venete, sparse nei 5 comuni, di cui alcune ben conservate • due Enoteche (a Monteforte e Roncà) • 25 cantine a Monteforte, 17 a Roncà, 8 a Montecchia, per la produzione del vino Soave e Durello

ISTA V R E T N I L’ Augusto,

Anche quest’anno si è svolta la tradizionale gita dei pensionati Coldiretti di San Giovanni, Roncà e Vestananova. In questa occasione la meta è stata Siena e San Giminiano con la famosa piazza del Campo, dove ogni anno si svolge il palio delle contrade, il Duomo e il palazzo pubblico con la torre del Mangia. Vi aspettiamo numerosi per la prossima occasione!!! RINA URBANI

• 5 caseifici (Roncà, S. Giovanni Ilarione e Vestenanova) e un frantoio (Roncà) • 4 alberghi (a Montecchia, S. Giovanni Ilarione e Bolca), 17 ristoranti, 7 trattorie, 13 pizzerie e 21 agriturismo o bed&breakfast • rinomati prodotti tipici locali (vino, ciliegie, olio, formaggi, salumi, castagne e frutti di bosco) • un paesaggio strordinario, caratterizzato dai più svariati colori stagionali e ricco di luoghi interessanti per le bellezze naturali, per la suggestione dei percorsi escursionistici, per la presenza di famosi basalti colonnari (Roncà, S. Giovanni Ilarione e Vestenanova) e di siti di escavazione di fossili (Roncà e Bolca). Il Comitato per il turismo in Val d’Alpone intende proporre dei percorsi di visita ai luoghi più significativi della Vallata e organizzare degli eventi che promuovano il territorio. La prima iniziativa è stata realizzata il 19 aprile u.s. con “MontecChiAma”, quando, oltre ad un convegno sui prodotti vinicoli e sulle prospettive turistiche, è stato possibile accompagnare alcuni ospiti a conoscere la media valle con un percorso in carrozza fra i ciliegi e i vigneti del Soave e del Durello. Il prossimo appuntamento (27 giugno 2010) prevede un giro turistico guidato della Vallata alla scoperta dei “tesori” dei 5 comuni, in una giornata intera dedicata alla visita del Palazzo Vescovile di Monteforte, del Museo geopaleontologico di Roncà, della Chiesa di S. Salvatore a Montecchia, della chiesa di castello e dei basalti colonnari di S. Giovanni Ilarione, del Museo dei fossili di Bolca e della chiesetta di S. Antonio a Vestenavecchia, oltre alla sosta in un caseificio e in una cantina. Altri 6 percorsi guidati sono programmati nei mesi successivi e sono in fase di predisposizione un opuscolo e un filmato sulla Val d’Alpone. Ogni cittadino della Valle è invitato a consultare i siti web dei Comuni per tenersi informato sulle singole iniziative e soprattutto è sollecitato a visitare la propria valle e a promuoverne la conoscenza. GIANCARLA GUGOLE


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LA PASSIONE A CASTELLO

In questo momento non ricordo bene a chi sia venuta questa idea particolare di rivivere la passione di Cristo, forse a don Angelo, forse a Marisa o a Luigi, non so. Quello che so è che avevamo da poco finito con il presepio e tutte le attività natalizie. Abbiamo accettato tutti, subito con slancio e entusiasmo e con una bella dose d’incoscienza. In quel momento non avevamo proprio idea di che sorta di lavoro stavamo andando a mettere in piedi. I primi tempi sono stati dedicati esclusivamente ai testi. Le prime serate soltanto per leggere e destinare le parti da inter-

per noi non è stata una recita, anzi, durante le prove non sono mancati i momenti di allegria e di tensione, ma non abbiamo mai pensato ad uno spettacolo teatrale; il nostro scopo è sempre stato quello di tentare di dare un senso per rivivere la passione con sentimento ed immedesimazione. Fra di noi non c’erano certo attori, ma soltanto gente comune, con la voglia di impersonare questa via crucis.

pretare. Man, mano che passavano i giorni, gli incontri si facevano sempre più numerosi, come del resto le difficoltà. Una grossa mano è arrivata dagli amici della parrocchia di Costalunga che ci hanno prestato i costumi. Siamo partiti con 50 persone e siamo arrivati a circa 80 partecipanti fra preparativi, prove il sabato sera e la domenica mattina; siamo così giunti alla sera del venerdì santo. Siamo arrivati a reclutare gente da tutti i paesi: Castello, S. Giovanni, S. Bonifacio, Chiampo, Mistrorighi, fino a Castelgomberto e Pugnello. Qualcuno ci telefonava per partecipare: è stato entusiasmante, tengo a dire, che

Si apre con il cenacolo la prima scena che viene svolta in teatro. Dentro è strapieno e fuori la gente preme per entrare e sentire le conversazioni che sono appena iniziate. Il tutto viene ambientato nel periodo storico del tempo di Gesù. Una mamma, col nonno, spiega ai bambini il significato del pane azzimo, delle erbe amare e dello svolgersi veloce delle azioni, perché non c’è tempo da perdere, non si può aspettare che lieviti il pane, occorre mangiarlo così, è ora d’incamminarsi. Entrano ora i 12 apostoli con Gesù. Si procede con l’ultima cena e la lavanda dei piedi. Altre spiegazioni vengono date riguardo all’uovo quale simbolo di conti-

nuità e di vita. Il coro parrocchiale intona un canto e ci si avvia verso il parco per far rivivere il Getzemani. Qui dall’alto si vedono passare tutti gli apostoli con Gesù e a seguito tanta, tanta gente che partecipa con attenzione e coinvolgimento. All’orto degli ulivi l’angelo si presenta. Gesù sveglia Pietro. Giovanni e gli altri apostoli cominciano a capire il messaggio del loro maestro. Intanto Giuda li raggiunge con le guardie e col bacio si compie l’atto del tradimento. Prosegue il corteo fra le fiaccole che illuminano il territorio in modo suggestivo. Le note dei cantori ci accompagnano e quando si fa silenzio sentiamo solamente il rumore dei passi lenti sulla ghiaia. Al pretorio si apre un nuovo scenario. Ora è tutto ben illuminato, quasi a voler sfidare il momento terribile che stiamo per vivere. Ecco la condanna di Pilato, la folla che scalpita e grida e le trombe che suonano per sottolineare questo drammatico passaggio. La gente che ci circonda è veramente presa dalla situazione e noi stiamo vivendo appieno la nostra “passione”. Gesù viene flagellato e torna fra la gente con la tunica ricoperta di sangue, con la corona di spine, il mantello e lo scettro. I soldati impietosi adesso lo sbeffeggiano. Giuda si è pentito, getta a terra 130 denari e corre via disperato, ma oramai è troppo tardi. Ora Maria, la madre di Gesù, cerca in ogni modo di raggiungere suo figlio per un’ultima, amorevole carezza. Il centurione sembra impietosirsi e acconsente al doloroso e toccante incontro. Ci avviamo ancora, passiamo davanti a Pietro che ha rinnegato il suo maestro e qui il gallo canta come era stato detto. È la volta della Veronica. Con coraggio affronta i soldati per soccorrere Gesù e asciugargli il volto. Quando cominciamo a salire verso la chiesa, un vento geli-

do ci taglia il viso, ma i brividi che sentiamo non sono solo per il freddo; qualche cosa dentro di noi ci smuove e al tempo stesso ci sostiene. Intanto il Cireneo viene costretto dal centurione a caricarsi della croce perché Gesù è sfinito e non ce la fa più. simbolico questo momento: i due narratori continuano a descrivere lo svolgersi degli eventi; chi non ha una croce da portare? mentre riflettiamo su questo, le pie donne, si recano da Gesù, invocano aiuto e pietà perché non ha fatto nulla di male, ma non vengono ascoltate. Ecco ... ora siamo al calvario. Ancora umiliazioni per Gesù, ancora freddo, quando viene inchiodato alla croce. I due ladroni partecipano a questo momento intenso. Un uomo gli grida di salvarsi se è vero che è figlio di Dio. Poi i lampi, i tuoni, il vento, tutto è così reale, vediamo attorno le persone coinvolte come noi: tutto è compiuto. Ora che Gesù è morto, Giuseppe d’Arimatea viene a reclamarne il corpo straziato. il figlio tanto amato viene posto fra le braccia di sua madre che lo accoglie con infinita tenerezza.

Notiamo intorno a noi una grande commozione. Fra la gente che ora si è raccolta all’interno della chiesa, passa Gesù trasportato dai suoi discepoli; al seguito, sua madre, Giovanni l’apostolo prediletto, le pie donne. Viene posto nel sepolcro costruito per l’occasione e posto dove solitamente posa l’altare. Ora nemmeno il coro canta più, c’è un silenzio assoluto di raccoglimento. La nostra passione è compiuta: don Angelo Sacchiero, il nostro parroco, chiude questa particolare cerimonia e saluta tutti. Noi siamo in uno stato di gioia totale, siamo proprio felici. Abbiamo corso, lasciato tutto da parte negli ultimi giorni, ma il sacrificio è stato pienamente compensato. È nato un nuovo gruppo fra i partecipanti della passione fatto di giovanissimi, adulti, gente di tutti i tipi e di tanti paesi. È stata un’esperienza bellissima. siamo contenti e increduli di come la gente abbia partecipato in modo così numeroso. Ci piace pensare che non sia stata solamente la sete di novità, ma soprattutto la voglia di vivere la passione in prima persona, in maniera non superficiale, ma profonda e che va a toccare sentimenti magari un po’ assopiti. Ora siamo pronti per una Pasqua nuova, una Pasqua sentita. GABRIELLA PERNIGOTTO

I

SEI FRATELLI VATIN.

LO-

Da sinistra: Pino, Giovanni, Benigno, Attilio, Gustavo, Gino. La foto, degli anni ‘60, ricorda un rientro dei fratelli dalla Francia e dal Belgio. L’unico ancora vivo è Pino, residente in Francia.

Una serata con i fossili di S. Giovanni Ilarione Nuove scoperte nel mondo della paleontologia

Un gruppo di insegnanti della scuola primaria “Aristide Stefani”, il giorno 29 marzo ha avuto l’onore di fare visita all’ambasciata di Taiwan a Roma, presso la Santa Sede. Segue da pag. 1

PRIMA MESSA PER PAOLO BURATO Ilarione che con le sue note ha accolto il novello presbitero al suo arrivo in piazza della chiesa, scortato da un corteo di auto che lo aspettava alle Boarie. Sul sagrato della chiesa lo attendevano una ventina di sacerdoti fra i quali don Francesco Meneghello che 24 anni fa battezzò il piccolo Paolo, don Cesare, le suore, i chierichetti, i bambini della prima comunione nella loro vestite candida, i bambini della scuola materna con in mano dei palloncini colorati che hanno poi lasciato salire al cielo. Nella sua prima omelia don Paolo ha voluto ricordare la sua missione: “è bello trovarci riuniti per cibarsi del pane spezzato e sentirsi dono per poterci donare a chi ci sta attorno, donare la propria vita per gli altri”. Don Elio, ha ringraziato il Signore per avergli consentito di vivere la grande gioia di veder crescere e consacrare un sacerdote nella sua parrocchia. Nella chiesa la Corale parrocchiale ha contribuito a rendere più solenne la liturgia. È seguita la tradizionale processione del Corpus Domini, durante la quale don Paolo per la prima volta ha portato per le vie di San Giovanni Ilarione il Santissimo, accompagnato dai parrocchiani con i bambini che spargevano come vuole la tradizione i petali di rosa lungo il cammino. Dalla nascita della parrocchia di Santa Caterina in Villa avvenuta 101 anni fa, don Paolo è il primo Sacerdote diocesano consacrato, e noi auspichiamo che sia il primo di una lunga serie! Paolo è il terzo figlio di Agostino e di Bertilla, è nato a Soave il 7 dicembre 1985 ed ha due fratelli: Davide e Denis. Il neosacerdote ci racconta che all’età di 11 anni il parroco don Elio, che evidentemente aveva letto nel suo cuore, lo invita a visitare il Seminario di Vicenza; Paolo c’è andato e ... ci è rimasto. Sono partiti in 25 a frequentare le scuole medie, ma di essi solo 2 sono arrivati al sacerdozio; tutti gli altri durante la strada hanno fatto altre scelte. Il seminario, ci dice don Paolo, è un formidabile luogo di aggregazione e di condivisione: negli anni delle scuole medie si pratica molto sport soprattutto il calcio, si sta sempre insieme, si dorme in camere da 6 persone e non si pensa solo a se stessi, ma si condivide ogni momento della giornata. Ma dopo le medie non basta più lo sport e si sente il desiderio del silenzio, della riflessione e del bisogno di cercare un contatto con Gesù. “Ho deciso perciò di continuare le scuole superiori frequentando i 5 anni dell’Istituto Farina che è il liceo scientifico di Vicenza”, continua Paolo, “e sono stati anni importanti che hanno aiutato noi seminaristi a rapportarci con i compa-

Venerdì 30 maggio, Sala civica “Mariano Rumor” dove il prof. Claudio Beschin, geologo ed assessore alla cultura del Comune di Montecchio Maggiore, ha accompagnato il numeroso ed interessato pubblico presente alla serata in un affascinante viaggio nell’antico mare eocenico di San Giovanni Ilarione, 45 milioni di anni fa. Un mare ricco di vita animale e vegetale, con alghe, coralli, molluschi gasteropodi e lamellibranchi, ricci, nautiloidi e granchi, tutti organismi che sono stati trovati fossilizzati nelle rocce di alcune delle nostre località, come Ciupio, Case Pozza, Bosco del Prete e Croce Grande. Beschin ha ricordato come le rocce di San Giovanni Ilarione siano prevalentemente di due tipi: sedimentarie marine e vulcaniche, queste ultime soprattutto, che furono prodotte nel corso delle eruzioni sottomarine che hanno interessato l’area per lungo periodo, ed esattamente dai 40 ai 55 milioni di anni fa. La ricca fauna fossile è stata indagata scientificamente soprattutto dal marchese Antonio De Gregorio di Palermo (anno 1880) nonché da altri studiosi, quali Vinassa de Regny (1896-1898), Fabiani e Dainelli (1915) e, ultimamen-

discendenti nei nostri mari caldi tropicali o subtropicali. L’importanza dei granchi di questa nostra terra, ha detto Beschin, sarà illustrata prossimamente a Eichstätt in Germania nel corso del Congresso mondiale di carcinologia che si terrà dal 7 al 10 giugno 2010. San Giovanni Ilarione sale in cattedra, dunque! Un onore per tutti noi. Alla serata, che ha visto la presenza del sindaco Domenico Dal Cero, dell’assessore alla cultura Augusto Gambaretto e del presidente della Pro Loco Franco Cavazzola, nella quale ha portato il proprio suo saluto anche Luciano Vanzo, il nostro notissimo esperto di fossili ed amante del territorio. Vanzo, giova ricordarlo, nel 1988 ha individuato sul Monte Serea un nuovo giacimento a granchi, come pubblicato nella rivista del Museo Civico di Storia Naturale di Verona sul finire dello scorso anno. In suo onore, gli autori dello studio Claudio Bechin, Antonio De Angeli e Roberto Zorzin, hanno istituito una nuova forma di crostaceo: Homola vanzoi, che si affianca ad altre due interessanti specie mai studiate prima, Ctenocheles sereaensis e Typilobus alponensis.

gni e le compagne che non erano in seminario”. “Finiti i 5 anni del Liceo ho dovuto fare la scelta: ero fortemente attratto dall’idea di donare la mia vita agli altri integralmente, in tutti i suoi aspetti, donandola a tutte le persone che avrei avuto occasione di incontrare lungo il mio cammino; e così ho scelto di frequentare il corso di Teologia che ha una durata di 6 anni, al termine te, Mellini & Quaggiotto (2008). Si condei quali lo scorso 24 maggio mi sono laureato in Teologia”. Per completezza di informazione, diserva in musei ed università di tutta ciamo che ha discusso la tesi di laurea dal titolo Europa, da Palermo, Firenze e Padova, a “La Chiesa come comunione”. Al terzo anno di Vienna, Parigi e Berlino. Teologia gli è stato chiesto di svolgere il tirocinio Pastorale presso la parrocchia di Lonigo dove ha Per tutti, è stata però grande la sorlavorato praticamente fino alla sua ordinazione presa di scoprire come a San Giovanni sacerdotale. In questo periodo molto intenso è Ilarione siano ben rappresentati anche i cresciuto in lui sempre di più l’attaccamento alla gente, ai bambini, agli anziani, alle famiglie con granchi fossili, che furono descritti ed cui ha vissuto momenti molto belli anche di fede. illustrati in splendide tavole dallo stuCi racconta che in lui rimane fisso nella mente un dioso dell’Università di Vienna Alexanpasso del Vangelo di Luca nel quale Gesù invita Pietro a seguirlo con queste parole: “Seguitemi, der Bittner. Alcuni nomi? Ad esempio vi farò pescatori di uomini”; ed il suo forte desiHepatiscus neumayri e pulchellus, Pederio è quello di rispondere alla chiamata risponriacanthus horridus, Micromaia tuberdendo: “Sulla tua parola, Signore, ti seguirò!”. Don Paolo ci invita a sostenerlo nella preculata, Lambrus nummuliticus e Heughiera in questa importante scelta della sua vita. morphactaea scissifrons, specie tutte Vuole rivolgere anche ai giovani un invito e istituite dallo studioso viennese negli sognare magari ad occhi aperti e pensare ad una vita donata agli altri che possono essere gli amici, anni 1875 e 1883 e che non hanno più i famigliari, gli anziani e tutte le persone che hanno bisogno di aiuto. Per fare questo è necessario prendere in mano la propria vita e non avere paura di spiccare il volo verso le mete più alte e belle della propria vita! Ci dice ancora che gli piace molto una frase lasciatagli da una persona vissuta per molti anni in Thailandia: “Ogni uomo è una stella ed ogni stella ha il suo splendore”. Questo è il suo augurio per tutti i lettori, soprattutto per i giovani affinché sappiano brillare nella comunità come stelle luminose! E conclude: “Voglio rivolgere un sincero ringraziamento alla mia famiglia che in questi anni mi ha sostenuto e guidato mediatore professionista ruolo 2155, perito ed esperto ruolo 423 con grande affetto ed una delicata presenza in queste scelte COMPRAVENDITE, STIME E VALUTAZIONI IMMOBILIARI, DIVISIONI. importanti della mia vita”. GraVia Alpone, 13 - 37030 MONTECCHIA DI CROSARA (VR) zie don Paolo, e dalla parte della redazione de “L’Alpone” i miVia Alpone 13/1 (sopra Soft Discount), San Giovanni Ilarione Vr Tel. 045 674 500 10 - Fax 045 65 44 140 gliori auguri per l’importante cammino che stai percorrendo! e-mail: info@pasiarredamenti.com - www.pasiarredamenti.com A. P.

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L’ALPONE 4

R

DOSSIE

In questo numero, nella rubrica Inno alla vita, vogliamo affrontare un argomento particolare e molto importante: il cambiamento fisico – psicologico delle neomamme nel periodo successivo al parto. È una situazione che molte volte viene trascurata, forse perché ci si occupa più dei bambino che della fatica della mamma stessa. Vogliamo focalizzare questo ”breve” tempo, come vedremo nella ricerca del dott. Filipozzi, perché è un argomento che in alcune situazione ha portato a delle tragedie famigliari, anche nella nostra vallata. Ci sono centri di aiuto, e associazioni pronte a queste esigenze, capaci di consigliare e risolvere i problemi del post-partum.

DEPRESSIONE POST PARTUM Dalla consapevolezza del concepimento, al periodo della gestazione, fino al parto, si scatena nella donna una serie di cambiamenti a livello fisico-fisiologico e psicologico che possono sfociare, specialmente dopo il parto, in disturbi dell’umore. A seconda dei sintomi manifestati, questi disturbi, possono essere più o meno gravi e necessitano tutti di particolare attenzione. La patologia meno grave viene definita baby blues o maternity blues. Avviene nei giorni successivi al parto, colpisce il 70% delle madri

Se gà desfà la bruma drio le scalsàgne, ma sora chela tera desgrendernà e patia piande malinconie . . Case orbe in medo ai campi sarae su da cadenassi de silensi indormensai. Copi veci inpendolon, gnari udi sensa n’alfio doe scorla le baute de miserie mai smorsae. Drio dai veri mal sarai casca ombrie in costo ai muri, iè ricordi ancora svei che nessun gà pi sercà. Tere sute de scaiola, erbe fiape in te le rive, gnanca on fiore che rebuta al slusare dele sguasse . . Se ransigna le staion stofegae da on vento cruo e le case orbe e fiache con el core oramai copà le se incucia rassegnae rancurando in denocion gomissiei de nine nane che sti ani soto on lume tante mame gà cantà.

Cesarina Verona Corré Motto: “Na rosa in ten bicere”, segnalata con targa il 20.05.1999 al concorso dialettale di Bolca

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e di solito donna colsi esaurisce pita da quenel giro di sta patosette giorni, logia possa ma può pensare di di PRANDO SUSY, GECCHELE LORENZO E SEBASTIANO FILIPOZZI perdurare non essere anche qualche settimana. Tende a buona madre, quella che il senso portata per il ruolo di genitore. manifestarsi attraverso crisi di pian- comune si aspetta. Un’altra causa possibile va ricerAnche la relazione con il coniuge cata nella percezione che la madre to, sbalzi di umore, tristezza e ansia diffusa. Non è considerato un vero e può subire un deterioramento, ha di sé e del proprio corpo; una proprio disturbo psicologico, anche soprattutto quando quest’ultimo non donna abituata, prima della graviperché la causa principale sembra funge da supporto morale alla danza, ad essere percepita e di conattribuibile al riassestamento ormo- moglie, che necessita ora più che seguenza a percepirsi, come attraennale cui la donna va incontro nei mai comprensione e sostegno, non te e desiderabile, è più soggetta, quasolo psicologico, ma anche come lora non riuscisse ad elaborarlo corgiorni seguenti il parto. La depressione post-partum si aiuto concreto sia con la cura del rettamente, ad essere vittima della può considerare come il passo suc- figlio che con la casa. depressione. La gravidanza, ma La depressione si sviluppa quan- soprattutto il parto, sono periodi di cessivo al baby blues, qualora quest’ultimo non si esaurisse nei tempi do, una volta dato alla luce il figlio, cambiamenti corporei rilevanti. Se si realizza dentro alla madre una durante la gestazione le attenzioni previsti. Ne sono affette circa il 10-15% sensazione di inadeguatezza al ruolo che ottiene sono dirette a lei e al suo delle neomamme ed è una patologia cui è stata chiamata, sente che l’e- grembo, che per nove mesi sono una sempre più complessa e frequente. sperienza della genitorialità non è sola cosa, dopo il parto, la scissione Si manifesta, solitamente, dal secon- proprio come se l’era immaginata che si viene a creare può avere riperdo al dodicesimo mese dopo il parto. durante i nove mesi, comporta sacri- cussioni sul piano della percezione I sintomi sono più o meno gli stessi fici ai quali non si sente preparata, di sè. Non è più lei ora l’oggetto di descritti precedentemente, ma con non è pronta all’abnegazione di sé interesse, ma il bambino, del quale intensità e frequenza maggiori. Oltre stessa in funzione della sola cura del si sente “svuotata”, lasciandola sola al fattore ormonale, si aggiungono figlio. Inizia così a sentire il bambi- con un corpo che porta e porterà maggiori complicazioni sul piano no come un peso, associato alla ancora a lungo i segni della gestapsicologico. Altri sintomi possono paura di rimanere sola con lui, di zione (smagliature, chili in eccesso, essere l’insonnia o ipersonnia, perdi- non essere in grado di soddisfare i dolori vari). ta o aumento spropositato di appeti- suoi bisogni, o a non riuscire a comIl ruolo del marito gioca un ruolo to, la sensazione di poter far male al prendere quali essi siano. La relazio- fondamentale; dire ad una donna di ne madre-figlio non è percepita smettere di compiangersi, di essere bambino Durante tutto il periodo della come idilliaca, o perlomeno così triste ed insistere con la retorica che gestazione, la coppia, ma soprattutto felice e naturale come si usa far cre- un figlio dovrebbe essere la cosa più la futura madre, sviluppa una serie dere. È proprio questo il nucleo fon- bella del mondo non è la cosa giusta di preoccupazioni e attese riguar- damentale della depressione post- da fare. Le mogli hanno bisogno di danti il figlio in grembo e il loro rap- partum, quando sembra che tutte le sentire che chi le circonda deve esseporto una volta nato: “sarà sano”, altre madri attorno a lei siano così re in grado di accettare i loro senti“sarà bello”, ma si chiede soprattut- felici e dedite incondizionatamente menti e le loro paure, offrendo loro to se sarà in grado di essere una alla cura del figlio, è possibile che la conforto e accettando il loro stato

Inno alla Vita

Momento di festa conviviale con le corali di Villa e Castello

senza giudizio. A volte, quando il grado depressivo è troppo elevato, la madre può prendere in considerazione l’idea del suicidio o, peggio ancora, l’idea dell’infanticidio, con l’intento di porre fine alla causa di questo suo star male. I fatti di cronaca, in questo ultimo periodo, ne sono una testimonianza. Un numero maggiore di madri, rispetto agli anni scorsi (145 fra il 2000 e il 2007) è portata a far ricadere violentemente la propria frustrazione sul figlio per l’incapacità di entrare in relazione con lui, di occuparsene, o di sentirsi una madre sufficientemente buona. Le cause di questo delitto non sono ancora del tutto chiare, certo è che, il senso comune, specialmente quello femminile, non si sente di biasimare queste donne pur condannandone il gesto gravissimo. Quasi tutte le madri, però, avevano dato segni di scompenso ben prima dell’omicidio, ma non sono stati colti o trattati in tempo. Il marito e i familiari devono essere in grado di capire in tempo questi messaggi, non sottovalutarli confidando nel tempo o magari vergognandosene, in quanto la malattia mentale è considerata come un tabù o qualcosa da tenere nascosto. Con una psicoterapia associata magari ad una terapia farmacologia si può aiutare la madre ad acquisire la forza necessaria per riuscire a stabilire quella relazione duale unica nel suo genere, innata per definizione ma a volte anche imperfetta come può esserlo il genere umano.

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Canto come servizio alla comunità e servizio di aggregazione tra i vari gruppi. Un esempio che balza all’attenzione di tutti è il feeling tra le corali di Villa e Castello. Non è da adesso, ma da alcuni anni che c’è questo scambio canoro, in sintesi anche questo è fare “comunione” cioé, di condividere gli stessi obiettivi, le stesse passioni, le stesse emozioni per raggiungere obiettivi comuni, ovvero il servizio e la disponibilità verso gli altri. Mons. Vescovo Cesare Nosiglia, nell’occasione dell’ultima visita pastorale “in cui le due corali si sono esibite assieme a Castello e in Villa”, ha espresso il desiderio e l’augurio che l’intera comunità persegua ideali comuni e condivida lo stesso percorso. A questo proposito, è diverso tempo che le due corali hanno degli appuntamenti fissi con tutta la comunità: la festa del Ringraziamento e la festa dell’Anziano oltre ad altre occasioni. Le due corali si sono impegnate ad essere ancor più unite in altre circostanze di fronte a tutta la comunità. G. T.

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GRANDIOSO SPETTACOLO PIROTECNICO

Al Vinitaly con la Pro Loco Venerdì 9 aprile al Vinitaly di Verona, la più grande fiera internazionale sulla produzione vinicola, si è tenuta un’iniziativa che ha interessato direttamente la Pro Loco di San Giovanni Ilarione. Nel chiosco del Consorzio del vino Soave, un’elegante costruzione in forma di borgo fortificato, si è tenuta la presentazione alla stampa e alle televisioni del testo di J. Strange sui monti colonnari dello Stato Veneto del 1778, pubblicato recentemente in forma fotostatica dalla Pro Loco. Fra il Consorzio vino Soave, rappresentato dal presidente, Aldo Lorenzoni, da una parte e la Pro Loco dall’altra, si è raggiunto un accordo in base al quale è stato fornito un certo numero di copie del volume dello Strange al Consorzio. Con esse il

Consorzio intende valorizzare il vino durello, partendo dall’idea che tale vino prosperi sul terreno vulcanico ed il testo dello Strange tratta appunto della valle d’Alpone e dintorni, luoghi di eccellente produzione. Nell’occasione, in un clima piuttosto “divino”, il dottor Lorenzoni e i professori Mario Gecchele e Luca Ciancio hanno sottolineato al pubblico il valore del testo, che è stato molto apprezzato, e si è messa in luce l’importanza della collaborazione fra Pro Loco e Consorzio, in vista di eventuali iniziative future. I giornali e alcune televisioni locali hanno poi trasmesso ripetutamente l’evento dilatandone l’importanza. Per la Pro Loco è stato un palcoscenico enorme e la collaborazione con il Consorzio vino Soave permetterà, in un futuro prossimo, la pubblicazione di altri libri rari, quali quello di Antonio De Gregorio che nel 1880 diede alle stampe una poco nota ricerca sui fossili presenti a San Giovanni Ilarione.


L’ALPONE 5

Lettera al Direttore LA FAMIGLIA BELTRAME Egregio Direttore, anche se è da molti anni che abitiamo a Bussolengo, il ricordo di S. Giovanni resta immutato. Mio papà, Luigi, era stato direttore della Banca Popolare molti anni fa. Io ero piccolo, ma San Giovanni Ilarione è rimasto nel cuore della nostra famiglia quasi come una seconda casa. Le invio una foto di quegli anni, con mio papà (il secondo da destra) e alcuni suoi colleghi di fronte al portone della banca. Purtroppo lui non c’è più, ma noi manterremo con affetto questo legame con il paese. La foto era stata scattata nel 1980. Purtroppo non so i nomi dei colleghi. Mia mamma si ricorda il cognome di due di loro: Zanderigo (di Bolca) e Corrà, ma ne manca ancora uno. Mi spiace. La ringrazio se vorrà mettere la foto sul prossimo numero dell’Alpone: è un bel ricordo per noi perché sono tutti e quattro sorridenti. Cordialmente, Sebastiano Zampini

Una piacevole gita domenicale ha offerto l’occasione ad un gruppo di compaesani di San Giovanni di entrare nello studio televisivo di Antenna 3-Milano, e partecipare come spettatori-attori alla trasmissione televisiva “Festa in Piazza”. Alcune ore piacevoli in mezzo a tanta musica ed allegria. Immancabile alla fine la foto di gruppo con i simpatici presentatori Eugenio e Clara ed un “Arrivederci a presto”.

Una vita interamente dedicata ai giovani

Giuseppe Arvoti – Bepi per tutti – 77 anni, dei quali 50 dedicati ai giovani del CFP (Centro di Formazione Professionale salesiano) di San Donà di Piave come insegnante di meccanica. Una vita dedicata all’emergenza educativa e ai giovani in puro stile salesiano, sulle orme del grande maestro di Valdocco al quale i ragazzi rimangono strettamente legati, come ex allievi, anche dopo la conclusione dell’iter scolastico e il conseguente impegno nel mondo del lavoro. Bepi li ricorda tutti quando si incontrano, ogni

anno, la terza domenica di gennaio. Sui loro volti egli vede impresso anche il ruolo del CFP nell’azione di recupero di ragazzi demotivati “da una scuola tutta teoria e niente pratica”. “Mi guardo intorno – aggiunge il nostro Bepì – e riconosco tra gli ex allievi tanti tecnici, stimati professionisti, titolari di aziende di tutto rispetto ... ‘scartati’ dalla scuola di serie A, ma integralmente ‘recuperati’ e valorizzati da una scuola che molti si ostinano a definire di serie B. La risposta – aggiunge – va individuata: • nella proposta educativa globale che caratterizza l’ambiente oratoriano; • nella vicinanza con persone che, nei fatti, hanno dedicato, e continuano a dedicare, la loro vita all’educazione dei giovani; • nei valori forti testimoniati con assoluta coerenza, giorno dopo giorno; • nel coraggio di proporre regole e comportamenti a volte esigenti ma sorretti da motivazioni chiare e comunicate con linguaggio semplice. Questo – conclude Bepi – è il miglior concime che fa germogliare l’educazione. Grazie Bepi!!! D. V.

Agostino Beltrame nasce a San Giovanni Ilarione il 28 Maggio 1924, secondo di tre fratelli rimane orfano di padre in tenera età. Poi la mamma si risposa con Antonio Fusi, il quale si fa carico della famigliola e successivamente nasce Maria. Nel 1939 partono per la Libia, colonia italiana, e lavorano come braccianti a coltivare la terra. Adelina Maria Viola nasce a Gavello (Rovigo) il 25 Marzo 1926, penultima di cinque fratelli, anche lei rimane orfana di padre in giovane età. La famiglia è costretta a trasferirsi da un paese all’altro del Veneto e anche del Friuli in cerca di lavoro e sostegno per la famiglia; finché decidono di andare, a loro volta, in Africa a lavorare la terra. Ed è in quella terra straniera che le vite di Agostino e Adelina si incontrano. Agostino nota subito quella giovane biondina e se ne innamora. Adelina invece, forse per la tenera età, forse perché deve dare una mano in famiglia, non presta molta attenzione a quel ragazzo che le gironzola attorno. Ancora una volta la famiglia di Adelina si trasferisce presso un altro villaggio africano e Agostino, pur di conquistare la sua bionda, convince la famiglia a trasferirsi nel nuovo paese di Adelina. Complice un po’ il destino, Adelina in mare, un giorno, rischia l’annegamento ma Agostino, pronto, le salva la vita e un

po’ la complicità di Francesco, fratello di Adelina, la ragazza finalmente si innamora di quel giovane alto e bello. Agostino riesce alla fine a conquistare quella biondina che sarà la sua Bionda per sempre. Ancora oggi, molti la conoscono e la chiamano la Bionda dei Beltrami. Si sposano a Tripoli nell’ottobre del 1945: lui con un vestito rigirato per l’occasione, lei con un tailleur bianco ricavato dalla stoffa dei vestiti arabi. Qualche anno dopo nasce il primogenito Pietro; il bimbo non ha ancora sei mesi quando rientrano in Italia, un viaggio in nave interminabile, ma finalmente si ritorna a casa. La convivenza nella famiglia patriarcale non è sempre facile e armati di pazienza, sopportazione e rinunce si fa fronte alla vita, coltivando quella grande passione che unisce da sempre la coppia: il ballo. Agostino trova lavoro in paese presso una ditta che tratta terre colorate, la

quale però si trasferisce, pochi anni dopo, in città a Verona e successivamente a Vicenza commerciando nel campo dei colori e delle vernici; Agostino segue il suo lavoro e per lunghi anni fa il pendolare a Verona prima e Vicenza poi. Nel frattempo nascono Pasqualina e Paolo. Nel 1984 arriva la pensione, ma quella che segue non è una vita da riposo. Grandi lavoratori entrambi, i due sposi si dedicano a coltivare i campi, o meglio le “rive” e allevano animali da cortile. Gli anni che seguono non sono sempre facili, ma loro affrontano le varie difficoltà insieme, sempre disponibili e generosi, aiutando i figli e le famiglie dei figli nelle varie vicissitudini della vita. Si acquistano la stima e la fiducia di tutti in paese. Ora si avvicina il loro 65° anniversario di matrimonio. Adelina semplice e timida è un po’ titubante a festeggiare l’anniversario nei primi banchi in chiesa assieme agli amici più giovani della Parrocchia il giorno dell’Ottava di Pasqua; Agostino invece è fiero e orgoglioso: lui, la sua donna la vorrebbe portare sull’altare per risposarla una seconda volta. Anche i figli sono fieri e orgogliosi dei loro genitori e anche i nipoti e sicuramente anche il piccolo pronipote Manuel, loro grande gioia. Un grazie grande come il mondo. Auguri. G. S.

Eccezionale documento fotografico! Qui è proprio la nostra storia che parla! Foto di gruppo del matrimonio di Giovanni Marcazzan, professore di “belle lettere” e padre del più famoso Mario Marcazzan al quale è intitolata la nostra scuola media, con “Nani” Bonafin davanti alla chiesetta di santa Caterina in Villa, poi abbattuta per far posto alla nuova chiesa. Siamo nel 1901, come si legge sull’immagine.

I due sposi sono al centro, con a fianco, in doppio petto, il papà della sposa. In prima fila, seduto, Domenico Marcazzan con in braccio un erede e con a fianco la moglie Erminia Pozza da Castello. In seconda fila, dietro al padre della sposa, Abbondio Marcazzan con la moglie Roccabianca. Sono i capostipiti del

“clan Marcazzan” venuti nel 1853 a lavorare la terra come “laorenti”alle Boarie dalla Contra’ Cerina e per questo saranno soprannominati “Serinati”. Interessante notare i costumi d’epoca, i vestiti castigati, ma eleganti delle donne, la pesante e vistosa collana al collo della moglie di Abbondio Marcazzan, probabilmente dote della famiglia. Sono volti che rievocano una società diversa, i bambini stessi sembrano catturati dalla solennità della cerimonia, che solo qualche famiglia borghese poteva permettersi. Su tutti i volti è stampata la serietà, tutti risentono della fatica quotidiana. Persino gli sposi, nel momento più solenne della loro vita, non tradiscono emozioni. La moralità e la tradizione del tempo pretendevano questo. Don Francesco Trecco, con l’inseparabile tricorno in testa e la tradizionale veste talare, forse pensa già alla maestosa nuova chiesa in fieri, ma che “incolarum stipe ac labore” sarà inaugurata nel 1909. Anche questo aiuta a conoscere e ad approfondire la storia del nostro paese. GIANNI SARTORI

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Ex allievi del Don Bosco di Verona all’incontro annuale, uno di loro incontra il gruppo dopo 45 anni. “Che commevente, l’ultima volta avevamo 18 anni”.


L’ALPONE 6

L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE INFORMA

testi a cura di DELIO VICENTINI

dal Consiglio comunale

Bilancio di previsione CommisGettone di presenza 2010 sione collaudo impianti A decorrere dal 1° gennaio 2010 il gettone di presenza, da corrispondere ai Consiglieri comunali in occasione delle sedute di consiglio, viene fissato in 18,08 euro per ogni seduta. Tale determinazione, valida per i comuni da 1.001 a 10.000 abitanti, è prevista dall’art. 23 della legge 265 del 3 agosto 1999.

QUADRO GENERALE RIASSUNTIVO 1.031.877,00

Titolo I

Spese correnti

2.404.134,00

Contributi e trasferimenti € correnti dello Stato, della Regione e di altri enti pubblici anche in rapporto all’esercizio di funzioni delegate dalla Regione €

920.877,00

Titolo II

Conto capitale

3.193.490,00

Titolo IV

Alienazioni, da trasferimen- € ti di capitale e da riscossioni di credito Totale entrate finali €

2.977.490,00 Totale spese finali

5.597.624,00

Titolo V

Da accensioni di prestiti

616.000,00

Titolo III

Rimborso di prestiti

749.784,00

Titolo VI

Servizi per conto di terzi

450.082,00

Titolo IV

Servizi per conto di terzi

450.082,00

TOTALE

6.797.490,00

TOTALE

6.797.490,00

Disavanzo di amministrazione

TOTALE COMPLESSIVO SPESE

Titolo I

Entrate tributarie

Titolo II

(Delibera n. 2 del 4 marzo 2010)

Patto dei sindaci d’Europa Facendo seguito all’approvazione del documento “Energia per un mondo che cambia” da parte del Consiglio d’Europa, il 9 marzo 2007, ha preso il via un’interessante iniziativa, che dovrebbe coinvolgere tutti i sindaci europei, finalizzata al contenimento dei consumi energetici e alla conseguente riduzione del 20% delle emissioni di anidride carbonica entro il 2020. Per raggiungere tale fondamentale obiettivo l’UNICOGES s.r.l. (Commissione Europea per Riduzione delle Emissioni di Anidride Carbonica), appositamente costituita, dovrà: • promuovere l’adesione al Patto dei sindaci tra i comuni europei offrendo supporti adeguati e coordinamento delle azioni; • sostenere finanziariamente i comuni per i costi correlati alla preparazione dei Piani di azione, alla contrattazione e alla gestione dei servizi che si render anno necessari; • definire gli obiettivi e le metodologie di valutazione, le modalità di monitoraggio e i rapporti di verifica diffondendo la cultura della sostenibilità; • fornire supporto tecnico per l’organizzazione di “giornate per l’energia” allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema che sta diventando drammatico; • aumentare la presa di coscienza dei cittadini che dovrebbero adoperarsì per la realizzazione dei Piani nei vari contesti europei; • relazionare regolarmente alla Com-

missione dell’Unione Europea sui risultati ottenuti nel territorio dei comuni aderenti. Da parte sua, il comune di San Giovanni si impegna a: - raggiungere gli obiettivi fissati dall’ U.E. per il 2020, riducendo le emissioni di C02 nel territorio comunale di almeno il 20%; - predisporre un Piano di Azione sull’Energia Sostenibile (SEAP), che includa un inventario base delle emissioni e indicazioni, su come gli obiettivi verranno raggiunti, entro 12 mesi dalla data di esecutività della presente deliberazione consiliare; - predisporre un rapporto, a cadenza biennale, sullo stato di attuazione del Patto dei Sindaci e relativo Piano di Azione, ai fini di una valutazione, monitoraggio e verifica; - organizzare, in cooperazione con la Commissione Europea, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ed altri interessati, eventi per i cittadini finalizzati ad una maggiore conoscenza dei benefici dovuti ad un uso più intelligente dell’energia ed informare regolarmente i mezzi di comunicazione locali sugli sviluppi del Piano di Azione; - partecipare e contribuire attivamente alla Conferenza annuale dei Sindaci per un’Europa sostenibile.

(Delibera n. 13 dell’8 aprile 2010)

Il B.I.M.A. informa Sulla base di apposita convenzione, stipulata tra il B.I.M.A. (Bacino Imbrifero Montano dell’Adige) e il comune di San Giovanni viene attivato il progetto SER.P.I.CO (Servizi Permanenti Informativi Comunali). Si tratta, in sostanza di un software che verrà messo a disposizione – per il momento senza oneri – delle strutture comunali allo scopo di poter attingere ad informazioni utili allo svolgimento dei servizi e alla stessa cittadinanza. Una volta attivato il servizio potranno essere acquisite utili informazioni in ordine ai seguenti settori di attività: – gestione dei servizi offerti nell’ambito del progetto Ser.P.I.Co; – la manutenzione delle strumentazioni e dei software costituenti il Polo Tecnico BIMA per l’erogazione dei servizi al Comune; – gestione del geoportale con erogazione di banda per consentire al Comune l’accesso alle informazioni ed ai servizi implementati nell’ambito del progetto e nelle sue future evoluzioni pianificate; – gestione del geoportale per l’accesso agli applicativi implernentati nell’ambito del progetto per la distribuzione dei servizi e nelle sue future evoluzioni pianificate; – gestione del geoportale per consentire ai cittadini di accedere in consultazione ad alcune delle informazioni messe a sistema e concordate

preventivamente con il Comune; – pubblicazione nel geoportale del Data Base Geografico, di nuova realizzazione; – mantenimento dell’aggiornamento del Data Base Geografico, standard Intesa GIS, con le modalità operative concordate con il Comune; – aggiornamento della pubblicazione delle banche dati geografiche prodotte dal Comune; – pubblicazione delle banche dati aggiomate rilasciate ufficialmente da altri Enti Locali; – gestione evolutiva nell’ambito del progetto con l’integrazione di nuove funzionalità applicative e nuove banche dati geografiche e non; – utilizzo dei dati catastali con le altre informazioni implementate nell’ambito del progetto; – distribuzione e consultazione delle immagini prospettiche Pictometry integrate con le informazioni contenute in Ser.P.I.Co.; – formazione in sede BIMA o presso le sedi comunali da concordare. – supporto diretto al Comune per le attività relative alla produzione, gestione, utilizzo delle informazioni contenute in Ser.P.I.Co.. Tali servizi saranno erogati secondo le modalità standard previsti dal BIMA e concordati con il Comune. (Delibera n. 9 del 4 marzo 2010)

Spese

Entrate

Titolo III

Avanzo di amministrazione

801.938,00

5.731.408,00

TOTALE COMPLESSIVO ENTRATE €

6.797.490,00

6.797.490,00

(Delibera n. 8 del 4 marzo 2010)

Determinazione aliquota i.c.i. È stata confermata per l’anno 2010 l’aliquota ICI nella misura del 7 per mille, senza alcuna diversificazione, agevolazione o riduzione. (Delibera n. 4 del 4 marzo 2010)

In attuazione della L.R. 23/10/2003 n. 23 è stata nominata la nuova Commissione comunale di collaudo degli impianti di distribuzione dei carburanti. Ne fanno parte: • il responsabile del Servizio Commercio e Polizia Amministrativa (segretario comunale, dott. Felice Stefani) che funge da presidente; • il Responsabile dell’area tecnica (geometra Maurizio Bacco) o un suo delegato; • l’ingegnare Capo dell’Ufficio Tecnico di Finanza territorialmente competente o un suo delegato; • il Comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Verona o un suo delegato; Le funzioni di segretario saranno espletate dal vigile urbano Ernesto Sartori o da un suo delegato.

dalla Giunta comunale (Delibera n. 7 del 14 gennaio 2010)

Servizio di assistenza domiciliare Destinazione dei proventi delle multe

Per il primo semestre 2010 la gestione del servizio di assistenza domiciliare è stata affidata, per il primo semestre 2010, alla Cooperativa sociale di Solidarietà “Promozione e lavoro a.r.1.” di San Bonifacio. Sulla base della convenzione allo scopo stipulata e tenuto conto degli effettivi bisogni degli utenti, accertati dal Comune attraverso il proprio Servizio di assistenza sociale o su segnalazione dell’Assistente sociale della stessa Cooperativa, verranno assicurati i seguenti interventi: • Cura della casa (governo e pulizia, approvvigionamento alimenti, vestiario e generi di consumo, medicinali, preparazione pasti ...); • Cura della persona (igiene personale, cambio biancheria, lavaggio, nell’or-

ganizzazione quotidiana ...); • Accompagnamento e socializzazione (disbrigo di varie commissioni varie, partecipazione dell’utente nei luoghi di vita associativa ...); • Assistenza speciale per evitare la spedalizzazione (aiuto e controllo per il rispetto delle terapie prescritte, igiene e moto fisico, trasporto dell’utente per raggiungere le strutture sociosanitarie di “appoggio”, assistenza diurna e/o notturna in occasione di ricoveri ospedalieri, vigilanza personale e telefonica dopo la guarigione clinica ...). Limitatamente al primo semestre 2010 è stata impegnata la somma di 2.025,00 euro. (Delibera n. 32 del 18 marzo 2010)

Gestione servizi sociali Anche la gestione dei servizi sociali è stata affidata, per il primo semestre 2010, alla Cooperativa sociale di solidarietà “Promozione e lavoro a.r.l.” con sede in San Bonifacio. La somma impegnata, ammontante a 10.000,00 euro, consentirà alla Cooperativa di mettere a disposizione del comune di San Giovanni una propria assistente sociale per 25 ore settimanali. Il servizio permetterà di: • integrare le prestazioni socio-sanitarie; • facilitare l’accesso alle prestazioni attivate in collegamento operativo tra l’ULSS 20 e i servizi comunali; • contenere i costi; • promuovere il benessere fisico e psichico degli utenti.

Per l’anno 2010 i proventi delle multe per violazioni al Codice Stradale vengono destinati, nella misura del 50% per le seguenti tipologie di interventi: • interventi didattici dei vigili urbani, nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, finalizzati all’educazione stradale; • miglioramento della circolazione stradale; • miglioramento della segnaletica; • fornitura di mezzi tecnici necessari per i servizi di Polizia stradale. Una quota non inferiore al 10% verrà destinata ad interventi per la sicurezza stradale e, particolare, per la tutela dei cosiddetti “utenti deboli”: pedoni, ciclisti, bambini, anziani e disabili. (Delibera n. 133 del 22 dicembre 2009)

(Delibera n. 31 del 18 marzo 2010)

Sistemazioni stradali

Rendiconto finanziario esercizio 2009 Fondo di cassa 01.01.2009 Riscossioni Pagamenti Fondo di cassa 31.12.2009 Residui attivi Residui passivi Avanzo di amministrazione al 31.12.2009 (Delibera n. 30 del 18 marzo 2010)

693.112,73 3.342.973,27 3.778.990,37 257.095,63 1.355.168,47 1.598.064,26 14.199,84

€ € € € € € €

Per la sistemazione delle strade Bellieri-Todeschi-Meletta è stato predisposto un progetto esecutivo, pari a 47.000,00 euro, finanziato in parte dall’Amministrazione provinciale e in parte dalla Comunità Montana della Lessinia. (Delibera n. 22 del 18 febbraio 2010)


L’ALPONE 7

Bilancio di previsione 2010: addizionali e tariffe Rispetto all’esercizio precedente risultano confermate sia le addizionali che le tariffe fiscali comunali. Per la consultazione delle specifiche tabelle relative alle specifiche tipologie si invitano gli utenti a prenderne visione presso i competenti uffici. Eccone, di seguito, il dettaglio: • Addizionale I.R.P.E.F. nella misura dell’8%. (Delibera n. 132 del 22 12 1999) ❊❊❊

• Servizio di trasporto scolastico; • Contributo a fondo perduto per gli al-

lacci al metanodotto; • Illuminazione votiva (allacciamenti e abbonamenti); • Servizio soggiorni climatici, con riserva di adeguamento a quanto stabilito dal Consorzio provinciale per i Soggiorni climatici; (Delibera n. 130 del 22 dicembre 2009) ❊❊❊

• Occupazioni temporanee di suolo pubblico; • Occupazioni permanenti del suolo pubblico; • Occupazioni del sottosuolo e del so-

IL PIANO CASA (Legge regionale 8 luglio 2009, n. 14) Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato, lo scorso 1 luglio, la legge regionale n. 14 del 2009, avente come oggetto “Intervento regionale a sostegno del settore edilizio per favorire l’utilizzo dell’edilizia sostenibile e modifiche alla legge regionale 12 luglio 2007, n. 16”, meglio nota come “Piano Casa”. Si tratta di un provvedimento che non ha la valenza e le caratteristiche di un “piano” – inteso come insieme di scelte territoriali, regole e risorse finanziarie – ma di una legge che si prefigge l’obiettivo prioritario di promuovere il rilancio dell’attività edilizia attraverso l’ampliamento degli edifici esistenti e il contestuale miglioramento della qualità architettonica ed edilizia, nonché di favorire l’utilizzo dell’edilizia sostenibile e delle fonti di energia rinnovabili. A tale proposito è opportuno evidenziare che la L.R. 14/2009 non è una legge urbanistica né edilizia – pur avendo contenuti che incidono significativamente sulla disciplina di queste materie - ma è, prima di tutto, una legge economico-finanziaria che mira a promuovere gli investimenti privati per il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente nel territorio regionale, in modo generalizzato e capillare, attraverso microinterventi idonei ad alimentare soprattutto il mercato delle piccole e medie imprese del settore edilizio. Va altresì precisato che gli interventi edilizi consentiti dalla legge non implicano alcuna forma di condono o sanatoria di immobili abusivi che, ai sensi dell’articolo 9, comma 1, lett. e), risultano esplicitamente esclusi dal campo di applicazione della stessa qualora soggetti all’obbligo di demolizione. La legge, di carattere straordinario, prevale sulle previsioni dei regolamenti comunali e degli strumenti urbanistici e territoriali, comunali, provinciali e regionali, nonché sulle altre leggi regionali in contrasto con

Anche San Giovanni Ilarione avrà finalmente, come richiesto da molti, il suo campo da calcio in erba artificiale. Inizialmente era prevista la costruzione di un secondo campo da calcio, completo di spogliatoio e parcheggio, in località Belui sul terreno comunale a nord del ponte per Cattignano. Le ristrettezze economiche e i limiti di spesa imposte dalle Leggi statali in relazione al rispetto del Patto di Stabilità, hanno indotto ad abbandonare quel progetto ricercando altre soluzioni che potessero soddisfare l’attività sportiva prevalente, il gioco del calcio, praticato da circa 230 ragazzi suddivisi in 11 squadre iscritte nei vari tornei della FIGC. L’intensa attività agonistica praticata sull’attuale terreno in erba naturale, non permetteva a quest’ultima un adeguato attecchimento e una ricrescita soddisfacente. La soluzione a questo problema è consistita nella sostituzione del terreno di gioco da erba naturale a erba artificiale. L’erba artificiale di ultima generazione, pur necessitando di un’adeguata manutenzione ordinaria e straordinaria, permette di avere in qualsiasi stagione e con qualsiasi condizione meteorologica, un terreno di gioco sempre in ordine, eliminando quegli inconvenienti derivanti dalla mancata ricrescita dell’erba, causata principalmente all’intensa attività svolta dalle numerose squadre che ogni settimana svolgono gli allenamenti e le partite in base ai calendari dei vari tornei. Il terreno di gioco del campo da calcio avrà le stesse dimensioni di quello attuale, vale a dire metri 100 x 60, adatto per categorie fino alla serie C.

essa. Proprio per il suo carattere straordinario, la nuova disciplina ha una durata limitata a due anni a partire dalla data di entrata in vigore della stessa, anche se i suoi effetti si produrranno per l’intero arco di validità dei titoli abilitativi degli interventi. Nella definizione delle modalità di applicazione della legge i Comuni svolgono un ruolo fondamentale, soprattutto per quanto concerne gli edifici residenziali non destinati a prima casa di abitazione e quelli adibiti ad uso diverso. Spettava, infatti, ai Consigli comunali deliberare, entro il 30 ottobre 2009, se o con quali ulteriori limiti e modalità applicare le nuove disposizioni. A questo proposito, il comune di San Giovanni Ilarione con deliberazione Consigliare n. 30 del 30 ottobre 2009 ha recepito integralmente la L.R. 14/2009, mantenendo inalterate le distanze come previste nel vigente P.R.G.. Considerato che alcuni termini e concetti vengono utilizzati in molti articoli, si ritiene opportuno fornire, in via preliminare, le rispettive definizioni. EDIFICIO ESISTENTE. L’espressione più rilevante è il concetto di edificio, fabbricato o corpo edilizio “esistente”. Gli interventi edilizi consentiti dalla Lr 14/2009, infatti, si estendono a tutti gli edifici esistenti alla data di entrata in vigore della legge, indipendentemente dalla loro destinazione e dimensione, o dalla circostanza che si tratti di edifici principali o pertinenziali. In analogia a quanto operato in applicazione della legislazione sul condono edilizio, per poter essere considerato “esistente” l’edificio deve essere perlomeno caratterizzato dalla presenza delle strutture portanti e della copertura, mentre non ne è richiesta l’agibilità. Di conseguenza, restano esclusi dal campo di applicazione della L.R. n. 14/2009 i manufatti di cui all’articolo 44 comma 5 ter

prasuolo; • Occupazioni temporanee; • Distributori di carburanti; • Distributori automatici di tabacchi. (Delibera n. 131 del 22 dicembre 2009) ❊❊❊

• Imposta comunale sulla pubblicità e diritti sulle pubbliche affissioni. (Delibera n. 128 del 22 dicembre 2009) ❊❊❊

• Tariffe per l’utilizzo della sala civica “M. Rumor”. (Delibera n. 127 del 22 dicembre 2009)

della L.R. n. 11/2004. Secondo quanto previsto dall’articolo 9, comma 6, gli ampliamenti di cui all’articolo 2 si applicano anche agli edifici che non sono ancora stati realizzati ma il cui progetto o richiesta di titolo abilitativo siano stati presentati al Comune entro il 31 marzo 2009 PRIMA CASA DI ABITAZIONE. La norma intende favorire la cosiddetta “edilizia di necessità” (prima casa) richiamandosi ad una fattispecie già presente nella legislazione statale sia relativa alla materia edilizia che alla materia fiscale, consentendo in sede di immediata applicazione gli interventi in favore del proprietario o avente titolo che intendano procedere all’ampliamento della prima casa di abitazione e riducendo l’onerosità di tale interventi (articolo 7, comma 1). ZONE AGRICOLE. Per quanto concerne le zone agricole, va evidenziato che la legge vi fa riferimento esplicitamente solo all’art. 9, comma 6, nel determinare le modalità di calcolo dell’incremento consentito sulla prima casa di abitazione, e all’articolo 5, comma 2, ove si precisa che le pensiline e le tettoie per impianti solari e fotovoltaici possono essere realizzate anche in zona agricola. Considerato che, per gli altri interventi, non viene dettata una apposita e specifica disciplina, non vi è motivo per escludere le zone agricole dall’applicazione delle regole generali. È pertanto possibile realizzare gli interventi di cui agli articoli 2, 3 anche su edifici situati in zona agricola senza che ciò sia condizionato alla sussistenza di requisiti oggettivi o soggettivi diversi da quelli previsti dalla legge, ed è ammesso anche nel caso in cui l’edificio non sia più funzionale alla conduzione del fondo. Ecco cosa è possibile realizzare: a) È consentito l'ampliamento degli edifici esistenti nei limiti del 20 per cento del volume se destinati ad uso residenziale e del 20 per cento della superficie coperta se adibiti ad uso diverso”. L’ampliamento deve essere realizzato in aderenza rispetto al fabbricato esistente o utilizzando un corpo edilizio contiguo già esistente; ove ciò non risulti possibile oppure comprometta l’armonia estetica del fabbricato esistente può essere auto-

IL CAMPO DA CALCIO SI RIFÀ L’ABITO Attorno al campo da gioco, per poter essere omologato come previsto dal Regolamento della Lega Nazionale Dilettanti (LND), sarà realizzata una fascia di rispetto, in erba artificiale, denominata “campo per destinazione”, della larghezza di ml. 2,50 lungo i lati maggiori e di ml. 3,50 lungo i lati minori (dietro le porte), Perimetralmente al “campo per destinazione” verrà realizzato uno spazio per “riscaldamento”, in erba di colore rosso, che potrà essere utilizzato anche della vicina scuola media, in occasione di competizioni didattiche di atletica. Sul lato Est si prevede di ricavare un campetto in erba sintetica, per il gioco del calcio a 5 avente dimensioni di metri 26x16. L’intervento progettato si esplicherà mediante: asportazione dello strato di terreno vegetale e degli attuali impianti d’irrigazione, stabilizzazione del terreno esistente con l'apporto di idoneo legante chimico e l'utilizzo di speciali macchinari a controllo laser per la corretta livellazione, formazione del sottofondo realizzato da uno strato in laminato impermeabilizzante, drenante ad alta performance di assorbimento degli impatti e minima deformazione, posa di manto in erba sintetica ad alta densità di filamenti, realizzato in tre diverse tonalità di verde per ottenere una somiglianza del tappeto all'erba naturale,

costituito da morbide e resistenti fibre monofilo estruse con polimeri a 100% in polietilene, sagomate con forma ad "esse" per ottenere una sezione del filo che grazie alle nervature create dalle "doppie curve", consenta l'immediato ritorno delle fibre in posizione eretta durante e dopo l’uso, formazione del 1° strato di sabbia silicea per zavorrare il manto su tutta la sua superficie, posa di intaso prestazionale in opera di granulo elastomerico in gomma nobilitata di colore verde o marrone, macinato in particelle di pezzatura minuta, completamente esente da polvere tela e parti estranee, ricoperto e incapsulato con un film di resina poliuretanica vergine, verniciato e nobilitato con pigmenti ecologici e atossici, di grande resistenza all’abrasione, inodore. Durante l’esecuzione dei lavori sarà verificato e sottoposto a certificazione, a cura di tecnici della LND, il sottofondo per il benestare alla pose del manto; verranno eseguiti i seguenti test per la valutazione di alcuni requisiti tecnici: la permeabilità del sottofondo, il numero delle falde, la pendenza di realizzazione, il modulo dinamico di deformazione della compattazione del sottofondo. A fine lavori saranno eseguiti altri test per l’omologazione finale della superficie di gioco quali: assorbimento dello shock (con o senza tacchetti), deformazione ver-

ESTATE ILARIONESE 2010 GIOVEDÌ 29 LUGLIO Dagli studi di Telelombardia (Antenna 3) “FESTA IN PIAZZA” presentano Eugenio e Clara con gli artisti: Enrico Musiani, Romana Sandri e i Coperfisa VENERDÌ 30 LUGLIO Serata danzante con l’orchestra spettacolo

“LA CASA DEL SOLE”

SABATO 31 LUGLIO CANTALPONE, voci alla ribalta. Presenta Dino DOMENICA 13 LUGLIO Serata Rock anni 60 con due gruppi:

“I Falchi” - “Penni

Lane” rizzata la costruzione di un corpo edilizio separato, di carattere accessorio e pertinenziale. La percentuale va applicata esclusivamente alla consistenza degli edifici esistenti, prescindendo quindi dagli eventuali ampliamenti realizzabili in via ordinaria sulla base degli strumenti urbanistici vigenti. L’unica eccezione è rappresentata dalla prima casa di abitazione in zona agricola il cui ampliamento, secondo la previsione di legge, è calcolato non sul volume esistente bensì sul volume massimo assentibile ai sensi della normativa vigente. L’ampliamento può essere realizzato anche qualora la prima casa di abitazione ubicata in zona agricola abbia una volumetria esistente superiore al predetto limite, nel qual caso la percentuale di ampliamento va calcolata sul volume esistente. La percentuale di cui sopra è elevata di un ulteriore 10 per cento nel caso di utilizzo di tecnologie che prevedano l’uso di fonti di energia rinnovabile (pannelli solari o impianti fotovoltaici) con una potenza non inferiore a 3 Kwh., ancorché già installati. b) Sono consentiti interventi di integrale demolizione e ricostruzione degli edifici, realizzati anteriormente al 1989 e legittimati da titoli abilitativi, che prevedano aumenti fino al 40 per cento del volume esistente per gli edifici residenziali e fino al 40 per cento della superficie coperta per quelli adibiti ad uso diverso, purché situati in zona territoriale propria e solo qualora per la ricostruzione vengano utilizzate tecniche costruttive di cui alla legge regionale 9 marzo 2007, n. 4 “Iniziative ed interventi regionali a favore dell’edilizia sostenibile. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche nel caso che gli edifici siano demoliti o in corso di demolizione sulla base di un regolare titolo abilitativo, purché, all’entrata in vigore della presente legge, non sia già avvenuta la ricostruzione. c) Non concorrono a formare cubatura le pensiline e le tettoie realizzate su abitazioni esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge, finalizzate all’in-

stallazione di impianti solari e fotovoltaici, così come definiti dalla normativa statale, di tipo integrato o parzialmente integrato, con potenza non superiore a 6 kWp. Le pensiline e le tettoie sono realizzabili anche in zona agricola e sono sottoposte a denuncia di inizio attività (DIA). Gli interventi di cui sopra sono sottoposti a denuncia di inizio attività (DIA) ai sensi degli articoli 22 e seguenti del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia” e successive modifiche e integrazioni. Per gli interventi di cui agli articoli 2 e 3 della L.R. 14/2009, il contributo di costruzione è ridotto del 60 per cento nell’ipotesi di edificio o unità immobiliari destinati a prima abitazione del proprietario o dell’avente titolo. Gli interventi previsti dalla legge regionale non trovano applicazione per gli edifici: a) ricadenti all’interno dei CENTRI STORICI definiti “Z.T.O.A” dagli atti di pianificazione comunale; b) vincolati ai sensi della parte seconda del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio; c) oggetto di specifiche norme di tutela da parte degli strumenti urbanistici e territoriali che non consentono gli interventi edilizi previsti dai medesimi articoli 2, 3 e 4; d) ricadenti nelle aree di inedificabilità assoluta di cui all’articolo 33 della legge 28 febbraio 1985, n. 47 “Norme in materia di controllo dell’attività urbanistico-edilizia, sanzioni, recupero e sanatoria delle opere edilizie”, o di quelle dichiarate inedificabili per sentenza o provvedimento amministrativo; e) anche parzialmente abusivi soggetti all'obbligo della demolizione; f) aventi destinazione commerciale qualora siano volti ad eludere o derogare le disposizioni regionali in materia di programmazione, insediamento ed apertura di grandi strutture di vendita, centri commerciali e parchi commerciali; g) ricadenti in aree dichiarate ad alta pericolosità idraulica e nelle quali non è consentita l’edificazione ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”. MAURZIO BACCO

ticale (con o senza tacchetti), restituzione di energia (con o senza tacchetti), rimbalzo verticale del pallone, rimbalzo angolare del pallone, trazione rotazionale, rotolamento della palla, pendenze di realizzazione, planarità delle superfici per drenaggio orizzontale e verticale, verifiche delle misure di tracciatura del campo. Come accennato in premessa, anche se l’erba è artificiale, sono necessarie sia le manutenzioni ordinarie che quelle straordinarie. La manutenzione ordinaria deve essere eseguita settimanalmente a cura della proprietà e della società sportiva che ha in gestione il campo. Essa consiste: a) spazzolatura del manto con apposito attrezzo al fine di rendere omogenea la distribuzione del granulo di gomma od organico d’intaso; b) irrigazione del manto nei periodi caldi e/o secchie e assolati, al fine di stabilizzare l’intaso nelle varie azioni di gioco, altre a rendere la superficie del campo veloce in funzione dell’effetto scivolo del pallone come sull’erba naturale, inoltre serve a ridurre le temperature nel periodo più assolato; c) controllo delle zone con eventuale ricarico del granulo di gomma od artificiale; d) rimozione di agenti contaminanti (foglie, semi, polveri ecc.) con apposita spazzolatrice per evitare l’indurimento del terreno di gioco; e) controllo dell’intasamento; f) monitoraggio e controllo corretto delle linee e del dischetto di rigore; g) ispezione del sistema drenante; h) non utilizzare la superficie di gioco per eventi alternativi, come ad esempio spettacoli, concerti, campeggi, fiere, mercati, parcheggio, ristoro ecc..; i) non utilizzare scarpe di gioco con tacchetti non regolamentari e/o scarpe chiodate

da atletica; j) non gettare oggetti contundenti o appuntiti (come ad esempio attrezzi per atletica o simili) e non lasciare per lungo tempo oggetti pesanti sul tappeto erboso; k) non gettare mozziconi e sigarette accese, bengala o qualsiasi tipo di prodotto infiammabile; l) non realizzare altre marcature sul tappeto erboso. La manutenzione straordinaria deve essere eseguita almeno due volte l’anno a cura di tecnici del produttore del manto. Le operazioni richieste sono: 1) controllo accurato delle zone di massima attività di gioco riguardante particolarmente l’intasamento prestazione con ricarica dello stesso; 2) controllo di eventuali presenze di scollature delle giunte dei teli in corrispondenza degli inserti della segnaletica da gioco; 3) ispezione del sistema d’irrigazione; 4) ispezione del sistema drenante; 5) decompattazione e pulizia della superficie con apposite attrezzature; 6) ricarica dei materiali sda intaso e spazzolatura finale della superficie; 7) disinfezione del terreno di gioco e dovunque vi sia erba artificiale entro la recinzione del campo. La durata media di un terreno in erba artificiale è ricompresa tra i 10 e 15 anni a seconda dell’intensità di utilizzo e della perizia nelle manutenzioni. Oltre ai pregi sopra descritti si è visto che esistono anche alcune limitazioni sull’utilizzo dell’area. Non da ultimo, vale la pena di rilevare, che le caratteristiche prestazionali del terreno di gioco andranno decrescendo negli anni e, a fine vita, si dovranno trovare i finanziamenti necessari per la sostituzione e lo smaltimento dell’intero tappeto erboso. MAURIZIO BACCO


L’ALPONE 8

Una lunga vita di mamma Hai sofferto quando il nostro papà ti ha manifestato il suo amore: prima la grande gioia, poi il dolore perché il nonno vi ostacolava ... poi la guerra, i lunghi mesi senza ricevere posta a causa della prigionia in campo di concentramento. Finalmente il suo ritorno, il matrimonio, la convivenza con la nonna che aveva vissuto fino ad allora sola con il figlio e per il figlio essendo rimasta vedova giovanissima. Noi figli arrivammo uno dopo l’altro, sempre accettati come una benedizione dal cielo e tutti sani, ma con tanti sacrifici che, via via, si facevano più duri anche economicamente. Il duro lavoro nei campi, che al tempo si mandavano avanti con la sola forza delle braccia, ma tu eri sempre accanto al papà a fargli da manodopera anche se eri sempre in attesa ... Col passare del tempo c’era da pensare a dare una casa ed un futuro a tutti i figli:

tutto passava attraverso la tua testa ed il tuo cuore ... Poi i matrimoni, anche due in un anno! tutte belle feste partecipate e godute. L’arrivo dei primi nipotini e tu lì a dare una mano alle nuore affinché potessero mantenersi il posto di lavoro. Poi, con gli anni, gli acciacchi, la malattia e la morte del papà, che ti aveva sempre difesa e protetta dai piccoli screzi. Ora con i tuoi 88 anni, con la tua mente, a volte vigile, a volte labile, che ti fa dire cose che non avresti mai detto un tempo! La carità sì, la carità di noi che dovremmo nutrire riconoscenza nei tuoi confronti ... Purtroppo gli anni passano per tutti e anche noi abbiamo le nostre preoccupazioni, i nostri difetti che si accentuano; invece di migliorare diventiamo più insofferenti. Comunque sei sempre la nostra mamma e ti vogliamo un mondo di bene, piccola grande donna! ALMERINA GAMBARETTO

Bruno Panarotto, eroe partigiano Scorre impetuoso l’Alpone, il corso d’acqua che lambisce la contrà Miotti dove abita Bruno Panarotto, il nostro protagonista. Lungo il suo corso tanti mulini, tante segherie di legnami hanno nutrito molte famiglie. Nelle sue acque, un tempo pulite, si pescava il pesce minuto con rustiche retine o battendo le pietre con un piccolo maglio di ferro. Bruno Panarotto, classe 1923, nasce ai Panarotti l’11 aprile, in casa di Arcangelo Virgilio, soprannominato Brenda, e di Pozza Italia. È il primo di una famiglia ricca di figli seguito da Silvino (Cicio), Norina, emigrata in Belgio, Arcangelo (Belgio), Marcello, emigrato in Canada, ed infine Maria. C’era anche la sorellina Bruna, purtroppo scompara all’età di 8 anni. Papà Virgilio, in congedo dai reali carabinieri, è mugnaio, con qualche appezzamento di terreno da coltivare e il piccolo Bruno assapora subito il significato del lavoro. Frequenta le scuole elementari a Castello, fino alla classe terza, ed ha la fortuna di avere degli ottimi insegnanti, come Mario Soprana e le maestre Panarotto. La scuola allora dava gli strumenti essenziali per la vita e Bruno diviene bravissimo nel “far di conto” e questo sarà per lui fondamentale. Terminata la scuola di Castello lavora nel mulino, giorno e notte, festa e giorno di lavoro. A sedici anni, durante il solito giro per portare la farina ai clienti e ritirare le granaglie da macinare, in contrada Cerina, viene colto da fortissimi dolori allo stomaco: un'ulcera duodenale lo riduce in fin di vita. Veramente straziante la situazione creatasi all’ospedale di San Bonifacio, ove viene ricoverato. In un letto Bruno, e in un’altra stanza vicina la sorellina Bruna, morta. Ma Bruno ce la fa, si ristabilisce in fretta e su questo concorda anche il distretto militare che l’8 settembre 1942 lo chiama a vestire la divisa dell’artiglieria, prima a Bolzano e poi a Rovereto. Marca visita, viene dichiarato idoneo, ma trasferito alla sussistenza. In procinto di essere inviato in Montenegro, l’8 settembre 1943 a Vicenza scappa insieme ad altri commilitoni e torna a casa. In paese cominciano a girare tedeschi e camice nere. Sbandato per qualche mese, viene provvidenzialmente assunto alle dipendenze della ditta carbonifera gestita da Martino Parlato, insieme ad Angelo Sartori (Angi Mocia), un Mazzasette, Gino Zanarotto. Il carbone scavato viene trasportato con mulo e carretto alla stazione ferroviaria di San Giovanni Ilarione. All'osteria di Raffaele Sartori (Cinciolo) si mangia “na grosta” di formaggio seguita da tanti bicchieri di vino. Al ritorno, sosta all’osteria di Vittorino, dalla Segata, da Michele de la Paula ed infine da Gali. Sulla via forse un modo originale per stabilire dove si vendeva il vino migliore e più genuino ... I muli stessi avevano memorizzato le tappe e si fermavano davanti alle osterie senza bisogno di incoraggiarli! La guerra non dà tregua il movimento partigiano comincia a prendere piede e anche Bruno viene arruolato nella brigata Garibaldi.

Bruno concorre anche a salvare persone falsamente accusate di collaborazionismo con i Tedeschi, subito dopo la guerra. “Una soddisfazione me la sono tolta – esclama compiaciuto –, quando ho disarmato un maggiore tedesco, facendomi consegnare la sua preziosa pistola”. L’arma fu poi ceduta ad un collezionista. Il 25 aprile 1945 è un giorno cruciale: in contrada Fusa avviene un sanguinoso scontro con una pattuglia tedesca, muore il partigiano Isidoro Confente, fratello della futura moglie Giuseppina, mentre in piazza a San Giovanni vengono eseguite alcune fucilazioni. A questo punto interviene nel racconto la moglie. Quando ho visto i Tedeschi disarmati dai partigiani, sconfitti, anche forse maltrattati in quella giornata di odio, ho provato per essi pietà, non riuscivo a vederli come nemici, ma ragazzi lontani dalle loro case, abbandonati, pensavo alle loro mamme, anche se avevano appena ucciso mio fratello Isidoro ...”. Questi sono sentimenti veramente eroici, che nobilitano la nostra gente. Passata la bufera della guerra, tenta la via delle miniere di carbone in Belgio, ma dopo quattro mesi rientra in Italia. Erano condizioni disumane, tanti hanno resistito, alcuni no. “Se una mamma avesse visto in che condizione erano i figli all’uscita dalla miniera dopo il lavoro sarebbe morta! – Si sfoga Bruno –. I mejo omeni i è morti in guerra, i altri mejo omeni i è morti ne le miniere!”. Bruno non ha bisogno di percorrere tanta strada per incontrare la dolce metà. Proprio nella sua contrada, ai Panarotti, vive la famiglia di Giovanni Confente, Nane Sgiofa, ed adocchia la figlia Giuseppina. “Me go ingrià lì, non so sta bon de far de manco. Go fato l’amore par cinque anni e dopo me go sposà nel 1949”. Attenzione: fare l’amore, allora, significava solo essere fidanzati. Nel 1950 arriva la figlia Bruna, seguita, nel 1952, da Luisa ed infine Natalina. L’attività del mulino è sempre preminente, quando torna dai giri quotidiani per portare la farina, ci sono le sue bimbe che lo attendono ed allora dimentica tutta la fatica, le prende in braccio e le stringe forte. In seguito non disdegna di impegnarsi nell’allevamento intensivo di polli, tacchini ed infine maiali. È un lavoro intenso, ma che assicura dei ritorni economici. Bruno ha un po’ il pallino per la gestione economica. Capisce quando deve iniziare una nuova attività, ma capisce anche quando è il momento di smettere. Alla fine prova la via della fabbrica e con essa arriva pure la pensione. purtroppo nella sua vita non manca neanche il dolore, che si porta via la figlia minore. È un corpo a cui è difficile resistere, ma che viene assorbito con l’aiuto delle altre due figlie, dei nipoti e con l’aiuto di Dio. Continua allora a coltivare il piccolo podere, è contento di quello che è riuscito a realizzare. È partito con le sole braccia, tuttavia qualche cosa è riuscito a fare. Qualche domanda si impone: – Un giudizio sulla polìtica? – “I politici pensano solo a loro, di noi non si interessano minimamente. – i ne tien solo par pagare le tasse – Ne ha viste troppe nella vita, non si fida ormai di nessuno, specialmente di chi promette troppo. Il 31.12.2009 ha festeggiato il 60° anniversario di matrimonio, in casa, attorniato da figlie, generi e nipoti. È bisnonno ed è contento, anche se la salute comincia un po’ ad incrinarsi, ma rimane sempre lo stesso, con il suo eterno sorriso sulle labbra e il suo consueto ottimismo. GIANNI SARTORI

GIULIA GAMBARETTO: per tutti ... la bidella È un sabato pomeriggio quando, accompagnato dal mio amico Martino vado a trovare Giulia Gambaretto, che ci accoglie festosamente con un buon thè caldo. Dopo i saluti preliminari e lo scambio di qualche battuta ha inizio il racconto della vita di questa simpatica signora che nella vita ha dovuto affrontare molte situazioni difficili. Giulia nasce 1’8 aprile 1934 in contrada Gambaretti, figlia di Alessandro e Antonia Vicentini. È settima di ben otto figli: la precedono Adele, Giuseppe, Ida, Vittorio, Giobatta (Tita) e dopo di lei Arturo. Da bambina frequenta la scuola fino alla terza classe elementare per poi dedicarsi completamente alla famiglia, aiutando la mamma nei lavori di casa e anche il papà nel pascolare le pecore nei campi. Lavora anche nei terreni di proprietà di Domenico Dal Cero (Benetto). La vita, allora già era molto dura con l’arrivo della guerra le cose peggiorano. Due sono le cose che Giulia ricorda maggiormente: un mattino, in cortile mentre stava stendendo il bucato, i tedeschi videro delle persone muoversi e credendo fossero partigiani iniziarono subito a sparare. Tanta era la paura di Giulia e della sua famiglia, costretta a precipitose fughe tra i campi per nascondersi. Il tempo passa, e

dopo la fine della guerra tutte le famiglie si ritrovano nella miseria. Intanto, Giulia cresce, aiuta la mamma e il papà e a 17 anni conosce Antonio Marana che abitava in via Bodi e che poi diventerà suo marito. “Quando lo gò conosù me parea de stare in Paradiso” ci dice. Si sposano il 4 febbraio del 1956 presso la Chiesa di S. Caterina in Villa partendo a piedi dai Gambaretti e tornando, sempre a piedi, nella nuova abitazione di via Bodi

Dal gruppo Alpini Di ritorno dall’imponente Adunata nazionale di Bergamo dello scorso 9 maggio, è doveroso fare un bilancio. La partecipazione degli alpini a questa adunata nazionale in questa città che rappresenta la Sezione più numerosa d’Italia è stata davvero imponente: si stima in 500.000 il numero delle persone che vi hanno partecipato!

Le previsioni meteorologiche non erano motlo incoraggianti, e durante la sfilata è anche piovuto, ma il cattivo tempo non è riuscito a fermare gli alpini e la gente che si è assiepata fin dal primo mattino ed ha seguito il passaggio degli alpini per oltre 13 ore. Anche il gruppo di San Giovanni Ilarione ha fatto la sua parte partecipando massiccio al più importante appuntamento sociale, accampandosi accanto agli alpini di Montecchia di Crosara con i quali da qualche anno collabora e fornendo un ottimo supporto logicistico anche agli alpini che sono arrivti per l’adunata solo il giorno precedente. La prossima adunata nazionale sarà l’anno prossimo a Torino, e fra due anni toccherà con molta probabilità a Bolzano e come sempre gli Gli alpini di S. Giovanni e Montecchia ritratti a alpini ilarionesi saranno presenti! Bergamo vicino all’accampamento.

dove è seguita una grande festa. Il marito Antonio, per lavoro emigrava in Francia sette mesi all’anno. Nell’ultima partenza è seguito anche da Giulia. Erano un gruppo di 13 persone e lei si adoperava nel preparare da mangiare per tutti. Nel frattempo, Giulia rimane incinta ed è costretta a rientrare in Italia. Marito e moglie partono dalla stazione di Parigi e si fermano a Desenzano per fare visita ai genitori di Giulia, decidendo di stabilirsi a Peschiera. Ma proprio qui, accade l’incredibile. Era l’11 agosto del ’56 quando Antonio, insieme ai cognati esce per fare una nuotata in un laghetto. Quella che si pensava fosse una semplice e banale scampagnata si trasforma in tragedia. Antonio muore per una forte congestione dopo soli sei mesi di matrimonio. Giulia precipita nella disperazione più nera. Rimane sola, giovane, senza lavoro, incinta, insieme ai suoceri e alla cognata. Dopo altri 6 mesi, nel febbraio del ’57, nascono due gemelli: un maschio e una femmina che Giulia battezzerà con i nomi di Antonio e Antonietta. La vita era dura, molto dura, dovendo crescere due figli, in una casa dove mancava tutto. Non beneficiava di alcun aiuto economico, nemmeno della pensione del marito perché il suo lavoro era a contratto. I suoceri non avevano raggiunto ancora l’età della pensione. Non sono mancati, come lei ci racconta i momenti di sconforto, i pianti, la preoccupazione di non essere in grado di crescere i figli. Ma si doveva andare avanti. Nel ’58 trova lavoro presso la filanda Sperotti. Il primo mese la paga fu di 10.000 lire. Giulia, prova a richiedere un aiuto all’amministrazione comunale ma si sente rispondere che lei un lavoro lo aveva e poteva benissimo cavarsela da sola. La filanda nel ’70 chiude ma trova lavoro nel calzaturificio “Valbrunella” di Angelo Zanchi per sei mesi fino a quando non viene assunta come bidella alle scuole Medie. Tutto questo grazie a Romano Dal Brolo il quale, venuto a conoscenza che nelle scuole avevano bisogno di una signora per le pulizie si ricorda subito di Giulia e della sua situazione. “Romano è una persona che ricordo sempre e che non avrò mai finito di ringraziare” dice. Dopo tanto patire e penare, cresciuti i figli, raggiunge la sospirata pensione negli anni ’90.1 figli si sistemano, hanno la loro famiglia e Giulia è finalmente tranquilla. Non mancano, gli alti e i bassi della salute, alcuni problemi derivanti anche dalle ansie delle paure trascorse. Infatti, tre anni fa subisce un intervento al cuore, dal quale si riprende abbastanza bene. Ma nonostante ciò un’altra disgrazia colpisce lei e la sua famiglia. Purtroppo, un anno fa le viene a mancare la figlia Antonietta a causa di una seria malattia. “Il colpo più brutto della mia vita”. Giulia ora vive nella sua casa di via Bodi in compagnia dei famigliari, dei suoi nipoti che la vanno spesso a trovare. È anche bisnonna di Samuele e Sara. EMANUELE SARTORI

La biblioteca comunale informa Ciao a tutti!! Eccoci tornati su “L’Alpone” per informarvi riguardo alle nostre numerose attività. Siamo circa a metà 2010 e alcune cose sono state fatte, altre le organizzeremo da qui alla fine dell’anno. Ma partiamo con ordine e, quindi, innanzitutto ciò che è stato. Alla fine del mese di gennaio ci siamo trovati al teatro di Castello per ricordare, come ogni anno, il “Giorno della Memoria” (27 gennaio), attraverso la visione di un bellissimo film intitolato “Il bambino con il pigiama a righe” tratto dall’omonimo romanzo di John Boyne. Naturalmente l’occasione non era adatta ad un film divertente ed il finale non poteva che essere inevitabilmente triste; ma siamo tutti usciti dalla sala profondamente commossi ed arricchiti da spunti su cui riflettere. Nonostante l’intensa nevicata che nel frattempo aveva imbiancato le nostre colline e reso impraticabili le strade, la partecipazione è stata piacevolmente numerosa e speriamo che ogni anno questo possa accadere, vista l’importanza del non dimenticare. Altra consuetudine con cadenza annuale è la gita a sfondo culturale che nei primi giorni del mese di marzo ci ha visti protagonisti, a Brescia, per la mostra-evento dedicata alla civiltà Inca e alle altre popolazioni pre-colombiane. Abbiamo visto cose straordinariamente belle ed uniche nel loro genere (per la prima volta infatti una mostra del genere veniva allestita in Italia con reperti arrivati dai

più importanti musei dell’America Latina), e abbiamo trascorso una splendida giornata in compagnia, completando il tutto con il tour al Castello di Bornato e con un delizioso ed abbondante pranzo dove non ci siamo certo risparmiati risate e buon umore. Non eravamo tantissimi ma, come si dice, “pochi ma boni!!”. E speriamo di essere di più l’anno venturo. Da ricordare poi l’importante iniziativa dell’incontro con l’autore organizzata assieme alla Biblioteca Comunale di Montecchia di Crosara ed alle scuole di San Giovanni Ilarione dove i bambini delle scuole elementari hanno potuto incontrare lo scrittore di libri per ragazzi Guido Quarzo imparando, divertendosi, l’importanza della lettura e del giocare con la fantasia. I nostri ragazzi si sono dimostrati attentissimi ed incuriositi inondando l’ospite di un mare di domande ed è per questo che speriamo vivamente che la cosa si possa ripetere anche nel prossimo anno scolastico, naturalmente con un altro autore. L’incontro si è svolto nel teatro parrocchiale di San Giovanni e per questo non possiamo che ringraziare il nostro parroco Don Elio per l’immancabile disponibilità. Ed ora ciò che deve venire. In tal senso ricordo a tutti la mostra che ogni anno dedichiamo a qualche argomento culturale durante il periodo della Sagra delle Castagne e che quest’anno avrà come protagonisti i pittori Masaccio, Beato Angelico e Piero della Francesca. Ogni anno cresce il numero di

visitatori che vengono durante i giorni di esposizione e di questo andiamo orgogliosi e ci fa enormemente piacere l’interesse che gli insegnanti delle nostre scuole dimostrano verso tale iniziativa portando numerose classi di tutte le età a visionare le mostre. Anche qui, naturalmente, alcuni ringraziamenti sono d’obbligo: l’Associazione Culturale Rivela, promotrice ed organizzatrice di queste mostre itineranti ed il Cav. Marcegaglia che ogni anno sostiene economicamente l’iniziativa. Dobbiamo ricordare e ringraziare infine l’Amministrazione Comunale che si dimostra sempre sensibile ed attenta a sostenere la Biblioteca come centro nevralgico di spinta delle attività culturali in paese ed in particolar modo l’Assessorato alla Cultura con il quale cooperiamo e che ci aiuta costantemente nella realizzazione delle nostre idee. Segnaliamo, ad esempio, che sono stati acquistati a fine 2009 numerosi libri nuovi che sono a disposizione degli utenti sugli scaffali e che l’operazione verrà ripetuta anche entro la fine di quest’anno. Insomma non ci resta che invitarvi a venire a trovarci, troverete tutto (o quasi) quello di cui avete bisogno grazie anche all’interprestito con le altre biblioteche della provincia ed un clima gioviale dove poter scambiare anche commenti e consigli sulle proprie letture o più semplicemente fare quattro chiacchiere. ALESSIO CAMINITI


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Angelo Beltrame, un “nembo” nel cielo

NZE A I N O TESTIM

La locale sezione paracadutisti della Valdalpone, con sede a Cattignano, ha festeggiato il 21 marzo u.s., la sua tradizionale adunata annuale, riunendo nella bella chiesa un nutrito gruppo di “aquile volanti” con il basco colore ciliegia matura in testa.Hanno ribadito il loro impegno sociale, hanno rivissuto il tuono della folgore con lo sparo dei trombini nella piazza, si sono confrontati a tavola sugli impegni, progetti, sul futuro, ma hanno tutti voluto ricordare attraverso le pagine del giornale la figura di uno dei primi paracadutisti di San Giovanni Ilarione, Angelo Beltrame, che assurgerà come emblema della sezione stessa.

Angelo Beltrame premiato da Loris Salgaro Vaccaro, Presidente Paracadutisti in congedo. Un fisico asciutto, un volto squadrato e ben conscio delle difficoltà della vita, un’esistenza passata a confrontarsi con il bisogno e la necessità, ma con una carica di energia e di vitalità che lo hanno sempre contraddistinto, questo era Angelo Beltrame, paracadutista di San Giovanni Ilarione, reduce dalla guerra e dall’emigrazione ed assurto ad emblema della giovane associazione paracadutisti di San Giovanni Ilarione. Nasce ai Beltrami il 22 settembre 1923 e vive una giovinezza non diversa dai coetanei, fatta di scuola, lavoro nei campi, ma all’età di 15 anni emigra con la famiglia in Tripolitania, in cerca di fortuna.- Non si ha tempo per pensare ai sommovimenti politici europei in corso, si deve badare a dissodare la terra e farla produrre. Nel 1940 osserva casualmente un lancio di paracadutisti; è la prima volta che vede un tale spettacolo e segue con apprensione uno a cui disgraziatamente non si è aperto il paracadute e che cadendo si impianta nella sabbia. Capisce da quel momento che il suo futuro con le stellette sarà da paracadutista. Rientra in Italia nel 1940 e nel 1942 viene arruolato come paracadutista. La situazione della patria, tuttavia, precipita, ma lo spirito della divisione “Nembo”, che raggruppa i paracadutisti italiani, divisione mai sconfitta su nessun teatro bellico, è sempre alto. I parà si sono dovuti ritirare per obbedire agli ordini superiori. Fra questi c’è il giovane Angelo, che ha scelto, insieme all’intera divisione, dopo l’8 settembre, di combattere la dittatura e l’invasore tedesco a fianco delle truppe alleate. Eccolo

allora partecipare alla battaglia di Cassino, una battaglia impressionante per intensità e potenza di fuoco. Sembrava proprio la fine del mondo. Il fronte è in continuo movimento e per alcune ore viene preso prigioniero dalle SS tedesche. Per fortuna prima, durante il lancio dall’aereo, aveva avuto l’ispirazione di far scivolare la pistola all’interno dei pantaloni da lancio. Le SS avevano già predisposto i ganci ai quali appendere per il mento i prigionieri e lasciarli agonizzare fino alla morte quando Angelo, grazie alla sua arma, riesce ad eliminare la prima SS e i suoi compagni, con le nuove armi, hanno il sopravvento sulla pattuglia tedesca per poi tornare insieme a combattere. Superata Cassino, lasciando dietro morte e distruzioni inimmaginabili, anche il nostro protagonista risale la penisola, sempre in prima linea, a fianco dell’8ª armata britannica agli ordini del generale Alexander, il quale capisce il valore e la capacità operativa delle nostre “aquile” e le apprezza. Man mano che si sale verso Nord, si succedono vari scontri con l’esercito tedesco. I paracadutisti vengono lanciati nelle retrovie nemiche, per segnalare, sabotare e per preparare la strada all’esercito che avanza. È una situazione critica, che coinvolge anche la coscienza. Si deve combattere contro gli italiani fedeli al Duce e ai Tedeschi, alleati di ieri, a volte si è pure mal sopportati dalle truppe inglesi. E così arriva il 25 aprile 1945, si arriva a casa. L’Italia è liberata, ma deve ricostruirsi. Gli Inglesi offrono ad Angelo la possibilità andare in Inghilterra a fare l’i-

struttore per i giovani paracadutisti britannici, ma il nostro protagonista preferisce rimanere in Italia, anche se sa che il futuro non sarà facile. I paracadutisti non sono mai arretrati e neanche Angelo arretra davanti ai problemi della vita. Parte come stagionale in Francia, per la raccolta delle bietole e del frumento e porta a casa i primi soldi per poter realizzarsi. A 24 anni si sposa con Elisa Lovato, che lo rende papa felice di Graziella, ma nel 1954 un male incurabile si porta via la moglie, lasciando il marito e la figlioletta in una situazione delicata ed amara. L’unica soluzione è quella di dare una nuova mamma alla piccola Graziella e allora si risposa nel 1955 con Maria Ottavia Colognato, dai Bellieri. Comincia una nuova vita, trova stabile occupazione in paese, da Soprana, che tratta le terre coloranti e per arrotondare distilla grappa “casalina”. È una situazione forse un po’ comica: di giorno lavoro, di notte distillazione, ma il suo fisico da vero parà batte anche la fatica e il sonno. Arrivano intanto ad aumentare la famiglia Marisa, Lorenzo, Anna, Maurizio, Franco, Paola e Giovanna. Sono veramente in tanti, ma sulla tavola non manca mai il necessario. A Santa Lucia c’è sempre un regalo per tutti. Chiusa la ditta Soprana, passa alle dipendenze della ditta “Dal Cero” a fare il ferraiolo, poi dai F.lli Beschin e da Romeo Pandolfo. Continua la sua esistenza con sacrificio, porta avanti la famiglia con orgoglio. È uno spirito altruista, quando e dove può aiuta gli altri, è fra i primi in paese a diventare donatore di sangue. La sua felicità raggiunge l’apice quando i figli, chiamati alle armi, scelgono il corpo dei paracadutisti. È la continuazione di una tradizione, una continuazione di valori, una continuazione di esempi. Tutti si sposano, si realizzano e il papà vede la realizzazione delle proprie fatiche nel futuro dei suoi ragazzi. Ad essi ha trasmesso il senso dell’onestà, della laboriosità, del sacrificio, dell’altruismo. Il 1995 è segnato da una grave malattia che lo tiene fra letto e divano per 9 mesi, ma poi si riprende, come il tronco di quercia che secca sopra, ma da sotto spunta sempre un nuovo germoglio. Arrivano i nipoti, che sono il suo orgoglio e il suo avvenire, ad essi raccomanda “mente sveglia e nervi saldi”, proprio come prima di ogni lancio con il paracadute. Viene decorato con la croce al merito di guerra, con l’attestato degli alleati a firma del gen. Alexander, con il diploma di onore del Presidente della Repubblica Italiana. Nel 2006, sette mesi dopo la scomparsa della seconda moglie, Angelo muore e compie idealmente il suo ultimo lancio nella vita, raggiungendo i compagni caduti e planando sereno nel cielo, libero ormai dall’odio e ove si respira solo fratellanza e pace, la “Folgore succeduta alla Nembo, lo accoglie nel suo abbraccio, con il basco in testa dal colore ciliegia matura, per portarlo nel mondo degli eroi.

Associazione Nazionale Carabinieri

Nei giorni 15-16-17 e 18 aprile 2010 a Reggio Calabria si è svolto, con una buona partecipazione, il XX° Raduno Nazionale Carabinieri che ha visto la partecipazione anche di un gruppo di 8 soci della Sezione di San Giovanni Ilarione, partiti la sera di giovedì 15 con un pulmino ed altri due partiti la mattina del 16 in aereo da Verona per Catania (questi hanno avuto anche seri problemi per il rientro a causa della nube del vulcano) e rientrati la sera del 19 aprile. Dall’esperienza avuta sul posto si è potuto constatare la buona accoglienza, la cortesia dei locali ed un ottimo piano logistico dell’organizzazione che oltre al Carosello Storico del 40° Reggimento a Cavallo, ha permesso di assistere all’esibizione straordinaria della famosa Banda dell’Arma dei Carabinieri, alla bellissima manifestazione offerta dai numerosi Paracadutisti che, libranti nel cielo, con lo sventolio delle bandiere Italiana e dell’Arma, raggiungevano con estrema precisione il luogo dell’atterraggio. Ma il culmine si è avuto la mattina di domenica 18, quando da diversissime località giungevano i pullman cari-

chi di radunisti che in bell’ordine si ammassavano e sfilavano sul lungomare di Reggio, dichiarato dal “Vate” (Gabriele D’Annunzio), “il chilometro più bello d’Italia”. La nostra Sezione ha partecipato, con lo striscione personalizzato, in testa il suo Presidente e l’Alfiere portabandiera, ricevendo gli applausi sentiti e sinceri del pubblico assiepato sui marciapiedi, pubblico tra il quale si è potuto notare una figura a noi ben nota, l’Appuntato Antonio Corsaro che, tramite noi, saluta caramente quanti lo hanno conosciuto. I nostri soci che si sono spinti sino a Reggio Calabria sono, il Presidente Mario Rossetto e Omar Rossetto, Antonio Dal Zovo, Nicola Policante, Francesco Rossetto, Vicentini Mirco, i due simpatizzanti soci volontari Paolo Allegri e Giannino Beltrame, nonché un vecchio e caro amico importato momentaneamente da Zuclo (TN) Mario Che motti, per l’occasione Alfiere e Mario Tomiozzo da Vestenanova. IL PRESIDENTE DELLA SEZIONE MARIO ROSSETTO

IL VENERDÌ SANTO SONO TORNATE A SUONARE LE “RACOLE” Lo scorso 26 marzo, Venerdì Santo, sul piazzale della chiesa di Villa è tornata in vita un'antica tradizione: dopo mezzo secolo sono tornate a suonare le "racole". Nell'occasione del Venerdì e sabato santo è tradizione che le campane tacciano. Al loro posto, fino a 50 anni fa, era consuetudine far far suonare le racole. Sono stati i tre fratelli Giuseppe, Angelo e Francesco Biondaro che in compagnia di Piero Pandian, tutti con in mano la loro racola, hanno riproposto questa particolare tradizione che un tempo prevedeva un primo concerto in piazza della chiesa, la via crucis del Venerdì santo e poi, fino a tutto il sabato santo, una grande racola, suonata a turno sul campanile, scandiva le ore. Lo strumento usato da Angelo Biondaro (Nervi) risale al 1938 mentre quella di Piero Pandian è datata 1890: sono costruite in legno di castagno e sono tuttora perfettamente funzionanti. Anche il parroco don Elio ha assistito incuriosito e compiaciuto a questa simpatica rievocazione di cui non era a conoscenza, e che sarebbe buona cosa recuperare fra le nostre tradizioni. A. P.

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FOTOVOLTAICO: COME SCEGLIERE I MODULI GIUSTI Che moduli scegliere nel caso di un impianto integrato? Ovviamente, nel caso dell’integrazione il fattore estetico ha un’importanza fondamentale e in tal senso potrebbe essere una buona soluzione la scelta di moduli in film sottili. Infatti, le colorazioni omogenee su tutta la superficie del modulo offerte da questa tecnologia rappresentano un’ottima soluzione estetica fondamentale per l’integrazione. In commercio si trovano numerose soluzioni molto interessanti dal punto di vista estetico. Per un’integrazione in facciata, come nel caso di un impianto installato su un tetto, si sceglierà di preferenza la tipologia cristallina se la facciata è ventilata. In genere i moduli per facciate sono fatti su misura e devono essere compatibili con i requisiti di sicurezza: il tipo e lo spessore del vetro e i materiali di laminazione devono corrispondere alle esigenze dell’applicazione. Al giorno d’oggi la tecnologia in silicio cristallino propone moduli di grandi dimensioni che si adattano bene alle grandi vetrate, ma come si diceva in precedenza, in questo caso una ventilazione può risultare necessaria per evitare temperature troppo alte, compromettenti una buona resa energetica dell’impianto. Altri aspetti importanti da tenere in considerazione riguardano i requisiti di sicurezza e le caratteristiche fisiche ed energetiche dello stabile. Nel caso di un'integrazione in un edificio nuovo, al fine di ottenere i migliori risultati estetici, energetici ed economici è necessario tener conto dell’installazione dell’impianto sin dalla fase di progetto. Quali certificazioni dovrebbero avere i moduli? Il tipo di certificazioni riportate sulle schede tecniche del modulo sono un indizio importante sulla qualità del prodotto. Per una persona poco esperta non è comunque facile orientarsi nella giungla delle certificazioni dichiarate dal fabbricante. Una delle certificazioni esplicitamente richiesta per la commercializzazione dei moduli in Italia è la qualifica per i moduli in silicio cristallino (IEC 61215 o CEI EN 61215). Questa norma garantisce che il prodotto abbia passato delle severe prove di resistenza elettrica e meccanica, equivalenti a 20 anni di vita, ma non sostituisce la garanzia che va comunque richiesta al produttore o distributore di moduli. Quali garanzie vanno richieste quando si acquistano dei moduli? L’azienda produttrice dei moduli dovrebbe rilasciare due garanzie: una di prodotto e una di prestazione. - La prima riguarda esclusivamente i difetti di produzione e di materiale, tipicamente della durata di 2-5 anni; - La seconda riguarda invece le prestazioni del modulo solare nel tempo e garantisce il mantenimento della potenza iniziale: normalmente viene garantito il 90% della potenza minima dopo 10-12 anni e/o l'80% della potenza minima dopo 20-25 anni dalla produzione. È sempre consigliabile farsi rilasciare una copia delle garanzie. Quando è necessario dubitare di un preventivo relativo a un impianto fotovoltaico? Da un punto di vista generale, risulta dubbio un costo in preventivo di un

ci dati elettrici. Ad esempio, dovrebbero essere specificati i dati ottici, termici e meccanici per diverse posizione del modulo: verticale, a 45° e orizzontale, tenendo cosi conto dell’integrazione architettonica. Quali sono le principali differenze tra moduli in silicio monocristallino e policristallino? Le differenze principali tra la tecnologia mono e policristallina sono a livello elettrico ed estetico. Queste differenze sono il risultato dei diversi processi di fabbricazione delle celle. A livello di efficienza, i moduli in silicio monocristallino presentano in media valori del 25% superiori rispetto al policristallino. I processi di fabbricazione delle celle monocristalline sono più costosi rispetto alle policristalline, in quanto richiedono più energia: le temperatura sono sovente comprese tra 400 e 900 °C. Tutto questo influisce e ha chiaramente un effetto sui costi dei prodotti finali, con il monocristallino che è gene-

ralmente un po’ più caro a parità di potenza rispetto al policristallino. A livello estetico le celle monocristalline prendono le dimensioni dei cilindri in silicio puro dai quali si ottengono i wafer. La colorazione è omogenea ed è tipicamente blu scuro. Per le celle policristalline le forme sono rettangolari ed esteticamente si presentano blu vivo, con la struttura cristallina ben visibile Nell’acquisto delle nuove tecnologie (che in alcuni casi sono ancora a livelli sperimentali e non sufficientemente monitorate nel lungo periodo) è buona cosa non abboccare al primo prodotto offerto dal primo rivenditore incontrato (a volte anche quest’ultimo potrebbe essere alle prime esperienze nel settore), ma è necessario informarsi e valutare con cura, consapevoli che le fonti rinnovabili, allo stato attuale, non sono ancora in grado di controbilanciare alle tradizionali, ma costituiscono un valido supporto a quest’ultime. MAURIZIO BACCO

Con il sorriso a servizio di Dio e dei fratelli

LA SCOMPARSA DI DON MARIO SALGARO Domenica 14 marzo a Genova, presso il centro di Don Orione-Castagna, si è spento don Mario Salgaro. Il martedì successivo, il feretro è giunto a Castello accompagnato da alcuni confratelli, che hanno concelebrato assieme al parroco e ad altri sacerdoti nativi del luogo. Tra i fedeli in chiesa era presente un numeroso stuolo di nipoti e pronipoti, tutti stretti attorno al loro caro nel momento dell’ultimo saluto. Il celebrante, Direttore Generale dell’Ordine, ha ricordato l’amato confratello come uomo “tutto stola e lavoro”, cioè sacerdote e lavoratore, secondo gli insegnamenti del fondatore San Luigi Orione. Molti lo ricordano come un uomo sempre in movimento e a disposizione degli altri, delle loro esigenze e dei loro problemi: un uomo che aveva fatto del servizio umile e sorridente il suo stile di vita, un “uomo del fare” anziché “del comandare”. Anche per questo non accettò mai la direzione di un istituto. Amava la com-

pagnia, dove portava sempre il buonumore e a contraddistinguerlo era proprio il suo atteggiamento gioviale ed accogliente, sempre pronto a valorizzare quello che di buono c’era in chi

incontrava. Nato nel 1922 e partito nel 1935 da Castello, giunse a Tortona per entrare nella Congregazione della Piccola casa della Divina Provvidenza, fondata da San Luigi Orione, all’interno della quale avrebbe trascorso 67 anni di vita religiosa e 55 di sacerdozio, tutti vissuti con intensa dedizione nei vari istituti italiani della Congregazione. Trascorse nella malattia gli ultimi anni della sua vita, ben accolto e accudito in un istituto dell’Opera, dove ha ricevuto quell’amore che tanto aveva seminato nel corso della sua esistenza. Ora il suo corpo riposa nel cimitero di San Giovanni Ilarione, il paese verso il quale, anche nei lunghi anni di servizio pastorale, aveva sempre mantenuto un affettuoso ricordo, rinsaldato dal contatto con i tanti parenti a cui era intimamente legato e che non mancava di visitare quando ritornava nei luoghi della sua prima giovinezza. MARISA RISSOTTO

Dopo sei anni di attività chiude il gruppo del Commercio Equo e solidale della Parrocchia di Castello Il gruppo del Commercio Equo e Solidale, operante dal 2004 nella frazione di Castello, vuole esprimere un ringraziamento a quanti hanno creduto e sostenuto, fin dall’inizio anche economicamente, il Mercatino, in particolare i Parroci di Castello e il locale Comitato Sagra, allora rappresentato da Almerino Marcazzan. Questa iniziativa dal sapore tipicamente cristiano della condivisione, termina in “attivo”. Le risorse che abbiamo speso con entusiasmo e in forma gratuita, ritagliando dagli impegni familiari il tempo per fare ciò, sono state appagate dalla solidarietà sempre dimostrataci dalla gente. La nostra “clientela” consapevole di

acquistare prodotti provenienti da realtà economiche penalizzate (Paesi del Sud del Mondo, ma anche fasce sociali in difficoltà pur trovandosi in Italia), una volta al mese nella stanza adiacente all’altare maggiore della chiesa di Castello, faceva la spesa in modo responsabile e non caritatevole. Con questa sensibilità profonda verso tematiche che rischiano di rimanere al di fuori dei nostri interessi, a tutt’oggi siamo riusciti ad aiutare economicamente e materialmente, nei limiti delle disponibilità finanziarie, i progetti di seguito elencati: • 200 € al “Progetto Valeria”, promosso dall’Associazione “Il Cuore in Africa” di Montecchia di Crosara, che raccoglie offerte per sostenere Valeria, una ragazzina nata in Guinea Bissau con gravi malformazioni Grazie alla CONVENZIONE fisiche e che proprio per stipulata con le Pro Loco, questo nel suo paese sarebbe stata abbandonaFondiaria SAI propone a tutti ta e lasciata morire. i soci possessori dell’Unplicard • 470 € al “Centre Jeunes FONDIARIA Kamenge”, in Burundi: una serie di offerte ed agevolazioni sulle divisione si tratta di un centro di SAI POLIZZA R.C. AUTO. aggregazione giovanile dove quasi 14.000 giovani iscritti possono trovare Inoltre dal 1° gennaio 2008 tale convenzione è estesa anche un aiuto concreto per ai seguenti prodotti: INFORTUNI - CASA costruire una vita di dialogo e di pace, dopo aver ENTRA ANCHE TU NELLA NOSTRA FAMIGLIA. vissuto una sanguinosa RIVOLGENDOTI AL NOSTRO UFFICIO SITO IN: guerra civile. A guidare il Centro è Padre Claudio S. GIOVANNI ILARIONE (VR) - Via Ca’ Rosse, 11 Marano, missionario saveriano, che svolge la sua Tel. 045 6550978 - 045 6559662 missione a Bujumbura, G R U P P O

Per una persona poco esperta non è facile orientarsi fra gli innumerevoli moduli proposti sul mercato. Cerchiamo di dare una risposta ad alcune semplici domande che potranno aiutare chi intende acquistare dei moduli a compiere una scelta più consapevole e avveduta. Quali sono i criteri generali per la scelta dei migliori moduli per il proprio impianto. Gli elementi da considerare quando si vuole acquistare un modulo di qualità sono, soprattutto: • la resa energetica, • la stabilità nel tempo; • la durata di vita. Per avere una descrizione completa delle caratteristiche dei moduli si devono consultare le schede tecniche dei moduli stessi. In esse sono indicate le caratteristiche fisiche, meccaniche ed elettriche come pure le tolleranze e le garanzie nel tempo. Oltre a quelli che abbiamo indicati, esistono comunque altri elementi da considerare. Per un impianto residenziale sono molti rilevanti l'aspetto estetico e, naturalmente, quello economico, soprattutto in relazione all'incentivo in conto energia. Nel caso di un impianto integrato gli aspetti architettonico ed estetico assumono un'importanza cruciale: per prima cosa i moduli andrebbero scelti in base alle esigenze d’integrazione e di corretto inserimento dell’impianto nell’edificio. Vi sono chiaramente altri fattori che è importante considerare al momento dell’acquisto dei moduli e direttamente legati a questi aspetti: tanto per fare ad esempio: • le condizioni climatiche fondamentali del sito dove si andrà a installare l’impianto fotovoltaico; • le caratteristiche del tetto. Se il tetto è piano, quale tipologia di modulo andrebbe preferito? Se si è ancora nella fase di costruzione dell’edificio o se s’intende sostituire il tetto con una nuova copertura ha sicuramente senso puntare su un manto impermeabile nel quale venga integrato uno strato fotosensibile in film sottile. A causa dell’accumulo di neve, questa soluzione, però, non si addice a dei climi di montagna con elevati livelli di innevamento. Quali moduli scegliere se si vive in climi particolarmente caldi? Se nei mesi estivi o in primavera si corre il rischio di un surriscaldamento dei moduli, andrebbe preferita la tecnologia in film sottile (per esempio amorfa), visto il comportamento termico favorevole rispetto alla tecnologia in silicio cristallino. Il film sottile è quindi una soluzione che si adatta molto bene ai climi dell’Italia centrale e meridionale. Se il tetto è a falda ed è dotato di una sufficiente ventilazione, i moduli in silicio cristallino risultano comunque analogamente validi. E se si vive in montagna o in climi particolarmente rigidi? In generale, nei climi freddi si adattano bene anche i moduli in silicio cristallino perché in estate, pur essendoci un forte irraggiamento, la temperatura non raggiunge dei livelli elevatissimi. Di conseguenza l’efficienza di questa tipologia di moduli non viene ridotta in maniera eccessiva.

impianto inferiore ai 3.000/4.000 euro al kW installato (tutto compreso). Che cosa deve comparire obbligatoriamente sull'etichetta del modulo? Secondo la norma europea EN50380, sull’etichetta del modulo, oltre al nome del fabbricante o del distributore e il modello del prodotto, è obbligatorio indicare la classe di protezione (se effettuata, per esempio TUV SKL2), la tensione massima di sistema e le seguenti caratteristiche elettriche: massima potenza (Pm) e relativa tolleranza (in percetuale), corrente di corto circuito (Isc), tensione di circuito aperto (Voc) e tensione di massima potenza (Vm) alle condizioni standard STC (irraggiamento di 1.000W/m2, temperatura di 25°C e AM1.5). Il numero di serie ben visibile e concepito per restare tale nel tempo è ugualmente necessario. Per moduli che vengono integrati è una necessità dare specifiche molto più complete e dettagliate rispetto ai sempli-

capitale del Burundi, dal 1991. Oltre al progetto di pace, Padre Claudio, sostiene il diritto all’alfabetizzazione e alla sensibilizzazione sull’Aids. Per attuare i campi lavoro si avvale di persone provenienti da vari paesi: italiani, svizzeri, tedeschi che generosamente offrono le loro ferie, e non solo, nei vari periodi annuali. • 270 € all’Orfanotrofio di Freetown e Makeni in Sierra Leone, gestiti dalle Suore di Madre Teresa di Calcutta. Negli orfanotrofi vivono bambini affetti da varie malattie e malformazioni. La più grave è l’AIDS. Abbiamo pertanto procurato test monouso rapido per la diagnosi dell’HIV, farmaci ed integratori vitaminici, guanti sanitari monouso. • 270 € sono stati consegnati per un progetto di solidarietà a favore di alcune famiglie del nostro paese che versano in difficoltà economiche. • Il poco materiale invenduto lo abbiamo consegnato alle Suore del Sacro Cuore di Gesù che seguono la Scuola materna “Papa Luciani” del nostro Comune. Speriamo di avere agito nella maniera più consona all’iniziativa; certamente non siamo riusciti a produrre grandi cifre, ma anche se sembra retorica, ricordiamo sempre che “il mare è formato da tante piccole gocce”. Ringraziamo nuovamente tutti ma proprio tutti, simpatizzanti e non, e in modo cordiale e solidale salutiamo. NADIA, MARIA ROSA, ANTONELLA, ANNA MARIA


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PADRE AGOSTINO LOVATIN Servo buono e fedele alla casa del Padre Certamente non si rendeva conto Massimo Francesco Lovatin quando si è sposato nel lontano 1927 con Maria Bacco che avrebbe dato origine ad una nobile stirpe, ad una famiglia numerosa nella quale il Signore avrebbe attinto a piene mani. Ma è stato proprio così! Uomo di fiducia e operaio fisso presso la locale miniera di carbone, prima a Nogarotto e poi a Castello, ha saputo crescere una famiglia ricca di entusiasmo e di timore di Dio dove il lavoro, l’impegno e la fiducia nell’avvenire non sono mai mancati. Luigi, Luigina, Francesco, Teresa, Danilo, Valentino, Agostino e Annamaria riempiono la casa e la mamma ha un bel da fare per riuscire a tenere tutto sotto controllo.Difficile per loro progettare l’avvenire, viste le situazioni economiche dell’Italia di allora. Ma Qualcuno “molto in alto” ha già distribuito le chiamate. Luigi prima, seguito poi da Francesco e Don Valentino subiscono il fascino dell’opera fondata dal Beato Mons. Scalabrini vescovo di Piacenza, ne accolgono il messaggio ed entrano a far parte della congregazione come sacerdoti impegnati nell’assistenza religiosa e morale degli emigranti italiani e si spargono nei vari continenti: Luigi in Argentina, Francesco in Australia, Valentino in Francia e Belgio. Agostino, il maschietto più giovane- classe 1944, dai capelli biondo oro (tanto che l’allora cappellano di Castello, don Damiano Andriolo, lo aveva soprannominato “baco da seta” con chiaro riferimento al colore dei capelli), è un ragazzino sveglio, bravo a scuola, pieno di entusiasmo ed aspetta con ansia il termine della Vª elementare per poter seguire le orme dei fratelli. Il primo approccio con la Congregazione scalabriniana avviene a Bassano del Grappa e il suo “curriculum studii” prosegue a Rezzato (BS), poi a Cermenate (CO) ed infine la Teologia a Piacenza. Per la sua intelligenza acuta ed intuitiva viene inviato alla celebre Pontificia Università Gregoriana di Roma, ove ottiene a pieni voti la licenza in filosofia e teologia. Nel 1969 viene ordinato sacerdote nella chiesa parrocchiale di Castello da Mons. Giuseppe Cognata e per i genitori è un altro dono a Dio. Mamma e papà sono orgogliosi di questi quattro figli offerti al Signore. Bello vederli, nelle rare occasioni di rientro in

Agostino Lovatin famiglia, camminare tutti insieme, intrattenersi con la gente, ritornare nell’animo bambini ... e per i genitori e familiari è un giusto orgoglio. Danilo, l’unico maschio in famiglia rimasto “laico”, a pieno titolo si sente un po’ missionario perché ha contribuito con il suo lavoro a sostenere le spese per gli studi e la realizzazione dei fratelli, sempre pronto e disponibile ad ogni evenienza. Aria scanzonata, sorriso aperto, capelli biondi, desiderio di dedicarsi alle necessità degli altri,Agostino trasmette il messaggio evangelico in maniera contagiosa ,con quell’ottimismo e dinamismo che lo contraddistinguono, prima lo vive profondamente in prima persona e poi invita gli altri a seguirlo, presentando Cristo come un amico e un compagno di viaggio di cui fidarsi. I Superiori si accorgono ben presto quale stoffa hanno tra le mani e lo trattengono quale segretario presso la Direzione generale dal 1969 al 1972 e, al momento di destinarlo all’attività pastorale, che per un sacerdote rappresenta l’intima essenza, scrivono”... hai saputo attendere all’ufficio di segretario con semplicità, con fedeltà, con umile disponibilità, con competenza e con rispetto, senza mai sapere né volere dire di no. In ogni circostanza e circa tutti i problemi, non solo per quelli più delicati, hai mantenuto riserbo con disinvolta naturalezza e

attento controllo. In ciò hai risposto in pieno alle nostre attese. Inoltre, in tutto hai portato le note della serenità, della bonomia e della schiettezza, senza esibizionismi, nonostante le tue belle doti di intelligenza e di buon gusto.” Questo è Agostino. Giunge allora anche per lui il momento di passare l’oceano, con destinazione Nord America, facendo la spola fra Stati Uniti e Canada, testimoniando a tutti, in una società non facile, la buona novella, il messaggio dell’amore sublime di Dio, l’amore e la propria disponibilità verso gli altri, in primis per gli emarginati, i bisognosi, cercando di aprire una finestra verso la speranza per i disperati, per coloro che si sentono rifiutati dalla vita. Alla fine prevalgono sempre il suo sorriso e il suo invito a respirare profondamente e a guardare in avanti, perché in fondo si scorge sempre la Luce. Nel 2005 rientra in patria per assumere la direzione dell’Istituto storico della Congregazione, risiedendo al Collegio Internazionale San Carlo, a Roma, di cui diviene superiore nel novembre 2006. Tornato negli Stati Uniti nel 2008, prosegue il suo apostolato nell’Illinois e il 25 marzo 2010 viene colto da infarto lungo il tragitto verso l’ospedale, ove sta recandosi per un controllo a seguito di un precedente intervento chirurgico. Ora dei “Magnifici quattro” rimane solo Valentino, in precarie condizioni di salute nella casa di riposo della congregazione a Bassano del Grappa. È vivo desiderio di noi tutti ringraziare il Signore per questi quattro meravigliosi doni cresciuti a San Giovanni Ilarione, per il loro prezioso apostolato “su tutta la faccia della terra”, per l’onore e il buon nome del nostro paese portato nei quattro continenti. Agostino sarebbe dovuto ritornare in agosto in Italia per tre appuntamenti importanti, rivedere la casa paterna dove il fratello Danilo con la sua famiglia continua la tradizione, battezzare le due gemelline del nipote Marco e officiare il matrimonio di Paola, sorella di Marco. Il Signore ha disposto diversamente. Un altro sacerdote celebrerà il matrimonio di Paola e battezzerà le gemelline, ma entrambi hanno fin d’ora in paradiso uno speciale protettore ed un interlocutore diretto con Dio. GIANNI SARTORI

L’Angolo del goloso Melanzane alla parmigiana Ingredienti (per 6 mesi): 1 kg di melanzane • 750 gr di pomodori maturi • 250 gr di mozzarella di bufala • 1 cipolla • 1 spicchio d'aglio • 1 mazzetto di basilico • 80 gr di parmigiano reggiano grattugiato • origano • olio extravergine d'oliva • sale Preparazione: lavate le melanzane, tagliatele a fette nel senso della lunghezza, mettetele nello scolapasta a strati e spolveratele tutte con sale grosso. Lasciatela riposare per due ore. Risciacquatele bene, asciugatele con un canovaccio. In un tegame largo e antiaderente scaldate un filo d'olio e cuocete le melanzane, girandole. Quando sono dorate, appoggiatele sulla carta assorbente per eliminare l'unto in eccesso. Scottate i pomodori, passateli al passaverdure e cuoceteli per 20 minuti con un filo d'olio, la cipolla e l'aglio tritati, il basilico, l'origano e il sale. Mettete sul fondo di una pirofila un mestolino di salsa, coprite con uno strato di melanzane, formaggio grattugiato, uno strato di fette di mozzarella, qualche foglia di basilico. Continuate gli strati fino ad esaurimento degli ingredienti, terminate con salsa di pomodoro. Cuocete in forno a 180° per 30 minuti. Servite caldo così la mozzarella rimane filante. Varianti: potete sostituire il parmigiano con il grana padano o con il nostro squisito Monte Veronese stagionato. Se volete un piatto meno calorico, cucinate le melanzane sulla griglia. Buon appetito. LUCIANA DAMINI

La festa di classe 1974 si è tenuta al ristorante al Zovo di Bolca il 17 aprile 2010.

MATRIMONI: 5

NATI: 9 MORTI: 10

Totale residenti maschi al 30.04.2010: 2.671 Totale residenti femmine al 30.04.2010: 2.518

Totale residenti: 5.189 TOTALE FAMIGLIE: 1.794

CONTRIBUTI PER L’ALPONE

Attraverso le pagine dell’Alpone che riceveva e leggeva regolarmente, con la nostalgia di chi vive lontano, il marito e i figli vorrebbero ricordare la loro cara Lidia, che purtroppo non c’è più, a quanti l’hanno conosciuta e le hanno voluto bene. Lidia era nata a San Giovanni, nella frazione dei Giannini il 9 novembre 1932. Cresciuta in una famiglia numerosa e presto orfana di entrambi i genitori, da ragazza aveva lavorato alcuni anni in filanda ed era stata anche al servizio di una famiglia di Pinzolo, nel Trentino. Nel 1958 dopo il matrimonio con Piero Dugato di Fusa, era andata ad abitare con lui in Castello.

Anche qui non si era risparmiata, e pur dedicando tante energie alla famiglia e ai due figli nati nel frattempo, aveva sempre collaborato con il marito nella conduzione della loro piccola bottega di scarpe. Purtroppo erano tempi difficili, i guadagni incerti e nel febbraio del 1962, con il rammarico di lasciare parenti, amici e … un pezzo di cuore, tutta la famiglia dovette trasferirsi in Piemonte, a Venaria (TO), per avere un lavoro più sicuro. Nonostante il distacco doloroso, il suo carattere estroverso e la sua disponibilità verso gli altri le hanno permesso di inserirsi bene nel nuovo ambiente instaurando rapporti cordiali e durevoli con tante persone. Ma le sue radici e il suo cuore, come per il marito ed i figli, restavano a San Giovanni. Ogni anno erano numerosi i

viaggi per trascorrervi almeno qualche giorno e le ferie di agosto erano un’occasione irrinunciabile per riunirsi con fratelli e amici, ritrovando anche i luoghi cari. Purtroppo nell’ultimo anno le sue condizioni di salute sono diventate via via più critiche. Malgrado ciò, benché con fatica, a ottobre ha ancora rivisto le sue amate colline, la Chiesa di Castello, Fusa … La sua speranza era di riprendersi presto e poter tornare a San Giovanni per il tempo delle ciliegie. Ma il Signore ha deciso diversamente, chiamandola a sé improvvisamente il 2 maggio. Noi che l’abbiamo e l’avremo sempre nel cuore, siamo certi che sarebbe felice di salutare tutti, ancora una volta, con la sua solita serenità e il suo immancabile sorriso. PIERO, VALERIA E SERGIO DUGATO

Assessorato alla Cultura e Biblioteca Mostre itineranti 2010 “Masaccio-Beato Angelico-Piero della Francesca. L’avventura della conoscenza nella pittura”. Questo è il titolo della mostra sponsorizzata quest’anno dal Cav. Steno Marcegaglia, dall’1° all’11 ottobre prossimo in via Ca’ Rosse n. 6. La mostra viene proposta dall’Assessorato alla Cultura del comune in collaborazione con l’Associazione “Rivela”. Sarà visitabile tutti i giorni con entrata libera. Un grazie particolare a Francesco Beltrame, impresa edile per la disponibilità del locale.

Lovato Marino, Chiampo (VI) Confente Anna, USA Pernigotto Laurent, FRANCIA Gambaretto Vittorio, Peschiera del Garda (VR) Beschin Sergio, S. G. Il. Ex Reduce Biondaro Angelo, S. G. Il. Pozza Gino, Montecchio Maggiore (VI) Gugole Giancarla, Vestenanova (VR) Galiotto Guglielmo, S. G. Il. Munaretti Rita, S. G. Il. Zandonà Agnese, Vestenanova (VR) Dammi Antonio, S. G. Il. Dammi Bruno, S. G. Il. Corradini Margherita, S. G. Il. Dammi Cornelio, S. G. Il. Rivato Agostino, S. G. Il. Allegri Augusto, S. G. Il. Ambrosi Gina, Montecchia Galiotto Giuseppe, S. G. Il. Ambrosi Sante, S. G. Il. Ambrosi Lucia, Castello (VR) Ambrosi Lorenzo, S. G. Il. Niselli Paolo, S. G. Il. Casarotto Rino, S. G. Il. Cavazza Angelina, S. G. Il. Salgarolo Vccaro Donna, S. G. Il. Mazzasette Luigi, S. G. Il. Bricca Sante, S. G. Il. Martinelli Venuta, Montecchia di Crosara Marchesini Elio, Garda (VR) Confente Rino, S. G. Il. Giuseppe Rossetto (Istitutio Don Bosco), Torino Gambaretto Tesera, Vestenanova (VR) Beschin-Prando Santina, S. G. Il. Panarotto Luigi, Nuoro - Sardegna Olmari Roberto, S. G. Il. Gambaretto Alessandro, S. G. Il. Gallo Gianpaolo, S. G. Il. Gazzo Spedito, S. G. Il. Dal Cortivo Riccardo, Minerbe (VR) Catazzo Giuseppina, Salò Brescia Munaretto Domenico, S. G. Il. Colognato Daniela, Albaredo D’Adige (VR)

Marangoni Franco, S. G. Il. Dirupo Anna Maria, Soave (VR) Agresti Amalia, S. G. Il. Gecchele Giustina, S. G. Il. lncontro Giorgio, Gazzolo D’Arcole (VR) Cavazzola Marsilia, S. G. Il. Pozza Linda, S. G. Il. Monchelato Luciano, S. G. Il. Ciman Luigia, S. Bonifacio (VR) Marcazzan Aristide, Roncà (VR) Panarotto Rosanna, Agrate Conturbia (NO) Marchi Lino, Beinasco (TO) Marcazzan Pila, S. G. Il. Rivato Ferdinando, S. G. Il. Filipozzi Onorio, S. G. Il. Zaltron Giovanni, Castronno (VA) Zanella Giovanna, S. G. Il. Zandonà Mano, S. G. Il. Panarotto Mario, S. G. Il. Suor Anna Camilla Perazzolo, Genova Suor Galiotto M. Palma, Genova Perazzolo Dal Brolo Santa, Chiampo (VI) Lovato Rosario, S. G. Il. Micheletto Noemi, S. G. Il. Fratta Claudine, BELGIO Fratta Francesco, BELGIO Beschin Teresa, S. G. Il. Perazzolo Lino, Volargne Dolce (VR) Offerta per L’Alpone, Besozzo (VA) Lovato Elisa, Albaredo d’Adige (VR) Posenato G iandomenico, S. G. Il. Beltrame Paolo, S. G. Il. Raffaella Salgaro Vaccaro, Cattignano - S. G. Il. Zanchi Giovanni, Sabbadori - S. G. Il. Marcazzan Luigia, Boarie - S. G. Il. Panarotto Sergio, S. G. Il. Mantello Ivano, Monteforte D’Alpone (VR) Filipozzi Giuseppina, Vestenanova (VR) Marcazzan Benvenuto, Boarie - S. G. Il. Allegri Lino, Terossa Roca (VR) Salgarolo Giuseppe, Montebello Vicentino (VI) Ciman Olimpio, Monferrato (AL)

Vanzo Gma, S. G. Il. Beschin Maria, S. G. Il. Cengia Lorenzo, Cattignano - S. G. Il. Mella Maria in Fratta, Olmo di Creazzo (VI) Gambaretto Giulia, S. G. Il. Lovato Valentino, Monfalcone (MI) Bilancini Gabriella, Chiampo (VI) Da Ronco Dama, S. Bortolo (VR) Gecchele Clelia, S. G. Il. Pemigotto Laurentd, FRANCIA Bevilacqua Gianpaolo, S. G. Il. Dal Cero Maria, Montecchia di Crosara (VR) Marcazzan Giovanna, Alte di Montecchio Maggiore (VI) Micheletto Luigina, Arzignano (VI) M. Giobatta, Carpi (MO) Zamichele Gina, Montebello Vicentino (VI) Tonin Bertilla, Vestenanova (VR) Erzonelli Augusto, S. G. Il. De Carli Dino, BELGIO Cristofari Antonietta, Montecchia di Crosara (VR) Zanchi Anna, Comun Nuovo (BG) Zandonà Ernesto, Cattignano - S. G. Il. Cavazza Daniela, Pasquaro Montecchia (VR) Gambaretto Almerina, San Bonifacio (VR) Soprana Roberto, Valdagno (VI) Galiotto Lorenzo, S. G. Il. Roncari remo Mario, Selva di Progno (VR) Sperotti Giancarla, San Bonifacio( VR) Marchetto Renza, Chiampo (VI) Damini Aristea, Tiezzo do Azzano X (PN) Andriolo Silvano, S. G. Il. Costalunga Teresa, Benedettini (MI) Da Ronco Maria Luisa, Merano (BZ) Eriani Antonio, Cassano Magnago (VA) Marcazzan Paolo, S. G. Il. Marcazzan Giuseppe, Lonigo (VI)


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ZIONI A I C O S S DALLE A

SPORT

Tornei di S. Giovanni e frazioni Arriva la bella stagione e con essa i consueti tornei di calcetto organizzati nel comune e frazioni. Il primo in ordine di tempo è il torneo di Cattignano che quest’anno è stato sostituito dal “primo torneo di bocce dei boce” e si sta svolgendo nei due campi messi a disposizione dal bar Confente. In questo torneo si scontrano 16 coppie suddivise in quattro gironi che si contenderanno il primo trofeo dell’anno. Finora è andato a rilento a causa del tempo che non ha permesso il regolare svolgimento delle partite. Nel mese di giugno, come di consuetudine, si svolgerà il torneo di calcio a 7 a San Giovanni, dietro le scuole medie, all’interno della festa dello sportivo che quest’anno presenterà molte novità e intrattenimenti. Ogni anno è battaglia vera in campo per assicurarsi l’ambito trofeo di campioni del paese ma poi, al fischio finale, il clima di compagnia e festa non è mai venuto a mancare. Ricco di tifosi e molto sentito è il torneo di Castello che prenderà il via a luglio e, di sicuro, sarà spettacolare ed emozionante anche grazie al campo di gioco che rende le partite ricche di gol a discapito dei poveri portieri che molte volte si dovranno chinare a raccogliere il pallone in rete. Gli organizzatori di queste manifestazioni, che come ogni anno impiegano tempo e cuore perché tutto sia svolto al meglio, si augurano che l’entusiasmo dei tifosi e dei partecipanti sia sempre maggiore e ricordano che la porta è sempre aperta per aiutare e per nuove idee. MARANA SEBASTIANO (BODI)

Sport, sport e ancora sport Il 2010 Ilarionese si è aperto con due importanti manifestazioni che hanno trascinato migliaia di sportivi a visitare il nostro territorio: la Marcia tra i ciliegi in fiore, e la Granfondo del Durello. Due importantissime manifestazioni, due successi senza precedenti che dimostrano che la pratica dello sport è diventata un fatto di straordinaria importanza, un servizio sociale riconosciuto in ogni angolo del pianeta, una pratica a cui i governi di tutto il mondo hanno affidato il compito di far crescere nella salute psico-fisica le nuove generazioni. Una pratica che ha profondamente inciso sul costume delal società e sulle abitudini dei cittadini. Ne sono testimonianza la nascita di numerose società sportive, affiancate a quelle di più lunga tradizione offrendo nuove opportunità per la pratica dello sport, l’impegno dei mezzi di informazione di massa per avvicinare il grande pubblico alle diverse discipline sportive, l’attenzione degli enti pubblici e di privati per dotarsi di strutture sportive corrispondenti ai crescenti bisogni per la pratica dello sport individuale o di società. Senza contare le trasformazioni avvenute negli ultimi anni nel campo educativo e in particolare il riconoscimento del ruolo pedagogico e formativo dello sport nella scuola, che ha determinato una diversa disponibilità delle famiglie verso la pratica di una o più discipline sportive da parte dei figli. L’amministrazione Comunale crede in tutti questi valori correlati all’attività motoria,

intesa anche come prevenzione finalizzata alla tutela della salute e a contrastare gli inadeguati stili di vita che sono i principali fattori di rischio di gravi patologie come obesità, diabete, malattie cardiovascolari. Anche i bambini ne sono interessati perché il gioco è uno strumento necessario per acquisire equilibrio, per sviluppare potenzialità e per la formazione stessa della personalità. Ma vorrei tornare, in concreto, alle “nostre” due manifestazioni sportive, la Marcia tra i ciliegi in fiore e la Granfondo del Durello, per ribadirne l'importanza, anche in un’ottica di promozione dell’attività sportiva in stretta sinergia con la promozione del territorio. Infatti, migliaia di turisti hanno potuto visitare il nostro paese, ammirando le bellezze del paesaggio con i ciliegi in fiore. Infine, permettetemi di esprimere gratitudine, anche a nome dell’intera Amministrazione Comunale, alla Polisportiva e all’A.s.d. Basalti, che in collaborazione e stretta sinergia con le altre associazioni di volontariato Ilarionesi hanno permesso la realizzazione di questi eventi. Il successo è il frutto di anni di duro lavoro da parte delle società presenti sul territorio, fatte di persone che credono fermamente nei valori che lo sport rappresenta, e che impegnano gran parte del loro tempo libero alla promozione della disciplina sportiva. DOTT. THOMAS PANDIAN ASSESSORE ALLE POLITICHE DELLO SPORT

Notizie dalla Polisportiva Ilarione È nata la nuova Polisportiva Ilarione L’Associazione conta ora 11 componenti del Consiglio con le cariche così assegnate: Presidente: Lucia Burato; Vicepresidente: Benito Di Franco; Segreteria: Nadia Mazzasette; Tesoreria: Luigi Gonzato; Tutela patrimonio: Alessio Sperandio; Manutenzione: Arturo Burato; Relazioni pubbliche: Emanuel Righetto. Consiglieri: Danese Mauro, Galiotto Alessandro, Martemucci Giovanni, Piccinin Andrea.

Segue da pag. 1

8° Granfondo del Durello Fino all’altezza della grande pala eolica i due procedevano di pari accordo ma poco prima dello scollinamento Deho forzava e al controllo del Gpm, a metà gara circa, aveva già un vantaggio di 45 secondi su Rojas, seguito a sua volta a quasi un minuto dal proprio compagno di Team Bacerra e Spadi. Sulla successiva lunga discesa Bacerra rompeva la catena, mentre davanti Deho procedeva indisturbato verso l’arrivo. Rojas scendeva molto guardingo e veniva raggiunto da Spadi. Primo successo alla Durello per Marzio Deho che ha coperto 144 Km in un’ora 44,42 davanti a Spadi e Rojas, staccati di tre minuti. Quarto assoluto, e primo degli amatori, il campione del mondo Zaglio Carlo Manfredi, che ha preceduto la sorpresa di giornata ovvero l’Elite Sport del grande Stefano dell’Asd Basalti e ottavo assoluto Dirupo Nicola sempre dell’Asd Basalti. Nella gara femminile, duello acceso sulla lunga prima salita tra la vicentina Anna Ferrari e la svizzera Sofia Pezzati; al controllo intermedio la Ferrari transitava prima per soli sei secondi, ma nella seconda parte aumentava il propio ritmo e alla biker svizzera infliggeva un distacco di circa tre minuti e trenta. Per la Ferrari si tratta del secondo successo nella prova di S. Giovanni dopo quello dell’edizione del campionato europeo del 2007. Sul tracciato corto di 20 km da sengalare il successo di Manuel Pressi con il tempo di un’ora e 9,46 e di Elisa Cappellari per le donne col tempo di un’ora e 33,35. Il presidente del gruppo Asd Basalti Franco Pegoraro ringrazia tutti e dà appuntamento per la 9ª edizione.

Ecco quindi il concorso: tutti potranno suggerire un nome da far pervenire entro il 30 giugno via mail all’indirizzo info@polisportivailarione.it o telefonando al 347 4420071. Il direttivo della Polisportiva prenderà in esame le segnalazioni pervenute. Il più bravo, oltre all’onore di dare il nome alla nostra mascotte, sarà premiato nel corso della Festa dello Sport con due buoni pasto.

CONCORSO: TROVA UN NOME ALLA MASCOTTE Questa è la nuova mascotte della Polisportiva Ilarione. Ci serve il vostro aiuto per trovare un nome carino.

Fine stagione ... si pensa già alla prossima Dopo una lunga stagione, iniziata già a metà Agosto con duri e faticosi allenamenti sotto il tipico solleone estivo, siamo arrivati alla conclusione dei campionati di tutte le nostre squadre. Un’annata iniziata appunto con grandi sudate, proseguita con un inverno particolarmente rigido, ma pioggia, neve, temperature siberiane, non hanno impedito ai nostri giovani (dai più grandi ai piccini) di allenarsi con il solito impegno e entusiasmo. Un pensiero particolare, visto l’inverno trascorso, va ai ragazzi degli allievi che si sono allenati tutto l’anno a Vestenanova. Fine stagione, dunque tempo di bilanci che nei sogni di inizio anno potevano essere migliori, ma tutto sommato da non buttare; la prima squadra si è fermata a pochi punti dalla zona play off disputando un campionato privo di gloria ma allo stesso tempo privo di particolari sofferenze. Gli Juniores regionali purtroppo non sono

riusciti a mantenere la categoria, l’anno prossimo i ragazzi partiranno più motivati che mai per vincere il campionato provinciale e rimediare a una stagione particolarmente sfortunata. Con la fine della stagione sono arrivate delle buone notizie riguardo il nostro impianto sportivo. Infatti, dalla prossima stagione tutti i nostri atleti giocheranno sull’erba sintetica. Nessuno avrà l’alibi di uno stop sbagliato a causa di un rimbalzo strano del pallone dovuto alle buche. Un ringraziamento a tutti i dirigenti, accompagnatori e genitori che ogni sabato e domenica hanno seguito le nostre squadre al Don Bosco e in trasferta. Insomma un'altra stagione è finita ma il pensiero di tutti noi è già rivolto alla prossima, perché la passione per questo sport porta sempre a pensare avanti. LUCA ROSSETTO

Festa dello sport 2010 La Polisportiva Ilarione e l’Assessorato allo Sport organizzano la FESTA DELLO SPORT che si svolgerà nei giorni 2-3-4 luglio presso gli impianti sportivi di Via Torino. Quattro giorni di sport, musica e divertimento.

Programma VENERDÌ 2 LUGLIO Ore 21

Live music A seguire Disco music 360°

SABATO 3 LUGLIO Ore 9.00 Ore 16 Dalle 20 alle 22 Dalle 22

Torneo di Tennis per ragazzi Gimkana con le bici per ragazzi Esibizione arti marziali Live music A seguire – Disco music 360°

DOMENICA 4 LUGLIO Tennis- campi aperti per tutti Torneo di bocce Finale 3°-4° posto Torneo di calcio a 6 Finale 1°-2° posto Torneo di calcio a 6 A seguire – Live Music

Durante la serata si svolgeranno le premiazioni dei tornei

La vincitrice Sofia Pezzati.

CICLI & MOTO

Qualità a prima vista direttamente dal produttore Gli occhiali delle marche più prestigiose attendono il vostro punto di vista Via Canella, 3 - CELLORE d’ILLASI (VR) Tel. 045 7834 058 - Fax 045 7834 505

TORNEO DI CALCIO A 6 Anche quest’anno in vista della Festa dello Sport si sta svolgendo il Torneo di Calcio a 6. Il torneo è iniziato lunedì 7 giugno. Le finali saranno disputate domenica 4 luglio in occasione della Festa dello Sport.

Ore 9.00 Ore 15 Ore 18 Ore 19.30

SAGGIO DELL’ENERGY STUDIO “L’Associazione sportiva dilettantistica Energy Studio in collaborazione con il Comune di San Giovanni Ilarione, l’Assessorato allo Sport e la Polisportiva, vi invitano allo SPETTACOLO DI DANZA CHE SI TERRÀ MARTEDÌ 22 GIUGNO 2010 presso il Palazzetto dello Sport. LA SERATA INIZIA ALLE ORE 21.15, apertura ore 20.45, ingresso gratuito. Energy Studio partecipa quest’anno alla Rassegna voluta dal Comune di Verona “I colori della danza” al Teatro Romano: un’occasione unica ed emozionante per poter ballare in una cornice magica ed esclusiva.” FEDERICO GALLO

NUOVO SITO È attivo il nuovo sito della Polisportiva Ilarione all’indirizzo www.polisportivailarione.it. Sul sito sono disponibili aggiornamenti e novità, foto e molto altro sulle attività dell’Associazione.

SAN GIOVANNI ILARIONE (VR) Telefono / Fax 045 6550447

Trimestrale di Informazione e Cultura c/c postale n. 15684376 Se vuoi inviare il tuo contributo all’Alpone utilizza c/c postale n° 15684376 intestato a: Pro Loco di San Giovanni Ilarione - Piazza Aldo Moro, 5 Direttore responsabile: Delio Vicentini Redazione: Dario Bruni, Luciana Damini, Mario Gecchele, Angelo Pandolfo, Giovanni Sartori, Lucia Burato, Lorenzo Gecchele Recapito: Franco Cavazzola - Presidente Pro Loco - Via Risorgimento, 3/C - S. Giovanni Ilarione (VR) Tel. 045 7465727 Pubblicità Augusto Gambaretto - Via Bosco, 7 - Tel. 045 7465151 - San Giovanni Ilarione (VR) Prestampa: Iter - Tel. 045 7652554 - Fax 045 6170334 - iter.vr@tiscali.it - Colognola ai Colli (VR) Stampa: Grafiche Alpone - Tel. 045 6550221 - 045 6550480 - S. Giovanni Ilarione (VR)


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