"Il segreto mitologico" | Luca Falace

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LUCA FALACE

il segreto mitologico coincidenze nell’arte, nei miti e nelle leggende contemporanee


indice

introduzione parte I coincidenze mitologiche e sincronicità nell’arte I. coincidenze storiche e mitologiche nell’evoluzione dell’essere umano II. conoscenza celeste: la ricerca dell’anima gemella e coincidenze mitologiche III. le coincidenze mitologiche dei primi esseri sulla terra IV. coincidenze tra miti e simboli: analisi storica sul fenomeno delle coincidenze mitologiche V. la conoscenza del potere della sfera VI. l’evoluzione dell’uomo ed il suo rapporto con le arti VII. il primo essere: coincidenze tra i miti del paradiso terrestre VIII. coincidenze tra i miti del paradiso celeste

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la fantamitologia la coscienza storica

I. fantamitologia: coincidenze tra miti e racconti II. coincidenze tra i miti degli angeli III. fenomenologia della fantamitologia: coincidenze tra miti antichi e contemporanei IV. il creatore dell’universo: mito, filosofia e scienza

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pag. 57 parte III coincidenze tra miti antichi e contemporanei 59 I. l’evoluzione dell’uomo nei miti, nelle credenze popolari e nell’antica cultura orientale 61 II. l’uomo evoluto: il mito del risveglio dell’essere celeste

INDICE

parte II



In questo saggio sono racchiuse la maggior parte delle mie ricerche inerenti lo studio della fenomenologia delle coincidenze nell’arte mitologica. Il principale argomento del saggio si basa su una relativa ricerca delle coincidenze storiche, mitologiche e simboliche. Alla base di tale studio si evince una misteriosa simbologia universale, che evidenzia in modo naturale una metafora evolutiva all’interno dei simboli, dell’arte, dei racconti e dei grandi miti del passato fino a quelli contemporanei. Una eterna coincidenza in continuo ritorno. Le mie teorie in merito non hanno alcuna presunzione scientifica o accademica, ma registrano, a mio avviso, una serie originale di intuizioni che andrebbero approfondite attraverso una metodologia appropriata. Il mio intento, inoltre, è quello di portare alla luce il fenomeno in questione e risvegliare le coscienze degli studiosi che intraprendono la via della conoscenza. Tale fenomeno è di notevole importanza perché è legato in parte al percorso evolutivo di ogni singolo essere della Terra, ed inoltre è collegato al più grande mistero che l’essere umano possa svelare. Il mistero dell’esistenza. Questo volume, come tutti i libri di cultura, è senza finalità didattiche, tecniche o di espressione letteraria. L’unico scopo è quello di pubblicare in modo sintetico i propri studi e le considerazioni personali. In questo caso, gli argomenti trattati verteranno sulla fenomenologia delle coincidenze mitologiche. La pubblicazione di un saggio funge da strumento nel quale viene attestata e

introduzione

introduzione

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riconosciuta la paternità dello studio, del lavoro e della scoperta di concetti, idee e pensieri innovativi, che potrebbero giovare il prossimo e l’intera collettività. Questo saggio affascina il lettore attraverso la sua neutralità ideologica. Il messaggio che celebra, attraverso il riscontro degli archetipi collettivi, è prima di tutto un messaggio di Unione Universale che l’Essere Umano nel nuovo millennio, nonostante tutto, è finalmente pronto ad accogliere.

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PRIMA PARTE

coincidenze mitologiche e sincronicità nell’arte



Considerato che il tempo e le leggi che governano la mente e la vita sono relativamente legate al disegno creato ed idealizzato da ogni singolo uomo, non vi è un inizio ed una fine, ma solo un contesto di fatti. Esperienze relative e mutevoli, nelle quali sono elaborati dei dati storici o mitici. L’analisi evolutiva, ed involutiva, è legata all’uomo artefice degli eventi e della storia. Sappiamo che, in un mosaico, le tessere possono essere inserite in tutte le direzioni. Questo gioco avvenne in un determinato tempo, legato all’esercizio intuitivo dei collegamenti e delle rivelazioni. In tal senso, nell’esperienza dell’uomo appare limpida la visione attinente allo studio del suo comportamento, fino ad arrivare alle fonti ataviche. Attraverso tale visione appaiono evidenti, le incertezze degli studi riguardanti il pensiero e le azioni dell’essere umano. Tale discorso segue il modello del concetto originario della tradizione vedica, e di molte filosofie orientali, dove sia il tempo, sia lo spazio, sono concepiti come relativi. L’origine della percezione del mondo avviene grazie al processo evolutivo dall’uomo. La realtà è generica, e come tale è soggettiva e relativa. Essa esiste nel macrocosmo e si differenzia grazie a colui che osserva. Un fenomeno che ritroviamo nel microcosmo della fisica quantistica, due realtà di un’unica natura. La prima coincidenza fondamentale la troviamo in alcune teorie della fisica quantistica contemporanea. Esse utilizzano gli stessi

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coincidenze storiche e mitologiche nell’evoluzione dell’essere umano

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concetti basilari del misticismo orientale, con delle variazioni che troviamo in molte altre tradizioni culturali. Secondo molti miti, questa conoscenza proviene da una civiltà evoluta precedente alla nostra. La conoscenza dei Vedas è una conoscenza antichissima. Un sapere che appartiene al precedente pensiero filosofico orientale. Veda vuol dire vedere, conoscere. Le tradizioni autoctone orientali narrano che sulla terra, ci sono già state quattro grandi civiltà. Seimila anni fa la civiltà vedica iniziò a decadere, ed allora furono compilati i testi oggi sacri, nei quali vi era descritta parte della conoscenza di questo popolo. Quella attuale farebbe parte del quinto ciclo, o quinta civiltà. Il sanscrito è la lingua basilare di tantissimi popoli del pianeta Terra. Nei periodi definiti come preistorici, ci sono prove evidenti che dimostrano l’esistenza di una cultura molto evoluta. Nella filosofia indiana i testi vedici sono una prova evidente, alla base di ogni conoscenza e periodo storico. L’uomo occidentale non ha ancora scoperto questo enorme sapere, perché è annebbiato dall’illusione della tecnica e dal consumismo. Solo di recente, paradossalmente, il pensiero “civilizzato”, attraverso le scoperte scientifiche, si è avvicinato a dei concetti filosofici antichi. La fisica relativistica ad esempio, annovera lo studio sulla nuova percezione dello spazio e del tempo. Questa coincide in maniera dettagliata con il pensiero orientale. Ma le coincidenze significative avvengono, come ho già scritto, con le ultime scoperte della fisica quantistica, in accordo con l’antico sapere mitologico orientale. Questa antica conoscenza ci accompagnerà nei seguenti capitoli.

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Chi non conosce la leggenda della mela divisa in due parti uguali? Una storia che metaforicamente narra della ricerca dell’anima gemella. Platone non spiega esplicitamente che la metafora della mela si riferisce al solido perfetto, ossia la sfera. Questa è una coincidenza simbolica, da me dedotta. Lo stesso vale per il mito del pomo d’oro custodito nel giardino delle Esperidi, e anche per quanto concerne il mito della mela nel giardino dell’Eden. In tutti i casi ho notato che la coincidenza dei miti si riferisce al solido perfetto, vale a dire la sfera. La mia prima intuizione in merito è stata che il principio di questa perfezione corrisponde semplicemente all’unione delle due semisfere. Quest’unione, metaforicamente, vuol significare il ritorno ad un unico essere originario. Il simbolo della sfera, all’interno delle varie tradizioni popolari, ricorre spesso come metafora della conoscenza divina. Questa iconografia sferica, nella geometria Celeste, rievoca i pianeti che popolano l’universo, e quindi simboli archetipi di un sapere molto antico. Il mito della mela simboleggia l’importanza della sfera, quale simbolo della Conoscenza Celeste. Dallo studio delle varie simbologie, si può dedurre che le due semisfere rappresentano l’uomo e la donna. Nel momento in cui si fondono nella loro unione, essi creano un’unica sfera. Questa simboleggia appunto la conoscenza Celeste. Nella tradizione orientale cinese questa unione è chiamata Tao. Essa scaturisce dall’unione degli opposti complementari (Yang e Yin) presenti nel simbolo sferico del Tai-ki. Le due semisfere sono gli archetipi di una delle tante simbologie

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conoscenza celeste: la ricerca dell’anima gemella e coincidenze mitologiche

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universali, che prescindono da qualsiasi ragionamento umano. I suoi simboli universali esistono e rappresentano la testimonianza di una intelligenza universale, incomprensibile alla mente umana. È l’uomo che cerca di interpretare l’universo, e non viceversa. Secondo la simbologia tradizionale, il cubo rappresenta la conoscenza terrestre, e la sfera rappresenta la conoscenza Celeste. Quindi, ad esempio, la simbologia della coppa, il famoso Graal, non può essere legata ad un solo periodo storico, poiché significherebbe ridurre un simbolo atavico. Esso rappresenta l’archetipo della donna: la madre terra. Il mito corrisponde alla filosofia, e l’ideologia corrisponde al mito. Nello studio dell’analisi dei simboli, nella storia dell’arte, sin dai primordi è risaputo che la semisfera, che mostra la sua apertura verso l’alto, rappresenta simbolicamente la terra, madre natura, che accoglie l’acqua che proviene dal cielo. Essa simboleggia la terra che viene fecondata dalla volta celeste. La personificazione del sesso femminile, il principio femmineo. Ovviamente l’altra semisfera, quella che mostra la parte sferica verso l’alto, e si erge come un menir, simboleggia il principio maschile. La donna è rappresentata quindi da una coppa e l’uomo è rappresentato da una coppa rovesciata. L’unione di queste due coppe, dei due crogioli, delle due semisfere, dà origine ad una sfera. Questo solido perfetto secondo Platone rappresenta il simbolo spirituale della conoscenza Celeste. Secondo moltissimi miti, l’uomo e la donna erano un unico essere. Essi furono divisi successivamente in due parti uguali. I due esseri dopo la separazione sono alla ricerca della loro metà, della loro semisfera, della loro anima gemella. L’unione delle due semisfere, delle due metà, rappresenta il ritorno al primo essere androgino, rappresentato della sfera. Nella tradizione alchemica occidentale, questa unione degli opposti, è chiamata Rebis alchemico. Il cui simbolo è caratterizzato dalla lettera “Y”.

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Una comune descrizione, all’interno delle varie tradizioni popolari, narra che i primi esseri che popolarono il nostro pianeta Terra erano in origine pura essenza, puro spirito, pura energia. Non erano né maschio, né femmina, non avevano nessun sesso, erano angeli. Quando divenne materia, questo essere divenne al contempo maschio e femmina. Era un angelo caduto sulla terra, un ermafrodito dagli spiccati tratti femminili pur mantenendo entrambi i sessi. Poteva procreare da solo un altro essere. La nascita di Adamo ed Eva, dunque, avviene dopo la separazione dei due sessi. In quest’altro mito, la mela ritorna come simbolo dell’unione sferica tra le due metà. Il ritorno alla conoscenza. Tale sapere, un tempo, era la caratteristica di un’unica entità, perfetta e divina. Questa è la storia dei primi esseri che vivevano nel Paradiso Terrestre, che nel testo biblico ebraico viene indicato con il nome Eden. Molti studiosi sono concordi che l’appellativo Eden, nel capitolo IV della Genesi verso decimo sesto, si riferisce alla bellezza del luogo. In ebraico Eden significa piacere, delizia. Da cui il giardino del piacere, delle delizie, quindi dell’Eden. Vi erano dunque due alberi nel giardino: l’Albero della Vita, e l’Albero della Conoscenza del bene e del male. Il peccato originale corrisponde all’unione di Adamo ed Eva. Il frutto della loro unione, la mela, fu vietato all’inizio prima della cacciata dei due dall’Eden. Come abbiamo visto, la sfera ritorna ancora una volta come coincidenza del simbolo dell’unione degli opposti. Simbolo della perfezione, metafora della conoscenza Celeste, aliena al nostro mondo. Dopo il famoso peccato dell’unione, rappresentato dalla mela, il Signore consentì l’accesso al secondo albero. L’unione di

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le coincidenze mitologiche dei primi esseri sulla terra

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Adamo ed Eva, quindi, simboleggia la perfezione sferica che, a sua volta, rappresenta metaforicamente la sferica mela. Il congiungimento può anche essere inteso come l’unione delle due polarità opposte, quella maschile e quella femminile. In Oriente corrisponde al simbolo sferico del Tai-ki. Le polarità opposte, inoltre, si trovano in ogni singolo essere umano. L’unione del pensiero dei due emisferi cerebrali provoca nell’uomo lo stato di potenza d’ingegno. Questa genialità, in antichità, la possedevano solo gli dèi. In tal senso agli umani, secondo una comune mitologia presente in molti popoli della Terra, era vietato diventare dèi.

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