"Passaggi" / Giovanni Rossato

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Passaggi

GIOVANNI ROSSATO


È dalla vita che nasce la mia poesia. Nasce dal vivere le contraddizioni del mio tempo, dove tutto è passaggio, dove nulla è mai dato come definitivo, dove è stata ormai cancellata dal nostro vocabolario l’espressione per sempre. Vivo in un mondo fluido (liquido ha detto Zygmunt Baumann), dove le cose cambiano tra le nostre mani, dove i rapporti iniziano e finiscono con un click. Vivo in un mondo che non conosce un domani ma solo un dopo: promessa di un tempo che non verrà mai. Guardo (mi guardo) a volte da una certa distanza, a volte più da vicino poi ancora mi allontano, per avere prospettiva, per vedere tutto l’insieme. Vivere e scrivere poesie è per me sporcarsi le mani per toccare la vita, le persone e le cose; è camminare tanto per guardare, è essere opportunista per cercare di essere lì quando la vita accade. Passaggi perciò è passare senza fermarsi, andare subito oltre, come non ci fosse nulla da guardare, perché le cose accadono e il mondo non si mette in posa, anzi odia essere guardato. Passo dunque lungo il tempo dei giorni e testimonio, incapace di restare io, un mondo che un’identità non ha. Scrivo versi per lo più su fogli di carta, agende o taccuini, estremo tentativo di cogliere l’ora e fissarlo, renderlo stabile quanto basta per poterlo comunicare agli altri, se avranno il tempo e la voglia di leggerlo.

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A 56 anni posso dirmi figlio di una storia che mi ha visto passare attraverso conoscenze, interessi e luoghi diversi, comunque sempre passaggi, per me mai inutili, mai vuoti, perché anche se possono rappresentare fasi superate mi permettono di tracciare una strada, un percorso che dal passato mi proietta verso il futuro. Di tutte le forme espressive è dalla poesia che ho voluto iniziare perché è quella che lascia maggiore libertà, sia a me che al lettore. Con la poesia si può equivocare senza farsi male; il significato dei miei versi non è mai dato, c’è spazio di trovarlo anche per vie proprie e anche di trovarne uno diverso dal mio. Questo è quello che io chiamo sano equivoco basato sul riconoscimento di una sensibilità comune ma anche di una irriducibile diversità. A volte un significato da trovare neppure c’è perché alcune mie poesie sono solo l’espressione di un sentire che il lettore, in certi momenti della sua vita, magari ha potuto sperimentare lui stesso e che ora, leggendomi, scopre di condividere. Comunque sia, ed è questo il motivo che spiega la veste grafica di questo libro dove troviamo oltre alla poesia proposta nel classico modo sequenziale anche stralci delle stesure originali e i disegni dell’amica Xheni, quello che avete fra le mani si propone come un testo aperto dove chi legge e l’autore si confrontano nel guardare insieme alla vita, anche solo per un attimo, anche solo per il tempo di un passaggio.

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il gap Non ascoltare! Il buio raccoglie lo sprofondare delle parole nell’inerzia. (ciò che è) Detto, (è) legge, non media, non può perire. È nella distanza la verità delle cose.

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tempo di attesa... dicesi speranza Tempo di chiudere! Il bar. Non è che mi manchi, ancora un bicchiere nemmeno un cicchetto, le porte a vetri, caleidoscopio di riflessi. Mi fai malinconia, cosÏ senza trucco mi vien voglia di guardarmi allo specchio, risorsa disperata che mi rimanda un altro, non io io, le luci, poi, ancora io sulla superstrada. Se almeno ci fosse un barlume di attesa se mi sperassi, se ti sperassi.

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the way you are Maggio, non ricordo dove sei andata, ad aprile ti aspettavo, e oggi non so perché, sei qui. Non bisogna rispondere alle domande di cui non conosciamo la risposta, perciò… Così come sei, con quel grumo di cambiamenti, di risposte che non mi hai mai dato ma che ho letto tra le pieghe dei giorni vissuti insieme. La vita parla, basta restare in silenzio e scrivere poesie, dopo.

Marzo 2018

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indice

Il gap Tempo di attesa... dicesi speranza The way you are Amore A mio trisnonno Troppo I latrati dei cani Pettegolezzi Tutti a crogiolarsi A L. Wittgenstein La donna Non c’è tempo Caserma Toigo Hai dimenticato Smodato stare al mondo Le luci Grucce d’eternità Come il vento Thor Ballylee luglio 2017 Da nessuna parte Mutazioni Incartare le parole I versi non vengono

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Gli scarponi davanti alla porta Tutte le storie del mondo Ciò che resta A Biagio Marin Oggi è… La strada che… Mentre ascoltavo pensavo ai fatti miei Lunedì Identità 12 ottobre 2014 Bellissima Silenzio Intatto Ansimo di paura Il fatto è che mi amano Le parole restano scritte Per qualche ragione o per caso Suoni da un altro tempo Dio Muffa e cheese cake Secondo a nessuno La responsabilità Il materiale umano Meditazioni sull’amaca Cercare... A G. B. Vico Tutte le mattine Boyle abbazia cistercense Ormai l’alba Dissesto Quando è notte

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Beatrice Abituati a stare soli Immensi In vino veritas Qualcuno aspetta La sera cade sui bicchieri vuoti Ne sarà valsa la pena Uomini e donne Carla ascolta El funerae (Il funerale) Ma le rose del mio giardino… Cose Ti ucciderò l’estate Le cose sono il veicolo del passato Quelli che mi han conosciuto Passi Nato con quattro ruote Il fattore X Vivere per la colpa Vento nuovo di primavera Ascolta La terra promessa Svelto Vivere così Cercando la strada Un domani Non fa per me Un click Forse è da noi, forse è da me In ogni gesto Per la verità ci vogliono le palle

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E se quel giorno... Dove le parole... Con Claudio a parlare Considera Ecco le case Ti devo un verso Se Sotto questa pelle (sulle molteplici personalitĂ ) Non ditemi Ci sono giorni di festa

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senza PANTONE

I volumi Senza pantone arricchiscono le collane Iemme con i taccuini d’autore. Quaderni che raccolgono note, versi o storie, ma anche disegni e appunti di professionisti rappresentativi del loro ambito. Scrittori, giornalisti, critici e artisti mettono in ordine - ma non troppo - i fogli del mestiere.


nella stessa collana senza PANTONE

01

GIANNI VALENTINO

Le piume degli angeli scemi 02

CONCETTA CELOTTO

La mia felicità da sola non sta in piedi 03

EGIDIO CAPODIFERRO

Maculae


finito di stampare per conto di Iemme edizioni nel mese di settembre 2018 presso Vulcanica - Nola (NA)


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